L’ASL
è attuale
In provincia di Como:
Cantù
C. Comm. Cantù 2000
Corso Europa • Tel. 031 712270
Cassina Rizzardi
C. Comm. Monticello
Via Risorgimento • Tel. 031 880684
Como-Tavernola
C. Comm. Lario Center
Via Asiago • Tel. 031 340670
Erba
C. Comm. I Laghi
Viale Prealpi • Tel. 031 644002
Montano Lucino
C. Comm. La Porta d’Europa
Via Varesina • Tel. 031 470874
Olgiate Comasco Strada Provinciale per Lomazzo
Tel. 031 800368
In un recente convegno dove si è parlato di
violenza alle donne, riferendo di percezioni
ed esperienze relative al territorio comasco,
l’ASL ha potuto vantare la prerogativa di
offrire risposte concrete anzitutto attraverso la propria rete consultoriale. I nove
Consultori Familiari dell’ASL infatti coprono il territorio provinciale assicurando
la presenza di interlocutori competenti e
sensibili in particolare di genere che, sono
sempre più consapevoli del diritto-dovere
di denunciare soprusi sessisti che purtroppo esistono e resistono, anche nella nostra
realtà. Diversi, s’intende, da quelle forme
di tradizioni “barbariche” che mutilano le
bambine, ma contro le quali, parimenti
l’ASL ha preso posizione di fronte all’importazione di un impressionante fenomeno
seguito all’immigrazione, confermando la
volontà di agire a 360 gradi per la protezione della Donna. Uscire dalla violenza è
possibile soprattutto se si favorisce il dialogo, si garantisce l’anonimato, si toglie la
paura. E tutto questo il Consultorio Familiare, con l’equipe di specialisti può farlo,
come centro d’ascolto e struttura privilegiata.
La vulnerabilità femminile talora manifesta sintomi che investono in pieno la salute. L’aumento dei casi di alcolismo con le
donne doppiamente vittime è un dato certo: prima vittime della violenza di partner
dediti all’alcol, poi del “riparo” che loro
stesse credono invece di trovare nell’abuso
di tali sostanze.
Senza drammatizzare sul piano dei numeri, si tratta di realtà che l’ASL affronta
offrendo i Servizi in grado di soddisfare
bisogni di Prevenzione, Assistenza e soprattutto Informazione più assidua e
puntuale diretta ai Giovani che sono coloro maggiormente a rischio.
L’ASL se ne fa carico nel senso più completo possibile della Prevenzione: ciò significa scongiurare stragi, non solo episodiche del sabato sera, ma cercare di ridurre drasticamente il numero di incidenti della circolazione ancora in troppo
larga parte determinati da abuso di alcol e altre sostanze, ma anche salvaguardare una qualità della vita in troppi casi pregiudicata da drammatici esiti
infortunistici. Si tratta, insomma, secondo uno slogan che deve diventare precetto, di “La vita prima di tutto”.
In questo scorcio d’estate che rimane desidero ancora una volta ricordare l’azione di Prevenzione che l’ASL effettua sui
temi “caldi” che in questo momento storico costituiscono i maggiori problemi dei
cittadini.
Simona Mariani
Direttore
Generale
Risultati non solo sulla carta
Addentrarsi nella comprensione del sistema sanitario è impresa non semplice per agli stessi operatori.
Il sistema è costantemente sottoposto a stimoli e provocazioni innovative, a sfide organizzative da una
programmazione regionale che in presenza di una domanda sanitaria in costante crescita esprime consapevolmente l’esigenza del maggiore controllo dei costi e del miglioramento della qualità dei servizi.
Anche l’ASL è impegnata nello sforzo di migliorare il rapporto risultato-qualità del servizio.
Per questo l’Azienda ha adottato il Bilancio Sociale, affermando il principio e documentando che il denaro della collettività è stato impiegato per produrre ricchezza sociale nel territorio, ed ha approvato il
Bilancio di esercizio nel pieno rispetto dell’equilibrio della sua chiusura. Non solo: l’introduzione dei
principi per il miglioramento qualitativo ha consentito di accertare il superamento degli standard di
qualità.
A breve sarà approvato il Codice etico i cui contenuti saranno illustrati agli operatori dell’ASL perché
ne siano percepiti i valori come fondanti del proprio comportamento e non acquisiti per inerzia o per
sola incidenza della Direzione. Relativamente agli Enti Locali si può infine affermare che esiste una saldatura fra la crescita delle Autonomie locali tradizionali, da collegare in parte alla riscoperta dell’identità territoriale, e la
crescita dei valori e della qualità delle prestazioni dell’Azienda sanitaria
i cui esiti si riscontrano nel Bilancio sociale e negli obiettivi di risultato
conseguiti dalla Direzione.
Insomma, se è vero che esistono problemi nello snellimento delle procedure burocratiche è anche vero che c’è sempre più la consapevolezza
che i risultati nell’ASL devono avere più valore della carta.
C’è ancora molta strada da fare, ma avere contribuito a creare
una dirigenza consapevole del proprio ruolo e capace di affrontare i problemi con uno stile teso non solo al risultato, ma di soddisfazione dell’utente, è un fatto aziendale di grande rilievo.
Lucio Schiantarelli, Direttore amministrativo
Questione di “cultura”
Sono molte, oggi, in Italia le autorizzazioni concretamente e realmente inutili, quelle cioè in cui il cumulo
di carta non viene neanche aperto, gestite attraverso il “silenzio assenso”. Sulla spinta della legge regionale 8 del 2 aprile 2007 l’ASL della Provincia di Como ha già iniziato a già iniziato a sostituire le procedure autorizzative inutili con autocertificazioni immediatamente esecutive. Oggi in Lombardia per iniziare un’attività, rispettando le norme di tutela dell’ambiente, di sicurezza sul lavoro e di igiene, è sufficiente
dare comunicazione allo sportello unico delle imprese, senza attendere nemmeno un giorno per avviare il
lavoro. La rimozione di tre certificati (di agibilità, di inizio attività, sanitaria per preparazione alimenti)
vale 2 milioni di giorni di lavoro all’anno per le imprese, che così si potranno occupare della loro vera attività, la produzione, e permette il risparmio di 2 miliardi di euro, pari a 1 punto PIL regionale.
Ad esempio, nel settore delle imprese alimentari la normativa europea ha introdotto sin dal 2004 l’istituto della semplice notifica alla PA, ma a livello statale non si è mosso nulla. La Lombardia è l’unica Regione in cui oggi per aprire un bar o un ristorante è sufficiente presentare al Comune una dichiarazione
di inizio attività. A tutto ciò si è però affiancato un impulso della attività delle ASL per mantenere una elevata soglia di attenzione in materia di sicurezza alimentare: dal 2007 servizi di igiene e veterinari sono
tenuti a programmare i controlli fissando tempi, priorità e risorse in base alla classificazione degli esercizi
più a rischio o critici per la salute dei consumatori. Si tratta di un cambiamento “culturale” sia per gli imprenditori – maggiormente responsabili nei confronti della collettività – sia per gli operatori della sanità
pubblica, invitati a svolgere un ruolo attivo e di alta specializzazione nel saper individuare le vere fonti di
rischio, colloquiando con l’imprenditore per verificare l’efficacia delle misure da questi realizzate.
Un altro esempio: le certificazioni mediche inutili. La revisione delle attività del Servizio Sanitario Regionale alla luce delle valutazioni di efficacia ha portato la Lombardia ad abolire atti e certificazioni ormai
non più sorretti da alcuna evidenza scientifica (vedi certificati per l’assunzione di insegnanti o il libretto
2
sanitario per gli alimentaristi) e con la legge regionale numero 8/07 si è proseguito nel cammino (certificati per cessione del quinto dello stipendio e per assunzione di apprendisti, vidimazione registro infortuni).
I cittadini e le imprese manifestano l’esigenza di coerenza e chiarezza di controlli: spesso infatti, nel settore dei controlli sono presenti più Enti e Istituzioni che, con diversi ambiti di competenza, si interfacciano
col settore produttivo: Comuni, ASL, ARPA, Ispettorato del Lavoro, ISPELS, INAIL, NAS eccetera. Ciò
genera sovrapposizioni di richieste, a volte contraddizione nelle prescrizioni, spreco di risorse e scarsa efficienza nel raggiungere un risultato di effettiva prevenzione
Si stanno impostando i controlli in maniera trasversale e in collaborazione tra ASL
ed ARPA e si sta operando per definire accordi con gli Ispettorati del Lavoro. Però
la scarsa sensibilità a livello nazionale, da cui dipendono gli organismi ministeriali, crea forti resistenze al raggiungimento di intese a livello regionale e locale.
Più semplificazione significa più prevenzione e controllo coordinando gli enti
preposti: la frammentazione istituzionale, la non collaborazione porta a una
proliferazione di procedure burocratiche diverse e aggiuntive, rendendo enormemente costoso per le imprese una sorta di obbligatorio “scouting
normativo”. La Regione, d’intesa con ANCI, ha già avviato un percorso di unificazione delle procedure burocratiche, tanto che oggi in
Lombardia esiste un solo modello di DIA dedicato alle attività economiche, al posto dei precedenti 1.465 modelli diversi (uno
per ogni Comune lombardo).
Camillo Rossi, Direttore sanitario
Sperimentazioni modello
Già nel 2005 il Dipartimento ASSI (Attività Socio-Sanitarie Integrate) di questa ASL aveva elaborato e realizzato un progetto, nell’area della disabilità infantile, per offrire non soltanto i dati di una ricerca ma un evento congressuale ed altri percorsi di confronto sul campo – tra cui il coinvolgimento dei
medici generici e dei pediatri di famiglia sulla tematica – oltre alla messa a punto di un metodo di lavoro orientato a fornire ai fruitori (cittadini ed operatori) un prodotto complessivo capace di ripristinare, con sistemi audiovisivi, i momenti salienti, le testimonianze, le riflessioni ed i risultati.
È prevalsa insomma la preoccupazione di lasciare una traccia documentale e persino didattica per chi
volesse farne uso o proseguire nella ricerca, piuttosto che esplorare ulteriori itinerari concettuali o di esperienza sulla materia.
L’idea, come tutte le soluzioni indovinate, ha trovato una riproducibilità applicando lo stesso schema dell’esperienza tradotta in atti documentali anche
nell’area materno- infantile ove sono all’opera – sempre sotto le insegne
dell’ASSI – quelle unità di offerta denominate Consultori familiari che
hanno ottenuto di recente la qualifica dell’accreditamento esteso a nove
strutture distribuite nei vari distretti dell’ASL (si contano anche due Consultori familiari privati, non interessati però dalla sperimentazione).
Questa volta il cammino progettuale ha attraversato un triennio impegnando le energie aziendali a promuovere livelli di efficienza, efficacia e
qualità nel personale dedicato, fino al punto di produrre un “Manuale operativo del Consultorio Familiare” (scritto da Castelli e Pintus, in ambito ASL) pubblicato dall’editore Franco Angeli.
Si ripropone pertanto l’idea di esportare l’acquisizione aziendale in
altri territori, a partire dalle ASL della Regione Lombardia, sottoponendo il modello della formazione-intervento sperimentato ed
avviando il know-how a pratiche diversificate di altre realtà operative.
Luigi Davide Clerici, Direttore sociale
3
sanità
Sommario
sociale
regione lombardia
10 Dignità e parità contro la violenza
12 Generazioni diverse insieme a
16 Un numero da imparare a
l ’ a z i e n d a
14 ASL aperta per ferie
6 Un impegno un invito
20 La strada giusta in Medio Alto
Lario
inserto
Il nostro amico a quattro zampe
tavola
memoria
24 Il codice PIN si ottiene all’ASL
26 E adesso tocca anche le case per
anziani
27 Chiedevi l’abolizione del ticket di
18 Insegne lombarde al Forum PA
10 euro?
19 MilanoCheckUp
35 Un’estate più serena con i consigli
Noi c’eravamo
della tua Regione
22 Droghe: attenzione all’età che si
Sanitaria Locale
della Provincia di Como
ASL Azienda
abbassa
30 Porta Aperta
in copertina
31 Un ammonimento:
non abbandonare i cani
Come affrontarla
Direttore
Simona Mariani
45 Difterite e tetano
Redazione
Giordano Besana, Paola Giossi, Franca Ronchetti
48 Un miracolo di ingegneria
44 Diffondere la consapevolezza
50 La classifica degli errori
53 L’ASL si schiera in difesa dei
52 Tempo di funghi
minori
Supplemento di INFORMASL periodico mensile
dell’Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Como
Anno Nove Numero 2 Aprile Giugno 2007
34 Emergenza caldo.
Responsabile
Bernardino Marinoni
via E. Pessina 6, Como, [email protected]
Registrazione Tribunale di Como n. 23/99 del 16
dicembre 1999
Grafica e stampa
Cesarenani Como
4
5
SCREENING PER LA DIAGNOSI PRECOCE DEI TUMORI
Un impegno un invito
riani si è chiesta, da Direttore Generale, che cosa può fare l’ASL per
favorire questo “stimolo a vivere”
che, stando alla Banca Dati degli
Assistiti dell’Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Como, è
un’esperienza vissuta nel corso del
2005 da quasi 18.700 persone.
Tante, per l’esattezza 18.690, sono
state infatti in trattamento per
neoplasie. Si tratta del 3,33% della
popolazione assistita, di cui poco
più di 10.000 donne con un’età
media di 63 anni, un poco superiore (65/66 anni) quella degli uomini.
“Il ritorno al lavoro e la capacità di
reinserirsi dopo una interruzione
causata dall’aver dovuto affrontare
un problema di salute è sempre il
segno positivo di una desiderio di
riscossa nei confronti della inattività obbligata dovuta alla malattia”. È stata questa la premessa dell’intervento del Direttore Generale dell’ASL della Provincia di Como, Simona Mariani, al convegno
organizzato dall’associazione Noisempredonne, sottolineando come
sia “ancora di più segno di speranza indomabile nei confronti della
vita quando questo avviene dopo
la diagnosi di una patologia grave
quale è una diagnosi oncologica”.
Direttamente coinvolgendosi, la dottoressa Ma-
6
fruibile senza dover percorrere
strade burocratiche che avviliscono ulteriormente: questo è un impegno che da tempo si persegue in
Regione Lombardia e che in particolare l’Azienda Sanitaria Locale
della Provincia di Como, ha sottolineato Simona Mariani, ha tradotto per esempio in riduzione
dei tempi di attesa per le pratiche
di invalidità e di semplificazione
amministrativa per le esenzioni
dai pagamenti del ticket.
Ma vi è un altro ambito nel quale
l’ASL gioca un ruolo importante
affinché chi è costretto a misurarsi con il problema della malattia
oncologica possa aspirare ad una
attesa e ad una qualità di vita migliore: è l’attività di diagnosi precoce.
Infatti, ha insistito la dottoressa
Mariani, diagnosticare in fase iniziale un tumore significa poter avviare interventi di cura più efficaci, meno invasivi, e interrompere
la progressione verso una evoluzione più grave e meno aggredibile con le terapie.
Per questo in Regione Lombardia
sono stati avviati o sostenuti
screening di comprovata efficacia
per la diagnosi precoce di alcuni
tumori quali il cancro della mammella, del colon retto e della cervice uterina.
E dal giugno 2004 al marzo 2007
nella provincia di Como sono state invitate ad effettuare una mammografia di screening 33.460 donne, 14.988 delle quali hanno risposto, con un tasso di adesione,
tenuto conto di coloro che tra le
invitate avevano già effettuato
una mammografia di propria ini-
Considerando solo chi era in età
lavorativa, ha riferito il Direttore
dell’ASL, 7.364 persone, pari al
2% degli assistiti in questa fascia
di età nella provincia di Como, di
cui 3.834 donne con una età media di 49 anni e 3.530 uomini con
una età media di 53 anni, si sono
dovute confrontare con una diagnosi di tumore.
La dottoressa Mariani ha puntualizzato che in termini di necessità
di assistenza sanitaria il dato è stimabile calcolando il numero di
persone in età lavorativa che hanno avuto un ricovero ordinario o
in day hospital per trattamento
chemioterapico: 817 (di cui 388
donne) nel 2005 e 847 (di cui 439
donne) nel 2006.
Di fronte a numeri che con freddezza descrivono, ma dietro i quali ci sono esperienze di dolore e fatica, quale è il compito dell’Azienda Sanitaria Locale?
Innanzitutto, ha risposto il Direttore Generale, rendere fruibile ed
efficiente la risposta sanitaria, cioè
l’attività di diagnosi e cura offerta
ai cittadini attraverso le strutture
ospedaliere e ambulatoriali. Il
compito proprio della ASL, di vigilanza e di controllo sulle prestazioni erogate, è finalizzato infatti
non tanto a contenere la spesa, ma
a correggere inefficienze e disservizi, affinché quanto offerto sia
sempre più rispondente alla domanda espressa da chi il bisogno
lo vive in prima persona.
Inoltre l’ASL deve mantenere una
costante attenzione affinché il
percorso che il malato compie per
il riconoscimento formale delle
tutele cui ha diritto sia facilmente
7
DIPARTIMENTO
DI PREVENZIONE MEDICO
Maria
Gramegna
al vertice
La dottoressa Simona Mariani, il dottor Riccardo Roesel, il dottor Attilio Briccola e il dottor
Enrico Gallucci al tavolo dei relatori del convegno.
pari al 49% della popolazione che
complessivamente verrà coinvolta
nel biennio.
Poco più di 20.000 i test effettuati, con una positività del 5%:
1.039 le persone alle quali è stato
proposto l’approfondimento diagnostico attraverso l’esecuzione di
colonscopia. Gli esami endoscopici finora eseguiti sono oltre 400,
nel 2006 sono state diagnosticate
34 neoplasie maligne e 72 adenomi ad alto rischio.
Lo screening invita persone cosiddette “a rischio generico”, ovverosia che appartengono alla fascia di
età epidemiologicamente più a rischio: questa assenza del problema – “non ho sintomi”, “non ho un
problema in famiglia” – spiega forse in parte la difficoltà ad aderire
alla proposta, con la conseguenza,
si è rammaricato il Direttore generale dell’ASL, che un così im-
ziativa, del 55%. È importante osservare che per più di 1.000 donne si è trattato del primo esame
specifico nella loro vita e che 942
non avevano eseguito mammografie negli ultimi tre anni.
Sono state 1.074 le persone risultate positive al test di primo livello e che hanno quindi proseguito
nel percorso di approfondimento
diagnostico.
Dall’inizio dello screening sono
stati diagnosticati più di 90 tumori maligni, 75 in donne di età inferire ai 64 anni, e per 24 persone è
attualmente in corso l’iter diagnostico.
Anche con lo screening per la diagnosi precoce dei tumori colon
rettali attraverso la ricerca del sangue occulto nelle feci, avviato nel
maggio 2006, è stato invitato un
numero considerevole di soggetti:
più di 70.000 al 31 marzo 2007,
8
La dottoressa Maria Gramegna è
stata nominata dal 1. Luglio
Direttore del Dipartimento di
Prevenzione Medico.
La dottoressa Gramegna,
dirigente ASL dal 1985, ha
maturato una esperienza specifica
in malattie infettive e screening
oncologici, svolgendo nel
contempo anche un ruolo
pregnante di raccordo con la
Regione Lombardia.
Mentre le auguriamo Buon
Lavoro, ringraziamo sentitamente
per l’attività svolta proficuamente
la dottoressa Biancamaria
Sesana, che ha lasciato l’incarico
di Direttore del Dipartimento di
Prevenzione Medico, nonché
l’ASL, il 30 Giugno per
pensionamento.
Il dottor Giorgio Gandola e Monsignor Diego
Coletti, Vescovo di Como.
portante sforzo economico ed organizzativo vede ridurre la sua efficacia, poiché identifica un numero di tumori minore dell’esistente, fermo restando che coloro
che non partecipano, ma che purtroppo hanno la patologia in fase
iniziale, dovranno loro malgrado
confrontarsi con essa, con forse un
po’ meno chance nel percorso
verso un pieno recupero.
In conclusione sono un impegno
ed un invito quelli che tramite il
suo Direttore Generale l’ASL rinnova: “L’impegno a migliorare
sempre più nel compito di promuovere sul territorio comasco
una efficiente e qualitativamente
elevata possibilità di diagnosi e di
cura e l’invito ad aderire e promuovere l’adesione alle proposte
di screening”.
9
TELEFONO DONNA
Dignità e parità
contro la violenza
“Negato, sottostimato, non riconosciuto”. Altrimenti il fenomeno
non sarebbe “la più diffusa violazione dei diritti umani”, come ripete Ierta Zoni, responsabile dell’associazione Telefono Donna che
a Como è il sensore più attendibile della violenza e dei maltrattamenti contro le donne. Dati alla
mano, anche nella realtà locale,
così come è stata sviscerata in occasione di un convegno (“Violenza alle donne: percezioni, esperienze e risposte del territorio comasco”) nel mese di giugno dove
sono stati riferiti gli esiti di una ricerca che ha coinvolto 153 tra istituzioni ed enti della provincia,
fra cui Forze dell’ordine, Servizi
sociali comunali, posti di Pronto
soccorso, reparti ospedalieri di ginecologia, consultori familiari
(dove l’ASL è particolarmente attrezzata). Il convegno, precisa Zoni, costituisce la prima tappa di
una lavoro di ricerca, coordinato
da Paola Della Casa, come presupposto di interventi che arginino e
possibilmente neutralizzino il fenomeno della violenza contro le
donne considerando dati nazionali, fonte Istat, che stimano in poco
meno di 7 milioni le donne tra 16
e 70 anni che nel corso della vita
hanno subito maltrattamenti. Un
milione 150.000 donne negli ultimi 12 mesi sono state vittima in Italia di violenze fisiche
o sessuali, in gran
parte inferte da familiari, a cominciare dal partner, o “comunque da persone
conosciute”.
Sulla base dei
dati regionali
“possiamo
stimare in
oltre 71 mila
il numero
delle donne
che in provincia
di
Como, nel
corso della
loro
vita,
hanno subito violenza
fisica o sessuale e in oltre
10.600
quelle
che
l’hanno subita
nel corso degli
ultimi 12 mesi”.
E se poco meno
del 5 per cento
10
Da sinistra Alberto Frigerio, Simona Mariani, Ierta Zoni, G. Napoli.
delle donne dai 16 ai 70 anni è
stata vittima di uno stupro o di un
tentato stupro, la quota della provincia di Como si quantifica in
quasi 10.000 donne.
Stime a parte, l’anno scorso 478
accessi al Pronto soccorso in provincia di Como sono avvenuti da
parte di donne che hanno espressamente dichiarato di avere subito
violenze, inoltre tra aprile e settembre i Servizi sociali di 136 Comuni hanno registrato 39 situazioni di maltrattamento delle donne, mentre l’associazione Telefono
Donna ha costituito l’approdo di
222 persone, con un aumento del
47 per cento rispetto al 2005 (e
nel primo trimestre del 2007 i
contatti sono stati 87 contro i 49
del medesimo periodo del 2006).
La ricerca, ribadisce Ierta Zoni, dimostra la necessità di riconoscere
l’esistenza di un fenomeno di re-
gola sottostimato: perciò monitorarlo è una delle azioni possibili
con campagne di sensibilizzazione, promuovendo associazioni e
servizi che se ne occupano e considerando la violenza “come possibilità nel proprio lavoro quotidiano”.
Quindi bisogna migliorare le
competenze per accogliere la
donna e garantirle valido supporto per affrancarsi dalla violenza,
dandole credito e, tra l’altro, legittimandone la sofferenza con l’obiettivo finale di un cambiamento
culturale fondato sulla dignità infine non disconosciuta
della donna.
11
SCUOLA E STRUTTURE PER ANZIANI
Generazioni diverse
insieme a tavola
A cura della dottoressa Paola Galli
nei CDI per anziani” in stretta collaborazione con il Centro Studi
Casnati che vede protagonisti gli
studenti della classe quarta dell’Istituto Alberghiero del Centro.
I Centri Diurni Integrati della
Fondazione Ca’ d’Industria di Como, della Fondazione Bellaria di
Appiano Gentile, della Casa di Riposo di Lomazzo, della Fondazione Giuseppina Prina di Erba, della Casa Anziani di Uggiate Trevano e della Fondazione Garibaldi
Pogliani di Cantù hanno risposto
con entusiasmo all’iniziativa aprendo le porte ai ragazzi.
L’ASL della Provincia di Como ha
avviato da tempo un percorso di
integrazione tra il mondo della
scuola e quello delle strutture per
anziani, che si è finora attuato con
la pubblicazione del libretto “Le
ricette dei nonni” e con la successiva proposta alle RSA di offrire agli ospiti un menù tratto dal libretto stesso.
A continuazione di tale percorso è cominciato il
progetto “La ristorazione
12
I Centri, infatti, lo scorso maggio
hanno ricevuto una prima visita
da parte degli studenti nel corso
della quale gli ospiti sono stati intervistati sulle loro preferenze gastronomiche; i ragazzi hanno potuto inoltre confrontarsi con il
personale dei Centri (in particolare con nutrizionisti, economi, cuochi e psicologi) per capire, per esempio, quali sono i requisiti dietetici e kilocalorici che devono essere presi in considerazione nella
scelta dei piatti da inserire nel
menù, quale è il budget giornaliero per persona o a pasto, quale è
l’importanza dei pasti nella vita
quotidiana dell’anziano nonché
per orientarsi su un’ulteriore opportunità occupazionale.
Il 31 maggio all’Istituto Alberghiero nel corso di una tavola ro-
Gli ospiti dei Centri Diurni Integrati
intervistati dei ragazzi.
tonda molto animata sono stati analizzati i questionari distribuiti agli operatori e sono state impostate le premesse per il proseguimento del progetto che riserverà piacevoli sorprese; ma ne riparleremo
con il prossimo anno scolastico.
La dottoressa Paola Galli e il dottor Luigi Davide Clerici tra i ragazzi della classe quarta
dell’Istituto Alberghiero del Centro Studi Casnati di Como.
13
SERVIZI PER L’ESTATE
ASL aperta
per ferie
In luglio e agosto si attiva il servizio
di GUARDIA MEDICA TURISTICA dedicato a chi soggiorna nelle
località turistiche lariane che funziona attraverso una serie di ambulatori dislocati nei dDistretti Como, Medio Alto Lario e Brianza.
che il passato modello E111 e
quindi, in caso d’urgenza, garantisce la copertura sanitaria nei paesi
comunitari e in quelli con i quali
esistono accordi con l’Unione Europea, a cominciare dalla Svizzera.
Per soggiorni in altri Paesi extracomunitari ci si può rivolgere prima
della partenza agli uffici del proprio Distretto che si occupano di
ASSISTENZA ALL’ESTERO per
avere informazioni circa eventuali
intese o convenzioni per l’assistenza sanitaria.
Da luglio gli Ispettorati micologici, in ciascun Distretto socio-sanitario, assicurano gratuitamente il
CONTROLLO DEI FUNGHI
raccolti in modo di poterli consumare senza correre rischi.
La stagione estiva
aumenta l’impegno
dell’Azienda Sanitaria Locale che, oltre
alle normali attività,
aggiunge una serie di
servizi stagionali.
Il numero verde 800.004.341 fino
al 16 settembre, sette giorni su
sette, dalle 9 alle 17, fornisce risposte o fa scattare interventi per
fronteggiare l’emergenza caldo.
Il monitoraggio della BALNEABILITÀ, visibile sul sito Internet
dell’ASL, consente di avere una
mappa aggiornata della situazione
delle spiagge della provincia, in
modo di poter fare bagni in sicurezza dal punto di vista chimicobatteriologico.
14
Alcuni servizi, pur non essendo
stagionali, d’estate vengono particolarmente sollecitati: succede al
CANILE SANITARIO, punto di
confluenza degli animali abbandonati sulla strada delle vacanze, secondo una deprecabile consuetudine per cui in questi mesi la
struttura tende a riempirsi di cani
trovatelli.
I nove CONSULTORI FAMILIARI dell’ASL assicurano anche d’estate una disponibilità che garantisce ascolto e aiuto sul fronte che
va dalla sessualità al disagio psicologico e resta un punto di riferiemnto per l’individuo, la coppia
e la famiglia nelle diverse fasi di
vita.
In vista di viaggi particolarmente
impegnativi, l’AMBULATORIO
DEL VIAGGIATORE INTERNAZIONALE è un servizio che offre
ai cittadini sia informazioni sia
prestazioni vaccinali in base al
luogo di destinazione. Proprio d’estate è ancora più opportuno avere sempre con sé la Carta Regionale dei Servizi che sostituisce an-
15
CALL CENTER
803.000
Un numero
da imparare a memoria
A cura della dottoressa Giuliana Sabatino
Sempre più cittadini telefonano al
numero verde 803.000 per prenotare o per ricevere informazioni
sulle prestazioni ambulatoriali erogate sul territorio dell’ASL. I dati
dei primi mesi dell’anno hanno
confermato che è in crescita costante l’attività di prenotazione tramite call center: tra gennaio e marzo 2007 agli operatori del numero
verde sono giunte 33.239 chiamate
di cittadini dell’ASL della Provincia
di Como.
Per rendere ancora più accessibile il
servizio al cittadino si stanno via via
attuando importanti novità. Le
principali riguardano l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna: infatti è possibile prenotare tramite il numero
verde 803.000 quasi tutte le prestazioni specialistiche. Fanno eccezione quelle complesse, per le quali è
necessario rivolgersi ancora allo
sportello dell’ospedale o del poliambulatorio in cui saranno effettuate anche per ricevere alcune necessarie indicazioni.
Ma dal mese di maggio tutti i numeri telefonici dei servizi di prenotazione dei vari presidi dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna vengono
deviati automaticamente verso il
numero 803.000, mentre il cittadino può pagare il ticket anche negli
Uffici Postali.
Non è tutto, però, perché presto saranno attivati, per i cittadini che utilizzato il canale di prenotazione
del numero verde, il servizio SMS e
quello di richiamata: forniranno,
sempre gratuitamente, un utile pro
memoria nei giorni immediatamente precedenti l’appuntamento.
E prossimamente il ticket potrà essere pagato anche agli sportelli bancomat.
16
Chiama il numero verde gratuito di Regione Lombardia.
Puoi prenotare comodamente da casa molte visite ed
esami specialistici.
17
L’ASL ALLA FIERA DI ROMA
CONSULTORI E TELECARDIOLOGIA IN PRIMO PIANO
Insegne lombarde
al Forum PA
MilanoCheckUp
Noi c’eravamo
Il Forum PA 2007, tradizionale
appuntamento di carattere nazionale che si è tenuto dal 21 al 25
maggio alla Nuova Fiera di Roma,
ha visto ancora una volta le Pubbliche Amministrazioni e le Aziende Pubbliche, comprese quelle sanitarie, confrontarsi su temi
innovativi: infatti le parole d'ordine 2007 sono state: cambiamento
profondo delle amministrazioni e
nuovo disegno dei processi, fondato sulla piena utilizzazione dell'innovazione organizzativa e tecnologica, per una Pubblica Amministrazione che diventa fattore di
sviluppo e garanzia dei diritti.
Il Forum PA vuole infatti favorire
un migliore rapporto tra cittadini,
imprese e amministrazioni pubbliche in materia di qualità dei
servizi ed efficienza dell'azione
pubblica.
Ad un tale appuntamento non poteva mancare l’ASL della Provincia di Como, che attraverso uno
spazio espositivo coordinato dalla
sezione lombarda della Federazione delle Aziende sanitarie e ospedaliere ha visto insieme alla nostra
ASL la partecipazione delle ASL
delle province di Varese e di Lecco, nonché la Milano1e le Aziende
Ospedaliere di Treviglio, S. Anna
di Como, S. Carlo di Milano, di
Crema, di Desenzano, di Garbagnate e l’Istituto Neurologico Besta.
Ne è scaturita un’immagine sinergica, unitaria e vincente, che ha evidenziato le attività sanitarie più
evolute e le innovazioni in tema di
edilizia sanitaria che sono state
sviluppate sul nostro territorio.
Milano è tornata ad essere al centro del panorama sanitario internazionale: dal 6 al 9 giugno nel nuovo quartiere espositivo di Fiera
Milano si è tenuta la prima edizione di MilanoCheckUp, rassegna sanitaria di sistema che ha abbinato
la funzione espositiva con quella
congressuale, determinante per un
comparto strategico nell’economia
italiana, come quello, appunto, sanitario.
Valorizzando le eccellenze della
sanità e della ricerca in campo medicale che hanno in Italia – ed in
particolare in Lombardia – punte
riconosciute nel mondo intero, la
rassegna è stata un utile momento
di confronto tra esperti e tra questi
e il pubblico, sia nei numerosi
stand espositivi sia nei momenti
convegnistici.
L’ASL della Provincia di Como
non ha perso questa occasione:
nello spazio espositivo di Regione
Lombardia, oltre l’allestimento di
una postazione con distribuzione
di materiale informativo, ha focalizzato due aspetti: la riorganizzazione e il miglioramento qualitativo dei Consultori familiari, con la
presentazione del “Manuale Operativo del Consultorio Familiare”,
e il servizio di telecardiologia in atto nel distretto Medio Alto Lario.
Nel corso di brevi incontri illustrativi, i due temi sono stati presentati ad un pubblico di esperti: un
confronto utile per un ulteriore
miglioramento, ma anche il riconoscimento di un lavoro, di carattere veramente innovativo, fin qui
svolto.
Quindi un gruppo
di Aziende sanitarie
rappresentativo
della Sanità
lombarda,
con in evidenza
punti di forza
e progetti
d’eccellenza che ne
fanno un modello
organizzativo
efficiente ed
efficace.
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TELECARDIOLOGIA
La strada giusta
in Medio Alto Lario
A cura del dottor Giuseppe Iafolla
I risultati attesi dalla realizzazione
del progetto di telecardiologia sono
essenzialmente: forte interazione
tra il cardiologo che dà il consulto
specialistico ed il medico di medicina generale che, conoscendo in
modo approfondito il paziente,
può orientare e facilitare le decisioni finali dello specialista, incremento delle adesioni dei medici di medicina generale al progetto, riduzione nell’area del Medio e Alto Lario
dei consumi di prestazioni sanitarie
di secondo livello specialistico e
degli esami strumentali nonché
dell’accesso al Pronto Soccorso e
dei ricoveri ospedalieri, dei tempi
di attesa per le prestazioni ambulatoriali specialistiche, dei costi per
prestazione (l’ECG a domicilio è
molto meno oneroso rispetto a
quello effettuato in ospedale e, infine, l’indagine di gradimento da
parte di utenti e familiari per la valutazione della qualità percepita.
I dati sui risultati che giungono periodicamente dalla centrale operativa
dell’Health
Telematic
Network di Brescia, partner nel
progetto con Pfizer e medici del
territorio, sono sbalorditivi in termini sia di valutazione economica
costo/beneficio e costo/efficacia,
sia di misurazione della soddisfa-
zione dell’utente e dei suoi familiari rispetto a bisogni ed esigenze
manifestati.
Infatti si contano casi di vite salvate e di recuperi funzionali precoci,
nonché risparmi sui costi, inclusi
quelli sociali (giorni di lavoro persi
per l’assistenza al proprio congiunto, spese sostenute per il trasporto
dell’infermo nei poliambulatori) a
parità di efficacia, tra la prestazione in telecardiologia-teleconsulto
rispetto a quella specialistica ambulatoriale ed ospedaliera.
Tutto ciò induce a supporre di avere imboccato la strada giusta specie
in un contesto territoriale particolare quale è il distretto montano e
vallivo del Medio Alto Lario.
CHIAMATA E RISPOSTA
Le chiamate nel quarto trimestre 2006 sono state causate soprattutto da
cardiopalmo
11 per cento
controllo programmato
50 per cento
dolore atipico
16 per cento
risolvendosi
nell’11 per cento dei casi con l’invio al Pronto soccorso
nel 5 per cento dei casi con il ricovero ospedaliero
Nel primo trimestre 2007
cardiopalmo
11 per cento
controllo programmato
44 per cento
dolore atipico
19 per cento
risolvendosi
nel 6 per cento dei casi con l’invio al Pronto soccorso
nel 2 per cento dei casi con il ricovero ospedaliero
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OSSERVATORIO DELLE DIPENDENZE
Droghe: attenzione
all’età che si abbassa
A cura della dottoressa Raffaela Olandese
L’ASL attraverso l’Osservatorio Dipendenze ha pubblicato l’analisi dei
dati dal 2003 al 2006 della provincia di Como riferiti ai soggetti tossicodipendenti in cura presso i Sert.
Complessivamente il numero dei
soggetti in cura ogni anno, passati da
1.636 a 1.805, è aumentato fino al
2005 mantenendosi relativamente
stabile nell’ultimo anno. Si rileva
però un abbassamento dell’età della
nuova utenza, dato indicativo del
diffondersi dell’uso di sostanze illegali, e in particolare della cocaina,
tra i giovani. In maggior parte i soggetti in cura sono eroinomani, ma
appare sempre più evidente una polidipendenza dove, accanto alla cannabis, prevale l’uso di cocaina utilizzata a fini ricreazionali/trasgressivi o
per garantire il livello di prestazioni
fisiche e mentali richiesto dal contesto frequentato.
Il quadro che si legge presso i servi-
zi di cura rispecchia solo in parte la
reale situazione tra i giovani. Da
un’indagine svolta dal Dipartimento delle Dipendenze su 560 studenti di età 15/19 anni nelle scuole del
Comasco risulta che il 40% ha assunto almeno una volta sostanze
psicoattive, per lo più cannabis
(37,7%) ma anche cocaina (9%),
popper (13,6%) e altre droghe. Le
sostanze sembrano di facile reperibilità e molti sono gli amici che le usano. Rispetto ad alcuni anni fa e alla situazione di province vicine, i dati di consumo sono decisamente aumentati e si pongono in una posizione intermedia tra quelli più bassi
di Milano e quelli più alti di Varese.
La circolazione di sostanze
sul territorio è alta: nel
2005 Como era al
primo posto
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in Italia per quantità di cannabis sequestrata, mentre Varese lo era per
la cocaina. Il quadro dimostra come
il rapporto della fascia giovanile con
le sostanze nella popolazione comasca sia quello maggiormente in evoluzione e orientato verso l’uso sempre maggiore di psicostimolanti.
Questo processo sembra agevolato
da precise operazioni di “marketing”
messe in atto dalle organizzazioni
criminali modificando le caratteristiche delle sostanze reperibili: cocaina in microdosi e a basso prezzo,
eroina a basso contenuto di principio attivo e fumabile, cannabis con
percentuale di principio attivo inaspettatamente più alta, quindi con
maggiore capacità allucinogena.
Tutto questo per facilitarne l’accesso ai giovani, potenziali clienti, e
fornire loro false risposte a bisogni
reali.
Per contrastare un problema così articolato e complesso occorrono azioni preventive sempre più impegnative e incisive rivolte sì ai giovani, ma anche al mondo adulto che
ne ha le responsabilità educative e
che può attivare efficaci processi
“protettivi”: il corretto orientamento, il modello positivo, la gratificazione dei successi, l’ascolto e il riconoscimento precoce delle situazioni
a rischio del bambino e dell’adolescente.
Distribuzione utenti Sert
per sostanze d’abuso
secondario (anno 2006)
Distribuzione utenti Sert
per sostanze d’abuso
primario (anno 2006)
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CARTA REGIONALE DEI SERVIZI
Il codice PIN
si ottiene all’ASL
Per tutti i cittadini di Como e provincia è più facile richiedere il codice PIN e firmare il Consenso che,
con la Carta Regionale dei Servizi,
permette l’accesso a numerosi servizi socio-sanitari
La Carta Regionale dei Servizi
(CRS) è già nelle “tasche” di oltre 9
milioni di cittadini lombardi: a Como e provincia le 548.340 carte finora distribuite sono ormai strumento di lavoro per l’84 per cento
dei medici e pediatri di famiglia. La
CRS al momento della consegna è
già pronta all’uso. Per usufruire pienamente dei suoi numerosi servizi è
però fondamentale per ciascun cittadino firmare il modulo del Consenso – che dà l’autorizzazione al
trattamento dei propri dati sanitari
– e richiedere il codice PIN della
propria CRS per accedere a tutti i
servizi, sia a quelli sanitari erogati
tramite il Sistema Informativo Socio-Sanitario (SISS) della Regione
Lombardia, sia a quelli amministrativi.
Prima solo negli Uffici postali era
possibile consegnare i moduli di richiesta PIN per poi attendere di ricevere a casa il relativo codice. Ora
è sufficiente presentarsi ad uno
sportello di Scelta e Revoca della
propria ASL con la CRS e l’operatore stamperà immediatamente il
PIN ad essa relativo. Inoltre l’operatore è in grado di stampare il modulo del Consenso precompilato con i
dati anagrafici (l'operatore "recupera" i dati dalla CRS) che il cittadino
deve semplicemente datare, firmare
e lasciare in ASL o, in alternativa,
consegnare ad un Ufficio postale.
Il codice PIN unitamente alla CRS
consente al cittadino, collegato in
rete con il proprio computer e con
un lettore di SmartCard, di consultare il proprio Fascicolo Sanitario Elettronico (contenente visite, esami,
esenzioni e, a breve, anche referti),
scegliere o revocare il medico di famiglia, accedere ai servizi della Regione Lombardia e dei Comuni.
Finora il 41% dei comaschi ha firmato il modulo del consenso e il
45,5% ha richiesto il PIN. Solo se gli
assistiti hanno firmato il modulo del
consenso i medici e i pediatri di famiglia possono consultare i referti
loro inviati tramite e-mail. I referti
“elettronici” già prodotti dalle Strutture Sanitarie pubbliche di Como e
provincia sono stati circa 150.000
nel 2006 e oltre 70.000 nel primo
trimestre 2007. Inoltre l’anno scorso le prescrizioni ambulatoriali e
farmaceutiche eseguite attraverso il
Sistema Informativo Socio Sanitario
sono state più di 1.600.000 e quasi
550.000 nel solo primo trimestre
2007.
Simona Mariani, Direttore Generale
dell’ASL della Provincia di Como,
commenta così: “Regione Lombardia, al fine di migliorare e facilitare ai
cittadini l’accesso alle Strutture Sanitarie, ha informatizzato alcuni servizi di carattere sanitario, attraverso
l’utilizzo della Carta Regionale dei
Servizi, già distribuita in quasi tutta
la Provincia, che permette di accedere a tutte le prestazioni sanitarie
ormai in corso di informatizzazione.
Per usufruire di tale possibilità gli utenti dovranno essere in possesso del
codice PIN e aver firmato la liberatoria del consenso informato. Da oggi è possibile richiedere queste operazioni anche agli operatori addetti
agli sportelli della nostra Azienda. È
così che il Sistema Informativo Socio Sanitario istituito ha il preciso obiettivo di migliorare i servizi alla
persona ed avvicinarla alla Pubblica
Amministrazione utilizzando al meglio le nuove tecnologie”.
Sede ASL
Indirizzo
CAMPIONE D'ITALIA
Campione d’Italia, corso Italia 10
tel. 004191.6497107-08
CANTÙ
Cantù, via Domea 4 tel. 031.799365
COMO
Como, via Pessina 6 tel. 031.370233
DONGO
Dongo, via Falck 3 tel. 0344.973512
LOMAZZO
Lomazzo, via del Rampanone 1 tel. 02.96941407
MARIANO COMENSE
Mariano Comense, via F. Villa 5 tel. 031.755223
MENAGGIO
Menaggio, via Diaz 12 tel. 0344.369103
OLGIATE COMASCO
Olgiate Comasco, via Roma 61 tel.031.999202
ERBA
Ponte Lambro, via Verdi 3 tel. 031/6337905
PORLEZZA
Porlezza, via Garibaldi 65 tel. 0344 61225
SAN FEDELE INTELVI San Fedele Intelvi, via Andreetti 11 tel. 031 831211
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CARTA
REGIONALE
DEI SERVIZI
E adesso
tocca
anche le case per anziani
La Carta Regionale dei Servizi entra
nelle strutture residenziali per anziani, RSA. E’ l’ulteriore progressione del Sistema informativo socio-sanitario della Regione Lombardia,
che estende la concreta utilità della
Carta ad una serie di servizi (prescrizioni, prenotazioni, consegna dei
referti, scelta e revoca del medico)
cui si potrà accedere direttamente
dalle RSA fin dal momento dell’accettazione dell’ospite, identificandolo appunto con la Carta SISS. Già
in fase di accettazione, tramite la
Carta, si potrà procedere alla revoca
del medico curante e all’assegnazione della RSA come medico di famiglia dell’ospite, mentre l’eventuale
attribuzione di nuove esenzioni sarà
semplificata, la richiesta di accerta-
menti diagnostici o di ricoveri avverrà attraverso prescrizioni elettroniche, così come la prenotazione, effettuata direttamente dalla RSA il
cui medico potrà infine consultare i
referti, sempre utilizzando i canali
informatizzati della Carta Regionale dei Servizi. Dei vantaggi della sua
introduzione, che è prossima, nelle
RSA, trarranno beneficio anzitutto
gli ospiti, per la tempestività delle
comunicazioni, ma anche le strutture medesime per l’accelerazione
delle procedure. Intanto la Carta
Regionale dei Servizi mostra di coprire sempre più larghi ambiti di sanità e assistenza, confermandosi
strumento non solo utile e necessario, ma progressivamente indispensabile.
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PER UNA SCELTA RESPONSABILE
Il nostro amico
a quattro zampe
A cura della
dottoressa Claudia Baiocchi
CHE “RAZZA” DI CANE
VOGLIO?
“Voglio quella razza
che ho visto ieri sera in televisione.”
(Moglie e buoi dei paesi tuoi!)
PERCHÈ VOGLIO UN CANE?
“Ho bisogno di qualcuno che difenda la mia famiglia quando mi
assento per lavoro”.
(Ma a chi ubbidirà il tuo cane
quando tu non ci sei?)
“Perché nel mio
bel giardino ci starebbe bene …”
(Quindi hai deciso di cambiare il bel
giardino in un campo da guerra…)
Per i bambini
l’interazione con un
animale da compagnia
costituisce un’esperienza
formativa importante.
“Voglio quella razza che ho visto ieri sera in
televisione.”
Prima di scegliere il nostro amico a
quattro zampe esaminiamo alcuni
aspetti importanti.
Se ci piace una razza in particolare
valutiamo anche quali sono le sue
esigenze di pulizia, igiene, esercizio
fisico e quali sono le sue malattie
genetiche e metaboliche più frequenti.
Ogni razza é stata selezionata dall’uomo per esaltare alcune caratteristiche e conoscere quelle della propria razza preferita può aiutare a evitare brutte sorprese (gli amanti
del silenzio per esempio potrebbero
trovarsi a disagio con un beagle).
Che taglia raggiungerà il cucciolone che abbiamo davanti? Più aumenta la taglia è più aumenta l’impegno economico e di gestione del
cane: alberghi che accettano solo
cani piccoli, costi di mantenimento
più alti (in proporzione più medicine, più cibo), più feci da raccogliere, maggior necessità di movimento (no, non mi riferisco al vostro cortile recintato).
In caso sia una femmina devo sapere quanto costa farla sterilizzare, se
non ho abbastanza amici disposti a
prendersi cura di una ventina di
cuccioli ogni anno.
È meglio un cucciolo o un adulto?
Non è vero che un cane adulto non
si affezionerà ad un nuovo proprietario e inoltre c’è il vantaggio per e-
Nonostante l’abbandono in canile per ogni
cane la gioia più grande è poter ricominciare
con noi una nuova avventura.
sempio di poter stimare la sua taglia finale, conoscerne il carattere.
Altro aspetto importante da considerare per chi si prende un cane:
per i bambini l’interazione con un
animale da compagnia costituisce
un’esperienza formativa importante.
Se invece si pensa ad una persona
anziana o ad una famiglia dove si
trascorre la maggior parte del
tempo fuori casa, la scelta di un
gatto è forse quella preferibile.
Chi non conosce questo animale
si sorprenderà nello scoprire
quanto falso sia il pregiudizio che
lo bolla come asociale, indipendente, disaffezionato.
Oltre ai canili ci sono i gattili che
si occupano della collocazione dei
gatti randagi, gestiti dalle “gattare”.
Irma, e molti altri come lei, aspettano
pazientemente una nuova casa.
UN PO’ DI STORIA
COME COMUNICANO I CANI
Nessun’altra specie animale vanta
con noi un’alleanza così antica come quella del cane.
Recenti studi retrodatano questo inizio ancora prima di quanto si era
finora pensato (da 15.000 a
100.000 anni fa) passando, dal classico concetto di addomesticamento, alla nuova ipotesi di co-evoluzione (furono i nostri antenati a
cercare i primi lupi o viceversa?) in
una simbiosi che favorì l’affermazione ed il predominio della nostra
specie sulle altre.
Eppure, nonostante questa relazione così antica non conosciamo ancora bene il loro modo di ragionare
e comunicare. A testimonianza
stanno le sempre più sconcertanti
cronache giornalistiche, che riportano casi di aggressioni canine apparentemente sempre più imprevedibili e immotivate, la persistenza della piaga sociale dell’abbandono e del randagismo, fenomeni che
affondano le loro radici nell’incomprensione-incompatibilità della relazione uomo-cane e la tendenza,
in costante aumento, di rivolgersi a
cliniche ed esperti comportamentali per risolvere i problemi di convivenza col proprio cane.
Gli episodi aggressivi da parte di
cani producono spesso conseguenze oltre che fisiche anche psicologiche, in quanto le vittime non riescono a spiegarsi i motivi che hanno provocato quelle reazioni nell’animale.
Ma i nostri beniamini compiono o-
I cani per comunicare usano non
solo la coda e le orecchie ma anche
l’atteggiamento e il movimento di
tutto il corpo.
assertivo - impositivo
imminente attacco
riposo
insicuro - sottomesso
Orecchie e coda diritte e alte
= sicurezza
Orecchie portate all’indietro e coda tra le gambe
= paura, sottomissione
Orecchie in avanti
= interesse
Disegno tratto da “Lupi Travestiti” di B. Gallicchio, Ed.
Cinque.
Coda ondeggiante
= felicità (al contrario del gatto dove indica irritazione, preparazione
all’attacco)
Israele del nord, periodo paleolitico.
La foto riproduce quanto trovato
all’apertura di una tomba contenente una
persona anziana, di sesso non valutabile,
sepolta insieme al suo cucciolo di circa 4
mesi di età.
Appare superfluo ogni commento sulla
grazia con cui è stata collocata questa
coppia, circa 12.500 anni fa.
Tratto da “Lupi Travestiti” di B. Gallichio, Ed. Cinque.
gni giorno sforzi sovrUMANI per
cercare di capire cosa vogliamo da
loro…
Un esempio? Provate a immaginare cosa significhi interpretare chi
sta sempre in piedi su due zampe,
gesticolando e parlando continuamente una lingua sconosciuta…
Perchè non provare a ricambiarli
imparando un po’ il loro modo di
comunicare?
Ricordatevi che il gatto non è un
piccolo cane, non tutti i segnali di
comunicazione hanno lo stesso significato in specie diverse.
A
B
C
D
Nel disegno qui a fianco il
cane in A tenta di dominare,
mettendo la propria zampa
sul collo dell’altro
(generalmente per i cani
l’essere abbracciati viene letto
come una sfida, quindi non
abbracciate mai cani che non
conoscete più che bene!
In B il cane di sinistra si
dispone “aT” in segno di
sfida, ma quello di destra
ancora non cede (coda e
orecchie alte) mentre in C la
situazione si capovolge, con la
finale supremazia del cane di
sinistra in D.
Tratto da “Clinica comportamentale del cane e
del gatto” di K Overall, Ed. Medico
Scientifiche.
PERCHÉ I CANI MORDONO?
Che cosa non si dovrebbe fare (situazioni scatenanti):
• toccare cani feriti o investiti da
automobili (aspettare un adulto,
che verrà morso)
• toccare cagne che stanno allattando cuccioli (ogni scarrafone…)
• toccare cani che stanno mangiando (es. togliere la ciotola per…???
aggiungere altro cibo)
• non tentare di dividere cani che
litigano (tra due litiganti il terzo… sta fermo)
• non cercare di accarezzare cani
per strada se il proprietario vi dice di non avvicinarvi (allora siete
proprio furbi!)
?
razze aggressive
oppure
situazioni
scatenanti
Disegni tratti da Birillo,
Ufficio Federale Veterinario, Svizzera.
PERCHÉ IL MIO CANE SI
COMPORTA COSÌ?
Che cosa si deve fare (situazioni
scatenanti):
• muoversi il meno possibile
• non agitarsi/agitare le mani
Giunto finalmente in famiglia è
tutto pronto: ciotole, cuccia o brandina al posto giusto, (non nei punti
di passaggio o agli ingressi), collari,
guinzaglio, istruzioni per cibo e
tutto il resto…
• mai tentare di scappare
• non guardarlo fisso negli occhi
• parlare a voce bassa
Com’è che dopo un po’ iniziano i
problemi? (perché continua ad abbaiare?, perché distrugge la casa?,
perché rincorre le biciclette?).
Sono ormai numerose la associazioni cinofile che sul nostro territorio si occupano di questi problemi
e tra queste c’è anche l’Associazione Amici del Randagio (presso il
Canile di Mariano Comense), che
recentemente ha proposto una serata aperta al pubblico su questi argomenti.
Su congruo numero di richieste
verrà ripetuto l’evento (tel. 031
751653).
Perché si comporta così?
A chi chiedere?
Per chi non conoscesse ancora l’Associazione, che gestisce il nuovo
Canile di Mariano (inaugurato il
20 maggio 2007) e quello di Erba
(un canile vecchio ma molto diverso dal solito) si segnala il sito Internet (www.gliamicidelrandagio.it).
Segnaliamo anche il canile rifugio
di Albate, gestito dall’ENPA e relativo sito: www.enpa.it (email: [email protected]).
Presso i canili rifugio ci sono i vantaggi di poter scegliere i cani con
calma, conoscerli prima del grande
passo, portarli fuori a passeggio nei
fine-settimana, senza tutti quei costi iniziali perché sono già cippati,
vaccinati, sverminati dal Canile Sanitario dell’ASL e poi sterilizzati a
cura delle varie associazioni. Fateci
un giro!
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IL PROGETTO
CONTRO IL DISAGIO
GIOVANILE
NELL’AMBITO DI PORTA APERTA
Un ammonimento:
non abbandonare i cani
Porta
aperta
Si è concluso il percorso della seconda edizione del progetto Porta
Aperta promosso dall’Assessorato
Solidarietà Sociale della Provincia,
dalla cooperativa ll Biancospino,
dall’ASL e dall’Azienda Ospedaliera S. Anna con il rinnovato e ancora più convinto obiettivo di prevenzione del disagio giovanile mediante attività di aggregazione e animazione.
Bellagio, 30 gennaio 2007.
Rovellasca, 26 marzo 2007.
Acquaseria, 16 marzo 2007.
Mezzegra, 10 maggio 2007.
Pianello Lario, 8 maggio 2007.
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Termina con una gradita sorpresa
l’ultima serata dell’iniziativa Porta
Aperta, a Cernobbio.
Un po’ impauriti dal chiasso e dalle luci, sul palco ci sono due bellissimi cani del canile sanitario dell’ASL suscitando la curiosità dei
bambini che subito accorrono festosi ad accarezzarli.
Simona Mariani, Direttore Generale dell’ASL, non ha perso l’occasione per ricordare che centinaia di
cani ogni anno vengono abbandonati e molti finiscono al canile. Ha
perciò incitato non solo a non ab-
bandonarli ma semmai ad adottarne uno: decine di cani d’ogni taglia
e colore sono alla ricerca di una famiglia, amici fedeli di una vita. Adottarli è facile: basta recarsi nei
canili rifugio o visitare il sito dell’ASL (www.asl.como.it) che pubblica regolarmente la fotografia degli animali trovatelli.
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NUMERO VERDE 800.004.341
Emergenza caldo
Come affrontarla
A cura del Servizio Assistenza Domiciliare Integrata
Con l’estate l’ASL della Provincia di
Como ha attivato il proprio Piano di
intervento per la gestione di emergenze in caso di elevate temperature ambientali, riproponendone
quale cardine la consulenza quale ottimo strumento operativo
di ascolto, orientamento, indirizzo, coordinamento delle azioni che seguono ad una eventuale richiesta di aiuto.
Come nei due anni precedenti, gli operatori
coinvolti sono stati selezionati in base alle
loro competenze
ed alla loro professionalità, appartengono sempre all’area dell’Assistenza
Domiciliare Integrata e, interessante
novità, per la prima volta alla figura
professionale degli infermieri si affianca
quella dell’assistente sociale.La squadra
è composta dalle infermiere professionali Manuela Alunni, responsabile, Donatella Solci, Ornella Brugnoli e Francesca Bellocci e dall’assistente sociale
Rita Margotti: a turno rispondono al
numero verde
sette giorni su sette, dalle 9 alle 17.
Si tratta di operatori con particolari abilità di comprensione e di empatia e
capacità di ascolto e di sintesi tali da
consentire la migliore valutazione del
tipo di intervento da erogare. Dalla
semplice consulenza via telefono, con
informazioni e suggerimenti attinti ai
pieghevoli predisposti dalla Regione
Lombardia o più specifici, in relazione per esempio a presidi medici già
utilizzati dall’interessato, al contatto
telefonico con il medico di famiglia
dell’utente a fini di aggiornamento
del suo quadro clinico, all’invio al
Pronto soccorso più vicino (specie
nei giorni festivi) concordando con i
familiari il relativo trasporto e anticipando telefonicamente al responsabile medico della struttura accogliente il
quadro clinico del paziente inviato per
sospetto colpo di calore, fino alla richiesta di intervento d’urgenza del servizio 118.
Anche quest'anno gli operatori hanno
a disposizione l’elenco di pazienti fragili (già in assistenza domiciliare integrata) con i quali sarà preliminarmente
stabilito un contatto telefonico, indipendentemente dalle visite domiciliari
programmate, al fine di prevenire eventuali situazioni di disagio. Inoltre è
previsto un più attivo coinvolgimento
di chi – componente della rete familiare, vicino di casa, volontario locale, badante, operatore sociale del territorio –
abitualmente assiste soggetti fragili esposti a rischio in caso di elevate temperature climatiche.
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L’APPELLO DELLE VITTIME
DELLA STRADA
VACCINARSI CONVIENE
Diffondere
la consapevolezza
Ileana Casagrande è in carrozzina a sèguito di un incidente stradale,
ma è anche assiduamente impegnata
nel volontariato con una amplificata
consapevolezza, anche suo malgrado,
della necessità della prevenzione. Per
questo ha voluto aprire una sezione
dell’Associazione italiana familiari e
vittime della strada, AIFVS
(www.vittimestrada.org), con recapito a Lambrugo, dove vive, per diffondere l’impegno a fermare la “strage
stradale”: “In Italia – dice – è come se
sparisse ogni anno un intero paese di
8.000 persone”, per tacere della disabilità,“di chi il giorno prima era andato a ballare e il giorno dopo si ritrova
intubato” e “se ne verrà fuori sarà arrabbiato con il mondo intero, non fosse altro che per le barriere architettoniche e mentali che gli impediscono
di vivere una vita normale”. L’AIFVS
persegue i suoi fini tramite la sensibilizzazione dei familiari e delle stesse
vittime, se sopravvissute, offrendo
conforto umano e assistenza psicologica e legale e operando in contatto
con la realtà territoriale, dalla scuola
Il marchio dell’Associazione italiana
familiari e vittime della strada,
AIFVS (www.vittimestrada.org).
Contro difterite e tetano
Una barriera contro difterite e tetano, eretta da ragazze e ragazzi di
15-16 anni. Per neutralizzare le
due pericolose malattie occorre
che il 90 per cento almeno dei giovani di quell’età si vaccini ed è questo l’obiettivo che la Regione Lombardia persegue tramite le ASL, incaricate di elaborare un proprio
Piano attuativo che tra tutte le vaccinazioni include quelle contro difterite e tetano. L’ASL della Provincia di Como ha provveduto per
tempo migliorando l’organizzazione dell’attività vaccinale e predisponendo una specifica programmazione per la vaccinazione contro
difterite e tetano che prevede passaggi omogenei sull’intero territorio provinciale per la chiamata di
ciascun interessato in modo da raggiungere la copertura necessaria
per una efficace tutela della salute.
In questo ambito la novità più importante è l’”offerta attiva”, cioè la
chiamata, rivolta espressamente a
quindicenni e sedicenni per la vaccinazione contro la difterite e il tetano. La procedura, iniziata nel luglio 2006 e monitorata dal Dipartimento di Prevenzione Medico, si
propone di consolidare la protezione vaccinale nei giovani così da
prevenire progressivamente le due
gravi malattie nella generalità della
popolazione comasca.
I risultati conseguiti alla fine dell’anno scorso possono giudicarsi
soddisfacenti: è stato coperto il 73
per cento dei nati nel 1990. Da al-
alle strutture religiose, dalle forze sociali ai mezzi d’informazione. L’Associazione inoltre si prefigge “l’individuazione e la conoscenza di massa
dei problemi della incidentalità stradale e delle sue conseguenze, così come delle soluzioni sperimentate e
possibili” e motiva il proprio ruolo
con i circa 8.000 morti, i 20.000 invalidi permanenti gravi, gli oltre
300.000 feriti che provocano un costo sociosanitario attorno ai 30 miliardi di euro e, s’intende, “una quantità
incalcolabile di dolore”.
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45
lora la percentuale è cresciuta al
78,83, l’obiettivo, come ribadito da
Simona Mariani, direttore generale
dell’ASL, è quello di pervenire alla
copertura del 90 per cento entro fine 2007 così da tutelare da difterite e tetano i giovani di oggi e gli adulti di domani. Perciò è necessario
rendere ancora più consapevoli gli
adolescenti sia del rischio che queste malattie comportano sia della
possibilità di protezione che la vaccinazione invece assicura.
Nel complesso sforzo dell’ASL per
la sensibilizzazione dei destinatari
della campagna vaccinale contro
difterite e tetano, ora s’inserisce un
testimonial prestigioso, un campione del mondo in una disciplina di
illustre tradizione lariana come il
canottaggio. Si tratta di Daniele
Gilardoni che rappresenta un modello e si presta alla promozione
ulteriore della campagna vaccinale,
incentivando l’adesione dei giovani
all’invito a vaccinarsi. Da autentico
campione, Daniele Gilardoni, numero 1 del canottaggio mondiale,
ha accettato di buon grado la proposta dell’ASL, dunque manifesti
appositamente predisposti saranno
affissi negli spazi delle scuole e dell’Azienda Sanitaria Locale, mentre
una cartolina, dove è parimenti effigiato lo sportivo comasco (che insieme ad operatori dell’ASL incontrerà gli allievi di una serie di istituti scolastici), correderà l’invito
per la vaccinazione indirizzato ai
giovani.
UN ONORE
Essere il testimonial dell’ASL per me
ha un valore realmente importante,
lo reputo un grande onore. Essere il
testimonial di un’impresa commerciale vuole dire infatti prestare la
propria immagine ad un prodotto
che si acquista, che ha un valore definito, ma essere il testimonial dell’Azienda Sanitaria Locale, vuole
dire essere colui che presta la propria
immagine ad un bene che non ha
prezzo: la salute.
Sono felice che l’ASL della mia provincia abbia richiesto la mia immagine per promuovere questa campagna vaccinale; la salute, soprattutto
per uno sportivo professionista come
me, è fondamentale perché la perfetta
condizione fisica è l’unico modo per
raggiungere risultati importanti. Non
importa che sport pratichi, ciò che
conta è che il tuo organismo per darti il migliore rendimento possibile deve essere in perfetta efficienza, altrimenti non riuscirai mai a dare il
massimo di te stesso. Il corpo è come
una macchina, per marciare bene necessita di manutenzione per restare
in perfetta efficienza. Per questo motivo ho sempre un occhio di riguardo
alla mia salute, anche per i vaccini
che possano proteggermi dalle infezioni; per fortuna per questo c’è l’ASL che garantisce ad ogni cittadino il
diritto alla salute in condizioni di
imparzialità, continuità e massima
efficienza; quando si pensa all’Azienda Sanitaria Locale bisogna
pensare ad un gruppo di persone che
con passione lavora per curare al meglio la nostra salute e per fornirci i
46
mezzi necessari per prevenire il diffondersi di malattie e in quest’ultimo settore è
fondamentale il ruolo delle vaccinazioni. È proprio per questo motivo che io raccomando a tutti di fare il vaccino contro la difterite ed il tetano; vaccinarsi non
costa assolutamente nulla ed evita contagi che a 14 anni possono sembrare cose
di poco conto, invece sono importanti. Soprattutto al giorno d’oggi in cui malattie che sembravano debellate si riaffacciano con prepotenza anche nelle nostre
città, il vaccino rappresenta l’unico strumento di prevenzione efficace. Cari ragazzi vaccinatevi oggi e vi ringrazierete domani.
Daniele Gilardoni
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È NECESSARIO AVERE CURA DEI PIEDI
Un miracolo
di ingegneria
A cura di Manuela Alunni per conto del gruppo infermieristico
Unità di valutazione multiterritoriale
I piedi sono spesso trascurati. Solo
quando ci fanno male li curiamo,
un po’ come i denti: si va dal dentista solo quando non se ne può fare a meno.
Anche se il piede umano è un vero
miracolo di ingegneria, una macchina delicata da cui parte il benessere
di tutto il corpo. Si tratta di un sistema intricato di 26 ossa, 42 articolazioni, 33 muscoli e 107 legamenti
che ogni giorno devono farsi carico
di ogni passo e subire una pressione
tre volte superiore al peso del nostro
corpo mentre le unghie delle dita
dei piedi (e delle mani) agiscono come se fossero sonde a protezione
della pelle sottostante .
Come avere cura dei piedi per un
paziente diabetico o vasculopatico?
Se abbiamo un familiare affetto da
queste patologie, bisogna ricordarsi
che non deve mai camminare a
piedi scalzi per evitare di prendere
colpi con oggetti caduti o sbattendo nelle suppellettili di casa, che le
sue scarpe “devono“ essere comode
per evitare compressioni che potrebbero causare lesioni difficili da
curare e da sanare, che un paio di
scarpe nuove va indossato soltanto
per un massimo di due ore, che i
piedi devono essere ispezionati
quotidianamente, inclusi gli spazi
interdigitali, anche con l’ausilio di
uno specchio.
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Ricordarsi di praticare brevi pediluvi, di meno di 5 minuti, con acqua a 37°, di usare saponi a PH fisiologico, di tagliare le unghie dei
piedi dritte, di asciugare con cura
gli spazi interdigitali, di indossare
sempre calzini di cotone, di usare
creme emollienti (per combattere
la cute secca, da applicare più volte durante la giornata soprattutto
se la persona è allettata) con un
massaggio che verrà fatto con ambedue le mani per ogni piede, partendo dalle estremità delle dita e
risalendo fino alle caviglie.
Che cosa invece non bisogna fare:
camminare scalzi, tagliare le unghie
troppo corte, non eseguire l’autotrattamento per ipercheratosi cioè
l’ispessimento delle unghie, ma farlo fare solo dallo specialista podologo (possibilmente con l’uso di un
set – forbicine, tagliaunghie, eccetera – personale), non utilizzare fonti
Un massaggio verrà fatto con ambedue le
mani per ogni piede, partendo dalle estremità
delle dita e risalendo fino alle caviglie.
di calore direttamente sui piedi: nei
diabetici la sensibilità al caldo e al
dolore si riduce, potrebbero quindi
ustionarsi compromettendo il proprio quadro patologico, non eseguire infine auto-medicazioni neppure
di ferite lievi, ma rivolgersi sempre
a specialisti.
CHE PIEDI HO?
Piedi quadrati:
la punta ha un profilo rettangolare.
Piedi a pianta larga:
detto anche piede a papera
per la sua forma.
Piede greco:
l’alluce è più corto del 2. dito.
Piede egizio:
l’alluce e più lungo del 2. dito.
Piede a pianta allungata:
di forma affusolata
ha la pianta stretta e allungata.
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SICUREZZA SUL LAVORO E VALUTAZIONE DEI RISCHI
La classifica
degli errori
Il documento di valutazione dei rischi costituisce la chiave di volta delle
verifiche delle misure di sicurezza negli ambienti di lavoro, sui quali l’ASL
esercita un’assidua vigilanza. Se ne è
parlato di recente in un convegno, nell’ambito della Settimana della sicurezza sul lavoro, cercando di classificare gli errori più frequenti, rispetto alla valutazione dei rischi. A ricorrere sono quelli di omissione
(di una frazione di rischio, per esempio, oppure di una lavorazione, o di un reparto), ma
vanno considerati anche quelli per ridondanza (quando
per esempio si considera un
rischio, oppure un reparto
che in realtà non ci sono).
Apparentemente di minore portata, in realtà si
tratta di errori che possono nascondere l’insidia di una superficialità e di una fretta
che rendono la valutazione peggiore di
quella viziata da errori per omissione.
Sono ricorrenti anche gli errori di
calcolo: per scelta
di parametri di
valutazione erra50
ti, nonché gli errori per ignoranza
di nuove norme (per esempio la
mancata valutazione dei rischi da
vibrazioni di cui parla la legge
187/2005 o dei livelli di rumorosità che la legge 195/2006 impone
di rivedere).
Nella casistica degli errori non
mancano quelli per inadeguatezza
di risorse strumentali e umane impiegate: la prevenzione di alcuni
rischi richiede oggettivamente
competenze specifiche e spesso
differenziate.
Altro invece è il discorso dei casi,
purtroppo molto frequenti, di dissociazione tra documentazione e
realtà lavorativa, cioè quando la
valutazione può risultare adeguata
e coerente con i rischi presenti,
ma resta inapplicata negli ambienti di lavoro.
Il dottor Lamberto Settimi, responsabile del
Servizio di prevenzione e sicurezza negli
ambienti di lavoro.
Una ricerca su 641 violazioni contestate nel 2006
dal Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’ASL
ha confermato la classificazione degli errori:
Edilizia
Produttivo
Errori per omissione
62
36
Errori per ridondanza/
per inadeguatezza di risorse
13
18
0
1
42
7
117 (32%)
62 (22%)
Errori per ignoranza di nuove norme
Errori per inadeguatezza di risorse
Totali
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CONTROLLO GRATUITO DELLA COMMESTIBILITÀ
Tempo di funghi
A cura del Dipartimento di prevenzione Servizio igiene degli alimenti
DOVE FAR CONTROLLARE
I FUNGHI
(da luglio a novembre 2007)
GIORNO
ORARIO
SEDE
Lunedì
8.30 – 12.30
Cantù
9.00 – 12.30 Como via Cadorna
9.30 – 12.00 Olgiate Comasco
11.00 – 12.30
Menaggio
13.30 – 16.00
Erba
13.30 – 16.30
Dongo
14.00 – 16.30
Lomazzo
13 agosto - 16 novembre
9.00 – 11.00
Bellagio
Martedì
13.30 – 14.30
Menaggio
13.30 – 16.00 Mariano Comense
Mercoledì
9.00 – 10.30
Erba
9.00 – 12.30 Como via Cadorna
13.30 – 16.30
Dongo
14.00 – 16.00 Olgiate Comasco
LARGO IMPEGNO
INTERISTITUZIONALE
L’ASL
si schiera
in difesa
dei minori
A cura della dottoressa Raffaella Marra
Un ampio fronte contro maltrattamenti e abusi sui minori si è formalmente costituito con la sottoscrizione, il 15 maggio scorso, di un
Protocollo interistituzionale d’intesa per l’adozione di interventi
coordinati da parte dell’ASL della
Provincia di Como e di altri 14 Enti Territoriali.
Con il Protocollo le istituzioni firmatarie si sono impegnate ad operare per la prevenzione e il contrasto dell’abuso minorile attraverso
un costante dialogo e con scambio
di conoscenze e di informazioni,
nonché con azioni di coordinamento e di intervento integrato.
Foto di gruppo dopo la firma del protocollo.
Giovedì
8.00 – 9.30
Menaggio
8.30 – 10.00 Mariano Comense
14.00 – 16.00 Como via Cadorna
(solo su appuntamento telefonico)
14.00 – 16.30
Lomazzo
Venerdì
8.30 – 9.30 Como via Castelnuovo
8.30 – 10.00
Cantù
13 agosto - 16 novembre
17.30 – 19.30
Bellagio
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Il fine è quello di sviluppare una
nuova cultura dell’infanzia per il riconoscimento del bambino come
soggetto di diritto a pieno titolo realizzando sul territorio una politica
globale e integrata di prevenzione
primaria nonché di contrasto al fenomeno del maltrattamento e dell’abuso dei minori e favorendo lo sviluppo, nella scuola e negli altri contesti
educativi, delle attività d’informazione e formazione, anche attraverso l’elaborazione di progetti comuni rivolti alle famiglie ed ai minori finalizzati ad accrescere capacità relazionali a
scopo autoprotettivo.
Al Protocollo sono allegate 4 linee
guida operative sull’argomento rivolte rispettivamente ad educatori e operatori scolastici, ad operatori sanitari, ad operatori sociali e ad operatori della neuropsichiatria.
Con il Protocollo si costituisce, inoltre, una Commissione multidisciplinare permanente, presieduta dal Prefetto di Como, con l’obiettivo di programmazione e progettazione operativa degli interventi di prevenzione e
contrasto dei maltrattamenti e degli
abusi sui minori e di valutazione delle nuove problematiche e delle eventuali correzioni delle prassi acquisite.
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L`ASL è attuale