Realizzato e diffuso con la collaborazione dell’Associazione Culturale Pediatri
Bimestrale. Poste Italiane s.p.a. Spedizione in AP - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. I, comma I, DCB ROMA Aut. n. 15/2009
Anno XV n. 3/2015 - Euro 3,50
un
pediatra
per amico
bimestrale per i genitori scritto dai pediatri italiani
Speciale:
Occhi sani, buona vista
Occhi sani, buona vista
Questo è l’occhio bello,
questo è suo fratello
Che emozione quando un bambino ricambia lo sguardo dei genitori
N
on tutti i
neonati
imparano a
ricambiare lo
sguardo con la
stessa velocità.
Bisogna essere
consapevoli che
possono volerci
Vitalia Murgia
molti mesi perché
Pediatra
un bambino ci veda
nitidamente. Per
questo può essere utile per i genitori conoscere le
tappe fondamentali dello sviluppo della vista e ciò
che si può fare per assecondarlo al meglio.
DALLA GRAVIDANZA AL PARTO
Alcune malattie durante la gravidanza e alcuni
comportamenti della mamma mettono a rischio
lo sviluppo dell’occhio e perciò possono influire
negativamente sulla maturazione delle capacità visive
del bambino. I controlli e i test fatti dal ginecologo
durante la gravidanza servono a identificare e trattare
il più precocemente possibile queste malattie (es. la
toxoplasmosi). Il consumo di alcol, di droghe e il fumo in
gravidanza possono creare numerosi problemi al feto tra
i quali seri problemi alla vista.
Una parte importante dello sviluppo dell’occhio avviene
tra la 12° e la 40° settimana di gravidanza, un parto
prematuro può causare l’interruzione di questo processo.
Più precoce è il parto, maggiore è il rischio che lo
sviluppo dell’occhio non sia stato del tutto completato.
Nei bambini nati prima della 32° settimana di
gravidanza può svilupparsi la retinopatia del prematuro
(vedi box) un problema che può causare seri problemi
della vista.
Questo anche perché nei primi nove mesi dopo la
nascita lo sviluppo del sistema visivo è influenzato più
dall’età concezionale (cioè dal tempo trascorso dal feto
dentro l’utero) che da quella cronologica (cioè i mesi
di vita trascorsi dalla nascita). La prematurità è un
fattore di rischio anche per lo sviluppo di ambliopia (il
cosiddetto occhio pigro), di strabismo (disallineamento
degli occhi) e dei disturbi della visione di origine dalla
corteccia cerebrale (cioè dipendenti dal cervello).
Qualunque bambino prematuro richiede un controllo
oculistico regolare a lungo termine.
LO SVILUPPO DELL’OCCHIO
Il sistema visivo (retina, nervo ottico, e corteccia cerebrale
visiva) è immaturo alla nascita e comincia a completare la
sua maturazione sin dalla prima settimana di vita. Tutto il
processo di sviluppo si svolge in molti anni, per esempio
la fovea (la parte centrale e più sensibile della retina per
la visione) raggiunge la sua maturità intorno ai 4 anni.
I bambini raggiungono i 10/10 di acuità visiva, cioè la
capacità visiva media normale, intorno ai 5 anni.
La maturazione del sistema visivo è influenzata dagli
stimoli che vengono dall’esterno. L’abilità di mettere a
fuoco il mondo circostante è il risultato dell’esperienza
e della pratica, si può dire perciò che si apprende
a veder bene così come a camminare
e parlare. È importante che le
informazioni che arrivano dal
mondo esterno attraverso
entrambi gli occhi siano
trasmesse al cervello in
maniera corretta, e che il
cervello le sappia elaborare
e interpretare bene. Alcuni
disturbi seri della vista,
SPECIALE
molto diffusi, dipendono proprio dalla trasmissione di
informazioni scorrette al cervello più che da difetti veri e
propri della struttura dell’occhio.
Tra i fattori che possono influenzare lo sviluppo della vista
ci sono quelli ereditari, come già detto, alcune malattie
contratte in gravidanza, la prematurità, i difetti anatomici
(vere e proprie alterazioni della struttura dell’occhio o
delle palpebre) e i disturbi o malattie che insorgono dopo
la nascita. Visto che il sistema visivo non è maturo alla
nascita, nelle prime settimane di vita il bambino vede
le cose in maniera poco nitida. La sua prima visione
del mondo è un po’ confusa e sfumata, con prevalenti
“sfumature di grigio”. Ma già prima che il bambino sia
capace di tendere la mano e afferrare un oggetto, gli occhi
inviano al cervello informazioni e stimoli importanti
per lo sviluppo di queste e altre abilità. Gli stimoli che
il bambino riceve nei primi anni di vita sono molto
importanti per un buono sviluppo della capacità visiva.
Problemi seri della vista possono causare un ritardo
generale dello sviluppo.
RETINOPATIA DEL PREMATURO.
È una malattia che può portare alla cecità ed è causata
da uno sviluppo anormale dei vasi sanguigni della
retina, lo strato più interno dell’occhio che riceve i raggi
luminosi e li trasforma in messaggi per il cervello. Se il
bambino nasce troppo presto, non c’è il tempo per uno
sviluppo regolare dei vasi sanguigni che nutrono la parte
periferica della retina. I bambini che pesano meno di
1250 grammi o che nascono prima della 32° settimana
di gravidanza sono ad alto rischio per questo disturbo.
Molte retinopatie del prematuro si risolvono, comunque,
senza lasciare alcun danno della vista. È importante
che gli occhi dei bambini prematuri vengano controllati
regolarmente dopo la dimissione dall’ospedale perché
questo problema non si risolve velocemente.
[email protected]
COME FUNZIONA L’OCCHIO
L’occhio è un sistema ottico che lavora come una
macchina fotografica (ma forse bisognerebbe dire
che è la macchina fotografica che funziona come un
occhio): ha un’apertura sul davanti (la pupilla), una
lente per la messa a fuoco all’interno
(il cristallino), una zona sensibile alla luce
(la retina) sottile e trasparente che ricopre la parte
interna dell’occhio. La retina può essere paragonata
alla pellicola della macchina fotografica, infatti, è su
di essa che i raggi luminosi vengono proiettati prima
di essere inviati al cervello. La retina è formata da
10 strati di cellule specializzate, tra cui i coni e i
bastoncelli. Questi sono i fotorecettori, cioè delle
cellule altamente specializzate che ricevono gli
impulsi luminosi e li trasformano in energia chimica
che può essere trasmessa al cervello. Perché l’occhio
possa vedere chiaramente, i raggi luminosi devono
andare perfettamente a fuoco sulla retina. La luce
attraversa la cornea, la pupilla, il cristallino e viene
messa a fuoco sulla retina dove stimola i fotorecettori
che a loro volta trasmettono lo stimolo ad altre
cellule che, prolungandosi, danno origine al nervo
ottico. Il nervo ottico trasferisce le informazioni al
cervello, in una zona della corteccia cerebrale che si
chiama area visiva.
In questo modo lo stimolo luminoso che arriva
dal mondo esterno si trasforma in uno stimolo
visivo per il cervello. Si parla di refrazione
per indicare il modo in cui i raggi di luce
provenienti dall’esterno vanno a fuoco sulla
retina permettendo il meccanismo della visione.
Nell’occhio normale la messa a fuoco sulla retina
è perfetta, si parla pertanto di occhio emmetrope.
Quando c’è un difetto di refrazione, invece,
la messa a fuoco delle immagini sulla retina è
imperfetta come nella miopia, nell’ipermetropia e
nell’astigmatismo.
Occhi sani, buona vista
La vista cresce
come il bambino
Seguiamo lo sviluppo della vista, tappa dopo tappa
Vitalia Murgia
Pediatra
L
o sviluppo della visione fa parte del processo
complessivo di sviluppo di un bambino e si svolge
a tappe regolari e prevedibili. Si parla in proposito di
“pietre miliari dello sviluppo” per indicare l’età in cui
un bambino dovrebbe raggiungere determinate tappe.
Anche in questo caso, però, si può dire che, entro certi
limiti, ogni bambino ha i suoi tempi.
DALLA NASCITA AI TRE MESI
Dei progressi importanti della capacità visiva si verificano
già nei primi mesi di vita.
Alla nascita i bambini non hanno ancora la capacità di
distinguere tra due differenti immagini o di spostare gli
occhi da un’immagine all’altra. Durante il primo mese
di vita, però, gli occhi cominciano a lavorare in maniera
coordinata e la visione migliora. A 8 settimane il bambino
è in grado di rivolgere lo sguardo e mettere a fuoco più
facilmente il viso dei genitori. Nei due primi mesi di vita
i movimenti degli occhi non sono coordinati e gli occhi
talvolta possono essere deviati e non simmetrici. Se
uno o entrambi gli occhi sono sempre deviati, è meglio
comunque segnalarlo al pediatra. Il bambino comincia
a seguire oggetti in movimento e tenta di afferrarli
(coordinamento tra occhio e mano) intorno ai 3 mesi, età
in cui sembra sia capace di mettere a fuoco oggetti a circa
25 cm di distanza. Alla stessa età distingue il viso umano,
risponde bene a sorrisi, smorfie e movimenti delle labbra e
converge gli occhi se gli si avvicina un oggetto al viso.
DA QUATTRO A OTTO MESI
Migliora molto la capacità di controllare il movimento
degli occhi e il coordinamento occhio-corpo. Tra il
quarto e il quinto mese mette a fuoco le immagini fino
a qualche metro di distanza. È in questo periodo che si
sviluppa la capacità dei due occhi di lavorare insieme
e di acquisire una visione tridimensionale del mondo
(stereopsi), cosa che permette anche di giudicare a
che distanza è un oggetto dagli occhi (percezione della
profondità dello spazio o visione profonda). Una buona
visione stereoscopica è frutto anche di un intenso
lavoro del cervello che riceve dalla retina di entrambi
gli occhi delle immagini quasi simmetriche, le esamina
SPECIALE
e identifica tutti gli “indicatori di profondità” che queste
contengono. A sei mesi gli occhi devono essere sempre
allineati. Si pensa che un bambino di 5 mesi distingua
chiaramente alcuni colori fondamentali quali il rosso, il
verde e il blu, anche se non come un adulto. Intorno agli
otto mesi il bambino comincia a strisciare e poi a gattonare.
La capacità di gattonare è molto importante per sviluppare
ulteriormente il coordinamento occhio-mano-piede-corpo.
DA NOVE A DODICI MESI
Intorno ai nove mesi, gran parte dei bambini si aggrappa
e tenta di mettersi in piedi. Questo comportamento va
lasciato alla libera iniziativa del bambino, i genitori non
dovrebbero stimolarlo a stare in piedi e a camminare,
meglio invece fare in modo che gattoni liberamente e si alzi
in piedi quando riesce a farcela da solo.
Verso i dieci mesi dovrebbe comparire la presa “a pinza”,
PER FAVORIRE LO SVILUPPO DELLE ABILITÀ VISIVE
Quando il bambino è molto piccolo può essere utile
permettergli di osservare ciò che lo circonda con
entrambi gli occhi e, visto che non è in grado di
cambiare posizione da solo, è meglio favorire la sua
visione del mondo. Questo si può fare cambiando spesso
la posizione nella culla, alternando la posizione da
destra a sinistra quando lo si tiene in braccio, tenendo
dei giochini colorati a circa 20-25 cm dal bambino
(distanza a cui può focalizzare le immagini), parlando
con il bimbo anche quando non si è vicini a lui.
Si possono appendere sulla culla degli oggetti che
attraggano la vista del bambino e che lo invoglino ad
allungare le mani per afferrarli. Dai 4 mesi in poi è
utile che il bambino stia a lungo sul pavimento perché
possa muoversi liberamente ed esplorare con la vista
e con i vari sensi l’ambiente che lo circonda. Per far
questo in sicurezza è sufficiente stendere per terra
una vecchia trapunta da letto, che può essere lavata
spesso, o un tappetto da gioco di gomma creando così
uno spazio morbido in cui il bambino può muoversi
senza farsi male. Lo spazio gioco deve essere lontano
dai pericoli (fili di lampade, tovaglie che penzolano...).
cioè la capacità di afferrare piccoli oggetti tra pollice e
indice. È l’età in cui mette a fuoco anche piccoli oggetti e
può cominciare a raccogliere tutto ciò che trova in giro,
perciò attenti anche ai pericoli! A 12 mesi i bambini sono in
grado di calcolare discretamente le distanze e di tirare gli
oggetti con una certa precisione. Sanno inoltre indicare gli
oggetti di loro interesse.
A DUE ANNI
Il coordinamento occhio-mano e la percezione della
profondità dello spazio sono completamente sviluppati.
I bambini di questa età amano esplorare, guardare e
toccare quanto li circonda; sono in grado di riconoscere
oggetti familiari e animali disegnati su un libro e
scarabocchiano con matite e colori.
[email protected]
In questi momenti il bambino va comunque sorvegliato
e i giochi devono essere adatti a poter essere afferrati
dal bambino, ma sufficientemente grandi da non poter
essere deglutiti (cubi e animali di legno o di gomma).
In alternativa può andar bene anche una “palestrina”
(strumento di gioco per lattanti) che lascia però, meno
libertà di movimento. Anche i giochi che prevedono
movimenti delle mani attirano l’attenzione del
bambino e lo stimolano a osservare e imitare
(“batti le manine” o “vola, vola farfallina” mimando
i movimenti delle ali della farfalla con le mani). Da
nove a dieci mesi si può giocare a nascondere un
oggetto per stimolare la memoria visiva del bambino,
mostrargli le figure di animali indicandogli le varie
parti del corpo (zampe, becco, naso) su un libretto
ripetendone il nome (stimola l’osservazione e
arricchisce l’associazione oggetto-parola), rotolare
la palla avanti e indietro per stimolarlo a seguire
un oggetto velocemente con gli occhi. Nel secondo
anno di vita, sono utili giochi di costruzione come ad
esempio le torri di cubi, i giochi a incastro, i puzzle di
legno con pezzi maxi.
Occhi sani, buona vista
Se l’occhio nasce male
I difetti degli occhi già presenti alla nascita non sono frequenti,
ma è importante riconoscerli presto
Vitalia Murgia
Pediatra
A
nche se la gravidanza è andata bene e il bambino
è nato a termine, non sempre tutto fila liscio per
quanto riguarda lo sviluppo della vista e la salute degli
occhi. I problemi possono essere evidenti fin dalla
nascita, (malformazioni congenite della palpebra o
dell’occhio), o si possono manifestare nel tempo. Vale
la pena di parlare dei più comuni di questi problemi
identificandoli con il segno che è più evidente per
i genitori: la palpebra abbassata, la deviazione, il
bambino che vede male.
LA PALPEBRA CHE CALA
Uno dei difetti che possono essere presenti sin
dalla nascita è la ptosi, cioè l’abbassamento della
palpebra. Il disturbo può interessare solo una delle
palpebre o entrambe. Questo problema è causato
dallo sviluppo insufficiente di un muscolo che
consente il sollevamento della palpebra (elevatore
della palpebra). Se la palpebra è molto abbassata
può impedire la penetrazione dei raggi luminosi
nell’occhio e bloccare la visione. Talvolta il
bambino per correggere il problema, tiene il capo
leggermente rivolto verso l’alto (posizione a mento
in su). La palpebra appoggiandosi sull’occhio in
una posizione diversa dal normale può causare
diversi difetti visivi come astigmatismo, miopia,
ipermetropia e può favorire lo sviluppo di
un’ambliopia (ciascuno di questi problemi sarà
descritto in seguito). La ptosi può comparire anche
dopo la nascita in altri momenti della vita del
bambino. È un sintomo che va immediatamente
valutato da uno specialista per capirne le cause.
La ptosi palpebrale congenita va trattata subito
se causa un disturbo della vista. In caso di
astigmatismo elevato si possono applicare degli
occhiali correttivi. Il trattamento chirurgico è
indicato nei casi di ptosi intensa che impediscono la
visione o quando la deviazione del capo verso l’alto è
fissa e molto evidente.
SPECIALE
LA PUPILLA OPACA E L’OCCHIO CHE “BALLA”
Qualunque anomalia della lucentezza della pupilla
va immediatamente segnalata al pediatra e deve
essere valutata da un oculista. La pupilla può
apparire opaca quando il cristallino, la lente
naturale dell’occhio, che insieme alla cornea
permette di mettere a fuoco i raggi luminosi sulla
retina, ha un’opacità al suo interno. In questo caso
si parla di cataratta. Ci sono cataratte molto piccole
o nella periferia del cristallino, che non interferiscono
con la visione, o altre più grandi e più centrali che
possono causare un disturbo oculare rilevante. La
cataratta congenita, che interessa un bambino ogni
250, si vede subito: nei primi sei mesi di vita.
Spesso sono proprio i genitori che si accorgono
dell’opacità o di un riflesso pupillare biancastro
(leucocoria) o di qualcosa di strano negli “occhi
rossi” che compaiono nelle fotografie del bambino
quando si usa il flash. Una cataratta importante
in un solo occhio può causare uno strabismo.
Le cataratte congenite bilaterali disturbano in
maniera più grave lo sviluppo visivo, il bambino
in questo caso può avere un volto poco espressivo
(non risponde al sorriso, non fa smorfie, non
imita atteggiamenti degli adulti) oltre ad avere
difficoltà ad afferrare gli oggetti. La cataratta
può anche causare un nistagmo, cioè “fa ballare
l’occhio”. In pratica i genitori vedono l’occhio
oscillare rapidamente, in varie direzioni o con
movimento rotatorio; i movimenti sono involontari,
cioè il bambino non può fare nulla per bloccarli. La
cataratta che interferisce con la visione va rimossa
più presto possibile, soprattutto quelle presenti
sin dalla nascita, per permettere una normale
maturazione del sistema visivo. Le cataratte più
piccole che sembrano non interferire con la visione
vanno controllate periodicamente dall’oculista e
rimosse al primo segno di problema visivo. Se la
cataratta è molto piccola e non è centrale, gli occhiali
o l’occlusione dell’occhio sano possono essere utili per
stimolare una maturazione regolare.
Un riflesso biancastro delle pupilla può essere dovuto
ad altre cause, alcune delle quali anche molto gravi. È
un sintomo da segnalare sempre al pediatra e da far
valutare da un oculista al più presto.
L’OCCHIO STORTO
Quando un bambino ha l’occhio, o gli occhi storti, si
dice che soffre di strabismo. Cioè gli assi visivi dei
due occhi non sono allineati. I vari tipi di strabismo
si distinguono a seconda della direzione verso cui
l’occhio è deviato. Per esempio si chiama esotropia
la deviazione verso l’angolo del naso, in questo caso
se sono coinvolti entrambi gli occhi, nel linguaggio
comune si dice che il bambino “incrocia gli occhi”.
Nell’exotropia l’occhio è deviato verso l’esterno,
nell’ipotropia verso il basso e nell’ipertropia verso
l’alto. La gran parte degli strabismi dipende da
un’alterazione del controllo dei movimenti oculari
coordinati in collaborazione dal cervello e dai muscoli
che fanno muovere l’occhio. Quando gli assi oculari non
sono allineati, il cervello riceve informazioni che non
concordano e perciò può scegliere di ignorare sempre
l’immagine che gli arriva dall’occhio storto; questo
anche per non vedere doppio, disturbo che in termine
tecnico si dice diplopia (vedi immagine). L’occhio
“ignorato” può avere un ridotto sviluppo della funzione
visiva (ambliopia).
Il trattamento dello strabismo serve a migliorare
l’allineamento degli occhi per farli lavorare assieme
in maniera migliore. L’obiettivo è far riconquistare al
bambino la visione binoculare al più presto possibile
per evitare l’ambliopia. Il trattamento può essere fatto
con occhiali, esercizi oculari, con l’iniezione di tossina
botulinica nel muscolo teso che fa deviare l’occhio, o
con la chirurgia muscolare.
Nel bambino molto piccolo il trattamento con la tossina
botulinica, anche se non in tutti i casi, sembra essere
il più indicato perché permette un buon allineamento
degli occhi che si mantiene nel tempo e consente lo
sviluppo di una buona visione binoculare.
[email protected]
Occhi sani, buona vista
Quando gli occhi
funzionano male
Occhi pigri, occhi lunghi, occhi corti
e strani occhi “a pallone da rugby”
Vitalia Murgia
Pediatra
A
volte gli occhi nascono bene, ma con il passare del
tempo, cominciano a funzionare male.
Ecco cosa può succedere.
L’OCCHIO “PIGRO” E IL PERIODO CRITICO
L’occhio viene definito “pigro” quando non lavora
come dovrebbe anche se la sua struttura è sana. Il
termine medico per questo problema è: ambliopia. Si
tratta di un disturbo comune; da solo è la causa più
frequente di riduzione della capacità visiva, più di tutti
gli altri problemi oculari messi insieme. I problemi
cominciano se uno o entrambi gli occhi inviano al
cervello immagini sfuocate o non allineate. Il cervello
non ama la confusione o la visione di due immagini
che non combaciano a sufficienza e perciò annulla
l’immagine che arriva dall’occhio che lavora peggio.
Per sistemare questo problema bisogna intervenire
durante il “periodo critico”, che è quel momento della
vita di un bambino durante il quale il sistema visivo
è plastico, cioè ha la massima sensibilità agli stimoli
visivi e sa riparare i danni. In questo periodo uno
stimolo negativo può danneggiare la visione ma la
plasticità di tutto il sistema permette di recuperare
una visione perfetta se viene eliminato il problema che
ha causato il disturbo. Se si rimuove il problema che
crea l’esclusione dell’occhio da parte del cervello e si
riabilita la funzione visiva nel periodo critico si hanno
ottime possibilità di recupero.
Per trattare l’ambliopia bisogna curare tutti i difetti che
possano esserne la causa (correggere il difetto visivo
con gli occhiali, correggere lo strabismo) e poi fare
in modo che il bambino usi l’occhio “pigro”. Questo
si fa in genere coprendo l’occhio sano e costringendo
l’occhio ammalato a lavorare. Prima si copre l’occhio
sano, migliori saranno i risultati, anche se qualche
volta si dovrà faticare per far collaborare il bambino.
Come coprire l’occhio e per quante ore al giorno è una
decisione che spetta all’oculista. Ai genitori invece il
compito di seguire più scrupolosamente possibile le
indicazioni ricevute dallo specialista.
Un bambino che dice di non vederci bene va preso
sul serio. Può sembrare strano ma spesso i genitori,
che hanno tanta paura di problemi banali come la
febbre, danno poco credito alle lamentele del bambino
riguardanti la vista. Capita pertanto che il pediatra
venga informato anche molti mesi dopo che il bambino
ha cominciato a segnalare il problema.
Si chiamano difetti di refrazione i problemi dell’occhio
che ci impediscono di vedere nitidamente e cioè: la
miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo.
L’OCCHIO TROPPO LUNGO
La miopia si verifica perché i raggi luminosi arrivano
davanti alla retina e questa li riceve sfuocati. Ciò
succede spesso perché l’occhio è troppo lungo o più
raramente perché il cristallino o la cornea mettono a
fuoco in maniera troppo potente. Il bambino miope
vede bene a distanza ravvicinata mentre vede sfuocate
SPECIALE
le immagini degli oggetti o delle persone lontane. Per
questo motivo tenderà a portarsi vicino alle cose da vedere,
per esempio avvicinerà gli oggetti agli occhi, si avvicinerà
al televisore. Questo disturbo può essere ereditato o essere
associato a una nascita prematura, viene anche collegato a
un utilizzo esagerato della vista soprattutto se in condizioni
di scarsa luminosità ambientale.
La miopia tende a progredire di anno in anno e in
genere si stabilizza dopo la pubertà, intorno ai 20
anni. Non esiste un trattamento preciso per bloccare la
progressione di questo difetto. La miopia viene corretta
con l’uso degli occhiali o delle lenti a contatto (purché il
ragazzo sia capace di rispettare le norme di igiene per una
corretta applicazione delle lenti). Il bambino con miopia
importante da piccolo tenderà a fare giochi più sedentari
vista la sua poco chiara visione del mondo circostante.
L’OCCHIO TROPPO CORTO
L’ipermetropia si verifica perché i raggi luminosi
arrivano dietro la retina e questa li riceve sfuocati.
Questo perché l’occhio è troppo corto o ha poca
capacità di mettere a fuoco. Il bambino ipermetrope
vede sfuocati gli oggetti vicini (soprattutto) ma
anche quelli lontani e si sforza continuamente per
mettere a fuoco le immagini. Un certo grado di
ipermetropia è normale nel bambino e non richiede
di essere corretto. Nelle forme lievi il bambino
riesce a compensare bene con il meccanismo
dell’accomodazione cioè aumentando la curvatura
della superficie anteriore del cristallino (la lente
dell’occhio) per far cadere i raggi luminosi sulla
retina. L’ipermetropia aumenta nell’infanzia,
si riduce poco prima e subito dopo la pubertà.
Le forme più intense, soprattutto se causano
strabismo convergente, cioè “l’occhio che incrocia”
(esotropia accomodativa) devono essere corrette
con gli occhiali. Per l’uso delle lenti a contatto
vale quanto detto a proposito della miopia. Il
bambino con un’ipermetropia che non si corregge
con l’accomodazione farà più fatica a concentrarsi
nei giochi e nelle attività che richiedono una buona
capacità di mettere a fuoco (guardare o leggere libri,
fare giochi a incastro). Se si sa spiegare, dirà di avere
gli occhi stanchi o che bruciano, soffrirà spesso di mal
di testa, e interromperà presto le attività che richiedono
una più intensa concentrazione visiva.
L’OCCHIO A PALLONE DA RUGBY
L’astigmatismo si verifica quando c’è una
deformazione della superficie dell’occhio (cornea)
o un’alterazione delle strutture interne del bulbo
oculare. La cornea che di solito ha la forma di mezzo
pallone da calcio assume quella di mezzo pallone da
rugby. Per questo motivo i raggi luminosi cadono in
diversi punti della retina (più avanti o più indietro)
e le immagini risultano poco definite (sdoppiate).
Sono disturbate la visione da vicino e quella da
lontano. L’astigmatismo può essere associato a
miopia e a ipermetropia. Anche in questo caso il
bambino ha bisogno di mettere continuamente a fuoco
(accomodare) per cercare di ottenere un’immagine
nitida. Questo può causare disturbi come dolore ai
bulbi oculari, occhi stanchi, mal di testa, bruciore
agli occhi e lacrimazione eccessiva. Questi disturbi
compaiono nelle forme più lievi solo quando il
bambino è impegnato per un tempo prolungato in
attività che richiedono attenzione oculare da vicino
come lettura, video giochi, uso prolungato del tablet
e del cellulare. L’astigmatismo si corregge con gli
occhiali o le lenti a contatto (purché il ragazzo sia
capace di rispettare le norme di igiene per una corretta
applicazione delle lenti).
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Occhi sani, buona vista
Controlli e test a tutte le età
Ma molto può già fare il pediatra
Vitalia Murgia
Pediatra
COSE DA OSSERVARE E RIFERIRE AL PEDIATRA
Lacrimazione eccessiva
Intenso e persistente fastidio per la luce
Occhio storto stabilmente
Macchia bianca sulla pupilla
Opacità della pupilla (come se fosse annebbiata)
Riflessi rossi “strani” nelle fotografie fatte con il
flash (non sono rosso brillante e simmetrici)
Occhio che balla
Un occhio più grande o più piccolo dell’altro
Occhi grandi
Pupille diverse
Palpebra bassa
Il bambino dice che non ci vede bene
Il bambino strizza continuamente gli occhi, o dice di
avere gli occhi stanchi
Il bambino lamenta di avere spesso mal di testa
I
primi controlli della salute dell’occhio di un bambino
vanno fatti nei primi giorni di vita per escludere
eventuali problemi congeniti gravi (cataratta,
glaucoma, malformazioni). Successivamente gli occhi
del bambino e le sue competenze visive possono essere
controllate in occasione dei bilanci di salute e, in caso
di sospetto, il bambino può essere inviato all’oculista.
Il pediatra non è un oculista e quindi da lui non si
può pretendere che faccia diagnosi precise in campo
oculistico. Tuttavia un buon pediatra può fare molte
cose: soprattutto osservare gli occhi, il bambino
e il suo percorso di sviluppo, anche con l’aiuto di
qualche semplice test, cercando di non farsi sfuggire
i segni di un problema oculare serio. Si possono così
selezionare i casi, che ovviamente saranno pochi, da
inviare dall’oculista, che possibilmente deve essere
specializzato nella diagnosi e cura dei problemi che
insorgono nei bambini molto piccoli. Una competenza
piuttosto rara e perciò preziosa.
SI COMINCIA SUBITO E POI SI VA AVANTI NEGLI ANNI
Cosa fare dipende ovviamente dall’età del bambino,
dalla sua capacità di collaborare e dagli strumenti di cui
dispone il pediatra. Facciamo conto che il percorso di
controllo parta dal bilancio di salute del primo mese e
arrivi ai sei anni, età in cui il bambino, in genere, è capace
di riconoscere le lettere dell’alfabeto. I test che si possono
eseguire in questo periodo di tempo sono descritti
nell’ordine temporale in cui possono venire effettuati.
Innanzitutto, si possono osservare attentamente gli
occhi del bambino per notare eventuali malformazioni
sfuggite al controllo fatto alla nascita o, nel corso
dei mesi e anni successivi, la comparsa di segni che
facciano sospettare qualche problema oculare. In
genere un disturbo importante dello sviluppo della
visione si manifesta anche con un ritardo nell’acquisire
certe capacità: rispondere allo sguardo dei genitori,
rispondere al sorriso, afferrare con precisione gli
oggetti piccoli, rotolare e gattonare con sicurezza,
mostrare curiosità per l’ambiente, essere attratti dalle
figure di un libro. Ritardi decisi nell’acquisizione di
SPECIALE
queste tappe possono far pensare anche a problemi
oculari. Altri segnali di allerta possono essere:
strane posizioni del capo, troppa sedentarietà o, per
contro, difficoltà o rifiuto di applicarsi ad attività che
richiedono un’osservazione visiva protratta.
Un’attenta ispezione dell’occhio permette di
riconoscere difetti di forma o struttura dell’occhio,
delle palpebre, delle pupille, delle iridi. Opacità della
pupilla o alterazioni della forma, un occhio o entrambi
gli occhi molto grandi, deviazioni stabili degli occhi,
sono alcuni degli aspetti che possono emergere durante
l’ispezione. Possono essere di aiuto nel sospettare
qualche alterazione dell’occhio o della maturazione
della funzione visiva i test descritti oltre.
a sospettare un disturbo della visione
tridimensionale (stereoscopica). Per farlo si usa
una cartolina plastificata in cui si vedono dei
puntini grigi diffusi, tra cui sono nascoste delle
immagini familiari ai bambini. Se il bambino
ha una buona visione binoculare, vede tutti i
puntini necessari per ricostruire le varie immagini
e identifica in maniera sicura le varie figure.
Purtroppo l’affidabilità del risultato di questo test
dipende molto dalla possibilità e dalla voglia di
collaborare del bambino.
COVER TEST
TEST DEL RIFLESSO PUPILLARE ALLA LUCE
Puntando la luce sugli occhi di un bambino si mette in
evidenza se la pupilla si restringe e se lo fa in maniera
simmetrica.
TEST DEL RIFLESSO CORNEALE
Sempre puntando la luce sugli occhi del bambino si
osserva se il riflesso che la luce provoca sulla cornea è
simmetrico nei due occhi.
Sono due test molto semplici che possono essere fatti
sin dalle prime età della vita e con una pila da taschino.
TEST DEL RIFLESSO ROSSO
Per questo serve l’oftalmoscopio, uno strumento un po’
più costoso. Il riflesso rosso è dovuto al riflettersi della
luce dell’oftalmoscopio sulla retina, ed è lo stesso che
causa gli occhi rossi nelle fotografie con il flash. Il riflesso
rosso normale è luminoso e simmetrico nei due occhi
come nella figura.
STEREO TEST DI LANG
È un test semplice che può aiutare il pediatra
ESOTROPIA
È il test che permette di far scoprire o confermare
lo strabismo. Si pratica con una paletta con
cui si copre e si scopre ripetutamente l’occhio
per osservare se ci sono movimenti oculari di
allineamento. Richiede la collaborazione del
bambino e una certa esperienza da parte del
pediatra.
TEST DI ACUITÀ VISIVA
Si riesce a farlo solo a partire dai tre anni usando
le tavole ottometriche, richiede la collaborazione
del bambino. Tavole ottometriche ce ne sono di
più tipi, per i bambini che non sanno leggere le
più usate sono la tavola HOTV e quella delle E.
Si testano i due occhi separatamente. Quando il
bambino è in grado di riconoscere con precisione
le lettere dell’alfabeto si usa la tavola ottometrica
normale. Le tavole permettono di misurare il
livello di “acuità visiva” che viene normalmente
espressa in decimi, cioè in frazioni decimali di una
ipotetica capacità visiva media normale. Il bambino
mediamente raggiunge i 10/10 di acuità visiva
intorno ai 5 anni.
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Occhi sani, buona vista
Quando l’occhio sta male fuori
Problemi piccoli, ma molto frequenti
G
li occhi sono
organi molto
importanti e delicati.
Certamente quello che
conta è che funzionino bene e la visione sia perfetta.
Ma i genitori notano molto spesso (e a volte ne sono
preoccupati) strane cose che si vedono esternamente.
Sono problemi piccoli ma molto frequenti, e per questo
è bene conoscerli.
Vitalia Murgia
Pediatra
LO SCARICO INTASATO
La superficie degli occhi è sempre bagnata dalle
lacrime che si producono continuamente. Le lacrime
in eccesso, quando il sistema di scarico è efficiente,
entrano nei canalicoli lacrimali attraverso i puntini
lacrimali (forellini che si trovano nell’angolo interno
della palpebra inferiore e superiore), passano nel
sacco lacrimale e, infine arrivano al naso attraverso il
dotto naso-lacrimale (vedi immagine), dove vengono
riassorbite. E così noi non ci accorgiamo neppure di
quante ne produciamo ogni giorno. Ma alla nascita può
capitare che non si
sia ancora aperta
la membrana che
si trova al termine
del dotto nasolacrimale, oppure,
più raramente, può
capitare che il dotto
sia troppo stretto o
addirittura chiuso o
che siano assenti i
puntini lacrimali.
La mancata
apertura della
membrana alla
nascita impedisce
alle lacrime di
defluire dal dotto
lacrimale verso il naso. Le lacrime tornano indietro e
questo causa lacrimazione continua in uno o entrambi
gli occhi. In caso di raffreddore il problema può
accentuarsi. Il ristagno continuo di lacrime può favorire
lo sviluppo di batteri e causare un’infezione che si
rende evidente perché dall’angolo dell’occhio esce una
secrezione giallastra che impiastriccia le palpebre, che
possono essere anche leggermente gonfie e arrossate.
L’ostruzione del dotto naso-lacrimale si risolve da sola
durante il primo anno di vita nella gran parte dei casi.
Per facilitare il deflusso delle lacrime può essere utile
praticare il massaggio del canale lacrimale. Solo in caso
di infezioni diagnosticate dal pediatra, è utile usare
pomate oftalmiche a
base di antibiotici. Il
sondaggio delle vie
lacrimali si fa solo
nei casi più gravi
e va programmato
intorno alla fine del
primo anno, per dare
il giusto tempo al
problema di autorisolversi.
L’OCCHIO ROSSO
La congiuntivite è la causa più frequente di “occhio
rosso”: si tratta di un’infiammazione della congiuntiva
cioè della mucosa che protegge il bulbo oculare. Può
essere causata da virus, batteri, sostanze irritanti o
da un’allergia. Quando c’è una congiuntivite, la parte
dell’occhio che di solito è bianca e lucida può diventare
leggermente arrossata o color rosso intenso, talvolta c’è
anche una secrezione (come del muco denso) di colore
beige o giallo dorato, le palpebre al mattino possono
sembrare incollate. Il bambino può dire di avere bruciore
e prurito. Una pulizia delicata dell’occhio con acqua
tiepida sterilizzata può aiutare a ripulire l’occhio dalle
secrezioni. Le congiuntiviti sono soprattutto di origine
virale: guariscono spontaneamente senza alcuna terapia,
SPECIALE
non è indicato l’uso di un antibiotico. Le congiuntiviti
batteriche si curano con un collirio a base di antibiotico
che deve essere utilizzato solo su indicazione del pediatra
e per i giorni indicati. Per le congiuntiviti allergiche il
pediatra potrà consigliare alcuni comportamenti utili a
prevenire o limitare il disturbo e gocce oculari curative.
Evitare di sfregarsi gli occhi o farlo solo dopo un lavaggio
accurato delle mani è un modo semplice per limitare
l’arrivo di microbi negli occhi e quindi in qualche modo
prevenire le infezioni degli occhi.
LA PALPEBRA ARROSSATA
UN PALLINO NELLA PALPEBRA
L’orzaiolo, che viene anche confuso con il calazio,
invece è causato dall’ostruzione di una delle ghiandole
associate alle ciglia. Causa gonfiore e arrossamento
delle palpebre e dolore. Sul bordo delle palpebre ci può
essere del pus o si può vedere un puntino giallo che è lo
sbocco della ghiandola infiammata. Il responsabile è di
solito un batterio, lo Staphylococcus aureus. Possono
essere utili impacchi tiepidi, attenzione però che la
temperatura non sia molto più elevata di quella di
una normale doccia. Il pediatra potrà consigliare una
pomata antibiotica da applicare varie volte al giorno.
Il calazio è un’infiammazione delle ghiandole di
Meibomio, che sono all’interno delle palpebre e
producono sostanze che contribuiscono alla formazione
delle lacrime e a lubrificare la superficie dell’occhio. In
pratica è come se sotto la pelle ci fosse un pallino, che
può essere piccolo come un grano di miglio o più grande,
anche come un pisello. Il calazio in genere guarisce da
solo dopo molti giorni o qualche settimana; alcune volte
dura per mesi. Può essere utile un massaggio delicato
della palpebra gonfia per favorire l’apertura del dotto
escretore della ghiandola. Il pediatra potrà consigliare di
applicare una pomata oftalmica antibiotica o antibiotico
e cortisone insieme. Può essere utile in questo caso una
visita oculistica per accertare che il bambino non abbia
un difetto visivo non corretto. Infatti l’affaticamento
visivo (lo sforzo per l’accomodazione) può contribuire
all’insorgenza del calazio.
LE PALPEBRE CROSTOSE
La blefarite, cioè l’infiammazione del bordo delle palpebre,
si manifesta con arrossamento e con la presenza di piccole
crosticine alla base delle ciglia. Il problema tende a durare
a lungo ed è causato da un’alterazione della secrezione
delle ghiandole palpebrali che favorisce lo sviluppo di
batteri. Si cura pulendo il bordo delle palpebre con garze
bagnate di detergente delicato diluito (va bene anche lo
shampoo per bambini). In una prima fase si tampona
l’occhio con la garza per ammorbidire le secrezioni e poi
si passa la garza delicatamente lungo la palpebra per
favorire la rimozione delle crosticine. Sarà il pediatra a
valutare se è necessario usare una pomata antibiotica e
una consulenza dall’oculista.
[email protected]
SPECIALE
Occhi belli, occhi monelli
Occhi belli,
occhi monelli,
occhi azzurrini,
occhi bambini,
occhi pensosi,
occhi ridenti,
occhi gioiosi,
occhi pungenti.
Fumo negli occhi,
occhio di bue
quando lo guardi
diventano due.
Occhio di gatto
occhio di pesce
faccio un baratto
se mi riesce.
Se mi impapocchio
faccio un pastrocchio
che salta all’occhio
in mezzo al crocchio.
So che dovremo
citar Polifemo,
ciclope scemo
accecato da un remo.
Ad occhio e croce
schiaccio una noce,
tocco Pinocchio
contro il malocchio.
Occhi di sole,
occhi di vento,
occhi di stelle,
occhi d’argento.
Occhi d’amore,
occhi profondi,
occhi d’autore,
occhi rotondi.
Occhi dolci,
occhi belli,
occhi splendenti,
occhi monelli.
Ad occhi chiusi
fo’ sogni astrusi,
ad occhi aperti
compongo serti.
Tratta da www.filastrocche.it/nostalgici/utenti/u_occhi.htm
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