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ANNO XVIII, N°5: MARZO 2009
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EDITORIALE
LA MEZZA STAGIONE
di GIULIA COLOMBO IIG
Ieri mi trovavo seduta davanti al computer sperando di trovare da qualche parte uno
spunto originale per l’editoriale di questo mese, quando sono stata distratta da un
cinguettare sempre più forte proveniente dall’albero davanti a casa mia.
Desiderando la riapertura della stagione di caccia ho aperto la finestra, ma i miei
intenti malvagi verso quelle povere creature sono stati sviati da un profumo che ho
sentito nell’aria. Profumo di primavera.
L’affermazione sembra un po’ avventata, considerato che la primavera inizierà
ufficialmente solo tra un paio di settimane, ma non c’è altro modo per descrivere
l’atmosfera che si avvertiva ovunque: uccellini che cinguettavano, il tepore del sole
che accarezzava alberi e uomini, un allegro venticello che ispirava pensieri di
libertà.Ciascuno festeggia il ritorno del caldo a modo suo: arrivano le rondini (che a
dispetto del proverbio arrivano puntualmente all’inizio della primavera), sbocciano
fiori in luoghi insospettabili (sono quasi sicura di averne visto uno perfino nell’aiuola
davanti allo Zucchi) e il cambio di stagione è avvertito perfino nella nostra scuola.Si
affacciano al loggiato le prime timide canottiere, gli occhiali da sole spopolano anche
in classe, gruppi di studenti desiderosi di assorbire un po’ di calore si riuniscono nel
cortile a cogliere le già poche margherite che spuntano striminzite nell’erba e le
coppiette si moltiplicano a dismisura (ma la domanda è: dove sono d’inverno?
Oppure si creano dal nulla dopo San Valentino?).Ma con la primavera si riafferma
anche, in modo ancora più forte per gli studenti degli ultimi anni, uno dei timori
peggiori per i ragazzi della nostra età: la paura del futuro. I ragazzi di terza iniziano a
prepararsi per la maturità e vengono travolti da migliaia di dubbi: “Riuscirò a passare
l’esame? E ad entrare nell’Università che vorrei? E se dopo non trovassi lavoro?”; un
lieve panico inizia a serpeggiare anche negli studenti di seconda che, sommersi dalla
marea di scelte possibili per l’università, non si sentono in grado di prendere una
decisione che sentono li potrà condizionare per il resto della vita. Mi piacerebbe
avere un saggio consiglio in serbo per voi, ma io stessa non vedo che una nebbia
bianca quando provo a pensare al mio futuro. Perciò provo a suggerirvi una
scappatoia momentanea per i vostri problemi: godetevi la primavera.
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INDICE
NOTIZIE DAL MONDO ESTERNO
Un po’ di pubblicità………………………………….………………………….5
Ancora ‘sti comunisti? Ebbene sì;Stefano Biffi IIC……………………….…...6
La sottile linea tra atto eroico e assassinio; Luca Pincelli IIC………………....8
Mezz’ora d’odio;Olivia Longoni IB…………………………………………….10
Crisi? Costruiamo il futuro; Jakob Panzeri IIA……………………………….12
RUBRICHE
Indovina chi?;Jakob Panzeri IIA………………………………………..………14
Sorridiamo; Clara del Genio VA………………………….…………….……...20
Le mie ragioni; Alessandro Gerosa IIG…………..............................………….24
Pensieri sparsi; Benedetta Ratti IG………………………………….…….…....26
L’angolo poetico;……………………………………….. …..…………….…...28
Muri e mare; Noemi Alfinito e Giuliana Genovese IIIG…….…...…………….29
PER RILASSARSI
L’angolo di Peter Panda; Giulia Gennaro e Giulia Spinelli IIC……………....16
Life in technicolor; Matteo Monti VG………………………………………....22
Pensare alle parole; Gabriele Galeotto………………………..…………....….27
RISERVATO AGLI ZUCCHINI
Quorinfranti; Martina Ferlisi e Raffaella Sciartilli IIIG…………...…………..37
Spettegulesss Zucchini; le Prezzemoline………………………………...…….39
La vita allo Zucchi;Edoardo Pina IIIF e Martina Filippella IA…………..…...40
MUSICA
Il metronomo; Federica Cottini IIF…………………………………………...30
CINEMA
Il film del mese;Caimi Elena eDavide Montanari IIG………….……………..32
81° Annual Academy Awards; Elena Caimi IIG…………..………….……..33
SPORT
Bar Sport;Edoardo Galli IIG………………………….………………………35
SVISTE MAI VISTE!
-Nel numero di Febbraio l’articolo “Leopardi secondo noi:un pensatore quasi moderno”
faceva parte della rubrica “Muri e Mare” di Noemi Alfinito e Giuliana Genovese.
-La creativa artefice della nuova intestazione del Bartolomeo non si chiama Elisa
Mastandrea, come riportato, bensì Mastrandrea.
Vi preghiamo di farci notare qualsiasi svista o errore che troviate sul Bartolomeo scrivendo
all’indirizzo mai [email protected]
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Friday 20.03.2009 from 21.30
No lesson
Let ’s party
LA PRIMA ED UNICA FESTA SOLO PER GLI
ZUCCHINI
TIMING:
PER INVITI:
-
GIOCO APERITIVO
- RAIMONDI 3H
-
REMEMBER CASPOGGIO(per quelli che c’erano) - JACOPO 2C
-
GRUPPI MUSICALI BY ZUCCHI
- LORI 2A
-
KARAOKE
- NEBULONI 3B
-
BALLI PAZZI A TEMPO DEI DJ ZUCCHINI
- PAUL 2E
- TAVAZZANI 1D
- CANALI IV A
- CAPRINO 1B
PER ISCRIZIONI GRUPPI MUSICALI: PAUL 2E e STEFI 3H
Informateci di ogni vostra idea che vorreste venisse realizzata durante la
vostra serata
Presso : PARK CAFE’ VIA PARCO 51 – BIASSONO (MI)
VI POTRANNO PARTECIPARE ANCHE GLI EX ZUCCHINI CHE VORRETE
CONTATTARE E I VOSTRI PROFESSORI (cercate di farli venire!!)
MI RACCOMANDO FATEVI BELLI !!!!!!!
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ANCORA ‘STI COMUNISTI? EBBENE SI’…
di STEFANO BIFFI II C
Se qualcuno disprezza le generalizzazioni del tipo “chi è contro questo
governo è comunista” e non vuole su di sé appellativi inappropriati, io,
che comunista lo sono e dichiaratamente, non posso che essere
amareggiato di fronte alla valanga di luoghi comuni che è di moda
riversare sulla mia parte politica. Penso che chi condivide queste
posizioni, si scorda di cos’è stato il comunismo in Italia. Comunista era
la gran parte dei deputati che scrissero la nostra costituzione. Nel
nome del comunismo hanno lottato tra gli anni ’60 e ‘70 quei
lavoratori che hanno ottenuto tanti dei diritti sociali, sindacali, civili di
cui oggi godiamo: dallo statuto dei lavoratori al divorzio, se vogliamo
citare due esempi. Erano comuniste quelle ragazze e quelle donne
che hanno portato avanti in quegli stessi anni il movimento femminista
capace di conquistare la cultura della parità di diritti ed opportunità
tra i sessi. E in nome del comunismo lottavano anche quegli studenti
che ci hanno consegnato una scuola più moderna e libera, meno
autoritaria, pubblica e aperta a tutti.
***
Certamente il movimento studentesco dell’anno scorso è stato
tutt’altra cosa: non era che una protesta contro una singola legge.
Chi non se ne accorge ha seri problemi di percezione della realtà.
Non c’era più nessuna rivendicazione comune al vecchio movimento
studentesco e operaio. Eppure io credo che l’elemento che ha
saputo tener vivi e attivi questi ultimi per più d’un decennio sia stata
proprio la forza e la radicalità delle loro rivendicazioni. Noi che
lottavamo contro un decreto, non appena i giornali hanno smesso di
ricordarci la gravità e il danno infertoci da questa legge e di riportare
notizia delle mobilitazioni, dopo uno o due scioperi, abbiamo
abbandonato la protesta.
Ben più difficile fu invece per i governi passati fermare chi era
profondamente indignato dalle ingiustizie e dalle disuguaglianze delle
cose presenti e lottava per una società più equa, in cui tutti godessero
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realmente degli stessi diritti e in cui i lavoratori potessero
democraticamente autodeterminarsi senza essere assoggettati e
sfruttati da alcun padrone sia nei luoghi di lavoro che della politica.
Se chiedete a me cos’è il comunismo vi rispondo ch’è tutto ciò che ho
detto qui sopra. E sono d’accordo che il comunismo è fallito. Ma è
fallito quando è degenerato nella violenza, nella repressione,
nell’autoritarismo, nella burocrazia, nello stalinismo (ebbene sì, caro
Nebu!!!), deviando e prendendo opposta direzione dal suo originale
intento. Questo non significa però che sempre debba succedere così!
Anzi credo che oggi non possiamo rinunciare all’aspirazione di
instaurare un sistema alternativo e più giusto dell’attuale. Convinti di
questo i partiti comunisti e, in generale, di sinistra, rimasti esclusi dal
parlamento non hanno smesso di portare avanti le loro battaglie. I
comunisti esistono ancora. Chiedetelo ai coraggiosi operai della Innse
di Milano, che hanno occupato la loro fabbrica per continuare la
produzione e non rinunciare allo stipendio, nonostante il padrone
volesse chiudere tutto per fare speculazione edilizia.
***
Ditelo ai lavoratori e ai compagni che in tutta Italia hanno costituito
numerosi Gruppi d’Acquisto Solidale per chi non arriva a fine mese, in
stile mutuo soccorso operaio dell’800. Siamo proprio retrogradi!Che
dobbiamo farci? Spiegatelo a quel 9% di elettori che in Sardegna e
Abruzzo, dove già ci sono state altre elezioni, hanno votato i partiti di
sinistra che tutti insieme alle ultime politiche avevano preso il 3,08%
rimanendo esclusi dal parlamento.
***
Ma infondo che importa di cos’è un comunista, chi è e quanto conta! Il
punto è ricominciare a fare valere la propria opinione. Oggi tutto quello
che le autorità vogliono è ineluttabile. Ai tagli della Gelmini non
abbiamo dato una risposta efficace. Di fronte alla gestione autoritaria
della “ex-settimana delle gite”, mirata a mettere in sordina il dissenso sui
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tagli alla scuola e inadatta a una compiuta espressione delle idee degli
studenti, abbiamo accettato tutte le intenzioni dei professori.
Per paura di ritorsioni, per indifferenza, per disorganizzazione non siamo
più capaci di farci sentire, di dar peso alle nostre opinioni. Sarò
anacronistico, ma io voglio ancora lottare e far sentire la mia opinione.
Solo così possiamo ottenere un qualsiasi miglioramento.
Io voglio ancora un movimento studentesco.
LA SOTTILE LINEA
TRA ATTO EROICO E ASSASSINIO
di LUCA PINCELLI IIC
Udine. Clinica “la Quiete”. Sono le 19:35 del 9 Febbraio. Eluana
Englaro, dopo diciassette anni di coma cerebrale e stato vegetativo,
dopo oltre dieci anni di morte clinica, si spegne definitivamente. La
vicenda di Eluana, figlia dei friulani Beppino e Saturna Englaro, o , per
meglio dire, la vicenda mediatica di Eluana, ha inizio nel 2001, quando
il padre, consultando i pareri di diversi medici, comprende che la
ragazza si trova ad un “punto di non ritorno”: il cervello è atrofizzato
da almeno tre anni e non vi sono possibilità di “miracoli”.
***
L’avvocato Beppino Englaro decide di chiedere che la volontà della
figlia (espressa solo verbalmente) sia rispettata: avrebbe preferito
morire, piuttosto che “vivere” senza rendersene conto. Le Istituzioni
non rispondono alle prime richieste legali che la famiglia, anzi, il solo
dottor Englaro (la madre di Eluana è stata colpita da una forte
depressione dopo l’incidente della figlia) avanza. L’avvocato si
trasforma in “guerriero”: decide di intraprendere una battaglia
affinché le volontà della figlia vengano rispettate. Da questo
momento la vicenda privata diventa di dominio pubblico, aprendo
contenziosi di vario genere in ambiti diversi: il ruolo della Chiesa, la
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legge italiana, l’atteggiamento delle Istituzioni , diventano
fondamentali nello sviluppo di una questione così complessa e
delicata.
***
La Chiesa, pur affermando di non voler interagire nel caso di Eluana,
attraverso i suoi vescovi, attraverso comunicati stampa, con i preti
durante la messa, mediante gli articoli di “Famiglia Cristiana” afferma
che “a nessuno devono essere negati cibo e acqua” (che, nel caso di
Eluana, le venivano somministrati insieme ad altri medicinali per via di
un sondino naso gastrico). Con queste dichiarazioni la Chiesa
giustifica, volontariamente, atti e comportamenti vergognosi, come
l’offerta di pagnotte davanti alla clinica dove si trovava Eluana
Englaro, il blocco dell’ambulanza che avrebbe portato la ragazza (o,
per meglio dire, ciò che ne resta) da una clinica ad un’altra:
comportamenti con cui i “fedeli” cristiani si pongono sullo stesso livello
dei fondamentalisti islamici tanto vituperati. Ma il problema non si
esaurisce qui.
***
Il Vaticano non ha soltanto fomentato (e continua a farlo)
comportamenti ingiustificati a livello mediatico di individui bigotti e
privi di informazioni, ma induce i credenti che siedono in Parlamento
ad andare contro i principi di libertà e contro i diritti di cui dovrebbe
godere ogni cittadino, ad impedire il varo di una legge che
regolamenti situazioni di questo tipo, a pronunciare frasi ignominiose e
senza senso (“Eluana potrebbe essere in grado di partorire”!).
***
Tutto questo (l’ingerenza del mondo cattolico, le manifestazioni, gli
scontri in Parlamento) avrebbe potuto essere evitato? Sicuramente sì.
Beppino Englaro, come molti prima di lui, avrebbe potuto portare il
corpo della figlia in Svizzera, dove avrebbero “staccato la spina”
senza compiere alcun gesto illegale. Invece no. Ha scelto la strada più
tortuosa e dolorosa. L’ha fatto per avere risalto mediatico e notorietà?
O forse l’ha fatto per tutti coloro, genitori, parenti, amici, conoscenti,
che hanno una persona a cui sono legati nelle stesse condizioni in cui
si trovava Eluana?
***
Molti hanno parlato di “assassinio”, di “abbandono” di Eluana da
parte della famiglia e delle Istituzioni: a mio parere, se così fosse,
l’”assassino” sarebbe il muro su cui si è schiantata la macchina della
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ragazza diciassette anni fa e ad “abbandonarla” è stata la vita, in
quel preciso istante, non i genitori. Essi hanno sempre voluto che la
volontà della figlia fosse rispettata: l’avvocato Englaro ha sempre
lottato (nel rispetto della legge) per chi si trova, si è trovato e si troverà
nelle condizioni di sua figlia.
***
Sperando che i suoi sforzi e le sue sofferenze portino ad una legge sul
testamento biologico, possiamo solo, per il momento, applaudire e
ringraziare l’avvocato, l’uomo, il padre, l’eroe Beppino Englaro.
MEZZ’ORA D’ODIO
di OLIVIA LONGONI IB
Accendete la TV, inizia il telegiornale, mi raccomando, non perdetevi
la vostra mezzora d’odio!
Chi ha letto Orwell ricorderà questa singolare iniziativa, che
prevedeva che tutti i cittadini del distopico regno del Big Brother
vedessero ogni giorno un breve programma nel quale erano ripetute
alla nausea le malefatte del grande quanto inesistente nemico
pubblico Emmanuel Goldstain. Ovviamente questa pratica aveva lo
scopo di catalizzare verso un obiettivo concreto la frustrazione e l’odio
per un regime assurdo e invivibile, e sfogarlo attraverso manifestazioni
verbali e fisiche, perché non esplodesse in situazioni più scomode. Da
qualche mese in Italia guardando un qualunque telegiornale, non
importa con quale parte politica simpatizzi, alla mente di un
osservatore razionale , può tornare questo episodio letterario. Questi
infatti una volta dedicata una parte dello spazio a notizie di interesse
politico, ne lascia un’enorme porzione alla cronaca.
***
Stupri, risse, rapine, scippi, omicidi colposi, persino incidenti stradali,
nella stragrande maggioranza dei quali sono coinvolti cittadini
extracomunitari. Tutti vedono il notiziario, e a tutti appare dunque
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evidente come siano soprattutto “loro”, i non italiani, a rendere
pericolose le “nostre” città.
E così la gente preoccupata, tesa per il difficile momento economico
e sociale che il mondo sta vivendo, frastornata dalle continue
dichiarazioni del mondo politico sull’emergenza sicurezza, inizia a
sentirsi sempre più rappresentata da quei partiti che promettono la
sicurezza e la disciplina a ogni costo. E così nasce il reato
d’immigrazione all’urlo di “sbattiamoli fuori”, si propongono ronde di
cittadini volontari a quello di “proteggiamo le nostre famiglie”, e si
diffonde la xenofobia a quello di “facciamoli fuori tutti!”. E intanto nel
gran rumore di tutte queste grida finiscono per passare sotto silenzio i
dati diffusi recentissimamente da Istat e ministero dell’interno che
danno una visione più realistica della situazione. Prendiamo il tanto
declamato esempio delle violenze sessuali, nel 2008, l’anno della
cosiddetta emergenza criminalità, questi sono diminuiti quasi del 10%
rispetto al precedente, e in ogni caso risulta che il 90% di quelli
perpetrati e il 61% dei denunciati, sono i realtà commessi da italiani su
italiane.
***
Ma allora perché stando al nostro servizio pubblico di informazione le
cose
appaiono tanto diverse? La realtà è che le notizie devono
necessariamente essere selezionate. E’ infatti impossibile raccontare
nel breve spazio di un TG, o anche in quello più esteso di un
quotidiano, la storia di ogni violenza avvenuta, nel 2007 ad esempio
ne sono state segnalate 8749, ossia una media di 729 al mese. Il
problema si trova dunque non nella quantità, ma nel tipo di selezione
operata. Quando ad esempio un governo vuole far approvare in
fretta una riforma giudiziaria che tolga autonomia ed efficacia al
nostro sistema, ad oggi riconosciuto come il più formalmente
indipendente della comunità europea, potrebbe trarre vantaggio
dall’inserirvi provvedimenti che colpiscono quelle categorie che la
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gente ha la stessa fretta di punire. Una simile strumentalizzazione però
può venirsi a creare solo in un caso, come quello italiano, in cui le
persone siano state fuorviate a tal punto da un’informazione malata
da decenni, da diventare incapaci di riflettere con la propria testa su
ciò che gli viene raccontato, incapaci di “cambiare canale”.
***
E’ doveroso però aggiungere che, sebbene non rifletta l’isteria diffusa,
un dato come quello sui delitti compiuti in Italia da stranieri, risulta
comunque eccessivo sulla media europea. Questo non va però
imputato, come da cliché, ad una maggiore presenza di
extracomunitari sul territorio, ma a una differenza qualitativa. Le leggi
Italiane infatti, nel tentativo di arginare l’immigrazione, anche
regolare, hanno finito per rendere quasi impossibile venire in Italia a chi
desidera rimanere nel rispetto di queste. Ad esempio per ottenere il
permesso di soggiorno, è necessario dimostrare di avere già un lavoro
regolare in Italia, ma essere assunto a distanza è impensabile anche
per chi ha già parenti e conoscenti sul territorio, figurarsi per chi non ne
ha.
La lentezza del sistema giudiziario italiano, e la quasi inesistenza della
certezza della pena, rendono invece le cose facili a chi emigra con
l’intenzione di delinquere.
Poiché il passaparola esiste anche nella malavita straniera, questo
tende a portare in Italia non più emigranti, ma i peggiori tra loro.
CRISI? COSTRUIAMO IL FUTURO
di JAKOB PANZERI IIA
Ricordo una favola di Esopo tradotta all’inizio della quarta ginnasio: un
anziano padre, in punto di morte, rivelava ai suoi due figli che nelle
viscere della terra del loro campo era stato sepolto un tesoro
preziosissimo. Costoro, officiate le offerte funebri, armati di vanghe e
zappe si erano subito diretti al campo e pur scavando
ininterrottamente non ottennero nulla. I giovani rimasero delusi perché
non avevano trovato uno scrigno ripieno di talenti e mine d’argento
(come la loro immaginazione poteva suggerire), ma in realtà avevano
trovato il tesoro ed esso non era altro che il lavoro.
***
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Quanto mai primaria nei nostri telegiornali e non solo è divenuta la crisi
economica (la peggiore dal 1929) e mi sembra necessario dedicarle
un po’ di spazio anche grazie al pensiero di Adam Smith. Con la
scrittura delle “Ricerche sopra la natura e la causa della ricchezza”
(1776) è considerato a buon diritto il padre del Liberismo. La riflessione
di Smith, come ben espone lo storico De Bernardi, prevedeva come
fattore ultimo della ricchezza delle nazioni non la fertilità della terra,
come precedentemente affermato dai fisiocrati, ma il valore creato
dal lavoro. La vera ricchezza non sarebbero infatti le aleatorie cifre di
Wall Street che, come una molla appesa ad un soffitto salgono e
scendono (anzi, adesso scendono e basta) ma la nostra creatività, la
nostra intelligenza e la nostra produttività.
***
Questo è un pensiero che mi ha sempre colpito e di cui ho trovato
conferma in una conferenza tenutasi il 27 febbraio all’auditorium di
Cernusco Lomabardone, ridente paesino della Brianza, da Maurizio
Lupi, vice-presidente della Camera e Don Inzoli, presidente del Banco
Alimentare . Il banco alimentare, per chi non lo sapesse, organizza la
nota colletta che si tiene nell’ultimo sabato di novembre. Raccontava
Don Inzoli che tempo fa aveva dovuto presentare in Parlamento
questa attività e lui si era diretto a Montecitorio abbastanza
spaventato: in un posto dove, purtroppo, basta che un gruppo
proponga un’idea e necessariamente questa idea diviene negativa
per l’altro gruppo, si aspettava di certo di ricevere qualche critica o
qualche “ah”. La sua preoccupazione era cresciuta ancor più
accorgendosi che un altro stava esponendo il suo discorso, cosicché ,
improvvisando, si era messo a parlare dell’Educazione datagli da sua
nonna. “Quando qualcuno bussava alla mia casa a chiedere qualche
elemosina, mia nonna dal portico mi diceva “Corri”. Solamente la
parola “Corri” e nient’altro. Io mi precipitavo in cucina e preparavo
una misura di farina, ma non come faceva il venditore, scuotendo gli
strumenti perché ce ne andasse giusto il necessario, ma anzi
schiacciando la farina con le mie manine di bimbo perché potesse
andarcene di più”.
***
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Inaspettatamente, da ogni ala del palazzo, indipendentemente dal
colore politico, si era levato un coro di applausi. C’è dunque qualcosa
nei cui confronti l’uomo non può che piegarsi e riconoscere una
Presenza ed in particolare questo misterioso qualcosa è la Carità.
Attenzione: non illudiamoci che carità significhi dare una monetina
all’indigente “Se anche dessi tutti i miei beni ai poveri, ma non avessi la
Carità non sono nulla” (Paolo di Tarso, lettera ai Corinzi): essa in realtà
è un atteggiamento di vita!
***
L’onorevole Lupi ha quindi giustamente completato il discorso
affermando che la vera risposta- fate attenzione -la vera risposta alla
crisi economica non può venire dall’economia ma dalla morale (un
tempo l’economia era un ramo di filosofia morale) e dalla riscoperta
di due valori fondamentali: il Lavoro e la Sussidiarietà. Giustamente i
governi sono intervenuti promettendo aiuti, cercando di incentivare la
concorrenza o nazionalizzando le banche ma ci deve essere qualcosa
di più per non ricadere nei nostri errori: fondare una nuova casa sui
Valori che sempre di più un pensiero dominante , il cui egoismo trionfa
in un nichilismo vacuo ed in un relativismo che soffoca il cuore
dell’uomo , vuole oscurare, illudendoci in un pericoloso vuoto delle
virtù che invece sono soprattutto atti concreti e sentiti.
***
Voglio infine concludere con le parole espresse da Carducci
nell’Epistola ai giovani ed indirizzate proprio a noi: “O giovani, amate
la Cultura non per la gloria o il vantaggio che essa potrà procurarvi,
ma perché essa è la più alta espressione del valore dell’uomo.
Amate la Patria e credete: credete nella Giustizia, nell’Amore, nella
Bellezza , nella Verità e allora avverrà che la Patria vi elogi, l’Arte vi
conforti e la Cultura vi salvi”. Vediamo di metterle in pratica.
ROUGE BAROQUE
di JAKOB PANZERI IIA
Cari lettori, sono stato veramente dubbioso sulla scelta del personaggio di
questo mese. Quale figura infatti potevo elevare a portavoce del Secolo
delle grandi Meraviglie e delle grandi contraddizioni, della nascita della
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politica e della filosofia moderna ma anche periodo in cui la crisi diventa
sistema, secolo della grande rinascita spirituale controriformistica ma anche
dell’Inquisizione, tempo della curvilinea linea barocca non scevro di
tormentose horrendae guerre?
***
Ero intenzionato a parlarvi di uno smilzo ebreo di Amsterdam che si
chiamava Benedetto ma fu per tutta la vita maledetto e che cercava di
superare la situazione contingente per elevarsi ad essere una parte
dell’infinito universo e per sentirsi roteare armonicamente con i satelliti dei
pianeti nel grande calderone dell’universo. Personaggio singolare, che
viveva di passione e si manteneva molando lenti; mi sarebbe piaciuto
insieme a Benasayang e Smith parlare dell’analisi delle passioni tristi, un
ottimo saggio di ispirazione spinoziana che ben si sofferma sui
comportamenti della nostra generazione. All’ultimo momento,
accingendomi a scrivere queste righe, ho abbandonato però Spinoza che
forse riesumeremo in qualche altra puntata e ho accarezzato l’idea di
parlare di lui, sì, proprio di lui! “Bisogna raggiungere il traguardo come fanno
i canottieri, girandogli le spalle”.
***
La personalità di cui voglio parlarvi oggi nacque a Parigi il 9 settembre 1585
e il suo castello di famiglia era situato fra la Turenna e il Poitou, accanto alla
più mitica nell’immaginario collettivo che storica Poitiers che vide
l’affermarsi di Carlo Martello sugli Arabi bloccando l’avanzata dell’Islam in
Occidente. La pianura di Faye-la-Vineuse, dove correva immerso nei suoi
giochi infantili, era chiamata “la piana dei morti”.
A cinque anni venne a mancare la figura paterna e il nostro rimase in balia
di una madre che, a causa di parti difficili, aveva subito numerosi traumi.
Tutti i figli ne furono danneggiati: la prima, Nicole, morì pazza, il fratello
maggiore Alphonse credeva di essere Dio padre e il nostro personaggio, più
modestamente, immaginava di essere un cavallo e in camera sua
galoppava, nitriva e tirava calci ai servi che lo legavano ad una finta
greppia aspettando che smaltisse la crisi. Ma pensando a lui non posso che
immaginarlo in questo modo, mentre, anni dopo, gira sospirando nella sua
camera reale accarezzando dolcemente con il dito indice la copertina
rugosa di qualche antico codice o eleva gli occhi ad un quadro di Tiziano
riflettendo sulla caducità e l’effimerità umana. Fin da giovane la sua
estrema fragilità lo spinse a migliorarsi, adottando un forte autocontrollo e
una disciplina straordinaria. Studiava almeno dieci ore al giorno e pativa
15
quotidianamente di emicranie, “febbriciattole” e nevralgie ma nonostante
tutto ciò il bilancio della sua giornata era superlativo.
***
Bello, tenace, determinato in ben poco tempo scalò ogni classifica e titolo
divenendo Ministrante e Primo di Francia. Re Luigi XIII diceva spesso: “Lui è
la mia volontà”. Non fidatevi dei vostri libri di storia che pretendono, per
esigenze di programma, di liquidare il nostro personaggio in una decina di
righe enunciandone peraltro solo i lati negativi; quest’uomo aveva un
sogno, un grande disegno, che era anche una categoria dello spirito:
voleva fare l’Europa! Perciò si legò alla Svezia di Gustavo Adolfo e sostenne
la Germania, un gigante diviso in modo ridicolo: 343 stati divisi a loro volta in
41.000 signorie. Trascinò l’Europa in un vortice di conflitto e violenza
chiamato “Guerra dei Trent’anni” e organizzata contro quegli stessi che per
ideali e principi avrebbe dovuto semmai difendere e inoltre lui che sotto
Enrico IV aveva sostenuto l’Editto di Tolleranza, reagì alle insubordinazioni
ugonotte semplicemente spazzando via La Rochelle in meno di quattordici
mesi.
***
Ma questa volpe in rosso fu a buon diritto il primo padre dell’Europa e il più
grande statista all’alba del mondo moderno. Scrive Saint-Aulaire: “Questo
fondatore dell’assolutismo monarchico divinizzando il re lo ha disumanizzato
allontanandolo dal popolo e fornendogli una mistica, quindi fornendo una
mistica anche il popolo. Il grande cardinale sarebbe quindi,
inconsapevolmente, anche l’ispiratore della Rivoluzione del 1789” . Ma è
con questa frase che soprattutto voglio ricordarlo: “L’ambizione senza
avere il talento è un crimine, l’ambizione avendone la possibilità è un
dovere” . Il nostro personaggio creò l’Accademia Francese e la spalancò al
merito annullando i privilegi di nascita e della fortuna ( e quanti ne
approfittavano li sottometteva direttamente all’esecuzione capitale…). Chi
è dunque il nostro personaggio?
Ringrazio lo storico Guido Gerosa da cui ho ripreso molti elementi e vi esorto
a leggere l’ottimo saggio “Il Re Sole” dello stesso autore.
La risposta al quesito dello scorso mese era Pericle, come hanno
giustamente suggerito Chiara Danielli e Giulia Colombo di IIG.
L’ANGOLO DI PETER PANDA
di GIULIA GENNARO e GIULIA SPINELLI IIC
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-MAI MULA’! TEGN DUR!Sono sconvolta da certe affermazioni che sento dire, sconvolta
dall’ottusità di certe persone. E dato che spesso lo sdegno porta al
turpiloquio, per evitare che io mi lasci eccessivamente andare, lascio
la parola a chi, certamente con più finezza di me, riesce a dire certe
cose.
Imbraccia il fucil, prepara il cannòn, difendi il verdano dai riccioli d'or.
Espelli il negron, inforca il terron, e servi il tuo popolo con fulgido amor.
Anche se sono del Gargano sogno di diventare verdano, mamma,
asciugati le lacrime porto le mie natiche in fabbriche che non
abbiamo. Mollami la mano, dico, mollami la mano, che da quando
sono nato bramo lo stato verdano. No, non amo ciò che è sotto il mio
meridiano, da piccolo odiavo l’inquilino del primo piano.
Sul banco tracciavo linee di confine, di Raykard e Gullit niente figurine.
Bambini e bambine in cortile, io verde di bile, col monopoli mettevo in
prigione le mie pedine. Bene, sto bene nel mio ruolo, volo, non sono
solo, siamo uno stuolo. La Verdania chiama “All’armi!”, mi arruolo, con
la mia divisa cetriolo io: voglio una verdania secessionista,con una
bandiera secessionista, una fidanzata secessionista con cui fare
l’amore secessionista, un appartamento secessionista con
arredamento secessionista, raccolta di rifiuti secessionista.
Noi marcerem verso Roma ladrona, perché chi va a Roma prende la
poltrona.
All’inizio quel tizio che s’attizza al comizio pare un alcolista alla festa di
San Patrizio, parla da un orifizio sporco di pregiudizio, pubblico in
prestito dal museo egizio. Ora capisco quanto aveva ragione, ora che
sono soldato di stato senza meridione, ora che è finita la carta del
cesso, ma fa lo stesso, tanto ci ho messo la costituzione. Ora che la
mia ambizione è fare la pulizia, primaverile o etnica che sia, la farò, il
manico ce l’ho duro perciò scoperò dove si può per il potere
dell’ampolla nel Po. Il popolo verdano smania per la separazione
dall’Italia che dilania. E se cade il muro in Germania chi se ne frega io
lo innalzo in Verdania.
17
Conquisteremo la Rai lottizzata per sistemare i nostri direttori di testata.
Io voglio diventare un verdano avvinazzato, sputare parlando un
italiano sdentato. Io, servitore di uno stato dove chi non è come me
viene discriminato. Voglio sbandierare commosso un tricolore senza
bianco, né rosso. Voglio lodare il deputato esaltato, che vuole
l’immigrato umiliato e percosso . Voglio denigrare le prostitute,
disinfettando i treni dove sono sedute. Questione di cute su cui non si
discute sono puro come l’aria, tutta salute. Voglio giurare fedeltà al
senatùr, voglio vendicare la mia Pearl Harbour. Roba da fare rivoltare
nella tomba Gaetano Salvemini ed il conte di Cavour.
Allora fate come me: Tutti in Verdania. Italiani: Tutti in Verdania.
Ottomani: Tutti in Verdania. Venusiani: Tutti in Verdania. Andini e
Atzechi: Tutti in Verdania. Kazachi ed Uzbechi: Tutti in Verdania. Arditi e
Galati: Tutti in Verdania, dove si lavora si guadagna e si magna!
Imbraccia il fucil, prepara il cannon, difendi il verdano dai riccioli d'or
,espelli il negron,inforca il terron e servi il tuo popolo con fulgido amor.
Meditate gente, meditate.
Ovviamente, a onor della democrazia, si aspettano obiezioni sensate.
FAMIGLIA “MULINO BIANCO”
vs FAMIGLIA POMPONAZZI
-Con la gentile collaborazione di Pier che mi ha dato l’ideaIl bagno al cane
Famiglia Mulino Bianco
Piove a dirotto; Gianni e Senofane ritornano dalla consueta
passeggiata. Nonostante il cappottino impermeabile antipulci e
allontanagatti, e nonostante Gianni l’abbia portato in braccio per
buona parte della strada (non sia mai che prendesse un raffreddore
bagnandosi le zampine), l’adorabile cagnetto appare leggermente
umido e spettinato
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La casalinga li accoglie con entusiasmo, quindi dopo averlo
esaminato con attenzione, decreta che Senofane ha proprio bisogno
di un bel bagno, in quanto il suo pelo non può rischiare assolutamente
di rovinarsi. Tutta la famiglia si mobilita allegramente; Gianni riempie la
vasca, mentre Martino e Pierino scortano il cane nel bagno.
***
La moglie arriva per ultima,
brandendo un boccetta di
shampoo BAU ( Bollicine
Antiarricciamento
Ultraliscianti),
raccomandato addirittura
dal commissario Rex, quindi
si inizia. Il cane viene
cosparso a ripetizione di
schiuma rosa, sciacquato,
pettinato e asciugato in
circa un quarto d’ora,
senza che si muova di un
millimetro o che una
goccia d’acqua cada sul
pavimento immacolato. Il
trattamento di bellezza
termina con una spruzzata
di Brillantina Rintintin (lucida
il pelo in un minutin).
Senofane, alquanto
compiaciuto per le
attenzioni ricevute , e
stando ben attento a non
sciuparsi il fiocchetto
azzurro al collo, si accomoda elegantemente sul divano. Gianni, la
moglie e i figli lo ammirano estasiati.
Famiglia normale
Piove a dirotto, ma naturalmente Gianni e Fido se ne sono accorti
dopo essere usciti di casa. Tornano dalla passeggiata bagnati fradici e
decisamente inviperiti (soprattutto Gianni). La moglie rincara la dose
dandogli del distratto cronico e accusandolo di non curarsi a
sufficienza dell’animale. Gianni non fa in tempo a liberarsi della
19
giacca bagnata che viene chiamato dai figli per aiutare a fare il
bagno al cane. La situazione appare già alquanto critica: la moglie
cerca di convincere il cane (che non ne vuole sapere) a stare seduto
nella vasca, Pierino continua a farsi scivolare il sapone dalle mani e
Martino ha in mano dodici asciugamani che non sa dove appoggiare.
–Papà, prendili tu!- dice piazzandoli in mano a Gianni –Qualcuno ha
visto il sapone??- chiede Pierino –Gianni!!! Vieni a darmi una mano!!!strilla la moglie. Gianni prova a raggiungerla ma scivola sul sapone
che, guarda un po’, era schizzato proprio ad un centimetro da lui.
Cercando di tenersi in equilibrio fa cadere tutti gli asciugamani nella
vasca con il cane.
–Gianni!! Quelli non dovevano essere lavati!!! Stai un po’ attento!!!Entrambi i genitori tengono fermo il cane, mentre teoricamente Pierino
lo insapona e Martino lo sciacqua. Dopo due ore, il bagno è in uno
stato pietoso, Gianni è più bagnato di quando era arrivato a casa,
Pierino e Martino si accusano a vicenda di essersi tirati il sapone negli
occhi e la madre, in preda allo sconforto, sta provando a calcolare il
tempo che impiegherà a pulire tutto da cima a fondo.
L’unico soddisfatto è il simpatico Fido, che si sta divertendo un mondo
a scrollarsi ogni volta che lo bagnano. Alla fine Gianni riesce a
calmare i figlioli e li caccia fuori con il cane al seguito. Quindi a sua
volta viene cacciato dalla moglie, ormai disperata e pienamente
consapevole che nemmeno con il nuovo detersivo maciullamacchie
e sbriciolabatteri riuscirà ad ottenere buoni risultati in tempi utili.
Nel frattempo ha smesso di piovere; i bambini lasciano uscire il cane,
che va a tuffarsi nell’unica pozzanghera fangosa in tutto il giardino.
SORRIDIAMO:
LA (SUR)REALTà DEL GRANDE SCHERMO
di CLARA DEL GENIO VA
Avete mai contato tutti i film che avete visto in vita vostra? Sarebbe impossibile, non è
vero? Ormai la prima cosa che fanno quando ci portano a casa dall’ospedale è
appiopparci davanti ad un televisore. Dopo la prima centinaia di film visti, diciamo verso
la fine delle elementari, iniziamo ad accorgerci di piccoli particolari surreali che
accomunano ogni pellicola all’altra. Alcune cose le abbiamo viste così tante volte che
non ci accorgiamo neanche della loro assurdità, o addirittura, siamo convinti succedano
anche nella vita vera. Ad esempio, prendiamo i film di genere romantico. Di solito il film
inizia con due persone che si odiano, e finisce con queste due persone in procinto di
sposarsi. (Aha, certo, io sarei già sposata con 20,30 persone.) Se la ragazza è bruttina, un
magico make-over la trasforma in una principessa semplicemente cambiandole taglio di
20
capelli e togliendole gli occhiali. Nelle scene di sesso lei ha imperativamente addosso il
reggiseno, e tutti i letti sono forniti di lenzuola a L, in modo tale che arrivino alla donna fino
alle ascelle, all’uomo fino alla vita. Piove sempre come sotto la doccia, e l’uso
dell’ombrello viene completamente dimenticato. Ci si sveglia la mattina ben truccate e
con i capelli freschi di messa in piega, e ,una volta applicato, il rossetto ha capacità
indelebili. E ancora, i capelli resistono a qualsiasi agente atmosferico, e non importa se
avete guidato per 340 miglia sotto il cocente sole del Mexico in una macchina
decappottabile, sembrerete appena uscite da un Jean Louis David. Mentre siete di
ritorno dal supermercato, vi scontrerete sicuramente in un uomo bellissimo: l’intero
contenuto dei sacchetti si riverserà sul marciapiede e lui vi aiuterà a raccogliere le cose;
state sicure che ve lo troverete fra i piedi per il resto della vostra vita. Se siete una donna
single avete un gatto, se siete un uomo single avete un cane. Quando spegnete la luce
nella vostra stanza da letto ogni cosa è comunque visibile, solo un po’ più blu. La sveglia
suona alle 6:00, ma fuori c’è già un sole splendente. Se l’uomo della vostra vita non vi
vuole, è obbligatorio mangiare gelato direttamente dalla vaschetta. Quando lei e lui si
baciano, il piede di lei si alza in automatico.
***
Se alloggiate a Parigi, dalla finestra c’è sempre una vista magnifica della Torre Eiffel, in
qualsiasi quartiere vi troviate. Nei film adolescenziali e per bambini, se organizzate una
festa perché i vostri genitori vanno in vacanza in Botswana, la casa viene semi-sfasciata,
e state certi che mamma e papà torneranno a casa durante il party. Vostra madre
cucina sempre l’ira di Dio a colazione, ma nessuno dei membri della famiglia riesce a
mangiare più di un toast, causa ritardo. Il bullo della scuola ha sempre una camiciona da
boscaiolo. Il ragazzo/a per cui avete una cotta compare per la prima volta in slow
motion. Alle feste si è soliti invitare almeno 2 o 3 rappresentanti di ogni tipo di stereotipo, e
si beve sempre da bicchieri di cartoncino rosso. Le persone stupide hanno sempre
problemi alla struttura dentale, i secchioni hanno sempre gli occhiali. Il bambino che
consegna i giornali li lancia dalla bici e centra sempre teste, finestre, e oggetti fragili. Se
trovate una domanda a questa risposta, vi dedicheremo una festa nazionale: nei musical,
come diavolo fanno le persone che vi circondano, conoscenti e non, a sapere
perfettamente non solo la canzone che state cantando, ma anche i passi di danza? Gli
horror, i thriller e i polizieschi sono anche peggio. Le macchine non hanno mai bisogno di
benzina, ma non se state viaggiando in piena notte in luoghi deserti, sotto la solita pioggia
torrenziale, e siete nelle vicinanze di un luogo abitato dal diavolo o da uno psicopatico in
cerca di vittime, e l’unico benzinaio è a 2 giorni di cammino. Se fate l’autostop, il 99%
delle volte siete una bella ragazza che verrà squartata in due da chi offre il passaggio. Le
domande retoriche “C’è nessuno?” e “Sei tu, caro?” sono sempre pronunciate con un
sottofondo musicale inquietante. Quando l’assassino entra in casa, siete normalmente in
bagno, o nella doccia, o davanti allo specchio. Una bambina assatanata ci sta sempre. I
cellulari non prendono mai la linea nei momenti di massimo pericolo, ma se dovete fare la
ricerca che vi porterà al colpevole, si collegano ad Internet senza problemi. Tutti i numeri
iniziano con 555, e a fine conversazione si attacca senza salutare. Appena cadete per
terra vi ricopri di sporcizia e tagli (il più gettonato è quello sul sopracciglio).
21
I datori di lavoro, soprattutto gli ufficiali di polizia, indossano solitamente camicie e
bretelle. Se state inseguendo un criminale, provocate tutti gli incidenti possibili sfasciando
macchine come se fossero cartoni del latte, e la cosa non vi sfiora minimamente. Legge
di Sylvester Stallone: in una sparatoria, è più probabile che il buono riesca ad uccidere 20
cattivi armati, e non viceversa. Legge di Jackie Chan: gli scagnozzi del vostro nemico vi
accerchieranno ma aspetteranno il loro turno per colpirvi, invece di colpirvi tutti assieme.
Si riesce sempre a trovare parcheggio davanti all’edificio in cui si vuole accedere. Le
bombe hanno sempre un display con il timer, e il filo rosso è sempre quello da tagliare. Le
porte sono facilmente sfondabili, e le serrature si possono manomettere con una qualsiasi
carta di credito/forcina. Quando pagate un taxi, allungate i soldi dal portafoglio senza
realmente badare alla cifra, e non c’è mai bisogno di resto; in altre situazioni, appena
aver pagato, dite: “Tieni pure il resto”. Se siete dei poliziotti, avete problemi con i vostri
colleghi, vostra moglie, i vostri figli e riuscirete a risolvere il caso solo dopo che sarete
sospesi. Il sistema di ventilazione è sempre l’unica via d’uscita/entrata/nascondiglio.
Durante le investigazioni è obbligatorio visitare almeno una volta uno strip club, e le
spogliarelliste sono sempre delle gran figone.
A nessuno viene in mente di disarmare il nemico con un colpo alla mano. Potrei andare
avanti per anni ma non ho tempo di invecchiare davanti al pc. Queste incongruenze ci
passano davanti ogni volta che andiamo al cinema, che prendiamo in mano il
telecomando, che apriamo il lettore dvd, eppure non tutte ci cadono all’occhio. Per
quanto siano assurde non turbano la nostra razionalità, e questo proprio perché per
riposare le menti, per farle evadere dalla realtà di tutti i giorni, le facciamo accomodare
in realtà surrogate, mondi che hanno leggi fisiche diverse dal nostro, leggi che ormai
conosciamo e sentiamo familiari; se cambiassero, forse non apprezzeremmo le visioni più
come prima. Noi sul divano viviamo una normalità ricca di stranezze, e loro sullo schermo
stranezze glassate di normalità. I luoghi comuni e gli stereotipi che troviamo all’interno
delle trame sono sicuramente da criticare, ma il cervello ha bisogno, ogni tanto, dopo i
tanti pasti scolastici dal sapore non sempre gradevole, dessert mentali costituiti da film
ampiamente prevedibili. (Ma Balda sostiene che non si può andare a vedere Watchman,
e chi ha capito ha capito.)
LIFE IN TECHNICOLOR
di MATTEO MONTI VG
Quando sei felice, una giornata è generalmente limpida, il sole brilla
ovunque, tutto è più colorato, le persone più sorridenti, trovi soldi per
terra e la sera vai a letto felice.
Quando una giornata non è andata bene, solitamente a fare da
cornice al tutto c'è una bella cortina grigia, insignificante, e quando le
cose non sono abbastanza sfortunate, immancabile è l'intervento di
un temporale, che ti fa rimpiangere il tuo ottimismo nell'aver lasciato a
casa l'ombrello.
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Caso o coincidenza? In che modo il tempo atmosferico condiziona le
nostre esistenze?
***
La mattina, quando si viene dolcemente svegliati dall'amorevole
sveglia, graziosa
compagna del nonsonno, una persona
normale si dirige mogia
verso il suo caffè, guarda
fuori dalla prima finestra
che incontra e compie un
rapido calcolo mentale.
Normalmente è troppo
buio fuori per distinguere il
cielo, così la questione tempo viene rimandata a più tardi. Non
appena si fa più chiaro, si riavvicina alla finestra, guarda fuori e vede
quale tempo dovrà aspettarlo al di fuori della casa. Ebbene, in questo
momento si presenta il bivio cruciale della giornata di questo
individuo.
Se troverà il sole, sarà di buon umore, affronterà la giornata con
dinamismo e reattività, saluterà tutti con allegria e ci proverà con la
barista del bar dove mangia in pausa pranzo.
Se invece troverà la pioggia sarà svogliato, farà le cose senza
motivazione e troverà ogni pretesto per distrarsi e fare altro.
***
Inevitabile in quest'ultimo caso è la mazziata da parte di qualcuno, il
lavaggio completo con risciacquo di un gentile automezzo guidato
da un piacente automobilista, che per amore dei suoi colleghi
guidatori, si occupa di svuotare le pozzanghere.
Però ci sono altri pericoli per l'umore di una persona oltre al tempo,
pericoli che trovi agli angoli delle strade o nelle stazioni. Infatti,
mettendo caso che il nostro individuo, partito in quarta di ottimismo
sulla superstrada della felicità, nel percorso verso il lavoro trovi uno di
quegli ometti che solari gridano "Buongiorno !" e ti distribuiscono il
giornale, allora quel medesimo individuo che all'uscita da casa era
così felice, incontra un altro ostacolo nella sua giornata gioiosa: la
23
distribuzione dei quotidiani gratuiti, contenenti oroscopi che
sicuramente non potrà fare a meno di leggere, condizionandosi il
modo di vedere la giornata.
"Scorpione: state attenti a evitare le luci troppo forti, la
contrapposizione di Urano in Venere potrebbe causarvi acidità di
stomaco e gonfiore. L'amore procede bene, verso sera avrete uno
slancio di passione, rose rosse e tanto vino per concludere in bellezza.
Benessere: Aragosta e ostriche con estratto di Sodio sciolto in una
tisana al Jing Seng”.
Se il tale ottimista prenderà bene quest'oroscopo, vivrà la sua giornata
tranquilla, se però vedrà in serio pericolo la sua salute, non sapendo
come procurarsi l'estratto di Sodio, telefonerà all'amica, che
telefonerà all'amica, che dirà di conoscere un tale cugino della sorella
dello zio di una cartomante.
Così deciderà di andare ad un appuntamento,
posticipando il lavoro, e mentre l'esperta divinatrice dispone le carte,
lui vede la famosa Luna Nera.
Parlare delle sue vicende dopo la scoperta del malocchio sarebbe
troppo lungo, vi dico solo che questo tale, dodici anni dopo, si trovò a
lavorare nelle miniere del Sichuan, in Cina, con una cicatrice sul volto
e una benda, con la Luna Nera tatuata sul suo nuovo tricipite.
Penso che non ne valga la pena di farsi condizionare, sempre che non
vi interessi la vita da minatore!
LE MIE RAGIONI
di ALESSANDRO GEROSA IIG
In questo breve articolo cercherò di esporre le motivazioni che hanno portato me,
Alessandro Frigerio e Marco Nebuloni a dimetterci da membri della commissione
per organizzare la cogestione. Primariamente, una necessaria premessa: le nostre
dimissioni non sono state in alcun modo causate da (né hanno causato) diverbi
con gli altri membri della commissione. Pur nella diversità d’opinioni, vi è stata e
c’è tutt’ora rispetto per le decisioni prese. Detto ciò, passiamo al cuore
dell’articolo.
Tutte e tre le componenti che hanno lavorato a questa cogestione (“settimana di
sospensione dell’attività didattica ordinaria”, questo era il nome ufficiale), ovvero
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gli studenti, i genitori ed i docenti, sono partiti da un documento, scritto in data 10
Dicembre. Fu proprio questo foglio, stilato ancora nel corso delle trattative per il
blocco delle gite, che aprì ad una cogestione: con esso, invitammo alla creazione
di una commissione che organizzasse tali giornate, e chiedemmo ai docenti di
esprimere i propri membri. Questo documento, voglio ricordare, fu approvato sia
dal comitato studentesco, sia dal collegio docenti.
I problemi sono insorti quando, clamorosamente, i professori hanno disatteso quel
testo che essi stessi avevano approvato, andandovi dichiaratamente contro; il
tutto quasi “dimenticandosi” di esso, per quanto possa sembrare strano. Così,
quella commissione che inizialmente era stata intesa per l’organizzazione di una
cogestione, e che solo per comune accordo delle parti, ciò è estremamente
importante, era stata posta nella settimana delle gite (lo stesso preside, quando
andai per chiedere un’assemblea del comitato proprio per approvare quel
famoso documento, mi disse di “porre quell’attività alternativa nella settimana del
16-20 Marzo”, testimoni tutti i rappresentanti a cui riportai la cosa in assemblea), si
trasformò in una commissione per l’organizzazione della sospensione dell’attività
didattica ordinaria, già prevista dal Consiglio d’Istituto per quella settimana. Stop.
Quel famoso documento originale, dunque, era al pari di carta straccia.Già di per
sé, questo è un fatto che non può essere tollerato: significa non avere rispetto per
le altre parti in causa e venire meno a quel principio fondamentale in ogni
discussione, ovvero l’eguaglianza delle componenti. Nel nostro caso, invece, c’è
stata una componente che si è ritenuta superiore alle altre, decidendo il bello ed il
cattivo tempo.
L’abbandono di quel documento come testo di riferimento, non a caso, portò alla
dimissione dell’intera componente genitori. Attraverso un bellissimo documento,
che per motivi di spazio non è possibile pubblicare, arrivato ai membri della
commissione, essi decisero di più partecipare alle assemblee, proprio perché quel
documento da cui si era partiti era sparito senza lasciar traccia, e così i suoi
contenuti.
Ma quali contenuti sono venuti meno? Eccoveli in una serie di punti:
- Che questa “attività alternativa”, avesse come tema centrale “le tematiche
legate alla problematicità del sistema scolastico e sua relazione con la società e
l’economia”. In parole povere, era necessario che la scuola si schierasse in merito
a decisioni politiche, ed in particolare alla “Riforma Gelmini”, cosa tra l’altro già
avvenuta nel nostro istituto, da parte di tutte le componenti scolastiche.
- Che “veda protagonisti gli studenti che, in collaborazione con i docenti e genitori
disponibili, siano effettivi artefici di un momento di partecipazione democratica ed
elaborazione collettiva”.
- Che “tutto dovrebbe infine confluire in un momento pubblico da definire, aperto
alla cittadinanza ed indirizzato agli organi competenti (ministero?)”.
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Questi sono contenuti caduti nel dimenticatoio. Per quasi un mese abbiamo posto
domande in merito ai docenti, ricevendo attenzione solo nell’ultima assemblea,
indetta dal preside: le risposte ottenute, però, erano quasi totalmente in
disaccordo con i contenuti stessi, che invece dovevano essere rispettati. La cosa
forse più fastidiosa per noi, è che, domandando esplicitamente alla Professoressa
Magni, alla stessa assemblea, quale fosse il motivo per cui il collegio docenti non
abbia più tenuto conto di quel documento, la risposta non vi è stata del tutto.
È stato risposto che alcuni professori sono comunque disponibili a trattare
l’argomento della Riforma Gelmini durante la settimana, ma ciò, ovviamente, non
è quanto stabilito dal documento. Tutti questi eventi, già di per sé scandalosi, sono
da sommare ad una politica, del tutto simile a quella dei docenti, da parte del
preside, che riteneva di prendere decisioni da sé, senza comunicare i propri dubbi
e le proprie motivazioni ai membri della commissione incaricata. All’assemblea
indetta dal preside stesso, l’intenzione specifica era quella non di dialogare, ma di
affermare autoritariamente i propri punti (“quest’assemblea non è un’aula
parlamentare” o simile, è stato affermato dallo stesso preside, proprio in apertura).
Questi sono i motivi che ci hanno portati a ritenere non più proseguibile il dialogo,
e ad abbandonare per protesta la commissione organizzativa, che da altri intenti
ed intenzioni era partita.
A queste condizioni, noi non ci stiamo. Non ci possiamo stare.
PS ad ogni modo speriamo che questa settimana riesca nel migliore dei modi, se
non altro, per non perdere inutilmente del tempo che poteva essere utilizzato
didatticamente, una volta esclusa la matrice politica, in maniera più proficua
(corsi di recupero mattutini?), oppure conservando l’intento di protesta poteva
essere impiegato per una autogestione.
PENSIERI SPARSI
I’M USED TO GO ASTRAY
di BENEDETTA RATTI IG
Oggi vedo blu di Prussia.
Ma anche col verde non si scherza, però sono troppe le tonalità tra cui scegliere.
E non difendo i più deboli, sia chiaro.
Difendo solo chi mi è simpatico. Tu no, ad esempio.
E se è vero che la via dell’eccesso porta al palazzo della saggezza, qui la più
saggia tra noi due sono io. E non mi dire che non sono abbastanza convincente.
Perchè anche se il vento non mi ascolta e continua a soffiare, non significa che
non abbia il potere di farti fare quello che voglio.
Ma il punto alla fine è questo. Non ne ho voglia.
Il mondo oggi è di un blu troppo scuro, non ha niente a che fare con me.
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E sì, forse sono un po’ troppo egocentrica.
Ed è anche vero che l’amore di sé stessi, assunto come principio di azione, è
l’origine di ogni male. Ma ciò non dimostra nulla.Solamente che seguo le lezioni di
religione.
Sarebbe bello riuscire a smettere di pensare.
Perché è questo che mi rovina, ogni volta.
Se solo potessi imparare a non cadere, allora saprei già volare.
Se solo potessi imparare a non fare del male alle persone, allora avrei già smesso
di soffrire.
Se solo potessi imparare a fare buon uso delle mie parole, allora avrei già smesso
di scrivere.
Se solo potessi imparare a essere me stessa, allora saprei già cambiare.
E se solo potessi sussurrare di aver seguito un serpente sibilante a sonagli, che
strisciava, sibilando con i suoi sonagli, verso un sasso situato su un selciato sassoso
di Salsomaggiore, sarei assolutamente soddisfatta di codesta visione.
Ma questa è un’altra storia.
Il succo della questione è che è rimasto solo il gelato al limone.
E io volevo quello alla fragola. Ma alla fragola sono allergica.
Chiaro no? Non posso avere quello che voglio.
E mi sto abituando ad accontentarmi di quello che ho.
Che poi non è sempre la cosa giusta. E non è che ho perso la speranza.
Ma oggi è domenica, ed è andata in vacanza.
Perché non ha più senso rompere lo strato di ghiaccio della fontana con il tacco
degli stivali. E non è una metafora.
Il giorno più crudele è passato. Puoi anche smettere di proteggerti. Almeno tu.
I tempi sono cambiati.Cleopatra incontra il suo Antonio al Tridente.
Leggere Omero fa più ridere di Zelig.
Adriano Celentano è il legittimo erede di Catullo.
E Gardelland è cento volte più divertente di Gardaland.
Insomma, quello che volevo dire è che Socrate è morto per noi.
E scusami se è poco.
PENSARE ALLE PAROLE
UNO SCORDATO STRUMENTO
di GABRIELE GALEOTTO
Manzoni, nel capitolo X dei Promessi sposi, parla del “cuore” come di un guazzabuglio: il
linguista Pulci parla della guazza, altra parola manzoniana, come della “rugiada, che bagna
come pioggia il terreno e le piante”, mentre il suffisso –buglio, forse dal lat. bullium, “tino” o
“vaso” in generale, che possa contenere un po’ di tutto. Dunque, nel composto
guazzabuglio, ci sono elementi liquidi sia …. grande confusione, ovvero un’immagine
27
perfetta, o quasi, di quello che, nella concezione latina, poteva rappresentare il cor, cordis,
sede dell’animus, ovvero l’insieme indistinto delle reazioni emotive e dell’intelligenza, forse
ancora di più delle fršnej omeriche: anche nelle culture semitiche il sangue era liquido e
anima insieme, e Plauto chiamava aridus colui che, appunto, è privo di sentimenti, e il cor,
cordis ne era un contenitore.
La sua radice indoeuropea *kerd-/kred-, la stessa dell’inglese heart e del tedesco Herz,
sembra indicare lo “scorrere” del sangue, ma anche dell’aria, delle parole e del pensiero
(nošw indica forse il “nuotare”). Dal lemma base derivano concordia, ovvero “avere lo stesso sentimento” (e, ovviamente il suo
opposto la dis-cordia), ma anche la socordia, da *se-cordia, ovvero
l’“indifferenza”, e la vaecordia, la “pazzia”: Cicerone usa l’aggettivo
cordatus per indicare un uomo assennato, mentre Publio Cornelio
Scipione Nasica fu soprannominato, per la sua fine intelligenza,
Corcùlum, “cuoricino”.
Il cuore è implicato anche nel credere, perché credo, appunto da un *krez-do, varrebbe,
secondo una controversa etimologia, come “dare il cuore verso”. Anche il deponente
recordor viene dalla stessa radice e sottolinea la funzione intellettuale del cor, dato che la
memoria è, per gli antichi, un pensiero potenziato. L’opposto di ricordare è scordare, che
tuttavia non è di origine latina (a ri- si sostituisce sc-, spesso negativo o intensivo), da non
confondersi con un altro scordare, quello che deriva, attraverso il latino, dal greco korde, in
latino corda/chorda, e che indica lo “stonare”, il non risuonare in armonia. Con voluta confusione, un grande poeta del italiano, a giudizio di qualcuno il più grande, parla del suo cuore
come di un scordato strumento. Ma chi sarà?
Se non lo ricordare, non vi preoccupate: la prossima volta parleremo della memoria.
L’ANGOLO POETICO
UN AMORE
di TEARJERKER
Profondamente
scaldi gli abissi della mia carne,
della mia anima
Accarezzi il mio cuore
palpitante e
vivo di nero sangue.
E quando svieni dentro al mio corpo
ti porto via con me…
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SUSSURRI DI EMOZIONI
TROPPO FORTI
di IRENE GUSSONI IA
Macchie cremisi sul foglio
fitto fitto
di parole sofferenti
sanguina l'anima
svuotata
di questa verità
Capirai quel sentimento
nudo
in questo vento di ghiaccio?
Amo te che mi ascolti,
Nessuno,
è tua la carta
lasciata al fine del mio gioco.
MURI E MARE
LA CURVA DEI TUOI OCCHI INTORNO AL CUORE
di NOEMI ALFINITO e GIULIANA GENOVESE IIIG
La curva dei tuoi occhi mi gira intorno al cuore
Un giro di danza e di dolcezza
Aureola del tempo, dondolio notturno e certo
E se io non ricordo più tutto quello che ho vissuto
E’ perché non sempre i tuoi occhi sono stati a guardarmi.
Foglie di luce e spuma di rugiada
Canne del vento, sorrisi profumati,
Ali che coprono il mondo di luce,
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Navi cariche di cielo e di mare,
Cacciatori di suoni e fonti di colori,
Profumi schiusi da una covata di aurore
Che giace sempre sulla paglia degli astri,
Come il giorno vive di innocenza,
Così il mondo vive dei tuoi occhi puri
E tutto il mio sangue cola nei tuoi sguardi.
Paul Eluard
Sono immagini surrealiste quelle a cui si affida Paul Eluard per
omaggiare la donna da lui amata, immagini dotate di una carica
suggestiva che non può non trascinare le nostre menti in un mondo
incantato, fatto di sogno, la cui unica ispiratrice è la donna stessa.
E’ lei infatti che muove il tutto in una danza dolce e eterna, e ne da il
senso. Ma soprattutto è lei che muove la vita di Eluard e la concretizza
con i suoi sguardi. Questi suggellano i momenti trascorsi insieme,
imprimendoli nella memoria del poeta, che si ritrova dunque a non
avere alcun ricordo né ragione di esistenza senza di lei.
Lo sguardo della donna diventa dunque l’origine non solo dell’amore
ma anche della vita, un elemento che consola e fortifica, ma allo
stesso tempo consuma e annienta il poeta nella propria autonomia.
Non è più uno strumento grazie al quale arrivare a vedere Dio, come
voleva il Dolce Stil Novo, ma una presenza essa stessa divina che
incatena il cuore di un uomo assorbendone la vita.
Tuttavia questa limitazione delle sue prospettive non deve essere
considerata in modo negativo, in quanto è guardando attraverso gli
occhi della donna che egli vede davvero la bellezza del mondo.
IL METRONOMO
AND THE WINNER IS…
di FEDERICA COTTINI IIF
Il nostro appuntamento mensile non si fa attendere, dunque eccomi di
ritorno con una selezione internazionale di informazioni musicali.
Febbraio è stato un mese di festival importanti, dal nostrano Sanremo
ai britannici Brit Awards.
Se il primo ha brillato per l’organizzazione e l’intrattenimento, ha
decisamente deluso musicalmente. Persino i consueti ritornelli ossessivi,
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che da sempre caratterizzano la manifestazione, si sono quest’anno
rifiutati di far visita all’Ariston, e dunque ci sono rimaste le crisi sociali (“È
un paese, l’Italia, che c’ha rotto i c******i!”, vero Marco?), i gay e
l’amour, oui, l’amour…
La cinquantanovesima edizione del Festival della canzone italiana
(perifrasi con allitterazione di A, pur di non dire Sanremo) è stata vinta
da “La forza mia” di Marco Carta, canzone romantica e terribilmente
banale, ma orecchiabile, migliore di tante altre in gara. Mannaggia, io
tifavo per la Zanicchi (Vedasi il magistrale intervento di Benigni la
prima sera… Sigh, Iva, sigh!!).
Da segnalare il terzo posto di Sal Da Vinci (punto interrogativo), che mi
ha chiesto di ringraziare pubblicamente Gigi D’Alessio per i
2749902840782658927465 voti che risultano inviati dal suo telefono.
Albano per protesta ha deciso di partecipare ai prossimi duecento
Festival.
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Spostandoci nella piovosa terra d’Inghilterra, anche i Brit hanno
lasciato molte perplessità.
Molti i vincitori, da cui però fatica a emergere un nome tra gli altri.
Chris Martin, subodorando il clima di indecisione, a pochi giorni dalla
manifestazione dichiara che resterà molto deluso nel caso non
risultasse fra i premiati, e con perfetto tempismo ai Coldplay non arriva
nemmeno una statuetta. Graziata Duffy - ben tre premi per lei -,
ennesimo riconoscimento a Katy Perry, già consacrata agli Europe
Music Awards dello scorso Novembre.
***
Sempre in Inghilterra sono stati consegnati gli NME Awards. Nati forse
per protesta, forse per satira dei più ufficiali Brit, questi premi si sono
fatti strada anno dopo anno, fino a diventare d’importanza
internazionale.
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Gli Oasis sono la band inglese dell’anno, The Killers quella
internazionale; i Muse vincono per il miglior live e la miglior grafica
d’album per HAARP; i Cure ricevono una sorta di premio alla carriera,
oltre che essere elogiati da Tim Burton, estremamente a suo agio nella
manifestazione.
E mentre il premio come peggior gruppo va ai Jonas Brothers, Amy
Winehouse è la peggio vestita e Matt Bellamy l’uomo più sexy del
pianeta (redattrice rilegge fra le risate almeno 5 volte perché non ci
crede).
Gli NME, dunque, hanno soddisfatto i più variegati palati musicali,
riuscendo, forse, dove i Brit hanno fatto difetto.
Appuntamento al prossimo numero con altre succulente notizie!
Dicono le stelle
Ero terribilmente depresso, e questa musica è stata l’unica cosa che
mi ha davvero salvato. Se è possibile rendere felice un uomo, loro
l’hanno fatto. (Tim Burton su The Cure)
ANGOLO CINEMA
IL FILM DEL MESE
di DAVIDE MONTANARI IIG
Quando questo numero del Bartolomeo uscirà, il film che sto per recensire
quasi sicuramente non sarà più nelle sale. Ma ci sembrava giusto parlarne lo
stesso, visto che ha vinto 8 premi Oscar ed è stato da molti acclamato
come il film-rivelazione dell’anno. Se non riuscite a beccarlo al cinema,
state pronti a noleggiarlo in qualche blockbuster tra un paio di mesi…
The Millionaire
Chi vuol essere milionario?
Jamal, ragazzo indiano dal passato misterioso, è arrivato alla tappa finale
del celebre quiz televisivo Chi vuol essere milionario?. Perché allora
quell’espressione quasi indifferente, quella capacità di rispondere alle
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domande più difficili per poi farsi aiutare per quelle più banali? Perché
sembra non importargli nulla della vittoria finale? Le stesse domande se le
pone anche la polizia, che lo arresta accusandolo di avere imbrogliato.
Jamal così è costretto a spiegare come mai conosce determinate risposte e
per farlo ripercorre con la mente il proprio passato…
Una favola metropolitana
Il film potrebbe apparire come uno dei tanti prodotti realizzati dalla sempre
più prestigiosa industria cinematografica indiana, ma non è così. Non si può
infatti tralasciare l’impronta che il regista inglese Danny Boyle ha dato a
quello che, come detto, è considerato da molti il film-rivelazione dell’anno.
Innanzitutto nel montaggio, incredibilmente frenetico e coinvolgente, nella
scelta delle inquadrature e nella particolare caratterizzazione dei
protagonisti. Tutti elementi che accomunano The Millionaire al primo e più
famoso film di Boyle, Trainspotting. Questa però è una favola metropolitana,
ambientata nella Mumbai odierna. Una favola che mescola il melodramma
con la vivacità che caratterizza molte delle recenti produzioni del cinema
indiano. La storia inoltre si articola su diversi piani temporali che si incrociano
con il procedere della narrazione. E’ proprio questo espediente narrativo a
fare il successo del film e a coinvolgere lo spettatore nelle incredibili
vicende vissute dai personaggi. Cosi’ come le atmosfere e i luoghi,
rappresentati con grande realismo e al tempo stesso creatività dal regista
inglese. A questo proposito non si può non dire una cosa di The Millionaire. Il
film infatti, pur descrivendo la dura realtà delle baraccopoli indiane e
alcune delle contraddizioni di fondo del paese, come quella legata
all’enorme squilibrio di ricchezza tra ricchi e poveri, non dev’essere
considerato un’opera di denuncia o una lucida e obiettiva analisi della
società indiana. Non che questo dia fastidio, anzi; è la vera forza della
storia, una storia che potremmo definire “visionaria” e fantastica. Una
favola, appunto, con tanto di lieto fine.
Otto oscar? Sono troppi. Cosi’ come l’etichetta di miglior film dell’anno. Ma
il film, come si suol dire, vale decisamente il prezzo del biglietto.
81° ANNUAL ACADEMY AWARDS
di ELENA CAIMI IIG
Parata di stars anche quest’anno sul tappeto rosso degli Academy
Awards, in diretta dal Kodak Theater di Los Angeles. Preannunciati da
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un grigio cielo californiano, gli attesissimi Oscars sono arrivati! Tutti
quelli che credono che la crisi economica abbia bussato alle porte di
Hollywood dovranno ricredersi. Grandi novità infatti per la serata, a
cominciare dal teatro stesso, che è stato al suo interno interamente
ricostruito da una “special troupe” che per la costruzione del palco si
è ispirata niente poco di meno che alla “nostra” piazza del
Campidoglio romano! Altra grande novità è stato il presentatore: non
più un mattatore o un comico come Steve Martin o Ellen Degeneres,
bensì The Sexiest man alive: Hugh Jackman! L’Academy non poteva
fare una scelta migliore: kalos kai agazos come ce ne sono ben pochi
in
giro,
ma
anche
divertente,
affascinante
e
ottimo
cantante/ballerino, Hugh ha dimostrato di esserne all’altezza! Il merito
va anche alle sue “conigliette-aiutanti di babbo natale”: la diafana
Anne Hathaway e la pantera Beyoncé Knowles, oltre che alle due
nuove coppie emergenti: Zac Efron-Vanessa Hudgens; Dominic
Cooper-Amanda Seyfried (Mamma mia). Edizione dunque all’insegna
del ballo e del canto che ha coinvolto il presentatore in apertura in
uno sketch sui film in concorso e con un tributo speciale ai Musical
(dopo il successo di Mamma Mia!) ideato da quel pazzo genio che è
Baz Luhrmann. Ultima, ma sicuramente inaspettata novità, l’indiano
film-rivelazione dell’anno, nonché vincitore di 8 statuette su 10
nominations, tra cui miglior film e miglior regia (Danny Boyle): The
Millionaire. Bollywood trionfa! Originale e celebrativa anche l’idea di
far presentare le categorie più importanti riguardanti gli attori da
alcuni dei vincitori delle passate edizioni. Ed ecco spuntare Sophia
Loren, Shirley McLaine e Nicole Kidman per le attrici protagoniste,
Anthony Hopkins, Christopher Walken e Bob DeNiro per gli attori
protagonisti.
La miglior attrice protagonista è Kate Winslet in The Reader,che batte
Meryl Streep e Angelina Jolie (vittoria scontata data la sua ottima
performance), la migliore attrice non protagonista Penelope Cruz
trionfa su Amy Adams e Marisa Tomei in Vicky Cristina Barcellona; il
miglior attore protagonista è Sean Penn in Milk, che soffia il premio al
favorito Mickey Rourke (The wrestler) e Brad Pitt; il defunto e tanto
rimpianto Heath Ledger è il miglior attore non protagonista in The dark
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night, sbaragliando Josh Brolin in Milk, Robert Downey Jr. in Tropic
Thunder e Philip Seymour Hoffman in Doubt.
Il grande escluso della serata è Clint Eastwood: i suoi ultimi film Gran
Torino e Changeling tornano a casa a mani vuote, e il primo di questi
senza nemmeno aver avuto una nomination.
Nessun film italiano in gara: infatti l’unico probabile candidato,
Gomorra, è stato subito scartato. Italiani, invece, alcuni presentatori:
oltre all’eterna Sofia Loren, lo stilista Valentino. Tantissime le altre
celebrità: i pluripremiati Judi Dench, Marion Cotillard, Jessica Biel,
Diane Lane, Halle Berry; Cuba Gooding jr, Robert Downey jr e Josh Brolin.
Una nota di merito va al cast di The Millionaire, unico vero protagonista, che
durante il corso della serata ha dimostrato di essere affiatato e divertito sia sul
red carpet che sul palco al momento del ritiro della statuetta da parte del
regista. Una piccola curiosità sulla “nostra” miglior attrice protagonista: la
bella Kate all’età di 33 anni è la più giovane attrice ad aver ricevuto ben 6
nominations agli oscars. Dopo tante sconfitte, l’attrice davanti alle
telecamere e con la statuetta in mano ha esclamato: “Winning is really a lot
better than losing, really a lot better”. Se lo dice lei, bisognerà crederle, no?
Da Los Angeles è tutto,
la vostra inviata.
BAR SPORT
di EDOARDO GALLI II G
Ecco alcune simpatiche barzellette sul calcio che mi sono state
recapitate in settimana:
• Moratti incontra Agnelli e gli chiede: "Gianni, tu che hai vinto tanto
con
la Juventus, spiegami come far diventare l'Inter una grande
squadra".
Agnelli risponde: "Vede cavo Moratti, per vincere servono tante
cose,
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innanzitutto ci vogliono i co***oni..". Moratti stupito interrompe
dicendo: "I co***oni??? Ma se li ho comprati tutti io!".
• Sapete che differenza passa tra l'INTER e un settimanale di guida TV
? Nessuna: Tutte e due escono il mercoledì..
• Che differenza c'è tra un interista e un dentifricio? Nessuna tutti e
due sono per-denti.
Aspettatevi una sonora risposta in uno dei prossimi numeri. Ma
sorvoliamo sui miei intenti vendicativi e dedichiamoci alla definitiva
spiegazione della regola del fuorigioco. Dunque ho deciso di fare luce
una volta per tutte su questo arcano tipico soprattutto del sesso
femminile e anche di qualche ragazzo poco amante del calcio. Un
giocatore si dice in posizione di “offside” quando - al momento in cui
un compagno gioca il pallone - egli si trova più vicino del pallone
stesso alla linea di porta avversaria, eccezione fatta se tra lui e la linea
di porta vi siano almeno due avversari. In termini pratici, tale
eccezione alla regola si traduce nel fatto che, essendo il portiere
avversario in genere il giocatore in campo più vicino alla linea di porta
avversaria, l'essere in fuorigioco si traduce spesso nell'essere al di là
dell’ultimo difensore.
Ecco una spiegazione
grafica:
Il giocatore subito oltre la
linea tratteggiata, se servito,
è in posizione di fuorigioco.
Spero di aver chiarito questa
semplice ma particolare
regola del “giuoco calcio”.
Ciao a tutti! P.S.:Fritz aspetto la tua contestazione!
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SPETTEGULESSSSS ZUCCHINI
le Prezzemoline
Cari Zucchini, per interrompere questa noiosa e laboriosa vita scolastica abbiamo
pensato di proporvi alcuni sfottò [nel caso questa parola fosse troppo volgare
fingete che ci sia scritto “un po’ di satira” ]. Ricordiamo che ogni riferimento a fatti
e persone reali è puramente casuale.
• Passiamo ora alla traduzione: “dunque dice… ehmm dice…vedete dice…”
[una media di 50 dice/h, ma amiamo lo stesso questa persona ☺ ]
• Sono state rivolte accuse infondate ai ragazzi della classe 14Z*: visita assidua e
non autorizzata al sito della gazzetta dello sport oltre a vani tentativi di accedere
a Facebook dal computer della scuola
• La classe y=ax² + bx+c è stata minacciata di querela per fatti ancora non
avvenuti [dunque i riferimenti sono totalmente casuali !]
• “Ooooh! Ce l’hai una zaga?? Bella zio! Oh grazie!” [sicuri che sia
italiano??!…bhaaa!]
• L’alunna della classe Ca (Po4 )2 è pregata di mantenere decenza ma
soprattutto l’ammortizzatore posteriore nei jeans ( una segnalazione fa notare che
le mancano le mutante gialle per completare la gamma dell’arcobaleno).
• Oggi è NEBULOSO : colpa dell’egocentrico segaombelichi [ per chi lo ignorasse
il rimando della citazione è il frammento 19 West di Ipponatte…non ci siamo
ancora permessi il lusso di inventare parole! ]
• Erano i capei d’oro a lui sparsi…e una tragica notte la ragazza della classe V=ω²
r con una cesoia glieli taglierà! [ non è una minaccia! (Forse…)]
• Cari Lady Oscar e Andrè volevamo informarvi che l’albero dei limoni non
dev’essere alimentato troppo spesso e il decreto legge n° 7cos α⋅14sen β
impedisce atti osceni in luogo pubblico.
• Si ricorda a tutti gli alunni del Liceo Ginnasio B. Zucchi che è severamente
vietato mettere sul libretto foto in cui il soggetto indossa la SCIARPA per garantire
l’identificazione dell’alunno (è noto infatti che una sciarpa è in grado di
modificare radicalmente il fenotipo di un individuo)
• ATTENZIONE : si avvisano i gentili studenti che sono state individuate all’interno
della scuola tracce dell’ottavo nano che si aggira in una soluzione di PH
fortemente acido contenente H2 SO4 [ Consiglio: mangia qualche KitKat e meno
yogurt la mattina! Ma soprattutto.. CòMPRATELE ‘STE SIGARETTE! ]
Per questo numero è tutto ma ricordiamo a chiunque fosse interessato che è
possibile inviare i vostri sfottò spetteguless all’indirizzo [email protected].
Inoltre per evitare ogni tipo di contestazione si consiglia di omettere riferimenti a
persone ma dare sfogo alla vostra fantasia e inventare “nomi in codice”. Alla
prossima….!
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LA VITA ALLO ZUCCHI
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LA REDAZIONE
DIRETTORE: Colombo Giulia IIG
VICE DIRETTORE:Montagnino Sara IIA
CAPOREDATTORI: Montagnino Sara IIA, Panzeri Jakob IIA,
Ratti Benedetta IG
COPERTINA:Marchianò Rossella IIA, Mastrandrea Elisa IC,
Mucilli Nikita IIA, Pina Edoardo IIIF
IMMAGINI: Filippella Martina IA, Pina Edoardo IIIF,
REDATTORI DI QUESTO NUMERO (in ordine alfabetico):
Alfinito Noemi IIIG
Genovese Giuliana IIIG
Biffi Stefano IIC
Gerosa Alessandro IIG
Longoni Olivia IB
Caimi Elena IIG
Montanari Davide IIG
Chiozzi Valeria IIIG
Monti Matteo VG
Cottini Federica IIF
Panzeri Jakob IIA
Del Genio Clara VA
Pincelli Luca IIC
Ferlisi Martina IIIG
Le Prezzemoline
Galeotto Gabriele
Ratti Benedetta IG
Galli Edoardo IIG
Sciartilli Raffaella IIIG
Gandolfo Arianna IIIG
Spinelli Giulia IIC
Gennaro Giulia IIC
Tearjerker
Ringraziamo inoltre tutti coloro che hanno collaborato all’uscita
del Bartolomeo (studenti, professori e operatori scolastici).
Ricordiamo che chiunque può partecipare alla redazione del
Bartolomeo inviando un suo articolo all’indirizzo mail
[email protected];
chi invece vuole consegnare un messaggio per la rubrica
“Quorinfranti” lo può portare a Martina Ferlisi e Raffaella Sciartilli in
IIIG o lo può inviare allo stesso indirizzo mail.
Vi ricordiamo che i numeri del Bartolomeo sono disponibili anche
on line sul sito della scuola www.liceozucchi.it.
Il termine di consegna degli articoli per il prossimo numero è
fissato al 4 Aprile 2009.
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n° 5 Marzo 2009 - Liceo Classico Zucchi