METEORA
Giornale d’istituto della s.m.s. Alighieri-Fermi di Rimini
Periodico Anno XIV gennaio 2011
2011
Questo non è un piatto...
Madama Butterfly
Come Ospiti nel Mondo
Lettera alle classi prime
“Avevo un sogno”
Il sito della Alighieri-Fermi: http://alighierifermi.myblog.it
METEORA
INDICE
Periodico Anno XIV, numero 1
pag.
2
Dal Preside
Sede di Rimini
Via Coletti, 102
tel. 0541.52082 fax 0541.27037
Sede di Viserba
Via Morri, 4
tel + fax 0541.7337793
Sito internet:
http://alighierifermi.myblog.it
Coordinamento e Redazione
Vittorio Liberti
pag.
3
Esame su Meteora
k
Quest’anno la redazione di Meteora non è stabile,
ma cambierà di volta in volta, secondo i contributi.
Anche se in forma ridotta, a causa dei nuovi ordinamenti della scuola, Meteora cercherà di assicurare
almeno due uscite annuali. Si ringraziano coloro che
hanno partecipato a questo numero e coloro che vorranno farlo in futuro.
Della precedente redazione abbiamo ancora il piacere di annoverare Nicolas Di Tempora, che salutiamo
con piacere e affetto.
Inviato Speciale:
Nicolas Di Tempora
Questo non è un piatto...
pag.
6/7
L’esperienza del coro
pag.
8/9
Madama Butterfly
pag.
10/11
Elogio alla lentezza
pag.
12/13
Come ospiti nel mondo
pag.
13
Lettera alle classi prime
pag.
14
FaceBookMania
pag.
16
Due testi di Cristoforo
pag.
17
Le brutte storie della TV
pag.
18
“Avevo un sogno”
pag.
19/21
Pensieri per Filippo
pag.
22/23
Le scorciatoie di Nico
pag.
24/25
Le poesie di Irene
e
La redazione
pagg. 4/5
BUON
DUEMILAUNDICI *
1
,
Dal Preside.
“
Approfitto della bella occasione offertami dalla pubblicazione del primo numero annuale di Meteora, giornalino on line della nostra scuola, per rivolgere innanzitutto un caro saluto
a tutti i ragazzi e le ragazze, ai loro genitori, al personale docente e non docente, alla cittadinanza, alle Istituzioni e Associazioni pubbliche e private del Comune di Rimini.
Rivolgo inoltre un saluto particolarmente affettuoso alla cara collega Enrica Morolli che
dal 1 Settembre 2010 mi ha lasciato l’onore e l’onere di dirigere la scuola, la “sua” scuola, che
ha diretto con ineguagliabile passione, competenza e senso del dovere per molti anni.
Consapevole delle difficoltà, anche per i tempi non particolarmente facili che la scuola
in generale sta vivendo, profonderò tutte le energie possibili per mantenere e semmai accrescere le grandi risorse umane e professionali che la Scuola Alighieri-Fermi ha saputo costruire e mettere al servizio dei nostri ragazzi e ragazze che, sotto la guida dei loro docenti, sono
i veri protagonisti e primi artefici della loro crescita culturale, civile e umana.
Tutto ciò non sarebbe possibile senza il prezioso e quotidiano lavoro, oltre che degli
insegnanti, del personale della segreteria dei collaboratori scolastici e senza le idee e la collaborazione dei genitori.
La scuola dell'autonomia che stiamo sperimentando da un decennio, pur avendo molti
limiti e pochi mezzi, oggi più di ieri richiede al Preside, ora chiamato Dirigente Scolastico, di
ascoltare, raccogliere proposte e discuterle, per tradurle in un progetto di scuola che, in un
clima di dialogo e collaborazione tra i vari attori, nel rispetto dei reciproci ruoli e delle norme
nazionali, valorizzi le idee di tutti e sia il più vicino possibile alle aspettative del territorio nell’importante compito di istruire ed educare le nuove generazioni.
Mi auguro che questo giornale sia un ulteriore strumento di riflessione e di crescita culturale e civile dei nostri ragazzi e ragazze e permetta una migliore conoscenza della nostra
scuola sia ai Genitori, sia gli Enti Locali e alle agenzie formative ed educative presenti sul territorio con i quali la scuola progetta ogni giorno varie forme di collaborazione e un'autentica
condivisione di valori, per la migliore riuscita possibile del comune progetto educativo.
Ringraziando fin d’ora tutte le persone, docenti, alunni, genitori che rendono e renderanno possibile il mantenimento e lo sviluppo di questo strumento auguro buona lettura a tutti.
Un augurio di buon anno scolastico in particolare ai nostri ragazzi/e con i versi di Antonio
Machado :
”
"Viandante non c'è un cammino la via si fa con l'andare...
Colpo dopo colpo, verso dopo verso ...”
(A. Machado) Prova d’esame su
Meteora
Riportiamo la prova scritta di italiano di Chiara Vincenzi, che lo scorso hanno scelto di svolgere attraverso una relazione
su un argomento o un progetto svolto durante l'anno. Chiara è stata una valente redattrice di Meteora, i suoi articoli spesso sono stati quelli d'apertura. La redazione e la professoressa Della Rosa hanno creduto che fosse bello iniziare il nuovo
numero di Meteora, con un articolo/relazione che racconta l'esperienza del giornale d'istituto dal di dentro. Un saluto ed un
ringraziamento vanno a tutta la precedente redazione di Meteora ed in particolare a Chiara Vincenzi che è l'autrice dell'articolo che andrete a leggere.
“
A partire dal primo quadrimestre dell'anno scolastico 2009/2010, ho frequentato il laboratorio "Meteora". Questo laboratorio si è svolto ogni lunedì per tutto l'anno, dalle ore 14 alle ore
16, nell'aula di informatica della scuola "Dante Alighieri". Al suono della campanella, io e gli
alunni che frequentavano il mio stesso laboratorio ci recavamo nell'aula di informatica, dove
il prof. K ci aspettava per iniziare al lavorare. L'obiettivo che si proponeva questo laboratorio era quello di scrivere un giornalino d'istituto, approfondendo gli argomenti che più interessano i ragazzi.
Alcuni argomenti trattati erano per esempio: film, cantanti, moda, libri, programmi televisivi. Ho scelto questo
laboratorio perché mi piaceva l'idea di scrivere articoli che poi gli alunni della nostra scuola potevano leggere
insieme ai genitori. Il laboratorio si svolgeva seguendo alcune fasi e gli articoli potevano essere scritti in coppia
o addirittura in tre. Prima di tutto era fondamentale scegliere il tema sa sviluppare.
Una volta deciso l'argomento era necessario consultare internet per trovare informazioni utili. Il materiale raccolto andava trascritto
usando le proprie parole, ma scrivendo sempre in modo oggettivo. IL testo, scritto al computer, andava letto fino
a quando non si er sicuri di aver terminato l'articolo senza errori. Andava poi consegnato al prof. K che lo controllava ulteriormente. Si correggevano gli errori e infine si stampava l'articolo e lo si inviava, via email, alla redazione grafica di Meteora. Ogni tanto, però, il prof K ci concedeva un'ora di pausa dopo aver lavorato molto intensamente l'ora prima. Fare tutte queste operazioni richiedeva tempo e impegno, ma il risultato finale era appagante. Non tutti gli articoli venivano scritti da noi. Insieme ai nostri, nei numeri di Meteora, uscivano anche articoli di altre classi della scuola, anche della Fermi. Durante l'anno sono usciti tre numeri, ricchi di articoli e pieni
di informazioni leggibili anche sul sito della scuola. Durante il laboratorio l'unica difficoltà che ho incontrato è
stata quella di trovare i termini giusti per gli articoli che stavo scrivendo, ma quando non riuscivo a trovare le
parole, chiedevo al prof K e poco dopo riprendevo il mio lavoro.
Attraverso questo laboratorio ho imparato nuovi termini, ho incontrato altri ragazzi della mia scuola e
anche dell'altra sede, ho conosciuto nuovi modi di scrivere. Personalmente trovo che questo laboratorio sia
stato davvero interessante e utile per coloro che l'hanno frequentato e spero, in futuro, di avere l'opportunità di
prendere parte ad un'attività simile a questa.
Chiara Vincenzi
3H dello scorso anno
Il Dirigente Scolastico
Fabio De Angeli
2
3
QUESTO NON E’
UN PIATTO...
...L’ESPERIENZA DI
UN LABORATORIO.
“Questo non è un piatto” è il titolo del laboratorio a
cui abbiamo partecipato mercoledì 24 novembre,
recandoci al museo. Ci aspettavamo un laboratorio manuale per dare forma ad un piatto, invece
abbiamo vissuto un’esperienza significativa e
istruttiva. Appena arrivati, siamo stati accolti da
una signora di origini inglesi che ci ha indirizzati a
una caccia al tesoro, il cui scopo era quello di
identificare e trovare dei reperti archeologici, per lo
più piatti. La caccia al tesoro ci ha avvicinato ad
altre culture, ai modi di utilizzare gli oggetti nell’antichità e ci ha fatto comprendere le esigenze
che uomini di ogni tempo e luogo possono avere
in comune. Finita la caccia al tesoro ci
siamo ritrovati davanti la signora con
l’accento britannico: dall’aspetto sembrava una donna molto colta, dinamica e sempre pronta a far rispettare i
tempi, spaccando il secondo; ce la
siamo immaginata impegnata a bere
tazze di tè! Aveva attribuito a ogni percorso didattico la durata di dieci minuti. Continuava a ripetere che è importante prestare attenzione e, appena
qualcuno distoglieva lo sguardo,… “se
non mi guardi, se non guardi le mie
labbra, i miei gesti, non puoi prestare
attenzione”. Cercava di farsi capire da
tutti, nonostante non parlasse correttamente l’italiano, per esserci più vicina. Siamo quindi giunti in una stanza
in fondo alla quale era posto un pannello con impressa una fotografia raffigurante un mulino e ventisei ceramisti.
Qui abbiamo goduto della visione di
due brevi filmati che parlavano di piatti, ma in modo creativo: mostravano che i piatti
sono tutti apparentemente uguali, ma, nello stesso
tempo, diversi l’uno dall’altro. Successivamente
abbiamo attraversato una tenda scura e ci siamo
ritrovati in un luogo che dava una sensazione di
intimità, poiché totalmente silenzioso e debolmente illuminato da piccole candele che emanavano
una luce fioca. Su alcuni tavoli erano posti molti
piatti di notevoli dimensioni, decorati in modi diversi: alcuni somigliavano a produzioni di arte moderna, astratti e con figure imprecise, quasi come se
è un orgoglio possederla, anche se vivo in un altro
luogo.
fossero disegnati da bambini, altri assomigliavano
a veri e propri quadri meticolosamente decorati. Su
di essi erano scritte poesie aventi lo stesso testo,
ma in lingue diverse. In questo laboratorio è stata
sottolineata l’importanza del Tibet, stato invaso dal
governo cinese e privato delle sue tradizioni e della
sua lingua. Ogni poesia riportava scritto “la mia
parola sarà Tibetano” per esprimere la solidarietà a
questo paese. Tutte le poesie si concludevano inoltre con una frase in lingua tibetana: ”OM MANI
PADME HUNG” cioè: “LA MIA LINGUA E’ LA MIA
NAZIONE”
pelle, i genitori che abbiamo a cambiare le nostre
opinioni, le nostre origini a cambiare ciò che facciamo, ciò di cui siamo a conoscenza.
ZHELIANG ZHU
LEONARDO MONTI
2F
Riflettendo, mi sembra che alle persone di oggi
non interessi più conoscere le culture altrui; è per
questo che molte lingue vanno perdute. Quando
ho osservato i piatti, mi sono accorta di ignorare
l’esistenza della metà delle lingue presenti su di
essi. Bisogna valorizzare le culture altrui.
MONIKA IVANAJ
Mentre leggevo quella poesia in spagnolo ero felice, perché mi sono ricordato di quando ero piccolo ed andavo sempre in piscina e al mare. Mi sono
ricordato anche che andavo dai miei parenti e che
mi davano da mangiare cose che non si trovano
facilmente in Italia. Tutti quegli odori e sapori mi
sono ritornati alla mente.
GEOVEL GUERRA SUAREZ
RIFLESSIONI PERSONALI
Ogni popolo deve mantenere le proprie origini e
usanze, sia ricco sia povero, per poterle tramandare. Ogni persona può essere felice o triste di
essere diversa nella sua unicità.
Secondo me, i fiori raffigurati sul mio primo piatto
potevano avere un significato di purezza e amore,
mentre i volti presenti nel secondo piatto, con la
poesia in lingua portoghese, potevano essere gli
antenati di questo popolo, con i loro usi e costumi.
LUCREZIA SARTI
RIFLESSIONI DI COMPAGNI VENUTI DA LONTANO
Mi hanno chiesto di leggere in cinese ma non so
perché non sono riuscito ad aprire bocca, mi sono
vergognato, ho avuto paura di leggere nella mia lingua. Pensavo al senso della poesia; mi faceva pensare alla mia lingua, alla mia cultura, alla mia città
e persino alla mia casa. Amo la mia lingua, per me
4
Io ho scelto un piatto che riproduceva una figura
poco definita. Sembrava un tramonto soffocato in
lontananza. Forse mi hanno attirato i colori o forse
altro, non saprei, fatto sta che mi ci sono seduto
davanti.
Siamo tutti uguali, è solamente il clima della zona
in cui viviamo a cambiare il colore della nostra
5
IL CORO: UN FIORE
ALL’OCCHIELLO.
La sede Alighieri organizza un coro di Istituto formato da voci scelte per partecipare a concorsi, iniziative cittadine, concerti anche con l’orchestra, festival
di cori a Rimini e in altre città.
gliosa che fa capire che insieme agli altri si ottengono risultati e armonie che da soli non si potrebbero
raggiungere. Inoltre è stato provato da studi scientifici che dopo avere cantato sono potenziate le difese
immunitarie e l’esperienza dimostra che il canto
insieme fa sentire più forti e felici.
L’attività è al di fuori del percorso curriculare e gli
alunni del tempo prolungato possono chiedere l’esonero da un pomeriggio delle attività scolastiche.
Ecco alcune frasi d’autore:
L’attività è estesa a tutti gli alunni della sede Alighieri
che saranno ammessi dopo avere superato una
selezione al fine di valutare le doti canore. Questo
perché il coro si prefigge di selezionare le voci
migliori per ottenere un prodotto di qualità allo scopo
di partecipare a concorsi e concerti, mentre la pratica corale per tutti si svolge nella singole classi.
“Per svegliare il cuore ci vuole il canto”
Kodaly
Zoltan
“La musica è come il sale” Goran Bregovic
“Insegnare attraverso le note l’armonia del vivere
insieme è il fine più alto della musica” Riccardo Muti
“La musica è la cosa più bella che ha reso felice la
mia vita” Roberto Benigni
Sarà chiesto un contributo economico di 20 € a quadrimestre per un totale di 10 lezioni
Il coro avrà una divisa uguale per tutti.
“La musica è una cosa meravigliosa, è un miracolo”
Vasco Rossi
L’attività è pomeridiana dalle ore 13.30 alle ore 15.00
“La musica è voce di ogni dolore e di ogni gioia”Exlei
Il coro è diretto dalla professoressa Maria Elvira
Massani e dal professor Antonio Coatti
“La musica non può cambiare il mondo, solo la gente
può farlo. La musica,però, può cambiare la gente”
Per chi ama cantare il coro è un’esperienza meravi-
Elvira Massani
Coro Alighieri Spettacolo natalizio Natale 2010
Cripta della chiesa di S. Giuseppe al porto Rimini
Coro Alighieri 2009-2010
concorso Teatro Masini
Faenza
6
7
Madama Butterfly. Un
punto di vista.
Pinkerton: tenente della marina degli USA ( tenore )
Sharpless: console americano ( baritono )
Goro: sensale di matrimoni ( tenore ).
Sabato 13 Novembre, alle ore 17:00 circa, alcuni
alunni e prof. si sono ritrovati davanti alla scuola per
andare ( in pullman )a Jesi ad assistere alla
Madama Butterfly. Il teatro dove si è svolta si chiama ‘’Pergolesi‘’ e nel 2010 ha compiuto 300 anni
(1710-2010).Sul pullman abbiamo stabilito i gruppi
da disporre nei palchetti (2 professori e 2 ragazzi).
Arrivati a Jesi abbiamo cenato in una pizzeria e,
subito dopo, ci siamo diretti al teatro. La Madama è
iniziata alle 21:00 circa ed è durata più o meno 3
ore. Siamo ritornati a scuola alle ore 1:45 con qualche minuto di ritardo. E’ stata la prof. Massani ad
organizzare
q u e s t a
magnifica
serata; e vi ha
partecipato
anche l’ ex
dirigente scolastico Enrica
Morolli, a cui l’
opera è piaciuta molto.
Per rendere
meno noioso
il racconto, ne
abbiamo fatto
un riassunto
con una scheda tecnica.
CARATTERISTICHE
L’opera è centrata sul personaggio di Butterfly, che
ha uno sviluppo coerente. All’ombra di Butterfly si
muove l’ancella Suzuki. Gli altri personaggi sono
delle pallide figure. Puccini fu attento all’atmosfera
esotica del dramma, e ricorse talvolta a ritmi e motivi giapponesi liberamente reinventati.
ISPIRAZIONE
Nell’estate del 1900 Puccini aveva visto a Londra il
dramma che D. Belasco aveva tratto da una novella dell’americano J. L. Long, mutandone in tragedia
il convenzionale lieto fine. Puccini ne aveva parlato
ad Illica e a Giulio Ricordi con la certezza di aver trovato un personaggio affascinante ( Cio-Cio-San ).
ATTO 1
In una casa con giardino, a Nagasaki, il tenente
della marina americana Pinkerton aspetta il corteo
nuziale della sua sposa: la geisha Cio-Cio-San,
detta madama Butterfly. Goro, sensale di matrimoni, Gli presenta l’ ancella Suzuki. Giunge il console
americano Sharpless e Pinkerton gli descrive i pregi
di Butterfly, aggiungendo che si sposa secondo la
legge giapponese, non riconosciuta dagli Stati Uniti;
Sharpless replica che però Butterfly è cosa seria.
Intanto arriva Butterfly che presenta ai parenti il futuro marito. E’ appena finita che irrompe lo zio Bonzo
di Butterfly maledicendola per aver tradite l’ antica
religione degli avi. Pinkerton lo scaccia e rimane
finalmente solo con Butterfly.
SCHEDA TECNICA
La MADAMA BUTTERFLY è un’opera composta da
Giacomo Puccini su libretto di L. Illica e G. Giocosa,
divisa in tre atti; che venne rappresentata la prima
volta il 17 febbraio 1904 al teatro Alla Scala di
Milano. Questa prima rappresentazione fu un fiasco: il motivo principale fu probabilmente legato alla
divisione in due soli atti, l’ultimo del quale comprese
gli attuali secondo e terzo. Ripresentata a Brescia il
28 Maggio dello stesso anno, ebbe un gran successo. A quel giorno risale l’inizio della sua popolarità.
PROTAGONISTI
Cio-Cio-San/Madama Butterfly: geisha di 15 anni (
soprano )
Suzuki: ancella ( mezzosoprano )
monio con un’ americana. Ella non da ascolto a
Goro che, ricordandole che per la legge giapponese è ormai libera, le propone nuovi pretendenti: ella
anzi congeda il nobile e ricco Yamadori, presentatosi a rinnovare le sue proposte. Quando Sharpless
tenta di prepararla alla notizia dell’ abbandono, lei
gli mostra il figlio di cui Pinkerton ignora l’ esistenza.
Allontanatosi il console verso la nave di cui un colpo
di cannone ha annunciato l’ atteso arrivo, Butterfly
infiora la casa e indossa le vesti nuziali.
Accoccolata su una stuoia veglia in attesa del marito.
ATTO 3
Butterfly si allontana dalla stanza col bimbo addormentato, dopo aver atteso inutilmente. Poco dopo,
con la moglie e Sharpless, giunge Pinkerton:
Suzuki va a chiamare Butterfly. Pinkerton contempla la casa con un vago rimpianto e, non avendo il
coraggio di vedere Butterfly, esce mentre ella fa il
suo ingresso col bambino. Nel vedere l’americana,
comprende. Suzuki cerca di farle coraggio,
Sharpless le suggerisce di affidare il bambino ai
Pinkerton. Improvvisamente calma, Butterfly promette di consegnare il bambino tra mezz’ora.
Rimasta sola, indossa la sciarpa cerimoniale e
prende il pugnale col quale si “muore con onere”
come dice la scritta che vi è incisa. Abbraccio il
figlio, gli benda gli occhi, gli dà dei giocattoli. Poi,
dietro un paravento si fa harakiri. Pinkerton, che la
chiamava, compare sulla soglia insieme a
Sharpless: ma Butterfly, trascinatasi acconto al
bambino, è morta.
Giacomo Puccini, in basso
“Un bel dì vedremo” è un'aria di
Madama Butterfly. È intonata dalla
protagonista durante il secondo
atto dell'opera.
Un bel dì, vedremo
levarsi un fil di fumo sull'estremo
confin del mare.
E poi la nave appare
E poi la nave è bianca.
Entra nel porto, romba il suo saluto.
Vedi? È venuto!
Io non gli scendo incontro, io no. Mi metto
là sul ciglio del colle e aspetto, aspetto
gran tempo e non mi pesa
la lunga attesa.
E... uscito dalla folla cittadina
un uomo, un picciol punto
s'avvia per la collina.
Chi sarà? Chi sarà?
E come sarà giunto
che dirà? che dirà?
Chiamerà Butterfly dalla lontana.
Io senza far risposta
me ne starò nascosta
un po' per celia, un po' per non morire
al primo incontro, ed egli alquanto in pena
chiamerà, chiamerà:
«Piccina – mogliettina
olezzo di verbena»
i nomi che mi dava al suo venire.
(a Suzuki)
Tutto questo avverrà, te lo prometto.
Tienti la tua paura. – Io con sicura
fede lo aspetto.
Mirko 3H
ATTO 2
In una stanza della sua casa Butterfly, col bambino
nato dal matrimonio, discorre con Suzuki. Pinkerton
è partito promettendo di tornare a primavera; ma da
tre anni non da notizie di sé. Nonostante i dubbi di
Suzuki , Butterfly è fiduciosa; tanto che Sharpless,
giunto insieme a Goro, non osa leggerle la lettera in
cui Pinkerton annuncia il suo arrivo ed il suo matri-
8
9
Elogio alla lentezza.
Un viaggio a piedi nella città
Traffico, fretta, stress.
Al giorno d’oggi siamo complici di vite frenetiche
senza avere un po’ di tempo per guardarci attorno.
Perché non fare una bella passeggiata a piedi per
riscoprire la nostra città?
Ebbene sì, cari lettori, questo è ciò che abbiamo
fatto nell'ottobre scorso.
Siamo partiti dalla scuola di Viserba, sede Fermi,
verso le 8:00 e in pochi minuti siamo arrivati alla
spiaggia, che era illuminata dall'ultima stupefacente luce dell'alba.
Abbiamo proseguito parlando e soprattutto cantando per 45 minuti fino alla foce del deviatore artificiale del Marecchia a San Giuliano, dove ci siamo
seduti per riposarci un po’, con il forte Maestrale che
ci scompigliava i capelli.
In questa occasione una nostra compagna ci ha
letto una poesia, molto suggestiva scritta dal suo
bisnonno.
Dopo questa lettura abbiamo proseguito la nostra
passeggiata attraversando il ponte di San Giuliano
e costeggiando il fiume Marecchia fino alla Darsena
in mezzora.
La professoressa in questa pausa, ci ha letto un’affascinante poesia sul mare. Abbiamo proseguito
fino al faro di Rimini e da li verso il piazzale
Boscovich, dove ci siamo fermati a fare merenda.
Camminando verso la punta del porto ci siamo fermati al monumento della grossa ancora, per fare
qualche foto per poi ripartire sulla spiaggia ammirando qualche surfista che sfidava la potenza del
Per lasciare l’impronta del nostro passaggio, abbiamo liberato
la nostra fantasia
disegnando “3I” in
tanti caratteri sulla
riva del mare.
vento.
Per lasciare l’impronta del nostro passaggio, abbiamo liberato la nostra fantasia disegnando “3I” in
tanti caratteri sulla riva del mare.
In quel momento i prof chiacchieravano e con la coda dell’occhio
ci sorvegliavano. Alcuni compagni appassionati di graffiti, disegnavano sulla sabbia, altri facevano foto saltando da una collinetta e altri discutevano seduti
sulla spiaggia.
Questo felice momento è passato velocemente; siamo così ripartiti, proseguendo lungo la riva per
arrivare alla foce del fiume Ausa.
Visto che eravamo molto stanchi
e soprattutto affamati e l’ ora di
pranzo era vicina, abbiamo deciso di fermarci al parco Fratelli
Cervi vicino all’Arco D’Augusto
per pranzare, dove la nostra prof
ci ha elencato e brevemente
descritto i borghi di Rimini: San
Giovanni, Sant’Andrea e San
10
Giuliano.
Dopo aver ripreso le
forze, l’altro professore
che ci accompagnava, ci
ha letto un passaggio di
un libro che raccontava
la storia del pane dalle
origini. Nel frattempo è
venuta a salutarci un’altra nostra prof con il suo
figlio appena nato. E’
stata una doppia, piacevole, sorpresa.
Abbiamo continuato il
percorso verso la successiva
dolcissima
tappa: una gelateria artigianale, dove abbiamo
gustato un delizioso
gelato.
Il parco Marecchia ci ha
riportato sul sentiero del
ritorno a scuola. Per una volta la vista del Cimitero
si è rivelata un buon auspicio: la scuola era vicina!
Dopo alcuni chilometri, sulla trafficatissima Via
Sacramora, siamo arrivati alle 15:30 alla scuola,
mai così tanto desiderata!
Questa esperienza ci è piaciuta moltissimo, perché
ci ha insegnato che è molto meglio fare una bella
passeggiata a piedi (e noi abbiamo fatti più di dieci
chilometri!) per conoscere la propria città, piuttosto
che usare la macchina o altri mezzi.
I ragazzi della 3 I
11
Come Ospiti nel Mondo.
Una mostra a scuola.
“Come ospiti nel mondo” è il titolo della mostra
fotografica realizzata grazie agli scatti dei giovani
in Servizio Civile all’Estero nei diversi e troppi
“sud” della Terra.
Attraverso le foto scattate (sempre con il consenso delle persone ritratte) i giovani ci fanno capire
la realtà dei vari paesi che hanno avuto modo di
visitare, non come fotoreporter, ma “come ospiti”.
Ciò comporta mettere i principio un significato
relazionale prima del valore estetico.
Nella mostra oltre alle fotografie sono accostate
anche le immagini degli oggetti, che identificano
meglio quei luoghi, esaltando la bellezza della loro
cultura.Stare vicino alle persone, ascoltare le loro
storie, sapere di ricevere più di quanto si è
dato:questo è un modo di essere tipico di chi aderisce al Servizio Civile .
Albania, Angola, Argentina, Bangladesh, Benin,
Bolivia, Brasile, Camerun, Bulgaria, Burundi,
Kosovo, Cile, Messico…
Aspira a realizzare l’ideale di una difesa civile non
armata e non violenta, attraverso un’esperienza di
GLI SCRITTORI E IL MONDO
cittadinanza attiva.
Questa forma di difesa viene praticata in contesti
territoriali lontani, in situazioni di conflitto nascosto
dove emergono violazioni dei diritti umani.Tali
esperienze si traducono in progetti per promuovere la pace e i diritti umani nel mondo, di difesa e
tutela del patrimonio culturale e ambientale.
Lo svolgimento di tale servizio rappresenta un’occasione di crescita personale, ma soprattutto uno
strumento valido per diffondere la cultura della
pace tra i popoli. I volontari in Servizio Civile
all’Estero sono chiamati a raccontare le esperienze vissute, sorvegliare e denunciare le ingiustizie,
dando voce a chi non può parlare.
Un modo di essere che i “Caschi Bianchi” interpretano in varie parti del mondo e che tanti giovani
fanno lo stesso attraverso progetti in Italia.
La pace è frutto di questo cammino di condivisione e non delle armi, è frutto della giustizia,della
collaborazione e del perdono.
Questa mostra ci invita a fare nostro questo modo
di essere al servizio dei più deboli, proprio “come
ospiti del mondo”.
Progetti
Il Servizio Civile all’Estero rappresenta una grande opportunità per la crescita dei giovani che per
un anno si impegnano in progetti di solidarietà in
SARA, XENSILA, ANGELA, HAJIRINA 3H
Foto VLADIMIR 3H
Russia:
Mi sono fatto randagio per poter sfiorare tutto ciò che era, ho bruciato di
tenerezza per tutto ciò che non sa dove scaldarsi, ed ho appassionatamente
amato tutto ciò che è vagabondo. (Andre Gide)
Kossavo:
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'aver
occhi. (Marcel Proust)
India:
L'altrove è uno specchio in negativo. Il viaggiatore riconosce il poco che è
suo, scoprendo il molto che non ha avuto e non avrà
(Italo Calvino)
Brasile:
Le radici sono importanti nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo
gambe non radici, e le gambe sono faatte per andare altrove.
(Pino Cacucci)
Cipro:
Viaggiare insegna lo spostamento, a sentirsi sempre stranieri nella vita,
anche a casa propria, non essere stranieri fra stranieri è forse l'unico modo
di essere veramente fratelli. Per questo la meta del viaggio sono gli uomini.
(Claudio Magris)
12
13
LETTERA AGLI ALUNNI
DELLE CLASSI PRIME.
“
Ciao ragazzi, ora che noi di terza ci accingiamo a lasciare la scuola media, chiudendo così un capitolo della nostra vita, da buone sorelle maggiori vi vorremmo
dare alcuni consigli per aiutarvi negli studi.
Non è necessaria tanta fatica, ma sono indispensabili costanza e impegno.
Vedrete che l’impresa non è poi così ardua..... basta seguire delle semplici regole e applicarle quotidianamente:
LA “FACEBOOKMANIA”
Al giorno d’oggi la vita di molti ragazzi gira intorno
a uno dei più famosi social network, un mezzo di
comunicazione efficace, uno strumento che purtroppo viene usato nella maniera più sbagliata,
uno strumento che sta rovinando la vita di molti
ragazzi, il futuro di quelli che dovrebbero essere le
fondamenta della comunità dei prossimi anni.
Facebook ha molti aspetti positivi, come la possibilità di mettersi in contatto gratuitamente con i
propri amici e passarsi immagini, date d’eventi e
informazioni di vario genere, i motivi per cui era
stato creato inizialmente. Ma la cosa è degenerata: i tre quarti degli utenti sono minorenni, che
queste persone non sanno che la violazione della
privacy è un reato punibile dalla legge, con multe
che vanno da 3 a 18 mila euro e da 5 a 30 mila in
casi di particolare gravità. Episodi gravi sono
accaduti recentemente nella nostra scuola, nei
quali alcuni ragazzi hanno effettuato video o scattato foto, che poi messe su facebook, hanno violato la privacy di molte persone, anche non iscritte.
L’aspetto più negativo di questi social network è il
fatto che impediscono alla gente di comunicare
fisicamente e visivamente, di salutarsi, abbracciarsi, guardarsi negli occhi, percepire le emozio-
passano gran parte dei loro pomeriggi su
Facebook, ignorando lo studio, e spesso passando la notte al computer. Le immagini di adolescenti sono accessibili a tutto il mondo, foto di ragazzine che per paura di non essere accettate mettono
in mostra la loro intimità, ragazzi che per apparire
si inventano le pose più strane. Per questo motivo
ognuno ha la possibilità di celare le informazioni
che appaiono nel suo profilo, a tutti coloro che non
sono suoi amici, per mezzo dell’opzione privacy.
Un mezzo efficace si direbbe, se non fosse che i
ragazzi accettano e chiedono amicizia a chiunque, anche a persone sconosciute o viste di passaggio sull’autobus.
Alla fine, ognuno ha più di trecento amici, per non
parlare del fatto che, anche stando attenti a non
mettere foto compromettenti sul proprio profilo,
chiunque disponga di una fotografia di una persona può caricarla in rete e “taggare” con nome e
cognome colui che appare nella foto. Sicuramente
ni che le altre persone provano. Noi non stiamo
dicendo a voi ragazzi di eliminare il proprio profilo
o di non iscriversi a facebook; ma perché passare
una giornata davanti al computer, quando si possono incontrare le persone in carne ed ossa?
Perché rimanere chiusi in casa a commentare con
frasi ipocrite i link di persone che neanche si
conoscono? Uscite, andate a mangiarvi un gelato,
ritrovatevi con gli amici…. Crescete, correte, giocate… Dovete vivere =).
- studiare con buoni risultati significa dare il giusto tempo ad ogni cosa. Gli obbiettivi devono essere ragionevoli e possibili;
- cerca il luogo ideale per studiare: senza distrazioni, ma con tanto spazio per tutti
i libri;
- spegni televisione e cellulare;
- non studiare la sera tardi, la stanchezza si sente e i risultati stentano ad arrivare;
- ripassa sempre quello che hai studiato, riuscirai a ricordarlo meglio;
- dedica un tempo ragionevole allo studio ogni giorno e non gli ultimi minuti prima
di un interrogazione o di un compito in classe, per non essere preso dal panico.
LE REGOLE D’ORO
(anche se ogni regola ha la sua eccezione)
- cerca di finire sempre i compiti prima di iniziare a divertirti. Il tuo tempo libero
sarà più piacevole se avrai terminato quelle che dovevi fare;
- organizza da solo il tuo lavoro. Ti renderà più libero e indipendente;
- non credere alle persone che dicono di prendere bei voti senza applicarsi. Lo
studio richiede impegni...a meno che tu non sia un genio!
PER OTTENERE MIGLIORI RISULTATI
- fai una ricca colazione;
- mangia cibo nutriente!
- fai sempre un ricco spuntino mentre studi ti darà le giuste energie per andare
avanti... e ti farà distrarre il tempo necessario per ricaricarti;
- regola scrivania e sedia alla giusta altezza;
- dormi a sufficienza... otterrai risultati meravigliosi!!
”
Se seguirete i nostri consigli e vi impegnerete, meno sbagli farete...
Buon anno scolastico e Buon Anno
Ilaria,Maria Luna ed Elena 3F
14
Eleonora, Enrico e Linda 3F
15
DUE TESTI DI
CRISTOFORO
I MEDIA: LE BRUTTE
STORIE DELLA TV
A casa di Pietro
Tra i miei amici
Storie e Tv
Pietro è sia figlio che fratello della mia famiglia,
Tra i miei amici scelgo di parlare di Loris perché
abita a Roma, e noi siamo andati a trovarlo dome-
è un ragazzo molto bravo.
nica e lunedì.
Per me un ragazzo è bravo quando è in gamba
Domenica con la macchina della mamma, perché
cioè quando studia molto ma può anche incontrare
quella del babbo era rotta, siamo partiti al mattino
e aiutare i suoi amici.
Vogliamo scrivere questo articolo non per parlare
del delitto di Avetrana, ma di come i mezzi di comunicazione (mass media) sono intervenuti in questa
vicenda, di come delitto sia diventato così popolare da spingere tanta gente ad Avetrana per vedere
dove è morta Sara Scazzi.
La grande attenzione mediatica potrebbe portare a
casi di emulazione, persone che pur di avere tanta
visibilità sarebbero disposte a commettere dei
delitti. Infatti in questi giorni è successo un altro
caso simile: una ragazza di nome Yara, dopo l’ allenamento di danza, non è tornata più a casa e si
sono perse le sue tracce. In questi giorni abbiamo
assistito a due comportamenti molto diversi: la
casa di Sara ad Avetrana è sempre aperta ai giornalisti e, di recente, ci sono state molte critiche sull'operazione portata avanti dal fratello (una raccolta fondi per la creazione di una casa per cani randagi, con la presentazione di un "tronista"). Invece
la casa di Brembate è rigorosamente chiusa, per la
riservatezza che la famiglia ha chiesto proprio
dopo la "vergogna mediatica" del caso Scazzi,
usato da TV e giornali per riempire trasmissioni e
pagine .
A Brembate i carabinieri sono intervenuti subito
per cercare Yara, a differenza di quanto accaduto,
per questioni di indagini, ad Avetrana. Per il caso di
Yara, come per già accaduto in passato per la strage di Erba (per la quale era stato subito accusato il
tunisino marito di una delle vittime, il quale però
non si trovava nemmeno in Italia), si è data la colpa
ad un operaio marocchino. Si è fermata una nave
in acque internazionali, sono arrivate le vedette
della polizia, ed il marocchino è stato arrestato e
riportato in Italia. Ma anche in questo caso, indagini un poco più accurate hanno rivelato la totale
prestissimo, quattro in una piccola macchina!
Loris è un compagno della mia classe.
Durante il viaggio in autostrada ho guardato il cd
Lui adesso è alto e magro ma l’anno scorso era un
che mi hanno regalato i miei amici per il complean-
po’ grassottello ed era più basso. Ha i capelli un po’
no con il mio piccolo televisore. Era il film THE
lunghi castani movimentati e la faccia rosa. Ha gli
BLUES BROTHERS.
Avevamo in mente di andare a fare spese da
occhi dolci e la bocca sorridente.
Hollister, un negozio dove vendono le felpe e le
Si veste da carnevale perché ha molti colori, al
camicie. Il negozio sembra una discoteca con la
collo porta una sciarpa a quadri rossi, i jeans neri e
musica alta e poca luce: mi sono stancato subito e
un giacchetto un po’ rosso e un po’ bianco.
insieme al babbo sono uscito.
Parla veloce ma è calmo, si muove come i cartoni
Alla sera abbiamo cenato a casa di mio fratello
animati, a ginnastica è timido ma prende il pallone.
Pietro…..
Per me è molto buono, carino e bello, ride molto, è
noi avevamo portato la piada e le salsicce, Pietro
gentile, però a volte è criticone con Bonni, dice che
aveva la zucca e ha preparato le tagliatelle, alla
è bugiardo. A ricreazione mangia il panino con il
fine c’era una famosa torta al cioccolato che avevamo preparato io e la mamma. Io ho spento 14
grasso: la porchetta, il salame, il prosciutto, io ho la
candeline e ho baciato tutti, ero emozionato e
banana e non mi va!! Loris l’ho conosciuto alla
molto felice!!
scuola media. Adesso è nell’ultima fila con la
Pietro abita in questa casa con altri amici ma io non
Maltoni, quella più alta della gente, così non lo
li conosco tutti; questa casa è molto disordinata, le
posso vedere bene ma stiamo insieme a ricreazio-
tovaglie sono messe male, quella sera Pietro
ne e cantiamo Bob Dylan. Più di tutto di lui mi piace
aveva una tossaccia secca e il babbo gli ha detto
il suo modo di fare. Prima di andare al liceo gli chie-
di curarsi ma lui non ci riesce e a Londra ha man-
do il numero di telefono.
estraneità dell'accusato che ritornava, in accordo
con il suo titolare, al suo paese di origine.
Le persone, però, all'inizio hanno subito intrapreso
delle azioni razziste, questo ci fa capire che diffondere la notizie velocemente non è sempre un bene
e che la stampa e i telegiornali non dovrebbero
"creare" la notizia a tutti i costi, ma fare un serio
lavoro di indagine giornalistica, prima di diffondere
notizie false e tendenziose,
Secondo noi i mezzi di comunicazione possono
servire a molte cose ma, bisogna sempre ricordare
che è vero che oggi abbiamo molte tecnologie, ma
è anche che vero che dobbiamo imparare a non
esagerare.
Lorenzo, Luca, Federico 3H
giato il kebab ed è stato male, lui è sempre rotto.
Cristoforo 3C
Cristoforo 3C
16
17
AVEVO UN SOGNO.
E SI E’ AVVERATO.
Sono uno studente del Liceo Scientifico Einstein.
Ho conosciuto Nicolas Di Tempora alle elementari,
al CEIS, il Centro Educativo Italo Svizzero.
Insieme abbiamo preso parte a diversi spettacoli e
laboratori. Già da allora Nicolas mostrava una
chiara predisposizione verso la musica, che lo
appassionava molto. Ho recentemente scoperto
che non è l’unico aspetto dell’arte al quale si interessa: infatti, da poco, nel mio Liceo dove Nicolas
frequenta la prima classe, è stata organizzata una
mostra dei suoi dipinti. Mi ha colpito molto l’entusiasmo in ogni sua opera, la gioia di aver realizzato un sogno: quello di diventare un pittore.
Nicolas è un ragazzo paraplegico che ha affrontato le difficoltà sempre con il sorriso. La sua forza
d’animo è un esempio e le sue opere oltre a rappresentare un sogno realizzato, sono la rivincita
per chi come Nicolas ha un sogno, anche se difficile da realizzare. Nicolas dipinge usando la bocca
per tenere il pennello, quindi i sui quadri è un po’
come se ci sussurrassero parole colorate. Grazie
Nicolas
PENSIERI PER FILIPPO.
Il 7 dicembre in 3H, alle ore 11 sono venute
Cristina, una docente di sostegno; Tamara, una psicologa e Cristina, la madre di Filippo.
Filippo Righetti è un bel po' alto, ben piazzato: un
ragazzone, un ragazzone speciale, perché Filippo
è un ragazzo autistico. È come un bambino piccolissimo e bisognoso di ogni tipo di aiuto, racchiuso
in corpo da ragazzone. Cristina, la madre di Filippo,
ha presentato suo figlio alla classe. Con un po' di
filmati, con un po' di racconti e con la forza che i
ragazzi hanno percepito chiaramente. Per Filippo è
complicato stare in classe con i suoi compagni,
così, a turno, i suoi compagni andranno un giorno
alla settimana a lavorare, a giocare, a sperimentare con lui.
Il 7 dicembre è stata un bella giornata, una giornata piena di emozioni profonde. I ragazzi hanno
avuto dei piccoli biglietti, si sono rivolti a Filippo e a
sua madre, hanno fatto complimenti ed espresso
ammirazione, hanno offerto anche qualche piccolo
consiglio. Sì è deciso di non trascriverli, ma di riprodurli nella loro forma originaria, dove la sintassi e
l'ortografia scivolano solo per colpa dell'emozione
in piena. Eccoli:
Francesco 2L Liceo Einstein
19
21
PENSIERI
20
PER
FILIPPO
DI
NICO
LE SCORCIATOIE
IL MARE
E IL
VENTO
Il mare e il vento
Quando sono sul mare mi rilasso.
Come se il mare mi spruzzasse e se io
sapessi cavalcare le onde, credetemi non
ci sarebbe modo di portarmi via.
Se fossi una sirena starei su uno scoglio
a guardare il tramonto che mi aspetta.
E poi quel vento che ti fa volare e ti fa un
massaggio sulla testa……io dico che non
si può restare senza quel mare azzurro e
quell’ aria fresca.
Il mare è un bene di tutti e anche tutta
l’acqua, sia dolce che salata.
Il vento della speranza
Il vento della speranza
Hai presente in campagna
quando il vento soffia verso di te:
beh sappi che è il vento della speranza.
Quando in guerra combatti
sulla collina col sudore e le ferite sanguinanti
che sgocciolano sulla spada,
pensa al vento,
al vento della speranza.
Chiudi gli occhi e ascolta il vento della speranza!
Quando in guerra sembra
che tu e il tuo esercito
stiate per perdere:
non ti abbattere,
chiudi gli occhi e pensa al vento della speranza
e rilassati.
Sul cavallo drago quando voli pensa alle cose
più belle della tua vita.
In questo preciso istante
gli Iris sbocciano con orgoglio,
mi piacerebbe sentire il loro profumo
e vederli.
LE POESIE DI IRENE
Il mio cuore
Avete presente il muro con le crepe,
il mio cuore è così.
Adesso è sbriciolato
e il vento lo sta trascinando via con la forza,
insieme all’aria e all’acqua che scorre nei fiumi
e come il sangue che scorre nelle nostre vene.
Adesso il mio cuore è in cima alla gola!!!!
In questo preciso istante
gli Iris sbocciano con orgoglio,
mi piacerebbe sentire il loro profumo e vederli.
Io ci sarò
Sorrido quando arrivi tu,
perché se stai con me
il cielo è sempre blu.
Non smetterò di dirti
che nessuno è grande come te
Ed io so già che con me
ti avrò fedele amica mia.
Resta sempre così,
con i tuoi sorrisi e i tuoi si,
ovunque tu andrai,
lo sai che io ci sarò.
Insieme così credici
e quando ti senti giù io sarò li.
E quando sarai giù
io sarò pronta a tirarti su.
Due voci un cuore.
In ogni posto dove andrai
io ti seguirò e se mi amerai,
la voce tua udirò.
Irene Talacci 3°B
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