C.P.G. CENTRO DI PASTORALE GIOVANILE DIOCESI DI VERONA A M O R I I N CO R S O STRUMENTI DI LAVORO PER LA PASTORALE DEI GIOVANI INNAMORATI AMORIINCORSO_NERO.indd 1 17/01/2006 21.44.23 AMORI IN CORSO “Cassetta degli attrezzi” per operatori pastorali Strumento di lavoro modulare per la pastorale dei giovani innamorati Editing Ivan Marchi Hanno partecipato alla stesura Roberta e Nicola Lonardi, Vanna e Pierattilio Tedeschi, Chiara e Matteo Scarperi, Mattea e Marco Polo, Anna e Diego Ambrosi, Don Alberto Giusti. Si ringrazia Azione Cattolica Diocesi di Verona, settore Giovani. Centro Diocesano di Pastorale Famigliare di Verona Curia Diocesana di Verona Copertina: Autore: Ivan Marchi _____________________ Stampato pro manoscritto AMORIINCORSO_NERO.indd 2 17/01/2006 21.44.23 Indice Introduzione Premessa Istruzioni per l’uso Conoscersi 10 Se stiamo insieme Maschio e femmina li creò C’è tutto un mondo intorno Comunicazione Volersi bene 66 Dall’innamoramento all’amore Mi ami? Ma come mi ami? Uno sguardo al futuro 94 Il coraggio di puntare in alto Eventi Speciali 106 La preghiera: una linfa inesauribile Fidanzati e parola: testimonianze di coppie San Valentino Parlami d’amore: frasi celebri sull’amore Versi d’amore Posti carini da visitare AMORIINCORSO_NERO.indd 3 17/01/2006 21.44.23 INTRODUZIONE PERCHÉ TRE SUSSIDI? Il sussidio che tieni in mano è una parte di una triplice proposta che la Diocesi offre a chi accompagna i fidanzati perché li aiutino a dare un senso cristiano al loro fidanzamento e poi al loro matrimonio. La proposta si inserisce nel progetto pastorale 2005-2008 nel quale il Vescovo parlando degli itinerari di formazione al matrimonio dice: “Questi itinerari non dovranno essere “conferenze” di istruzione, ma esperienze nelle quali, accompagnati da coppie animatrici, i fidanzati vengono coinvolti in una ricerca, sufficientemente distesa nel tempo, per scoprire la buona notizia cristiana del matrimonio”(Annunciare quel Gesù, pag.20). Già da alcuni anni il Vescovo aveva dato indicazioni perché si passasse dal tradizionale corso fidanzati, fatto di una serie di conferenze di esperti, ad un percorso costituito da varie esperienze di gruppo che aiutassero i fidanzati ad interrogarsi sulla loro Fede e a scoprire il messaggio evangelico sul matrimonio. Considerando poi che il fidanzamento oggi dura in genere molti anni, è sorta l’esigenza di un accompagnamento che non si riduca a qualche incontro prima del matrimonio tralasciando completamente i lunghi anni del fidanzamento. Per rispondere a queste esigenze la Diocesi propone questi sussidi preparati in collaborazione dal Centro di pastorale Familiare, dall’Azione Cattolica e dal Centro di Pastorale Giovanile, e che si articolano in questo modo: 1. Un sussidio per accompagnare la partenza Si intitola “Amori in corso” è preparato e seguito dal Centro di Pastorale Giovanile. Non è un vero e proprio itinerario ma una serie di proposte di vario tipo che hanno lo scopo di accompagnare a modo di flash l’esperienza dell’innamoramento quando questo raggiunge un minimo di stabilità. Possono essere adoperati per un minipercorso, ma anche come incontri isolati, per creare una presa di coscienza e dare una impostazione cristiana a chi parte nel cammino dell’amore. 2. Un sussidio per accompagnare il cammino Si intitola “Il corso dell’amore” ed è curato dall’Azione Cattolica. Se il cammino del fidanzamento dura parecchi anni è inutile lasciare tutti questi anni senza un accompagnamento evangelico aspettando l’ultimo periodo prima del matrimonio. Il sussidio si propone di accompagnare almeno per un biennio il percorso dei fidanzati aiutandoli a valorizzare in maniera evangelica questa importante esperienza della loro vita. 3. Un sussidio per accompagnare “l’arrivo” Quando il cammino di coppia si è ormai consolidato e i due hanno deciso di sposarsi nasce l’esigenza di guardare esplicitamente al matrimonio e alla vita di famiglia. Il terzo sussidio dal titolo: “Amarsi per sempre” vuole aiutare i fidanzati nell’ultimo tratto di strada preparando esplicitamente il matrimonio. A CHI SONO RIVOLTI? I sussidi sono rivolti ai sacerdoti e alle coppie accompagnatrici. Spetta a loro adattarli alle singole situazioni poiché è impossibile prevedere in un sussidio tutte le variabili e le necessità che si presentano nella realtà. I sussidi escono in una “edizione provvisoria” perché vogliono essere strumenti di lavoro. I vari operatori che li useranno potranno vederne gli aspetti positivi, ma anche AMORIINCORSO_NERO.indd 4 17/01/2006 21.44.23 suggerire correzioni e integrazioni. Fra qualche anno, con i suggerimenti di tutti, potranno eventualmente ricevere una stesura più completa e definitiva. COME USARLI? Ciò che i Vescovi chiedono prima del matrimonio sarebbe propriamente il terzo percorso. Ma l’esperienza dice che ci sono coppie di giovani che chiedono qualcosa in più, chiedono che la loro esperienza di fidanzamento sia accompagnata dalla fede e segnata dalla presenza del Signore Risorto. Tocca ai sacerdoti e agli operatori pastorali accompagnarli e “osare” qualcosa in più in riferimento anche a tutti i fidanzati senza aspettarsi ovviamente che tutti accolgano la proposta. In un tempo come il nostro in cui la famiglia sta vivendo profonde trasformazioni sarà un servizio importante e carico di futuro far scoprire ai fidanzati e a tutta la comunità cristiana il “mistero grande” che l’amore umano porta dentro di sé. Don Gaetano Pozzato Vicario per la pastorale Gennaio 2006 AMORIINCORSO_NERO.indd 5 17/01/2006 21.44.23 AMORI IN CORSO Sgombriamo subito il campo dai dubbi: questo non è un sussidio destinato ad un CORSO FIDANZATI !!. L’idea di creare uno strumento di lavoro destinato alla pastorale dei giovani innamorati, parte dall’esigenza, di venire incontro ad un’esigenza sempre più avvertita di non lasciare i giovani da soli in un momento tanto delicato quale è la stagione dei primi innamoramenti, con la scoperta di un sentimento molto più profondo che travalica la semplice amicizia. Si tratta di una scoperta che rappresenta una svolta nella vita dei giovani, e che si accompagna spesso ad un frenetico alternarsi di sentimenti, dalla gioia al dolore, dalla spensieratezza al dubbio, dalla sicurezza all’incertezza, che rischia di lasciare i giovani smarriti di fronte all’incapacità di gestire questo momento della loro vita. Ci si dirà che al giorno d’oggi i giovani sono molto più “svegli” ed imparano molto presto che cosa sia l’amore ed i trucchi per gestire queste relazioni. Ma i giovani sanno veramente che cosa sia l’Amore, quello con la A maiuscola, quel sentimento che fonde in sé tutta una miriade di atteggiamenti, dalla conoscenza, al rispetto ed alla fiducia reciproci, all’amicizia, alla stima, alla condivisione? Difficile rispondere, anche se qualche dubbio lo si può nutrire. Il modello affettivo che al giorno d’oggi viene proposto ai giovani è quello di una libertà assoluta, senza alcun tipo di ostacolo morale o religioso. L’amore è un bel gioco da giocare subito e con grande intensità, quasi che debba esaurirsi in pochissimo tempo. Noi invece crediamo alla possibilità di poter affiancare i giovani sin da questi momenti, non certo per instradarli fin da subito verso il matrimonio, ma aiutarli a capire esattamente il senso profondo della relazione affettiva che li vede protagonisti. E proprio per questo proponiamo uno strumento formativo che speriamo sia capace di accompagnare la crescita nella capacità di amare delle coppie all’inizio della loro storia. Ecco perché questo non è un vero sussidio, ma ci è piaciuto identificarlo sin da subito con l’immagine della “cassetta degli attrezzi” dove ogni operatore di pastorale giovanile potrà trovare gli strumenti che più ritiene opportuni per il proprio lavoro e soprattutto idonei al materiale umano a disposizione. Certo questa cassetta ha un proprio ordine: una cassetta fatta a cassetti: quelli dedicati alla fase della conoscenza, tesi ad aiutare i giovani ad approfondire il proprio rapporto a partire proprio dalla conoscenza reciproca non banale, ma seria e tesa a capire veramente la personalità dell’altro, non limitandosi all’esteriorità o alla superficialità. Si passa poi ai cassetti tesi ad approfondire l’aspetto dell’affettività, del modo di vivere la propria relazione anche dal punto di vista fisico, in rapporto ai valori, in primis quello della castità, promossi dal messaggio evangelico. Si arriva poi alla sezione dedicata ai cassetti tesi a far gettare alla coppia uno sguardo verso il futuro. Arriva il momento delle scelte, del decidere se si ha voglia di continuare a coltivare quella piccola e fragile piantina che è la relazione con l’altro sesso, o se invece si vuole una relazione a termine. All’interno di questi cassetti, gli strumenti più vari: dall’analisi della Parola con il conseguente invito alla riflessione personale e di gruppo, ai giochi/test tesi a scavare in profondità nell’animo di ognuno, ai lavori di gruppo, ai canti, alla visione di film, ogni animatore potrà individuare i più idonei al proprio gruppo ed al proprio scopo, non dovendo necessariamente attuarli tutti. Anche in merito alle modalità organizzative sarà la fantasia degli animatori unita alle esigenze del gruppo, a decidere se adottare il classico modello dell’incontro serale, piuttosto che l’uscita di una giornata o di un week-end. AMORIINCORSO_NERO.indd 6 17/01/2006 21.44.23 Infine ci sono poi i cassetti sparsi: più che cassetti tematici, sono cassetti dove trovi dentro un po’ di tutto: strumenti molto diversi tra loro che possono aiutare in circostanze molto diverse. Difficile spiegare, meglio utilizzarli. Consapevoli che la cassetta d’attrezzi, poi uno se la costruisce da sé, ci auguriamo che possa essere utile per il vostro lavoro; certo, non è lo strumento sistematico (per questo ci sono gli altri due sussidi), ma crediamo possa essere il giusto “stuzzichino”… che faccia venir la voglia delle portate principali! A questo punto non ci resta che augurare a tutti un buon lavoro La commissione Giovani innamorati del CPG AMORIINCORSO_NERO.indd 7 17/01/2006 21.44.23 ISTRUZIONI PER L’USO Riteniamo utile ricordare quanto ingrediente fondamentale di questo strumento, sia il vostro progetto e la manodopera. Può essere che vi serva per un “pronto intervento”, per un lavoro saltuario, per un progetto più consistente. Le schede vi offrono materiale vario, raccolto secondo il tema della scheda: a voi decidere come usarlo in base a cosa volete raggiungere. In particolare, nelle schede troverete: SCHEDA BIBLICA La scheda biblica è un approfondimento su un passo importante in ordine al tema della scheda: trovi proposta una spiegazione ed applicazione accessibile a tutti: se la prende in mano un don o una persona che ha studiato teologia può arricchirla, se la prende in mano chi non ha studi particolari…può capirla! FILMS Niente quanto i films possono aiutare ad “identificarsi” nella storia rappresentata, a evocare sentimenti e situazioni, capaci poi di far partire discorsi e discussioni. Abbiamo ritenuto importante indicare in alcuni casi più titoli, perché la scelta possa essere più ragionata. Solitamente la scheda è tratta dal sito degli esercenti cinematografici cattolici www. acec.it GIOCHI – TEST Utili per affrontare temi impegnativi in modo distensivo; un modo di lavorare che è serio, ma che non appaia “spaventosamente serio”. AMORIINCORSO_NERO.indd 8 17/01/2006 21.44.23 TESTI Solitamente negli incontri con gli innamorati è bello dare loro dello spazio per confrontarsi in coppia; può a questo proposito sottoporre la lettura di una pagina, che li “costringa” a riflettere su una “cosa terza”, evitando il rischio di parlarsi addosso. A volte però questi testi sono più rivolti agli animatori, per aiutare loro ad approfondire il tema. CANZONI Un po’ come i films, ma con il vantaggio che la canzone in cinque minuti è ascoltata; inoltre si presta di più ad essere elemento di identificazione della propria storia. PREGHIERE Passo bellissimo da proporre ai giovani innamorati per comprendere che la loro storia è accompagnata da un Dio il cui nome è Amore VARIE ED EVENTUALI Tutte le altre cosucce un po’ strane che trovi nell’ultima parte del sussidio: per inventarsi momenti particolari da condividere insieme AMORIINCORSO_NERO.indd 9 17/01/2006 21.44.23 CONOSCERSI AMORIINCORSO_NERO.indd 10 17/01/2006 21.44.24 CONOSCERSI 1– Se stiamo insieme ….. Io non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani, (Isaia 49,16-17) Questo cassetto è destinato a iniziare un cammino tra giovani per una progressiva consapevolezza dello stare insieme anche come coppia di innamorati. A volte viviamo gli avvenimenti senza pensare al filo rosso che li lega e alla sorgente da cui sono scaturiti. L’inizio di qualsiasi scelta racchiude un valore e un richiamo profondo che gli avvenimenti che seguono poi chiedono di vivere. Obiettivo: Conoscersi tra giovani coppie, creare un clima di accoglienza e confronto reciproco, dove le coppie sono chiamate, nella massima libertà di espressione, a confrontarsi su come è nata la loro “storia d’amore” alla ricerca di un senso a quanto stanno vivendo. PREGHIERE Io non ti conoscevo Non ti pare meraviglioso? Io non ti conoscevo, tu ignoravi la mia esistenza. Pensa: e se le strade della vita sulle quali noi camminiamo non si fossero mai incontrate? Una inezia, un ostacolo qualunque, e noi saremmo rimasti lontani, non ci saremmo conosciuti mai. Sono talmente convinto che era necessario che noi ci incontrassimo che questo pensiero mi fa paura. Dovevamo incontrarci, perché qualcuno ci guidava PIETER VAN DER MEER 11 AMORIINCORSO_NERO.indd 11 17/01/2006 21.44.24 CANZONI Riccardo Cocciante: SE STIAMO INSIEME Ma quante storie ho gia’ vissuto nella vita e quante programmate chi lo sa’ sognando ad occhi aperti storie di fiumi di grandi praterie senza confini storie di deserti E quante volte ho visto dalla prua di una barca tra spruzzi e vento, l’immensita’ del mare spandersi dentro e come una carezza calda illuminarmi il cuore E poi la neve bianca gli alberi gli abeti l’abbraccio del silenzio calmarmi in tutti i sensi sentirsi solo e vivo tra le montagne grandi e i grandi spazi immensi E poi tornare qui, riprendere la vita dei giorni uguali ai giorni discutere con te tagliarmi con il ghiaccio dei quotidiani inverni No non lo posso accettare Non e’ la vita che avrei voluto mai desiderato vivere Non e’ quel sogno che sognavamo insieme fa piangere Eppure io non credo questa sia l’unica via per noi Se stiamo insieme ci sara’ un perche’ e vorrei riscoprirlo stasera se stiamo insieme qualche cosa c’e’ che ci unisce ancora stasera Mi manchi sai, mi manchi sai....aaii.... E poi tornare qui riprendere la vita che sembra senza vita discutere con te e consumar cosi’ i pochi istanti eterni No non lo posso accettare che vita e’ restare qui a logorarmi in discussioni sterili giocar con te a farsi del male il giorno di notte poi rinchiudersi Eppure io non credo questa sia l’unica via per noi 12 AMORIINCORSO_NERO.indd 12 17/01/2006 21.44.24 Se stiamo insieme ci sara’ un perche’ e vorrei riscoprirlo stasera Se stiamo insieme qualche cosa c’e’ che ci unisce ancora stasera Mi manchi sai, Mi manchi sai. Jovanotti: BELLA E gira gira il mondo e gira il mondo e giro te Mi guardi e non rispondo ah, perché risposta non c’è nelle parole Bella come una mattina d’acqua cristallina Come una finestra che mi illumina il cuscino Calda come il pane ombra sotto un pino Mentre t’allontani stai con me forever. Lavoro tutto il giorno e tutto il giorno penso a te E quando il pane sforno ah, lo tengo caldo per te… Chiara come un ABC Come un lunedì di vacanza dopo un anno di lavoro Bella, forte come un fiore, dolce di dolore Bella come il vento che ti ha fatto bella Amore, gioia primitiva di saperti viva Vita piena giorni e ore batticuore Pura dolce mariposa, nuda come sposa Mentre t’allontani stai con me forever. Bella come una mattina d’ acqua cristallina Come una finestra che mi illumina il cuscino Calda come il pane ombra sotto un pino Come un passaporto con la foto di un bambino Bella come un tondo grande come il mondo Calda di scirocco e fresca come tramontana Come la fortuna tu così opportuna Mentre t’allontani stai con me forever. Bella come un’armonia come l’allegria Come la mia nonna in una foto da ragazza Come una poesia o Madonna mia Come la realtà che incontra la mia fantasia Ah ah, la la la, bella TESTI Come nasce la coppia Forse ci si incontra per caso, ma sicuramente non a caso si rimane insieme! Indipendentemente dall’evoluzione che la famiglia subirà in futuro, rimane fondamentale il problema della scelta del partner. 13 AMORIINCORSO_NERO.indd 13 17/01/2006 21.44.24 Infatti i pregi e i difetti della famiglia di oggi, sono i pregi e i difetti che stanno alla base di quella scelta che determina l’impostazione di un rapporto a due. La vita della coppia ha inizio al momento dell’incontro, con l’innamoramento, ed è sempre un avvenimento straordinario, colorato di emozioni e sentimenti intensissimi. Ciò che caratterizza questo incontro è il desiderio, più o meno consapevole, di entrare nel mondo psicologico dell’altro, di essere al centro della vita di un altro. Da questo momento l’altro ha il compito, in realtà molto arduo, di soddisfare i nostri bisogni affettivi, di rassicurarci del valore di noi come persona, di dare un senso alla nostra esistenza, di confermarci, pressoché continuamente, che siamo amati. La coppia nasce nel momento in cui reciprocamente una persona manda questi segnali di richiesta e l’altro risponde con segnali di accettazione. Da quel momento inizia per la coppia, e per ciascuno dei due, un lungo e non facile cammino, durante il quale emergeranno più chiaramente i bisogni già citati e altri che si presenteranno via via e che dovranno essere soddisfatti tenendo presenti le reciproche necessità e quella di crescere insieme. Che sia un cammino lungo e faticoso è esperienza di ciascuno di noi e non a caso i grandi amori – grandi e bellissimi appunto perché illusori, cantati nei romanzi o nella lirica- terminano spesso con la morte perché impossibilitati ad accettare la realtà, fatta di tante quotidianità, di ostacoli, di imprevisti, di malintesi. Tutto ciò chiarisce come la scelta non sia tutta cosciente, ma ad essa concorra molto di inconscio, cioè qualcosa che sfugge alla possibilità di comprensione, di verifica, di controllo. Inoltre la scelta è sempre bilaterale: si sceglie in due, anche se la scelta non sempre avviene contemporaneamente. La spinta inconscia verso l’altro ci deriva dalle esperienze infantili, dal tipo di amore di cui siamo stati oggetto da parte dei genitori, dalla loro modalità di vivere e di manifestarsi l’amore, dal desiderio di rivivere le cose belle vissute con i nostri genitori. Se dunque i motivi consapevoli della scelta possono essere estetici, sentimentali, erotici, quelli non consapevoli hanno la loro radice molto lontano nel tempo, in immagini di vita coniugali che da bambini abbiamo fatte nostre e in base alle quali selezioniamo, tra tanti possibili compagni/e di vita, colui/colei che pensiamo possa essere in grado di riportare in vita, dentro di noi, sensazioni, emozioni e sentimenti vissuti o desiderati come piacevoli. Non si conosce l’altro, quindi, ma lo si riconosce, come persona attesa e già presente, con quelle caratteristiche, nella nostra mente. “Amare vuol dire cercare consciamente quel che ci è mancato e ritrovare spesso inconsciamente quel che abbiamo già conosciuto” (Olivier) (Da E. Belotti, E Bigi, Margherite nella vita di coppia, Edizioni Celtis, brescia, 2001, p. 30-31) L’uso del linguaggio comune, ha portato ad identificare l’amore e la “salute” della vita di una coppia con lo “stare bene insieme”. Una “definizione” che implicitamente racchiude al suo interno la consapevolezza che la relazione che non produce benessere non sia né positiva, né tantomeno da proseguire (non stiamo più bene insieme). Vale la pena quindi introdurre alla riflessione su questi testi: sia per cogliere il giusto valore delle emozioni, che per intuire la dimensione oblativa dell’amore. L’amore non si improvvisa, prevede una lunga scuola di apprendimento. Se stiamo insieme, qual è il perché? FORMARSI ALL’AMORE L’amore vero, l’amore forte, l’amore costante. È Cristo il grande maestro dell’amore. Cristo è molto esigente in fatto di amore: lui ha amato tanto da dare la vita fino all’ultima goccia di sangue, ci ha amati fino a morire per noi. 14 AMORIINCORSO_NERO.indd 14 17/01/2006 21.44.24 Il giovane che non sa formarsi all’amore non può risolvere i problemi della sua sessualità. Non ti illudere, la formazione all’amore è una scuola ardua, ma se ti fidi di Cristo, lui saprà condurti. Amare è voler bene, è volere il vero bene ed è fare il vero bene della persona amata. Amare è elevare, mai abbassare; è rafforzare, mai indebolire; è comunicare felicità, mai sprofondare la persona che si ama nella frustrazione e nella colpa. Amare è mendicare la fragilità di chi si ama, amare è colmare il vuoto, è dare un ideale, è trasmettere fede e speranza. Amare non è mai cercare il proprio interesse, non è mai sfruttare, non è mai strumentalizzare la persona che si ama. Amare significa prima di tutto debellare il proprio egoismo. Amare è donarsi. Non ti stringe il cuore a vedere tanti fallimenti nell’amore, tanti matrimoni sfasciati, tante famiglie distrutte? Perché succedono queste catastrofi? Per un motivo molto semplice: all’origine di quel matrimonio non c’era sufficiente formazione all’amore. Forse nessuno aveva mai detto a quei giovani: ma l’avete vinto il vostro egoismo? Se non l’avete fatto, credete proprio che il vostro sia amore? Amare è donarsi. Ma come fa a donarsi chi non si possiede? Chi non è giunto ancora al controllo del suo egoismo? Chi non se ne è mai posto il problema con serietà? Donarsi è vivere per la persona amata, è sacrificarsi per la persona amata. L’amore che non è eterno, non è amore. L’amore che non è esclusivo, non è amore. L’amore che non è puro, non è amore. L’amore che non segna tutta la vita, non è amore. Sono necessarie due tappe nella formazione all’amore sono come due piattaforme di lancio che devono essere conquistate con la tua generosità: primo: devi formarti nel prendere; secondo: devi formarti nel dare. Così il tuo prendere non deve mai essere egoistico; non puoi strumentalizzare, non puoi impoverire, non puoi defraudare la persona che ami. Poi devi formarti a dare, dare senza impoverire, senza abbassare, senza regredire e far regredire. Devi imparare a dare e a ricevere al fine di progredire insieme nel dare e nel ricevere. (Lino Pedron, Sessualità dono di Dio) L’ALTRO PRIMA DI ME: LA GRATUITÀ Dio mi ama senza secondi fini. Non ha bisogno di me. Mi ama gratuitamente. Nella pienezza dell’unione che unisce il Padre, il Figlio e lo Spirito, la gioia di Dio è piena e non manca di nulla. Dio ci ha chiamati alla vita senza altro fine che quello di rendere partecipi anche noi di questa intima gioia, per sempre, senza limiti. L’amore umano è genuino quando viene donato senza secondi fini, solo perché l’altro è amabile. Nell’esperienza dell’innamoramento è racchiuso questo appello: l’altro, l’altra risulta amabile per quello che è, al di là di quello che può dare a me, e si sperimenta il desiderio di poter dare amore “come Dio ha amato noi”. All’opposto della gratuità dell’amore divino sta l’atteggiamento di chi guarda all’altra persona solo per quello che può dare o, cosa ancora più umiliante, tratta l’altro soltanto come un’occasione per sentirsi appagato. Animati dall’amore di Dio, siamo chiamati anche noi a trattare gli altri mirando alloro bene, senza secondi fini. Quando abbiamo sperimentato di essere anche noi capaci di voler bene a qualcuno senza altri interessi, siamo in grado di intuire qualcosa dell’ amore divino, per il quale “c’è più gioia nel donare che nel ricevere” (At. 20,35). In quei momenti scopriamo di poter superare l’infantile bisogno di cercare l’altro per avere da lui qualcosa. Scopriamo che l’amore non è conquista, non è dire a qualcuno “tu sei mio”. Al contrario, è dono, è gioia di poter dire a qualcuno “io sono tuo”. In questa natura gratuita dell’amore sta anche la fecondità della sofferenza, del dolore di una malattia, della stessa solitudine accolta e offerta. Là dove la vita si fa dono senza aspettative dì ritorno, appare in tutta la sua verità e grandezza l’amore. (Dal Catechismo dei giovani/2: p. 332) AMORIINCORSO_NERO.indd 15 15 17/01/2006 21.44.24 TESTIMONIANZA Attività: Invitiamo a incontrare una coppia della comunità che racconti la sua storia e il senso che dà alla loro vita lo stare insieme. Sarà interessante che la coppia sottolinei i diversi perché dello stare insieme, nelle varie fasi di vita di coppia affrontate, aiutando a comprendere l’importanza di continuare a cercare nuovi perché. In alternativa,o per la lettura personale o di coppia, viene di seguito proposta la testimonianza di Gianna Berretta Molla: la fine richiama l’inizio! Una vita che ha saputo spiegare tutto quello che era nascosto in piccolo fin dall’inizio. Testimonianza di una santa contenta: Gianna Berretta Molla Gianna nel suo vestito bianco di sposa, il 24 settembre 1955, nella basilica di San Martino a Magenta. L’ha voluto bellissimo quel vestito, nel sogno di ricavarne, un giorno, una pianeta da regalare a un figlio prete. È forse l’immagine che sintetizza meglio l’ideale di vita di Gianna Beretta Molla, la madre di famiglia beatificata il 24 aprile 1994, che ha preferito morire piuttosto che sopprimere, per salvarsi, la figlia che portava in grembo, la quarta del suo felice matrimonio con l’ingegner Pietro Molla. Di lei è noto soprattutto questo gesto, il sacrificio totale di sé alla creatura che si stava formando nel suo seno. Meno noto è l’impegno di donna, di cattolica fervente e attiva, di medico, di madre e di moglie che ha caratterizzato un’esistenza che è stata sì molto devota, ma anche assolutamente normale e piena di gioia. «Non mi sono accorto di aver avuto accanto una santa», dice oggi l’ingegner Molla, 85 anni, che ancora si emoziona ricordando la moglie. «Adesso, ripensandoci, sento profetiche le parole di don Giuseppe Beretta, fratello di Gianna. al nostro matrimonio, che la invitavano alla santità. Eppure stando al suo fianco non me ne accorgevo. Anzi, Gianna mi ha insegnato a vivere meglio. Quando ci siamo fidanzati io avevo avuto ben poca vita sociale, al cinema ci sarò stato in tutto tre volte. E lei mi ha detto: “Eh no, mica giusto. bisogna cambiar sistema, andare ai concerti, alla Scala, a teatro, al cinema”. Sciava, dipingeva, suonava il piano, le piaceva ballare, si truccava. Quando entrava in sala parto aveva le unghie laccate. Era una santa. Ma una santa contenta» . E così una donna innamorata della vita è diventata famosa in virtù della sua morte. Aveva già tre figli, Gianna, quando durante la quarta gravidanza, nell’estate del 1961, le scoprirono un grosso fibroma uterino. Gli specialisti le prospettarono tre scelte: asportazione del fibroma e dell’utero, il che le avrebbe salvato la vita, sacrificando però quella del concepito; asportazione del fibroma e interruzione della gravidanza, cosa che le avrebbe permesso di avere altri figli; infine, asportazione del fibroma facendo tutto il possibile per non interrompere la gravidanza. Lei scelse quest’ultima strada che, da medico, sapeva essere per lei molto pericolosa. Una mattina,15 giorni circa prima del parto, mentre stavo per andare in fabbrica, quasi per caso Gianna mi disse: “Se dovrete decidere tra me e il figlio scegliete il figlio”. E ha ripetuto la stessa cosa altre volte, anche al professore che stava per operarla, raccomandandogli di fare molta attenzione per salvare la gravidanza. “Era una famiglia molto religiosa”, spiega monsignor Antonio Rimoldi, professore emerito di Storia della Chiesa alla Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale e autore della biografia della Beretta Molla per la causa di beatificazione. «Ma la Gianna era una ragazza normalissima, buona e allegra, un po’ pigretta. Poi, verso i 15 o 16 anni. la conversione. A quel punto la sua spiritualità prende il volo. «Frugando tra le sue carte”, racconta Rimoldi. «abbiamo trovato il suo messalino quotidiano, tutto consunto, si 16 AMORIINCORSO_NERO.indd 16 17/01/2006 21.44.24 vede che l’ha usato moltissimo. Gianna è venuta a contatto con la Parola. di Dio conservata nella liturgia e l’ha masticata profondamente». Dopo il ginnasio, un liceo brillantissimo. Quindi l’università (due anni a Milano, la laurea a Pavia, infine la specializzazione in pediatria a Milano. Poi la pratica di medico, di base in ambulatorio a Mesero e pediatra all’asilo nido di Ponte Nuovo di Magenta. E intanto l’impegno di cristiana fervente, culminato negli anni spesi nell’ Azione cattolica di Magenta «Dobbiamo pregare con fede, con speranza, con carità. Con umiltà, con devozione e con riverenza... Persino il lavoro può essere preghiera», scriveva alle sue ragazze, alle quali offrì questo programma di vita spirituale: «Preghiere mattina e sera, eseguite bene, non a letto, ma in ginocchio e in raccoglimento. Santa Messa, pratica insostituibile, impareggiabile. Santa Comunione, possibilmente. Massima libertà: deve riceverla chi se la sente, chi comprende cosa vuoI dire. Meditazione, almeno dieci minuti. Visita al SS. Sacramento. Santo rosario: senza l’aiuto della Madonna, in Paradiso non si va». «Era una donna forte, una cristiana coerente ma non bigotta», dice Rimoldi. «Era fuori dagli schemi. In tempi in cui l’Azione cattolica vietava alle ragazze il trucco del viso, lei si truccava, ci teneva a presentarsi bene, per la sua dignità di donna. Da ragazza Gianna pensava di recarsi in missione anche lei, come medico laico. Ma dopo l’incontro con Pietro Molla capì che la sua vocazione era un’altra. «Sulle prime era confusa», sottolinea Rimoldi. «Così presentò il problema al suo confessore, monsignor Enrico Ceriani, il quale le rispose: “Se le ragazze brave non si sposano, e si sposano solo le cervellone, che famiglie avremo? Faccia una novena, rifletta e decida”» Lei fece una novena, rifletté e decise di sposare il suo Pietro. Anche questa scelta denota una grande fortezza, perché in un certo senso infrangeva i suoi sogni di ragazza. Ma una volta deciso, non ebbe dubbi: Gianna era felice di essere moglie e madre” ,”Gianna ha vissuto sempre nell’amore di Gesù”, continua monsignor Rimoldi, «che si manifesta in primo nella sua ultima settimana di vita: non ha voluto calmanti per essere presente fino alla fine, si è sentita in croce con Gesù. E in mezzo al]e sofferenze ha raggiunto il vertice della mistica più volte in quel letto d’ospedale l’hanno sentita dire “Gesù, ti amo, dammi la forza”. Ma la sua morte non aggiunge niente, la santità di Gianna è la santità quotidiana di una donna normale. Nel corso della causa di beatificazione è stato documentato anche un miracolo, in favore di una donna brasiliana che stava morendo dopo un parto cesareo, per la quale una suora aveva pregato Gianna. Ma un vero miracolo è stato la sua vita». Una vita condotta nell’umiltà e nella riservatezza, sottolinea il marito. «Dei suoi scritti non sapevo niente, li ho trovati per caso nella vecchia casa dei Beretta. Leggendoli ho capito da dove veniva la forza di Gianna. E ho capito anche che è stata un’antesignana nel modo di vivere con gioia la fede. Tutto per lei era dono di Dio. E della fiducia nella Provvidenza aveva fatto il perno della sua vita. Anche negli ultimi giorni continuava a pregare e a sperare che il Signore le concedesse di vivere ancora. Le piaceva stare al mondo, tanto che un mese prima di morire mi chiese di portarle da Parigi dei cataloghi di moda, perché voleva qualche vestito nuovo. Il suo sacrificio non l’ha fatto per andare in Paradiso, ma per amore verso la sua creatura. L’ha aiutata questa enorme fiducia nella Provvidenza: si rendeva conto che se fosse morta avrebbe lasciato quattro figli, ma sapeva che per il bimbo che aveva in seno era assolutamente indispensabile, mentre per gli altri era necessaria, ma non indispensabile. A loro avrebbe pensato la Provvidenza». «Forse il motivo di questo interesse sta nel fatto che era una madre di famiglia», dice Pietro Molla. Ma forse, a conquistare tanti cuori in tutto il mondo è anche il sorriso di Gianna, che appare in tutte le fotografie che sono rimaste di lei. «Sorrideva sempre», ricorda commosso il marito, «il sorriso ce l’aveva nell’anima. Gianna era una donna serena, una santa contenta». 17 AMORIINCORSO_NERO.indd 17 17/01/2006 21.44.24 GIOCHI – TEST COME MAI CI SIAMO RITROVATI INSIEME? Tempo: 60 minuti Modalità: Ognuno lavora individualmente e deve rispondere alle domande che gli verranno poste al posto del partner, pensando a cosa il partner risponderà. Poi ci si trova in assemblea e una coppia alla volta viene fatta sedere in centro e mentre l’animatore legge le domande i due ascoltano le risposte che ha dato l’altro. Gioco: Preparare dei foglietti riportando abitudini e modi di fare ai quali ognuno è invitato a rispondere al posto del partner: • • • • • • La prima cosa che mi è piaciuta di lui/lei Ci siamo messi insieme perché… Provo a descrivere il momento che mi ha fatto perdere la testa Quando penso a lui/lei, la prima cosa che mi viene in mente è La mia canzone preferita è Se fossi un fiore sarei FILMS Schede tratte dal sito www.acec.it SCELTA D’AMORE - LA STORIA DI HILARY E VICTOR * (DYING YOUNG) Soggetto: Hilary O’Neil, un’avvenente giovane di cultura elementare, dopo aver sperimentato la convivenza con un uomo del quale ha scoperto l’infedeltà, desiderosa di essere economicamente indipendente, riesce a farsi assumere come infermiera dal miliardario californiano Richard Geddes per assistere il ventottenne figlio di questi. Victor, da dieci anni ammalato di leucemia e soggetto a terribili periodiche crisi causate dalla cura chemioterapica. Dapprima atterrita poi mossa a pietà, Hilary viene coinvolta in una vicenda sentimentale che culmina con una fuga a due in un villaggio di pescatori: qui i giovani vi trascorrono giornate di svago e d’amore. Poiché ha interrotto la terapia anzitempo, Victor con la morfina tenta di nascondere il dolore che lo ha assalito di nuovo: traumatica è la scoperta dell’inganno da parte di Hilary, che telefona disperata al padre di Victor perché lo faccia ricoverare in ospedale. Per convincere Victor a fare la cura. Hilary, che ama sinceramente lo sfortunato giovane, gli promette che resterà a lui vicina nel bene e nel male. 18 AMORIINCORSO_NERO.indd 18 17/01/2006 21.44.24 Valutazione: il profondo amore che unisce i due giovani e la coraggiosa decisione della donna di dedicarsi alla difficile assistenza del malato per dargli, con la sua presenza, il coraggio di lottare per contrastare la cruda malattia, danno al film una valenza positiva. Efficace l’interpretazione dei due attori. MOONLIGHT MILE - Voglia di ricominciare (Moonlight Mile) Soggetto: Inizio degli anni ‘70 nel New England. La data del matrimonio tra Joe Diana stava ormai per avvicinarsi, quando la morte della ragazza in un tragico incidente ha interrotto tutto all’improvviso. Ora Joe non ha il coraggio di lasciare la casa dei genitori di lei, Ben e JoJo, e resta a vivere con loro in una camera nella mansarda. Padre e madre cercano di reagire, ma in modo diverso, ora rabbioso ora rassegnato. Joe fa di tutto per proporsi come il marito che avrebbe dovuto essere e che loro due si aspettavano: aiuta Ben a cercare di far condannare il colpevole contro gli intoppi della burocrazia; lo segue in alcune attività commerciali che vuole intraprendere. Succede però che Joe rivede di nuovo Bertie, sua precedente amica, e a lei confida che lui e Diana in realtà si erano lasciati tre giorni prima dell’incidente decidendo di non sposarsi più. Qualche tempo dopo, di notte, Joe esce di casa, va all’ufficio postale dove risiede Bertie, e tra i due riprende la passione di un tempo. Quando torna a casa, JoJo é ad aspettarlo e gli dice che ha capito che non si sarebbero sposati. A questo punto Joe fa saltare l’affare che Ben aveva in corso, e poi, al processo in tribunale, depone dicendo la verità sul rapporto con Diana. Ormai ogni legame con il passato é reciso. Valutazione Pastorale: Un dramma ‘da camera’, quasi un testo teatrale sulle inquietudini di un’America anni ‘70 tesa e insicura. La cornice storica ha un peso non secondario: c’é una guerra in corso (in Vietnam) che crea tanti lutti, ossia tanti ‘vuoti’ innaturali difficili da colmare. E’ l’assunto tragico in base al quale non é possibile che i figli muoiano prima dei genitori. Vuoti dunque ossia buchi profondi che perdita di equilibrio, di sicurezza in se stessi, di capacità di riconoscimento. L’elaborazione del lutto avviene, in modo molto ‘americano’, secondo il percorso del confronto prima con se stessi e poi con la concretezza della vita che in ogni caso va avanti. La presenza di Joe diventa il punto centrale con cui fare i conti. Liberarsi la coscienza e mettere avanti la verità diventa la premessa indispensabile per progettare un altro futuro. Tra qualche manierismo un po’ letterario, emergono alcune notazioni che sanno di autenticità e, pur mancando un accenno alla compassione e ad una prospettiva più ampia del dolore terreno, costruiscono un ventaglio di situazioni realistiche, possibili, sofferte. Film interessante che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile e nell’insieme problematico. LA STRADA VERSO CASA (Wo de fu qin mu qin (The road home)) Soggetto: Luo Yusheng, uomo d’affari che lavora in città da molti anni, torna nel luogo natale nella Cina del nord per il funerale del padre, già maestro del villaggio. L’anziana madre vuole che le antiche tradizioni per la cerimonia funebre siano mantenute e così Luo, mentre si impegna per rispettare quel desiderio, ripensa ai racconti sentiti da ragazzo sul fidanzamento dei genitori. Suo padre, Luo Changyu, arrivò nel villaggio come nuovo maestro e ben presto si innamorò di Zhao Di, che viveva con la madre cieca. La ragazza lo ricambiava e, quando tra i due sembrava avviarsi una relazione, Changyu fu richiamato in città per non meglio precisati problemi politici e i due rimasero lontani per oltre due anni. Avuto il permesso di riprendere a fare il maestro, Changyu era tornato in paese. Lui e Zhao Di, più che mai innamorati, si erano finalmente sposati e non si erano più lasciati. Ora il figlio Luo si offre di pagare le persone che, secondo la tradizione, dovranno portare a piedi la bara del padre per molte miglia, dall’ospedale al luogo del villaggio in cui sarà sepolto. Il giorno del funerale tantissimi ex alunni dell’uomo si presentano e spontaneamente si ofrono di portare la bara senza alcun 19 AMORIINCORSO_NERO.indd 19 17/01/2006 21.44.25 compenso. Prima di tornare in città, Luo dapprima propone alla madre di andare con lui, ma lei rifiuta. Poi onora anche l’ultimo desiderio del padre e per un giorno insegna simbolicamente nella scuola del villaggio. Valutazione Pastorale: Autore di tanti titoli importanti dell’ultimo decennio, che hanno raccolto allori nel principali festival del mondo e hanno permesso di aprire molte finestre per una migliore conoscenza dell’impenetrabile ‘Pianeta Cina’, Zhang Yimou propone in questa occasione una storia tanto facile e lineare all’apparenza quanto delicata e profonda nei dettagli e nelle sfumature. Un innamoramento, fatto di timidi sguardi e di incerti approcci, l’esplodere dell’amore, la separazione misteriosa e non spiegata, il ricongiungimento in un equilibrio affettivo pieno e totale. Tutte queste fasi hanno ritmi lenti, il tempo del sentimento non è mai ozioso, cresce a poco a poco, arricchisce le persone che lo vivono. Il confronto tra il ‘vecchio’ e il ‘nuovo’ é stridente ma va affrontato senza paura. La ritualità del funerale, la strada da percorrere con la bara intesa come desiderio di eternità, di prosecuzione delle tradizioni, il senso di riconoscenza degli ex alunni sono tutti momenti che scandiscono un bisogno di memoria e di valori che comunque non possono essere persi. Girato cromaticamente in due parti (a colori quella dei ricordi felici, in b&n quella dell’oggi grigio e problematico), il film ha quindi toni dolenti ma anche di denuncia. Il regime di Pechino ha osteggiato la realizzazione, e tutta la parte relativa all’improvviso richiamo del maestro é stata tagliata. Tuttavia il significato resta chiaro, con la contraddizione tra un indottrinamento educativo imposto dall’alto e un rapporto di fiducia, di stima, di affetto che invece si stabilisce tra alunni e maestro negli sperduti paeselli dello Stato. Film di grande sostanza che propone anche frequenti agganci a temi di fede (il dialogo finale tra la vecchia madre e il morto). Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come raccomandabile, e poetico nel taglio lirico che caratterizza il racconto. SCHEDA BIBLICA salmo 139 Introduzione: Non senza motivo, questo salmo ha trovato una vasta eco in varie rielaborazioni poetiche che il tesoro dell’innologia cristiana si è prodotto. Anche oggi le sue parole sono provate come classica testimonianza di quello che la teologia delimita con i concetti di onnipresenza, onniscienza e onnipotenza di Dio. Perché qui in una più ampia cornice si esprime una delle questioni antropologiche che sono poste di continuo ed a cui si tenta di rispondere ogni volta che la relazione tra Dio e l’uomo ha occupato il pensiero dell’uomo. Perciò non è stupefacente che, in specie tenendo conto della generalità in cui si pone la questione, ci provengano idee analoghe anche al di fuori dell’Antico Testamento, soprattutto presso gli induisti (cfr. Atharwa Veda 4,z6), ma anche presso i Cananei e Greci e nell’islam, senza che se ne possa dimostrare la dipendenza esterna quanto a fonti letterarie. Rispetto ai paralleli, il salmo fa riconoscere la sua peculiarità anticotestamentaria, in specie perché esso si muove non in una fredda concettualità di costituzione di idee teologiche, ma nella sfera dell’esperienza personale della realtà di Dio, nella quale il poeta vede inserita tutta la sua esistenza. Non per caso egli riveste i suoi pensieri nella 20 AMORIINCORSO_NERO.indd 20 17/01/2006 21.44.25 originale forma mista di inno e supplica, e parla di Dio interpellandolo sulla base del rapporto personale «io-tu», e non nella forma di proposizioni obiettive ad altri su Dio. Perfino dove riflessioni concettuali fanno saltare la cornice dell’inno, il poeta non scivola nelle vie di un pensiero astrattamente filosofico, ma ragiona sotto il segno premonitore della sua esistenza determinata da Dio. Questo alle sue parole dona quei vivaci e freschi colori, che ancora oggi interpellano immediatamente il lettore. … Partendo da un’esperienza personale di Dio, le idee del canto si muovono in sezioni di significato a sé, tuttavia non arti colate stroficamente, benché si trovino tra di esse in stretta connessione. I vv. 1-6 parlano dell’onniscienza di Dio; i w-7-1 2 della sua onnipresenza; i vv. 3-16 della sua onnipotenza; i vv. 17-18 concludono la riflessione sulla natura di Dio con l’ammissione dell’umana incapacità di comprendere la grandezza di Dio. Non senza connessione con l’intero problema, nei vv. 1922 segue una supplica per la distruzione degli empi, e í vv.23-24 portano come clausola una supplica personale perché Dio metta alla prova e guidi lui, l’orante. (A WEISER, I Salmi, Paideia, Brescia, 1984, p.820-822) Dietro la storia di ogni persona e di ogni coppia c’è la mano di Dio: Il Salmo diventa allora una guida per rileggere in questa chiave tutta la propria storia. Attività: Si può pregare il Salmo a cori alterni (maschi e femmine) e poi lasciare spazio per una risonanza dei versetti che hanno colpito di più Sal 139 Signore, tu mi scruti e mi conosci, 2 tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, 3 mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie; 4 la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta. 5 Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. 6 Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo. 7 Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? 8 Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. 9 Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, 10 anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. 11 Se dico: “Almeno l’oscurità mi copra e intorno a me sia la notte”; 12 nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce. 13 Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. 21 AMORIINCORSO_NERO.indd 21 17/01/2006 21.44.25 14 Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo. 15 Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. 16 Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno. 17 Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio; 18 se li conto sono più della sabbia, se li credo finiti, con te sono ancora. 23 Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri: 24 vedi se percorro una via di menzogna e guidami sulla via della vita. Scheda: Si può rispondere alle domande prima individualmente e poi in coppia e poi con una risonanza in gruppo. 1. Quale visione ho della mia/nostra storia personale: è un caso, un destino o dono della Provvidenza di Dio? 2. Sono contento di ciò che sono/siamo o che ho/abbiamo? Riesco a far mie/nostre le parole del salmista: “Ti lodo perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere”? 3. Quali sono i momenti belli e brutti che ci hanno accompagnato? C’è un senso al loro interno? Come sono significativi per il presente? 22 AMORIINCORSO_NERO.indd 22 17/01/2006 21.44.25 23 AMORIINCORSO_NERO.indd 23 17/01/2006 21.44.25 CONOSCERSI 2-Maschio e femmina li creò Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. (Gn 1,27) Questo cassetto è destinato a stimolare una conoscenza più approfondita tra le coppie di innamorati, e soprattutto tra gli stessi innamorati. Proprio a partire dal brano della Genesi si può comprendere come la diversità costituisca un dono e una ricchezza. E’ dalla scoperta e dall’approfondimento del maschile e del femminile della coppia che la stessa ha la possibilità di crescere e di arricchirsi giorno dopo giorno. La coppia è chiamata a fare fatica, a sviluppare quel dialogo e quelle forme di comunicazione che permettano innanzitutto di comprendere le rispettive sensibilità e le peculiarità di ciascuno. Dal dialogo nasce la conoscenza, dalla conoscenza nasce il rispetto dei ritmi di ognuno, di tutto quel mondo di particolarità, hobby, manie, che costituiscono l’originalità di ogni persona umana e la cui conoscenza costituisce la prima vera sfida da vincere per ogni coppia che voglia veramente essere tale. Come in un puzzle l’unione di pezzi diversi crea una figura unitaria, così i giovani innamorati sono chiamati ad operare la cernita dei “pezzi” della loro vita capaci di combaciare, per dare vita giorno dopo giorno al miracolo dell’amore. Obiettivo: Con la presente scheda si vogliono fornire alcuni strumenti che possano aiutare le coppie a scoprire le differenze che li contraddistinguono come uomo, come donna e come singoli all’interno del loro rapporto e a scoprire che la loro unione è chiamato a diventare immagine di Dio. “Il fatto stesso che si nasca o uomini o donne dice il nostro limite: non bastiamo da soli, non bastiamo a noi stessi, ma siamo fatti per l’altro, per l’incontro, per il dialogo. Dice però anche la nostra grandezza: l’incontro è possibile, è possibile uscire dalla solitudine e amare. In questo incontro siamo anche portatori di un dono specifico: essere uomo e essere donna costituiscono due modalità di amare, di pensare, di agire, che chiedono complementarietà e sono vicendevole ricchezza.” (CDG/2 pag. 329) PREGHIERE Davanti all’amore Forse che le differenze, le distinzioni, le diversità ti divertono, Signore? Perché nell’infinito gioco della vita non ci vuoi uno uguale all’altro, Creatore buono? Ai nostri occhi le differenze sembrano lustrini che ci attirano e, come bambini, talora le vorremmo tutte, per trattenerle. 24 AMORIINCORSO_NERO.indd 24 17/01/2006 21.44.25 O per essere sicuri di non avere di meno. Quante volte, Signore, ho desiderato di non essere io in questo corpo in questa storia in questi limiti. E andavo in giro con il motore acceso dell’invidia per veder se potevo rapinare qualcosa di quelli che avevano successo. Ma poi è arrivato il tuo messaggero si, è arrivato lui si, è arrivata lei a dirmi, nel gesto dell’amore: è bene che tu sia come sei per me sei unica per me sei unico. E’ questo che mi ha detto il tuo messaggero tu, che sei Amore, tratti ogni diversità come unicità. Ciascuno è unico ora lo so, davanti all’Amore. (M. Zattoni Gillini) CANZONI … nel momento della conoscenza non vi è subito la percezione delle diversità tra uno e l’altro, tutto sembra uguale e in sintonia… Le cose in comune - Daniele Silvestri Le cose che abbiamo in comune sono 4.850 le conto da sempre, da quando mi hai detto “ma dai, pure tu sei degli anni ‘60?” abbiamo due braccia, due mani ,due gambe, due piedi due orecchie ed un solo cervello soltanto lo sguardo non è proprio uguale perché il mio è normale, ma il tuo è troppo bello [...] Le cose che abbiamo in comune sono facilissime da individuare ci piace la musica ad alto volume fin quanto lo stereo la può sopportare ci piace Daniele, Battisti, Lorenzo le urla di Prince, i Police mettiamo un CD prima di addormentarci e al nostro risveglio deve essere lì perché quando io dormo... tu dormi quando io parlo... tu parli quando io rido... tu ridi quando io piango... tu piangi quando io dormo... tu dormi quando io parlo... tu parli quando io rido... tu ridi quando io piango... tu ridi 25 AMORIINCORSO_NERO.indd 25 17/01/2006 21.44.25 Le cose che abbiamo in comune sono così tante che quasi spaventa entrambi viviamo da più di vent’anni ed entrambi, comunque da meno di trenta ci piace mangiare, dormire, viaggiare, ballare sorridere e fare l’amore lo vedi, son tante le cose in comune che a farne un elenco ci voglio almeno tre ore... ma... Allora cos’è cosa ti serve ancora, a me è bastata un’ora... “Le cose che abbiamo in comune!”, ricordi sei tu che prima l’hai detto dicevi “ma guarda, lo stesso locale le stesse patate , lo stesso brachetto!” e ad ogni domanda una nuova conferma un identico ritmo di vino e risate e poi l’emozione di quel primo bacio le labbra precise, perfette, incollate Abbracciarti, studiare il tuo corpo vedere che in viso eri già tutta rossa e intanto scoprire stupito e commosso che avevi le mie stesse identiche ossa e allora ti chiedo, non è sufficiente? cos’altro ti serve per esserne certa con tutte le cose che abbiamo in comune l’unione fra noi non sarebbe perfetta? Quando io dormo... tu dormi quando io parlo... tu parli quando io rido... tu ridi quando io piango... tu piangi quando io dormo... tu dormi quando io parlo... tu parli quando io rido... tu ridi quando io piango... tu ridi... ma... Allora cos’è cosa ti serve ancora, a me è bastata un’ora... Le cose che abbiamo in comune sono 4.850 le conto da sempre, da quando mi hai detto “ma dai, pure tu sei degli anni ‘60?” abbiamo due braccia, due mani ,due gambe, due piedi due orecchie ed un solo cervello soltanto lo sguardo non è proprio uguale perché il mio è normale, ma il tuo, oh: è troppo bello! troppo bello! Quando io dormo... tu dormi quando io parlo... tu parli quando io rido... tu ridi e quando io piango... tu ridi... troppo bello! TESTI Il problema è che erano diversi. Frase banale, in fondo tutti sono diversi gli uni dagli altri. No, il problema è che loro erano più diversi rispetto a tutti gli altri che sono diversi gli uni dagli altri. Entrambi coraggiosi, entrambi esuberanti, la loro storia era un tira e molla fra i loro due modi di essere, in cui l’uno cercava di adattarsi all’altro, per poi ritornare più fortemente di prima sulle proprie posizioni. Sabina era convinta che per Max ci volesse una ragazza ‘inesperta’ in amore, mansueta e che si fidasse di lui ciecamente, intelligente, ma non troppo... Del resto, il suo uomo ideale era forse un ambizioso professionista, medico o notaio o commercialista, che poteva competere con lei sul piano dell’impegno profuso nello 26 AMORIINCORSO_NERO.indd 26 17/01/2006 21.44.25 studio e nel formarsi un futuro. Ed invece? Sabina e Max. Due mondi che si scontrano con forza e si ammaccano, si piegano, rotolano e si accendono. Lui, invece, si era innamorato al solo vederla, l’aveva amata ogni giorno di più e gliela aveva dimostrato in tutti i linguaggi. Il suo scopo era quello di farla stare bene, farla ridere, farla godere, farla sentire la più bella, la migliore di tutte le creature. E lei, lei si era innamorata a fuoco lento, aveva assaporato la passione fisica per la prima volta, la pace interiore per la primissima volta. Ma, dopo due anni di risate, giri di notte, vacanze con gli amici, sere a lume di candela, litigi rari e furibondi, riavvicinamenti imprevedibili, ecco che la diversità irrompeva nel loro rapporto come un lampo di luce che squarcia a metà l’omogeneità di un cielo tutto nero. Alcuni dicevano: “Io non ho mai visto una coppia più affiatata di voi due”; molti altri, con tono fermo ed occhi sicuri dicevano: “Io non credo nella vostra storia, siete troppo diversi”. Mille dubbi nella testa, la paura di aver preso un abbaglio, il brutto presentimento che la gente avesse ragione; fra loro non avrebbe potuto funzionare, la voglia di buttare tutto all’aria e la voglia contraria di ricostruire, sperare e credere. Perché non capiva che sarebbe bastato amarlo! Non che non lo amasse, ma io dico amarlo veramente, pensare a lui per lui, pensare a loro come un unione, non staccarsi e allontanarsi appena qualcosa non andava secondo i progetti. In questo, Sabina era tutta sbagliata, egoista e perfezionista, esigente nella sua fragilità di alcuni momenti, ora guardava il telefono muto, temendo che questa volta lui si fosse incazzato sul serio. Finalmente il nonno fu pronto a ricevere Sabina. Erano quattro giorni che lei sentiva il bisogno di vederlo, ma lui, a causa della chemio, stava troppo male per farsi vedere da lei, lei che era sensibile, lei che gli voleva troppo bene. Cme nelle situazioni più paradossali fu lui, ottantacinque anni, tumore allo stadio più avanzato, a fare prima, a rivolgerle la domanda. “Bene nonno, tu piuttosto, ti trovo benone, sei sempre bellissimo...”. “No, nipotina, non mi inganni, che c’è? So che qualcosa ti turba, lo vedo che c’è un velo di preoccupazione nei tuoi occhi; avanti, come va con Max?”. Lei avrebbe voluto rassicurarlo, ma in realtà aveva bisogno di parlarne con lui, aveva bisogno di sentire che almeno lui benediva e approvava la loro unione, ora aveva bisogno di lui. “Nonno, il fatto è che siamo diversi, tanto diversi, questo a volte ci allontana. Lui la interruppe, la guardò come chi ormai vedeva tutto dall’esterno, tutto piccolo, tutto passato. Lei meritava una risposta sincera ma tranquillizzante e lui, così le disse: “Tesoro, non crearti dei patemi d’animo, sei così giovane. Non prendere decisioni affrettate...Certo la diversità è un arma a doppio taglio: potreste scannarvi e dirvi addio, oppure diventare complementari in maniera perfetta”. ‘Complementari in maniera perfetta’, questa immagine non usciva più dalla mente di Sabina, era quello che voleva raggiungere, era quel discorso di libertà che voleva sentire, era mano macchiata e stanca che voleva stringere. Era novembre e, neanche si erano accorti, Sabina e Max, che le giornate erano brevi ormai come i loro attimi sereni. … Povero Max, si era innamorato proprio di lei che non lo apprezzava; così non si sentiva amato e camminava per strada a testa alta, per non far vedere di sentirsi avvilito; certo, lui ne era sicuro, lei prima o poi avrebbe avuto fiducia in lui, nelle sue risorse, nelle sue qualità. Invece, era un sabato pomeriggio, Max era tornato a casa dopo una partita di pingpong con un amico, quando squillò il telefono, era Sabina, più dolce del previsto, visto il periodo, che gli domandava particolari sulla partita ed altro ancora, palesemente con l’intento di prendere tempo. 27 AMORIINCORSO_NERO.indd 27 17/01/2006 21.44.25 Max sentì nell’aria qualcosa che lo disorientava, avvertì come un presentimento oscuro e, piano piano, capì che lei iniziava a parlare di sentimenti incerti, di rapporti che vengono portati avanti solo per paura, di mancanza di punti di vista in comune e, dopo tante parole, che Max sentiva precipitargli sul collo come stalattiti aguzze, la interruppe dicendo: “ Amore, spiegati meglio, che vuoi dire?”. Lei rispose: “Max, voglio dire che è finita. Ma non ti rendi conto che non posso renderti felice?, lo sai che vivo di dubbi ormai da molto tempo, lo sai che il sentimento non basta?, ci vuole una conferma quotidiana per stare insieme e poi che...”. E mentre lei continuava a parlare concitatamente, Max iniziò a sentire solo un forte rombo nelle orecchie, improvvisamente la sua gola diventò secca, non riusciva a sentire niente; era in piedi con il telefono stretto nella mano, la testa gli girava vorticosamente, si sedette sul letto, pensava: “non ‘ possibile senza Sabina, la mia vita senza Sabina, no, non è possibile, non è possibile...”. “Max, ci sei o no! Sembra che sto facendo un monologo, ti giuro che non è facile nemmeno per me, io forse riesco a parlare così solo perché non ti vedo, sai al telefono è più facile, ma ho paura di cambiare idea, insomma, vuoi dire qualcosa?”. Max non aveva molto da dire, ma alla fine cercò di far uscire qualche parola: “Io vedo solo che tu sei riuscita a parlare tanto ed io non riesco a dire niente. Non riesco ad abituarmi all’idea di stare senza te, con tutti i tuoi dubbi. Forse ho paura che senza di te potrei accorgermi di stare meglio”. Quest’ultimo pensiero fu quello che colpì di più Sabina: lei aveva messo tutto sulla bilancia, ma non aveva mai pensato di poter stare meglio senza di lui, questa era una follia. Ma non fece trapelare il suo sgomento, anzi ribadì: “Max, è proprio finita”. RIFLETTIAMO “Sono anni che stiamo assieme ed hai capito talmente poco di me… della mia vita”. Quante volte nei litigi di coppia si sente questa frase. Non sono sufficienti alcuni anni trascorsi assieme per capire l’altro…forse nemmeno una vita intera. Spesso si tende a cristallizzare l’altro in un’immagine priva di difetti o a cogliere nell’altro soltanto quello che è utile e piacevole. Il resto interessa di meno. La sua vita interiore, i suoi desideri, la sua sensibilità, i suoi progetti, le sue delusioni, le amarezze … restano nell’ombra. “Noi due siamo del tutto diversi e sinora siamo andati d’accordo così bene solamente perché non ci siamo compresi affatto” (E. M. Remarque). Ma questa mancata comprensione prima o poi viene a galla e crea fratture. LE RAGIONI DELL’ALTRO Nei momenti di conflittualità le persone spesso si sentono come “monadi senza finestre”, mondi di vita impenetrabili in cui nemmeno la persona amata riesce veramente ad entrare … e si finisce col lottare per imporre la propria idea e cambiare l’altro o col far finta di niente, rassegnandosi a condividere una solitudine a due. E’ importante capire che le ragioni dell’altro prima di essere idee, parole, azioni sono pezzi di vita. Ci differenziano completamente la sessualità, la biografia familiare e personale, il contesto umano e sociale di sviluppo. IO, IO, IO ED ANCORA IO Per capire l’altro partiamo sempre dal nostro “io”, perché tendiamo sempre a conoscere ed interpretare gli altri secondo i nostri schemi mentali, i nostri vissuti esistenziali, la nostra sensibilità. Tra noi e la persona amata c’è sempre una lente che è tutta la nostra vita. E questa lente può deformare o addirittura rendere l’altro non conoscibile. L’espressione “non ti capisco” o “il tuo modo di pensare è totalmente diverso dal mio”, 28 AMORIINCORSO_NERO.indd 28 17/01/2006 21.44.26 “non possiamo capirci perchè apparteniamo a due mondi diversi” sono dichiarazioni aperte di questa incomunicabilità generata dall’altrui diversità. E’ come se fossimo uno specchio in cui si riflette il nostro volto, anziché il volto dell’altro. Dobbiamo invece diventare come un vetro limpido che lascia trasparire, che fa vedere il volto dell’altro. Se l’uomo e la donna non sanno cogliere il mistero della persona e non sanno coinvolgersi in un progetto comune, si sentiranno sempre più disturbati dalla diversità fino a rifiutarla. Ciò che all’inizio attrae diventa fatica e disagio da sopportare. CI INTERROGHIAMO PRIMA SINGOLARMENTE E POI A COPPIE • Quali sono le diversità dell’altro che più mi danno fastidio, mi mettono a disagio, che faccio fatica ad accettare? • Quali sono le diversità che più mi aiutano a crescere? • Quali sono gli aspetti del partner che credi di conoscere? Quali quelli che vorresti conoscere meglio? • Quando scopro che l’altro è “altro”, diverso da me, quali sono i primi e più spontanei sentimenti che provo? • In cosa vorremo cambiare per testimoniare all’altro il nostro amore e quali difficoltà incontriamo in noi stessi per realizzare questo cambiamento? • Preferisco condividere ogni istante della mia vita con l’altro o preferisco avere e lasciare lo spazio per gli interessi e le passioni personali? IN GRUPPO (tale confronto è particolarmente indicato per gruppi di persone che siano già affiatati, in quanto il confronto può risultare difficile; agli animatori, comunque, valutare la fattibilità di questa discussione) Proviamo a comunicarci le riflessioni che abbiamo fatto in coppia. Ad ogni coppia, poi, le altre provano a comunicare la diversità che colgono in loro due. Non è un gioco al bersaglio ma solo un modo per capire, con un punto di vista esterno, ciò che ci differenzia… non solo motivo di difficoltà, ma anche di armonia. ACCETTARE LE DIVERSITA ’… PER CRESCERE LIBERI INSIEME E’ possibile superare queste difficoltà per giungere a capire le ragioni dell’altro con un amore vero, sincero, disilluso e coraggioso, teso a costruire e a non abbattersi, che non immobilizza l’altro in un’immagine fissa che non permette di conoscere la persona, ma solo l’idea della persona. Accettare le ragioni dell’altro significa spesso rinunciare al nostro modo di pensare e di agire. Significa rinunciare alle nostre abitudini, tradizioni, alla nostra sensibilità per entrare nella vita dell’altro. Il nostro egoismo può essere il grande ostacolo per accettare un modo diverso di pensare, di vedere e di agire. Significa lasciar spazio all’altro, rinunciando a far prevalere la nostra vita su quella sua. San Paolo nell’inno alla carità dice che la carità non si gonfia. Gonfiarsi significa estendere la propria vita e dilatarla al punto di sottrarre spazio all’altro. Non si tratta di rinunciare a se stessi, ma di trovare sé nell’altro. L’alterità è una grande ricchezza, che ci scomoda e ci disorienta annullando le nostre certezze, ma che ci chiama anche fuori dalla nostra terra, da noi stessi. L’altro diventa il mezzo ed il fine per cambiare e crescere. Non vogliamo più cambiare l’altro, ma essere cambiati dall’altro e non solo si lascia spazio alla sua vita, ma si giunge a coglierla e a condividerla. Il cammino per capire le ragioni dell’altro è lungo e faticoso. Suppone un allenamento della persona alle virtù della relazione, un superamento delle proprie limitatezze e soprattutto un grande amore. E’ un cammino simile a quello di Abramo, al quale Dio chiede di uscire dalla sua terra e lasciarsi guidare dalla Sua Parola. Solo l’amore può operare questo miracolo, perché quando si ama, si giunge ad affidare la propria persona alla persona di cui ci si fida. 29 AMORIINCORSO_NERO.indd 29 17/01/2006 21.44.26 UN PRIMO FONDAMENTALE SI ALL’ALTRO “Nell’esperienza di attrazione che l’io prova per l’altro/a ci si trova di fronte a qualcosa di irriducibile, la differenza sessuale. L’essere maschio è attratto dall’altro modo di essere umano che è l’essere femmina e l’essere femmina è attratta dall’altro modo di essere umano che è l’essere maschio. Ciò ha qualcosa di originario. Da sempre questo altro genera in noi curiosità, stupore, voglia di sapere, ammirazione. Ma l’io che matura fa esperienza che non esiste la “categoria” maschio o femmina, ma sempre quell’uomo/quella donna lì con la sua unicità. Nessuno dice: “se tu non fossi una donna (o un uomo) io non mi sarei innamorato di te”; ma ciascuno dice: “se tu non fossi quel particolarissimo modo di essere uomo/donna, io non mi sarei sentito attratto/a da te”. E così il ragazzo/a dice il primo sì a favore di lei/lui: sì è bene che tu sia la donna/ uomo che sei emersa/o dalla tua storia con tutti i limiti e i difetti, ma anche con la tua “invenzione” specialissima; tu ha inaugurato un tuo modo di essere donna/uomo che mi affascina, mi attrae, mi riempie di gioia. Si, è bene che tu sia la donna/uomo che sei.” (Bonetti - Scalabrini – Zattoni - Gillini Innamorati e fidanzati pag. 33) • • • Quali sono le caratteristiche del tuo ragazza/o da cui ti sei sentito particolarmente attratto/a? Quali sono le caratteristiche che non sei ancora riuscito ad accettare? Cosa ti fa pensare a lui/lei come ad “un’invenzione specialissima”? 30 AMORIINCORSO_NERO.indd 30 17/01/2006 21.44.26 GIOCHI – TEST Test lui/lei CONOSCENZA DI SÉ E DELL’ALTRO 1 - MOMENTO PERSONALE Questionario: “La conoscenza di sé e dell’altro” Sono elencate una serie di parole-aggettivi che esprimono alcuni aspetti della nostra personalità. Ti chiediamo di segnare con una crocetta nella prima colonna quali di questi aspetti ritrovi in te mentre nella seconda colonna quelli che ritrovi nel/nella tuo/a partner. Io Tu □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ Forte Spirituale Rigido/a Ambizioso/a Protettivo/a Di larghe vedute Insensibile Sensibile Estroverso/a Leale Calmo/a Criticone/a Gentile Realista Vendicativo/a Procrastinatore/trice Generoso/a Remissivo/a Intraprendente Irresponsabile Timido/a Io Tu □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ Fiducioso/a Sportivo/a Autonomo/a Emotivo/a Fedele Taccagno/a Insicuro/a Egoista Dipendente Affettuoso/a Allegro/a Pigro/a Non aggressivo/a Tenero/a Logico/a Romanico/a Loquace Irragionevole Fermo/a Manipolatore/trice Lavoratore/trice Io □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ Tu □ Concreto/a □ Serio/a □ Superficiale □ Idealista □ Ansioso/a □ Paterno □ Prepotente □ Tollerante □ Materna □ Sospettoso/a □ Socievole □ Intuitivo/a □ Riservato/a □ Aggressivo/a □ Risoluto/a □ Spendaccione/a □ Testardo/a □ Parsimonioso/a □ Comprensivo/a □ Leggero/a 2 - MOMENTO DI COPPIA a) CONFRONTO DI COPPIA: Dopo aver, ciascuno per conto proprio, lavorato, confrontate i due questionari e comunicate le vostre scoperte e come vi sentite. Vi suggeriamo di non scusarvi, come pure di non accusarvi, ma di ascoltarvi con il cuore, aiutandovi l’un l’altro a trovare le radici di ciò che avete segnato per voi e per il vostro moroso/a in fatti e situazioni concrete. b) AL TERMINE DEL CONFRONTO DI COPPIA: Quali aspetti di diversità scoperti, oggi, riteniamo possano essere elementi di ricchezza per la nostra unione? 31 AMORIINCORSO_NERO.indd 31 17/01/2006 21.44.26 Il gioco Parlare di sè e individuare le differenze tra “noi due” può essere più difficile di quanto sembri, per questo vi suggeriamo un piccolo gioco che la coppia, da sola, può fare per provare a “rompere il ghiaccio”. “Sovrapponiamo le nostre mani?!?” Supponiamo di attribuire alle dita della nostra mano destra i seguenti significati: • pollice = fisicità • indice = sentimento • medio = valori • anulare = spiritualità • mignolo = complicità A questo punto si consegnano ad ogni ragazzo e ad ogni ragazza una foglio bianco e un pennarello (di colore diverso l’uno dall’altro) e li si invita a: • tracciare sul proprio foglio la sagoma della propria mano destra (da fare ognuno per conto proprio) • scambiarsi i fogli con le sagome disegnate sopra (lui da a lei il foglio con la propria sagoma e viceversa) • disegnare una nuova sagoma (sempre ognuno per conto proprio) su quella dell’altro/a cercando di sovrapporre maggiormente le dita che corrispondono ai quegli argomenti che sembrano essere maggiormente condivisi confrontarsi in coppia, usando i due disegni come base di partenza, sui vari argomenti rappresentati dalle dita cercando di approfondire le diverse scelte fatte nel sovrapporre le due sagome. FILMS L’UOMO PERFETTO Soggetto: Lucia, giovane pubblicitaria in un’agenzia di Milano, è innamorata di Paolo fin dall’infanzia e non riesce ad accettare che Maria, la sua migliore amica, stia per sposarlo. Dopo una festa, rimasta sola con Paolo, Lucia passa la notte con lui e lo esorta a lasciare Maria, ma non riesce a convincerlo. Allora contatta un attore ancora sconosciuto ma di bella presenza, Antonio, con il compito di sedurre l’amica e quindi di indurla a lasciare libero Paolo. Lucia addestra Antonio a diventare l’uomo perfetto, insegnandogli tutti i gusti e le preferenze di Maria. Il piano sembra funzionare: Maria è affascinata da Antonio, mentre Paolo continua a pensare a quella notte con Lucia. La relazione fra Paolo e Maria comincia a incrinarsi, e alla stesso tempo nasce una simpatia crescente tra Lucia e Antonio. Tra equivoci e malintesi Antonio scopre, indignato, i piani di Lucia. Lei, pentita, convince Paolo a tornare da Maria, che ben volentieri accetta di andare verso il matrimonio e, per di più, organizza un incontro a sorpresa all’aeroporto tra Antonio e Lucia. I due possono così abbracciarsi e dichiararsi amore reciproco. Valutazione Pastorale: Dice Luca Lucini, già regista di “Tre metri sopra il cielo”: “E’ una commedia brillante che si sviluppa attorno ad un divertente intreccio d’amore, non privo di equivoci. Il mio film è tecnicamente il remake di un film spagnolo fortemente 32 AMORIINCORSO_NERO.indd 32 17/01/2006 21.44.26 personalizzato e ri-ambientato a Milano in fase di sceneggiatura...Una volta la motrice del sentimento era la passione, adesso è qualcosa di più razionale che probabilmente lascia insoddisfatti...”. Le dichiarazioni sono giuste, il risultato è un prodotto azzeccato, qua e là esile ma anche misurato, spigliato e coinvolgente. Il punto centrale è rappresentato dal contrasto tra passione e razionalità. Lucia mette in atto un gioco razionale, ossia studiato a tavolino, ma poi lei e il suo complice restano vittime della loro stessa rete, e non possono nè vogliono opporvisi. Insomma la ricerca del vero amore sembra sopraffatta dalla indecisione affettiva oggi dominante, ma quando uno meno se lo spetta scocca la scintilla, alla quale bisogna lasciarsi andare. Tutto è detto nel tono scherzoso della commedia degli equivoci, con dialoghi vivaci e attori molto ben disposti sullo sfondo di una Milano, città più europea che italiana. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile e nell’insieme brillante. SCHEDA BIBLICA Da dove vengono l’essere maschio e l’essere femmina che ho incontrato nella mia esperienza di te e di me? Un papà, sollevando in alto la sua piccola di tre anni, estasiato dai suoi modi cosi femminili scoppia a dire: “Ma da dove viene fuori questa bimba!”. E la piccola tutta seria gli risponde: “Ma dalla pancia della mamma, papà!”. Già, è la domanda che viene dalla meraviglia: ma da dove viene l’essere maschio/femmina originariamente? Non viene forse dalla “pancia di Dio?” Ascoltiamo: Genesi 2,18-25 18 Poi il Signore Dio disse: “Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile”. 19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 20 Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l’uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. 23 Allora l’uomo disse: “Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta”. 24 Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 25 Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna. Il racconto della creazione della donna (Gn 2,18 ss.) ben descrive la percezione di tale irriducibile differenza da parte dell’uomo maschio, pur nella sua essenziale identità con la donna («Questa volta essa è carne della mia carne ed osso delle 33 AMORIINCORSO_NERO.indd 33 17/01/2006 21.44.26 mie ossa», Gn 2,23). Eva è cavata da Adamo per essere differente, anche se ha in comune con lui l’essenza personale. Dio la plasma con la costola di Adamo e gliela pone di fronte, come un interlocutore che egli non si può dare, né può, tantomeno, dominare come può fare con tutti gli altri esseri viventi (imporre il nome, nel linguaggio biblico, significa stabilire la propria signoria). Proviamo a raffigurarci - molti artisti lo hanno fatto - lo sguardo di Adamo che vede per la prima volta Eva vicino a sé... Fin dal principio la donna è posta davanti all’uomo (e viceversa) come un dono. Una presenza inimmaginabile, del tutto irriproducibile, eppure profondamente corrispondente a sé. L’uomo e la donna sono identicamente persone, ma sessualmente differenti Tale differenza pervade tutto l’essere umano, fin nell’ultima sua particella: il corpo dell’uomo, infatti, è in ogni sua cellula maschile, come quello della donna è femminile. La differenza sessuale si presenta così, ad un tempo, come interna ed esterna all’io. Infatti se, da una parte, essa porta l’alterità all’interno della persona stessa, dall’altra ne segna la strutturale insufficienza, aprendolo al fuori di sé. «E Dio disse: “Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile”» (Gn 2,18). L’altro è per me tanto inaccessibile quanto necessario. La natura sessuata rappresenta uno dei luoghi originari in cui l’uomo fa l’esperienza della propria contingenza creaturale. O - più precisamente anche se in termini un po’ più tecnici - della propria ontologica dipendenza e della conseguente capacità di relazione. Il disegno originario di Dio nel farci maschi o femmine ha a che fare con l’educarci a capire il peso dell’io e il peso dell’altro. La differenza sessuale si rivela così come «scuola elementare» per l’uomo. Si tratta di imparare 1’io attraverso l’altro e l’altro attraverso 1’io. Il bisogno/desiderio dell’altro che, come uomo e come donna, io sperimento non è pertanto il marchio di un handicap, di una deficienza, ma piuttosto l’eco di quella grande avventura di pienezza che vive nell’Unitrinità di Dio, perché siamo stati creati a Sua immagine. «A immagine di Dio lo creò. Maschio e femmina li creò» (Gn 1,27). Il gioco dell’alterità, infatti, è in Dio stesso. Dalla nostra fede abbiamo conoscenza del fatto, straordinario e misterioso, di un io che è all’origine di tutto, il Padre. Egli dona il proprio essere ad un altro il quale, accogliendo totalmente tale dono e restituendolo, è generato, il Figlio. E la reciprocità tra i due è così perfetta che il frutto di questa relazione è Dio stesso, nella persona dello Spirito Santo. Nel mistero della Trinità è presente la più radicale differenza che si possa sperimentare o anche semplicemente intuire. La massima differenza all’interno della più assoluta identità’. (A. Scola, Uomo-donna, il caso serio dell’amore, Marietti, GenovaMilano,2002, pp. 16-18) Scheda: 1. Qual è il senso che la creazione dell’uomo come maschio e come femmina può dare alla nostra vita? 2. Alla fine del secondo brano, l’autore scrive: ”Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna”. Cosa significa? 3. La creazione dell’uomo riguarda sia la dimensione fisica sia la dimensione spirituale che sono per l’autore inscindibili. Nella vita quotidiana come viviamo le relazioni con gli altri e con il nostro partner: con tutto noi stessi o con solo una parte 34 AMORIINCORSO_NERO.indd 34 17/01/2006 21.44.26 35 AMORIINCORSO_NERO.indd 35 17/01/2006 21.44.26 CONOSCERSI 3 - C’E’ TUTTO UN MONDO INTORNO Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. (Qo 3,1) All’infuori della coppia ruota tutto un mondo di relazioni, di conoscenze, di relazioni che interagiscono con la coppia stessa in modo più o meno intenso, più o meno condizionante. Oltre alla conoscenza reciproca, alla coppia è necessario anche l’equilibrio con il quale gestire tutte queste relazioni: famiglie, amici, compagni di studi, colleghi di lavoro….. Dio. Un grave errore che la coppia potrebbe fare è quello di diventare esclusiva ed escludente: crede di bastare a sé stessa e si chiude alle altre relazioni. Un errore diametralmente opposto è quello che porta una coppia a non gestire in modo equilibrato le relazioni con gli altri al punto tale da non trovare tempo per sé stessa. Non può permettersi di isolarsi dal mondo che la circonda, ma non deve nemmeno rimanerne soffocata. Per ogni cosa deve essere trovato il momento adatto: c’è il tempo per stare con gli amici, c’è il tempo in cui è opportuno stare da soli, c’è il tempo per ascoltare i propri familiari, c’è il tempo in cui cercare di far valere la propria indipendenza. OBIETTIVO: aiutare la coppia a riflettere sui rischi legati all’isolamento; aiutarla a comprendersi dentro uno sguardo più grande, come un tassello importante dentro la vita delle persone che stanno accanto; far intuire ai giovani innamorati che hanno un posto anche all’interno della comunità. PREGHIERE Il dono dell’incontro (Margherita) O Padre, fa che non smettiamo mai di meravigliarci dinanzi alla ricchezza nascosta di ogni persona. Ti ringrazio per il dono dell’incontro Che permette la comunione Dell’Amore E la nascita di un nuovo cuore. Aiutaci ad accogliere sempre Il mistero dell’altro E non permettere che dimentichiamo Che ogni uomo sulla Terra Anche il più misero Ha qualcosa da insegnarci E da dare. 36 AMORIINCORSO_NERO.indd 36 17/01/2006 21.44.27 LA VITA IN DUE Grazie, Signore, perché ci hai dato l’amore capace di cambiare la sostanza delle cose. Quando un uomo e una donna diventano uno nel matrimonio non appaiono più come creature terrestri ma sono l’immagine stessa di Dio. Così uniti non hanno paura di niente. Con la concordia, l’amore e la pace l’uomo e la donna sono padroni di tutte le bellezze del mondo. Possono vivere tranquilli, protetti dal bene che si vogliono secondo quanto Dio ha stabilito. Grazie, Signore, per l’amore che ci hai regalato. Giovanni Crisostomo CANZONI Noi Due Noi due abbiamo vissuto solo per noi due la nostra casa la nostra vita il nostro amore. Noi due ci siamo isolati pazzi di felicità noi due ci siamo negati sempre ogni libertà. Credimi ci siamo creati una prigione di malinconia dove ci siamo ubriacati di piacere e di monotonia. Noi due, noi due, noi due che pazzi siamo stati. Noi due, noi due, noi due ci siamo consumati 37 AMORIINCORSO_NERO.indd 37 17/01/2006 21.44.27 ci siamo bruciati col fuoco acceso da noi ora è spento è inutile soffiarci su è inutile. Si la passione muore e per la tenerezza è tardi ormai e poi dopo un grande amore con la tenerezza che ci fai. Credimi quando cade il vento è il momento di fuggire via forse siamo ancora in tempo per salvare almeno un pò di nostalgia. Noi due, noi due, noi due che pazzi siamo stati. Noi due, noi due, noi due ci siamo consumati stiamo vivendo soltanto in memoria di noi e l’orgoglio non accetta la realtà, a la vanità non basterà per vivere TESTI “Nessuna coppia è un’isola!” Una volta era di moda l’adagio ‘nessun uomo è un’isola’. Ma lo slogan è estensibile. ‘Nessuna coppia è un’isola’. Vien da sorridere quando l’innamorato proclama: ‘Tu sola mi basti!’. Una volta si metteva in bocca agli asceti e ai santi (quante cose si fanno dire ai santi!) la frase: ‘Dio solo mi basta!’. E ci si dimentica che Dio stesso non si basta: infatti è tre persone e, per aggiunta, crea il mondo e si fa uomo per frequentare gli uomini. Essere coppia è un evento sociale. Evento sociale naturalmente e ovviamente. Non si è costretti a fabbricare ex nuovo la dimensione sociale di una coppia. Uomo e donna si uniscono e, pur senza avvedersene, creano un nuovo fatto che riguarda tutti: il mobiliere e l’agente delle tasse, il pizzicagnolo e il prete, il medico e l’ufficio anagrafe. Anche le coppie clandestine sono un evento sociale. Almeno per il fatto che quell’uomo e quella donna si sottraggono dall’essere disponibili ad altri uomini e ad altre donne. Pur essendo un evento sociale, non tutte le coppie hanno coscienza di essere inserite nell’intelaiatura di tutta la società. Fanno parte di un ampio disegno, ma non vi collaborano attivamente, perché non lo conoscono. Semplicemente sono trascinate dentro la società, che le ingorga e le conduce dove vuole. Si ode parlare di ‘coppia aperta’. Ciascuno a questa frase, ambigua e polivalente, attribuisce il significato che più gli comoda. Negli anni ‘68, ormai passati all’archeologia, il 38 AMORIINCORSO_NERO.indd 38 17/01/2006 21.44.27 significato più corrente - e corrivo - era la noncuranza dell’obbligo della fedeltà: ciascun membro della coppia si prendeva la licenza di accoppiarsi ad altri. Non si trattava di coppia aperta, ma coppia sciolta, almeno provvisoriamente. Infatti, non era la coppia, che in quanto tale, aderiva a un’altra coppia, bensì un membro che da solo si recava altrove. La ‘coppia aperta’ è la coppia che nel suo insieme si apre. Si apre perché prende consapevolezza di non essere un assoluto, una parentesi monodica, chiusa in uno scafandro. I due assieme si accorgono di essere parte del mondo. Si apre quando, guardandosi attorno, individua ciò che altri si attendono da essa e che cosa essa si attende dagli altri, per specificare i punti di contatto e le forme di comunicazione. Si apre quando comincia a vedere che il mondo abbisogna di essa coppia, per camminare più sereno e più spedito. Si apre quando aumenta nei figli. Aprendosi si arricchisce. I piccoli e ristretti stimoli che una persona singola riesce a inviare a un’ altra, i doni personali reciproci, spesso non si attivano, perché la coppia nemmeno dubita di esserne dotata. Nei raduni tra coppie di sposi, spesso la coppia, mentre ascolta le esperienze di un’altra coppia, esce con l’esclamazione: ‘Anche noi possiamo fare altrettanto!’. Ma esiste una diversa apertura, larga all’infinito: la coppia scopre di far parte del progetto di Dio. Infatti, la coppia non è solamente un fatto personale o un affare tra due, e neppure una mera funzione sociale, è anche e soprattutto un alleato di Dio nell’attuazione del suo stesso amore infinito su questa terra. Come Gesù, nella sua missione, è la manifestazione e la presenza del Padre nel mondo, altrettanto, nella sua funzione specifica, la coppia è manifestazione e presenza della Trinità tra noi. Due che si uniscono e si amano non sono indifferenti a Dio, che è amore. La coppia che si unisce suscita la tenerezza di Dio. Oltre la tenerezza, il Padre cede alla coppia parte del suo stesso compito: amare, creare, educare. La coppia non è frutto spontaneo e casuale, emergente da incontri fortuiti. Addirittura la coppia non ha la giustificazione di esserci in se stessa. Dio giustifica la nostra esistenza, e Dio giustifica l’esistenza della coppia. Lui la progetta, perché sia luogo della sua compiacenza, fucina del suo beneficare. http://www.messaggerosantantonio.it/messaggero/pagina_articolo. asp?IDX=520IDRX=43) GIOCHI – TEST LAVORO DI GRUPPO Per il lavoro di gruppo sarebbe opportuno dapprima lavorare come singola coppia e successivamente formare piccoli gruppi di coppie (max 3-4). Nel caso si opti per la variabile dell’incontro aperto ad amici i gruppetti dovrebbero essere formati da due-tre coppie e dai rispettivi amici . 39 AMORIINCORSO_NERO.indd 39 17/01/2006 21.44.27 1 - MOMENTO DI COPPIA Il lavoro viene svolto divisi in coppia in un luogo che permetta alla stessa di poter parlare sulle decisioni da prendere. Ogni coppia segna sul foglio di carta che è stato distribuito: 1. quali sono le persone che sentono più vicine al loro stato di coppia utilizzando il simbolo del triangolo se si tratta di un maschio e quello di un cerchio se si tratta di una femmina. Ritraete voi stessi al centro del foglio con triangolo e un cerchio perché vi presentate come coppia e disponete i vostri amici, familiari, persone che ritenete importanti da segnare sempre sul foglio che avete davanti, intorno a voi alla distanza che ritenete più giusta. Quanto più qualcuno è vicino, tanto più avvicinerete a voi il suo simbolo. Scrivete i nomi delle persone nei simboli corrispondenti. Variando la grandezza dei simboli, potrete esprimere l’importanza che ha per voi ciascuno dei vostri amici. 2. ora osservate il vostro disegno e scrivete, accanto a ogni simbolo, che cosa ritenete importante di quella persona. 3. successivamente pensate, per ciascuna persona, all’ostacolo più grande che si frappone tra voi impedendovi di avere un rapporto più vicino. Indicate l’ostacolo con una parola e con un simbolo adatto. 2 - MOMENTO IN PICCOLI GRUPPI Dividetevi in piccoli gruppi di 3 al massimo 4 coppie ciascuno…parlate di come vi siete sentiti e avete affrontato la ricostruzione della vostra vita di coppia nella gruppo di persone che vi ruotano attorno. Come vi siete sentiti? Che cosa avete provato? Solitudine o senso di appartenenza? Avete a sufficienza veri amici? Qual è l’ostacolo più grande? Di cosa siete più soddisfatti? 3 - MOMENTO IN GRANDE GRUPPO Una volta ritornati con il grande gruppo si riforma un cerchio unico in modo da poter valutare l’esperienza tutti insieme. Quali sono state le impressioni su questo gioco da parte dei partecipanti? Lo hanno trovato utile? Che cosa ha fatto capire? Che cosa ci si porta a casa VARIABILE: INCONTRO APERTO AD AMICI Lo schema dell’incontro in questo caso dovrebbe lasciare molto spazio alla discussione ed al confronto tra le coppie ed i loro amici. Ovviamente è opportuno dapprima che il confronto avvenga in piccoli gruppi (max 3-4 coppie e rispettivi amici) nei quali si cerchi di capire come la coppia viene vista dagli altri e come la coppia crede di comportarsi verso gli altri, esponendo e facendo emergere con grande serenità e franchezza (altrimenti la discussione sarebbe sterile e vana), quelle che sono le difficoltà nel vivere con equilibrio il rapporto con gli altri ma anche le eventuali ricchezze. Anche in questo caso al lavoro di circa un’ora tra piccoli gruppi dovrebbe fare seguito una risonanza generale dove un rappresentante per gruppo dovrebbe esporre la sintesi della discussione e l’animatore dovrebbe avere il compito di fare sintesi di quanto emerso. 40 AMORIINCORSO_NERO.indd 40 17/01/2006 21.44.27 FILMS “ COME TE NESSUNO MAI” (1999) . Il film presenta i problemi veri o presunti tali di giovani alle prese con i primi approcci sentimentali. Si intrecciano perciò i rapporti con l’altro sesso, con gli amici e compagni di scuola, con i genitori. Ovviamente il film presenta aspetti che meritano una discussione approfondita (la ricerca immediata del soddisfacimento del piacere fisico), ma anche indica alcuni atteggiamenti nel rapporto con gli altri che la coppia dovrebbe discutere: ad esempio il rispetto reciproco e della propria intimità verso gli altri: è giusto andare a raccontare agli amici anche aspetti profondamente intimi della coppia? E’ giusto lasciarsi condizionare dal giudizio degli amici ? Soggetto: Primo giorno: Silvio e Ponzi, amici e compagni di classe in un liceo di Roma, accettano di partecipare all’occupazione della scuola solo con l’obiettivo di fare colpo sulle ragazze. Ne parlano la sera con gli altri ragazzi, tra cui Martino, molto invidiato perché ha già una relazione con Valentina. Secondo giorno: viene decisa l’occupazione. Gli studenti sfondano le barricate ordinate dal preside e si dividono nelle varie aule. Silvio si trova accanto a Valentina, entrano nella stanza buia dell’archivio e qui si baciano. Questo fatto, che doveva restare segreto, dopo qualche ora é sulla bocca di tutti. Lo sa anche Martino che, infuriato, decide di vendicarsi. Lo apprende poi anche Claudia, amica di Valentina e segretamente innamorata di Silvio. I genitori di Silvio, ex sessantottini, minacciano di cambiarlo di scuola e gli impediscono di dormire nell’edificio insieme agli occupanti. Terzo giorno: la polizia entra a scuola. Gli studenti scappano. Silvio e Claudia si trovano a fuggire insieme sul motorino. A casa, Silvio parla di Claudia col fratello maggiore che alla fine lo esorta ad andarla a cercare. Silvio e Claudia si rivedono e il nuovo incontro scioglie ogni dubbio. Silvio ora ha le idee chiare: l’amore conta più di tutto. Valutazione Pastorale: Gabriele Muccino, il regista, é nato a Roma nel 1967; nel ruolo di Silvio, il protagonista, c’é suo fratello Silvio, nato nel 1982. Quest’ultimo ha collaborato alla stesura dei dialoghi, portando diretta testimonianza del modo di parlare in uso negli istituti scolastici italiani contemporanei. “Il film - dice Gabrielenasce dall’idea di raccontare una generazione, quella dei sedicenni, che da un po’ di tempo il nostro cinema stava trascurando. Non sono rappresentati tutti i ragazzi di quest’età ma alcuni di essi con le loro storie, simili, ne sono convinto, a decine di altre”. Tenendo presente questo punto di partenza, c’è da osservare che il film offre un quadro nell’insieme realistico, composto da tutte quelle situazioni di crisi e di disagio che caratterizzano questi difficili anni di transizione della nostra società: la caduta dei valori, la perdita di senso, la mancanza di punti di riferimento, la confusione nella progettualità. Una situazione ampiamente (forse troppo) discussa, che il film fotografa con aderenza, con stile narrativo fluido, scorrevole, partecipato. E’ anche vero, d’altra parte, che, andando avanti, il racconto non riesce ad evitare compiacimenti e opportunismi. Nè il disinibito modo di esprimersi, né l’insistito cicaleccio sulle esperienze sessuali, né gli snobistici atteggiamenti da figli di borghesi sono oggetto di qualche autocritica, soprattutto in relazione alla pesante eredità negativa lasciata ai ragazzi di oggi dal ‘68 e dintorni. La mancanza di remore e l’ottica del soddisfacimento immediato dei bisogni caratterizzano questi sedicenni, sollevando molti 41 AMORIINCORSO_NERO.indd 41 17/01/2006 21.44.27 punti interrogativi. Dal punto di vista pastorale, questo affresco dai toni antropologici va visto con attenzione e cautela, per le molte contraddizioni che lo punteggiano: discutibile quindi,e segnato da ambiguità che il dibattito può aiutare a chiarire. Altra segnalazione è per il più recente “CHE NE SARA’ DI NOI” (2004) di Giovanni Veronesi. Matteo (Silvio Muccino), Manuel (Elio Germano / Respiro) e Paolo (Giuseppe Sanfelice / La stanza del figlio) sono tre amici che dopo l’esame di maturità decidono di festeggiare partendo per un viaggio insieme. Quale? Il sogno di varie generazioni: fare l’interail e spostarsi in Europa. Matteo però ha una storia con Carmen (Violante Placido / L’anima gemella), una ragazza più grande di lui, che ha deciso di partire per la Grecia ignorandolo. Disperato Matteo convince, con l’inganno, i suoi amici a partire alla volta di Santorini con la convinzione di potersi riunire a Carmen. L’esperienza sarà una sorta di viaggio iniziatico per i tre che prenderanno coscienza, o tenteranno, di alcune fondamentali regole di vita e ne usciranno profondamente cambiati. Al termine della proiezione l’animatore propone alle coppie di esprimere le proprie impressioni in relazione allo specifico argomento del rapporto tra la coppia e gli altri, cercando di far evidenziare alla coppia eventuali analogie tra la propria storia e gli episodi o situazioni rappresentati dal film. SCHEDA BIBLICA Prima lettera ai Corinzi di san Paolo, capitolo 12 S. Paolo rivolge la sua parola scritta alla comunità di Corinto, una comunità molto divisa al suo interno a motivo delle grandi differenze di doni, di capacità, di compiti. Lo Spirito santo ha rivestito abbondantemente di ogni dono spirituale i cristiani di Corinto, che però rischiano di travisare tutto mettendosi in competizione. Soprattutto chi ha ricevuto dallo Spirito doni molto particolari, come il “parlare in lingue” e il fare guarigioni, si ritiene più importante all’interno della comunità, quasi con il diritto di supremazia sugli altri fratelli. Paolo richiama l’immagine del corpo, dove la diversità e l’interdipendenza delle parti sono il motivo della funzionalità: Non siamo tutti uguali, abbiamo ricevuto dal Signore doni diversi, tutti importanti, ma non qualcuno più importante di altri. E se anche ci fosse chi ha ricevuto doni più importanti di altri, una funzione è comunque preziosa solo in relazione al corpo cui appiartiene, perché nessun membro del corpo ha senso se staccato da esso. Anche la coppia più bella…, se vive isolata in se stessa, perde di significato e si impoverisce. 42 AMORIINCORSO_NERO.indd 42 17/01/2006 21.44.27 Prima lettera ai Corinzi di san Paolo, capitolo 12 12]Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. [13]E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. [14]Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. [15]Se il piede dicesse: «Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. [16]E se l’orecchio dicesse: «Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. [17]Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l’udito? Se fosse tutto udito, dove l’odorato? [18]Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. [19]Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? [20]Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. [21]Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». [22]Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; [23]e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza, [24]mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, [25]perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. [26]Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. [27]Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. Commento: provate a leggere questo commento come indirizzato a voi coppia Io credo che sia un brano eccezionale da meditare e da amare. Incomincia con quell’affermazione di equilibrio. «Il corpo è uno solo ma le membra sono molte». Non esiste un corpo con un membro solo e non esiste un corpo con delle membra separate. Le membra debbono essere molte perché ci sia un corpo, però debbono essere unite a fare un corpo solo. Quindi: unità nella ricchezza. E la varietà delle membra non diminuisce l’unità del corpo al contrario. Che la mano sia diversa dall’occhio, non toglie l’unità del corpo; anzi e proprio quello che forma il corpo, perché se fosse tutto occhio, dice S. Paolo, non ci sarebbe l’odorato o l’udito o queste cose qui. Ora cosa vuol dire questo? Vuol dire che ci sono due principi fondamentali da capire e da interiorizzare: Il primo è il senso della nostra responsabilità. Tu non puoi dire: io non appartengo al corpo, io non ho una responsabilità nel corpo. Tu non puoi dire: siccome io sono laico non appartengo al corpo; oppure, siccome io non ho cultura, io non appartengo al corpo, oppure, siccome io sono peccatore, non appartengo al corpo; siccome ho dei limiti, non appartengo al corpo. Nessuno può dire: Non c’è bisogno di me. Questo non ha senso nella Chiesa. Nessuno può dire: Non c’è bisogno di me. Siccome Gesù Cristo vuole raggiungere il mondo intero, e siccome tu sei un pezzo di questo mondo, fino a che tu sei un pezzo di questo mondo, la tua presenza è indispensabile, perché su quel pezzo di mondo che è la tua vita, hai potere tu e nessuno può sostituirti lì dentro. Nessuno può entrare dentro al tuo cuore e fare le scelte al tuo posto e nessuno può vivere nella tua famiglia al tuo posto, e nessuno può trasformare in Cristo il mondo che hai tu in mano senza la tua responsabilità, senza il tuo impegno. Tu sei un pezzo di mondo su cui hai responsabilità, hai potere, e siccome questo pezzo di mondo lo devi trasformare in Gesù Cristo, bene! Di te c’è bisogno nella Chiesa. E nessuno si può tirare indietro. Quindi nessuno può dire: Siccome io non sono così, così 43 AMORIINCORSO_NERO.indd 43 17/01/2006 21.44.27 e così io non appartengo al corpo di Cristo. Non c’è bisogno di me. Nessuno può dire questo. Il secondo: ci vuole anche il senso complementare della propria indigenza. Nessuno può dire: lo faccio da solo. Nessuno può dire: siccome io sono prete, non ho bisogno degli altri, o siccome io sono intelligente, non ho bisogno degli altri, o siccome io sono santo, non ho bisogno degli altri, perché io non sono il corpo di Cristo. Io sono il corpo di Cristo insieme con gli altri, ma solo insieme con gli altri, solo nella unità che ci lega, non da solo. Anzi, l’immagine del corpo dice anche qualche cosa di più che abbiamo già detto, ma voi portate pazienza. E cioè, che se tu nella tua vita non accogli la ricchezza degli altri, non hai neanche la tua. Vuol dire: se una mano volesse essere staccata dal corpo, non sarebbe più una mano perché, se volete, avrebbe ancora la composizione chimica della mano, ma non avrebbe più la funzione della mano, non sarebbe più capace di indicare o di prendere, di afferrare perché, staccata dal corpo, la mano non ha movimento, non ha funzioni, perde quella ricchezza che è esattamente il fatto che la mano esprime la mia testa, esprime le mie decisioni, esprime il mio affetto verso una persona quando gli faccio “ciao”, e tutte queste cose. Se viene meno al rapporto con il resto del corpo la mano non è più neanche una mano. E questo vale nella Chiesa. Se un prete si stacca dalla Chiesa, può dire messa finché gli pare per conto suo, ma non è mica prete, non compie mica un servizio effettivo, cioè, alla fine, perde la sua ricchezza di segno. E quello che vale per il prete, vale evidentemente anche per i laici, vale per ciascuno di noi. Un membro staccato dal complesso del corpo non è più neanche un membro. Anche se ne ha l’apparenza, anche se le doti gli rimangono, se gli rimane il sacramento dell’Ordine o quello che volete, gli rimane solo la realtà essenziale, ma non la funzione, e quindi non il significato, e quindi non la vita. Allora, senso di responsabilità. Nessuno può dire: non c’è bisogno di me. (da http://www.cistercensi.info/monari/1985/me031185.htm) Quale significato date a questo brano? Che cosa vuole dire alla nostra vita di giovane coppia di innamorati? Come interpretate il vostro rapporto con le persone e le realtà che vi circondano alla luce di questo brano? 44 AMORIINCORSO_NERO.indd 44 17/01/2006 21.44.27 CONOSCERSI 4–COMUNICAZIONE “La comunicazione è bella e profumata come una rosa È burrascosa come il mare in tempesta È delicata e fragile come il vetro È pungente come i rovi dei campi” Il primo assioma della comunicazione afferma che “Non si può non comunicare” in quanto in una qualsiasi situazione di interazione si esprimono comportamenti che hanno un valore comunicativo (Watzlawick, Beavin, Jackson, 1971). Qualsiasi comportamento che noi adottiamo, che sia di attività o inattività, di parola o di silenzio, ha un significato e trasmette un messaggio oltre che su piano fisico, anche su piano intellettuale, morale e spirituale: Comunicare è vivere. Nell’interazione con l’altro si hanno continui scambi comunicativi che all’interno di un rapporto di coppia assumono importanza vitale per la conoscenza reciproca e la crescita della relazione stessa. Le modalità di comunicazione sono tra le più svariate in quanto si utilizzano diversi canali di trasmissione che si dividono in verbali, come una chiacchierata, una litigata o una serenata, e non verbali, come il silenzio, uno sguardo, un sorriso, un profumo particolare, un abbraccio, una stretta di mano oppure un atteggiamento particolare come, ad esempio, il regalo di un fiore. Obiettivo Questo cassetto si propone di aiutare la coppia a comprendere l’importanza della comunicazione come strumento di conoscenza di sé e dell’altro Con la scheda sulla “comunicazione”, allora, si intende presentare le diverse e varie sfaccettature di quale può essere l’espressione di un messaggio che viene ricevuto dell’altro e può creare un rapporto di amore e/o odio, un litigio, una discussione, un’interrogazione, un momento di comprensione, un momento di ascolto, ecc. Abbiamo scelto alcuni degli aspetti che in cui la comunicazione si evidenzia come strumento di dialogo in una coppia. PREGHIERE TACENDO TI AMAI Il nostro amore è nato quando, tacendo, ci siamo accorti di parlare la stessa lingua. Ci siamo guardati l’uno nell’altro, come in uno specchio fedele. E ciascuno ha visto sorgere, nell’altra anima, l’immagine di se stesso. E solo quel giorno in cui tu eri me e io ero te, 45 AMORIINCORSO_NERO.indd 45 17/01/2006 21.44.28 noi due eravamo una cosa sola, fusa nei ricordi del nostro amore. Come la fiamma nata dalla terra, questa cosa nostra, fatta della nostra carne e più ancora del nostro spirito, tendeva verso l’alto. NINO SALVANESCHI Preghiera dei Fidanzati (Giacomo Perico) Signore, ti ringrazio d’averci dato l’amore ci hai pensato “insieme” prima del tempo, e fin d’ora ci hai amati così, uno accanto all’altro. Signore, fa’ che apprendiamo l’arte di conoscerci profondamente; donaci il coraggio di comunicarci le nostre aspirazioni, gli ideali, i limiti stessi del nostro agire. Che le piccole inevitabili asprezze dell’indole, i fugaci malintesi, gli imprevisti e le indisposizioni non compromettano ciò che ci unisce, ma incontrino invece, una cortese e generosa volontà di comprenderci. Dona, Signore, a ciascuno di noi Gioiosa fantasia per creare ogni giorno Nuove espressioni di rispetto e di premurosa tenerezza affinché il nostro amore brilli come una piccola scintilla del Tuo immenso amore. Approfondimento per una riflessione sulla preghiera. La preghiera sopracitata è solitamente indirizzata a un pubblico di persone che prendono un impegno reciproco e lo comunicano alla comunità dichiarandosi “fidanzati”. E’ ricca di spunti e di aspetti che una qualsiasi coppia dovrebbe considerare se decide di intraprendere la vocazione matrimoniale, ossia la scelta di una vita insieme. Alla base di tutto c’è la richiesta di aiuto rivolta al Signore, affinché nella coppia si riesca a comunicare e ad accettare quanto l’altro comunica di sé, mantenendo vivo il rispetto e la tenerezza che fanno brillare l’amore di coppia che il Signore dona a loro. E’ chiaro come in questa preghiera sia viva la consapevolezza che l’amore di una coppia non dipenda dalla coppia stessa, ma dal Signore che la alimenta di amore. Data la tipologia di coppie “morosi” con cui ci si trova a lavorare diversa dalla tipologia coppie “fidanzati”, si propone una sorta di provocazione nella lettura meditata di questa preghiera, che parla di comunicazione e di una richiesta di aiuto a Dio nel poter comunicare in maniera adeguata all’altro. 1. C’è qualcosa che mi colpisce in questa preghiera? Se sì, in quale sua parte? Se no, riesco a spiegare il perché? 46 AMORIINCORSO_NERO.indd 46 17/01/2006 21.44.28 2. Sono d’accordo con l’affermazione ci hai pensato “insieme” prima del tempo? 3. Ci sentiamo sicuri di conoscere il nostro partner? conosciamo i suoi limiti e i suoi pregi? Le sue aspirazione e ideali? E lui che cosa conosce di me? Che cosa voglio raccontare di me? 4. Anche nella nostra coppia si vivono malintesi, indisposizioni, asprezze? Se sì, come ci comportiamo? Come comunichiamo? Che cosa vorremmo e potremmo fare per comunicare meglio? 5. Come ci comunica l’altro i suoi stati d’animo? Come io faccio altrettanto? Mi sento capito e ascoltato dall’altro? Che cosa vorrei e potrei fare per migliorare la nostra comunicazione di coppia? 6. Questa preghiera è una continua richiesta di aiuto al Signore per poter comunicare con il mio partner, mi trovo anch’io a chiedere aiuto al Signore per poter comunicare con il mio partner? 7. L’ultima parte della preghiera chiede al Signore un dono: Gioiosa fantasia per creare ogni giorno nuove espressioni di rispetto e di premurosa tenerezza . Come ti comporti quando senti che l’abitudine dello stato di coppia diventa pensante? 8. Ti ricordo inoltre che la preghiera non finisce qui, ma prosegue con affinché il nostro amore brilli come una piccola scintilla del Tuo immenso amore. Questa parte è la più importante perché sta ad indicare come l’amore di coppia non può fermarsi al solo aspetto umano ma necessita dell’aiuto e dell’Amore di Dio per poter essere alimentato. Hai mai pensato a questo? Cosa significa per te il fatto che è il Signore che alimenta l’amore per il tuo partner? Cosa c’è di vero in tutto questo? 47 AMORIINCORSO_NERO.indd 47 17/01/2006 21.44.28 CANZONI SORPRENDIMI (Stadio) Sorprendimi con baci che non conosco ogni notte stupiscimi… e se alle volte poi cado ti prego sorreggimi, aiutami a capire le cose del mondo e parlami, un po’ più di te, io mi dò a te completamente… Adesso andiamo nel vento e riapriamo le ali C’è un volo molto speciale non torna domani Respiro nel tuo respiro e ti tengo le mani Qui non ci vede nessuno siamo troppo vicini E troppo veri… Sorprendimi… E con carezze proibite e dolcissime Amami… E se alle volte mi chiudo ti prego Capiscimi, altro non c’è che la voglia di crescere insieme Ascoltami, io mi do a te e penso a te Continuamente… Adesso andiamo nel vento e riapriamo le ali C’è un volo molto speciale non torna domani Respiro nel tuo respiro e ti tengo le mani Qui non ci vede nessuno siamo troppo vicini E troppo veri… RACCONTAMI (Francesco Renga) Semplice parlare con te dietro un telefono ascoltarti ridere capire che è dolce e solo per un attimo ignorare i brividi che non senti più. Amore raccontami... Amore racconta l’inverno che c’è Tu.. distante sei così grande da farmi perdere sono qua a rincorrere parole, inventare ancora scuse ...Accorgermi che non sei più parte di me. 48 AMORIINCORSO_NERO.indd 48 17/01/2006 21.44.28 Nelle stanze del mio cuore ti ho sentita piangere un amore inutile ti ho vista delusa sempre più lontana una stella pallida che non brilla più. Amore raccontami... Amore racconta l’inverno che c’è. Tu.. distante sei così grande da farmi perdere sono qua a rincorrere parole, inventare ancora scuse ...Accorgermi che sembra impossibile. Piove e ormai non ho più domande e poi... Ora è tardi ci sentiamo più avanti se vuoi amore dove sei? RIDERE DI TE (Vasco Rossi) Ti sì che sei speciale, ti invidio sempre un po’ sai sempre cosa fare e che cosa è giusto o no! Tu sei così sicura Di tutto intorno a te E sembri quasi un’onda che, che si trascina a me. Lascia stare che ho qualche anno in più Meno male che sei convinta tu Io sto uguale mi chiedo solo se Faccio male a volte a ridere di te, a ridere di te Le stelle stanno in cielo e i sogni non lo so, so solo che son pochi, quelli che s’avverano. Lo so che sei una donna, onesta?! Non lo so, soprattutto con se stessa, con se stessa forse no. Lascia stare che ho qualche anno in più Meno male che sei convinta tu Io sto uguale adesso penso che Chissà quante volte hai riso tu di me. LA NOSTRA RELAZIONE (Vasco Rossi) La nostra relazione è qualcosa di diverso Non è per niente amore E forse neanche sesso. Ci limitiamo a vivere dentro nello stesso letto 49 AMORIINCORSO_NERO.indd 49 17/01/2006 21.44.28 Un po’ per abitudine o forse anche un po’ per dispetto. Non è un segreto dai lo sanno tutti E tu sei buffa quando cerchi Di nasconderlo alla gente Che ci vede litigare Per qualsiasi cosa o niente Per la noia che da sempre Ci portiamo dentro è inutile negarlo! La nostra relazione oramai non ha più senso Tu hai le tue ragioni e io sono forse troppo stanco Tra l’altro non è facile ricominciare tutto Lasciamo stare dai Non rifacciamo un letto ormai disfatto. VIVIMI (PAUSINI) Non ho bisogno più di niente adesso che Mi illumini di amore immenso fuori e dentro Credimi se puoi Credimi se vuoi Credimi e vedrai non finirà mai Ho desideri scritti in alto che volano Ogni pensiero è indipendente dal mio corpo Credimi se puoi Credimi perché Farei del male solo e ancora a me Qui, grandi spazi, poi noi, cieli aperti che ormai non si chiudono più c’è bisogno di vivere da qui Vivimi senza paura che sia una vita che sia un’ora non lasciare libero disperso questo mio spazio adesso aperto ti prego Vivimi senza vergogna anche se hai tutto il mondo contro lascia l’apparenza e prendi il senso e ascolta quello che ho qui dentro. Così diventi un grande quadro che dentro me Ricopre una parete bianca che è anche stanca Credimi se puoi Credimi perché Farei del male solo e ancora a me Qui, tra le cose che ho Ho qualcosa di più Che non ho avuto mai Hai bisogno di vivermi di più Vivimi senza paura che sia una vita che sia un’ora non lasciare libero, disperso questo mio spazio adesso aperto ti prego 50 AMORIINCORSO_NERO.indd 50 17/01/2006 21.44.28 Vivimi senza vergogna anche se hai tutto il mondo contro lascia l’apparenza e prendi il senso e ascolta quello che ho qui dentro E avverto in me La fantasia, le attese , i giorni di una illimitata gioia Hai preso me Sei la regia Mi inquadri e poi mi sposti in base alla tua idea Vivimi senza paura sia una vita che sia un’ora non lasciare libero disperso questo mio spazio adesso aperto ti prego anche se hai tutto il mondo contro lascia l’apparenza e prendi il senso e ascolta quello che ho qui dentro NON L’HAI MICA CAPITO (Vasco Rossi) Scusa non ho capito puoi ripetere che cosa avevi da fare Di tanto importante da non potere proprio proprio rimandare Non mi dire ti prego non mi dire che dovevi solo studiare E ti sembra un buon motivo questo per non farti neanche più sentire Sì che ho capito, ti interessa più la scuola E poi del resto chissà come sei brava Ma scusa, tra i vari interessi che hai dimmi che posto mi dai Ti Ti Ti Ti Ti Ti voglio voglio voglio voglio voglio voglio bene bene bene bene bene bene non lo hai mica capito lascia stare il vestito non cambiare discorso dai non scherzare smetti di giocare a un certo punto ti devi dare non puoi farti eternamente corteggiare Scusa cosa me ne frega del vestito che hai mi piace come sei Non mi devi trattare come tutti quei maschietti che ogni tanto ti fai Chissà che cosa pagherei per poter vedere dentro quella testa cos’hai Se mi stai prendendo in giro ti giuro non ti perdonerei Ti voglio bene non lo hai mica capito Ti voglio bene lascia stare il vestito Ti voglio bene non cambiare discorso dai non scherzare Ti voglio bene smetti di giocare Ti voglio bene a un certo punto ti devi dare Ti voglio bene non puoi farti eternamente corteggiare Sì che ho capito, ti interessa più la scuola E poi del resto chissà come sei brava Ma scusa, tra i vari interessi che hai 51 AMORIINCORSO_NERO.indd 51 17/01/2006 21.44.28 dimmi che posto mi dai, mi dai, mi dai Ti Ti Ti Ti Ti Ti voglio voglio voglio voglio voglio voglio bene non lo hai mica capito bene lascia stare il vestito bene non cambiare discorso dai non scherzare bene non capisci niente bene, Bene un accidente bene nonostante tutto ….Ti voglio bene, ti voglio, bene, ti voglio bene. UN RAGGIO DI SOLE (JOVANOTTI) Che lingua parli tu, se dico vita dimmi cosa intendi E come vivi tu se dico, forza, attacchi o ti difendi. T’ho detto amore e tu m’hai messo in gabbia, m’hai scritto sempre, ma era scritto sulla sabbia. T’ho detto eccomi e volevi cambiarmi T’ho detto basta e m’hai detto non lasciarmi. Abbiamo fatto l’amore e mi hai detto mi dispiace, mi hai lanciato una scarpa con il tacco e poi abbiamo fatto pace. Abbiam rifatto la’amore e ti è piaciuto un sacco E dopo un po’ mi hai lanciato la solita scarpa col tacco Gridandomi di andare e di non tornare più, io ho fatto finta di uscire e tu hai acceso la TV e mentre un comico faceva ridere io ti ho sentito che piangevi, allora son tornato ma tanto già lo sapevi… Che tornavo da te senza niente da dire Senza tante parole ma con in mano Un raggio di sole per te che sei lunatica Niente teorie, con te solo pratica. Praticamente amore ti porto in dono Un raggio di sole per te, un raggio di sole per te… Che cosa pensi tu, se dico amore dimmi cosa intendi Siamo andati al mare e mi parlavi di montagna Abbiamo preso una casa in città e sogni la campagna Con gli uccellini, le anatre e le oche, i delfini, i conigli, le api, i papaveri e le foche e ogni tanto ti perdo o mi perdo nei miei guai, ho lo zaino già pronto all’ingresso, ma poi tanto già lo sai Che ritorno da te senza niente da dire Senza tante parole ma con in mano Un raggio di sole per te che sei lunatica Niente teorie, con te solo pratica. Praticamente amore ti porto in dono Un raggio di sole per te, un raggio di sole per te… 52 AMORIINCORSO_NERO.indd 52 17/01/2006 21.44.28 UNA SU UN MILIONE (Alex Britti) Accettami così ti prego non guardare Nella mia testa c’è un mondo da ignorare Voglio che tu sia mia complice discreta Accettami e sarai la mia bambola di seta. Accettami e vedrai andremo fino in fondo Non pensare a cosa è giusto e cosa sta cambiando. Andiamo al polo nord o il sud se preferisci Accettami ti prego dimmi che ci riesci. Non ho detto mai di essere perfetto Se poi ti aiuto io a scoprire ogni mio difetto, se ne trovi di più ancora mi sta bene basta che restiamo ancora così insieme. Amo, amo ho qualcosa che si muove Su e giù per lo stomaco più freddo della neve. Amo, amo è un buco alla ciambella La sua dolcezza effimera la rende così bella. Accettami e vedrai insieme cresceremo Qualche metro in iù e il cielo toccheremo. Più altri dei giganti più forti di godzilla, faremo una crociera su una nave tutta gialla. Andremo su un’isola che sembra tutta disegnata Con colori enormi e un mare da sfilata. Per quanto mi riguarda ho fatto già il biglietto Ti prego non lasciarlo Accanto a un sogno in un cassetto. Amo, amo ho qualcosa di speciale Su e giù per lo stomaco è come un temporale. Amo, amo è il sugo sulla pasta Finchè non è finito non saprò mai dire basta. Amo, amo è un dono di natura Perché la nostra storia non sia solo un’avventura. Amo ,amo è una semplice canzone Serve a me per dirti che sei una su un milione. Le canzoni presentate riguardano diverse modalità di comunicare qualcosa a qualcuno rispetto alla relazione che sta vivendo con il proprio partner. Questi autori vogliono comunicare qualcosa. A voi che cosa comunicano? Dopo una lettura e un possibile ascolto delle canzoni (l’animatore può scegliere se farle ascoltare tutte o scegliere alcune tra le presenti o altre canzoni che non sono state riportate) sarebbe interessante che ogni coppia scegliesse il brano che la colpisce e cercasse di capire: • Che situazione sta descrivendo l’autore? 53 AMORIINCORSO_NERO.indd 53 17/01/2006 21.44.28 • Che emozioni esprime? • Cosa suscita in voi? • Vivete emozioni simili nella vostra relazione di coppia? • Sapreste spiegare i motivi per cui avete scelto proprio quel brano? • Avete una canzone “vostra”, che non è detto che sia tra le presenti, in cui vi identificate come coppia o come singoli all’interno della coppia? Se sì, riuscite a ricordarla e a motivare la scelta di questa canzone? Di cosa parla? Perché vi piace? Che emozioni vi passa? TESTI La comunicazione è anche ascolto. “Solitamente quando qualcuno ci interpella pensiamo a cosa rispondere e nel contempo sottraiamo alcune energie mentali indispensabili per far funzionare al 100% il nostro ascolto. Accade spesso che in compagnia del nostro amico e del nostro partner non ascoltiamo fino alla fine il loro punto di vista. Succede anche che convinti di aver capito con chi ci stiamo relazionando, crediamo di sapere già che cosa pensa e che cosa ci sta chiedendo così udiamo le parole scorrere velocemente e ancora prima che l’altro finisca sappiamo che cosa è giusto dire. In una relazione a due non basta udire, bisogna saper ascoltare e distinguere quello che è mio da quello che è tuo per non confondere ma per accogliere, partecipare e condividere assieme all’altro le proprie esperienze e i propri pensieri. Non è possibile comunicare se non si crea il vuoto per accogliere l’altro dentro di noi. Ne deriva che: • Udire è: afferrare i suoni e farmi raggiungere da essi Ascoltare è: essere attento a te, non solo a ciò che mi dici, ma a ciò che sei tu • Udire è: raccogliere informazioni Ascoltare è: prendermi cura di te • Udire è: fare un viaggio con la testa Ascoltare è: fare un viaggio con tutto me stesso, gli occhi, le orecchie, le mai, il cuore… • Udire è:dare importanza alle parole Ascoltare è: accogliere e dare importanza ai tuoi sentimenti, ai tuoi bisogni alle tue speranze standoti fisicamente vicino” Quando io odo è per il mio profitto, per il vantaggio che ne posso trarre. Quando ascolto invece è per il vantaggio dell’altro, è perché tu ne tragga profitto, perché il mio ascolto ti fa bene. Non importa che il messaggio dell’altra persona ha significato per me, è lei che ha 54 AMORIINCORSO_NERO.indd 54 17/01/2006 21.44.28 significato per me, che è importante per me, che mi colpisce. Non posso ascoltare senza che tutto il mio essere ne sia coinvolto.” Ascoltare è lasciarsi “toccare” Ascoltare è lasciarsi “toccare” dalla vita delle persone e dei poveri in particolare. E’ uno sfiorarci e conoscersi. E’ ascoltare e cogliere che c’è una rete misteriosa che lega le nostre vite, ed è una delle cose che ci possono portare a sentire il mistero. Ascoltare è scendere. Se noi non riusciamo ad udire il grido degli ultimi, niente avverrà dentro di noi. Scendere per incontrare i poveri, è fare verità dentro di noi, perché “i più lontani dai centri di potere, sono i più vicini al cuore delle cose”. Ascoltare è scendere ed avvicinarci al cuore delle cose. - Padre Alex Zanotelli APPROFONDIMENTO • Sappiamo ascoltarci senza interromperci? • Come mi sento quando mi accorgo che l’altro non mi sta ascoltando? Che emozioni provo? Come mi comporto? Riesco a comunicare che “non mi sento ascoltato”? • Mi rendo conto di quando anch’io non ascolto l’altro? Quando avviene? Come avviene? Quali sono i difetti del mio ascolto? • Dopo che ho ascoltato, come mi comporto? Sono pronto a giudicare? • Quali sentimenti riusciamo a mostrare all’altro quando quello che ci riferisce suscita in noi qualcosa? • Riesco a leggere il linguaggio del corpo e a capire se l’altro prova a comunicarmi qualcosa? • Il silenzio dell’altro mi comunica qualcosa? Sempre o in certi momenti? Sapresti ricordare quali sono i momenti in cui senti che nel silenzio passa un messaggio? • Quali sono gli ostacoli che ci frenano nell’ascoltare ciò che l’altro ci dice? Anche quando si litiga si comunica. Ogni coppia vive momenti di pace e serenità e momenti conflittuali dove il litigio prende il sopravvento. Vorremmo suggerirvi come affrontare la conflittualità che può nascere, purchè non diventi elemento di rottura, ma si presenti come stimolo per ben risaldare la vostra relazione. 55 AMORIINCORSO_NERO.indd 55 17/01/2006 21.44.28 GIOCHI – TEST IL GIOCO è : “COSA VOLETE COMUNICARE con ARTURO E GERTRUDE?” Introduzione del gioco La comunicazione è uno strumento affascinante. Molto spesso comunichiamo senza conoscere e comprendere che cosa provochiamo nell’altro e come lo provochiamo. Solitamente quando si comunica qualcosa all’altro lo si fa per lanciare un messaggio che parte in un certo modo ottenendo dei risultati. Questi non sempre coincidono con le aspettative di chi ha lanciato il messaggi iniziale. Infatti da un medesimo messaggio inviato si possono ottenere risposte diverse, Es. 1: Una coppia al ristorante. Lui: Amore mi passi il sale? Lei: Sì, amore, ecco. Es. 2: Una coppia al ristorante. Lui: Amore mi passi il sale! Lei: Ma perché non te lo prendi da solo? Che cosa ci vuole comunicare una risposta di questo tipo? C’è un problema? Che cosa voleva dire Lei a Lui? Come può rispondere lui? Decide di scusarsi, o arrabbiarsi, o fare l’indifferente, o di chiedere spiegazioni in proposito? Il gioco “cosa volete comunicare con Arturo e Gertrude” ha lo scopo di far capire ai giocatori che ognuno di noi comunica qualcosa di sé in relazione a sé stesso ma anche all’altro e lo fa esprimendosi secondo un proprio modo di pensare, vedere, vivere e sentire le esperienze vissute fino ad ora. I personaggi che verranno interpretati hanno una loro personalità, delle aspettative, degli atteggiamenti, dei ricordi, delle emozioni, degli stati d’animo, delle paure, delle motivazioni. Dovranno comunicare all’altro, nel caso del gioco, a livello verbale quanto richiede il personaggio che interpretano con modalità, toni e contenuti adeguati alla scheda del personaggio che avranno compilato delle caratteristiche del personaggio stesso. Materiale per il gioco Ad ogni squadra vengono consegnati un foglio bianco e tre schede: • il foglio bianco serve a scrivere le battute del dialogo tra Arturo e Gertrude che la squadra utilizzerà nel secondo tempo per capire che cosa l’Altro ha comunicato di sé. • due schede su “che cosa vuole comunicare il mio personaggio” da compilare prima di iniziare il secondo tempo, • una scheda su “che cosa ci ha comunicato l’Altro” da compilare durate il secondo tempo e da sistemare durante il terzo tempo. Spiegazione del gioco Vengono formate due squadre (la squadra dei maschi e quella delle femmine) che si posizionano nella stanza una di fronte all’altra. Le due squadre rappresenteranno rispettivamente Arturo, la squadra maschile, e Gertrude, la squadra femminile. Ogni squadra deve cercare di capire quali emozioni, sentimenti, paure, ricordi, comportamenti il proprio personaggio vuole comunicare e lo scrive sulla scheda “che cosa vuole comunicare il mio personaggio” che sarà distribuita in duplice copia in ogni squadra. Ad ogni squadra verrà consegnata anche la scheda “che cosa ci ha comunicato 56 AMORIINCORSO_NERO.indd 56 17/01/2006 21.44.28 l’Altro” che andrà compilata nel secondo tempo e sistemata nel terzo tempo. In ogni squadra c’è la figura del registratore che è un componente del gruppo scelto dalla squadra. Egli deve compilare in duplice copia insieme al suo gruppo la scheda sul proprio personaggio su “che cosa vuole comunicare il mio personaggio”, scrivere le battute delle due squadre su un foglio e compilare la scheda “che cosa ci ha comunicato l’Altro” che potrà essere compilata durante il secondo tempo e sistemata insieme al gruppo nel terzo tempo. Vengono proposte delle situazioni di coppia dove si deve prendere una decisione, che viene suggerita già in partenza. L’animatore dovrà scegliere la situazione che gli piace tra quelle in elenco (vedi sotto) e leggerla ad alta voce così che le due squadre abbiano ben chiaro che cosa devono comunicare. Ovviamente le due squadre dovranno adottare modalità di comunicazione che conducano prima possibile alla presa di decisione comunicata dall’animatore. Inoltre dovranno aggiungere al dialogo tra i due personaggi sentimenti, scuse, emozioni, ricordi, paure, stati d’animo che rendano vivi i personaggi delle due squadre secondo la scheda che hanno precedentemente compilato e che la squadra avversaria dovrà cercare di capire dal dialogo del gioco. Ogni squadra dovrà identificare che cosa ha comunicato l’altro personaggio e scriverlo sulla scheda “che cosa ci ha comunicato l’Altro” cercando di compilarla in ogni su parte. Regole del gioco Le regole sono: 1. comunicare quanto viene letto dall’animatore. 2. ogni squadra deve farsi un’idea del personaggio che deve impersonare e compilare la scheda “che cosa vuole comunicare il mio personaggio?”. 3. comunicare quanto è stato scritto del proprio personaggio sulla scheda “che cosa vuole comunicare il mio personaggio?”. 4. Raccogliere più dati possibili sull’altro personaggio nella scheda “che cosa ci ha comunicato l’altro?” . Scopo del gioco Lo scopo del gioco è cogliere più materiale possibile riguardo agli aspetti dell’altro personaggio che lo stesso comunica durante il dialogo cercando di giungere alla decisione finale. L’arbitro deciderà chi vince confrontando la scheda consegnata da entrambe le squadre sul proprio personaggio “che cosa vuole comunicare il mio personaggio?”. con la scheda che la squadra avversaria avrà consegnato alla fine del gioco sull’altro personaggio “che cosa ci ha comunicato l’altro?” . La valutazione avverrà sotto l’attenzione delle due squadre che potranno spiegare i motivi delle loro scelte e di quanto hanno capito e ascoltato sull’altro. Tempo Il gioco è diviso in tre tempi: il primo tempo consiste nella compilazione della scheda sul proprio personaggio, il secondo tempo consiste nel dialogo tra i due personaggi Arturo e Gertrude, il terzo tempo consiste nella comunicazione interna tra la squadra dei dati raccolti sull’altro personaggio. Ogni tempo ha una durata massima di massima di 30 minuti. L’animatore che funge da arbitro del gioco fa iniziare il secondo tempo dal momento in cui le due squadre hanno consegnato compilata la propria scheda sul proprio personaggio L’arbitro può fermare il tempo in caso di disguidi o chiarimenti da parte delle due squadre. Il tempo è supremo rispetto al giungere della decisione finale della situazione scelta dall’arbitro: quello che viene detto in 30 minuti è sufficiente per passare al terzo tempo. 57 AMORIINCORSO_NERO.indd 57 17/01/2006 21.44.29 Elenco di situazioni 1. Gertrude vuole andare al cinema a veder un film romantico, ma ad Arturo non piacciono i film romantici. Decisione finale: Vanno al cinema. 2. Arturo vuole uscire con i suoi amici e Gertrude. A Gertrude non piacciono i suoi amici Decisione finale: Arturo riesce ad uscire con gli amici e va da Gertrude. 3. Arturo porta un regalo costoso a Gertrude dopo un po’ che sono insieme. A Gertrude non piacciono i regali troppo costosi. Decisione finale: Accetta il regalo e… 4. Gertrude vuole andare a ballare. Ad Arturo non piacciono i luoghi chiusi. Decisione finale: Vanno a ballare. Scheda n°1 IL NOSTRO PERSONAGGIO E’…………………………………… “Che cosa vuole comunicare il mio personaggio?” ASPETTI DEL PERSONAGGIO DATI RACCOLTI ATTEGGIAMENTO INIZIALE MOTIVAZIONE COMPORTAMENTO STATI D’ANIMO EMOZIONI PAURE RICORDI PENSIERI IDEE PROPOSTE ATTEGGIAMENTO FINALE 58 AMORIINCORSO_NERO.indd 58 17/01/2006 21.44.29 Scheda n°2 L’ALTRO PERSONAGGIO E’…………………………………… “Che cosa ci ha comunicato l’altro?” ASPETTI DEL PERSONAGGIO DATI RACCOLTI ATTEGGIAMENTO INIZIALE MOTIVAZIONE COMPORTAMENTO STATI D’ANIMO EMOZIONI PAURE RICORDI PENSIERI IDEE PROPOSTE ATTEGGIAMENTO FINALE 59 AMORIINCORSO_NERO.indd 59 17/01/2006 21.44.29 FILMS E’ un modo diverso ma altrettanto utile di provocare una discussione. L’animatore, che ovviamente sarebbe opportuno visionasse precedentemente il film, introduce la visione spiegando la scelta del film in relazione all’argomento trattato, suggerendo gli aspetti più significativi sui quali concentrare la maggior attenzione, chiarendo che dopo la proiezione vi sarà una breve risonanza durante la quale confrontarsi su quanto visionato. Ci permettiamo di suggerire la visione di una serie di film che potete adattare al gruppo di coppie morosi con cui vi trovate e all’argomento della comunicazione che vi stimola di più. 1. Per parlare di come affrontare un litigio suggeriemo di vedere un film che è proprio all’antitesi di “buon litigio” ed è: “ LA GUERRA DEI ROSES”. Soggetto: a Washington, Barbara Rose dopo diciotto anni di sereno matrimonio allietato fin dall’inizio dalla nascita di due figli, Josh e Carolyn, vuole dividersi dal marito Oliver perché dopo un presunto infarto di questi si è accorta che la possibilità di restare vedova non le dispiaceva affatto, in quanto il marito che le ha dato tutto ciò che una donna può desiderare (tra cui Susan, una governante per la loro casa perfetta piena di oggetti d’arte) tutto preso dalla propria carriera di avvocato non ha mai tenuto conto della sua individualità. A malincuore Oliver si rivolge a Gavin D’Amato, un avvocato amico di famiglia, per accordarsi sul divorzio: da questo momento inizia fra i coniugi una guerra accanita in quanto né l’uno né l’altra vogliono lasciare la dimora in cui hanno vissuto. Costretti a vivere separati nella stessa casa, limitano con tanto di piantina a colori i rispettivi habitat. L’accordo è finito ( e i due figli ancora giovanissimi ne risentono), mentre subentrano ripicche, scherzi atroci, rivalse e cattiverie in un turbine di porcellane preziose (sono di Oliver, ma Barbara infuriata le manda in briciole) e di odio reciproco. In realtà Oliver vuole ancora molto bene alla moglie, ma Barbara si è stufata di fare la donna di casa, essendosi scoperta vocazioni manageriali. Gavin D’Amato tenta la riconciliazione, ma la cocciutaggine dei due è come un muro insormontabile. I reciproci perfidi dispetti determinano dapprima la totale devastazione della loro splendida abitazione e successivamente la loro morte dopo essere precipitati nel vuoto appesi ad un grande lampadario. Valutazione Pastorale: una storia comica, asprigna e anche amara allietata da molte situazioni spiritose prima di un tragico ed inatteso finale, raccontata dal regista Danny De Vito qui anche attore nella parte di un avvocato che tenta di distogliere un suo cliente dal divorziare ed incentrata sugli scherzi tra due coniugi. C’è dell’umor nero spesso e volentieri e ci sono alcune gag sapide, mentre volano nella stanze della bella dimora dei Rose giade e porcellane costosissime, che la decisa casalinga infrange e lancia con piacere. La casa, un tempo sognata come nido di amore, diventa un vero campo di battaglia, con tanto di tavole di legno inchiodate, suppellettili date alle fiamme e trappole per topi disseminate a minacciare i piedi scalzi di Oliver. Più che sui sentimenti ed il loro naufragio, la regia punta abilmente sulle stravaganze, i graffi e le astiose vendette, a volte quasi parodiando e sfiorando in toni burleschi le frontiere dell’horror. 60 AMORIINCORSO_NERO.indd 60 17/01/2006 21.44.29 Si può concludere con la rituale “moralità”: in ogni divorzio per passionali che siano le motivazioni e le cause, anche dolorose i problemi e gli impicci della divisione della “roba” sono tali e tanti, che vale la pena di pensarci a lungo prima di decidersi. Eccellenti i tre interpreti: implacabile e grintosa Kathleen Tumer; più innamorato, ma inviperito il capo di casa (Michael Douglas); sempre comico e paradossale Danny De Vito Al termine della proiezione l’animatore propone al gruppo di discutere sul film seguendo lentamente le domande dell’approfondimento aspettando le risposte da parte del gruppo che farà esercizio di ascolto e comprensione di un film così forte sull’aspetto della comunicazione. GRIGLIA DI DOMANDE PER L’ APPROFONDIMENTO: Cosa fa cambiare il rapporto dei due coniugi? Che emozioni vivono i protagonisti? Che emozioni provi nel vedere il film? Che cosa ci vuole comunicare questo film? Quale messaggio lancia? E’ per tutti lo stesso messaggio? Che cosa ricevi dal messaggio del film? Che cosa vuoi fare tuo nel rapporto con il partner? SCRIVI SU UN FOGLIETTO UN MESSAGGIO DOVE COMUNICHI COSA VUOI MIGLIORARE DELLA TUA COMUNICAZIONE CON IL TUO PARTNER. 2. 50 volte il primo bacio Per parlare di come sarebbe la relazione di coppia per una donna con un uomo innamoratissimo che ogni giorno le conquista con espedienti nuovi e non avere così mai lo spettro della routine “ammazza-sentimento. Anche in questo caso si suggerisce di vedere un film che è proprio all’antitesi di una crescita quotidiana di coppia in quanto si evidenzia la bellezza e le emozioni della fase dell’innamoramento che per un disturbo amnesico della donna farà fatica a sfociare in un rapporto d’amore in quanto ogni giorno è sempre il primo giorno. L’idea della memoria a breve termine che si cancella non è nuova nel panorama cinematografico, basti pensare al recente Memento, ma applicarla ad una commedia è stato il colpo di genio di Gorge Wing, colto al volo da Adam Sandler e Drew Barrymore nelle loro vesti di produttori ed attori. Henry Roth (Adam Sandler/Mr. Deeds) è un naturalista che vive alle Hawaii all’insegna del: “rimorchia una turista e sparisci non appena se ne torna sul continente”. Un sistema di vita particolarmente divertente ed efficace che consente di restare sempre liberi. Perfetto, finché Henry non incontra Lucy (Drew Barrymore / Duplex) una ragazza affascinante, ma con un piccolissimo problema: a causa di un incidente Lucy ogni mattina non ricorda tutto quello che gli è successo il giorno prima; la sera quando va a letto rimuove i ricordi della giornata precedente. Per Henry è l’inizio di un’odissea senza fine che lo costringe a riconquistare Lucy ogni giorno, cercando nel frattempo di evitare il padre ed il fratello che non vedono certo di buon occhio le sue attenzioni. Di fatto Adam Sandler - che qui ci stupisce una volta tanto con un film che non è un inno all’idiozia semplicistica dell’americano medio, ma forse il merito è più di Peter Segal (Terapia d’urto) - non fa che concretizzare il sogno di ogni donna: 61 AMORIINCORSO_NERO.indd 61 17/01/2006 21.44.29 avere un uomo innamoratissimo che ogni giorno le conquista con espedienti nuovi e non avere così mai lo spettro della routine “ammazza-sentimento”. Il tutto è condito da gag divertenti e da personaggi di contorno molto azzeccati, tipo il dottore interpretato da Dan Aykroyd o il samoano della tavola calda. Due appunti, uno sull’onnipresente Rob Schneider, amico di Sandler, ma spesso più irritante che divertente, l’altro sulla protagonista femminile che non è proprio il massimo, o forse sono io che ce l’ho con la Barrymore. Al termine della proiezione l’animatore propone al gruppo di discutere sul film seguendo lentamente le domande dell’approfondimento aspettando le risposte da parte del gruppo che farà esercizio di ascolto e comprensione di un film così forte sull’aspetto della comunicazione. GRIGLIA DI DOMANDE PER L’ APPROFONDIMENTO: Manca qualcosa in questo rapporto? Se si, che cosa? Se no, sareste disposti a comunicare al vostro partner che questo tipo di rapporto vi soddisfa? Che reazione suscitereste nell’altro? Vi piacerebbe vivere una storia di questo tipo? Se sì quale ruolo vorreste interpretare? Vi creerebbe soddisfazione sapere che il vostro rapporto si può mantenere in questa forma? Che cosa ricevi dal messaggio del film? Che cosa vuoi fare tuo nel rapporto con il partner? SCRIVI SU UN FOGLIETTO UN MESSAGGIO DOVE COMUNICHI COSA VUOI MIGLIORARE DELLA TUA COMUNICAZIONE CON IL TUO PARTNER. 3. Prima dammi un bacio Una storia d’amore che dura per sempre al di là delle contingenze drammatiche che dividono due persone nel corso della loro vita: questo è il filo che segue l’opera prima (al cinema) di Ambrogio Lo Giudice. Adele e Marcello nascono nello stesso istante dello stesso giorno in un lontano aprile del 1927. Da allora i due percorrono la loro strada uniti nell’anima da una forza che, senza giri di parole, potrebbe chiamarsi amore (i due si “sposano” anche, scambiandosi due pezzi di copertone al posto degli anelli). Poi arriva la guerra che inevitabilmente divide le vite di tutti. I due bambini, prima di lasciarsi, si giurano amore eterno. Riusciranno le loro storie a riunirsi di nuovo e per sempre, diventando una storia sola? In effetti la Storia, non solo dei due personaggi, è una specie di sottotesto dell’intero film. Dall’atmosfera di purezza (i bambini) e laboriosità (la terra che fa sudare) dello spazio che intercorre tra le due guerre, fino ad arrivare allo scoppio della seconda atrocità mondiale e il ricominciare dopo, distrutti ma fiduciosi. E poi gli anni cinquanta, i sessanta, il boom economico, la contestazione, la lotta per le questioni morali: sullo schermo passa una parte della storia d’Italia che attraversa quarant’anni appassionanti. Certo tutto questo non è che una sorta di feedback al di sotto del racconto principale che è ovviamente la storia distante ma vicina di Adele e Marcello. Se Lo Giudice avesse privilegiato la storia del nostro paese forse avremmo avuto un “romanzo” sulla falsariga di “C’eravamo tanto amati”, il capolavoro di Scola. Invece il nostro regista ha privilegiato (scelta assolutamente legittima) il racconto di un sentimento 62 AMORIINCORSO_NERO.indd 62 17/01/2006 21.44.29 amoroso che va al di là dei limiti temporali. Forse proprio in questo, però, risiede il limite del film: i due personaggi vivono come se tutti i cambiamenti, il dolore, le speranze di quegli anni non li avessero assolutamente toccati. Certo, anche questa visione potrebbe essere soltanto la legittimazione di una favola (i due personaggi che vivono in un mondo che è solo loro), però lascia dei rimpianti immaginare i due personaggi che imperterriti continuano ad amarsi, coinvolti nel cambiamento epocale del periodo preso in considerazione dal film. Sarebbe stato bello poter dire: diversi ma sempre gli stessi. Comunque il film è decisamente gradevole, anche nel suo rimanere sotto le righe, al contrario di molto cinema italiano goffamente “sopra le righe” (d’altra parte come abbiamo detto, “Prima dammi un bacio” è una favola). La recitazione pacata dei tre attori principali (Stefania Rocca, Marco Cocci e Luca Zingaretti) aggiunge anziché sottrarre all’economia del racconto. Anche il commento musicale di Lucio Dalla non fa altro che dimostrare che questo nostro autore è proprio bravo quando vuole essere bravo. Alla fine rimane una sensazione di semplicità che rende il film assolutamente lineare e sincero. D’altra parte perché chiedere di più alla storia di un bacio? SCHEDA BIBLICA TRA BABELE E PENTECOSTE, IL DRAMMA DELLA COMUNICAZIONE Anche la coppia può sperimentare al suo interno il dramma dell’incomunicabilità: l’incapacità di comprendersi. Il brano della Genesi cerca di rispondere alla domanda profonda sul perché delle lingua diverse tra gli uomini come espressione più lampante e drammatica dell’incomunicabilità. La Pentecoste viceversa appare come l’anti-Babele: l’opera dello Spirito apre alla comprensione reciproca popoli di lingue diverse, aprendo una possibilità nuova al dramma dell’incomprensione. Genesi 11,1-9 La torre di Babele Tutta la terra parlava la stessa lingua e usava le stesse parole. Dirigendosi verso l’Oriente, gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Scinear, e là si stanziarono. Si dissero l’un l’altro: «Venite, facciamo dei mattoni cotti con il fuoco!» Essi adoperarono mattoni anziché pietre, e bitume invece di calce. Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra». Il SIGNORE discese per vedere la città e la torre che i figli degli uomini costruivano. Il SIGNORE disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è il principio del loro lavoro; ora nulla impedirà loro di condurre a termine ciò che intendono fare. Scendiamo dunque e confondiamo il loro linguaggio, perché l’uno non capisca la lingua dell’altro!» Così il SIGNORE li disperse di là su tutta la faccia della terra ed essi cessarono di costruire la città. Perciò a questa fu dato il nome di Babel, perché là il SIGNORE confuse la lingua di tutta la terra e di là li disperse su tutta la faccia della terra. Atti 2,1-11 La Pentecoste: lo Spirito Santo scende dal cielo Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo. Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e 63 AMORIINCORSO_NERO.indd 63 17/01/2006 21.44.29 riempì tutta la casa dov’essi erano seduti. Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi. Or a Gerusalemme soggiornavano dei Giudei, uomini religiosi di ogni nazione che è sotto il cielo. Quando avvenne quel suono, la folla si raccolse e fu confusa, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. E tutti stupivano e si meravigliavano, dicendo: «Tutti questi che parlano non sono Galilei? Come mai li udiamo parlare ciascuno nella nostra propria lingua natìa? Noi Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia cirenaica e pellegrini romani, tanto Giudei che proseliti, Cretesi e Arabi, li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue». Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E « com’è che li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue?» (Atti 2,7-8). Tutti ricordano la cornice della Pentecoste descritta da Luca negli Atti degli Apostoli: la dispersione, la confusione “babelica” sono cancellate dalla forza unificante e illuminante dello Spirito Santo che nella Chiesa fa a tutti professare la stessa fede in Cristo, pur nella diversità delle lingue e delle culture. L’esperienza dello Spirito Luca descrive l’esperienza dello Spirito utilizzando i simboli classici dell’azione potente e sovrana di Dio: il vento e il fuoc o ’. Lo Spirito è un dono di Dio, viene dal « cielo », non è un prodotto della suggestione umana. È’, una forza irresistibile che sfugge al controllo e alle manipolazioni umane. Gesù all’intellettuale e teologo giudeo Nicodemo che vuole sapere « come » agisce Dio, dice: « Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito », (Gv 3,8.) L’irruzione dello Spirito che pervade con la sua azione unica e singolare ogni persona è visibilizzata da Luca con l’immagine delle lingue di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro. L’azione interiore e trasformante dello Spirito diventa esternamente una nuova capacità di comunicazione: incominciarono a parlare altre lingue. (Rinaldo Fabris) L’esperienza di Babele Ebbene, questo rimando allusivo a Babilonia ci permette di presentare brevemente la celebre pagina di Genesi 11,1-9. La “torre di Babele”, infatti, è uno dei soggetti che più prepotentemente si è insediato nell’immaginazione popolare e nella storia dell’arte. Questa pagina biblica ha la sua forza soprattutto nel messaggio religioso che propone. Attraverso la prepotenza oppressiva — che è una nuova incarnazione del “peccato originale” presentato nel capitolo 3 della Genesi — si trasforma la ricchezza della varietà delle culture, delle razze, delle nazioni, descritta nel precedente capitolo 10, in un groviglio di esclusivismi, tensioni razziali, prevaricazioni e nazionalismi imperialistici. L’autore biblico fonde nel suo racconto elementi differenti. C’è l’avversario tradizionale di Israele, Babilonia, il cui nome (Babel), che significa “porta di Dio” (cioè città perfetta), viene liberamente interpretato sulla base del verbo ebraico balal, vuol dire “confondere”. C’è, poi, la “torre” che rimanda alla ziqqurat, cioè al tipico tempio mesopotamico a gradoni che aveva al vertice il santuarietto del dio. A Babilonia questo tempio era grandioso e portava il nome di Entemenanki , cioè “casa delle fondamenta dei cielo e della terra”, ed è per la Bibbia il simbolo dell’idolatria. C’è, infine, la diaspora dei popoli in forme opposte e divise di cultura, segno del peccato di orgoglio delle grandi potenze castigato dal Signore che «disperse gli uomini su tutta la terra» (11,8). Babilonia diventa, così, l’emblema dell’oppressione blasfema, del potere che sfida Dio e s’illude di dominare il mondo, creando divisioni, odio, miseria. Provate ad indivisuare nella vostra esperienza di coppia i momenti di “Babele” e i momenti di “Pentecoste”. 64 AMORIINCORSO_NERO.indd 64 17/01/2006 21.44.29 65 AMORIINCORSO_NERO.indd 65 17/01/2006 21.44.29 VOLERSI BENE AMORIINCORSO_NERO.indd 66 17/01/2006 21.44.29 VOLERSI BENE 5– DALL’INNAMORAMENTO ALL’AMORE Si può amare una persona non solo con il cuore, ma anche con la testa. Anzi. Si deve amare una persona anche con la testa. Se una relazione rimanesse sempre allo stadio istintivo, all’inebriante rapimento delle emozioni, sarebbe fisiologicamente destinata a consumarsi come una candela. La fase dell’innamoramento deve per forza di cose esaurirsi: si presenta un grande e decisivo bivio: o la relazione termina perché si è esaurita la carica affettiva e non si è riusciti a fare un passo avanti, oppure si apre davanti ai giovani innamorati un mondo nuovo, un rinnovare giorno dopo giorno i propri sentimenti, le proprie emozioni anche attraverso il vaglio critico della razionalità, che fa comprendere agli innamorati il dono prezioso dell’amore reciproco, quello che non annulla i difetti dell’altro, che non mi fa vedere una realtà edulcorata, ma che mi mostra l’altro nella sua realtà, me lo fa amare per la sua diversità. Il cuore e l’affetto da soli non bastano più. Serve un salto di qualità, la capacità di capire che una relazione può avere alti e bassi, ma che potrà resistere a qualsiasi scossone solamente se questo amore sarà maturo e saldo. OBBIETTIVO: Questo cassetto si propone di aiutare in primo luogo “il singolo” della coppia a vivere il/la partner “così com’è”, nei suoi limiti, qualità, capacità e incapacità, risorse. In un secondo tempo questa scheda vuole essere uno stimolo per la coppia a fare un salto di qualità: AMARSI…come Dio ama noi! PREGHIERE SALMO 70 (ogni coppia legge un versetto) In te mi rifugio, Signore, ch’io non resti confuso in eterno. Liberami, difendimi per la tua giustizia, porgimi ascolto e salvami. Sii per me rupe di difesa, baluardo inaccessibile, poiché tu sei mio rifugio e mia fortezza. Mio Dio, salvami dalle mani dell’empio, dalle mani dell’iniquo e dell’oppressore. Sei tu, Signore, la mia speranza, la mia fiducia fin dalla mia giovinezza. Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno; 67 AMORIINCORSO_NERO.indd 67 17/01/2006 21.44.29 a te la mia lode senza fine. Sono parso a molti quasi un prodigio: eri tu il mio rifugio sicuro. Della tua lode è piena la mia bocca, della tua gloria, tutto il giorno. CANZONI “Sei la più bella del mondo” (RAF) Ogni tuo pensiero, ogni singolo movimento Ogni tuo silenzio ogni giorno di più Io trovo in tutto quel che fai io vedo in tutto quel che sei La ragazza che da sempre è stata nei sogni miei. E tutto quanto il mondo intorno è più blu Non c’è neanche una salita quando ci sei tu Tu che sei la perfezione per fortuna che ci sei Apro le mie braccia al cielo e penso. Sei la più bella del mondo La più bella per me Ed era tutta la vita che Non aspettavo che te più del sole più del mare più del cielo Sei la più bella del mondo Religione per me Mi piaci da impazzire Mi piaci come sei. più del sole più del mare più del cielo Fai quello che senti manifesti i tuoi sentimenti Mostrandoli con il ritmo del tuo cuore E se qualche strega o una befana ce l’ha su con te Non c’è odio sul tuo viso ma un sorriso perché Sei la più bella del mondo Una vertigine Combinazione di cellule Dove uno sbaglio non c’è… più del sole NB: Questa canzone esprime bene e fin da subito la fase dell’Innamoramento, che verrà in seguito approfondita. 68 AMORIINCORSO_NERO.indd 68 17/01/2006 21.44.30 TESTI APPROFONDIMENTI PER GLI ANIMATORI: “Dall’Innamoramento…” L’Innamoramento va visto come un processo che inizia dal primo incontro dei partner dove, nel preludio del corteggiamento, segni, messaggi, gesti, movimenti corporei possono essere utilizzati per esprimere molte sensazioni, emozioni, stati d’animo al di là di quelle espresse verbalmente. In questa fase vi è il cosiddetto “perdere la testa” che con le sue percezioni distorte, le sue idealizzazioni è utile a regredire a livelli onnipotenti, tenendo distante ogni “appiglio” alla realtà. Durante questo periodo si può parlare di REGRESSIONE dell’amore. Pensiamo a quante volte per esempio gli innamorati si parlano in un linguaggio infantile e fanciullesco, affibbiandosi nomignoli e vezzeggiativi che, utilizzati in situazioni diverse, risulterebbero un po’ strani o un chiaro segno di patologia. Questo linguaggio di solito è quello che usano la madre ed il bambino all’inizio del loro rapporto… <<L’altro, proprio come nostra madre nell’infanzia, ci appare unico, meraviglioso, grandioso nel suo essere. Da innamorati non vediamo l’altro nella sua realtà, diversità e complessità. Ci innamoriamo per il bisogno, proprio di ciascuno di noi, di riconoscerci RIFLESSI nell’altro. L’altro è lo SPECCHIO dei nostri desideri, bisogni, della immagine idealizzata di noi stessi.>> (N. Sorrentino, “Ad amare si impara-Dall’innamoramento all’amore”). L’IDEALIZZAZIONE è un aspetto molto importante dell’innamoramento e spesso anche nell’amore. Così come l’ ESCLUSIVITÀ intesa come chiusura della coppia al mondo, alla società, in un privato dove gli innamorati si concedono di vivere in una dimensione romantica e idealizzata. L’innamoramento provoca anche un’esplosione della personalità, come dice J.Willi, perché visti dall’esterno appaiono diversi… più “belli” , più pazzi, quasi stregati. Gli innamorati diventano così sordi ad ogni richiamo alla ragione, convinti che l’amore supera ogni cosa, ogni ostacolo… “…ALL’AMORE” Ad un certo punto però il sogno inizia a calarsi nella realtà, e questo accade quando vi è il confronto inevitabile tra aspettative e realtà… e alle illusioni seguono spesso le delusioni. Per superare questo grande ostacolo bisogna fare un passaggio da AMORE ROMANTICO… PRIVATO a RELAZIONE PUBBLICA: dalla scelta di due individui si passa all’unione di due mondi/ambienti diversi (famiglia e amici). L’amore matura comporta fatica e soprattutto PASSIONE. La parola passione deriva dal latino passio - traduzione dal greco pathos - che significa soffrire, sopportare. Questo ci offre la possibilità da considerare l’amore in tutte le sue parti, anche contrastanti: affetto, collera, desiderio, odio, attesa… Non è facile accettare che l’amore si accompagni a sentimenti di ostilità verso l’altro, eppure a volte questa accettazione è necessaria per la salute psichica. 69 AMORIINCORSO_NERO.indd 69 17/01/2006 21.44.30 Ri-conoscere e accettare questi sentimenti, stati d’animo permette alla coppia di elaborarli: non bisogna rimuovere o lasciare sedimentare queste delusioni, ma occorre una capacità elaborativi per vivere questa scoperta in modo equilibrato. BISOGNA ANDARE AL DI LÀ DELLA SODDISFAZIONE IMMEDIATA DEL BISOGNO!! Se il passaggio è reciproco vi sarà una fusione con l’amato, ciascuno avrà l’esigenza di entrare nell’altro, cercando di capire i pensieri e le sensazioni e mettendoli in sintonia con essi. E questa sintonia farà poi nascere la sensazioni di essere fatti l’uno per l’altro. In seguito a questa maturazione vi sarà anche la voglia di interrogarsi sul senso della relazione, sul futuro della stessa… GIOCHI – TEST ♦ TEST: I DUE VOLTI DELL'AMORE INNAMORAMENTO * E’ un sentimento che fa centro su di sé (Egoità). * E’ desiderio dell’altro, in realtà è desiderio di essere desiderati, confermati e valorizzati dall’altro. * Il darsi all’altro è funzionale, seduttivo, cioè è solo per essere amato. * E’ un vuoto che ha bisogno di essere colmato. * Nasce dall’inconscio che proietta sull’altro i suoi desideri personali. * Preesiste alla conoscenza dell’altro che è immaginato. * Finisce quando si conosce l’altro e si constata che non risponde alle proprie attese. * E’ un fenomeno psicologico. AMORE * E’ volontà che fa centro sull’altro (Alterità). * E’ voglia di vivificare, far esistere, affermare l’altro/a, fare che l’altro/a sia. * La dedizione all’altro/a è incondizionata. * E’ un pieno che vuoi dare gratuitamente. * E’ suscitato dalla presenza concreta dell’altro/a allo scopo di portargli/le aiuto. * Nasce e progredisce con la conoscenza. * E’ fondato sulla conoscenza dell’altro/a che è infinito. * E’ un evento etico. Provate a verificare se queste affermazioni suonano per voi vere o false mettendo a fianco di ogni frase una F (falso) o una V (vera). Poi confrontate le vostre risposte, verificate se concordano o meno e motivate le vostre scelte. 70 AMORIINCORSO_NERO.indd 70 17/01/2006 21.44.30 – GIOCO DEGLI INNAMORATI – Questo gioco vuole far “rivivere” il momento dell’innamoramento alle diverse coppie. È un lavoro apparentemente banale. Lo scopo è quello di divertire la coppia, di farla ridere e giocare proprio come accade nel primo periodo dell’innamoramento. Ogni coppia avrà tanta carta ed insieme del materiale per colorare/incollare (tempere, pennarelli, matite, carta per collage, stoffe, colla vinilica,…), con tutto questo materiale dovrà costruire o disegnare qualcosa che rappresenta la loro storia: un simbolo, un oggetto, un momento, una situazione. Il tempo è molto (60 min.), ma vuole aiutare la coppia ad entrare lentamente in questo gioco importante, e vuole anche aiutare l’animatore a spiegare bene il gioco. NB: Se questo incontro viene organizzato in un’uscita di 2 giorni, il materiale da costruire può essere raccolto dalla coppia attorno alla casa (sassi, erba, sabbia, foglie, pezzi di legno), il gioco diventerebbe ancora più interessante e divertente. Dopo la costruzione la coppia è invitata a rispondere a delle domande molto semplici che evidenziano lo stato d’animo, le difficoltà, gli aspetti divertenti o meno. DOMANDE: – Come vi siete sentiti nel progettare il vostro disegno/segno che rappresenta la vostra storia, e che in un certo senso vi rappresenta? – Quali sono state le sensazioni provate dall’inizio del progetto fino alla fase dell’esecuzione? – È stato divertente? … o noioso? Perché? In seguito la coppia si racconta, descrive ciò che ha fatto in libertà oppure anche seguendo le domande sopra analizzate. È un momento importante di conoscenza degli stati d’animo, della bellezza a rivivere la “fase del principe azzurro”. In questo momento bisogna far sperimentare alla coppia il divertimento, e se nel raccontarsi emerge il lato negativo, le difficoltà, il fatto che “non è sempre così… magari!”, da parte dell’animatore deve esserci l’ascolto e nello stesso tempo la capacità di tralasciare per un momento la negatività perché questo aspetto si affronterà più tardi !! GIOCO DELL’AMORE SQUILIBRATO - dall’innamoramento… ALL’AMOREScopo del gioco: fiducia reciproca, collaborazione Materiale: / Svolgimento: Le coppie si mettono uno di fronte all’altro tenendosi per mano o per i polsi in modo rassicurante. Uno dei due assume una posizione di squilibrio mentre l’altro lo trattiene facendo da contrappeso. Le coppie sperimentano varie posizioni, alternando la funzione di contrappeso. Variazione: Schiena contro schiena, sperimentando le stesse posizioni 71 AMORIINCORSO_NERO.indd 71 17/01/2006 21.44.30 DOMANDE: Come è andata? Siete sempre riusciti a mantenere l’equilibrio? Se no, come vi siete sentiti? E vedendo che gli altri riuscivano, o magari faticavano come voi, cosa avete provato? Questo gioco è importante farlo prima dell’analisi del testo della prima lettera di Giovanni (1Gv 4,7-21) perché le coppie sperimentano a livello corporeo il vero significato della fiducia, dell’amore sostenuto anche nella fatica; il gioco fa vivere alla coppia la difficoltà di essere sempre complici, e capaci di accettarsi nelle difficoltà… vi saranno infatti alcune coppie che, per posizioni troppo complicate, non riusciranno a mantenere l’equilibrio. Questo è normale e giusto, bisogno solo saperlo accettare! FILMS Dietro l’ironica dolorosa constatazione della fatica di amare, il film si presta ad un’analisi critica dei passaggi fondamentali che è importante si realizzino nella vita di una coppia dall’innamoramento in poi MANUALE D’AMORE Soggetto: L’INNAMORAMENTO - Il giovane Tommaso, disoccupato, vede la coetanea Giulia, se ne innamora, la corteggia con insistenza, fino a quando le chiede di sposarlo, e lei accetta. LA CRISI - Nello stesso albergo dove Giulia e Tommaso sono in viaggio di nozze, si trovano anche Barbara e Marco, marito e moglie. Quando tornano a casa a Roma, i due devono fare i conti con un rapporto in forte crisi. Lui non si sente pronto per avere figli, lei non capisce i dubbi di lui. Mentre, su una panchina, si lasciano andare ad un abbraccio, Marco vede che la sua macchina sta per essere portata via dal carro attrezzi. ABBANDONO - Ad ordinare la rimozione é la vigilessa Ornella, che poi si fa convincere a non procedere. Nei giorni successivi Ornella verifica di persona che il marito Gabriele la tradisce. Va via di casa con il figlioletto, e rifiuta ogni proposta di riconciliazione. Solo dopo avere avuto un rapido rapporto con Alberto, inquilino nel palazzo e giornalista televisivo, Ornella decide che è il momento di tornare a casa. ABBANDONO - Nella libreria dove Tommaso lavora, il dentista Goffredo acquista un audiolibro intitolato ‘Manuale d’amore’. Goffredo non sa darsi pace per essere stato abbandonato dalla moglie, e invano prova a ricontattarla. La sua disperazione lo porta un giorno sul mare e poi in un locale sulla spiaggia gestito dalla giovane Livia. I due fanno amicizia, e poi lui decide di fermarsi da lei. Livia é la sorella di Tommaso. Valutazione Pastorale: Si tratta di una commedia che cerca di replicare ai giorni nostri la fortunata stagione del film ad episodi, di lunghezza variabile, talvolta indipendenti, talaltra (come in questo caso) tenuti insieme da qualche esile punto di contatto. Parlando genericamente di amore e affrontando qualche variante, più o meno originale, delle mille sfumature degli affetti, il copione vuole essere una sorta di piccolo compendio degli affanni sentimentali, un diario minimo di inciampi, bugie, sincerità, incomprensioni. Si può dire che non ci sia niente di nuovo, ma l’impaginazione dei quattro episodi é abbastanza controllata e non sgradevole, affidata ad un miscela, che mette insieme le vecchie (é già tale Carlo Verdone) e le nuove generazioni (Silvio 72 AMORIINCORSO_NERO.indd 72 17/01/2006 21.44.30 Muccino), il cinema da grande schermo (Margherita Buy), e quello paratelevisivo (Luciana Littizzetto). Sostenuta da una indovinata colonna sonora, da una comicità da feuilleton (tipo ‘Cielo, mio marito!)e da qualche furbo ammiccamento, la commedia italiana si prende la propria rivincita e arriva in porto senza infamia e senza lode. Non privo di qualche spunto propositivo (il percorso dei due giovani nel primo episodio), il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, e nell’insieme brillante. Recensioni Dalle note di regia: non si tratta di episodi staccati - precisa Veronesi - perché si intrecciano tra loro personaggi e situazioni e alla fine è come se fosse un’unica storia. Il film nasce da un’idea di Vincenzo Cerami, poi ci abbiamo lavorato con lo sceneggiatore Ugo Chiti e l’abbiamo cambiata dividendola in quattro episodi”. “Il vulcanico Aurelio sta prendendo gusto al mondo del calcio e anche la sua specialità, la neocommedia all’italiana, prova a modellarsi sul meccanismo della squadra. Così il tocco-De Laurentiis cala un poker di episodi che riscrivono in scioltezza le fatidiche fasi dei percorsi di coppia: l’innamoramento, la crisi, il tradimento e l’abbandono, collegati da un esile filo comune e affidati al talento e alla forma degli attori/giocatori. Basterebbe dire, a questo punto, che ‘Manuale d’amore’ porta a casa il risultato, ma forse il pubblico pagante è anche interessato alla qualità del gioco e alle strategie messe in atto dal regista/allenatore, quel Giovanni Veronesi che dopo prove controverse ha appena trovato la giusta dimensione nel controcanto giovanilistico di ‘Che ne sarà di noi’. (...) Il film, in sostanza, mantiene ciò che promette e lo fa grazie alle armi classiche del genere, ritmo, malizia, assolo comici, applicazione artigianale. Esattamente le qualità che latitano nella lunga marcia che assomiglia sempre più a un calvario dei tanti, velleitari e sfortunati cuori sacri della nostrana produzione.” (Valerio Caprara, ‘Il Mattino’, 19 marzo 2005) “Veronesi, su un soggetto di Cerami, spacca il capello amoroso in quattro tempi, ironizzando sulla fatica di volersi bene. Ne varrà la pena? Incastrati narrativamente si agitano i giovani Muccino e Trinca, i bravi Buy e Rubini, la Littizzetto vigilessa in ardore e l’evergreen Verdone che finisce sotto il letto e sul cornicione, ma invia un lieto fine senza garanzia. Manuale, quindi il senno comune degli affetti in andataritorno, recherche della commedia italiana, fra basse e alte infedeltà, difficile voglia di ridere: è possibile ritrovare quell’ingenuità?” (Maurizio Porro, ‘Corriere della Sera’, 19 marzo 2005) SCHEDA BIBLICA 1Gv 4,7-21 : Introduzione: La prima lettera di Giovanni è uno dei passi difficili della Bibbia perché parla di cose che ad una prima lettura appaiono semplici da capire, mentre invece hanno una profondità difficilmente misurabile. Il rischio è di restare alla superficie. 73 AMORIINCORSO_NERO.indd 73 17/01/2006 21.44.30 Il segreto che racchiude è la realtà dell’Amore. Noi amiamo perché qualcuno prima ci ha amati. NB: Sarebbe importante la figura del sacerdote che analizza il brano con un po’ di esegetica, questo con lo scopo di aiutare le coppie a capire fino in fondo il messaggio d’Amore, arrivando a capire come “essere coppia cristiana”. Tuttavia, in seguito, lasciamo qualche spunto per aiutare gli animatori ad entrare maggiormente nel testo. Le parole maggiormente ripetute sono: “Amore-amiamoci-ama-etc”/ “Conosce-Riconosce”/ “…Dio è amore…”; - “amare” è usata in ogni versetto del brano, la ripetizione di questo termine vuole indicare un approfondimento, un avanzare attivo, l’Amore diventa sempre più grande, sempre più profondo. Inoltre un aspetto che sottolinea la grandezza dell’Amore di Dio è l’espressione: “Dio è amore” che viene inserita all’inizio e poi alla fine del brano come per dare un senso circolare al testo, come per farci capire che quello è il tema principale. Scrivere “Dio ci ama” anziché “Dio è amore” è la stessa cosa? No, perché nel momento in cui diventa azione si conosce già dove arriva questo amore; se io dico al mio partner “Ti amo”, lui sa già cosa vuol dire e cosa implica, cioè che per lui farò dei sacrifici, che con lui mi sento bene, le mie emozioni sono forti, mi sento rassicurata, lui è la persona giusta, etc. Scrivere e dire la parola “Amore” invece diventa qualcosa di indefinito, di impalpabile, di astratto, e l’unica cosa che si conosce è che questa è una parola buona, positiva, ma non si sa dove va a finire perché è qualcosa di grande, che non si può toccare. - “In questo” sono utilizzate per spiegare dove troviamo questo amore. Nel primo “In questo” l’amore si è manifestato attraverso l’ “unigenito Figlio”, nel secondo “In questo” l’amore di Dio è grande perché lui ci ha amati per primi mandandoci “il suo Figlio”. - “unigenito Figlio” riprende la storia di Abramo e del sacrificio di Isacco (Gn 22, 118). Dio ha mandato in mezzo agli uomini l’unico Figlio… e questi è diventato la vera espressione dell’amore che Dio ha per noi. Dio ci ha donato il suo unico figlio perché potessimo capire cosa vuol dire amare, come si fa ad amare. - “Nessuno mai ha visto Dio;…l’amore di lui è perfetto in noi”: nessuno ha mai visto Dio, però la testimonianza di Gesù è stata così grande da farci comprendere cosa vuole Dio da noi. In questo modo l’Amore donato da Gesù diventerà un nostro obiettivo, solo provando l’esperienza di vero amore per gli altri possiamo capire chi è Dio, e così facendo “l’amore di lui è perfetto in noi”. La perfezione è una richiesta che Dio ci fa ogni giorno, lui ci vuole adulti e che quindi in tutte le situazioni ci chiede di essergli vicino e di manifestare il suo Amore, anche nei momenti più difficili. Gesù sulla croce si è affidato a Dio… (Lc 23, 46). - “dono del suo Spirito”:il Padre manifesta chi è nel Figlio Gesù, e questo dialogo, questa unione che c’è tra Padre e Figlio viene chiamato Spirito. Dio non è chiuso in sé stesso, ma è universale, è un Dio che diventa uomo e ogni giorno si apre a noi e addirittura arriva ad donarci il suo Spirito. - “riconosce”:le parole conoscere-riconoscere implicano la fede… ad esempio Pietro e l’altro discepolo andarono e trovarono la tomba vuota; il riconoscere diventa per noi un’azione di amore, perché se riconosciamo che Gesù è Figlio di Dio diventiamo anche noi Figli di Dio. Dio ancora oggi si manifesta a noi, e ci “dimostra” che ci ama, attraverso la preghiera, la lettura dal vangelo, la S. Messa e nei sacramenti, e poi anche nelle persone che ci stanno accanto. 74 AMORIINCORSO_NERO.indd 74 17/01/2006 21.44.30 Domande per introdurre la lettura: quando pensiamo all’Amore di Dio a cosa pensiamo? Quali immagini del Vangelo ci vengono in mente? Lettura della prima lettera di Giovanni 4,7-16 Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio. Perché Dio è amore. In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi E l’amore di lui è perfetto in noi. Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio. Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui. DOMANDE/RICHIESTE per analizzare il testo: 1. Sottolineare le parole centrali del brano, quelle più utilizzate; 2. Qual è il segno dell’amore di Dio donato agli uomini? DOMANDE per attualizzare: 1. Il brano descrive chi ama e chi non ama. Amare implica fare delle scelte. Quali scelte ha implicato per te l’Amore… amare? 2. Nel brano l’Amore è anche un comandamento. Sembra strano visto che oggi l’amore è sentito e proposto come un sentimento spontaneo. Che significato ha questo per te? 3. “L’amore è da Dio”, verrebbe da dire anche “L’amore inizia da Dio”. Siamo inseriti in una realtà che non è nostra, che non possediamo. Nel tuo piccolo e nella coppia si riesce ad affidarsi a Lui, e quindi ad amare come faceva Gesù? 4. Nel brano l’amore di Dio diventa perfetto se ci amiamo gli uni gli altri. Come coppia, qual è il passo più grande da fare per amare veramente? 75 AMORIINCORSO_NERO.indd 75 17/01/2006 21.44.30 VOLERSI BENE 6 - MI AMI? MA COME MI AMI? “L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per sé stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso se non gli viene rivelato l’amore, se non si incontra con l’amore, se non lo esperimenta e lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente” (Redemptor Hominis, 10) Il cammino di una coppia di giovani innamorati è un continuo crescendo di esperienze, emozioni, gioie, dolori, entusiasmi, delusioni….La conoscenza dell’altro, sempre più approfondita alimenta ogni giorno che passa un sentimento più profondo, quello capace di scavalcare la fatuità della mera attrazione fisica, e che permette di dire all’altro “Ti voglio bene”. Sono molti i modi per far capire all’altro/a che Le vogliamo bene, sono molti i modi in cui la coppia può dimostrarsi vicendevolmente il proprio amore. Tutti possono essere intensi e significativi, emozionanti. Ma qual è il modello di amore che oggi viene proposto ai giovani? Basta guardare la TV, il cinema, leggere i giornali per scoprire che il modello di amore proposto oggi ai giovani è quello dell’amore fast-food, dove prendo, consumo e poi sono pronto a nuove avventure. Le statistiche dei giornali indicano senza mezzi termini come ormai l’età delle prime esperienze sessuali si sia abbassata a livelli adolescenziali. La sessualità è una componente basilare dell’amore. E’ quel complesso di gesti, di sguardi, di parole, di atteggiamenti, di attenzioni che fanno crescere la coppia, che ne esaltano il reciproco amore. Sicuramente è ben diversa dalla sfrenata ed ossessiva ricerca del rapporto fisico: quella che purtroppo molti giovani oggi scambiano per sessualità, è mera genitalità. Nella sessualità sono il rispetto e la fiducia a trionfare. Nella genitalità è invece l’egoistica ricerca del piacere fisico. E’ anche attraverso il confronto su questi temi che una coppia ha modo di capire se quella che sta vivendo è una mera infatuazione o una vera storia di amore. In questo contesto è importante il confronto anche con quanto sostiene la Chiesa a riguardo, e spesso si avverte molta superficialità sull’argomento. Obbiettivo Non si è mai finito fino in fondo di conoscere la persona con la quale abbiamo scelto di iniziare a camminare insieme. Ora però la conoscenza matura in un sentimento più profondo: dal germoglio inizia a delinearsi un fusto via via destinato ad arricchirsi di rami, gemme, fiori, foglie. Questa scheda vuole aiutare i giovani a guardarsi dentro ed a guardare ancora più in profondità nel cuore dell’altro per scoprire quanto le radici del proprio sentimento siano profonde, per scoprire i percorsi che possano aiutare questo sentimento a maturare ed a cementarsi, per scoprire anche se la scelta più matura sia quella di lasciare un percorso che non ci convince. La scheda si propone di fornire strumenti che aiutino i giovani a comunicare con sempre maggior profondità tra di loro, a sviluppare la dimensione del rispetto reciproco, a trovare risposte alle parecchie domande soprattutto riguardo al modo di affrontare, gestire e vivere la propria sessualità. 76 AMORIINCORSO_NERO.indd 76 17/01/2006 21.44.30 PREGHIERE Signore, ti ringraziamo d’averci dato l’amore. Ci hai pensato «insieme» prima del tempo, e fin d’ora ci hai amati così, l’uno accanto all’altro. Signore, fa’ che apprendiamo l’arte di conoscerci profondamente; donaci il coraggio di comunicarci le nostre ispirazioni, gli ideali, i limiti stessi del nostro agire. Che le piccole inevitabili asprezze dell’indole, i fugaci malintesi, gli imprevisti e le indisposizioni non compromettano mai ciò che ci unisce, ma incontrino, invece, una cortese e generosa volontà di comprenderci. Dona, Signore, a ciascuno di noi gioiosa fantasia per creare ogni giorno nuove espressioni di rispetto e di premurosa tenerezza affinché il nostro amore brilli come una piccola scintilla del tuo immenso amore. G. Perico CANZONI ♦ Spesso le canzoni rappresentano la colonna sonora delle nostre storie d’amore. Ma ci soffermiamo mai ad analizzarne il testo? Potremmo scoprire che al di là dell’orecchiabilità di un motivo, si nascondono spesso spunti di riflessione interessanti. Ti proponiamo alcuni testi significativi. Se li conoscete provate a cantarli assieme concentrandovi poi sui testi, e comunicandovi le vostre impressioni. 77 AMORIINCORSO_NERO.indd 77 17/01/2006 21.44.31 AMARSI UN PO’ (Lucio Battisti) Amarsi un po’ è come bere più facile è respirare Basta guardarsi e poi avvicinarsi un po’ e non lasciarsi mai impaurire no Amarsi un po’ è un po’ fiorire aiuta sai a non morire Senza nascondersi manifestandosi si può eludere la solitudine però volersi bene no partecipare è difficile quasi come volare Ma quanti ostacoli e sofferenze e poi sconforti e lacrime per diventare noi veramente noi uniti indivisibili vicini ma irraggiungibili TEOREMA ( Marco Ferradini) Prendi una donna, dille che l’ami, scrivile canzoni d’amore. Mandale rose e poesie, dalle anche spremute di cuore. Falla sempre sentire importante, dalle il meglio del meglio che hai, cerca di essere un tenero amante sii sempre presente risolvile i guai. E stai sicuro che ti lascerà, chi é troppo amato amore non dà. E stai sicuro che ti lascerà, chi meno ama é più forte si sa Prendi una donna, trattala male, lascia che ti aspetti per ore. Non farti vivo e quando la chiami fallo come fosse un favore. Fa sentire che é poco importante, dosa bene amore e crudeltà. Cerca di essere un tenero amante ma fuori del letto nessuna pietà. E allora si vedrai che t’ amerà, chi é meno amato più amore ti dà. E allora si vedrai che t’amerà chi é meno amato é più forte si sa. No caro amico, non sono d’accordo, tu parli da uomo ferito. Pezzo di pane lei se ne é andata e tu non hai resistito. 78 AMORIINCORSO_NERO.indd 78 17/01/2006 21.44.31 Non esistono leggi in amore, basta essere quello che sei. Lascia aperta la porta del cuore vedrai che una donna é già in cerca di te. Senza l’amore l’uomo che cos’é, su questo sarai d’accordo con me. Senza l’amore l’uomo che cos’é é questa l’unica legge che c’è. LA COSTRUZIONE DI UN AMORE ( Ivano Fossati) La costruzione di un amore spezza le vene delle mani mescola il sangue col sudore se te ne rimane La costruzione di un amore non ripaga del dolore è come un’altare di sabbia in riva al mare La costruzione del mio amore mi piace guardarla salire come un grattacielo di cento piani o come un girasole ed io ci metto l’esperienza come su un albero di Natale come un regalo ad una sposa un qualcosa che sta lí e che non fa male E ad ogni piano c’è un sorriso per ogni inverno da passare ad ogni piano un Paradiso da consumare dietro una porta un po’ d’amore per quando non ci sarà tempo di fare l’amore per quando vorrai buttare via la mia sola fotografia E intanto guardo questo amore che si fa piú vicino al cielo come se dopo tanto amore bastasse ancora il cielo e sono qui e mi meraviglia tanto da mordermi le braccia, ma no, son proprio io 79 AMORIINCORSO_NERO.indd 79 17/01/2006 21.44.31 lo specchio ha la mia faccia sono io che guardo questo amore che si fa più vicino al cielo come se dopo l’orizzonte ci fosse ancora cielo e tutto ció mi meraviglia tanto che se finisse adesso lo so io chiederei che mi crollasse addosso E la fortuna di un amore come lo so che può cambiare dopo si dice l’ho fatto per fare ma era per non morire si dice che bello tornare alla vita che mi era sembrata finita che bello tornare a vedere e quel che è peggio è che è tutto vero perché La costruzione di un amore spezza le vene delle mani mescola il sangue col sudore se te ne rimane la costruzione di un amore non ripaga del dolore è come un’altare di sabbia in riva al mare E intanto guardo questo amore che si fa piú vicino al cielo come se dopo tanto amore bastasse ancora il cielo e sono qui e mi meraviglia tanto da mordermi le braccia, ma no, son proprio io lo specchio ha la mia faccia sono io che guardo questo amore che si fa grande come il cielo come se dopo l’orizzonte ci fosse ancora cielo e tutto ció mi meraviglia tanto che se finisse adesso lo so io chiederei che mi crollasse addosso Sì. 80 AMORIINCORSO_NERO.indd 80 17/01/2006 21.44.31 TUTTO QUELLO CHE UN UOMO (Parole di R. Kunstler / Musica di S. Cammariere) Se non fosse per te Cosa avrebbe un senso Sotto a questo cielo immenso Niente più sarebbe vero Se non fosse per te Come immaginare Una canzone da cantare A chi non vuol’ sentirsi solo Se non fosse per te Crollerebbe il mio cielo Se non fosse per te Sarei niente, lo sai Perché senza te io non vivo E mi manca il respiro Se tu te ne vai Quando sono con te Chiudo gli occhi e già volo D’improvviso la malinconia se ne va Dai pensieri miei cade un velo E ritrovo con te l’unica verità Solamente tu sai Anche senza parole Dirmi quello che voglio sentire da te Io non ti lascerò Fino a quando vivrò Tutto quello che un uomo può fare Stavolta per te lo farò Una pioggia di stelle Ora brilla nell’aria Ed il mondo mi appare Per quello che è Un oceano da attraversare Per un cuore di donna O la spada di un re Perché senza te io non vivo E mi manca il respiro se tu te ne vai Solamente tu sai Anche senza parole Dirmi quello che voglio sentire da te C’è un tempo per l’amore Che spiegarti non so Ma che forse davvero domani Con te finalmente vivrò Tu sarai la regina Dei miei desideri L’orizzonte costante 81 AMORIINCORSO_NERO.indd 81 17/01/2006 21.44.31 Di questa realtà Tu che sei per me, come vedi Tutto quello che un uomo Sognare potrà Tutto quello che un uomo Sognare potrà TESTI INCONTRO CON L’ESPERTO Quando si scende su un terreno minato quale quello della sessualità nelle giovani coppie, è bene non affidarsi all’approssimazione: i giovani hanno domande profonde che nascono spesso dalla difficoltà di conciliare le proprie pulsioni affettive con la propria Fede, e pertanto meritano risposte precise, puntuali, chiare. Tra gli strumenti che proponiamo, consigliamo vivamente l’organizzazione di un incontro (una o due serate possono andare benissimo) nel quale si facciano intervenire da un lato uno psicologo-sessuologo, che affronti con i giovani gli aspetti relazionali-affettivi-sessuali del rapporto di coppia, e dall’altro un sacerdote (meglio se esperto di morale e comunque non troppo anziano) che spieghi con chiarezza ai giovani le indicazioni della Chiesa in questo campo. Ovviamente starà agli animatori cogliere eventuali esigenze da parte del gruppo, sulla base delle quali indirizzare la discussione. “Come distinguere innamoramento ed amore” Nei libri, negli articoli, nei dibattiti sull’amore di coppia non si distingue il vero innamoramento dalle infatuazioni. Queste gli assomigliano molto, producono un desiderio intenso, talvolta una passione, ma non creano dei legami solidi. Svaniscono improvvisamente e la gente dice “mi sono disinnamorata”. In realtà non era mai stata innamorata! La confusione tra innamoramento ed infatuazione non è diffusa solo tra le persone comuni, ma anche nei grandi autori che hanno scritto d’amore. Sartre, De rougemont, Renè Girard, paradossalmente, hanno descritto ed analizzato soltanto delle infatuazioni scambiandole per innamoramento. Sartre scrive che quando siamo innamorati ci sentiamo in balia dell’altro. A llora lottiamo per sedurlo, per apparirgli superiore, per farci adorare. Fino a renderlo schiavo. Ma così facendo annulliamo la sua libertà e ci troviamo tra le mani un pupazzo privo di interesse. Fenomeno che avviene, ma non è vero innamoramento, è una “infatuazione da dominio”. Per De Rougemont gli innamorati continuano a desiderarsi finchè non possono stare insieme, finchè sono separati. L’amora, per esistere, ha bisogno di un ostacolo, dura finchè trova un impedimento, e, tolto questo, svanisce. Anche questo tipo di amore non è vero innamoramento, ma una “infatuazione da perdita”. (…) Renè Girard ci insegna che noi desideriamo le cose che hanno gli altri, che gli altri ci indicano come desiderabili. Molti si struggono di passione per una donna od un uomo finchè è fidanzato, finchè nonè loro, finchè non ha detto di sì. Ma non appena sono riusciti a strapparlo al rivale la passione scompare. Nel vero innamoramento invece l’amore si intensifica proprio quando l’altro ci riama. Si trattava perciò di una 82 AMORIINCORSO_NERO.indd 82 17/01/2006 21.44.31 “infatuazione competitiva”. Vi è poi l’”infatuazione divistica” rivolta verso coloro che tutti ammirano, desiderano. Le ragazze impazziscono per il loro divo, farebbero qualsiasi cosa per lui. (….) L’ultima è l’”infatuazione erotica” fondata solo sul piacere sessuale. Anche questa può essere intensissima, travolgerci completamente. Come si distingue allora dall’innamoramento? Perché non c’è trasfigurazione del mondo, non abbiamo bisogno continuamente dell’altra persona, non ci domandiamo ossessivamente se ci ama. Non sentiamo la necessità di raccontargli la nostra vita, di ascoltare la sua, di vedere il mondo come l’ha visto da bambino, ci addormentiamo tranquillamente la notte senza averlo sentito per telefono. E ci accorgiamo che non potremmo condividere con lui/lei ogni cosa, per sempre. Francesco Alberoni (Dal Corriere della Sera del 26/01/2004) Riflettiamo insieme ♦ Le argomentazioni esposte come incrociano il nostro vissuto? Le condividiamo, non le condividiamo, ma vediamo che in molti casi funziona così, non le condividiamo per niente? Abbiamo capito se il nostro è vero amore oppure una semplice “cotta”? CRESCERE NELL’AMORE Lungo la strada che conduce all’amore, molti si fermano sedotti dai miraggi dell’amore se senti il tuo cuore battere forte, forte in presenza di una data persona, questo non è amore, ma sensibilità. Se ti sei « lasciato prendere » dalla sua forza suadente, o dal suo fascino, se, sedotto, « ti abbandoni », non è amore, ma cedimento. Se, sconvolto, vai in estasi per la sua bellezza e la contempli per gioirne, se trovi il suo spirito interessante e cerchi il piacere della sua conversazione, non è amore, ma ammirazione. Se, con tutte le tue forze, desideri ottenere uno sguardo, una carezza, un bacio, se sei pronto a tutto per tenerla fra le braccia e possedere il suo corpo, non è amore, ma desiderio violento nato dalla tua sensualità. Amare, non è essere commosso da un altro, avere dell’affetto sensibile per un altro, abbandonarsi ad un altro, ammirare un altro, desiderare un altro,voler possedere un altro. Amare, è essenzialmente donarsi ad un altro e agli altri. Amare, non è « sentire ». Se aspetti per amare di essere spinto dalla tua sensibilità, amerai pochi uomini sulla terra... e certamente non i tuoi nemici. Amare non è uno slancio istintivo, è la decisione cosciente della tua volontà di andare verso gli altri e di donarsi a loro. Se troppo spesso ti diverti a fare il « Pollicino » della favola, ritroverai sempre la tua strada, la strada che porta solo a te stesso. Perditi spontaneamente, dimenticati e amerai più sicuramente. I,a fame ti spinge ad uscire di casa per comprare il pane. Tu spalanchi la porta per ammirare il tramonto. Tu corri incontro all’amico, che hai scorto dalla finestra. AMORIINCORSO_NERO.indd 83 83 17/01/2006 21.44.31 Così, il desiderio, l’ammirazione, l’affetto sensibile possono strapparti a te stesso e gettarti sulla via del dono, ma tali sentimenti non sono ancora l’amore. Il Signore te li offre come mezzi — specialmente nell’unione dell’uomo e della donna — per aiutarti a dimenticarti e condurti all’amore. L’amore è una strada a senso unico che parte sempre da te per andare verso gli altri. Ogni volta che prendi un oggetto o qualcuno per te, cessi di amare perché cessi di donare. Tu cammini a ritroso. Tutto ciò che incontri sulla tua strada è fatto per permetterti di amare di più: il cibo, per sviluppare la vita che devi donare, attimo per attimo,la motocicletta, perché tu corra più in fretta a donarti, un disco, un film, un libro, per arricchirti, distenderti e disporti a donare di più, gli studi, per conoscere e prepararti a meglio servire gli altri, il lavoro, perché tu possa dare la tua parte di sforzo alla costruzione del Mondo, e procurare il pane al tuo focolare, l’amico, perché possiate donarvi l’uno all’altro e, reciprocamente arricchiti, donarvi poi agli altri, lo sposo, la sposa, per donare insieme la vita, il figlio, per donarlo al mondo, e poi ad un altro... Avviati per la tua strada. Accogli tutto ciò che vi è di buono, ma per donarlo interamente. Se trattieni a te, per te, qualcosa o qualcuno, non dire d’amare questo oggetto o questa persona, perché nel momento in cui li afferri per trattenerli e custodirli — fosse pure per un attimo — l’amore muore tra le tue dita. Se cogli dei fiori, è per farne un fascio. Se ne fai un mazzo, è per offrirlo all’amata... perché il fiore non è fatto per avvizzire nelle tue mani, ma per donare gioia e far nascere il frutto. Se, cogliendolo, non hai il coraggio di offrirlo, va diritto per la tua strada. Anche nella vita, se ti senti incapace di passare davanti ad un oggetto o ad un viso senza prenderli per te solo, allora va diritto per la tua strada. Per amare, occorre esser capaci di rinunciare a sé. Riesamina spesso l’autenticità e la purezza dei tuoi amori. Non porti semplicemente la domanda: amo? Di a te stesso: rinuncio a me, mi dimentico, mi dono? Non illuderti di amare, perché doni oggetti, denaro, strette di mano, un bacio, anche un po’ del tuo tempo, della tua attività... senza donare te stesso. Amare, non è donare qualche cosa, ma soprattutto donare qualcuno. Tu amerai se ti donerai o se ti unirai interamente ai tuoi doni, anche i più materiali. Perché fischiare al tuo cane; se ti è affezionato non ti raggiungerà lo stesso? Perché dire: io mi dono, se invece sei prigioniero delle cose, delle persone o di te stesso? Se « tieni » alla tua stilografica, ai tuoi utensili, ai tuoi « affari », alla tua opera, alla tua azione, o alla tua comodità, o ai tuoi agi, o alle tue relazioni, ai tuoi amici, per se stessi, non potrai donare e donarti. Se sei « attaccato », occorre che tu ti « distacchi » per poter amare. Essere « distaccato », non vuol dire essere indifferente, anzi vuoi dire stimare, ammirare, apprezzare, amare talmente da non voler accaparrare e restare un solo attimo senza far profittare gli altri delle proprie ricchezze. Il vero amore, perché libera dalle cose e da se stessi, rende liberi. Amerà di più chi si donerà di più. Se vuoi amare fino in fondo, devi essere pronto a donare tutta la tua vita, cioè a morire a te, per gli altri e per l’altro. 84 AMORIINCORSO_NERO.indd 84 17/01/2006 21.44.31 Se credi che amare sia facile, t’illudi. Ogni amore, se è autentico, ti porterà prima o poi la sua croce, perché dal peccato in poi è duro dimenticarsi e morire a sé. Da quando esiste il peccato, amare è essere capace di crocifiggersi per gli altri. Se cerchi di ricevere, non otterrai nulla. Bisogna donare. Se doni dicendo: così poi riceverò, non otterrai nulla. Bisogna donare gratuitamente. Se doni lealmente, senza nulla aspettarti, riceverai tutto. Il più difficile nell’amore è il rischio, la rinuncia nella notte, il passo nella morte... per raggiungere la vita. È per questo che spesso indietreggi davanti all’amore autentico. Esiti, ingannato e sedotto dall’offerta, immediatamente redditizia, dei falsi amori. Hai paura di non ricevere e prendi un acconto. Se ami, ti doni. Se ti doni agli altri, ti arricchisci degli altri. Così l’amore accresce all’infinito colui che ama, perché chi accetta di distaccarsi da se stesso, scopre tutti gli altri e si unisce all’intera Umanità. L’amore falso, l’egoismo, il ritorno in se stessi è sempre accompagnato dalla delusione, dalla frustrazione della persona, perché vi è fallimento di espansione, invecchiamento, morte. L’amore vero offre sempre la gioia, perché è espansione della persona, completamento, dono della vita. Chi ha amato più di tutti, è stato Gesù Cristo; non perché Egli abbia avuto il più grande affetto sensibile per gli uomini, ma perché Egli ha donato più di tutti il più coscientemente, il più volontariamente, e il più gratuitamente. Se tralasci di donare, non puoi più amare, se non ami più, interrompi la tua ascesa, se interrompi la tua ascesa, arresti il tuo completamento, e cessa per te la crescita in Dio, perché amare è incamminarsi per la strada di Dio e incontrarlo. (Michel Quoist, Riuscire) CHIESA E SESSO: non solo peccato “I giovani conoscono benissimo l’anatomia del sesso. Quello che una volta bisognava sbirciare nelle enciclopedie adesso è spiattellato a tuto volume da riviste, film, videocassette. Grazie alle stesse fonti nemmeno la “meccanica” del sesso, dalle posizioni più elementari a quelle più acrobatiche, presenta problemi di conoscenza. I giovani sanno anche che il sesso è a rischio AIDS. Ormai se gli dici “sesso”, essi rispondono d’istinto “Preservativo” Quello che i giovani non sanno molto è che il sesso non è una funzione, ma è “noi” che esistiamo come maschi e come femmine. Quando la cronaca o l’esperienza diretta fanno emergere i turbamenti profondi, le reazioni violente che il sesso provoca essi rimangono perplessi: “Come mai una cosa così naturale crea macelli che le altre funzioni biologiche non provocano?” Perchè il sesso produce schianti interiori, stupri, violenze, vendette?” I giornalisti ed i tuttologi televisivi spiegano tutto con “improvvisi raptus di follia” Ma i giovani sono troppo intelligenti per accontentarsi. Mi trovo molto spesso a parlare di sesso con gruppi di giovani. Sorvolo sull’anatomia e la meccanica. Proietto e commento 120 diapositive che dimostrano come maschio e femmina, eccettuati gli organi genitali, hanno tutto uguale ma tutto diverso. “Non vi 85 AMORIINCORSO_NERO.indd 85 17/01/2006 21.44.31 sembra che gli organi genitali e la loro meccanica siano una battuta di una canzone composta da Giosy Cento?” I giovani annuiscono e si dimostrano felici di conoscere quello che intuivano e speravano. Che cioè il sesso non è una cosa che si fa, ma è noi che esistiamo come maschi e come femmine. Che vivere la sessualità non è fare ginnastica genitale, ma conoscere sé stessi e gli altri nelle uguaglianze e nelle diversità, scoprendole, coltivandole, facendole diventare meraviglia. Appena la loro conoscenza del sesso sale un po’ di livello, i giovani pongono la domanda: “Perché la Chiesa considera il sesso peccato?” Si manifesta così ciò che i giovani proprio non conoscono: la proposta cristiana della sessualità. Dalle raccomandazioni dei genitori e dai rimasugli del catechismo, essi pensano che la proposta cristiana non vada più in là del “No al sesso, perché è peccato”. Per questo recepiscono gli interventi della Chiesa con fastidio, come se fossero un tentativo, quasi sadico, di impedire i “sì” e la gioia del sesso. Ignorano del tutto che la proposta evangelica del farsi liberamente “eunuchi per il regno dei cieli (Matteo 19,12)” non è un invito a perdere la gioia dell’incontro maschio-femmina, ma a trovarne una più grande. La ignorano perché le riviste, i film e le videocassette non gliene parlano. E quelle che gliene parlano lo fanno per lo più limitandosi a ripetere ossessivamente i no. Ma nessuno accetta un no, se esso non lascia intravedere un sì più grande. E siccome davanti alla barriera dei no anche un sì piccolo piccolo diventa seducente, i giovani rischiano di cantare l’unica battuta della complessa canzone del sesso: l’anatomia e la meccanica. Con tanta nostalgia per il “resto”. Che intuiscono. E desiderano. Tonino Lasconi (sacerdote, da Famiglia Cristiana n° 2/1996) LA QUESTIONE DEI RAPPORTI PRE-MATRIMONIALI: Benchè la trattazione del tema meriti un contesto più approfondito sulla sessualità umana che forse esula dalle finalità di questo sussidio, certamente l’argomento suscita interesse nei giovani innamorati. Proprio per questo proponiamo alla lettura tre possibili testi di natura diversa; il primo più di taglio pastorale, il secondo di taglio teologico, il terzo di tipo magisteriale, lasciando aperta la scelta di quale utilizzare leggi in coppia e confronta 1) “Don, la chiesa proprio non la capisco; ma come può essere che è male che due fidanzati abbiano rapporti tra loro? Capisco che è una cosa così importante che non può essere banalizzata e affrettata; ma quando due si vogliono bene, cosa c’è che possa unirli di più?” E questo quando va bene, ovvero quando si accostano alla domanda ragazzi formati, con una sensibilità cristiana. Perché in realtà, nell’opinione comune, la Chiesa fa una figura ben peggiore: bacchettona e non al passo con i tempi, sessuofobia e invischiata nella morale del NO! E pensare che proprio per il motivo contrario la Chiesa sceglie di essere esigente in materia di morale sessuale: sì, perché in una cultura che banalizza la sessualità riducendola a pura genitalità, la morale cristiana indica una via impegnativa, perché è convinta del valore grandissimo che la sessualità ha nel vissuto della persona umana. Nel pensiero della Chiesa il rapporto sessuale è l’apice dell’espressività della comunione tra due persone: una comunione di pensiero, di intenti, di ideali, di sentimenti, di fede che trova la sua espressione corporea nel diventare una sola carne. Ogni espressione gestuale in cui il nostro corpo è coinvolto, esprime significati diversi; così anche nel rapporto di coppia, esiste una progressività del costruirsi della relazione, che si esprime in una gradualità di sentimenti e di manifestazioni esterne. Nel pensiero della Chiesa, 86 AMORIINCORSO_NERO.indd 86 17/01/2006 21.44.32 il rapporto sessuale si colloca al punto più alto della scala delle espressioni corporea della relazione: per l’implicazione totale della persona che esso comporta, e per il legame interpersonale radicalmente nuovo che esso genera , esso è il gesto espressivo di quella comunione d’amore totale, unica e definitiva che si genera con il matrimonio: dice infatti la volontà reciproca di dono e di appartenenza totale che nulla ormai può più dividere. In questo senso allora l’atto sessuale che unisce due sposi, assume un valore sacramentale: è l’espressione della comunione d’amore che è Dio e dell’amore totale e definitivo con cui Cristo ha amato la Chiesa offrendo se stesso per essa. Se così è, il rapporto sessuale vissuto prima del matrimonio, rappresenta uno svilimento dei suoi significati più profondi: è menzoniero, perché quell’amore unico, totale, indissolubile che esso esprime, in realtà non c’è ancora! Il tempo del fidanzamento allora diventa il tempo del paziente ed entusiastico conoscersi e scoprirsi, alla ricerca di costruire un rapporto vero e profondo, in cui maturare la capacità di conoscersi, di sapersi aspettare, di accogliersi, di donarsi e di dominarsi per poterlo fare. Come tutti i cristiani, anche i fidanzati sono chiamati alla castità dei loro rapporti: “Da fidanzati crescere nella castità è tentare e ritentare di vivere in continenza per poter sviluppare al massimo forme pure e gratuite di tenerezza. Messi alla prova, si scopre la gioia del reciproco rispetto, ci si allena alla fedeltà e alla speranza di riceversi l’un l’altro come dono di Dio, si impara ad amare dopo essere stati presi dall’innamoramento. Così con serena consapevolezza i fidanzati decidono di riservare al tempo del matrimonio-sacramento il tipo di linguaggio proprio dell’amore coniugale, cioè la congiunzione sessuale corporea; e la virtù della castità li aiuta vicendevolmente a personalizzare tutti i loro rapporti.” (Attilio Nicora, La virtù cristiana della castità, sfida evangelica all’edonismo e via alla carità, Verona 1997) 2) Il gesto sessuale Il gesto sessuale - pur nella gradualità delle sue forme-rimanda a una decisione dell’essere umano, «corpus et anima unus», e a un impegno. Quanto più il gesto sessuale è espressivo del dono di sé all’altro/a, tanto più coinvolge e pone in gioco le persone e la loro decisione mutua di appartenersi. Il gesto sessuale non è mai neutro; suppone sempre un significato e rimanda a una decisione personale. Solo nel matrimonio Entro questo contesto si comprende perché il cristianesimo sia contrario alla consumazione sessuale dell’amore reciproco, uomo-donna, prima del matrimonio, e quindi ai rapporti prematrimoniali. Solo nel matrimonio, infatti, si manifesta ed è sancita, in modo totale ed esclusivo, la decisione dei due, uomo e donna, di appartenersi definitivamente, con un consenso che implica il tutto e il per sempre, e si verifica quindi il contesto adeguato di realizzazione personale della loro vocazione all’amore e alla comunione, quale è stata ridonata in Cristo e nel dono del suo Spirito. Solo nel matrimonio, inoltre, l’amore e la sessualità possono debitamente aprirsi al dono della vita, accoglierla e farla crescere. Perché… La posizione cristiana va in questa direzione non per un principio aprioristico, ma per la consapevolezza - che le deriva dalla rivelazione - che l’autentica realizzazione della persona umana, dell’amore fra due giovani e della coppia può realizzarsi solo in un contesto di totalità e di definitività come è quella posta in essere dal matrimonio. Una dedizione sessuale completa che non avvenga in un ambito di questo genere comporta un alto rischio di frustrazione dei valori stessi di cui è portatrice e simbolo. C.ROCCHETTA, Il sacramento della coppia, EDB, Bologna, 1996, p. 97-98 3) 7. Molti oggi rivendicano il diritto all’unione sessuale prima del matrimonio, almeno quando una ferma volontà di sposarsi e un affetto, in qualche modo già coniugale 87 AMORIINCORSO_NERO.indd 87 17/01/2006 21.44.32 nella psicologia dei soggetti, richiedono questo completamento, che essi stimano connaturale; ciò soprattutto quando la celebrazione del matrimonio è impedita dalle circostanze esterne, o se questa intima relazione sembra necessaria perché sia conservato l’amore. Questa opinione è in contrasto con la dottrina cristiana. secondo la quale ogni atto genitale umano deve svolgersi nel quadro del matrimonio. Infatti, per quanto sia fermo il proposito di coloro che si impegnano in tali rapporti prematuri, resta vero, però, che questi non consentono di assicurare, nella sua sincerità e fedeltà, la relazione interpersonale di un uomo e di una donna e, specialmente di proteggerla dalle fantasie e dai capricci. Ora, è un’unione stabile quella che Gesù ha voluto e che ha restituito alla sua condizione originale, fondata sulla differenza del sesso. «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non separi» (cf. Mt 19,4-6). San Paolo è ancora più esplicito quando insegna che, se celibi e vedovi non possono vivere in continenza non hanno altra scelta che la stabile unione del matrimonio: È meglio sposarsi che ardere» (1 Cor 7,9). Col matrimonio, infatti, l’amore dei coniugi è assunto nell’amore irrevocabile che Cristo ha per la chiesa (cf. Ef 5,25-32), mentre l’unione dei corpi nell’impudicizia(12) contamina il tempio dello Spirito santo, quale è divenuto il cristiano. L’unione carnale, dunque, non è legittima se tra l’uomo e la donna non si è instaurata una definitiva comunità di vita. Ecco ciò che ha sempre inteso e insegnato la chiesa,(13) trovando, peraltro, nella riflessione degli uomini e nelle lezioni della storia un accordo profondo con la sua dottrina. L’esperienza ci insegna che, affinché l’unione sessuale possa rispondere veramente alle esigenze della finalità, che le è propria dell’umana dignità, l’amore deve trovare la sua salvaguardia nella stabilità del matrimonio. Queste esigenze richiedono un contratto matrimoniale sancito e garantito dalla società, tale da instaurare uno stato di vita di capitale importanza, sia per l’unione esclusiva dell’uomo e della donna, sia anche per il bene della loro famiglia e della comunità umana. Il più delle volte, infatti, accade che le relazioni prematrimoniali escludono la prospettiva della prole. Ciò che viene presentato come un amore coniugale non potrà, come dovrebbe essere, espandersi in un amore paterno e materno; oppure, se questo avviene, risulterà a detrimento della prole, che sarà privata dell’ambiente stabile, nel quale dovrebbe svilupparsi per poter in esso trovare la via e i mezzi per il suo inserimento nell’insieme della società. (Congregazione per la dottrina della fede, Persona humana, alcune questioni di etica sessuale, 1975) Riflettiamo insieme ♦ ♦ ♦ Anche in questo caso: Condividete le argomentazioni esposte? Avete mai parlato insieme del rapporto tra la Vostra Fede, il Vostro modo di amarvi e la Vostra sessualità? Che cosa pensate della visione cristiana della sessualità? 88 AMORIINCORSO_NERO.indd 88 17/01/2006 21.44.32 GIOCHI – TEST ♦ Comunicare l’amore è difficile. Timidezza, nervosismo, luoghi, tempi e momenti non adatti possono rovinare l’incantesimo di una delle emozioni più intense che si possano vivere: dire all’altra persona “Ti voglio bene, Ti amo”. L’era informatica dei telefonini, degli sms, delle e-mail, ha fatto cadere in disuso l’arte di scrivere, di trasmettere i propri sentimenti attraverso una lettera d’amore. Eppure questa è la situazione più agevole per un innamorato timoroso del contatto fisico: poter dire all’amata tutto quello che sente, avendo la calma per poterlo fissare su una lettera. Lettera che un giorno potrà diventare fonte di teneri ricordi e nuove emozioni. Vi invitiamo dunque a questo esercizio: provare a scriverVi reciprocamente una lettera d’amore. Ecco qualche prezioso suggerimento. Caratteristiche di una lettera d’amore 1 - Si inizia la lettera con Caro/cara.... oppure Amato/amata... 2 - Concentrarsi sul partner pensando a una sua dote positiva, una qualità vista di recente. 3 - Si descrive il fatto accaduto o si risponde alla domanda/sollecitazione posta, ponendo attenzione ai propri sentimenti - bisogni - valori 4 - Si esprime il sentimento più forte provato di fronte al fatto che ha motivato la lettera d’amore (es. tristezza, paura, rabbia, disgusto, timore, incertezza, disagio, inadeguatezza, ecc.). 5 - Si scrive tenendo davanti alla mente il volto del partner. 6 - Si scrive per confidarsi al proprio partner come al miglior amico. 7 - Si conclude la lettera affettuosamente con un proponimento, un progetto: la proposta finale dev’essere una richiesta d’aiuto e non una pretesa. Dopo avere concluso entrambi di scrivere: 8 - Si scambiano le lettere e ognuno legge quella dell’altro per due volte: a - la prima volta per conoscere le cose scritte; b - la seconda per ascoltare la persona amata, oltre le parole scritte. GIOCO : E’ AMORE QUESTO? 1 - MOMENTO PERSONALE Questo gioco induce le coppie a riflettere le proprie idee sull’amore rispetto a frasi fatte che si sentono tra la gente. Ora da solo/a leggi le frasi riportate qui sotto e segna una crocetta quelle che ritieni giuste. 89 AMORIINCORSO_NERO.indd 89 17/01/2006 21.44.32 MOMENTO DI COPPIA a) CONFRONTO DI COPPIA: Dopo aver, ciascuno per conto proprio, segnato le frasi che ritenete giuste, confrontate le vostre risposte con il partner e comunicate il/i motivo/i che vi hanno portato alla scelta e che significato ha per voi la stessa scelta. FILMS L’ULTIMO BACIO Soggetto: Carlo, vicino ai trenta anni e con un buon lavoro, vive con Giulia. Lei annuncia ai loro genitori di essere incinta. Anna, madre di Giulia, é nella fase critica in cui arriva la paura di invecchiare: il rapporto col marito Emilio non la soddisfa, vorrebbe nuove emozioni ma non trova la necessaria decisione. Carlo frequenta spesso gli amici coetanei. Ora si festeggia l’addio al celibato di Marco. Il clima sembra allegro, ma in realtà Adriano, Alberto e Paolo non sono felici: Adriano, marito e padre, litiga troppo di frequente con la moglie; Alberto non riesce a creare un legame stabile; Paolo cerca di trattenere Arianna chiamandola a tutte le ore e non riuscendo così ad occuparsi del padre molto malato. Accanto a loro, anche Carlo non riesce a trattenere qualche accenno di insoddisfazione. Al matrimonio di Marco, Carlo conosce Francesca, 18 anni, studentessa. Mentre Anna trova il coraggio per lasciare Emilio e andare a vivere da un’amica, Carlo e Francesca si rivedono, e lei lo invita ad una festa dei compagni di scuola. Per andarci, Carlo mente a Giulia ma la bugia viene subito scoperta: muore infatti il padre di Paolo, Giulia va da lui e qui incontra anche Adriano che doveva essere con Carlo. Quando si rivedono, Giulia assale con veemenza Carlo e gli dice di voler troncare la relazione. Sentendosi disperato, Carlo riesce prima a respingere Francesca, che gridava di essere innamorata di lui, e poi a riequilibrare con fatica la situazione andando a casa dei genitori di Giulia. Qualche anno dopo. Mentre Alberto, Paolo e Adriano, sono partiti per l’Africa nel tentativo di cambiare vita, Carlo e Giulia sono ormai sposati e hanno una bellissima bambina, Sveva. Ecco Giulia intenta a fare footing. Un ragazzo le si avvicina per accompagnarla nella corsa. Valutazione Pastorale: C’é un argomento che ritorna costante nei (finora) tre film di Muccino ed è per lui una specie di ossessione: quello dei bilanci da preparare, dei giudizi da dare su se stessi, delle conclusioni da trarre su quello che si è realizzato. Al pari di “Ecco fatto” e di “Come te nessuno mai”, anche qui un gruppo di personaggi si mescola, si confonde, si evidenzia: le singole individualità vanno a costituire il quadro più generale, a disegnare l’affresco generazionale. I trentenni, soprattutto: attraversano la loro crisi (come l’hanno attraversata quelli dei decenni precedenti), ma i punti di riferimento non esistono più. Non c’é ribellione ad un sistema, non ci sono ideologie da inseguire, non ci sono sistemi sociali da imitare. C’è invece, ed è forte, la paura del vuoto, della solitudine, del non sapere ‘cosa fare’. Alla fine sono i rapporti sentimentali a dettare i tempi della giornata, a condizionare lo sviluppo di emozioni e reazioni. Intorno al nucleo principale (il rapporto Carlo/Giulia), il copione sviluppa come in cerchi concentrici tutte le altre situazioni. E Muccino ha mano sicuramente felice sia nello scrivere dialoghi svelti ed efficaci sia nel dirigere alla maniera delle commedie italiane di un tempo: senza pause, senza tempi 90 AMORIINCORSO_NERO.indd 90 17/01/2006 21.44.32 morti, con una saggia direzione degli attori. Così dai trentenni il quadro si allarga ai loro genitori (quindi il ‘prima’) e ai 18enni (quindi il ‘dopo’). Traspare amarezza dalle vicende, e certo Muccino ha più dubbi che sicurezze sull’amore, sulla famiglia, sulla durata degli equilibri: e li mette in campo, li denuncia, li offre allo spettatore. Si resta coinvolti e si è indotti a riflettere. Per questo, dal punto di vista pastorale, il film è da valutare sostanzialmente come accettabile, esprimendo qualche riserva per alcuni passaggi meno controllati, ma sottolineandone il convincente tono realistico. ♦ Quale tipo di amore e di rapporto affettivo propone questo film? Vi riconoscete in alcune situazioni proposte dalla pellicola? Discutete ed esponete le problematiche che emergono dalla visione del film, e soprattutto quale idea di amore e quali valori o disvalori avete colto. ♦ Dello stesso autore si consiglia in alternativa la visione di “Come te nessuno mai” (VEDI SCHEDA N° 3) SCHEDA BIBLICA Il Cantico dei Cantici è il libro dell’Amore della Bibbia. Il fatto che un libro del genera sia presente nel testo sacro significa che anche in esso si ritrova la rivelazione di Dio, la Parola che Dio ci ha voluto rivolgere. Significa quindi che l’esperienza umana dell’Amore è rivelatrice del volto di Dio. Il brano scelto si trova nel cuore del libro ed è un canto della bellezza fisica e dell’attrazione sessuale dell’uomo e della donna. Cantico dei Cantici: 7,2-14 Lo sposo [2]«Come son belli i tuoi piedi nei sandali, figlia di principe! Le curve dei tuoi fianchi sono come monili, opera di mani d’artista. [3]Il tuo ombelico è una coppa rotonda che non manca mai di vino drogato. Il tuo ventre è un mucchio di grano, circondato da gigli. [4]I tuoi seni come due cerbiatti, gemelli di gazzella. [5]Il tuo collo come una torre d’avorio; i tuoi occhi sono come i laghetti di Chesbòn, presso la porta di Bat-Rabbìm; il tuo naso come la torre del Libano che fa la guardia verso Damasco. [6]Il tuo capo si erge su di te come il Carmelo e la chioma del tuo capo è come la porpora; un re è stato preso dalle tue trecce». [7]Quanto sei bella e quanto sei graziosa, 91 AMORIINCORSO_NERO.indd 91 17/01/2006 21.44.32 o amore, figlia di delizie! [8]La tua statura rassomiglia a una palma e i tuoi seni ai grappoli. [9]Ho detto: «Salirò sulla palma, coglierò i grappoli di datteri; mi siano i tuoi seni come grappoli d’uva e il profumo del tuo respiro come di pomi». La sposa [10]«Il tuo palato è come vino squisito, che scorre dritto verso il mio diletto e fluisce sulle labbra e sui denti! [11]Io sono per il mio diletto e la sua brama è verso di me. [12]Vieni, mio diletto, andiamo nei campi, passiamo la notte nei villaggi. [13]Di buon mattino andremo alle vigne; vedremo se mette gemme la vite, se sbocciano i fiori, se fioriscono i melograni: là ti darò le mie carezze! [14]Le mandragore mandano profumo; alle nostre porte c’è ogni specie di frutti squisiti, freschi e secchi; mio diletto, li ho serbati per te». Lo sposo La donna è simile ad una principessa nella raffinatezza delle sue calzature, un capo di abbigliamento raro e costoso in Oriente (Gdt 16,9; Is 52,7). Le curve dei fianchi, flessuosi nei moti ritmici della danza, sono un capolavoro di artista. Il bacino (il vocabolo in ebraico indica anche l’ombelico, il pube e la sessualità femminile) è come una coppa levigata e perfetta colma di aromi e di bevande inebrianti ed afro-disiache (v. 3). La Bibbia ci invita a non relegare la sessualità con la sua fisicità a due sole aree, quella dell’anatomia medica e quella della pornografia. Essa, infatti, è anche parola concreta d’un amore e di una relazione in-teriore profonda. Il ventre (o l’addome) è comparato per la sua pelle candida e dorata al grano e ai gigli, un simbolo di fertilità. Nella tradizione musulmana si dice che il primo uomo era dello stesso colore del grano. I seni, come in 4,5, sono mobili e perfettamente uguali come se fossero due gemelli di gazzella (v. 4). Il collo candido si slancia verso il cielo come una torre d’avorio, il materiale prezioso ed aristocratico, caro alle regge orientali (ad esempio Samaria, come è stato documentato anche da Am 3,15 e dai reperti archeologici). Gli occhi sono come i due specchi d’acqua situati nei pressi della città transgiordanica di Hesbon, antica capitale degli Amorrei, passata poi alla tribù ebraica di Ruben. Due occhi limpidi, luminosi come un lago che riflette il cielo ma anche, come il poeta suggerisce allusivamente attraverso il nome ebraico hesbón che significa “intelligenza”, “comprensione”, “attenzione”, “riflessione”, due occhi ammiccanti e pieni di intelligenza3. La descrizione continua col naso confrontato — secondo gusti tipicamente orientali — col Libano che incombe come una torre di guardia sulla Siria e sulla sua capitale Damasco: prominenza, maestosità ma anche candore (“Libano” in ebraico significa anche “bianco”) del naso sono modellati senza imbarazzo su uno degli elementi più classici del paesaggio palestinese. Ed eccoci al capo che rimanda ad un altro dato topografico notissimo, il Carmelo (letteralmente “la vigna di Dio”, cioè “la vigna fertile” per eccellenza), denso di vegetazione e quindi simile ad una capigliatura folta ed 92 AMORIINCORSO_NERO.indd 92 17/01/2006 21.44.32 elegante (v. 6). Le chiome sono d’un fulvo acceso simile alla porpora mentre le trecce sono così affascinanti da impigliare un re nelle loro dolci catene. È evidente anche qui il solito occhieggiare del simbolismo regale. Lo sposo è stato imprigionato dalla malìa di questi riccioli che nell’originale ebraico sono indicati col vocabolo usato per i “canali” per suggerirne il movimento dolcissimo e lieve simile al flusso delle acque di un canale. Tra parentesi ricordiamo che nei canali si conciava e si tingeva la porpora: si spiega, così, l’ardito accostamento tra capelli e porpora. Un’esclamazione di rapimento (v. 7) per questa creatura deliziosa prepara lo sguardo finale gettato sull’insieme della donna. Essa si erge ora in tutta l’eleganza della sua linea. Il pensiero del poeta corre al l’albero più slanciato e più nobile della vegetazione subtropicale, la palma, «i cui piedi sono nell’acqua — come afferma un proverbio arabo — e la cui testa è nell’ardore del sole ». In ebraico c’è anche il nome femminile Tamar (“palma”) che spesso è sinonimo di bellezza (Gn 38,6; 2Sam 13,1; 14,2-7). La palma è anche una specie di stemma nazionale di Israele grappoli di datteri della palma sono comparati i seni che successivamente sono rappresentati come grappoli d’uva (v. 9). Lo sposo immagina di salire su questa palma viva, di stringerla a sé, di inebriarsi del suo profumo, di gustare i suoi frutti. L’immagine vegetale trascolora, allora, in quella somatica: i seni sono come un vino dolce, l’alito della donna * è denso di fragranza come un frutto fresco, il palato, cioè : baci, sono come vino squisito che scivola sulle labbra assopite dell’innamorato. Dal ritmo frenetico della danza iniziale si è giunti ora all’immobilità dell’estasi. La battuta finale della strofa è nell’originale piuttosto oscura e incerto è il personaggio che la pronunzia (lui o lei?) ma il senso sembra essere sufficientemente chiaro: i due si ritrovano nell’abbandono gioioso ed esaltante dell’amore. Ed è solo silenzio e pace La sposa A titolo di tutto il brano riecheggia la sigla poetica e spirituale del Ct (v. 11), già risuonata in 2,16 e 6,3: «Io sono del mio amato... ». Ma ora c’è una significativa variante in crescendo. La donna, usando un termine molto intenso (“passione”, “desiderio”, “pulsione”), afferma coscientemente non solo di amare ma anche di essere amata, desiderata, attesa dal suo uomo. La parità delle due persone, l’uomo e la donna, la certezza del loro mutuo possedersi e del loro reciproco donarsi sono ormai la celebrazione di un amore matrimoniale maturo e genuino. Il testo, attraverso un vocabolo da noi tradotto con “passione”, rimanda intenzionalmente ad una pagina amara, alla descrizione della tensione sessuale che il peccato aveva introdotto nella coppia: « Verso tuo marito sarà la tua passione ma egli ti dominerà» (Gn 3,16). Un desiderio insopprimibile, quasi cieco, che si scontra con la voluttà di dominio e di prepotenza del maschio. Il Ct è, invece, l’esaltazione della passione, della stessa pulsione sessuale, del desiderio perché esso è alimentato e trasformato dal lievito dell’amore. La passione allora, perde ogni traccia di egoismo ed esprime la purezza della donazione; il piacre non resta cieco ma aperto e gioioso (G. Ravasi, Cantico dei Cantici, San Paolo, 1985, p. 139-145) Riflettiamo insieme: ♦ ♦ ♦ ♦ Nel brano la dimensione fisica è un dono per l’altro. Quanto nella mia vita sono aperto ad incontrare l’altro e quanto invece cerco solo me stesso? Il brano è carico di desiderio. Quanta importanza ha per te il desiderio dell’altro/a e ciò che esso comporta: attesa, rispetto, pazienza….? Il fatto che nella Bibbia troviamo accenti così espliciti della dimensione fisica e sessuale del rapporto uomo/donna cambia qualcosa nel tuo modo di vedere le cose? Come viviamo il rapporto tra la nostra Fede e la nostra affettività? AMORIINCORSO_NERO.indd 93 93 17/01/2006 21.44.33 UNO SGUARDO AL FUTURO AMORIINCORSO_NERO.indd 94 17/01/2006 21.44.33 UNO SGUARDO AL FUTURO 7– Il coraggio di puntare in alto “Ecco i soliti che ci vogliono parlare di matrimonio”…Lungi da voi questo pensiero!! È solo che non si può vivere una vita priva di prospettive. Sarebbe come costruire la nostra casa sulla sabbia: al primo sogno disilluso, crolla tutto il castello. C’è bisogno di dare solidità alla nostra vita ed alla nostra storia d’amore. E dare solidità ad una storia d’amore, in una prospettiva cristiana come quella nella quale ci muoviamo, vuol dire iniziare a porre le basi per una relazione stabile che un giorno trovi naturale consacrazione nella celebrazione del matrimonio. Questo non vuol dire che la vostra storia d’amore, debba per forza sfociare nel matrimonio. È quello che vi auguriamo, di cuore, ma quello a cui teniamo maggiormente è che voi riusciate a capire se siete veramente fatti l’una per l’altro e viceversa. Il percorso che può portare al matrimonio non è né semplice né automatico, e deve mettere in conto anche la possibilità di un insuccesso:è giusto fare di tutto per salvare una relazione affettiva, ma è giusto saper valutare se troppe difficoltà non siano la spia che la storia non potrebbe funzionare. In questo cammino tutt’altro che facile sappiamo di avere un ottimo compagno di viaggio. Guardare al Signore e cercare in Lui, nella Sua parola il conforto alla bontà delle nostre scelte non sarà certo abdicare alla nostra autonomia, bensì un far maturare di pari passo le nostre scelte di vita e la nostra fede. Obbiettivo: Con questa scheda si vogliono fornire alcuni strumenti che possano aiutare le coppie a scoprire lo scopo del loro cammino fatto insieme… la meta della loro storia. Le coppie si metteranno in discussione rispetto al loro modo progettare il futuro, e potranno “toccare con mano” cosa significa puntare in alto! PREGHIERE PREGHIERA DEI FIDANZATI Signore, vogliamo costruire fra noi due una vera comunione di persone: concedi a noi di restare sempre aperti a Te, sorgente di amore. Liberaci dal nostro egoismo perché possiamo conoscerci realisticamente nei pregi e nei difetti. Insegnaci ad accettarci l’un l’altro come siamo, incondizionatamente, a essere generosi nel donare e umili nel ricevere. Rendici persone aperte, capaci di vero dialogo, di comunicarci l’un l’altro con sincerità il proprio mondo interiore: gioie, sofferenze, desideri, 95 AMORIINCORSO_NERO.indd 95 17/01/2006 21.44.33 aspirazioni, difficoltà. Donaci la forza del Tuo amore perché sappiamo immedesimarci l’un nell’altro per condividere tutto e formare per sempre una cosa sola. Non permettere che ci chiudiamo in noi stessi: fin d’ora vogliamo metterci insieme al servizio degli altri, specialmente dei più poveri, ed un giorno donarci ai figli. Amen. CANZONI “Io ci sarò” (883) Io non ti prometto qualcosa che non ho quello che non sono non posso esserlo anche se so che c’è chi dice per quieto vivere bisogna sempre fingere. Non posso giurare che ogni giorno sarò bello, eccezionale, allegro, sensibile, fantastico ci saranno dei giorni grigi ma passeranno sai spero che tu mi capirai. Nella buona sorte e nelle avversità, nelle gioie e nelle difficoltà se tu ci sarai io ci sarò So che nelle fiabe succede sempre che su un cavallo bianco arriva un principe e porta la bella al castello si sposano e sarà amore per l’eternità. 96 AMORIINCORSO_NERO.indd 96 17/01/2006 21.44.33 Solo che la vita non è proprio così a volte è complicata come una lunga corsa a ostacoli dove non ti puoi ritirare soltanto correre con chi ti ama accanto a te. Nella buona sorte e nelle avversità, nelle gioie e nelle difficoltà se tu ci sarai io ci sarò. Giuro ti prometto che io mi impegnerò io farò di tutto però se il mondo col suo delirio riuscirà ad entrare e far danni ti prego dimmi che combatterai insieme a me Nella buona sorte e nelle avversità, nelle gioie e nelle difficoltà se tu ci sarai io ci sarò. Nella buona sorte e nelle avversità, nelle gioie e nelle difficoltà se tu ci sarai io ci sarò. NB:Questa canzone è stata scelta perché esprime molto bene il coraggio di impegnarsi e anche la fatica del percorso futuro. Ricorda che vi sono momenti felici ma anche tristi ed il tutto si supera se si riesce a vivere insieme, a vivere in sintonia e con un solo sponsor :”COMPRENSIONE, DIALOGO E FIDUCIA RECIPROCA” . 97 AMORIINCORSO_NERO.indd 97 17/01/2006 21.44.33 TESTI PUNTIAMO IN ALTO??? COME?????? ANALIZZIAMO QUESTO BRANO “…UNA PRASSI AMERICANA” (da X.Lacroix, Il matrimonio…semplicemente) Negli Stati Uniti si sviluppa la consuetudine del contratto di matrimonio individuale, negoziato dai due firmatari in funzione delle loro necessità e dei loro desideri, delle loro richieste. Il contratto è generalmente registrato presso un notaio e, a seconda dei casi, può essere o non essere seguito dal matrimonio civile. I due coniugi convengono allora di essere legati per lo Stato. Ecco, a titolo di esempio, un contratto fra i tanti, firmato nel §1976 da due giovani americani dello Stato dell’Ohio. 1.Definizione – Per Paul e Mary, il matrimonio è un impegno affettivo, spirituale e sociale. Con questo contratto si impegnano a vivere insieme per un dato tempo, ad approfondire la loro unione, a condividere il loro amore e le loro esperienze. 2.Durata del contratto – Questo contratto ha una durata di cinque anni. Al termine di questo periodo potrà scadere o essere rinnovato. I suoi termini potranno essere rinegoziati. 3.Firma del contratto – Questo contratto sarà firmato il giorno ritenuto più opportuno dalle due parti. La firma non sarà accompagnata da alcuna cerimonia. Essendo una questione privata, non saranno invitati né parenti né amici. 4.Condizioni di vita comune – Paul e Mary abiteranno insieme. Ciò non esclude la possibilità di vivere in comunità con altri. Tutti gli impegni domestici saranno divisi. (…) Paul si occuperà dell’automobile di Mary. In cambio Mary si occuperà dei lavori di cucito per Paul. (…) 5.Denaro – Paul e Mary divideranno, in egual misura, tutte le spese correnti: affitto, spese domestiche, vitto. Ciascuno conserverà il suo conto in banca ed eviterà di dire all’altro come spendere il suo denaro. Se Paul e Mary vogliono risparmiare per un progetto comune, apriranno un conto comune a questo scopo. (…) 6.Fedeltà – Le relazioni sessuali di Paul e Mary non saranno esclusive. Chi sceglie di avere relazioni sessuali con una terza persona non è tenuto a informare l’altro. Si ritiene tuttavia preferibile di non farne un segreto, per non interrompere la comunicazione tra Paul e Mary. Costoro sono d’accordo per assegnare alle relazioni con una terza persona un carattere secondario rispetto alla relazione principale. 9.Nome – Essendo questa una relazione di due individui autonomi, Paul e Mary non sono favorevoli a un nome che trasformi uno dei due in un’appendice dell’altro. Mary si è battuta abbastanza a lungo per costruire la sua identità. Rifiuta quindi di abbandonare il suo nome e non sarà mai presentata agli altri con il nome di Signora Paul Smith. 98 AMORIINCORSO_NERO.indd 98 17/01/2006 21.44.33 DOMANDE da rispondere a coppie: 1.Come viene impostato qui il futuro? C’è spontaneità del rapporto? 2.E noi come vogliamo impostare il nostro futuro?…a volte non capita anche a noi di voler inquadrare il nostro rapporto, di calcolare qualsiasi cosa? 3. Cosa manca a questo contratto? 4. Provate a scrivere un vostro contratto rispettando la sequenza sopra scritta e se volete anche aggiungendo altri punti. NB: Queste domande verranno in seguito approfondite tutti insieme… con un confronto tra il contratto sopra descritto, quello scritto dalle coppie stesse e infine quello cristiano. APPROFONDIMENTO PER GLI ANIMATORI (da X.Lacroix, Il matrimonio…semplicemente) Dall’associazione all’alleanza Fra i giovani sono numerosi coloro che desiderano realizzarla. Molti vivono, a modo loro, una certa esperienza di fedeltà. Si possono distinguere due concezione di fedeltà. Colgo in effetti un’importante differenza: tra la fedeltà sperata e la fedeltà voluta; tra la fedeltà risultato e la fedeltà risoluta, decisa; tra la fedeltà condizionata e la fedeltà incondizionata; tra la fedeltà per il presente e la fedeltà per l’avvenire; tra la fedeltà di associazione e la deltà di alleanza; tra prestarsi e donarsi. Nella fedeltà di tipo “associativo” ciascuno resta padrone del suo gioco. Se, un giorno, avverte che la bilancia dei vantaggi e degli svantaggi della vita comune è a suo sfavore, se ne andrà. Una tale concezione è assai conforme alla logica dominante nella nostra società, quella del contratto. È un accordo razionale che prevede spesso le condizioni del suo scioglimento e non implica che la libera volontà. Il contratto si basa sulla logica dell’equivalenza, che è, in fondo, quella dell’interesse ben compreso. (vedi “una prassi americana”) Una tale prospettiva, che si può qualificare “contrattuale”, non è quella dell’alleanza. Fare alleanza non è limitarsi a stipulare un contratto o a mettersi in società. Alleanza è il termine che, nel vocabolario, designa il più forte dei legami umani. Anticamente veniva usato per indicare un patto di guerra. Era dunque una solidarietà “per la vita e per la morte”. Violarla significava esporsi alla morte. Considerato nel senso attuale, pacifico e coniugale, il termine conserva questo significato di impegno totale e definitivo. L’alleanza è il dono reciproco di due libertà e non solamente mettere in comune degli interessi. Fare alleanza è impegnarsi ad affrontare insieme le battaglie della vita, al di là di ciò che si può prevedere e pianificare. Non abbiamo in mano tutti gli elementi di questa lotta. Si può andare incontro a malattie, disoccupazione, crisi, difficoltà di ogni tipo, in particolare nell’educazione dei figli. Ma decidiamo che saremo solidali. Non sappiamo ciò che ci riserva il futuro, ma decidiamo che sarà comune. Metteremo in comune non soltanto ciò che abbiamo ma ciò che siamo. Il nostro essere profondo ne sarà modificato. Questo è divenire “una sola carne”. È bene legarsi? Una palla al piede: così alcuni considerano il legame di alleanza. La stessa parola 99 AMORIINCORSO_NERO.indd 99 17/01/2006 21.44.33 “legame”, del resto,non ha una buona fama oggi. Molti la associano a termini come catena, ostacolo, briglia, guinzaglio… La nostra cultura e la nostra società incitano a privilegiare l’autonomia, l’indipendenza, l’individuo. Perché dunque perdere questa sacrosanta indipendenza per cedere alle preferenze, al carattere e al temperamento del partner? Poiché, non bisogna nasconderlo, la vitacomune comporta una buona dose di rinunce. Ma è qui che il negativo si rovescia in positivo. Tutte queste piccole (o grandi) rinunce sono un’occasione senza eguali per superare il principale ostacolo dell’autentica libertà:l’attaccamento a sé, vale a dire la sottomissione alle proprie manie, inclinazioni, abitudini. L’affetto per l’altro libera dalla prima prigione, quella rappresentata da me stesso. Il legamo con l’altro mi slega da me stesso senza tuttavia alienarmi. Al contrario, nel dono trovo la vera vita; nell’amore mi trovo perdendomi. Sperimento questa verità antichissima e sempre nuova secondo cui “chi perderà la propria vita la salverà”, mentre “chi vorrà salvare la propria vita, la perderà” (Luca 9,24). Poiché la vita è dono, donarla e riceverla sono un tutt’uno. Questo è il cuore del cristianesimo. Perché è donando che si riceve, dimenticando se stessi che ci si ritrova perdonando che si ottiene il perdono, morendo che si risorge alla vita eterna. (San Francesco d’Assisi) Così dunque, accettare di essere legato non è metersi “la corda al collo” o sacrificarsi a una convenzione. È entrare attraverso una porta molto ordinaria nella più straordinaria avventura spirituale che ci sia, quella di chi “si consegna all’altro”, vale a dire della vita offerta. “nessuno ha amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Giovanni 15,13). Impegnarsi ad amare? Tutto ciò è molto bello, ma è realizzabile? È veramente possibile donarsi l’uno all’altro? E una tale intenzione può durare tutta la vita? Bisogna in effetti essere realisti e diffidare dalle idealizzazioni sia spirituali che sentimentali. “Donarsi” è un’espressione molto importante, da usare con moderazione. Ciascuno resta se stesso, con i suoi limiti, i suoi difetti, la sua storia. L’impegno reciproco non trasformerà tutto. Bisogna sapere innanzitutto che l’impegno del matrimonio non si fonda sui risultati, ma sui mezzi. Gli sposi non si promettono di riuscire nella loro unione, ma di impegnarsi perché riesca, vale a dire nel farla crescere. (…) Sappiamo bene bene che non siamo padrone del futuro; per questo ogg ti prometto di fare tutto ciò che è inmio potere affinché tu sia felice: “domani è un altro giorno ma, per quanto la mia volontà me lo permette, decido che domani sarà tuo;te ne offro il pegno, mi impegno”. (…) La parola “volontà” non è oggi molto ben accolta. La cultura moderna l’ha svalutata. Eppure è un termine molto bello, assai più vicino alla parola “amore” di quanto si creda. L’amore non è soltanto un sentimento, è anche una decisione, un orientamento, una priorità concretamente accordata all’altro. Leggiamo attentamente tre formule che tentano di dire l’essenziale dell’amore. Non sarà difficile cogliere il filo conduttore.: Amare è volere il bene dell’altro (San Tommaso). Amare è volere l’altro come soggetto (Gabriel Madinier). Amare è promettere e promettersi di non usare mai contro l’altro il proprio potere (Jean Lacroix). (…) Nella promessa non soltanto mi fido dell’altro, ma mi impegno anche a divenire io stesso affidabile, vale a dire degno di fede. Così cresce. Se noi siamo di parola, la parola ci sosterrà. 100 AMORIINCORSO_NERO.indd 100 17/01/2006 21.44.33 Se la vita quotidiana comune non è semplice parallelismo tra due storie, la trasformazione di ciascuno dei due avverrà in funzione dell’altro. La storia di una coppia è un’alternanza di scarti e di adattamenti continui. Ciascuno dovrà “sposare” gli alti e i bassi, gli slanci e i momenti di pausa, gli invecchiamenti e i rinnovamenti dell’altro. (…) L’unicità e l’armonia della coppia sono anche frutto di “atti linguistici che plasmano il dono reciproco. È possibile individuarne quattro: Il riconoscimento: “Sei tu! Ti accolgo come unico”; La confessione:Trovo in te la mia gioia oppure:Ho mancato al nostro amore”; La promessa:”Mi impegno ad accoglierti ogni giorno”; Il perdono:”Rinnovo la mia riconoscenza e la mia fiducia”. Questi atti linguistici, che non sono soltanto parole ma passi verso l’altro, non saranno posti una sola volta. Si avvicenderanno e si ripeteranno, secondo differenti successioni, a ogni tappa della vita di coppia, a ogni svolta, ogni giorno. Quanto tempo sarà necessario perché si incarnino? È necessaria non meno di una vita intera per imparare ad amare. GIOCHI – TEST COSTRUIAMO LA NOSTRA CASA GIOCO Le coppie sono invitate a disegnare su un cartellone la propria casa inserendo slogan, figure di giornali, e qualsiasi cosa che rappresenti la loro futura casa. SE SI HA Più TEMPO A DISPOSIZIONE: Sarebbe interessante fare prima un lavoro singolarmente, poi a coppie e infine con tutti. In questo modo ognuno ha il tempo per pensare alla propria casa e quindi anche per costruirla; CI RITROVIAMO CON IL PARTNER: 1. Mettere a confronto le due case, vedendo gli aspetti simili e quelli diversi, discutendo e spiegandosi l’uno con l’altro del perché è stata così costruita 2. Costruire assieme una terza casa unendo i due cartelloni e accettando queste diversità che magari potrebbero diventare somiglianze. NEL GRUPPO: Guardiamo le nostra case e le spieghiamo. 101 AMORIINCORSO_NERO.indd 101 17/01/2006 21.44.33 FILMS GUARDIAMO CON CORAGGIO AL FUTURO FILM “CASOMAI” Questo film è da noi consigliato perché pur essendo molto “forte” porta le coppie a guardare l’esperienza quotidiana, gli eventuali problemi, difficoltà che possono sorgere nella vita quotidiana e a capire e comprendere veramente cosa vuol dire “stare insieme per sempre”. Nel film c’è un forte sguardo al futuro, abbastanza negativo, ma anche reale in certe situazioni, sta anche nella bravura degli animatori a calare il film nella vera realtà. Il film è consigliato in questa scheda perché è l’ultimo incontro, un incontro che “guarda avanti”, che vuole esaminare con cura la meta da percorrere. Si consiglia, tuttavia, di preparare le coppie a tale film, raccontando un po’ la trama e spiegandone il significato permettendo alle coppie di avere delle chiavi di lettura. A tal proposito vi inseriamo qui di seguito un intervista fatta al regista e hai protagonisti: FABIO VOLO, EX IENA, EX NOME DI PUNTA DEL CANALE TELEVISIVO LA 7, EX PANETTIERE (COME SCOPRIAMO SCORRENDO la sua “curiosa” biografia redatta personalmente) debutta al cinema interpretando il nuovo film di Alessandro D’Alatri Casomai. Scelto, a sentire il regista, per la spigliatezza, la generosità, l’ironia ed una mascolinità evidente ma al tempo stesso fragile, si rivela una piacevole sorpresa nelle inediti vesti d’attore a fianco della “navigata” Stefania Rocca, dalle qualità ancora troppo poco utilizzate dal nostro cinema! Ma D’Alatri le regala un ruolo di donna “completo”, costruendo attorno a questa inedita coppia cinematografica un divertente, emozionante e sincero girotondo sulle immani “fatiche d’Ercole” per salvare dallo sfacelo una coppia innamorata! Come nasce l’idea del film Casomai? ALESSANDRO D’ALATRI Era da un po’ di tempo che questa storia mi frullava nella testa. Ho incontrato Anna Pavignano al Premio Solinas e le ho raccontato questa idea. Al cinema prediligo l’osservazione dei comportamenti, e guardandomi attorno mi sono reso conto di questo malessere dei sentimenti e di questa sorta di destino avverso ed ineluttabile che accompagna le storie di coppia. Con Anna abbiamo “studiato” storie di crisi e chiesto la collaborazione di avvocati divorzisti, ed alla fine abbiamo voluto puntare l’attenzione sulle forti pressioni che vivono due persone che stanno insieme. Amici, familiari, conoscenti e colleghi di lavoro benedicono la nascita di una nuova coppia (l’innamorato è il più felice della comitiva, il più produttivo al lavoro, etc), ma quando i due decidono di costituire un nucleo familiare ed inevitabilmente incominciano le prime difficoltà, in questo momento in cui si ha più bisogno dell’affetto e della vicinanza delle persone più care, si rimane soli! Oggi una coppia che si ama è destabilizzante... e non è difficile stare insieme, ma lo diventa riuscirci in questa società che premia il “singolo” in quanto più produttivo (due persone divise hanno due case, due macchine, etc): l’infelictà è un businness! 102 AMORIINCORSO_NERO.indd 102 17/01/2006 21.44.34 Ed anche le strutture sociali non aiutano molto la coppia... ALESSANDRO D’ALATRI Avere oggi due figli è come avere due Ferrari, ed è un notevole peso per la società . Non ci si deve lamentare se l’Italia è un Paese a crescita zero, perché la nostra è una società che non è preparata a trattare con i bambini. Un esempio? Provate la sera ad andare ad un ristorante con un bambino, e subito vi renderete conto di come siano un peso e non ci sia spazio per loro. E’ il film più politico che abbia mai scritto, proprio perché si occupa di cose di cui la politica oggi non si occupa più, ossia la quotidiana vita della gente. Come nasce la scelta di Don Livio come voce narrante del film? ALESSANDRO D’ALATRI Inizialmente con Anna avevamo pensato alla figura di un grillo parlante, ma ci siamo subito resi conto che risultava troppo complicato per il lavoro sugli effetti speciali. Chi poteva allora incarnare questa voce della coscienza? E così è nata l’idea di un prete che vive ai margini, isolato in questo paese, ai bordi della società e che quindi potesse permettersi di essere un provocatore sino a fondo! Per i più curiosi, chi lo interpreta non è un attore ma lo sceneggiatore Gennaro Nunziante! Cosa vi ha fatto innamorare di questa storia e del vostro personaggio? STEFANIA ROCCA Mi sono innamorata immediatamente della storia che D’Alatri voleva raccontare, e di questo personaggio che vive i passaggi di crescita che tutte le donne percorrono (figlia, fidanzata, moglie, madre) sempre osservata con un occhio di riguardo e mai di superficialità. Ci sono molti film che parlano delle coppie, ma qui si parla della quotidianità di vita di una coppia, e la cosa non da assolutamente fastidio. FABIO VOLO Io sono felicissimo di questa mia prima esperienza cinematografica, e sinceramente non ho fatto molti sforzi per interpretare Tommaso, riconoscendomi in lui per moltissimi aspetti. Lo stesso D’Alatri mi ha detto di aver pensato a me per questo ruolo dopo aver letto il mio libro, e di aver scoperto molte affinità! Mi sono innamorato del regista perché la pensava esattamente come me! Perché è stata scelta la voce di Elisa come “colonna sonora” portante del film? ALESSANDRO D’ALATRI Credo che la voce di Elisa sia una delle più potenti della musica italiana. E l’incontro è nato veramente casualmente e sotto i migliori auspici: mentre ritornavo in macchina da un sopralluogo e pensavo ad alcune canzoni di Elisa per il film, ricevo una chiamata sul telefonino: era Caterina Caselli che mi chiedeva se ero disponibile a girare il video di un nuovo brano di Elisa! E la scelta di ambientare a Milano questa storia? ALESSANDRO D’ALATRI A prescindere dalle professioni dei due protagonisti (pubblicità e moda), Milano è la città che, a mio avviso, esercita la pressione maggiore sui comportamenti degli esseri umani. Sicuramente perché è la città più “moderna” del paese, ma anche perché vi risiedono industria, moda, tv e pubblicità. A Milano l’immagine pesa più che in qualsiasi altra città: i manifesti sono grandi come palazzi, ed i modelli di maschilità e femminilità sono irragiungibili. Di conseguenza qui vivi un senso di inadeguatezza per ciò che sei in modo più pressante! Cosa pensate del matrimonio? STEFANIA ROCCA Fino a poco tempo fa ne ero spaventata, ma questo film mi ha molto aiutato a riflettere: il matrimonio è importante come valore personale, e quando mi sposerò lo farò soltanto perché ci crederò fino in fondo. FABIO VOLO Io ci credo moltissimo, e per questo non sono ancora sposato! E credo seriamente che sia un impegno da mantenere e rispettare con tutte le nostre forze! 103 AMORIINCORSO_NERO.indd 103 17/01/2006 21.44.34 SCHEDA BIBLICA COME COSTRUIAMO QUESTO…FUTURO? BRANO BIBLICO DA ANALIZZARE Luca 6,46-49 Le due case 46 ”Perché mi chiamate: “Signore, Signore” e non fate quel che vi dico? 47Se uno mi segue, ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi dirò a chi assomiglia: 48egli è come quell’uomo che si è messo a costruire una casa: ha scavato molto profondamente ed ha appoggiato le fondamenta della sua casa sopra la roccia. Poi è venuta un’alluvione e le acque del fiume hanno investito quella casa, ma non sono riuscite a scuoterla perché era stata costruita bene. 49Al contrario, chi ascolta le mie parole e non le mette in pratica somiglia a quell’uomo che si è messo a costruire una casa direttamente sul terreno senza fare le fondamenta. Quando le acque del fiume hanno investito quella casa essa è crollata subito. E il disastro fu grande”. Domande: 1. Gesù ci invita a non fermarci alle buone intenzioni ma a fare la volontà del Padre. Nel rapporto con l’altro che cosa è ancora solo intenzione e che cosa è già diventata azione concreta? 2. Costruire la casa sulla roccia… quale percezione hai del tuo/vostro futuro? Navighi a vista o hai una bussola che ti segna la rotta? 3. Che cosa il tuo/vostro futuro chiede già oggi? (SE È STATO VISTO IL FILM SI PUÒ ANCHE PROPORRE LA SEGUENTE DOMANDA: 4. Com’era la casa dei protagonisti del film…come è stata presentata? La casa vista in tutte le sue componenti: spazi, arredi, persone, affetto, dialogo, comunicazione,…) APPROFONDIMENTO PER GLI ANIMATORI (da B.Maggioni, ”Il racconto di Luca”) NB.: Si consiglia sempre, in questo momento, la presenza del sacerdote, tuttavia vi diamo qualche spunto per l’analisi del testo): Questo discorso di Gesù avviene successivamente alla proclamazione delle beatitudini e del comandamento dell’amore. La parte 6, 39-49 è la terza del discorso della pianura ed è una raccolta di paragoni, il primo dei quali è chiamato parabola (6,39). Sono paragoni non ben uniti, così mi sembra, al testo precedente. In realtà non sono nemmeno ben collegati fra di loro. Sono detti staccati, pronunciati da Gesù in occasione diverse, inseriti qui dall’evangelista perché, in un modo o nell’altro, possono illustrare il 104 AMORIINCORSO_NERO.indd 104 17/01/2006 21.44.34 tema della nuova legge e del vero discepolo, e possono anche precisarlo. Quest’ultimo paragone (6,46-49) è il risultato di due quadri contrapposti: una casa costruita sulla roccia, una casa costruita sulla sabbia. È un paragone ricco di echi anticotestamentari. La roccia, che dà stabilità alla casa, è il Signore. La Parola di Dio, la fede, il Cristo. E l’inondazione nel linguaggio biblico è spesso il simbolo del giudizio di Dio. Con questo paragone l’evangelista vuol dunque indicare le condizioni necessarie perché l’impegno di vita cristiana (descritto appunto nell’intero discorso) possa svolgersi con costanza e fedeltà. La prima condizione è la necessità di appoggiarsi al Cristo (la roccia), l’unico capace di rendere incrollabile la fede del discepolo, di sottrarla alla fragilità dell’uomo. La sicurezza del vivere cristiano non poggia sulla nostra fragilità (la sabbia), ma unicamente sulla fedeltà di Dio che si dona a noi. È nella fedeltà di Dio che la fedeltà dell’uomo trova la sua consistenza. La seconda condizione è la necessità di fare la volontà di Dio. Alla dimensione di fede deve seguire la dimensione morale. Il vero cristiano è delineato da Luca con tre verbi (6,47): venire, ascoltare, fare. Il tratto delicato e decisivo è il terzo: trasformare le parole ascoltate in parole fatte, in gesti concreti. L’affermazione che si legge in 6,46 (perché, mi chiamate: Signore, Signore, ma non fate ciò che vi dico?) forse è una larvata polemica contro un culto formalista, che si esauriva nelle parole dimenticando la carità. O forse allude ai farsi profeti. O forse, più probabilmente, Luca si rivolge a una comunità nella quale c’erano carismatici presuntuosi, gente che aveva sempre sulle labbra il nome del Signore. 105 AMORIINCORSO_NERO.indd 105 17/01/2006 21.44.34 EVENTI SPECIALI AMORIINCORSO_NERO.indd 106 17/01/2006 21.44.34 EVENTI SPECIALI 8- LA PREGHIERA: UNA LINFA INESAURIBILE PREGHIERE Agli amici che prenderanno in mano la nostra cassetta degli attrezzi suggeriamo di non tralasciare questo ultimo: il momento di spiritualità vissuto insieme dai giovani innamorati. Ovviamente lasciamo alla sensibilità ed alla disponibilità dei fruitori la scelta sul metodo migliore, permettendoci comunque di suggerire quello della veglia di preghiera, preferibilmente da inserire in uno dei momenti “forti” dell’anno, Avvento o Quaresima. Probabilmente la scelta del periodo dell’Avvento potrebbe rivelarsi più azzeccata dal momento che meglio sintetizza “l’attesa” , dimensione molto vicina a quella dei giovani innamorati. E’ importante far riscoprire il valore per una coppia del dedicare un po’ di tempo alla preghiera insieme. La preghiera fatta singolarmente è certamente importante, ma è la preghiera fatta in coppia che offre il senso di una fede condivisa, anche da chi magari era più distante. Si tratta di un ulteriore possibilità di comprendere la maturità del proprio amore, soprattutto quando ci si trova a fare i conti con un diverso percorso di fede da parte di ognuno dei giovani. La dimensione del rispetto per le scelte di fede dell’altro, la capacità di saper lasciare le porte aperte ad un incontro con il Signore che potrebbe arrivare, anche per i più scettici, nel momento più insperato, sono ulteriori segnali della maturità di una coppia. La scoperta della preghiera condivisa quale linfa inesauribile capace di alimentare anche i cuori più aridi, aprirà ulteriori nuovi orizzonti ai giovani che vi si affiancano con fiducia. Per superare i dissidi. Vogliamo la nostra intesa, ma insegnaci, Signore, a pagarne il prezzo; insegnaci ad amare, a donare, a servire, anziché esigere la nostra soddisfazione. Nelle difficoltà, mantieni la nostra intenzione di rimanere uniti, facendoci accettare tutti i sacrifici per proseguire la strada insieme, fino in fondo. Per conservare la pace negli scontri della vita quotidiana, rendici comprensivi, indulgenti e pazienti, sereni, umili, solleciti alle concessioni. Facci cercare l’accordo della nostra volontà troppo pronta ad imporsi e l’armonizzazione dei nostri temperamenti, troppo inclini alla lotta e all’aggressività. Facci trovare la via per riunirci malgrado il conflitto dei pareri divergenti e dei desideri contrari, la via con cui possiamo rafforzare la nostra unione. Amen 107 AMORIINCORSO_NERO.indd 107 17/01/2006 21.44.34 Per una qualità del cammino di fidanzamento Ti ringraziamo, Signore, per averci creati liberi, perché così possiamo amare. Fa che non abusiamo mai della libertà che ci hai dato, ma ce ne serviamo per fare scelte di vita conformi al tuo progetto d’amore per noi. Ti ringraziamo anche, Signore, per averci dato un corpo, perché così possiamo esprimere visibilmente il nostro amore. Fa’ che sia per noi strumento prezioso di comunicazione, secondo la logica dell’amore. Fa’ che ci serva per dare la vita come vuoi tu: ci sentiremo così tuoi collaboratori, docili alla tua volontà, anche quando sarà diversa dalla nostra. Amen Preparaci al matrimonio Nel mio cuore, o Signore, si è acceso l’amore per una creatura che anche tu conosci e ami. Ti ringrazio di questo dono che mi inonda di una gioia profonda, mi rende simile a te che sei l’Amore, che mi fa comprendere il valore della vita che mi hai donato. Fa che io non sciupi questa immensa ricchezza che mi hai messo nel cuore: insegnami che l’amore è un dono e non può mescolarsi con nessun egoismo, che l’amore è puro e non può stare con nessuna bassezza, che l’amore è fecondo e deve fin da oggi produrre una nuova vita in me e in chi mi ha scelto. Ti prego per chi mi aspetta e mi pensa, per chi mette in me tutto il suo avvenire; rendici degni l’uno dell’altro. Preparaci al matrimonio, alla sua grandezza, alle sue responsabilità, perché le nostre anime e i nostri cuori siano fin d’ora uniti nello stesso amore. Quando l’amore chiama Quando l’amore chiama, seguitelo anche se ha vie sassose e ripide. E quando vi parla credete in lui benché la sua voce possa disperdere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino. Poiché come l’amore vi esalta così vi crocifigge e come vi matura così vi poterà. E vi consegna al suo sacro fuoco perché voi siate il pane santo della mensa di Dio. Tutto ciò compie l’amore in voi affinché conosciate il segreto del vostro cuore e possiate diventare un frammento del cuore della Vita. L’amore non dà nulla fuorché se stesso e non coglie nulla se non in se stesso. L’amore non possiede né vorrebbe essere posseduto 108 AMORIINCORSO_NERO.indd 108 17/01/2006 21.44.34 perché l’amore è sufficiente all’amore. E non pensate di dirigere l’amore perché se vi trova degni è lui che vi conduce. L’amore non desidera che consumarsi! Se amate davvero siano questi i vostri desideri: destarsi all’alba con un cuore alato e ringraziare per un altro giorno d’amore; addormentarsi a sera con una preghiera per l’amato nel cuore e un canto di lode sulle labbra. Kahlil Gibran Grazie, Signore, perché ci hai dato l’amore capace di cambiare la sostanza delle cose. Quando un uomo e una donna diventano uno nel matrimonio non appaiono più come creature terrestri ma sono l’immagine stessa di Dio. Così uniti non hanno paura di niente. Con la concordia, l’amore e la pace l’uomo e la donna sono padroni di tutte le bellezze del mondo. Possono vivere tranquilli, protetti dal bene che si vogliono secondo quanto Dio ha stabilito. Grazie, Signore, per l’amore che ci hai regalato. Giovanni Crisostomo Preghiera dei fidanzati Signore, ti ringraziamo d’averci dato l’amore. Ci hai pensato «insieme» prima del tempo, e fin d’ora ci hai amati così, l’uno accanto all’altro. Signore, fa’ che apprendiamo l’arte di conoscerci profondamente; donaci il coraggio di comunicarci le nostre ispirazioni, gli ideali, i limiti stessi del nostro agire. Che le piccole inevitabili asprezze dell’indole, i fugaci malintesi, gli imprevisti e le indisposizioni non compromettano mai ciò che ci unisce, ma incontrino, invece, una cortese e generosa volontà di comprenderci. 109 AMORIINCORSO_NERO.indd 109 17/01/2006 21.44.34 Dona, Signore, a ciascuno di noi gioiosa fantasia per creare ogni giorno nuove espressioni di rispetto e di premurosa tenerezza affinché il nostro amore brilli come una piccola scintilla del tuo immenso amore. G. Perico Nel mio cuore, o Signore, si è acceso l’amore per una creatura che anche tu conosci e ami. Tu ci hai fatti incontrare l’uno all’altro, perché non restassimo soli. O divino Spirito, ti ringrazio di questo dono che mi inonda di una gioia profonda, mi rende simile a te che sei l’amore, e mi fa comprendere il valore della vita che tu mi hai donato. Fa’ che io non sciupi questa immensa ricchezza, che tu mi hai messo nel cuore: insegnami che l’amore è un dono e non può mescolarsi con nessun egoismo. Ti prego, Signore, per chi mi aspetta e mi pensa, per chi ha messo in me il suo avvenire, per chi mi starà accanto per tutta la vita: rendici degni l’uno dell’altro, rendici l’uno all’altro di esempio e aiuto. Preparaci al matrimonio, alla sua grandezza, alle sue responsabilità, così che fin d’ora le nostre anime posseggano i nostri corpi e regnino nell’amore. card. Giovanni Battista Montini Preghiera dei fidanzati Signore, vogliamo costruire fra noi due una vera comunione di persone: concedi a noi di restare sempre aperti a Te, sorgente di amore. Liberaci dal nostro egoismo perché possiamo conoscerci realisticamente nei pregi e nei difetti. Insegnaci ad accettarci l’un l’altro come siamo, incondizionatamente, a essere generosi nel donare e umili nel ricevere. Rendici persone aperte, capaci di vero dialogo, di comunicarci l’un l’altro con sincerità 110 AMORIINCORSO_NERO.indd 110 17/01/2006 21.44.34 il proprio mondo interiore: gioie, sofferenze, desideri, aspirazioni, difficoltà. Donaci la forza del Tuo amore perché sappiamo immedesimarci l’un nell’altro per condividere tutto e formare per sempre una cosa sola. Non permettere che ci chiudiamo in noi stessi: fin d’ora vogliamo metterci insieme al servizio degli altri, specialmente dei più poveri, ed un giorno donarci ai figli. Amen. Preghiera a san Valentino Caro san Valentino, che da secoli aiuti i fidanzati a vivere nell’amore, proteggi e aiuta anche noi. Insegnaci ad ascoltare il Vangelo e a metterlo in pratica, vedremo i nostri cuori aprirsi alla condivisione, alla generosa dedizione reciproca. Sappiamo che Gesù andò al matrimonio di due giovani, a Cana di Galilea, e salvò la loro festa, cambiando l’acqua in vino. Aiutaci a comprendere che senza Gesù è difficile amarci tra noi gratuitamente fino al sacrificio fino alla felicità. Guida anche noi, nei momenti sereni e in quelli tristi, portaci al dialogo fiducioso con Maria madre di Gesù e madre nostra, perché interceda per noi presso il Figlio. Siamo certi che si compirà, anche per noi, come per quei due giovani del Vangelo, il miracolo dell’amore. San Valentino, accompagnaci, proteggi il nostro amore prendi a cuore il progetto del nostro futuro e prega per noi. Vincenzo Paglia 111 AMORIINCORSO_NERO.indd 111 17/01/2006 21.44.34 La preghiera di chi si vuole bene Accogli, mio Dio, le parole che mi salgono dal cuore, proteggi anche questa notte il mio amore. Veglia su di lui (lei) mentre si addormenta e fa’ che nel sonno riparatore trovi la forza per una vita più intensa e l’energia per un lavoro più fecondo. Fa’ che domattina si svegli senza aver dimenticato il mio nome; fa’ che riceva subito il mio saluto; fa’ che il mio pensiero lo accompagni durante tutta la giornata e lo difenda da ogni cosa bassa e volgare; fa’ che continui ad amarmi come l’amo. E tu, che hai creato il mondo, consenti che la scintilla nata in me viva, diventi fiamma e non si spenga mai. Rendi questo nostro amore più alto e profondo, liberalo dalle viltà e dagli inganni affinche’ cresca nella gioia e si espanda nella luce. Fa’ che la mia vita serva alla sua e la sua anima si specchi nella mia, fa’ che mi chiami e gli risponda, che mi cerchi e mi trovi, oggi, domani e sempre. Insegnaci a soffrire l’uno per l’altra , mostraci la via dell’elevazione perche’ ancora uniti di cielo in cielo possiamo ricongiungerci in te, mio Dio, e così sia. Preghiera per l’unità Vogliamo la nostra intesa, ma insegnaci, Signore, a pagarne il prezzo; insegnaci ad amare, a donare, a servire, anziché esigere la nostra soddisfazione. Nella difficoltà, mantieni la nostra intenzione di rimanere uniti, facendoci accettare tutti i sacrifici per proseguire la strada insieme, fino in fondo. Per conservare la pace negli scontri della vita quotidiana rendici comprensivi, indulgenti e pazienti, sereni, umili, solleciti alle concessioni. Facci cercare l’accordo della nostra volontà troppo pronta a imporsi e l’armonizzazione dei nostri temperamenti, troppo inclini alla lotta e all’aggressività. Facci trovare la via per riunirci nonostante il conflitto dei pareri divergenti e dei desideri contrari, la via in cui possiamo rafforzare la nostra unione. 112 AMORIINCORSO_NERO.indd 112 17/01/2006 21.44.34 MOMENTO DI SPIRITUALITÀ: AMARE È… Preparare una zona o vicino al tabernacolo o al centro dei partecipanti con il Libro della Bibbia Aperto, una candela accesa … Canto di inizio Saluto del celebrante Canto di invocazione allo Spirito Santo Segno: Si bruciano alcuni grani di incenso e si canta un’acclamazione Lettore: L’Amore Non aspetta le grandi occasioni, sfrutta le piccole. Non cercare gli uomini con la lanterna, ma con il cuore perché il loro cuore si apre soltanto all’Amore. Amore è sentire come propri i desideri, le nostalgie e le tristezze dell’altro. L’Amore parla poco e fa molto. Lavorare per costruire la felicità degli altri è l’unico modo per possederla. Fiorire e portare frutti è impensabile senza rinunce. Amare è saper sorridere anche nel dolore. MOMENTO DELL’ASCOLTO Dal Cantico dei Cantici (2, 8-9. 14; 8,6-7; 4,7-10) LEI: Sento la voce del mio amore, eccolo, arriva! Salta su per le montagne, come fa una gazzella; corre sulle colline, veloce come un cerbiatto. Eccolo, sta dietro al nostro muro; guarda dalla finestra, spia dalle persiane. Ora il mio amore mi parla: LUI: Andiamo amica mia, mia bella, vieni. Colomba mia nascosta nelle fessure delle rocce, in nascondigli segreti, fammi vedere il tuo viso, fammi ascoltare la tua voce; perché la tua voce è soave, il tuo viso è grazioso. LEI: Mettimi come un sigillo sul tuo cuore, come un tatuaggio sul tuo braccio. Perché l’amore è forte come la morte, la passione è irresistibile, come il mondo dei morti. E’ una fiamma, ardente come il fulmine. Non basterebbe l’acqua degli oceani a spegnere l’amore. Neppure i lo potrebbero sommergere. 113 AMORIINCORSO_NERO.indd 113 17/01/2006 21.44.35 Se qualcuno provasse a comprare amore Con tutte le sue ricchezze Otterrebbe solo disprezzo. LUI: sei bellissima, amica mia, sei perfetta. Vieni con me, mia sposa, lascia i monti del Libano, vieni con me. Mi hai preso il cuore con un solo tuo sguardo, con una sola perla della tua collana! Il tuo amore, mia sposa, è così bello, molto più dolce del vino! (Diapositiva che rappresenta un uomo e una donna abbracciati) Alleluja Vangelo (Gv 15,9-17) Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli; «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10 Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11 Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. 12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. 13 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. 14 Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. 15 Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. 16 Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17 Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri. » Riflessione del celebrante MOMENTO DEI SEGNI Musica di sottofondo Un Diario o due paia di scarpe. Il diario è il segno del nostro quotidiano. Te lo offriamo Signore per ringraziarti di quello che ogni giorno ci doni: la vita, il sole, gli amici e l’amore. Oggi in modo particolare ti vogliamo ringraziare perché ci hai fatto incontrare. I nostri passi che fino a poco tempo fa erano solitari ora hanno incrociato una compagnia insperata. Ti preghiamo perché il nostro cammino cresca giorno per giorno nella reciproca conoscenza sempre illuminato dalla tua luce. Un orologio Il tempo che tu ci dai è l’occasione libera di conoscere il tuo Amore e di portarlo agli altri. Aiutaci a vivere il nostro tempo per scoprire la bellezza che c’è dentro ogni persona che incontriamo. Aiutaci a non chiuderci dentro noi stessi, ma ad aprirci per incontrare chi hai messo sul nostro cammino. Un pacco regalo Il regalo che ora ti presentiamo Signore vuole essere il segno del dono reciproco che ognuno può essere per l’altro. Abbiamo capito che la cosa importante è donare agli altri quanto abbiamo ricevuto, semplicemente, ogni giorno. 114 AMORIINCORSO_NERO.indd 114 17/01/2006 21.44.35 Fiori I fiori sono il segno della festa e della gioia. Li offriamo a te Signore per dirti quanto sentiamo dentro in questo momento. Come i fiori sul prato, qualcosa sta sbocciando dentro di noi con una novità sorprendente. Icona Infine l’icona vuole essere il segno di una richiesta che vogliamo farti o Signore: resta sempre accanto a noi, perché solo con la tua presenza la nostra crescita e il nostro futuro sarà solido. Solo ascoltando la tua parola potremo superare senza timore le difficoltà. Solo perché tu resti accanto a noi. Spazio di silenzio Messaggio Scrivi un messaggio di poche righe: cosa auguri ai ragazzi del tuo gruppo formativo, ai tuoi amici, al tuo ragazzo/a, cosa auguri per te stesso/a?. Il biglietto viene deposto accanto all’incenso Preghiera a cori alterni O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua. Così nel santuario ti ho cercato, per contemplare la tua potenza e la tua gloria. Poiché la tua grazia vale più della vita, le mie labbra diranno la tua lode. Così ti benedirò finché io viva, nel tuo nome alzerò le mie mani. Mi sazierò come a lauto convito, e con voci di gioia ti loderà la mia bocca. Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne, a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali. A te si stringe l’anima mia e la forza della tua destra mi sostiene. PREGHIERA: AMARE E’ Lei: Amare è rispettare la persona dell’altro come dono di Dio e come figlio di Dio, con il suo valore e la sua dignità, senza invadenza e sopraffazioni di alcun genere. Lui: Amare è accogliere l’altro così com’è. Solo se so fare il silenzio dentro di me posso accogliere l’altro con tutta la sua ricchezza, il suo mistero, con la sua diversità complementare, con i suoi limiti. Per accogliere l’altro dobbiamo imparare ad accogliere noi stessi, con i nostri difetti, limiti, cadute, così come ci ama e ci accoglie Dio stesso. 115 AMORIINCORSO_NERO.indd 115 17/01/2006 21.44.35 Lei: Amare è uscire da sé, dal proprio io, dal proprio comodo, dal proprio successo, dalla ricerca di stima, di affetto, di essere serviti, per essere totalmente disponibili e proiettati verso l’altro. Lui: Amare è donare e donarsi avendo la capacità di fare della propria vita un dono per il vero bene e la crescita dell’altro. Lei: Amare è perdonare, è guardare l’altro con l’occhio di misericordia di Dia, che è capace di non ricordare più il male da noi fatto, perché ci vede sempre nuovi. Lui: Amare è farsi carico dell’altro con tutta la sua storia, i suoi limiti, i suoi pregi, i suoi sforzi per migliorarsi. Con il matrimonio si è in qualche modo responsabile dell’altro di fronte a Dio. E la prima cosa per aiutare l’altro è dargli stima e fiducia e portare il suo peso così come fa Gesù. Lei: Amare è rendersi docili e disponibili all’amore di Dio, è riempire il nostro essere dell’amore più efficace e più vero che è Dio stesso, perché Dio è Amore, è l’Amore; solo così riusciremo ad amare l’altro non come vogliamo noi, ma come lui vuole essere amato. Padre nostro Oh Dio nostro Padre, che nell’amore tra l’uomo e la donna hai posto il segno del tuo amore per l’umanità, rinnova in noi la capacità di donarci , perché nella vita di ogni giorno annunciamo al mondo la grandezza del tuo Amore. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Canto finale 116 AMORIINCORSO_NERO.indd 116 17/01/2006 21.44.35 EVENTI SPECIALI 9- Fidanzati e Parola: testimonianze di coppie Una crescita nella spiritualità vissuta insieme come giovani innamorati, passa attraverso il far sperimentare almeno in qualche momento la lettura condivisa della Parola. Le testimonianze riportate sotto, benché facciano molto riferimento al Matrimonio, in realtà sono un esempio molto bello di “interpretazione di coppia” della Parola, e possono essere appunto lette per stimolare i giovani innamorati a lasciarsi interrogare insieme dalla lettura della Parola di Dio Serena e Roberto: Noi amiamo perché Dio per primo ci ha amato. Dal libro della Genesi (2, 18-24): IS E il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». “’Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse ali ‘uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 2”Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l’uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 2IAllora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. “Allora l’uomo disse: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché doli ‘uomo è stata tolta». 24 Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. Testimonianza Anche a qualcuno di voi probabilmente sarà capitato di pensare che l’incontro che ci ha portato a decidere di rimanere insieme tutta la vita sia stato solo un caso. Li senz’altro più facile credere di essere proprio noi gli autori di questa scelta e di bastare l’uno all’altra, ma i segnali che chiamavamo coincidenze, col tempo si sono rivelati dettagli di un disegno preciso. Il nostro non è un amore che da soli siamo stati in grado di generare: è frutto dell’amore di Dio ed è proprio dal suo progetto su di noi che è nata anche la volontà di conoscerci a fondo, di confrontarci e di diventare famiglia. Tutti noi, uomini e donne, abbiamo per natura un bisogno di complementarietà. Se siamo qui è perché Dio ha voluto che ci trovassimo e ha scelto per noi proprio quel compagno o quella compagna che ora ci siede accanto e che sarà con noi per tutta la vita. Siamo consapevoli che l’impegno del matrimonio è la realizzazione del disegno di Dio su di noi, oppure pensiamo che l’esserci incontrati e innamorati sia solo frutto di coincidenze e casualità? Il progetto di Dio su di noi non si conclude con il matrimonio, ma si apre ad una nuova prospettiva in cui non saremo più solo singoli individui, ma anche una nuova famiglia. Se pensassimo di poter vivere chiusi in un mondo isolato, fatto solo di te e di me, il 117 AMORIINCORSO_NERO.indd 117 17/01/2006 21.44.35 nostro amore diventerebbe sterile. Il nostro matrimonio è il principio di una nuova vita e di un nuovo impegno che ci chiama a non essere solamente coppia. Saremo una sola carne, come rinnovata sorgente d’amore. Questo periodo che ci separa dal giorno del matrimonio è sicuramente carico di emozioni e di cose da fare. È importante però non dimenticare che anche questi momenti, unici ed irripetibili, sono indispensabili per riconoscerci strumenti attivi dell’amore di Dio. Cristina e Alessandro: Forte come la morte è l’amore. Le grandi acque non possono spegnere l’amore Dal Vangelo secondo Matteo (7, 24-27): “Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. “Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. -’’Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. “Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande». Testimonianza Ci hanno chiesto di intervenire qui oggi per portare i nostri pensieri partendo dal brano di Matteo. Non nascondiamo che ci siamo chiesti che cosa avremmo potuto dire a tutti voi. Ed è così che, fermandoci a riflettere sulla Parola appena letta, questa roccia ha preso una sua forma, una nostra forma. Ecco allora che ripensiamo alla nostra storia, alle nostre esperienze, alla Vergine Maria, a Lourdes .. .Perché è lì che ci siamo conosciuti ed è lì che abbiamo trovato la roccia da cui è partito il nostro viaggio insieme. Quella roccia, per noi, esiste fisicamente, si può toccare con mano ed è la Grotta dell’Apparizione. Una Casa è già stata collocata sopra di essa: il Santuario. Sono passati tanti anni, sono cambiati due secoli, ed ancora le persone tornano alla Grotta con una fede che ogni volta continua a stupirci e a insegnarci molto. Questo dimostra che la pioggia caduta, i fiumi straripati, i venti che hanno soffiato, tutto questo non ha potuto nulla quando si è abbattuto su quella Casa: essa continua ad essere mèta di molte persone che tornano ogni anno con rinnovato entusiasmo. Tutto è partito da lì e tutto ritorna lì dove ogni anno cerchiamo di esserci. E le sensazioni vissute sono roccia che ci portiamo dentro tutto l’anno. Poi succedono le piccole preoccupazioni, i problemi di tutti i giorni che sembrano essere insormontabili e ripensiamo a tutto quello che abbiamo visto e toccato con mano, i problemi si ridimensionano, il vento e la pioggia si fanno sentire meno. Inevitabilmente le nostre esperienze vissute ci insegnano a dare un significato diverso alla nostra quotidianità. Ciascuno di noi si è chiesto come avesse fatto a trovare quella roccia. Non abbiamo risposta concreta a questo. È stato un dono, ed è bello averla potuta scoprire insieme come fidanzati. Perché sposarci? Non abbiamo grandi certezze da dispensare; siamo stati fatti dono l’uno all’altra, complice quella roccia che non è nostra, ma che è diventata parte di noi. E il progetto di una casa non è frutto nostro: è anch’esso dono e parte di un disegno più grande. Io e Cristina vogliamo curare, amare e continuare a costruire la nostra casa nel corso del tempo perché vogliamo che continui ad essere viva. In questi mesi di percorso prematrimoniale viene molto spontaneo confrontarsi e cercare insieme risposte a dubbi. Tutto è evento, tutto è gioia, tutto è preparazione, tutto è entusiasmo. E vogliamo che la condivisione della nostra vita nel matrimonio continui ad essere l’occasione per testimoniare l’amore che ci è stato donato. Nasce 118 AMORIINCORSO_NERO.indd 118 17/01/2006 21.44.35 qui una preghiera al Signore: avere sempre la forza di superare la pigrizia che non ci permette di ascoltare gli inviti continuamente rivolti e riconoscere le occasioni di incontro. Proprio le semplici parole per questa testimonianza sono state per noi occasione di confronto, di provocazione, di ricerca della roccia. Abbiamo sorriso ripensando a tutte le persone incontrate insieme e abbiamo ridiscusso su situazioni vissute in modo differente, abbiamo ripensato all’esperienza di Lourdes e agli amici che con noi la condividono. L’occasione che ci è stata concessa oggi è partita con una domanda che ha concretizzato la nostra testimonianza. È lo stesso interrogativo che lasciamo ora a tutti voi: qual è la vostra roccia? Diletta e Pietro: Rimanete nel mio amore. Dal Vangelo secondo Giovanni (15, 9-12): ‘’Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. ‘”Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamentidel Padre mìo e rimango nel suo amore. “Questo vi ho detto perché la mìa gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. ‘’Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Testimonianza Credo di amare il Signore, le persone che ho accanto, me stesso ... E dal Signore e dagli altri mi sento ripetere più volte il loro amore ... Eppure non capisco questo mistero dell’amore fino in fondo, forse non sono capace di provarlo davvero ... : non capisco come sia possibile conciliare le mie debolezze e i miei errori con quello che credo sia l’amore, lotto per vincere ogni mio limite, per meritare questo amore ... Ecco però che, in questo mio faticoso esodo verso l’amore si inserisce l’evento del Signore: incontro una persona, non perfetta, con cui provo qualcosa di nuovo ... Ripenso a quell’espressione, sentita più volte, novità di vita ... Non è soltanto il modo di essere di questa persona a fare la differenza: è come mi sento io stando con lui, è come vedo che lui sta con me ... sento di aver ritrovato qualcosa ... La vocazione di ciascuno di noi non è tanto, forse, da costruire o inventare, con lotte ed ansie contro i nostri e gli altrui l i m i t i : è piuttosto ascoltare qualcosa che è già dentro di noi. Una volta un padre ha detto che è un po’ come camminare su un sentiero di montagna e riconoscerlo pian piano, da piccoli grandi segni, come il sentiero già percorso tante volte da piccoli. È sentirsi a casa ... Siamo chiamati a dire sì al nostro essere più vero e profondo ... L’altro si rivela così l’occasione privilegiata per sperimentare l’amore di Dio, per provare quella gioia piena di cui parla il vangelo di Giovanni. Nell’altro ti senti amato da Dio. Quello che ci sembrava di non meritare da Dio, il quale può tutto, riusciamo ora a capirlo e ad accoglierlo da parte dell’altro: l’altro mi ama nei miei limiti, ... sa perdonarmi, ... sa credere in me, ... vuole impegnarsi davanti al mondo per me ... e questo è immagine vera e reale dell’amore di Dio nella sua storia di alleanza con Israele e con ciascuno di noi. E in questa avventura hai anche l’occasione di diventare, a tua volta, segno concreto e parte attiva dell’amore di Dio per l’altro. ... Ed è così che, pian piano, comprendi la fatica che deve provare Dio per superare le nostre, ben più grandi, infedeltà e freddezze verso di Lui ... Ma soprattutto comprendi anche, seppur in modo imperfetto, l’energia e la speranza sempre nuove dell’amore di Dio ... Mi sento come liberata da un guinzaglio che prima mi costringeva a girare continuamente su me stessa ... pian piano colgo che non si tratta più di chiedermi se l’amore sia meritato: l’amore è motore verso il perfezionamento di sé e dell’altro, ma non chiede tale perfezione come presupposto e punto di partenza ... Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati... Leggere la storia di Gesù è la strada 119 AMORIINCORSO_NERO.indd 119 17/01/2006 21.44.36 per imparare come, questo modo di Gesù di amare, con tutte le sue sfumature di colori ... : la Sua tenerezza ..., la Sua attenzione sempre vigile ..., la Sua forza ..., la Sua verità anche tagliente ..., la Sua fedeltà anche nella paura e nello sconforto ... e soprattutto la Sua libertà di far essere e far scegliere l’altro ... Il fidanzamento come tempo di grazia, tempo in cui la grazia di Dio opera in noi, ... ci racconta la vocazione della vita a due, che è una scommessa sempre nuova su due libertà che si intrecciano nella loro strada verso il Signore. E la grazia ci prepara a rispondere a questa vocazione ... Aiutaci, Signore, a rimanere nel Tuo amore e nel Tuo orizzonte ... dopo l’intuizione, magari confusa, di questa nuova esperienza che ci si apre davanti e che ci riempie, non è sempre facile restare a lungo con Te ... c’è la tentazione di lasciarci vincere dalla forza centrifuga, che allontana e confonde. Restare nel Tuo amore è allora anche uno sforzo, un impegno a restare concentrati su di Te, a pregare perché l’intuizione cresca come desiderio profondo e diventi motore di azione, scelta di vita piena e consapevole, scelta di Te in ogni momento della nostra relazione. Rendici l’uno per l’altra trampolino e strada per la realizzazione e la pienezza delle nostre vite in Te. (da Abbiamo creduto all’amore, Centro Ambrosiano) 120 AMORIINCORSO_NERO.indd 120 17/01/2006 21.44.36 EVENTI SPECIALI 10- San Valentino Perché non fare in modo che il riferimento degli innamorati a san Valentino diventi un’occasione di crescita nella fede e nella vita cristiana? In questa parte abbiamo inserito materiale diverso; dapprima degli approfondimenti sulla vita del santo; poi indicazioni di luoghi di culto nel Triveneto dedicati al santo di Terni che possano diventare mete di escursioni. Infine vi invitiamo a pensare ad un momento di festa per gli innamorati: la data più opportuna potrebbe essere il 14 febbraio. Potrà forse sembrare banale. Ma non è così. Tanti innamorati si rifiutavano di festeggiare San Valentino perché non la sentono coma la loro festa, la sentono come una delle tante festività “finte”, create solamente per il business. Ci piacerebbe riappropriarci di questa festa darle un significato nuovo: quello di un momento del quale i giovani innamorati si scambiano reciprocamente la gioia che nasce dall’amore che stanno sperimentando, un momento nel quale si dicono, e soprattutto testimoniano agli altri, la bellezza dell’amore genuino. Si tratta di un momento per sperimentare materialmente che una relazione amorosa deve essere aperta anche al rapporto con glia altri. Una coppia ha molte altre occasioni per fare festa e deve alimentare il proprio amore con questi momenti. Questa festa vuole invece essere l’occasione di condividere le proprio emozioni con altri giovani nella medesima condizione. Finalmente San Valentino potrebbe essere una festa VERA e non l’ennesima occasione per fare soldi. LA STORIA DI SAN VALENTINO Dal VI-VII secolo è conosciuto e venerato a Terni un vescovo Valentino martire. Beda nell’VIII secolo così ne parla nel suo martirologio: 16 Kalendas Martias Natale sancti Valentini Interamnensis episcopi, qui tentus a paganis ac virgis caesus, et post diuturnam caedem custodiae mancipatus, cum superari non posset, mediae noctis silentio eiectus de carcere decollatus est, iussu Furiosi Placidi, Urbis praefecti”. Valentino vescovo e martire di Terni è riportato anche nei Martirologi storici e liturgici di Rabano Mauro e di Usuardo del secolo IX, nonché nel Martirologio Romano. Dello stesso tempo è la notizia dell’esistenza a Terni di una basilica dedicata al vescovo martire Valentino nella quale papa Zaccaria (+752) si incontrò con il re longobardo Liutprando. La basilica della quale non ci è nota la facies paleocristiana, sorgeva in un’area cimiteriale abbastanza antica, risalente almeno al secolo IV (la più antica iscrizione ivi rinvenuta è del 366). Con la Passio, anteriore al secolo VIII che servì a Beda risaliamo indietro di qualche secolo nella serie delle testimonianze su Valentino (essa infatti non è più antica del secolo V-VI). Tre giovani ateniesi, Procolo, Efebo e Apollonio, studiano a Roma la lingua latina presso l’oratore Cratone. Il figlio di costui è talmente incurvatus dorso, caput habens inter genua e nessun medico lo sa curare. Un amico di Cratone però riferisce che un suo fratello affetto dallo stesso male è stato guarito da Valentino, episcopus et civis Interamnis urbis; questi è chiamato a Roma e dopo un lungo colloquio sulla fede e le opere necessarie per la salvezza, opera il miracolo accogliendo la promessa di conversione 121 AMORIINCORSO_NERO.indd 121 17/01/2006 21.44.36 da parte del gruppo, tra cui c’è anche il figlio del prefetto di Roma. Il Senato però fa arrestare Valentino,che è flagellato e decapitato per ordine del prefetto Placido. I tre giovani greci trafugano il suo corpo, lo portano a Terni ibique in suburbano, empto terrae spatio non longe ab eadem civitate, sepolturae honostissimae tradiderunt. Il Martirologio Geronimiano, una raccolta compilata nella prima metà del secolo V nell’Italia settentrionale, probabilmente ad Aquileia, sulla scorta di diversi calendari locali particolari ed altre fonti letterarie, in tutti i suoi codici, riporta al 14 febbraio, in primis, con parole più o meno esplicite e precise: Interamnae, via Flaminia, miliario ab urbe Roma 63 (o 64), natale Valentini. Data la natura e la composizione del Martirologio Geronimiano, se ne deduce che almeno nel secolo IV era conosciuto e venerato a Terni un martire Valentino; di lui sono conosciute e indicate con precisione le “coordinate”, dunque la sua esistenza storica è fuori discussione; impossibile pensare che si tratti di un equivoco, ad uno scambio cioè di città o di numeri e quindi il latercolo riguarderebbe il martire Valentino di Roma. Terni era certamente meno nota di Roma e pensare che il compilatore abbia potuto scambiare le due città è semplicemente assurdo: caso mai sarebbe avvenuto il contrario. Nello stesso martirologio, Terni non è ricordata soltanto il 14 febbraio, ma anche il 14 aprile ed il 1 maggio per altri martiri; segno dunque che il compilatore ha utilizzato un calendario locale e trascrivendo il difficile nome latino della città come ha potuto, ha dimostrato non solo di essere stato fedele alla fonte che aveva sotto gli occhi ma anche di non aver potuto inventare il nome di quella città che forse neppure conosceva. Possediamo in effetti un altro documento che attesta esplicitamente l’episcopato di Valentino e indirettamente il tempo della sua morte, ma esso purtroppo è della stessa risma della passio di Valentino, se non peggiore, e soprattutto pervaso da uno smaccato spirito campanilistico e di locale “trionfalismo”. Si allude alla passio di Feliciano di Foligno. Nato a Forum Flaminii (S. Giovanni Profiamma) Feliciano si reca a Roma per studiare, e il papa Eleuterio (174-189) lo accoglie. Ritornato in patria comincia a predicare «et quia adhuc omnem patriam gentilitas paganorum retinebat et sacerdotium per Tusciani Picenumque adhuc habebatur incognitum, a civibus suis in clero adscitis, subrogatur episcopus»; il papa Vittore, (189-198) successore di Eleuterio lo consacra e gli concede anche l’uso del pallio, segno di autorità metropolitana. Evangelizza allora con più o meno successo, Foligno, Spello, Bevagna, Assisi, Perugia, Norcia, Trevi, Spoleto e Terni, dove «Valentinum diaconum Interamnensium civitatis, dum sibi fortiter adhaerere cognosceret, permissu supradicti Victoris, episcopum ipse sacravit». L’identificazione del martire ternano Valentino, con l’omonimo presbitero romano non è attendibile e pare che quest’ultimo non fosse mai esistito. Un [S(anctus)] Val[e]nt[i]nus | ep(iscopu)s è decifrabile in un bustino altomedioevale risalente ai secoli VIII-IX nel fianco esterno della cattedrale dell’antica Montefeltro (odierna San Leo). Valentino episcopus teramnensis compare nel calendario valvense dell’abbazia di San Pellegrino di Bominaco mentre le più antiche tracce iconografiche del martire sempre nelle sembianze episcopali si ritrovano a Terni per di più riferibili ai secoli XV-XVII. IL CULTO San Valentino fu sepolto in un’area cimiteriale nei pressi dell’attuale Basilica. E’ sicuro che quel cimitero già esisteva in età pagana. Da questa zona provengono alcuni reperti le più antiche risalgono ai secoli IV-V. Si tratta di titoli sepolcrali. Il pezzo più interessante è il sarcofago a “teste allineate” del secolo IV ora conservato in Palazzo Carrara. E’ il tradizionale sarcofago paleocristiano dove sono scolpite attorno alla figura del defunto orante, scene della vita di Cristo. 122 AMORIINCORSO_NERO.indd 122 17/01/2006 21.44.36 La prima basilica fu costruita nel secolo IV, fuori delle mura della città e in area cimiteriale, sopra la tomba del martire. Distrutta dai Goti, insieme alla città nel secolo VI, sarebbe stata ricostruita nel VII. A conferma di questa ultima costruzione è stato il rinvenimento di una moneta di Eraclio del 641. Al periodo della prima o della seconda costruzione dovrebbe risalire la cripta con l’altare ad arcosolio, cioè sotto una nicchia coperta da un arco e sopra la tomba del martire. Intorno al seolo VII la basilica fu affidata ai Benedettini. Nel 742 vi avvenne l’incontro storico tra il papa Zaccaria, partito da Roma verso Terni e il vecchio re longobardo Liutprando. La scelta della Basilica di San Valentino fu fatta dal re perché all’interno di quella si veneravano le spoglie del glorioso martire alle quali egli attribuiva un valore taumaturgico. Con quell’incontro il re donava al pontefice alcune città italiane - tra le quali Sutri -che diedero origine allo Stato Pontificio. Qui il pontefice ordinò il nuovo vescovo di Terni alla cui morte (760) la città rimase priva del pastore fino al 1218. In questo periodo la basilica fu ggetto di scorrerie prima di Ungari poi Normanni e Saraceni poi degli abitanti di Narni che vantavano pretese su alcuni territori e sulla stessa Basilica. Dal VIII secolo fino al XII secolo i Benedettini ufficiarono la Basilica che nel 1109 cedettero ad un Capitolo Collegiale di Canonici. Probabilmente nel XIII secolo, sempre i ternani, costruirono un’altra Basilica di proporzioni più vaste munendola ben presto di una salda difesa per proteggerla. Solo l’intervento del Papa Onorio III portò ad una pacifica soluzione della vertenza. Il papa nel 1219 vi si recò e consegnò la Basilica al clero locale. Da questo anno in poi non sappiamo più nulla dello stato di conservazione della Basilica, che agli inizi del 1600 doveva apparire fatiscente. LA RICOGNIZIONE Nel 1605 il vescovo Giovanni Antonio Onorati, ottenuto il permesso da papa Paolo V, fece iniziare le ricerche del corpo del Santo. Erano partite da tempo anche a Roma le ricerche dei primi martiri della Chiesa e per autenticare la loro esistenza e per accrescerne la venerazione. Il corpo di San Valentino fu presto rinvenuto in una cassa di piombo contenuta entro un’urna di marmo rozza esternamente ma all’interno intagliata con rilievi. La testa era separata dal busto a conferma della morte avvenuta per decapitazione. Fu portata subito in Cattedrale. Nessuno in città voleva però che il corpo del loro martire riposasse nella chiesa madre. Neanche la Congregazione dei Riti era favorevole poiché le reliquie dovevano essere venerate là dove erano state sepolte. Così si decise di ricostruire una nuova Basilica. Nel 1630 le reliquie vennero deposte in un artistica arca composta in una statua supina e le reliquie del Santo composte da parte del cranio, la mascella con pochi denti, degli altri denti e le ceneri. La statua si poteva ammirare fino a due anni fa sotto l’altare Maggiore ricostruito dall’Arciduca Leopoldo, ristrutturato negli anni ‘70. Dal 2003 la tomba di San Valentino è stata spostata nel nuovo altare. Nello stesso anno è tornata a Terni una parte del cranio che era stata trafugata dalla tomba nel 1979. LA NUOVA BASILICA I lavori per la costruzione della Basilica iniziarono nel 1606 e durarono alcuni anni ma già dal 1609 questa poté essere officiata dai padri Carmelitani, chiamati a custodirla. Nel 1618 il corpo del santo vescovo e martire venne solennemente riportato nella sua Basilica. Nel 1625 l’Arciduca Leopoldo d’Austria, diretto a Roma, fece visita alla Basilica e si assunse la spese per la costruzione di un nuovo altare maggiore in marmo, completato nel 1632, impegnandosi a rendere alla Basilica una parte del cranio del Santo donata alcuni secoli prima ad un suo antenato. Dietro all’altare maggiore è il coro 123 AMORIINCORSO_NERO.indd 123 17/01/2006 21.44.36 con la “confessione” di San Valentino, un altare costruito sopra la tomba del martire. Al centro è una tela ovale che ricorda il martirio del santo, opera della fine del secolo XVII. L’episodio del Duca Leopoldo fornì l’occasione per un radicale rinnovamento dell’architettura del tempio, condotto a termine grazie anche all’opera di molti ternani. La Basilica si presenta secondo uno schema caro ai teorici della Controriforma: grande navata unica con attorno cappelle laterali, due grandi cappelle costituiscono il transetto, presbiterio e dietro l’altare del martire con la “confessione”. La facciata del secolo XVII è animata da paraste, un grande portale sormontato da un finestrone. Le statue in stucco raffigurano in alto i santi patroni della città Valentino e Anastasio (+649) e sono state aggiunte nel secolo XIX. L’interno è animato da grandi paraste con capitelli in stile ionico con ghirlande. Queste sorreggono un architrave sporgente dentellato. Due cappelle per lato erano proprietà di alcune famiglie importanti della città. Le più interessanti sono le cappelle del transetto. Quella di destra è dedicata a San Michele arcangelo ed era la cappella privata della famiglia Sciamanna. Ai lati infatti sono i monumenti funebri di alcuni membri tra i quali un certo Brunoro, vescovo di Caserta morto nel 1647. Al centro è la bella pala con San Michele che sconfigge il demonio dell’artista romano Giuseppe Cesari detto il “Cavalier d’Arpino”. Esponente di una pittura colta e raffinata, docile alle richieste della Chiesa, che tornava a privilegiare chiarezza dell’espressione e il decoro nella rappresentazione delle figure sacre. Questa immagine è una chiara ripresa del classicismo di Raffaello: equilibrio della posa e fermezza dell’atteggiamento. L’altra cappella è dedicata alla santa carmelitana Teresa d’Avila. La bella pala centrale raffigura la Madonna con il Bambino tra i SS.Giuseppe e Teresa dell’artista Lucas De La Haye, monaco carmelitano della seconda metà del secolo XVII. L’artista fu l’incaricato principale della decorazione della basilica. Infatti oltre a questa lascia altri capolavori tra i quali la bella pala centrale con San Valentino chiede la protezione della Vergine su Terni e ancora una Adorazione dei pastori e una Adorazione dei Magi. Sempre per la basilica realizza le tele con i Quattro evangelisti e una serie con i Martiri ternani (Catulo, Saturnino, Lucio e magno discepoli di Valentino) conservati nella navata. Il suo stile è pienamente barocco: figure ricoperte di sontuosi panneggi che si agitano al vento, intrisi di un colore caldo che fa pensare anche ad un’influenza sull’artista della pittura veneta forse filtrata dal Rubens romano. Al centro del coro è una grande tela raffigurante la Crocifissione dove traspaiono figure intrise di grande drammaticità. Un ultimo capolavoro si può ammirare in una delle cappelle della navata. Si tratta di una tela raffigurante la Madonna con il Bambino ed i SS. Lorenzo, Giovanni Battista e Bartolomeo del 1635, opera di Andrea Polinori, cittadino di Todi. L’ispirazione dell’artista è il Caravaggio ma è abile a regolarizzarlo e depurarlo di ogni aggressività. L’ambiente della cripta presenta l’antico altare ad arcosolio (inserito in una nicchia voltata a botte sopra la tomba del martire) nel quale furono rinvenute le reliquie di San Valentino. Alcuni reperti dell’area valentiniana sono stati riuniti nell’ambiente accanto alla cripta. Dopo il 1873, il convento dei Carmelitani, ceduto al Comune, fu adibito ad uso profano; da circa cinquanta anni il Comune lo ha interamente trasformato ad uso abitativo. La Chiesa venne affidata al clero secolare. Nel 1906 i Padri Carmelitani Scalzi tornarono a Terni e costruirono, sul lato Est della Chiesa, un modesto convento poi restaurato nel 1955. La Basilica ridotta in pessime condizioni, fu totalmente restaurata nel triennio 1924-1927 ad opera del padre Valemmo Poscia. Negli anni 1965-1970 il parroco padre Capogrossi curò la completa revisione dei tetti della Chiesa, eresse un altare al Santo Bambino di Praga in sostituzione del precedente altare al Sacro Cuore e dotando la Basilica di un impianto di riscaldamento ad aria. 124 AMORIINCORSO_NERO.indd 124 17/01/2006 21.44.36 LA LEGGENDA La festa del vescovo e martire Valentino si riallaccia agli antichi festeggiamenti di Greci, Italici e Romani che si tenevano il 15 febbraio in onore del dio Pane, Fauno e Luperco. Questi festeggiamenti erano legati alla purificazione dei campi e ai riti di fecondità. Divenuti troppo orridi e licenziosi, furono proibiti da Augusto e poi soppressi da Gelasio nel 494. La Chiesa cristianizzò quel rito pagano della fecondità anticipandolo al giorno 14 di febbraio attribuendo al martire ternano la capacità di proteggere i fidanzati e gli innamorati indirizzati al matrimonio e ad un’unione allietata dai figli. Da questa vicenda sorsero alcune leggende. Le più interessanti sono quelle che dicono il santo martire amante delle rose, fiori profumati che regalava alle coppie di fidanzati per augurare loro un’unione felice. Le più celebri sono quelle della Rosa della riconciliazione e di Sabino e Serapia. La prima vuole che san Valentino, sentendo un giorno bisticciare due giovani fidanzati, che stavano passando al di là della siepe del suo giardino, uscì loro incontro tenendo in mano una bella rosa. Il capo canuto, il volto sereno e sorridente del buon vecchio e quella rosa, tenuta in alto col gesto di donarla, ebbero il magico potere di calmare i due innamorati in lite. Quando poi egli, donando realmente quel purpureo fiore, volle che tutti e due insieme stringessero il gambo con cautela per non pungersi e spiegò il “cor unum” di due persone sposate, l’amore era tornato come prima. I due tornarono poi da lui finché, come desiderava, non fu proprio il Santo Vescovo a benedire il loro matrimonio felicissimo. La cosa si riseppe e allora fu una processione ad invocare il patrocinio di lui sulle famiglie da fondare. Il Vescovo, però, aveva anche altre occupazioni pastorali alle quali accudire, perciò stabilì per quella benedizione il quattordici del mese. Ed il quattordici del mese è restato, ma ristretto a quello di febbraio, perché in quel giorno egli andò a celebrare le sue nozze in Paradiso. La leggenda di Sabino e Serapia, invece è rifiorita nel Novecento dopo il ritrovamento, a Pentima, di un sarcofago contentente gli scheletri di due giovani: c’era una bella ragazza di nome Serapia, la quale abitava in una piazza di Terni, l’attuale Piazza Clai. Passando spesso di lì un giovane centurione romano, di nome Sabino, la osservò più volte, se ne innamorò e la chiese in sposa. I parenti di lei, però, non volevano, perché Sabino era pagano mentre loro erano tutti cristiani. Allora lei gli suggerì di andare dal loro Vescovo e farsi istruire ben bene e farsi battezzare. Cosa che egli per amore di lei fece. Ma quando questo ostacolo era stato sormontato, ne sorse uno grandissimo. Si scoprì che Serapia era affetta da una forma di tisi avanzatissima. Disperazione dei genitori e del giovane legionario romano.Fatto venire il santo Vescovo presso il letto della moribonda, Sabino supplicò il Santo che non permettesse che egli si separasse dalla sua amata. La vita gli sarebbe riuscita un lungo martirio insopportabile. Valentino alzò le mani e la voce al Padre di tutti. Ed un sonno beatificante unì per l’eternità quei due cuori dal palpito sincrono, mentre si stringevano per l’eternità PATRONO DELL’AMORE Oggi la festa di San Valentino è celebrata ovunque come Santo dell’Amore. L’invito e la forza dell’amore che è racchiuso nel messaggio di san Valentino deve essere considerato anche da altre angolazioni, oltre che dall’ormai esclusivo significato del rapporto tra uomo e donna. L’Amore è Dio stesso e caratterizza l’uomo, immagine di Dio. Nell’Amore risiede la solidarietà e la pace, l’unità della famiglia e dell’intera umanità. (dal sito www. diocesi.terni.it) 125 AMORIINCORSO_NERO.indd 125 17/01/2006 21.44.36 Caro San Valentino, che da secoli aiuti i fidanzati a vivere nell’amore, proteggi e aiuta anche noi. Insegnaci ad ascoltare il Vangelo e a metterlo in pratica, vedremo i nostri cuori aprirsi alla condivisione, alla generosa dedizione reciproca. Sappiamo che Gesù andò al matrimonio di due giovani, a Cana di Galilea, e salvò la loro festa, cambiando l’acqua in vino. Aiutaci a comprendere che senza Gesù è difficile amarci tra noi gratuitamente fino al sacrificio fino alla felicità. Guida anche noi, nei momenti sereni e in quelli tristi, portaci al dialogo fiducioso con Maria madre di Gesù e madre nostra, perché interceda per noi presso il Figlio. Siamo certi che si compirà, anche per noi, come per quei due giovani del Vangelo, il miracolo dell’amore. San Valentino, accompagnaci, proteggi il nostro amore prendi a cuore il progetto del nostro futuro e prega per noi. Le iniziative del mese Valentiniano a Terni http://www.diocesi.terni.it/sanvale/index.asp CHIESE E SANTUARI DEDICATI A SAN VALENTINO LA CHIESA DI SAN VALENTINO A BUSSOLENGO (VR) All’estremità meridionale dell’antico centro storico di Bussolengo, la chiesa di San Valentino è monumento architettonico d’indubbia importanza, soprattutto per i vasti cicli affrescati che le sue pareti ospitano, tanto all’esterno quanto all’interno del tempio. Detta di San Valentino maggiore, per distinguerla da altra dedicata allo stesso santo, è qualificata nelle visite pastorali anche con gli aggettivi di antica o vetusta («sancti 126 AMORIINCORSO_NERO.indd 126 17/01/2006 21.44.36 Valentini vetusta») o («sancti Valentini veteris»). Ad una sola navata, coperta da un tetto a capriate, il suo aspetto è trecentesco, ma peraltro l’attuale edificio è frutto di una ricostruzione avvenuta su più antiche vestigia anteriori al 1339 quando cioè, in data 12 aprile, Gilberto, vescovo di Tiberiade, riconciliò la chiesa che era stata violata e in essa consacrò un altare, concedendo indulgenza di un anno e ottanta giorni di remissione di peccati a chi avesse visitato la chiesa nell’anniversario della nuova o in quello della vecchia consacrazione, oppure nel giorno di san Valentino. Tutto ciò risulta da un documento letto da monsignor Giuseppe Turrini in un codice della Capitolare di Verona che un tempo era di proprietà della chiesa di santa Maria Maggiore, che è l’attuale chiesa parrocchiale di Bussolengo. Nuovi interventi si ebbero nella chiesa di san Valentino, dopo che, il 5 ottobre 1391, il vescovo di Verona, Gianni de Rossi, concesse che fosse di nuovo restaurata, e quindi nel secolo decimoquinto, quando fu realizzato il bel ciclo di affreschi dedicato ad episodi della vita di San Valentino all’interno del tempio e l’altro ciclo, sempre dedicato alla vita del santo, all’esterno della chiesa. Il primo dei due cicli pittorici - che si trova sulla parete meridionale del sacello - narra in sei riquadri un miracolo e il martirio del glorioso vescovo di Terni; alcuni medici stanno discutendo intorno ad un bimbo rattrappito manifestandosi evidentemente la loro incapacità di intervento (1° riquadro) quando sopraggiunge il santo che ha un lungo colloquio con il padre del bimbo (2° riquadro), quindi s’inginocchia e prega (3° riquadro); l’invocazione dell’aiuto di Dio sortisce la guarigione e il padre del bimbo, già adoratore degli idoli, si converte e si fa battezzare con i suoi familiari, presente il bambino ormai sanato (4° riquadro); il santo viene arrestato e battuto con verghe di fronte ad un tribunale (5° riquadro) e quindi ucciso da una marmaglia di armati (6° riquadro) ma con una scena troncata. Gli affreschi in questione, già studiati dall’Arslan, dal Mellini e dal Puppi, sono fra le cose più belle prodotte nel Veronese entro i due primi decenni del Quattrocento. L’Arslan sottolinea come la “Mostra dell’arte scaligera da Altichiero a Pisanello” non abbia offerto indicazioni sull’anonimo autore, che pur non si può pensare immigrato nel Veronese d’altra regione, ma di cui non son note né qui né altrove, altre opere: solo ammette relazioni di quest’artista con Altichiero, Tommaso, Martino e con la pittura lombarda coeva, in particolare con Michelino da Besozzo e alcuni aspetti della plastica dell’officina del Duomo di Milano. Sicché le mirabili figure calate nello spazio con insuperabile euritmia, l’eleganza del gesto misuratissimo, scenderebbero, per l’Arslan, direttamente da Altichiero, ma si accrescerebbero di compiacimenti lineari già consapevoli di grazie gotiche e cosmopolite. Il Mellini, nella sua recensione al saggio dell’Arslan - annotato come gli affreschi di San Valentino furono tutti probabilmente scialbati dopo l’ultima pestilenza (1630) e quelli visibili siano emersi negli ultimi cent’anni - dichiara che il Maestro è veronese senz’altro, non solo per la cultura che dimostra, ma ancor più per le citazioni realistiche del mobilio e soprattutto delle mura scaligere con merli ghibellini già da tempo addomesticati, esempio primo di un genere paesistico che durerà secolare a Verona. Ancora il Mellini, accettata l’idea di un ritorno a forme tomasesche provinciali, esclude un qualsiasi rapporto del frescante con Martino, avvicinandolo invece agli autori dei grandi modelli veronesi e facendolo cioè rientrare nella schiera dei seguaci del gusto umanistico di Giotto e nella tradizione da questi inaugurata. Egli conclude insomma per fare del pittore un contemporaneo di Stefano, Pisanello e Giovanni Badile: sicché, dal chiarimento della figura di quest’ultimo e degli altri Maestri anonimi operanti coevi a Verona, sarebbe da attendersi un migliore inquadramento dell’autore di queste “storie”. Il Puppi, da parte sua, mette in relazione questi affreschi con un foglio di disegni conservato a Bayonne, nel quale appunto sarebbe indotto a riconoscere un frammento di carnet d’abbozzi per composizioni maggiori del Maestro di Bussolengo. Ancora al Puppi parrebbe - come in precedenza era parso anche al Magagnato e al Mellini - che il 127 AMORIINCORSO_NERO.indd 127 17/01/2006 21.44.36 Maestro dell’ancona Fracanzani debba rappresentare, in certo modo, la continuità e la maturazione di una situazione incarnata dal Maestro di Bussolengo, accanto al cui ciclo sarebbe pure propenso a porre, per toglierli dall’isolamento in cui sembrano essere astratti, e recuperarli entro le maglie di un tessuto storico articolato, quattro pannelli pubblicati a suo tempo dal Longhi e dallo Zeri. La Cuppini, infine, definendo il Maestro di Bussolengo “il migliore tra i colleghi veronesi di Stefano”, nota però com’egli sviluppi, fra i motivi secondari della poetica di Altichiero e di quella di Stefano, i meno sensazionali. L’altro ciclo d’affreschi, sempre relativo ad episodi della vita di San Valentino, si trova invece all’esterno della chiesa, sul muro del fianco settentrionale, protetto da una breve tettoia. Assegnabile all’ultimo quarto del Quattrocento, sarebbe per la Cuppini opera dell’ambiente di Domenico Morone, o forse dello stesso Domenico in una fase giovanile, ancora sotto l’influenza di Francesco Benaglio. A favore di questa seconda tesi – che la Cuppini finisce per privilegiare – starebbero “I’effetto d’astrazione che deriva da certa rigidità delle forme geometrizzate, dalla sostanza inorganica delle carni, della scelta di figure immobilizzate più ancora che statiche, in ragionato contrasto con la descrizione compiaciuta dei costumi, del tipo e della qualità dei tessuti, dei particolari che rendono attuali e più moderni gli episodi”. Oltre a questi due cicli, altri affreschi isolati: all’interno una Crocifissione del secolo XV, una serie di santi (San Paolo, San Bartolomeo, San Valentino, la Madonna, San Giorgio ecc.) del secolo XV, con un San Valentino del 1528; in un locale accanto alla chiesa una grande Crocifissione del secolo XIV; nel portico a tramontana un San Cristoforo e una Madonna con Bambino. Del San Cristoforo così la Cuppini “anche dopo la pulitura, con la rimozione delle integrazioni recenti, l’immagine non ha acquistato in poesia (…). L’affresco richiama i modi di Giovanni Badile, portati a cadenze paesane, ed è databile tra il 1430 e il 1440”. Sempre secondo la Cuppini, la Madonna con Bambino “si pone in coda alla lunga sfilata d’analoghe figurazioni dipinte in serie dagli epigoni di Martino da Verona” ed è da collocarsi tra il primo e il secondo decennio del Quattrocento “sulla base dell’architettura macchinosa del trono e dell’impianto del gruppo”. Ancora occorre sottolineare come questa chiesa sia il centro di una gran devozione popolare a San Valentino: attorno ad essa, in occasione della festa liturgica del santo (14 febbraio) si celebra tuttora una famosa sagra con fiera del bestiame. Qui una serie di tavolette votive studiate dal Cambié e solo in parte salvate dalla dispersione, era appesa ai lati dell’altare maggiore. Fra queste il Bacilieri ricorda quella fatta eseguire nel 1711 dai bussolenghesi quando il paese fu preservato da un malore che fu importato da Ca’ dei Laghi da alcuni buoi provenienti dalla Dalmazia: da due anni imperversava nei dintorni l’epidemia facendo strage nei bovini mentre le stalle del paese rimanevano indenni. (dal sito www.verona.com) CHIESA DI S.VALENTINO – CALDONAZZO (TN) La Chiesetta di San Valentino, situata sul Colle di Brenta (m. 579), pare sia stata costruita ancor prima del 1259 come si deduce da un documento del Vescovo di Trento Egnone. Il piccolo santuario è stato più volte restaurato nel tempo. Nel pavimento, a sinistra sotto il gradino, si legge la data 1289. L’abside è a tre lunette; sul soffitto ci sono gli affreschi : al centro la Madonna col Bambino, a sinistra San Valentino con ai piedi un epilettico, a destra San Rocco; gli intermezzi fra le lunette sono ornati da angeli che portano lunghi nastri con parole latine scritte in gotico. La scritta «Ave Maria....» è del 1500, come dimostrano i sottostanti stemmi di Giacomo Trapp, che ebbe la chiesa nel 1463, e della contessa Barbara. I Trapp, fondatori della dinasti di Caldonazzo, fecero restaurare la chiesa con il preciso intento di una prima separazione dalla pieve di Calceranica. Il quadro dell’altare rappresenta San Valentino e San Carlo Borromeo e fu dipinto da Gioacchino e Antonio Mayr nel 1759. 128 AMORIINCORSO_NERO.indd 128 17/01/2006 21.44.37 L’altare e la statua son del 1628. La casetta adiacente, una volta servita da abitazione ad une eremita. Le cronache ricordano che nel 1743 un Fra Iacopo da Torcegno e poi un Giuseppe Marchi da Modena. Proprio davanti alla chiesetta, sul dorso del colle, passava anticamente la strada militare romana fatta costruire da Druso che, partendo da Altino sulle rive dell’Adriatico e passando per Feltre, il Tesino e la Valsugana si dirigeva a Trento e proseguiva fino a Maia, in Alto Adige. Più avanti, il grande muro che si trova sulla sinistra del sentiero è il testimone dell’antico Castello dei Signori di Brenta, edificato probabilmente nel XII secolo e distrutto agli inizi del 1300. Nella zona sono state rinvenute tombe romane con monete e un’epigrafe frammentaria cristiana, ora custodita nella Chiesa di Caldonazzo. SANTUARIO DI SAN VALENTINO AD ALA (TN) E´ uno dei più caratteristici santuari del Trentino, posto sulla spianata sommitale di una gran rupe allo sbocco della valle di San Valentino. Il luogo fu, probabilmente, castelliere preistorico. La primitiva chiesa e il cimitero limitrofo furono consacrati l´undici aprile 1329. Ha subito vari rimaneggiamenti e ampliamenti negli anni 1501, 1574, 1648 e 1763. L´edificio attuale con il priorato sono dell´epoca barocca. Nell´angolo S-E si apre un ampio porticato trasformato a sacrario (1952) a ricordo dei caduti “ su queste rocce” e dei reparti italiani nel maggio del 1916. A sud si nota il campanile a cipolla. L´interno è a tre navate. La volta a crociera di quella a sinistra, antistante l´altare ligneo con pala di Chiocchetti, presenta affreschi secenteschi (evangelisti tra angeli; altri affreschi in sacrestia). L´altare in capo alla navata destra è anch´esso ligneo, a trittico barocco. L´altare maggiore, sotto l´alto luminoso tiburio della cupola a nicchie con statue lignee alternate ai finestroni, è barocco di marmo colorato. Sotto la statua lignea del patrono l´urna con le “ossa” di San Valentino. LA CHIESETTA DI SAN VALENTINO A FOLGARIA (TN) Collocata sopra l’omonima cengia nei pressi dell’abitato di Carpeneda, a circa 2 km da Folgaria, la chiesetta di San Valentino è attribuita al XV secolo , ma recenti lavori di restauro hanno rivelato tracce di affreschi risalenti al XIII secolo, ora in corso di accertamento. Verso la fine del XVI secolo la Magnifica Comunità fece affrescare l’abside come recita la scritta che appare al suo interno: Li homeni del Chumò de Folgaria a fat far questa opera per sua devotion al nome de Dio. Adi 14 de Agusto 1568. La visita Da Folgaria dista un paio di chilometri ed è raggiungibile in macchina o a piedi (percorso Apt n. 2) viaggiando verso il fondovalle (direzione Rovereto - Trento). Superato l’abitato di Carpeneda una stradina asfaltata, sulla sinistra, porta fin davanti l’edificio. Dalla cengia retrostante la chiesetta si apre una suggestiva veduta panoramica sulla sottostante vallata del Rio Cavallo. D’estate vengono programmate visite guidatecondotte dagli Operatori ambientali Gli affreschi Gli affreschi cinquecenteschi e seicenteschi, di autore ignoto, coprono completamente i costoloni gotici dell’abisde e rappresentano i quattro Evangelisti mente le lunette in basso riproducono la Natività, la Crocifissione e immagini di San Valentino, San Biagio, San Lorenzo e San Borromeo. 129 AMORIINCORSO_NERO.indd 129 17/01/2006 21.44.37 Vicino all’entrata, particolarmente interessante un’elemosiniera in calcare rosso con la figura di un vescovo in rilievo, datata 1583. Il campanile è del 1733. Coperta di “scandole” - tavolette in legno di larice fissate tra loro ad incastro - collocate su due ripidi spioventi, la chiesa doveva servire l’abitato di Carpeneda e gli abitati della Valle del Rossbach. Nelle vicinanze, un piccolo edificio - oggi scomparso - ospitava l’eremita che la custodiva. CHIESA PARROCHIALE DI SAN VALENTINO A ZOLDO (BL) Il 1° novembre 1482 Leonardo del fu Nicolò Mascagnino da Mareson, anche a nome dei regolieri e con l’assenso del pievano di san Floriano rivolge una supplica al vescovo Pietro Barozzi, intesa ad ottenere il permesso di edificare una chiesa a Mareson. Il tempio, fornito della prescritta dote, viene eretto nel corso di alcuni anni e consacrato solennemente la seconda domenica del giugno 1492. Dai documenti del primo Seicento dell’Archivio vescovile bellunese si colgono alcune indicazioni utili a capire i principali caratteri architettonici, peraltro sostanzialmente simili a quelli diquasi tutte le chiese coeve della Valle di Zoldo. Il soffitto è a capriate lignee, il pavimento in “somassa” (impasto di malta di calce e ghiaia), dispone di due porte, la sagrestia è ubicata ad est e l’altare consacrato – dall’alzata adorna di statue – è collocato a nord. Il campanile si erge a sud. La chiesa risulta però troppo piccola e, per ovviare l’inconveniente, nel 1626 si intraprendono i primi lavori di ampliamento che coinvolgono anche la zona del coro. Dai manoscritti citati (1641) si apprende l’esistenza di alcuni antichi affreschi decoranti l’interno del tempio sul sagrato del quale funziona un piccolo cimitero. Nel contesto di successivi lavori di ampliamento e di artistico abbellimento della chiesa si colloca la richiesta avanzata dai regolieri al vescovo Giulio Berlendis (10 giugno 1658) con la quale domandano di poter costruire un altare in onore di sant’Antonio da Padova. Iniziativa completamente realizzata nel 1669 con l’installazione dell’arredo intagliato e scolpito. Al 1686 risale la richiesta per l’innalzamento del secondo altare minore, da dedicarsi alla santa Croce, in asse con quello di sant’Antonio; il consenso ecclesiastico giunge, però, solo nel 1697. Agli esordi del Settecento la chiesa – il cui decoro sta molto a cuore agli abitanti – è ancora oggetto di interventi di modifica e di completamento. LA FESTA DI SAN VALENTINO A MONSELICE (PD) Da oltre cent’anni anche Monselice si svolge la festa di San Valentino. Ma oltre alla tradizionale festa degli innamorati, la religiosità popolare ha attivato una speciale ritualità che ogni anno si ripete con successo sempre crescente. In particolare viene impartita a coloro che salgono al Santuario delle “Sette chiese” una particolare “benedizione di San Valentino” che dovrebbe scongiurare l’insorgere nei bambini del “mal caduto” (epilesia). La cerimonia invoca infatti la protezione per una malattia tipica dei bambini, l’epilessia appunto, conosciuta come “il male di San Valentino”. Questa festa ebbe origine nel 1671, quando da Roma giunsero le spoglie di un santo, Valentino, e anche se sta progressivamente perdendo il suo significato religioso, per lasciare il passo ad una semplice occasione di festa paesana, in cui la popolazione si riunisce in allegria, mantiene comunque una grande importanza. La tradizione trae origine dalla “presunta” presenza dei resti di S. Valentino tra i martiri cristiani arrivati nel XVII secolo dalle catacombe di Roma grazie a speciali concessione dei papi romani ai nobili Duodo. Con una semplice cerimonia, che si svolge sulle sette chiesette, un sacerdote, oltre alle preghiere di rito benedisce i bambini per proteggerli dal “mal caduto”. A tutti subito 130 AMORIINCORSO_NERO.indd 130 17/01/2006 21.44.37 dopo viene consegnata una piccola chiavetta che dovrebbe aprire, nell’ultima ora, le porte del paradiso. Ecco allora che ogni anno il pomeriggio del 14 febbraio l’antica salita che porta al Santuario viene percorsa da moltissimi fedeli per acquistare la chiavetta benedetta di San Valentino, distribuita come sempre nella chiesetta di San Giorgio. E, come al solito, moltissimi anche i bambini in maschera che salgono con le mamme dentro i loro passeggini lungo quella che lo scrittore Cibotto ha definito «la via più bella della Regione», cioè via del Santuario. Come ogni anno la passeggiata lungo le vie della Rocca è anche una piccola anteprima del Carnevale per i più piccini. La giornata di San Valentino, ogni anno, è un appuntamento diventato quasi un culto per le famiglie e per i bambini. PROVERBI DIALETTALI SU SAN VALENTINO “Per S. Valentin la lodola fa el nidin” (per S. Valentino l’allodola comincia a nidificare); “S. Valentin smorza el camin” (a S. Valentino il fuoco del camino non è più necessario); “a S. Valentin fiorisse ‘l spin e la passera se fa ‘l gnarin” (a S. Valentino fiorisce il biancospino e il passero si costruisce il nido); “el male de S. Valentin”, cioè “el mal caduto” (il male del Santo, cioè l’epilessia). Proposta A partire dalla coppie che conoscete, potreste organizzare un festeggiamento di san Valentino un po’ alternativo. Può essere un’occasione di invitare tutte le coppie di giovani innamorati e fidanzati che si conoscono direttamente o indirettamente. Si può optare per un appuntamento più “informale”, ovvero a una modalità più di gruppo; oppure per una più centrate sulle coppie • • Un momento iniziale di preghiera, di lode al Dio dell’amore, valorizzando i vari tesi proposti nel sussidio cena: o variante cena di gruppo: o ogni coppia prepara una portata per tutte le coppie partecipanti o le ragazze si dovranno imbandire le tavole o i ragazzi si dovranno occupare della musica e dell’illuminazione o • a lume di candela a tavoli singoli per ogni coppia (tutti in una stanza), con sottofondo di musica dal vivo, e con persone che servono ai tavoli o durante la cena la coppia si dovrà scambiare una preghiera o una lettera d’amore (precedentemente preparata) e solo alla fine della cena si scambieranno un regalo (se possibile non acquistato, ma frutto della propria fantasia e delle proprie capacità) dopo la cena, a seconda del gruppo di persone si potrebbe proporre o giochi di gruppo, o a coppie o momento assembleare di ascolto di poesie o di visione di immagini di opere d’arte opportunamente commentati o visione di uno dei film proposti nel sussidio o si potrebbe pensare anche a un momento in cui la coppia prepara un biglietto da consegnare ai propri genitori, come segno di riconoscenza all’amore che li ha generati 131 AMORIINCORSO_NERO.indd 131 17/01/2006 21.44.37 EVENTI SPECIALI 11 – Parlami d’amore: frasi celebri sull’amore A volte si cerca la frase giusta per il momento giusto, per il libretto dell’incontro, per il biglietto d’auguri, per iniziare un incontro, per… Eccoti materiale cui attingere a piene mani 1. Autori antichi La misura dell’amore è amare senza misura. Agostino Ama, e fa’ quello che vuoi. Se taci, taci per amore; se parli, parla per amore; se correggi, correggi per amore; se perdoni, perdona per amore. Agostino Dove c’è amore non c’è sofferenza; o se c’è sofferenza, anch’essa è amata. Agostino L’amore è l’ala che Dio ha dato all’uomo per salire fino a lui. Buonarroti, Michelangelo Noi eravamo anticamente uniti: il desiderio e lo struggimento di tornare uniti si chiama amore. Platone L’amore vince ogni ostacolo (Omnia vincit amor). Virgilio Crudele amore, a che cosa non spingi i cuori umani! (Improbe amor, quid non mortalia pectora cogis!) Virgilio 2. Autori moderni Se un amore potè morire, non era amore. Auerbach L’amore che fa economia non è mai vero amore. Balzac L’amore non si insegna. L’amore si da. Bernardi L’amore piace più del matrimonio, per la stessa ragione che i romanzi piacciono più dei libri di storia. Chamfort L’amore diminuisce quando cessa di aumentare. Chateaubriand Che l’amore è tutto, è tutto ciò che sappiamo dell’amore. Dickinson Gioia promette, e manda pianto amore. Foscolo La maggior parte della gente ritiene che amore significhi essere amati, anziché amare. Fromm L’amore è un atto di fede, e chi ha poca fede ha anche poco amore. Fromm L’amore è la forza più potente che il mondo possieda, e tuttavia è la più umile che si possa immaginare. Gandhi Alla sera della vita, noi saremo giudicati sull’amore. Giovanni della Croce Dove non c’è amore mettete amore, e raccoglierete amore. Giovanni della Croce Non conta nella vita fare cose grandi o piccole, vistose o insignificanti, ma soltanto conta l’amore con cui esse si effettuano. Giovanni XXIII Solo attraverso l’amore l’uomo può essere liberato da se stesso. Hebbel La misura dell’amore è amare senza misura. Hugo Accade per il vero amore come per l’apparizione degli spiriti: tutti ne parlano, ma pochi li hanno veduti. La Rochefoucauld Non c’è modo di nascondere l’amore quando c’è, né di fingerlo quando non c’è. La Rochefoucauld Il giorno in cui voi non brucerete più d’amore, molti altri moriranno di freddo. Mauriac Dove manca l’amore, anche la verità diminuisce. Mazzolari L’amore in questo assomiglia a Dio: per raggiungerlo, bisogna crederci. Ojetti L’amore non è «1 + 1 = 2», ma «1 x 1 = 1». Ortolano L’amore è il più vecchio, il più nuovo, il solo avvenimento del mondo. Riickert, Friederich Temere l’amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti. Russell L’amore vero comincia quando non ci si aspetta nulla in cambio. Saint-Exupéry 132 AMORIINCORSO_NERO.indd 132 17/01/2006 21.44.37 L’amore rende intelligenti gli stupidi, e rende stupide le persone intelligenti. Shakespeare L’amore è tutta la storia nella vita di una donna, e soltanto un episodio in quella dell’uomo. Madame de Staèl, L’amore è la più universale, formidabile e misteriosa delle energie cosmiche. Teilhard de Chardin Senza amore, tutto è niente (Sin amor, todo es nada). Teresa d’Avìla, Ciò che conta non è fare molto, ma mettere molto amore in ciò che si fa. Madre Teresa di Calcutta Solo l’amore conta. Teresa di Lisieux, Un amore che vuole solo dare, non è più umano di un amore che vuole solo prendere. Thibon C’è un solo rimedio all’amore: amare di più. Thoreau L’uomo è stato creato per amore, per questo è tanto portato ad amare. Giovanni Maria Vianney L’amore è creativo all’infinito. Vincenzo de’ Paoli Il valore della vita non lo stabiliscono le azioni, neppure le più grandi, ma l’amore. Anche se è un piccolo amore. Wyszynski L’amore non è cieco, ma presbite. Tanto è vero che comincia a vedere i difetti man mano che si allontana. Zarnacois L’amore è una malattia senza la quale non si sta bene. Anonimo 3. Bibbia Forte come la morte è l’amore. (Cantico dei Cantici 8,6) Ecco dunque le tre cose che contano: fede, speranza, amore. Ma più grande di tutte è l’amore. Paolo apostolo (1 Corinzi13,13) Fate ogni cosa con amore. Paolo apostolo (1 Corinzi 16-24) Chi non ama rimane nella morte. Giovanni apostolo (Prima lettera 3,14) 4. Proverbi Amore è il vero prezzo, con che si compra amore. Amore non è bello, se non è litigherello. Amore non è, senza amaro. Amore non si compra e non si vende. Amor senza baruffa, fa la muffa. Chi soffre per amor, dolor non sente. Grande amore, gran dolore. La luna e l’amore, quando non crescono, calano. L’amore è cieco, ma vede lontano. L’amore è fuoco: dovunque sia, lo vedi da lontano. L’amore risveglia tutti i sensi, eccetto il buon senso. 133 AMORIINCORSO_NERO.indd 133 17/01/2006 21.44.37 EVENTI SPECIALI 12 - VERSI D’AMORE Lungi da qualsiasi pretesa di esaustività, proponiamo alcune poesie d’amore, allo scopo di poterle utilizzare per le vostre proposte. Ci auguriamo che le traduzioni delle poesie straniere siano il più fedeli all’originale GARCIA LORCA Come son pesanti i giorni, A nessun fuoco posso riscaldarmi, non mi ride ormai nessun sole, tutto è vuoto, tutto è freddo e senza pietà, ed anche le care limpide stelle mi guardano senza conforto, da quando ho appreso nel mio cuore, che anche l’amore può morire. *** Vorrei sedermi vicino a te in silenzio, ma non ne ho il coraggio: temo che il mio cuore mi salga alle labbra. Ecco perche’ parlo stupidamente e nascondo il mio cuore dietro le parole. Tratto crudelmente il mio dolore per paura che tu faccia lo stesso. Il mio cuscino mi guarda di notte con durezza come una pietra tombale; non avevo mai immaginato che tanto amaro fosse essere solo e non essere adagiato nei tuoi capelli. *** “Non e’ il tuo amore che voglio voglio soltanto saperti vicina e che muta e silenziosa di tanto in tanto, mi tenda la tua mano.” ALLAN POE Vorresti essere amata?E tu fa’ che il tuo cuore non si discosti dal sentiero di ora! Essendo ogni cosa che ora tu sei, non essere mai altro che non sei. Così i tuoi cortesi modi di vita, la tua grazia, la tua più che bellezza saranno un tema d’elogio senza fine, e l’amore – non altro che un puro dovere. 134 AMORIINCORSO_NERO.indd 134 17/01/2006 21.44.37 CAMILLO SBARBARO Ora che sei venuta Ora che sei venuta, che con un passo di danza sei entrata nella mia vita quasi folata in una stanza chiusa a festeggiarti, bene tanto atteso, le parole mi mancano e la voce e tacerti vicino già mi basta. Ma te la mia inquietudine cercava Quando ragazzo Nella notte d’estate rifacevo Alla finestra come soffocato: che non sapevo, m’affanava il cuore. E tutte sue sono le parole Che, come l’acqua all’orlo che trabocca, alla bocca venivano da sole, l’ore deserte ,quando s’avanzan puerilmente le mie labbra d’uomo da se, per desiderio di baciare. EUGENIO MONTALE Ripenso il tuo sorriso Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida scorta per avventura tra le petraie d’un greto, esiguo specchio in cui guardi un’ellera i suoi corimbi; e su tutto l’abbraccio di un bianco cielo quieto. Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano, se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua, o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua e recano il loro soffrire con sé come un talismano. Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie sommerge i crucci estrosi in un’ondata di calma, e che il tuo aspetto si insinua nella mia memoria grigia schietto come la cima di una giovinetta palma... Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr’occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue. 135 AMORIINCORSO_NERO.indd 135 17/01/2006 21.44.37 CESARE PAVESE Dove sei tu, luce, è il mattino Tu eri la vita e le cose. In te desti respiravamo sotto il cielo che ancora è in noi. Non pena non febbre allora, non quest’ombra greve del giorno affollato e diverso. O luce, chiarezza lontana, respiro affannoso, rivolgi gli occhi immobili e chiari su noi. È buio il mattino che passa senza la luce dei tuoi occhi. PABLO NERUDA Il tuo sorriso Toglimi il pane, se vuoi, toglimi l’aria, ma non togliermi il tuo sorriso. Non togliermi la rosa, la lancia che sgrani, l’acqua che d’improvviso scoppia nella tua gioia, la repentina onda d’argento che ti nasce. Dura è la mia lotta e torno con gli occhi stanchi, a volte, d’aver visto la terra che non cambia, ma entrando il tuo sorriso sale al cielo cercandomi ed apre per me tutte le porte della vita. Amor mio, nell’ora più oscura sgrana il tuo sorriso, e se d’improvviso vedi che il mio sangue macchia le pietre della strada, ridi, perché il tuo riso sarà per le mie mani come una spada fresca. Vicino al mare, d’autunno, il tuo riso deve innalzare la sua cascata di spuma, e in primavera, amore, voglio il tuo riso come 136 AMORIINCORSO_NERO.indd 136 17/01/2006 21.44.37 il fiore che attendevo, il fiore azzurro, la rosa della mia patria sonora. Riditela della notte, del giorno, della luna, riditela delle strade contorte dell’isola, riditela di questo rozzo ragazzo che ti ama, ma quando apro gli occhi e quando li richiudo, quando i miei passi vanno, quando tornano i miei passi, negami il pane, l’aria, la luce, la primavera, ma il tuo sorriso mai, perché io ne morrei. Mi piaci quando taci Mi piaci quando taci perché sei come assente, e mi ascolti da lontano, e la mia voce non ti tocca. Sembra che si siano dileguati i tuoi occhi e che un bacio ti abbia chiuso la bocca. Siccome ogni cosa è piena della mia anima tu emergi dalle cose, piena dell’anima mia. Farfalla di sogno, assomigli alla mia anima, e assomigli alla parola malinconia. Mi piaci quando taci e sei come distante. Sembri lamentarti, farfalla che tuba. E mi ascolti da lontano e la mia voce non ti giunge: lascia che io taccia con il silenzio tuo. Lascia che ti parli anche con il tuo silenzio chiaro come una lampada, semplice come un anello. Sei come la notte, silenziosa e stellata. Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice. Mi piaci quando taci perché sei come assente. Distante e dolorosa come se fossi morta. Poi basta una parola, un sorriso. E sono felice, felice che non sia vero. NAZIM HIKMET Ti amo come se mangiassi il pane Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale come se alzandomi la notte bruciante di febbre bevessi l’acqua con le labbra sul rubinetto 137 AMORIINCORSO_NERO.indd 137 17/01/2006 21.44.37 ti amo come guardo il pesante sacco della posta non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia pieno di sospetto agitato ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo ti amo come qualche cosa che si muove in me quando il crepuscolo scende su Istanbul poco a poco ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo W. GOETHE Presenza Tutto è annuncio di te! Appare il sole radioso, e tu dietro a lui, spero. Esci fuori in giardino e sei rosa fra le rose, e sei giglio fra i gigli. Quando nel ballo ti muovi si muovono le stelle, insieme e intorno a te. Notte! E così sarebbe notte! Tu superi lo splendore soave e seducente della luna. Seducente e soave sei tu, e fiori, luna e stelle a te s’inchinano, o sole! Sole, sii anche per me artefice di giorni radiosi! Questa è vita, è eternità. MICHEL QUOIST Parlami d’Amore L’Amore supera l’amore, mio caro. L’amore è volo d’uccello nel cielo infinito. Ma il volo dell’uccello è più che il volteggiare in aria di un esserino di carne, più che le sue ali innamorate, corteggiate dal vento, è più che l’indicibile gioia quando muoiono i battiti delle ali e il corpo in pace plana nella luce. L’amore è canto di violino che canta il canto del mondo. Ma il canto del violino è più che il legno e l’archetto, inerti e solitari, più che le note in abito da sera che danzano sulla partitura, e più che le dita dell’artista che corrono sulle corde. L’amore è luce, per le strade umane. Ma la luce che si dà è più che carezza mattutina che apre gli occhi notturni, più che raggi di fuoco che riscaldano i corpi, e più che mille pennelli d seta che colorano i volti. L’amore è fiume d’argento che scorre verso il mare. Ma il fiume vivo, che indugia o che si affretta, è più che il suo letto accogliente, scrigno che non trattiene, più che l’acqua che si arrossa allo sguardo del tramonto, e più che l’uomo sulla riva che getta l’esca e ne estrae i frutti. 138 AMORIINCORSO_NERO.indd 138 17/01/2006 21.44.38 L’amore è veliero che sulle acque fende le onde. Ma la corsa del veliero è più che la prora sedotta che penetra il mare, che si offre o i dibatte, più che le vele frementi sotto il tocco della brezza o gli schiaffi del vento, è più che le mani del marinaio afferrate al timone, mentre instancabile insegue la sua selvaggina. ...l’Amore supera l’amore. L’Amore è soffio infinito, che viene da un altrove e vola verso l’altrove. L’amore è mente d’uomo che conosce e riconosce il soffio, è libertà d’uomo che tutto si volge verso di Lui. L’amore è consenso dell’uomo al soffio che invita, è cuore dell’uomo che si apre per accoglierlo e donarLo, è corpo dell’uomo che si raccoglie, disponibile, perché da Lui abitato, da Lui invaso prenda il volo verso gli altri, verso... l’altro, e perché infine ciò che era lontano si ricongiunga e si accordi ciò che era separato diventi uno e che dall’uno sgorghi una nuova vita. 139 AMORIINCORSO_NERO.indd 139 17/01/2006 21.44.38 EVENTI SPECIALI 13 - POSTI CARINI DA VISITARE In questa sezione proponiamo alcuni itinerari simpatici che possono essere utilizzati per le vostre attività; non si prestano in sé a particolari contenuti, se non come semplici strumenti per un’escursione tra il gruppo di innamorati (potete pensare voi che proposte inserirvi a livello contenutistico). VERONA Verona ha assunto nel panorama nazionale una caratterizzazione di “città degli innamorati” per la vicenda di Giulietta e Romeo. Proponiamo alcuni itinerari da passeggiata in gruppo, attraverso percorsi minori caratterizzati da tranquillità e da scorci particolarmente pittoreschi, che esaltano la bellezza della nostra città. Itinerario 1 Da Piazza Duomo, Ponte Pietra, Castel san Pietro, Museo, Lungadige san Giorgio, Lungadige Riva battello, Piazza Duomo Itinerario 2 Da Piazza Duomo, Via Duomo, Via Pigna, Via san Mamaso, via san Egidio, Piazzetta Monte, Corticella Sgarzerie, Corso Portoni Borsari, Corticella san Marco, Via Quattro Spade, Via Portici, Vicolo Samaritana, Galleria Pellicciai, Via Cappello , Casa di Giulietta Itinerario 3 Via Diaz, Corso Cavour, Sacello Sante Teuteria e Tosca ai SS. Apostoli, Chiesa di san Lorenzo, Catelvecchio, Museo e ponte Itinerario 4 Chiesa di Sant’Anastasia, Via Sottoriva, Piazzetta Pescheria, Via Arche Scaligere, Cortile del tribunale e…salita alla Torre dei Lamberti Itinerario 5 Chiesa di Santa Maria in Organo, Via Porta Organa, Via Giardin Giusti: visita al Giardino; Via san Zeno in Monte, Istituto don Calabria, Via Scala Santa, Chiesa san Giovanni in Valle. Per un approfondimento storico e artistico dei luoghi, visita il sito www.verona.com RASSEGNE Verona città degli innamorati propone alcune rassegne legate al tema dell’amore: RASSEGNA CINEMATOGRAFICA “SCHERMI D’AMORE” - VERONA http://www.schermidamore.it INIZIATIVA “VERONA IN LOVE” NEI GIORNI DI SAN VALENTINO http://portale.comune.verona.it SIRMIONE: Visita del paese, Grotte di Catullo, lettura di poesie Sulla costa meridionale del lago di Garda, all’estremità della penisola di Sirmione, in una splendida posizione panoramica si trovano i resti della villa romana nota da secoli con il nome di “Grotte di Catullo”, l’esempio più grandioso di edificio privato di carattere 140 AMORIINCORSO_NERO.indd 140 17/01/2006 21.44.38 signorile di tutta l’Italia settentrionale. Nel Rinascimento il nome di “grotte” o “caverne” fu usato per strutture internate e crollate, ricoperte di vegetazione, entro le quali si penetrava come in cavità naturali. La tradizione risalente al XV e XVI secolo ha identificato questo complesso come la villa di famiglia di Catullo, il poeta latino morto nel 54 a.C. In base alla testimonianza dei versi di Catullo è certo che egli avesse a Sirmione una residenza, ma che fosse proprio in questa zona è soltanto possibile. Sirmione apparteneva all’agro veronese ed è nota nel mondo antico anche per essere stata una stazione di sosta (mansio) lungo l’importante via che univa Brescia a Verona. La prima rappresentazione dettagliata dei resti della villa è un rilievo dell’inizio dell’Ottocento. Ampi scavi furono poi effettuati dal veronese Girolamo Orti Manara, che ne pubblicò i risultati in un’opera ancora oggi fondamentale. La Soprintendenza ha iniziato nel 1939-40 gli scavi e i restauri e nel 1948 ha acquisito tutta l’area, permettendo la tutela del complesso immerso nel suo ambiente naturale. Indagini recenti hanno consentito di accertare l’esistenza di un precedente edificio al di sotto dei vani del settore meridionale e di confermare che la costruzione attualmente in luce è stata realizzata con un progetto unitario che ne ha definito l’orientamento e la distribuzione degli spazi interni, secondo un preciso criterio di assialità e di simmetria. La villa, che ha pianta di forma rettangolare (m. 167 x 105), con due avancorpi sui lati brevi, copre un’area complessiva di oltre due ettari. Per superare l’inclinazione del banco roccioso su cui furono appoggiate le fondazioni dell’edificio, vennero creati grandi vani di costruzione, mentre in alcune zone si resero necessarie opere imponenti di taglio della roccia. I resti attualmente conservati si trovano così su livelli diversi: del settore settentrionale ad esempio sono rimaste solo le grandiose costruzioni, mentre nulla è conservato dei vani residenziali, crollati già in antico (dal sito www.sirmioneonline.net) Edizioni delle poesie di Catullo Dell’edizioni Einaudi a cura di G. Paduano del 2005 Delle edizioni Barbera a cura di F. Cinti del 2005 Delle edizioni Garzanti a cura di M. Ramous del 2004 GARDA Salita alla Rocca Una passeggiata di grande fascino è la salita al colle di Garda, la Rocca e la si può effettuare attraverso due diversi itinerari che partono entrambi dalla chiesa parrocchiale. Si arriva al cosiddetto “Cavai della Rocca”, un avvallamento fra le due cime del colle. Prendendo il sentiero di destra si raggiunge, in breve tempo, la sommità, da dove si ammira un ampio panorama sul lago. Dallo stesso avvallamento, girando verso sinistra, si raggiunge l’altra cima della collina, su cui si trova l’Eremo dei Camaldolesi che è stato costruito dai frati di San Romualdo:consigliato telefonare per chiedere una visita guidata e per partecipare alla preghiera comunitaria. All’interno la chiesa conserva una pala raffigurante San Romualdo di Palma il Giovane e un San Giorgio di Giovanni Tedeschi. Altro per corso di grande fascino è quello della Val dei Molini. La passeggiata prende l’avvio nel punto in cui la strada per Costernano interseca il letto del torrente Tesina. Numerose sono le attrattive naturalistiche e geologiche: sui fianchi della valle, scavata dal piccolo corso d’acqua, nel corso dei secoli, si possono osservare le stratificazioni fluvio glaciali. Grazie all’abbondanza delle acque, qui un tempo si contavano diversi mulini: uno di questi, ancora visibile, risale al ‘600. La valle merita di essere frequentata anche come attrezzato “percorso della salute”. 141 AMORIINCORSO_NERO.indd 141 17/01/2006 21.44.38 Punta san Vigilio Garda, situata proprio alla metà della riviera orientale dell’omonimo lago, si affaccia su un ampio golfo. Il suon territorio, chiuso a meridione dalla Rocca, a settentrione dal monte Luppia e, a levante da una corona di colline, non è molto esteso, ma è ricco di attrattive ambientali, storiche e turistiche. Numerose sono le possibilità di effettuare passeggiate in mezzo alla natura. Un primo itinerario è quello che dal lungolago porta, lungo la spiaggia, verso punta San Vigilio, uno dei gioielli del Garda, che costituisce l’ultima propaggine del monte Baldo verso il lago, formando una penisola che chiude a nord ovest l’ampio golfo di Garda. La sua splendida villa, la chiesetta, la storica locanda, il porticciolo, la Baia delle Sirene rappresentano soggetti che possono essere annoverati tra le meraviglie del lago. Grazie alla sua bellezza, San Vigilio è sempre stato meta privilegiata di visitatori illustri, tra i quali ricordiamo Maria Luigia duchessa di Parma, nel 1816, l’imperatore Alessandro di Russia, nel 1822, il re di Napoli, nel 1823, Winston Churchill, Laurence Olivier e Vivien Leigh, il principe Carlo d’Inghilterra, in epoca più recente. Sulla punta estrema del promontorio sorge la chiesa dedicata a San Vigilio. Su di una facciata porta una nicchia, visibile solo dal lago, nella quale è sistemata una statua di San Giovanni Nepomuceno, protettore dei naviganti. Accanto alla chiesetta si trova villa Guarienti, costruita nella prima metà del Cinquecento per l’umanista Agostino Brenzone, su disegno dell’architetto Sanmicheli. La grande villa, a loggiati, sorge in mezzo ad un giardino ricco di piante ornamentali, di statue marmoree e di lapidi di gusto rinascimentale. VALEGGIO Visita a Borghetto Borghetto è un piccolo nucleo di insediamenti sorto nel 1400 attorno ad una serie di mulini ad acqua, per la molatura del frumento e la pilatura del riso, in un punto particolarmente felice lungo il corso del fiume Mincio. La depressione, tra le articolate colline moreniche dominate dalle strutture castellane di Valeggio sul Mincio, è sempre stata importante luogo di transito e successivamente naturale confine tra l’area veneta e quella lombarda. I più antichi reperti testimoniano di un villaggio palafitticolo dell’età del bronzo. Dell’epoca basso-medioevale assume contorni mitici la leggenda di Papa Leone Magno che, bandendo il crocefisso, blocca la devastante marcia di Attila. E’ in epoca tardomedioevale tuttavia che Valeggio diviene importante cerniera tra la signoria veronese degli Scaligeri, i mantovani Gonzaga ed i milanesi Visconti. Il castello del XIII secolo è un nevralgico caposaldo veronese e sovrintende il transito sul ponte fortificato, il ‘Ponte Visconteo’, sul Mincio, proprio a fianco delle case di Borghetto. Visita all’incantevole Parco giardino Sicurtà a Valeggio SOAVE: visita al castello e al paese Il Castello di Soave è una tipica costruzione militare del Medio Evo: sorge sul Monte Tenda e domina la vasta pianura sottostante, coprendo un’area di mq. 5882. E’ costituito da un’alta torre, o Mastio, intorno alla quale, quasi come attorno ad un perno, si svolgono i giri delle mura che raccolgono tre cortili di forma, dimensione e livello differenti. Le mura, quindi, scendono ad abbracciare tutto il borgo medioevale. Vedi sito www.comunesoave.it/turist/turist1.html 142 AMORIINCORSO_NERO.indd 142 17/01/2006 21.44.38 EVENTI SPECIALI 14 - Luoghi di spiritualità, comunità con la presenza di sposi, istituzioni familiari da incontrare con gli innamorati Oltre al capitolo dedicato a san Valentino a e a luoghi valentiniani, segnaliamo alcune possibili mete di escursioni o incontri legati a luoghi o esperienze particolari che, benché più vicine all’interesse prettamente familiare, possono essere interessanti anche per gruppi di giovani innamorati. Il riferimento primo per ogni tipo di attività è il Centro Diocesano di Pastorale Familiare, Largo san Nazaro 1, 37129 Verona SITI istituzionali legati alla pastorale familiare http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/family/index_it.htm http://www.chiesacattolica.it/cci_new/UfficiCEI/index.jsp?idUfficio=14 http://www.forumfamiglie.org/index.htm http://www.portalefamiglie.it http://www.pastoralefamiliare.it LUOGHI DI SPIRITUALITA’: solo qualche indicazione LORETO Santuario della Santa Casa di Loreto, la casa del sì di Maria Da vari anni, alcune diocesi italiane organizzano un pellegrinaggio al santuario di Loreto di fidanzati, in preparazione al matrimonio cristiano.. La Santa Casa fa memoria anche del periodo del fidanzamento di Maria con Giuseppe. I due giovani di Nazaret hanno sperimentato le ansie dei fidanzati, soprattutto quando Giuseppe avvertì la maternità di Maria e pensava, angosciato, di rimandarla in segreto, fino a quando il Signore, attraverso un angelo apparsogli in sogno, non gli rivelò che Maria aveva concepito il Figlio di Dio per opera dello Spirito Santo. http://www.santuarioloreto.it/santa_casa.htm E’ possibile fare riferimento al Centro Giovanni Paolo II, struttura dedicata all’accoglienza dei gruppi giovanili www.giovaniloreto.it LA COMUNITA’ DELL’EREMO DI CARESTO Caresto è un centro di spiritualità matrimoniale specifico che offre la possibilità di ritiri per coppie di sposi e fidanzati, tutti i fine-settimana, per tutto l’anno. Ogni anno fanno questa esperienza migliaia di famiglie (ovviamente anche con i figli) provenienti da tutta Italia, invitate ‘col passa parola’ da amici e parenti, oppure dalle parrocchie e diocesi che vogliono offrire un’esperienza annuale o periodica di spiritualità e aiuto. Il nome deriva dal colle (che ha questo nome) su cui risiede il gruppo di case che costituisce la sede, a 2 Km. dal centro abitato, Sant’Angelo in Vado, prov. Pesaro - Urbino - Regione Marche - Italia. I nostri incontri li chiamiamo ESERCIZI SPIRITUALI, perché non sono basati soltanto su predicazione di un teologo e una riflessione personale come spesso avviene, ma con un metodo attivo: esercitazioni, allenamenti.. dello spirito, lavoro dei due in coppia. Il frutto di un’esperienza ormai ventennale è raccolto in una quindicina di libri e sussidi di spiritualità matrimoniale e ha dato origine in questi ultimi anni alla nascita di centri simili a questo in varie diocesi italiane. www.caresto.it 143 AMORIINCORSO_NERO.indd 143 17/01/2006 21.44.38 ASSOCIAZIONE COMUNITÀ E FAMIGLIA Villapizzone (Milano) Non è una comunità di accoglienza. Non è una comunità religiosa. Possiamo chiamarlo un “condominio solidale”. Alcune famiglie, insieme con una piccola comunità di Gesuiti, scelgono di vivere insieme la dimensione originale della “corte”, recuperando una vecchia cascina; mettono i soldi in comune, inventano lavori praticabili da tutti, praticano l’accoglienza di chi ha bisogno. Nasce così, venticinque anni fa, la comunità di Villapizzone, a Milano; oggi questa esperienza è divenuta un movimento consistente, con numerose comunità in tutta Italia e centinaia di persone coinvolte. Dietro a tutto questo, un sogno: che sia possibile vivere in questa società i valori dell’apertura, della condivisione, della solidarietà. E una convinzione: che la famiglia abbia bisogno di un’occasione per poter esprimere in pienezza tutte le proprie potenzialità, facendo del bene così a se stessa e alla società Visita il sito http://www.comunitaefamiglia.org Per uno sguardo alle realtà di comunità familiari o associazioni e movimenti, vedi il libro AAVV, Famiglie insieme per testimoniare, Cantagalli, Siena, 2001; oppure visita il sito http://www.pastoralefamiliare.it/movimenti.htm A VERONA Indichiamo due esperienze di comunità religiose che vedono al loro interno la presenza di sposi Comunità Regina Pacis http://www.reginapacis.vr.it Comunità Missionaria di Villaregia http://www.cmv.it 144 AMORIINCORSO_NERO.indd 144 17/01/2006 21.44.38