Giotto ad Assisi Il ciclo degli affreschi di Assisi la fonte iconografica a cui attingono gli affreschi della basilica di Assisi è un testo scritto da Bonaventura Da Bagnoregio sulla vita di San Francesco. Il testo si intitola "Legenda Maior". In altre parole, Giotto ha prima letto il libro di Bonaventura sulla vita di San Francesco e poi ha riprodotto sugli affreschi le scene narrate nel libro. Tra il ciclo di affreschi di Assisi ricordiamo il "Dono del Mantello" La scena rappresenta San Francesco che dona il suo mantello ad un cavaliere povero (pur se di nobili origini). In questo affresco sono già presenti tutti gli elementi caratteristici della pittura di Giotto: • il chiaroscuro (gioco di luci ed ombre) che dona volume alle figure • la prospettiva intuitiva che serve a dare profondità al paesaggio. (La prospettiva vera e propria nascerà solo nel 1400 con Brunelleschi) • la composizione, cioè la relazione tra i personaggi e l'ambientazione • le figure di San Francesco, del cavaliere e dell'animale emergono dallo sfondo grazie alla gradazione delle luci e delle ombre (chiaroscuro). • il paesaggio acquista profondità e volume grazie alla prospettiva intuitiva di Giotto. • sullo sfondo si possono notare due sommità l'una di fronte all'altra, sulla sommità a sinistra c'è un monastero (forse quello di S. Benedetto sul monte Subasio) e sulla sommità a destra c'è una città fortificata (probabilmente Assisi). • tra le due colline si incunea un cielo azzurro che si stringe fino ad indicare l'aureola sul capo di San Francesco, il nodo centrale di tutta la composizione (infatti le diagonali del rettangolo si incrociano proprio in corrispondenza della aureola) una caratteristica di Giotto assolutamente nuova è l'introduzione delle scene di vita quotidiana. Qui, ad esempio, si può vedere l'animale, sullo stesso piano dei personaggi, che sta brucando l'erba. Il Crocifisso nel presepe di Greccio Giotto è stato il primo pittore che ebbe l'idea di rappresentare un presepe in un dipinto. Si dice che Giotto dipinse questo affresco in occasione di un miracolo avvenuto durante la preparazione del presepio vivente a Greccio. Notiamo l'architettura e la croce viste in prospettiva, dalla perte della carpenteria. La croce è leggermente inclinata verso il basso, come per rivolgersi al pubblico. Giotto ha dipinto il Crocifisso a S.Maria Novella: (vediamo come erano i crocifissi prima di Giotto....) I crocifissi prima di Giotto, erano caratterizzati dallo stile bizantino: • figura piatta e assenza di prospettiva • largo uso del color oro • immagini di santi (la Santa Vergine e San Giovanni) sugli scomparti laterali il Crocifisso di S.Maria Novella (1296-1300) Commissionata dai domenicani di Firenze. • • • • • • • • • • • • È una croce molto grande 5,30 m x 4,04 m. È così grande perchè era posta in alto, sopra l'iconostasi, le chiese erano molto lunghe e il crocifisso si doveva vedere anche da lontano. Tipologia: Cristus Patiens, prevale la natura umana su quella divina. Il viso: è di un uomo sofferente, occhi chiusi e reclinato in avanti, non più sorretto dalla colonna vertebrale Le braccia portano alle mani che sono viste in maniera prospettica Il corpo nasce da un chiaroscuro che definisce i volumi tramite il gioco delle ombre, il corpo è rilassato, non più sostenuto dai muscoli, il ventre gonfio Il perizoma trasparente I piedi sovrapopsti e in propsettiva Il sangue dai piedi cade sul Golgota in modo più relistico di quanto accadeva nel crocifisso del Sotio Il corpo è un corpo in agonia Ai raggi x si nota un disegno preparatorio (fatto da Giotto) molto netto e chiaro Novità: frammenti azzurri di vetro nell’aureola per dare maggiore brillantezza Il crocifisso non è più solo un simbolo ma vi si possono riconoscere tutti gli uomini. confronto con il Crocifisso del Sotio...... Christus Patiens Christus Triumphans