blu continente In questo numero: La parola al Presidente p. 2 Ultima ora p. 2 Corso Istruttori Alassio p.3 La pagina dell’Istruttore p.4 Aggiornamento Maestri Istruttori p.6 GEAS - Un’estate a cinque stelle p.7 Esercitazione TWIST 2013 p. 9 Grazie, occhio p .11 Organo Ufficiale della Federazione Italiana Attività Subacquee Edizione digitale - Numero 55 La parola al Presidente Continente Blu” ha per me un significato importante; gli ho dato il nome e, insieme ad alcuni amici, l’ho fatto nascere come la rivista della Fias Varese, ne sono diventato il direttore responsabile. Le vicissitudini che l’hanno accompagnata si sono susseguite negli anni, è diventata la rivista nazionale della Fias, si è interrotta, ha ripreso con tre uscite prestigiose: i numeri 20, 21 e 22; poi si è interrotta nuovamente, è rinata sotto la cura di Ananke e ora si interrompe nuovamente come rivista cartacea e rinasce come rivista “elettronica”. Neppure i gatti hanno tutte queste vite ma noi vogliamo fortemente che questo nostro strumento di comunicazione continui a vivere, contro tutte le difficoltà, soprattutto quelle economiche oltre a quelle di redazione e di gestione; quindi ci siamo messi d’impegno per mantenerla viva. Oggi i costi della carta, della stampa e soprattutto delle spedizioni, sono diventati insostenibili, se si aggiunge poi il momento di crisi generale ecco che vengono a mancare anche le inserzioni pubblicitarie e noi, che abbiamo sempre inviato gratuitamente la rivista ai nostri soci, non ce la possiamo fare a continuare da soli. Ma ecco che si apre uno spiraglio, oggi molti hanno abbandonato la lettura del cartaceo, tutti i quotidiani hanno le edizioni on-line, molte riviste prestigiose si leggono on-line e quindi perché non farlo anche noi? Ed ecco il primo numero di “Continente Blu” on-line. Usciremo ancora con un numero speciale in cartaceo, che verrà distribuito ai partecipanti in occasione dell’EUDI, quest’anno a Bologna dal 14 al 17 Marzo. Ma, dopo questa premessa doverosa possiamo parlare di noi dei nostri programmi e delle nostre attività. C’è stato l’insediamento del nuovo Consiglio (i nomi degli eletti sono stati già riportati sul sito, ma li ritrovate qui a pag. 10) e del CTN con una riunione congiunta e con la distribuzione degli incarichi e le nomine ufficiali: Vice presidente Marco Lerma, Responsabile della Protezione Civile Angelo Amato, Vice direttore tecnico Manuela Albertini, responsabile punti mare Mario Magliola, responsabile pratiche legali Fulvia Paglia, responsabile sito e anagrafica Massimo Codognola, aiuto responsabile protezione civile Fabio Bertozzi; responsabile editoria Carlo Ruo Redda; supporto alle varie attività Giuseppe Piras. Inoltre sono state attribuite le sezioni di riferimento ai Consiglieri e agli Ispettori nazionali. Passate le ferie estive sono iniziate una serie di attività importanti sia sotto l’aspetto politico che tecnico. E’ arrivata la comunicazione dell’accettazione della Fias nell’elenco centrale delle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile, un altro traguardo importante e un riconoscimento al lavoro svolto dai nostri volontari. A inizio ottobre gli esami istruttori ad Alassio, ottima organizzazione e risultati eccellenti per i candidati; a fine ottobre l’esercitazione di Protezione civile internazionale “TWIST” a Marina di Camerota di cui avrete già avuto modo di leggere sul nostro sito e che troverete documentata anche nelle pagine di questa rivista; ai primi di novembre l’aggiornamento dei Maestri Istruttori sempre ad Alassio. Ora iniziano i nuovi corsi, un nuovo anno ci aspetta e spero sia meglio di quello passato, mi auguro si riesca a superare questo momento non solo per la subacquea e per la Fias ma per tutto il mondo del lavoro. Un ringraziamento doveroso e sentito a tutti i presidenti, i direttori tecnici i presidenti di circolo, i nostri volontari della Protezione Civile e a tutti i soci che ancora una volta ci hanno dimostrato il loro attaccamento e il loro sostegno. A tutti quanti auguro un Felice Natale e soprattutto un nuovo anno ricco di lavoro, soldi e salute e di tanto tanto amore. Bruno Galli ULTIMA ORA In occasione dell’Eudi (che si terrà a Bologna da venerdì 14 a lunedì 17 marzo), si svolgeranno come di consueto alcuni incontri, istituzionali e di aggiornamento, particolarmente importanti: sabato 15, dalle 11 alle 12, si terrà il master di fotografia con Michele Davino; chi vuole prenotarsi all’incontro può chiamare in sede o inviare una mail a [email protected]. Sempre sabato 15, si terrà l’Assemblea Nazionale (alle 13,30, Sala Madrigale). Domenica 16 alle ore 10, sempre per Il master della subacquea, ci sarà l’incontro con Romano Barluzzi e Leonardo D’Imporzano, autori dell’e-book “SubPuntoCom” che affronteranno l’argomento News sulla Comunicazione ovvero 20 cose che abbiamo imparato negli ultimi 5 anni su come vedersi meglio rappresentati in tutti i mezzi d’informazione. Anche per questo incontro per prenotarsi si può chiamare in sede o inviare una mail. CORSO ISTRUTTORI ALASSIO 2-6 ottobre 2013 Si è svolto ad Alassio nei giorni dal 2 al 6 ottobre 2013 l’annuale corsoesame istruttori, che quest’anno è stato organizzato congiuntamente per le specialità ARA, APNEA 1° LIVELLO, APNEA AVANZATA e Allievo Istruttore, che ha visto impegnati 25 partecipanti. Grazie al loro entusiasmo ed alla loro preparazione la FIAS può vantare ulteriori risorse che certamente contribuiranno, con indiscussa preparazione e professionalità, a divulgare ciò che da sempre ci contraddistingue: andare sott’acqua con amore, in rispetto e in sicurezza. Vivere un corso istruttori è sempre un’esperienza emozionante: allievi e docenti hanno saputo affiancare alla professionalità e allo stress dei cinque giorni del corso, momenti di spensieratezza nei quali far rivivere lo spirito che contraddistingue la grande famiglia FIAS: il senso profondo dell’amicizia e della solidarità. Spogliati delle incombenze istituzionali e del ruolo che i docenti/commissari hanno ricoperto, il gruppo è stato coeso con gli allievi e solamente il colore delle T-shirt poteva, a occhi esterni, permettere di distinguere i due ruoli. Un’esperienza unica per diversi do- centi, alla loro prima nomina, per un evento così importante della vita federale, ma anche per gli allievi che hanno saputo dimostrare la loro preparazione e la voglia di proseguire su un percorso non facile, ma ricco di soddisfazioni. Un particolare grazie alla logistica offerta da VI Continente Diving di Alassio ed tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo evento che, ancora una volta, ha consentito a tutti di emozionarsi e di avere un momento di confronto e di crescita. Purtroppo, per l’Apnea è mancato un riscontro importante in termini di partecipazione a livello nazionale, considerato che tutti i candidati, cinque in totale per entrambi i livelli, provenivano esclusivamente dalla Scuola Federale di Udine. A questi si è aggiunto un candidato che ha ottenuto il cross-over per l’Apnea Avanzata, superando brillantemente tutte le prove tecniche e didattiche in acque delimitate ed in acque libere previste dagli standard del corso istruttori Apnea Avanzata. Questi sono i nuovi Istruttori, ai quali la Redazione di Continente Blu augura una gratificante prosecuzione dell’attività didattica. I. F. ARA Acone Tina Flora, Sottopressione Milano; Baldi Claudio, S.F. Siena Cavallotti Fabio, Sottopressione Milano Corbella Antonello, S.F. Novara Didonè Rolando, S.F. Varese Fontani Riccardo, S.F. Siena Leoni Davide, S.F. Novara Mazza Alessandro, Sottopressione Milano Menaldo Lorenzo, S.F. Verona Montalti Fabio, S.F. Cesena Nadalini Enzo, S.F. Verona Perdonà Paola, S.F. Verona Ponciroli Monia, S.F. Novara Presiren Stefano, S.F. Udine Sambuco Antonio, S.F. Udine Siliberto Francesco, S.F. Siena Trinco Roberto, S.F. Varese I. F. APNEA AVANZATA Pelizzari Giovanni, S.F. Udine Taroni Antonio, Centro Sub Faenza (cross-over) I. F. APNEA 1° Livello Baldassi Lucia, S.F. Udine Cifoletti Paolo, S.F. Udine Marino Cerrato Arianna, S.F. Udine Zuccato Alessandro, S.F. Udine A. I. ARA Bonazzo Ilenia, S.F. Roma Buratti Luigi, S.F. Roma La pagina dell’Istruttore a cura del C.T.N. Rinnovo del brevetto di Istruttore Federale Brevetto esecutore BLSDa Si ribadisce che, per mantenere in attività il Brevetto da Maestro Istruttore, è necessario rinnovare, alla scadenza, anche il brevetto da Istruttore. Gli interessati sono invitati a regolarizzare la loro situazione, non verranno richiesti costi arretrati. Con circolare del CTN 7/11 del 23/12/2011 veniva ribadita la necessità, per il Corpo Docente, di essere in possesso di tale brevetto per svolgere l’attività didattica. Ad oggi risultano ancora carenze di tale requisito. Il CTN ha concesso, ai docenti non in possesso di tale requisito, di praticare l’attività didattica fino al 31 dicembre del 2013 (data improcrastinabile). Scaduto tale termine il docente non può più svolgere attività didattica e verrà considerato in lista non attiva. Si rammenta che i corsi, vista la carenza di Istruttori BLSDa FIAS, possono essere effettuati presso gli Enti riconosciuti dall’Italian Resuscitation Council ( DAN, PS, Croce Rossa, Croce Verde, ecc.) e al conseguimento del brevetto l’interessato può richiedere la conversione in brevetto BLSDa esecutore FIAS. Per le modalità ed eventuali informazioni è possibile contattare l’IN Francesco De Totero (in.francesco. [email protected]). Rinnovo del brevetto di Maestro Istruttore Come comunicato con la circolare n. 02/2013 del 14/02/2013, per rinnovare il brevetto in scadenza carente dei necessari requisiti, è necessario: a.Partecipare (obbligatoriamente) ad uno stage teorico-pratico, a carattere non valutativo, organizzato dal CTN, in sostituzione del punto 5 delle Modalità di rinnovo (3.2) del Titolo 3.3 del Vademecum (collaborazione ad un corso Istruttore) b.Conseguimento degli eventuali altri requisiti mancanti entro e non oltre il 31/12/2013. Il CTN ha effettuato in data 2-3 novembre u.s. lo stage teorico-pratico, al quale hanno partecipato dieci M.I. carenti di tale requisito. Futuri rinnovi del Brevetto Maestro Istruttore In via definitiva, i requisiti per ottenere il rinnovo del brevetto Maestro Istruttore sono così modificati: a.Punto 4: partecipazione a 3 seminari di aggiornamento su tematiche attinenti l’attività subacquea, organizzate a livello nazionale dalla Federazione o ente riconosciuto dalla FIAS; in alternativa: • Partecipazione a 2 seminari di aggiornamento e collaborazione ad un corso Istruttore. b.Punto 5: aver partecipato ad uno stage teorico–pratico, a carattere non valutativo, organizzato dal CTN. obbligatorio Nuovo materiale per le lezioni Il CTN, di concerto con l’estensore del nuovo libro ARA ESTENSIONE, ha provveduto ad aggiornare le relative tavole (presentazione in power point) affinché siano in linea con quanto previsto dagli standard e con le ultime modifiche suggerite dalla Commissione Medica Nazionale (per es. eliminazione deep stop). Le tavole, non appena pubblicate sul sito, potranno essere scaricate, dalla sez. download corpo docente, ed eventualmente modificate (nella forma ma non nel contenuto) per essere adattate alla propria tecnica didattica durante i corsi. Nel corso del corrente anno sono stati inoltre pubblicati i seguenti manuali: 1.Corso Side Mount 1 CD [2013 02 04 v 1.0.0] (file d’immagine); 2.Corso BLS Esecutori [v 1.0 2013 02] (presentazione in power point); 3.Corso BLSDa Esecutori - De Totero [v 1.0 2013 09] (presentazione in power point) con aggiornamenti in data 14/11/2013; 4.Manuale Corso BLSDa (settembre 2013) con aggiornamenti in data 14/11/2013, scaricabili dal sito ed utilizzabili quale ausilio didattico durante i corsi. Naturalmente tutto è migliorabile e può essere modificato a seguito di proposte, che dovranno essere inviate al CTN, qualora si rilevassero errori e/o inesattezze, sia dal punto di vista concettuale che formale. Nuovi standard corso CAVERNA In seguito a recenti ordinanze emesse da alcune Capitanerie di Porto, relative alle immersioni in caverna e/o grotte, il CTN ha deciso di modificare gli attuali standard Grotte. Di seguito le definizioni inerenti. DEFINIZIONI CAVITÀ SOMMERSA - Ambiente di origine naturale o artificiale che impedisca la risalita diretta in superficie del subacqueo. In caso di ambienti aerei (bolle d’aria) in corrispondenza di parti o di tutta la cavità, essa sarà comunque considerata cavità sommersa a seconda delle caratteristiche morfologiche. CAVERNA - Parte della cavità sommersa in cui, da tutte le parti della stessa, sia possibile vedere la luce naturale proveniente da/dagli ingressi. L’ingresso e lo sviluppo della cavità devono permette il passaggio contemporaneo di due sub. Resta inteso che non devono essere presenti parti di fondale sabbioso o fangoso che possano creare pericolo di scarsa visibilità, anche solo nei pressi dell’ingresso, in questo caso la cavità è da considerarsi grotta. Penetrazione massima 30 metri e visibilità minima (nella cavità) 10 metri. GROTTA - Ambiente sommerso confinato che non rientra nei parametri della definizione di caverna o cavità sommersa e che richiede, comunque, l’utilizzo della sagola guida. Di seguito lo standard relativo al corso caverna: Titolo 2.19 IMMERSIONI IN CAVERNA 1. Scopi e finalità del corso Il corso si propone di fornire all’allievo gli elementi e le nozioni sia teoriche che pratiche per effettuare, in condizioni di sicurezza, le immersioni in CAVERNA. Il brevetto conseguito abilita ad immersioni con i seguenti limiti: • Immersioni in caverna con distanza lineare dalla superficie non superiore a 60 metri. • La cavità deve avere esclusivamente le caratteristiche di CAVERNA 2. Requisiti di ammissione al corso • Avere la tessera FIAS comprensiva di assicurazione • Avere il certificato medico di idoneità (sportivo non agonistico rilasciato dal proprio medico) • Possedere il brevetto Base o analogo • 20 immersioni registrate • Età minima 16 anni 3. Numero minimo delle lezioni • Minimo 4 ore di lezioni teoriche • Almeno tre immersioni in acque libere di cui almeno due con ingresso in caverna 4. Programma del corso Lezioni teoriche 1. Le rocce: caratteristiche, riconoscimento: 2. Cenni di morfologia delle coste; 3. Nozioni elementari sui principali tipi di rocce (ignee, sedimentale, metamorfiche); 4. Il fenomeno carsico 5. Genesi delle grotte (speleologenesi); 6. Origine delle grotte terrestri, delle grotte marine, delle grotte miste; 7. Variazioni del livello marino; 8. Forme di concrezionamento e corrosione; 9. Generalità dell’ambiente biologico delle caverne e delle grotte; 10. Fattori ambientali delle grotte e delle caverne marine; 11.Nozioni di base sulla sagola guida; 12.Sistemi di illuminazione; 13.Segnali; 14.Tecniche e corretto comportamento per immersioni in CAVERNA, assetto; 15.Regola dei 3/3. agli Istruttori autorizzati a svolgere corsi di specializzazione, previo invio delle (eventuali) richieste al CTT o CTN, secondo le modalità in vigore. Il rilascio del Brevetto di Specializzazione di “Immersioni in CAVERNA” avviene tramite il CTN su richiesta del CTT o dell’Istruttore autorizzato. Il programma del corso potrà essere variato, in relazione a particolari esigenze, sia come sequenza delle lezioni, sia come numero delle lezioni (può essere aumentato), ciò al fine di migliorare l’apprendimento e la preparazione dell’allievo. Nessuno degli argomenti proposti nel programma potrà essere escluso. Pratica in acque libere Nelle esercitazioni in acque libere dovranno trovare applicazione le tecniche e le procedure apprese durante le lezioni teoriche. Non sono ammessi, durante le immersioni didattiche, ingressi in cavità non conosciute a scopo esplorativo. Le immersioni dovranno essere svolte in curva di sicurezza a prescindere dai brevetti posseduti, rispettando la regola dei terzi. La direzione del corso compete ad un Istruttore Federale ARA che sia in possesso del Brevetto “Istruttore Immersioni in CAVERNA”. 5. Attrezzature richieste • Monobombola con doppio rubinetto; • Due erogatori con primi stadi DIN; • Protezione termica adeguata; • Attrezzatura adeguata a garantire l’immersione in sicurezza. 6. Prove d’esame L’esame consiste in un colloquio tra l’allievo e la commissione esaminatrice/istruttore sugli argomenti trattati durante il corso e dalle capacità dimostrate durante le prove pratiche. 7. Norme di attuazione L’organizzazione di un Corso di Specializzazione di Immersione in CAVERNA è regolata dai titoli 7, 8, 9-2 del Regolamento del Centro Tecnico Nazionale. L’organizzazione dei corsi è demandata alle Sezioni Territoriali, ai Circoli, ai “Punti Mare FIAS” e Nelle esercitazioni in acque libere è categoricamente proibito l’ingresso all’interno di grotte sconosciute a scopo esplorativo. Nelle attività in acque libere ogni Istruttore/Allievo Istruttore non potrà accompagnare più di 4 allievi (massimo rapporto 1÷4). Le immersioni devono essere fatte in piena sicurezza, in base alle condizioni del tempo, del mare e delle circostanze, in ambienti che rispettano i canoni di classificazione di CAVERNA. In caso di presenza di sagola guida, questa deve essere posizionata in precedenza da personale adeguatamente preparato. 8. Assenze Gli allievi che fanno più di 2 assenze alle lezioni teoriche non possono essere ammessi agli esami Federali se non dietro specifica autorizzazione del Direttore del Corso, il quale ne valuterà preparazione e capacità. Le esercitazioni in acque libere (che debbono risultare documentate sul libretto di immersione), devono essere integralmente svolte. Brevetti Caverna e Corpo docente Il CTN ritiene, data la semplicità degli standard del brevetto caverna e la formazione dei propri docenti e guide, di rilasciare il brevetto di immersioni in CAVERNA a tutti i docenti e guide previo aggiornamento formativo sugli standard del relativo brevetto. (che potrà essere svolto all’interno delle proprie strutture). Tutti i brevetti GROTTA sino ad oggi rilasciati dalla Federazione, essendo riferiti agli standard del neo costituito corso CAVERNA, sono da intendersi come brevetti CAVERNA. A quanto sopra fanno eccezione alcuni particolari brevetti GROTTA, da valutare individualmente secondo gli standard del brevetto GROTTA che il CTN sta terminando di redigere. Si intende implicito che docenti e guide FIAS in possesso del brevet- to CAVERNA possono accompagnare subacquei anche non in possesso del brevetto in CAVERNA, purché il subacqueo sia in possesso di un brevetto almeno di secondo livello FIAS o di altra organizzazione riconosciuta in un rapporto massimo di 1 a 4 come da standard o in numero minore in funzione di specifiche ordinanze più restrittive presenti in loco. Aggiornamento Maestri Istruttori Alassio 02.11.2013 Sabato 2 novembre si è tenuto ad Alassio un aggiornamento per Maestri Istruttori. L’aggiornamento è stato effettuato in rispetto alle nuove normative che regolano il rinnovo dei brevetti da Maestro istruttore come illustrato dalla circolare CTN 02/2013 del 14.02.2013. L’aggiornamento si è svolto presso il Punto Mare Fias Sesto Continente di Alassio, alla presenza del Presidente Nazionale, del Direttore e buona parte del C.T.N. Lo svolgimento dell’aggiornamento è stato un importante momento di confronto e condivisione tecnica tra gli istruttori e gli organi tecnici della Federazione, che ha portato alla luce argomenti e spunti di riflessione sui quali il CTN potrà sviluppare future iniziative. Nonostante le condizioni meteomarine fossero avverse, in mattinata le immersioni si sono svolte regolarmente ed i relativi piani di immersione rispettati. Nel pomeriggio si sono svolte le lezioni teoriche sulla figura del M.I. e sulla programmazione d’immersione. Di assoluto rilievo la volontà dei partecipanti di applicarsi e mettersi in discussione in ogni momento della giornata, anche da parte di chi la FIAS l’ha vista nascere. Certamente una esperienza che gratifica l’attività dell’I.N. e della Federazione. Un’estate a cinque stelle Gruppo Empolese Attività Subacquee L’estate del Geas? A cinque stelle. Gli ultimi mesi del Gruppo Empolese attività subacquee sono stati infatti ricchi di importanti iniziative che hanno fatto da corollario all’attività istituzionale. Accanto alla didattica, come sempre la parte fondamentale dell’attività, il Geas ricorderà infatti i mesi appena trascorsi per un paio di iniziative splendidamente riuscite: la mostra fotografica subacquea che si è tenuta nell’ambito del ‘luglio empolese’ nel suggestivo scenario del cenacolo degli Agostiniani e la presenza con un proprio punto informativo al palio di Cerreto Guidi che è seguitissimo in Toscana. Due eventi che hanno non solo rafforzato l’immagine dello storico circolo Fias presieduto da Sandro Matteucci, ma che hanno anche divulgato ancora di più l’immagine della subacquea che, a Empoli, ormai da quasi 30 anni fa rima con Geas e quindi Fias. Il tutto senza dimenticare ovviamente la didattica, con la consegna dei brevetti conseguiti dei vari livelli nell’ultima stagione e la prova sub gratuita che guarda alla prossima. A mettere ordine al tutto è il presidente Sandro Matteucci: “La mostra nel luglio empolese è stata un successo e siamo felicissimi di averla organizzata perchè è stata una bella vetrina che ci ha fatto conoscere ancora di più in città. Anche l’amministrazione comunale ci è stata vicino con l’assessore alla cultura Eleonora Caponi che non solo ha presenziato all’inaugurazione della mostra ma ha anche speso belle parole sul nostro conto. Fra l’altro è stata proprio lei, dopo la mostra più piccola che organizzammo nel mese di novembre, a chiederci di fare qualcosa di molto più importante e crediamo di esserci riusciti vista la risposta che abbiamo avuto nei dieci giorni dell’iniziativa denominata ‘il mare nel chiostro’. A questo proposito un grazie sincero va al nostro direttore tecnico, Alessandro Borsini, che ha curato la mostra e ovviamente a tutti coloro che ci hanno mandato i loro spettacolari lavori”. E la didattica? “Come sempre per noi è fondamentale. Si può dire nuovi girini nascono, crescono e si evolvono, una metafora che ci porta un sorriso sul volto e una grande soddisfazione nell’animo. Siamo felicissimi infatti di aver consegnato a fine giugno ben venticinque brevetti fra primo, secondo livello e specializzazione. E’ difficile decantare a parole l’emozione che ci coglie ogni qualvolta si arriva alla fine di percorsi come quelli sopra detti. Per ottenere questi risultati abbiamo trascorso un autunno, un inverno e una primavera/estate insieme, lavorando intensamente settimana dopo settimana, instaurando così un rapporto interpersonale che va al di là del rapporto insegnante/ allievi. Abbiamo creato un gruppo coeso e rispettoso delle rigide regole che garantiscono la sicurezza in un sport come questo, uno sport che certamente si svolge in un ambiente poco affine e innaturale per l’essere umano, ma, altrettanto fascinoso e ricco di emozioni che generano benessere se consci di quello che andiamo a fare. Tutti insieme abbiamo sviluppato e arricchito una cultura del preservare, necessaria per rispettare l’ambiente che ci circonda, affinché l’integrità della natura sia appannaggio di tutti, compresi coloro che questa attività non la praticano e non la praticheranno mai”. Amicizia, gruppo, affiatamento, passione: è da questa filosofia che è nata poi anche un’altra iniziativa nuova ma altrettanto importante per il Geas. A Cerreto Guidi, località vicino Empoli famosa per la villa dei Conti Guidi da poco patrimonio mondiale dell’Unesco, si svolge ogni anno un palio che richiama decine di migliaia di persone. Nel bel mezzo del corso principale, il Geas ha allestito un proprio punto informativo nel quale è stata pubblicizzata l’ormai prossima stagione didattica. Tante persone, attratte dalle meravigliose foto appese ai muri e dai video che scorrevano nelle vetrine, si sono fermate a chiedere informazioni o semplicemente a commentare le meraviglie del mondo subacqueo. Un’altra iniziativa da archiviare con soddisfazione. Ma c’è una cosa che più di ogni altra il presidente del Geas ci tiene a sottolineare. “La cosa più bella è l’aria che si respira nelle nostre stanze. Sia quando ci troviamo la sera, sia quando andiamo in mare, c’è un bel clima fra di noi ed è da questo che nascono le iniziative che poi organizziamo. Il piacere di stare insieme è il nostro piccolo grande segreto a cui teniamo di più, il nostro dna”. E il futuro? “Al primo posto come sempre la didattica – risponde Matteucci - col corso nitrox che precederà ancora i canonici primi e secondi livelli. Nella prova sub gratuita organizzata alla piscina di Empoli abbiamo avvicinato potenziali nuovi subacquei che contiamo di rivedere nelle nostre aule per il corso. Poi, a breve, un’altra importante iniziativa, vale a dire il corso Blsd che abiliterà istruttori, aiuti e soci all’uso del defibrillatore che abbiamo in sede e infine le elezio- ni per il rinnovo del consiglio direttivo per il prossimo biennio. La carne al fuoco, come sempre, non manca”. Con il Geas, insomma, la subacquea e la Fias continuano ad essere un importante punto di riferimento per nuovi e vecchi subacquei toscani. Rifacciamoci il look! Sono già disponibili, e si possono ordinare presso la Segreteria Nazionale allo 02.6705005 o tramite e-mail [email protected] le nuove, bellissime felpe. Ricchi premi e cotillons per la Sezione che evaderà l’ordine più importante! Esercitazione europea “TWIST 2013 – Tidal Wave In Southern Tyrrenian Sea” FIAS partecipa con uomini e mezzi della Colonna Mobile Nazionale Obiettivi L’esercitazione europea “TWIST 2013” ha avuto l’obiettivo di testare la risposta nel caso di emergenza causata da un maremoto generato da una frana del vulcano sottomarino Palinuro, posto ad una distanza di circa 65 Km dalle coste del Cilento, ad una quota batimetrica media di -70 metri nel mar Tirreno e la cui sommità raggiunge i -100m. Lo scenario globale L’ipotesi è che sia stata interessata l’area costiera del sud Tirreno, in particolare della provincia di Salerno, colpendo aree residenziali, industriali, portuali, agricole e beni artistici. L’evento naturale ha provocato numerose vittime e dispersi, sia in mare che sulla terra ferma; diverse sono le imbarcazioni affondate o danneggiate; sono stati segnalati sversamenti di materiale inquinante in mare aperto e in prossimità della costa. Strade bloccate. Allagamenti. Blackout. L’esercitazione (26/10/ 2013) Ricevuta notizia dell’evento dalle istituzioni locali e dalle FF OO, il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile ha attivato “Sala Italia” a Roma, con il compito di coordinare gli interventi di ricerca e soccorso alle popolazioni da parte di tutte le componenti del sistema di PC. Trattandosi di un bacino emergenziale di grande estensione lo Stato Italiano ha richiesto anche l’intervento di squadre di soccorso dei Paesi vicini: Francia, Spagna, Portogallo, Malta, Grecia, Croazia hanno inviato i propri uomini secondo le procedure previste dal modello di Host Nation Support e si sono coordinati con gli Italiani per gli interventi di soccorso. Presente anche una squadra europea di osservatori col compito di valutare le attività in corso. Sul territorio colpito sono stati attivati la DICOMAC (Direzione di Comando e Controllo) a Salerno ed i COC (Centri Operativi Comunali) dei Comuni dell’area interessata. Il Prefetto Gabrielli, Capo del Dipartimento nazionale di Protezione Civile, ha visitato tutti gli scenari di intervento, assistendo alle fasi delle operazioni. L’intervento di FIAS Delineata la gravità dell’emergenza, il DNPC ha attivato anche le associazioni nazionali di volontariato con competenze specifiche per questa tipologia di disastro; a FIAS è stata affidata la gestione di due scenari di intervento di ricerca e recupero: un’auto, travolta da un’onda sulla banchina del molo di Marina di Camerota e affondata con due persone a bordo e l’imbarcazione di un pescatore, inabissatasi fuori del medesimo porto a causa della mareggiata. FIAS Nazionale ha allertato complessivamente 22 volontari (+2 operativi in Sala Italia) provenienti dalle ST di Alessandria, Arezzo, Bologna, Cesena, Como, Roma, Torino, Varese, Verona. La colonna mobile nazionale della FIAS (referente Massimo Codognola, ST Verona), costituita da 1 Land Rover Defender 90 carrellato con Gommone FIAS ARIMAR, 1 Furgone Ford Transit Tourneo 9 posti con carrello al seguito, da Cesena, 1 Furgone Ford Transit Tourneo 9 posti con gommone di appoggio da Alessandria e 1 Van Fiat Ulysse 7 posti da Verona , è partita alla volta di Marina di Camerota raggiungendola in circa 10 ore. Trattandosi di un’esercitazione in cui anche la preparazione degli scenari di intervento è stata affidata alla FIAS, il DNPC ha consentito alla colonna di partire giovedì 24 ottobre per gli allestimenti e le prove di intervento, pertanto la colonna si è mossa prestissimo per poter operare già da giovedì nel pomeriggio. Le giornate di giovedì e venerdì sono corse veloci: tutti i volontari sono stati impegnati nell’analisi delle caratteristiche delle aree di intervento, nella progettazione dei due scenari, nella simulazione delle operazioni di ricerca e recupero per individuare le possibili criticità e nella redazione del piano di sicurezza della zona delle operazioni. In questi due giorni ogni volontario ha potuto testare il proprio livello di competenze e di addestramento in ruoli operativi diversi, alternandosi nelle attività e collaborando in squadre miste composte da volontari di diverse ST FIAS: questa è stata per FIAS la grande scommessa! Utilizzare per la prima volta in modo coordinato operatori formati in diverse sezioni territoriali, mezzi e strumentazioni diverse e garantire la perfetta sinergia degli interventi di ricerca e recupero. Il clima è stato di grande serietà e collaborazione, anche di fronte ad inconvenienti tecnici e adeguamenti di orari, richiesti dalle istituzioni: le squadre hanno lavorato con efficienza ed il risultato generale si è visto! L’attività di reportage foto-video, proseguita anche il sabato durante l’esercitazione, ha consentito a Gianni Morè (ST Arezzo) di accumulare materiale sufficiente per montare (di notte!) il filmato che è stato presentato il sabato pomeriggio, durante la sessione conclusiva dell’esercitazione a Salerno, di fronte alle rappresentanze di tutti gli operatori degli Stati coinvolti nell’esercitazione e commentato in lingua inglese da Davide Casaleggio del Circolo Futura Sub di Ivrea, ST di Torino. Alle 9:20 di sabato 26 ottobre è arrivato, sul molo di sottoflutto di Marina di Camerota, base operativa della FIAS, per osservare le operazioni delle squadre FIAS in corso, il Prefetto Franco Gabrielli, insieme allo staff del Dipartimento nazionale di PC: la soddisfazione è stata grande! Per ben 25 minuti il Dott. Gabrielli non ha staccato gli occhi dallo schermo su cui scorrevano le immagini riportate dalla telecamera subacquea che stava filmando il lavoro dei som- mozzatori di PC, ha chiesto al nostro Presidente Bruno Galli, al referente nazionale della attività di PC della FIAS Angelo Amato e al coordinatore delle operazioni Fabio Bertozzi informazioni sulle modalità operative e sulle attrezzature impiegate. Al termine della visita la Dott.ssa Titti Postiglione, responsabile del settore volontariato del DNPC, ci ha fatto i complimenti per la professionalità con cui le squadre stavano operando. Il sabato pomeriggio a Salerno, una delegazione della FIAS ha partecipato alla riunione conclusiva proponendo la sintesi delle proprie attività: in questo contesto abbia- mo provato l’orgoglio di ricevere applausi calorosi anche dalle delegazioni straniere presenti al debriefing e di nuovo i complimenti di Titti Postiglione per l’incisività della nostra preparazione e la professionalità del montaggio e dell’esposizione di Davide Casaleggio in una perfetta lingua inglese. Emozioni, stanchezza, orgoglio, amicizia, resilienza hanno unito tutti noi in questa esperienza: siamo tornati a casa con la consapevolezza di aver dato il massimo e di aver dimostrato la nostra professionalità! Cinzia Macchi, ST FIAS di Bologna, Circolo SubOlimpia GRAZIE, OCCHIO… immersione profonda in quest’organo e nei suoi tanti rapporti con la subacquea Enrico Franzino Qual’è la domanda più comune che ci si scambia a bordo di una barca appena risaliti da una immersione? Lo sappiamo tutti: è “HAI VISTO?…” Che poi fosse uno scorfano, un corallo o una cernia è indifferente: ciò che conta è che la nostra esperienza ci ha permesso di “registrare” un qualcosa di particolare dell’ambiente subacqueo. E, in fin dei conti, perché ci si immerge? Le motivazioni sono tantissime ed ognuno di noi ha le proprie (talune anche molto poco lecite…), ma una cosa è certa: praticamente tutti, comunque, ci aspettiamo di VEDERE un qualcosa di bello, di nuovo, di particolare o addirittura di sensazionale. Possiamo avere le attrezzature più sofisticate, essere in possesso di chissà quali abilità o brevetti, ma alla fine il buon vecchio OCCHIO è quello che ci appaga maggiormente nelle nostre scorribande acquatiche… Vero è che anche un numero sempre maggiore di non vedenti si sta accostando alla subacquea, traendo comunque una esperienza gratificante che deriva da un grande e compensatorio affinamento di altre percezioni tattili, uditive e della sensazione globale del corpo in immersione. Sebbene il ruolo di questo preziosissimo organo/senso sia quanto mai centrale in questo sport, le nostre (ed altrui) lezioni didattiche tendono sempre a “scivolarci” un po’ sopra con le principali note di fisica ottica e qualche nota di anatomia o fisiopatologia. Cerchiamo quindi con questo articolo di rendere all’occhio, “una tantum” la dignità e l’importanza che gli competono, approfondendo varie tematiche pur restando in un ambito di tipo divulgativo per “non addetti ai lavori”. Non si può iniziare il discorso che con la descrizione sommaria dell’anatomia e della fisiologia (con particolare riferimento a quelle strutture a più alto ”impatto subacqueo”) per poi passare ai comuni difetti di rifrazione che ci introducono alle problematiche della visione in immersione di cui in massima parte siamo già edotti. Giungeremo quindi alla branca della patologia con i quadri clinici “per” e “da” immersione a partire dall’idoneità all’immersione con le controindicazioni alla subacquea e ai periodi di convalescenza dopo vari interventi chirurgici oculistici (molto più comuni di quanto si possa pensare) per passare poi ai danni o sintomi visivi derivanti dall’attività. E concluderemo con minime note di pronto soccorso spicciolo… Il tutto inframmezzato da qualche curiosità per alleggerire il discorso. L’OCCHIO Il bulbo oculare è collocato e protetto nella cavità orbitaria in uno spazio di forma piramidale piena di grasso che sostiene i bulbi come un cuscinetto nei loro movimenti complessi e delimitata dalla fossa cranica anteriore, le cavità nasali e le cavità mascellari: può risentire quindi dei processi patologici che possano interessare le strutture vicine. La motilità oculare è assicurata da sei paia di muscoli che permettono i movimenti laterali, verticali e torsionali uniti o disgiunti degli occhi. Le palpebre, tramite il processo dell’ammiccamento, esercitano un ruolo fondamentale sia di difesa contro agenti infettivi, meccanici e chimici, sia un continuo rimodellamento del film lacrimale, per avere una cornea trasparente ed una visione distinta. La componente lipidica e protidica delle lacrime è di fondamentale importanza per diminuire la tensione superficiale e per rallentare l’evaporazione delle lacrime stesse. Il bulbo oculare propriamente detto è una piccola sfera della lunghezza di circa 23 mm la cui parete è costituita da tre membrane, dall’esterno all’interno (fig. 1): SCLERA, COROIDE, RETINA. La sclera è il vero e proprio scheletro dell’occhio, mentre la coroide è la membrana vascolare adibita alla nutrizione degli strati interni e la retina è la membrana nervosa deputata alla trasformazione dello stimolo luminoso in segnale elettrico. La sclera è rivestita a livello della sua porzione anteriore dalla CONGIUNTIVA che ribaltandosi in periferia a cul di sacco tappezza le palpebre nella loro faccia posteriore, mentre in centro dopo aver rivestito il bulbo oculare si fonde ad una struttura rigida della parte anteriore dell’occhio detta CORNEA. Quest’ultima è costituita sostanzialmente di cinque strati, ma per il subacqueo ne sono importanti tre: 1) lo strato epiteliale superficiale di copertura 2) il “corpo”, cioè la sostanza vera e propria della cornea, fatta di una cinquantina di lamelle connettivali, dello spessore di 8-10 µm, che decorrono parallelamente alla superficie della cornea. Ha la proprietà di fissare una gran quantità di acqua e di rendere così possibile la diffusione delle sostanze nutritive; una sottrazione d’acqua o una eccessiva imbibizione determinano l’opacamento della cornea. 3) lo strato interno o endotelio corneale deputato alla nutrizione della base corneale e alla sua deturgescenza diminuendo la quantità di liquido in essa contenuto permettendo alle lamelle di rimanere ben allineate e di non rifrangere malamente la luce. La cornea non possiede fondamentalmente vasi ematici al suo interno e la sua nutrizione è assicurata solo dalla sua permeabilità. È dotata di una ricca innervazione, che le conferisce intensa sensibilità dolorifica. Possiede un metabolismo molto attivo e quindi è intimamente dipendente dall’ossigeno che assume in parte dall’endotelio corneale ma principalmente per diffusione dall’aria ambientale. Si comprende quindi come un calo della concentrazione dello stesso da diminuito apporto, come può verificarsi in corso di immersioni, possa portare ad una diminuzione della sua trasparenza e come anche la prolungata permanenza a contatto diretto con l’acqua possa sortire lo stesso effetto. La Cornea con la sua struttura a cupola delimita la CAMERA ANTERIORE ripiena dell’UMORE ACQUEO che è un liquido salino che riempie tale cavità e permette che si mantenga un corretto tono oculare, in modo che le strutture nervose oculari possano essere correttamente nutrite dalle strutture vascolari; esso confina a sua volta posteriormente col complesso IRIDE e CRISTALLINO. L’iride, oltre a definire il colore dell’occhio, è “il diaframma della macchina fotografica” che regola il diametro pupillare in base alla quantità di luce. La dimensione del foro pupillare costituisce un’importante sentinella nell’indicare le condizioni neurologiche superiori ed altri stati fisiopatologici in base ad una situazione di MIOSI o MIDRIASI (un trucco mnemonico: miosi: parola piccola = pupilla piccola; midriasi: parola grossa = pupilla grossa). Seconda lente dell’“obiettivo” nel complesso oculare è il CRISTALLINO, al quale inoltre compete la messa a fuoco da vicino nel giovane, permettendo la visione distinta a tutte le distanze tramite il meccanismo dell’accomodazione, realizzato tramite il variare attivo del raggio di curvatura dello stesso; quando il cristallino si ammala perdendo la sua trasparenza causa la ben nota patologia della cataratta. Dietro il cristallino è collocata la seconda camera dell’occhio, la CAMERA POSTERIORE all’interno della quale è collocato il CORPO VITREO, gelatinoso, con funzione di ammortizzatore e coadiuvante nel mantenere la retina ben aderente alla coroide. Infine la RETINA (la “pellicola” della fotografia classica o, più correttamente, il sensore della foto digitale) è una struttura neuro-vascolare molto complessa a più strati, che “tappezza” le pareti della camera posteriore; trasforma la luce in segnale elettrico, in particolare a livello della retina centrale o MACULA ove si realizza la visione distinta (in particolare nella sua “sottoarea” detta FOVEA dove i recettori sono più addensati), mentre in periferia viene curata la visione crepuscolare e dei movimenti. L’immagine che vi si proietta dalle lenti è rovesciata. Quando fissiamo un oggetto facciamo automaticamente cadere l’immagine sulla fovea. Al di fuori di questa l’acuità visiva diminuisce drasticamente: a soli 10 gradi di distanza dall’asse visivo è già il 25% in meno! Il segnale elettrico nato a livello dei recettori viene trasmesso dal sistema dei NERVI OTTICI al cervello sulla corteccia occipitale ed in molte altre aree per l’integrazione con altre funzioni (per esempio per guidare i movimenti). Tutte queste strutture sono nutrite dal sistema dell’arteria oftalmica da cui si originano l’arteria centrale della retina e i vasi coroideali. Ove il fascio del nervo ottico e dei vasi emerge sulla retina si chiama PUNTO CIECO perché lì non esistono sensori e quindi non è in grado di registrare immagini. Prova: disegnare due grossi punti su un foglio, affiancati e distanti tra loro x es. 3 cm, chiudete l’occhio sx mentre fisserete lo sguardo dell’occhio dx aperto sul puntino di sinistra (o di dx se chiudete l’occhio dx), avvicinate piano il foglio all’occhio: arrivati a circa 8-10 cm vedrete scomparire il punto di destra: cosa succede? Il punto sx persiste perché è fissato dallo sguardo sulla fovea indipendentemente dalla distanza, mentre quello di dx scompare quando la sua immagine finirà per essere proiettata sul punto cieco. Gli occhi coprono in coppia la maggior parte (più centrale) dello stesso campo visivo ed i soggetti presenti per es. a destra vengono registrati nella metà sinistra di entrambe le retine, e rimandate per la elaborazione alla corteccia cerebrale di sinistra e viceversa (fig. 2). Tale visione binoculare, unitamente alla distanza tra gli occhi stessi consentono la visione stereoscopica tridimensionale: con un occhio chiuso non si ottiene la percezione della profondità. . VIZI DI RIFRAZIONE Un occhio normale senza vizi si dice EMMETROPE. Qualunque processo che alteri la trasparenza e la struttura della cornea e del cristallino (1a e 2a lente) ha come conseguenza una variazione della trasmissione e rifrazione dei raggi luminosi che non saranno più esattamente convergenti sulla macula della retina. Molto comuni sono anche i vizi di rifrazione, in cui i raggi luminosi non vengono focalizzati con precisione sulla retina perché, a causa di una lunghezza anomala del bulbo oculare, questa è spostata avanti o indietro rispetto al punto di fuoco delle lenti e quindi vengono focalizzati al davanti (bulbo lungo: MIOPIA) o dietro (bulbo corto: IPERMETROPIA). Nell’ASTIGMATISMO la cornea, invece di avere una conformazione di tipo emisferico assomiglia a un uovo, è cioè più curva in alcuni settori e meno in altri. L’immagine si forma insieme davanti e dietro la retina: la curvatura maggiore concentra i raggi davanti alla retina, la curvatura minore (perpendicolare alla prima) li concentra di meno e quindi li focalizza dietro. Poiché sulla retina giunge un’informazione sfasata e deformata, il soggetto percepisce un’immagine più o meno annebbiata. (fig. 3) L’astigmatismo può inoltre associarsi alle anomalie di lunghezza del bulbo dando origine a forme composte (Astigmatismo Miopico, A. Miopico composto, A. Ipermetropico, A. Ipermetropico composto, A. Misto). Questi sono vizi di rifrazione che possono essere presenti a qualunque età, mentre dopo una certa età subentra la PRESBIOPIA, in quanto il cristallino perde la sua elasticità e l’accomodazione per cui non è più in grado di mettere a fuoco da vicino (e viene corretta con una lente che ne compensi la funzione: gli occhiali “per vicino”), L’OCCHIO IN IMMERSIONE Come in ogni macchina fotografica anche nell’occhio vi sono una serie di lenti che sono calcolate per la messa a fuoco dei raggi luminosi sulla retina. Ogni lente ha un certo potere diottrico che nell’occhio deriva dalla formula: N2-N1/r dove N1 è l’indice di refrazione del primo mezzo, in questo caso aria o acqua; N2 è l’indice di refrazione del secondo mezzo quindi la cornea; r è il raggio di curvatura della cornea. con valori di N: aria = 1, acqua = 1.33, cornea = 1.37, in correlazione diretta alle relative densità. Nel passaggio aria/cornea registriamo un potere diottrico di circa 46 diottrie, mentre nel passaggio acqua/cornea esso è solo di 5 diottrie e, quindi, con la cornea a contatto diretto con l’acqua, ci troveremo di fronte ad un occhio funzionalmente ipermetrope (seppure a lunghezza di bulbo normale) nel quale l’immagine distinta si forma molto al di dietro della retina e, per questo motivo, senza maschera la nostra visione risulterà disturbata e appannata (fig. 4). Nei pesci la cornea ha solo una funzione protettiva e la messa a fuoco in acqua è affidata a un cristallino di grosse dimensioni che si sposta inoltre in avanti e indietro compensando il deficit visivo e l’aberrazione sferica (che porta alla formazione di una immagine distorta poichè i raggi distanti dall’asse centrale di una lente vengono focalizzati ad una distanza differente rispetto a quelli più centrali, con la riduzione dell’acuità visiva avvertibile a pupilla midriatica). Quando noi mettiamo la maschera ricreiamo sì l’interfaccia aria/cornea tornando a vedere in maniera distinta, però l’intermezzo di un ulteriore mezzo (VETRO con valore di N=1.5-1.8, molto denso), per la formula succitata fa sì che vengano falsate sia le distanze che sembrano del 25% inferiori al reale sia le dimensioni che sembreranno del 30% superiori al reale; per cui un delfino ci sembrerà ad una distanza di 3 metri mentre sarà a 4 metri e ci sembrerà più di 3 metri di lunghezza mentre invece sarà solo di 2,5. (fig. 5). Ciò avviene perché quando un raggio di luce (=onda elettromagnetica) che arriva con una certa angolazione passa da un mezzo meno denso ad uno più denso devia dalla sua traiettoria e si avvicina alla cosiddetta “normale” (90°, cioè l’asse ottico che attraversa perpendicolarmente la lente). Cioè riduce il suo angolo, mentre il passaggio inverso da più denso a meno denso lo allontana, cioè aumenta l’angolo di incidenza che giungerà all’occhio/cornea. Passata la cornea non si hanno più variazioni artificiose perché gli altri organi (umore acqueo/cristallino/vitreo) sono sempre gli stessi e non variano i relativi rapporti di rifrazione . Il gioco dei vari passaggi acquavetro-aria-cornea, cioè la sommatoria dei vari angoli di deviazione dà come risultato finale che i raggi giungano alla retina con inclinazioni superiori alla normale vista in aria, quindi più distanti tra di loro, interessando un’area maggiore di “pellicola” come se il punto di origine fosse più grande di circa 1/3 o più vicino di 1/4 di distanza. Una curiosità a proposito di visione subacquea: all’Università di Lund, in Svezia, hanno notato come i bambini dei Moken nel sud-est asiatico abbiano una vista ottima anche sott’acqua pur avendo un occhio dal punto di vista anatomico perfettamente uguale agli europei; questo accade perché pare abbia- no un riflesso pupillare particolare in base al quale in acqua la pupilla va in marcata miosi, che aumenta la profondità di campo proprio come per i diaframmi stretti nella macchina fotografica, oltre ad una capacità di accomodazione massimale del cristallino che compensa la forte ipermetropia indotta dall’ acqua. Anche le variazioni ambientali portano a disturbi della visione. Ben sappiamo che man mano si immerge in profondità l’intensità della luce che filtra dalla superficie (anche in acqua chiara) diminuisce gradualmente con un decremento percentuale non lineare della luminosità residua: 5 metri 25% 15 metri 12% 40 metri 3% Parallelamente con la profondità vengono assorbite le radiazioni a partire da quelle con lunghezza d’onda maggiore (ROSSO) così che al di sotto dei trenta metri si percepiscono soltanto le radiazioni blu/verde. L’occhio è dotato di un duplice meccanismo di visione: visione FOTOPICA mediata dai coni; visione SCOTOPICA mediata dai bastoncelli. I primi sono situati nella porzione centrale della retina ed in particolare nell’area ristretta detta fovea della macula e consentono la visione nitida e dei colori, mentre i secondi, nella periferia retinica, sono dotati di maggior sensibilità in visione crepuscolare (a basse intensità luminose) e maggior sensibilità alla percezione del movimento, ma con tonalità monocromatica. Man mano che si riduce l’intensità luminosa sarà sempre più preponderante l’informazione derivante dalla visione scotopica bastoncellare che però risulta meno “acuta” e aumenta ulteriormente la caduta di percezione dei colori già indotta dall’ambiente. Ovviamente una buona illuminazione artificiale restituisce i colori annullando il filtraggio dell’acqua e ripotenziando l’efficacia dei coni. La dispercezione del colore è il motivo per cui, ad esempio, un panorama innevato illuminato da un plenilunio (azione scotopica) ci appare di una tonalità più azzurrina, anche se la Luna possiede lo stesso identico spettro del Sole (azione fotopica), e per cui… di notte tutti i gatti sono grigi… L’immagine restituita soffre comunque di una riduzione di contrasto a causa di una maggiore o minore presenza di particelle in sospensione che però in questo caso può essere peggiorata da un potente fascio luminoso (effetto nebbia). In condizioni di scarsa luminosità, come sott’acqua, può essere utile imparare a “vedere senza guardare” cioè a saper cogliere quanto deriva dalla visione periferica (bastoncelli) scostando la fissità dello sguardo a lato del soggetto di interesse, come pure movimenti ambientali anche di bassa intensità si colgono “con la coda dell’occhio” (uno squalo che ti arriva di lato… forse ancestrali sistemi di difesa dell’animale uomo ). Il campo visivo che normalmente è di circa 180 gradi in orizzontale e di 90 in verticale è ridotto dalla maschera sia in laterale che in verticale a circa 85 gradi con una maschera normale per cui è necessario muovere il capo per poter vedere in alto, in basso e lateralmente. Tutto questo in presenza di una visione normale ed in assenza di vizi di refrazione. Per questi ultimi, analogamente all’ambiente esterno, anche in acqua noi potremo intervenire con correzioni: OCCHIALI e LENTI A CONTATTO. È possibile applicare al vetro della maschera delle lenti correttrici che correggono parzialmente o totalmente il vizio di refrazione miopico, ipermetropico e astigmatico. Tali lenti correttrici purtroppo però non sono disponibili per tutti i valori. Decisamente migliore è la soluzione di adoperare lenti a contatto (anche lenti multifocali in caso di presbiopia) purchè si tratti di lenti a contatto morbide, e in particolare lenti monouso e quindi da rimuovere ed eliminare alla fine della immersione, con ovvi vantaggi per quanto concerne la loro pulizia sia dal punto di vista batteriologico che chimico. Tali lenti inoltre contengono una altissima percentuale di acqua e sono estremamente permeabili all’ossigeno per cui il loro utilizzo sarà comodo purchè si osservi una semplice regola: RINNOVARE L’ARIA NELLA MASCHERA SOFFIANDO TRAMITE IL NASO L’ARIA ESPIRATA. Questa, che peraltro è una manovra che ogni subacqueo abitualmente esegue per evitare il colpo di ventosa è, indipendentemente dalla presenza o meno di lenti a contatto, di importanza fondamentale per aumentare la concentrazione di ossigeno all’interno della maschera in quanto, come già detto, la cornea è un tessuto dal metabolismo molto attivo ed ha bisogno di una notevole quantità di ossigeno, in mancanza del quale (in un periodo di tempo medio lungo) può portare a una sofferenza cronica dell’epitelio corneale e quindi all’edema corneale ed infine alla formazione di ulcere corneali. Al contrario, le lenti a contatto rigide normali o semipermeabili sono pochissimo permeabili all’ossigeno, molto meno stabili sull’occhio (più facilmente perdibili) e inoltre possono essere sottominate da piccole bolle d’aria che si possono formare sotto la lente in riemersione con conseguente ulteriore instabilità e formazione di punti secchi sull’epitelio corneale. Per ovviare al fenomeno della limitazione del campo visivo, della falsa stima delle distanze e delle dimensioni, sono in commercio delle maschere, di produzione USA (fig. 6) che tramite un sistema ottico particolare allargano il campo visivo fino a 170 gradi in orizzontale e a 90 in verticale e possono correggere anche la presbiopia fino a 2 diottrie. Tali maschere vanno bene per i soggetti miopi di basso potere mentre i soggetti normali con 10/10 di vista da lontano devono indossare le lenti a contatto aggiuntive che usano i subacquei transitoriamente miopi. Con le lenti a contatto bisognerà anche fare attenzione all’uso di sostanze chimiche tipo antiappannanti che possono essere assorbite dalla lente e provocare una sofferenza chimica della cornea, per cui è meglio usare alla vecchia maniera la propria saliva, essendo tutte le sostanze chimiche potenzialmente soggette ad evaporare dentro la maschera. Da parte di atleti apneisti vengono adoperate delle particolari lenti a contatto che aumentando notevolmente la curvatura della faccia anteriore della cornea aumentando il suo potere diottrico per permettere una immersione senza maschera. IDONEITÀ E CONTROINDICAZIONI ALL’IMMERSIONE Il giudizio sull’idoneità all’immersione per l’apparato visivo (con norme più restrittive per subacquei militari o professionali) così come per gli altri organi ed apparati può essere emesso rispondendo a due semplici domande: 1.Può la condizione fisica del soggetto essere d’impedimento al punto tale da essere pericolosa per lui stesso e per chi lo accompagna in ambiente iperbarico? 2.Può la condizione patologica peggiorare in ambiente iperbarico? Le controindicazioni all’immersione per patologie oculari: A)Temporanee 1.Presenza di gas intraoculari; 2.Recenti interventi chirurgici; 3.Presenza di problemi visivi da pregresse DCS (malattia da decompressione) o EGA (Embolia della arteria centrale della retina) B.Assolute 1.Inadeguata acutezza visiva con pericolosità per scarsa visione in ambiente subacqueo; 2.Patologie vascolari retiniche, coroideali, possibili recidive di incidenti vascolari; 3.Patologie vascolari del nervo ottico (stress ipossico del nervo); 4.Cheratocono (possibilità di rottura della cornea assottigliata per effetto ventosa); 5.Presenza di impianti orbitali cavi e possibilità di implosione degli stessi; Ovviamente il punto B1 comprende i non-vedenti che però possono godere dell’immersione con l’appoggio di accompagnatori preparati. Nel corso di interventi chirurgici sul vitreo e sulla retina spesso vengono introdotti nel bulbo oculare dei gas a lento assorbimento per il tamponamento della retina e per curarne il distacco: è chiaro come questi gas possano modificare il loro volume per le variazioni di pressione provocando un danno all’occhio. Individui che sono stati sottoposti ad interventi chirurgici recenti dovranno sottoporsi ad un periodo di convalescenza durante il quale l’immersione è controindicata in maniera assoluta, indipendentemente dalla profondità. Vari fattori possono rappresentare un rischio per la corretta guarigione del paziente post-chirurgico: microrganismi che possono contaminare cicatrici non riepitelizzate ed infettare gli organuli esterni o penetrare all’interno del bulbo oculare in caso di interventi perforanti come cataratta e trapianto di cornea, le variazioni di pressione ambientale e le Pp gassose ematiche, mentre anche una minima pressione negativa nello spazio Maschera/Faccia (effetto ventosa) potrebbe causare una rottura di cicatrizzazione ancora incompleta. Non esistono dati che possano esserci d’aiuto nella valutazioni delle potenziale pericolosità dell’immersione negli operati di distacco di retina. I periodi di convalescenza consigliati dopo interventi chirurgici per patologie oculari sono di seguito sintetizzati, ma in ogni caso si consiglia di demandare ad uno specialista la valutazione della situazione in atto. Periodi di convalescenza raccomandati prima di immergersi Chirurgia del segmento anteriore Cheratoplastica perforante: 6 mesi Suture di ferite corneali: 6 mesi Chirurgia della Cataratta 1. Incisione tradizionale non a valvola: 3 mesi 2. Incisione corneale a valvola: A. Taglio corneale: 2 mesi B. Tunnel sclerale: 1 mese Cheratotomia radiale: 3 mesi Cheratotomia astigmatica: 3 mesi Chirurgia filtrante per Glaucoma: 2 mesi PRK: 1 mese Lasik: 1 mese Asportazione pterigion: 2 settimane Chirurgia congiuntivale: 2 settimane Rimozione sutura corneale: 1 settimana Argon laser trabeculoplastica: Nessuna attesa Iridectomia Yag laser: Nessuna attesa Vitrectomia (con gas completamente riassorbiti): 2 mesi Chirurgia distacco di retina: 2 mesi Retinopessia pneumatica (con gas completamente riassorbiti): 2 mesi Retinopessia o fotocoagulazione laser per rotture: 2 settimane Chirurgia oculoplastica Chirurgia su palpebra: 2-3 settimane Sutura di ferita: 2 settimane Trapianto di pelle o ferita esuberante, Epitelizzazione completa, Enucleazione: 2 settimane Impianti cavi: Controindicazione assoluta Chirurgia strabismo: 2 settimane PATOLOGIE DA IMMERSIONE Perdita fugace della vista a seguito dell’immersione Si tratta in linea di massima di cali del potere visivo transitori conseguenti ad agenti esterni. Ricordiamo che possono essere conseguenti: • Incollamento della lente a contatto per il sale con conseguente irritazione congiuntivale e sofferenza corneale. • Edema corneale o secchezza da aria sotto lenti a contatto rigide • Dislocazione della lente a contatto • Sofferenza chimica dell’epitelio corneale da antiappannanti • Cheratopatia da raggi U.V. in caso di saldature subacquee • Corpi estranei sotto palpebrale con conseguente blefarospasmo (la chiusura persistente e involontaria delle palpebre) Barotraumi oculari Queste sono le patologie più preoccupanti perché possono provocare lesioni a carico del bulbo oculare che possono avere come conseguenza danni transitori o permanenti della funzione visiva. L’occhio è al riparo da danni diretti da pressione in quanto essendo pieno di due mezzi liquidi (l’umor acqueo ed il corpo vitreo) e con altri tessuti ad alta concentrazione d’acqua, le strutture oculari sono potenzialmente incomprimibili e se effetti negativi da pressione ci sono sull’occhio essi sono la conseguenza delle pressioni sull’apparato circolatorio e quindi su vasi e sangue che, tramite il sistema dei vasi retinici e dei vasi coroideali, risentono a valle della compressione esercitata sui vasi polmonari all’aumentare della pressione idrostatica. Diversa è la situazione di cosa si verifichi durante l’immersione quando la pressione agisce sullo spazio pieno d’aria dietro la maschera con effetto sul sistema circolatorio poichè l’occhio è dotato di una ricca vascolarizzazioneLo schiacciamento della maschera o effetto ventosa Man mano che ci si immerge a causa dell’aumento della pressione l’aria che è contenuta dietro la maschera si riduce di volume secondo la legge di BOYLE MARIOTTE (PxV= costante) per cui all’aumentare della pressione ambiente la maschera stessa si incolla al viso trasformandosi in una ventosa. Quando i bordi della maschera si sono deformati al massimo la maschera comincerà a fare trazione su occhi, vasi del naso e pelle del viso. Questo provocherà delle emorragie sottocongiuntivali e a volte anche lesioni oculari più gravi, come emorragie retiniche (fig. 7) che faranno diminuire in maniera repentina il visus a volte anche fino a zero. L’evoluzione delle emorragie retiniche specie se a carico della macula può essere molto vario, portando a una perfetta guarigione in caso di riassorbimento veloce ma anche a esiti permanenti in caso di cicatrici retraenti, per cui un calo della visione va subito sottoposta all’oculista. Le emorragie sottocongiuntivali e cutanee al contrario si riassorbiranno rapidamente . Non vi sono casistiche né conferme alla credenza “sub-popolare” della possibile enucleazione del bulbo da ventosa… In ogni caso per prevenire tali problematiche basterà ricordarsi di soffiare nella maschera per compensare la pressione in fase di discesa. Incidenti da decompressione Sir Robert Boyle descrisse nel 1670 la presenza di bolle nella camera anteriore dell’occhio di una vipera sottoposta ad una decompressione improvvisa dopo una compressione. L’esperimento è tuttora ampiamente riproducibile anche su topi (fig. 8) con analoghi risultati: l’occhio globalmente inteso, per il suo elevatissimo contenuto liquido può essere considerato un tessuto rapido, con ciò che ne consegue in termini decompressivi ma più comunemente, ed indipendentemente da quello che può succedere all’interno dell’occhio, la presenza di bolle nel sangue (emboli gassosi) può causare un blocco a qualsiasi livello della vascolarizzazione oftalmica con conseguenti fenomeni neuro-oculistici gravi che possono portare a: Diplopia (visione sdoppiata come incrociando gli occhi ); Nistagmo (movimenti “a pendolo” vert. o orizz. degli occhi); Scotomi o fosfeni (puntini luminosi a ”stella” o macchie scure); Dolori orbitari; Dolori dei muscoli oculari; Difficoltà a vedere da vicino; Occlusione della arteria centrale della retina Perdita monolaterale di microaree visive; Quadrantopsia o emianopsia (perdita di ¼ o ½ del campo visivo). Altri sintomi visivi pure ad occhio integro sono riferibili a forme di patologia decompressiva neurologica a carico di varie aree del cervello (in particolare la corteccia cerebrale occipitale a cui arrivano gli impulsi elettrici dalla retina o di altre aree deputate all’integrazione del segnale elettrico) o del tronco cerebrale (per i movimenti oculari) o a carico del nervo ottico: cecità corticale; neuropatia ottica; deficit motori oculari. L’incidenza della malattia da decompressione con sintomi oculari è tra il 7 e il 12% dei casi e i danni retinici che si evidenziano sono la conseguenza di danni alla circolazione coroideale. Ricordiamo inoltre che l’ossigeno iperbarico può avere degli effetti tossici con conseguenti sintomi imponenti quali: nistagmo; visione annebbiata; restringimento del campo visivo (“visione a tunnel”); emianopsia transitoria; allucinazioni visive. Tutti i sintomi sopra citati sono fortunatamente reversibili dopo la sospensione del trattamento. Problematiche di questo tipo si possono presentare in particolare nell’uso delle miscele Nitrox specie se adoperate in maniera impropria, superando la pressione parziale limite di di 1.6 bar di ossigeno. Ricordiamo che i sintomi visivi in caso di tossicità da O2 sono tutto sommato a medio bassa frequenza, ma quando presenti sono altamente specifici per confermare un sospetto diagnostico. PRONTO SOCCORSO OCULISTICO È infine opportuno fornire piccole note di pronto soccorso oculistico con particolare riguardo a quanto possa accadere in acqua a carico del segmento anteriore . Le ferite palpebrali devono essere trattate in ambiente specialistico ed il compito di pronto soccorso si limita alla attenta detersione della ferita stessa e quindi al contenimento della zona accidentata facendo attenzione ad ogni più piccolo frammento di cute che possa in un secondo tempo risultare utile nella ricostruzione della soluzione di continuo. I corpi estranei corneali sono un pochino più complessi come risoluzione in quanto prevedono l’uso di una piccola lancia per la rimozione degli stessi ma soprattutto l’impiego di un anestetico di contatto, per cui si consiglia l’approccio medico e/o specialistico. Ciò è invece d’obbligo in caso di FERITE CORNEALI PROFONDE, SCLERALI o se si sospetta una PERFORAZIONE DEL BULBO (una semplice ispezione e palpazione rivela un bulbo oculare di consistenza molle). F.I.A.S. ha stipulato un accordo con Myframesaver, azienda che commercializza occhiali ed ottica in genere delle migliori marche. Nella consueta politica di favorire i nostri Soci e i loro familiari, abbiamo ottenuto per tutti coloro che vorranno acquistare i prodotti commercializzati da Myframe- Le lesioni chimiche della cornea Devono essere sottoposte rapidamente ad un lavaggio abbondante con soluzione fisiologica eventualmente direttamente con un deflussore x flebo in irrigazione continua o con gli appositi kit di lavaggio oculare (in genere presenti nelle valigette di pronto soccorso sui posti di lavoro) e successivo trattamento con antibiotico associato o meno al cortisonico nel caso in cui ci sia una soluzione di continuo della cornea. Per tutti questi casi, quando fosse necessario il bendaggio oculare di protezione in attesa di trasferimento dallo specialista, dobbiamo ricordare che VA COPERTO E RESO CIECO ANCHE L’OCCHIO SANO in quanto i globi oculari eseguono sempre movimenti appaiati, per cui se l’occhio sano gira e si muove seguendo automaticamente quanto avviene intorno, lo stesso farà sotto la benda l’occhio leso, molto probabilmente aggravando le sue condizioni per il microtraumatismo indotto dal movimento e dal contatto congiuntivo/sclerale con la palpebra. CONCLUSIONI Che dire ancora, seppur tantissimo sia stato tralasciato? …è pur certo che se siete arrivati a leggere fin qui… oltre alla pazienza, ringraziate i vostri occhi! convenzione convenzione I corpi estranei congiuntivali e sottopalpebrali Patologia molto comune: il nostro intervento è abbastanza facile quando si tratta di CE congiuntivali evidenziati tramite la trazione forzata della palpebra inferiore ed il movimento del bulbo oculare in varie direzioni, ma è più arduo se il CE è sottopalpebrale superiore, che potrà essere evidenziato solamente se sapremo fare la manovra di rovesciamento della palpebra, manovra assoutamente non pericolosa seppure di aspetto “impressionante”, (fig. 9) che consiste in una contemporanea pressione alla base della palpebra (aiutandosi con una bacchettina tipo fiammifero appoggiatavi di traverso) ed una contemporanea trazione in alto delle ciglia. Il nostro intervento porta in questi casi un immediato sollievo al paziente e si limiterà oltre alla rimozione del CE, alla instillazione di un collirio antibiotico e di lacrime artificiali ripetute circa ogni due ore. Se dopo l’asportazione del CE si presenta un dolore persistente riferito alla palpebra superiore è probabile una abrasione corneale; in questo caso assoceremo alla instillazione dei farmaci il bendaggio possibilmente compressivo in attesa dell’intervento dello specialista. saver, uno sconto del 5% sul prezzo pubblicato. Sul sito www.fias.it è presente, nella colonna a destra, un link che rimanda alla pagina www.myframesaver.it Dopo aver scelto il prodotto desiderato, inserire il codice sconto AFF-FIAS-ZNWENFQY nella pagina carrello nell’apposito spazio riservato per gli sconti.