====== INVESTIRE INFORMATI ================
Informazione sulla gestione del risparmio.
Edito da ADUC, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori.
Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze
URL: http://investire.aduc.it
A cura di:
- Alessandro Pedone, pianificatore finanziario
- Giuseppe D'Orta, consulente finanziario indipendente
Sede Aduc Investire Informati di Napoli
Viale Albino Albini 22, 80127 Napoli
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Archivio dal 04-07-2013 al 17-07-2013
2013-15
EDITORIALI
- Pensioni: il nodo della crescita economica
http://investire.aduc.it/editoriale/pensioni+nodo+della+crescita+economica_21493.php
ARTICOLI
- L'Italia è da serie B?
http://investire.aduc.it/articolo/italia+serie_21471.php
LETTERE
- Conto corrente inutilizzato per finanziamento
http://investire.aduc.it/lettera/conto+corrente+inutilizzato+finanziamento_259701.php
- Cessione credito del mutuo
http://investire.aduc.it/lettera/cessione+credito+mutuo_259700.php
- Conto deposito Banca Marche
http://investire.aduc.it/lettera/conto+deposito+banca+marche_259698.php
- Trasferimento polizza da Ina a Generali italia
http://investire.aduc.it/lettera/trasferimento+polizza+ina+generali+italia_259691.php
- Carta Zerus Agos Ducato
http://investire.aduc.it/lettera/carta+zerus+agos+ducato_259690.php
- Rischi del Prestito Titoli
http://investire.aduc.it/lettera/rischi+prestito+titoli_259689.php
- Libretti postali dormienti
http://investire.aduc.it/lettera/libretti+postali+dormienti_259688.php
- Recupero polizza dormiente
http://investire.aduc.it/lettera/recupero+polizza+dormiente_259687.php
- Sanzioni assurde per i libretti al portatore
http://investire.aduc.it/lettera/sanzioni+assurde+libretti+al+portatore_259686.php
- Dividendo ETF
http://investire.aduc.it/lettera/dividendo+etf_259541.php
- Successione e conto bloccato
http://investire.aduc.it/lettera/successione+conto+bloccato_259472.php
- Blocco del conto per tentato phishing
http://investire.aduc.it/lettera/blocco+conto+tentato+phishing_259470.php
- Spese su conto non movimentato da anni
http://investire.aduc.it/lettera/spese+conto+non+movimentato+anni_259464.php
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EDITORIALI
17-07-2013 14:07
Pensioni: il nodo della crescita economica
Ieri è stato presentato il rapporto annuale dell'Inps per il 2012 il quale ha
evidenziato un bilancio negativo per nove miliardi di euro. Il disavanzo è dovuto all'incorporazione dell'ex
INPDAP, l'ente di previdenza dei lavoratori della pubblica amministrazione, che è storicamente in rosso
anche per il blocco del turn-over in quel settore: più lavoratori vanno in pensione e non vengono sostituiti.
Per il sistema delle pensioni degli ex-lavoratori privati, invece, i conti restano in ordine anche grazie ai vari
interventi che si sono succeduti.
Il sistema pensionistico in Italia è, prospetticamente, uno dei più sostenibili fra i paesi sviluppati.
Lo è anche perché in futuro le pensioni che erogherà saranno sempre più misere.
Pochi sanno che una delle variabili importanti che determinerà l'importo della pensione sarà il tasso di
crescita economica del paese.
Purtroppo questi anni di crescita economica inesistente rappresentano anche un problema dal punto di vista
previdenziale.
In un passato articolo abbiamo spiegato che negli ultimi 10 anni il tasso di crescita del PIL italiano è stato
negativo! Come ho già avuto modo di scrivere, utilizzare il PIL come indicatore economico dimostra il livello
di follia generale della nostra classe dirigente (nella quale inserisco anche il mondo accademico), ma tant'è:
questo abbiamo. Il fatto è che per i lavoratori che sono nel sistema contributivo (tutti quelli che hanno iniziato
a lavorare dopo il 1996), i contributi versati vengono rivalutati con la media del PIL degli ultimi 5 anni.
Rivalutare i contributi dell'1% in più o in meno, nell'arco di decenni, significa avere una pensione più alta o
più bassa anche di un terzo! Ovvero una differenza di 500 euro circa su una pensione di 1.500 euro. Non è
qualcosa di poco significativo.
Negli ultimi 10 anni, purtroppo, il tasso di crescita è stato praticamente pari a zero.
Rilanciare l'economia, quindi, è qualcosa di fondamentale non solo per l'immediato ma anche per il valore
delle prossime pensioni.
La strada più veloce e sicura per avere un rilancio dell'economia pressoché immediato sarebbe quello di
usare la leva monetaria, come già illustrato in un articolo di un anno fa.
Si potrebbe pagare immediatamente tutti i debiti della pubblica amministrazione (ma anche quelli dei
privati), diminuendo il debito pubblico e perfino diminuendo le tasse. Si può fare immediatamente, ma si
deve abbattere il tabù monetario di un'unica moneta a corso legale senza uscire dell'Euro. Purtroppo
l'egemonia culturale in tema monetario delle banche centrali è inviolabile. Le persone non si occupano di
questo tema, i politici si guardano bene dal citarlo minimamente. Si da per scontato che dobbiamo tenerci
questo cappio al collo che ci siamo auto-costruiti.
Naturalmente, la crescita economica non è solo una questione monetaria. Nel lungo termine, questioni come
efficienza del sistema paese (a partire dal “tumore” della macchina della (in)giustizia), la produttività, la
corruzione, ecc. sono questioni chiave. Ma nel contesto attuale la leva monetaria darebbe una spinta
enorme di cui abbiamo bisogno come l'acqua per i pesci.
E, come abbiamo visto, non solo per l'immediato ma anche per il lungo termine.
Alessandro Pedone
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ARTICOLI
10-07-2013 17:34
L'Italia è da serie B?
Ieri una delle tre principali agenzie di rating, Standard and Poor's, ha abbassato il
giudizio sull'Italia da BBB+ a BBB. I giornali amano le espressioni colorite e quindi il vocabolo “spazzatura” è
entrato prepotentemente nei titoli e negli articoli dei giornali. Quando il “rating” dell'agenzia finisce sotto il
livello di BBB- (due gradini da adesso) si dice che il titolo è classificato come “non investment grade”,
giornalisticamente si chiamano “junk-bond”, ovvero “obbligazioni spazzatura”.
Si tratta di un livello fondamentale perché sotto quel livello molti investitori istituzionali (fondi pensione, fondi
comuni d'investimento, ecc.) sono costretti per regolamento a vendere i titoli.
La prima riflessione che bisognerebbe sempre fare, quando parliamo di rating, è l'affidabilità di questi giudizi
che è alquanto discutibile. Negli anni è stato più volte dimostrato che questo metodo di valutazione dei titoli
andrebbe completamente riformato, ma non si è mai fatto niente.
Andando a leggere le motivazioni addotte dall'agenzia si trovano diverse considerazioni anche condivisibili.
La vicenda dell'Imu – ad esempio - è effettivamente ridicola. Il nostro fisco è decisamente sbilanciato sulle
imposte sui redditi e poco sui patrimoni. Questo è decisamente uno dei fattori che contribuiscono alla
strutturale debolezza del nostro tasso di crescita. In questo contesto, per ragioni di bieco consenso
elettorale, il tema della politica italiana è come eliminare l'IMU sulla prima casa quando invece il tema
dovrebbe essere una seria patrimoniale che implica quindi, fra le altre cose, una riforma del catasto che si
attende da decenni.
Purtroppo in Italia ci sono tante altre cause che portano ad un declino di medio-lungo termine che appare
ormai difficilmente scongiurabile. Il tema della corruzione, a tutti i livelli, non solo politico, ed il tema della
catastrofe del sistema giudiziario sono i due nodi a mio avviso più importanti, sebbene poco citati dai report
economico-finanziari. Sono i temi che stanno alla base anche di problemi più evidenti come l'evasione
fiscale e la scarsa produttività delle nostre aziende e del sistema paese in generale.
Premesso che il PIL (Prodotto Interno Lordo), come indicatore economico, ha una serie di limiti enormi ed il
fatto che venga utilizzato comunemente da tutti dimostra solo il livello di impazzimento generale della nostra
classe dirigente, può essere utile fare una riflessione di lungo termine sul tasso di crescita del PIL in Italia. La
media annua dell'ultimo decennio, negli anni '70 era intorno al 4%. Negli anni '80 era intorno al 3%, negli
anni '90 sotto al 2%, negli anni 2000 era sotto l'1%. Adesso il tasso di crescita medio degli ultimi 10 anni
è negativo! E' chiaro che questo è un fenomeno strutturale, non legato a questo o quel provvedimento. In
parte, ma solo in parte, questo fenomeno è naturale. In tutte le nazioni sviluppate si è passati da tassi di
crescita del 4 o 5% degli anni '70 all'1-2% attuali. Il problema dell'Italia risiede negli ultimi 20. La diminuzione
della crescita del PIL negli anni '70 e '80 era fisiologica ed in linea con quella delle altre nazioni sviluppate.
La Francia, ad esempio, passa da un tasso di crescita medio annuo decennale degli anni '70 pari al 5% ad
un tasso del 3,5% dei primi anni '80. Un percorso simile lo fa la Germania che passa dal 4,5% circa degli
anni '70 ai ad un 2,8% circa dei primi anni '80. Idem per gli Stati Uniti, che passano anche loro da un 4,2%
ad un 3% circa.
Se però osserviamo gli ultimi 20 anni, vengono i guai per l'Italia.
Nei primi degli anni 2000 l'Italia cresceva ad un ritmo annuo medio, nei precedenti 10 anni, inferiore all'1%.
La Germania sopra era il 2%, Il Regno Unito al 2,5% e gli USA al 3%. Nel decennio successivo l'Italia ha
avuto una crescita media annua pari a zero mentre Francia e Germania crescevano di circa l'1%, il Regno
Unito quasi il 2% e gli USA, nonostante la crisi del 2008 ha avuto una crescita media annua negli anni 2000
dell'1,7%!
Negli ultimi 20 anni, l'Italia, mediamente, ha avuto un tasso di crescita inferiore alle altre economie sviluppate
di oltre l'1% annuo circa. Questa è la vera causa del peso eccessivo del debito pubblico sul PIL. Se negli
ultimi 20 anni l'Italia fosse cresciuta ai tassi degli altri paesi, il nostro PIL sarebbe più alto del 20% circa ed il
rapporto debito/PIL quindi sarebbe simile a quello della Francia o del Belgio, pur comprendendo tutti gli
sprechi che comunque ci sono stati.
Affinché l'Italia possa pensare di invertire la rotta servirebbero almeno 10 anni di politiche decenti (a partire
da una vera riforma della giustizia, seri provvedimenti anti-corruzione, riforma della tassazione per spostare
la fiscalità più sui patrimoni e meno sul lavoro e ridurre l'evasione fiscale, ecc.). Di queste politiche, al
momento attuale, non se ne intravede neppure l'ombra. Per questa ragione, ritengo che l'Italia continuerà ad
avere un tasso di crescita inferiore alle altre nazioni nell'ordine dell'1%. Ciò significa che quando l'economia
in Europa riprenderà, l'Italia crescerà, ma crescerà molto meno delle altre nazioni e quando l'economia
tornerà a decrescere, l'Italia decrescerà in maniera più accentuata.
L'Italia avrebbe molti fattori di forza sui quali agire. Il tessuto economico, composto da piccole e medie
aziende è ancora un punto di forza notevole, sebbene mezzo tramortito dalla crisi del 2008 e quella attuale.
La nostra cultura ed il nostro territorio hanno un potenziale di attrazione che viene sfruttato solo in piccola
parte. La capacità creativa dell'Italia è semplicemente straordinaria.
Nell'immediato, le cose non sono così drammatiche come riportano i media. Pur non nascondendo tutti i
problemi strutturali di cui ho appena scritto, ci sono seri segnali di ripresa economica forniti dagli indicatori
economici anticipatori. Tutte le volte che siamo nella fase di uscita da una crisi economica (se avessimo un
minimo di memoria storica non dovrebbe essere difficile ricordare cosa si leggeva nei giornali nel 2009) si ha
una sensazione di confusione perché i segnali anticipatori danno indicazioni di ripresa economica, mentre i
dati congiunturali danno segnali sempre più negativi. Le due cose appaiono in contraddizione, ma nella
realtà non lo solo. Un indicatore anticipatore decisamente affidabile è quello che viene chiamato
giornalisticamente il “SuperIndice” (il nome corretto sarebbe, più prosaicamente, CLI: Composite Leading
Indicator). Si tratta di un aggregato di 10 indici fra i quali: nuovi ordini; sussidi di disoccupazione; offerta di
moneta; nuovi cantieri e permessi edilizi; spread tra titoli di Stato a 10 anni ed il tasso di finanziamento delle
banche; attese dei consumatori; prezzi delle azioni, ecc. L'indice è rilevato mensilmente. L'ultimo dato
disponibile è quello riferito a Maggio 2013.
Per poter rendere l'idea in maniera più efficace, ho prodotto un grafico con l'andamento di questo indicatore
per l'Italia dal 1985 ad oggi, evidenziando con una banda gialla le fasi recessive dell'economia italiana. Per
"recessione" intendiamo una decrescita del PIL per almeno due trimestri consecutivi. Per uscita dalla
recessione intendiamo un incremento del PIL per almeno due trimetri consecutivi.
Non è mai accaduto che questo indice segnasse un recupero per sei mesi consecutivi (oggi siamo a 9 mesi
consecutivi) senza che vi sia stata successivamente una crescita del PIL.
Naturalmente, nonostante la dimostrata affidabilità negli anni di questo indicatore, il futuro rimane sempre e
comunque incerto. Ogni fase storica ha le sue caratteristiche. Si può osservare dal grafico, ad esempio,
come nel 2001 l'incremento del SuperIndice portò effettivamente ad un uscita dalla fase di recessione, ma
solo per ricadere poco dopo in una seconda fase recessiva (anticipata, ancora una volta, dal SuperIndice)
per i noti fatti storici successivi all'11 Settembre 2001 (la così detta “guerra al terrorismo”) compresa la
crescita del prezzo del petrolio.
Non possiamo quindi affermare con certezza che stiamo per uscire dalla fase recessiva, ma sicuramente ci
sono ottime probabilità a meno che non intervengano fatti nuovi ed attualmente imprevedibili.
Mi ricordo benissimo, alla fine del 2009, quando ai miei clienti scrivevo cose simili relative a questo
indicatore. Come si può osservare dal grafico soprastante anche allora il SuperIndice saliva da diversi mesi,
ma i dati congiunturali segnavano una crisi economica nerissima. Mi ricordo bene alcuni articoli che
mettevano in ridicolo questo indicatore profetizzando che la decrescita del PIL sarebbe continuata. Nella
realtà alla fine del 2009 il PIL è iniziato a crescere, sebbene in maniera modesta (per i problemi strutturali di
cui abbiamo già parlato) e questo è accaduto fino ad ottobre del 2011 (cosa che è stata anticipata dalla
costante diminuzione del SuperIndice).
E' ragionevole attendersi che accadrà così anche questa volta.
Il vero problema, però, non è se usciremo – tecnicamente – dalla fase recessiva dell'economia. Per quanto
ho sopra esposto, personalmente, sono abbastanza convinto che questo accadrà tra la fine dell'anno e
l'inizio dell'anno prossimo. Il problema è che la crescita sarà una crescita largamente insufficiente a creare
posti di lavoro ed un aumento dei redditi alle fasce medie.
In questo senso si può dire che per una parte importante degli italiani, la crisi del 2008 non è mai terminata,
sebbene tecnicamente tra Giugno 2009 e Ottobre 2011 non siamo stati in recessione. Il rischio è che anche
la prossima ripresa che potrebbe materializzarsi fra due o tre trimestri potrebbe essere troppo deboli affinché
produca effetti percepibili alla parte più importante (e bisognosa) della popolazione.
Quindi, se vogliamo fare una informazione corretta non dobbiamo dire che tutto va male e sempre peggio,
che non ci sono segnali di ripresa e via con la solita litania.
Dovremmo piuttosto fare un'analisi di lungo periodo e riconoscere che noi, da circa venti anni, cresciamo
molto meno delle nostre potenzialità a causa di fattori strutturali che dovremmo avere la forza di aggredire,
ma che non possiamo fare a causa di una classe politica di incapaci, compresi gli ultimi arrivati che gridano
alla catastrofe. A causa di queste zavorre non sfrutteremo ancora una volta la ripresa che molto
probabilmente avremo fra due o tre trimestri e quindi affronteremo la prossima crisi in una condizione di
debolezza ancora più forte di quella che abbiamo attualmente.
Una parte del problema, purtroppo, è anche legata al fatto che i problemi politico-economici, non vengono
quasi mai affrontati seriamente dall'informazione. E' molto più facile fare titoloni sensazionalistici che non
analizzare le cose nel dettaglio. E questo avviene anche perché le persone, in generale, non vogliono
ragionare sui problemi, ma preferiscono credere alle frottole che parlano alla “pancia” della gente, invece che
alla testa, come la fantasmagorica restituzione dell'IMU...
In conclusione, quindi, resta la domanda del titolo: “L'Italia è da serie B”? Se guardiamo alla nostra capacità di crescere
economicamente nel medio/lungo termine dobbiamo riconoscere che siamo da serie B. Se guardiamo alle nostre
potenzialità, invece, abbiamo spazi di sviluppo enormi ed avremmo anche un prossimo ciclo economico positivo sul
quale far leva. Ciò che ci manca, però, è una classe politica lungimirante che pensi al prossimo decennio e non alle
prossime elezioni.
Alessandro Pedone
------------------------------------------LETTERE
17-07-2013 00:00 Conto corrente inutilizzato per finanziamento
nel mese di maggio c.a., ho fatto una domanda di finanziamento presso la unicredit che a sua volta mi ha
fatto aprire contestualmente un conto corrente.
Il finanziamento non è stato accolto (poichè in crif dicono che risultava una negatività di una carta). Il conto
corrente dall'apertura ad oggi non l'ho mai utilizzato in quanto sarebbe stato utilizzato solamente se il
finanziamento sarebbe andato a buon fine. a distanza di circa due mesi mi sono accorto che il conto era in
rosso per addebiti di importi (piccoli) senza effettuare alcun movimento. Per regolarizzare, ho versato la
somma di € 30 per coprirle constatando che ero ancora sotto di €. 3. Tutta la vicenda ed in articolare la
tenuta del conto andato in rosso è regolare? Posso o devo fare qualcosa oltre alla relativa chiusura vista la
non convenienza?
Attilio, da Palermo (PA)
Risposta:
Può reclamare basandosi sul fatto che quel conto corrente era stato aperto esclusivamente in relazione al
finanziamento poi negato. Pertanto, può non solo chiedere che non venga più addebitato alcunché ma
anche chiedere la restituzione delle spese sostenute. se il reclamo non sarà accolto potrà rivolgersi
all'Arbitro bancario finanziario:
http://sosonline.aduc.it/scheda/arbitro+bancario+finanziario_16598.php
------------------17-07-2013 00:00 Cessione credito del mutuo
In data odierna, ricevo da parte della banca Friuladria la missiva che Vi trasmetto in allegato.
Come potrete notare, mi viene comunicato che il credito del mio mutuo, è stato ceduto, ancora in data
20.05.2013, alla CaripParma OBG.
Vi prego sapermi dire se tale operazione è regolare e cosa comporta nei miei confronti.
Antonio, da Cadoneghe (pd)
Risposta:
La cessione del credito è regolare. I suoi diritti, ed è ciò che conta, rimangono immutati sotto ogni aspetto.
------------------17-07-2013 00:00 Conto deposito Banca Marche
Buongiorno, viste le recenti vicissitudini e i cambiamenti ai vertici di banca marche vorrei avere delucidazioni
in merito ai rischi che corro in quanto intestatario da febbraio 2013 di un conto deposito vincolato a 12 mesi
inferiore ai 100.000 euro.
Ivan, da Perfugas (SS)
Risposta:
Il deposito fino a centomila euro è coperto dal fondo interbancario, sebbene ancora una volta dobbiamo far
notare che una simile copertura è poco più che teorica perché il fondo non potrebbe coprire dissesti di non
lieve entità. La banca, come quasi tutti gli istituti, si trova in una situazione non ottimale ed è da tempo tenuta
sotto stretta osservazione da parte degli organi di vigilanza. Ciò appunto per prevenire eventi che, date le
dimensioni della banca, non potrebbero essere assorbiti dal sistema bancario.
------------------17-07-2013 00:00 Trasferimento polizza da Ina a Generali italia
Ricevo da INA assitalia segnalazione dello spostamento della polizza da INA ASSITALIA a GENERALI
ITALIA SPA con sede a MOGLIANO VENETO ma dice di fare riferimento per comunicazioni a Roma(?).
Quindi la sede milanese SCOMPARE.
Come posso capire che differenza ci sarà da adesso?
Intendo sulla solidità delle garanzie della nuova Società.
Posso chiedere il trasferimento ad altra società della polizza ? come si fa?
Laura, da Milano (MI)
Risposta:
Generali Italia è il nuovo nome assunto da Ina dopo che Assicurazioni Generali ha fatto confluire in essa la
quasi totalità delle proprie polizze. Non ha quindi cambiato compagnia, ed anzi se vogliamo le maggiori
dimensioni della nuova realtà possono costituire un punto a favore dal punto di vista della solidità. Diverso è
purtroppo il caso dell'efficienza dei prodotti.
La polizza può essere gestita mediante gli stessi riferimenti (agenzia, assicuratore) utilizzati fino ad ora,
quindi il cambio della sede legale non ha ripercussioni particolari sulla clientela sotto questo aspetto.
------------------17-07-2013 00:00 Carta Zerus Agos Ducato
Dopo aver saldato il debito sulla carta di credito zerus di agos ducato, mi è stato fatto indebitamente un
prelievo sul conto corrente personale.
Ho telefonato decine di volte al centro relazioni cliente ricevendo sempre risposte vacue e imprecise e a
tutt'oggi, dopo quasi un mese, non ho ancora ricevuto il rimborso di quanto dovutomi.
Come posso agire per velocizzare le cose e per tutelare i miei diritti?
Antonella, da Azzano X (PN)
Risposta:
Invii un reclamo sotto forma di messa in mora:
http://sosonline.aduc.it/scheda/messa+mora+diffida_8675.php
In caso di risposta negativa o assente dopo trenta giorni potrà rivolgersi all'Arbitro bancario finanziario:
http://sosonline.aduc.it/scheda/arbitro+bancario+finanziario_16598.php
Se la rata addebitata sul conto non era di quelle fisse prestabilite, è ancora in tempo (otto settimane) per
chiederne lo storno alla propria banca.
------------------17-07-2013 00:00 Rischi del Prestito Titoli
Ho sottoscritto con la banca Intesa Sampaolo Private Banking il contratto (non vincolato né garantito) per il
prestito strumenti finanziari contenuti nel mio deposito titoli (di molto superiore ai 100.000 euro).
Il contratto è a tempo indeterminato "con diritto di recesso in qualunque momento mediante comunicazione
scritta da darsi con preavviso di almeno 3 giorni lavorativi"
Poichè non trovo in esso una indicazione esaustiva sui rischi connessi vi chiederei di fornirci un quadro
completo dei possibili rischi, sia in generale che in caso la banca sia in grave crisi finanziaria o in default o
fallita.
In particolare mi interessa quale è la differenza di rischio rispetto alla giacenza di soldi in conto corrente
(Privilegio sui debiti della banca e poi tutela dello Stato e, se ho ben capito, anche dell'Europa non solo sui
primi 100.000 euro).
La situazione di rischio cambia nel caso sia attivo il trasferimento del prestito di una parte dei titoli dalla mia
banca a terzi?
Franco, da Torino (TO)
Risposta:
Innanzitutto, il discorso dei centomila euro non si applica.
Quello è il tetto di intervento dei sistemi di indennizzo (fondi di garanzia) sui depositi. Intervento, lo ribadiamo
ancora una volta, del tutto teorico in caso di dissesti di non piccola entità.
Dopo gli avvenimenti di Cipro, dai principali esponenti dell'Unione Europea è stato fatto il discorso dei
"centomila euro intoccabili", ma sempre in riferimento ai depositi.
Parlando di strumenti finanziari, invece, il discorso cambia.
Prima di tutto, i sistemi di indennizzo coprono nel caso in cui ci sia impossibilità a restituire gli strumenti. Ciò
vale anche per titoli presi in prestito.
Il fondo italiano di garanzia copre appena fino a ventimila euro, che è l'importo minimo previsto dalla Direttiva
Ue. Importo che diventerà cinquantamila dopo l'entrata in vigore di quella nuova attesa da tempo.
Come dicevamo, vale anche per l'impossibilità a restituire i titoli presi in prestito. Chi concede titoli in prestito
si assume infatti il rischio di controparte.
Il fondo che interviene è quello del paese in cui l'intermediario ha la propria sede legale. In caso di
succursale estera, il fondo del paese in cui opera la succursale interviene soltanto a coprire l'eventuale
differenza tra il fondo del paese di origine e quello dove opera la succursale.
Esempio: dissesto di succursale in Francia di intermediario italiano, il fondo italiano copre fino a 20mila euro
mentre il francese fino a 70mila, quindi il francese copre fino ai 50mila di differenza.
Anche nel caso degli strumenti finanziari, infine, l'intervento dei sistemi di indennizzo è possibile solo se i
dissesti sono di lieve entità. In caso di fallimenti grossi o anche sistemici, potremmo scordarci qualsiasi
forma di risarcimento.
-------------------
17-07-2013 00:00 Libretti postali dormienti
Ho da poco scoperto che una mia anziana parente detiene un libretto postale semi-dimenticato con un saldo
di alcune centinaia di euro e non movimentato da poco oltre dieci anni. Sapendo che esiste la legge sui
libretti dormienti, vi chiedo cosa fare per sistemare la questione.
Aaa, da Roma (RM)
Risposta:
Il prossimo termine utile per evitare il trasferimento al Fondo Dormienti dei libretti che lo sono già diventati è
il 24 novembre. L'elenco di tutti i rapporti interessati si trova alla pagina
http://www.poste.it/bancoposta/dormienti/libretti_dormienti.html
Dopo aver verificato la presenza del libretto di cui è in possesso tra i rapporti divenuti dormienti, potrà
attivarsi per evitare il conferimento della somma al Ministero dell'Economia. La titolare del libretto potrà
presentarsi presso un ufficio postale ed effettuare una qualsiasi operazione dispositiva su di esso, o anche
solo firmare l'apposita dichiarazione. Ricordiamo che le somme passate al Fondo Dormienti si possono
comunque recuperare rivolgendosi alla Consap, concessionaria della gestione del Fondo, nel cui sito
www.consap.it ,alla sezione "Fondi e arttività", si trovano istruzioni e modulistica.
------------------17-07-2013 00:00 Recupero polizza dormiente
Ho in corso una causa per una polizza persa perché diventata dormiente, l'assicurazione ora dice che posso
essere rimborsato dallo Stato. Quanto è vero?
Aaa, da Roma (RM)
Risposta:
L'informazione è vera ma non si ha la certezza di essere rimborsati in toto. Dopo il primo emanato la scorsa
primavera, il Ministero dell'Economia ne ha emanato uno nuovo e destinato ad un pubblico più ampio. Sono
ora interessati coloro i quali si sono visti negare il pagamento della polizza dormiente il cui evento (morte o
vita dell'assicurato, oppure la scadenza naturale) sia avvenuto dopo il 1 gennaio 2006 e la cui prescrizione
del diritto alla riscossione del capitale assicurato sia intervenuta anteriormente al 31 dicembre 2009. La
domanda per il rimborso deve presentata alla Consap (concessionaria di servizi pubblici) entro il 13
settembre prossimo e corredata dalla copia fronte-retro del documento di riconoscimento e del codice fiscale
del richiedente avente titolo al rimborso, dalla copia della polizza vita e dall'originale dell'attestazione
rilasciata dall'intermediario in cui si dichiara di aver accertato la sussistenza dei requisiti di dormienza, che
l'evento che determinava il diritto a riscuotere il capitale assicurato siano intervenuto successivamente alla
data del 1° gennaio 2006, che la prescrizione sia intervenuta anteriormente al 31 dicembre 2009, che si è
trasferito il capitale assicurato al Fondo "rapporti dormienti" e che si è respinta la richiesta di prestazione
assicurativa, opponendo l'intervenuta prescrizione, con contestuale impegno a non provvedervi in futuro.
L'istruttoria della Consap si concluderà entro il 12 marzo 2014. Se l'ammontare degli importi reclamati nelle
domande ritenute valide sarà superiore all'importo messo a disposizione, ogni domanda sarà soddisfatta con
riparto proporzionale. Ed eccoci all'incertezza del pagamento cui ci riferivamo all'inizio. In nessun caso
saranno riconosciuti oneri accessori o interessi. Il bando completo ed il fac-simile di domanda sono reperibili
nel sito della Consap all'indirizzo www.consap.it/fondi-e-attivita/supporto/polizze-dormienti
------------------17-07-2013 00:00 Sanzioni assurde per i libretti al portatore
Una donna di 78 anni (in italia da 50 anni ma non pratica di burocrazia)
è stata multata con € 3.000 perche' l' importo superava il limite consentito.secondo la banca è stata avvisata
ma lei non trova le lettere (comunque nessuna raccomandata). Dicono di averla contattata telefonicamente
ma lei dice che riceve tante telefonate di pubblicita' e non ricorda. La banca non dovrebbe avvisare anche il
cointestatario del libretto ? ora ha solo € 900 nel libretto: possibile che non si possa fare niente per evitare l'
applicazione di una legge ingiusta?
Mirco, da Belluno (IT)
Risposta:
La legge è assurdamente punitiva nei confronti di tante persone che vi sono incappate senza nemmeno
rendersene conto. Basti pensare ai libretti che fungono da cauzione per gli affitti. Occorre una modifica alla
norma. Potrebbe contestare alla banca il mancato avviso, reclamando prima e poi eventualmente
rivolgendosi all'Arbitro bancario finanziario:
http://sosonline.aduc.it/scheda/arbitro+bancario+finanziario_16598.php
------------------09-07-2013 00:00 Dividendo ETF
o investito nello stesso ETF MSCI BRASIL in due banche diverse di mia fiducia, al versamento del dividendo
di giugno 2013 un banca con valuta il 20 e cambio 1,3357,l'altra il 26 con cambio 1,31237. Dal sito di borsa
italiana risulta la data di pagamento il giorno 19/06.
Possibile che le banche in Italia facciano sempre come pare a loro e non abbiano un codice da rispettare
verso i propri clienti, o anno la possibilita' di gestirsi a piacimento in base al cliente?
Mi sapreste dare una spiegazione di questo?
Franco, da Modena (MO)
Risposta:
Le condizioni applicate, incluse quindi le date valuta e le modalità di applicazione del cambio, devono essere
indicate nei fogli informativi analitici messi a disposizione del pubblico. La banca deve risarcire il cliente solo
nel caso in cui le condizioni effettivamente applicate non corrispondano a quelle previste.
------------------06-07-2013 00:00 Successione e conto bloccato
Sto avendo grossi problemi con la banca in cui mio padre e mia madre avevano un conto cointestato con
firme disgiunte.
In particolare non mi stanno producendo i documenti necessari alla pratica di successione, adducendo il
fatto che hanno per legge 30 giorni di tempo dalla richiesta, quindi di non avere fretta: è così ?
In più mi hanno detto che il conto va considerato bloccato anche se era cointestato e, dato che mia madre
non può muoversi da casa, non mi danno possibilità per accedervi: non posso fare niente ?
Per finire ho richiesto 5 mesi fa la chiusura del mio conto ma ancora non hanno fatto niente, chiedendogli lo
stato della pratica si limitno a dire che la solleciteranno, ma sono cose che richiedono tempo: non ci sono dei
termini di tempo a cui devono attenersi per legge ?
Andrea, da Empoli
Risposta:
Trenta giorni sono un tempo ragionevole, infatti. Nel caso in cui tardassero, potrà inviare un reclamo sotto
forma di raccomandata A/R di messa in mora:
http://sosonline.aduc.it/scheda/messa+mora+diffida_8675.php
Un rapporto con firme disgiunte non può essere bloccato, gli altri intestatari possono disporne come
desiderano. Vi sono numerosi pronunciamenti anche dell'Arbitro Bancario Finanziario, solo che per ottenerne
uno occorrono molti mesi e presumibilmente riuscirà a risolvere in meno tempo.
Infine, cinque mesi per estinguere un conto corrente sono certamente un tempo eccessivo, nel caso in cui
questo ritardo stia comportando delle spese (di tenuta conto, bolli, ecc.) ma anche dei danni, potrà reclamarli
mediante l'Arbitro bancario finanziario:
http://sosonline.aduc.it/scheda/arbitro+bancario+finanziario_16598.php
------------------06-07-2013 00:00 Blocco del conto per tentato phishing
La banca Ing Direct mi ha bloccato il conto corrente da due mesi e passa per tentativo di phishing. Posso
solo utilizzare il bancomat. Ho carte di credito e movimentazione del conto corrente bloccati. Premetto che
sono un cliente regolare e non ho mai avuto problemi con la banca. Volevo sapere se è regolare questo
blocco e cosa posso fare per far ripristinre il mio conto corrente e per quanto tempo ancora dovrò aspettare.
Claudia, da Bovisio Masciago (MB)
Risposta:
Due mesi sono già troppi.
Invii un reclamo a mezzo lettera raccomandata A/R di messa in mora:
http://sosonline.aduc.it/scheda/messa+mora+diffida_8675.php
I danni potranno poi essere chiesti rivolgendosi all'Arbitro bancario finanziario:
http://sosonline.aduc.it/scheda/arbitro+bancario+finanziario_16598.php
------------------06-07-2013 00:00 Spese su conto non movimentato da anni
io ho un conto corrente dal 1996 con la BNL in cui ho effettuato un ultima operazione nel 2007 lasciando sul
conto circa 150 euro dopo di che non ho effettuato nessun tipo di operazioni.
la banca mi ha inviato degli estratti conti nel corso del tempo fino ad oggi con uno scoperto di 800 euro.
cosa faccio?
Adela, da Maddaloni
Risposta:
Una parte del dovuto è rappresentata dall'imposta di bollo fino al 2011, che è pari a 34,20 euro annui.
Riguardo le spese di tenuta conto, invece, può verificare se le condizioni applicate dalla banca non
prevedano la cessazione delle spese nel caso di conti con saldo esiguo e non movimentati per lungo tempo.
Inoltre, se anche le spese fossero contrattualmente legittime può comunque contestarne l'eccessiva
onerosità prima alla banca e poi eventualmente con l'Arbitro bancario finanziario:
http://sosonline.aduc.it/scheda/arbitro+bancario+finanziario_16598.php
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