BREVE BIBLIOGRAFIA SULLA RESISTENZA
Italo CALVINO, Ultimo viene il corvo,
Mondatori
In "Ultimo viene il corvo", pubblicato nel
1949, Calvino tratta argomenti di vario
genere (resistenza, adolescenza, ecc.); la
varietà dei temi sottolinea la molteplicità
dell'autore. Questa raccolta di racconti
può essere inserita nel polo realistico in
quanto affronta problematiche reali che
coinvolgono il lettore.
Beppe
FENOGLIO,
Johnny, Einaudi
Il
partigiano
Johnny, la Resistenza e le Langhe sono i
tre protagonisti a pari titolo di questo
romanzo, trovato tra le carte di Fenoglio
dopo la morte. Cronaca della guerra
partigiana, epopea antieroica in cui
l'autore proietta la propria esperienza in
una visione drammatica, Il partigiano
Johnny rivela un significato umano che
va ben aldilà di quello storico-politico.
Dalla formazione delle prime bande fino
all'estate del '44 e alla presa di Alba
seguiamo l'odissea di Johnny e dei suoi
compagni fra gli ozi forzati nei casali, le
imboscate contro gli automezzi fascisti, le
puntate per giustiziare una spia in
pianura, le battaglie campali, i rapporti tra
le varie formazioni ribelli.
Cesare PAVESE, La casa in collina,
Einaudi
La casa in collina è uno degli ultimi libri di
Pavese, fu pubblicato infatti nel 1949 ed
è ambientato durante il periodo della
Resistenza nelle Langhe, le colline tra le
quali Pavese è nato e dove ha vissuto
per lunghi periodi.
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Carlo CASSOLA, La ragazza di Bube, Rizzoli
La storia narrata nel romanzo di Cassola si inscrive nella
situazione storica italiana degli anni 1944-'48, anni di caos
e forti tensioni politiche. L’Italia, che alla fine della guerra
già guardava a un futuro repubblicano, si trovava però del
tutto priva degli strumenti democratici per mantenere
l’ordine e sostenere la cosa pubblica: si doveva quindi fare
ancora affidamento sulle istituzioni monarchiche,
pesantemente compromesse con il regime fascista e
guardate con astio da gran parte della popolazione. La
tensione sfociava spesso nella violenza, e proprio uno di
questi scontri è al centro de La ragazza di Bube.
Elsa MORANTE, La storia, Einaudi
A questo romanzo (pensato e scritto in tre anni, dal 1971
al 1974) Elsa Morante consegna la massima esperienza
della sua vita "dentro la Storia" quasi a spiegamento totale
di tutte le sue precedenti esperienze narrative: da "L'isola
di Arturo" a "Menzogna e sortilegio". La Storia, che si
svolge a Roma durante e dopo la seconda guerra
mondiale, vorrebbe parlare in un linguaggio comune e
accessibile a tutti.
Renata VIGANÒ, L'Agnese va a morire, Einaudi
L'Agnese va a morire è una delle opere letterarie piú
limpide e convincenti che siano uscite dall'esperienza
storica e umana della Resistenza. Un documento prezioso
per far capire ai piú giovani e ai ragazzi delle scuole che
cosa è stata la Resistenza: una guerra di popolo, la prima
autentica guerra di popolo della nostra storia.
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ANNA BRAVO, ANNA MARIA BRUZZONE, In guerra senza armi. Storie di donne (1940-1945), Editori Laterza;
VICTORIA DE GRAZIA, Il patriarcato fascista, in "Storia delle donne in Occidente", In Novecento, Bari, 1992;
VICTORIA DE GRAZIA, Le donne nel regime fascista, Marsilio, Venezia, 1993;
MARINA ADDIS SABA, Partigiane. Tutte le donne della Resistenza, Mursia Editore, 1998.
ANNA BRAVO, Lavorare in tempo di guerra, in "Memorie", Rivista di storia delle donne n° 30 (3, 1990);
A.MARIA BRUZZONE, R. FARINA, La Resistenza taciuta, La Pietra, Milano, 1976;
ADA GOBETTI, Diario partigiano, Torino, Einaudi, 1956
MIRIAM MAFAI, Pane Nero, Mondadori, Milano, 1987;
F. PIERONI BORTOLOTTI, Le donne della Resistenza antifascista e la questione femminile, Milano, 1978;
M. ALLOISIO, G. BELTRAMI, Volontarie della libertà, Milano, Mazzotta, 1981;
D. GALLIANI, E. GUERRA, L. MARIANI, F. TAROZZI, "Donne della Resistenza ", in "Italia contemporanea ", 200, sett. 1995.
DELFINA TROMBONI, L. ZAGAGNONI, Con animo di donna, Archivio storico U.D.I. di Ferrara, 1991;
E. GALLI DELLA LOGGIA, Una guerra al femminile, Roma-Bari, 1991;
CLAUDIO PAVONE, Una guerra civile: saggio storico sulle moralità della Resistenza, Torino, Bollati - Boringhieri, 1991;
TERESA NOCE, Gioventù senza sole, Editori Riuniti, Roma, 1950.
Italo CALVINO, Il sentiero dei nidi di
ragno, Mondatori
Beppe FENOGLIO, I ventitré giorni della città di Alba,
Einaudi
"Questo è il primo romanzo che ho scritto;
quasi posso dire la prima cosa che ho
scritto, se si eccettuano pochi racconti.
Che impressione mi fa, a riprenderlo in
mano adesso? Più che come un'opera
mia la leggo come un libro nato
anonimamente
dal
clima
generale
d'un'epoca, da una tensione morale, da un
gusto letterario che era quello in cui la
nostra generazione si riconosceva, dopo
la fine della Seconda Guerra Mondiale"
(dalla prefazione di Italo Calvino).
Nato ad Alba (Cuneo) il 1° marzo 1922, morto a Torino il
18 febbraio 1963, scrittore.
Studente universitario, nel 1943 si trovava a Roma come
allievo ufficiale dell’Esercito. All’armistizio tornò nella sua
città natale. Quando Enrico Martini Mauri organizzò le
formazioni partigiane Autonome, vi aderì con entusiasmo,
assumendo il ruolo di ufficiale di collegamento. Fenoglio
partecipò alla guerra di liberazione nelle Langhe e fu tra i
partigiani che il 10 ottobre del 1944 entrarono in Alba,
proclamando una repubblica antifascista che durò 23
giorni.
Nel dopoguerra, Fenoglio visse lavorando come impiegato
in un’azienda locale e scrivendo libri e racconti, in gran
parte ispirati alla Resistenza e alcuni dei quali usciti
postumi. Tra le sue opere: "I ventitré giorni della città di
Alba" (Torino 1952), "La malora" (Torino 1954),
"Primavera di bellezza" (Milano 1959), "Un giorno di fuoco"
(Milano 1963), "Il partigiano Johnny" (Torino 1968), "La
paga del soldato" (Torino 1969). Da "Il partigiano Johnny",
il regista Guido Chiesa ha tratto il film dal titolo omonimo
presentato alla Mostra del cinema di Venezia del 2000. Il
10 marzo 2005, all’Università di Torino, a Beppe Fenoglio
è stata conferita la laurea "honoris causa" in Lettere alla
memoria.
Carlo LEVI, Cristo si è fermato a Eboli,
Mondatori
E' la cronaca, trasfigurata in senso lirico e
meditativo, di un soggiorno coatto in
Lucania, cui l'autore fu costretto negli anni
1935-1936, perché militante di Giustizia e
Libertà e condannato per attività
antifascista.
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Elio VITTORINI, Uomini e no, Mondatori
(Elio Vittorini
ritratto
da Mario
Umberto
Carosi)
La storia è ambientata a Milano nel 1944.
Il libro distingue tra uomini e non uomini.
C'è nel romanzo la denuncia del fascismo
e il riconoscimento del valore morale della
Resistenza, ma non c'è solo il messaggio
politico Accanto al tema della Resistenza,
il tema dell'amore, un amore che
condiziona le scelte politiche. Sullo sfondo
delle violenze si staglia un dramma
privato, quello di Enne 2, un comandante
partigiano che vive un'impossibile storia
d'amore con una donna sposata, Berta.
Enne 2 nasconde nelle pieghe dell'animo
un
abbandono
nichilistico
alla
disperazione, che spiega l'irrazionalità di
certe sue azioni di combattimento.
Intellettuale borghese, Enne 2 non è
soltanto un militante comunista, ma il
portatore di una problematica esistenziale
individualistica e decadente. Il linguaggio
impiegato da Vittorini è realistico e nello
stesso tempo metaforico, carico di simboli
e risente della lezione degli americani,
Hemingway e Faulkner. Difficile collocare
questo
romanzo
nell'ambito
del
neorealismo.
Primo LEVI, Se questo è un uomo – La
Tregua, Einaudi
Testimonianza sconvolgente sull'inferno
dei
Lager, libro della dignità e
dell'abiezione dell'uomo di fronte allo
sterminio di massa, "Se questo è un
uomo" è un capolavoro letterario di una
misura, di una compostezza già classiche.
Levi, ne "La tregua", ha voluto raccontare
anche il lungo viaggio di ritorno attraverso
l'Europa dai campi di sterminio: una
narrazione che contempera il senso di una
libertà ritrovata con i segni lasciati dagli
orrori sofferti.
Vasco PRATOLINI, Cronache di poveri
amanti, Mondatori
Via del Corno, nel cuore di Firenze, tra
Palazzo Vecchio e Santa Croce, diventa il
palcoscenico sul quale si muove una folta
schiera di personaggi, uomini e donne che
si muovono e si incontrano, aprendosi ora
alla speranza e all'amore, ora ripiegandosi
nel dolore e nell'odio delle lotte politiche
degli anni Venti.
Giovanni PESCE, Senza Tregua,
Feltrinelli
Donne della resistenza di Anna CHIAPPONI, Ed.
Pontegobbo 2004.
Vicende tratte dagli archivi della Guerra Partigiana.
Vengono alla luce documenti e testimonianze in parte
inediti. Prendono risalto le donne partigiane che decisero
di combattere per la libertà di tutta una Nazione. Donne
semplici, ma ricche di dignità.
Rosetta LOY, La parola ebreo, Einaud
"La parola ebreo" di Rosetta Loy ci riporta al clima degli
anni in cui la sua famiglia, cattolica, e una certa borghesia
italiana, accettarono le leggi razziali senza avere
coscienza della tragedia che si stava compiendo. L'autrice
ritrova i segni misteriosi e ambigui di quella quotidianità
vissuta al riparo della storia e si insinua nelle pieghe dei
fatti raccontando, con l'aiuto di lettere, dichiarazioni,
discorsi, i passaggi cruciali di un periodo in cui nessuno è
stato capace di opporsi alla follia nazista.
Luigi MENEGHELLO, I piccoli maestri, Mondatori
Autunno 1943: Gigi, Lelio, Enrico, Bene e Simonetta,
studenti universitari, si improvvisano combattenti e partono
per l'altopiano di Asiago per unirsi ai partigiani. Simonetta,
la ragazza di Enrico che anche Gigi ama, rimane a
Padova a combattere una diversa guerra contro lo stesso
nemico. Le loro sono le gesta di un gruppo di giovani pieni
di speranze nutrite dai libri di testo, ancora fedeli agli ideali
mazziniani, sicuri di dover respingere l'oppressore, ma
privi della benchè minima esperienza pratica, decisi e
confusi al tempo stesso, intenzionati ad opporsi alla
retorica prima ancora che al nemico. Il loro è un percorso
di crescita forzata attraverso la morte e la sofferenza, la
paura e la perdita dei propri compagni, ma anche le
piccole gioie della vita, l'amicizia, gli scherzi, l'amore.
Giorgio BASSANI, Il giardino dei Finzi Contini, Einaudi
Gli orrori della persecuzione fascista e razzista, la crudeltà
della storia, l'incantesimo dell'infanzia e la felicità del
sogno: sono gli elementi intrecciati con grazia e eleganza,
di questo romanzo triste e dolcissimo. La prima edizione
del romanzo è del 1962.
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LA POESIA
25 APRILE
Ai fratelli Cervi, alla loro Italia
L’importante è non rompere lo stelo
della ginestra che protende
oltre la siepe dei giorni il suo fiore
C’é un fremito antico in noi
che credemmo nella voce del cuore
piantando alberi della libertà
sulle pietre arse e sulle croci
Oggi non osiamo alzare bandiere
alziamo solo stinti medaglieri
ricamati di timide stelle dorate
come il pudore delle primule:
noi che viviamo ancora di leggende
incise sulla pelle umiliata
dalla vigliaccheria degli immemori
Quando fummo nel sole
e la giovinezza fioriva
come il seme nella zolla
sfidammo cantando l’infinito
con un senso dell’Eterno
e con mani colme di storia
consapevoli del prezzo pagato
Sentivamo il domani sulle ferite
e un sogno impalpabile di pace
immenso come il profumo del pane
E sui monti che videro il nostro passo
colmo di lacrime e fatica
non resti dissecato
quel fiore che si nutrì di sangue
e di rugiada in un aprile stupendo
quando il mondo trattenne il respiro
davanti al vento della libertà
portato dai figli della Resistenza.
In tutta la terra ridono uomini vili,
principi, poeti, che ripetono il mondo
in sogni, saggi di malizia e ladri
di sapienza. Anche nella mia patria ridono
sulla pietà, sul cuore paziente, la solitaria
malinconia dei poveri. E la mia terra è bella
d'uomini e d'alberi, di martirio, di figure
di pietra e di colore, d'antiche meditazioni.
Gli stranieri vi battono con dita di mercanti
il petto dei santi, le reliquie d'amore,
bevono vino e incenso alla forte luna
delle rive, su chitarre di re accordano
canti di vulcani. Da anni e anni
vi entrano in armi, scivolano dalle valli
lungo le pianure con gli animali e i fiumi.
Nella notte dolcissima Poliremo piange
qui ancora il suo occhio spento dal navigante
dell'isola lontana. E il ramo d'ulivo è sempre ardente.
Anche qui dividono in sogni la natura,
vestono la morte e ridono i nemici
familiari. Alcuni erano con me nel tempo
dei versi d'amore e solitudine, nei confusi
dolori di lente macine e di lacrime.
Nel mio cuore finì la loro storia
quando caddero gli alberi e le mura
tra furie e lamenti fraterni nella città lombarda.
Ma io scrivo ancora parole d'amore,
e anche questa è una lettera d'amore,
alla mia terra. Scrivo ai fratelli Cervi
non alle sette stelle dell'Orsa: ai sette emiliani
dei campi. Avevano nel cuore pochi libri,
morirono tirando dadi d'amore nel silenzio.
Non sapevano soldati filosofi poeti
di questo umanesimo di razza contadina.
L'amore la morte in una fossa di nebbia appena fonda.
Ogni terra vorrebbe i vostri nomi di forza, di pudore,
non per memoria, ma per i giorni che strisciano
tardi di storia, rapidi di macchine di sangue.
Giuseppe Bartoli
Giuseppe Bartoli, scrittore e poeta in lingua e in dialetto.
Dal '40 al '45, dovette fare la guerra: prima in Jugoslavia,
poi coi partigiani, infine con l'Ottava Armata del generale
Alexander.
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Salvatore Quasimodo
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Alle fronde dei salici
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Salvatore Quasimodo
Processato nel 1947 per crimini di Guerra (Fosse
Ardeatine, Marzabotto e altre orrende stragi di innocenti),
Albert Kesselring, comandante in capo delle forze armate
tedesche in Italia, fu condannato a morte. La condanna fu
commutata nel carcere a vita. Nel 1952, in considerazione
delle sue "gravissime" condizioni di salute, egli fu messo in
libertà. Pochi giorni dopo il suo rientro a casa Kesselring
ebbe l'impudenza di dichiarare pubblicamente che non
aveva proprio nulla da rimproverarsi, ma che - anzi - gli
italiani dovevano essergli grati per il suo comportamento
durante i 18 mesi di occupazione, tanto che avrebbero
fatto bene a erigergli... un monumento. A tale
affermazione rispose Piero Calamandrei, con una famosa
epigrafe:
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
Più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA
Piero Calamandrei, Durante il ventennio fascista fu uno
dei pochi professori che non ebbe né chiese la tessera
continuando sempre a far parte di movimenti clandestini.
Collaborò al «Non mollare», nel 1941 aderì a «Giustizia e
Libertà» e nel 1942 fu tra i fondatori del Partito d'Azione.
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LA MUSICA
l 9 settembre 1943 Tancredi "Duccio" Galimberti, Livio
Bianco e Leo Scamuzzi formarono a Madonna del Colletto,
nel cuneese, la prima banda dell'"Italia Libera". Galimberti
fu ucciso dai fascisti nel terribile novembre dell'anno
seguente. Nell'estate del 1948 Giorgio Federico Ghedini
scrisse il Concerto funebre per Duccio Galimberti per
tenore, basso, archi, tromboni e timpani.
Azio Corghi, La Cetra Appesa, Ediz. Ricordi, 1995
Questa cantata popolare è un canto per la pace
È un segno per sottolineare il rifiuto alla violenza
È un canto per non dimenticare
È un canto per le nuove generazioni
Chiamate a sostenere una rivoluzione culturale
Per sottrarsi alla violenza
Luigi Dalla Piccola, Canti di Prigionia, Ediz. Erato, 1995
È un canto di gioia alla vita
Tutti devono poter cantare
Dal libretto introduttivo
Pietà l’è morta – Canti della resistenza italiana, Ediz. I
Dischi del sole.
L’acquisto dei dischi di questa interessante etichetta, che
raccoglie i canti popolari e di lotta del nostro paese, è
possibile tramite il sito:
www.alabianca.it/alabianca2000/ita/artisti/DDS/pagina.html
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IL CINEMA
La donna nella Resistenza
Achtung banditi!
Liliana Cavani
1965
Carlo Lizzani
1951
Novecento - Atto 2°
L'Agnese va a morire
Bernardo Bertolucci
1976
Giuliano Montaldo
1976
Paisà
Roberto Rossellini
1946
Roma città aperta
Il conformista
Bernardo Bertolucci
1970
Roberto Rossellini
1945
Il giardino dei Finzi Contini
Il partigiano Johnny
Vittorio De Sica
1970
Guido Chiesa
2000
La vita è bella
La notte di San Lorenzo
Paolo e Vittorio Taviani
1982
Roberto Benigni
1997
I sette fratelli Cervi
Gianni Puccini
1968
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