Studio comparato
a livello internazionale
sui metodi e gli strumenti
adottati nella valutazione del
sistema della
formazione continua
Vergleichende Studie
auf internationaler Ebene
über die zur Bewertung
der Weiterbildung angewandten
Methoden und Instrumente
Programma Operativo 2007/2013 del Fondo Sociale Europeo
Competitività e Occupazione Obiettivo 2 della Provincia Autonoma di Bolzano
adottato dalla Commissione Europea in data 9/11/2007
con Decisione C(2007) 5529 - Azione di sistema
Operationelles Programm 2007/2013 des Europäischen Sozialfonds
Ziel 2 Wettbewerbsfähigkeit und Beschäftigung der Autonomen Provinz Bozen,
das von der Europäischen Kommission mit der Entscheidung K(2007) 5529 vom
9.11.2007 angenommen wurde – Systemwirksame Maßnahme
Seminario di presentazione
dei risultati del progetto
Seminar mit Präsentation
der Projektergebnisse
30 Novembre / 30. November 2012
ore 9.00 – 13.00 Uhr
Four Points by Sheraton - Via Bruno-Buozzi-Straße 35 - Bolzano / Bozen
Presentazione dei
risultati della ricerca
Aureliana Alberici
I prodotti della ricerca
O Rapporto di ricerca (italianotedesco)
O Rapporto di ricerca. Sintesi e
raccomandazioni (italianotedesco)
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Rapporto di ricerca
Prima parte
O Si articola in tre parti:
1.
Ruolo della valutazione nella Formazione
Continua in Italia
O si articola in tre capitoli
O La Valutazione della Formazione Continua ed ai termini
del dibattito italiano sul tema (Cap. I)
O Il confronto delle politiche sulla Formazione Continua
in Emilia Romagna, Piemonte e Toscana (Cap.II)
O la definizione di alcuni criteri per la valutazione del
sistema di Formazione Continua (Cap.III)
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Rapporto di ricerca
Prima parte
O Le ragioni della scelta:
1.
2.
3.
4.
Si sono poste il problema della qualità del
sistema della FC
Hanno realizzato un sistema di certificazione
delle competenze
Hanno messo a regime l’utilizzo del Libretto
Formativo
Hanno messi a punto nel quadro della
certificazione delle competenze dispositivi per il
riconoscimento delle competenze acquisite nei
contesti non formali e informali
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Rapporto di ricerca
Seconda parte
O Si articola in tre studi di caso a
livello internazionale:
O Il caso Inghilterra
O Il caso Germania
O Il caso Spagna
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Rapporto di ricerca
Seconda parte
O Le ragioni della scelta:
O Presentano modelli di sistemi e di
valutazione della FC diversi
O Sono attenti alla dimensione della qualità
O Concepiscono la valutazione come volano
per il miglioramento della formazione
stessa
(su ciascun caso seguiranno
tre relazioni di approfondimento)
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Rapporto di ricerca
Terza parte
O Contiene un’ampia appendice
O con gli studi di caso italiani
O e tre documenti di
approfondimento degli studi di caso
internazionali
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Rapporto di sintesi e raccomandazioni
O Contiene:
O Una selezione ragionata dei
contenuti del rapporto di ricerca
O Le quattro Raccomandazioni per il
Committente e per gli attori della
FC della Provincia Autonoma di
Bolzano
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Rapporto di sintesi e raccomandazioni
O Le quattro Raccomandazioni
O Prendono le mosse dalle buone pratiche
analizzate negli studi di caso
O Sono state definite nel confronto tra i
componenti dell’equipe di ricerca e del
Comitato Tecnico Scientifico del Progetto
O In quanto funzionali, necessarie e
sostenibili per la Provincia Autonoma di
Bolzano
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Raccomandazione (I)
Un modello ottimale di valutazione da assumere come riferimento delle politiche di Formazione
modello partecipato e multi-attore, che si sviluppa
governance dei processi formativi integrata e distribuita sul
Continua di qualità dovrà essere un
all’interno di una
territorio.
Trattandosi di un obiettivo alto, complesso e, come tale, impegnativo, non appare
realistico che esso possa essere realizzato integralmente sin da subito. L’importante è che, secondo
logica processuale, si cominci a gettarne le basi, a partire dall’impostazione di adeguati
e coerenti indicatori per valutazione dei progetti e dei piani formativi; passando
una
attraverso forme di monitoraggio non più soltanto formalistico-contabili e concludendo con la
valutazione d’impatto realizzata con il coinvolgimento degli stakeholder (tassi di inserimento
nel lavoro, tassi di coerenza tra formazione ricevuta e occupazione, tassi di permanenza sul lavoro,
ecc.). Si può adottare questo approccio a partire da progetti sperimentali, da sottoporre a
validazione, prima di essere via via messi a regime/sistema. Ciò che è importante ribadire, stante
l’aumento della complessità di un processo di valutazione partecipata, è la necessità di assegnare
risorse dedicate al processo di valutazione in maniera costante e duratura nel tempo. (prima della
formazione per la realizzazione del piano di valutazione, durante le attività formative e anche oltre la
chiusura del progetto di formazione).
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Raccomandazione (III)
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Gli studi di caso internazionali di cui sopra suggeriscono di approntare come provincia di Bolzano
dispositivi di valutazione d’impatto, assumendo quest’ultima come volano dell’innalzamento della
qualità della Formazione Continua; dispositivi che per quanto concerne la valutazione della
Formazione nelle organizzazioni vadano verso il superamento del modello ROI (Return on investment,
del ritorno economico degli investimenti in formazione), poco applicato anche nella stessa Inghilterra
(si tenga conto che il ROI è di cultura anglosassone) in quanto poco adatto a catturare le dimensioni
qualitative prodotte dalla formazione. Sotto questo profilo risulta di maggiore interesse quello che
convenzionalmente abbiamo definito “modello Pineda” e che nella stessa Catalogna è stato applicato
con successo con i dipendenti comunali della provincia di Barcellona. Più in generale, in un’ottica di
sistema, si suggerisce di mettere a punto alcuni progetti pilota con i quali sperimentare sistemi di
indicatori ispirati sia all’esempio spagnolo, dove accanto agli indicatori duri (quantitativi,
imprescindibili nella valutazione su larga scala) troviamo gli indicatori dolci (qualitativi: motivazione
personale al lavoro; capacità di motivare i collaboratori; creazione di un buon clima di lavoro, ecc.), sia
all’esempio tedesco laddove la valutazione costi/benefici è intesa in senso allargato, fino a
conteggiare come benefici della formazione, oltre agli “introiti” diretti, anche la mancata spesa (ciò
vale non solo per la formazione alla sicurezza in senso stretto, ma anche per la formazione
ambientale e per la formazione al benessere sul lavoro). Così come, più in generale, è rimarchevole –
e come tale da assumere ad esempio - l’approccio alla valutazione descritto nel caso ancora della
Germania; un approccio processuale e partecipato, marcatamente declinato secondo un’ottica di
qualità.
Raccomandazione (IV)
Si tratta di una raccomandazione riassuntiva generale. I criteri qui richiamati
sono coerenti con le raccomandazioni I-III, e in particolare con gli assunti di
fondo e con gli assi strategici relativi:
• alla governance di sistema, di tipo globale integrato, che deve
caratterizzare, ad un tempo, la Formazione continua e le modalità della
sua valutazione di tipo globale multi-attore;
• alla valutazione dei risultati della Formazione in chiave di competenze;
• alla certificazione delle competenze in coerenza con la costruzione di
un Sistema Provinciale delle Competenze; un sistema a cui la
Provincia dovrebbe mettere mano;
• all’obbiettivo di utilizzare la valutazione come leva per l’innalzamento
della qualità della formazione a misura di una economia competitiva e
di una società coesa (v. raccomandazione sulla valutazione d’impatto).
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Raccomandazione (II)
Un modello valutativo partecipato e multi-attore, come quello suggerito dalla
Raccomandazione (I) presuppone l’implementazione di un sistema formativo
integrato e di un sistema integrato di governance, secondo quanto si è
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cominciato gradualmente a fare nelle tre Regioni italiane oggetto degli studi di
caso. Parimenti la valutazione dell’efficacia delle attività di Formazione
Continua devono trovare un primo imprescindibile ancoraggio nella creazione
di un adeguato sottosistema della certificazione delle competenze,
basato sull’identificazione e sul riconoscimento degli apprendimenti formali,
non formali e informali così come secondo quanto indicato dall’UE attraverso
vari documenti, nonché dall’ UNESCO in un recente documento (ottobre,
2012). L’esempio della Toscana può rappresentare un utile termine di
riferimento. Sulla scorta dell’esempio toscano si potrebbe partire dalla
costruzione di un Sistema Provinciale delle competenze imperniato su
Repertorio provinciale delle figure professionali declinate per competenze.
Ultima raccomandazione…
O Necessità di promuovere il confronto,
il coinvolgimento di tutti i soggetti
sociali, economici e istituzionali del
territorio anche attraverso la
disseminazione dei risultati della
ricerca
Grazie a tutti per l’attenzione!
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Aureliana Alberici