L’ASL è attuale In provincia di Como: Cantù C. Comm. Cantù 2000 Corso Europa • Tel. 031 712270 Cassina Rizzardi C. Comm. Monticello Via Risorgimento • Tel. 031 880684 Como-Tavernola C. Comm. Lario Center Via Asiago • Tel. 031 340670 Erba C. Comm. I Laghi Viale Prealpi • Tel. 031 644002 Montano Lucino C. Comm. La Porta d’Europa Via Varesina • Tel. 031 470874 Olgiate Comasco Strada Provinciale per Lomazzo Tel. 031 800368 In un recente convegno dove si è parlato di violenza alle donne, riferendo di percezioni ed esperienze relative al territorio comasco, l’ASL ha potuto vantare la prerogativa di offrire risposte concrete anzitutto attraverso la propria rete consultoriale. I nove Consultori Familiari dell’ASL infatti coprono il territorio provinciale assicurando la presenza di interlocutori competenti e sensibili in particolare di genere che, sono sempre più consapevoli del diritto-dovere di denunciare soprusi sessisti che purtroppo esistono e resistono, anche nella nostra realtà. Diversi, s’intende, da quelle forme di tradizioni “barbariche” che mutilano le bambine, ma contro le quali, parimenti l’ASL ha preso posizione di fronte all’importazione di un impressionante fenomeno seguito all’immigrazione, confermando la volontà di agire a 360 gradi per la protezione della Donna. Uscire dalla violenza è possibile soprattutto se si favorisce il dialogo, si garantisce l’anonimato, si toglie la paura. E tutto questo il Consultorio Familiare, con l’equipe di specialisti può farlo, come centro d’ascolto e struttura privilegiata. La vulnerabilità femminile talora manifesta sintomi che investono in pieno la salute. L’aumento dei casi di alcolismo con le donne doppiamente vittime è un dato certo: prima vittime della violenza di partner dediti all’alcol, poi del “riparo” che loro stesse credono invece di trovare nell’abuso di tali sostanze. Senza drammatizzare sul piano dei numeri, si tratta di realtà che l’ASL affronta offrendo i Servizi in grado di soddisfare bisogni di Prevenzione, Assistenza e soprattutto Informazione più assidua e puntuale diretta ai Giovani che sono coloro maggiormente a rischio. L’ASL se ne fa carico nel senso più completo possibile della Prevenzione: ciò significa scongiurare stragi, non solo episodiche del sabato sera, ma cercare di ridurre drasticamente il numero di incidenti della circolazione ancora in troppo larga parte determinati da abuso di alcol e altre sostanze, ma anche salvaguardare una qualità della vita in troppi casi pregiudicata da drammatici esiti infortunistici. Si tratta, insomma, secondo uno slogan che deve diventare precetto, di “La vita prima di tutto”. In questo scorcio d’estate che rimane desidero ancora una volta ricordare l’azione di Prevenzione che l’ASL effettua sui temi “caldi” che in questo momento storico costituiscono i maggiori problemi dei cittadini. Simona Mariani Direttore Generale Risultati non solo sulla carta Addentrarsi nella comprensione del sistema sanitario è impresa non semplice per agli stessi operatori. Il sistema è costantemente sottoposto a stimoli e provocazioni innovative, a sfide organizzative da una programmazione regionale che in presenza di una domanda sanitaria in costante crescita esprime consapevolmente l’esigenza del maggiore controllo dei costi e del miglioramento della qualità dei servizi. Anche l’ASL è impegnata nello sforzo di migliorare il rapporto risultato-qualità del servizio. Per questo l’Azienda ha adottato il Bilancio Sociale, affermando il principio e documentando che il denaro della collettività è stato impiegato per produrre ricchezza sociale nel territorio, ed ha approvato il Bilancio di esercizio nel pieno rispetto dell’equilibrio della sua chiusura. Non solo: l’introduzione dei principi per il miglioramento qualitativo ha consentito di accertare il superamento degli standard di qualità. A breve sarà approvato il Codice etico i cui contenuti saranno illustrati agli operatori dell’ASL perché ne siano percepiti i valori come fondanti del proprio comportamento e non acquisiti per inerzia o per sola incidenza della Direzione. Relativamente agli Enti Locali si può infine affermare che esiste una saldatura fra la crescita delle Autonomie locali tradizionali, da collegare in parte alla riscoperta dell’identità territoriale, e la crescita dei valori e della qualità delle prestazioni dell’Azienda sanitaria i cui esiti si riscontrano nel Bilancio sociale e negli obiettivi di risultato conseguiti dalla Direzione. Insomma, se è vero che esistono problemi nello snellimento delle procedure burocratiche è anche vero che c’è sempre più la consapevolezza che i risultati nell’ASL devono avere più valore della carta. C’è ancora molta strada da fare, ma avere contribuito a creare una dirigenza consapevole del proprio ruolo e capace di affrontare i problemi con uno stile teso non solo al risultato, ma di soddisfazione dell’utente, è un fatto aziendale di grande rilievo. Lucio Schiantarelli, Direttore amministrativo Questione di “cultura” Sono molte, oggi, in Italia le autorizzazioni concretamente e realmente inutili, quelle cioè in cui il cumulo di carta non viene neanche aperto, gestite attraverso il “silenzio assenso”. Sulla spinta della legge regionale 8 del 2 aprile 2007 l’ASL della Provincia di Como ha già iniziato a già iniziato a sostituire le procedure autorizzative inutili con autocertificazioni immediatamente esecutive. Oggi in Lombardia per iniziare un’attività, rispettando le norme di tutela dell’ambiente, di sicurezza sul lavoro e di igiene, è sufficiente dare comunicazione allo sportello unico delle imprese, senza attendere nemmeno un giorno per avviare il lavoro. La rimozione di tre certificati (di agibilità, di inizio attività, sanitaria per preparazione alimenti) vale 2 milioni di giorni di lavoro all’anno per le imprese, che così si potranno occupare della loro vera attività, la produzione, e permette il risparmio di 2 miliardi di euro, pari a 1 punto PIL regionale. Ad esempio, nel settore delle imprese alimentari la normativa europea ha introdotto sin dal 2004 l’istituto della semplice notifica alla PA, ma a livello statale non si è mosso nulla. La Lombardia è l’unica Regione in cui oggi per aprire un bar o un ristorante è sufficiente presentare al Comune una dichiarazione di inizio attività. A tutto ciò si è però affiancato un impulso della attività delle ASL per mantenere una elevata soglia di attenzione in materia di sicurezza alimentare: dal 2007 servizi di igiene e veterinari sono tenuti a programmare i controlli fissando tempi, priorità e risorse in base alla classificazione degli esercizi più a rischio o critici per la salute dei consumatori. Si tratta di un cambiamento “culturale” sia per gli imprenditori – maggiormente responsabili nei confronti della collettività – sia per gli operatori della sanità pubblica, invitati a svolgere un ruolo attivo e di alta specializzazione nel saper individuare le vere fonti di rischio, colloquiando con l’imprenditore per verificare l’efficacia delle misure da questi realizzate. Un altro esempio: le certificazioni mediche inutili. La revisione delle attività del Servizio Sanitario Regionale alla luce delle valutazioni di efficacia ha portato la Lombardia ad abolire atti e certificazioni ormai non più sorretti da alcuna evidenza scientifica (vedi certificati per l’assunzione di insegnanti o il libretto 2 sanitario per gli alimentaristi) e con la legge regionale numero 8/07 si è proseguito nel cammino (certificati per cessione del quinto dello stipendio e per assunzione di apprendisti, vidimazione registro infortuni). I cittadini e le imprese manifestano l’esigenza di coerenza e chiarezza di controlli: spesso infatti, nel settore dei controlli sono presenti più Enti e Istituzioni che, con diversi ambiti di competenza, si interfacciano col settore produttivo: Comuni, ASL, ARPA, Ispettorato del Lavoro, ISPELS, INAIL, NAS eccetera. Ciò genera sovrapposizioni di richieste, a volte contraddizione nelle prescrizioni, spreco di risorse e scarsa efficienza nel raggiungere un risultato di effettiva prevenzione Si stanno impostando i controlli in maniera trasversale e in collaborazione tra ASL ed ARPA e si sta operando per definire accordi con gli Ispettorati del Lavoro. Però la scarsa sensibilità a livello nazionale, da cui dipendono gli organismi ministeriali, crea forti resistenze al raggiungimento di intese a livello regionale e locale. Più semplificazione significa più prevenzione e controllo coordinando gli enti preposti: la frammentazione istituzionale, la non collaborazione porta a una proliferazione di procedure burocratiche diverse e aggiuntive, rendendo enormemente costoso per le imprese una sorta di obbligatorio “scouting normativo”. La Regione, d’intesa con ANCI, ha già avviato un percorso di unificazione delle procedure burocratiche, tanto che oggi in Lombardia esiste un solo modello di DIA dedicato alle attività economiche, al posto dei precedenti 1.465 modelli diversi (uno per ogni Comune lombardo). Camillo Rossi, Direttore sanitario Sperimentazioni modello Già nel 2005 il Dipartimento ASSI (Attività Socio-Sanitarie Integrate) di questa ASL aveva elaborato e realizzato un progetto, nell’area della disabilità infantile, per offrire non soltanto i dati di una ricerca ma un evento congressuale ed altri percorsi di confronto sul campo – tra cui il coinvolgimento dei medici generici e dei pediatri di famiglia sulla tematica – oltre alla messa a punto di un metodo di lavoro orientato a fornire ai fruitori (cittadini ed operatori) un prodotto complessivo capace di ripristinare, con sistemi audiovisivi, i momenti salienti, le testimonianze, le riflessioni ed i risultati. È prevalsa insomma la preoccupazione di lasciare una traccia documentale e persino didattica per chi volesse farne uso o proseguire nella ricerca, piuttosto che esplorare ulteriori itinerari concettuali o di esperienza sulla materia. L’idea, come tutte le soluzioni indovinate, ha trovato una riproducibilità applicando lo stesso schema dell’esperienza tradotta in atti documentali anche nell’area materno- infantile ove sono all’opera – sempre sotto le insegne dell’ASSI – quelle unità di offerta denominate Consultori familiari che hanno ottenuto di recente la qualifica dell’accreditamento esteso a nove strutture distribuite nei vari distretti dell’ASL (si contano anche due Consultori familiari privati, non interessati però dalla sperimentazione). Questa volta il cammino progettuale ha attraversato un triennio impegnando le energie aziendali a promuovere livelli di efficienza, efficacia e qualità nel personale dedicato, fino al punto di produrre un “Manuale operativo del Consultorio Familiare” (scritto da Castelli e Pintus, in ambito ASL) pubblicato dall’editore Franco Angeli. Si ripropone pertanto l’idea di esportare l’acquisizione aziendale in altri territori, a partire dalle ASL della Regione Lombardia, sottoponendo il modello della formazione-intervento sperimentato ed avviando il know-how a pratiche diversificate di altre realtà operative. Luigi Davide Clerici, Direttore sociale 3 sanità Sommario sociale regione lombardia 10 Dignità e parità contro la violenza 12 Generazioni diverse insieme a 16 Un numero da imparare a l ’ a z i e n d a 14 ASL aperta per ferie 6 Un impegno un invito 20 La strada giusta in Medio Alto Lario inserto Il nostro amico a quattro zampe tavola memoria 24 Il codice PIN si ottiene all’ASL 26 E adesso tocca anche le case per anziani 27 Chiedevi l’abolizione del ticket di 18 Insegne lombarde al Forum PA 10 euro? 19 MilanoCheckUp 35 Un’estate più serena con i consigli Noi c’eravamo della tua Regione 22 Droghe: attenzione all’età che si Sanitaria Locale della Provincia di Como ASL Azienda abbassa 30 Porta Aperta in copertina 31 Un ammonimento: non abbandonare i cani Come affrontarla Direttore Simona Mariani 45 Difterite e tetano Redazione Giordano Besana, Paola Giossi, Franca Ronchetti 48 Un miracolo di ingegneria 44 Diffondere la consapevolezza 50 La classifica degli errori 53 L’ASL si schiera in difesa dei 52 Tempo di funghi minori Supplemento di INFORMASL periodico mensile dell’Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Como Anno Nove Numero 2 Aprile Giugno 2007 34 Emergenza caldo. Responsabile Bernardino Marinoni via E. Pessina 6, Como, [email protected] Registrazione Tribunale di Como n. 23/99 del 16 dicembre 1999 Grafica e stampa Cesarenani Como 4 5 SCREENING PER LA DIAGNOSI PRECOCE DEI TUMORI Un impegno un invito riani si è chiesta, da Direttore Generale, che cosa può fare l’ASL per favorire questo “stimolo a vivere” che, stando alla Banca Dati degli Assistiti dell’Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Como, è un’esperienza vissuta nel corso del 2005 da quasi 18.700 persone. Tante, per l’esattezza 18.690, sono state infatti in trattamento per neoplasie. Si tratta del 3,33% della popolazione assistita, di cui poco più di 10.000 donne con un’età media di 63 anni, un poco superiore (65/66 anni) quella degli uomini. “Il ritorno al lavoro e la capacità di reinserirsi dopo una interruzione causata dall’aver dovuto affrontare un problema di salute è sempre il segno positivo di una desiderio di riscossa nei confronti della inattività obbligata dovuta alla malattia”. È stata questa la premessa dell’intervento del Direttore Generale dell’ASL della Provincia di Como, Simona Mariani, al convegno organizzato dall’associazione Noisempredonne, sottolineando come sia “ancora di più segno di speranza indomabile nei confronti della vita quando questo avviene dopo la diagnosi di una patologia grave quale è una diagnosi oncologica”. Direttamente coinvolgendosi, la dottoressa Ma- 6 fruibile senza dover percorrere strade burocratiche che avviliscono ulteriormente: questo è un impegno che da tempo si persegue in Regione Lombardia e che in particolare l’Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Como, ha sottolineato Simona Mariani, ha tradotto per esempio in riduzione dei tempi di attesa per le pratiche di invalidità e di semplificazione amministrativa per le esenzioni dai pagamenti del ticket. Ma vi è un altro ambito nel quale l’ASL gioca un ruolo importante affinché chi è costretto a misurarsi con il problema della malattia oncologica possa aspirare ad una attesa e ad una qualità di vita migliore: è l’attività di diagnosi precoce. Infatti, ha insistito la dottoressa Mariani, diagnosticare in fase iniziale un tumore significa poter avviare interventi di cura più efficaci, meno invasivi, e interrompere la progressione verso una evoluzione più grave e meno aggredibile con le terapie. Per questo in Regione Lombardia sono stati avviati o sostenuti screening di comprovata efficacia per la diagnosi precoce di alcuni tumori quali il cancro della mammella, del colon retto e della cervice uterina. E dal giugno 2004 al marzo 2007 nella provincia di Como sono state invitate ad effettuare una mammografia di screening 33.460 donne, 14.988 delle quali hanno risposto, con un tasso di adesione, tenuto conto di coloro che tra le invitate avevano già effettuato una mammografia di propria ini- Considerando solo chi era in età lavorativa, ha riferito il Direttore dell’ASL, 7.364 persone, pari al 2% degli assistiti in questa fascia di età nella provincia di Como, di cui 3.834 donne con una età media di 49 anni e 3.530 uomini con una età media di 53 anni, si sono dovute confrontare con una diagnosi di tumore. La dottoressa Mariani ha puntualizzato che in termini di necessità di assistenza sanitaria il dato è stimabile calcolando il numero di persone in età lavorativa che hanno avuto un ricovero ordinario o in day hospital per trattamento chemioterapico: 817 (di cui 388 donne) nel 2005 e 847 (di cui 439 donne) nel 2006. Di fronte a numeri che con freddezza descrivono, ma dietro i quali ci sono esperienze di dolore e fatica, quale è il compito dell’Azienda Sanitaria Locale? Innanzitutto, ha risposto il Direttore Generale, rendere fruibile ed efficiente la risposta sanitaria, cioè l’attività di diagnosi e cura offerta ai cittadini attraverso le strutture ospedaliere e ambulatoriali. Il compito proprio della ASL, di vigilanza e di controllo sulle prestazioni erogate, è finalizzato infatti non tanto a contenere la spesa, ma a correggere inefficienze e disservizi, affinché quanto offerto sia sempre più rispondente alla domanda espressa da chi il bisogno lo vive in prima persona. Inoltre l’ASL deve mantenere una costante attenzione affinché il percorso che il malato compie per il riconoscimento formale delle tutele cui ha diritto sia facilmente 7 DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE MEDICO Maria Gramegna al vertice La dottoressa Simona Mariani, il dottor Riccardo Roesel, il dottor Attilio Briccola e il dottor Enrico Gallucci al tavolo dei relatori del convegno. pari al 49% della popolazione che complessivamente verrà coinvolta nel biennio. Poco più di 20.000 i test effettuati, con una positività del 5%: 1.039 le persone alle quali è stato proposto l’approfondimento diagnostico attraverso l’esecuzione di colonscopia. Gli esami endoscopici finora eseguiti sono oltre 400, nel 2006 sono state diagnosticate 34 neoplasie maligne e 72 adenomi ad alto rischio. Lo screening invita persone cosiddette “a rischio generico”, ovverosia che appartengono alla fascia di età epidemiologicamente più a rischio: questa assenza del problema – “non ho sintomi”, “non ho un problema in famiglia” – spiega forse in parte la difficoltà ad aderire alla proposta, con la conseguenza, si è rammaricato il Direttore generale dell’ASL, che un così im- ziativa, del 55%. È importante osservare che per più di 1.000 donne si è trattato del primo esame specifico nella loro vita e che 942 non avevano eseguito mammografie negli ultimi tre anni. Sono state 1.074 le persone risultate positive al test di primo livello e che hanno quindi proseguito nel percorso di approfondimento diagnostico. Dall’inizio dello screening sono stati diagnosticati più di 90 tumori maligni, 75 in donne di età inferire ai 64 anni, e per 24 persone è attualmente in corso l’iter diagnostico. Anche con lo screening per la diagnosi precoce dei tumori colon rettali attraverso la ricerca del sangue occulto nelle feci, avviato nel maggio 2006, è stato invitato un numero considerevole di soggetti: più di 70.000 al 31 marzo 2007, 8 La dottoressa Maria Gramegna è stata nominata dal 1. Luglio Direttore del Dipartimento di Prevenzione Medico. La dottoressa Gramegna, dirigente ASL dal 1985, ha maturato una esperienza specifica in malattie infettive e screening oncologici, svolgendo nel contempo anche un ruolo pregnante di raccordo con la Regione Lombardia. Mentre le auguriamo Buon Lavoro, ringraziamo sentitamente per l’attività svolta proficuamente la dottoressa Biancamaria Sesana, che ha lasciato l’incarico di Direttore del Dipartimento di Prevenzione Medico, nonché l’ASL, il 30 Giugno per pensionamento. Il dottor Giorgio Gandola e Monsignor Diego Coletti, Vescovo di Como. portante sforzo economico ed organizzativo vede ridurre la sua efficacia, poiché identifica un numero di tumori minore dell’esistente, fermo restando che coloro che non partecipano, ma che purtroppo hanno la patologia in fase iniziale, dovranno loro malgrado confrontarsi con essa, con forse un po’ meno chance nel percorso verso un pieno recupero. In conclusione sono un impegno ed un invito quelli che tramite il suo Direttore Generale l’ASL rinnova: “L’impegno a migliorare sempre più nel compito di promuovere sul territorio comasco una efficiente e qualitativamente elevata possibilità di diagnosi e di cura e l’invito ad aderire e promuovere l’adesione alle proposte di screening”. 9 TELEFONO DONNA Dignità e parità contro la violenza “Negato, sottostimato, non riconosciuto”. Altrimenti il fenomeno non sarebbe “la più diffusa violazione dei diritti umani”, come ripete Ierta Zoni, responsabile dell’associazione Telefono Donna che a Como è il sensore più attendibile della violenza e dei maltrattamenti contro le donne. Dati alla mano, anche nella realtà locale, così come è stata sviscerata in occasione di un convegno (“Violenza alle donne: percezioni, esperienze e risposte del territorio comasco”) nel mese di giugno dove sono stati riferiti gli esiti di una ricerca che ha coinvolto 153 tra istituzioni ed enti della provincia, fra cui Forze dell’ordine, Servizi sociali comunali, posti di Pronto soccorso, reparti ospedalieri di ginecologia, consultori familiari (dove l’ASL è particolarmente attrezzata). Il convegno, precisa Zoni, costituisce la prima tappa di una lavoro di ricerca, coordinato da Paola Della Casa, come presupposto di interventi che arginino e possibilmente neutralizzino il fenomeno della violenza contro le donne considerando dati nazionali, fonte Istat, che stimano in poco meno di 7 milioni le donne tra 16 e 70 anni che nel corso della vita hanno subito maltrattamenti. Un milione 150.000 donne negli ultimi 12 mesi sono state vittima in Italia di violenze fisiche o sessuali, in gran parte inferte da familiari, a cominciare dal partner, o “comunque da persone conosciute”. Sulla base dei dati regionali “possiamo stimare in oltre 71 mila il numero delle donne che in provincia di Como, nel corso della loro vita, hanno subito violenza fisica o sessuale e in oltre 10.600 quelle che l’hanno subita nel corso degli ultimi 12 mesi”. E se poco meno del 5 per cento 10 Da sinistra Alberto Frigerio, Simona Mariani, Ierta Zoni, G. Napoli. delle donne dai 16 ai 70 anni è stata vittima di uno stupro o di un tentato stupro, la quota della provincia di Como si quantifica in quasi 10.000 donne. Stime a parte, l’anno scorso 478 accessi al Pronto soccorso in provincia di Como sono avvenuti da parte di donne che hanno espressamente dichiarato di avere subito violenze, inoltre tra aprile e settembre i Servizi sociali di 136 Comuni hanno registrato 39 situazioni di maltrattamento delle donne, mentre l’associazione Telefono Donna ha costituito l’approdo di 222 persone, con un aumento del 47 per cento rispetto al 2005 (e nel primo trimestre del 2007 i contatti sono stati 87 contro i 49 del medesimo periodo del 2006). La ricerca, ribadisce Ierta Zoni, dimostra la necessità di riconoscere l’esistenza di un fenomeno di re- gola sottostimato: perciò monitorarlo è una delle azioni possibili con campagne di sensibilizzazione, promuovendo associazioni e servizi che se ne occupano e considerando la violenza “come possibilità nel proprio lavoro quotidiano”. Quindi bisogna migliorare le competenze per accogliere la donna e garantirle valido supporto per affrancarsi dalla violenza, dandole credito e, tra l’altro, legittimandone la sofferenza con l’obiettivo finale di un cambiamento culturale fondato sulla dignità infine non disconosciuta della donna. 11 SCUOLA E STRUTTURE PER ANZIANI Generazioni diverse insieme a tavola A cura della dottoressa Paola Galli nei CDI per anziani” in stretta collaborazione con il Centro Studi Casnati che vede protagonisti gli studenti della classe quarta dell’Istituto Alberghiero del Centro. I Centri Diurni Integrati della Fondazione Ca’ d’Industria di Como, della Fondazione Bellaria di Appiano Gentile, della Casa di Riposo di Lomazzo, della Fondazione Giuseppina Prina di Erba, della Casa Anziani di Uggiate Trevano e della Fondazione Garibaldi Pogliani di Cantù hanno risposto con entusiasmo all’iniziativa aprendo le porte ai ragazzi. L’ASL della Provincia di Como ha avviato da tempo un percorso di integrazione tra il mondo della scuola e quello delle strutture per anziani, che si è finora attuato con la pubblicazione del libretto “Le ricette dei nonni” e con la successiva proposta alle RSA di offrire agli ospiti un menù tratto dal libretto stesso. A continuazione di tale percorso è cominciato il progetto “La ristorazione 12 I Centri, infatti, lo scorso maggio hanno ricevuto una prima visita da parte degli studenti nel corso della quale gli ospiti sono stati intervistati sulle loro preferenze gastronomiche; i ragazzi hanno potuto inoltre confrontarsi con il personale dei Centri (in particolare con nutrizionisti, economi, cuochi e psicologi) per capire, per esempio, quali sono i requisiti dietetici e kilocalorici che devono essere presi in considerazione nella scelta dei piatti da inserire nel menù, quale è il budget giornaliero per persona o a pasto, quale è l’importanza dei pasti nella vita quotidiana dell’anziano nonché per orientarsi su un’ulteriore opportunità occupazionale. Il 31 maggio all’Istituto Alberghiero nel corso di una tavola ro- Gli ospiti dei Centri Diurni Integrati intervistati dei ragazzi. tonda molto animata sono stati analizzati i questionari distribuiti agli operatori e sono state impostate le premesse per il proseguimento del progetto che riserverà piacevoli sorprese; ma ne riparleremo con il prossimo anno scolastico. La dottoressa Paola Galli e il dottor Luigi Davide Clerici tra i ragazzi della classe quarta dell’Istituto Alberghiero del Centro Studi Casnati di Como. 13 SERVIZI PER L’ESTATE ASL aperta per ferie In luglio e agosto si attiva il servizio di GUARDIA MEDICA TURISTICA dedicato a chi soggiorna nelle località turistiche lariane che funziona attraverso una serie di ambulatori dislocati nei dDistretti Como, Medio Alto Lario e Brianza. che il passato modello E111 e quindi, in caso d’urgenza, garantisce la copertura sanitaria nei paesi comunitari e in quelli con i quali esistono accordi con l’Unione Europea, a cominciare dalla Svizzera. Per soggiorni in altri Paesi extracomunitari ci si può rivolgere prima della partenza agli uffici del proprio Distretto che si occupano di ASSISTENZA ALL’ESTERO per avere informazioni circa eventuali intese o convenzioni per l’assistenza sanitaria. Da luglio gli Ispettorati micologici, in ciascun Distretto socio-sanitario, assicurano gratuitamente il CONTROLLO DEI FUNGHI raccolti in modo di poterli consumare senza correre rischi. La stagione estiva aumenta l’impegno dell’Azienda Sanitaria Locale che, oltre alle normali attività, aggiunge una serie di servizi stagionali. Il numero verde 800.004.341 fino al 16 settembre, sette giorni su sette, dalle 9 alle 17, fornisce risposte o fa scattare interventi per fronteggiare l’emergenza caldo. Il monitoraggio della BALNEABILITÀ, visibile sul sito Internet dell’ASL, consente di avere una mappa aggiornata della situazione delle spiagge della provincia, in modo di poter fare bagni in sicurezza dal punto di vista chimicobatteriologico. 14 Alcuni servizi, pur non essendo stagionali, d’estate vengono particolarmente sollecitati: succede al CANILE SANITARIO, punto di confluenza degli animali abbandonati sulla strada delle vacanze, secondo una deprecabile consuetudine per cui in questi mesi la struttura tende a riempirsi di cani trovatelli. I nove CONSULTORI FAMILIARI dell’ASL assicurano anche d’estate una disponibilità che garantisce ascolto e aiuto sul fronte che va dalla sessualità al disagio psicologico e resta un punto di riferiemnto per l’individuo, la coppia e la famiglia nelle diverse fasi di vita. In vista di viaggi particolarmente impegnativi, l’AMBULATORIO DEL VIAGGIATORE INTERNAZIONALE è un servizio che offre ai cittadini sia informazioni sia prestazioni vaccinali in base al luogo di destinazione. Proprio d’estate è ancora più opportuno avere sempre con sé la Carta Regionale dei Servizi che sostituisce an- 15 CALL CENTER 803.000 Un numero da imparare a memoria A cura della dottoressa Giuliana Sabatino Sempre più cittadini telefonano al numero verde 803.000 per prenotare o per ricevere informazioni sulle prestazioni ambulatoriali erogate sul territorio dell’ASL. I dati dei primi mesi dell’anno hanno confermato che è in crescita costante l’attività di prenotazione tramite call center: tra gennaio e marzo 2007 agli operatori del numero verde sono giunte 33.239 chiamate di cittadini dell’ASL della Provincia di Como. Per rendere ancora più accessibile il servizio al cittadino si stanno via via attuando importanti novità. Le principali riguardano l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna: infatti è possibile prenotare tramite il numero verde 803.000 quasi tutte le prestazioni specialistiche. Fanno eccezione quelle complesse, per le quali è necessario rivolgersi ancora allo sportello dell’ospedale o del poliambulatorio in cui saranno effettuate anche per ricevere alcune necessarie indicazioni. Ma dal mese di maggio tutti i numeri telefonici dei servizi di prenotazione dei vari presidi dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna vengono deviati automaticamente verso il numero 803.000, mentre il cittadino può pagare il ticket anche negli Uffici Postali. Non è tutto, però, perché presto saranno attivati, per i cittadini che utilizzato il canale di prenotazione del numero verde, il servizio SMS e quello di richiamata: forniranno, sempre gratuitamente, un utile pro memoria nei giorni immediatamente precedenti l’appuntamento. E prossimamente il ticket potrà essere pagato anche agli sportelli bancomat. 16 Chiama il numero verde gratuito di Regione Lombardia. Puoi prenotare comodamente da casa molte visite ed esami specialistici. 17 L’ASL ALLA FIERA DI ROMA CONSULTORI E TELECARDIOLOGIA IN PRIMO PIANO Insegne lombarde al Forum PA MilanoCheckUp Noi c’eravamo Il Forum PA 2007, tradizionale appuntamento di carattere nazionale che si è tenuto dal 21 al 25 maggio alla Nuova Fiera di Roma, ha visto ancora una volta le Pubbliche Amministrazioni e le Aziende Pubbliche, comprese quelle sanitarie, confrontarsi su temi innovativi: infatti le parole d'ordine 2007 sono state: cambiamento profondo delle amministrazioni e nuovo disegno dei processi, fondato sulla piena utilizzazione dell'innovazione organizzativa e tecnologica, per una Pubblica Amministrazione che diventa fattore di sviluppo e garanzia dei diritti. Il Forum PA vuole infatti favorire un migliore rapporto tra cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche in materia di qualità dei servizi ed efficienza dell'azione pubblica. Ad un tale appuntamento non poteva mancare l’ASL della Provincia di Como, che attraverso uno spazio espositivo coordinato dalla sezione lombarda della Federazione delle Aziende sanitarie e ospedaliere ha visto insieme alla nostra ASL la partecipazione delle ASL delle province di Varese e di Lecco, nonché la Milano1e le Aziende Ospedaliere di Treviglio, S. Anna di Como, S. Carlo di Milano, di Crema, di Desenzano, di Garbagnate e l’Istituto Neurologico Besta. Ne è scaturita un’immagine sinergica, unitaria e vincente, che ha evidenziato le attività sanitarie più evolute e le innovazioni in tema di edilizia sanitaria che sono state sviluppate sul nostro territorio. Milano è tornata ad essere al centro del panorama sanitario internazionale: dal 6 al 9 giugno nel nuovo quartiere espositivo di Fiera Milano si è tenuta la prima edizione di MilanoCheckUp, rassegna sanitaria di sistema che ha abbinato la funzione espositiva con quella congressuale, determinante per un comparto strategico nell’economia italiana, come quello, appunto, sanitario. Valorizzando le eccellenze della sanità e della ricerca in campo medicale che hanno in Italia – ed in particolare in Lombardia – punte riconosciute nel mondo intero, la rassegna è stata un utile momento di confronto tra esperti e tra questi e il pubblico, sia nei numerosi stand espositivi sia nei momenti convegnistici. L’ASL della Provincia di Como non ha perso questa occasione: nello spazio espositivo di Regione Lombardia, oltre l’allestimento di una postazione con distribuzione di materiale informativo, ha focalizzato due aspetti: la riorganizzazione e il miglioramento qualitativo dei Consultori familiari, con la presentazione del “Manuale Operativo del Consultorio Familiare”, e il servizio di telecardiologia in atto nel distretto Medio Alto Lario. Nel corso di brevi incontri illustrativi, i due temi sono stati presentati ad un pubblico di esperti: un confronto utile per un ulteriore miglioramento, ma anche il riconoscimento di un lavoro, di carattere veramente innovativo, fin qui svolto. Quindi un gruppo di Aziende sanitarie rappresentativo della Sanità lombarda, con in evidenza punti di forza e progetti d’eccellenza che ne fanno un modello organizzativo efficiente ed efficace. 18 19 TELECARDIOLOGIA La strada giusta in Medio Alto Lario A cura del dottor Giuseppe Iafolla I risultati attesi dalla realizzazione del progetto di telecardiologia sono essenzialmente: forte interazione tra il cardiologo che dà il consulto specialistico ed il medico di medicina generale che, conoscendo in modo approfondito il paziente, può orientare e facilitare le decisioni finali dello specialista, incremento delle adesioni dei medici di medicina generale al progetto, riduzione nell’area del Medio e Alto Lario dei consumi di prestazioni sanitarie di secondo livello specialistico e degli esami strumentali nonché dell’accesso al Pronto Soccorso e dei ricoveri ospedalieri, dei tempi di attesa per le prestazioni ambulatoriali specialistiche, dei costi per prestazione (l’ECG a domicilio è molto meno oneroso rispetto a quello effettuato in ospedale e, infine, l’indagine di gradimento da parte di utenti e familiari per la valutazione della qualità percepita. I dati sui risultati che giungono periodicamente dalla centrale operativa dell’Health Telematic Network di Brescia, partner nel progetto con Pfizer e medici del territorio, sono sbalorditivi in termini sia di valutazione economica costo/beneficio e costo/efficacia, sia di misurazione della soddisfa- zione dell’utente e dei suoi familiari rispetto a bisogni ed esigenze manifestati. Infatti si contano casi di vite salvate e di recuperi funzionali precoci, nonché risparmi sui costi, inclusi quelli sociali (giorni di lavoro persi per l’assistenza al proprio congiunto, spese sostenute per il trasporto dell’infermo nei poliambulatori) a parità di efficacia, tra la prestazione in telecardiologia-teleconsulto rispetto a quella specialistica ambulatoriale ed ospedaliera. Tutto ciò induce a supporre di avere imboccato la strada giusta specie in un contesto territoriale particolare quale è il distretto montano e vallivo del Medio Alto Lario. CHIAMATA E RISPOSTA Le chiamate nel quarto trimestre 2006 sono state causate soprattutto da cardiopalmo 11 per cento controllo programmato 50 per cento dolore atipico 16 per cento risolvendosi nell’11 per cento dei casi con l’invio al Pronto soccorso nel 5 per cento dei casi con il ricovero ospedaliero Nel primo trimestre 2007 cardiopalmo 11 per cento controllo programmato 44 per cento dolore atipico 19 per cento risolvendosi nel 6 per cento dei casi con l’invio al Pronto soccorso nel 2 per cento dei casi con il ricovero ospedaliero 20 21 OSSERVATORIO DELLE DIPENDENZE Droghe: attenzione all’età che si abbassa A cura della dottoressa Raffaela Olandese L’ASL attraverso l’Osservatorio Dipendenze ha pubblicato l’analisi dei dati dal 2003 al 2006 della provincia di Como riferiti ai soggetti tossicodipendenti in cura presso i Sert. Complessivamente il numero dei soggetti in cura ogni anno, passati da 1.636 a 1.805, è aumentato fino al 2005 mantenendosi relativamente stabile nell’ultimo anno. Si rileva però un abbassamento dell’età della nuova utenza, dato indicativo del diffondersi dell’uso di sostanze illegali, e in particolare della cocaina, tra i giovani. In maggior parte i soggetti in cura sono eroinomani, ma appare sempre più evidente una polidipendenza dove, accanto alla cannabis, prevale l’uso di cocaina utilizzata a fini ricreazionali/trasgressivi o per garantire il livello di prestazioni fisiche e mentali richiesto dal contesto frequentato. Il quadro che si legge presso i servi- zi di cura rispecchia solo in parte la reale situazione tra i giovani. Da un’indagine svolta dal Dipartimento delle Dipendenze su 560 studenti di età 15/19 anni nelle scuole del Comasco risulta che il 40% ha assunto almeno una volta sostanze psicoattive, per lo più cannabis (37,7%) ma anche cocaina (9%), popper (13,6%) e altre droghe. Le sostanze sembrano di facile reperibilità e molti sono gli amici che le usano. Rispetto ad alcuni anni fa e alla situazione di province vicine, i dati di consumo sono decisamente aumentati e si pongono in una posizione intermedia tra quelli più bassi di Milano e quelli più alti di Varese. La circolazione di sostanze sul territorio è alta: nel 2005 Como era al primo posto 22 in Italia per quantità di cannabis sequestrata, mentre Varese lo era per la cocaina. Il quadro dimostra come il rapporto della fascia giovanile con le sostanze nella popolazione comasca sia quello maggiormente in evoluzione e orientato verso l’uso sempre maggiore di psicostimolanti. Questo processo sembra agevolato da precise operazioni di “marketing” messe in atto dalle organizzazioni criminali modificando le caratteristiche delle sostanze reperibili: cocaina in microdosi e a basso prezzo, eroina a basso contenuto di principio attivo e fumabile, cannabis con percentuale di principio attivo inaspettatamente più alta, quindi con maggiore capacità allucinogena. Tutto questo per facilitarne l’accesso ai giovani, potenziali clienti, e fornire loro false risposte a bisogni reali. Per contrastare un problema così articolato e complesso occorrono azioni preventive sempre più impegnative e incisive rivolte sì ai giovani, ma anche al mondo adulto che ne ha le responsabilità educative e che può attivare efficaci processi “protettivi”: il corretto orientamento, il modello positivo, la gratificazione dei successi, l’ascolto e il riconoscimento precoce delle situazioni a rischio del bambino e dell’adolescente. Distribuzione utenti Sert per sostanze d’abuso secondario (anno 2006) Distribuzione utenti Sert per sostanze d’abuso primario (anno 2006) 23 CARTA REGIONALE DEI SERVIZI Il codice PIN si ottiene all’ASL Per tutti i cittadini di Como e provincia è più facile richiedere il codice PIN e firmare il Consenso che, con la Carta Regionale dei Servizi, permette l’accesso a numerosi servizi socio-sanitari La Carta Regionale dei Servizi (CRS) è già nelle “tasche” di oltre 9 milioni di cittadini lombardi: a Como e provincia le 548.340 carte finora distribuite sono ormai strumento di lavoro per l’84 per cento dei medici e pediatri di famiglia. La CRS al momento della consegna è già pronta all’uso. Per usufruire pienamente dei suoi numerosi servizi è però fondamentale per ciascun cittadino firmare il modulo del Consenso – che dà l’autorizzazione al trattamento dei propri dati sanitari – e richiedere il codice PIN della propria CRS per accedere a tutti i servizi, sia a quelli sanitari erogati tramite il Sistema Informativo Socio-Sanitario (SISS) della Regione Lombardia, sia a quelli amministrativi. Prima solo negli Uffici postali era possibile consegnare i moduli di richiesta PIN per poi attendere di ricevere a casa il relativo codice. Ora è sufficiente presentarsi ad uno sportello di Scelta e Revoca della propria ASL con la CRS e l’operatore stamperà immediatamente il PIN ad essa relativo. Inoltre l’operatore è in grado di stampare il modulo del Consenso precompilato con i dati anagrafici (l'operatore "recupera" i dati dalla CRS) che il cittadino deve semplicemente datare, firmare e lasciare in ASL o, in alternativa, consegnare ad un Ufficio postale. Il codice PIN unitamente alla CRS consente al cittadino, collegato in rete con il proprio computer e con un lettore di SmartCard, di consultare il proprio Fascicolo Sanitario Elettronico (contenente visite, esami, esenzioni e, a breve, anche referti), scegliere o revocare il medico di famiglia, accedere ai servizi della Regione Lombardia e dei Comuni. Finora il 41% dei comaschi ha firmato il modulo del consenso e il 45,5% ha richiesto il PIN. Solo se gli assistiti hanno firmato il modulo del consenso i medici e i pediatri di famiglia possono consultare i referti loro inviati tramite e-mail. I referti “elettronici” già prodotti dalle Strutture Sanitarie pubbliche di Como e provincia sono stati circa 150.000 nel 2006 e oltre 70.000 nel primo trimestre 2007. Inoltre l’anno scorso le prescrizioni ambulatoriali e farmaceutiche eseguite attraverso il Sistema Informativo Socio Sanitario sono state più di 1.600.000 e quasi 550.000 nel solo primo trimestre 2007. Simona Mariani, Direttore Generale dell’ASL della Provincia di Como, commenta così: “Regione Lombardia, al fine di migliorare e facilitare ai cittadini l’accesso alle Strutture Sanitarie, ha informatizzato alcuni servizi di carattere sanitario, attraverso l’utilizzo della Carta Regionale dei Servizi, già distribuita in quasi tutta la Provincia, che permette di accedere a tutte le prestazioni sanitarie ormai in corso di informatizzazione. Per usufruire di tale possibilità gli utenti dovranno essere in possesso del codice PIN e aver firmato la liberatoria del consenso informato. Da oggi è possibile richiedere queste operazioni anche agli operatori addetti agli sportelli della nostra Azienda. È così che il Sistema Informativo Socio Sanitario istituito ha il preciso obiettivo di migliorare i servizi alla persona ed avvicinarla alla Pubblica Amministrazione utilizzando al meglio le nuove tecnologie”. Sede ASL Indirizzo CAMPIONE D'ITALIA Campione d’Italia, corso Italia 10 tel. 004191.6497107-08 CANTÙ Cantù, via Domea 4 tel. 031.799365 COMO Como, via Pessina 6 tel. 031.370233 DONGO Dongo, via Falck 3 tel. 0344.973512 LOMAZZO Lomazzo, via del Rampanone 1 tel. 02.96941407 MARIANO COMENSE Mariano Comense, via F. Villa 5 tel. 031.755223 MENAGGIO Menaggio, via Diaz 12 tel. 0344.369103 OLGIATE COMASCO Olgiate Comasco, via Roma 61 tel.031.999202 ERBA Ponte Lambro, via Verdi 3 tel. 031/6337905 PORLEZZA Porlezza, via Garibaldi 65 tel. 0344 61225 SAN FEDELE INTELVI San Fedele Intelvi, via Andreetti 11 tel. 031 831211 24 25 CARTA REGIONALE DEI SERVIZI E adesso tocca anche le case per anziani La Carta Regionale dei Servizi entra nelle strutture residenziali per anziani, RSA. E’ l’ulteriore progressione del Sistema informativo socio-sanitario della Regione Lombardia, che estende la concreta utilità della Carta ad una serie di servizi (prescrizioni, prenotazioni, consegna dei referti, scelta e revoca del medico) cui si potrà accedere direttamente dalle RSA fin dal momento dell’accettazione dell’ospite, identificandolo appunto con la Carta SISS. Già in fase di accettazione, tramite la Carta, si potrà procedere alla revoca del medico curante e all’assegnazione della RSA come medico di famiglia dell’ospite, mentre l’eventuale attribuzione di nuove esenzioni sarà semplificata, la richiesta di accerta- menti diagnostici o di ricoveri avverrà attraverso prescrizioni elettroniche, così come la prenotazione, effettuata direttamente dalla RSA il cui medico potrà infine consultare i referti, sempre utilizzando i canali informatizzati della Carta Regionale dei Servizi. Dei vantaggi della sua introduzione, che è prossima, nelle RSA, trarranno beneficio anzitutto gli ospiti, per la tempestività delle comunicazioni, ma anche le strutture medesime per l’accelerazione delle procedure. Intanto la Carta Regionale dei Servizi mostra di coprire sempre più larghi ambiti di sanità e assistenza, confermandosi strumento non solo utile e necessario, ma progressivamente indispensabile. 26 PER UNA SCELTA RESPONSABILE Il nostro amico a quattro zampe A cura della dottoressa Claudia Baiocchi CHE “RAZZA” DI CANE VOGLIO? “Voglio quella razza che ho visto ieri sera in televisione.” (Moglie e buoi dei paesi tuoi!) PERCHÈ VOGLIO UN CANE? “Ho bisogno di qualcuno che difenda la mia famiglia quando mi assento per lavoro”. (Ma a chi ubbidirà il tuo cane quando tu non ci sei?) “Perché nel mio bel giardino ci starebbe bene …” (Quindi hai deciso di cambiare il bel giardino in un campo da guerra…) Per i bambini l’interazione con un animale da compagnia costituisce un’esperienza formativa importante. “Voglio quella razza che ho visto ieri sera in televisione.” Prima di scegliere il nostro amico a quattro zampe esaminiamo alcuni aspetti importanti. Se ci piace una razza in particolare valutiamo anche quali sono le sue esigenze di pulizia, igiene, esercizio fisico e quali sono le sue malattie genetiche e metaboliche più frequenti. Ogni razza é stata selezionata dall’uomo per esaltare alcune caratteristiche e conoscere quelle della propria razza preferita può aiutare a evitare brutte sorprese (gli amanti del silenzio per esempio potrebbero trovarsi a disagio con un beagle). Che taglia raggiungerà il cucciolone che abbiamo davanti? Più aumenta la taglia è più aumenta l’impegno economico e di gestione del cane: alberghi che accettano solo cani piccoli, costi di mantenimento più alti (in proporzione più medicine, più cibo), più feci da raccogliere, maggior necessità di movimento (no, non mi riferisco al vostro cortile recintato). In caso sia una femmina devo sapere quanto costa farla sterilizzare, se non ho abbastanza amici disposti a prendersi cura di una ventina di cuccioli ogni anno. È meglio un cucciolo o un adulto? Non è vero che un cane adulto non si affezionerà ad un nuovo proprietario e inoltre c’è il vantaggio per e- Nonostante l’abbandono in canile per ogni cane la gioia più grande è poter ricominciare con noi una nuova avventura. sempio di poter stimare la sua taglia finale, conoscerne il carattere. Altro aspetto importante da considerare per chi si prende un cane: per i bambini l’interazione con un animale da compagnia costituisce un’esperienza formativa importante. Se invece si pensa ad una persona anziana o ad una famiglia dove si trascorre la maggior parte del tempo fuori casa, la scelta di un gatto è forse quella preferibile. Chi non conosce questo animale si sorprenderà nello scoprire quanto falso sia il pregiudizio che lo bolla come asociale, indipendente, disaffezionato. Oltre ai canili ci sono i gattili che si occupano della collocazione dei gatti randagi, gestiti dalle “gattare”. Irma, e molti altri come lei, aspettano pazientemente una nuova casa. UN PO’ DI STORIA COME COMUNICANO I CANI Nessun’altra specie animale vanta con noi un’alleanza così antica come quella del cane. Recenti studi retrodatano questo inizio ancora prima di quanto si era finora pensato (da 15.000 a 100.000 anni fa) passando, dal classico concetto di addomesticamento, alla nuova ipotesi di co-evoluzione (furono i nostri antenati a cercare i primi lupi o viceversa?) in una simbiosi che favorì l’affermazione ed il predominio della nostra specie sulle altre. Eppure, nonostante questa relazione così antica non conosciamo ancora bene il loro modo di ragionare e comunicare. A testimonianza stanno le sempre più sconcertanti cronache giornalistiche, che riportano casi di aggressioni canine apparentemente sempre più imprevedibili e immotivate, la persistenza della piaga sociale dell’abbandono e del randagismo, fenomeni che affondano le loro radici nell’incomprensione-incompatibilità della relazione uomo-cane e la tendenza, in costante aumento, di rivolgersi a cliniche ed esperti comportamentali per risolvere i problemi di convivenza col proprio cane. Gli episodi aggressivi da parte di cani producono spesso conseguenze oltre che fisiche anche psicologiche, in quanto le vittime non riescono a spiegarsi i motivi che hanno provocato quelle reazioni nell’animale. Ma i nostri beniamini compiono o- I cani per comunicare usano non solo la coda e le orecchie ma anche l’atteggiamento e il movimento di tutto il corpo. assertivo - impositivo imminente attacco riposo insicuro - sottomesso Orecchie e coda diritte e alte = sicurezza Orecchie portate all’indietro e coda tra le gambe = paura, sottomissione Orecchie in avanti = interesse Disegno tratto da “Lupi Travestiti” di B. Gallicchio, Ed. Cinque. Coda ondeggiante = felicità (al contrario del gatto dove indica irritazione, preparazione all’attacco) Israele del nord, periodo paleolitico. La foto riproduce quanto trovato all’apertura di una tomba contenente una persona anziana, di sesso non valutabile, sepolta insieme al suo cucciolo di circa 4 mesi di età. Appare superfluo ogni commento sulla grazia con cui è stata collocata questa coppia, circa 12.500 anni fa. Tratto da “Lupi Travestiti” di B. Gallichio, Ed. Cinque. gni giorno sforzi sovrUMANI per cercare di capire cosa vogliamo da loro… Un esempio? Provate a immaginare cosa significhi interpretare chi sta sempre in piedi su due zampe, gesticolando e parlando continuamente una lingua sconosciuta… Perchè non provare a ricambiarli imparando un po’ il loro modo di comunicare? Ricordatevi che il gatto non è un piccolo cane, non tutti i segnali di comunicazione hanno lo stesso significato in specie diverse. A B C D Nel disegno qui a fianco il cane in A tenta di dominare, mettendo la propria zampa sul collo dell’altro (generalmente per i cani l’essere abbracciati viene letto come una sfida, quindi non abbracciate mai cani che non conoscete più che bene! In B il cane di sinistra si dispone “aT” in segno di sfida, ma quello di destra ancora non cede (coda e orecchie alte) mentre in C la situazione si capovolge, con la finale supremazia del cane di sinistra in D. Tratto da “Clinica comportamentale del cane e del gatto” di K Overall, Ed. Medico Scientifiche. PERCHÉ I CANI MORDONO? Che cosa non si dovrebbe fare (situazioni scatenanti): • toccare cani feriti o investiti da automobili (aspettare un adulto, che verrà morso) • toccare cagne che stanno allattando cuccioli (ogni scarrafone…) • toccare cani che stanno mangiando (es. togliere la ciotola per…??? aggiungere altro cibo) • non tentare di dividere cani che litigano (tra due litiganti il terzo… sta fermo) • non cercare di accarezzare cani per strada se il proprietario vi dice di non avvicinarvi (allora siete proprio furbi!) ? razze aggressive oppure situazioni scatenanti Disegni tratti da Birillo, Ufficio Federale Veterinario, Svizzera. PERCHÉ IL MIO CANE SI COMPORTA COSÌ? Che cosa si deve fare (situazioni scatenanti): • muoversi il meno possibile • non agitarsi/agitare le mani Giunto finalmente in famiglia è tutto pronto: ciotole, cuccia o brandina al posto giusto, (non nei punti di passaggio o agli ingressi), collari, guinzaglio, istruzioni per cibo e tutto il resto… • mai tentare di scappare • non guardarlo fisso negli occhi • parlare a voce bassa Com’è che dopo un po’ iniziano i problemi? (perché continua ad abbaiare?, perché distrugge la casa?, perché rincorre le biciclette?). Sono ormai numerose la associazioni cinofile che sul nostro territorio si occupano di questi problemi e tra queste c’è anche l’Associazione Amici del Randagio (presso il Canile di Mariano Comense), che recentemente ha proposto una serata aperta al pubblico su questi argomenti. Su congruo numero di richieste verrà ripetuto l’evento (tel. 031 751653). Perché si comporta così? A chi chiedere? Per chi non conoscesse ancora l’Associazione, che gestisce il nuovo Canile di Mariano (inaugurato il 20 maggio 2007) e quello di Erba (un canile vecchio ma molto diverso dal solito) si segnala il sito Internet (www.gliamicidelrandagio.it). Segnaliamo anche il canile rifugio di Albate, gestito dall’ENPA e relativo sito: www.enpa.it (email: [email protected]). Presso i canili rifugio ci sono i vantaggi di poter scegliere i cani con calma, conoscerli prima del grande passo, portarli fuori a passeggio nei fine-settimana, senza tutti quei costi iniziali perché sono già cippati, vaccinati, sverminati dal Canile Sanitario dell’ASL e poi sterilizzati a cura delle varie associazioni. Fateci un giro! 27 28 29 IL PROGETTO CONTRO IL DISAGIO GIOVANILE NELL’AMBITO DI PORTA APERTA Un ammonimento: non abbandonare i cani Porta aperta Si è concluso il percorso della seconda edizione del progetto Porta Aperta promosso dall’Assessorato Solidarietà Sociale della Provincia, dalla cooperativa ll Biancospino, dall’ASL e dall’Azienda Ospedaliera S. Anna con il rinnovato e ancora più convinto obiettivo di prevenzione del disagio giovanile mediante attività di aggregazione e animazione. Bellagio, 30 gennaio 2007. Rovellasca, 26 marzo 2007. Acquaseria, 16 marzo 2007. Mezzegra, 10 maggio 2007. Pianello Lario, 8 maggio 2007. 30 Termina con una gradita sorpresa l’ultima serata dell’iniziativa Porta Aperta, a Cernobbio. Un po’ impauriti dal chiasso e dalle luci, sul palco ci sono due bellissimi cani del canile sanitario dell’ASL suscitando la curiosità dei bambini che subito accorrono festosi ad accarezzarli. Simona Mariani, Direttore Generale dell’ASL, non ha perso l’occasione per ricordare che centinaia di cani ogni anno vengono abbandonati e molti finiscono al canile. Ha perciò incitato non solo a non ab- bandonarli ma semmai ad adottarne uno: decine di cani d’ogni taglia e colore sono alla ricerca di una famiglia, amici fedeli di una vita. Adottarli è facile: basta recarsi nei canili rifugio o visitare il sito dell’ASL (www.asl.como.it) che pubblica regolarmente la fotografia degli animali trovatelli. 31 32 33 NUMERO VERDE 800.004.341 Emergenza caldo Come affrontarla A cura del Servizio Assistenza Domiciliare Integrata Con l’estate l’ASL della Provincia di Como ha attivato il proprio Piano di intervento per la gestione di emergenze in caso di elevate temperature ambientali, riproponendone quale cardine la consulenza quale ottimo strumento operativo di ascolto, orientamento, indirizzo, coordinamento delle azioni che seguono ad una eventuale richiesta di aiuto. Come nei due anni precedenti, gli operatori coinvolti sono stati selezionati in base alle loro competenze ed alla loro professionalità, appartengono sempre all’area dell’Assistenza Domiciliare Integrata e, interessante novità, per la prima volta alla figura professionale degli infermieri si affianca quella dell’assistente sociale.La squadra è composta dalle infermiere professionali Manuela Alunni, responsabile, Donatella Solci, Ornella Brugnoli e Francesca Bellocci e dall’assistente sociale Rita Margotti: a turno rispondono al numero verde sette giorni su sette, dalle 9 alle 17. Si tratta di operatori con particolari abilità di comprensione e di empatia e capacità di ascolto e di sintesi tali da consentire la migliore valutazione del tipo di intervento da erogare. Dalla semplice consulenza via telefono, con informazioni e suggerimenti attinti ai pieghevoli predisposti dalla Regione Lombardia o più specifici, in relazione per esempio a presidi medici già utilizzati dall’interessato, al contatto telefonico con il medico di famiglia dell’utente a fini di aggiornamento del suo quadro clinico, all’invio al Pronto soccorso più vicino (specie nei giorni festivi) concordando con i familiari il relativo trasporto e anticipando telefonicamente al responsabile medico della struttura accogliente il quadro clinico del paziente inviato per sospetto colpo di calore, fino alla richiesta di intervento d’urgenza del servizio 118. Anche quest'anno gli operatori hanno a disposizione l’elenco di pazienti fragili (già in assistenza domiciliare integrata) con i quali sarà preliminarmente stabilito un contatto telefonico, indipendentemente dalle visite domiciliari programmate, al fine di prevenire eventuali situazioni di disagio. Inoltre è previsto un più attivo coinvolgimento di chi – componente della rete familiare, vicino di casa, volontario locale, badante, operatore sociale del territorio – abitualmente assiste soggetti fragili esposti a rischio in caso di elevate temperature climatiche. 800.004.341 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 L’APPELLO DELLE VITTIME DELLA STRADA VACCINARSI CONVIENE Diffondere la consapevolezza Ileana Casagrande è in carrozzina a sèguito di un incidente stradale, ma è anche assiduamente impegnata nel volontariato con una amplificata consapevolezza, anche suo malgrado, della necessità della prevenzione. Per questo ha voluto aprire una sezione dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada, AIFVS (www.vittimestrada.org), con recapito a Lambrugo, dove vive, per diffondere l’impegno a fermare la “strage stradale”: “In Italia – dice – è come se sparisse ogni anno un intero paese di 8.000 persone”, per tacere della disabilità,“di chi il giorno prima era andato a ballare e il giorno dopo si ritrova intubato” e “se ne verrà fuori sarà arrabbiato con il mondo intero, non fosse altro che per le barriere architettoniche e mentali che gli impediscono di vivere una vita normale”. L’AIFVS persegue i suoi fini tramite la sensibilizzazione dei familiari e delle stesse vittime, se sopravvissute, offrendo conforto umano e assistenza psicologica e legale e operando in contatto con la realtà territoriale, dalla scuola Il marchio dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada, AIFVS (www.vittimestrada.org). Contro difterite e tetano Una barriera contro difterite e tetano, eretta da ragazze e ragazzi di 15-16 anni. Per neutralizzare le due pericolose malattie occorre che il 90 per cento almeno dei giovani di quell’età si vaccini ed è questo l’obiettivo che la Regione Lombardia persegue tramite le ASL, incaricate di elaborare un proprio Piano attuativo che tra tutte le vaccinazioni include quelle contro difterite e tetano. L’ASL della Provincia di Como ha provveduto per tempo migliorando l’organizzazione dell’attività vaccinale e predisponendo una specifica programmazione per la vaccinazione contro difterite e tetano che prevede passaggi omogenei sull’intero territorio provinciale per la chiamata di ciascun interessato in modo da raggiungere la copertura necessaria per una efficace tutela della salute. In questo ambito la novità più importante è l’”offerta attiva”, cioè la chiamata, rivolta espressamente a quindicenni e sedicenni per la vaccinazione contro la difterite e il tetano. La procedura, iniziata nel luglio 2006 e monitorata dal Dipartimento di Prevenzione Medico, si propone di consolidare la protezione vaccinale nei giovani così da prevenire progressivamente le due gravi malattie nella generalità della popolazione comasca. I risultati conseguiti alla fine dell’anno scorso possono giudicarsi soddisfacenti: è stato coperto il 73 per cento dei nati nel 1990. Da al- alle strutture religiose, dalle forze sociali ai mezzi d’informazione. L’Associazione inoltre si prefigge “l’individuazione e la conoscenza di massa dei problemi della incidentalità stradale e delle sue conseguenze, così come delle soluzioni sperimentate e possibili” e motiva il proprio ruolo con i circa 8.000 morti, i 20.000 invalidi permanenti gravi, gli oltre 300.000 feriti che provocano un costo sociosanitario attorno ai 30 miliardi di euro e, s’intende, “una quantità incalcolabile di dolore”. 44 45 lora la percentuale è cresciuta al 78,83, l’obiettivo, come ribadito da Simona Mariani, direttore generale dell’ASL, è quello di pervenire alla copertura del 90 per cento entro fine 2007 così da tutelare da difterite e tetano i giovani di oggi e gli adulti di domani. Perciò è necessario rendere ancora più consapevoli gli adolescenti sia del rischio che queste malattie comportano sia della possibilità di protezione che la vaccinazione invece assicura. Nel complesso sforzo dell’ASL per la sensibilizzazione dei destinatari della campagna vaccinale contro difterite e tetano, ora s’inserisce un testimonial prestigioso, un campione del mondo in una disciplina di illustre tradizione lariana come il canottaggio. Si tratta di Daniele Gilardoni che rappresenta un modello e si presta alla promozione ulteriore della campagna vaccinale, incentivando l’adesione dei giovani all’invito a vaccinarsi. Da autentico campione, Daniele Gilardoni, numero 1 del canottaggio mondiale, ha accettato di buon grado la proposta dell’ASL, dunque manifesti appositamente predisposti saranno affissi negli spazi delle scuole e dell’Azienda Sanitaria Locale, mentre una cartolina, dove è parimenti effigiato lo sportivo comasco (che insieme ad operatori dell’ASL incontrerà gli allievi di una serie di istituti scolastici), correderà l’invito per la vaccinazione indirizzato ai giovani. UN ONORE Essere il testimonial dell’ASL per me ha un valore realmente importante, lo reputo un grande onore. Essere il testimonial di un’impresa commerciale vuole dire infatti prestare la propria immagine ad un prodotto che si acquista, che ha un valore definito, ma essere il testimonial dell’Azienda Sanitaria Locale, vuole dire essere colui che presta la propria immagine ad un bene che non ha prezzo: la salute. Sono felice che l’ASL della mia provincia abbia richiesto la mia immagine per promuovere questa campagna vaccinale; la salute, soprattutto per uno sportivo professionista come me, è fondamentale perché la perfetta condizione fisica è l’unico modo per raggiungere risultati importanti. Non importa che sport pratichi, ciò che conta è che il tuo organismo per darti il migliore rendimento possibile deve essere in perfetta efficienza, altrimenti non riuscirai mai a dare il massimo di te stesso. Il corpo è come una macchina, per marciare bene necessita di manutenzione per restare in perfetta efficienza. Per questo motivo ho sempre un occhio di riguardo alla mia salute, anche per i vaccini che possano proteggermi dalle infezioni; per fortuna per questo c’è l’ASL che garantisce ad ogni cittadino il diritto alla salute in condizioni di imparzialità, continuità e massima efficienza; quando si pensa all’Azienda Sanitaria Locale bisogna pensare ad un gruppo di persone che con passione lavora per curare al meglio la nostra salute e per fornirci i 46 mezzi necessari per prevenire il diffondersi di malattie e in quest’ultimo settore è fondamentale il ruolo delle vaccinazioni. È proprio per questo motivo che io raccomando a tutti di fare il vaccino contro la difterite ed il tetano; vaccinarsi non costa assolutamente nulla ed evita contagi che a 14 anni possono sembrare cose di poco conto, invece sono importanti. Soprattutto al giorno d’oggi in cui malattie che sembravano debellate si riaffacciano con prepotenza anche nelle nostre città, il vaccino rappresenta l’unico strumento di prevenzione efficace. Cari ragazzi vaccinatevi oggi e vi ringrazierete domani. Daniele Gilardoni 47 È NECESSARIO AVERE CURA DEI PIEDI Un miracolo di ingegneria A cura di Manuela Alunni per conto del gruppo infermieristico Unità di valutazione multiterritoriale I piedi sono spesso trascurati. Solo quando ci fanno male li curiamo, un po’ come i denti: si va dal dentista solo quando non se ne può fare a meno. Anche se il piede umano è un vero miracolo di ingegneria, una macchina delicata da cui parte il benessere di tutto il corpo. Si tratta di un sistema intricato di 26 ossa, 42 articolazioni, 33 muscoli e 107 legamenti che ogni giorno devono farsi carico di ogni passo e subire una pressione tre volte superiore al peso del nostro corpo mentre le unghie delle dita dei piedi (e delle mani) agiscono come se fossero sonde a protezione della pelle sottostante . Come avere cura dei piedi per un paziente diabetico o vasculopatico? Se abbiamo un familiare affetto da queste patologie, bisogna ricordarsi che non deve mai camminare a piedi scalzi per evitare di prendere colpi con oggetti caduti o sbattendo nelle suppellettili di casa, che le sue scarpe “devono“ essere comode per evitare compressioni che potrebbero causare lesioni difficili da curare e da sanare, che un paio di scarpe nuove va indossato soltanto per un massimo di due ore, che i piedi devono essere ispezionati quotidianamente, inclusi gli spazi interdigitali, anche con l’ausilio di uno specchio. 48 Ricordarsi di praticare brevi pediluvi, di meno di 5 minuti, con acqua a 37°, di usare saponi a PH fisiologico, di tagliare le unghie dei piedi dritte, di asciugare con cura gli spazi interdigitali, di indossare sempre calzini di cotone, di usare creme emollienti (per combattere la cute secca, da applicare più volte durante la giornata soprattutto se la persona è allettata) con un massaggio che verrà fatto con ambedue le mani per ogni piede, partendo dalle estremità delle dita e risalendo fino alle caviglie. Che cosa invece non bisogna fare: camminare scalzi, tagliare le unghie troppo corte, non eseguire l’autotrattamento per ipercheratosi cioè l’ispessimento delle unghie, ma farlo fare solo dallo specialista podologo (possibilmente con l’uso di un set – forbicine, tagliaunghie, eccetera – personale), non utilizzare fonti Un massaggio verrà fatto con ambedue le mani per ogni piede, partendo dalle estremità delle dita e risalendo fino alle caviglie. di calore direttamente sui piedi: nei diabetici la sensibilità al caldo e al dolore si riduce, potrebbero quindi ustionarsi compromettendo il proprio quadro patologico, non eseguire infine auto-medicazioni neppure di ferite lievi, ma rivolgersi sempre a specialisti. CHE PIEDI HO? Piedi quadrati: la punta ha un profilo rettangolare. Piedi a pianta larga: detto anche piede a papera per la sua forma. Piede greco: l’alluce è più corto del 2. dito. Piede egizio: l’alluce e più lungo del 2. dito. Piede a pianta allungata: di forma affusolata ha la pianta stretta e allungata. 49 SICUREZZA SUL LAVORO E VALUTAZIONE DEI RISCHI La classifica degli errori Il documento di valutazione dei rischi costituisce la chiave di volta delle verifiche delle misure di sicurezza negli ambienti di lavoro, sui quali l’ASL esercita un’assidua vigilanza. Se ne è parlato di recente in un convegno, nell’ambito della Settimana della sicurezza sul lavoro, cercando di classificare gli errori più frequenti, rispetto alla valutazione dei rischi. A ricorrere sono quelli di omissione (di una frazione di rischio, per esempio, oppure di una lavorazione, o di un reparto), ma vanno considerati anche quelli per ridondanza (quando per esempio si considera un rischio, oppure un reparto che in realtà non ci sono). Apparentemente di minore portata, in realtà si tratta di errori che possono nascondere l’insidia di una superficialità e di una fretta che rendono la valutazione peggiore di quella viziata da errori per omissione. Sono ricorrenti anche gli errori di calcolo: per scelta di parametri di valutazione erra50 ti, nonché gli errori per ignoranza di nuove norme (per esempio la mancata valutazione dei rischi da vibrazioni di cui parla la legge 187/2005 o dei livelli di rumorosità che la legge 195/2006 impone di rivedere). Nella casistica degli errori non mancano quelli per inadeguatezza di risorse strumentali e umane impiegate: la prevenzione di alcuni rischi richiede oggettivamente competenze specifiche e spesso differenziate. Altro invece è il discorso dei casi, purtroppo molto frequenti, di dissociazione tra documentazione e realtà lavorativa, cioè quando la valutazione può risultare adeguata e coerente con i rischi presenti, ma resta inapplicata negli ambienti di lavoro. Il dottor Lamberto Settimi, responsabile del Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro. Una ricerca su 641 violazioni contestate nel 2006 dal Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’ASL ha confermato la classificazione degli errori: Edilizia Produttivo Errori per omissione 62 36 Errori per ridondanza/ per inadeguatezza di risorse 13 18 0 1 42 7 117 (32%) 62 (22%) Errori per ignoranza di nuove norme Errori per inadeguatezza di risorse Totali 51 CONTROLLO GRATUITO DELLA COMMESTIBILITÀ Tempo di funghi A cura del Dipartimento di prevenzione Servizio igiene degli alimenti DOVE FAR CONTROLLARE I FUNGHI (da luglio a novembre 2007) GIORNO ORARIO SEDE Lunedì 8.30 – 12.30 Cantù 9.00 – 12.30 Como via Cadorna 9.30 – 12.00 Olgiate Comasco 11.00 – 12.30 Menaggio 13.30 – 16.00 Erba 13.30 – 16.30 Dongo 14.00 – 16.30 Lomazzo 13 agosto - 16 novembre 9.00 – 11.00 Bellagio Martedì 13.30 – 14.30 Menaggio 13.30 – 16.00 Mariano Comense Mercoledì 9.00 – 10.30 Erba 9.00 – 12.30 Como via Cadorna 13.30 – 16.30 Dongo 14.00 – 16.00 Olgiate Comasco LARGO IMPEGNO INTERISTITUZIONALE L’ASL si schiera in difesa dei minori A cura della dottoressa Raffaella Marra Un ampio fronte contro maltrattamenti e abusi sui minori si è formalmente costituito con la sottoscrizione, il 15 maggio scorso, di un Protocollo interistituzionale d’intesa per l’adozione di interventi coordinati da parte dell’ASL della Provincia di Como e di altri 14 Enti Territoriali. Con il Protocollo le istituzioni firmatarie si sono impegnate ad operare per la prevenzione e il contrasto dell’abuso minorile attraverso un costante dialogo e con scambio di conoscenze e di informazioni, nonché con azioni di coordinamento e di intervento integrato. Foto di gruppo dopo la firma del protocollo. Giovedì 8.00 – 9.30 Menaggio 8.30 – 10.00 Mariano Comense 14.00 – 16.00 Como via Cadorna (solo su appuntamento telefonico) 14.00 – 16.30 Lomazzo Venerdì 8.30 – 9.30 Como via Castelnuovo 8.30 – 10.00 Cantù 13 agosto - 16 novembre 17.30 – 19.30 Bellagio 52 53 Il fine è quello di sviluppare una nuova cultura dell’infanzia per il riconoscimento del bambino come soggetto di diritto a pieno titolo realizzando sul territorio una politica globale e integrata di prevenzione primaria nonché di contrasto al fenomeno del maltrattamento e dell’abuso dei minori e favorendo lo sviluppo, nella scuola e negli altri contesti educativi, delle attività d’informazione e formazione, anche attraverso l’elaborazione di progetti comuni rivolti alle famiglie ed ai minori finalizzati ad accrescere capacità relazionali a scopo autoprotettivo. Al Protocollo sono allegate 4 linee guida operative sull’argomento rivolte rispettivamente ad educatori e operatori scolastici, ad operatori sanitari, ad operatori sociali e ad operatori della neuropsichiatria. Con il Protocollo si costituisce, inoltre, una Commissione multidisciplinare permanente, presieduta dal Prefetto di Como, con l’obiettivo di programmazione e progettazione operativa degli interventi di prevenzione e contrasto dei maltrattamenti e degli abusi sui minori e di valutazione delle nuove problematiche e delle eventuali correzioni delle prassi acquisite.