Lauree Specialistiche I° anno
A.A 2009/2010
Pedagogia Generale
Prof.ssa Patrizia De Mennato
PEDAGOGIA DELLA CURA
PARTE SECONDA
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Dott.ssa Bernardeschi Marta
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NUOVA PEDAGOGIA
DONNE E CURA
SPAZIO DELLA CURA COME LUOGO COMUNICATIVO RELAZIONALE
RETE COMPLESSA DI RELAZIONI TRA PAZIENTI E LORO FAMILIARI, LE
ISTITUZIONI, LA COMUNITA’ DEI COLLEGHI E DEI CITTADINI
INCONTRO TRA EMOZIONI SOFFERENZE E SPERANZE
PRESENZA DI PLURALITA’ DEI LINGUAGGI SAPERI PROFANI E PROFESSIONALI
DESACRALIZZAZIONE DELLE GERARCHIE PROFESSIONALI
SUPERAMENTO DEI MODELLI CLINICO-GESTIONALI
MODELLO DI CULTURA EDUCATIVA DELLA CURA
ALLARGATA A TUTTI GLI
ATTORI
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MODELLO PEDAGOGICO EDUCATIVO
DONNE E CURA
VALORE DELLA NEGOZIAZIONE
COME
PROCESSO
DI
REGOLAZIONE DELLE RELAZIONI
INTERPETAZIONE DEI CONTESTI
CURA COME SPAZI NARRATIVI
COSTANTE
ATTENZIONE
ALLA
COSTRUZIONE E CONDIVISIONE
DEI SIGNIFICATI
NECESSITA’ DI SVILUPPARE CAPACITA’
NARRATIVE, SAPERSI RACCONTARE
COMPLESSITA’ DELLA RELAZIONE
DI CURA COME SISTEMA
RESPONSABILIZZAZIONE
DEL
PAZIENTE NELLA GESTIONE DEL
PERCORSO DI SALUTE MALATTIA
E AUTONOMIA NELLE SCELTE DEI
PERCORSI CLINICO TERAPETICI
DI
SAPER PARLARE, NARRARE I PROPRI
VISSUTI PER ENTRAMBI I SOGGETTI
DELLA CURA
CAPACITA’ CRITICO-RIFLESSIVA DEGLI
ATTORI
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MODELLO PEDAGOGICO EDUCATIVO
DONNE E CURA
PROFESSIONALITA’ APERTA A PERCORSI FORMATIVI
COSTRUITI SULL’APPRENDIMENTO ESPERENZIALE
NUOVA COMPETENZA DEGLI OPERATORI : ATTIVITA’
INTERPRETATIVA DELLA STORIA DEI SOGGETTI =
UMANIZZAZIONE DELLE CURE
PROMUOVERE UNA CURA DELLA CURA
RIFLESSIOE
SU
SE
STESSI
E
SULL’AGIRE
PROFESSIONALE : VERBALIZZARE LA PROPRIA STORIA
PROFESSIONALE
PRENDERSI CURA DI SE’ E DELL’ALTRO E DEL
RELATIVO BENESSERE E PROGETTUALITA’
COMPONENTE EDUCATIVA
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NUOVA IDEA DI BENESSERE
DONNE E CURA
CAPACITA’
DELL’INDIVIDUO
DI
VIVERE IL PROPRIO AMBIENTE E
COSTRUIRE E IMPLEMENTARE IL
PROPRIO PROGETTO DI VITA
MALATTIA
COME
DISTURBO
A
QUESTO EQUILIBRIO CHE L MEDICO
CERCA DI ELIMINARE
PAZIENTE IN POSIZIONE CENTRALE
AUTONOMIA
DECISIONALE
CHE
COMPORTA PER GLI OPERATORI
ATTENTA VALUTAZIONE DEI BISOGNI
IDEA DI BENESSERE COME CATEGORIA
MULTIDIMENSIONALE
AUTOREALIZZAZIONE, CURA DI SE’,
APPAGAMENTO INDIVIDUALISTICO MA
ANCHE OMOLOGAZIONE DEGLI STILI DI
VITA
BENESSERE COME RESPONSABILITA’
STILI DI VITA EMANCIPATIVI COSTRUITI
ATTRAVERSO LA RIFLESSIONE CRITICA
BENESSERE COME VISIONE DINAMICA
CONTINUA TENSIONE VERSO
L’EQUILIBRIO TRA
SE E L’ALTRO
CORPO E PSICHE
AFFETTIVITA’ E
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RAZIONALITA’
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PROSPETTIVA PEDAGOGICA E SPAZIO DELLA CURA
INCONTRO DI DIALETTI
CONTESTO CO-COSTRUITO
DINAMICA
CONVERSAZIONALE
FATTA DI SCAMBIO DI CONOSCENZE
PRATICHE
PROFESSIONALI
E
SOCIALI
CONOSCENZA
SITUATA
E
CONTESTUALIZZATA
DA
FAR
DIVENIRE CAPITALIZZABILE CIOE’
PATRIMONIO CONDIVISO TRA GLI
ATTORI
AVVIO
DI
PROGETTI
RIFLESSIVITA’ CRITICA
DI
LE ESPERIENZE VISSUTE NEI
PERCORSI DI CURA NON RIDOTTE A
ESPERIENZA PRIVATA
SPAZIO
DI
INCONTRO
DI
NARRAZIONI DI STORIE UMANE E
PROFESSIONALI
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SPAZIO DELLA CURA COME MICRO COMUNITA’
DI PRATICHE
DONNE E CURA
MICRO SISTEMA CON REGOLE NORME CODICI LINGUAGGI DELLA CULTURA
ORGANIZZATIVA SANITARIA
MODO PER REGOLARE GLI ACCESSI ALLE INFORMAZIONI ALLE CONOSCENZE
E ALLE PRATICHE PROFESSIONALI
MA ANCHE LUOGO DINAMICO DI RELAZIONI
MICRO COMUNITA’ DIALETTICA E DI PRATICHE
CONTESTO PRIVILEGIATO DI ELABORAZIONE DI SAPERI ESPLICITI E
IMPLICITI
ATTENZIONE AI PROCESSI COMUNICATIVI RELAZIONALI E DI RETE
LUOGO DI INNOVAZIONE DEI SAPERI E DELLE PRATICHE TRAMITE LO
SCAMBIO E CONDIVISIONE TRA PROFESSIONISTI E TRA QUESTI E I
SOGGETTI DELLA CURA
SPAZIO CONVERSAZIONALE DI INCONTRO DI STORIE
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SPAZIO DELLA CURA COME MICRO COMUNITA’ DI
PRATICHE
DONNE
E CURA
NATURA E IDENTITA’ DEI CONTESTI
SANITARI DEFINITA DA
ASPETTI TECNICI DEI PROFESSIONISTI
IL SISTEMA DI CREDENZE, ASPETTATIVE
RUOLI ESPRESSI
DAL SAPERE PROFANO DEI SOGGETTI
RICONOSCE AGLI INDIVIDUI CHE LO
ABITANO IL DIRITTO DI PARTECIPARE
ALLE DIVERSE SITUAZIONI CHE VI SI
VERIFICANO
APERTURA DI SPAZI DI CONFRONTO CRITICO
RISPETTO
AL
DIVERSO
MODO
DI
INTERPRETARE IL CORPO, LA CURA, LA
MALATTIA
CONFRONTO SULLA GESTIONE DEI PERCORSI
CLINICO TERAPEUTICI E SUL VISSUTO
PERMETTERE
AI
SOGGETTI
DI AVERE
INFORMAZIONI E CONOSCENZE INTORNO AI
FENOMENI DELLA CURA NEL QUADRO DELLE
LORO ESPERIENZE
ACQUISTANO VALORE LE CONOSCENZE TACITE IMPLICITE PER CUI
NORME SONO STATI INTERIORIZZATI
VALORI E
LO SPAZIO DI CURA COME COMUNITA’ DI PRATICHE DIVENTA ANCHE LUOGO PER
ESPLICITARE LE CONOSCENZE IMPLICITE
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SPAZIO DELLA CURA COME MICRO COMUNITA’ DI
PRATICHE
DONNE E CURA
I SOGGETTI DELLO SPAZIO DI MICRO COMUNITA’ SONO INDIVIDUI COMPETENTI
IL CONFLITTO SI VERIFICA QUANDO I PROFESSIONISTI RICORRONO A
INTERPRETAZIONI NOSOGRAFICHE E I SOGGETTI COSTRUISCONO LA PROPRIA
SPIEGAZIONE NAIF DIVERSA DAL LINGUAGGIO SCIENTIFICO
L’INCONTRO E IL CONFRONTO TRA RETI SEMANTICHE DIVERSE
=
PERCORSI DI RIFLESSIVITA’ CRITICA
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LA COSTRUZIONE DELL’IDENTITA’ PROFESSIONALE
DONNE E CURA
NEI PERCORSI DI CURA
NEL PROCESSO SI INCORPORANO GESTI POSTURE LINGUAGGI CHE
FANNO TRASPARIRE L’APPARTENENZA A MODELLI DI CULTURA DELLA
CURA PRECISI TRADOTTI POI IN COMPORTAMENTI E IN PRATICHE
PROFESSIONALI
DUE STILI DI ASSISTENZA:
UNO CHE RICHIAMA UNA VISIONE MEDICALIZZATA E BUROCRATIZZATA
UNO RIFLESSIVO PER TRASFORMARE LA RELAZIONE CON GLI ALTRI
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L’IDENTITA’ CORPOREA
DONNE E CURA
IL CORPO COME MEZZO DELLA CURA NON RAPPRESENTA MAI SE STESSO
MA SIGNIFICATI E VALORI DI ORDINE MORALE, SOCIALE, POLITICO E
CULTURALE
PRODUCE UNA ECCEDENZA DI SENSO E’ VEICOLO DI MOLTI LINGUAGGI
Non puo’ essere pensato isolato dal contesto di appartenenza
LA
CAPACITA’
DI
RIFLETTERE
CRITICAMENTE SUL CORPO E I VISSUTI
CORPOREI CI FA PRENDERE COSCIENZA
DEL NOSTRO PROGETTO ESISTENZIALE
CHE COMPRENDE LA CURA VERSO SE
STESSI, NON ESCLUDE LA CURA VERSO
GLI ALTRI E LA CURA DELLE COSE DEL
MONDO
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RIFLETTERE CRITICAMENTE SU DI SE COME CORPO NON PUO’
RIDURSI A ESPERIENZA PRIVATA
DONNE E CURA
RACCONTARE IL PROPRIO COPRO E RACCONTARSI COSTITUISCE UN
IMPORTANTE VEICOLO DI SOCIALIZZAZIONE DELLE PROPRIE
ESPERIENZE
IN CIO’ C’E’ UNO SPAZIO DI EDUCABILITA’ PER APRIRE A PROSPETTIVE
DI CAMBIAMENTO DEI MODELLI DI CULTURA DEL CORPO IN GRADO
ANCHE DI ORIENTARE
NUOVI STILI DI VITA
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I MODELLI DI CULTURA DEL CORPO IMPOSTI OGGI TENDONO A PORSI
DONNE E CURA
COME CANONI OBBLIGATI CUI PIEGARSI
IN TAL MOD PLASMANO IL CORPO SULL’IMMAGINE IDEALE DI CORPO
PERFETTO
CHE
NON
CI
APPARTIENE
IN
QUANTO
NON
AUTENTICAMENTE VISSUTO
C’E’ UNA ADESIONE ACRITICA A STILI DI VITA
ETERODIRETTI: IL RISULTATO E’ LA PERCEZIONE DI UN
CORPO ESTRANIATO A NOI STESSI O RICONOSCIMENTO
OBBLIGATO NEL CORPO IMMAGINE COME SOLO MODO DI
ESSERE RICONOSCIUTI
IL NOSTRO VISSUTO CORPOREO DEVE COMPRENDERE INVECE
ANCHE I MOMENTI DI DISAGIO CRISI PRECARIETA’ CORPOREI
PERCHE’ SOLO NELL’ACCETTAZIONE DELLA FRAGILITA’ SI REALIZZA
PIENAMENTE IL PROPRIO PROGETTO DI VITA
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STILE DI VITA E UTLIZZO IN CHIAVE PEDAGOGICA
DONNE E CURA
CORPO COME ELABORAZIONE E CREAZIONE DEL SAPERE PERSONALE
E DELL’IDENTITA’ CHE PORTA ALL’ADOZIONE DI UNO STILE DI VITA
STILE DI VITA = INTRECCIO ARTICOLATO E DINAMICO DI CREDENZE
COMPORTAMENTI RELAZIONI CHE FONDANO IL PROGETTO DI VITA DI
OGNI INDIVIDUO COME PERSONA E PROFESSIONISTA DELLA SALUTE
STILI DI VITA E STILI DI ASSITENZA COME NUOVA
CATEGORIA PEDAGOGICA PER AZIONI
TRASFORMATIVE
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STILE DI VITA E STILE PROFESSIONALE PARADIGMI COMPLESSI
DONNE E CURA
STILE DI VITA
DIMENSIONE COMPLESSA DELL’AGIRE UMANO DOVE LE
CONTRAPPOSIZIONI (CORPO-MENTE SANO MALATO ECC) VENGONO
VISTE COME COSTRUZIONI E NON DATI DI FATTO
STILE DI VITA E DI ASSISTENZA SI VEDONO COME
TRADUZONI DI MODELLI DI COMPORTAMENTO E MODI
DI VIVERE, DI SCAMBI DI SIGNIFICATI E VALORI
SOGGETTO ANALIZZATO COME INSERITO IN UNA SFERA AMPIA , NODO
DI UNA RETE SOCIALE DI SIGNIFICATI
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Gli stili di assistenza medicalizzati se valorizzano la padronanza dei
professionisti nell’uso delle tecniche, risultano incapaci di attribuire attenzione
E cura
CURA
alla qualità eDONNE
relazione di
TALI MODELLI SONO INCAPACI DI VALORIZZARE IL VISSUTO BIOGRAFICO
COSI’ LO SPAZIO DELLA CURA PUO’ DIVENTARE LUOGO DI RIPRODUZIONE
DI PRATICHE PROFESSIONALI NON CAPACI DI RISPONDERE AI BISOGNI DEI
SOGGETTI
I CONTESTI MEDICO SANITARI ORIENTANO GLI ATTORI DELLA CURA A
INCORPORARE STILI DI VITA E PRATICHE PROFESSIONALI NON
RIFLESSIVE
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SPAZIO DELLA CURA COME LUOGO DI CAMBIAMENTO ORIENTATO A
MODELLI CULTURALI EMANCIPATIVI E RIFLESSIVI
DONNE E CURA
IL COINVOLGIMENTO DEI SOGGETTI
=
ELEMENTO CENTRALE PER COSTRUIRE
RISPONDENTI ALLE REALI NECESSITA’
SIMILI
LO STILE DI VITA SI STRUTTURA E
SI
SVILUPPA
ENTRO
UNA
DIMENSIONE
DI
AGIRE
COMUNICATIVO
TRAMITE
LA
PARTECIPAZIONE A MODELLI CHE
FANNO PARTE DI PERCORSI
PROGETTUALI INDIVIDUALI
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STILI
DI
VITA
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•PROFESSIONALIZZAZIONE PENSATA INTORNO ALLA CENTRALITA’
DELL’ESPERIENZA DEL CORPO COME OGGETTO
•SAPERE COME OSSERVAZIONE SUL CORPO, O INSIEME DI ORGANI TRAMITE
PRATICA DI ESPLORAZIONE INTRUSIVA PER RENDERE VISIBILE L’INVISIBILE
•TRASCURATEZZA DGLI ASPETTI COMUNICATIVO RELAZIONALI CHE
IMPORTUNANO LA PRATICA MEDICA E SANITARIA
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STILE PROFESSIONALE ATTUALE
Marcatamente tecnico
L’operatore osserva lo spazio della cura con sguardo distaccato
Invarianza dei metodi di intervento
Utilizzazione di tecnologie ad hoc
Osservazione del paziente tramite la mediazione dello strumento tecnico
Permesso di disporre di dati i grado di dare garanzia di certezza
LE BUONE PRATICHE LE IDENTITA’
PROFESSIONALI
SI
SVILUPPANO
ENTRO SITUAZIONI CONTINGENTI
TALE STILE PERO’ NON CONSENTE DI
SPIEGARE QUALI CONOSCENZE GLI
OPERATORI
MATURINO
NELLE
PRATICHE QUOTIDIANE
SONO
PROCESSI
INNOVATIVI
A
CARATTERE
IMPLICITO
CHE
NASCONO DALLA CONDIVISIONE DEI
SAPERI E VANNO OLTRTE LA
FORMAZIONE STRUTTURATA
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COSTRUIRE UNA RELAZIONALITA’ COMUNICATIVA
SVOLTA PER RIPENSARE LA QUALITA’ DEL LAVORO EDUCATIVO
TRA RUOLI INTERPROFESSIONAI E SOGGETTI
La cultura organizzativa attuale ha modellato la professionalità degli
operatori e il loro stile di lavoro
ORA DEVE ORIENTARE VERSO NUOVI
CORSI DI AZIONE IN CUI IL SAPERE
DIVIENE OGGETTO DI ANALISI E
RIFLESSIONE
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FOCUS SULL’ESPERIENZA DEL GRUPPO DI LAVORO
GRUPPO COME RETE COMPLESSA DI RELAZIONI TRA
PAZIENTI, FAMLIARI, COLLEGHI, ISTITUZIONI, COMUNITA’
Primo passo da fare
Decostruire la professionalità
Rimodellarei profili
Partire da nuovi percorsi di
professionalizzazione
Secondo passo
Aprire i percorsi formativi a nuovi tipi di
conoscenze
Non rifiutare la competenza appresa
Utilizzare un’ottica critico trasformativa
del lavoro di cura
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Terzo passo
Acquisire
una
riflessiva e situata
competenza
Dire cosa ognuno porta nella
relazione
e
metterlo
a
disposizione degli altri
Quarto passo
Trasfomare
l’esperienza
professionale con la riflessione
su ciò che si fa quotidianamente
Identita’ costruita nel confronto
tra reti semantiche
NUOVO MODELLO
COMUNITA’ DI PRATICHE
Strumento per analizzare la cultura
organizzativa e i gruppi di lavoro nel
funzionamento quotidiano
Utile a comprendere il processo di
condivisione con cui gli operatori attuano
strategie di azione e interpretano gli
eventi
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CHE TIPO DI SAPERE E’
RICHIESTO OGGI?
Non solo possesso di padronanza tecnica
o di metodologia standardizzata
Esercizio alla pratica riflessiva
Sapere costruito nella comunicazione
interpersonale tra colleghi e soggetti della
cura
PEDAGOGIA COSTRUTTIVISTA
Il lavoro di cura si costruisce a partire dall’incontro tra identità
diverse: quella dell’operatore con il proprio vissuto e cultura
organizzativa e quella dei pazienti con i oro legami e sistemi di
riferimento
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COSA CAMBIA CON LA COMUNITA’ DI PRATICHE
PROMUOVE UNA FORMAZIONE UMANISTICA
COMPENSA UNA PROFESSIONALITA’ TECNICA
INCREMENTA UNA PROFESSIONALITA’ RIFLESSIVA
DA UNA CULTURA BASATA SUL DOVERE FARE A
UNA CULTURA DEL RELAZIONARSI
E IL GRUPPO ?
VIENE VALORIZZATO NELLA SUA DIMENSIONE INFORMALE DOVE SI
CONDIVIDE IL MODO DI FARE LE COSE E INTERPRETARE GLI EVENTI
PARTECIPAZIONE EFFETTIVA ALLE ATTIVITA’ ORGANIZZATE NELLO SPAZIO
DI CURA E LAVORO
COMUNICAZIONE COME MEZZO PER AVERE COSE IN COMUNE
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NARRATIVE BASE MEDICINE
• FONDAMENTO DI UN NUOVO STILE DI LAVORO
•IDENTITA’ DEGLI PERATORI ORIENTATA A IMPARARE A
PRESTARE ATTENZIONE ALLE STORIE DEI PAZIENTI
RIFLETTERE SU SE STESSI E LE PROPRIE EMOZIONI
COMUNITA’ DI PRATICHE
MODELLO CARATTERIZZATO DA
•FORMAZIONE IN SERVIZIO SITUATA
•PROFESSIONISTI COME PRODUTTORI DI CONOSCENZA
•SPAZIO DELLA CURA NON COME REALTA’ DATA UNA VOLTA PER TUTTE
•CONTESTO DI PRODUZIONE DI SIGNIFICATI NORME VALORI INCORPORATI
NELLA PRATICA DELLE DINAMIHE RELAZIONALI
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Nuova Identita’ professionale
Pratica narrativa e collaborativa
Condivisione di storie come nuova buona pratica
Condividere le esperienze con il fine di utilizzarle per trarre benefici personali e
professionali
ATTENZIONE SUI PROCESSI di:
COMUNICAZIONE
INNOVAZIONE
DISTRIBUZIONE DEL POTERE
FORMAZIONE
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Nuova visione del LAVORO nell’Organizzazione
Cultura organizzativa = contesto privilegiato di
elaborazione del sapere
Riconfigurazione delle identità professionali
Riflessione critica sui modelli che finora hanno
orientato la cultura organizzativa della cura
Attenzione al rapporto tra conoscenza personale
accumulata durante il lavoro e quella professionale
COSTRUZIONE DELL’IDENTITA’ PROFESSIONALE
ALL’INTERNO DI MOMENTI APERTI DINAMICI CHE PERMETTONO ALLA CONOSCENZA
DEGLI OPERATORI DI CIRCOLARE, ESSERE CONDIVISA, UTILIZZATA NELLE
PRATICHE
TUTTO CIO’ COSTRUISCE UNA MEMORIA SEMANTICA CHE PERMETTERE DI PRENDERE
LE DECISIONI IN BASE ALLA CULTURA ORGANIZZATIVA DI RIFERIMENTO
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COMPORTAMENTI PROFESSIONALI
NON FRUTTO DI APPRENDIMENTO FORMALE
MA
RISULTATO
DI
CONDIZIONAMENTI
AMBIENTALI
CHE
ORIENTANO
E
STRUTTURANO IL TIPO DI FORMAZIONE
RICEVUTA
NELLE COMUNITA’ DI PRATICHE LE AZIONI E I RISULTATI CONSEGUITI
COMPONGONO UN REPERTORIO PERSONALE DI CASI CHE CONSOLIDA UNA
IMPORTANTE CONOSCENZA E PRATICHE ESPERTE CHE OGNI PROFESSIONISTA
UTILIZZA NEL TEMPO E CONDIVIDE CON GLI ALTRI
SI UTILIZZA COSI’ UN DISPOSITIVO FORMATIVO ALTAMENTE FLESSIBILE
ATTENTO A VALORIZZARE LA FORMAZIONE INFORMALE CHE SI SVILUPPA
QUOTIDIANAMENTE NELLO SPAZIO DELLA CURA E DEL LAVORO
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SPAZIO DELLA CURA
Comunità come spazio di incontro di storie
Narrativita’ utile strategia per tradurre la parte implicita della
professionalità in conoscenze esplicite
Innovazione co - costruita a partire da una analisi critica delle
contraddizioni espresse nelle pratiche professionali
Formazione in servizio : negoziazione dei significati nelle
pratiche professionali ancorate al contesto di riferimento
CULTURA ORGANIZZATIVA COME CONTESTO DI EDUCABILITA’ E DI NUOVI
PERCORSI FORMATIVI
SUPERAMENTO DELLA FRATTURA TRA CHI PRODUCE INNOVAZIONE E CHI LA
APPLICA NELLA PRATICA
AFFIDARE IL CAMBIAMENTO E LA TRASFORMAZIONE DELLO SPAZIO DI CURA E
LAVORO AGLI OPERATORI
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IL GRUPPO RIFLESSIVO
Molti professionisti, chiusi nell’idea di essere degli esperti tecnici, non
trovano alcunché nel contesto della pratica che sia occasione di riflessione.
Sono diventati troppo esperti di tecniche di disattenzione selettiva, scarto di
categorie e controllo delle situazioni, tecniche che essi usano per preservare
la stabilità delle loro conoscenza nel corso della pratica.
L’incertezza costituisce per loro una minaccia; la sua ammissione è segno di
debolezza
Shon D.A., Il professionista riflessivo, op. cit., pag 94
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Lo stile professionale di ogni operatore è composto da un sapere relazionale implicito
che aiuta a costruire cornici di significato con cui interpretare le situazioni medico
sanitarie
RIPENSARE LA PROFESSIONALITA’ DEL GRUPPO
DA UNA MARCATURA TECNICA A UNA UMANIZZATA COMPRENDENTE LA
CAPACITA’ INTERPRETATIVA DELLE AZIONI
LE COMPETENZE COMUNICATIVO RELAZIONALI PERMETTONO DI
MODIFICARE GLI STILI DI LAVORO E INTERCONNETTERE LE DIVERSE
PROFESSIONALITA’
RIFLESSIONE IN GRUPPO SULLE PROPRIE PRATICHE
FARE LE STESSE COSE DEGLI ALTRI MA NON NELLO STESSO MODO
SOTTOPORRE LE AZIONI A ESAMI E CONTROLLI CHE NON NASCONDONO
NULLA A SE STESSI NE’ SI ASSOLVONO BONARIAMENTE
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STESSE PAROLE NUOVO SIGNIFICATO
CAPACITA’ DI INTERDIPENDENZA RISPETTO AL COMPITO E NON AL RUOLO
INTERAZIONE TRA DIMENSIONE COGNITIVA E EMOZIONALE
EMPATIA PER COMPRENDERE LE PRESSION AFFRONTATE DAGLI ALTRI PREZIOSA
RISORSA PER RISOLVERE CONFLITTI DI NUOVI INSERIMENTI
CLIMA ORGANIZZATIVO POSITIVO DOVE C’E’ ATTENZIONE ALLE RELAZIONI E ALL’UMORE
TROVARE UN ACCORDO COMUNICATIVO CHE CONCILI L’AGIRE ORIENTATO ALLO SCOPO
CON UN AGIRE ORIENTATO ALL’INTESA
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