Editore: Centro Culturale San Lorenzo 46040 Guidizzolo (MN) - Direttore responsabile Andrea Dal Prato - Tariffa R.O.C.: ”Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB - Brescia - Euro 0,20
BIMESTRALE DI ATTUALITÁ, CRONACA, CULTURA E POLITICA - GUIDIZZOLO MN
Fiera
in musica
Anche
la luna piange
ANNO XVI N. 90 - GIUGNO 2010
Quanti siamo,
cosa facciamo
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Editoriale
Numeri utili
Grande performance del tamburello
Riccardo Darra: Arte e sport
Racconti di un viaggio
Cronaca
Davanti alla Sindone un Volto che ci interroga
Desirée Bombana Cavaliere della Repubblica
Pro-Loco informa
Istituto Statale d’Arte
Carlo Maccari Assessore in Regione
Anima e cuore
Pensioni e dintorni
Notizie dall’Amministrazione Comunale
Gianluigi Troletti
Arte & dintorni
Amabili resti
Sul mare
Anche la luna piange
Noi e la legge
Noi e il fisco
Tacabanda
Gruppo Micologico Naturalistico
Henry , in pieno deserto
“sul mare di sabbia
color oro” (pag. 10)
Gli “Sbandieratori” di
Asti alla fiera del 2006
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2
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editoriale
Andrea Dal Prato
Dopo 12 anni abbiamo voluto rifare la “conta” degli abitanti e delle attività locali.
Il primo dato che balza subito all’occhio è il forte aumento di abitanti, dopo molti anni quasi
stabili o con amenti di poche unità, siamo passati da 4.951 a 6.140 con un incremento degli
stranieri da 116 a 950. In sintesi su di un aumento complessivo di 1.189 unità, 355 riguarda
gli italiani e 834 gli stranieri, questo a dimostrazione che Guidizzolo è un paese che, nonostante alcune polemiche in atto, accoglie e sa accogliere i cittadini stranieri nonostante la
crisi economica in atto. La maggior parte di questi fanno parte di famiglie ben integrate nel
tessuto economico e sociale. Certo è che il problema, in particolare per la forte natalità
nelle famiglie straniere, esiste e sarà da affontare con serenità e saggezza, senza chiudere le porte, ma neppure aprirle senza alcun controllo.
Diamo ora un po’ di numeri.
A Guidizzolo abitano, in base a dati raccolti nello scorso mese di aprile, 2.351 nuclei famigliari i cui capifamiglia sono rappresentati dai maschi, 1.738 e dalle femmine, 613.
In una seconda analisi, distinguendo i nuclei famigliari residenti nel capoluogo da quelli
abitanti nelle tre frazioni, rileviamo che a Guidizzolo (capoluogo) vivono 1.923 famiglie, a
Birbesi 249, a Rebecco 152, a Selvarizzo 25.
Complessivamente i Guidizzolesi sono 6.140: 3.004 maschi e 3.136 femmine.
Nel capoluogo gli abitanti sono 4.962 (2414 maschi e 2548 femmine), a Birbesi 690 (341maschi e 349 femmine), a Rebecco 423 (215 maschi e 208 femmine) ed a Selvarizzo 65 (34
maschi e 31 femmine).
Le vie del paese più “affollate” sono risultate: via Sajore (Birbesi) con 225 abitanti, via
Solferino con 190, via Don Luigi Sturzo con 164 e viale Europa con 140. Le vie meno affollate sono, invece: via Acqua che Corre con
1 abitante, via Garibaldi e via San Lorenzo con
2, via Cavour con 3 e via Mincio con 4 abitanti.
Gli stranieri censiti sono in tutto 950 (507 maschi
e 443 femmine) così distribuiti: 837 nel capoluogo, 78 a Birbesi, 31 a Rebecco e 4 a Selvarizzo.
A questo proposito, le vie più abitate dagli stranieri sono risultate: via Solferino 66, via Sajore
42, strada Marchionale 11, e via Goito 13.
Ma come va l’economia di Guidizzolo?
Abbastanza in crisi, stando alle cifre, anche se i dati che vi proponiamo in questa sede non
saranno gli stessi tra qualche anno, fra un mese e, forse, neppure tra una settimana. Ma,
si sa, per valutare la crescita di un paese, se per crescita intendiamo oltre a quella umana
anche quella economica, occorre “fotografare” la situazione attuale immaginando tutto
da un punto di vista estremamente statico.
Nel comune virgiliano si contano 261 (erano 206) imprese artigiane, di cui 18 a Birbesi e 7 a
Rebecco che impiegano in tutto 420 addetti, con una diminuzione di circa 200 addetti, pur
con un aumento di 55 aziende, segno di un forte frazionamento.
Ben 97 sono i commercianti al minuto in sede fissa che operano nei seguenti settori: alimentare 21, tessuti ed articoli di abbigliamento 17, mobili, apparecchi e materiali per la
casa 13, generi vari 44. I commercianti ambulanti (itineranti) sono 15 equamente distribuiti
in commercio di alimenti e non. Ventidue in tutto gli esercizi pubblici, 10 tra ristoranti - pizzerie - trattorie, 12 fra bar - caffè e pasticcerie. I parrucchieri sono 16 (2 per uomo e 14 per
signora o unisex), le estetiste 7, le lavanderie 3, 2 sono i distributori di carburante. E, per
finire, il mercato settimanale prevede 58 posteggi assegnati di cui: 18 alimentari e 40 non
alimentari. Sostanzialmente invariati i commercianti, gli esercizi pubblici, i parrucchieri, i
posteggi sul mercato e distributori, una sensibile positiva variazione per le estetiste, che
sono passate da 3 a 7. Le aziende agricole sono 154 e occupano circa 350 addetti, con
una diminuzione di oltre il 40%. Le industrie sono 14 ed impiegano 400 dipendenti, con una
diminuzione di 23 %.
Le cifre sarebbero molte altre ancora, segno evidente di una importante trasformazione in
atto nel Comune di Guidizzolo, dove appare evidente che ad un aumento della popolazione
vi è stata una diminuizione delle unità lavorative. Ma, si sa, troppi numeri danno alla testa
e... per un’analisi più concreta e competente della situazione ci rivolgeremo agli esperti
delle singole categorie.
Quanti siamo,
cosa facciamo
3
DIRETTORE
RESPONSABILE
Andrea Dal Prato
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“San Lorenzo”
via Virgilio, 25
46040 Guidizzolo (MN)
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CARABINIERI - tel. 0376 819006 - 112
VIGILI URBANI - tel. 0376 840241
PRO LOCO Guidizzolo - tel. 0376 1620426
GAS (metano) - Pronto intervento tel. 800 905 440
BIBLIOTECA COMUNALE - tel. 0376 840435
Teatro e manifestazioni - tel. 0376 1620428
Oratorio San Lorenzo - tel. 335 1211999
FONDAZIONE “RIZZINI” onlus - tel. 0376 819120
FONDAZIONE “NonSoloArte” - tel. 0376 840303
ISTITUTO COMPRENSIVO - 0376 819049 - 819059
ISTITUTO STATALE D’ARTE - tel. 0376 819023
Cooperativa “Orizzonti” - tel. 0376 847326
PARROCCHIA Birbesi - tel. 0376 819602
PARROCCHIA Guidizzolo - tel. 0376 819052
POSTE E TELEGRAFI - tel. 0376 840091
SISAM (acquedotto) - 800 859370 - 0376 771869
PROTEZIONE CIVILE - tel. 0376 847388
Prenotazione ambulanza - tel. 349 8608653
ORARIO DI APERTURA
Da lunedì a venerdì: dalle 10 alle 13
Sabato: dalle 10 alle 12
• Dr.ssa Emi Ghisolfi - Cell. 333 8356733
Prenotazione visite: 0376 840433 (8.30-12.30)
Lun. Giov. Ven.: dalle 16 alle 19 (su appuntamento)
Mar. Mer. Gio.: dalle 10 alle 13 (su appuntamento)
• Dr. Orfeo Valerio Galvani
Ambulatorio 0376 819794 - abitazione 0376 819096
Lun. Mar. Mer. Gio.: dalle 9,30 alle 12,30
Mer. Ven.: dalle 16,30 alle 19,30 (su appuntamento)
• Dr. Giuliano Ponti
Ambulatorio 0376 819475 - abitazione 0376 819177
Lun. Mar. Mer. Ven.: dalle 10 alle 12.30
Giovedì: dalle 16.30 alle 19
Ambulatori medici presso sede AVIS
piazzale Alessandro Dal Prato
• Dr.ssa Doriana Bertazzo
Riceve su appuntamento tel.0376 83040 - 838500
Martedì dalle 17 alle 18,30
Giovedì dalle 8,30 alle 9,30
• Dr.ssa Angela Gatti - tel. 338 2619350
Lunedì - Mercoledì - Venerdì: dalle 17.30 alle 18.30
Ambulatorio Medole - tel. 0376 898109
Ufficio Tecnico:
lunedì e mercoledì dalle 10 alle 12.30
sabato dalle 10 alle 12
Pediatra di base
• Dr.ssa Stella Schena
Riceve su appuntamento tel. 0376 847098
Lun. Mart. Giov.: dalle 9.30 alle 12.30
Merc.: dalle 16 alle 19 - Ven.: dalle 14 alle 17
Assistente sociale:
lunedì e mercoledì dalle 10 alle 12.30
NUMERO VERDE FARMACIE DI TURNO
tel. 800-228521 (Guidizzolo 0376 819005)
Polizia Municipale:
mercoledì e sabato dalle 9 alle 11
Su appuntamento tel. 0376 840241
Ambulatorio igiene pubblica - tel. 0376 846713
Amb. vaccinazioni pediatriche - tel. 0376 846705
Servizio di medicina veterinaria - tel. 0376 846724
Servizio igiene degli alimenti - tel. 0376 846737
Servizio medicina del lavoro - tel. 0376 846733
Igiene dell’edilizia ed igiene pubblica - tel. 0376 846738
Segreteria e protocollo:
Da lunedì a sabato dalle 9 alle 12.30
APERTURA
invernale
lun. 9-12 / 14.30-18.30
mar. giov. 14.30-18.30
mer. ven. 9-12
sab. 9-12
estivo
9-12 / 15-19
15-19
9-12
ORARIO DI APERTURA
Lunedì Mercoledì e Venerdì dalle 14.30 alle 17.30
Sabato: dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30
Stampa:
Arti Grafiche Studio 83 (VR)
Cellofanatura
e spedizione postale
Coop Service s.c.r.l.
Virle Treponti (BS)
4
COSTO MODULI
1 modulo verticale:
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4 moduli orizzontali:
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1/2 pagina:
mm 124 x 170 E. 180,00
Pagina intera:
mm 277 x 170 E. 340,00
Ciclo Club 1977 - tel. 0376 818189
AVIS - AIDO - tel. 0376 840177
Raphaël - Ambulatorio Castel Goffredo 0376 771292
Amici di Rebecco - tel. 0376 819678
Associazione Commercianti - tel. 0376 818715
Calcio Guidizzolo - tel. 0376 819172
Centro Sociale “La Mimosa” - tel. 0376818419
Corpo Bandistico - tel. 0376 840090
CSE-Anffas - Rebecco - tel. 0376 818253
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ORARIO DI APERTURA DOMENICALE
Maggio - Settembre dalle 17.00 alle 19.00
Ottobre - Aprile
dalle 15.30 alle 17.30
estivo
invernale
GUIDIZZOLO
Festivi:
Prefestivi:
Feriali:
8 - 9.30 - 11 - 18 19 7.30 - 18 17
18
17
BIRBESI
Festivi:
prefestivi Feriali: mart. giov.
9.30
18.30 8.30
18
REBECCOPrefestivi 18 17
Grande performance del
tamburello mantovano
L’occasione era di quelle importanti: il Coni
mantovano premiava gli sportivi che maggiormente si sono distinti nel 2009; in pratica la ‘notte degli oscar dello sport virgiliano’. Un’occasione durante la quale la Federazione Italiana
Palla Tamburello si è unità al Coni rimarcando i
campioni del proprio settore. Sicuramente primo fra tutti Cesare Maccari, premiato dal Coni
con la ‘Croce di Bronzo al merito sportivo’ per
la sua lunga militanza nello sport, per la sua
vita nel tennis e nel centro sportivo di Guidizzolo; Cesare Maccari che sportivamente nasce
come tamburellista e proprio per questo la Fipt
nazionale e provinciale, con il Coni, lo ha insignito di una targa con la seguente motivazione:
‘Per la costante, preziosa attenzione e per l’aiuto alla Palla Tamburello Nazionale e Provinciale, prima come giocatore e poi come presidente
del Tennis Club Guidizzolo e
ora anche come amministratore. Per aver avuto la
capacità di costruire in breve tempo uno dei migliori
campi da gioco della Palla
Tamburello. Determinazione
e forte impegno personale
per la realizzazione, con altre strutture sportive, di una
piccola –Città dello Sportguidizzolese’. Con Maccari,
nell’ambito del tamburello,
sono stati premiati: le ragazze di terza media dell’Istituto
Comprensivo di Guidizzolo
vincitrici del titolo italiano
indoor 2009 (Marta Angeri,
Elisa Zandonà, Martina Castellini, Francesca Bianchera, Irene Bonoldi, Andrea
Cindy Gualano, Sara Zecchini, Alice Tarchini, Desirèe
Urbani e Giulia Nosari.); i
campioni italiani Mauro Bassignani e Andrea
Marcazzan; la giovane promessa Nicolò Boschini della Nat Malavicina il quale nel 2009 ha
conquistato il titolo italiano oltre ai provinciale e
regionale open e indoor; il Comune di Cavriana
‘per l’impegno dimostrato in questi anni nell’organizzazione e nel sostegno di manifestazioni
sia a carattere locale che nazionale organizzate sul proprio territorio; per la pregevole attività
di promozione in ambito scolastico’. Un gala del
Coni sicuramente intenso, dove lo sport, quello vero fatto di passione e sacrificio, è emerso
in tutta la sua prorompente vitalità con i tanti
sportivi emozionati accolti dal presidente provinciale Coni Mauro Redolfini e, per il tamburello, dai vertici nazionale Emilio Crosato, regionale Enzo Cartapati e provinciale Giancarlo Rizzi.
Sergio Desiderati
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5
Riccardo Darra:
Arte e sport
A Cavriana è sufficiente chiedere di ‘Sergino’: tutti sanno chi è. In realtà, all’anagrafe,
risponde al nome di Riccardo Darra, e così
diventa noto anche ai non cavrianesi. Da ragazzo ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte
di Guidizzolo del prof. Alessandro Dal Prato e
l’arte è sempre stata una delle sue passioni.
Una, perché le altre grandi passioni sono lo
sport ed il suo paese; da sempre, nello sport
come atleta prima e dirigente poi, per la
sua Cavriana da organizzatore di eventi per
un’attività di promozione umana e del territorio con il gruppo ‘Nonangolo’ che darà vita
(in molti dicono che l’idea sia proprio partita
da lui) al Palio della Capra d’Oro di cui nel
2007 si è corsa la decima edizione e che è
diventato ormai, insieme alla tradizionale
torta di San Biagio, uno degli emblemi della
cittadina collinare. In grado di far confluire
all’ombra del castello migliaia di persone
Scuola d’Arte quando si prepara e si disputa il palio tra le 8
foto di fine anno contrade per l’occasione addobbate a festa.
del 1960 Dal punto di vista professionale lo possia-
Autotrasporti
SIMIONI
GIANCARLO
mo definire un’artista del vetro, attività che
oggi condivide con il figlio Raffaele. Le sue,
le loro creazioni, non hanno eguali in nessuna parte del mondo; l’originalità dei materiali e delle composizioni hanno conquistato
i mercati internazionali. Basti pensare che
Darra vende oggetti di vetro a Venezia! Ed è
l’unico non muranese a poterlo fare. Sul versante sportivo dobbiamo ricordare che tra la
fine degli anni ’60 e la seconda metà del decennio successivo (smetterà di correre nel
1977) ottiene i record provinciali del mezzofondo dai 3.000 siepi fino alla maratona, oltre
ad un titolo italiano di corsa campestre per
non tesserati a Luino nel varesotto. Ed il suo
limite provinciale sui 10.000 resiste ancora
oggi dal 1975. Ha gareggiato, sempre da dilettante ‘…non perdendo mai una giornata
di lavoro, dice’, per tutta Italia ed in diverse manifestazioni all’estero rappresentando i nostri colori ed a contatto spesso con i
migliori atleti del mondo, dai keniani in giù.
‘Loro erano troppo forti, ci dice, avevano un
altro passo’, e lui arrivava comunque li vicino in gare come la classica ‘5 mulini’, la corsa campestre internazionale probabilmente
più nota in Italia. Correva per la Libertas
Mantova, dalle 40 alle 50 gare all’anno; ad
un certo punto gli propongono un contratto
interessante, ‘con parecchi soldi, confida’,
ma ci sono troppi vincoli ed allora smette.
Lo sport deve essere divertimento. Ed allora eccolo pensare ai giovani del suo paese.
Diventa dirigente e l’attività a cui con altri
appassionati danno vita è di tutto rispetto.
Tanti ragazzi si appassionano, cominciano a
correre, vengono organizzate manifestazioni che richiamano molta gente. E giungono
anche risultati. Una quindicina di anni fa
eccolo con alcuni altri cavrianesi dar vita,
come dicevamo, al gruppo Nonangolo, ‘per
dare risposte al desiderio di aggregazione di
E’ un piacere indossarlo
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diversi ragazzi che non si riconoscevano in
altre associazioni; sempre però nell’assoluto rispetto di tutti e con la volontà più ampia
possibile di collaborare con ognuno’. Perché questa è proprio la sua filosofia: lavorare, e spesso lavorare sodo, per poter dare
una mano sempre con l’occhio di riguardo
rivolto alla sua Cavriana. Dalle prime feste
di carnevale ai giochi per i ragazzi, dai concorsi fotografici per bambini fino ai percorsi
di riscoperta del borgo con visite guidate. Si
arriva nel 1998 alla prima edizione del Palio.
All’inizio con 4 contrade, poi 6 e successivamente 8. “Negli ultimi anni, ci dice, intorno
al Palio, grazie all’Amministrazione comunale e ad altri gruppi e associazioni, sono
fiorite diverse iniziative che vanno sotto il
nome de ‘Il tempo del Palio’, a mio avviso
idea azzeccatissima. E poi, alcune contrade
hanno già iniziato e le altre lo faranno sicuramente, si sono instaurati tra le persone
rapporti ancora più stretti tanto dal punto
di vista dell’amicizia che della continuità
durante l’anno sfruttando le situazioni che
di volta in volta si presentano per rendere
sempre più accogliente la contrada: per i
cavrianesi e per quanti, sempre più numerosi, vengono a visitarci”. Il Palio sta diventando quindi un importante motore di traino: “Sicuramente, dice Riccardo. Lo scorso
anno abbiamo forgiato proprio un marchio,
relativo al Palio, con un vero e proprio ‘bollino’: chi lo ha sfruttato si è subito accorto
di quale importanza abbia”. Idee quindi ci
sono: “Quelle non mancano mai. Anche se, e
qui voglio lanciare l’invito a tutti, c’è sempre
bisogno di persone nuove che portino anche
altre idee. Noi, come dicevamo, siamo par-
titi 12 anni fa. Ma il Palio è uno degli eventi
di Cavriana per cui sono i cavrianesi, siamo
tutti noi, a doverlo fare crescere ulteriormente. Sono le famiglie di Cavriana, perché
è dalle famiglie che può venire continuità e
crescita. E’ come quando correvo a piedi e poi
seguivo i ragazzi della
società: là dove c’erano
famiglie motivate vi era il
futuro.”. Cosa direbbe ai
giovani? “Io penso, conclude, che ai giovani bisogna creare interessi. E
questo è compito nostro.
Poi lasciar loro lo spazio
per ‘diventare grandi’, in
tutti i sensi.” Con questo
invito ci lasciamo. La nostra chiacchierata è finita. “Ma non chiamatemi
‘protagonista’, conclude.
Io ho solo avuto la fortuna di poter fare nella vita
le cose che mi piacevano. E questo non è poco”.
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Montagnana,
la città murata
Dopo esserci spinti tanto lontano, eccomi pronta a proporvi la classica gita fuori porta, da affrontare comodamente in giornata nei pressi
della ridente cittadina di Montagnana.
Nella fertile campagna che fu l’alveo dell’Adige, Montagnana è universalmente famosa per
la sua splendida cerchia muraria medioevale
perfettamente conservata, testimone di un’antica storia. La presenza dell’uomo qui risale, infatti, a dieci millenni avanti Cristo: questa era
la terra degli antichi Veneti, abili e conosciuti
allevatori di cavalli.
Ma è sicuramente la superba cinta muraria
ad impressionarci non appena giungiamo a
destinazione. Le mura, turrite e merlate, alte
poco meno di venti metri e dalla caratteristica
tinta calda che assume e riflette le sfumature
dell’ambiente circostante, si snodano ancora
oggi intatte per circa 2 Km. Completano la cinta
due imponenti fortificazioni: Castel San Zeno e
la Rocca degli Alberi, vero gioiello di architettura militare.
Dirigiamoci ora verso la parte orientale della
città dove spicca Castel San Zeno, costituito
da quattro ambienti che ruotano attorno ad un
cortile interno e la cui torre costituisce l’edificio militare più
antico della città che domina,
con i suoi 38 metri di altezza, il
dolce paesaggio circostante.
L’interno del castello è stato adibito a spazio pubblico:
ospita infatti il Centro Studi
sui Castelli che raccoglie una
cospicua documentazione sui
castelli di tutta Europa, assieme al Museo Civico. Seguiamo
il percorso delle mura e giungiamo nella parte occidentale
dove troviamo incastonato nella cortina muraria la Rocca degli Alberi, un tempo circondata
da un fossato e quindi accessibile solo attraverso ponti levatoi. Incredibile pensare come
un’opera tanto imponente sia
stata costruita in poco meno di
due anni, dal 1360 al 1362! Da-
di Francesca Lugoboni
gli anni sessanta la Rocca ospita l’Ostello della
Gioventù ed è dunque visitabile.
Lasciamoci alle spalle il perimetro delle mura
per addentrarci nel centro storico di Montagnana dove è possibile osservare il Duomo.
Dedicato a Santa Maria Assunta, si protende in
maniera asimmetrica nella Piazza Maggiore a
formare un’incomparabile scenografia. L’imponente, ma allo stesso tempo semplice, facciata
a forma di capanna mescola elementi gotici e
rinascimentali e si presenta ai nostri occhi con
un classicheggiante portale attribuito al Sansovino. Al suo interno custodisce numerose
opere d’arte del Veronese. Molto suggestivo è
l’enorme orologio con la sola lancetta delle ore.
Piazza Maggiore è il cuore della vita sociale di
Montagnana e coronata da una serie di importanti palazzi civili, buona parte di fattura settecentesca di gusto veneziano. Tra essi la sede
del Monte di Pietà, il palazzo Valeri ed il Palazzo
Settecentesco dai tipici camini alla veneziana.
Breve ma doveroso un cenno gastronomico: in
uno dei tanti ristoranti della città si potrà gustare il vanto di Montagnana, ovvero il famoso prosciutto crudo dolce Veneto Berico- Euganeo.
Se dunque una domenica mattina vi alzate senza alcun progetto ma con la voglia di andare da
qualche parte, allora prendete in considerazione l’idea che vi ho appena suggerito: Montagnana, la cosiddetta città murata, vi aspetta!
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- Ciao!
- Hei, ciao! Allora ti è piaciuta la manovra?
- Dove hai parcheggiato?
- No, parlo della manovra di Tremonti…
- Anche lui ha parcheggiato la macchina?
- Beh, in un certo senso ha parcheggiato le auto
blu, ma intendevo la manovra per combattere la
crisi finanziaria?
- La crisi di chi, della Grecia?
- No, la nostra…
- Ma come, non era la Grecia che aveva problemi? Non avevano detto che noi eravamo al sicuro
dalla crisi?
- Certo, però dicono che è meglio prevenirla la
crisi, che in Europa siamo stati abituati tutti troppo bene, che abbiamo vissuto al di sopra delle
nostre possibilità…
- Sì, infatti dobbiamo smetterla di pranzare a
caviale e champagne, di andare in ferie per sei
mesi all’anno in Polinesia, meglio il lambrusco e
la mortadella, e le ferie a Rosolina Mare…
- Non si parla solo dei consumi individuali, ma anche delle spese inutili dello Stato, del Governo...
- Cioè, anche Berlusconi deve andare in ferie a
Rosolina Mare?
- Magari! Ma si parla d’altro, ad esempio delle
Provincie troppo piccole…
- Ma se alcune provincie le hanno appena fatte…!
- E poi ci sono i falsi invalidi…
- Quelli che parcheggiano nei posti riservati agli
handicappati?
- No, quelli che risultano ciechi e guidano la macchina…
- E come fanno?
- Appunto! ma poi si tagliano anche i rimborsi ai
partiti per le spese elettorali…
- Beh, ma allora ci sono anche quelli che evadono
le tasse…
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sposati o conviventi
- Ho sentito che c’è più gente che compra macchine da centomila euro di quelli che dichiarano
un reddito così…
- Anche le case abusive…
- Io mi chiedo: ma se a Guidizzolo non riesci neanche a mettere una pensilina che ti beccano, come
fa uno a farsi una casa senza che nessuno se ne
accorga?
- Eppure dicono che in Italia sono centinaia di migliaia le costruzioni abusive…
- Ho sentito che per scoprirle hanno usato Google
Maps….
- Già! E poi c’è la vecchia questione delle auto
blu, sono troppe…
- Eh, va beh, basta dipingerle di bianco…
- Ma no, si tratta delle grosse macchine dei Ministri, delle Regioni, delle Provincie…
- Anche dei Comuni?
- Quelli più grandi…
- E il nostro Comune ce l’ha l’auto blu?
- No, né grosse né blu …
- Allora non avrà tagli?
- Purtroppo mi sa che li avranno tutti… bisogna
risparmiare tutti…
- Compresi spero i grandi dirigenti che prendono
tanto e ….
- Compresi loro, ma anche i pubblici dipendenti…
sembra siano troppi…
- Più che troppi, sono distribuiti male…
- In che senso?
- Che ci sono Enti che ce la fanno con pochi dipendenti, altri no…
- Infatti mi hanno detto che la Regione Lombardia,
con quasi dieci milioni di abitanti, ha circa quattromila dipendenti, mentre la Sicilia che ha la metà
abitanti, però ha più di ventimila dipendenti…
- Ci saranno dei responsabili, no? Perché colpire
tutti?
- Chissà… forse col federalismo ognuno dovrà
assumersi le sue responsabilità
- Allora che facciamo?
- Aspetta e spera…
- Te salude!
Mercoledì 30 giugno alle ore 20
saremo lieti di avervi ospiti per una serata
di degustazione gratuita di antipasti e
di tortelli di zucca, organizzata in collaborazione
con l’azienda “Morfeo”.
con età compresa tra i 30 e i 70 anni
Al termine della
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dell’antipasto e dei tortelli di zucca della trattoria
organizzata in collaborazione
con l’azienda “Morfeo”
al termine della cena
9
Racconti di un viaggio:
Il Nord Africa
La nave per Tunisi arriva in perfetto orario. Ci
troviamo sul ponte Doria nel porto di Genova,
con una moltitudine di persone dagli accenti e
dalle lingue diverse, pronti a salpare. É il 31 Ottobre 2009, ad attenderci c’è il TUNIS RALLY
otto giorni di pura avventura con un solo indirizzo: deserto, oasi, palmeti e fortini romani.
Cristina Stanghellini Imbarcati i mezzi, l’enorme nave la“CHARTAGE“,
e Willy Gambetti leva gli ormeggi e prende il largo: rotta per Tuni-
si e noi a poppa a salutare Genova che vista dal
mare, è un’altra città.
Dopo 24 ore di navigazione entriamo nel golfo di
Tunisi, inizia lo sbarco dove notiamo carovane
di francesi, tedeschi, austriaci, italiani, pronti
ad affrontare le piste del Sahara.
Fatti i controlli doganali, si avviano i motori e si
parte, destinazione Kairouan, la IV città santa
dell’islam, dove pernottiamo in un albergo fantastico, la Kasbah, un ex fortino dei legionari.
Il giorno dopo partenza per Tozuer attraversando le oasi di montagna Tamerza e Chebika,
scenari di molti set cinematografici fra i quali
”Il paziente inglese”, ”Star war”, etc. Siamo al
tramonto e qui una delle prime magie: ad Ovest
il sole di un colore rosso fuoco, pronto a cedere
il posto alla luna, una luna talmente grande e
luminosa che sembra ti sussurri in un orecchio.
Il buio scende lentamente mentre le mandrie
di dromedari col loro passo lento e felpato si
preparano ad affrontare la notte. Sulla sabbia
si nota una piccola velatura di sali cristallizzati che, col riverbero della luce notturna danno
l’impressione che sia appena nevicato. Arrivati
a Tozeur sostiamo in un albergo con vista sul
deserto dove il silenzio è dominante.
Il mattino seguente partenza per Ksar Ghilane;
durante il percorso attraversiamo il lago salato
Chott El Jerid, diviso a metà da 40 Km di strada
senza nemmeno una curva, quindi accelerazioni a go go! In mezzo al lago facciamo una
breve sosta, dove qualcuno non resiste alla
tentazione di provare la moto sul manto salato. I
temerari, diranno poi: “sembra di guidare sopra
minuscole sfere d’acciaio, ci vuole molta, molta
attenzione. ”D’altronde chi ha mai guidato con
l’effetto fata Morgana (miraggi) e una pista fatta
da tonnellate di sale fino?
Si riparte e, dopo un paio d’ore, siamo in pieno
deserto; un mare di sabbia color oro, l’oasi di
Ksar Ghilane è ormai vicina.
Arrivati, veniamo sistemati in tende che dispongono di ogni confort. Dopo cena vengono
organizzate canzoni e danze berbere, scaldati
e illuminati da fuochi imponenti davanti ai quali
vengono servite tazze di the verde ”(fa bene
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per il colesterolo)”. Tra le palme traspare sempre la luna contornata da milioni di stelle; qui
l’inquinamento luminoso non esiste e, di conseguenza le costellazioni si fanno ammirare in
tutto il loro splendore.
Al risveglio siamo pronti ad affrontare il grande
Erg: qualche defezione, data da piccoli problemi alle carburazioni, l’essence (la benzina) non
è ben raffinata e crea problemi a filtri e candele.
I distributori nel deserto non esistono e, a sostituirli, ci sono venditori ambulanti che forniscono il combustibile in taniche di plastica da
10 lt all’uscita dalle oasi. Facciamo riparazioni
volanti e via; ”Scarpe rotte, eppur bisogna andar”.
Lasciamo il deserto sabbioso e lentamente
comincia quello roccioso pieno di insidie, direzione Sud-Est , Mattata, Tataouine. Sosta per il
pranzo a Matmata villaggio troglodita con case
scavate nella roccia, dove tuttora vivono alcune famiglie che danno ospitalità ai viaggiatori
servendo bevande calde. Verso sera arriviamo
a Tataouine, dove alloggiamo in un resort.
Il dì successivo, super prova, con una tappa di
480 Km direzione Sud-Nord per Hammamet costeggiando la costa del Mediterraneo . Verso le
19 giungiamo a destinazione.
La sera viene organizzata una cena nella Medina “Yashmine“ dove passiamo dei momenti da
mille e una notte: viene infatti rappresentata la
favola orientale di “Shahrazad” con fascinose
danzatrici del ventre.
Il mattino dopo partenza per Tunisi e, arrivati
al porto “la Goulette”, ci imbarchiamo. Siamo
Giovanni Maccari
pronti per il rientro.
Uscendo dal golfo di Tunisi salutiamo l’Africa e Stefano Azzali
per tornare al vecchio continente, l’Europa.
E’ già trascorsa una settimana dalla partenza;
al mattino si vede la costa italiana. Il porto è ormai a poche miglia, vediamo la città avvicinarsi lentamente e, chi guarda Genova impara che
“Genova si vede solo dal mare.”
Durante le manovre d’attracco incominciano i
vari scambi di indirizzi, strette di mano con baci
e saluti.
É tempo di tornare alle proprie case ripensando
all’ospitalità ricevuta dalle genti locali, ai colori
del deserto che non sono molti: il giallo colore
primario del sole e della sabbia, l’azzurro del
cielo, il verde dei palmeti ed il bianco del sale,
tutto mescolato da giochi d’ombre.
La parte organizzativa era cosi formata: Le docteur monsieur Lakal e guida impeccabile, Giuliano ex legionario, forte conoscitore di tali luoghi con un 4x4 d’appoggio, un meccanico con
un pick-up, ed il carro attrezzi al seguito come
barella.
Al raid hanno partecipato 30 concorrenti tra cui
4 equipaggi guidizzolesi: Cristina Stanghellini,
motociclista di pura razza, con Valerio grande
fotoreporter; Willy Gambetti il superaccessoriato; Giovanni Maccari e Stefano Azzali telereporters a bordo di un dune-buggy ed il sottoscritto Enrico Ferri.
Forti dell’esperienza vissuta, non ci rimane che
attendere la prossima avventura: il Marocco.
Henry
Le docteur monsieur Lakal
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cronaca
Queen Mamy... già Time bar
Lo storico “Bar del Ceco”, degli anni 50 in via
Rodella, 28, dopo alcuni cambi di gestione e
nome ora è diventato “Queen Mamy”, gestito
da una giovane coppia, che vanta una notevole
esperienza nel settore.
Da poche settimane ha iniziato e già si propone
come centro di attrazione per le sue iniziative
molto gradite alla clientela.
Un venerdì al mese (in genere il 2°) ci si può
divertire con il D.J. Alex che, con serate a tema,
intrattiene la clientela con animazione, coinvolgimento e buona musica dal vivo.
Altro servizio molto apprezzato è il ricco buffet
di stuzzichini, per accompagnare l’aperitivo,
dalle 11 alle 13 e dalle 18 alle 20 di ogni giorno.
Da Paola e Giangi una novità: una sala viene
messa a disposizione per incontri di “cene” di
piccoli gruppi, per festeggiare o programmare
gite della “classe”, rinfreschi di presentazione,
o semplicemente una “merenda” fra amici con
un buon salame, una fetta di polenta e del buon
vino, il tutto accomagnato da una simpatica atmosfera di semplicità e amicizia.
Naturalmento oltre al “Lorenzino” classico
aperitivo di Guidizzolo, viene proposto “Champagnone” l’aperitivo della casa dal gusto morbido e leggermente alcolico.
Tiziano Mascoli nuovo campione
È Tiziano Mascoli (Pro Fighting Mantova) del
M° Matteo Milani il nuovo campione italiano
F.I.K.B Professionisti nella disciplina della low
kick, al limite dei 63,5 Kg. Titolo vinto a Livorno, nel galà “La resa dei conti XI”, organizzato
dai fratelli Rizzoli il 18 dicembre 2009. Il match,
considerato da molti addetti ai lavori come il
più bello della manifestazione, si è disputato tra
Christian Liverani (Team Rizzoli), già campione
italiano prima serie e quindi militante della nazionale, e Tiziano Mascoli (Team Milani), di soli
23 anni e presente nel circuito da appena 2. Sin
dalla prima ripresa Mascoli fa capire come la
voglia di vincere sia tanta e la conferma di ciò
sta nel suo diretto destro che fa piegare le gambe al Livornese, costringendo l’arbitro al conteggio. Non da meno sono la seconda e la terza
ripresa con entrambi i contendenti che non si
risparmiano colpi e Liverani all’angolo in più di
un’occasione. All’inizio della quarta ripresa gli
atleti sono entrambi decisi a vincere, ma a soli
30 secondi dal termine non serve disputare l’ultimo round, poichè il diretto destro di Mascoli colpisce efficacemente il volto di Liverani e
l’arbitro interrompe, proclamando Tiziano Mascoli nuovo Campione Italiano Professionisti
F.I.K.B. Con questa impresa si evidenzia l’ottimo
lavoro svolto da tutta la Pro Fighting Mantova
guidata dal M° Matteo Milani, che grazie alla
sua continuità nei combattimenti permette ad
atleti come Mascoli di crescere in così breve
tempo.
Gianfranco e Vittoria
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insieme alle gioie, ma anche alle difficoltà,
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cronaca
quotidiane e condividendo ogni cosa. Tutto
questo è possibile grazie a profondi sentimenti
di amore. Gli stessi che a distanza appunto di
cinquant’anni il 30 luglio prossimo saranno alla
base della festa per le nozze d’oro di Gianfranco Bombana e Vittoria Redini, festa che condivideranno con i figli Rosalba, Enrico e Lucia,
con i generi Gabriele e Marcello, la nuora Susj,
i quattro nipoti e tanti parenti e amici che si uniranno alla loro gioia.
Alla biblioteca di Guidizzolo
“Mi sento a casa mia” ha detto Mario De Rosa
attorniato con simpatia e famigliarità da un folto gruppo in rosa nella biblioteca comunale. Il
successo della sua opera prima “Tieni pure il
mio naso”, un romanzo breve e intenso dal ritmo veloce e avvincente, ha colto di sorpresa il
ventenne castiglionese. Non abituato a firmare
dediche e a soddisfare un pubblico curioso minimizza arrossendo l’originalità del suo lavoro
“Mi sono messo in prima persona dalla parte
del lettore con un testo facile e godibile. Si sente però la mano di un giovane nella semplicità
del linguaggio e d’impostazione.” In realtà nonostante lo stile essenziale e moderno i temi
indagati sono complessi e profondi. Incalzato
l’autore continua: “L’avventura di questa pubblicazione, realizzata sull’obiettivo di partecipare idee e sentimenti attraverso la mia passione
per la scrittura, mi ha riempito la vita.” Accennando poi, senza entrare nei dettagli, a quella
parte autobiografica che vi affiora, il dolore e
il disagio entrati prepotenti nella sua esistenza,
così come il sentimento d’amore appassionato
sperimentato. Anche se ci tiene a smarcarsi
dalla storia raccontata, il rapporto aperto disinvolto tormentato tra Boom e Greta. “Il libro
è dedicato - sottolinea - alle donne che fanno
girare il mondo e a quelle che hanno disordinato il mio su diversi legami d’appartenenza.”
Presenti all’incontro la bibliotecaria Paola Pasquali, l’assessore alle manifestazioni Renato
Azzini, lo scrittore Ernesto Valerio dell’Associazione Culturale “PresentArsi” curatore con
Fabio Alessandria e Luca Cremonesi dell’agile
libretto.
L’Aido per la Casa Del Sole
Quando lo sport incontra la solidarietà. Lo scorso 2 maggio si è tenuta a Curtatone e dintorni
la 27^ edizione della ’Camminata dell’amicizia’
che ormai da quasi trent’anni richiama a parteciparvi tantissime persone vicine alla Casa
del Sole. Un appuntamento della solidarietà,
prima ancora che dello sport, al quale han dato
la loro presenza anche il neo sindaco di Mantova Nicola Sodano e il vescovo mons. Roberto
Busti, insieme a diversi amministratori locali.
Così come diverse sono state le associazioni
di volontariato che a vario titolo hanno preso
parte alla manifestazione. Tra queste anche la
sezione Aido di Guidizzolo presente con il suo
presidente Giovanni Milani ed alcuni volontari
i quali, grazie alla solidarietà ed al sostegno di
diverse ditte alimentari dell’Alto Mantovano,
hanno allestito e gestito uno dei diversi punti di
ristoro presenti lungo il percorso.
13
cronaca
Alpini in festa
Lo scorso 21 marzo il Gruppo Alpini di Guidizzolo
ha riunito aderenti ed amici per l’annuale festa
che quest’anno coincideva con il 10° anniver-
sario di fondazione. Ritrovo per tutti alla sede di
Via Vittorio Veneto, presenti il sindaco Graziano Pelizzaro, l’assessore allo sport ten. medico alpino Cesare Maccari; poi i rappresentanti
dei gruppi di Asola, Castiglione delle Stiviere,
Goito, Calvatone; il ten. Ario Manzia degli artiglieri d’Italia; i presidenti della Pro-loco Silvio
Tarchini e del Gruppo Amici di Rebecco Arturo
Amerini. Qui era stato preparato il rinfresco terminato il quale il corteo si è recato alla parrocchiale per partecipare alla S. Messa officiata
dal parroco don Libero Zilia; qui il capo-gruppo
guidizzolese Virgilio Bignotti ha letto la preghiera dell’alpino. E’ seguito il pranzo durante
il quale ha fatto visita il consigliere regionale
Carlo Maccari. Bignotti ha quindi illustrato le
finalità e l’intensa attività del Gruppo. L’incontro
si è concluso con il brindisi e l’omaggio floreale
alle signore presenti.
Il “viaggio della vita”
ha detto Tarchini, di promuovere sempre nuovi momenti di incontro per una proficua conoscenza reciproca”.
Campioni provinciali Giovanissimi
Alessandro Masiero G1; Vanessa Carano G1
(Ciclo Club 77 Guidizzolo), Marco Elia Pedretii
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Nuovi appuntamenti alcune sere or sono presso la sala consiliare per il progetto ‘Girotonodo
Solidale’ sostenuto dalla Fondazione Cariplo e
che ha messo in rete diverse associazioni guidizzolesi di volontariato. Introdotti da Emanuele
Palagiano, presidente del capofila Gruppo Volontari Guidizzolesi e dopo il saluto di Cristina
Butti, psicologa del Centro Diurno Disabili che
risulta essere tra i beneficiari del progetto, sotto il titolo ‘Il viaggio della vita’ la serata si è articolata nel racconto di due famiglie, l’una della
Costa d’Avorio e l’altra del Ghana, provenienti
dai due Paesi africani e residenti da alcuni anni
a Guidizzolo. Un incontro di culture da cui trarre
importanti aspetti per conoscere e conoscersi
meglio. Per loro un mondo lasciato alle spalle
per incontrarne uno nuovo, molto diverso. Nei
loro villaggi tutta la gente è la tua famiglie; ‘il figlio è tuo finchè lo hai nel grembo, poi è di tutti’;
la comunità è assolutamente aperta e nessuno,
se ritenuto affidabile dal capo-villaggio, deve
sentirsi escluso: c’è un posto per tutti. E se uno
è più anziano di te, anche se non appartiene al
tuo sangue, ha comunque il diritto di rimproverarti quando sbagli. Poi le case: sono aperte;
non devi andare solo se sei invitato ‘come succede qui in Italia’, se senti un po’ di musica entri
e partecipi alla festa. Diverse le domande dei
presenti e poi la chiusura del presidente della
Pro-Loco Silvio Tarchini: ‘Dobbiamo cercare,
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cronaca
G2 (Ciclo Club 77), Gianluca Cordioli G3 (Ciclo
Club 77), Marta Marenda G3 (Mincio Chiese),
Pasquale Giordano G4 (Ciclo Club 77), Stela
Gjyshja G4 (Ciclo Club 77), Davide Gastaldi G5
(Mincio Chiese), Matteo Guaita G6 (Mincio
Chiese), Giulia Camurali G6 (Ciclo Club 77).
Sono questi i nuovi campioni provinciali della categoria Giovanissimi laureatisi durante
la bellissima e partecipatissima disputa della
23° edizione del Trofeo Arcobaleno – 6° Trofeo
Amac. L’incertezza legata alle previsioni atmosferiche non ha fermato la perfetta macchina
organizzatrice del Ciclo Club 77 che ha richiamato quasi 150 giovani atleti di numerose società provenienti da diverse province oltre ai
mantovani per i quali il titolo provinciale in palio rappresentava un richiamo ulteriore. Molto
seguite le diverse gare, scattate puntualmente
alle ore 9 con la G1 sul circuito di 950 metri della
zona industriale, in un susseguirsi di emozioni
man mano che le fasce cresevano. Travolgente la vittoria per distacco nella G6 di Lorenzo
Sgarbi (Ciclistica Novese) e molto belle anche
le volate delle altre gare. Puntuale il lavoro
della Giuria così come dello speaker Giuseppe
Menossi. Il sindaco Graziano Pelizzaro ed il titolare della Amac Remo Stanghellini sono stati
presenti fino al termine della manifestazione
curando tutte le numerose premiazioni insieme
al presidente del Ciclo Club 77 Claudio Cervi e al
segretario Adriano Roverselli.
iniziato il 16 maggio ‘Purtroppo con una sconfitta, ci dice Harun, contro il Pordenone, pur se
di strettissima misura’. Due o tre gli sponsor per
il resto i giocatori si sono autotassati, in pieno
‘spirito cricket’ ed alcune altre persone si sono
iscritte alla società e così danno una mano. In
campo scendono in 11. Tra i giocatori la parte
del leone è del capitano Rafur Reza; è il capitano che deve decidere la strategia di gioco;
a lui spettano molte decisioni importanti come
l’elenco dei giocatori o l’ordine in battuta oppure come un lanciatore deve giocare la palla
(si usano palline di legno!), ecc. Il capitano poi
è responsabile, per i suoi giocatori, che questi
non contravvengano allo Spirito del gioco e alle
Leggi del Cricket.
Leggi e regole codificate sulle quali prevale il
massimo rispetto per gli avversari e gli arbitri;
soprattutto la condanna assoluta di qualsiasi
atto violento tra i giocatori sul campo di gioco.
Gli incontri durano mediamente 5 ore, ma potrebbero prolungarsi anche per giorni. ‘Sono
stato coinvolto un po’ per caso, ci dice presidente Giubelli, ed ora che seguo la squadra
mi sono appassionato. Il gioco può sembrare
monotono ma poi ci si addentra e diventa avvincente. Piace soprattutto questo forte spirito
tra i giocatori’. Bangla Guidizzolo Cricket Club è
l’unica formazione mantovana che partecipa al
campionato nel nord. La prossima partita il 16
giugno contro il Bolzano.
Cricket al via
Sono tutti bengalesi; la maggior parte di loro
risiede e lavora a Guidizzolo, alcuni vengono
da Castel Goffredo o da Brescia. Sono la formazione ‘Bangla Guidizzolo Cricket Club’ che
partecipa al campionato italiano di serie C di
Cricket. Presidente della formazione è il guidizzolese Gilberto Giubelli; suo vice è Harun
Mazharul Islam che è anche uno dei 14 atleti
della formazione che gioca a Guidizzolo su di un
terreno messo appositamente a disposizione,
in zona industriale, da Anselmo Gambetti con
l’interessamento del sindaco Graziano Pelizzaro. La società è sorta nel 2008; lo scorso anno
si è piazzata al terzo posto, sempre in serie C,
nel Girone Nord. Quest’anno il campionato è
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15
Davanti alla Sindone:
un Volto che ci interroga
Torino ti accoglie a braccia aperte. Si respira l’aria di
una città europea e del mondo; si respira l’aria di una
città italiana che fa sventolare alla brezza primaverile
i simboli ed i richiami della storia verso le celebrazioni
del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. E non sembra
per niente arrabbiata per aver perso il titolo di ‘Capitale’
quanto piuttosto orgogliosa di averlo anticipato e dato
i natali a coloro che quell’unità hanno costruito. Trovi
gente in fila ad ogni angolo: alla Reggia di Venaria, davanti al Museo Egizio, sotto la Mole Antonelliana. Già in
Piazza San Carlo cominci a lasciarti trasportare lungo
Via Roma da una vera e propria moltitudine. Giungi così
in Piazza Castello; hai Palazzo Madama che ti scorge
arrivare e davanti ti accoglie Palazzo Reale. Sei attratto da tanta meraviglia.
Capisci però che la meta
è oltre, poco distante. In
Piazza San Giovanni sei ai
piedi del Duomo. E’ lì che ti
ha portato la voglia di vedere, è li che ha portato la
fede. Forte, appena abbozzata oppure mai scoperta.
Ma è li. Devi solo entrare
in quella chiesa. Puoi farlo dall’ingresso principale
oppure, come migliaia di
persone, imboccando un
percorso, un serpentone
di gente che si snoda nel
retro dei giardini di Palazzo Reale e che piano piano ti fa avvicinare a Quel
Volto. Un cammino che
dura due, tre ore, ma che
alla fine ricorderai perché
il tuo modo di essere sarà
diverso. Senza presunzioni di sorta, facendo la vita normale di tutti i giorni, però sarà diverso. Perché avrai visto, hai scrutato, avrai pregato Quel Volto che ti scava
dentro. Sarai stato davanti alla Sindone, il lino che porta
impressa, più visibile in negativo che nel positivo, l’immagine di un uomo che vi è stato avvolto dopo aver subito uno dei più atroci supplizi: la crocefissione. Nessuno
sa ovviamente con certezza chi sia quell’uomo. Certo è
che i paralleli con le pagine dei Vangeli sono straordinari; un uomo in croce, coronato di spine, con mani e piedi
forate dai chiodi, flagellato. Lo sappiamo, quella di croce era una morte che durante l’impero romano veniva
inflitta a diversi condannati; però davanti a questo volto
si vive un’emozione particolare. Questo è un Volto che
ci interroga. Interroga tutti gli uomini di ogni epoca e di
ogni tempo. Di fronte a questo telo di lino allo spettatore,
sia esso persona di fede o solo ‘curioso’, si presenta la
più grande tragedia umana: l’uomo che si erge a giudice
della vita di un altro uomo; giudice supremo con il potere
di vita e di morte. Le pagine dei Vangeli ce ne parlano e
ne sono uno degli esempi lampanti. La ferocia, l’invidia,
il timore di perdere chissà quale potere umano, il desiderio di non sentire più la voce di chi dissente da te,
sono tutti elementi che portavano (e purtroppo ancora
in molte parti del mondo portano) a decretare la morte
di un essere umano. A spezzare un’esistenza contraddistinta dalla stessa dignità. Ecco, questo è ciò che il volto
della Sindone (termine di origine semitica che significa
appunto –tela di lino-) lascia immediatamente impresso
in chi lo guarda. Poi c’è chi a questo primo approccio
aggiunge gli occhi delle fede. Il salto è enorme: ci si trova di fronte al Volto di Cristo. Un Uomo messo a morte
dall’invidia, dalla sete di potere, dalla ferocia e dalla
barbara ottusità dei suoi conterranei ma un Uomo che
ha volontariamente sofferto quel supplizio perché quello era il solo modo per rovesciare le sorti dell’umanità
intera soggiogata dal peccato e dalla morte: una morte
che doveva essere vissuta e sconfitta. Le più moderne
ricerche storiche unite ad un’attenta analisi filologica
dei testi evangelici hanno portato ad un approccio sempre più critico nei riguardi delle pagine del Nuovo Testamento. E da questi esami emergono chiaramente segni
straordinari a favore dell’altrettanto straordinaria verità
che emerge dalle pagine della Sacra Scrittura: l’Uomo
avvolto in quel telo di lino da quel telo è uscito in modo
incomprensibile al pensiero ed alla capacità nostra di
comprendere se non attraverso un percorso di fede.
Davanti alla figura sbiadita di quel corpo martoriato e
di quel Volto rimane una domanda: ‘Voi, chi dite che io
sia?’.
Sergio Desiderati
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Desirée Bombana è stata insignita, su proposta
del Presidente del Consiglio dei Ministri, della
onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al merito
della Repubblica” .
Desirée è cresciuta tra i sacchi delle calze e
le macchine di cucitura all’interno dell’azienda
di famiglia, il suo primo triciclo e poi la prima
bicicletta le furono regalati dagli stessi dipendenti perché lei era sempre con loro e proprio
loro erano divenuti i compagni di giochi preferiti: talmente era l’abitudine al rumore delle macchine che mal sopporta il silenzio e la quiete
domestica.
Anche durante il suo percorso scolastico approfitta dei periodi di vacanza per acquisire
esperienze presso i laboratori dei fornitori
dell’azienda e, dopo aver conseguito il Diploma,
a seguito dell’aggravamento della condizioni di
salute del padre, deve seguire sempre più da
vicino l’attività del calzificio.
Iscritta al Gruppo Giovani Industriali di Mantova, tra le primissime “donne” del gruppo ma
sicuramente la più giovane, nei primi anni frequenta tutti i corsi organizzati dall’Associazione, partecipa anche a diversi stage formativi di
Management e Marketing presso l’Università
Bocconi di Milano e nonostante gli impegni
aziendali sempre più pressanti non rinuncia
mai all’attività di formazione che ritiene fondamentale anche per i suoi collaboratori.
Nel 1987 rafforza la sua posizione all’interno
dell’azienda di famiglia rilevando la restante
quota del 50% della società proprietaria della
struttura produttiva delocalizzata nel comune di
Medole raddoppiando cosi il numero delle maestranze impegnate a circa 100 dipendenti.
Dal 1992 al 1994, studia e realizza un progetto allora fortemente innovativo riguardante la
completa informatizzazione con connessione
in rete di tutti gli uffici.
Compiuta la rivoluzione in ambito tecnologico,
Desirée si dedica con passione, entusiasmo e
grande sensibilità stilistica allo sviluppo produttivo delle collezioni puntando in particolar
modo su qualità e fantasia, anticipando cosi, in
modo vincente, le tendenze stesse della moda.
Le collezioni così diventano sempre più importanti e significative e proprio per questa ragione il marchio “ franco bombana “ assume
sempre maggiore rilevanza nazionale ed internazionale, grazie anche ad un plus importante
del “made in italy only”
Nel 2008, Desirée da vita ad una nuova entità denominata “Atelier Franco Bombana “ la
quale, oltre a sfruttare la storica conoscenza
del prodotto calzetteria, si propone sul mercato
dell’abbigliamento con una sofisticata linea di
fascia alta che incontra da subito il gradimento
delle consumatrici. E’ una nuova scommessa
imprenditoriale che Desirée gestisce in prima
persona in qualità di Amministratore Unico con il fermo
proposito di poter replicare,
nonostante le note difficoltà
del settore moda, i successi conseguiti in passato col
Calzificio Franco Bombana.
Collateralmente all’attività
imprenditoriale, nel 2006 la
signora Bombana da vita
alla Fondazione “NonSoloArte Franco Bombana” con
l’istituzione della quale ha
inteso raccogliere la preziosa eredità paterna con il
fermo proposito di preservare, dare continuità e, se
possibile, accrescere quei valori umani e le
virtù caratteristiche dei nostri territori fatti di
impegno sociale, consenso, partecipazione e
promozione culturale ed artistica
Il prestigioso riconoscimento assume un particolare significato perché destinato ad una
giovane imprenditrice da molti anni impegnata nell’attività di famiglia che, in tempi recenti,
seppur coincidenti con la crisi finanziaria internazionale, ha avuto il coraggio di intrapprendere nuove esperienze professionali.
La signora Bombana riceve
dalle mani del dott. Angelo
Araldi, Vice Prefetto reggente di Mantova, il diploma
di Cavaliere al merito della
Repubblica.
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17
Una serata fuori dagli schemi
con Banca Mediolanum
Lunedì 17 maggio si è tenuta nel Teatro Comunale di
Guidizzolo una conferenza organizzata da Banca Mediolanum sulla visione del prossimo futuro.
Contrariamente a quanto ci si poteva aspettare, intendendo con questo noiosissimi grafici e analisi
tecnico-finanziarie, promozione dei propri prodotti ed
esaltazione delle performance, grazie alla competenza
del relatore, Giancarlo Orsini, docente di Mediolanum
Corporate University, la serata si è rivelata essere interessante e coinvolgente.
In sintesi si è trattato di una visione di quanto ci possiamo aspettare nel prossimo decennio.
Sono stati messi in risalto parametri che difficilmente
vengono proposti dai nostri media, molto più attenti ad
enfatizzare le notizie negative, tralasciando quanto di
positivo sta avvenendo nel resto del mondo, non considerando solo il nostro piccolo giardino ma tutta l’economia mondiale.
più grandi crisi finanziarie dall’altra parte, i cosiddetti
“paesi emergenti” , incrementavano le loro economie
e il loro peso sul resto del mondo. Sono stati evidenziati
i progressi tecnologici dell’ultimo decennio sottolineando che ad essi non è seguito un pari incremento a
livello finanziario, a causa di speculazioni indipendenti
dall’economia reale.
Facendo un parallelo fra il livello attuale di sviluppo
tecnologico, economia reale o produttiva e “finanza”,
intendendo con questo termine il livello degli indici
borsistici, si è posto l’accento sul fatto che quest’ultima è in ritardo rispetto alle prime due. Questa situazione si è ripetuta in tutte le altre crisi del secolo e ha
sempre portato ad un lungo periodo di forte crescita
dei mercati.
Pur mantenendo per tutta la serata un clima di ottimismo sul prossimo decennio, il bravo Orsini ha rimarcato le cautele che dovranno assumere i risparmiatori
per tutelarsi dalle eventuali correzioni che periodicamente si registreranno, ponendo però un forte accento
sul fatto che il più grande alleato dei risprmitatori (e
per risparmiatori non sono intesi i cassettisti di titoli di
stato o di buoni postali) è e sarà sempre il tempo.
Altro argomento toccato, a cui il pubblico è parso molto sensibile, è stato il problema previdenziale. Per l’ennesima volta ci siamo sentiti rimarcare la necessità di
provvedere alla nostra pensione futura fin dalla più
giovane età, addirittura da appena nati.
Le tabelle con i dati riguardanti gli iscritti a forme previdenziali autonome in tutto il resto del mondo occidentale ci vedono come fanalino di coda di questa
classifica. Chiudendo con una diapositiva che simulava il capitale risultante da un piano di accumulo mensile di 100,00 euro per 50 anni (euro 521.000,00!!!) è stato
rivolto l’invito alla platea a sensibilizzare sé stessi e gli
altri su questo argomento.
Attraverso una serie di immagini e dati precisi, il relatore ha accompagnato il numeroso pubblico presente
attraverso un percorso che ha permesso di comprendere che mentre il mondo occidentale subiva una delle
DAVIDE RIVERA
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Osservando e ascoltando i commenti del pubblico che
lasciava il teatro è sembrato di capire che ci sarebbe
bisogno di trattare più spesso, con lo stesso spirito, i
più svariati argomenti.
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Games area
a cura di Davide Truzzi
I lettori possono suggerire argomenti che siano di interesse generale
3D e videogiochi: accoppiata vincente?
In quest’ultimo periodo stiamo assistendo ad una
vera e propria invasione di ciò che viene definita
in termini tecnici “visione stereoscopica”, una
visione cioè in grado di fornire all’occhio umano
una sensazione, pur virtuale, di profondità delle
immagini. Questa innovazione tecnologica, possibile attraverso l’utilizzo di speciali proiettori o
schermi e di occhiali appositamente studiati per
una visione 3D permette così allo spettatore di
provare nuovi livelli di coinvolgimento. Ma non è
tutto oro ciò che luccica: spesso ad esempio la
visione stereoscopica di un determinato film risulta essere un traino pubblicitario più che un vero
valore aggiunto. Sovente, infatti, è possibile assistere a utilizzi grossolani, poco curati e scarsamente funzionali di questa nuova tecnologia. Ma
com’era lecito prevedere, la visione stereoscopica è ormai pronta per entrare anche nelle nostre
case, promettendo visioni straordinarie e innovative, in grado non solo di rivoluzionare il modo di
visualizzare contenuti, ma anche il modo di interagire con essi, portando quindi l’intera esperienza video ludica a nuovi livelli di intrattenimento.
Parlando però di videogames stereoscopici la situazione si complica. Un buon videogioco, infatti,
deve essere fluido, luminoso e appagante a livello
grafico, tutte caratteristiche queste, non sempre
ravvisabili nelle odierne produzioni. Ora si provi
a immaginare di dover raggiungere i medesimi
obiettivi ragionando in modo stereoscopico: tutto,
la fluidità la risoluzione delle immagini dovrebbero essere come minimo raddoppiate, portando gli
sviluppatori a moli di lavoro impensabili e impossibili per le tecnologie odierne. I primi test eseguiti in questo campo hanno portato infatti a risultati
tutt’altro che esaltanti, proponendo videogames
in bassa risoluzione e con un frame rate, cioè una
fluidità, poco convincente. In conclusione, questa
nuova tecnologia risulta essere esaltante, accattivante, dimostrando si saper coinvolgere spettatori di ogni età se utilizzata in modo corretto, ma
allo stesso tempo risulta ancora acerba e inadeguata per rivoluzionare il panorama videoludico
internazionale.
A voi lettori la parola, cosa ne pensate del 3D nel
mondo dei videogiochi? Fatemelo sapere alla mia
casella.
Davide Truzzi
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Pro-Loco Informa
A cura di Jessica Santi
400 e 800 mt, 4 e 13 km, 71 sponsor, 17 gruppi mantovani e bresciani e quasi 1000 partecipanti: sono questi
i numeri che il 1 maggio hanno dato vita alla XXXVII
Camminata della Salute.Complice anche il tempo
benevolo, la giornata ha avuto un enorme successo.
Fin dalle prime ore della mattina infatti la risposta dei
corridori, competitivi e non, si è fatta sentire forte e
positiva.
Numerosi i premi, sia coppe che prodotti della natura,
tra cui due pancette di 2 mt, offerte dal Salumificio
Ruggeri: la prima è stata assegnata all’Atletica Guidizzolese in qualità di partecipante come gruppo più
numeroso, mentre i due ragazzi castellani che si sono
aggiudicati la seconda sono stati estratti a sorte al
termine della corsa.
Particolare attenzione è stata rivolta soprattutto ai
ragazzi del Centro Diurno Disabili Anffas di Rebecco e della Comunità Sacca di Goito, che quest’anno
hanno potuto partecipare grazie ad un percorso dedicato, all’interno del Centro Sportivo. I sentiti ringraziamenti, da parte dei genitori e degli operatori, sono
stati espressi dalla psicologa Butti. A tal proposito è
intervenuto anche il sindaco Graziano Pelizzaro, che
sottolineando il successo di tale iniziativa, ha affermato che sarà tenuta in considerazione anche per le
edizioni future.
Nel corso delle premiazioni c’è stato spazio anche per
un breve intervento dell’assessore regionale Carlo
Maccari, che si è complimentato per la manifestazione e ha concluso dicendo che la Regione è presente
e interessata a queste iniziative.
A conti fatti si può dire che questa edizione della
Camminata della Salute ha superato le aspettative.
L’auspicio e l’augurio che ci facciamo è di poterla migliorare e potenziare, e riproporre anche nel 2011, si
intende con la partecipazione e l’aiuto di tutti.
Ma mentre una manifestazione si è conclusa, la Pro
Loco non perde tempo e mette già sul piatto il prossimo imminente appuntamento in calendario: la Fiera
di Luglio.
Nove giorni all’insegna della musica, con il nostro
Corpo Bandistico e diversi gruppi esterni che interverranno per animare le serate dal 14 al 22 luglio.
Quest’anno, oltre alla durata maggiore della Fiera,
l’altra principale novità per l’appuntamento gastronomico della sera, sarà l’accostamento della pizza alla
musica: un’accoppiata che si preannuncia già da ora
vincente, ovviamente anche con la presenza di bari-
sti qualificati per dissetare le ugole e farci brindare in
compagnia.
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ufficio in Municipio - sabato dalle 10,00 alle 11,30 al 2° piano
Fiera in musica 2010
Da martedì 14 a giovedì 22 luglio
Mercoledì 14
- ore 21.00 presso il centro sportivo il “Guidizzolo Festival Military Show Band”, con la Fanfara degli Alpini
“Star of Alps” di Villanova sul Clisi, la Fanfara dei Bersaglieri di Carreto di Bedizzole, e il Corpo Bandistico
Guidizzolo. In occasione di questa serata verrà anche
inaugurata la nuova pista di atletica
Giovedì 15
- ore 19.00 presso la Trattoria La Torre in via Filzi, gara
ciclistica notturna “18° Trofeo Pro Loco” organizzata
dal Ciclo Club 77
Venerdi 16
- ore 20.00 presso i bar Gobbi e Teo Cafè party night
con i dj Marco Grandi e Mario B. In via Veneto “2° Trofeo Lorenzino” con il PALIO DELLE TORRI organizzato
dall’associazione commercianti
Sabato 17
- ore 19.30 presso il cortile del comune “Pizza e Musica” in collaborazione con le pizzerie Miss Pizza e La
conchiglia, e i bar Gobbi e Teo Cafè.
- ore 21.00 spettacolo “Note di Danza”, rassegna delle
scuole di danza dell’Alto Mantovano.
Presso la galleria civica, mostra fotografica “Terre
Mantovane” a cura del gruppo Incontri Fotografici
e animazione per bambini con “Le Coccinelle”.
- ore 19.30 presso il cortile del comune “Pizza e Musica”.
- ore 21.30 tributo ai Nomadi con il Gruppo Utopia.
Lunedì 19
- ore 19.30 presso il cortile del comune, ultima serata di “Pizza e Musica” con il concerto musicale “The
Music Movies” del Corpo Bandistico Guidizzolo
Martedì 20
- ore 21.00 presso il cortile del comune, concerto con
il gruppo Trio B, che farà rivivere le 50 canzoni più belle degli anni ’60-’70.
Mercoledì 21
- ore 21.00 presso il cortile del comune serata dedicata ai giovani con il gruppo Butterflies, che proporrà
i pezzi migliori dei Queen, Pink Floyd, Led Zeppelin e
altri
Giovedì 22
- ore 21.00 presso il cortile del comune, concerto di
musica celtica e rassegna Castelli in Musica in collaborazione con l’Associazione Colline Moreniche
Domenica 18
- ore 10.00, presso il porticato dell’ex comune in via Vittorio Veneto esposizione
didattica delle specie fungine a cura del
Gruppo Micologico e esposizione dei prodotti locali con degustazione a cura della
Coldiretti Guidizzolo
- ore 16.00 “Mercatino delle Occasioni:
hobby creativi, dell’antico, dell’usato e
del baratto” con pesca di beneficenza a
cura del Gruppo Volontari di Guidizzolo
- ore 17.00 - 20.00 Presso il Parco Barriera
musica rock con i gruppi Abortion Mind
e Almost B. Durante la giornata ci sarà
musica itinerante lungo Via Veneto con
dj Ago
- ore 17.30 via Veneto, spettacolo con il
fachiro mangiafuoco Eugenio Silvestrini,
21
Istituto Statale d’Arte
Alessandro Dal Prato
A cura del dirigente scolastico Prof.ssa Franca Damico
“Il Futuro nelle Nostre Mani”
Premiati al concorso internazionale di pittura Ricas – Rotary 2010
Venerdì 7 Maggio gli studenti e le studentesse della classe 3^ A del Liceo d’Arte “A. Dal Prato” di Guidizzolo si
sono recati nell’Auditorium del Jolly Hotel nel centro di
Milano per assistere alla premiazione delle proprie opere.
Accompagnati dai docenti della sezione Proff. Yuri Fischetti, Ermanno Poletti e Massimo Brotto, Giada Bertagna (6°), Fabio Cioli (5°), Elizabeth Metzgar Brynn (4°)
hanno ricevuto un premio in denaro, ed una segnalazione, seguita dalla pubblicazione delle loro opere in un catalogo che verrà a breve pubblicato a livello nazionale.
Marino Magri governatore del distretto 2040 del Rotary
Italia ha premiato gli autori delle opere, selezionate da
una emerita giuria composta da: Bruno Gandola, Delio
Remondini, don Domenico Sguaitamatti, Paola Ricas e
Enrico Cavallini.
Di particolare interesse sono state le parole di elogio del
dott. Marino Magri per il lavoro
22
di questi ragazzi che si sono distinti, così come le parole
pronunciate a favore dell’arte e dei giovani artisti: “Un
impegno che la società civile riconosce all’arte e ai tanti
operatori che ruotano attorno al suo mondo, non ultima
la scuola che, con il suo quotidiano compito, forma queste giovani speranze”.
Significativo il tema di questa XI edizione del concorso:
“Il Futuro nelle Nostre Mani”. Vi sono infatti, tra i giovani
del nostro tempo, molti motivi di impegno per consentire
alla propria esistenza uno scopo che sia utile più per il
prossimo che per se stessi e nel quale identificare anche
il proprio valore civile, morale, etico. Pertanto promuovere la volontà di un giovane ad esprimersi con mezzi
artistici per creare in sè elementi di pensiero trasmutati
in elementi visivi è un bene per la intera società. Ecco
perché il Rotary sostiene e favorisce il Premio Ricas, affinché i giovani
artisti invitati a partecipare siano sempre protesi all’aiuto verso i loro coetanei, con una solidarietà reciproca.
La forma del premio, inoltre, è incentivo per scuole ed
insegnanti di materie artistiche a presentare risultati e
progetti di formazione e di rendimento scolastico, che
qualificano gli enti, gli studenti, i professionisti, le famiglie.
Tra i giovani artisti del nostro Istituto forse qualcuno
emergerà più di altri ed il Rotary è fiero di aver dato loro
il primo sostegno al difficile volo nei cieli dell’arte.
Al termine della cerimonia di premiazione é seguita
un’asta delle opere in concorso il cui ricavato é stato interamente devoluto in beneficenza. (f.t.)
Gli alunni protagonisti di un
“Inedito” Vidoeclip
Nel corso dello spettacolo Storie in Scatola, andato in
scena al Teatro comunale di Guidizzolo, è stato presentato in anteprima il Vidoclip musicale“La Camera Rossa”
realizzato dagli studenti ISA delle classi 4^A e 4^B con
la regia di Michele Velluto, sul brano del cantautore Gilberto Lumacchi, vincitore del premio della critica al Mia
Martini 2008.
Il videoclip è uno dei fenomeni più interessanti di “contaminazione” fra diversi linguaggi e mondi espressivi, luogo d’incontro fra cinema e musica, fra tecniche filmiche
ed elettroniche, fra immagini e suoni. La sua primogenitura è rintracciabile già nel cinema muto o nel videoclip, Entr’acte, celebre lavoro scaturito nel 1924 dalla
collaborazione fra il regista cinematografico Renè Clair,
il musicista Eric Satie e l’artista Francis Picabia.
Sicuramente questo campo della ricerca espressiva
deve molto alle avanguardie di artisti come Richter, Man
Ray, Duchamp, Léger e molti altri, i quali sperimentarono
soluzioni espressive con evidenti tracce di influenza sul
linguaggio del futuro videoclip.
Nata come strumento per la vendita di dischi, la videomusica negli ultimi venti anni si è evoluta fino ad assumere sempre più i contorni di una vera e propria forma d’arte autonoma, genere fra i più moderni, mezzo di
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comunicazione straordinariamente giovane e libero, in
grado di toccare l’emotività di un pubblico vastissimo, in
ogni parte del mondo.
Ed è proprio da questa ultima considerazione che nasce
il progetto“Ciak Your Time” e l’idea di realizzare il videoclip La Camera Rossa. Un’attività culturale finalizzata
alla prevenzione del disagio giovanile che l’Associazione Casa di Beniamino e la Fondazione EXODUS di Don
Mazzi ha promosso ed attuato con il patrocinio della Regione Lombardia, dei Comuni di Cavriana e Guidizzolo e
la collaborazione del nostro Istituto- Liceo d’Arte e del
Liceo Gonzaga di Castiglione d/S, allo scopo di creare
nuove opportunità per i giovani e occasioni per aiutarli
ad esprimere i propri talenti.
Dopo alcune giornate di workshop di approfondimento
su fotografia, cinema, musica ed un casting svolto tra
le classi, i nostri spigliati studenti si sono cimentati nel
ruolo di attori con eccellenti risultati.
Un’avventura unica ed esaltante per loro che troppo
spesso si sentono protagonisti in negativo della società,
mentre per i docenti Monacelli, Travagliati e Banni, che
hanno seguito il progetto, l’esperienza compiuta va a
rafforzare la convinzione che il e linguaggio dell’arte, oltre ad essere una forma di comunicazione universale in
grado di far emergere la parte più
bella della persona
umana, è anche
uno straordinario
strumento espressivo in grado di
catalizzare l’interesse dei nostri ragazzi e di mettere
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Carlo Maccari è Assessore
in Regione Lombardia
Guidizzolo ora ha il ‘suo’assessore in Regione Lombardia. Carlo Maccari, già sindaco a Guidizzolo, dopo la strabiliante affermazione elettorale alle recenti regionali, è
stato nominato Assessore a ‘Semplificazione amministrativa e normativa, ai servizi
pubblici verso Expo 2015, ai processi di digitalizzazione’.
Ci sembra inutile dire che il risultato elettorale
prima e la nomina in Giunta Regionale poi, sono
un vanto per il nostro Comune. Se ne possano
o meno condividere le idee politiche, una simile
affermazione da parte di un nostro concittadino
deve rimanere per tutti un motivo di orgoglio:
per chi lo ha votato certamente, ma riteniamo
di poter dire anche per chi ha espresso il proprio consenso ad altri candidati. É noto a tutti
come Carlo Maccari già da consigliere, e senza
trascurare altre realtà del territorio, ha sempre
avuto un occhio di riguardo per Guidizzolo. Un
lavoro il suo che ha avuto riscontro nelle 10.562
preferenze ottenute in provincia, 885 delle quali
a Guidizzolo! Un risultato, quello di Carlo Maccari, che rapportato al numero degli elettori è
risultato di gran lunga quello numericamente
più significativo di tutta la Lombardia. Naturale allora era attendersi un incarico di prestigio
24
grazie anche e soprattutto alla grandissima
professionalità e competenza con cui in Regione aveva assolto al compito di consigliere segretario dell’ufficio di Presidenza e componente
della I commissione ,”Programmazione e Bilancio”, della III commissione “Sanità e Assistenza” e della VII commissione “Cultura, formazione professionale, sport e informazione”. Già
dalle primissime dichiarazioni il giorno dopo la
vittoria elettorale si poteva cogliere la giustificata soddisfazione che Maccari ha provato per
il proprio risultato e per quello del partito che
rappresenta e del quale è vice-coordinatore
regionale, il Pdl: “All’una di notte, ci disse, ho ricevuto la telefonata di complimenti del ministro
Ignazio La Russa per un risultato andato oltre
ogni aspettativa: di fatto è stato doppiato il candidato del Pd; un risultato mai visto a Mantova.
Si consideri infine che anche il nostro alleato, la
Lega è cresciuta, ma non lo ha fatto a spese del
Pdl che in generale mantiene i propri consensi
ed a Mantova cresce”. E sul suo prossimo impegno, un assessorato completamente nuovo
che va nel senso della modernizzazione, Maccari riferendosi al documento programmatico
esposto dal Presidente Formigoni, ha recentemente commentato: “Il messaggio mandato dal
Presidente Formigoni indica in modo chiaro e
inequivocabile l’intenzione di avviare una vera
e propria ‘via lombarda’ all’innovazione e alla
semplificazione burocratica come mezzo per
la crescita economica e per un nuovo e chiaro
rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione”. “Le azioni di governo che caratterizzeranno la Lombardia nei prossimi mesi e anni – continua Maccari - consegneranno ai cittadini una
Regione
che, attraverso il federalismo fiscale, potrà disporre di
un ulteriore potenziale per crescere nel segno
della trasparenza e dell’innovazione ed è per
questo che l’aspetto legato alla semplificazione
burocratica sarà davvero una delle chiavi per
ottenere risultati positivi”.
“Abbiamo tante idee - prosegue Maccari – e
per svilupparle stiamo ulteriormente rafforzando il dialogo
con le associazioni di categoria, così come faremo con
la società civile, aumentando
in questo modo non solo la
competitività di aziende, ma il
tasso di libertà dell’individuo
attraverso un sistema pubblico modello, formato da personale preparato, aggiornato e
in grado di saper utilizzare moderne tecnologie per garantire
un accesso ai servizi rapido e
funzionale”. Maccari ha anche annunciato la creazione
di gruppi di lavoro che coinvolgeranno esperti del mondo
economico e universitario da
tutto il mondo per studiare le
migliori strategie da seguire
ed elaborare progetti innovativi, soprattutto nel campo della digitalizzazione del sistema
pubblico e dell’alfabetizzazione informatica dei
cittadini. “Apertura e innovazione -conclude
Maccari – sono davvero le chiavi di volta per
permettere a ogni singolo cittadino lombardo di
crescere. È questa la prima e più grande riforma che caratterizzerà ancora una volta la Lombardia come una regione che sa trovare strade
innovative e per prima percorrerle”.
Sergio Desiderati
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Anima e cuore
A cura di Sandra Tosi
Zanichelli, Garzanti e Treccani stanno litigando per avere i miei aggiornamenti ai
loro dizionari! Scherzo, naturalmente, ma ho provato a dare spiegazioni, sia pure
discutibili e personali, ad alcuni termini di uso comune.
Il mio vocabolario semiserio
Seconda e ultima parte
RICORDO: il pensiero di un mare, non sempre
calmo, ma sempre avvincente
NOSTALGIA: un rimpianto, che anche senza il
tuo consenso, bussa alla porta dei ricordi.
RISPETTO: accettare senza rabbrividire, che
anche i ragni e i serpenti sono creature di Dio
OPEROSITÁ: svuotare il baule della mente dai
ricordi amari per far posto alla gratificazione di
oggi e all’interesse del domani
SENSAZIONE: la pelle d’oca che non se ne va
nemmeno con una doccia calda
PACE: chiudere gli occhi e sognare un abbraccio, senza inizio e senza fine
PADRONANZA: conoscere il prezzo di tutto ma
scordarsene il valore.
PASSIONE: quando il desiderio ha il sopravvento sull’amore.
PERDONO: un cagnone peloso picchiato e legato al sole, sull’autostrada, senza nemmeno
un goccio d’acqua, che torna ad
amare senza riserve, la mano tesa
per una carezza!
PERSPICACIA: un’eccedenza di follia ma all’opposto!
PREOCCUPAZIONE: inutile pensiero
per qualcosa, che nemmeno sai se
accadrà
RABBIA: quando la tigre albina che
è in te, tira fuori gli artigli e mostra i
denti
RAGIONE: quando l’emozione va in
ferie e il cervello ne approfitta, per
chiudere le finestre del cuore
RANCORE: un mal di pancia inutile e
dannoso… solo perché pensi di riuscire a trovare un bagno…
SICUREZZA: quando smetti di cercare e ti fermi,
convinto che non ci sia niente altro da scoprire.
SUPERIORITÁ: sinonimo di stipsi (o dissenteria)
altrimenti siamo tutti uguali!
SPERANZA: una scala ancorata ad una nuvola,
che porta diritta in cielo
TRISTEZZA: è un masso caduto da chissà dove,
che ti attanaglia il petto, ti chiude gli occhi ti
acceca la mente e non ti permette di vedere un
sorriso vicino a te.
VERGOGNA: una nebbia troppo fitta in cui vorresti nasconderti e da cui fatichi ad uscire
VOLONTÁ: quando il desiderio di proseguire, ha
il sopravvento sul baratro che hai davanti
VITA: uno splendido viaggio che ci è stato donato, da condividere con chi ci ama e... anche
con gli altri!!
Non facciamo il grave errore di temere la morte
davanti a noi...
Gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata... (SENECA)
Buona vita a tutti quindi apprezzando e vivendo
appieno ogni momento, con gioia!
Sandra Tosi
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Pensioni e dintorni...
A cura di Paolo Zani, Consulente previdenziale
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
La contribuzione obbligatoria e la prescrizione
Tutti i lavoratori sia dipendenti, che autonomi,
che parasubordinati sono obbligati al versamento della contribuzione previdenziale commisurata, in generale, al reddito prodotto o percepito.
Analizziamo brevemente caso per caso.
Lavoratori dipendenti
Il lavoratore dipendente non ha alcun obbligo diretto in quanto il prelievo dei contributi avviene
sulla busta paga: il datore di lavoro preleva una
somma dalla retribuzione per poi versarla all’Inps.
Il sistema di previdenza dei lavoratori dipendenti
iscritti all’Inps è finanziato attraverso un prelievo
contributivo rapportato, per la maggior parte delle categorie, alla reale retribuzione corrisposta
e, per le altre, (p.e. le cooperative di produzione
lavoro) a retribuzioni convenzionali.
Il contributo è “obbligatorio”, in quanto dovuto
per legge indipendentemente da eventuali accordi tra le parti ed è calcolato in percentuale
sulla retribuzione lorda del lavoratore: una parte
è a carico dell’azienda e una parte è a carico del
lavoratore.
Ai fini del calcolo dei contributi, si considera retribuzione tutto ciò che il lavoratore percepisce
dal datore di lavoro in denaro o in natura, in dipendenza del rapporto di lavoro, al lordo di qualsiasi ritenuta.
L’aliquota complessiva è pari al 33% per la generalità dei lavoratori dipendenti di cui il 9,19% a
carico del lavoratore.
Lavoratori autonomi - Artigiani -Commercianti
L’importo dei contributi da versare si calcola in
base al reddito d’impresa che è costituito dalla
totalità dei redditi di impresa denunciati ai fini IRPEF per l’anno di riferimento.
Poiché non è possibile conoscere in anticipo
quali saranno i redditi che verranno prodotti nel
corso dell’anno, il versamento va effettuato sulla
base dei redditi d’impresa dichiarati l’anno precedente.
Nell’anno successivo andrà effettuato un versamento a conguaglio tra gli importi versati in acconto e quelli da versare in base al reddito effettivamente prodotto.
In ogni caso viene fissato un “minimale” (limite minimo) ed un “massimale” (limite massimo)
sul quale calcolare la contribuzione : per l’anno
2010 tali limiti sono rispettivamente 14.334 euro e
70.607 euro.
La contribuzione dovuta si articola diversamente
su varie fattispecie (età del lavoratore autonomo,
ecc.ecc.): in generale si attesta attorno al 20%
dell’imponibile o del minimale.
Coltivatori diretti
Nel settore agricolo la contribuzione è calcolata
secondo un meccanismo che attribuisce a cia-
scuna azienda una fascia di reddito convenzionale corrispondente al reddito agrario dei terreni
condotti.
I contributi, alle scadenze di legge vengono versati con il modello F24, inviato dall’Inps agli interessati.
Lavoratori para-subordinati
Il lavoratore para-subordinato si avvicina sempre
più, come inquadramento previdenziale, al lavoratore dipendente.
Infatti anche in questo caso, analogamente ai lavoratori dipendenti, il versamento della contribuzione è posta in capo al “commitente”.
Per l’anno 2010 l’aliquota contributiva è pari al
26,72% sul reddito prodotto di cui il 17.15% a carico del committente e l’8,57% a carico del collaboratore; questo vale per il collaboratore non
iscritto ad altra forma pensionistica, in tutti gli
altri casi l’aliquota è fissata al 17%.
Prescrizione
Tutta la contribuzione previdenziale è soggetta a
prescrizione: la legge 335/95 ha fissato in cinque
anni il termine prescrizionale oltre il quale non è
più possibile versare o recuperare la contribuzione dovuta.
Se la cosa è relativamente importante per i lavoratori autonomi, (se non hanno versato la contribuzione per sè o per i familiari, è un problema
loro) - il sommo poeta Dante direbbe “chi è causa
del suo mal pianga sè stesso!”-, la cosa assume
contorni tragici nel caso dei lavoratori dipendenti
e per i para-subordinati.
Infatti se il datore di lavoro o commitente non ha
adempiuto all’obbligo del versamento, trascorsi
cinque anni si corre il rischio di perdere la contribuzione previdenziale utile per il pensionamento.
Per evitare amare sorprese il lavoratore deve
richiedere con cadenza annuale l’estratto contributivo all’INPS e verificare che tutta la contribuzione sia stata regolarmente versata ed accreditata; in caso di mancato versamento totale
o parziale si deve procedere ad una denuncia di
omissione contributiva all’INPS in modo tale da
interrompere i termini prescrizionali e mettere
l’INPS nelle condizioni di recuperare il dovuto.
La sola denuncia è, generalmente, sufficiente
per regolarizzare periodi mancanti.
Un’altra cosa importante da controllare è che
l’imponibile previdenziale corrisponda esattamente a quello indicato nel prospetto della busta
paga: questo perché, nel nuovo sistema di calcolo contributivo, tutta la contribuzione entra a
far parte del calcolo di pensione ed anche una
modesta evasione contributiva, soprattutto se si
verifica all’inizio della “carriera” potrebbe avere
pesanti effetti negativi sulla pensione finale.
[email protected]
27
Notizie
dall’Amministrazione
A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI GUIDIZZOLO
Bando ai business e più
attenzione alla sicurezza
Vi sono date nella storia che devono rimanere
per sempre scolpite nella memoria individuale
e collettiva. E quel 12 maggio 1957, quando venne consumato il terribile incidente alle porte di
Guidizzolo che pose fine alla mitica Mille Miglia
e dove persero la vita 11 persone, è una di queste. Da qualche anno il Comune di Guidizzolo
commemora quella data innanzitutto con il ricordo delle vittime (i due piloti e 9 spettatori tra
cui 5 bambini) e poi con un convegno sulla ‘Si-
28
curezza stradale’. Uno dei punti su cui l’amministrazione comunale ha puntato molto e per il
quale si è vista assegnare la ‘Targa blu e la Targa d’oro per la sicurezza stradale’. Il convegno
anche quest’anno non ha tradito le aspettative
e sicuramente meritava una platea più ampia.
Molti i dati tecnici portati all’uditorio dai relatori introdotti dal sindaco Graziano Pelizzaro, ma
anche dati ‘umani’. Sul palco del teatro comunale sono intervenuti il giornalista Ezio Zermiani, il prof. Aldo Ferrara dell’Università di Siena,
Paolo Pettinari del Centro Studi Indipendente
per la sicurezza stradale, Margherita Bandini,
vedova dello scomparso pilota Lorenzo Bandini; in sala rappresentanti dell’ACI di Mantova, di
diverse associazioni locali; sindaci, tra cui Ben
Hur Tondini di Cavriana sul cui territorio avvenne l’incidente della Mille Miglia, Denis Annovazzi dell’Associazione vittime della strada. “Se
si vuole si può; se si vuole si possono ridurre
le morti sulla strada”: questo il messaggio lanciato da Zermiani nella sua introduzione. Nelle
piste dei gran premi automobilistici la sicurezza
è cresciuta in questi ultimi anni; non così sulle
strade. E le norme vigenti non bastano. Come
quelle, qui ha insistito Aldo Ferrara, non all’altezza relativamente ai mezzi (perché non vietare il fumo in auto?); ma potremmo dire anche
ai tipi di controlli che spesso non interessano
alcune categorie di veicoli troppo coinvolti negli incidenti. I discorsi sono iniziati prendendo
spunto dal volume ‘Lorenzo Bandini – Il re di
cuori’ e sono poi proseguiti entrando, come
dicevamo, in molti dettagli tecnici sui quali bisognerà riflettere per arrivare al risultato a cui
accennava Zermiani. Ciò sarà possibile se si
guarderà sempre meno alla strada quale luogo
di business ma ad essa si penserà sempre più
in termini di sicurezza. Con leggi moderne e con
mezzi adeguati come quegli Ultravelox presenti nel corridoio del teatro. Messaggi importanti
che, ha ricordato il sindaco, continueranno ad
essere proposti a tutti, partendo dalle scuole
perché anche il permesso alla guida sia sempre più per i giovani un significativo tassello
della cultura della vita.
Due momenti della cerimonia del 15 maggio 2010
Nuovo manto alla pista
di atletica e illuminazione
al tamburello
Gli assessori Cesare Maccari e Giacomino
Milani, rispettivamente responsabili delle politiche sportive e dei lavori pubblici, lo avevano
annunciato in sede di approvazione del bilancio di previsione ed ora, puntuali, sono partiti
alcuni lavori di sistemazione al centro sportivo
comunale. Una vera e propria ‘cittadella dello
sport’ ampliatasi nel corso degli anni; un centro
definito un ‘gioiellino’ dal Coni nel corso della
festa del marzo scorso durante la quale c’è stata la consegna della croce al merito sportivo a
Cesare Maccari per la sua lunga militanza nel
settore (tamburellista prima e poi tennista) e
per il lavoro che ora compie proprio a favore
dello sport. Le nuove opere nel centro di Via
Matteotti riguardano la realizzazione di un nuovo manto alla pista di atletica e l’illuminazione
al campo di tamburello. Quest’ultimo arrivato
ad arricchire la dotazione del centro il primo
giugno 2008 con la sua inaugurazione ufficiale e
l’intitolazione al Cav. Curzio Bonazzi, industriale
guidizzolese appassionato di tamburello e per
molti anni sponsor della formazione che porta-
va il suo nome. Il nuovo manto della pista viene
realizzato con materiale bituminoso omologato
per le gare di atletica ed utilizzabile inoltre tanto per gli allenamenti dei giovanissimi ciclisti
del Ciclo Club 77, i quali attualmente si servono delle piste ciclabili nella zona industriale e
qui troveranno un luogo sicuramente più adatto
e protetto, quanto per tutti coloro i quali se ne
vorranno servire nei tempi che si definiranno in
sede di gestione. Ultimata in questa prima fase
l’asfaltatura in nero, rifinitura in rosso e righe
saranno realizzate successivamente e con
temperatura atmosferica più calda. Per quanto
attiene al tamburelllo poi, sport di tradizione e
molto praticato a Guidizzolo, è indubbio come
l’illuminazione allargherà ulteriormente gli orari
di utilizzo del campo e la possibilità di incontri
in notturna. L’importo dei lavori, a base d’asta,
è di circa 125.000 euro resi disponibili da un apposito bando regionale e del Credito Sportivo
per questi impianti.
Siepi, alberi e sicurezza
Il Codice della Strada ed il regolamento Comunale di Polizia Urbana impongono ai proprietari
di aree prospicienti la pubblica via di mantenere alberature e siepi in condizioni tali da non
costituire pericolo o intralcio alla circolazione,
sia dei veicoli che dei pedoni.
I proprietari hanno l’obbligo di provvedere alla
costante regolarizzazione di fronde e rami in
modo che sia sempre evitata ogni situazione
compromettente.
E’ fatto obbligo inoltre ai proprietari di rimuovere tempestivamente le ramaglie o quant’altro
sia caduto sulla sede stradale.
Si invitano pertanto i cittadini ad osservare dette norme in modo puntuale, provvedendo alla
costante regolarizzazione di fronde e rami che
si protendono
sui marciapiedi o sulla sede
stradale.
La
Polizia Locale
perseguirà coloro che non
ottempereranno a tali disposizioni.
29
Illuminazione pubblica più
attenta all’ambiente
Sono circa 580 i punti di erogazione dell’illuminazione pubblica. 380 di questi di proprietà di
Enel; gli altri 200 del Comune. Per tutti è iniziata nei giorni scorsi una verifica funzionale alla
redazione del piano regolatore della pubblica
illuminazione annunciato dall’assessore Claudio Busca durante una recente riunione del
consiglio comunale. Si intende procedere alla
sostituzione delle attuali lampade tradizionali
a incandescenza con quelle a led. Ciò al fine
di risparmiare energia e contribuire ad un ambiente più pulito. “Dalle valutazioni fatte con
Enel-Sole, con cui stipuleremo un’apposita
convenzione quindicinale, l’intervento produrrà
un risparmio sui costi energetici pari a circa il
35% e contribuirà ad una contrazione di circa
30 quintali annui di Co2 immessi in atmosfera”.
Per l’Amministrazione l’intervento sarà a costo
zero in quanto assorbito interamente dai risparmi prodotti; Enel-Sole si farà carico dell’intervento. Sarà inoltre possibile, ha ulteriormente
precisato il sindaco Graziano Pelizzaro, ottenere altri risparmi nei consumi graduando opportunamente l’illuminazione là dove le esigenze
locali lo rendano necessario. Un progetto sicuramente interessante; il terzo del genere nel
mantovano. (s.d.)
Si amplia il distretto del
commercio
Il distretto diffuso del commercio “Gli Itinerari del mercante – Valorizzazione di percorsi di
scambio ai piedi delle colline moreniche” con
i suoi 42 operatori commerciali, 5 Comuni di
Guidizzolo, Cavriana, Goito, Medole, Solferino e
l’Associazione partner Confesercenti di Mantova si è riunito lo scorso 19 aprile presso la Sala
Consiliare del Comune capofila di Guidizzolo.
Tema principale
della riunione la
comunicazione
del positivo risultato, comunicato da Regione
Lombardia, circa
l’ingresso nel Distretto dei due
nuovi Comuni di
Monzambano e
Volta Mantovana con 10 nuo-
LA CONCHIGLIA
EDI
LUN
IUSO IL
CH
30
Pizza da asporto
Consegna a domicilio
vi operatori commerciali. Ancora un risultato
incoraggiante che amministratori, tecnici ed
operatori hanno saputo costruire per il rafforzamento del progetto “Distretto”. Successivamente è stato presentato il Logo del distretto e
il calendario delle iniziative promozionali pensate per migliorare la visibilità del comparto e
la qualità dei servizi/prodotti proposti. Risultato
della serata è “Il laboratorio di idee e lo scambio tra commercianti ed amministratori nell’ottica di costruzione di rete” per affrontare temi
importanti quali la perdita di significatività del
piccolo commercio e la necessità di un suo rilancio, l’opportunità di promuovere un territorio
e le sue attività economiche. Nell’occasione si
è altresi’ ricordata l’attività di rendicontazione
del distretto ed erogazione dei contributi, svolta
ogni lunedi’ dalle 10 alle 14 nell’ufficio presso il
Comune capofila di Guidizzolo.
Gianluigi Troletti
... poetico errante...
Gianluigi Troletti valido insegnane presso il nostro Istituto d’Arte negli anni ‘80, ci
ha lasciati immaturamente lo scorso anno. Riportiamo una sintesi del ricordo”Una
vita insieme, una grande amicizia” di Franco Bassignani, inserito nel catalogo della mostra aperta presso la Casa del Mantegna a Mantova fino al 13 giugno.
Nel 1979 vidi per la prima volta una sua opera
nella Reggia di Sabbioneta in una mostra di giovani pittori al Premio LUBIAM.
Poco tempo dopo conobbi Gianluigi in occasione di una supplenza per l’insegnamento di disegno dal vero all’Istituto d’Arte di Guidizzolo. Lo
invitai nel mio studio e subito si manifestarono
curiosità e interessi comuni. Da quel momento
in poi nelle ore libere dall’insegnamento veniva
da me; inizialmente parlavamo dei programmi
scolastici, lui era all’inizio, ma subito mostrò interesse per la mia opera grafica e la pittura di
ricerca.
Mi colpirono il suo amore per l’arte, l’umanità,
la sensibilità, la lealtà, il rispetto e la discrezione; notevole la sintonia nella facilità e nel modo
con cui affrontavamo gli argomenti: l’intesa era
immediata.
Con queste affinità, prese forza la nostra amicizia. Quante ore abbiamo passato a progettare,
a lavorare, a scambiarci esperienze.
Di Gianluigi mi colpì subito la maestria nel disegnare: parlava e disegnava; disegnava alla
maniera classica, rivelando la sua personalità,
sensibile e complessa, disegni potenti e affascinanti, autobiografici, velati di malinconica
dolcezza. Grande il suo desiderio di sperimentare l’ incisione, per cui gli proposi di realizzare
alcune prove a ceramolle, tecnica adatta a tradurre la morbidezza e la forza ad un tempo del
suo segno. Di questo lavoro conservo lastre e
prove di stampa.
La frequentazione divenne sempre più assidua;
un giorno, nel 1982, arrivò in studio insieme a
Francesco Dalmaschio, taciturno, ponderatore,
ma molto disponibile; parlammo d’arte, dei nostri lavori e della mostra di incisioni che stavo
preparando per la galleria Padania di Reggiolo:
“L’ AGGUATO“. All’inaugurazione ci trovammo
insieme a Ferdinando Capisani, vulcanico e in-
San Sebastiano e altri
studi, Matite, sanguigna e
tempera su carta e su tela
I fiori di Casali
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stancabile, che conoscevo da tempo. Gli intenti
culturali e la comune provenienza padano-emiliana sono state le ragioni di una grande amicizia che sancirono il formarsi di quel “gruppo
ideale” rimasto nel tempo.
All’inizio degli anni ’80
I dipinti di grandi o medie dimensioni, sono
rivolti all’indagine del mondo classico. Sulle
superfici bianche nascono immagini realizzate con matite a pastello, dal forte realismo
plastico. In alcune, i movimenti e la dinamica
delle figure sconfinano con elementi aggettanti che fuoriescono dalla superficie pittorica. Il
suo operare è una narrazione che rappresenta
battaglie con cavalli e cavalieri, S. Giorgio e il
Drago, Giulietta e Romeo con dipinti-scultura
ove le parti in rilievo quali: vesti di stoffa, legno,
terracotta imprimono plasticità tridimensionale
allo spazio. Il significato illusorio del racconto
è il rapporto tra le conoscenze culturali (gusto)
ed il forte desiderio di uscire dallo stilema pittorico per rapportarsi al suo mondo esistenziale e
di ricerca. Le opere sono sempre precedute da
numerosi disegni-studio.
Dualismo espressivo
Per definire la personalità di Gianluigi ho colto
due momenti:
Il primo - La cultura ed il grande amore per l’arte
classica che insieme alla grande abilità tecnica
permisero a Gianluigi di esprimere con il disegno “tutto”. Dico tutto perché con il disegno
qualunque idea o tema lui affrontasse faceva
emergere capacità, creatività, potenzialità e
innanzitutto il forte equilibrio formale, -“noi lo
dicevamo classico “- sommato alla personale
interpretazione del segno “ non finito”. Il desiderio e la voglia di disegnare lo hanno accom-
46° Premio Suzzara
“Nuova Sinestesie”.
Troletti, Banali, Bassignani,
Capisani e Dalmaschio
pagnato sempre ed il suo mondo espressivo ne
ha sempre dato testimonianza.
Il secondo - Il prevalere dello spirito per la ricerca e la sperimentazione lo proiettano verso
una continua evoluzione dove il fattore speculativo diventa sempre più connotativo.
Nella seconda metà degli anni ’80 pone le basi
di trasformazione della sua pittura. Un pomeriggio, nel mio studio di fronte ad una sua opera,
dopo una lunga discussione matura il bisogno
di uscire dallo schema praticato e utilizzato sinòra, per ricercare nuove soluzioni. Particolare il riferimento alle precedenti incisioni con il
riporto di parti in rilievo, ed il “frammento” delle
lastre tagliate (Cartella dal Mincio al Naviglio e
Inquietudine del segno). Gianluigi amava molto
la scultura e la mitologia. Con queste riflessioni nascono le prime opere a sfondo mitologico
dove con la creatività disegnativa pensa di dare
plasticità e rilievo alla pittura, arricchendo il
supporto con carte modellate disposte sapientemente a definire la composizione dell’opera:
ne consegue un passaggio dove la narrazione
genera una spazialità ampia, enigmatica e misteriosa. Di questo periodo sono le Sirene di
Ulisse. Diversi i disegni preparatori e le lastre
incise a ceramolle delle quali sono state tirate
solo alcune prove d’autore.
Una di queste prime opere dal titolo
“Enigma”mi piaque molto e lui me la donò.
“Tutto quello che fai esprime equilibrio, gusto
e capacità critica, nulla è casuale”: questo è
quanto, ebbi spesso modo di dirgli.
Fine anni ’80-90
La rappresentazione mitologica e citazionista
fin qui osservata nelle opere perviene alla sintesi dell’astrazione geometrica. Lavorando nel
mio studio trova delle teline (tarlatana) usate
per togliere l’inchiostro dalla lastra prima della stampa, le utilizza per le nuove trame alchemiche. Nasce il ciclo di opere concettuali,
Chemia – Trasmutazioni. Cielo, Terra, Acqua e
Fuoco; Cerchio, Quadrato e Triangolo sono gli
elementi compositivi nelle sue opere su carta,
tavola, e metallo.
Vengono realizzate alcune lastre con tecniche
sperimentali su cartone e su zinco che vengono stampate con i colori giallo, rosso, nero,
bianco.
Nel dicembre 1989 con la mostra di Renzo Schi-
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rolli si aprì “l’Atelier” a Mantova, coordinato
da Roberto Pedrazzoli di cui siamo amici. La
Galleria d’Arte diventò il luogo di riferimento
per manifestazioni artistiche, incontri, intense
collaborazioni alle quali noi eravamo sempre
presenti. Gli incontri proseguirono per un lungo
periodo nella casa sulla Collina, detta “Casino
di Monzambano”, che diventò il ritrovo “pensatoio” ove maturarono intense discussioni sui
possibili orizzonti artistici, l’utilizzo degli spazi
per mostre, ed in particolare la valutazione panoramica sull’arte mantovana. Nel frattempo si
unirono a noi Eristeo Banali e Alberto Cappi.
In questo arco di tempo fine anni ‘80 inizio ‘90,
Gianluigi fù scosso da tragici eventi: la morte
di Maurizio amico fraterno, della madre, e poco
dopo, del padre, la malattia della sorella, ed un
grave incidente.
É un forte turbamento della sua sensibilità.
Inizia un periodo di riflessione e spiritualità. Si
rifugia nel suo studio e col suo lavoro instancabile rivolge l’attenzione - è una valvola di sfogo
- a progettazioni e realizzazioni di arredamenti
nei quali diventano parti integranti le sue opere.
Realizza supporti per sculture e installazioni
con inserti classici.
La riflessione continua e la produzione di opere
si affina.
Sulle grandi superfici di acciaio
lucido, mosso, e
in parti graffiato
“mare mercuriale”, si forma
l’immagine assorbita
dalla
realtà che si riflette modificandosi continuamente; realizza
attraverso studi
e prove, piccole
e grandi sculture di acciaio con
superfici concave, convesse,
talvolta modulari...
L’ultimo grande
impegno
l’af-
frontammo nel 2005 con la realizzazione dello Arredo per una Farmacia
“Scrigno” PAROLA MATERIA COLORE: il libro- a Bergamo
oggetto che racchiude il sentimento di reciproca appartenenza, il senso di amicizia e la sintesi del nostro lavoro. In questa circostanza si unì
a noi Giorgio Celli che integrò la parte poeticoletteraria. L’opera realizzata in 120 esemplari
unici, fù presentata dal gruppo PieMme 6 nella
mostra alla Casa del Mantegna nel 2007 e ottenne nel 2008 il prestigioso riconoscimento del
46° Premio Suzzara “Nuove Sinestesie”.
All’inizio di aprile del 2008, mentre allestivamo la mostra Lo Scrigno a Tradate, la salute di
Gianluigi subì un tracollo: se ne andò piano, in
punta di piedi il 28 febbraio.
Franco Bassignani
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a cura di Donatella Lusenti
Ingredienti per 4 persone
600 gr Filetto di maiale
50 gr Pistacchi
50 gr Mandorle
1 Cipolla
20 gr Burro
1 bicchierino di Brandy Sale e Pepe
Preparazione
Tritate la cipolla, soffriggetela in una padella
con il burro e la salvia; unite il filetto, rosatelo e
cospargetelo con un pizzico di sale e una macinata di pepe. Avvolgetelo in un foglio di alluminio e fatelo intiepidire. Fate rotolare il filetto nei
pistacchi e nelle mandorle tritati e avvolgetelo
nuovamente nell’alluminio. Mettete il filetto
in una pirofila e cuocetelo in forno a 2000 per
25 minuti. Sfumate il fondo di cottura rimasto
in padella con il brandy e fatelo addensare un
po’; eliminate la salvia, passatelo al setaccio e
servite lo con il filetto a fettine.
Vini consigliati
Cabernet Sauvignon
Interessante e particolare la ricetta proposta,
in questo numero, dal “Ristorante la Baita”, di
Campagnolo presso Cavriana, gestito da oltre
trent’anni dalla famiglia Parolini.
Questi ristoratori ormai fanno parte della storia della gastronomia del nostro territorio e in
questi anni hanno sapientemente trasformato
la tradizionale “trattoria” in un raffinato e prestigioso locale inserito nel verde delle colline
moreniche.
Le loro ricette hanno un chiaro legame con il
territorio e per questo piatto, a base di carne, consigliano, come vino, un Cabernet Sauvignon
della Cantina Dondino di Cattani; vino che ha ottenuto un prestigioso riconoscimento al Vinitaly
di Verona di quest’anno.
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Ristorante
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Chiuso il lunedì sera e il martedì
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A tutta penna
Lettere al direttore
Signor Direttore,
Alcuni servizi di stampa in vista del 150° della spedizione dei
Mille e della proclamazione dell’unità d’Italia, senza Venezia,
Roma, Trento e Trieste sarebbe più esatto dire della nascita dello
Stato unitario, hanno recentemente riferito lo stato di abbandono dei monumenti garibaldini lasciati alle erbacce, a Quarto, a
Marsala e in altri luoghi.
Non da meno Guidizzolo.
Sulla facciata dell’ex sede comunale una lapide ricorda Garibaldi, un’altra don Enrico Tazzoli, del quale nel 2012 ricorre il
bicentenario della nascita. Gli anniversari sono lodevolmente
occasione per il restauro o il recupero di monumenti storici. Ma
quando il recupero del palazzo già sede del Comune (Vergani ha
disegnato la loggia, non è l’architetto del palazzo, edificio assai
più antico)? E quale la sua destinazione? Museo della città ebbi
a proporre (vox clamantis in deserto) tempo addietro (cf. La Notizia, Febbraio 2009). Se e quando verrà recuperato il palazzo
saranno restaurate pure le lapidi poste sulla facciata. C’è da
augurarsi non alle calende greche.
Franco Mondadori
Risponde il sindaco
Ringrazio il prof. Mondadori per avermi dato l’opportunità di precisare il programma di questa Amministrazione
Comunale.
Se la ricorrenza del 150° anniversario della “nascita dello
Stato unitario” è indubbiamente significativa, altrettanto
lo era la celebrazione del 150° anniversario della battaglia
di Solferino, che ha visto l’impegno, economico ed organizzativo, di tutti i Comuni del territorio, ma non altrettanto dello Stato.
Comunque non verrà certo meno l’attenzione, anche a
Guidizzolo, compreso il restauro delle lapidi commemorative poste sulla facciata dell’ex Comune.
Diverso invece è il discorso sul recupero del palazzo Vergani, ex sede municipale.
Questa Amministrazione, così come le precedenti, ha percorso ed attivato tutti i canali di finanziamento possibili,
cercando contributi, da Enti, fondazioni bancarie, compresi fondi europei.
Siamo ora in attesa dell’esito di due bandi ancora aperti.
Il progetto approvato, per circa 1.200.000 E., prevede la
creazione di un centro di promozione di attività culturali.
Non è esclusa la soluzione museale, ma come sempre, è
necessario trovare la sinergia con l’associazionismo locale, dal momento che il Comune non può prescindere
dall’equazione costi-benefici.
Per agevolare i finanziamenti, il progetto è stato diviso in
due lotti, dei quali uno comprende appunto il restauro
della facciata, degli infissi e del loggiato.
Per quanto riguarda, poi, la celebrazione della ricorrenza
riguardante don Enrico Tazzoli, il Comune di Guidizzolo ha aderito al Comitato per le celebrazioni medesime,
insediato presso la Curia Vescovile di Mantova e ne condividerà pertanto le iniziative, nominando quale proprio
rappresentante nel Comitato il prof. Giovanni Zangobbi.
Graziano Pelizzaro
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recensioni
arte &
dintorni
Marta Leali
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Amabili resti
Il libro di cui desidero parlarvi non è semplice
da descrivere. Questo perché mostra un ritratto dei suoi personaggi, dei suoi protagonisti,
delle sue persone in uno dei momenti più delicati e privati della vita: la morte di una persona
cara. Di una figlia, di una sorella, di un’amica.
Questa ragazza si chiama Susie Salmon. Ha
quattordici anni quando un vicino di casa le
tende una trappola, la violenta, la pugnala e fa
a pezzi il suo corpo.
E tutto questo viene raccontato proprio da
Susie. Si trova in un luogo chiamato Cielo, un
posto che non è più la terra su cui ha vissuto,
ma che in un primo momento non percepisce
neppure come vero paradiso. Forse perché
non l’immaginava così. Da questo posto, vicino eppure irraggiungibile, guarda la sua famiglia, gli amici che ha lasciato, il ragazzo per cui
aveva preso una cotta e si sofferma poi su una
ragazza, Ruth. Una giovane di grande talento,
particolare quanto incompresa, che viene sfiorata dall’anima di Susie quando questa viene
strappata alla terra e percorre la strada verso
il Cielo. Quel brivido e quella vista che fanno
comprendere a Ruth che qualcosa di terribile
è avvenuto.
Quel pomeriggio, dopo la scuola Susie non
torna a casa, ma non c’è alcun corpo da seppellire e la speranza che stia bene avvia in un
primo momento le ricerche di questa ‘ragazza
scomparsa’ da parte delle autorità. Poi il ritrovamento di un brandello del suo corpo e del
berretto che le aveva fatto la madre modificano
la natura delle indagini e s’interrogano i vicini
e i compagni di scuola non più per sapere se
l’hanno vista, quanto per sapere dov’erano loro
quando Susie è scomparsa.
La tragedia e l’incertezza soffocano la famiglia
Salmon, fino a farla sfaldare.
Abigail, la mamma, non resiste al dolore e lascia il marito, Jack, a prendersi cura dei due
figli minori: Lindsey e Buckley.
Jack, con tutto il suo dolore prima per la scomparsa della figlia poi per l’abbandono da parte
della moglie che continuerà ad amare, cerca
di fare il possibile per crescere i figli. Accetta l’aiuto silenzioso e prezioso di nonna Lynn,
un’eccentrica signora con una passione per gli
alcolici ed il trucco, che fino a quel momento
non era considerata come parte essenziale
della famiglia.
Per uno strano caso del destino Jack si trova a
stretto contatto con l’assassino della sua Susie: ecco la comprensione. E’ stato quell’uomo!
Eccone la consapevolezza schiacciante e agghiacciante, ma quando si rivolge al detective
Len Fenerman, incaricato dell’indagine, viene
preso per un padre disperato sicuramente in
torto.
La giovane Lindsey, la sorella minore di Susie,
viene vista come ‘la sorella della ragazza ucci-
sa’, ma con coraggio e una grande forza di volontà riesce a riprendersi, quasi a conquistarsi
lottando contro i pregiudizi della gente, la sua
vita senza che nessuno veda più in lei Susie.
Il piccolo Buckley, protetto da tutti per settimane dalla crudele notizia, è colui che riesce
in parte a far reagire il suo papà, l’unica figura
genitoriale rimastagli. Nella sua figura di bambino troviamo il meglio dell’essere umano. Colui che con semplicità e grande affetto pone le
domande più dolorose, ma che grazie a quelle
risposte libera almeno un po’ la sua famiglia
da quell’opprimente dolore che ne ha sferzato i componenti. Seguire la sua crescita è per
Jack, e per il lettore, un sollievo. Un ritorno necessario alla vita, che chiama ed esige di essere vissuta.
L’idea di sfruttare Susie come voce narrante mi
piace. E’ insolito nel quadro dei romanzi americani. Vi sono però delle note negative.
La prima, che balza immediatamente agli occhi,
è la forma del testo. Nessuna quattordicenne
scrive e/o racconta in questo modo, in quanto
manca di realismo e, aggiungerei, per fortuna!,
perché devo ammettere che se fosse scritto in
modo adolescenziale non l’avrei scelto e molto
probabilmente non mi avrebbe colpito tanto.
Seconda nota: verso la fine del libro, Susie
opera una sorta di possessione di un corpo.
Ipotizzo: forse l’autrice voleva farle vivere
un’importante esperienza di passaggio che in
vita non aveva avuto occasione di compiere.
Va bene, con animo romantico potrei anche
apprezzarlo, ma a posteriori non posso far a
meno di chiedermi: come si dovrebbe collegare
quest’episodio al resto del libro?
Qual è lo scopo della sua introduzione nel volume?
L’autrice, Alice Sebold, voleva forse farci passare l’amaro in bocca venutoci al pensiero di
questa giovane, ingenua e inesperta vita stroncata? Se fosse così allora dal genere ‘romanzo
drammatico solo in parte inverosimile’ è passata –orrore, orrore- all’inverosimile puro. Ovvero
a un passo dal comico. E in un libro in cui una
ragazzina di quattordici anni viene violentata,
uccisa e fatta a pezzi la comicità, riferita proprio a quella vita distrutta, non deve neppure
passare per sbaglio tra quelle righe.
Quindi mi chiedo: l’inserimento di quel brano
era in programma fin dall’inizio oppure è stata
una scelta successiva, magari volta a ingraziarsi i lettori dal cuore tenero?
Bell’inizio come romanzo, pessima fine. Al limite del paradossale.
Nota per chi vuole sfruttare qualche ora per
leggerlo: ricordate che si tratta di un romanzo
dalle connotazioni drammatiche non di un thriller, nonostante il macabro inizio.
Marta Leali
Sul mare
Quando, la sera prima, il mio amico Valter mi ha
chiamato per comunicarmi che aveva prenotato
i biglietti per il film “Sul Mare” e che eravamo gli
unici in sala, ero molto contento. Anzi mi ricordo di avergli detto, peccando un pò di snobismo:
“Se non c’è nessuno vuol dire che il film è proprio bello!”. E infatti non mi ero sbagliato. “Sul
Mare”, del regista Alessandro D’Alatri, è un piccolo grande film, tutto italiano, inspiegabilmente dimenticato. Come spesso accade, le opere
meno pubblicizzate, quelle che passano in silenzio, finiscono per essere tra le più interessanti.
Salvatore ama il mare, ha quasi vent’anni e una
barca con cui porta la gente a visitare la sua isola, Ventotene. D’inverno però, senza più i turisti,
è costretto a lavorare come muratore nei cantieri sulla terraferma. Così, come dice lui stesso,
si ritrova a condurre una vita “come i materassi”: con un lato estivo e uno invernale. Un giorno
conosce Martina, una turista di Genova venuta
sull’isola per fare immersioni. I due si innamorano e vivono una struggente storia d’amore;
Salvatore è totalmente coinvolto, Martina è
al centro di ogni suo pensiero e diventa la sua
principale ragione di vita, tanto che il ragazzo
inizia a fare progetti per il futuro. Fino a quando
un giorno, all’improvviso, Martina si rende irreperibile...
Il vero protagonista è il Tirreno e Ventotene, con
la vicina isola di Santo Stefano.
Ci sono i sapori del Sud: i pomodori polposi e
rossissimi, appena tagliati a pezzi e sparsi su
fette di pane. Il pesce carnoso appena pescato,
messo a cuocere sulla brace e mangiato a brandelli con le mani.
Ci sono le tradizioni del Sud: come la festa patronale di Santa Candida, a Ventotene, con la processione della barca della Santa, la gara delle
mongolfiere di carta e lo spettacolo dei fuochi
d’artificio sul mare.
Ci sono i luoghi del Sud: le isole brulle e selvagge dell’arcipelago Pontino, nate dalle viscere
della terra e ormai resti di vulcani spenti, o le
acque incredibilmente limpide e trasparenti che
le circondano.
Ci sono infine i monumenti lasciati dall’uomo:
come il penitenziario di Santo Stefano,
mirabile esempio di
architettura carceraria e situato sulla
sommità dell’isola. E’
qui che i due ragazzi
giocano a rincorrersi
dentro e fuori le celle
vuote di un edificio
fantasma, in uno di
quei pomeriggi assolati e assolutamente
indimenticabili.
La loro relazione rappresenta anche l’incontro tra due stili di
vita differenti: quello
di Salvatore, semplice e familiare, e quello di Martina, basato
sulla carriera e sulle
relazioni sociali. Ma
nel periodo di una
vacanza, perchè di
questo si tratta, tutto
è perfetto. Purtroppo
quando l’idillio volge
al termine bisogna
fare i conti con se stessi e con le proprie aspirazioni. Emblematica è la scena di Salvatore che,
durante una gita in barca, sottrae di nascosto
l’Iphone a Martina e vede le foto di lei sorridente in compagnia di amici e colleghi di studio. E
capisce che forse non ha mi avuto alcuna speranza...
Memorabile poi la sequenza finale in cui Salvatore, indossando candide vesti, nuota sul fondo del mare. Sembra muoversi all’interno di un
enorme acquario. E così prima viene verso di
noi e poi, a grandi bracciate, si allontana fino a
divenire piccolo piccolo. Alla fine sparisce nel
blu infinito del mare, del Mare Nostrum, del Mediterraneo.
Viva D’Alatri, viva l’Italia.
Luca Piazza
cinema
arte &
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Luca Piazza
di Boscaini Matteo
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arte &
dintorni
Il Papa nei “Promessi Sposi”
letteratura
“Un posto così desiderabile all’ambizione e così terribile alla pietà”
Franco Mondadori
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Al papa nel romanzo si accenna almeno cinque
volte.
In un’opera ispirata al cristianesimo la menzione
del papa non poteva mancare o sulla bocca di
personaggi altolocati o su quella di popolani. Del
papa però si parla sempre con rispetto o quanto
meno non gli si manca mai di rispetto. Cosa non
da poco se si considera che il Manzoni è solito
stigmatizzare con la sua ironia le autorità di ogni
rango e di ogni colore dei tempi in cui si svolgono
gli avvenimenti del romanzo .
La prima volta (cap. V) si fa menzione del papa
durante l’animata discussione al pranzo di don
Rodrigo. Protagonisti il conte Attilio e il podestà
di Lecco (padre Cristoforo silenzioso e in attesa)
quando il discorso cade sulla successione al ducato di Mantova, vacante
dopo la morte di Vincenzo
Gonzaga, che non aveva
lasciata prole legittima,
successione contesa tra
Francia e Spagna. In proposito il conte Attilio dice:
“... e so da buona fonte che
il papa, interessatissimo,
com’è, per la pace, ha fatto
proposizioni ... “. Il podestà
non lo lascia finire. “Così
dev’essere; sua santità fa
il suo dovere; il papa deve
sempre metter bene tra i
principi cristiani”. Almeno
nell’opera pacificatrice del
papa i due contendenti che
si erano accapigliati sulla
questione cavalleresca ora
sono d’accordo. Ambedue
rendono omagglo alle proposte fatte dal Papa fra i
litiganti per la principesca
poltrona mantovana. Tornassero oggi in vita dovrebbero ripetersi nel lodare l’opera pacificatrice del
papato.
Agnese nello spiegare (cap. VI) la procedura e
la validità del matrimonio clandestino da lei suggerito ai due giovani nomina con familiarità popolaresca il papa. Con il richiamo all’autorità del
papa essa intende assicurare Renzo e vincere
l’esitazione di Lucia. Il matrimonio di sorpresa è
dunque valido: “il matrimonio è bell‘e fatto, sacrosanto, come se l’avesse fatto il papa”. Nessuno potrà annullarlo anche se contratto in forma
così spiccia. “...Ecco, è come lasciare andare
un pugno a un tale. Non istà bene; ma, una volta
dato, neanche il papa glielo può levare”.
Il paragone è un pochino irriverente, ma calzante.
Si torna a parlare del papa (cap. XIX) quando il
conte zio invita a pranzo (un pranzo che si potrebbe definire diplomatico) il padre provinciale
dei cappuccini. Due potenti e scaltriti commensali siedono vicini a tavola, ciascuno attento al
proprio scopo. Il padre provinciale ascolta dal
conte zio vantare i suoi frequenti contatti con la
corte di Madrid, ma a sua volta trova abilmente
il modo di parlare del cardinale Barberini, ch’era
cappuccino e fratello del papa allora regnante,
Urbano VIII, niente meno.
In breve il conte zio si credeva forte perchè si
appoggiava alla corte di Madrid, il padre provinciale non si sentiva meno forte perchè si
appoggiava alla corte di Roma. Tuttavia il conte
zio a proposito del Padre Cristoforo che si era
inimicato suo nipote don Rodrigo insinuò al padre provinciale il timore di un ricorso al papa.
“Potrebbe essere fatto qualche passo a Roma
... non so niente... e da Roma venirle...“. I politici
non finiscono mai un discorso, sanno lusingare
e minacciare al tempo stessso, sempre fingendo. Con il minacciato ricorso a Roma il conte zio
ebbe partita vinta e ottenne l’allontanamento da
Pescarenico di Padre Cristoforo, trasferito come
predicatore a Rimini.
Nelle pagine (cap. XXII) che il Manzoni scrive
per darci la biografia del card. Federigo Borromeo appare una definizione non comune del
papato, scaturita dalla sua religiosità, un “posto
così desiderabile all’ambizione e così terribile
alla pietà”.
Così si spiega perchè Federigo “dai molti conclavi ai quali assistette riportò il concetto di non
aver mai aspirato a quel posto”.
Del papa si torna a parlare nell’ultimo capitolo
(XXXVIII) del romanzo e vi torna sulla bocca di
don Abbondio divenuto loquace e giulivo appena
certo della morte di don Rodrigo. Don Abbondio
usa il titolo di eminenza riferendosi al card. Borromeo. Agnese interviene ricordando di essere
stata a suo tempo istruita dai cerimonieri a chiamare il cardinale “Vossignoria Illustrissima e
Monsignore”. E il curato spiega: “Perchè il papa,
che Dio lo conservi anche lui, ha prescritto, fin
dal mese di giugno, che ai cardinali si dia il titolo
di eminenza”. E con quale titolo rivolgersi ai curati? E don Abbondio” i curati a tirar la carretta.
Del reverendo fino alla fine del mondo”.
Oggi è declassato anche reverendo. Ma il Manzoni non lo aveva previsto.
Franco Mondadori
Dire Promessi Sposi vuol dire accendere nelle
nostre menti alcune “lampadine” di senso, illuminare alcune immagini che sono lì, depositate
in qualche angolo del nostro cervello (o cuore)
da quando a scuola “ce l’avevano fatto leggere”.
Un po’ come quando, in qualche chiesa buia, inseriamo una monetina ed ecco che un quadro si
illumina, lo vediamo, eppure era sempre stato lì.
Una delle immagini dei Promessi Sposi che difficilmente riusciremmo ad ignorare è quella della
peste. Così, dopo aver parlato delle responsabilità storiche dell’epidemia e dopo aver ri-acceso
la scena sublime della piccola Cecilia che muore
tra le braccia della madre proprio a causa della
peste, possiamo ora osservare un altro “quadro”
manzoniano: il lazzaretto, luogo (e tempo) del dolore.
I capitoli XXXV e XXXVI si svolgono completamente ed esattamente dentro questo recinto di
dolore. L’inquadratura la determina Renzo: all’inizio del XXV ne varca l’ingresso e alla fine del
XXXVI ne esce: “prese in fretta verso la porta,
dando a destra e a sinistra l’ultime occhiate di
compassione a quel luogo di dolori”.
Oltre a essere luogo della sofferenza, il lazzaretto, però, è anche il luogo dell’incontro: è qui
infatti che Renzo ritrova Lucia, dopo venti mesi
di forzato distacco, gravi pericoli e incertezze angosciose. La ritrova quando ormai ogni speranza pareva vana, quando stava quasi toccando il
fondo della disperazione, tanto che anche la preghiera si aggrovigliava nel suo cuore: “Fece a Dio
una preghiera, o, per meglio dire, una confusione
di parole arruffate, di frasi interrotte, d’esclamazioni, d’istanze, di lamenti, di promesse: uno di
que’ discorsi che non si fanno agli uomini, perché
non hanno abbastanza penetrazione per intenderli, né pazienza per ascoltarli; non sono grandi
abbastanza per sentirne compassione senza disprezzo”.
E invece ecco Lucia, anzi, la sua voce. Una banalissima casualità rende possibile l’incontro:
mentre Renzo si china per levarsi dalla caviglia
il campanello dei monatti, che aveva usato come
“passaporto” per entrare nel lazzaretto, si appoggia col capo alla parete di paglia di una capanna e da lì giunge al suo orecchio una voce:
“Oh cielo! È possibile? Tutta la sua anima è in
quell’orecchio”.
Una banalissima casualità dunque, ma da leggere nell’economia del romanzo come intessuta dai
fili della Provvidenza.
Nell’amore delicato di Renzo e Lucia, delicato
è anche il loro incontro: non un corpo, ma solo
una voce. “Sì!Sì! è quella voce!”. La narrazione
emozionata ricorda da vicino quella del Cantico
dei Cantici, il rincorrersi dei due amanti e quindi l’incontro: “Una voce! L’amato mio!” e “fammi
sentire la tua voce, perché la tua voce è soave”.
Manzoni ci dice anche le parole udite da Renzo: “
– Paura di che? – diceva quella voce soave. – Abbiam passato ben altro che un temporale. Chi ci
ha custodite finora, ci custodirà anche adesso”. La voce
di Lucia non poteva essere
che “soave”, le sue parole
non potevano essere che di
incoraggiamento e di fede. Di
più: il suo atteggiamento non
poteva essere che di carità.
Renzo, entrando in quella capanna, la vede chinata sopra
un lettuccio ad assistere un
appestato.
Il luogo del dolore diventa
luogo dell’incontro. Il luogo
della disperazione diventa il punto di partenza
per ricostruire il proprio futuro.
I Promessi Sposi è un romanzo di formazione: il
protagonista apprende perché fatica, migliora
dopo aver sbagliato, risale perché è sprofondato.
Era necessaria questa sosta nel lazzaretto, come
a Dante fu necessario scendere nelle profondità infernali per giungere al Paradiso. Per molti
aspetti il lazzaretto manzoniano ricorda un girone
dell’Inferno dantesco, dove i dannati tendono la
mano al visitatore, che è accompagnato nel suo
viaggio da una guida buona (Virgilio o Padre Cristoforo) e attende una donna che dispensa beatitudine (Beatrice) o luce (Lucia).
L’archetipo letterario del viaggio (fuori e dentro
sé) richiede sempre di compiere una discesa fino
all’estremo abisso prima di poter risalire.
Francesca Pesci
letteratura
Il lazzaretto: luogo del dolore
e dell’incontro
arte &
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Francesca Pesci
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39
teatro
arte &
dintorni
Mariavittoria Spina
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Anche la luna piange
La stagione teatrale di Guidizzolo si è conclusa con Luna e lunatici, novità assoluta del 2010
che vuole essere “un omaggio alla Luna, immortalata dai più illustri poeti e narratori”, sul
palco Nicola De Buono e Martina Colombari.
Il volto della luna, proiettato sul sipario, accompagna l’ingresso degli spettatori con il suo
sguardo mobile, talvolta inumidito da una lacrima poetica, anzi, profetica: la luna piange, lo
spettacolo zoppica.
Il fine dicitore
De Buono attacca con un
sonetto stilnovista, che funge da introduzione alla sua
interlocutrice:
Martina
Colombari esordisce con grazia,
prospettandoci
momenti di musica e poesia.
Invero, questo
è quasi tutto
ciò che si può
dire di Luna e
lunatici. Il tentativo di utilizzare alcuni
scritti dialettali
dedicati alla
luna è lodevole,
nel complesso
però, lo spettacolo manca
di spessore, e
soprattutto di
coerenza. La
lettura seriosa
di brani poetici
si alterna a momenti di cabaret senza soluzione
di continuità. Passi una melodia di Branduardi
interrotta dalla goliardica In riva al Po, ma pare
eccessivo concedersi troppa confidenza nel
maltrattare i grandi come Leopardi e Calvino,
annacquandoli di improbabili aneddoti e “battute dozzinali”, come commenta lo stesso De
Buono, il quale scherzando pare abbia proprio
azzeccato la giusta definizione per i suoi interventi. Per di più, nelle parti da one man show
la Colombari, alta, bellissima e un po’ legnosa,
rischia di perdersi, costringendo De Buono a
raffazzonare la scaletta alla meno peggio. Da
perfezionare anche l’interazione con lo sfondo,
il cui meraviglioso carosello di immagini viene
esaltato solo incidentalmente, con la sgradita
intrusione di onnipresenti leggii, che intralciano
la visuale alla platea.
Lo spettacolo non brilla né per contenuti né per
il modo un po’ stantio con il quale sono presentati; manca il ritmo e una certa padronanza di
scena, che sicuramente Martina Colombari
acquisterà con l’esperienza. Le si conceda
l’emozione del debutto, che porta ad una lettura incerta, talvolta errata, dei testi poetici, ma
è sulla vera e propria recitazione che Martina
cede all’inesperienza, perché i tempi del teatro
non perdonano, e a differenza del cinema ogni
battuta non ammette repliche. Non stupisca il
fatto che da una celebrità del piccolo schermo
giunta al palcoscenico ci si aspetti qualcosa di
più della bella presenza e di stucchevoli omaggi
al talento calcistico del marito presente in sala,
il quale, peraltro, si lascia andare ad un’imbarazzante ovazione a scena aperta.
De Buono ci invita all’indulgenza, dopotutto la
performance è stata solo una prova; ma a poco
valgono le giustificazioni sul carattere casereccio dello spettacolo, non siamo ad una recita
scolastica. Un’oretta scarsa di intrattenimento,
e tanto basta, poiché su questa prima nazionale
c’è ancora molto da lavorare. Non se ne abbiano a male interpreti e autori, la luna non è stata
conquistata in un solo giorno.
Mariavittoria Spina
[email protected]
Il senso dell’estetica, della dignità
e del rispetto nella società
contemporanea
Questa dimensione tematica a primo impatto non
sembrerà affatto culturale; potrebbe confondersi
con divagazioni leggere di un uomo comune.
Quando prendo considerazione del passo biblico
della Genesi secondo cui “Dio ha creato l’uomo
a sua immagine e somiglianza” penso che l’ideale creatura, immessa in questo mondo, debba
manifestare anche dignità di atteggiamenti e di
aspetti.
Per quanto poi riguarda la perfezione esteticamente intesa, sono nate in tutti i tempi correnti
filosofiche ed artistiche, soprattutto pittoriche
e scultoree, sicuramente interpretabili come un
inno all’opera di Dio.
Il termine “estetica” ha etimologia greca ed è
verosimilmente traducibile con “teoria della conoscenza sensibile e delle percezioni”.
In altre parole rappresenta l’oggettività pura tradotta dalla realtà ideale che, a sua volta , è imitazione della natura ma non un modello esteriore
da imitare comunque.
La rappresentatività individuale quindi non deve
essere legata ad un concetto generale né all’imitazione obbligata di un’idea bensì ad una realtà
soggettiva; solo così l’estetica dà dignità a questa idea.
Il carattere imitativo crea quel dualismo tra materia e forma che, se non appropriato, genera essenze di tipo mostruoso.
Madre natura dimostra che non tutti gli esseri
possono nascere e vivere fisicamente con canoni classici essendo il frutto di una combinazione
genetica che molto spesso si allontana da quelli
desiderati.
Adolf Hitler avrebbe voluto sovvertire questa
regola creando qella razza ariana che nel suo
immaginario doveva rappresentare la perfezione
assoluta in tutti i sensi.
La storia non gli ha dato ragione.
Pertanto ogni individuo deve conoscere il proprio
aspetto alla perfezione per mettere in atto ogni
opportuna strategia di dignitoso automiglioramento d’immagine, cosa che ritengo obbligatoria
per quel rispetto verso i propri simili che non devono sopportare il riscontro di certe visioni.
Non è quindi operazione opportuna trasformarsi
a tutti i costi in quel che non si è assumendo, per
emulazione o per modo, atteggiamenti e trucchi
di ogni genere che in realtà rendono inesorabilmente ridicoli.
L’estetica quindi, l’abbigliamento, la cosmesi, la
parruccheria e quant’altro non sono arti e supporti oggettivi da applicare imponderabilmente,
forzando soluzioni improponibili, ma mezzi da valutare con intelligenza per riconoscerne un’adattabilità sicuramente migliorativa.
Una volta si riteneva quasi peccaminoso guardarsi molto allo specchio perché era considerato
narcisismo; al contrario io sostengo che bisogna
guardarsi allo specchio per educare il cervello a
valutare gli adattamenti inadeguati che ci peggiorerebbero in modo sconcertante.
Consideriamone qualcuno.
Ognuno ha la propria conformazione corporea su
cui non tutti gli abiti sono adatti.
Ognuno ha il proprio volto: fortunato chi lo ha
bello ma chi non ha questa caratteristica può
renderlo migliore senza ricorrere ad inadatti aggiustamenti che in realtà esaltano ulteriormente
ogni anomalia.
Ognuno ha o non ha una propria dentatura: per
rispetto di chi ci guarda (ma anche funzionalmente) non sono presentabili certe situazioni.
La nostra non è una razza che esprime nei suoi
cromosomi quei caratteri di capelli biondi, ormai
maniacalmente emulati dalla stragrande maggioranza delle donne, e neppure i riccioloni rossi
delle vecchie.
Gli uomini non sono normali coi capelli tinti ed i
parrucchini; sono più estetiche le pelate, pur indesiderate, ed i capelli bianchi ben tenuti.
Ogni volta che ci si trova su una spiaggia bisogna subire la sconcertante e repellente visione
di corpi seminudi inguardabili.
Questi alieni dovrebbero sapere che si può fare
balneoterapia ed elioterapia dignitosamente
adeguate al proprio corpo.
Potrei continuare ancora ma mi voglio fermare
con un ultimo, apparentemente banale, concetto.
Per deformità professionale non posso ignorare
quei tacchi femminili ritornati ad altezze oltre misura perché obbligano le ginocchia a non potersi
estendere completamente e la schiena ad invertire le proprie, normali curve creando un aspetto
corporeo assolutamente inestetico e un’andatura incerta e vecchieggiante.
Il risultato clinico si vedrà con gli anni.
Qualcuno potrebbe pensare che ho sciupato
tempo con argomenti futili e inutili e interrogarsi su quale sia stata l’idea scatenante che mi ha
indotto a metterli su carta con tante altre cose
importanti di cui mi sono sempre occupato.
Così rispondo: dove collocheremmo la dignità del
nostro pensiero se fossimo tutti repressi dai silenzi della falsa convenienza?
Elodio Perani
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Noi e la legge
A cura di Laura Leorati, avvocato
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
Conciliazione
L’eccessivo ricorso all’Autorità Giudiziaria concorre a determinare la congestione delle procedure. Di qui l’importanza di diffondere la cultura
della mediazione. Il decreto legislativo 4 marzo
2010, n. 28, emesso in attuazione della legge 69
del 2009, ha dato ulteriore impulso alla mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie
civili e commerciali. Il decreto definisce la mediazione come attività volta alla formulazione di una
proposta per la risoluzione di una vertenza tra due
o più soggetti.
L’istituto della conciliazione è già obbligatorio
per alcuni ambiti quali: servizi di telefonia; servizi offerti da Poste Italiane; vertenze in materia di
contratti bancari, finanziari e assicurativi; condominio; locazione; comodato; successioni ereditarie; diritti reali (usufrutto, servitù, ecc.), patti di
famiglia; affitto di aziende; risarcimento del danno
derivante da prestazione medico-sanitaria e dalla
circolazione di veicoli e natanti e per diffamazione
a mezzo stampa o altro mezzo di pubblicità. In particolare, in ambito finanziario, bancario e assicurativo, la conciliazione è attuabile anche mediante
le procedure previste dal T.U. in materia bancaria
e creditizia, nonché quelle per i risparmiatori e gli
investitori di cui al D.Lgs. 8 ottobre 2007, n. 179.
Nelle predette materie, il tentativo di conciliazione
è una condizione di procedibilità della domanda:
se non esperito non consente di ricorrere all’Autorità giudiziaria. Il ruolo di “garante” per tale meccanismo è stato affidato all’Avvocato cui spetta,
a pena di annullabilità del contratto d’opera intellettuale, l’obbligo di fornire adeguata informazione scritta al proprio Assistito in ordine alla facoltà
di fruire della mediazione e dei vantaggi ad essa
collegati nonché alle conseguenze scaturenti dal rifiuto a conciliare. Le agevolazioni per chi
concilia sono anche di natura fiscale: esenzione
dall’imposta di bollo e da ogni spesa tassa o diritto di qualsiasi natura per tutti gli atti, i documenti
ed i provvedimenti relativi al procedimento di mediazione. Qualora il valore della controversia non
superi la soglia di euro 50.000,00, si ha l’esenzione
dall’imposta di registro per il verbale che sancisce la conciliazione; in caso contrario, l’imposta è
dovuta solo per l’eccedenza. Allorché si versi nei
predetti casi di conciliazione obbligatoria a pena
di improcedibilità, la Parte che presenta i requisiti
per avvalersi del gratuito patrocinio non è tenuta
al pagamento di alcuna indennità a favore dell’organismo di mediazione.
E’ inoltre degno di nota che, in caso mediazione
con esito positivo, le Parti che corrispondono la
predetta indennità, beneficiano di un credito d’imposta fino ad un massimo di euro 500,00. Qualora
il tentativo non riesca, il credito d’imposta è ridotto alla metà. Sono previsti deterrenti per coloro
che, senza giustificato motivo, non si rendano disponibili alla mediazione: allorché sia avviata la
procedura giurisdizionale, il Giudice potrà trarre
argomenti di prova, ex art. 116, c.p.c., dal suddetto
comportamento. Ipotizzando che il soggetto che
rifiutò la conciliazione risulti successivamente
vincitore in giudizio e che la sentenza abbia un
contenuto corrispondente a quello della proposta
conciliativa rifiutata, il Giudice non potrà consentire al vincitore la restituzione delle spese legali.
Poiché lo scopo non è dilatorio, la durata della mediazione non può superare i 4 mesi dal deposito
della domanda di avvio della procedura. Concludendo, nei casi che evidenzino l’urgenza di adottare provvedimenti, «lo svolgimento della mediazione non preclude in ogni caso la concessione
dei provvedimenti urgenti e cautelari, né la trascrizione della domanda giudiziale»; il tutto coerentemente con la ratio dell’istituto che è quella di
agevolare e non limitare la tutela giurisdizionale.
Laura Leorati
Laboratori Piazza
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Noi e il fisco
A cura della dott.ssa Giulia Avanzi, commercialista
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
La denuncia di successione
La successione si apre al momento della morte.
Ove, necessario, gli eredi, i tutori o i curatori, sono
tenuti, entro un anno, a presentare la dichiarazione di successione all’Ufficio del Registro competente in base all’ultima residenza del defunto.
Attenzione quindi se, ad esempio, si è provveduto
a spostate la residenza presso una casa di cura in
un’altra zona, perché è con riferimento a quest’ultima che andrà individuato l’Ufficio competente.
Il precedente Governo, ha reintrodotto l’imposta
sulle successioni (e per analogia sulle donazioni) con delle aliquote differenziate a seconda dei
beneficiari. Si va dal 4% nei confronti del coniuge
e dei parenti in linea retta (con una franchigia di
un milione di euro per ciascun beneficiario); al
6% nei confronti degli altri parenti sino al quarto
grado nonché degli affini collaterali fino al terzo
grado (con una franchigia di 100.000,00 euro per
ciascun fratello o sorella) fino al 8% nei confronti
degli altri soggetti.
Restano inoltre dovute l’imposta di registro ed,
ove vi siano trasferimenti immobiliari, l’imposta
ipotecaria e catastale.
La denuncia dovrà essere corredata da alcuni
documenti, tra cui il certificato di morte in carta
semplice ed un’autocertificazione da cui risultino
le generalità del defunto nonché i dati degli eredi
e dei legatari ed il grado di parentela. Si dovrà allegare anche un’autocertificazione per le agevolazioni prima casa, qualora vi siano i presupposti
per beneficiarne. (attenzione a verificare la sussistenza dei requisiti, poiché l’erede dichiarando
di avere diritto all’agevolazione prima casa, può
ottenere un risparmio d’imposta)
Se cadono in successione degli immobili, questi
dovranno essere identificati precisamente.
Vanno indicati in denuncia anche i libretti di risparmio, i conti correnti ed i titoli intestati al defunto: A tale proposito, per lo svincolo delle somme alcune banche richiedono una copia della
denuncia di successione timbrata dall’Agenzia
delle Entrate che l’ha ricevuta, altre richiedono
un apposito modello rilasciato sempre dall’Agenzia delle Entrate, Altre ancora, infine richiedono
un’autocertificazione dalla quale risultino gli eredi. Si consiglia quindi di informarsi presso i singoli
istituti di credito circa l documentazione richiesta.
Non devono essere inseriti in denuncia di successione, invece, gli autoveicoli intestati al defunto; bisognerà però fare l’intestazione al P.R.A.
a nome degli eredi. Per questo ci si può rivolgere
ad’un agenzia di pratiche automobilistiche.
Si segnala infine che, se tra gli eredi, vi sono dei
minorenni (o degli interdetti o degli inabilitati) occorrerà osservare un’ulteriore serie di formalità,
tra cui ad esempio richiedere al Giudice Tutelare
l’autorizzazione per accettare l’eredità con beneficio d’inventario.
Ci si può rivolgere ad un professionista, che può
essere un notaio, un avvocato o un commercialista, per farsi assistere nella compilazione della
denuncia e nel calcolo delle imposte dovute.
Come sempre, se qualche lettore avesse bisogno
di ulteriori chiarimenti su questo o su no degli argomenti in precedenza trattati, può rivolgersi direttamente alla redazione de “LA NOTIZIA”.
Giulia Avanzi
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Notiziario del Corpo Bandistico di Guidizzolo - a cura di Francesca Cappa
25 APRILE
Il servizio per la commemorazione della liberazione dell’Italia quest’anno è stato ricco di novità, giovani novità.
La sfilata ha seguito il solito percorso per le vie
di Medole per poi spostarsi prima a Rebecco e
poi a Birbesi dove le nostre giovanissime trombe, Davide Lucchini e Luca Ambrosi, hanno rispettivamente esordito da solisti col Silenzio.
A Guidizzolo altri 15 allievi della classe di percussioni della Scuola di Musica, gestita dal Circolo Diapason, si sono uniti ai bandisti e sfilando egregiamente per tutta via Vittorio Veneto
fino ad arrivare a p.zza Mutti e ritorno.
Quest’anno alla commemorazione hanno partecipato anche i ragazzi delle classi quarte e
quinte della Scuola Primaria di Guidizzolo con
poesie e canti, Inno di Mameli e Bandiera Tricolore, accompagnati dalle note della Banda.
E’ stato un 25 Aprile ricco di splendidi debutti
seguiti, con molta gioia dei nostri ragazzi, da un
numeroso pubblico che di rado si vede in certe
manifestazioni.
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Calendario impegni giugno e luglio
Si sa che quando gli impegni cominciano ad essere tanti è facile dimenticarsene qualcuno per
strada, perciò ecco qui un piccolo promemoria
per quelli di giugno e luglio
Giugno
1 martedì
Monzambano, sera
Concerto per la Festa della Repubblica
6 domenica
Volta Mantovana, sera
Concerto
Luglio
14 mercoledì, sera
Guidizzolo
Military Festival Show Band
19 lunedì, sera
Concerto Fiera di Luglio
GRUPPO MICOLOGICO NATURALISTICO
“COLLI MORENICI”
Notiziario del Gruppo Micologico Naturalistico “Colli Morenici” - a cura di Giorgio Arienti
Successo per il corso di micologia
Anche questa 13ª edizione del Corso di Micologia promosso
dal nostro Gruppo ha fatto segnare l’ennesimo successo di
partecipazione e di gradimento. Poco meno di 80 gli appassionati ‘fungaioli’ che per 8 serate, dal 22 marzo al 17 maggio,
si sono dati appuntamento presso la sala civica del Comune
di Guidizzolo per seguire le lezioni, come sempre, tenute da
tecnici micologi. Quest’anno alla docenza di Giorgio Arienti, ispettore micologo dell’Azienda Sanitaria Locale oltre che
iscritto e grande propulsore del sodalizio insieme al presidente
Franco Boccazzi, si è aggiunta Marinella Gobbi, commerciante
di frutta e verdura nonché micologa diplomata in ‘Micologia
Ispettiva’ a Trento. A far muovere, a Marinella, i primi passi
nell’affascinante e delicatissima scienza della conoscenza dei
funghi, prima di tutto la sua grande passione e poi la necessità
di ottenere il diploma necessario alla commercializzazione dei
fungi spontanei. Così ha unito l’utile al dilettevole ed ora, grazie
alla sua amicizia con il Gruppo guidizzolese, mette a disposizione di tutti queste sue conoscenze insieme, come si diceva
in apertura, a Giorgio Arienti il quale ha ormai alle spalle una
professionalità invidiabile.
Otto le lezioni durante le quali sono stati toccati diversi temi
legati ai funghi, alla tossicologia, ai modi per cucinarli; un programma completo per tutti gli appassionati, e sono molti, che si
dilettano nella raccolta dei funghi (quando riescono a trovarli!)
‘Cenni di micologia generale: lo studio dei fungi; ‘Guida al riconoscimento dei generi’; ‘Rassegna dei principali generi – 1ª
parte’; ‘Rassegna dei principali generi 2ª parte’; ‘Elementi di
micotossicologia- principali sindromi e intossicazioni da funghi
alterati’; ‘Funghi a confronto – funghi commestibili e loro sosia
tossici’; ‘I funghi secchi e conservati – aspetti micologici, analitici e commerciali’; ‘Paesaggio vegetale e principali specie
arboree con accenno alla coltivazione dei funghi e dei funghi
cinesi’. Questi i temi toccati. E L’ultima sera, dopo la lezione
conclusiva, il Gruppo ha offerto a tutti i partecipanti un signorile rinfresco presso il bar “Queen Mamj”.
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N.90 giugno - la Notizia