CORSO DI MEMORIA,
METODOLOGIE DI STUDIO
E APPRENDIMENTO
RAPIDO
APPRENDIMENTO
“ …e non fa scienza sanza lo ritener
aver inteso”
Dante Alighieri
Una delle prime abitudini per mantenere allenato il nostro cervello e per aumentare il
nostro bagaglio di conoscenze consiste nell’ apprendere.
Occorre rimuovere parecchi ostacoli prima che si possa imparare con profitto.
Inoltre, l’apprendimento non avviene mai né al 100% né per nulla.
Si hanno invece vari gradi di apprendimento, secondo 1’ interazione fra:
•
• il livello dì motivazione della persona
e le barriere esistenti nei confronti dei processo di apprendimento.
La motivazione ad apprendere deve essere la consapevolezza che
•
•
l’ aggiornamento,
• la conoscenza
e il processo di formazione personale
sono aspetti importantissimi per abbreviare il raggiungimento degli obiettivi.
Le barriere all’ apprendimento sono molte:
• la paura di fallire
• la paura di non capire
• la paura della critica…
La paura più diffusa è la mancanza di umiltà.
Molte volte siamo riluttanti ad imparare da altri, perché viene ferito il nostro orgoglio
personale.
La sete di conoscenza non ci deve ma abbandonare.
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Analizziamo ora le quattro fasi fondamentali dell’ apprendimento
I. I. - INCONSCIAMENTE iNCAPACE
C. I. COSCIENTEMENTE INCAPACE
APPRENDIMENTO
C.C. COSCIENTEMENTE CAPACE
I. C. INCONSCIAMENTE CAPACE
La prima fase (I.I.) e quella in cui 1’ individuo ignora l’ esistenza di una materia,
argomento o tecnica particolare.
Si è incapaci in maniera inconsapevole.
Appena tale stato latente diventa evidente, scompare per lasciare spazio alla fase
successiva (C.I.): si continua a non sapere compiere una data cosa, ma si è presa
coscienza dell’ esistenza.
A questo punto, se sanno caratterialmente e mentalmente disposti, può intervenire l’
apprendimento e si passa nella terza fase (C.C.): in questa si è capaci ma è richiesto
sempre il controllo cosciente, cioè bisogna sempre pensare a ciò che si fa.
Procedendo e mescolando fondamentali ingredienti come volontà, impegno, costanza
e motivazione, si raggiungerà la quarta fase ( I.C.). e l’ argomento o la tecnica entrerà
a far parte dell’ individuo.
Un detto della filosofia Zen recita: “Quando 1’ allievo è pronto il maestro appare”:
questo sta a significare che se siamo pronti e sa abbiamo sete di conoscenza. il
maestro (l’ apprendimento) lo si può trovare ovunque.
Uno dei principali obiettivi del corso è capire esattamente come possiamo
apprendere meglio: IMPARARE AD IMPARARE.
Risulta molto più semplice ciò che ci appassiona, mentre non così semplice risulta
capire e determinare quali elementi concorrono a creare il nostro stato d’ animo nei
confronti di ciò che non ci appassiona.
La parola magica è: motivazione.
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LIVELLO MOTIVAZIONALE
“Arrampicati sempre più in alto,
la tua meta è il cielo, il tuo cielo, il tuo
obiettivo la stella”
Iscrizione davanti al Williams College
La motivazione può essere definita come il desiderio individuale di fare qualcosa
in funzione di un determinato fabbisogno.
La motivazione non rimane mai statica; oscilla continuamente a vari livelli.
Questi livelli motivazionali possono essere creati, ridotti o esaltati in funzione della
presenza di stimoli. Può succedere anche che, partendo fortemente motivati, gli ostacoli
incontrati sul percorso smorzino gli entusiasmi e finiscano con II compromettere la
volontà di proseguire.
Una volta smorzata, la motivazione può restare sopita per anni.
Un esempio potrebbe essere quello dello studente assolutamente privo di un
metodo di studio: raccolti diversi insuccessi la sua motivazione nei confronti dello
studio andrà via via scemando.
Motivazione significa letteralmente avere un motivo all’ azione: ci sentiamo
fortemente motivati ad agire quando il motivo rappresenta per noi un forte stimolo.
Anche se è difficile essere sempre motivati in tutto ciò che facciamo, perché
generalmente le cose che facciamo ci fanno cadere in qualche forma di routine, il
segreto per mantenere alto il nostro livello motivazionale è quello di avere sempre e
costantemente degli obiettivi chiari e nitidi, essere spinti cioè da una voglia mai
abitudinaria di crescita e di realizzazione personale.
Una forte motivazione crea e mantiene un atteggiamento mentale POSITIVO.
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ATTEGGIAMENTO MENTALE
“L'atteggiamento
è una piccola cosa
che fa una grande differenza.”
E’ il nostro atteggiamento mentale nei confronti della vita
che determinerà l’ atteggiamento della vita nei nostri confronti.
Questa frase può dire molto più di fiumi di parole spese nei riguardi dell’
atteggiamento mentale:
alla base di ogni successo c’è sempre un atteggiamento positivo, che si traduce nella
visione ottimistica di tutto ciò che vogliamo ottenere; se adottiamo un atteggiamento
mentale negativo ci avvicineremo sicuramente all’ insuccesso.
L’ atteggiamento mentale si riflette al 100% sui comportamento.
Si dice che
noi siamo la somma totale dei nostri pensieri,
significa che tutte le esperienze vissute, che interessano il nostro pensiero, entrano a
far parte di noi. arrivando a modificare la nostra stessa persona.
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PAURE
“Gli ostacoli sono quelle cose
spaventose che vediamo ogni qualvolta
distogliamo lo sguardo dalla nostra
meta.”
La paura è uno stato d’ animo che a può portare al successo o al fallimento.
Anche in questo caso ciò che conta è l’ atteggiamento mentale nei confronti della
paura: possiamo usarla a nostro vantaggio così come a nostro svantaggio, il segreto sta
nella consapevolezza che tutti noi abbiamo paura in qualche circostanza.
Una delle paure più temibili è quella nei confronti della critica che ci blocca ogni qual
volta siamo pronti ad agire pensando che tutti siano lì pronti a giudicarci
Se ci facciamo dominare da essa saremo portati alla rinuncia, se invece riusciamo a
dominarla ci renderemo conto che la situazione da affrontare non sarà così difficile come
l’ avevamo immaginata
Goethe disse:
“Un giorno la paura bussò alla porta,
l coraggio andò ad aprire
e lì fuori
non c’ era più nessuno”.
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PROBLEMI
“ Solo chi non osa non sbaglia.”
Henry Ford
Avete mai conosciuto qualcuno che non abbia mai avuto del problemi? Tutti noi
abbiamo quotidianamente dei problemi: MENO MALE!
Pensate come sarebbe brutta la vita se non avessimo dei problemi. Motto
probabilmente ci annoieremmo.
Un uomo di successo ad ogni problema riesce a scoprire difficoltà o aspetti critici, ma
anche opportunità di sfruttamento che agli altri generalmente sfuggono.
Ricorda: ogni problema racchiude in se molte opportunità di crescita!!!
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MEMORIA
Già dai primi giorni di vita tutti noi abbiamo a disposizione un
potenziale mnemonico straordinario,
purtroppo ciò che madre natura ci ha fornito viene sfruttato in maniera minima perché
nessuno ci ha messo a disposizione il cosiddetto libretto di istruzioni della nostra
memoria.
Senza uno specifico metodo per l’ utilizzo dei nostro potenziale mnemonico, siamo
costretti a ricorrere a strategie poco concrete, subendone gli errori e le carenze che ne
conseguono.
L’ uomo nei secoli ha elaborato strategie sempre più concrete sfruttando un principio
oggi più che mai riconosciuto:
il linguaggio meglio compreso dalla nostra memoria é quello delle immagini,
le stesse usate dalle tecniche pubblicitarie per attirare l’ attenzione; immagini colorate
distorte, paradossali che rendono sensazionale e memorabile un prodotto od un servizio.
Non resta dunque che sfruttare in modo consapevole il procedere del nostro
inconscio.
Le tecniche di memoria sono basate sul funzionamento della memoria a lungo termine e
si basano su tre principi di funzionamento:
~ Immagini
~ Associazioni
~ Emozioni
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IMMAGINAZIONE
“Le scoperte consistono
nel vedere ciò che tutti hanno visto
e pensare ciò che nessuno ha pensato”
Albert Szent Gyorgyi
Per costruire a livello razionale delle immagini mentali
occorre l’ immaginazione,
che é la
capacità innata dell’ uomo
di rappresentare mentalmente particolari contenuti percettivi.
Le immagini mentali sono il linguaggio meglio riconosciuto dal nostro cervello: noi in
modo naturale visualizziamo immagini, basti pensare che ogni notte si sogna.
Il sogno , infatti , è anche la produzione di immagini mentali.
Tutto quello che ci circonda è stato prima di tutto immaginato e visualizzato dall’essere
umano.
Tali percezioni o immagini
visive,
olfattive,
gustative,
uditive
e tattili
di intensità variabili da individuo ad individuo
sono determinanti
nel processo mnemonico.
Ricordiamo infatti meglio ciò che vediamo
e che attrae maggiormente i nostri Sensi.
La nostra immaginazione è il punto di forza della nostra memoria; se riuscirete a
sfruttare un vivida immaginazione ricorderete con più facilità.
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VISUALIZZAZIONE
“Il coraggio
di immaginare alternative
è la nostra più grande risorsa,
capace di aggiungere
colore e suspence
a tutta la nostra vita. ”
Daniel J. Boorstin
La visualizzazione é un procedimento mediante il quale noi vediamo delle immagini,
frutto della nostra immaginazione, che rappresentano le informazioni che vogliamo
ricordare.
Per una corretta applicazione delle tecniche di memoria, il processo di
visualizzazione, che serve a fissare le immagini mentali, deve tener presente i
seguenti consigli, per rendere l’ esperienza soggettiva simile a quella reale: utilizzare
tutti e cinque i sensi ed applicare delle regole semplicissime che possono aiutare a
dare anche un’ impronta divertente alla scena
-
Paradosso
Le immagini potranno e dovranno essere gigantesche, rimpicciolite, ridicole, buffe,
strazianti, macabre. a sfondo sessuale, etc.
- Azione
Cercate ogni volta che sia possibile di far muovere le vostre immagini mentali, non
devono essere statiche.
Gli oggetti in movimento di solito si ricordano meglio di quelli immobili
- Vivido
Se riuscirete a coinvolgere tutti i sensi nella vostra immagine mnemonica, la ricorderete
più facilmente.
Riassumendo, i principi per una corretta memorizzazione sono i seguenti:
Paradosso
Azione
Vivido
Visualizzazione
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APPLICAZIONI
Parole difficili
Per imparare una parola nuova e difficile come ad esempio
PANCREOZIMINACOLECISTICHININA
con il sistema tradizionale, saremmo costretti a risentirla o a rileggerla più volte prima
che la memoria possa fissarne il ricordo.
Con la tecnica mnemonica potremo memorizzarla in maniera indelebile già la prima volta
che la incontriamo: per acquisire la parola nuova dovremo associarla ad una o più
parole già da noi conosciute.
Regole
1. Scomporre la parola sconosciuta in tante più brevi e note, quindi facilmente
visualizzabili.
Es: PAN-CREO-ZIA-MINA-COLECISTI-CHININA
2 Creare una sequenza di immagini utilizzando il paradosso, l’ azione, il vivido e la
visualizzazione.
3 - Legare tramite un’ altra associazione le immagini precedenti ad una che possa
ricordare il concetto, il titolo o l’ argomento della stessa.
Vocaboli stranieri
La tecnica che utilizzeremo è simile alla precedente; sappiamo che per
memorizzare una nuova informazione
bisogna renderla simile ad un’ altra già conosciuta.
Nel caso delle parole straniere dovremmo agire anche per assonanza, perché non
troveremo, salvo alcune eccezioni, parole italiane uguali a quelle che desideriamo
apprendere. Fantasia e creatività ci saranno di notevole aiuto.
Regole
1- Identificare una parola simile alla pronuncia della parola straniera
2- Creare un’ immagine visualizzabile sa dei termine straniero sa dei termine
italiano
3- Creare un’ associazione di immagine tramite il paradosso, l’ azione, il vivido e
la visualizzazione
4- Osservare come è scritta la parola in modo che nella memorizzazione
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intervenga l’ elemento visivo nella grafia. Per il principio del deposito
contemporaneo delle informazioni, noi ricorderemo tanto la pronuncia quanto la
grafia.
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IL RILASSAMENTO
“ per
recuperare le energie
fisiche
mentali ,
emozionali,
per
controllare gli stati emotivi…”
Quante volte ci capita durante la giornata di sentirci stanchi o non efficienti al cento
per cento? Quante volte invece ci capita di perdere la necessaria concentrazione
nell’organizzare il nostro lavoro o nel condurre una trattativa d’affari?
Ognuno di noi è quotidianamente sottoposto a stress di vario tipo, stress derivante dai
ritmi talvolta forsennati che la nostra società ci impone e che fanno accumulare tensione
al nostro organismo.
Un metodo molto utile per eliminare lo stress, anche se cinque minuti non possono
bastare per vincere settimane di stanchezza fisica e mentale, consiste nell’imparare ad
utilizzare delle tecniche di rilassamento che devono diventare una buona abitudine
periodica e trasformarsi in un’arma che si è pronti a sfoderare al momento dei bisogno se
prendiamo l’abitudine al rilassamento, eviteremo accumuli troppo lunghi da
recuperare.
E’ ormai noto che durante il sonno si recuperano energie fisiche e mentali, ma non
tutti sanno che il rilassamento produce sul cervello gli stessi effetti fisiologici del
sonno.
Sulla base degli studi fatti sul cervello, siamo in grado di fornire un metodo pratico
senza addentrarci più del dovuto in terminologie scientifiche, per rilassare sia il corpo
quanto la mente.
Rilassamento Fisico
Sedetevi comodamente su una sedia, se avete l’occasione sdraiatevi su un letto,
allentate ogni punto di tensione,
evitando di tenere braccia e gambe incrociate,
inspirate ed espirate profondamente due o tre volte e rilassatevi...
Indirizzando la vostra attenzione a partire dalle punte del piedi, rilassate ogni parte del
vostro corpo sino al cuoio capelluto, contemporaneamente contate in senso inverso i
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numeri dal 50 allo 0.
Rimanete calmi e tranquilli, se é possibile isolatevi da qualsiasi fonte di distrazione,
tenete possibilmente gli occhi chiusi e concentratevi sulle parti del corpo che via via
andrete rilassando.
Ricordatevi che per ottenere un buon livello di concentrazione non è necessario
essere tesi, ma rimanere durante tutta l’operazione il più rilassati possibile.
Rilassamento mentale
Chiudete gli occhi, ricordatevi di inspirare ed espirare profondamente due o tre volte,
unite pollice, indice e medio tra loro : questo diventerà per voi un aggancio mentale,
un utile Ancora.
Visualizzate mentalmente uno schermo completamente bianco, come uno schermo
cinematografico molto grande; cercate di visualizzare lo schermo bianco in tutti i suoi
particolari1 gli angoli e la cornice...
Nella pratica del rilassamento, visualizzate i colori dell’arcobaleno in senso
inverso, ed i numeri dal 7 all’1 al centro di esso.
La sequenza del colori è la seguente
ROSSO
ARANCIONE
GiALLO
VERDE
BLU
INDACO
VIOLETTO
Quando sarete giunti al violetto, la vostra mente si troverà in uno stato di
rilassamento pressoché totale a quel punto visualizzate la cosiddetta scena passiva
pensando ad un qualunque luogo o situazione piacevole; lo scopo é quello di
rimanere nella cosiddetta “fase Alfa” per qualche minuto e di godere appieno del
vostro stato di rilassamento.
Dopodiché, per uscire dallo stato di rilassamento mentale, dovrete visualizzare i
colori dell’arcobaleno ed i numeri dall’1 al 7 in senso inverso al color rosso e con il
numero 7, sarete completamente svegli, tranquilli e rigenerati.
Alzate poi le braccia in alto, aprite e chiudete i pugni ritmicamente e parlate ad alta
voce.
Ricordate che il ciclo di adattamento biologico alle abitudini è di 21, 30 gg.
Vi consigliamo quindi di usare queste tecniche periodicamente, anche una volta al
giorno soprattutto quando vi sentite stanchi ; in questo modo formerete una buona
abitudine al rilassamento e otterrete indubbi benefici a livello di efficienza e
concentrazione.
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CONVERSIONE FONETICA
La conversione fonetica stabilisce dei collegamenti convenzionali
tra i suoni fonetici grammaticali
e i dieci numeri di base dall’ 1 allo 0.
Questo sistema, introdotto per la prima volta in Germania
da Stanislaus Mink von Wessenhein
e divulgato dal filosofo Leibnitz,
fu poi adottato ai suoni francesi da Aimè Paris
e modificato all’ inizio del XVIII secolo
dall’ inglese Richard Grey.
NUMERO
SUONO FONETICO
LETTERE
ESEMPI
1
DENTALE
t, d
thè, Dio, adda
2
NASALE
n, gn
anno, noè, gnu
3
MUGOLANTE
m
amo, mio, miao
4
VIBRANTE
r
oro, re, eroe
5•
LIQUIDO
I, gl
aglio, leo, ali
6
PALATALE
c, g (dolci)
ciao, aglio, oggi
7
GUTTURALE
ch, gh (duri)
oca, ago, acqua
8
LABIODENTALE
f,v
uovo, via, ufo
9
LABIALE
p, b
boa, ape, pio
0
SIBILANTE
s, z~ sc
osso, zio, sci
REGOLE DI APPLICAZIONE
E’ fondamentale, per una corretta applicazione dei suoni fonetici,
analizzare il suono fonetico
di ogni consonante
e non la sua rappresentazione grafica.
Le vocali non hanno suoni fonetici
e servono a separare, nella maggioranza del casi, due consonanti.
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Le consonanti doppie
all’ interno delle parole valgono come un unico suono fonetico,
quindi il numero corrispondente è uno solo.
Esempi
CIAO
6
CASA
7 0
TATO
1 1
TATTO
1 1
PESCE
9 0
PESCA
9 07
AGLIO
5
ANGLO
2 75
QUADRO
7 14
JALISCO
7 5 07
TAXI
1 70
X= ics
70
CHRISTCHRCH
7 4016 46
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FOTOGRAFIA MENTALE
Potremmo paragonare la nostra mente ad una vera e propria macchina fotografica,
in grado di memorizzare immagini, disegni e fotografie in maniera completa e
soddisfacente; la vista, che é il nostro organo di senso più potente, ci permette di
vedere e mettere a fuoco ciò che desideriamo osservare; il nostro cervello può essere
considerato come una pellicola inesauribile.
Perché allora, visto che possediamo tutto il necessario, siamo nella maggioranza dei
casi dei pessimi fotografi?
Nel processo di memorizzazione delle immagini reali che si presentano davanti ai
nostri occhi, gioca un ruolo importantissimo l’ attenzione, che è il processo mediante il
quale mettiamo a fuoco e cogliamo solo alcune parti del nostro ambiente, mentre altre
vengono ignorate.
Ma da quali fattori dipende la nostra attitudine ad essere più o meno attenti? Dai fattori
personali ed esterni. che sono legati nel primo caso all’ individuo, nel secondo allo
stimolo ambientale.
Fattori personali
• Interesse o motivazione
Gioca un ruolo fondamentale nell’ attenzione ai fini del ricordo, avere un motivo od un
interesse particolare nei confronti di ciò che stiamo osservando.
• Cultura
La nostra formazione culturale ci può aiutare o meno nella comprensione.
• Selettività
E in parte legata a quanto 1’ individuo si aspetta di vedere.
• Esperienze passate
Possono creare pregiudizi inconsci e non stimolare I’ attenzione.
Emozione e stato d’ animo
Molte volte le immagini vengono fotografate in modo soggettivo, in base cioè all’
emozione, allo stato d’ animo e alle particolari condizioni dei momento in cui vediamo ed
apprendiamo.
Fattori esterni
• Novità
Lo stimolo nuovo, in confronto a quello ormai abituale e a volte anche monotono, è
importante per attirare l’ attenzione.
• Intensità
E’ rappresentata dai colori, dalle dimensioni e dalla luminosità.
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•
Ripetizione o azione
Il numero degli stimoli o l’ azione stessa legata ad uno stimolo permettono di non
sottovalutare qualche particolare.
In base alle considerazioni fatte, siamo in grado quindi di imparare il sistema che dà in
assoluto i migliori risultati per memorizzare qualunque tipo di immagine: dovete
comunque tener presente che occorre anche un po’ di esercizio, per ottenere dei buoni
risultati.
Prima di analizzare una per una le regole fondamentali per una corretta memorizzazione,
tenete presente i seguenti consigli:
•
mettere in disparte gusti personali, stati d’ animo od emozioni
• non dare mal nulla per scontato
• non farsi fuorviare
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7 REGOLE
1- GUARDARE
Guardare la scena in generale e familiarizzare con essa;
2 DIVIDERE
Sovrapponete una croce, se necessario, alla scena, dividendola in quattro settori;
3 OSSERVARE
Osservate attentamente ogni dettaglio dell’ immagine;
4 . CHIEDERE
Chiedere e rispondere e una fase indispensabile, fatevi delle domande per innescare l’
attenzione attiva. del tipo: che cos’ é esattamente questo oggetto? Di che colore è?
Tenete sempre presenti i famosi “ Sei Fedeli Servitori” di Rudyard Kipling: Chi, Come,
Quando, Dove, Cosa e Perché;
5 CONTARE
Qualsiasi particolare che si ripeta deve essere contato, perché migliora il ricordo del
particolare, favorisce la fiducia nella propria memoria e focalizza ancora di più l’
attenzione
6 RICOSTRUIRE
E’ uno dei punti più importanti, poiché qui ci si rende veramente conto di quello che e
stato memorizzato, cosi da poter valutare se e il caso di ricominciare da capo oppure no.
Bisogna rivedere la stessa immagine descrivendo mentalmente tutti i dettagli e
particolari.
7 RlSCONTRARE E CONGRATULARE
La fase di riscontro serve come verifica tra quello che avete memorizzato e l’ immagine
da ricordare; quando avrete verificato se quello che ricordate corrisponde alla realtà, non
dimenticatevi di congratularvi con voi stessi e con la vostra memoria; conosciamo già
bene il principio dell’ automotivazione e la sua importanza, questa fase da non
sottovalutare vi darà più carica e più fiducia in voi stessi.Vi meritate un bel Punto7!
“
La minoranza della gente osserva ciò che la maggioranza guarda soltanto”
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APPLICAZIONI
Quando si legge o si studia possono capitare sotto gli occhi illustrazioni o fotografie in
questi casi e molto utile memorizzare le immagini nel dettaglio perché durante la
lettura del testo si possono incontrare concetti che si rifanno a quell’ illustrazione.
Ricordarla perfettamente faciliterà molto la comprensione.
Per chi studia medicina, chimica o fisica può risultare indispensabile memorizzare
tavole anatomiche, formule di struttura, tabelle varie.
Per chi studia materie letterarie o filosofiche, memorizzare i particolari del volto di poeti
o scienziati può essere utile per associare a questi date, vita o opere.
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CREATIVITA’
“La scoperta di una soluzione
consiste nel guardare
la stessa questione
come fanno tutti,
e pensare
qualcosa di diverso.
Albert Szent-Gyorgyi”
Molti studiosi definiscono la creatività come la capacità di inventare, di fantasticare;
altri come l’ attitudine al cambiamento, la capacità di accettare nuove sfide o la
capacità di risolvere i problemi.
Di fatto, oltre alle numerose definizioni, la creatività o intelligenza divergente è stata
individuata in una particolare zona dei cervello grazie agli studi compiuti dal professor
Roger Sperry, premio Nobel per la medicina nel 1981, che diedero una nuova
dimensione alle ricerche relative all’attitudine creativa degli individui.
Mettendo in evidenza l’ assimmetria funzionale degli emisferi sinistro e destro del
nostro cervello, ha permesso di capire il modo in cui ciascuno utilizza il proprio cervello,
particolarmente in rapporto all’ innovazione.
Emisfero sinistro
L’ emisfero sinistro é la sede della logica, del ragionamento, dell’ analisi, della parola,
del calcolo, del linguaggio, della linearità; cioè tutte le funzioni cosiddette razionali.
Emisfero destro
Nell’ emisfero destro sono invece localizzate le funzioni globalizzanti quali la sintesi, l’
intuizione, l’ estetica, la sensazione, l’ immaginazione, la spontaneità, l’ istinto; cioè
tutte le funzioni definite creative.
I due emisferi sono messi in comunicazione dal corpo calloso, che permette di
collegare le rispettive proprietà per reagire all’ ambiente e risolvere i problemi incontrati
dall’ individuo.
Finora, l’ insegnamento e l’ educazione si sono interessati solo al cervello sinistro. Di
qui uno squilibrio di cui oggi soffre acutamente l’ uomo occidentale da questa
educazione risulta che troppo spesso il rigore del cervello sinistro blocca l’
immaginazione del cervello destro.
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La creatività ha un’ importanza radicale per la conservazione della curiosità e del
senso del fantastico che avevamo nella prima infanzia.
Offre innumerevoli vantaggi per la comprensione di un problema aiuta a meglio
comprendere concetti e situazioni, strutturando una capacità innata the è risultata
essere fondamentale anche per lo sviluppo della memoria, permettendo di trovare
strade creative più efficaci e sbrigative per ricordare.
A livello pratico, per sviluppare in ognuno di voi una maggiore attitudine creativa
rispetto a quella che già possedete, bisognerà procedere in due modi:
1- Dovremo incominciare a non reagire immediatamente allo stimolo che ci verrà
dato ogni volta che a troviamo di fronte ad una particolare situazione; dovremo in
altre parole sforzarci coscientemente a pensare prima di agire.
2- La seconda cosa da fare è strettamente legata alla prima: dubitando del nostro
giudizio, chiedendoci se ci sono altre soluzioni possibili, metteremo
nuovamente in funzione il nostro reparto creatività, incoraggiandolo e stimolandolo
alla ricerca di soluzioni nuove ed originali.
Un sistema motto valido da adottare per allenarsi in tal senso è il Brainstorming, che
consiste nell’ individuare un problema, cercando di dare il maggior numero di soluzioni al
medesimo (300): non importa che le soluzioni siano giuste, ragionevoli, razionali o
realizzabili, ciò che più conta é che siano tante. Se commetterete 1’ errore di
pregiudicare le vostre idee man mano che vi verranno, ricadreste nella solita trappola, di
trovare cioè soluzioni vecchie ad un problema nuovo.
Se invece scioglierete completamente le briglie della vostra immaginazione e
creatività, sarete veramente sorpresi nel constatare di quali e quante idee geniali siete
capaci; tale esercizio, oltre a darvi più fiducia nella vostra mente, sarà molto utile per
migliorare nell’ applicazione delle tecniche di memoria, permettendovi di migliorare
notevolmente la fantasia.
Regole
1. Non pregiudicare
2. Non criticare
3. Quantità non qualità
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NUMERI
I numeri possono rientrare nella categoria dei simboli, e sono delle entità astratte
per antonomasia; anche se é stato l’uomo ad inventari, molte volte ci troviamo in
difficoltà a ricordarli perché é difficile avere un punto di riferimento concettuale o visivo e
sono nella maggioranza dei casi poco riconducibili alla realtà.
Esistono comunque rare eccezioni nelle quali, con un p0’ di fantasia, alcuni numeri
possono richiamare alla mente delle immagini o associazioni ( es. 500, 1 13, 1 16, 12,
etc.).
Utilizzando però il metodo che utilizza la conversione fonetica, allevieremo molte
fatiche raccogliendo contemporaneamente notevoli risultati dalla memoria.
Se si tratta di un numero di più cifre, il modo più immediato di procedere consiste nel
dividerlo a gruppi di due cifre, richiamando a mente le schede corrispondenti e
creando una semplice associazione.
Per ottenere il minor numero di immagini, se il numero io consente, lo si può dividere
anche in gruppi di tre o addirittura quattro cifre formando delle parole che rappresentino
delle immagini, quindi associarle.
E’ molto importante applicare le regole dell’ associazione cioè il Paradosso, l’ Azione, il
Vivido e la Visualizzazione.
Il sistema comunque più sicuro, che ci dà meno possibilità di confusione, è quello dell’
utilizzo delle parole fonetiche, sistema che richiede una buona dimistichezza con i suoni
fonetici di base.
In questo caso é possibile grazie alle lettere formare delle frasette simpatiche e
insolite che è comunque importante visualizzare.
Entrambi i sistemi possono essere usati anche per la memorizzazione di numeri di
molte cifre, come per esempio nel caso di una partita IVA.
Ricordate però che ciò che più conta è l’ associazione tra il numero e il suo
riferimento ( nel caso di un numero di telefono bisognerà associano al proprietario, nel
caso della quotazione di un titolo al titolo stesso etc.).
APPLICAZIONI
Numeri di telefono
Prefissi nazionali o internazionali
Numeri di molte cifre
( partite IVA, Carta d’ Identità, matricola universitaria, passaporto, patente)
Date
Articoli di codice o leggi
C/c bancari o bancomat
Calendario dell’ anno
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NOMI E VISI
Gian Luca
Tonelli
E
Nicoletta
Todesco
.
Molte volte, nella vita di tutti i giorni, ci capita di riincontrare una persona conosciuta
da poco ed essere costretti a domandarle nuovamente il nome: raramente questa
persona si meraviglia perché sembra quasi essere scontata, od un fatto naturale, la
nostra incapacità di ricordare i nomi delle persone. In altre parole ognuno di noi é
pronto ad ammettere di non avere memoria nei confronti del nomi. Ci nascondiamo
spesso dietro la scusa: “persone ne incontro tante...è impossibile ricordare i nomi
di tutti”.
Ma se invece ricordassimo bene tanto il suo nome quanto il suo cognome, il luogo
d’ incontro, la sua professione,l’ argomento del dialogo, come reagirebbe?
Sicuramente rimarrebbe stupefatta, anche senza dimostrano. Inconsciamente
penserebbe di essere veramente importante per noi e ogni nostra proposta, come per
esempio nel caso di una trattativa d’ affari, verrebbe considerata con più attenzione. Non
solo daremmo un’ immagine di noi stessi più seria e professionale, ma questa persona si
sentirebbe più gratificata.
Se ci pensiamo, ad ognuno di noi piace essere chiamati per nome invece del solito
“buongiorno signor...scusi come si chiama?”.
Però anche qui le tecniche di memoria ci possono permettere di rimediare a queste
imbarazzanti situazioni. Usando sempre un’ associazione d’ immagini, dovremo
aggiungere un ulteriore aggancio mnemonico: Un particolare dei viso, un aspetto del
carattere, un gesto frequente, trovare cioè un qualcosa che renda questa persona unica:
dopodiché, bisognerà creare un’ immagine visualizzabile del nome e dei cognome
ricorrendo o a persone delle quali ricordate il nome, visualizzandole quindi a fianco del
nuovo conosciuto, o a personaggi famosi, oppure ancora lavorando in maniera
creativa sulla struttura stessa del nome o cognome, come nei caso delle parole astratte o
24
complesse.
Nel caso dei nomi di battesimo, è consigliabile creare un clichè visivo per ogni
nome possibile.
Nel caso dei cognomi, si consiglia di dividerli e di fare attenzione al loro finale. Spesso si
scoprono terminazioni simili, con cui formare delle immagini ricorrenti.
Per esempio: ci sono cognomi che terminano in otti. Per assonanza, all’ immagine
relativa alla prima parte del nome si possono aggiungere degli orsacchi - otti. Nel caso
dei finali in -etti, dei ragazz-etti, nel caso dei finali in - oni, degli om-oni, e cosi via.
Per usare un procedimento corretto, vi consigliamo di procedere in questo modo:
1 Ascoltare con attenzione il nome ed eventualmente farselo ripetere. Spesso
dimentichiamo i nomi solo perché non li abbiamo mai ascoltati attentamente.
2 Osservare attentamente il volto, o l’ intera persona per trovare un appiglio
mnemonico.
3 Associare in maniera emotiva il nome al volto. Per rinforzare l’ associazione è
utile rivederla mentalmente durante il colloquio.
4 Citare spesso il nome durante la conversazione, per sfruttare anche il
meccanismo della ripetizione.
5 5Inserire nelle immagini mentali anche elementi che riguardano i titoli e
glI appellativi. Per un avvocato possiamo aggiungere una toga, per un medico uno
stetoscopio, etc.
6 Menzionare il nome dell’ interlocutore ancora una volta al momento del
commiato, usando la frase: “Molto lieto di aver fatto la sua conoscenza, signor...”.
Vi consigliamo a questo punto di fare molta pratica per acquisire una certa
dimestichezza; le occasioni per allenarvi non vi mancheranno di certo!
P.S. Se volete approfondire l’ argomento riguardante il linguaggio del corpo, appena
accennato ai corso, vi consigliamo di leggere “L’ uomo e i suoi gesti” di Desmond
Morris.
25
SCHEDARI MENTALI
In qualunque ufficio, un impiegato che vuole conservare del documenti, li depositerà
certamente in cartelle che classificherà seguendo un ordine alfabetico o
numerico,quindi riporrà quest’ ultime in appositi schedari cosicché ai momento
opportuno, possa essere in grado di prendere in maniera rapida il documento o il
fascicolo che serve consultare.
Immaginate cosa potrebbe succedere se l’ impiegato in questione non potesse
disporre di questo ordine ma mettesse le carte. i documenti e gli schedari stessi alla
rinfusa in diverse parti dell’ ufficio: sicuramente verrebbe licenziato.
Usando la memoria naturale quando dobbiamo depositare delle informazioni nella
memoria, non seguiamo mai un procedimento simile, anche perché non possediamo uno
schedario naturale, e lasciamo che queste trovino posto nella nostra mente da sole;
ecco perché ci capita spesso di ricordare le informazioni in maniera confusionaria.
Il risultato è paragonabile ad un
enorme vocabolario privo di ordine alfabetico;
sarebbe di difficilissima consultazione, senza tener conto del tempo che saremmo
costretti a sprecare prima di trovare ciò che ci serve.
E’ possibile, grazie alle tecniche di memoria, creare dei veri e propri Schedari mentali
che sono una serie di punti di riferimento mentali fissi che una volta imparati, entreranno
a far parte della nostra conoscenza senza essere mai più dimenticati.
Grazie agli schedari mentali, è possibile mettere in ordine i ricordi da immagazzinare
nella memoria a lungo termine.
A volte infatti, ci serve memorizzare le informazioni una di seguito all’ altra: potrebbe
essere la sequenza ordinata di idee da esporre in una dettagliata relazione, o in un
esame all’ università, l’ elenco della spesa, gli impegni di una giornata, per tare alcuni
esempi.
Per costituire uno schedario mentale si può operare in due modi:
-- Usando le lettere dell’ alfabeto, e associando all’ iniziale della lettera una parolaimmagine facilmente visualizzabile che abbia la stessa iniziale della lettera; si ottiene
così uno schedario ordinato dalla A alla Z;
~ Utilizzare i suoni fonetici creando delle parole - immagini che abbiano conversione
fonetica uguale al numero corrispondente; si ottiene cosi uno schedario ordinato dal
n° 1 all’ infinito.
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ALFABETO VISIVO BRAIN up
A - Alfa
B - Bravo
C - Charlie
D - Delta
E - Eco
F - Fattoria
G - Golf
H - Hotel
I - India
J - Judo
K - Kilo
L - Lima
M - Microfono
N - Novembre
O - Oscar
P - Papa
Q - Quebec
R - Roma
S - Sega
T - Tango
U - Uniforme
V - Vittoria
W - Washington
X – X-Ray
Y - Yacht
Z – Zulù
SCHEDARIO MENTALE BRAIN up
1
The
26 noce
51 letto
76 cuccia
2
Noè
27 nuca
52 lana
77 cuoco
3
amo
28 nave
53 lima
78 chiave
4
re
29 nube
54 lira
79 coppa
5
leo
30 mazza 55 L ola
6
ciao
31 moto
56 luce
81 foto
7
oca
32 mano
57 elica
82 vino
8
via
33 mamma
58 leva
83 fiamma
9
boa
34 muro
59 lupo
84 faro
10
tazza
35 mela
60 gesso
85 vela
11
dado
36 micio
61 città
86 voce
12
donna
37 mucca 62 cena
87 foca
13
dama
38 moovie 63 cima
88 viva
80 vaso
27
14
toro
39 mappa 64 cero
89 fibbia
15
tela
40 riso
65 uccello 90 pizza
16
doccia
41 rete
66 ciuccio 91 botte
17
tacco
42 rana
67 cicca
92 penna
18
tv
43 arma
68 ciuffo
93 piuma
19
topo
44 Roll Royce 69 jeep
94 pera
20
naso
45 rullo
70 casa
95 palla
21
nido
46 riccio
71 chiodo 96 bacio
22
nano
47 ricco
72 cane
97 bocca
23
nume
48 riva
73 chioma
98 puffo
24
nero
49 arpa
74 carro
99 papà
25
anello
50 lazzo
75 colla
100 discesa
CLICHE’ MENTALI
Sono immagini facilmente visualizzabili che solitamente esprimono concetti.
Cliché letteralmente significa “stampo” per riprodurre più volte lo stesso prodotto
(banconote, pezzi di ricambio meccanici etc.).
Se ad esempio noi al concetto economico di domanda associamo l’ immagine di Mike
Bongiorno (personaggio televisivo noto per i suoi quiz-domande) e la manteniamo
disponibile ogni qual volta dovremo memorizzare il concetto di domanda, avremo così
creato un cliché mentale, evitando lo spiacevole inconveniente,in termini di perdita di
tempo e confusione, di creare più immagini per lo stesso concetto.
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PAROLE CHIAVE
Nello studio di un testo spesso vengono commessi errori di valutazione di quelle
che si possono ritenere le cosiddette “parti importanti”, per questo. molte volte lo
studente è indotto ad un’ errata sottolineatura dei testo. La tecnica che proponiamo per
ovviare a questo problema viene chiamata “tecnica delle parole chiave”.
Gli studenti hanno già avuto a che fare con le medesime, anche senza rendersene
neppure conto.
Con esse hanno superato situazioni particolarmente difficili; a molti sarà capitato
qualche attimo di amnesia durante le interrogazioni. Allora, riuscendo a percepire una
“parolina magica” distinta a mala pena tra i vari tentativi di suggerimento, saranno
riusciti a far tornare in mente il concetto o l’ argomento, grazie alla grande forza
rievocatrice del termine propizio.
La parola chiave fa scattare un meccanismo mnemonico di associazione inconscia
che permette di richiamare a memoria il contenuto di un intero concetto.
La mancata diffusione, finora. del sistema delle parole chiave, è dipesa dall’ errato
modo di intendere i meccanismi di apprendimento.
La memoria non ha alcun bisogno di memorizzare frasi o riassunti, perché ogni
informazione è codificata e archiviata grazie alle associazioni mentali.
Le parole chiave ideali per ricordare sono quelle più espressive (verbi e sostantivi)
già presenti nel testo o parole chiave nuove elaborate e create direttamente dopo la
comprensione di una porzione di testo.
Dopo la lettura di questa porzione ci si dovrebbe soffermare alcuni istanti e chiedersi:
“che cosa ho capito sino ad ora? Se dovessi ridurre il tutto ad un unico concetto,
quale sarebbe?”
La scelta delle parole chiave è molto soggettiva, variando da individuo ad individuo.
Per legare assieme le parole chiave estrapolate da un testo si dovrebbe procedere così
come segue:
convertire i concetti-parole chiave in immagini facilmente visualizzabili, che abbiano
una stretta attinenza con il significato dei concetto stesso (clichè mentale).
Associare una dopo l’ altra queste immagini grazie al paradosso, al!’ azione, al vivido e
alla visualizzazione.
29
METODOLOGIA DI STUDIO
“L'importanza del viaggio
non sta tanto
nel sapere dove siamo,
ma verso quale direzione
stiamo andando,
senza perdere nulla di ciò
che troviamo durante il
percorso.”
Romano Battaglia
Problemi riscontrati nello studio
Emotività eccessiva ed incontrollata
Atteggiamenti negativi verso lo studio
3
Incapacità di mantenere la concentrazione
4
Incapacità di vagliare criticamente le informazioni
5
Disorganizzazione
6
Incapacità nel prendere e usare gli appunti personali
Ignoranza sul funzionamento della memoria e dei relativi tempi ottimali
8
Incapacità di essere costanti
9
Sfiducia e pessimismo
10
Lettura lenta
2
7
1
METODOLOGIA Dl STUDIO
La metodologia di studio si articola in due sezioni principali: preparazione ed
applicazione. Ciascuna di esse si suddivide a sua volta in quattro sottosezioni.
A – PREPARAZIONE allo STUDIO
Tempo
Quantità
Conoscenze
Domande
APPLICAZIONE:
Rassegna di studio
Anteprima
Approfondimento
Revisione
30
PREPARAZIONE
2
1
Atteggiamento mentale vincente
Porsi un obiettivo e sapere perché lo voglio raggiungere : ottimizzazione
dei tempo
3
Rilassamento mentale (visualizzazione dei colori dell’arcobaleno)
4
Lettura indice del testo
5
Lettura prefazione o introduzione
6
Lettura super veloce del testo o della porzione di testo
7
Delimitare le aree di studio (quantità)
8
Lettura del titolo paragrafo o capitolo: estrapolazione dal proprio
bagaglio culturale dei concetti già conosciuti in merito all’argomento o alle
singole parole. Raccogliere le informazioni attualmente in possesso dei
lettore su di un argomento specifico
9
Fare domande in merito al titolo e determinare gli obiettivi
Il libro va letto rapidamente con particolare attenzione all’ organizzazione dei
materiale e alla sua struttura. al grado di difficoltà. at numero di grafici e illustrazioni
rispetto al testo.
Per le tecniche di lettura rapida vi rimandiamo alla frequenza del corso READ up.
La prima cosa da decidere nel mettersi a studiare è il tempo che si vuole dedicare.
Fatto questo. si stabilisce la quantità del materiale che va esaminato nel tempo fissato.
Decidere tempo e quantità aiuta a delimitare il campo d’ azione oltre ad offrire ai
nostri Studi un punto d’ arrivo o un obiettivo finale.
Le pause durante lo studio sono importanti per molte ragioni:
- costituiscono un occasione di riposo e distensione per allontanare stress
accumulato
- favoriscono la cooperazione tra memoria ed apprendimento.
Dopo aver suddiviso il materiale nelle varie sezioni, buttate giù il più in fretta possibile
tutto ciò che sapete sull’ argomento, Scopo dell’ esercizio è quello di aumentare la
concentrazione eliminando le digressioni per dare origine ad uno scenario mentale
adeguato.
Quando si è stabilito il proprio grado di conoscenza in materia è consigliabile
decidere quel che si vuole ottenere dal libro in questione. Significa definire le domande
cui la lettura deve aiutare a rispondere.
31
B -- RASSEGNA DI STUDIO
1. Lettura veloce del paragrafo,
identificazione delle unità di comprensione ed
estrapolazione dei concetti chiave
di primo, secondo, terzo … grado
2. Creazione della mappa mentale
3. Memorizzazione della mappa mentale
4. Strategie di ripasso
5. Tempi e pause nello studio
6. Creazione del piano dialettico
APPLICAZIONE
A) Rassegna di studio
B) Anteprima
C) Approfondimento
D) Revisione
E) Appunti
F) Ripasso di mantenimento
A) RASSEGNA DI STUDIO
Non è consigliabile iniziare un testo nuovo partendo dalla prima pagina. Perlustrare il
libro cercando tutto quei materiale che non fa parte del corpo stampato. Le parti dei
libro da abbracciare nell’ ambito della rassegna comprendono:
prefazione
conclusioni
capoversi
glossari
retro di copertina tavole
indice
note a margine
illustrazioni
parole maiuScole
fotografie
titoli in corpo minore date
parole in corsivo o grafici
note a piè di pagina
statistiche
Questo tipo di lavoro consente di acquistare familiarità con le suddivisioni grafiche
all’ interno dei testo.
Ciò non significa sfogliarlo distrattamente si tratta invece di selezionare aree specifiche.
così da ottenere un panorama relativamente esaustivo dei libro in questione.
32
B) ANTEPRIMA
Nel corso dell’ anteprima è bene concentrare l’ attenzione sul principio e fa fine dei
paragrafi, sezioni e capitoli. Questo perché l’ informazione tende a concentrarsi sull’
inizio e sulla conclusione del materiale scritto.
C) APPRENDIMENTO
Concluse le due fasi precedenti si procede ad approfondire il materiale da studiare.
Quando vi trovate di fronte ad una sezione difficile, saltatela. Vi potete tornare con
un più ampio bagaglio dì informazioni ricavate altrove. La sezione stessa non sempre é
fondamentale agli effetti della comprensione di quel che segue. Lo studente che tralascia
piccole sezioni di materiale sì comporta esattamente come un innovatore che salta un
numero enorme di fasi consecutive nell’ ambito dì una ricerca, oppure come coloro che
per primi intuirono a quali conclusioni questi era giunto.
Lo studente aumenta in tal modo la portata delle proprie naturali facoltà creative e
deduttive.
D) REVISIONE
La revisione prevede l’ integrazione di tutte le sezioni ancora incomplete ed un
riesame dette sezioni contrassegnate come degne di nota. In molti casi risulterà che non
più del settanta per cento di quanto inizialmente considerato rilevante sarà stato
realmente utilizzato.
E) APPUNTI
Gli appunti presi nel corso detto studio sono di tre tipi:
1) appunti presi direttamente sul testo
2) mappa mentale
3) mnemotecniche
Gli appunti presi sui testo comprendono:
A) sottolineature
B) idee personali suscitate dal testo
C) commenti critici
D) linee rette a margine per evidenziare parti importanti
E) Linee curve a margine per evidenziare parti oscure o difficili
F) punti interrogativi per segnalare aree su cui formulare domande
G) punti esclamativi per segnalare concetti di rilievo.
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Mappa mentale
Le strade e i percorsi seguiti dalla nostra mente durante l’
apprendimento possono avere una rappresentazione grafica.
Una vera e propria mappa del pensiero.
Si possono ottenere risultati migliori nell’apprendimento. Presentando le
informazioni con strutture adeguate al criterio di assimilazione.
La costruzione di una mappa mentale è articolata in diverse fasi, ciascuna
con determinate caratteristiche.
INDIVIDUARE LA RETE CONCETTUALE
Dopo aver analizzato e compreso il testo bisogna catalogare le informazioni in
maniera organica. In questa fase si procede alla ricerca dei concetti centrali e
delle idee principali, valutando l’ importanza e le eventuali differenze gerarchiche tra
un concetto e l’ altro.
FORMARE LO SCHELETRO CONCETTUALE
Focalizzati i concetti dominanti, si può passare alla necessaria estensione del
telaio di base e ottenere una maggiore articolazione: si individueranno i sottoconcetti e
gli argomenti secondari.
GERARCHIA
Si evidenziano i rapporti di subordinazione di più concetti.
PARALLELISMO
Nei casi in cui due informazioni d’ importanza equivalente, non avendo legami. si
trovano in posizione gerarchica parallela
34
100%
Curva del ricordo
80 %
60 %
40 %
20 %
0
10’
24h
1 sett.
1 mese
6 mesi
TEMPI E PAUSE NELLO STUDIO
Il momento di massima concentrazione va da 20 a 40 minuti.
La pausa deve essere da un decimo del tempo di studio ad un ottavo.
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La memoria - maella.it