CON IL PATROCINIO DI
Sala Verdi del Conservatorio - Via Conservatorio, 12 – Milano
Lunedì, 18 gennaio 2016 - ore 21.00
SERIE «A» 2015/2016
DOMENICO NORDIO
Pianista HANS FAZZARI
Violinista
JOHANN SEBATIAN BACH (1685 - 1750)
Integrale (I)
Sonata per violino solo n.2 in la minore BWV 1003
Grave; Fuga; Andante; Allegro
Partita per violino solo n.3 in mi maggiore BWV 1006
Preludio; Loure; Gavotte en rondeau; Menuet I; Menuet II; Bourrée; Gigue
Partita per violino solo n.2 in re minore BWV 1004
Allemande; Courante; Sarabande; Gigue; Chaconne
FRANZ SCHUBERT (1797-1828)
Sonata in la minore per arpeggione e pianoforte D. 821 (vers. per violino e pianoforte)
Allegro moderato; Adagio. Allegretto
DOMENICO NORDIO - Allievo di Romano e di Auclair, ha tenuto il primo recital a dieci anni, a sedici
ha vinto il "Viotti" di Vercelli con Menuhin Presidente di Giuria. Dopo le affermazioni ai Concorsi Thibaud
di Parigi, Sigall di Viña del Mar e Francescatti di Marsiglia, nel 1988 ha vinto il Gran Premio
dell'Eurovisione (unico vincitore italiano nella storia del Concorso). Ha suonato a Carnegie Hall (New
York), Salle Pleyel (Parigi), Teatro alla Scala (Milano), Barbican Center (Londra), Suntory Hall (Tokyo), con
London Symphony, National de France, Accademia di Santa Cecilia-Roma, Orchestra Nazionale RAI,
Orchestre de la Suisse Romande, Orchestra Borusan di Istanbul, Enescu Philharmonic, SWR
Sinfonieorchester di Stoccarda, Moscow State Symphony e con direttori quali Flor, Steinberg, Casadesus,
Luisi, Lazarev, Aykal. Ha tenuto concerti alla Filarmonica di San Pietroburgo, Filarmonica Enescu di
Bucarest, Teatro Municipal di Rio de Janeiro, Teatro Colon di Buenos Aires, Sala Tchaikovskij di Mosca e
al Zorlu Center di Istanbul. Nella stagione 14-15 si è esibito al Concertgebouw di Amsterdam,
all'International House of Music di Mosca (con Lidsky), all'Auditorium di Milano (Orchestra Verdi e
Ceccherini), alla Filarmonica di Kiev (Kiev Philharmonic Orchestra e Kofman), nella Sala San Paolo di São
Paulo, nella Sala Nezahualcóyotl di Città del Messico, ad Ankara con la Presidential Symphony Orchestra e
a Montevideo con la Filarmonica de Montevideo e Myrat. Nella stagione 15-16 concerti con: Orchestra
Nazionale RAI, Filarmonica della Fenice di Venezia, Filarmonica di Kiev, Orchestra Nazionale del
Montenegro, oltre alla residenza al Festival di Johannesburg e al ritorno alla Sala San Paolo, etc...
Apprezzato camerista, Nordio suona regolarmente con Maisky, Lortie, Belkin, Lidsky e Swann; è molto
attento alla musica di oggi e ha tenuto a battesimo brani di Semini, Donatoni (Duo per violino e viola),
Boccadoro («Cadillac Moon» registrato dal vivo per Rai Trade), Dall'Ongaro ("La zona rossa") e Molinelli
(«Zorn Hoffnung Gesang», in prima assoluta per la Finale del Concorso di Composizione «2 Agosto» con
l'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna). I suoi ultimi CD includono Respighi e Dallapiccola con
Muhai Tang e la Filarmonica Toscanini (2013), Castelnuovo Tedesco e Casella con l'Orchestra della
Svizzera Italiana e Ceccherini (2015). É ospite memorabile delle “Serate Musicali” dal 1997.
HANS FAZZARI - Come pianista è stato in Europa, nelle due Americhe, in Oriente. Tra l'altro, ospite
della Piccola Scala, della Accademia di Santa Cecilia, di Carnegie Hall. Ha al suo attivo un centinaio di
trasmissioni audio e video; ha pubblicato trascrizioni, revisioni, riscoperte del patrimonio nostro antico,
anche in collaborazione con Zecchi. Ha pubblicato composizioni originali. È stato eseguito in Europa,
America, Giappone. È stato eseguito anche discograficamente; i suoi dischi sono stati tutti dei best-sellers.
Musica da camera: partner di alcuni dei maggiori artisti: Zecchi, Gelber, Argerich, Fowke, Hough, Schiff,
Ghiglia, Bream, Trio della Scala, Prey, Ramey, Berganza, Tagliavini, Bruson, Merrit, Serdar, Katia Ricciarelli,
Josè Carreras, Zabaleta, Rampal, Ricci, Gendron, Brunello, Diaz, Gitlis. Ha suonato con Gringolts, Ughi,
Zayas, Dindo, Prosseda, etc… Pianista contro-corrente, ha suonato a Vienna e un grande giornale viennese
ha parlato di «miracolo»: l’esistere nella nostra epoca di un artista dedito all’attimo fuggente. Consolare una
Principessa, o consolare la «Magis amica»: su questa linea anche il Corriere della Sera si è occupato di H.F.
come paradosso vivente, scoprendo in lui qualcosa di forse «unico al mondo» e che comunque non esiste
più. Tra i ricordi: un incontro si consumò con Severgnini, già anima del Teatro alla Scala, nei momenti più
difficili. Severgnini invita H.F. a eseguire integralmente tutte le Sonate del divino Mozart, cosa che viene
fatta per filo e per segno. Ma Milano non si commuove. Severgnini scuote la testa: «Milano è una città
oscena!». Tra altri ricordi: la grande pianista italiana Maria Golia, crede di ascoltare nel suono fabbricato da
H.F. qualcosa della voce del soprannaturale pianista del secolo Friedmann. La stessa impressione ricava il
grandissimo pianista inglese Hough. Altri vi ascoltarono un’eco della voce perduta di Cherkassky. Ha
suonato per Cherkassky e Cherkassky ha suonato per lui. Cherkassky gli ha chiesto cosa ne pensasse (!!!).
Poi: «Tra noi c’è comunione». Il suo libro «So long Shura», resta l’unico omaggio alla memoria
dell’ineffabile genio di Shura Cherkassky. Libro contro-corrente, come si capisce, che si pone anzitutto il
quesito se fosse l’«ultimo» dei Profeti degli Anni d’Oro (anni trenta), l’ultimo in quanto sopravvissuto, o
l’ultimo in ordine di valore, in quanto accreditato solo di essere stato il miglior allievo del grande Joseph
Hoffman. Il libro fornisce la «dimostrazione» che Shura Cherkassky non fu affatto l’«ultimo» rispetto ai
maggiori profeti romantici degli anni trenta (ultimi anni d’oro prima della guerra), cioè la Trinità
Rachmaninov- Paderewski-Hoffman, anzi di gran lunga il più vero. Almeno come artista «meteorologico»
(fantasticamente mutevole) erede cioè della parte migliore di Anton Rubinstein, il rivale di Liszt.
SI RACCOMANDA VIVAMENTE DI SPEGNERE I TELEFONI CELLULARI !!!
É VIETATO REGISTRARE SENZA L’AUTORIZZAZIONE DELL’ARTISTA E DELL’ORGANIZZAZIONE
JOHANN SEBATIAN BACH - Sonata per violino solo n.2 in la minore BWV 1003
Le sei Sonate e Partite di Johann Sebastian Bach pongono agli studiosi delicati problemi di
datazione, di destinazione, di prassi strumentale. Per quanto riguarda la datazione,
l’autografo reca una data precisa, il 1720; ma questa data potrebbe riferirsi in realtà al
momento di accorpamento della raccolta, forse in vista di una mai realizzata pubblicazione.
Singolarmente le Sonate e Partite potrebbero essere state scritte parecchi anni prima; lungi
dall'essere una questione di modesto rilievo, la datazione è strettamente legata anche alla
destinazione degli spartiti. Se la data del 1720 fosse attendibile, Bach avrebbe composto le
Sonate e Partite nel corso della sua permanenza a Köthen, fra il 1717 e il 1723, il periodo in
cui attese alla maggior parte delle proprie opere strumentali. Il compositore rivestiva infatti
la carica di maestro di cappella presso la corte del principe Leopoldo di Anhalt-Köthen, ed
era esonerato dalla produzione religiosa a causa della fede calvinista del principe (dato lo
spazio minimo della musica nella liturgia calvinista). La sua attività era dunque rivolta
esclusivamente all’ambiente di corte, all’orchestra (il Collegium Musicum) e a singoli solisti,
professionisti di eccellente qualità (quali del resto si convenivano ad un mecenate, squisito
intenditore e musicista egli stesso, come il principe Leopoldo). In questo contesto Bach
rivolse un’attenzione privilegiata al violino, sia come strumento concertante nelle
composizioni orchestrali, sia come solista; la destinazione degli spartiti violinistici sarebbe,
dunque, interamente profana, intesa come trattenimento di corte. Le Sei composizioni sono
organizzate per “coppie” che associano ogni Sonata alla corrispondente Partita, secondo una
logica di contrapposizione. Modello delle Sonate è infatti quello severo della Sonata da
chiesa (in quattro movimenti secondo lo schema lento-veloce-lento-veloce, con una fuga al
secondo posto), mentre le Partite si rifanno al genere profano della suite di danze, con una
scelta di brani più libera. La Sonata n. 2 in la minore BWV 1003 si apre con un Grave
introduttivo tipico dell'impianto “da chiesa” e segnato da una scrittura toccatistica animata
da figurazioni estremamente complesse, con volate e fioriture minutamente suddivise; è una
fantasia, ma anche una sorta di preludio al secondo movimento, una Fuga che è lunga quasi
il doppio del Grave e che costituisce certamente il vertice della complessità polifonica del
violino conosciuta fino a quel momento; da un soggetto di sole otto note si anima una
polifonia che appare ambiziosissima anche per l’uso delle corde doppie, triple e talvolta
quadruple. In terza posizione troviamo un Andante ispirato al principio della melodia
accompagnata, pagina che, secondo l’esempio di Corelli, non mantiene la tonalità degli altri
tre movimenti e che si differenzia rispetto alle pagine parallele delle altre due Sonate per
adottare una forma bipartita. Chiude la Sonata un Allegro aperto da effetti d’eco e basato su
una energia ritmica propulsiva che rende perfettamente autonoma e prismatica nella sua
scrittura la monodia violinistica.
Partita per violino solo n.3 in mi maggiore BWV 1006
La Partita in mi maggiore fu composta a Cöthen verso il 1720, in un periodo cioè
particolarmente fecondo per Bach, almeno per quanto riguarda la musica strumentale.
Questi brani ci sono giunti attraverso un manoscritto originale o dello stesso Bach o di
Anna Magdalena, ritrovato fortunosamente a San Pietroburgo dal collezionista di autografi
bachiani Georg Pölchau. La stessa Anna Magdalena ci ha lasciato poi una copia di questi
pezzi riuniti in un solo quaderno con le Sonate per violoncello che si fregia del seguente
titolo: «Violino solo: senza Basso. Composée par Sr. Jean Seb. Bach Maître de la Chapelle et directeur de
la musica a Leipzig. Écrite par Madame Bachen, son Epouse». Gli stessi brani furono editi per la
prima volta da Simrock a Bonn nel 1802 e poi nel 1854 presso Breitkopf a cura di Robert
Schumann che vi aggiunse un accompagnamento per pianoforte. La Partita n. 3 inizia con il
Preludio, elaborato dallo stesso Bach per orchestra come sinfonia della Cantata Herr Gott,
Beherrscher aller Dinge (BWV 120a). É una pagina severa, solenne e fortemente marcata nel
ritmo. Segue la prima delle sei danze della Partita recante il nome di Loure, la cui parola sta a
indicare l’antica cornamusa normanna (ludr o luur): il suo ritmo nobile e dignitoso è in sei
quarti. La Gavotta e Rondò è una specie di danza che trae il suo nome dai gavots, montanari del
Delfinato francese. Il suo ritmo binario snello e leggero diede vita nel XVIII secolo a una
elegante danza di corte e di società, eseguita con riverenze molto cerimoniose. Seguono due
Minuetti, di cui il secondo funge da Trio: anche questa danza è di origine francese e il suo
nome le viene dal modo di ballarla con passi minuti (pas-menu). Francese è anche la Bourrée,
nata nell’Auvergne, di forma binaria, dattilica e di carattere giocondo, a tratti sfiorata da una
leggera mestizia. La Giga, posta a chiusura della Partita, è invece di origine britannica e più
precisamente celtica: Jegg in scozzese, Geige in tedesco, Gigot in francese, Gigue in inglese,
che stanno a indicare l’antico giambone (gigot, appunto, in francese) trasformato poi in
violino. La Giga ha un ritmo spigliato e brioso, rapidissimo.
Partita per violino solo n.2 in re minore BWV 1004
La Partita n. 2 in re minore BWV 1004 si apre con una Allemanda, danza di origine tedesca e
dal ritmo moderato. Segue la Corrente, che invece è una danza di origine francese e trae il
nome dalla vivacità del suo movimento. Viene poi la Sarabanda, di origine arabo-moresca o
turco-iraniana, anche se la leggenda vuole che abbia avuto il nome da una donna sivigliana
chiamata Sara, mentre è più probabile che si richiami alla parola Saras, che significa appunto
danza, di tono grave e solenne, ballata nel XVI secolo dalle donne fastosamente vestite. Ed
eccoci alla celeberrima Ciaccona che chiude la Partita in re minore. Si ritiene che la Ciaccona
sia di provenienza spagnola, ma in effetti è ritenuta una danza di meticci importata
dall’America centrale verso la fine del Cinquecento. La Ciaccona bachiana prende avvio da un
tema di otto battute e prosegue con un corale di trentadue variazioni, in una entusiasmante
progressione ritmica. È una delle pagine più universalmente esaltate della musica
strumentale, ricca delle più ardite figurazioni del virtuosismo violinistico. Va ricordato che
della Ciaccona per violino solo esistono trascrizioni per pianoforte fatte da Brahms e da Busoni,
il quale impresse alla sua rivisitazione bachiana un respiro possente e di grande tensione
trascendentale.
FRANZ SCHUBERT - Sonata in la minore per arpeggione e pianoforte D. 821
La Sonata risale al 1824, anno decisivo nell’esperienza creativa di Schubert come autore di
musica strumentale; è l’anno dei Quartetti D802 e “La morte e la fanciulla” D810 nonché
dell’Ottetto D803. Tutto fa ritenere che la Sonata D821 sia stata commissionata a Schubert da
Vinzenz Schuster, promotore dell’arpeggione, lo strumento appena costruito dal liutaio
viennese Johann Georg Staufer e meglio conosciuto con i nomi di chitarra-violoncello,
chitarra d’amore o chitarra ad arco. L’arpeggione era un ibrido tra il violoncello e la chitarra:
suonato con l’arco e tra le ginocchia come il violoncello, contava sei corde come la chitarra,
della quale riprendeva anche la forma della cassa e l’aspetto della tastiera. Negli anni Trenta
lo strumento era già dimenticato. Eseguita da Schuster nel novembre 1824, la Sonata D 821
rimase manoscritta; quando la si pubblicò per la prima volta era il 1871 e, ormai scomparso
l’arpeggione, l’editore Gotthard dovette provvedere a trascriverne la parte per violino e per
violoncello. Quest’ultimo, tra gli strumenti alternativi adottati nella prassi esecutiva (violino,
viola, chitarra), è senz’altro per registro e qualità il più adatto a sostituire l’arpeggione, senza
peraltro riuscire a restituirne il particolarissimo timbro nel quale, lo si intuisce dalla scrittura
e dalla forma della sonata, risiede uno degli elementi fondanti della composizione. Il primo
tempo (Allegro moderato) ha un andamento piacevole e leggermente malinconico; il tema
annunciato dal pianoforte ritorna più volte e viene variato con spunti virtuosistici dal
violino, il cui suono si dispiega in una serie di modulazioni carezzevoli tra il maggiore e il
minore. L’Adagio nella tonalità di mi maggiore è intriso di un lirismo dolce e morbido, molto
contenuto nella sua cantabilità. L’Allegretto finale è un ritmo di danza viennese in tempo di
Rondò; il divertissement è imbevuto delle caratteristiche armonie schubertiane e ha il sapore
di una musica suonata per pochi intimi, all’insegna della più cordiale amicizia.
PROSSIMI CONCERTI
Venerdì 22 gennaio 2016 - ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio)
(Valido per A+F; A; COMBINATA 2; A2)
Violoncellista ALEXANDER CHAUSIAN - Pianista EVGHENY SUDBIN
A. BORODIN Sonata in si minore per vlc. e pf. (1860) - P. HINDEMITH Sonata op.25 III (vlc. solo) C. FRANCK Sonata in la maggiore - S. RACHMANINOV Vocalise per vlc. e pf.Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00
Lunedì 25 gennaio 2016 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio)
(Valido per A+F; A; COMBINATA 2; ORFEO 2; A2)
«Il Genio è Donna» Pianista ELISSO VIRSALADZE
W. A. MOZART Sonata in si bemolle maggiore KV 333 - L. V. BEETHOVEN Sonata n. 23
“Appassionata” in fa minore op. 57 - W. A. MOZART Sonata n. 11 in la maggiore KV 331 R. SCHUMANN Carnaval op. 9
Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00
«… GLI AMICI PROPONGONO …»
Martedì 19 gennaio 2016 - ore 18.00 (Istituto dei Ciechi, via Vivaio 7, Sala Stoppani)
«In collaborazione con l’Associazione Amici di Edoardo»
Lezione/concerto a cura di LUCA SCHIEPPATI. “De la musique avant toute chose...”.
Autori, stili e correspondances nella musica francese tra '800 e '900. Un caso (quasi) a parte: la musica e
l'estetica di Erik Satie.
Festival del cinema: ETERNE ARMONIE 2016
DE LA MUSIQUE AVANT TOUTE CHOSE
* Giovedì 21 gennaio - ore 19.30 (Institut français Milano, C.so Magenta 63)
«LES UNS ET LES AUTRES (BOLERO)»
Regia di Claude Lelouch, Francia, 1981, versione originale francese. Con Robert Hossein, Nicole Garcia, Geraldine Chaplin.
* Giovedì 28 gennaio - ore 19.30 (Institut français Milano, C.so Magenta 63)
«LE BATTEUR DU BOLERO»
Regia di Patrice Leconte, cortometraggio, Francia, 1992, versione originale francese. Con Jacques Villeret, Laurent Petitgirard
«UN COEUR EN HIVER (UN CUORE D’INVERNO)»
Regia di Claude Sautet, Francia, 1992, versione originale francese. Con Daniel Auteuil, Emmanuelle Béart, André Dussollier,
Maurice Garrel. Leone d'argento alla 49ª Mostra di Venezia.
* Giovedì 11 febbraio - ore 19.30 (Institut français Milano, C.so Magenta 63)
«TOUS LES MATINS DU MONDE (TUTTE LE MATTINE DEL MONDO)»
Regia di Alain Corneau, Francia, 1991, versione originale francese. Con Gérard Depardieu, Jean-Pierre Marielle, Anne Brochet
* Giovedì 18 febbraio - ore 19.30 (Institut français Milano, C.so Magenta 63)
«DIVA»
Regia di Jean-Jacques Beineix, Francia, 1982, versione originale francese. Con Richard Bohringer, Roland Bertin, Frederic Andrei
INGRESSO LIBERO FINO A ESAURIMENTO POSTI DISPONIBILI
INFO: [email protected] - Tel. 02 29408039
ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI»
2014/2015201 2022001122013/2014ICALI»
Presidente Onorario
Roberto Fedi
Ugo Friedmann
***
Camilla Guarneri
Soci Fondatori
Miriam Lanzani
Carla Biancardi
Mario Lodigiani
Franco Cesa Bianchi
Paolo Lodigiani
Giuseppe Ferreri
Amelia Mazzeo
Emilia Lodigiani
Maria Candida Morosini
Enrico Lodigiani
Rainera e Mario Morpurgo
Luisa Longhi
Ede Palmieri
Stefania Montani
Tinetta Piontelli
Gianfelice Rocca
Adriana Ragazzi Ferrari
Luca Valtolina
Giovanna e Antonio Riva
Amici Benemeriti
Elisabetta Riva
Alvise Braga Illa
Luisa Robba
Pepi Cima
Alessandro Silva
Fondazione Rocca
Maria Giacinta Talluto
Thierry le Tourneur d’Ison Roberto Tremi
Società del Giardino
Maria Luisa Vaccari
Amici
Marco Valtolina
Giovanni Astrua Testori Beatrice Wehrlin
Maria Enrica Bonatti
Soci
Luigi Bordoni
Antonio Belloni
Luigi Crosti
Beatrice Bergamasco
Hans Fazzari
Eugenio Bergamasco
Umberto e Giovanna
Bertelè
Elisabetta Biancardi
Mimma Bianchi
Valeria Bonfante
Isabella Bossi Fedrigotti
Maria Brambilla Marmont
Giuliana Carabelli
Giancarlo Cason
Piera Cattaneo
Egle Da Prat
Maya Eisner
Federico ed Elisabetta
Falck
Carlo e Anna Ferrari
Luisa Ferrario
Anna Ferrelli
Maria Teresa Fontana
Matilde Garelli
Felicia Giagnotti
Giuseppe Gislon
Maria Clotilde Gislon
Fernanda Giulini
Marcello e Michela
Gustapane
Ferruccio Hurle
Vincenzo Jorio
Giuliana e Vittorio Leoni
Giuseppe Lipari
Maria Giovanna Lodigiani
Eva Malchiodi
Lucia ed Enrico Morbelli
Luisa Consuelo Motolese
Josef Oskar
Denise Petriccione
Rosemarie Pfaffli
Raffaella Quadri
Anna Maria Ravagnan
Giustiniana Schweinberger
Paola e Angelo Sganzerla
Franca Soavi
Andrea Susmel
Giuseppe Tedone
Adelia Torti
Graziella Villa
«SERATE MUSICALI» AMICI STORICI
Fedele Confalonieri
Mediaset
Giuseppe Barbiano di
Belgiojoso
Ugo Carnevali
Roberto De Silva
Roberto Formigoni
Gaetano Galeone
Società del Giardino
Gianni Letta
Mario Lodigiani
Roberto Mazzotta
Francesco Micheli
Arnoldo Mosca
Mondadori
Silvio Garattini
Robert Parienti
Paolo Pillitteri
Fulvio Pravadelli
Quirino Principe
Gianfelice Rocca
Fondazione Rocca
Carlo Sangalli
Fondazione Cariplo
Luigi Venegoni
Giuseppe Ferreri
Banca Popolare di Milano
Camera di Commercio di
Milano
Publitalia
*****
Diana Bracco
Martha Argerich
Marina Berlusconi
Cecilia Falck
Vera e Fernanda Giulini
Emilia Lodigiani
Maria Grazia Mazzocchi
Conservatorio G. Verdi Milano
Francesca Colombo
Stefania Montani
Cristina Muti
Simonetta Puccini
Rosanna Sangalli
Elisso Virsaladze
Juana Zayas
Flavia De Zigno
Bianca Hoepli
*****
Carlo Maria Badini
Alberto Falck
Oscar Luigi Scalfaro
Giovanni Spadolini
Leonardo Mondadori
Giuseppe Lodigiani
Giancarlo Dal Verme
Tino Buazzelli
Peter Ustinov
Franco Ferrara
Franco Mannino
Carlo Zecchi
Shura Cherkassky
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Violinista DOMENICO NORDIO Pianista HANS