La spesa per assistenza Spiegazioni teoriche della funzione di redistribuzione del bilancio pubblico Obiettivo della lezione 1. Definire le materie di competenza di quest'area di spesa del welfare e illustrare le ragioni che motivano l’intervento pubblico 2. Studiare analiticamente un modello teorico di ispirazione neoclassica molto importante che spiega la presenza di questo tipo di spese nei bilanci pubblici (Metzler-Richard 1981) La spesa per assistenza riguarda un nucleo importante ma eterogeneo di interventi pubblici •Contrasto della povertà •Solidarietà nei confronti di chi si trovi in condizioni di disagio personale (handicap) o sociale (es. dipendenze) •Sostegno delle responsabilità familiari Contrasto della povertà •Il contrasto alla povertà discende dall’accettazione di una visione in cui la redistribuzione delle risorse monetarie rappresenti un motivo di intervento pubblico apprezzabile. •Questo aspetto, che è già stato toccato nell’analisi delle imposte e nella spiegazione delle ragioni della progressività dell’imposta, verrà qui ulteriormente approfondito mettendo al centro dell’attenzione anche altre motivazioni teoriche Solidarietà nei confronti di chi si trovi in condizioni di disagio personale (handicap) o sociale (es. dipendenze) •Il sostegno a portatori di handicap e più in generale per la non autosufficienza appare pienamente giustificato se si aderisce alla tesi che la società deve cercare di garantire a tutti gli individui diritti primari, fra cui la salute, soprattutto nei casi in cui la condizione di disagio non sia imputabile alla responsabilità del soggetto stesso. •Si tratta in definitiva dell’accettazione del principio dell’egualitarismo specifico già incontrato a proposito della spesa per la sanità Sostegno delle responsabilità familiari Può essere giustificato sulla base di principi abbastanza diversi 1 Famiglie con molti figli hanno una probabilità o un rischio maggiore di essere povere. Questa motivazione introduce anche un punto di vista connesso a principi di equità generazionale: se la correlazione indicata è vera, i minori hanno una probabilità di essere poveri più alta dei soggetti adulti. Sostegno delle responsabilità familiari 2. allevare figli richiede sacrifici, di tempo e di denaro, e quindi chi ha figli dovrebbe essere compensato rispetto a chi non ne ha. Motivazione poco convincente : -anche se vera, andrebbe inquadrata all’interno del concetto di equità orizzontale, discusso nell’ambito della teoria dell’imposta personale e progressiva. E’ in quella sede infatti che la diversa capacità contributiva di contribuenti con diversi carichi familiari e gli strumenti, come si è già studiato, sono la scelta dell’unità impositiva, le detrazioni per carichi familiari, ecc. -nella moderna società la nascita di un figlio non è più “un dono di Dio”, ma è di solito il frutto di scelte consapevoli e responsabili da parte dei genitori, che liberamente valutano i costi con i grandi benefici e motivi di gioia che derivano dall’avere e allevare figli. Sostegno delle responsabilità familiari L’intervento dello stato dovrebbe essere richiesto solo se le condizioni economico-sociali fossero tali da comportare vincoli all’esplicazione di questa libera scelta o per sanare situazioni di disagio che derivassero da difficoltà dei rapporti familiari. Si pensi ad esempio al fenomeno delle madri sole, molto sentito nei paesi anglosassoni. Ma anche in tal caso gli interventi più appropriati sono di natura specifica Sostegno delle responsabilità familiari 3. l’allevamento e l’educazione dei minori sia associato un valore sociale, che per questa ragione meriterebbe attenzione e supporto da parte dello stato. Il tema, molto “sensibile” nel dibattito politico, merita di essere approfondito con cura. Crescere ed educare minori produrrebbe secondo questo punto di vista benefici ulteriori rispetto a quelli valutati dai genitori: ai figli sarebbe cioè associata un’esternalità positiva che va compensata al fine di evitare esiti sociali caratterizzati da sottoproduzione. Sostegno delle responsabilità familiari Anche questa motivazione è poco convincente Quale è la natura di questa esternalità? Per essere tale, essa deve essere collegata a motivi che i genitori non sono in grado di apprezzare e quindi di internalizzare nelle loro decisioni e che quindi viene affidata all’apprezzamento dello stato. Secondo alcuni il beneficio addizionale è collegabile alla dimensione della popolazione, considerata rappresentativa della forza di una nazione. Si tratta di ragione che storicamente hanno avuto accoglienza in regimi politici in cui i valori della supremazia rispetto ad altri popoli erano posti in primo piano. Questo modo di argomentare solleva però molti dubbi: nella visione individualistica e democratica viene da domandarsi quale sia la legittimità di questo punto di vista dello stato che può essere associato alle forme più estreme di paternalismo politico. L’accettazione di questa motivazione ci porrebbe in un contesto molto caratterizzato dal punto di vista ideologico. Sostegno delle responsabilità familiari Nella stessa linea è l’idea che il sostegno alla natalità sia importante e debba quindi essere sollecitata dallo stato in una fase storica di grandi migrazioni internazionali, che comportano la non facile integrazione di popolazioni con diverse abitudini e stili di vita con riguardo alla natalità. Il sostegno ai figli (ma dovrebbero essere solo quelli della popolazione autoctona) sarebbe giustificato allo scopo di “riequilibrare” la composizione etnica della popolazione. Anche in questo caso i connotati ideologici appaiono molto chiari e poco condivisibili. Sostegno delle responsabilità familiari 4. Ancora una motivazione demografica: una forte dinamica e quindi un ringiovanimento dell’età media della popolazione può contrastare l’invecchiamento della popolazione prodotto dall’allungamento della vita. Il sostegno dello stato alla natalità contribuisce a rendere più sostenibili i sistemi pensionistici. Anche questo argomento, diffuso e apparentemente convincente, appare debole. Portandolo al limite la soluzione ottimale sarebbe una natalità che cresce all’infinito. Esso è comunque debole perché prende in considerazione solo una fase, ancorché lunga, della vita di una società. Da altro punto di vista, l’argomento presuppone che la società e i suoi governanti abbiano un’idea ben chiara del livello ottimale della popolazione di una nazione. A questo quesito nessun serio demografo può fornire ad esso risposte così definite da costituire la base per suggerimenti di politiche sociali. Sostegno delle responsabilità familiari 5. Valore che l’attività di procreazione ed educazione hanno per il • • • sostegno della possibilità di “riproduzione sociale”. In questa prospettiva interessa non l’incentivo alla natalità, ma la sua funzione all’interno della società, in un’ottica estranea alla teoria neoclassica che di norma assume come dati i fattori della produzione, in questo caso il lavoro. La teoria economica tradizionale della produzione inizia infatti il proprio percorso analitico partendo da dotazioni già date di capitale e lavoro l’intervento pubblico di sostegno delle responsabilità familiari è visto come come compenso ad attività che hanno un valore sociale, anche se non di mercato. Se si accetta questa impostazione le modalità di intervento pubblico devono essere orientate non solo a compensare il costo dell’allevamento dei figli, ma avere più in generale attenzione anche ad altri aspetti, tipicamente di genere, dell’attività di riproduzione sociale come elemento caratterizzante di uno standard decoroso di vita. Obiettivo della lezione Sostegno delle responsabilità familiari L’argomentazione ci pare rilevante. In questa prospettiva però il compenso per il lavoro di riproduzione sociale non dovrebbe tanto trovare soluzione all’interno di meccanismi redistributivi nell’ambito delle politiche del welfare state, ma essere realizzato all’interno delle regole economiche e istituzionali che presiedono alla distribuzione primaria del prodotto sociale (orari di lavoro, livelli salariali, politiche di conciliazione,ecc.). Se adottate attraverso l’intervento pubblico, le finalità suddette trovano forse più efficace realizzazione in politiche di riconoscimento del lavoro di cura in tutte le forme e nelle politiche di riequilibrio tra i sessi delle attività svolte nel mercato e le attività svolte nella sfera familiare. Non dovrebbe sfuggire come questo tipo di motivazione risulti molto in sintonia con il filone della filosofia morale accennato nel capitolo secondo indicato come approccio dello Sviluppo umano, associato ai nomi di studiosi come Amartya Sen e Martha Nussbaum. Obiettivo della lezione •Dopo queste premesse ..ci concentreremo sulle motivazioni teroiche che cercano di spiegare gli interventi di redistribuzione veri e propri (ad es. contrasto della povertà) mediante strumenti monetari Le domande Ridistribuire significa trasferire risorse da un soggetto ad un altro. Come è possibile, nel quadro dell’economia del benessere neoclassica, che questo fatto venga accettato da chi deve contribuire? Significa che la redistribuzione è necessariamente il frutto di una prevaricazione? Oppure la redistribuzione trova motivo nell’altruismo degli individui? Ma se è così, come mai gli economisti ipotizzano sempre individui razionali ed egoisti? Fattori esplicativi Le spiegazioni che troveremo dipendono molto dalle ipotesi su: - Regola di decisione politica (stato paternalista, decisioni all’unanimità. decisioni a maggioranza) - Grado di informazione dei cittadini sulla propria posizione nella distribuzione del reddito - Caratteristiche delle preferenze individuali (altruistiche o selfinterested) Stato paternalista La redistribuzione può trovare giustificazione sulla base di principi di equità (giudizi di valore) perseguiti da uno stato paternalista/benevolente. Lo stato impone le proprie preferenze a quelle dei cittadini e realizza gli obiettivi distribuitivi desiderati. Secondo teorema dell’economia del benessere. Eventuale presenza di second best (rinvio al corso di SdF). Informazione sulla distribuzione L’ipotesi di stato paternalista è scientificamente poco soddisfacente. Se si vuole mantenere un punto di vista individualistico, la spiegazione della redistribuzione dipende crucialmente dal fatto che i cittadini abbiano Informazione completa della propria posizione nella scala della distribuzione del reddito prima che venga presa la decisione di attuare un certo programma redistributivo. Se hanno questa informazione l’approvazione unanime o coerente con il principio di Pareto di un programma distributivo non potrebbe mai verificarsi. Informazione sulla distribuzione La redistribuzione può essere compatibile - con regole unanimi o col principio di Pareto e - punto di vista individualistico se i cittadini non hanno informazione sulla propria posizione nella distribuzione del reddito La redistribuzione potrebbe essere una forma di assicurazione (rinvio a Rawls) “Dietro il velo dell’ignoranza” i cittadini potrebbero votare a favore di un programma redistributivo Preferenze altruistiche La redistribuzione potrebbe essere compatibile - con regole unanimi o col principio di Pareto e - punto di vista individualistico supponendo che gli individui non siano self-interested, ma caratterizzati da altruismo. Ua=Ua(Xa, Ub(Xb)) L’utilità di a dipende non solo dai beni a propria disposizione, ma anche dal benessere di b (Ub) e quindi dai beni a disposizione di b (Xb). In questo caso la redistribuzione potrebbe essere il risultato di preferenze individuali. Resterebbe da giustificare perché questa attività sia delegata allo stato e non svolta direttamente dai cittadini. Esternalità La redistribuzione potrebbe essere giustificata sulla base di considerazioni di efficienza economica se essa viene vista come un bene pubblico, ovvero se alla maggiore equità nella distribuzione del reddito di associano esternalità positive (vita sociale più coesa, minore delinquenza, ecc.). Se si resta legati alla nozione rigorosa di esternalità non è però facile elaborare questa motivazione come ragione indipendente dalle altre. L’utilità di un cittadino (a) dovrebbe essere influenzata da una decisione di consumo o di produzione di un altro cittadino (b, che produce appunto redistribuzione) e lo fa sulla base di criteri che non tengono conto dell’effetto esterno. Se b è un consumatore, la sua azione è spiegata solo se è altruista. L’esternalità sarebbe quindi un elemento aggiuntivo presente solo nel caso in cui almeno una parte dei soggetti della collettività sia altruista. Dominio della maggioranza Se si rinuncia a meccanismi di decisione unanimi o paretiani, la redistribuzione può trovare spiegazione come forma di dominio della maggioranza. Una coalizione di maggioranza vota programmi che ridistribuiscono le risorse a proprio vantaggio imponendolo alla minoranza. In modo evolutivo ci si dovrebbe attendere che la redistribuzione che alla fine emerge è quella che massimizza il vantaggio della coalizione di interessi in grado di costituirsi come la maggioranza più ristretta possibile (51%). (Restano aperti i problemi di come si viene formando la coalizione vincente) Qui si vuole però indagare se esistono spiegazioni della redistribuzione in un contesto in cui: - gli individui sono self-interested - hanno conoscenza della loro posizione nella distribuzione del reddito - la distribuzione sia un bene privato (non ci sono esternalità) - il meccanismo di decisione della spesa e della tassazione avviene mediante strumenti di rappresentanza democratica e sono coerenti con il modello dell’elettore mediano Modello Meltzer-Richard Il modello che ha queste caratteristiche è stato elaborato da: Meltzer, A., Richard, S., A Rational Theory of the Size of Government Journal of Political Economy, 1981 Altri testi di riferimento: Drazen, A., 2000, Political Economy in Macroeconomics, Princeton Univ. Presso, Princeton, p.309-315 Mueller, D., 2003, Public Choice III, Cambridge Univeristy Press, Cambridge, p.512-514 Modello Meltzer-Richard In particolare si assume che: -la redistribuzione sia di tipo monetario - sia finanziata in pareggio - i trasferimenti monetari non possano essere utilizzati in modo discriminatorio, ma siano universali - le uniche differenze che ci sono nei cittadini riguardino il livello del loro reddito ( e non, ad esempio, le ideologie). Modello Meltzer-Richard I cittadini devono decidere se approvare o no un programma redistributivo caratterizzato da: un trasferimento universale dato a tutti pari a n, finanziato con un’imposta sul reddito di tipo proporzionale con aliquota t. Un programma di questo corrisponde ad una Negative Flat Income tax. Modello Meltzer-Richard Il processo decisionale avviene in tre step 1. Il cittadino, sulla base delle informazioni disponibili e dei vincoli, decide la sua offerta di lavoro 2. Successivamente esprime le proprie preferenze riguardo al programma redistributivo 3. Le preferenze dei cittadini sono aggregate sulla base di un processo di scelta collettiva che utilizza la teoria dell’elettore mediano. Modello Meltzer-Richard Ogni individuo ha una funzione di utilità egoistica U=U(c,l) che dipende da c , consumo l, frazione del tempo destinata a leisure L=1-l, frazione del tempo destinata al lavoro Gli individui si differenziano per un fattore di produttività (=salario), w, variabile da individuo ad individuo, che è alla base delle differenze nel reddito di ciascuno. Si immagina che lo stato non conosca la distribuzione dei coefficienti di produttività individuali, ma che ciascuno sappia a che punto è nella distribuzione del reddito Modello Meltzer-Richard Il programma redistributivo reddito di ciascun individuo è costituito da r, sussidio destinato a tutti t, aliquota costante dell’imposta proporzionale al reddito da lavoro Il programma è in pareggio: r = t ym Ove ym è il reddito medio Sostanzialmente si tratta di uno schema di imposta negativa La funzione di utilità Stone Geary La funzione di utilità utilizzata da M-R, per agevolare i calcoli e l’esposizione, è particolare: U= log(c+g) + a log(l+l) Ove a, g e l sono parametri Si noti che nel caso in cui g=l=0 tale funzione corrisponde alla versione logaritmica di una Cobb-Douglas Esercizio: mostrare che nel caso Cobb Douglas (g=l=0) U= log c + alog l dU = dc/c+cl/l=0 da cui dc/dl= -ac/l Per c=l, le curve di indifferenza hanno inclinazione –a Se a=1, le curve sono simmetriche a regola la preferenza relativa tra c e l. Il vincolo di bilancio C = w(1-l)(1-t) + r Se r=t=0, il vincolo è semplicemente C= w(1-l) Studiato in microeconomia per derivare l’offerta di lavoro Vincolo di bilancio rettilineare con r=t=0 c= w(1-l)= w -wl Vincolo di bilancio ad angolo con t e r>0 c= w(1-l)(1-t)+r = w(1-t)+r- w(1-t)l c w w(1-t)+r ° ° w(1-t) r (w) 0 l* l** 1 l Modello Meltzer-Richard: primo stadio L’individuo massimizza, rispetto a c e l, U(c,l) = log(c+g) + a log(l+l) con il vincolo: c= (1-l)w(1-t)+r Il Lagrangiano è Max L = log(c+g)+a log(l+l) + b[c - (1-l)w(1-t)-r] clb Calcoliamo le derivate parziali: Lc = 1/ (c+g) + b = 0 Ll = a/(l+l) + bw(1-t) = 0 Lb = c- (1-l)w(1-t)-r = 0 Modello Meltzer-Richard: primo stadio Da cui si hanno le condizioni di primo ordine 1/(c+g) =-b a/(l+l)= -bw(1-t) c= (1-l)w(1-t)+r sostituisco -b nella seconda, ricavo c e lo eguaglio al vincolo di bilancio e ottengo i valori ottimali di L e l Riposo: l = [w(1-t)(a-l) +a(r+g)]/w(1-t)(1+a) Offerta di lavoro: L=1-l= [w(1-t)(1+l) -a(r+g)]/w(1-t)(1+a) Modello Meltzer-Richard: primo stadio L’offerta di lavoro L= [w(1-t)(1+l) - a(r+g)]/w(1-t)(1+a) = f(w, t,r) Se g=l=0, l’offerta di lavoro sarebbe: L= [w(1-t)-ar]/w(1-t)(1+a)= f(w,r,t) con dL/dw >0 Se r=t=0 l’offerta di lavoro sarebbe L=[w(1+l)-ag]/w(1+a) = f(w) con dL/dw >0 Se g=l=0 e anche t=r=0 l’offerta di lavoro sarebbe rigida e indipendente da w: L= 1/(1+a) Se g=r=0 anche in questo caso l’offerta di lavoro è rigida e indipendente da w: L= (1+l)/(1+a) Quindi molta attenzione alle implicazioni della funzione di offerta che si adotta!!! La funzione di offerta di lavoro U= log (c+g) + alog (l+l) (g = l=0 a=1, r=0.2, t=0.2) Asintoto in 1+l/1+a Modello Meltzer-Richard: primo stadio L= [(1-t)(1+l)w –a(r+g)]/w(1-t)(1+a) Esistono valori di w ≥ 0 in corrispondenza al quale L=0 w0 = a(r+g)/(1-t)(1+l) Osserviamo ancora che se g=0 e r=0 (non sono quindi rilevanti l e t) w0 = 0 E quindi il modello perde senso La probabilità di un equilibrio ad angolo è maggiore quanto più basso è il salario c Individuo con w=wa>wb wa(1-t)+r Individuo con w=wb<wa wb(1-t)+r r ° ° 0 1 l Se aumentano r e t è probabile che l’equilibrio passi da A a B (offerta di lavoro nulla) c A r1 r0 0 ° B ° 1 l Modello Meltzer-Richard: secondo stadio • Scelta del programma redistributivo ottimale. Una volta scelto c e l, per dati t e r, il cittadino può domandarsi quale sia la coppia (r,t) coerente con il vincolo r=ty(t) con y’<0, che massimizza la sua funzione di utilità. Dopo aver sostituito in U i valori ottimali di c e l, la funzione di utilità dipende solo da t, r e dal vincolo r=ty(t). • Per l’individuo t e r sono esogeni, ma la loro misura dipende dai comportamenti (offerta di lavoro) e dai redditi di tutti gli individui della società. • Al variare di t si riduce l’offerta di lavoro (per un dato r) e quindi il reddito. Ciò crea un trade off tra livello del sussidio e aliquota fiscale: una sorta di curva di Laffer. Questo aspetto per essere studiato rigorosamente richiede di esplicitare il reddito medio come sommatoria dei redditi di tutti i cittadini e vedere l’andamento del vincolo di bilancio r=t*y(t). Modello Meltzer-Richard: secondo stadio Possiamo dare una spiegazione grafica e intuitiva • • Se t=0, r=0 lo stato non ha entrate e non può spendere Ma anche se t=1, y=0 e quindi r=0 • All’aumentare di t, y cala perché aumenta il numero di coloro che, (per l’effetto prodotto su w0) rinunciano a lavorare. Essendo fisse le produttività, cala y. In generale l’offerta di lavoro dovrebbe diminuire all’aumentare di t, anche per chi ha w>wo Se y fosse fisso la relazione tra r e t sarebbe semplicemente una retta che passa per l’origine. La diminuzione di y impone l’andamento a campana e un massimo nel punto in cui t=y(t)/y’(t) (sarà spiegato più avanti). Secondo stadio: scelta del programma ottimale r r=ty r* ° ° 0 r=ty(t) t*=-y/y’ 1 t Possiamo fare un esempio numerico con cui si ricava la curva a campana Poniamo per semplicità b=g=0 e a=1. L’offerta di lavoro ottimale è in questo caso: L = 0.5*(1+r/(x1*(1-t)) Consideriamo 5 individui con 5 diversi livelli salariali xi Possiamo immaginare di partire con un dato valore di r e con un dato valore di t. Sulla base di queste grandezze si può calcolare l’offerta di lavoro di 5 individui e verificare se il vincolo di bilancio pubblico r=tym è verificato. Si modifica t fino a che tale risultato non è raggiunto. Abbiamo così definito una coppia di valori (r.t) coerente con il vincolo di bilancio pubblico. Possiamo poi ripetere l’esercizio partendo da un valore di r iniziale più elevato e ottenere un nuovo valore di t, ecc. Ripetendo infinite volte si ottiene la curva di Laffer detta. Qui un esempio di programmazione con Matematica dei calcoli necessari. • • • • • • • • • • • • • • • • • • • syms x1 x2 x3 x4 x5 n1 n2 n3 n4 n5 T ym r=0.1 T=0 t=0.01; while T < r x1=1; x2=2; x3=3; x4=4; x5=5; % i valori 0.5*(1+r/(x1*(1-t)) rappresenta l'offerta di lavoro ottimale n1=max(1-0.5*(1+r/(x1*(1-t))),0); n2=max(1-0.5*(1+r/(x2*(1-t))),0); n3=max(1-0.5*(1+r/(x3*(1-t))),0); n4=max(1-0.5*(1+r/(x4*(1-t))),0); n5=max(1-0.5*(1+r/(x5*(1-t))),0); ym=0.2*(x1*n1+ x2*n2+ x3*n3+ x4*n4+ x5*n5); T=t*ym; t=t+0.00001; end Relazione tra r t nel caso di 5 individui compatibili con r=tym r 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 Modello Meltzer-Richard: secondo stadio • Le funzioni di utilità hanno caratteristiche diverse a seconda che il cittadino sia worker o no worker. • Se ha un w<w0 (no worker) la sua utilità sarà indipendente da t (curve orizzontali nella figura) e quindi sceglierà la combinazione (t*,r*) nel punto A. • Se invece ha w>w0, le sue curve di indifferenza nel piano r,t sono crescenti e concave nel modo descritto dalla figura. Crescenti perché un aumento di t deve essere compensato da un aumento di r e tale compensazione deve essere più che proporzionale, dato che c’è l’effetto di riduzione di y Secondo stadio: scelta del programma ottimale r A r* rw* 0 ° °B tw* U no work r=ty(t) t*=-y/y’ 1 t Modello Meltzer-Richard: terzo stadio • Aggregazione delle preferenze dei cittadini: si applica la teoria dell’elettore mediano. • Tutti i cittadini sono ordinati per livello di reddito e per quanto detto all’aumentare del reddito diminuisce t e r ottimale. • Diventa importante sapere come è la distribuzione del reddito. • Se un cittadino ha un reddito superiore a quello medio, non voterà a favore di un programma redistributivo perché ci rimette: le imposte da pagare superano il beneficio del trasferimento. Se la maggioranza dei cittadini ha reddito maggiore della media, non ci sarà alcuna politica redistributiva. In una società di ricchi i poveri non hanno scampo. Terzo stadio: teoria dell’elettore mediano f Curva della distribuzione del reddito: media, moda, mediana Distribuzione di frequenza effettiva (mediana < media) ° ° ° Curva normale ymediana ymedia 0 ymedio= ymediano= ymoda y Modello Meltzer-Richard: terzo stadio • Ma la distribuzione del reddito è di solito asimmetrica con skewness a sinistra • In altre parole il reddito mediano è inferiore a quello medio. Allora la preferenza decisiva è quella del cittadino che ha una produttività del lavoro pari a quella dell’elettore mediano. Se le curve di indifferenza Uw corrispondono a quelle dell’elettore mediano il programma definito dal punto B sarà quello scelta dalla società. Secondo stadio: scelta del programma ottimale Curve di indifferenza dell’elettore mediano r A r* rw* 0 ° °B tw* U no work r=ty(t) t*=-y/y’ 1 t Modello Meltzer-Richard: conclusioni Abbiamo così dimostrato che nelle ipotesi di: - cittadini egoisti - consapevoli del proprio posto nella distribuzione del reddito - in assenza di esternalità attribuibili alla redistribuzione - in una società in cui le decisioni collettive non sono basate su una funzione di benessere sociale paternalistica, ma realizzate sulla base del principio della maggioranza, è possibile spiegare l’esistenza di programmi redistributivi. La soluzione è quella preferita dall’elettore mediano.