NABUCCO DRAMMA LIRICO IN QUATTRO PARTI LIBRETTO DI TEMISTOCLE SOLERA MUSICA DI GIUSEPPE VERDI PRIMA RAPPRESENTAZIONE MILANO, TEATRO ALLA SCALA, 9 MARZO 1842 GENESI DELL’OPERA Il libretto dell'opera Nabucco, che all'inizio e per due anni, si intitolava "Nabucodonosor", venne scritto da Temistocle Solera che l'aveva liberamente tratto dall'omonimo dramma di Anicet-Bourgeois e Francis Cornue, andato in scena nel 1836 a Parigi. Il libretto, all'inizio, venne respinto da Giuseppe Verdi che stava vivendo i peggiori anni della sua vita e che era sul punto di abbandonare la musica. Nel 1836 il giovane compositore aveva sposato Margherita, la figlia del suo protettore e mecenate Antonio Barezzi. Nel 1837 era diventato papà della piccola Virginia, l'anno dopo era nato l'atteso erede maschio che venne chiamato con l'impegnativo nome di Icilio. Un destino funesto si accanì presto sulla famiglia Verdi: a distanza di pochi mesi l'uno dall'altro, morirono la bambina, il maschietto ed alla fine anche la moglie Margherita, lasciando il povero compositore alle prese con "Un giorno di regno", che, massimo dell'ironia, era un'opera buffa che naturalmente si rivelò un insuccesso. Sostenuto dal suocero e dal suo impresario, Verdi alla fine accettò di mettere in musica il Nabucodonosor, il primo grande successo del compositore che, messo in scena il 9 marzo del 1842, a Milano, contò sessantacinque repliche nello stesso anno. Il Nabucco rappresentato in innumerevoli teatri italiani e stranieri è ancora un'opera fra le più rappresentate anche se presenta molte difficoltà per gli interpreti. PERSONAGGI Nabucco (Baritono), re dei Babilonesi Ismaele (Tenore), nipote di Sedecia re di Gerusalemme Zaccaria (Basso), gran pontefice degli Ebrei Abigaille (Soprano), schiava, figlia adottiva di Nabucco Fenena (Soprano), figlia di Nabucco, innamorata di Ismaele Abdallo (Tenore), vecchio ufficiale del re di Babilonia Anna (Soprano), sorella di Zaccaria Soldati babilonesi, soldati ebrei, Leviti, vergini ebree, donne babilonesi, Magi, grandi del regno di Babilonia, popolo (coro) TRAMA L’opera è basata sulla vicenda narrata nell’Antico Testamento dell’esilio babilonese. Nabucco, re degli Assiri, invade Israele. L’ebreo Ismaele è innamorato di Fenena, figlia di Nabucco, che lo ha salvato dall’amore furente della sorella Abigaille. Quando Abigaille scopre i due amanti si vendica di Ismaele spianando la strada ai guerrieri babilonesi che fanno irruzione nel tempio di Salomone. Nel frattempo Abigaille scopre che in realtà non è figlia di Nabucco, ma è soltanto una schiava e questo la rende furiosa con tutti. Nabucco destina quindi il trono alla figlia legittima Fenena, che però si schiera dalla parte degli ebrei per il suo amore per Ismaele. Il popolo assiro, venuto a sapere del tradimento di Fenena, acclama Abigaille come regina, che però deve fare i conti con l’ostilità di Nabucco. Per tacitarlo Abigaille lo fa rinchiudere in prigione dichiarandolo pazzo e fa distruggere il documento che attesta la sua condizione di schiava. Nel frattempo, sulle sponde del fiume Eufrate, gli Ebrei incatenati e deportati a Babilonia, ricordano la loro patria adorata cantando Va pensiero sull’ali dorate. Finché giunge Zaccaria e profetizza la futura liberazione del suo popolo. ATTO I Gerusalemme. All'interno del Tempio di Gerusalemme, i Leviti e il popolo lamentano la triste sorte degli Ebrei, sconfitti dal re di Babilonia Nabucodonosor, che ora è alle porte della città. Il gran pontefice Zaccaria cerca di confortare ed incoraggiare la sua gente: la figlia di Nabucodonosor, Fenena è in mano loro, tenuta in ostaggio, ed affidata a Ismaele, nipote del re di Gerusalemme. Ma il giovane Ismaele è sul punto di tradire il suo popolo lasciando libera la prigioniera perché un giorno a Babilonia egli stesso, prigioniero, era stato liberato proprio da Fenena, di lui innamorata. I due stanno organizzando la fuga, quando giunge nel tempio una schiera di Babilonesi guidata da un'altra figlia del babilonese, Abigaille. Anche Abigaille è innamorata di Ismaele e minaccia la sorella di riferire al padre che ella ha tentato di fuggire con uno straniero, ma alla fine si dichiara disposta a tacere a patto che Ismaele rinunci a Fenena. A capo del suo esercito irrompe Nabucco, deciso a saccheggiare la città e Zaccaria, per fermarlo, minaccia di uccidere Fenena, ma Ismaele si oppone, strappa la giovane dalle mani del gran sacerdote e la consegna, salva, nelle mani di Nabucco. ATTO II L`empio. Nella reggia di Babilonia. Abigaille è venuta a conoscenza di un documento che rivela la sua identità di schiava: dunque erroneamente i Babilonesi la ritengono erede al trono. Nabucco, in guerra, ha nominato Fenena reggente della città e ciò non fa che accrescere l`odio di Abigaille verso di lei. Il gran sacerdote di Belo alleato di Abigaille, riferisce che Fenena sta liberando tutti gli schiavi Ebrei. Abigaille coglie l`occasione e medita di salire sul trono di Nabucco. Zaccaria, intanto, annuncia festante al popolo che Fenena, grazie all`amore di Ismaele, si è convertita alla religione ebraica. Essa viene raggiunta da Abdallo, vecchio ufficiale del re, che svelate le ambizioni di Abigaille, le consiglia di fuggire per non incorrere nella sua ira. Ma non c`è tempo, poiché irrompe Abigaille che ha con sé i Magi, il gran Sacerdote e una folla di Babilonesi. Giunge però, inaspettato, anche Nabucco che si ripone la corona sul capo, maledicendo il dio degli Ebrei. Quindi minaccia di morte Zaccaria. Alla dichiarazione di Fenena che rivela la propria conversione, egli replica imponendole di inginocchiarsi e di adorarlo non più come re, ma come dio. Il dio degli Ebrei lancia un fulmine. Nabucco, atterrito, cade agonizzante, mentre Abigaille si pone sul capo l`agognata corona. ATTO III La profezia. Nei giardini pensili nella reggia di Babilonia, Abigaille sul trono riceve gli onori di tutte le autorità del regno; Nabucco viene fermato dalle guardie mentre tenta di riprendersi la corona. Nabucco, colpito e accecato dal fulmine è rimasto inebetito e mentalmente instabile, di questo ne approfitta Abigaille per fargli convalidare, con il sigillo reale, la condanna a morte per gli Ebrei. In un momento di lucidità, Nabucco si rende conto di avere condannato anche la figlia Fenena e inutilmente chiede per lei salva la vita. Ma la crudele Abigaille distrugge il documento che prova la sua vera identità di schiava, dichiarandosi unica figlia ed erede di Nabucco che fa arrestare dalle sue guardie. Sulle sponde dell'Eufrate, il coro degli Ebrei invoca la patria lontana (Va’ pensiero) ed ancora una volta Zaccaria consola il suo popolo con una profezia e li esorta ad avere fede nel loro dio. ATTO IV L'idolo infranto. Dalla propria prigione Nabucco vede tra gli Ebrei condotti a morte anche la figlia Fenena e disperato si rivolge, convertendosi, al Dio degli Ebrei. Il vecchio Abdallo e un manipolo di guerrieri fedeli al re, vedendo Nabucco rinsavire e rinvigorire, decidono di insorgere sotto il comando di Nabucco. Nei giardini pensili di Babilonia risuona una marcia funebre e sopraggiungono gli Ebrei condannati a morte; Zaccaria benedice Fenena che si avvia al martirio. Quando Nabucco irrompe sulla scena a capo dei suoi seguaci, cade la statua del dio Belo e i prigionieri vengono liberati ed il re torna sul trono. Abigaille, vistasi perduta si avvelena e, morente, chiede perdono a Fenena benedicendo il suo matrimonio con Ismaele. Il grande Sacerdote Zaccaria fa una seconda profezia predicendo a Nabucco il dominio su tutti i popoli della terra. BRANI CELEBRI Sinfonia (parte I) Mio furor, non più costretto (finale atto I) Ben io t'invenni, o fatal scritto!... Anch'io dischiuso un giorno, recitativo e aria di Abigaille (atto II) Vieni, o Levita, preghiera di Zaccaria (atto II) S'appressan gli istanti!, concertato (atto II) È l'Assiria una regina, introduzione (atto III) Va', pensiero coro degli ebrei (atto III) Dio di Giuda preghiera di Nabucco (atto IV) REALIZZATO DA: SOFIA .T