Il linguaggio C Il preprocessore La sostituzione di macro Le compilazioni condizionali L’inclusione di file Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 1 Il preprocessore Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 2 Introduzione 1 Il preprocessore del linguaggio C è un programma a sé stante, che viene eseguito prima del compilatore, con propria sintassi e grammatica, orientate alle linee Le principali funzioni offerte dal preprocessore sono: Elaborazione di macro Inclusione di file sorgente Compilazione condizionale, che consente di compilare porzioni distinte di codice sorgente in dipendenza del valore di un’espressione aritmetica Tutte le direttive per il preprocessore iniziano con il carattere diesis, (il cancelletto), che deve essere il primo carattere della linea a meno di spazi bianchi Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 3 Introduzione 2 Le direttive del preprocessore possono apparire ovunque nel codice sorgente (prima, dopo, o inframezzate a istruzioni C) Una definizione di macro termina con un newline invece che con un punto e virgola Per suddividere una definizione di macro su più linee occorre dunque inserire un backslash, \, immediatamente prima del newline Esempio: define LONG_MACRO “Questa è una macro molto lunga\ che si estende su due linee” Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 4 La sostituzione di macro 1 Per macro si intende un nome a cui è associata una stringa testuale, detta corpo della macro Per convenzione, i nomi di macro dovrebbero essere costituiti da sole lettere maiuscole e dovrebbero essere significativi del contenuto della macro Per lo standard ANSI, due nomi di macro sono distinti se differiscono in almeno uno dei primi 31 caratteri Quando un nome di macro viene invocato nel codice al di fuori del punto di definizione, viene sostituito dal corpo della macro: si ha una espansione di macro L’uso più comune delle macro consiste nella definizione di costanti numeriche: l’uso diretto di costanti nel codice costituisce una pratica di programmazione scadente, perché il programma diventa difficile da (leggere e) manutenere Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 5 La sostituzione di macro 2 Oltre alle macro che definiscono costanti, esiste un’ulteriore forma di macro, simile ad una funzione C, che accetta argomenti che possono essere utilizzati nel corpo della macro La sintassi è: , define ) Corpo di macro Nome di macro ( Argomento di macro Sintassi di una macro di tipo funzione Esempio: define MULT_BY_TWO(a) ((a) (a)) Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 6 La sostituzione di macro 3 MULT_BY_TO può essere utilizzata all’interno del programma, come una funzione: le prestazioni migliorano perché la somma “costa” meno della moltiplicazione j MULT_BY_TWO(5); j 10; Il parametro attuale 5 viene sostituito al parametro formale a, in ogni sua occorrenza all’interno del corpo della macro Le parentesi che delimitano a ed il corpo della macro sono necessarie per assicurare la corretta istanziazione del parametro quando la macro viene espansa I parametri di una macro non sono variabili: non è definito il loro tipo, né viene loro assegnata memoria non sono in conflitto con variabili esistenti con lo stesso nome Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 7 La sostituzione di macro 4 Le macro vengono normalmente eseguite più velocemente delle funzioni, perché non è necessario il salvataggio degli argomenti sullo stack Esempio: Trasformazione da maiuscole a minuscole, nel caso di codifica ASCII define TO_LOWER(c) ((c) (‘a’ ‘A’)) La conversione di funzioni in macro comporta effetti significativi sui tempi di esecuzione del programma quando la frequenza di attivazione della funzione è elevata Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 8 Errori comuni 1 L’introduzione di un “;” al termine di una definizione di macro è un errore molto diffuso e molto pericoloso Esempio: define size 10; Il punto e virgola diviene parte integrante della stringa da espandere, per cui x size; x 10;; L’errore non viene segnalato dal compilatore, che interpreta il secondo punto e virgola come un’istruzione vuota Viceversa, produce un errore l’espansione di… int array[size]; Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 La linea a cui viene fatto riferimento nel messaggio di errore è corretta! 9 Errori comuni 2 L’errore più pericoloso si verifica quando, a seguito dell’espansione della macro, l’istruzione risultante è sintatticamente corretta, ma ha una semantica non corrispondente alle attese Esempio: define GOOD_CONDITION (var 1); ……… while GOOD_CONDITION foo(); while (var 1); foo(); Il “;” che segue (var 1) viene interpretato come un’istruzione vuota, che costituisce il corpo del ciclo while la chiamata alla funzione non fa parte del corpo del while e se var coincide con 1 si produce un ciclo infinito I compilatori prevedono un’opzione per eseguire solo il preprocessore, così da esaminare il codice risultante dopo l’espansione di tutte le macro Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 10 Errori comuni 3 Altro errore molto diffuso è l’uso dell’operatore di assegnamento nella definizione di una macro, in analogia all’inizializzazione di variabili L’errore può condurre ad anomalie nel codice di difficile individuazione Esempio: define MAX 100 produrrebbe… for (jMAX; j>0; j) for (j100; j>0; j) L’assegnamento diviene un’espressione relazionale sintatticamente corretta, che il compilatore non evidenzia errore difficile da rilevare Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 11 Errori comuni 4 La parentesi sinistra che racchiude il parametro (/i) deve seguire immediatamente il nome della macro, senza la presenza di spazi bianchi: l’errore viene “normalmente” segnalato in compilazione Esempio: define NEG_A_PLUS_F(a) ((a) f) produrrebbe… j NEG_A_PLUS_F(x); j (x) f; Se invece fosse stato inserito uno spazio bianco, l’espressione viene espansa in j (a)(a) f(x); perfettamente lecita se a è un nome di variabile ed f una funzione Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 12 L’uso del nome di macro nella definizione Esempio: define sqrt(x) ((x<0) ? sqrt(x) : sqrt(x)) Lo standard ANSI stabilisce che, se un nome di macro compare nella propria definizione, allora non viene espanso: si evita il problema delle espansioni infinite L’espansione della macro sqrt produrrebbe… y sqrt(5); y ((5<0) ? sqrt(5) : sqrt(5)); Nota: l’uso di un nome di macro, all’interno della propria definizione, ha senso solo se esiste una funzione con lo stesso nome Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 13 Assenza di controllo per gli argomenti di macro 1 Dal punto di vista operativo… define MULT_BY_TWO(a) ((a) (a)) int mult_by_to(a) int a; { return aa; } …l’utilizzo di una macro o di una funzione non produce un risultato equivalente; infatti: Sul parametro della macro non viene eseguito alcun controllo di tipo; la funzione (nell’esempio), invece, presuppone un argomento intero e restituisce un valore intero Se alla funzione viene passata una costante reale, il compilatore può comportarsi diversamente, in dipendenza dell’esistenza del prototipo (in assenza di prototipo il risultato è imprevedibile) MULT_BY_TO può ricevere un parametro a di tipo qualsiasi Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 14 Assenza di controllo per gli argomenti di macro 2 L’assenza di controlli di tipo sugli argomenti delle macro aggiunge flessibilità alla programmazione Esempio: define MIN(a, b) ((a) < (b) ? (a) : (b)) funziona con a e b sia interi che reali Fra funzioni e macro esiste anche una sostanziale differenza sul controllo del numero dei parametri, tra definizione e invocazione: Nelle funzioni, il compilatore C effettua il controllo solo se esiste un prototipo; in caso contrario la funzione viene compilata correttamente, con impredicibilità del comportamento in fase di esecuzione Per le macro, si ha una segnalazione di errore in fase di compilazione Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 15 Gli effetti collaterali negli argomenti di macro Esempio: a MIN(b, c); a ((b)<c ? (b) : (c)); se b<c, b viene incrementato due volte Per non incorrere in comportamenti indesiderati, occorre non utilizzare, nelle chiamate di macro, operatori che implicano effetti collaterali (operatori di incremento, decremento, assegnamento, etc.) Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 16 Il binding degli argomenti L’uso di espressioni in cui le parentesi non siano utilizzate correttamente, come argomenti di macro, può produrre comportamenti indesiderati, a causa della precedenza degli operatori e del binding Esempio: define SQUARE(a) a a Se si passa alla macro un’espressione aritmetica… j 2 SQUARE(34); j 2 3 4 3 4; …che assegna il valore 22 a j, piuttosto che il valore corretto 98 Il corpo e gli argomenti di una macro devono essere sempre racchiusi fra parentesi Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 17 La cancellazione di una definizione di macro La definizione di una macro mantiene la sua validità fino al termine del file sorgente, o fino a quando non viene esplicitamente “cancellata”, per mezzo della direttiva undef Non è possibile ridefinire una macro senza prima averla cancellata con l’uso della direttiva apposita, a meno che le definizioni coincidano Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 18 Macro vs Funzioni 1 Sia macro che funzioni consentono di rappresentare con un singolo nome un insieme di operazioni Vantaggi Le macro sono più veloci, perché non richiedono le operazioni connesse con le chiamate di funzione (salvataggio del contesto) Il numero degli argomenti delle macro è sempre soggetto a controllo da parte del compilatore Non è imposto alcun vincolo sul tipo degli argomenti (la stessa macro può essere utilizzata su più tipi di dati) Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 19 Macro vs Funzioni 2 Svantaggi Gli argomenti di macro vengono valutati ogni volta che compaiono all’interno del corpo della macro possibili effetti collaterali indesiderati Il corpo delle funzioni è compilato una sola volta: molteplici chiamate alla stessa funzione usufruiscono dello stesso codice eseguibile; le macro vengono espanse ad ogni occorrenza Nelle macro non vi è controllo di tipo sugli argomenti; le funzioni definite con prototipi controllano sia il numero che il tipo degli argomenti La fase di debugging per programmi contenenti macro è più complicata: il codice sorgente è sottoposto a due fasi di traduzione il codice oggetto è più “distante” dal sorgente Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 20 Le compilazioni condizionali 1 Il preprocessore consente di selezionare le porzioni di codice che devono essere compilate, attraverso le direttive if, else, elif, endif Esempio: if x 1 undef x define x 0 elif x 2 undef x define x 3 else define y 4 endif Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 Espressione condizionale if Codice sorgente C elif else Codice sorgente C Espressione condizionale La sintassi delle direttive di compilazione condizionale endif 21 Le compilazioni condizionali 2 L’espressione condizionale contenuta in una direttiva if o elif deve essere una costante, che non deve necessariamente essere racchiusa tra parentesi (sono opzionali) La direttiva elif è equivalente al costrutto else if del linguaggio C I blocchi di istruzioni dipendenti da una direttiva condizionale di preprocessore non sono racchiusi tra parentesi graffe, ma sono delimitati da un’istruzione elif, else, o endif Ogni blocco if può contenere un numero qualsiasi di blocchi elif, ma un solo blocco else, che deve essere l’ultimo Ogni blocco if deve essere terminato da una direttiva endif Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 22 Le compilazioni condizionali 3 Inoltre… Le macro che compaiono in un’espressione condizionale vengono espanse prima della valutazione dell’espressione Le direttive condizionali di preprocessore possono essere innestate (come gli if nel linguaggio C) Le istruzioni comprese in blocchi condizionali possono essere anche istruzioni del linguaggio C Le compilazioni condizionali sono particolarmente utili nella fase di debugging, durante lo sviluppo di un programma, per attivare o disattivare porzioni di codice Le direttive if e endif controllano la compilazione delle istruzioni C racchiuse nel blocco condizionale, non la loro esecuzione Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 if DEBUG if (exp_debug) { ……… } endif 23 Il controllo dell’esistenza di una macro 1 Le direttive if e elif consentono la compilazione condizionale, in dipendenza del valore di un’espressione aritmetica Si può compilare in modo condizionale anche in dipendenza dell’esistenza o meno di una macro, mediante le direttive ifdef, ifndef e endif ifdef TEST printf(“Questo è un test. \n”); else printf(“Questo non è un test. \n”); endif Se la macro TEST è definita, viene compilata la prima printf(), altrimenti viene compilata la seconda Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 24 Il controllo dell’esistenza di una macro 2 Nella maggior parte dei casi è possibile utilizzare if invece di ifdef e ifndef, poiché un nome di macro viene espanso a zero se non è definito L’eccezione che richiede l’uso di ifdef e ifndef è costituita dalle macro definite come zero Esempio: Si supponga di definire la macro FALSE come zero… FALSE viene comunque ridefinita if !FALSE se è stata definita come zero, mai define FALSE 0 altrimenti endif Soluzione Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 ifndef FALSE define FALSE 0 elif FALSE undef FALSE define FALSE 0 endif 25 L’inclusione di file 1 La direttiva include può presentarsi in uno dei due formati: include <nome_file> include “nome_file” …nel primo caso, il preprocessore cerca il file in un insieme di directory dipendenti dal sistema (ad esempio, in UNIX come in LINUX, i file standard di include sono contenuti in /usr/include) …nel secondo caso, il preprocessore cerca il file secondo le usuali regole di ricerca per lo specifico sistema operativo (tipicamente la ricerca viene effettuata nella directory corrente); se la ricerca fallisce, si procede come nel primo caso Il comando include consente di creare file di definizione comuni, i file header, che possono essere condivisi da più file sorgente Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 26 L’inclusione di file 2 I file header sono caratterizzati dall’estensione .h e contengono le definizioni delle strutture dati, delle macro e dei dati globali, necessari alla comunicazione fra moduli Scopo dei file header è quello di sintetizzare in un unico file le informazioni comuni, invece di replicarle in ogni file sorgente si semplifica la programmazione e la manutenzione del codice Molti sistemi operativi (UNIX, LINUX) forniscono file header contenenti la definizione di strutture interne del SO Anche le librerie di runtime prevedono un insieme di file header che occorre includere per poter richiamare le relative funzioni Fondamenti di Informatica I a.a. 2008-09 27