ù ANNO XVIII, N°5: MARZO 2009 1 EDITORIALE LA MEZZA STAGIONE di GIULIA COLOMBO IIG Ieri mi trovavo seduta davanti al computer sperando di trovare da qualche parte uno spunto originale per l’editoriale di questo mese, quando sono stata distratta da un cinguettare sempre più forte proveniente dall’albero davanti a casa mia. Desiderando la riapertura della stagione di caccia ho aperto la finestra, ma i miei intenti malvagi verso quelle povere creature sono stati sviati da un profumo che ho sentito nell’aria. Profumo di primavera. L’affermazione sembra un po’ avventata, considerato che la primavera inizierà ufficialmente solo tra un paio di settimane, ma non c’è altro modo per descrivere l’atmosfera che si avvertiva ovunque: uccellini che cinguettavano, il tepore del sole che accarezzava alberi e uomini, un allegro venticello che ispirava pensieri di libertà.Ciascuno festeggia il ritorno del caldo a modo suo: arrivano le rondini (che a dispetto del proverbio arrivano puntualmente all’inizio della primavera), sbocciano fiori in luoghi insospettabili (sono quasi sicura di averne visto uno perfino nell’aiuola davanti allo Zucchi) e il cambio di stagione è avvertito perfino nella nostra scuola.Si affacciano al loggiato le prime timide canottiere, gli occhiali da sole spopolano anche in classe, gruppi di studenti desiderosi di assorbire un po’ di calore si riuniscono nel cortile a cogliere le già poche margherite che spuntano striminzite nell’erba e le coppiette si moltiplicano a dismisura (ma la domanda è: dove sono d’inverno? Oppure si creano dal nulla dopo San Valentino?).Ma con la primavera si riafferma anche, in modo ancora più forte per gli studenti degli ultimi anni, uno dei timori peggiori per i ragazzi della nostra età: la paura del futuro. I ragazzi di terza iniziano a prepararsi per la maturità e vengono travolti da migliaia di dubbi: “Riuscirò a passare l’esame? E ad entrare nell’Università che vorrei? E se dopo non trovassi lavoro?”; un lieve panico inizia a serpeggiare anche negli studenti di seconda che, sommersi dalla marea di scelte possibili per l’università, non si sentono in grado di prendere una decisione che sentono li potrà condizionare per il resto della vita. Mi piacerebbe avere un saggio consiglio in serbo per voi, ma io stessa non vedo che una nebbia bianca quando provo a pensare al mio futuro. Perciò provo a suggerirvi una scappatoia momentanea per i vostri problemi: godetevi la primavera. 2 INDICE NOTIZIE DAL MONDO ESTERNO Un po’ di pubblicità………………………………….………………………….5 Ancora ‘sti comunisti? Ebbene sì;Stefano Biffi IIC……………………….…...6 La sottile linea tra atto eroico e assassinio; Luca Pincelli IIC………………....8 Mezz’ora d’odio;Olivia Longoni IB…………………………………………….10 Crisi? Costruiamo il futuro; Jakob Panzeri IIA……………………………….12 RUBRICHE Indovina chi?;Jakob Panzeri IIA………………………………………..………14 Sorridiamo; Clara del Genio VA………………………….…………….……...20 Le mie ragioni; Alessandro Gerosa IIG…………..............................………….24 Pensieri sparsi; Benedetta Ratti IG………………………………….…….…....26 L’angolo poetico;……………………………………….. …..…………….…...28 Muri e mare; Noemi Alfinito e Giuliana Genovese IIIG…….…...…………….29 PER RILASSARSI L’angolo di Peter Panda; Giulia Gennaro e Giulia Spinelli IIC……………....16 Life in technicolor; Matteo Monti VG………………………………………....22 Pensare alle parole; Gabriele Galeotto………………………..…………....….27 RISERVATO AGLI ZUCCHINI Quorinfranti; Martina Ferlisi e Raffaella Sciartilli IIIG…………...…………..37 Spettegulesss Zucchini; le Prezzemoline………………………………...…….39 La vita allo Zucchi;Edoardo Pina IIIF e Martina Filippella IA…………..…...40 MUSICA Il metronomo; Federica Cottini IIF…………………………………………...30 CINEMA Il film del mese;Caimi Elena eDavide Montanari IIG………….……………..32 81° Annual Academy Awards; Elena Caimi IIG…………..………….……..33 SPORT Bar Sport;Edoardo Galli IIG………………………….………………………35 SVISTE MAI VISTE! -Nel numero di Febbraio l’articolo “Leopardi secondo noi:un pensatore quasi moderno” faceva parte della rubrica “Muri e Mare” di Noemi Alfinito e Giuliana Genovese. -La creativa artefice della nuova intestazione del Bartolomeo non si chiama Elisa Mastandrea, come riportato, bensì Mastrandrea. Vi preghiamo di farci notare qualsiasi svista o errore che troviate sul Bartolomeo scrivendo all’indirizzo mai [email protected] 3 4 Friday 20.03.2009 from 21.30 No lesson Let ’s party LA PRIMA ED UNICA FESTA SOLO PER GLI ZUCCHINI TIMING: PER INVITI: - GIOCO APERITIVO - RAIMONDI 3H - REMEMBER CASPOGGIO(per quelli che c’erano) - JACOPO 2C - GRUPPI MUSICALI BY ZUCCHI - LORI 2A - KARAOKE - NEBULONI 3B - BALLI PAZZI A TEMPO DEI DJ ZUCCHINI - PAUL 2E - TAVAZZANI 1D - CANALI IV A - CAPRINO 1B PER ISCRIZIONI GRUPPI MUSICALI: PAUL 2E e STEFI 3H Informateci di ogni vostra idea che vorreste venisse realizzata durante la vostra serata Presso : PARK CAFE’ VIA PARCO 51 – BIASSONO (MI) VI POTRANNO PARTECIPARE ANCHE GLI EX ZUCCHINI CHE VORRETE CONTATTARE E I VOSTRI PROFESSORI (cercate di farli venire!!) MI RACCOMANDO FATEVI BELLI !!!!!!! 5 ANCORA ‘STI COMUNISTI? EBBENE SI’… di STEFANO BIFFI II C Se qualcuno disprezza le generalizzazioni del tipo “chi è contro questo governo è comunista” e non vuole su di sé appellativi inappropriati, io, che comunista lo sono e dichiaratamente, non posso che essere amareggiato di fronte alla valanga di luoghi comuni che è di moda riversare sulla mia parte politica. Penso che chi condivide queste posizioni, si scorda di cos’è stato il comunismo in Italia. Comunista era la gran parte dei deputati che scrissero la nostra costituzione. Nel nome del comunismo hanno lottato tra gli anni ’60 e ‘70 quei lavoratori che hanno ottenuto tanti dei diritti sociali, sindacali, civili di cui oggi godiamo: dallo statuto dei lavoratori al divorzio, se vogliamo citare due esempi. Erano comuniste quelle ragazze e quelle donne che hanno portato avanti in quegli stessi anni il movimento femminista capace di conquistare la cultura della parità di diritti ed opportunità tra i sessi. E in nome del comunismo lottavano anche quegli studenti che ci hanno consegnato una scuola più moderna e libera, meno autoritaria, pubblica e aperta a tutti. *** Certamente il movimento studentesco dell’anno scorso è stato tutt’altra cosa: non era che una protesta contro una singola legge. Chi non se ne accorge ha seri problemi di percezione della realtà. Non c’era più nessuna rivendicazione comune al vecchio movimento studentesco e operaio. Eppure io credo che l’elemento che ha saputo tener vivi e attivi questi ultimi per più d’un decennio sia stata proprio la forza e la radicalità delle loro rivendicazioni. Noi che lottavamo contro un decreto, non appena i giornali hanno smesso di ricordarci la gravità e il danno infertoci da questa legge e di riportare notizia delle mobilitazioni, dopo uno o due scioperi, abbiamo abbandonato la protesta. Ben più difficile fu invece per i governi passati fermare chi era profondamente indignato dalle ingiustizie e dalle disuguaglianze delle cose presenti e lottava per una società più equa, in cui tutti godessero 6 realmente degli stessi diritti e in cui i lavoratori potessero democraticamente autodeterminarsi senza essere assoggettati e sfruttati da alcun padrone sia nei luoghi di lavoro che della politica. Se chiedete a me cos’è il comunismo vi rispondo ch’è tutto ciò che ho detto qui sopra. E sono d’accordo che il comunismo è fallito. Ma è fallito quando è degenerato nella violenza, nella repressione, nell’autoritarismo, nella burocrazia, nello stalinismo (ebbene sì, caro Nebu!!!), deviando e prendendo opposta direzione dal suo originale intento. Questo non significa però che sempre debba succedere così! Anzi credo che oggi non possiamo rinunciare all’aspirazione di instaurare un sistema alternativo e più giusto dell’attuale. Convinti di questo i partiti comunisti e, in generale, di sinistra, rimasti esclusi dal parlamento non hanno smesso di portare avanti le loro battaglie. I comunisti esistono ancora. Chiedetelo ai coraggiosi operai della Innse di Milano, che hanno occupato la loro fabbrica per continuare la produzione e non rinunciare allo stipendio, nonostante il padrone volesse chiudere tutto per fare speculazione edilizia. *** Ditelo ai lavoratori e ai compagni che in tutta Italia hanno costituito numerosi Gruppi d’Acquisto Solidale per chi non arriva a fine mese, in stile mutuo soccorso operaio dell’800. Siamo proprio retrogradi!Che dobbiamo farci? Spiegatelo a quel 9% di elettori che in Sardegna e Abruzzo, dove già ci sono state altre elezioni, hanno votato i partiti di sinistra che tutti insieme alle ultime politiche avevano preso il 3,08% rimanendo esclusi dal parlamento. *** Ma infondo che importa di cos’è un comunista, chi è e quanto conta! Il punto è ricominciare a fare valere la propria opinione. Oggi tutto quello che le autorità vogliono è ineluttabile. Ai tagli della Gelmini non abbiamo dato una risposta efficace. Di fronte alla gestione autoritaria della “ex-settimana delle gite”, mirata a mettere in sordina il dissenso sui 7 tagli alla scuola e inadatta a una compiuta espressione delle idee degli studenti, abbiamo accettato tutte le intenzioni dei professori. Per paura di ritorsioni, per indifferenza, per disorganizzazione non siamo più capaci di farci sentire, di dar peso alle nostre opinioni. Sarò anacronistico, ma io voglio ancora lottare e far sentire la mia opinione. Solo così possiamo ottenere un qualsiasi miglioramento. Io voglio ancora un movimento studentesco. LA SOTTILE LINEA TRA ATTO EROICO E ASSASSINIO di LUCA PINCELLI IIC Udine. Clinica “la Quiete”. Sono le 19:35 del 9 Febbraio. Eluana Englaro, dopo diciassette anni di coma cerebrale e stato vegetativo, dopo oltre dieci anni di morte clinica, si spegne definitivamente. La vicenda di Eluana, figlia dei friulani Beppino e Saturna Englaro, o , per meglio dire, la vicenda mediatica di Eluana, ha inizio nel 2001, quando il padre, consultando i pareri di diversi medici, comprende che la ragazza si trova ad un “punto di non ritorno”: il cervello è atrofizzato da almeno tre anni e non vi sono possibilità di “miracoli”. *** L’avvocato Beppino Englaro decide di chiedere che la volontà della figlia (espressa solo verbalmente) sia rispettata: avrebbe preferito morire, piuttosto che “vivere” senza rendersene conto. Le Istituzioni non rispondono alle prime richieste legali che la famiglia, anzi, il solo dottor Englaro (la madre di Eluana è stata colpita da una forte depressione dopo l’incidente della figlia) avanza. L’avvocato si trasforma in “guerriero”: decide di intraprendere una battaglia affinché le volontà della figlia vengano rispettate. Da questo momento la vicenda privata diventa di dominio pubblico, aprendo contenziosi di vario genere in ambiti diversi: il ruolo della Chiesa, la 8 legge italiana, l’atteggiamento delle Istituzioni , diventano fondamentali nello sviluppo di una questione così complessa e delicata. *** La Chiesa, pur affermando di non voler interagire nel caso di Eluana, attraverso i suoi vescovi, attraverso comunicati stampa, con i preti durante la messa, mediante gli articoli di “Famiglia Cristiana” afferma che “a nessuno devono essere negati cibo e acqua” (che, nel caso di Eluana, le venivano somministrati insieme ad altri medicinali per via di un sondino naso gastrico). Con queste dichiarazioni la Chiesa giustifica, volontariamente, atti e comportamenti vergognosi, come l’offerta di pagnotte davanti alla clinica dove si trovava Eluana Englaro, il blocco dell’ambulanza che avrebbe portato la ragazza (o, per meglio dire, ciò che ne resta) da una clinica ad un’altra: comportamenti con cui i “fedeli” cristiani si pongono sullo stesso livello dei fondamentalisti islamici tanto vituperati. Ma il problema non si esaurisce qui. *** Il Vaticano non ha soltanto fomentato (e continua a farlo) comportamenti ingiustificati a livello mediatico di individui bigotti e privi di informazioni, ma induce i credenti che siedono in Parlamento ad andare contro i principi di libertà e contro i diritti di cui dovrebbe godere ogni cittadino, ad impedire il varo di una legge che regolamenti situazioni di questo tipo, a pronunciare frasi ignominiose e senza senso (“Eluana potrebbe essere in grado di partorire”!). *** Tutto questo (l’ingerenza del mondo cattolico, le manifestazioni, gli scontri in Parlamento) avrebbe potuto essere evitato? Sicuramente sì. Beppino Englaro, come molti prima di lui, avrebbe potuto portare il corpo della figlia in Svizzera, dove avrebbero “staccato la spina” senza compiere alcun gesto illegale. Invece no. Ha scelto la strada più tortuosa e dolorosa. L’ha fatto per avere risalto mediatico e notorietà? O forse l’ha fatto per tutti coloro, genitori, parenti, amici, conoscenti, che hanno una persona a cui sono legati nelle stesse condizioni in cui si trovava Eluana? *** Molti hanno parlato di “assassinio”, di “abbandono” di Eluana da parte della famiglia e delle Istituzioni: a mio parere, se così fosse, l’”assassino” sarebbe il muro su cui si è schiantata la macchina della 9 ragazza diciassette anni fa e ad “abbandonarla” è stata la vita, in quel preciso istante, non i genitori. Essi hanno sempre voluto che la volontà della figlia fosse rispettata: l’avvocato Englaro ha sempre lottato (nel rispetto della legge) per chi si trova, si è trovato e si troverà nelle condizioni di sua figlia. *** Sperando che i suoi sforzi e le sue sofferenze portino ad una legge sul testamento biologico, possiamo solo, per il momento, applaudire e ringraziare l’avvocato, l’uomo, il padre, l’eroe Beppino Englaro. MEZZ’ORA D’ODIO di OLIVIA LONGONI IB Accendete la TV, inizia il telegiornale, mi raccomando, non perdetevi la vostra mezzora d’odio! Chi ha letto Orwell ricorderà questa singolare iniziativa, che prevedeva che tutti i cittadini del distopico regno del Big Brother vedessero ogni giorno un breve programma nel quale erano ripetute alla nausea le malefatte del grande quanto inesistente nemico pubblico Emmanuel Goldstain. Ovviamente questa pratica aveva lo scopo di catalizzare verso un obiettivo concreto la frustrazione e l’odio per un regime assurdo e invivibile, e sfogarlo attraverso manifestazioni verbali e fisiche, perché non esplodesse in situazioni più scomode. Da qualche mese in Italia guardando un qualunque telegiornale, non importa con quale parte politica simpatizzi, alla mente di un osservatore razionale , può tornare questo episodio letterario. Questi infatti una volta dedicata una parte dello spazio a notizie di interesse politico, ne lascia un’enorme porzione alla cronaca. *** Stupri, risse, rapine, scippi, omicidi colposi, persino incidenti stradali, nella stragrande maggioranza dei quali sono coinvolti cittadini extracomunitari. Tutti vedono il notiziario, e a tutti appare dunque 10 evidente come siano soprattutto “loro”, i non italiani, a rendere pericolose le “nostre” città. E così la gente preoccupata, tesa per il difficile momento economico e sociale che il mondo sta vivendo, frastornata dalle continue dichiarazioni del mondo politico sull’emergenza sicurezza, inizia a sentirsi sempre più rappresentata da quei partiti che promettono la sicurezza e la disciplina a ogni costo. E così nasce il reato d’immigrazione all’urlo di “sbattiamoli fuori”, si propongono ronde di cittadini volontari a quello di “proteggiamo le nostre famiglie”, e si diffonde la xenofobia a quello di “facciamoli fuori tutti!”. E intanto nel gran rumore di tutte queste grida finiscono per passare sotto silenzio i dati diffusi recentissimamente da Istat e ministero dell’interno che danno una visione più realistica della situazione. Prendiamo il tanto declamato esempio delle violenze sessuali, nel 2008, l’anno della cosiddetta emergenza criminalità, questi sono diminuiti quasi del 10% rispetto al precedente, e in ogni caso risulta che il 90% di quelli perpetrati e il 61% dei denunciati, sono i realtà commessi da italiani su italiane. *** Ma allora perché stando al nostro servizio pubblico di informazione le cose appaiono tanto diverse? La realtà è che le notizie devono necessariamente essere selezionate. E’ infatti impossibile raccontare nel breve spazio di un TG, o anche in quello più esteso di un quotidiano, la storia di ogni violenza avvenuta, nel 2007 ad esempio ne sono state segnalate 8749, ossia una media di 729 al mese. Il problema si trova dunque non nella quantità, ma nel tipo di selezione operata. Quando ad esempio un governo vuole far approvare in fretta una riforma giudiziaria che tolga autonomia ed efficacia al nostro sistema, ad oggi riconosciuto come il più formalmente indipendente della comunità europea, potrebbe trarre vantaggio dall’inserirvi provvedimenti che colpiscono quelle categorie che la 11 gente ha la stessa fretta di punire. Una simile strumentalizzazione però può venirsi a creare solo in un caso, come quello italiano, in cui le persone siano state fuorviate a tal punto da un’informazione malata da decenni, da diventare incapaci di riflettere con la propria testa su ciò che gli viene raccontato, incapaci di “cambiare canale”. *** E’ doveroso però aggiungere che, sebbene non rifletta l’isteria diffusa, un dato come quello sui delitti compiuti in Italia da stranieri, risulta comunque eccessivo sulla media europea. Questo non va però imputato, come da cliché, ad una maggiore presenza di extracomunitari sul territorio, ma a una differenza qualitativa. Le leggi Italiane infatti, nel tentativo di arginare l’immigrazione, anche regolare, hanno finito per rendere quasi impossibile venire in Italia a chi desidera rimanere nel rispetto di queste. Ad esempio per ottenere il permesso di soggiorno, è necessario dimostrare di avere già un lavoro regolare in Italia, ma essere assunto a distanza è impensabile anche per chi ha già parenti e conoscenti sul territorio, figurarsi per chi non ne ha. La lentezza del sistema giudiziario italiano, e la quasi inesistenza della certezza della pena, rendono invece le cose facili a chi emigra con l’intenzione di delinquere. Poiché il passaparola esiste anche nella malavita straniera, questo tende a portare in Italia non più emigranti, ma i peggiori tra loro. CRISI? COSTRUIAMO IL FUTURO di JAKOB PANZERI IIA Ricordo una favola di Esopo tradotta all’inizio della quarta ginnasio: un anziano padre, in punto di morte, rivelava ai suoi due figli che nelle viscere della terra del loro campo era stato sepolto un tesoro preziosissimo. Costoro, officiate le offerte funebri, armati di vanghe e zappe si erano subito diretti al campo e pur scavando ininterrottamente non ottennero nulla. I giovani rimasero delusi perché non avevano trovato uno scrigno ripieno di talenti e mine d’argento (come la loro immaginazione poteva suggerire), ma in realtà avevano trovato il tesoro ed esso non era altro che il lavoro. *** 12 Quanto mai primaria nei nostri telegiornali e non solo è divenuta la crisi economica (la peggiore dal 1929) e mi sembra necessario dedicarle un po’ di spazio anche grazie al pensiero di Adam Smith. Con la scrittura delle “Ricerche sopra la natura e la causa della ricchezza” (1776) è considerato a buon diritto il padre del Liberismo. La riflessione di Smith, come ben espone lo storico De Bernardi, prevedeva come fattore ultimo della ricchezza delle nazioni non la fertilità della terra, come precedentemente affermato dai fisiocrati, ma il valore creato dal lavoro. La vera ricchezza non sarebbero infatti le aleatorie cifre di Wall Street che, come una molla appesa ad un soffitto salgono e scendono (anzi, adesso scendono e basta) ma la nostra creatività, la nostra intelligenza e la nostra produttività. *** Questo è un pensiero che mi ha sempre colpito e di cui ho trovato conferma in una conferenza tenutasi il 27 febbraio all’auditorium di Cernusco Lomabardone, ridente paesino della Brianza, da Maurizio Lupi, vice-presidente della Camera e Don Inzoli, presidente del Banco Alimentare . Il banco alimentare, per chi non lo sapesse, organizza la nota colletta che si tiene nell’ultimo sabato di novembre. Raccontava Don Inzoli che tempo fa aveva dovuto presentare in Parlamento questa attività e lui si era diretto a Montecitorio abbastanza spaventato: in un posto dove, purtroppo, basta che un gruppo proponga un’idea e necessariamente questa idea diviene negativa per l’altro gruppo, si aspettava di certo di ricevere qualche critica o qualche “ah”. La sua preoccupazione era cresciuta ancor più accorgendosi che un altro stava esponendo il suo discorso, cosicché , improvvisando, si era messo a parlare dell’Educazione datagli da sua nonna. “Quando qualcuno bussava alla mia casa a chiedere qualche elemosina, mia nonna dal portico mi diceva “Corri”. Solamente la parola “Corri” e nient’altro. Io mi precipitavo in cucina e preparavo una misura di farina, ma non come faceva il venditore, scuotendo gli strumenti perché ce ne andasse giusto il necessario, ma anzi schiacciando la farina con le mie manine di bimbo perché potesse andarcene di più”. *** 13 Inaspettatamente, da ogni ala del palazzo, indipendentemente dal colore politico, si era levato un coro di applausi. C’è dunque qualcosa nei cui confronti l’uomo non può che piegarsi e riconoscere una Presenza ed in particolare questo misterioso qualcosa è la Carità. Attenzione: non illudiamoci che carità significhi dare una monetina all’indigente “Se anche dessi tutti i miei beni ai poveri, ma non avessi la Carità non sono nulla” (Paolo di Tarso, lettera ai Corinzi): essa in realtà è un atteggiamento di vita! *** L’onorevole Lupi ha quindi giustamente completato il discorso affermando che la vera risposta- fate attenzione -la vera risposta alla crisi economica non può venire dall’economia ma dalla morale (un tempo l’economia era un ramo di filosofia morale) e dalla riscoperta di due valori fondamentali: il Lavoro e la Sussidiarietà. Giustamente i governi sono intervenuti promettendo aiuti, cercando di incentivare la concorrenza o nazionalizzando le banche ma ci deve essere qualcosa di più per non ricadere nei nostri errori: fondare una nuova casa sui Valori che sempre di più un pensiero dominante , il cui egoismo trionfa in un nichilismo vacuo ed in un relativismo che soffoca il cuore dell’uomo , vuole oscurare, illudendoci in un pericoloso vuoto delle virtù che invece sono soprattutto atti concreti e sentiti. *** Voglio infine concludere con le parole espresse da Carducci nell’Epistola ai giovani ed indirizzate proprio a noi: “O giovani, amate la Cultura non per la gloria o il vantaggio che essa potrà procurarvi, ma perché essa è la più alta espressione del valore dell’uomo. Amate la Patria e credete: credete nella Giustizia, nell’Amore, nella Bellezza , nella Verità e allora avverrà che la Patria vi elogi, l’Arte vi conforti e la Cultura vi salvi”. Vediamo di metterle in pratica. ROUGE BAROQUE di JAKOB PANZERI IIA Cari lettori, sono stato veramente dubbioso sulla scelta del personaggio di questo mese. Quale figura infatti potevo elevare a portavoce del Secolo delle grandi Meraviglie e delle grandi contraddizioni, della nascita della 14 politica e della filosofia moderna ma anche periodo in cui la crisi diventa sistema, secolo della grande rinascita spirituale controriformistica ma anche dell’Inquisizione, tempo della curvilinea linea barocca non scevro di tormentose horrendae guerre? *** Ero intenzionato a parlarvi di uno smilzo ebreo di Amsterdam che si chiamava Benedetto ma fu per tutta la vita maledetto e che cercava di superare la situazione contingente per elevarsi ad essere una parte dell’infinito universo e per sentirsi roteare armonicamente con i satelliti dei pianeti nel grande calderone dell’universo. Personaggio singolare, che viveva di passione e si manteneva molando lenti; mi sarebbe piaciuto insieme a Benasayang e Smith parlare dell’analisi delle passioni tristi, un ottimo saggio di ispirazione spinoziana che ben si sofferma sui comportamenti della nostra generazione. All’ultimo momento, accingendomi a scrivere queste righe, ho abbandonato però Spinoza che forse riesumeremo in qualche altra puntata e ho accarezzato l’idea di parlare di lui, sì, proprio di lui! “Bisogna raggiungere il traguardo come fanno i canottieri, girandogli le spalle”. *** La personalità di cui voglio parlarvi oggi nacque a Parigi il 9 settembre 1585 e il suo castello di famiglia era situato fra la Turenna e il Poitou, accanto alla più mitica nell’immaginario collettivo che storica Poitiers che vide l’affermarsi di Carlo Martello sugli Arabi bloccando l’avanzata dell’Islam in Occidente. La pianura di Faye-la-Vineuse, dove correva immerso nei suoi giochi infantili, era chiamata “la piana dei morti”. A cinque anni venne a mancare la figura paterna e il nostro rimase in balia di una madre che, a causa di parti difficili, aveva subito numerosi traumi. Tutti i figli ne furono danneggiati: la prima, Nicole, morì pazza, il fratello maggiore Alphonse credeva di essere Dio padre e il nostro personaggio, più modestamente, immaginava di essere un cavallo e in camera sua galoppava, nitriva e tirava calci ai servi che lo legavano ad una finta greppia aspettando che smaltisse la crisi. Ma pensando a lui non posso che immaginarlo in questo modo, mentre, anni dopo, gira sospirando nella sua camera reale accarezzando dolcemente con il dito indice la copertina rugosa di qualche antico codice o eleva gli occhi ad un quadro di Tiziano riflettendo sulla caducità e l’effimerità umana. Fin da giovane la sua estrema fragilità lo spinse a migliorarsi, adottando un forte autocontrollo e una disciplina straordinaria. Studiava almeno dieci ore al giorno e pativa 15 quotidianamente di emicranie, “febbriciattole” e nevralgie ma nonostante tutto ciò il bilancio della sua giornata era superlativo. *** Bello, tenace, determinato in ben poco tempo scalò ogni classifica e titolo divenendo Ministrante e Primo di Francia. Re Luigi XIII diceva spesso: “Lui è la mia volontà”. Non fidatevi dei vostri libri di storia che pretendono, per esigenze di programma, di liquidare il nostro personaggio in una decina di righe enunciandone peraltro solo i lati negativi; quest’uomo aveva un sogno, un grande disegno, che era anche una categoria dello spirito: voleva fare l’Europa! Perciò si legò alla Svezia di Gustavo Adolfo e sostenne la Germania, un gigante diviso in modo ridicolo: 343 stati divisi a loro volta in 41.000 signorie. Trascinò l’Europa in un vortice di conflitto e violenza chiamato “Guerra dei Trent’anni” e organizzata contro quegli stessi che per ideali e principi avrebbe dovuto semmai difendere e inoltre lui che sotto Enrico IV aveva sostenuto l’Editto di Tolleranza, reagì alle insubordinazioni ugonotte semplicemente spazzando via La Rochelle in meno di quattordici mesi. *** Ma questa volpe in rosso fu a buon diritto il primo padre dell’Europa e il più grande statista all’alba del mondo moderno. Scrive Saint-Aulaire: “Questo fondatore dell’assolutismo monarchico divinizzando il re lo ha disumanizzato allontanandolo dal popolo e fornendogli una mistica, quindi fornendo una mistica anche il popolo. Il grande cardinale sarebbe quindi, inconsapevolmente, anche l’ispiratore della Rivoluzione del 1789” . Ma è con questa frase che soprattutto voglio ricordarlo: “L’ambizione senza avere il talento è un crimine, l’ambizione avendone la possibilità è un dovere” . Il nostro personaggio creò l’Accademia Francese e la spalancò al merito annullando i privilegi di nascita e della fortuna ( e quanti ne approfittavano li sottometteva direttamente all’esecuzione capitale…). Chi è dunque il nostro personaggio? Ringrazio lo storico Guido Gerosa da cui ho ripreso molti elementi e vi esorto a leggere l’ottimo saggio “Il Re Sole” dello stesso autore. La risposta al quesito dello scorso mese era Pericle, come hanno giustamente suggerito Chiara Danielli e Giulia Colombo di IIG. L’ANGOLO DI PETER PANDA di GIULIA GENNARO e GIULIA SPINELLI IIC 16 -MAI MULA’! TEGN DUR!Sono sconvolta da certe affermazioni che sento dire, sconvolta dall’ottusità di certe persone. E dato che spesso lo sdegno porta al turpiloquio, per evitare che io mi lasci eccessivamente andare, lascio la parola a chi, certamente con più finezza di me, riesce a dire certe cose. Imbraccia il fucil, prepara il cannòn, difendi il verdano dai riccioli d'or. Espelli il negron, inforca il terron, e servi il tuo popolo con fulgido amor. Anche se sono del Gargano sogno di diventare verdano, mamma, asciugati le lacrime porto le mie natiche in fabbriche che non abbiamo. Mollami la mano, dico, mollami la mano, che da quando sono nato bramo lo stato verdano. No, non amo ciò che è sotto il mio meridiano, da piccolo odiavo l’inquilino del primo piano. Sul banco tracciavo linee di confine, di Raykard e Gullit niente figurine. Bambini e bambine in cortile, io verde di bile, col monopoli mettevo in prigione le mie pedine. Bene, sto bene nel mio ruolo, volo, non sono solo, siamo uno stuolo. La Verdania chiama “All’armi!”, mi arruolo, con la mia divisa cetriolo io: voglio una verdania secessionista,con una bandiera secessionista, una fidanzata secessionista con cui fare l’amore secessionista, un appartamento secessionista con arredamento secessionista, raccolta di rifiuti secessionista. Noi marcerem verso Roma ladrona, perché chi va a Roma prende la poltrona. All’inizio quel tizio che s’attizza al comizio pare un alcolista alla festa di San Patrizio, parla da un orifizio sporco di pregiudizio, pubblico in prestito dal museo egizio. Ora capisco quanto aveva ragione, ora che sono soldato di stato senza meridione, ora che è finita la carta del cesso, ma fa lo stesso, tanto ci ho messo la costituzione. Ora che la mia ambizione è fare la pulizia, primaverile o etnica che sia, la farò, il manico ce l’ho duro perciò scoperò dove si può per il potere dell’ampolla nel Po. Il popolo verdano smania per la separazione dall’Italia che dilania. E se cade il muro in Germania chi se ne frega io lo innalzo in Verdania. 17 Conquisteremo la Rai lottizzata per sistemare i nostri direttori di testata. Io voglio diventare un verdano avvinazzato, sputare parlando un italiano sdentato. Io, servitore di uno stato dove chi non è come me viene discriminato. Voglio sbandierare commosso un tricolore senza bianco, né rosso. Voglio lodare il deputato esaltato, che vuole l’immigrato umiliato e percosso . Voglio denigrare le prostitute, disinfettando i treni dove sono sedute. Questione di cute su cui non si discute sono puro come l’aria, tutta salute. Voglio giurare fedeltà al senatùr, voglio vendicare la mia Pearl Harbour. Roba da fare rivoltare nella tomba Gaetano Salvemini ed il conte di Cavour. Allora fate come me: Tutti in Verdania. Italiani: Tutti in Verdania. Ottomani: Tutti in Verdania. Venusiani: Tutti in Verdania. Andini e Atzechi: Tutti in Verdania. Kazachi ed Uzbechi: Tutti in Verdania. Arditi e Galati: Tutti in Verdania, dove si lavora si guadagna e si magna! Imbraccia il fucil, prepara il cannon, difendi il verdano dai riccioli d'or ,espelli il negron,inforca il terron e servi il tuo popolo con fulgido amor. Meditate gente, meditate. Ovviamente, a onor della democrazia, si aspettano obiezioni sensate. FAMIGLIA “MULINO BIANCO” vs FAMIGLIA POMPONAZZI -Con la gentile collaborazione di Pier che mi ha dato l’ideaIl bagno al cane Famiglia Mulino Bianco Piove a dirotto; Gianni e Senofane ritornano dalla consueta passeggiata. Nonostante il cappottino impermeabile antipulci e allontanagatti, e nonostante Gianni l’abbia portato in braccio per buona parte della strada (non sia mai che prendesse un raffreddore bagnandosi le zampine), l’adorabile cagnetto appare leggermente umido e spettinato 18 La casalinga li accoglie con entusiasmo, quindi dopo averlo esaminato con attenzione, decreta che Senofane ha proprio bisogno di un bel bagno, in quanto il suo pelo non può rischiare assolutamente di rovinarsi. Tutta la famiglia si mobilita allegramente; Gianni riempie la vasca, mentre Martino e Pierino scortano il cane nel bagno. *** La moglie arriva per ultima, brandendo un boccetta di shampoo BAU ( Bollicine Antiarricciamento Ultraliscianti), raccomandato addirittura dal commissario Rex, quindi si inizia. Il cane viene cosparso a ripetizione di schiuma rosa, sciacquato, pettinato e asciugato in circa un quarto d’ora, senza che si muova di un millimetro o che una goccia d’acqua cada sul pavimento immacolato. Il trattamento di bellezza termina con una spruzzata di Brillantina Rintintin (lucida il pelo in un minutin). Senofane, alquanto compiaciuto per le attenzioni ricevute , e stando ben attento a non sciuparsi il fiocchetto azzurro al collo, si accomoda elegantemente sul divano. Gianni, la moglie e i figli lo ammirano estasiati. Famiglia normale Piove a dirotto, ma naturalmente Gianni e Fido se ne sono accorti dopo essere usciti di casa. Tornano dalla passeggiata bagnati fradici e decisamente inviperiti (soprattutto Gianni). La moglie rincara la dose dandogli del distratto cronico e accusandolo di non curarsi a sufficienza dell’animale. Gianni non fa in tempo a liberarsi della 19 giacca bagnata che viene chiamato dai figli per aiutare a fare il bagno al cane. La situazione appare già alquanto critica: la moglie cerca di convincere il cane (che non ne vuole sapere) a stare seduto nella vasca, Pierino continua a farsi scivolare il sapone dalle mani e Martino ha in mano dodici asciugamani che non sa dove appoggiare. –Papà, prendili tu!- dice piazzandoli in mano a Gianni –Qualcuno ha visto il sapone??- chiede Pierino –Gianni!!! Vieni a darmi una mano!!!strilla la moglie. Gianni prova a raggiungerla ma scivola sul sapone che, guarda un po’, era schizzato proprio ad un centimetro da lui. Cercando di tenersi in equilibrio fa cadere tutti gli asciugamani nella vasca con il cane. –Gianni!! Quelli non dovevano essere lavati!!! Stai un po’ attento!!!Entrambi i genitori tengono fermo il cane, mentre teoricamente Pierino lo insapona e Martino lo sciacqua. Dopo due ore, il bagno è in uno stato pietoso, Gianni è più bagnato di quando era arrivato a casa, Pierino e Martino si accusano a vicenda di essersi tirati il sapone negli occhi e la madre, in preda allo sconforto, sta provando a calcolare il tempo che impiegherà a pulire tutto da cima a fondo. L’unico soddisfatto è il simpatico Fido, che si sta divertendo un mondo a scrollarsi ogni volta che lo bagnano. Alla fine Gianni riesce a calmare i figlioli e li caccia fuori con il cane al seguito. Quindi a sua volta viene cacciato dalla moglie, ormai disperata e pienamente consapevole che nemmeno con il nuovo detersivo maciullamacchie e sbriciolabatteri riuscirà ad ottenere buoni risultati in tempi utili. Nel frattempo ha smesso di piovere; i bambini lasciano uscire il cane, che va a tuffarsi nell’unica pozzanghera fangosa in tutto il giardino. SORRIDIAMO: LA (SUR)REALTà DEL GRANDE SCHERMO di CLARA DEL GENIO VA Avete mai contato tutti i film che avete visto in vita vostra? Sarebbe impossibile, non è vero? Ormai la prima cosa che fanno quando ci portano a casa dall’ospedale è appiopparci davanti ad un televisore. Dopo la prima centinaia di film visti, diciamo verso la fine delle elementari, iniziamo ad accorgerci di piccoli particolari surreali che accomunano ogni pellicola all’altra. Alcune cose le abbiamo viste così tante volte che non ci accorgiamo neanche della loro assurdità, o addirittura, siamo convinti succedano anche nella vita vera. Ad esempio, prendiamo i film di genere romantico. Di solito il film inizia con due persone che si odiano, e finisce con queste due persone in procinto di sposarsi. (Aha, certo, io sarei già sposata con 20,30 persone.) Se la ragazza è bruttina, un magico make-over la trasforma in una principessa semplicemente cambiandole taglio di 20 capelli e togliendole gli occhiali. Nelle scene di sesso lei ha imperativamente addosso il reggiseno, e tutti i letti sono forniti di lenzuola a L, in modo tale che arrivino alla donna fino alle ascelle, all’uomo fino alla vita. Piove sempre come sotto la doccia, e l’uso dell’ombrello viene completamente dimenticato. Ci si sveglia la mattina ben truccate e con i capelli freschi di messa in piega, e ,una volta applicato, il rossetto ha capacità indelebili. E ancora, i capelli resistono a qualsiasi agente atmosferico, e non importa se avete guidato per 340 miglia sotto il cocente sole del Mexico in una macchina decappottabile, sembrerete appena uscite da un Jean Louis David. Mentre siete di ritorno dal supermercato, vi scontrerete sicuramente in un uomo bellissimo: l’intero contenuto dei sacchetti si riverserà sul marciapiede e lui vi aiuterà a raccogliere le cose; state sicure che ve lo troverete fra i piedi per il resto della vostra vita. Se siete una donna single avete un gatto, se siete un uomo single avete un cane. Quando spegnete la luce nella vostra stanza da letto ogni cosa è comunque visibile, solo un po’ più blu. La sveglia suona alle 6:00, ma fuori c’è già un sole splendente. Se l’uomo della vostra vita non vi vuole, è obbligatorio mangiare gelato direttamente dalla vaschetta. Quando lei e lui si baciano, il piede di lei si alza in automatico. *** Se alloggiate a Parigi, dalla finestra c’è sempre una vista magnifica della Torre Eiffel, in qualsiasi quartiere vi troviate. Nei film adolescenziali e per bambini, se organizzate una festa perché i vostri genitori vanno in vacanza in Botswana, la casa viene semi-sfasciata, e state certi che mamma e papà torneranno a casa durante il party. Vostra madre cucina sempre l’ira di Dio a colazione, ma nessuno dei membri della famiglia riesce a mangiare più di un toast, causa ritardo. Il bullo della scuola ha sempre una camiciona da boscaiolo. Il ragazzo/a per cui avete una cotta compare per la prima volta in slow motion. Alle feste si è soliti invitare almeno 2 o 3 rappresentanti di ogni tipo di stereotipo, e si beve sempre da bicchieri di cartoncino rosso. Le persone stupide hanno sempre problemi alla struttura dentale, i secchioni hanno sempre gli occhiali. Il bambino che consegna i giornali li lancia dalla bici e centra sempre teste, finestre, e oggetti fragili. Se trovate una domanda a questa risposta, vi dedicheremo una festa nazionale: nei musical, come diavolo fanno le persone che vi circondano, conoscenti e non, a sapere perfettamente non solo la canzone che state cantando, ma anche i passi di danza? Gli horror, i thriller e i polizieschi sono anche peggio. Le macchine non hanno mai bisogno di benzina, ma non se state viaggiando in piena notte in luoghi deserti, sotto la solita pioggia torrenziale, e siete nelle vicinanze di un luogo abitato dal diavolo o da uno psicopatico in cerca di vittime, e l’unico benzinaio è a 2 giorni di cammino. Se fate l’autostop, il 99% delle volte siete una bella ragazza che verrà squartata in due da chi offre il passaggio. Le domande retoriche “C’è nessuno?” e “Sei tu, caro?” sono sempre pronunciate con un sottofondo musicale inquietante. Quando l’assassino entra in casa, siete normalmente in bagno, o nella doccia, o davanti allo specchio. Una bambina assatanata ci sta sempre. I cellulari non prendono mai la linea nei momenti di massimo pericolo, ma se dovete fare la ricerca che vi porterà al colpevole, si collegano ad Internet senza problemi. Tutti i numeri iniziano con 555, e a fine conversazione si attacca senza salutare. Appena cadete per terra vi ricopri di sporcizia e tagli (il più gettonato è quello sul sopracciglio). 21 I datori di lavoro, soprattutto gli ufficiali di polizia, indossano solitamente camicie e bretelle. Se state inseguendo un criminale, provocate tutti gli incidenti possibili sfasciando macchine come se fossero cartoni del latte, e la cosa non vi sfiora minimamente. Legge di Sylvester Stallone: in una sparatoria, è più probabile che il buono riesca ad uccidere 20 cattivi armati, e non viceversa. Legge di Jackie Chan: gli scagnozzi del vostro nemico vi accerchieranno ma aspetteranno il loro turno per colpirvi, invece di colpirvi tutti assieme. Si riesce sempre a trovare parcheggio davanti all’edificio in cui si vuole accedere. Le bombe hanno sempre un display con il timer, e il filo rosso è sempre quello da tagliare. Le porte sono facilmente sfondabili, e le serrature si possono manomettere con una qualsiasi carta di credito/forcina. Quando pagate un taxi, allungate i soldi dal portafoglio senza realmente badare alla cifra, e non c’è mai bisogno di resto; in altre situazioni, appena aver pagato, dite: “Tieni pure il resto”. Se siete dei poliziotti, avete problemi con i vostri colleghi, vostra moglie, i vostri figli e riuscirete a risolvere il caso solo dopo che sarete sospesi. Il sistema di ventilazione è sempre l’unica via d’uscita/entrata/nascondiglio. Durante le investigazioni è obbligatorio visitare almeno una volta uno strip club, e le spogliarelliste sono sempre delle gran figone. A nessuno viene in mente di disarmare il nemico con un colpo alla mano. Potrei andare avanti per anni ma non ho tempo di invecchiare davanti al pc. Queste incongruenze ci passano davanti ogni volta che andiamo al cinema, che prendiamo in mano il telecomando, che apriamo il lettore dvd, eppure non tutte ci cadono all’occhio. Per quanto siano assurde non turbano la nostra razionalità, e questo proprio perché per riposare le menti, per farle evadere dalla realtà di tutti i giorni, le facciamo accomodare in realtà surrogate, mondi che hanno leggi fisiche diverse dal nostro, leggi che ormai conosciamo e sentiamo familiari; se cambiassero, forse non apprezzeremmo le visioni più come prima. Noi sul divano viviamo una normalità ricca di stranezze, e loro sullo schermo stranezze glassate di normalità. I luoghi comuni e gli stereotipi che troviamo all’interno delle trame sono sicuramente da criticare, ma il cervello ha bisogno, ogni tanto, dopo i tanti pasti scolastici dal sapore non sempre gradevole, dessert mentali costituiti da film ampiamente prevedibili. (Ma Balda sostiene che non si può andare a vedere Watchman, e chi ha capito ha capito.) LIFE IN TECHNICOLOR di MATTEO MONTI VG Quando sei felice, una giornata è generalmente limpida, il sole brilla ovunque, tutto è più colorato, le persone più sorridenti, trovi soldi per terra e la sera vai a letto felice. Quando una giornata non è andata bene, solitamente a fare da cornice al tutto c'è una bella cortina grigia, insignificante, e quando le cose non sono abbastanza sfortunate, immancabile è l'intervento di un temporale, che ti fa rimpiangere il tuo ottimismo nell'aver lasciato a casa l'ombrello. 22 Caso o coincidenza? In che modo il tempo atmosferico condiziona le nostre esistenze? *** La mattina, quando si viene dolcemente svegliati dall'amorevole sveglia, graziosa compagna del nonsonno, una persona normale si dirige mogia verso il suo caffè, guarda fuori dalla prima finestra che incontra e compie un rapido calcolo mentale. Normalmente è troppo buio fuori per distinguere il cielo, così la questione tempo viene rimandata a più tardi. Non appena si fa più chiaro, si riavvicina alla finestra, guarda fuori e vede quale tempo dovrà aspettarlo al di fuori della casa. Ebbene, in questo momento si presenta il bivio cruciale della giornata di questo individuo. Se troverà il sole, sarà di buon umore, affronterà la giornata con dinamismo e reattività, saluterà tutti con allegria e ci proverà con la barista del bar dove mangia in pausa pranzo. Se invece troverà la pioggia sarà svogliato, farà le cose senza motivazione e troverà ogni pretesto per distrarsi e fare altro. *** Inevitabile in quest'ultimo caso è la mazziata da parte di qualcuno, il lavaggio completo con risciacquo di un gentile automezzo guidato da un piacente automobilista, che per amore dei suoi colleghi guidatori, si occupa di svuotare le pozzanghere. Però ci sono altri pericoli per l'umore di una persona oltre al tempo, pericoli che trovi agli angoli delle strade o nelle stazioni. Infatti, mettendo caso che il nostro individuo, partito in quarta di ottimismo sulla superstrada della felicità, nel percorso verso il lavoro trovi uno di quegli ometti che solari gridano "Buongiorno !" e ti distribuiscono il giornale, allora quel medesimo individuo che all'uscita da casa era così felice, incontra un altro ostacolo nella sua giornata gioiosa: la 23 distribuzione dei quotidiani gratuiti, contenenti oroscopi che sicuramente non potrà fare a meno di leggere, condizionandosi il modo di vedere la giornata. "Scorpione: state attenti a evitare le luci troppo forti, la contrapposizione di Urano in Venere potrebbe causarvi acidità di stomaco e gonfiore. L'amore procede bene, verso sera avrete uno slancio di passione, rose rosse e tanto vino per concludere in bellezza. Benessere: Aragosta e ostriche con estratto di Sodio sciolto in una tisana al Jing Seng”. Se il tale ottimista prenderà bene quest'oroscopo, vivrà la sua giornata tranquilla, se però vedrà in serio pericolo la sua salute, non sapendo come procurarsi l'estratto di Sodio, telefonerà all'amica, che telefonerà all'amica, che dirà di conoscere un tale cugino della sorella dello zio di una cartomante. Così deciderà di andare ad un appuntamento, posticipando il lavoro, e mentre l'esperta divinatrice dispone le carte, lui vede la famosa Luna Nera. Parlare delle sue vicende dopo la scoperta del malocchio sarebbe troppo lungo, vi dico solo che questo tale, dodici anni dopo, si trovò a lavorare nelle miniere del Sichuan, in Cina, con una cicatrice sul volto e una benda, con la Luna Nera tatuata sul suo nuovo tricipite. Penso che non ne valga la pena di farsi condizionare, sempre che non vi interessi la vita da minatore! LE MIE RAGIONI di ALESSANDRO GEROSA IIG In questo breve articolo cercherò di esporre le motivazioni che hanno portato me, Alessandro Frigerio e Marco Nebuloni a dimetterci da membri della commissione per organizzare la cogestione. Primariamente, una necessaria premessa: le nostre dimissioni non sono state in alcun modo causate da (né hanno causato) diverbi con gli altri membri della commissione. Pur nella diversità d’opinioni, vi è stata e c’è tutt’ora rispetto per le decisioni prese. Detto ciò, passiamo al cuore dell’articolo. Tutte e tre le componenti che hanno lavorato a questa cogestione (“settimana di sospensione dell’attività didattica ordinaria”, questo era il nome ufficiale), ovvero 24 gli studenti, i genitori ed i docenti, sono partiti da un documento, scritto in data 10 Dicembre. Fu proprio questo foglio, stilato ancora nel corso delle trattative per il blocco delle gite, che aprì ad una cogestione: con esso, invitammo alla creazione di una commissione che organizzasse tali giornate, e chiedemmo ai docenti di esprimere i propri membri. Questo documento, voglio ricordare, fu approvato sia dal comitato studentesco, sia dal collegio docenti. I problemi sono insorti quando, clamorosamente, i professori hanno disatteso quel testo che essi stessi avevano approvato, andandovi dichiaratamente contro; il tutto quasi “dimenticandosi” di esso, per quanto possa sembrare strano. Così, quella commissione che inizialmente era stata intesa per l’organizzazione di una cogestione, e che solo per comune accordo delle parti, ciò è estremamente importante, era stata posta nella settimana delle gite (lo stesso preside, quando andai per chiedere un’assemblea del comitato proprio per approvare quel famoso documento, mi disse di “porre quell’attività alternativa nella settimana del 16-20 Marzo”, testimoni tutti i rappresentanti a cui riportai la cosa in assemblea), si trasformò in una commissione per l’organizzazione della sospensione dell’attività didattica ordinaria, già prevista dal Consiglio d’Istituto per quella settimana. Stop. Quel famoso documento originale, dunque, era al pari di carta straccia.Già di per sé, questo è un fatto che non può essere tollerato: significa non avere rispetto per le altre parti in causa e venire meno a quel principio fondamentale in ogni discussione, ovvero l’eguaglianza delle componenti. Nel nostro caso, invece, c’è stata una componente che si è ritenuta superiore alle altre, decidendo il bello ed il cattivo tempo. L’abbandono di quel documento come testo di riferimento, non a caso, portò alla dimissione dell’intera componente genitori. Attraverso un bellissimo documento, che per motivi di spazio non è possibile pubblicare, arrivato ai membri della commissione, essi decisero di più partecipare alle assemblee, proprio perché quel documento da cui si era partiti era sparito senza lasciar traccia, e così i suoi contenuti. Ma quali contenuti sono venuti meno? Eccoveli in una serie di punti: - Che questa “attività alternativa”, avesse come tema centrale “le tematiche legate alla problematicità del sistema scolastico e sua relazione con la società e l’economia”. In parole povere, era necessario che la scuola si schierasse in merito a decisioni politiche, ed in particolare alla “Riforma Gelmini”, cosa tra l’altro già avvenuta nel nostro istituto, da parte di tutte le componenti scolastiche. - Che “veda protagonisti gli studenti che, in collaborazione con i docenti e genitori disponibili, siano effettivi artefici di un momento di partecipazione democratica ed elaborazione collettiva”. - Che “tutto dovrebbe infine confluire in un momento pubblico da definire, aperto alla cittadinanza ed indirizzato agli organi competenti (ministero?)”. 25 Questi sono contenuti caduti nel dimenticatoio. Per quasi un mese abbiamo posto domande in merito ai docenti, ricevendo attenzione solo nell’ultima assemblea, indetta dal preside: le risposte ottenute, però, erano quasi totalmente in disaccordo con i contenuti stessi, che invece dovevano essere rispettati. La cosa forse più fastidiosa per noi, è che, domandando esplicitamente alla Professoressa Magni, alla stessa assemblea, quale fosse il motivo per cui il collegio docenti non abbia più tenuto conto di quel documento, la risposta non vi è stata del tutto. È stato risposto che alcuni professori sono comunque disponibili a trattare l’argomento della Riforma Gelmini durante la settimana, ma ciò, ovviamente, non è quanto stabilito dal documento. Tutti questi eventi, già di per sé scandalosi, sono da sommare ad una politica, del tutto simile a quella dei docenti, da parte del preside, che riteneva di prendere decisioni da sé, senza comunicare i propri dubbi e le proprie motivazioni ai membri della commissione incaricata. All’assemblea indetta dal preside stesso, l’intenzione specifica era quella non di dialogare, ma di affermare autoritariamente i propri punti (“quest’assemblea non è un’aula parlamentare” o simile, è stato affermato dallo stesso preside, proprio in apertura). Questi sono i motivi che ci hanno portati a ritenere non più proseguibile il dialogo, e ad abbandonare per protesta la commissione organizzativa, che da altri intenti ed intenzioni era partita. A queste condizioni, noi non ci stiamo. Non ci possiamo stare. PS ad ogni modo speriamo che questa settimana riesca nel migliore dei modi, se non altro, per non perdere inutilmente del tempo che poteva essere utilizzato didatticamente, una volta esclusa la matrice politica, in maniera più proficua (corsi di recupero mattutini?), oppure conservando l’intento di protesta poteva essere impiegato per una autogestione. PENSIERI SPARSI I’M USED TO GO ASTRAY di BENEDETTA RATTI IG Oggi vedo blu di Prussia. Ma anche col verde non si scherza, però sono troppe le tonalità tra cui scegliere. E non difendo i più deboli, sia chiaro. Difendo solo chi mi è simpatico. Tu no, ad esempio. E se è vero che la via dell’eccesso porta al palazzo della saggezza, qui la più saggia tra noi due sono io. E non mi dire che non sono abbastanza convincente. Perchè anche se il vento non mi ascolta e continua a soffiare, non significa che non abbia il potere di farti fare quello che voglio. Ma il punto alla fine è questo. Non ne ho voglia. Il mondo oggi è di un blu troppo scuro, non ha niente a che fare con me. 26 E sì, forse sono un po’ troppo egocentrica. Ed è anche vero che l’amore di sé stessi, assunto come principio di azione, è l’origine di ogni male. Ma ciò non dimostra nulla.Solamente che seguo le lezioni di religione. Sarebbe bello riuscire a smettere di pensare. Perché è questo che mi rovina, ogni volta. Se solo potessi imparare a non cadere, allora saprei già volare. Se solo potessi imparare a non fare del male alle persone, allora avrei già smesso di soffrire. Se solo potessi imparare a fare buon uso delle mie parole, allora avrei già smesso di scrivere. Se solo potessi imparare a essere me stessa, allora saprei già cambiare. E se solo potessi sussurrare di aver seguito un serpente sibilante a sonagli, che strisciava, sibilando con i suoi sonagli, verso un sasso situato su un selciato sassoso di Salsomaggiore, sarei assolutamente soddisfatta di codesta visione. Ma questa è un’altra storia. Il succo della questione è che è rimasto solo il gelato al limone. E io volevo quello alla fragola. Ma alla fragola sono allergica. Chiaro no? Non posso avere quello che voglio. E mi sto abituando ad accontentarmi di quello che ho. Che poi non è sempre la cosa giusta. E non è che ho perso la speranza. Ma oggi è domenica, ed è andata in vacanza. Perché non ha più senso rompere lo strato di ghiaccio della fontana con il tacco degli stivali. E non è una metafora. Il giorno più crudele è passato. Puoi anche smettere di proteggerti. Almeno tu. I tempi sono cambiati.Cleopatra incontra il suo Antonio al Tridente. Leggere Omero fa più ridere di Zelig. Adriano Celentano è il legittimo erede di Catullo. E Gardelland è cento volte più divertente di Gardaland. Insomma, quello che volevo dire è che Socrate è morto per noi. E scusami se è poco. PENSARE ALLE PAROLE UNO SCORDATO STRUMENTO di GABRIELE GALEOTTO Manzoni, nel capitolo X dei Promessi sposi, parla del “cuore” come di un guazzabuglio: il linguista Pulci parla della guazza, altra parola manzoniana, come della “rugiada, che bagna come pioggia il terreno e le piante”, mentre il suffisso –buglio, forse dal lat. bullium, “tino” o “vaso” in generale, che possa contenere un po’ di tutto. Dunque, nel composto guazzabuglio, ci sono elementi liquidi sia …. grande confusione, ovvero un’immagine 27 perfetta, o quasi, di quello che, nella concezione latina, poteva rappresentare il cor, cordis, sede dell’animus, ovvero l’insieme indistinto delle reazioni emotive e dell’intelligenza, forse ancora di più delle fršnej omeriche: anche nelle culture semitiche il sangue era liquido e anima insieme, e Plauto chiamava aridus colui che, appunto, è privo di sentimenti, e il cor, cordis ne era un contenitore. La sua radice indoeuropea *kerd-/kred-, la stessa dell’inglese heart e del tedesco Herz, sembra indicare lo “scorrere” del sangue, ma anche dell’aria, delle parole e del pensiero (nošw indica forse il “nuotare”). Dal lemma base derivano concordia, ovvero “avere lo stesso sentimento” (e, ovviamente il suo opposto la dis-cordia), ma anche la socordia, da *se-cordia, ovvero l’“indifferenza”, e la vaecordia, la “pazzia”: Cicerone usa l’aggettivo cordatus per indicare un uomo assennato, mentre Publio Cornelio Scipione Nasica fu soprannominato, per la sua fine intelligenza, Corcùlum, “cuoricino”. Il cuore è implicato anche nel credere, perché credo, appunto da un *krez-do, varrebbe, secondo una controversa etimologia, come “dare il cuore verso”. Anche il deponente recordor viene dalla stessa radice e sottolinea la funzione intellettuale del cor, dato che la memoria è, per gli antichi, un pensiero potenziato. L’opposto di ricordare è scordare, che tuttavia non è di origine latina (a ri- si sostituisce sc-, spesso negativo o intensivo), da non confondersi con un altro scordare, quello che deriva, attraverso il latino, dal greco korde, in latino corda/chorda, e che indica lo “stonare”, il non risuonare in armonia. Con voluta confusione, un grande poeta del italiano, a giudizio di qualcuno il più grande, parla del suo cuore come di un scordato strumento. Ma chi sarà? Se non lo ricordare, non vi preoccupate: la prossima volta parleremo della memoria. L’ANGOLO POETICO UN AMORE di TEARJERKER Profondamente scaldi gli abissi della mia carne, della mia anima Accarezzi il mio cuore palpitante e vivo di nero sangue. E quando svieni dentro al mio corpo ti porto via con me… 28 SUSSURRI DI EMOZIONI TROPPO FORTI di IRENE GUSSONI IA Macchie cremisi sul foglio fitto fitto di parole sofferenti sanguina l'anima svuotata di questa verità Capirai quel sentimento nudo in questo vento di ghiaccio? Amo te che mi ascolti, Nessuno, è tua la carta lasciata al fine del mio gioco. MURI E MARE LA CURVA DEI TUOI OCCHI INTORNO AL CUORE di NOEMI ALFINITO e GIULIANA GENOVESE IIIG La curva dei tuoi occhi mi gira intorno al cuore Un giro di danza e di dolcezza Aureola del tempo, dondolio notturno e certo E se io non ricordo più tutto quello che ho vissuto E’ perché non sempre i tuoi occhi sono stati a guardarmi. Foglie di luce e spuma di rugiada Canne del vento, sorrisi profumati, Ali che coprono il mondo di luce, 29 Navi cariche di cielo e di mare, Cacciatori di suoni e fonti di colori, Profumi schiusi da una covata di aurore Che giace sempre sulla paglia degli astri, Come il giorno vive di innocenza, Così il mondo vive dei tuoi occhi puri E tutto il mio sangue cola nei tuoi sguardi. Paul Eluard Sono immagini surrealiste quelle a cui si affida Paul Eluard per omaggiare la donna da lui amata, immagini dotate di una carica suggestiva che non può non trascinare le nostre menti in un mondo incantato, fatto di sogno, la cui unica ispiratrice è la donna stessa. E’ lei infatti che muove il tutto in una danza dolce e eterna, e ne da il senso. Ma soprattutto è lei che muove la vita di Eluard e la concretizza con i suoi sguardi. Questi suggellano i momenti trascorsi insieme, imprimendoli nella memoria del poeta, che si ritrova dunque a non avere alcun ricordo né ragione di esistenza senza di lei. Lo sguardo della donna diventa dunque l’origine non solo dell’amore ma anche della vita, un elemento che consola e fortifica, ma allo stesso tempo consuma e annienta il poeta nella propria autonomia. Non è più uno strumento grazie al quale arrivare a vedere Dio, come voleva il Dolce Stil Novo, ma una presenza essa stessa divina che incatena il cuore di un uomo assorbendone la vita. Tuttavia questa limitazione delle sue prospettive non deve essere considerata in modo negativo, in quanto è guardando attraverso gli occhi della donna che egli vede davvero la bellezza del mondo. IL METRONOMO AND THE WINNER IS… di FEDERICA COTTINI IIF Il nostro appuntamento mensile non si fa attendere, dunque eccomi di ritorno con una selezione internazionale di informazioni musicali. Febbraio è stato un mese di festival importanti, dal nostrano Sanremo ai britannici Brit Awards. Se il primo ha brillato per l’organizzazione e l’intrattenimento, ha decisamente deluso musicalmente. Persino i consueti ritornelli ossessivi, 30 che da sempre caratterizzano la manifestazione, si sono quest’anno rifiutati di far visita all’Ariston, e dunque ci sono rimaste le crisi sociali (“È un paese, l’Italia, che c’ha rotto i c******i!”, vero Marco?), i gay e l’amour, oui, l’amour… La cinquantanovesima edizione del Festival della canzone italiana (perifrasi con allitterazione di A, pur di non dire Sanremo) è stata vinta da “La forza mia” di Marco Carta, canzone romantica e terribilmente banale, ma orecchiabile, migliore di tante altre in gara. Mannaggia, io tifavo per la Zanicchi (Vedasi il magistrale intervento di Benigni la prima sera… Sigh, Iva, sigh!!). Da segnalare il terzo posto di Sal Da Vinci (punto interrogativo), che mi ha chiesto di ringraziare pubblicamente Gigi D’Alessio per i 2749902840782658927465 voti che risultano inviati dal suo telefono. Albano per protesta ha deciso di partecipare ai prossimi duecento Festival. *** Spostandoci nella piovosa terra d’Inghilterra, anche i Brit hanno lasciato molte perplessità. Molti i vincitori, da cui però fatica a emergere un nome tra gli altri. Chris Martin, subodorando il clima di indecisione, a pochi giorni dalla manifestazione dichiara che resterà molto deluso nel caso non risultasse fra i premiati, e con perfetto tempismo ai Coldplay non arriva nemmeno una statuetta. Graziata Duffy - ben tre premi per lei -, ennesimo riconoscimento a Katy Perry, già consacrata agli Europe Music Awards dello scorso Novembre. *** Sempre in Inghilterra sono stati consegnati gli NME Awards. Nati forse per protesta, forse per satira dei più ufficiali Brit, questi premi si sono fatti strada anno dopo anno, fino a diventare d’importanza internazionale. 31 Gli Oasis sono la band inglese dell’anno, The Killers quella internazionale; i Muse vincono per il miglior live e la miglior grafica d’album per HAARP; i Cure ricevono una sorta di premio alla carriera, oltre che essere elogiati da Tim Burton, estremamente a suo agio nella manifestazione. E mentre il premio come peggior gruppo va ai Jonas Brothers, Amy Winehouse è la peggio vestita e Matt Bellamy l’uomo più sexy del pianeta (redattrice rilegge fra le risate almeno 5 volte perché non ci crede). Gli NME, dunque, hanno soddisfatto i più variegati palati musicali, riuscendo, forse, dove i Brit hanno fatto difetto. Appuntamento al prossimo numero con altre succulente notizie! Dicono le stelle Ero terribilmente depresso, e questa musica è stata l’unica cosa che mi ha davvero salvato. Se è possibile rendere felice un uomo, loro l’hanno fatto. (Tim Burton su The Cure) ANGOLO CINEMA IL FILM DEL MESE di DAVIDE MONTANARI IIG Quando questo numero del Bartolomeo uscirà, il film che sto per recensire quasi sicuramente non sarà più nelle sale. Ma ci sembrava giusto parlarne lo stesso, visto che ha vinto 8 premi Oscar ed è stato da molti acclamato come il film-rivelazione dell’anno. Se non riuscite a beccarlo al cinema, state pronti a noleggiarlo in qualche blockbuster tra un paio di mesi… The Millionaire Chi vuol essere milionario? Jamal, ragazzo indiano dal passato misterioso, è arrivato alla tappa finale del celebre quiz televisivo Chi vuol essere milionario?. Perché allora quell’espressione quasi indifferente, quella capacità di rispondere alle 32 domande più difficili per poi farsi aiutare per quelle più banali? Perché sembra non importargli nulla della vittoria finale? Le stesse domande se le pone anche la polizia, che lo arresta accusandolo di avere imbrogliato. Jamal così è costretto a spiegare come mai conosce determinate risposte e per farlo ripercorre con la mente il proprio passato… Una favola metropolitana Il film potrebbe apparire come uno dei tanti prodotti realizzati dalla sempre più prestigiosa industria cinematografica indiana, ma non è così. Non si può infatti tralasciare l’impronta che il regista inglese Danny Boyle ha dato a quello che, come detto, è considerato da molti il film-rivelazione dell’anno. Innanzitutto nel montaggio, incredibilmente frenetico e coinvolgente, nella scelta delle inquadrature e nella particolare caratterizzazione dei protagonisti. Tutti elementi che accomunano The Millionaire al primo e più famoso film di Boyle, Trainspotting. Questa però è una favola metropolitana, ambientata nella Mumbai odierna. Una favola che mescola il melodramma con la vivacità che caratterizza molte delle recenti produzioni del cinema indiano. La storia inoltre si articola su diversi piani temporali che si incrociano con il procedere della narrazione. E’ proprio questo espediente narrativo a fare il successo del film e a coinvolgere lo spettatore nelle incredibili vicende vissute dai personaggi. Cosi’ come le atmosfere e i luoghi, rappresentati con grande realismo e al tempo stesso creatività dal regista inglese. A questo proposito non si può non dire una cosa di The Millionaire. Il film infatti, pur descrivendo la dura realtà delle baraccopoli indiane e alcune delle contraddizioni di fondo del paese, come quella legata all’enorme squilibrio di ricchezza tra ricchi e poveri, non dev’essere considerato un’opera di denuncia o una lucida e obiettiva analisi della società indiana. Non che questo dia fastidio, anzi; è la vera forza della storia, una storia che potremmo definire “visionaria” e fantastica. Una favola, appunto, con tanto di lieto fine. Otto oscar? Sono troppi. Cosi’ come l’etichetta di miglior film dell’anno. Ma il film, come si suol dire, vale decisamente il prezzo del biglietto. 81° ANNUAL ACADEMY AWARDS di ELENA CAIMI IIG Parata di stars anche quest’anno sul tappeto rosso degli Academy Awards, in diretta dal Kodak Theater di Los Angeles. Preannunciati da 33 un grigio cielo californiano, gli attesissimi Oscars sono arrivati! Tutti quelli che credono che la crisi economica abbia bussato alle porte di Hollywood dovranno ricredersi. Grandi novità infatti per la serata, a cominciare dal teatro stesso, che è stato al suo interno interamente ricostruito da una “special troupe” che per la costruzione del palco si è ispirata niente poco di meno che alla “nostra” piazza del Campidoglio romano! Altra grande novità è stato il presentatore: non più un mattatore o un comico come Steve Martin o Ellen Degeneres, bensì The Sexiest man alive: Hugh Jackman! L’Academy non poteva fare una scelta migliore: kalos kai agazos come ce ne sono ben pochi in giro, ma anche divertente, affascinante e ottimo cantante/ballerino, Hugh ha dimostrato di esserne all’altezza! Il merito va anche alle sue “conigliette-aiutanti di babbo natale”: la diafana Anne Hathaway e la pantera Beyoncé Knowles, oltre che alle due nuove coppie emergenti: Zac Efron-Vanessa Hudgens; Dominic Cooper-Amanda Seyfried (Mamma mia). Edizione dunque all’insegna del ballo e del canto che ha coinvolto il presentatore in apertura in uno sketch sui film in concorso e con un tributo speciale ai Musical (dopo il successo di Mamma Mia!) ideato da quel pazzo genio che è Baz Luhrmann. Ultima, ma sicuramente inaspettata novità, l’indiano film-rivelazione dell’anno, nonché vincitore di 8 statuette su 10 nominations, tra cui miglior film e miglior regia (Danny Boyle): The Millionaire. Bollywood trionfa! Originale e celebrativa anche l’idea di far presentare le categorie più importanti riguardanti gli attori da alcuni dei vincitori delle passate edizioni. Ed ecco spuntare Sophia Loren, Shirley McLaine e Nicole Kidman per le attrici protagoniste, Anthony Hopkins, Christopher Walken e Bob DeNiro per gli attori protagonisti. La miglior attrice protagonista è Kate Winslet in The Reader,che batte Meryl Streep e Angelina Jolie (vittoria scontata data la sua ottima performance), la migliore attrice non protagonista Penelope Cruz trionfa su Amy Adams e Marisa Tomei in Vicky Cristina Barcellona; il miglior attore protagonista è Sean Penn in Milk, che soffia il premio al favorito Mickey Rourke (The wrestler) e Brad Pitt; il defunto e tanto rimpianto Heath Ledger è il miglior attore non protagonista in The dark 34 night, sbaragliando Josh Brolin in Milk, Robert Downey Jr. in Tropic Thunder e Philip Seymour Hoffman in Doubt. Il grande escluso della serata è Clint Eastwood: i suoi ultimi film Gran Torino e Changeling tornano a casa a mani vuote, e il primo di questi senza nemmeno aver avuto una nomination. Nessun film italiano in gara: infatti l’unico probabile candidato, Gomorra, è stato subito scartato. Italiani, invece, alcuni presentatori: oltre all’eterna Sofia Loren, lo stilista Valentino. Tantissime le altre celebrità: i pluripremiati Judi Dench, Marion Cotillard, Jessica Biel, Diane Lane, Halle Berry; Cuba Gooding jr, Robert Downey jr e Josh Brolin. Una nota di merito va al cast di The Millionaire, unico vero protagonista, che durante il corso della serata ha dimostrato di essere affiatato e divertito sia sul red carpet che sul palco al momento del ritiro della statuetta da parte del regista. Una piccola curiosità sulla “nostra” miglior attrice protagonista: la bella Kate all’età di 33 anni è la più giovane attrice ad aver ricevuto ben 6 nominations agli oscars. Dopo tante sconfitte, l’attrice davanti alle telecamere e con la statuetta in mano ha esclamato: “Winning is really a lot better than losing, really a lot better”. Se lo dice lei, bisognerà crederle, no? Da Los Angeles è tutto, la vostra inviata. BAR SPORT di EDOARDO GALLI II G Ecco alcune simpatiche barzellette sul calcio che mi sono state recapitate in settimana: • Moratti incontra Agnelli e gli chiede: "Gianni, tu che hai vinto tanto con la Juventus, spiegami come far diventare l'Inter una grande squadra". Agnelli risponde: "Vede cavo Moratti, per vincere servono tante cose, 35 innanzitutto ci vogliono i co***oni..". Moratti stupito interrompe dicendo: "I co***oni??? Ma se li ho comprati tutti io!". • Sapete che differenza passa tra l'INTER e un settimanale di guida TV ? Nessuna: Tutte e due escono il mercoledì.. • Che differenza c'è tra un interista e un dentifricio? Nessuna tutti e due sono per-denti. Aspettatevi una sonora risposta in uno dei prossimi numeri. Ma sorvoliamo sui miei intenti vendicativi e dedichiamoci alla definitiva spiegazione della regola del fuorigioco. Dunque ho deciso di fare luce una volta per tutte su questo arcano tipico soprattutto del sesso femminile e anche di qualche ragazzo poco amante del calcio. Un giocatore si dice in posizione di “offside” quando - al momento in cui un compagno gioca il pallone - egli si trova più vicino del pallone stesso alla linea di porta avversaria, eccezione fatta se tra lui e la linea di porta vi siano almeno due avversari. In termini pratici, tale eccezione alla regola si traduce nel fatto che, essendo il portiere avversario in genere il giocatore in campo più vicino alla linea di porta avversaria, l'essere in fuorigioco si traduce spesso nell'essere al di là dell’ultimo difensore. Ecco una spiegazione grafica: Il giocatore subito oltre la linea tratteggiata, se servito, è in posizione di fuorigioco. Spero di aver chiarito questa semplice ma particolare regola del “giuoco calcio”. Ciao a tutti! P.S.:Fritz aspetto la tua contestazione! 36 37 38 SPETTEGULESSSSS ZUCCHINI le Prezzemoline Cari Zucchini, per interrompere questa noiosa e laboriosa vita scolastica abbiamo pensato di proporvi alcuni sfottò [nel caso questa parola fosse troppo volgare fingete che ci sia scritto “un po’ di satira” ]. Ricordiamo che ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente casuale. • Passiamo ora alla traduzione: “dunque dice… ehmm dice…vedete dice…” [una media di 50 dice/h, ma amiamo lo stesso questa persona ☺ ] • Sono state rivolte accuse infondate ai ragazzi della classe 14Z*: visita assidua e non autorizzata al sito della gazzetta dello sport oltre a vani tentativi di accedere a Facebook dal computer della scuola • La classe y=ax² + bx+c è stata minacciata di querela per fatti ancora non avvenuti [dunque i riferimenti sono totalmente casuali !] • “Ooooh! Ce l’hai una zaga?? Bella zio! Oh grazie!” [sicuri che sia italiano??!…bhaaa!] • L’alunna della classe Ca (Po4 )2 è pregata di mantenere decenza ma soprattutto l’ammortizzatore posteriore nei jeans ( una segnalazione fa notare che le mancano le mutante gialle per completare la gamma dell’arcobaleno). • Oggi è NEBULOSO : colpa dell’egocentrico segaombelichi [ per chi lo ignorasse il rimando della citazione è il frammento 19 West di Ipponatte…non ci siamo ancora permessi il lusso di inventare parole! ] • Erano i capei d’oro a lui sparsi…e una tragica notte la ragazza della classe V=ω² r con una cesoia glieli taglierà! [ non è una minaccia! (Forse…)] • Cari Lady Oscar e Andrè volevamo informarvi che l’albero dei limoni non dev’essere alimentato troppo spesso e il decreto legge n° 7cos α⋅14sen β impedisce atti osceni in luogo pubblico. • Si ricorda a tutti gli alunni del Liceo Ginnasio B. Zucchi che è severamente vietato mettere sul libretto foto in cui il soggetto indossa la SCIARPA per garantire l’identificazione dell’alunno (è noto infatti che una sciarpa è in grado di modificare radicalmente il fenotipo di un individuo) • ATTENZIONE : si avvisano i gentili studenti che sono state individuate all’interno della scuola tracce dell’ottavo nano che si aggira in una soluzione di PH fortemente acido contenente H2 SO4 [ Consiglio: mangia qualche KitKat e meno yogurt la mattina! Ma soprattutto.. CòMPRATELE ‘STE SIGARETTE! ] Per questo numero è tutto ma ricordiamo a chiunque fosse interessato che è possibile inviare i vostri sfottò spetteguless all’indirizzo [email protected]. Inoltre per evitare ogni tipo di contestazione si consiglia di omettere riferimenti a persone ma dare sfogo alla vostra fantasia e inventare “nomi in codice”. Alla prossima….! 39 LA VITA ALLO ZUCCHI 40 LA REDAZIONE DIRETTORE: Colombo Giulia IIG VICE DIRETTORE:Montagnino Sara IIA CAPOREDATTORI: Montagnino Sara IIA, Panzeri Jakob IIA, Ratti Benedetta IG COPERTINA:Marchianò Rossella IIA, Mastrandrea Elisa IC, Mucilli Nikita IIA, Pina Edoardo IIIF IMMAGINI: Filippella Martina IA, Pina Edoardo IIIF, REDATTORI DI QUESTO NUMERO (in ordine alfabetico): Alfinito Noemi IIIG Genovese Giuliana IIIG Biffi Stefano IIC Gerosa Alessandro IIG Longoni Olivia IB Caimi Elena IIG Montanari Davide IIG Chiozzi Valeria IIIG Monti Matteo VG Cottini Federica IIF Panzeri Jakob IIA Del Genio Clara VA Pincelli Luca IIC Ferlisi Martina IIIG Le Prezzemoline Galeotto Gabriele Ratti Benedetta IG Galli Edoardo IIG Sciartilli Raffaella IIIG Gandolfo Arianna IIIG Spinelli Giulia IIC Gennaro Giulia IIC Tearjerker Ringraziamo inoltre tutti coloro che hanno collaborato all’uscita del Bartolomeo (studenti, professori e operatori scolastici). Ricordiamo che chiunque può partecipare alla redazione del Bartolomeo inviando un suo articolo all’indirizzo mail [email protected]; chi invece vuole consegnare un messaggio per la rubrica “Quorinfranti” lo può portare a Martina Ferlisi e Raffaella Sciartilli in IIIG o lo può inviare allo stesso indirizzo mail. Vi ricordiamo che i numeri del Bartolomeo sono disponibili anche on line sul sito della scuola www.liceozucchi.it. Il termine di consegna degli articoli per il prossimo numero è fissato al 4 Aprile 2009. 41