METEORA Giornale d’istituto della s.m.s. Alighieri-Fermi di Rimini Periodico Anno XIV gennaio 2011 2011 Questo non è un piatto... Madama Butterfly Come Ospiti nel Mondo Lettera alle classi prime “Avevo un sogno” Il sito della Alighieri-Fermi: http://alighierifermi.myblog.it METEORA INDICE Periodico Anno XIV, numero 1 pag. 2 Dal Preside Sede di Rimini Via Coletti, 102 tel. 0541.52082 fax 0541.27037 Sede di Viserba Via Morri, 4 tel + fax 0541.7337793 Sito internet: http://alighierifermi.myblog.it Coordinamento e Redazione Vittorio Liberti pag. 3 Esame su Meteora k Quest’anno la redazione di Meteora non è stabile, ma cambierà di volta in volta, secondo i contributi. Anche se in forma ridotta, a causa dei nuovi ordinamenti della scuola, Meteora cercherà di assicurare almeno due uscite annuali. Si ringraziano coloro che hanno partecipato a questo numero e coloro che vorranno farlo in futuro. Della precedente redazione abbiamo ancora il piacere di annoverare Nicolas Di Tempora, che salutiamo con piacere e affetto. Inviato Speciale: Nicolas Di Tempora Questo non è un piatto... pag. 6/7 L’esperienza del coro pag. 8/9 Madama Butterfly pag. 10/11 Elogio alla lentezza pag. 12/13 Come ospiti nel mondo pag. 13 Lettera alle classi prime pag. 14 FaceBookMania pag. 16 Due testi di Cristoforo pag. 17 Le brutte storie della TV pag. 18 “Avevo un sogno” pag. 19/21 Pensieri per Filippo pag. 22/23 Le scorciatoie di Nico pag. 24/25 Le poesie di Irene e La redazione pagg. 4/5 BUON DUEMILAUNDICI * 1 , Dal Preside. “ Approfitto della bella occasione offertami dalla pubblicazione del primo numero annuale di Meteora, giornalino on line della nostra scuola, per rivolgere innanzitutto un caro saluto a tutti i ragazzi e le ragazze, ai loro genitori, al personale docente e non docente, alla cittadinanza, alle Istituzioni e Associazioni pubbliche e private del Comune di Rimini. Rivolgo inoltre un saluto particolarmente affettuoso alla cara collega Enrica Morolli che dal 1 Settembre 2010 mi ha lasciato l’onore e l’onere di dirigere la scuola, la “sua” scuola, che ha diretto con ineguagliabile passione, competenza e senso del dovere per molti anni. Consapevole delle difficoltà, anche per i tempi non particolarmente facili che la scuola in generale sta vivendo, profonderò tutte le energie possibili per mantenere e semmai accrescere le grandi risorse umane e professionali che la Scuola Alighieri-Fermi ha saputo costruire e mettere al servizio dei nostri ragazzi e ragazze che, sotto la guida dei loro docenti, sono i veri protagonisti e primi artefici della loro crescita culturale, civile e umana. Tutto ciò non sarebbe possibile senza il prezioso e quotidiano lavoro, oltre che degli insegnanti, del personale della segreteria dei collaboratori scolastici e senza le idee e la collaborazione dei genitori. La scuola dell'autonomia che stiamo sperimentando da un decennio, pur avendo molti limiti e pochi mezzi, oggi più di ieri richiede al Preside, ora chiamato Dirigente Scolastico, di ascoltare, raccogliere proposte e discuterle, per tradurle in un progetto di scuola che, in un clima di dialogo e collaborazione tra i vari attori, nel rispetto dei reciproci ruoli e delle norme nazionali, valorizzi le idee di tutti e sia il più vicino possibile alle aspettative del territorio nell’importante compito di istruire ed educare le nuove generazioni. Mi auguro che questo giornale sia un ulteriore strumento di riflessione e di crescita culturale e civile dei nostri ragazzi e ragazze e permetta una migliore conoscenza della nostra scuola sia ai Genitori, sia gli Enti Locali e alle agenzie formative ed educative presenti sul territorio con i quali la scuola progetta ogni giorno varie forme di collaborazione e un'autentica condivisione di valori, per la migliore riuscita possibile del comune progetto educativo. Ringraziando fin d’ora tutte le persone, docenti, alunni, genitori che rendono e renderanno possibile il mantenimento e lo sviluppo di questo strumento auguro buona lettura a tutti. Un augurio di buon anno scolastico in particolare ai nostri ragazzi/e con i versi di Antonio Machado : ” "Viandante non c'è un cammino la via si fa con l'andare... Colpo dopo colpo, verso dopo verso ...” (A. Machado) Prova d’esame su Meteora Riportiamo la prova scritta di italiano di Chiara Vincenzi, che lo scorso hanno scelto di svolgere attraverso una relazione su un argomento o un progetto svolto durante l'anno. Chiara è stata una valente redattrice di Meteora, i suoi articoli spesso sono stati quelli d'apertura. La redazione e la professoressa Della Rosa hanno creduto che fosse bello iniziare il nuovo numero di Meteora, con un articolo/relazione che racconta l'esperienza del giornale d'istituto dal di dentro. Un saluto ed un ringraziamento vanno a tutta la precedente redazione di Meteora ed in particolare a Chiara Vincenzi che è l'autrice dell'articolo che andrete a leggere. “ A partire dal primo quadrimestre dell'anno scolastico 2009/2010, ho frequentato il laboratorio "Meteora". Questo laboratorio si è svolto ogni lunedì per tutto l'anno, dalle ore 14 alle ore 16, nell'aula di informatica della scuola "Dante Alighieri". Al suono della campanella, io e gli alunni che frequentavano il mio stesso laboratorio ci recavamo nell'aula di informatica, dove il prof. K ci aspettava per iniziare al lavorare. L'obiettivo che si proponeva questo laboratorio era quello di scrivere un giornalino d'istituto, approfondendo gli argomenti che più interessano i ragazzi. Alcuni argomenti trattati erano per esempio: film, cantanti, moda, libri, programmi televisivi. Ho scelto questo laboratorio perché mi piaceva l'idea di scrivere articoli che poi gli alunni della nostra scuola potevano leggere insieme ai genitori. Il laboratorio si svolgeva seguendo alcune fasi e gli articoli potevano essere scritti in coppia o addirittura in tre. Prima di tutto era fondamentale scegliere il tema sa sviluppare. Una volta deciso l'argomento era necessario consultare internet per trovare informazioni utili. Il materiale raccolto andava trascritto usando le proprie parole, ma scrivendo sempre in modo oggettivo. IL testo, scritto al computer, andava letto fino a quando non si er sicuri di aver terminato l'articolo senza errori. Andava poi consegnato al prof. K che lo controllava ulteriormente. Si correggevano gli errori e infine si stampava l'articolo e lo si inviava, via email, alla redazione grafica di Meteora. Ogni tanto, però, il prof K ci concedeva un'ora di pausa dopo aver lavorato molto intensamente l'ora prima. Fare tutte queste operazioni richiedeva tempo e impegno, ma il risultato finale era appagante. Non tutti gli articoli venivano scritti da noi. Insieme ai nostri, nei numeri di Meteora, uscivano anche articoli di altre classi della scuola, anche della Fermi. Durante l'anno sono usciti tre numeri, ricchi di articoli e pieni di informazioni leggibili anche sul sito della scuola. Durante il laboratorio l'unica difficoltà che ho incontrato è stata quella di trovare i termini giusti per gli articoli che stavo scrivendo, ma quando non riuscivo a trovare le parole, chiedevo al prof K e poco dopo riprendevo il mio lavoro. Attraverso questo laboratorio ho imparato nuovi termini, ho incontrato altri ragazzi della mia scuola e anche dell'altra sede, ho conosciuto nuovi modi di scrivere. Personalmente trovo che questo laboratorio sia stato davvero interessante e utile per coloro che l'hanno frequentato e spero, in futuro, di avere l'opportunità di prendere parte ad un'attività simile a questa. Chiara Vincenzi 3H dello scorso anno Il Dirigente Scolastico Fabio De Angeli 2 3 QUESTO NON E’ UN PIATTO... ...L’ESPERIENZA DI UN LABORATORIO. “Questo non è un piatto” è il titolo del laboratorio a cui abbiamo partecipato mercoledì 24 novembre, recandoci al museo. Ci aspettavamo un laboratorio manuale per dare forma ad un piatto, invece abbiamo vissuto un’esperienza significativa e istruttiva. Appena arrivati, siamo stati accolti da una signora di origini inglesi che ci ha indirizzati a una caccia al tesoro, il cui scopo era quello di identificare e trovare dei reperti archeologici, per lo più piatti. La caccia al tesoro ci ha avvicinato ad altre culture, ai modi di utilizzare gli oggetti nell’antichità e ci ha fatto comprendere le esigenze che uomini di ogni tempo e luogo possono avere in comune. Finita la caccia al tesoro ci siamo ritrovati davanti la signora con l’accento britannico: dall’aspetto sembrava una donna molto colta, dinamica e sempre pronta a far rispettare i tempi, spaccando il secondo; ce la siamo immaginata impegnata a bere tazze di tè! Aveva attribuito a ogni percorso didattico la durata di dieci minuti. Continuava a ripetere che è importante prestare attenzione e, appena qualcuno distoglieva lo sguardo,… “se non mi guardi, se non guardi le mie labbra, i miei gesti, non puoi prestare attenzione”. Cercava di farsi capire da tutti, nonostante non parlasse correttamente l’italiano, per esserci più vicina. Siamo quindi giunti in una stanza in fondo alla quale era posto un pannello con impressa una fotografia raffigurante un mulino e ventisei ceramisti. Qui abbiamo goduto della visione di due brevi filmati che parlavano di piatti, ma in modo creativo: mostravano che i piatti sono tutti apparentemente uguali, ma, nello stesso tempo, diversi l’uno dall’altro. Successivamente abbiamo attraversato una tenda scura e ci siamo ritrovati in un luogo che dava una sensazione di intimità, poiché totalmente silenzioso e debolmente illuminato da piccole candele che emanavano una luce fioca. Su alcuni tavoli erano posti molti piatti di notevoli dimensioni, decorati in modi diversi: alcuni somigliavano a produzioni di arte moderna, astratti e con figure imprecise, quasi come se è un orgoglio possederla, anche se vivo in un altro luogo. fossero disegnati da bambini, altri assomigliavano a veri e propri quadri meticolosamente decorati. Su di essi erano scritte poesie aventi lo stesso testo, ma in lingue diverse. In questo laboratorio è stata sottolineata l’importanza del Tibet, stato invaso dal governo cinese e privato delle sue tradizioni e della sua lingua. Ogni poesia riportava scritto “la mia parola sarà Tibetano” per esprimere la solidarietà a questo paese. Tutte le poesie si concludevano inoltre con una frase in lingua tibetana: ”OM MANI PADME HUNG” cioè: “LA MIA LINGUA E’ LA MIA NAZIONE” pelle, i genitori che abbiamo a cambiare le nostre opinioni, le nostre origini a cambiare ciò che facciamo, ciò di cui siamo a conoscenza. ZHELIANG ZHU LEONARDO MONTI 2F Riflettendo, mi sembra che alle persone di oggi non interessi più conoscere le culture altrui; è per questo che molte lingue vanno perdute. Quando ho osservato i piatti, mi sono accorta di ignorare l’esistenza della metà delle lingue presenti su di essi. Bisogna valorizzare le culture altrui. MONIKA IVANAJ Mentre leggevo quella poesia in spagnolo ero felice, perché mi sono ricordato di quando ero piccolo ed andavo sempre in piscina e al mare. Mi sono ricordato anche che andavo dai miei parenti e che mi davano da mangiare cose che non si trovano facilmente in Italia. Tutti quegli odori e sapori mi sono ritornati alla mente. GEOVEL GUERRA SUAREZ RIFLESSIONI PERSONALI Ogni popolo deve mantenere le proprie origini e usanze, sia ricco sia povero, per poterle tramandare. Ogni persona può essere felice o triste di essere diversa nella sua unicità. Secondo me, i fiori raffigurati sul mio primo piatto potevano avere un significato di purezza e amore, mentre i volti presenti nel secondo piatto, con la poesia in lingua portoghese, potevano essere gli antenati di questo popolo, con i loro usi e costumi. LUCREZIA SARTI RIFLESSIONI DI COMPAGNI VENUTI DA LONTANO Mi hanno chiesto di leggere in cinese ma non so perché non sono riuscito ad aprire bocca, mi sono vergognato, ho avuto paura di leggere nella mia lingua. Pensavo al senso della poesia; mi faceva pensare alla mia lingua, alla mia cultura, alla mia città e persino alla mia casa. Amo la mia lingua, per me 4 Io ho scelto un piatto che riproduceva una figura poco definita. Sembrava un tramonto soffocato in lontananza. Forse mi hanno attirato i colori o forse altro, non saprei, fatto sta che mi ci sono seduto davanti. Siamo tutti uguali, è solamente il clima della zona in cui viviamo a cambiare il colore della nostra 5 IL CORO: UN FIORE ALL’OCCHIELLO. La sede Alighieri organizza un coro di Istituto formato da voci scelte per partecipare a concorsi, iniziative cittadine, concerti anche con l’orchestra, festival di cori a Rimini e in altre città. gliosa che fa capire che insieme agli altri si ottengono risultati e armonie che da soli non si potrebbero raggiungere. Inoltre è stato provato da studi scientifici che dopo avere cantato sono potenziate le difese immunitarie e l’esperienza dimostra che il canto insieme fa sentire più forti e felici. L’attività è al di fuori del percorso curriculare e gli alunni del tempo prolungato possono chiedere l’esonero da un pomeriggio delle attività scolastiche. Ecco alcune frasi d’autore: L’attività è estesa a tutti gli alunni della sede Alighieri che saranno ammessi dopo avere superato una selezione al fine di valutare le doti canore. Questo perché il coro si prefigge di selezionare le voci migliori per ottenere un prodotto di qualità allo scopo di partecipare a concorsi e concerti, mentre la pratica corale per tutti si svolge nella singole classi. “Per svegliare il cuore ci vuole il canto” Kodaly Zoltan “La musica è come il sale” Goran Bregovic “Insegnare attraverso le note l’armonia del vivere insieme è il fine più alto della musica” Riccardo Muti “La musica è la cosa più bella che ha reso felice la mia vita” Roberto Benigni Sarà chiesto un contributo economico di 20 € a quadrimestre per un totale di 10 lezioni Il coro avrà una divisa uguale per tutti. “La musica è una cosa meravigliosa, è un miracolo” Vasco Rossi L’attività è pomeridiana dalle ore 13.30 alle ore 15.00 “La musica è voce di ogni dolore e di ogni gioia”Exlei Il coro è diretto dalla professoressa Maria Elvira Massani e dal professor Antonio Coatti “La musica non può cambiare il mondo, solo la gente può farlo. La musica,però, può cambiare la gente” Per chi ama cantare il coro è un’esperienza meravi- Elvira Massani Coro Alighieri Spettacolo natalizio Natale 2010 Cripta della chiesa di S. Giuseppe al porto Rimini Coro Alighieri 2009-2010 concorso Teatro Masini Faenza 6 7 Madama Butterfly. Un punto di vista. Pinkerton: tenente della marina degli USA ( tenore ) Sharpless: console americano ( baritono ) Goro: sensale di matrimoni ( tenore ). Sabato 13 Novembre, alle ore 17:00 circa, alcuni alunni e prof. si sono ritrovati davanti alla scuola per andare ( in pullman )a Jesi ad assistere alla Madama Butterfly. Il teatro dove si è svolta si chiama ‘’Pergolesi‘’ e nel 2010 ha compiuto 300 anni (1710-2010).Sul pullman abbiamo stabilito i gruppi da disporre nei palchetti (2 professori e 2 ragazzi). Arrivati a Jesi abbiamo cenato in una pizzeria e, subito dopo, ci siamo diretti al teatro. La Madama è iniziata alle 21:00 circa ed è durata più o meno 3 ore. Siamo ritornati a scuola alle ore 1:45 con qualche minuto di ritardo. E’ stata la prof. Massani ad organizzare q u e s t a magnifica serata; e vi ha partecipato anche l’ ex dirigente scolastico Enrica Morolli, a cui l’ opera è piaciuta molto. Per rendere meno noioso il racconto, ne abbiamo fatto un riassunto con una scheda tecnica. CARATTERISTICHE L’opera è centrata sul personaggio di Butterfly, che ha uno sviluppo coerente. All’ombra di Butterfly si muove l’ancella Suzuki. Gli altri personaggi sono delle pallide figure. Puccini fu attento all’atmosfera esotica del dramma, e ricorse talvolta a ritmi e motivi giapponesi liberamente reinventati. ISPIRAZIONE Nell’estate del 1900 Puccini aveva visto a Londra il dramma che D. Belasco aveva tratto da una novella dell’americano J. L. Long, mutandone in tragedia il convenzionale lieto fine. Puccini ne aveva parlato ad Illica e a Giulio Ricordi con la certezza di aver trovato un personaggio affascinante ( Cio-Cio-San ). ATTO 1 In una casa con giardino, a Nagasaki, il tenente della marina americana Pinkerton aspetta il corteo nuziale della sua sposa: la geisha Cio-Cio-San, detta madama Butterfly. Goro, sensale di matrimoni, Gli presenta l’ ancella Suzuki. Giunge il console americano Sharpless e Pinkerton gli descrive i pregi di Butterfly, aggiungendo che si sposa secondo la legge giapponese, non riconosciuta dagli Stati Uniti; Sharpless replica che però Butterfly è cosa seria. Intanto arriva Butterfly che presenta ai parenti il futuro marito. E’ appena finita che irrompe lo zio Bonzo di Butterfly maledicendola per aver tradite l’ antica religione degli avi. Pinkerton lo scaccia e rimane finalmente solo con Butterfly. SCHEDA TECNICA La MADAMA BUTTERFLY è un’opera composta da Giacomo Puccini su libretto di L. Illica e G. Giocosa, divisa in tre atti; che venne rappresentata la prima volta il 17 febbraio 1904 al teatro Alla Scala di Milano. Questa prima rappresentazione fu un fiasco: il motivo principale fu probabilmente legato alla divisione in due soli atti, l’ultimo del quale comprese gli attuali secondo e terzo. Ripresentata a Brescia il 28 Maggio dello stesso anno, ebbe un gran successo. A quel giorno risale l’inizio della sua popolarità. PROTAGONISTI Cio-Cio-San/Madama Butterfly: geisha di 15 anni ( soprano ) Suzuki: ancella ( mezzosoprano ) monio con un’ americana. Ella non da ascolto a Goro che, ricordandole che per la legge giapponese è ormai libera, le propone nuovi pretendenti: ella anzi congeda il nobile e ricco Yamadori, presentatosi a rinnovare le sue proposte. Quando Sharpless tenta di prepararla alla notizia dell’ abbandono, lei gli mostra il figlio di cui Pinkerton ignora l’ esistenza. Allontanatosi il console verso la nave di cui un colpo di cannone ha annunciato l’ atteso arrivo, Butterfly infiora la casa e indossa le vesti nuziali. Accoccolata su una stuoia veglia in attesa del marito. ATTO 3 Butterfly si allontana dalla stanza col bimbo addormentato, dopo aver atteso inutilmente. Poco dopo, con la moglie e Sharpless, giunge Pinkerton: Suzuki va a chiamare Butterfly. Pinkerton contempla la casa con un vago rimpianto e, non avendo il coraggio di vedere Butterfly, esce mentre ella fa il suo ingresso col bambino. Nel vedere l’americana, comprende. Suzuki cerca di farle coraggio, Sharpless le suggerisce di affidare il bambino ai Pinkerton. Improvvisamente calma, Butterfly promette di consegnare il bambino tra mezz’ora. Rimasta sola, indossa la sciarpa cerimoniale e prende il pugnale col quale si “muore con onere” come dice la scritta che vi è incisa. Abbraccio il figlio, gli benda gli occhi, gli dà dei giocattoli. Poi, dietro un paravento si fa harakiri. Pinkerton, che la chiamava, compare sulla soglia insieme a Sharpless: ma Butterfly, trascinatasi acconto al bambino, è morta. Giacomo Puccini, in basso “Un bel dì vedremo” è un'aria di Madama Butterfly. È intonata dalla protagonista durante il secondo atto dell'opera. Un bel dì, vedremo levarsi un fil di fumo sull'estremo confin del mare. E poi la nave appare E poi la nave è bianca. Entra nel porto, romba il suo saluto. Vedi? È venuto! Io non gli scendo incontro, io no. Mi metto là sul ciglio del colle e aspetto, aspetto gran tempo e non mi pesa la lunga attesa. E... uscito dalla folla cittadina un uomo, un picciol punto s'avvia per la collina. Chi sarà? Chi sarà? E come sarà giunto che dirà? che dirà? Chiamerà Butterfly dalla lontana. Io senza far risposta me ne starò nascosta un po' per celia, un po' per non morire al primo incontro, ed egli alquanto in pena chiamerà, chiamerà: «Piccina – mogliettina olezzo di verbena» i nomi che mi dava al suo venire. (a Suzuki) Tutto questo avverrà, te lo prometto. Tienti la tua paura. – Io con sicura fede lo aspetto. Mirko 3H ATTO 2 In una stanza della sua casa Butterfly, col bambino nato dal matrimonio, discorre con Suzuki. Pinkerton è partito promettendo di tornare a primavera; ma da tre anni non da notizie di sé. Nonostante i dubbi di Suzuki , Butterfly è fiduciosa; tanto che Sharpless, giunto insieme a Goro, non osa leggerle la lettera in cui Pinkerton annuncia il suo arrivo ed il suo matri- 8 9 Elogio alla lentezza. Un viaggio a piedi nella città Traffico, fretta, stress. Al giorno d’oggi siamo complici di vite frenetiche senza avere un po’ di tempo per guardarci attorno. Perché non fare una bella passeggiata a piedi per riscoprire la nostra città? Ebbene sì, cari lettori, questo è ciò che abbiamo fatto nell'ottobre scorso. Siamo partiti dalla scuola di Viserba, sede Fermi, verso le 8:00 e in pochi minuti siamo arrivati alla spiaggia, che era illuminata dall'ultima stupefacente luce dell'alba. Abbiamo proseguito parlando e soprattutto cantando per 45 minuti fino alla foce del deviatore artificiale del Marecchia a San Giuliano, dove ci siamo seduti per riposarci un po’, con il forte Maestrale che ci scompigliava i capelli. In questa occasione una nostra compagna ci ha letto una poesia, molto suggestiva scritta dal suo bisnonno. Dopo questa lettura abbiamo proseguito la nostra passeggiata attraversando il ponte di San Giuliano e costeggiando il fiume Marecchia fino alla Darsena in mezzora. La professoressa in questa pausa, ci ha letto un’affascinante poesia sul mare. Abbiamo proseguito fino al faro di Rimini e da li verso il piazzale Boscovich, dove ci siamo fermati a fare merenda. Camminando verso la punta del porto ci siamo fermati al monumento della grossa ancora, per fare qualche foto per poi ripartire sulla spiaggia ammirando qualche surfista che sfidava la potenza del Per lasciare l’impronta del nostro passaggio, abbiamo liberato la nostra fantasia disegnando “3I” in tanti caratteri sulla riva del mare. vento. Per lasciare l’impronta del nostro passaggio, abbiamo liberato la nostra fantasia disegnando “3I” in tanti caratteri sulla riva del mare. In quel momento i prof chiacchieravano e con la coda dell’occhio ci sorvegliavano. Alcuni compagni appassionati di graffiti, disegnavano sulla sabbia, altri facevano foto saltando da una collinetta e altri discutevano seduti sulla spiaggia. Questo felice momento è passato velocemente; siamo così ripartiti, proseguendo lungo la riva per arrivare alla foce del fiume Ausa. Visto che eravamo molto stanchi e soprattutto affamati e l’ ora di pranzo era vicina, abbiamo deciso di fermarci al parco Fratelli Cervi vicino all’Arco D’Augusto per pranzare, dove la nostra prof ci ha elencato e brevemente descritto i borghi di Rimini: San Giovanni, Sant’Andrea e San 10 Giuliano. Dopo aver ripreso le forze, l’altro professore che ci accompagnava, ci ha letto un passaggio di un libro che raccontava la storia del pane dalle origini. Nel frattempo è venuta a salutarci un’altra nostra prof con il suo figlio appena nato. E’ stata una doppia, piacevole, sorpresa. Abbiamo continuato il percorso verso la successiva dolcissima tappa: una gelateria artigianale, dove abbiamo gustato un delizioso gelato. Il parco Marecchia ci ha riportato sul sentiero del ritorno a scuola. Per una volta la vista del Cimitero si è rivelata un buon auspicio: la scuola era vicina! Dopo alcuni chilometri, sulla trafficatissima Via Sacramora, siamo arrivati alle 15:30 alla scuola, mai così tanto desiderata! Questa esperienza ci è piaciuta moltissimo, perché ci ha insegnato che è molto meglio fare una bella passeggiata a piedi (e noi abbiamo fatti più di dieci chilometri!) per conoscere la propria città, piuttosto che usare la macchina o altri mezzi. I ragazzi della 3 I 11 Come Ospiti nel Mondo. Una mostra a scuola. “Come ospiti nel mondo” è il titolo della mostra fotografica realizzata grazie agli scatti dei giovani in Servizio Civile all’Estero nei diversi e troppi “sud” della Terra. Attraverso le foto scattate (sempre con il consenso delle persone ritratte) i giovani ci fanno capire la realtà dei vari paesi che hanno avuto modo di visitare, non come fotoreporter, ma “come ospiti”. Ciò comporta mettere i principio un significato relazionale prima del valore estetico. Nella mostra oltre alle fotografie sono accostate anche le immagini degli oggetti, che identificano meglio quei luoghi, esaltando la bellezza della loro cultura.Stare vicino alle persone, ascoltare le loro storie, sapere di ricevere più di quanto si è dato:questo è un modo di essere tipico di chi aderisce al Servizio Civile . Albania, Angola, Argentina, Bangladesh, Benin, Bolivia, Brasile, Camerun, Bulgaria, Burundi, Kosovo, Cile, Messico… Aspira a realizzare l’ideale di una difesa civile non armata e non violenta, attraverso un’esperienza di GLI SCRITTORI E IL MONDO cittadinanza attiva. Questa forma di difesa viene praticata in contesti territoriali lontani, in situazioni di conflitto nascosto dove emergono violazioni dei diritti umani.Tali esperienze si traducono in progetti per promuovere la pace e i diritti umani nel mondo, di difesa e tutela del patrimonio culturale e ambientale. Lo svolgimento di tale servizio rappresenta un’occasione di crescita personale, ma soprattutto uno strumento valido per diffondere la cultura della pace tra i popoli. I volontari in Servizio Civile all’Estero sono chiamati a raccontare le esperienze vissute, sorvegliare e denunciare le ingiustizie, dando voce a chi non può parlare. Un modo di essere che i “Caschi Bianchi” interpretano in varie parti del mondo e che tanti giovani fanno lo stesso attraverso progetti in Italia. La pace è frutto di questo cammino di condivisione e non delle armi, è frutto della giustizia,della collaborazione e del perdono. Questa mostra ci invita a fare nostro questo modo di essere al servizio dei più deboli, proprio “come ospiti del mondo”. Progetti Il Servizio Civile all’Estero rappresenta una grande opportunità per la crescita dei giovani che per un anno si impegnano in progetti di solidarietà in SARA, XENSILA, ANGELA, HAJIRINA 3H Foto VLADIMIR 3H Russia: Mi sono fatto randagio per poter sfiorare tutto ciò che era, ho bruciato di tenerezza per tutto ciò che non sa dove scaldarsi, ed ho appassionatamente amato tutto ciò che è vagabondo. (Andre Gide) Kossavo: Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'aver occhi. (Marcel Proust) India: L'altrove è uno specchio in negativo. Il viaggiatore riconosce il poco che è suo, scoprendo il molto che non ha avuto e non avrà (Italo Calvino) Brasile: Le radici sono importanti nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo gambe non radici, e le gambe sono faatte per andare altrove. (Pino Cacucci) Cipro: Viaggiare insegna lo spostamento, a sentirsi sempre stranieri nella vita, anche a casa propria, non essere stranieri fra stranieri è forse l'unico modo di essere veramente fratelli. Per questo la meta del viaggio sono gli uomini. (Claudio Magris) 12 13 LETTERA AGLI ALUNNI DELLE CLASSI PRIME. “ Ciao ragazzi, ora che noi di terza ci accingiamo a lasciare la scuola media, chiudendo così un capitolo della nostra vita, da buone sorelle maggiori vi vorremmo dare alcuni consigli per aiutarvi negli studi. Non è necessaria tanta fatica, ma sono indispensabili costanza e impegno. Vedrete che l’impresa non è poi così ardua..... basta seguire delle semplici regole e applicarle quotidianamente: LA “FACEBOOKMANIA” Al giorno d’oggi la vita di molti ragazzi gira intorno a uno dei più famosi social network, un mezzo di comunicazione efficace, uno strumento che purtroppo viene usato nella maniera più sbagliata, uno strumento che sta rovinando la vita di molti ragazzi, il futuro di quelli che dovrebbero essere le fondamenta della comunità dei prossimi anni. Facebook ha molti aspetti positivi, come la possibilità di mettersi in contatto gratuitamente con i propri amici e passarsi immagini, date d’eventi e informazioni di vario genere, i motivi per cui era stato creato inizialmente. Ma la cosa è degenerata: i tre quarti degli utenti sono minorenni, che queste persone non sanno che la violazione della privacy è un reato punibile dalla legge, con multe che vanno da 3 a 18 mila euro e da 5 a 30 mila in casi di particolare gravità. Episodi gravi sono accaduti recentemente nella nostra scuola, nei quali alcuni ragazzi hanno effettuato video o scattato foto, che poi messe su facebook, hanno violato la privacy di molte persone, anche non iscritte. L’aspetto più negativo di questi social network è il fatto che impediscono alla gente di comunicare fisicamente e visivamente, di salutarsi, abbracciarsi, guardarsi negli occhi, percepire le emozio- passano gran parte dei loro pomeriggi su Facebook, ignorando lo studio, e spesso passando la notte al computer. Le immagini di adolescenti sono accessibili a tutto il mondo, foto di ragazzine che per paura di non essere accettate mettono in mostra la loro intimità, ragazzi che per apparire si inventano le pose più strane. Per questo motivo ognuno ha la possibilità di celare le informazioni che appaiono nel suo profilo, a tutti coloro che non sono suoi amici, per mezzo dell’opzione privacy. Un mezzo efficace si direbbe, se non fosse che i ragazzi accettano e chiedono amicizia a chiunque, anche a persone sconosciute o viste di passaggio sull’autobus. Alla fine, ognuno ha più di trecento amici, per non parlare del fatto che, anche stando attenti a non mettere foto compromettenti sul proprio profilo, chiunque disponga di una fotografia di una persona può caricarla in rete e “taggare” con nome e cognome colui che appare nella foto. Sicuramente ni che le altre persone provano. Noi non stiamo dicendo a voi ragazzi di eliminare il proprio profilo o di non iscriversi a facebook; ma perché passare una giornata davanti al computer, quando si possono incontrare le persone in carne ed ossa? Perché rimanere chiusi in casa a commentare con frasi ipocrite i link di persone che neanche si conoscono? Uscite, andate a mangiarvi un gelato, ritrovatevi con gli amici…. Crescete, correte, giocate… Dovete vivere =). - studiare con buoni risultati significa dare il giusto tempo ad ogni cosa. Gli obbiettivi devono essere ragionevoli e possibili; - cerca il luogo ideale per studiare: senza distrazioni, ma con tanto spazio per tutti i libri; - spegni televisione e cellulare; - non studiare la sera tardi, la stanchezza si sente e i risultati stentano ad arrivare; - ripassa sempre quello che hai studiato, riuscirai a ricordarlo meglio; - dedica un tempo ragionevole allo studio ogni giorno e non gli ultimi minuti prima di un interrogazione o di un compito in classe, per non essere preso dal panico. LE REGOLE D’ORO (anche se ogni regola ha la sua eccezione) - cerca di finire sempre i compiti prima di iniziare a divertirti. Il tuo tempo libero sarà più piacevole se avrai terminato quelle che dovevi fare; - organizza da solo il tuo lavoro. Ti renderà più libero e indipendente; - non credere alle persone che dicono di prendere bei voti senza applicarsi. Lo studio richiede impegni...a meno che tu non sia un genio! PER OTTENERE MIGLIORI RISULTATI - fai una ricca colazione; - mangia cibo nutriente! - fai sempre un ricco spuntino mentre studi ti darà le giuste energie per andare avanti... e ti farà distrarre il tempo necessario per ricaricarti; - regola scrivania e sedia alla giusta altezza; - dormi a sufficienza... otterrai risultati meravigliosi!! ” Se seguirete i nostri consigli e vi impegnerete, meno sbagli farete... Buon anno scolastico e Buon Anno Ilaria,Maria Luna ed Elena 3F 14 Eleonora, Enrico e Linda 3F 15 DUE TESTI DI CRISTOFORO I MEDIA: LE BRUTTE STORIE DELLA TV A casa di Pietro Tra i miei amici Storie e Tv Pietro è sia figlio che fratello della mia famiglia, Tra i miei amici scelgo di parlare di Loris perché abita a Roma, e noi siamo andati a trovarlo dome- è un ragazzo molto bravo. nica e lunedì. Per me un ragazzo è bravo quando è in gamba Domenica con la macchina della mamma, perché cioè quando studia molto ma può anche incontrare quella del babbo era rotta, siamo partiti al mattino e aiutare i suoi amici. Vogliamo scrivere questo articolo non per parlare del delitto di Avetrana, ma di come i mezzi di comunicazione (mass media) sono intervenuti in questa vicenda, di come delitto sia diventato così popolare da spingere tanta gente ad Avetrana per vedere dove è morta Sara Scazzi. La grande attenzione mediatica potrebbe portare a casi di emulazione, persone che pur di avere tanta visibilità sarebbero disposte a commettere dei delitti. Infatti in questi giorni è successo un altro caso simile: una ragazza di nome Yara, dopo l’ allenamento di danza, non è tornata più a casa e si sono perse le sue tracce. In questi giorni abbiamo assistito a due comportamenti molto diversi: la casa di Sara ad Avetrana è sempre aperta ai giornalisti e, di recente, ci sono state molte critiche sull'operazione portata avanti dal fratello (una raccolta fondi per la creazione di una casa per cani randagi, con la presentazione di un "tronista"). Invece la casa di Brembate è rigorosamente chiusa, per la riservatezza che la famiglia ha chiesto proprio dopo la "vergogna mediatica" del caso Scazzi, usato da TV e giornali per riempire trasmissioni e pagine . A Brembate i carabinieri sono intervenuti subito per cercare Yara, a differenza di quanto accaduto, per questioni di indagini, ad Avetrana. Per il caso di Yara, come per già accaduto in passato per la strage di Erba (per la quale era stato subito accusato il tunisino marito di una delle vittime, il quale però non si trovava nemmeno in Italia), si è data la colpa ad un operaio marocchino. Si è fermata una nave in acque internazionali, sono arrivate le vedette della polizia, ed il marocchino è stato arrestato e riportato in Italia. Ma anche in questo caso, indagini un poco più accurate hanno rivelato la totale prestissimo, quattro in una piccola macchina! Loris è un compagno della mia classe. Durante il viaggio in autostrada ho guardato il cd Lui adesso è alto e magro ma l’anno scorso era un che mi hanno regalato i miei amici per il complean- po’ grassottello ed era più basso. Ha i capelli un po’ no con il mio piccolo televisore. Era il film THE lunghi castani movimentati e la faccia rosa. Ha gli BLUES BROTHERS. Avevamo in mente di andare a fare spese da occhi dolci e la bocca sorridente. Hollister, un negozio dove vendono le felpe e le Si veste da carnevale perché ha molti colori, al camicie. Il negozio sembra una discoteca con la collo porta una sciarpa a quadri rossi, i jeans neri e musica alta e poca luce: mi sono stancato subito e un giacchetto un po’ rosso e un po’ bianco. insieme al babbo sono uscito. Parla veloce ma è calmo, si muove come i cartoni Alla sera abbiamo cenato a casa di mio fratello animati, a ginnastica è timido ma prende il pallone. Pietro….. Per me è molto buono, carino e bello, ride molto, è noi avevamo portato la piada e le salsicce, Pietro gentile, però a volte è criticone con Bonni, dice che aveva la zucca e ha preparato le tagliatelle, alla è bugiardo. A ricreazione mangia il panino con il fine c’era una famosa torta al cioccolato che avevamo preparato io e la mamma. Io ho spento 14 grasso: la porchetta, il salame, il prosciutto, io ho la candeline e ho baciato tutti, ero emozionato e banana e non mi va!! Loris l’ho conosciuto alla molto felice!! scuola media. Adesso è nell’ultima fila con la Pietro abita in questa casa con altri amici ma io non Maltoni, quella più alta della gente, così non lo li conosco tutti; questa casa è molto disordinata, le posso vedere bene ma stiamo insieme a ricreazio- tovaglie sono messe male, quella sera Pietro ne e cantiamo Bob Dylan. Più di tutto di lui mi piace aveva una tossaccia secca e il babbo gli ha detto il suo modo di fare. Prima di andare al liceo gli chie- di curarsi ma lui non ci riesce e a Londra ha man- do il numero di telefono. estraneità dell'accusato che ritornava, in accordo con il suo titolare, al suo paese di origine. Le persone, però, all'inizio hanno subito intrapreso delle azioni razziste, questo ci fa capire che diffondere la notizie velocemente non è sempre un bene e che la stampa e i telegiornali non dovrebbero "creare" la notizia a tutti i costi, ma fare un serio lavoro di indagine giornalistica, prima di diffondere notizie false e tendenziose, Secondo noi i mezzi di comunicazione possono servire a molte cose ma, bisogna sempre ricordare che è vero che oggi abbiamo molte tecnologie, ma è anche che vero che dobbiamo imparare a non esagerare. Lorenzo, Luca, Federico 3H giato il kebab ed è stato male, lui è sempre rotto. Cristoforo 3C Cristoforo 3C 16 17 AVEVO UN SOGNO. E SI E’ AVVERATO. Sono uno studente del Liceo Scientifico Einstein. Ho conosciuto Nicolas Di Tempora alle elementari, al CEIS, il Centro Educativo Italo Svizzero. Insieme abbiamo preso parte a diversi spettacoli e laboratori. Già da allora Nicolas mostrava una chiara predisposizione verso la musica, che lo appassionava molto. Ho recentemente scoperto che non è l’unico aspetto dell’arte al quale si interessa: infatti, da poco, nel mio Liceo dove Nicolas frequenta la prima classe, è stata organizzata una mostra dei suoi dipinti. Mi ha colpito molto l’entusiasmo in ogni sua opera, la gioia di aver realizzato un sogno: quello di diventare un pittore. Nicolas è un ragazzo paraplegico che ha affrontato le difficoltà sempre con il sorriso. La sua forza d’animo è un esempio e le sue opere oltre a rappresentare un sogno realizzato, sono la rivincita per chi come Nicolas ha un sogno, anche se difficile da realizzare. Nicolas dipinge usando la bocca per tenere il pennello, quindi i sui quadri è un po’ come se ci sussurrassero parole colorate. Grazie Nicolas PENSIERI PER FILIPPO. Il 7 dicembre in 3H, alle ore 11 sono venute Cristina, una docente di sostegno; Tamara, una psicologa e Cristina, la madre di Filippo. Filippo Righetti è un bel po' alto, ben piazzato: un ragazzone, un ragazzone speciale, perché Filippo è un ragazzo autistico. È come un bambino piccolissimo e bisognoso di ogni tipo di aiuto, racchiuso in corpo da ragazzone. Cristina, la madre di Filippo, ha presentato suo figlio alla classe. Con un po' di filmati, con un po' di racconti e con la forza che i ragazzi hanno percepito chiaramente. Per Filippo è complicato stare in classe con i suoi compagni, così, a turno, i suoi compagni andranno un giorno alla settimana a lavorare, a giocare, a sperimentare con lui. Il 7 dicembre è stata un bella giornata, una giornata piena di emozioni profonde. I ragazzi hanno avuto dei piccoli biglietti, si sono rivolti a Filippo e a sua madre, hanno fatto complimenti ed espresso ammirazione, hanno offerto anche qualche piccolo consiglio. Sì è deciso di non trascriverli, ma di riprodurli nella loro forma originaria, dove la sintassi e l'ortografia scivolano solo per colpa dell'emozione in piena. Eccoli: Francesco 2L Liceo Einstein 19 21 PENSIERI 20 PER FILIPPO DI NICO LE SCORCIATOIE IL MARE E IL VENTO Il mare e il vento Quando sono sul mare mi rilasso. Come se il mare mi spruzzasse e se io sapessi cavalcare le onde, credetemi non ci sarebbe modo di portarmi via. Se fossi una sirena starei su uno scoglio a guardare il tramonto che mi aspetta. E poi quel vento che ti fa volare e ti fa un massaggio sulla testa……io dico che non si può restare senza quel mare azzurro e quell’ aria fresca. Il mare è un bene di tutti e anche tutta l’acqua, sia dolce che salata. Il vento della speranza Il vento della speranza Hai presente in campagna quando il vento soffia verso di te: beh sappi che è il vento della speranza. Quando in guerra combatti sulla collina col sudore e le ferite sanguinanti che sgocciolano sulla spada, pensa al vento, al vento della speranza. Chiudi gli occhi e ascolta il vento della speranza! Quando in guerra sembra che tu e il tuo esercito stiate per perdere: non ti abbattere, chiudi gli occhi e pensa al vento della speranza e rilassati. Sul cavallo drago quando voli pensa alle cose più belle della tua vita. In questo preciso istante gli Iris sbocciano con orgoglio, mi piacerebbe sentire il loro profumo e vederli. LE POESIE DI IRENE Il mio cuore Avete presente il muro con le crepe, il mio cuore è così. Adesso è sbriciolato e il vento lo sta trascinando via con la forza, insieme all’aria e all’acqua che scorre nei fiumi e come il sangue che scorre nelle nostre vene. Adesso il mio cuore è in cima alla gola!!!! In questo preciso istante gli Iris sbocciano con orgoglio, mi piacerebbe sentire il loro profumo e vederli. Io ci sarò Sorrido quando arrivi tu, perché se stai con me il cielo è sempre blu. Non smetterò di dirti che nessuno è grande come te Ed io so già che con me ti avrò fedele amica mia. Resta sempre così, con i tuoi sorrisi e i tuoi si, ovunque tu andrai, lo sai che io ci sarò. Insieme così credici e quando ti senti giù io sarò li. E quando sarai giù io sarò pronta a tirarti su. Due voci un cuore. In ogni posto dove andrai io ti seguirò e se mi amerai, la voce tua udirò. Irene Talacci 3°B