2
Francesco Ascoli
Trovato a Roma un prezioso manoscritto
di Enrico Noe all’amico capitano
2
Giovanni Raboni ci ha lasciato...
6
Patrizia Pedrazzini
Editori a consulto, ma il libro
non sta poi così male
13
Gian Paolo Trivulzio
La scomparsa di Jos Jossard
presidente onorario dell’Intersteno
14
Fausto Ramondelli
Viaggio a Pechino alla scoperta della
moderna stenografia cinese
17
Congresso Intersteno: Vienna 2005
18
Lettere in redazione
20
Interessanti ed innovativi risultati del Comitato
Centrale dell’Intersteno riunitosi a Helsinki
20
... E sorprendentemente in pullman si parla
latino
21
Massimo Ugliano
Dal tam-tam all’alfabeto Morse, dalla
telescrivente alla televisione
28
Tamara Bertanni
Per Anna Maria Trombetti, stenografa e
poetessa, «Son tornati a fiorir... gli stornelli»
29
Paolo A. Paganini
Fuori la lingua
30
Indro Neri
Navigando. Pubblicità mirata
33
Giuseppe Capezzuoli
L’angolo dei giochi
La collaborazione è aperta a tutti. I manoscritti e le fotografie non si restituiscono in nessun caso. Gli articoli
firmati riflettono le opinioni dei loro autori: non necessariamente queste coincidono con le opinioni della Direzione. La Direzione si riserva di apportare eventuali tagli agli articoli ricevuti, per motivi di spazio.
La Rivista viene distribuita gratuitamente ai Provveditorati agli studi, Istituti tecnici e professionali per il
commercio, Istituti magistrali, Licei classici e scientifici, Scuole a insegnamento di stenografia e dattilografia,
Associazioni stenografiche e a tutti gli interessati di stenografia sia italiani che esteri.
Rivista degli Stenografi
fondata a Firenze nel 1877
n. 65, luglio/settembre 2004
Organo trimestrale della
Fondazione Francesco e Zaira Giulietti
di cultura stenografica, calligrafica,
grafica e linguistica
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delle scritture comuni e della stenografia
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Prof. Paolo A. Paganini
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Collegio Revisori
Dr. Salvatore Proto
Dr. Gianluca Borrani
Dr. Enzo Rook
In copertina:
uno dei più
noti quadri
dei pittori
documentaristi
americani:
«Segnali di
fumo»
di Frederic
Remington
(1861-1909)
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
SOMMARIO
1
Trovato a Roma
un prezioso manoscritto
di FRANCESCO
ASCOLI
di
Enrico Noe
E
rnesto Ghiron era un capitano di artiglieria degli inizi del secolo scorso che coltivava la passione per la stenografia gabelsbergeriana e che aveva anche organizzato delle conferenze a Torino alla scuola di guerra1. Tratteneva pertanto corrispondenza con Enrico Noe e
nel 1902 il Noe, infatti, gli scrive una lettera a Roma dove era di stanza. La lettera, ritrovata casualmente presso un anti-
quario romano e finora inedita, è di piccole dimensioni (cm 11×17), piegata in
due e scritta su tre lati; è bordata a lutto,
probabilmente a causa della morte della
suocera deceduta quell’anno ad agosto.
Il testo della lettera è interamente in stenografia, tranne che sull’ultima facciata
dove è tracciata una piccola cartina dell’Istria. Gli inizi del ventesimo secolo
sono un periodo che mostra il pieno del-
GIOVANNI RABONI
CI HA LASCIATO...
L
impida voce del secondo Novecento poetico
italiano, saggista, traduttore, critico teatrale,
Giovanni Roboni si è spento, dopo alcuni mesi di
strazianti speranze, il 16 settembre scorso. Aveva
72 anni. Spese la sua vita con mite, coerente fermezza e rigore morale, sia nel mondo della poesia
sia nell’impegno civile. Grandezza e umiltà sono
state le doti che tutti, amici e colleghi, gli riconoscevano. Nell’esercizio della nostra comune professione di critici, la sua presenza, nelle sale teatrali, svettante nella luminosità dei suoi argentei
capelli, s’imponeva per il senso di pacifica saggezza, con la quale stemperava l’eccesso di tante
accidiose polemiche. Ciò non gli impediva, sulle
pagine del Corriere della Sera, di prendere posizione, con la fermezza della ragione e del buonsenso, anche sui più scottanti temi politici e sociali. I nostri lettori hanno avuto modo di conoscerlo in
una veste tutta particolare, quando, nell’aprile di due anni fa, aveva accettato di partecipare, con divertita sapienza, al nostro convegno sulla scrittura, organizzato dalla Fondazione Giulietti al Circolo
Filologico di Milano. Tenne una relazione sul tema «Il fascino discreto della scrittura a mano». Non è
stato solo l’intervento generoso d’un amico. È stato un inno di lirica e semplice bellezza in lode al
miracolo dell’intelligenza e del pensiero poetico, che trova la sua intima essenza solo nella scrittura a
mano, «come un fantasma sonoro che a poco a poco si riproietta dentro la mente e prende dei contorni
sempre meno vaghi…». E così svelò, con l’amore per la scrittura e con il pudore della grandezza, i
segreti dei suoi percorsi creativi, limpidi e trasparenti. Come l’anima sua.
Paolo A. Paganini
za di segno esemplare e quindi facilmente leggibile, a parte qualche piccola incertezza; la grammatica gabelsbergeriana dal 1902 ad oggi non è cambiata molto e pochi i cambiamenti rilevabili: nello
stenogramma «ringrazio» della prima
riga il segno “rin” risulta attaccato anziché staccato come è normalmente; lo stenogramma della parola «ultimi» (è l’ulti-
ziale ma pieno anche di stima verso il capitano. Il testo è ricco di elementi autobiografici ma soprattutto di notizie stenografiche. Quanto ai primi, parla del
suo figlio Oskar (cantante e professore al
conservatorio di Lipsia) cui il medico ha
ordinato un periodo di riposo sul lago di
Garda2. Quanto ai secondi, il Noe informa il suo destinatario sulle sue ultime
pubblicazioni tedesche e comunica che
sta lavorando alla seconda edizione de “I
primi 6 decenni del sistema Gabelsberger” che sarà poi pubblicato nel 1905.
“Non mi occupo quasi di null’altro che
di stenografia” scrive, e aggiunge saggiamente: “mi preme di fare il miglior
uso possibile ancora dei pochi anni di
vita che forse mi saranno concessi”.
ma parola della prima riga della terza
facciata) scritta con simbolismo della u
iniziale anziché tracciando la vocale e
tralasciando la sillaba finale3.
Anche se questo è solo un piccolissimo tassello nella vita del Noe, spero che
possa stimolare ugualmente le ricerche
per un aggiornamento della sua biografia
rimasta praticamente inalterata da quel
1935, anno in cui, in occasione del 75°
compleanno del Maestro, l’Accademia
Italiana di Stenografia di Padova pubblicava una ricca messe di dati bio-bibliografici.
E’
nel Noe vivo il desiderio di scrivere una storia della stenografia italiana ma, umilmente, riconosce che “ci
vogliono degli studi né facili né poco
estesi”; riuscirà a pubblicarla infatti solo
nel 1912, per cura della consueta e benemerita Unione Stenografica Triestina.
Non è inutile il ribadire che il tracciato stenografico del Noe è di una chiarez-
V. Giuseppe Aliprandi, Bibliografia della stenografia italiana, Firenze, Sansoni 1956, vol. I
n. 525 e n. 715 dove si citano gli articoli della rivista “Italia Stenografica” con la notizia qui riportata sulle conferenze di Ghiron.
2 Purtroppo, Oskar muore nel 1910 in una camera
d’albergo soffocato da una esalazione di gas.
3 Cfr. infatti, su un dizionario stenografico qualsiasi come quello del Pigò o del Molina, l’attuale
trascrizione stenografica di queste parole.
1
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
le attività del Noe e ricco di fermenti e di
attività tutte stenografiche: si pubblica
una riedizione dell’Abbreviazione Logica curata da Guido Du Ban dell’Unione
Stenografica Triestina, si prepara a Venezia il secondo Congresso nazionale e la
stenografia italiana è in pieno boom di
espansione nazionale.
Il tono della lettera è quasi confiden-
3
Traduzione della lettera
scritta dal Noe nel 1902
Graz 31.12.02
Pregiatissimo signor Capitano,
La ringrazio di tutto cuore della sua
lettera del 29.12 e della sua bella fotografia che vi era inchiusa, e mi rincresce
solo di non poterla contraccambiare con
una mia, ma non le posseggo che quella
che Ella tiene di già di me dal 1900.
Le sono poi tanto grato delle notizie
contenute nella pregiatissima sua riguardo tutta la sua famiglia e se da una
parte ho molto piacere che la riverita
Sua moglie, lei e Mario stieno benissimo, pure d’altra parte compiango la povera loro bambina che da tanti giorni
deve guardare il letto,ma è meglio avere
un po’ più di precauzioni . Vogliamo però
sperare che la cara piccina fra poco
sarà del tutto ristabilita in salute e sarà
più vispa e più allegra di prima.
Ho piacere di saperLa di guarnigione
a Roma dove certamente si sta meglio
che a Rieti o Nettuno lontano dalla famiglia. Anche per Mario è meglio che il
papà stia a Roma che in qualche piccola
cittadina dove forse non è nemmeno un
liceo. Godo del resto sentire che (il) mio
caro Mario faccia sempre bene (e?) sappia già la nostra stenografia. Che nel liceo egli abbia molto da fare mi posso benissimo immaginare, giacché so che anche in Italia negli istituti pubblici si deve
studiare in ordine per diventare un uomo
di vaglia.
Che Lei signor Capitano non ha troppa voglia di occuparsi di cose stenografiche capisco molto bene, perché le cose
nostre in Italia non vanno troppo bene. I
dissidi a Milano pare che non vogliano
cessare. Ho letto in un giornale stenografico di Milano che il presidente dell’Istituto Stenografico di Milano avv.
Bergmann si sia dimesso dalla sua carica; io sono curioso a chi eleggeranno in
sua vece.
Io sono ora occupato a preparare
una nuova edizione riveduta e completata del mio opuscolo “I primi 6 decenni
del sistema di Gab.” pubblicato nel 1883
dalla Unione Stenografica Triestina. Ne
ho riveduta già la prima metà, ma per rifare e completare la seconda metà ci
vorranno ancora studi appositi, sicché
prima di febbraio o marzo non potrò finire il lavoro che sarà pure pubblicato
dalla Unione Triestina.
Nel Korrespondenzblatt di Dresda
sarà pubblicato pure un piccolo mio articolo sul sistema stenografico che fu
pubblicato nel 1838 da un anonimo a
Siena, come nella dispensa di ottobre
dell’anno 1902 ho pubblicato nell’Archiv für Stenographie di Berlino un articolo sulla seconda edizione di un’applicazione del sistema stenografico dell’inglese Taylor alla lingua francese pubblicato nel 1830 a Napoli. Insomma come
Ella vede non mi occupo quasi null’altro
che di stenografia e mi preme proprio di
fare il miglior uso possibile ancora dei
pochi anni di vita che forse mi saranno
concessi. Il mio desiderio sarebbe di
pubblicare una storia della stenografia
presso tutti i popoli e fin dai primordi
dell’arte tachigrafica fino ai tempi nostri
collo speciale riguardo alla stenografia
(in) Italia, ma ci vogliono degli studi né
facili né poco estesi e temo che mi mancherà la lena a condurre a termine una
tale opera.
Io e i miei stiamo ora abbastanza
bene, soltanto il nostro figlio minore di
Lipsia ha avuto troppo da fare in questi
ultimi mesi e come professore al conservatorio e come cantante di concerti in
diverse città della Svizzera e Germania,
sicché alla fine il medico gli ha ordinato
di andare al lago di Garda per riposare
della sua troppa fatica. E così dopo aver
passato 4 giorni a Graz, si è portato a
Maderno sul lago di Garda dove resterà
fino alla metà di gennaio. E speriamo
che quella aria mite gli farà molto bene.
Sull’ultima pagina della mia lettera
troverà un abbozzo di quella parte dell’Istria, dove è situato Porto Rose. Ella
vede che lo stabilimento di bagni di acqua madre si trova distante 7 chilometri
da Pirano alla costa di un bel porto circondato da belle colline, difeso contro i
venti, un luogo veramente delizioso.
E così chiudo questa mia con esprimere a Lei e alla Sua riverita moglie i
miei più sentiti ringraziamenti degli auguri mandatimi pregando Loro di accettare anche da parte mia e da parte di
mia moglie altrettanti auguri sinceri e
cordiali pel benessere di Lei e di tutta la
Sua famiglia durante tutto l’anno 1903.
E pregandola di conservarmi la Sua
amicizia anche nel prossimo anno e di
riverire da parte mia anche lo zio della
consorte sono sempre
il suo affezionatissimo
Enrico Noe
Editori a consulto
ma il
di PATRIZIA
PEDRAZZINI
he cosa accade quando leggiamo?
L’occhio segue neri segni alfabetici sul bianco della carta da sinistra a destra, ancora e ancora. E creature, paesaggi naturali o pensieri che un altro ha pensato, un attimo oppure mille anni fa,
prendono forma nella nostra immaginazione. È un prodigio più grande della capacità che può avere un chicco di grano,
rinvenuto nelle tombe dei Faraoni, di
germogliare. E succede ogni momento».
Così Olof Lagercrantz, saggista, poeta,
giornalista e critico svedese nato nel
1911 e morto nel 2002.
Belle parole. Peccato solo si vada facendo sempre più difficoltoso imbattersi,
nel quotidiano, in persone colte, se non
«
Il tavolo della
presidenza al
convegno di
Milano. Da
sinistra: Roberto
Gulli, Federico
Motta, Ferruccio
de Bortoli,
Stefano Mauri
C
libro
non sta poi così male
da analoga passione, almeno da analogo
stupore. Non che gli italiani disdegnino,
in assoluto, la lettura. Per leggere, leggono. Non tantissimo, magari, e nemmeno
di frequente, e solo in casi e situazioni
molto particolari allo scopo di imparare,
ma, un po’, leggono.
Per esempio, secondo dati Istat elaborati dall’Aie, l’Associazione italiana editori, nel 2002 i nostri connazionali di età
superiore ai sei anni che, nell’arco di dodici mesi, avevano messo mano almeno a
un libro (non scolastico) erano stati
22.834.000, il 41,4% della popolazione.
Come dire, nemmeno uno su due. Una
percentuale decisamente misera, che
solo l’aggiunta di una particolare fascia
n64a00
Prima le donne e i bambini
I
n ogni caso il mercato della lettura non
pare aver subito, in Italia, modificazioni significative almeno dagli anni Novanta a oggi. Continuano, per esempio, a
leggere più le donne degli uomini (il
47% contro il 36%). Così come leggono
più i figli dei genitori: il 50% dei bambini fra i 6 e i 10 anni; il 60% dei ragazzi
fra gli 11 e i 14; il 55% dei 15-17enni; il
50% dei giovani di 18-19 anni; il 51% di
chi ha tra i 20 e i 24 anni; il 48% di
quanti ne hanno fra i 25 e i 34. E comunque nel 2003, come riferito dall’Aie su
dati Doxa Junior, il 65% dei bambini di
età compresa fra i 5 e i 13 anni aveva letto, nei dodici mesi precedenti, almeno un
libro non scolastico. Il che significa 1516 punti percentuali al di sopra di quanto
legge la popolazione adulta. Tutti stregati da Harry Potter?
Sta di fatto che, a fronte di una discreta percentuale di “fortunati”, rimane,
nel nostro Paese, un buon 30% di bambini iscritti alla scuola dell’obbligo che
non legge alcun libro al di là di quelli
scolastici. Che solo il 50% delle famiglie
italiane con figli fino a 14 anni dice di
aver acquistato direttamente per loro (o
comunque di aver ricevuto a titolo di regalo) almeno un libro. Che il 57% del
mercato del libro per ragazzi è costituito
da genitori laureati o diplomati.
Di qui l’ormai “storica” chiamata in
causa del ruolo della famiglia e, ancora
di più, di quello della scuola, spesso
“priva di biblioteche scolastiche e di una
coerente politica di promozione del piacere di leggere – osserva l’Associazione
italiana editori – ma anche di utilizzo del
libro come strumento di lavoro in cui
trovare informazioni che servano nella
vita quotidiana”, nonché incapace di
“colmare i ritardi derivanti da contesti
culturali meno favorevoli in famiglia”.
“Il manuale scolastico, da solo, non basta – ha detto lo scorso 20 luglio, presentando a Milano il «Libro bianco dell’editoria libraria», Roberto Gulli, vice presidente dell’Aie e presidente, al suo interno, del Gruppo editoria scolastica – . È la
narrativa che manca, nella scuola media
superiore. Perché allora non prevederne,
nell’ambito della riforma, la lettura obbligatoria nelle classi del secondo ciclo,
come già avviene all’estero?”.
Dopodiché, se la scuola nazionale
non brilla per incoraggiamento alla lettura, non è che la famiglia dia segno di accontentarsi di un seppur onorevole secondo posto. Sono poco più di cinque
milioni, in Italia, i gruppi familiari che
hanno, in casa, una biblioteca con più di
due metri lineari di scaffali. Mentre quelli che superano gli otto rappresentano il
6,5%.
Sì alle nuove tecnologie,
ma con cautela
I
n compenso, il 94% delle famiglie ha
un videoregistratore, che oltre la metà
dei bambini (il 53%) usa almeno una
volta alla settimana; il 19% ha un lettore
dvd; il 58% una consolle per videogiochi; il 63% un personal computer (una
percentuale più che raddoppiata dal
1997, quando era pari al 29%), cui accede il 48% dei figli. Per giocare, soprattutto (il 39%), ma anche per studiare
(19%), per disegnare (15%), per scrivere
(15%), per guardare cd rom (14%).
Quanto a Internet, se il 63% dei bambini vive in famiglie che hanno un pc,
nel 40% dei casi dispone anche di un
collegamento alla Rete, e per un buon
15% vi naviga abitualmente. Con per-
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
di lettori, definiti dall’Istat “morbidi”
(persone che leggono esclusivamente
gialli, fantascienza, fantasy, romanzi
rosa, libri di cucina, manuali) era riuscita
a portare a quota 52,9%. Anche se il traguardo tanto faticosamente raggiunto si
traduceva, alla fine, in un valore sostanzialmente stabile (con una crescita, rispetto al 2001, dell’1,1%), nel complesso sempre modesto, e comunque appena
sufficiente per collocarci, ancora una
volta, nelle ultime posizioni a livello europeo.
Basta, a questo proposito, dare un’occhiata agli indici di lettura dell’Europa
dei Quindici per scoprire come gli italiani con più di 15 anni che, in dodici mesi,
leggono da uno a tre libri rappresentino
il 29,3% della popolazione. A fronte del
36,6% del Lussemburgo, del 37,3% dell’Austria, del 51,2% della Grecia, del
52,2% della Spagna, del 68,5% del Portogallo.
7
principalisettori
settoridell’industria
dell’industria
contenuti
IIprincipali
deidei
contenuti
Valoriinineuro
euroe einin
percentuale
Valori
percentuale
Valore
- Stampa quotidiana e periodica (vendite al pubblico)
- Libri allegati alla stampa quotidiana e periodica
- Ricavi pubblicitari
Totale stampa quotidiana e periodica
%
2.362.000.000
328.000.000
2.332.000.000
5.022.000.000
Note
22,4% Fieg, IeM, 2002
3,1% Stima Aie su dati editori
22,1% Fieg, IeM, 2002
Home video
Cinema
Musica registrata
Videogiochi
829.000.000
629.380.000
416.000.000
23.645.000
7,9%
6,0%
3,9%
0,2%
Cd rom professionali
Cd rom consumer e educational
110.000.000
246.000.000
1,0% IeM, Aie
2,3% IeM, Aie
Libri
3.264.200.000
Vhs, Dvd, vendita, noleggio, edicola nolmal trade
IeM su dati Siae (2002)
Musica & Dischi (2002)
GfK agosto 2002-luglio 20031
31,0% Aie (esclusi prodotti editoria elettronica)
10.540.225.000
100,0
1
Solo Cultura e educational
Fonte:
Fonte:Elaborazione
ElaborazioneUfficio
Ufficiostudi
studiAie
Aiesusudati
datididifonte
fontediversa
diversa
Libritradotti
tradottiinin
italiano
dalle
lingue
straniere
moderne
1
Libri
italiano
dalle
lingue
straniere
moderne
1
Valori
in numero
in copie
stampate
Valori
in numero
di titoli,di
in titoli,
copie stampate
e in
percentualee in percentuale
1980
Totale titoli
∆%
Tradotti da altre lingue2
∆%
%
Traduzioni da:
Inglese
Francese
Tedesco
Spagnolo
Lingue slave
Altre lingue3
Più lingue
19.684
Tiratura
∆%
Tradotti da altre lingue2
∆%
%
Traduzioni da:
Inglese
Francese
Tedesco
Spagnolo
Lingue slave
Altre lingue3
Più lingue
1
1990
1995
1996
1997
1999
2001
2002
37.780
+91,9
8.224
+86,4
21,8
49.080
+ 5,2
11.589
- 2,3
23,6
51.866
+1,5
12.524
+7,1
24,1
50.262
- 3,1
11.781
- 5,9
23,4
55.546
+ 10,5
12.713
+ 7,9
22,9
55.532
-0,02
12.987
+2,1
23,4
53.117
-4,3
12.197
-6,1
23,0
2.027
1.080
614
136
92
462
4.673
1.503
1.183
275
127
324
139
6.979
1.702
1.295
416
217
717
263
7.714
1.853
1.313
478
167
582
417
7.349
1.665
1.193
430
142
537
465
8.268
1.752
1.328
425
142
609
189
8.603
1.969
1.152
434
162
534
133
7.906
1.814
1.126
460
120
645
246
167,1
221,0
+ 32,3
289,2
+0,03
23,7
- 19,4
29,7
298,5
+7,0
105,6
+17,1
35,4
257,9
- 13,6
83,8
- 20,6
32,5
272,8
+ 5,8
84,8
+ 1,2
31,1
267,1
-1,3
85,8
+1,2
32,1
254,3
-4,8
79,9
- 6,9
31,3
35,1
7,0
5,7
1,5
1,0
1,1
0,9
59,0
8,5
5,8
3,4
0,8
6,2
2,3
73,7
12,8
7,4
4,9
1,2
4,0
1,6
62,8
6,9
5,1
4,2
1,5
2,6
0,7
64,0
8,7
4,7
3,3
0,5
3,0
0,6
63,7
8,9
3,7
3,7
0,5
4,9
0,4
59,8
6,7
4,3
3,4
0,3
4,9
0,5
4.411
22,4
Il dato – che comprende opere di varia adulti, ragazzi e scolastiche – si riferisce alle traduzioni in italiano dalle diverse lingue straniere (escluso latino e
Il dato - che comprende opere di varia adulti, ragazzi e scolastiche - si riferisce alle traduzioni in italiano dalle diverse lingue straniere (escluso latigreco).
In assenza
di unadi
rilevazione
sul numero
di diritti di
acquistatiaquistati
dagli editori
presso
case
editrici
straniere,
valore
può anche
no
e greco).
In assenza
una rilevazione
sul numero
di edizione
diritti di edizione
dagliitaliani
editori
italiani
presso
case
editrici questo
straniere,
questo
valore
2 Escluse le traduzioni da latino e greco.
anche
essere
con
una certa
lineadell’import
di tendenza
dell’import
di diritti
di edizione.
può
2 Escluse
essere
assunto,
conassunto,
una certa
cautela,
comecautela,
linea di come
tendenza
di diritti
di edizione.
le traduzioni
da latino e greco.
Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Istat
1
Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Istat
Lettura
1998-2002
*
Letturadidilibri
libriininItalia:
Italia:
1998-2002*
Valoriininpercentuale;
percentuale;
lettori
negli
ultimi
12 mesi
nella
popolazione
> 6 anni
Valori
lettori
negli
ultimi
12 mesi
nella
popolazione
> 6 anni
Lettori di almeno un libro
%
Lettori da 1 a3 libri
Stima
%
Stima
Lettori da 4 a11 libri
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Lettori di oltre 12 libri
Stima
%
Stima
1998
41,9
23.026.000
47,8
11.006.000
40,5
9.326.000
11,7
2.694.000
1999
38,0
21.073.000
48,2
10.157.000
38,9
8.198.000
12,9
2.718.000
2000
38,3
21.140.000
49,5
10.464.000
38,4
8.118.000
12,1
2.558.000
2001
40,9
22.575.000
48,1
10.859.000
39,0
8.804.000
12,9
2.912.000
2002
41,4
22.834.000
48,3
11.029.000
39,1
8.928.000
12,6
2.877.000
** Escluso
della
«lettura
morbida»
Esclusoil ilfenomeno
fenomeno
della
«lettura
morbida»
Fonte:
Aie
susu
dati
Istat,
Indagine
Multiscopo.
Fonte:Elaborazione
ElaborazioneUfficio
Ufficiostudi
studi
Aie
dati
Istat,
Indagine
Multiscopo
Letturadidilibri
librinon
non
scolastici
nella
popolazione
infantile
Lettura
scolastici
nella
popolazione
infantile
Valori
in numero
di bambini
e in percentuale
Valori
in numero
di bambini
e in percentuale
%
Stima lettori
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
66,8
68,7
70,9
71,4
69,7
67,6
60,0
67,0
65,0
3.505.000
3.564.000
3.639.000
3.624.000
3.522.000
3.396.000
3.005.000
3.333.000
3.180.000
%
Stima non lettori
Popolazione
33,2
31,3
29,1
28,6
30,3
32,4
40,0
1.742.000
35,0
1.713.000
5.247.000
5.188.000
5.133.000
5.075.000
5.053.000
5.023.000
5.009.000
4.975.000
4.893.000
** Bambini
Bambini 5-13
5-13anni
anni
FONTE: Elaborazione
AieAie
su dati
DoxaDoxa
Fonte:
ElaborazioneUfficio
Ufficiostudi
studi
su dati
Andamento di alcuni consumi culturali
Valori in percentuale; base popolazione con più di 6 anni di età
2000
2001
2002
Popolazione di
riferimento
Teatro
Cinema
Musei e mostre
Concerti di
musica classica
Altri concerti
54.074.000
54.220.000
54.220.000
17,2
18,7
18,7
44,7
49,5
50,0
28,6
28,0
28,1
8,5
9,1
9,0
18,3
19,0
19,4
centuali elevate già fra i ragazzini di dieci - undici anni (20% di utilizzatori), e
ancora di più fra i 12-13enni (35%). Per
non parlare dei telefonini, che oltre il
38% dei giovanissimi usa abitualmente e
che il 27% possiede personalmente, impiegandoli, al 76%, per inviare e ricevere
sms.
Insomma, siamo alle solite: da un lato
le vecchie letture, potenzialmente buone,
dall’altro le nuove tecnologie, potenzialmente cattive. Ma è davvero così? Veramente non è possibile, non tanto e non
solo trovare un accordo fra vecchio e
nuovo, fra passato e futuro, fra il lento
sfogliare di un libro e il rapido digitare di
una tastiera, ma fare in modo che le due
realtà crescano, e continuino a crescere,
rafforzandosi e arricchendosi a vicenda?
E come mai, allora, il consumo delle moderne tecnologie – che non siano, ovviamente, il ricorso permanente al cellulare
o l’utilizzo dissennato della posta elettronica – risulta, come nota l’Aie, “più
alto e diffuso in quegli stessi Paesi europei in cui sono più alti, ancora una volta,
gli indici di lettura dei libri e dei giornali”?
Forse, dunque, la soluzione è un’altra, e il futuro del libro passa non attra-
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
Fonte:
Ufficio
studi
Aie Aie
su dati
Istat Istat
Fonte:Elaborazione
Elaborazione
Ufficio
studi
su dati
9
sua identità). Ben vengano dunque le sinergie e la collaborazione proficua. Ma
con attenzione. Per essere cittadini globali senza perdere i contatti con le proprie radici e la propria appartenenza”.
Libri “allegati”: ma chi li legge?
N
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
Il presidente
dell’Associazione
Italiana Editori
Federico Motta
(a sinistra) con il
vice presidente
Ferruccio
de Bortoli
10
verso la conservazione, bensì attraverso
l’evoluzione. Che significa tecnologie,
ma anche competizione, e sinergie con
gli altri mezzi di comunicazione, giornali, tv e radio in testa. Perché anche la
concorrenza rafforza. “In realtà l’arrivo
di nuovi media non distrae dalla lettura,
anzi, la incoraggia. Di questo siamo convinti – ha tenuto a sottolineare, nel corso
dell’incontro milanese, il vice presidente
dell’Aie e presidente, al suo interno, del
Gruppo editoria di varia Ferruccio de
Bortoli – , così come crediamo che l’avanzare di nuovi linguaggi, come per
esempio quello dei telefonini, finisca
non per impoverire, bensì per arricchire
una lingua. Ovviamente modificandola.
E che questa grandissima evoluzione tecnologica non sia rischiosa per la creatività di un autore (quanto semmai per la
on che, per la verità, la strada delle sinergie non sia già stata battuta, in tema di libri e di relativo (auspicato) allargamento del mercato. Due anni
or sono, nel 2002, si è potuto assistere al
manifestarsi, peraltro pressoché improvviso, di un fenomeno a dir poco dirompente: la vendita di libri allegati ai quotidiani. Dirompente soprattutto per il numero delle copie vendute, tale da aver
contribuito in maniera determinante al
riequilibrio economico dei bilanci di non
pochi gruppi editoriali della carta stampata.
Grazie alle iniziative di “la Repubblica” e del “Corriere della Sera”, sono state in quell’anno vendute, con questo sistema, qualcosa come 44 milioni di copie, il 47% delle vendite realizzate attraverso i canali tradizionali, con un giro
d’affari stimabile, a copertina, in 220 milioni di euro. L’anno scorso, poi, è andata ancora meglio, con non meno di 19 diverse iniziative, oltre 400 titoli e più di
62 milioni di copie vendute (forse anche
64 milioni, se si considerano le operazione condotte da quotidiani locali, di più
difficile monitoraggio). Con un aumento,
quindi, del 40%, e per un valore complessivo di 328 milioni di euro (+49,1%
sul 2002).
Peccato che tanto incremento di milioni di copie e di milioni di euro si sia
ben guardato dal tradursi in un altrettanto vistoso incremento di lettori. Non solo
un’indagine Mondadori dello scorso
anno stimava in circa 850 mila - un milione i “nuovi lettori” acquisiti grazie
alle diverse operazioni di quotidiani e
periodici. È soprattutto il confronto fra le
vendite di libri allegati ai quotidiani del
2002 e il dato Istat sulla lettura riferito
allo stesso anno, con il suo modesto
+1,1%, a smorzare gli incauti entusiasmi
e a dare, forse, credito a quanti ritengono
che, nel loro insieme, queste operazioni
abbiano finito per far comprare (e leggere?) libri a chi già era lettore, piuttosto
Andamento a copie e a valore comprese le vendite di libri allegati ai quotidiani:
Andamento a copie e a valore comprese le vendite di libri allegati ai quotidiani:
2001-2003
2001-2003
Valori in copie, euro e in percentuale
Valori in copie, euro e in %
2001
2002
Valore
%
Valore
2003
%
Valore
%
Libri di varia adulti e ragazzi venduti in libreria, Gdo,
edicola, Internet, spazi temporanei (Fiere e saloni del
libro)
Valore
1.193.400.000
1.209.800.000
+1,4
1.246.200.000
+2,9
93.500.000
93.605.000
+0,1
95.600.000
+2,1
Stima del valore
2
220.000.000
328.000.000
+49,1
Stima delle copie
2
44.200.000
62.100.000
+40,4
1.193.400.000
1.429.800.000
+19,8
1.574.200.000
+10,1
93.500.000
137.805.000
+47,4
157.700.000
+14,4
Stima delle copie 1
Libri abbinati a quotidiani e periodici2
TOTALE MERCATO
Stima del valore
Stima delle copie
1
Il dato non considera oltre ai libri scolastici, quelli acquistati da enti pubblici, studi professionali, ecc..
Il dato non considera oltre ai libri scolastici, quelli acquistati da enti pubblici, studi professionali, ecc.
2 Nel
2001 il fenomeno era pressoché assente dalle edicole se si escludono operazioni promozionali di alcuni mensili di viaggi e turismo, settimanali
2
1
Nel 2001 il fenomeno era pressoché assente dalle edicole se si escludono operazioni promozionali di alcuni mensili di viaggi e turismo, settimanali
familiari(«Famiglia
(«Famigliacristiana»,
Cristiana»,
ecc.).
familiari
ecc.).
Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie da fonti diverse
Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie da fonti diverse
Acquisti di libri allegati a quotidiani
Acquisti di libri allegati a quotidiani
Acquisti
libri allegati e
a in
quotidiani
Valori indipercentuale
numero di persone > 14 anni
Valori in percentuale e in numero di persone > 14 anni
Sulla
popolazione
Stima delle copie vendute in tutti i canali
Stima delle copie vendute in edicola in abbinamento
Popolazione 14-80 anni (Istat)
Acquirenti di libri in totale
Hanno acquistato libri (esclusi quelli che li hanno acquistati solo in edicola)
Hanno acquistato libri solo in abbinamento ai quotidiani
Hanno acquistato libri in edicola abbinati a quotidiani
Numero medio di libri acquistati
Sugli
acquirenti
Valori assoluti
(stime)
100.000.000
44.200.000
49.100.000
32,4 %
31,4 %
1,0%
13,2 %
100,0
96,9 %
3,1 %
40,9 %
15.900.000
15.400.000
500.000
6.500.000
6,8
Fonte: Ricerca Demoskopea per Aie
Fonte: Ricerca Demoskopea per Aie
una spia del più generale grado di povertà che contraddistingue i cosiddetti
consumi culturali degli italiani.
Questione di cultura
N
el 2002, gli ingressi nei musei
sono stati in tutto 15.820.000: per
il 39% a gallerie d’arte antica e contemporanea, per il 33% a zone archeologiche, per il 28% a circuiti museali. Complessivamente, meno di un connazionale
su tre (il 28%) ne ha oltrepassato i cancelli nell’arco di un anno. Pochi? Nei
medesimi dodici mesi solo un esiguo
19% della popolazione si è accomodato
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
che allargare in misura significativa il
perimetro del mercato.
Insomma, poco si leggeva prima, e
poco si è continuato a leggere dopo. Potrebbe essere a questo punto confortante
apprendere che gli italiani, magari sono
restii a prendere in mano un libro, ma in
compenso si lasciano piacevolmente tentare da altre lusinghe “culturali”: uno
spettacolo teatrale, un concerto, una salto al Cenacolo di Leonardo per vedere
com’è dopo il restauro, un giro agli scavi
di Pompei, eventualmente col bambino.
No. Purtroppo, i bassi indici di lettura
dei libri, e della stampa quotidiana (39%
di lettori nel giorno medio) sono solo
11
sulla poltrona di un teatro, e un ancora
più misero 9% ha seguito un concerto di
musica classica (percentuale che sale al
19% per i concerti di altri generi). Nemmeno il più “popolare” cinematografo ha
rappresentato un’ancora di salvezza: vi
ha messo piede, almeno una volta, solo
un italiano su due.
Tra l’altro, tutti questi consumi culturali sono contraddistinti da una forte
connotazione territoriale, per cui, per
esempio, se nelle regioni del Nord visita
un museo il 28% degli abitanti, nel Mezzogiorno fa altrettanto il 19% (analogamente, in tema di indici di lettura, si passa dal 48-50% del Settentrione al 2932% del Sud e delle isole).
Per non parlare del consumo di musica registrata (quando non venga scaricata
gratuitamente da Internet o acquistata illegalmente): dal 1999 al 2003 i pezzi
venduti (cd musicali, vinile, ecc.) sono
passati da 53.205.000 a 36.248.000.
Non è, insomma, solo una questione
di libri. Come ha chiarito, a Milano, il
presidente dell’Associazione italiana editori, Federico Motta, “tutti i diversi consumi culturali, dalla lettura dei libri al cinema, anche registrato, sono tra loro fortemente intrecciati: uno non cresce se
non cresce l’altro. Sono intrecciati lungo
il percorso di crescita della persona: dalla
scuola alla vita adulta. E sono intrecciati
tra loro”. Di qui la necessità, per gli editori, di individuare le strategie per il futuro non solo dell’industria libraria ma anche, più in generale, dell’insieme dell’industria culturale. Senza il timore che le
tecnologie sostituiscano il libro, ma anzi
utilizzando il processo tecnologico, del
quale il libro è parte, come strumento.
Sostegno, quindi, e fiducia. E investimenti. Anche perché, ha detto nell’incontro milanese il consigliere dell’Aie,
Stefano Mauri, “questo oggetto semplice, dopo cinquecento anni sempre vivo e
amato, ha un mercato vastissimo, del
quale tutti possono, a vario titolo, entrare
a far parte. E un Paese di lettori diventa
un Paese di scrittori”.
UN MERCATO NON MARGINALE
Con i suoi 3.621 milioni di euro (fra libri, collezionabili, editoria elettronica, coedizioni, export), a
prezzo di copertina (+1,8% a valore corrente sul
2002, escluse le vendite di libri allegati a quotidiani e periodici), l’editoria libraria italiana si aggiudica il 31% dei ricavi dell’intera industria dei contenuti (televisioni escluse, a causa degli elevati introiti pubblicitari), collocandosi al secondo posto
dopo la stampa quotidiana e periodica (il cui fatturato, però, deriva, per un buon 50%, dalla pubblicità). Il mercato nazionale del libro e dei prodotti
multimediali non occupa, quindi, una posizione
marginale rispetto agli altri settori dell’industria
editoriale e della comunicazione, della quale con-
divide tuttavia la situazione di elevata instabilità e
di modifica dei confini che, storicamente, hanno
delimitato quest’area di business. Secondo dati forniti dall’Aie, per esempio, nel 2003 sono stati
53.000 i titoli pubblicati, e 254 milioni le copie
stampate, con un trend sostanzialmente stabile
(+2% annuo tra 1995 e 2003). Ora, 53.000 titoli
possono anche sembrare tanti, persino troppi. Ma
non è così. Siamo, con il nostro 0,95, il terz’ultimo
Paese europeo per titoli pubblicati ogni mille abitanti. Dopo la Francia (0,97), la Germania (1,01),
la Finlandia (1,26), la Svezia (1,45), la Spagna
(1,60), il Regno Unito (1,85). Ci seguono solo il
Portogallo (0,90 titoli) e la Grecia (0,62).
I PREZZI? SOTTO IL LIVELLO DELL’INFLAZIONE
Libri troppo cari? Non sembrerebbe, almeno
considerando che il 23% dei titoli pubblicati ha
un prezzo di copertina che non supera i 7,75
euro, mentre un altro 17% non va oltre i 15,50.
Tra l’altro, fa notare l’Associazione italiana editori, è proprio in questa fascia d’offerta che si
concentra, in termini di copie stampate, la produzione editoriale italiana: ben il 37% dei pez-
zi messi in commercio non supera i 7,75 euro, e
un altro 30% si colloca fra i 7,75 e i 15,50 euro.
Il prezzo medio ponderato (calcolato alla produzione per il 2002) è di 18,52 euro. Rispetto all’anno precedente la crescita (in un periodo peraltro caratterizzato anche dal passaggio all’euro) è stata, con il suo +1,3%, sensibilmente al di
sotto dell’inflazione.
LA SCOMPARSA DI JOS JOSSARD
PRESIDENTE ONORARIO DELL’INTERSTENO
Il 25 luglio il segretario generale
dell’Intersteno, Danny Devriendt, ha
diffuso la seguente informazione:
“Ho avuto la triste notizia che il nostro Presidente Onorario, Jos Jossard
(Belgio) è deceduto ieri all’età di 82
anni. Jos Jossard è stato per 41 anni
nell’Intersteno, per molti anni è stato
attivo rappresentante del Belgio al Comitato Centrale e dal 1979 fino al 1986
come Presidente di Giuria dei campionati mondiali di dattilografia. Nel 1971
partecipò all’organizzazione del Congresso Intersteno di Bruxelles. Nel 1981
un secondo Congresso fu tenuto nella
stessa città, e lui ne fu il Presidente. Nel
1986 ha organizzato il Comitato Centrale a Bruggs e nel 1997 ha collaborato all’organizzazione del comitato Centrale a Liegi. Nella regione fiamminga
del Belgio ha fondato più di 30 anni fa,
l’Akademie voor Bureauwetenschappen, della quale è stato fino all’ultimo
Presidente onorario. Per me egli è stato
un grande Maestro, ma soprattutto un
buon amico. Mancherà a me ed a tutti
voi il suo senso dell’humour, i suoi vasti
interessi e la sua cultura.”
La comunicazione di Devriendt
contiene gli elementi della personalità
di Jossard che i meno giovani tra noi
hanno potuto conoscere ed apprezzare.
Ricordo la sua tenuta quasi estiva da
esploratore, nella quale lo incontrai per
la prima volta presso l’IDI di Firenze.
Stava facendo un giro in Italia e si stava
interessando per andare a visitare la
tomba di San Cassiano da Imola. La
sua alta statura e corpulenza già dava
un senso di prestigio ed ispirava saggezza, quella saggezza che indubbiamente trasferiva ai suoi allievi. Per il
secondo congresso di Bruxelles ricordo
le semplici parole con cui preannunciò
l’organizzazione, dicendo che era un
semplice insegnante, senza particolari
fortune e quindi si sentiva un po’
schiacciato sotto il peso della responsabilità di un congresso così grande e che
riuscì benissimo. È stato fra quelli con
il più alto numero di partecipanti (oltre
700). In questo congresso successe un fatto imprevedibile.
Contrariamente al solito, le temperature del Belgio furono
particolarmente elevate e ciò si ripercosse sulla temperatura all’interno della sala del concorso di “dattilografia”.
Questa elevata temperatura portò alle proteste di numerosi
concorrenti che si ritennero penalizzati. Scoppiò una bagarre alimentata da motivi campanilistici in quanto alcune
nazioni volevano dimostrare che si trattava di una macchinazione. Le discussioni furono vivaci, aspre ed anche “comiche”, riviste a distanza. Alla fine si decise, per evitare
ulteriori grane, di far ripetere la gara ad un folto numero di
essi. Jossard mantenne una calma olimpica, poi uscì dalla
sala, tutto solo, ed andò ad un bar nella piazza per gustare
una birra. Io ed Isa Crippa lo seguimmo, lui si sedette ad
un tavolo separato. Noi lo raggiungemmo e, dopo qualche
pudica ritrosia, ci espresse la sua desolazione di aver avuto
questo problema proprio nel momento che lui considerava
conclusivo della sua presenza in Intersteno (ed infatti fu
così) e di averlo avuto proprio nella sua nazione dopo tanti
anni spesi a far sì che l’organizzazione della gara mondiale
di dattilografia si svolgesse con la massima serietà e senza
intoppi. Lo scorso anno a Roma, quando la temperatura fu
ben più rovente di quella di Bruxelles, ringraziai in mio
cuore l’esperienza di Bruxelles e la fortuna di aver noi
scelto (sia pure a scapito di costi elevati) una sede che offriva la possibilità dell’aria condizionata. Ricorderemo Jos
Jossard come l’emblema di tanti insegnanti che senza
strombazzanti proclami si sono adoperati per il meglio dei
loro allievi, grandi nell’umiltà che spesso fanno trasparire.
Gian Paolo Trivulzio
Viaggio a Pechino
alla
della moderna
stenografia cinese
di FAUSTO
RAMONDELLI
Il Presidente
onorario
dell’Intersteno
Gregor Keller
(a sinistra)
insieme con
Tang Ya Wey,
fondatore della
moderna
stenografia cinese
scoperta
R
ispondendo all’invito dell’Associazione Stenografica cinese, presieduta dalla signora Han Zhu Xuan, il
27 maggio scorso ho partecipato in qualità di Vice Presidente dell’Intersteno ai
festeggiamenti organizzati in occasione
del 90° compleanno di Tang Ya Wey,
fondatore della moderna stenografia cinese. Con me è intervenuto il Presidente
onorario dell’Intersteno Gregor Keller.
Ci ha accompagnato per tutta la permanenza il signor Wang Long, figlio della
signora Han, conosciuto dall’Intersteno
per aver partecipato al Congresso di
Hannover nel 2001.
Secondo informazioni fornite a Gian
Paolo Trivulzio dal Prof. Tsuguo Kaneko, amico giapponese dell’Intersteno,
Tang Ya Wei nel 1938 ha sviluppato il sistema semicorsivo «AI» cosiddetto
I
festeggiamenti del Dr. Tang si sono
svolti in uno splendido albergo alla
periferia di Pechino. Vi hanno partecipato circa 300 invitati. I posti d’onore sono
stati riservati alla rappresentanza dell’Intersteno e a quelle del Partito e dell’Accademia delle Scienze, che da tempo sostiene le attività dell’Associazione stenografica.
I discorsi augurali hanno ripercorso la
lunga e lungimirante carriera di Tang Ya
Wey, il quale, sia pure visibilmente emozionato, ha pronunciato un discorso vivace e divertente nel quale ha spiegato
che la stenografia fa vivere a lungo… E
c’è da credergli! Dopo la consegna degli
omaggi e dei diplomi dell’Intersteno e
dell’Accademia “Giuseppe Aliprandi”, il
tradizionale taglio delle enormi tre torte
(a tre piani).
Il 28 maggio, dopo i festeggiamenti,
si è svolto un seminario cui hanno preso
parte i massimi esponenti della cultura
stenografica giunti da tutta la Cina. Il figlio del festeggiato, il signor Tang Ke
Liang, ha esposto i traguardi raggiunti
dalla produzione e distribuzione delle
macchine stenotipiche. Per presentare il
prodotto è stata illuminante la sottotitolazione integrale sia della festa di compleanno sia del seminario, realizzata da
due giovani professioniste, le quali non
trovano affatto scomodo posizionare
lo strumento sulle ginocchia invece di
usare il tradizionale treppiedi (paese che
vai …).
Ha assicurato che la Cina parteciperà
al Congresso di Vienna mentre si è rammaricato perché la SARS, la micidiale
influenza, ha impedito la missione a
Roma che pure era stata già preparata.
La macchina stenotipica cinese (mi è
stato donato un esemplare con tanto di
corso interattivo in CD-Rom, rigorosamente in cinese) è una copia perfetta (anche se un po’ rumorosa) della mitica Stenograph. Ovviamente il software è stato
opportunamente tarato sulle esigenze
della scrittura e della lingua cinesi, ma
impressionano almeno due aspetti: la
macchina funziona senza un collegamento fisico al computer (wireless) e
presto potrà operare anche in modalità
Bluetooth (cioè a distanza anche di 10
metri dal PC); vi è inoltre la possibilità
di lavorare sullo stesso file con due macchine contemporaneamente, in modo che
mentre una operatrice digita il testo, la
seconda può correggere gli inevitabili errori ed eventuali omissioni (scopist). In
proposito, mentre sembrano non esservi
problemi nella velocità di ripresa dei discorsi, anche in Cina si lamenta una non
accurata formazione culturale, penalizzata rispetto a quella tecnica, che induce
in errori grossolani che fanno rabbrividire gli eruditi professori di stenografia.
Una operatrice
cinese con una
macchina
stenotipica
E’
il caso di accennare alle caratteristiche principali della scrittura cinese, per comprendere quale impatto
singolare hanno per quei popoli le tecniche di scrittura veloce. Basti pensare ad
esempio che, prima della introduzione
del computer e della rappresentazione
dei segni cinesi in simboli informatici, in
Cina non esisteva la dattilografia, cioè
non esistevano macchine in grado di rappresentare i ghirigori dei caratteri. Il problema è che si contano circa 40.000 caratteri (ma nessuno ha saputo rispondere
con precisione alla mia domanda) e che
ogni sillaba può essere pronunciata con 4
toni diversi assumendo quindi un distinto significato. Queste informazioni frammentarie e meritevoli di attenta verifica
indicano comunque che siamo in presenza di una esperienza linguistica assai diversa da quella occidentale: la scrittura
cinese oltre che un mezzo di comunicazione rappresenta un arte e un passatempo (ho visto alcune persone che alla domenica si rilassano nel parco scrivendo
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
“ovale”, basato sul sistema Gregg. Sebbene non fosse il primo sistema semicorsivo in Cina, il metodo ha ottenuto grande successo basandosi sulla facilità di
lettura, di scrittura e di trascrizione, sulla
popolarità, sulla diffusione a livello nazionale e sulla sua struttura scientifica.
Egli ha formato moltissimi stenografi e
ha contribuito a rendere popolare la stenografia in Cina per ben 66 anni, in collaborazione con il suo successore, la signora Han, appunto, Presidente dell’Associazione Stenografica di Pechino. Più
recentemente Tang Ya Wey ha ideato una
macchina stenotipica per la lingua cinese
e i suoi figli stanno lavorando da più di
15 anni per distribuirla, in particolare nei
tribunali del Paese.
15
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
Fausto
Ramondelli sta
imparando... i
primi rudimenti
della stenografia
cinese
16
con speciali pennelli ad acqua in spazi
appositamente dedicati).
La dattilografia oggi viene praticata e
insegnata, sebbene con metodi diversi, a
seconda che l’utente sia o no un professionista. Il metodo più semplice consiste
nella diteggiatura sulla tastiera tradizionale delle lettere che corrispondono al
fonema cinese. A questo punto il computer propone fino a 20-30 diversi significati che l’utente può scegliere individuando quello che intendeva scrivere.
La stenografia a sua volta costituisce
un mezzo formidabile per abbreviare i
tempi di scrittura e di ripresa dei discorsi. L’efficacia del segno stenografico, lineare e scarno, raggiunge in un baleno il
risultato che con la scrittura ordinaria,
involuta ed elegante, si otterrebbe con un
tempo assai più lungo.
L
a storia decennale della macchina
stenotipica cinese, ideata per ammissione dello stesso Tang Ke Liang a imitazione di quelle occidentali e giapponese,
è stata ed è favorita dal convinto supporto dello Stato e in particolare della Corte
Suprema che nel 1999 ha impartito direttive affinché sia adottata nei tribunali
dell’immenso territorio nazionale. Sulla
scorta dell’impiego nei consigli locali,
nei tribunali, nella televisione (sottotitolazione) e dei campionati che si svolgo-
no ogni anno, la macchina viene costantemente aggiornata
Il costo di un esemplare è di 280 euro
ed è ritenuto competitivo per eventuali
ambiziosi progetti di espansione nel
mercato estero (macchina cinese e
software inglese o italiano?). Nella sede
della società produttrice, situata all’ultimo piano di un edificio scolastico senza
ascensore, incontriamo una trentina di
corrispondenti commerciali delle diverse
regioni cinesi, che sperano di migliorare
i loro affari con una foto insieme a me e
a Keller. Oltre alla vendita delle macchine è affidata loro anche la formazione
dei nuovi operatori.
I dati forniti dal nostro ospite dimostrano la veloce espansione del mercato e
le opportunità economiche che si prospettano ai professionisti che abbracciano la
nuova tecnica. 120 euro è il costo giornaliero di uno stenotipista. Nella sede che
visitiamo ci sono anche due aule riservate
ai corsi (a pagamento): 120 allievi si danno da fare sulla macchina di fronte al
computer che illustra i concetti didattici e
propone esercizi di copiatura o di ascolto.
Anche in alcune scuole professionali e
università sono stati avviate iniziative di
formazione all’uso della macchina. I volumi di vendita sono passati dalle 300
macchine del 1994 alle 1000 macchine al
mese nel 2004 e pare che vi siano 10.00020.000 persone che fanno della stenotipia
la loro professione per attività indipendenti (solo a Pechino vi sarebbero 600
stenografi e 20 società che operano nel sistema giustizia!).
A
spettiamo allora di vedere gli amici cinesi al prossimo appuntamento dell’Intersteno a Vienna nel luglio
2005. Garantiscono che alcuni giovani
prenderanno parte alle gare che per la prima volta saranno fatte anche in una lingua
orientale. Di sicuro la partecipazione cinese all’attività della Federazione internazionale rappresenta un viatico per la nuova stagione di quell’Ente, che vuole avvicinare nuove realtà e aprire nuovi orizzonti. La visita a Pechino ha consentito di
avvicinare una cultura e un’esperienza
molto diverse da quelle a cui siamo abituati, che ci insegnano fra l’altro a guardare con ottimismo e fiducia alla prospettiva della scrittura e della comunicazione.
Congresso Intersteno
Vienna
2005
Manca meno di un anno al prossimo Congresso dell’Intersteno, che l’anno scorso, come
si ricorderà, è stato organizzato a Roma. Per gli
italiani, interessati a questo importante avvenimento mondiale, forniamo, qui di seguito, il
programma provvisorio, aggiornato al 15 luglio
2004
Cerimonia di apertura, segreteria del Congresso, campionati, Conferenze, riunioni: Centro Scolastico (Schulzentrum) Wien 12, Längenfeldgasse
12-14 (Metro U-Bahn Linea 4, in direzione «Hütteldorf», fermata Längenfeldgasse)
Venerdì 22 luglio 2005
Ore 15.00 - Apertura dell’Ufficio del Congresso
(Schulzentrum Läengefeldgasse).
Fino alle 18, possibilità di iscrizione per le visite
della città e le escursioni.
Sabato 23 luglio
Ore 09.00 - I Congressisti possono ritirare la documentazione congressuale
Ore 10.00 - Informazioni alle giurie ed ai correttori
Ore 14.00 - Seduta del Comitato Centrale fino
alle ore 17 (Schulzentrum Laengefeldsrasse)
Ore 18.00 - Seduta di apertura del Congresso
(obbligatorio il cartellino di riconoscimento)
Domenica 24 luglio
Ore 08.00 - Gara di scrittura al computer - Installazione delle apparecchiature e prove
Ore 09.00 - Campionato mondiale di scrittura al
computer, correzione testo, campionato professionale. (probabilmente dovranno essere organizzati due turni, in relazione alla notevole quantità
di partecipanti prevista)
Ore 09.00 - Campionato mondiale poliglotta
Lunedì 25 luglio
Ore 08.00 - Campionato mondiale di scrittura al
computer (A.B.C.). Tutte le categorie dovranno
svolgersi in questo giorno.
Ore 09.00 - Se necessario, terzo turno del campionato mondiale di scrittura al computer, correzione testo, campionato professionale.
Campionato di corrispondenza protocollo.
Martedì 26 luglio
Ore 08.00 - Conferenze (8-12 / 14-18)
Ore 08.00 - Gare per il campionato poliglotti
Ore 19.00 - Cena del Comitato Centrale (partenza ore 18.30)
Mercoledì 27 luglio
Ore 09.00 - Conferenze (fino alle 12)
Ore 09.00 - Seduta del Comitato dei Parlamentari (IPRS) (presso il Parlamento. Questa sede dovrà comunque essere confermata a gennaio
2005)
Ore 09.00 - Seduta del Comitato Centrale
Ore 17.30 - Assemblea generale (Schulzentrum
Laengefeldgasse)
Ore 19.00 - Cena per i membri di giuria ed i correttori (Schulzentrum)
Giovedì 28 luglio
Mattinata libera per termine correzione/diplomi/classifiche
Ore 18.00 - Cena di gala (abito scuro) Proclamazione dei risultati e premiazioni (Sala delle feste
del Municipio - Festsaal des Rathauses) - Ballo
fino alle ore 24
Venerdì 29 luglio
Ore 09.00 - Gita all’insegna del motto “Cultura
mondiale - Cultura del vino”
lettere
in redazione
Un Fernet
stenografico
R
ecentemente, ad un’asta, ho acquistato una bella cartolina pubblicitaria del Fernet Branca, spedita il 29 ottobre 1901 da Basilea. Con piacevole sorpresa ho visto che sulla parte anteriore
della cartolina era stato scritto un lungo
messaggio in “steno” (sul retro, infatti,
poteva trovare posto solamente l’indirizzo). Non sono riuscita a decifrare il contenuto anche perché, forse, non è scritto
con il sistema Gabelsberger-Noe, che io
conosco ed uso. Chissà se qualcuno di
voi sarà capace di trarre il contenuto di
questo messaggio?
Carmela Mirella Gambadoro
Lumarzo (GE)
Non si tratta infatti del sistema Gabelsberger-Noe. Probabilmente è lo Stolze-Schrey. Le parole “Basel” (Basilea) e
“ottobre”, facilmente deducibili in testa
allo stenoscritto, ricondurrebbero, mi
pare, a questo sistema. Inoltre, anche da
un punto di vista storico, nel 1889, in
Svizzera (che mancava di sistemi stenografici propri) venne adottato il sistema
semplificato Stolze-Schrey, che ebbe rapido successo (v. “Storia delle scritture
veloci”, di Francesco Giulietti, pag.
406), tanto che la Svizzera tedesca lo
volle mantenere anche quando, nel 1924,
18
la Germania adottò la Einheitkurzschrift.
Giriamo, pertanto, a qualche studioso,
più paziente e competente di noi, il piacere della decrittazione.
(P.A.P)
Marco Tullio Tirone
elogia il computer
H
o ricevuto il n° 64 della Vostra rivista che guardo sempre con l’interesse delle vecchie passioni. Mi ha interessato l’inserto “DA MILLENNI LA
STENOGRAFIA VIVE IMPERTERRITA” e – pur comprendendo il “grido di
dolore” di chi lo ha scritto, perché anch’io continuo ad usarla avendola appresa a suo tempo – devo tuttavia dire
che la stenografia è destinata a non essere più usata nei tempi moderni, non perché è stata inventata la “stenotipia” o
stenografia a macchina, ma perché i
computers – e ormai da molti anni –
sono in grado di scrivere direttamente
dal microfono di chi parla.
Uno di questi programmi di scrittura
si chiama DRAGON (ed ora ce ne saranno di migliori): scrive perfettamente e
correttamente in varie lingue, compreso
l’italiano, mettendo perfino la punteggiatura, direttamente dalla voce che gli è
stata “programmata” in pochi minuti di
lettura di un testo. Non ha problemi con
testi normali di giornali, ecc.; si può
“istruirlo” quando si tratta di argomenti
tecnici, proprio come uno stenografo....
Certo è più facile usare matite e cartelle,
ma quanti anni di preparazione occorrono per questo minimo vantaggio? Ora i
computers sono dappertutto!
È chiaro che in un locale pieno di rumori o con voci sconosciute il programma vocalico avrà difficoltà; ma sono difficoltà note e compensabili da chi voglia
usarlo (e volendo lo si potrebbe usare
molto di più e perfezionarlo) e soprattutto, per quanto qualche volta faccia errori, il testo è già pronto (dattiloscritto) su
video, facilissimamente correggibile, tagliabile, modificabile, sintetizzabile,
come deve fare ogni buon stenografo che
si rispetti, altrimenti sarebbe un semplice “registratore”! Inoltre evita la lunga
fatica di stenografare, interpretare le
lunghe cartelle di testo stenografico, anche nelle loro pur sempre presenti incertezze, faticando a lungo per “batterlo a
macchina” (ora “batterlo a computer”)
per avere un testo che il programma vocalico dà già pronto subito!
Mi spiace di dover essere proprio io
che porto il nome di colui che viene indicato come l’inventore della stenografia a
dover constatare che quest’arte al momento non è più utilizzabile per il lavoro
di un tempo; con questo non è detto che
debba morire: o potrà servire a qualche
cosa d’altro in futuro o ci sarà sempre
qualche storico, qualche appassionato
che la studierà, così come si studiano i
geroglifici o i mulini a vento (che ora
forse ci aiuteranno ad avere energia pulita – e chissà che la stenografia non ci
aiuti in futuro ad avere la “vita pulita
dalla schiavitù informatica” alla
Orwell?!!).
Cordiali saluti
Marco Tullio Tirone
Milano
Attilio Ottanelli, storico della stenografia e appassionato
cultore del Sistema Gabelsberger-Noe, firma peraltro illustre della nostra Rivista, compie novant’anni. La Direzione, i redattori, i collaboratori tutti della “Rivista degli Stenografi”, unitamente ai membri del Consiglio d’Amministrazione della “Fondazione Giulietti”, soffiano festosamente sulle ideali candeline del felice traguardo, augurando ancora tante altre occasioni di festa.
Nuovo arrivo nella famiglia del nostro direttore editoriale
Nerio Neri: è nata a New York, dove risiede, la piccola
Grey Virginia. Ai genitori e ai nonni le felicitazioni dei redattori della “Rivista degli Stenografi” e dei membri della
“Fondazione Giulietti”.
IN URUGUAY IL III CONGRESSO DEGLI STENOGRAFI PARLAMENTARI
Presso l’Hotel Campanario (quattro stelle, due piscine, aria condizionata), a Punta del Este, in Uruguay, si svolgerà dal 12 al 14 novembre il III Congresso Internazionale di Stenografia Parlamentare e Giudiziaria. Per i Congressisti e i loro accompagnatori, sono previste diverse sistemazioni alberghiere, con prezzi che oscillano dai
120 ai 260 dollari con prima colazione. Dall’aeroporto di Montevideo fino a Punta del Este saranno organizzati
servizi di trasporto con diverse opzioni. Come di consueto, sono in programma, oltre i lavori congressuali, attività sociali, cocktail di benvenuto, cena show, giri turistici. Per informazioni e iscrizioni, gli interessati possono
rivolgersi ai seguenti indirizzi: [email protected] - [email protected] www.multitel.com.uy/congresoselis - Tel. +5982-402 55 04 - 400 12 84 - Cell. 099 62 15 88
INTERESSANTI ED INNOVATIVI RISULTATI DEL COMITATO
CENTRALE DELL’INTERSTENO RIUNITOSI A HELSINKI
Come annunciato, si è svolto ad Helsinki il Comitato Centrale dell’Intersteno dal pomeriggio del 3 a
tutto il 6 settembre scorso. Sono stati discussi e approvati i seguenti argomenti.
Il Comitato Intersteno che ha dato vita all’attività
del Congresso di Roma è stato confermato membro
rappresentativo dell’Italia e di conseguenza Maria
Luisa Crippa è delegata italiana.
In tema di competizioni, ha avuto luogo un ampio
dibattito, che faceva seguito a scambi di idee già avvenute per e-mail, circa l’adeguamento agli sviluppi
tecnologici, tenuto conto della convergenza tra le tecnologie di scritture alla tastiera con quelle stenografiche/stenotipiche (“sincretismo” di cui già aveva parlato Paolo Paganini nei suoi commenti romani).
Nelle gare di scrittura alla tastiera si parlerà di “caratteri” e non più di “battute”, e si è concordata un’unica categoria di gara senza tener conto di chi scriva
con o senza l’utilizzo di tecniche abbreviative. Le
classifiche (oltre alla classica suddivisione in studenti
/ junior/ senior) saranno redatte per le tre tecnologie
(scrittura alla tastiera - scrittura con stenotipia - scrittura con riconoscimento del parlato). Sarà decretato
un solo campione del mondo che sarà chi abbia raggiunto il migliore risultato, indipendentemente dalla
tecnologia.
Nelle gare di ripresa del parlato, rimangono confermate le categorie dello scorso anno - il tempo di trascrizione è stato fissato in un massimo di 150 minuti per la
colonna di maggiore densità di sillabe, che saranno scalati in base alle altre colonne (come avveniva prima
delle modifiche stabilite per il campionato di Roma).
Classifiche separate tra chi usa la stenografia tradizionale, stenotipia e riconoscimento del parlato. Analogamente a quanto stabilito per le gare di scritture alla tastiera, verrà proclamato un solo campione del mondo
che sarà quello che avrà avuto il miglior risultato, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata.
Il comitato centrale ha votato a larghissima maggioranza (solo 1 contrario e due astenuti) che la gara
per le scuole in Internet verrà ancora organizzata dall’Italia, in quanto il gruppo Cèko si è rifiutato di collaborare a questa iniziativa, lasciando con ciò tutto il carico del lavoro all’organizzazione italiana (che si riserva di considerare opportune misure).
Alla riunione sono stati presenti quattro rappresentanti del Parlamento Coreano, nonchè i Signori David
Rogala e Golden delle due più importanti organizzazioni americane.
Nutrito il programma di conferenze per il Congresso di Vienna. Esso è disponibile in forma provvisoria (anche dal punto di vista linguistico) sul sito Intersteno (www.intersteno.it), che riporta anche le traduzioni dei testi che vengono resi disponibili sul sito
di Vienna.
Tutti i dettagli sull’incontro saranno meglio precisati dalla rappresentante italiana dell’Intersteno e
pubblicati sul sito.
... E SORPRENDENTEMENTE IN PULLMAN SI PARLA LATINO
Terminati i lavori del Comitato Centrale, prima di ripartire ci siamo concessi un giro turistico per la città
di Helsinki e per motivi pratici ci siamo serviti di un
servizio organizzato dall’Ufficio del Turismo.
Alla partenza ci accoglie
la gentile signorina che
parla diverse lingue oltre
alle due ufficiali, finlandese e svedese, il cui studio è obbligatorio nelle
scuole. Contrariamente
alla tradizione però, la
nostra guida non spiega
alcunché in quanto l’elettronica è anche qui venuta in soccorso, offrendo
(tramite cuffia) un testo
preregistrato che, in
modo calibrato, con pronuncia impeccabile e perfetta acustica ci spiega i punti di interesse del nostro
percorso, che dura circa un’ora e mezza. Il sistema è
abbastanza analogo a quello oggi fornito ai visitatori
dei musei, la differenza principale è il sincronismo col
percorso che evidentemente può anche essere gestito
dalla guida. Il messaggio è diffuso nelle principali lingue, incluso il giapponese, ma la sorpresa è di trovare
un canale dedicato alle
spiegazioni in lingua latina. La curiosità è ovvia,
penso subito ad un ‘canale morto’, mentre invece
la sorpresa è grande nell’udire la lingua di Cicerone. Le frasi sono di andamento piano, con pronuncia nostrana e ben
comprensibili. Piacevole
sorpresa accompagnata
dalla domanda: ma per
chi serve? Forse però noi
sottovalutiamo l’interesse
dei popoli nordici per le
lingue di scambio (latino interlingua - esperanto)
quale alternativa alla lingua inglese nelle sue varie
maccheroniche sfumature nazionali. Forse a Roma
esiste un servizio del genere? Per la lingua latina, ovviamente, la curiosità ancora mi assale. (G.P.T.)
tam-tam
Dal
all’alfabeto Morse
dalla telescrivente
televisione
L
a necessità di stabilire collegamenti
fra posti lontani è stata un’altra delle esigenze sentita da sempre. Metodi
empirici per avvisare o trasmettere notizie sono antichissimi e naturalmente
avevano limiti a volte insormontabili.
Tam-tam, fuoco e fumate, piccioni viaggiatori, svariati tipi di segnalazioni1, torri
di avvistamento2, sono la testimonianza
di come l’uomo si sia ingegnato per trovare sistemi che gli consentissero di
‘dialogare’ in maniera rapida con suoi simili residenti altrove.
Torce, suoni, sirene, rintocchi di campane, codici a braccia, semaforici, ottici
ed acustici, bandiere, tracce, segnali3 anche marittimi4 – naturalmente codificati
1 Il sistema più comune e diffuso di classificazione è quello fondato sul loro principio di funzionamento prima solo a vista o acustico, poi elettromagnetico, elettronico, analogico, digitale, a radiazioni invisibili (ultrarosse e ultraviolette), con
supporto trasmissivo a fibre ottiche. Rientrano fra
esse la cartellonistica, indicazioni con lampade
ovvero altri segnali luminosi, fanali, razzi colorati
(lanciati con pistole tipo Very), alfabetici con lettere o basati su applicazioni Morse, con bandiere
(gagliardetto, quadra, pennello, guidone) o lampi,
eliografi, scatole fumogene, castagnole, teli disposti a terra, fari, proiettori, sirene, corni da nebbia, mede, boe, gavitelli, trombe, subacquei, radiofari, radiogonometri, cavo-guida, risuonatori,
petardi, lanterne, vele, palette, illustrazioni, marmotte, ultrasuoni (oltre 20.000 Hz), etc.
2 Uno degli esempi più tangibili di costruzione di
una vera e propria rete di avvistamento e di comunicazione è quella delle torri isolate dislocate in
punti strategici lungo le coste, quali posti di vedetta contro il pericolo rappresentato dagli invasori.
Tutta l’Italia ne è provvista ed alcune di esse in ot-
timo stato di conservazione, a pianta quadrata o
circolare a seconda del periodo cui fanno riferimento, testimoniano la tecnica costruttiva fortificata, gli accorgimenti adottati, l’abitabilità, le risorse disponibili in loco e la particolare destinazione d’uso. Cfr. F. RUSSO, Le torri vicereali anticorsare della costa d’Amalfi; L. SANTORO, Antiche opere di fortificazione; V. FAGLIA, La difesa
costiera del Regno di Napoli; G. VALENTE, Le
Torri costiere della Calabria; M. MANFRICI, Il
sistema difensivo costiero calabrese: le Torri.
3 Tale termine generico comprende un insieme di
contrassegni atti a visualizzare ed inoltrare messaggi codificati, dai segnali d’allarme alla rappresentazione simbolica di informazioni stabilite
convenzionalmente. L’elenco è lunghissimo e va
da quelli marittimi a quelli militari, da quelli ferroviari e tranviari a quelli stradali e così via. Possono essere di pericolo, di divieto, di obbligo, di
prevenzione, di avviso, di attenzione, etc. in formati e colorazioni prefissate. In questa sede ci limiteremo ad esaminare la possibilità di inviare
‘notizie’ in maniera rapida, puntuale ed il più lontano possibile per mezzo di variazioni di corrente,
rinviando ad altra occasione l’esame pure interessante di tante indicazioni e segnature – molte delle quali usate internazionalmente. Discorso a parte meritano i segni grafici standardizzati astronomici, chimici, topografici, per l’elettrotecnica, l’edilizia ed altre branche catalogati, disegnati e da
interpretare secondo criteri e norme ben precisi e
mai affidati al caso, riduzioni ed unità di misura,
simboli di grandezze fisiche, messa in carta, diagrammi di flusso, fino ad arrivare ad icone, emoticon, schemi per la raffigurazione delle relazioni
funzionali all’interno di un sistema, etc. Cfr. M.
UGLIANO, Le Moderne Abbreviazioni; Oltre i
Segni, oltre le Parole.
4 Un tentativo di codice universale marittimo risale al 1680; quello del 1934 comprende ben due
volumi, il primo per i segnali ottici ed acustici ed
il secondo per quelli radiotelegrafici aggiornato
(dal 1999 il telegrafo Morse è stato soppresso dalle trasmissioni ufficili della Marina Italiana e
sempre nello stesso anno la rete GPS in funzione
da 1023 settimane ha smesso di funzionare sostituita da sistemi più evoluti).
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
alla
di MASSIMO
UGLIANO
21
Fig. 1 - Il regolo
calcolatore
in precedenza5 – simboli e figure6 ci indicano l’avvincente ed appassionante
strada seguita nel corso degli anni in tale
direzione, con intuizioni a volte veramente sorprendenti e degne di nota per
gli interessantissimi risvolti che avrebbero avuto successivamente. A tutt’oggi
una serie di ‘segnaletiche’ e di immagini
di vario genere – per di più in continuo
aumento – ci accompagnano nella vita di
tutti i giorni con il loro ‘linguaggio’ semplificato in grado di essere compreso da
una moltitudine di persone7.
La scoperta della correlazione fra
elettricità e magnetismo8 dette sicuramente una svolta significativa al problema facendo trovare soluzioni geniali, sostanziali e durature, ma dalle nostre ricerche risulta che già in precedenza
qualcosa di intelligente e ben strutturato,
non necessariamente derivato dall’esame
di esperienze passate, cominciava a farsi
strada con un certo successo.
L’indagine effettuata ha fornito risultati sorprendenti facendo emergere realtà
variegate, articolate e complesse con
nomi ben noti ed altri meno conosciuti
che direttamente o indirettamente si interessarono della comunicazione e che magari sono diventati famosi per tutt’altre
invenzioni.
I
n ordine cronologico, il primo studioso
che segnaliamo è lo scienziato inglese
W. Gilbert (1540-1603) che fece importanti constatazioni e fu fra i primi ad intuire l’esistenza dell’asse magnetico terrestre e conseguenti effetti9. Sempre di
magnetismo si interessò E. Gunter
(1581-1626) che fu anche grande matematico10.
5 Le primitive segnalazioni riguardavano avvertimenti di fatti ed avvenimenti eccezionali, soprattutto di pericolo, e venivano generalmente intesi
nella loro globalità. Tuttavia, presso alcune tribù
africane si potevano contare fino a 300 suoni di
tamburo di cadenza e di intensità diversi con un
ricco cifrario. Fra gli Indiani delle due Americhe
erano diffusissimi il fumo, il fuoco ed i gesti,
mentre presso i Berberi e nelle Canarie i fischi variamente modulati. Per uno ‘spelling’ analitico carattere per carattere bisogna arrivare almeno a Lesage, Morse, Wheatstone, Hughes, Baudot e
Creed con sistemi ad impulsi di corrente. Ciononostante per affrettare le trasmissioni, anche in
questa fase fu ideato, ad esempio, il codice Q – a
tutt’oggi adoperato – nel quale la prima lettera è
sempre Q e brevi dialoghi, per velocizzare i tem-
pi, sono già codificati fra QAA e QUZ. Vengono
riassunte intere frasi a seconda degli argomenti e
dei settori nel quale viene usato ed ogni gruppo
costituisce un messaggio predeterminato. Se seguiti da un punto interrogativo rappresentano una
domanda; se da un numero questo può fornire una
indicazione (p. es. quota da mantenere in volo). Si
tratta della schematizzazione, razionalizzazione
ed esemplificazione di antichissimi criteri per riuscire a significare perfino idee astratte, raffigurare
un suono con un simbolo, etc. Più vicini alla Pittografia che ai Geroglifici ed agli Ideogrammi
perché privi di valore fonetico e quindi con l’enorme vantaggio di consentire la comunicazione
fra persone di lingue diverse.
In linea generale la trasformazione, la trasposizione e l’operazione di codifica vengono fatte perchè
richieste da necessità pratiche.
Attualmente il metodo normalizzato divenuto ormai universale per rappresentare i caratteri alfanumerici con l’aggiunta degli operatori aritmetici
e di una serie di simboli vari (in tutto 28 = 256) è il
Codice ASCII (American Standard Code for
Information Interchange) che per i numeri si avvale del BCD (Binary Coded Decimal - decimale
codificato in binario). Simile è l’EBCDIC (Extended Binary Coded Decimal Interchange) della
IBM.
6 Costituiscono la rappresentazione visiva di un
qualsiasi concetto (anche immaginario) comunque imperniato sulle apparenze sensibili dal mondo esteriore. Ad esempio torre = alto; due mani
che si stringono = amico o amicizia, etc.
7 D’altra parte, se vogliamo, lo stesso ‘alfabeto’ –
risultato di una lunghissima evoluzione – non è
altro che un ‘sistema di scrittura’ che rappresenta
i suoni di una lingua, ciascuno con un particolare
segno. Cfr. Storia della Scrittura, Fondazione F. e
Z. Giulietti ed i contributi di I. J. Gelb, M. Cohen,
J. G. Février, H. Jensen.
8 Il metodo di elettrizzazione per strofinio dell’ambra (in greco electron da cui la parola elettricità) risale al VI secolo a. C. (Talete da Mileto
624-546). Magnetismo deriva invece dal nome
dell’antica città Magnesia (zona della Tessaglia a
Sud della Valle di Tempe) nei dintorni della quale
si trovava in grande quantità il minerale di ferro
avente la proprietà di attrarre. Il legame fra campi
elettrici veri e propri e magnetismo indotto portò
ad innumerevoili applicazioni a partire dalla fine
del 1700.
9 Cfr. W. GILBERT, De Magnete, Magneticisque Corporibus et de Magno Magnete Tellure. A
tale proposito facciamo presente che la Bussola
Magnetica il cui ago si dispone secondo le linee di
forza del Campo Magnetico Terrestre – che tradizionalmente si attribuisce all’amalfitano Flavio
Gioia (forse mai esistito) e che invece è sicuramente precedente – ha ispirato, a nostro avviso, le
realizzazioni di alcuni telegrafi elettromagnetici a
quadrante ed aghi multipli, una volta compreso il
nesso fra elettricità e magnetismo. Cfr. M.
UGLIANO, Dalla bussola magnetica al telegrafo.
10 Amico e collega di H. Briggs (1556-1631) si
interessò di logaritmi e trigonometria. Sull’impiego della sua Scala Logaritmica (1620) si basa il
funzionamento del Regolo Calcolatore diffuso in
Italia nel 1901 da Quintino Sella ingegnere e famoso uomo politico. Per una riproduzione dello
strumento di calcolo ormai in disuso vedi Figura
1, mentre per una descrizione particolareggiata
cfr. M. UGLIANO, Numeri.
A Robert Hooke (1635-1703) si devono un centinaio di invenzioni in diversi settori e numerosi strumenti e dispositivi fra i quali le molle a spirale per i bilancieri degli orologi meccanici, il perfezionamento del microscopio e la scoperta della cellula. Nel campo della telefonia meccanica mise a punto (1668) un
congegno dove le vibrazioni di una
membrana venivano trasmesse lungo un
filo metallico ad un secondo diaframma
che le riproduceva11.
Il fisico francese Claude Chappe
(1763-1805) nel 1792 stabilì un codice
basato sulle diverse posizioni di due o tre
regoli di legno denominato ‘telegrafo aereo’12; trattavasi di un mezzo ottico costituito da lunghissimi supporti girevoli
con all’estremità delle aste (bracci mobili) comandati da fili e carrucole che assumevano varie collocazioni convenute.
Nel 1794, insieme con i fratelli Ignace e
Abram, dette vita alla prima linea con
tale sistema da Parigi a Lille (16 stazioni
per 14 km, posizionate su torri o zone
alte)13. Una serie di circostanze sfavorevoli determinarono rapidamente la fine
dell’esperimento. I messaggi e gli ordini
del Governo francese che si riusciva a
trasmettere erano elementari, ma comunque in quel momento non c’era di meglio; fino ad allora le notizie viaggiavano
con il ‘messaggero’ ed alla velocità che
quest’ultimo era in grado di raggiungere
con i mezzi disponibili. Non a caso la
parola ‘comunicazione’ è stata ed è frequentemente usata con riferimento a
strade, ponti, rotte navali ed aeree, etc.
Altro precursore della telegrafia ottica fu Piciochi Esteban Oscar14.
A
ll’inizio del secolo diciottesimo diversi specialisti cominciarono ad
interessarsi di fenomeni elettrici ed ipotesi ed intuizioni spesso si intrecciano e
si sovrappongono in maniera incredibile
(considerando le distanze, le difficoltà di
entrare in contatti ed il fatto che all’epoca fra una geniale invenzione, il brevetto
11 Cfr. R. HOOKE, Micrographia (1665), Posthumous Works (1705), Philosophical Observations and Experiments (1726).
12 La parola Telegrafo deriva dal greco lontano e
scrivo; sembra che tale denominazione venne coniata dal Mist nel 1793 proprio per il sistema di C.
Chappe.
Gli apparecchi ad aghi del Wheatstone e soprattutto quello di Foy-Bréguet riproducono, in
pratica, i segnali del telegrafo di Chappe. Alcuni
studiosi ritengono che i codici con piccole barre
(equivalenti a trattini) variamente inclinate, incrociate e comunque disposte farebbero riferimento
ad una scrittura rinvenuta su una lapide ritrovata
sull’Acropoli di Atene risalente al 400-350 a. C.
Cfr. MERRIAM, Telegraphing among the ancient; K. FAULMANN, Illustrirte Gesch der
Schift, Gesch. U. Literatut der Stenographie, Phonography. Osservando con attenzione il codice di
C. Chappe a tre regoli, a nostro avviso, vi sono
maggiori analogie con un testo cuneiforme molto
precedente (XVII° sec. a. C.) scritto su una tavoletta di argilla da Hattusili I, fondatore dell’Impero Ittito di lingua accadico. Cfr. M. UGLIANO,
Miscellanea [vedi Figura 2]. Anche nella scrittura
cinese l’informazione si concretizza nell’antichissima ideografia imperniata sui trattini. Questi ultimi, insieme ai punti sono stati sempre usati per la
loro brevità e la rappresentazione precisa e veloce
per scrivere (scrittura latina ed ebraica; Glossa;
franc-maçon), per abbreviare (tachigrafia), per dipingere quali segni semplici e riassuntivi con valori e significati ben più pregnanti (W. Kandinskij, P. Klee, P. Mondrian). Cfr. P. Bales; E. Reginald; C. Barbier; L. Braille; A. Würt; S. T. Hudaverdoglu.
14 Cfr. F. Hipolito Uzal (1982).
13
Fig. 2 - Scrittura
cuneiforme,
lingua Accadico
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
24
e la relativa commercializzazione e divulgazione i tempi erano lunghissimi),
ma dobbiamo arrivare almeno alla metà
per le prime esperienze concrete con B.
Franklin (1706-1790), inventore del notissimo parafulmine nel 175215.
Una complicata ma funzionale e tecnicamente valida realizzazione – basata
su impulsi e variazioni di corrente – si
deve a P. Ch. Lesage (1724-1803) di Ginevra, nel 1774, ma prevedeva un filo
elettrico per ciascuna delle 24 lettere
dell’alfabeto più quello di chiusura del
circuito16. C. A. Coulomb (1736-1806)
scoprì la legge di attrazione delle cariche elettriche nel 1785 (le cariche di segno opposto erano state individuate dal
Du Fay nel 1733). J. Watt (1736-1819)17
riuscì a mettere a confronto la sua importantissima unità di misura che riguarda la potenza necessaria per compiere il
lavoro di 1 joule in 1 secondo con quella
di un circuito elettrico alimentato dalla
tensione di 1 volt e percorso dalla corrente di 1 ampère. L. Galvani (17371798) si dedicò in maniera particolare
all’elettrofisiologia. La famosa pila18 a
colonna di A. Volta (1745-1827) 19 fu
presentata nel 1799. J. G. Bohenenberger (1765-1831) ideò un elettrometro e
preparò varie applicazioni trigonometriche. Verso il 1820 si hanno gli esperimenti – dai quali trasse ispirazione il
Morse – di A. M. Ampère (1775-1836) e
subito dopo quelli di H. C. Öersted
(1777-1851) sempre sulle relazioni fra
elettricità e magnetismo. Karl Friedrich
Gauss (1777-1855) 20 importantissimo
matematico, fisico ed astronomo, si occupò della telegrafia elettromagnetica
insieme con il Weber21, K. A. Steinheil e
C. Matteucci22.
La legge di G. S. Ohm (1787-1854)
propriamente detta è del 1827; successive quelle sempre di Ohm magnetica e
termica e quella derivata di Neumann
sull’Induttanza. A. C. Becquerel (17881878) costruì contemporaneamente a J.
F. Daniell un accumulatore23 e nel 1865
evidenziò l’effetto fotovoltaico. Samuel
Morse (1791-1872)24 con l’invenzione
Ricordiamo ancora, in quegli stessi anni, il fisico inglese Stephen Gray che nel 1729 insieme al
Wheeler si era interessato di elettricità; R. A.
Réaumur (1683-1757) inventò il termometro ad
15
alcool nel 1734 e compì notevoli ed interessanti
studi oltre che sull’elettrologia, in molti campi
(tentativi per ottenere perle, cristallizzazione dei
metalli, resistenza delle corde ritorte, porcellana,
seta dei ragni, incubazione artificiale, allevamenti
di insetti, etc.); J. A. Nollet (1700-1770) allievo di
Réaumur, scoprì l’endosmosi (cfr. Ricerche sopra
le cause particolari dei fenomeni elettrici); G. L.
Buffon (1707-1788) autore nel 1749 della famosa
opera Histoire de la Terre dove faceva le sue considerazioni su alcuni fenomeni; J. Rasden (17351800) fu costruttore di strumenti vari di precisione; C. F. Du Fay (1698-1739) nel 1733 scoprì le
cariche di segno opposto; W. Watson (17151787) perfezionò la bottiglia di Leyda – prototipo
di condensatore elettrostatico – ricoprendone le
pareti di metallo ed assodando la propagazione
quasi istantanea dell’elettricità nei conduttori (velocità in seguito verificata molto simile a quella
della luce) - vedi nota 28 e 32.
16 Solo molto più tardi (1838) K. A. Steinheil
capì che attraverso la terra – alla quale si assegna
convenzionalmente potenziale 0 – si poteva chiudere il circuito eliminando, così, almeno uno dei
collegamenti necessari.
17 Il Watt, in effetti, si era dedicato a ricerche in
questo campo ma era diventato famoso per la
macchina a vapore.
18 Pile o accumulatori – messe a punto fra il 1863
ed il 1891 – furono quelle di Wollaston, dell’italiano D’Amico, Bunsen, Leclanchè (a secco), Latimer-Clark, Grove, Grenet-Poggendorff, MariéDavy, Weston. Successivi i generatori statici di
energia elettrica (voltaica, fotoelettronica, solare,
radioattiva, termoelettrica, atomica).
19 Altri studi del Volta riguardano soprattutto l’elettrologia di cui è considerato il fondatore ed in
particolare le forze elettromotrici (f.e.m.) fra metalli diversi, un differente elettroscopio, un elettroforo ed una pistola che evidenziava la violenta
combinazione chimica fra opportuni gas come l’idrogeno e l’ossigeno innescata da una scintilla
elettrica.
20 Cfr. K. F. GAUSS, Disquisitiones Aritmeticae
(1801), Theoria Motus Corporum Coelestium in
Sectionibus Conicis Solem Ambientium (1809),
Allgemeine Theorie des Erdmagnetismus (1839),
Dioptrische Untersuchungen (1840).
21 W. E. Weber (1804-1891) si interessò del magnetismo terrestre, costruì il Magnetometro ed un
prototipo di telegrafo. Studiò applicazioni matematiche trovando una non ben definita grandezza
pari alla velocità della luce per la radice di 2. Proprio da queste ricerche il Maxwell (vedi nota 37)
dedusse che anche la luce è un processo elettromagnetico.
22 C. Matteucci (1811-1868) si occupò di elettrofisiologia e di elettrochimica. Ebbe contatti con J.
Arago ed E. Becquerel.
23 Quello di P. Daniell del 1836 trovò la maggiore applicazione proprio per le trasmissioni telegrafiche per le sue specifiche caratteristiche.
24 Morse Samuel Finley Breese si laureò a Yale
nel 1810 e l’anno successivo studiò pittura in Inghilterra con B. West e W. Allston; l’influenza sul
Morse della scuola inglese di quegli anni fu notevole (cfr. Il Marchese de la Fayette del 1921). Nel
1826 fondò a N. Y. una società di Belle Arti che
sarebbe poi diventata la National Academy of Design. Fu direttore tecnico della New Foundland
Telegraph Co. e professore di storia naturale nello
Yale College di New Hawen. Oltre al telegrafo
brevettò altre invenzioni minori e si intressò di
che 31 . Halske Johann Georg (18141890), operaio meccanico, si unì a Böttcher per fondare una società per la messa
a punto di apparecchi e poi con Siemens
per dar vita ad uno stabilimento di costruzioni telegrafiche, la “Siemens und
Halske”.
L’italiano Giovanni Caselli (18151891) escogitò il ‘Pantelegrafo’ per l’invio a mezzo filo di scritti e figure (vedi
nota 71).
W. Siemens (1816-1892) elaborò l’unità di conduttanza insieme con i suoi
due soci J. G. Halske e J. S. Schuckert
(1846-1895) il quale, a sua volta, progettò gli impianti elettrici di grandi città
come Amburgo e Brema. J. P. Joule
(1818-1889) sperimentò il ben noto ef-
dagherrotipia. Cfr. Appletons’ Cyclopaedia of
American Biography; The National Cyclopaedya
of American Biography; Contemporary American
Biography; F. B. Dexter; H. T. Tuckerman; J. S.
Chamberlain; B. J. Lossing.
25 Cfr. S. MORSE, Letter...giving a brief history
of the telegraph since 1838; Experiments made
with one hundred.... (In The American Journal of
Science and Arts): A letter relative to the magnetic telegraph.
26 Si interessò anche della liquefazione di alcuni
gas e di elettrolisi. Cfr. M. FARADAY, Experimental researches on electricity.
27 Si devono a lui uno Stereoscopio (1838), un dispositivo per la sincronizzazione di orologi posti a
grande distanza (1840) ed un particolare (vedi
nota 33) ‘ponte’ (introdusse il vocabolo reostato).
Inventò una macchina criptografica riuscendo a
decifrare molti manoscritti del British Museum di
Londra. Cfr. C. WHEATSTONE, Scientific Papers (1879).
28 L’elettricità nei conduttori viaggia a circa
300.000 km al secondo che è più o meno la velocità della luce. Il Wheatstone fu il primo a misurare la velocità di una scarica elettrica attraverso un
filo con la tecnica degli specchi rotanti poi usata
da Foucault e Fizeau.
29 Il telegrafo elettromagnetico a quadrante
Wheatstone & Cooke si diffuse in Gran Bretagna
nel 1837. Per la prima volta veniva usato un relè
come amplificatore di corrente. Il codice era a 5
elementi; l’invio di segnali avveniva contemporaneamente sui 5 diversi circuiti che provocavano lo
spostamento di 5 aghi calamitati (vedi nota 13).
30 La Telegrafia Armonica è basata sull’impiego
di correnti alternate di frequenze diverse. Invece,
la zona dei primi nastri usati nelle comunicazioni
telegrafiche veniva preparata con dei perforatori
costituiti da tre tasti uno per il punto, uno per la linea ed uno per lo spazio e cinque punzoni, sempre
per aumentare la velocità e ridurre le perdite. Una
riproduzione della Zona Perforata Wheatstone a 5
unità, corrispondente alla parola ‘telegrafia’ è riprodotta in M. UGLIANO, La scrittura dei ciechi
ed i moderni ritrovati..
31 Cfr. C. G. PAGE, History of Induction, 1867.
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
del telegrafo e del relativo codice internazionale divenne rapidamente noto in
tutto il mondo25 e solo recentemente il
suo Sistema è stato messo in disparte
nelle comunicazioni odierne perché sostituito da metodi più attuali.
Le valutazioni di M. Faraday (17911867)26 su fatti e fenomenologie autoinduttive (gabbia, effetto F., campi, disco
[dal quale derivò quello di Barlow], linee
di flusso) partono dal 1831, mentre K. A.
Steinheil (1801-1870), allievo di K. F.
Gauss, ottico di professione, apportò integrazioni al telegrafo e, già nel 1838,
aveva scoperto la grande possibilità di ridurre ad uno solo i fili di collegamento
fra due stazioni, chiudendo il circuito attraverso la terra. J. Plüker (1801-1868) si
interessò di elettricità, magnetismo, raggi catodici, scariche elettriche nei gas ma
fece anche una revisione della geometria
analitica e proiettiva introducendo le cosiddette coordinate plückeriane omogenee.
Il fisico britannico Charles Wheatstone (1802-1875)27 prima fabbricante di
strumenti musicali, si appassionò anche
all’ottica ed all’acustica. Ideò lo stereoscopio e costruì un dispositivo per misurare la velocità della luce. Perfezionò
l’apparecchiatura (ponte) per la stima di
resistenze elettriche dovuto a S. H. Christy. Oltre a moltissimi lavori perfino sulla velocità di propagazione della corrente28, inventò il ‘telegrafo ad ago’29 nel
1835; il ‘telegrafo a quadrante’ nel
1840; il ‘telegrafo stampatore’ nel 1841
nonché le prime ricetrasmittenti; curò la
trasmissione con sistema a correnti invertite30. Il suo apparecchio richiedeva 5
fili di collegamento ed il carattere trasmesso veniva indicato dalle direzioni
assunte da due dei cinque aghi. L’apparato di Foy-Bréguet del 1845 riproduceva praticamente – con il movimento degli indici – i segnali del telegrafo di
Chappe; quello di Wheatstone & Cooke
(1837) si basava sempre su un codice a
cinque elementi (vedi nota 29); quello di
L. Bréguet a ‘scappamento’ del 1847
venne adottato in Italia dalle Ferrovie
della Toscana.
H. D. Ruhmkorff (1803-1877) prestò
la sua attenzione al ‘rocchetto di induzione’. C. G. Page (1812-1868) approntò
modelli di macchine elettromagneti-
25
fetto di riscaldamento dei conduttori32.
R. Du Boys (1818-1896) si interessò di
elettrofisiologia e di una derivazione del
rocchetto di Ruhmkorff. J. B. L. Foucault (1819-1868) verso il 1851 notò le
correnti parassite che si generano per induzione elettromagnetica nei corpi a
conducibilità non nulla in movimento in
un campo magnetico variabile e che per
contrastare la causa che le ha prodotte
provocano dissipazione di energia sotto
forma di calore (effetto Jaule). A. E.
Becquerel (1820-1891) si impegnò nel
campo della spettroscopia; G. R. Kirchoff (1824-1887) si occupò in particolare delle leggi sulla distribuzione dell’elettricità nelle reti33.
Kelvin W. Thomson (1824-1907)
compì studi nel settore dell’elettrofisica
e sulla natura oscillatoria delle correnti
elettriche, ma soprattutto nella telegrafia
sottomarina34 e sulla deformazione degli
impulsi di tensione che si propagano lungo una linea; propose un altro tipo di
elettrometro.
David Edward Hughes (1831-1900)
nel 1854 predispose un telegrafo scrivente (peraltro già immaginato da K. F.
Gauss e W. E. Weber fin dal 1833) diffuso dalla Western Union Telegraph Company, un microfono a carbone ed una bilancia d’induzione. Precursore della radiotelegrafia, nel 1879 preparò un ‘coherer’35.
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
N
26
el 1830, intanto, ad opera di J. N.
Niepce e L. J. Daguerre veniva
fondata la prima Société Photographique36. Anche la stampa, nel frattempo, risentì dei profondi mutamenti tecnologici
e della rapida evoluzione del progresso
scientifico: dall’invenzione di J. Gutenberg (1400-1468) si ebbero vari cambiamenti e trasformazioni. In particolare nel
1798 Nicolas-Louis Robert inventò un
procedimento per velocizzare la produzione della carta (e quindi abbassare i
costi) mentre nel 1814 F. Koenig con la
sua macchina a vapore applicata al torchio da stampa fece passare da 250 a
1100 fogli all’ora; nel 1828 A. Applegath
ed E. Copper arrivarono a 8000; nel
1885 Ottmar Mergenthaler diede una rilevante svolta alla composizione dei caratteri con la sua Linotype.
Negli stessi anni abbiamo ancora J.
C. Maxwell (1831-1879)37 che fra le altre cose (vedi nota 33) svolse indagini
sulla diffusione nello spazio di onde elettromagnetiche; A. Pacinotti (1841-1912)
lavorò su un tipo di anello all’interno del
quale avvengono fenomeni elettrici particolari; H. Aron (1845-1913) mise a
Erano già conosciute le qualità del rame. La
parola deriva dal latino cuprum a sua volta proveniente dal greco cyprum perché il metallo
era abbondante a Cipro. È un elemento metallico
(Tavola periodica di Mendeleev) di simbolo Cu,
massa atomica 65,54 e numero atomico 29 con
caratteristiche di malleabilità e duttilità, buon
conduttore di calore e soprattutto di elettricità. Le
leghe rame-cadmio dette anche ‘bronzi telefonici’
sono usate in elettrotecnica per cavi, linee telefoniche e telegrafiche, conduttori aerei, avvolgimenti di motori, trasformatori, elettrocalamite,
etc. Norme CEI e UNI ne prevedono vari tipi con
percentuali e tenori diversi.
Oggi le fibre ottiche consentono di trasmettere segnali luminosi a distanza con basse perdite ed immuni da disturbi, ma si tratta di tecnologie molto
costose (perfino videocomunicazione, canali tematici satellitari ed altre opzioni). Cfr. anche P.
PINCETI, Scada per Sistemi Elettrici.
33 Insieme a Kirchoff, Wheatstone e Maxwell,
moltissimi studiosi si sono interessati alle particolari caratteristiche delle ‘reti’ e dei ‘ponti’ elettrici; fra essi menzioniamo: Christy, De Sauty,
Wien, Hay, Owen, Schering, Siemens, Robinson,
Sacerdote, Chiodi, Anderson, Carey-Foster, Heaviside-Campbell, Kelvin-Warley, Kühle, Wagner,
Graetz, Kohirausch, Fresnel (ponti radio), etc.
Cfr. D. S. LUPPOLD, Precision DC measurements and standards; B. HAGUE, Alternating
current bridge methods; B. M. OLIVER-J. M.
CAGE, Electronic measurements and instrumentation.
34 Il primo cavo telegrafico sottomarino fu posto
dal Morse nel 1842 nel porto di New York. Il “codice dei cavi” era una variante del Morse ottenuto
sostituendo le linee corrispondenti ad impulsi prolungati di corrente, con punti di polarità invertita
per le trasmissioni sottomarine (cablogrammi)
dove – a causa delle lunghe distanze – la dispersione e la distorsione generavano disturbi (vedi
note 30 e 68).
35 G. Marconi in un suo esperimento di comunicazione a distanza per mezzo di radioonde nel
1894, adoperò un Coherer (coesore inventato dall’italiano Onesti Calzecchi) come ricevitore (vedi
anche nota 48); altri rivelatori naturali usati nelle
prime apparecchiature radio furono la galena e la
pirite fino ad arrivare alle valvole termoioniche.
36 Il termine Fotografia fu introdotto dall’astronomo F. W. Herschel (1792-1871) mentre W.
Talbot (1800-1877) con il processo di Talbotipìa
riuscì a stampare più copie su carta partendo da
un solo negativo.
37 Al Maxwell, oltre ad importantissimi studi in
vari settori, si deve la teoria corretta, sistematica e
matematicamente descritta ed inquadrata (equazioni) di tutto il complesso dei fenomenti elettromagnetici (1860). Per maggiori notizie cfr. M.
UGLIANO, Informazione e Comunicazione moderna.
32
(Fine della prima parte - continua)
38 Consiste in un comportamento particolare della
luce polarizzata che attraversa un gas posto in un
intenso campo magnetico; cfr. D. MACALUSO,
Sulla costituzione della Materia; Introduzione
alla Termodinamica.
39 Il Codice Morse (a numero variabile di componenti) ed il codice Baudot (a numero fisso di elementi - 32 combinazioni per 60 segnali) sono usati internazionalmente e normalizzati dal CCITT
(Comité Consultatif de Télégraphie et Téléfonie).
La variante del secondo, adatto alle telescriventi,
è detto a 7 unità perché si hanno altre due zone (la
prima e l’ultima) aventi rispettivamente le funzioni di avviso di partenza e di arresto (vedi Figura
3). Oltre al Comitato sopra citato, vi sono vari
Enti (DIN, EIA, IEEE, etc.) preposti alla stesura
di schemi, i quali recepiscono esigenze di mercato, di sicurezza o legislative e mediante i lavori di
apposite Commissioni di esperti, elaborano prima
Fig. 3 - Codice
Baudot a 7 unità
proposte provvisorie e poi testi definitivi. ISOOSI (International Organization-Open System Interconnection) è, invece, l’Organizzazione Internazionale di Standard e Protocolli per l’interconnessione di Sistemi Aperti.
40 Unito al suo spazio. Considerando che il trattino corrisponde a 3 punti si può dedurre il tempo
necessario ed indispensabile per le trasmissioni.
Attualmente viene usato anche il bps (bit per secondo) per definire la velocità di invio dell’informazione ma in alcuni casi si continua ad utilizzare
il Baud che indica il numero di variazioni del segnale al secondo. Se detto segnale è binario (binary-digit), praticamente coincide con il numero
di bit al secondo.
Nelle moderne trasmissioni seriali nelle quali ci si
serve di un’unica linea in cui la codifica binaria
delle informazioni viene inviata un bit dopo l’altro, ogni carattere trasferito deve avere una cadenza nota e regolare che viene detta Baud rate da cui
dipende la velocità di trasporto. Tali trasmissioni
sono molto diffuse e le interfacce si basano su circuiti integrati LSI detti USART acronimo di Universal Synchronous Asynchronous Receiver/
Transmitter.
41 La posa di cavi sottomarini tra Francia ed Inghilterra risale al 1851; tra Inghilterra ed Irlanda
al 1853; tra Europa e Terranova al 1858 (vedi
nota 34). Nel 1866 venne posto il primo cavo sottomarino transatlantico.
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
punto un regolatore ed un metodo di misura della potenza reale (inserzione
Aron). D. Macaluso (1845-1932) esaminò congiuntamente a O. M. Corbino
(da cui effetto38 Macaluso-Corbino) e G.
Rasetti le applicazioni industriali dell’elettricità. Émile Baud (1845-1903) fra il
1874 ed il 1878 perfezionò un apparato
di telegrafia multipla con dispositivo
stampante a 5 oppure 7 unità con apposito codice (sostituito più tardi dalla telescrivente) e brevettato nel 187439. L’unità di misura della frequenza di trasmissione telegrafica è proprio il Baud che
più precisamente rappresenta il reciproco della durata del segnale minimo fondamentale che è di ‘un punto’40 al secondo. Costruì nel 1894 un ri(ce)trasmettitore automatico che permetteva al gruppo
di acquisire una portata teoricamente illimitata. Il sistema Baudot fu applicato al
servizio con cavi sottomarini (Picard)41 e
via radio (Verdan) e risulta caratterizzato
dal fatto che per ciascun collegamento
fra due apparecchi telegrafici si hanno
vari settori i quali, alternativamente e
con ritmo costante, effettuano le operazioni di invio, ricezione e stampa, sfasate
in modo tale che la linea sia sempre in
periodo di emissione per successive coppie di apparecchi. L’unità di velocità corrisponde al passaggio di un ‘punto’ Morse ed esprime l’inverso del tempo di durata del segnale. La ‘linea’ Morse (che a
sua volta equivale a tre punti) vale tre
Baud. Nel codice Baudot ogni simbolo
rappresenta 1 Baud.
27
PER ANNA MARIA TROMBETTI, STENOGRAFA E POETESSA,
“SON TORNATI A FIORIR… GLI STORNELLI”
Il 19 agosto scorso (come preannunciato dal
quotidiano beneventano “Il Sannio” e dalla sulla
pagina locale del “Mattino”), è stato presentato in
anteprima a Paduli (BN) il libro di Anna Maria
Trombetti: Son tornati a fiorir…gli Stornelli. Rivisitazione tematico-linguistica e rilancio della
più breve forma di componimento poetico italiano. Relatori: il Sindaco Dott. Giovanni De Gennaro, il Rev. Davide Panella, storico, docente di
filosofia e scrittore, e il Prof. Arnaldo Tretola, filosofo e oratore di larga fama per la grande cultura classica e l’attivo impegno sociale e politico.
Ha coordinato il Dott. Luigi Bocchino, decano
dei Sindaci d’Italia e noto per la sua specchiata
attività amministrativa al Comune di Apice, durata ininterrottamente un cinquantennio.
Il libro, edito dall’Aracne, Roma, si compone di un
Saggio e di un Rimario floreale (2700 voci) ed è corredato della prestigiosa prefazione di Lucio Villari. Il
suo esordio nella comunità
della provincia beneventana ha riscosso molto successo ed ha procurato all’autrice lusinghieri apprezzamenti insieme con l’invito a diffondere nelle scuole
e nei circoli letterari la novità di cui essa è portatrice
a livello nazionale: un messaggio poetico di grande
portata sociale sia per le tematiche di cui si sostanzia
sia per l’impianto, stilisticamente riveduto, di poesia
breve in forma di stornello.
Non lo stornello tout-court
del folclore tosco-romano
di altri tempi – nel cui solco pur s’inserisce per
storica tradizione e continuità di spirito gioioso e
vitale – ma una nuova sua versione colta, di puro
ed elegante stampo italiano, che ha già dato vita
ad un migliaio di originali e singolari esemplari:
tra questi, il testo commemorativo dei Caduti padulesi, che insignisce il Monumento omonimo
collegando direttamente l’italianissima terzina ai
più alti valori civili nazionali.
L’autrice, nota articolista della nostra Rivista,
dove ha pubblicato e pubblica articoli inerenti soprattutto la sua attività di resocontista stenografa
ai Congressi e Convegni organizzati dai vari Enti
stenografici italiani, in un’occasione relativamente recente (vedi n. 62 ottobre-dicembre 2003), è
stata essa stessa oggetto di un interessante articolo che ha illustrato l’unicità e la proficuità della
sua scoperta poetica. Bene ha detto, a proposito
di questa operazione di recupero e di rilancio del
più breve componimento poetico italiano e dei
suoi risvolti letterari, sociali ed etici, il coordinatore dell’incontro padulese: “L’opera di Anna
Maria Trombetti (…) diventa un principio sistematico di dare risposta alle istanze linguistiche e
comunicative dell’epoca
presente. Assumendo dignità d’arte, può essere validamente riproposta alla
società di oggi come messaggio di valore, di serietà
e di impegno morale”. Un
giudizio che conferma appieno quanto leggiamo sul
retro-copertina del libro:
“Nel presente saggio (…)
l’autrice evidenzia la polifunzionalità dello schema
formale dello Stornello, individuando in questo uno
strumento linguistico agile, duttile, ultrasintetico,
capace di inserirsi nella
moderna multimedialità
dei messaggi fortemente significativi”.
Il volume – corredato
di tavole illustrate e di motivi musicali “raccolti” da
fonti dirette o di inedita
composizione – può essere
acquistato tramite le librerie (che lo ordineranno
alla casa editrice). Si può anche farne richiesta
alla stessa autrice (tel. 065005706 - email: [email protected]), la quale tiene a dichiarare la
sua assoluta estraneità agli aspetti commerciali
della distribuzione, standole a cuore solo il favorevole accoglimento degli amici ed estimatori
d’Italia.
Tamara Bertanni
di PAOLO
A. PAGANINI
Il frontespizio del trattato “Steganographia”,
scritto nel 1499 dal monaco benedettino Johannes Tritemius
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
possibile che la stenografia, contraendosi sempre più il suo utilizzo, diventi una specie di criptografia,
come molte scritture antiche, diventate
illeggibili, o come una forma di scrittura
segreta (steganografia)? La domanda è
provocatoria, come tutti i paradossi, ma
ha qualcosa di vero. Molti usano la stenografia per appunti riservati, per occultare il significato a quanti non posseggano la chiave di lettura. Durante l’ultima
grande guerra, molti soldati comunicavano di nascosto dal fronte notizie riservate
e informazioni militari (altrimenti censurate da apposite commissioni) facendo
innocui ghirigori (stenografici) a mo’ di
decorazioni. Analogamente avveniva talvolta sui pacchi mandati dalle famiglie ai
propri cari nei campi di prigionia. Ma diciamo subito: finché esistono grammatiche e dizionari, non si può parlare in senso stretto di criptografia. Vediamo, un
po’ più da vicino, il significato di queste
parole, così ci capiamo meglio.
z Stenografia, come tutti sappiamo,
vuol dire “scrittura stretta”, cioè sintetica, dal greco stenòs (ristretto, angusto) e
gràfein (scrivere, disegnare), e indica
una “scrittura manuale fondata sull’uso
di particolari segni abbreviativi della parola e della frase” (“Dizionario della lingua italiana”, Devoto/Oli); e, ancora:
“Tecnica di scrittura manuale sintetica e
semplificata rispetto a quella alfabetica,
che si attua mediante l’uso di segni convenzionali per l’abbreviazione di sillabe,
parole o frasi” (“Dizionario della lingua
italiana”, Sabatini Coletti).
z Criptografia o crittografia, dal greco
kryptòs (nascosto) e gràfein (scrivere).“Scrittura convenzionale segreta,
che può essere decifrata solo da chi sia a
conoscenza del codice” (Op. cit. Devoto/Oli). Spesso confusa con la stenografia, la crittografia ha lo scopo di occultare
i propri pensieri. Ma, “ se anche la stenografia è per i profani una specie di crittografia, prosegue mezzi e fini diametralmente diversi (…). Divenuta di moda (la
crittografia) specie nel Medioevo, spesso
i copisti di manoscritti si compiacevano
di nascondere i loro nomi cambiando
l’ordine delle lettere e delle sillabe(...) In
Italia, culla della diplomazia, fu spesso
adoperata dalla Repubblica Veneta nella
corrispondenza diplomatica (Francesco
Giulietti, “Storia delle scritture veloci”).
lingua
E’
z Steganografia deriva dal greco steganòs (nascosto) e gràfein (scrivere). Si
tratta di una tecnica, applicata dalla notte
dei tempi, ma che i dizionari comuni non
si degnano di registrare. Il religioso tedesco Johannes Trithemius (il dotto abate
benedettino, 1462-1516, entrato nella
storia della stenografia per essere stato lo
scopritore delle Note Tironiane), nel
1499, scrisse il trattato “Steganographia”
in tre libri, con l’illustrazione delle tecniche basilari di codifica del testo e con
messaggi goliardici più o meno irriverenti nascosti nel testo. Gli steganogrammi del monaco costarono la messa all’indice dell’opera nel 1609. Ma la tecnica
proseguì, e prosegue ancora oggi, pur
con metodi diversi. Osama Bin Laden
avrebbe più volte nascosto i propri comunicati del terrore via Internet dentro
musica in formato MP3 o dentro immagini pornografiche: qui i messaggi vengono nascosti dopo avere alterato in
modo impercettibile il colore, che all’occhio risulta integro. Alcune tecniche in
rete, ancor più avanzate, utilizzano la
steganografia, incastonando disegni in
immagini bianche. Il disegno in realtà è
rappresentato da pixel che hanno un valore numerico minimamente diverso dal
bianco, che l’occhio umano non è in grado di percepire. Il fascino misterioso dell’occulto ha sempre affascinato tutti, in
ogni tempo. Noi stessi, da bambini, non
ci divertivamo a scrivere con il succo di
limone messaggi segreti, che venivano
poi rivelati soltanto scaldando il foglio?
Fuori la
Strane parentele: stenografia,
criptografia e steganografia
29
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RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
Pubblicità mirata
Quando condividere i propri dati personali e quando no
di INDRO NERI
i fa un gran parlare di violazioni di
privacy su Internet ed in effetti la
Rete delle reti può essere tuttora considerata alla stregua di un Far West dove la
legge non arriva. Questo si deve soprattutto al fatto che Internet è uno strumento sovrannazionale, ancora poco regolato, e sfugge alle maglie della giustizia locale. Fra il rischio di imbattersi in siti di
dubbio gusto quando non decisamente illegali (e per farlo talvolta basta semplicemente invertire per sbaglio una lettera
in un indirizzo elettronico), pericolo di
infezioni e posta spazzatura, collegarsi
ad Internet è diventato insomma davvero
un’avventura.
L’ultimo “assalto alla diligenza” in
ordine di tempo viene sferrato da programmi, che come veri e propri virus si
installano a nostra insaputa sul computer, e che vanno sotto il nome inglese di
spyware (“programma spia”), spybot
(“spia robot”), badware (“malware” nella versione italiana), o trojanware (dal
nome di un tipo di virus, quello cosiddetto dei cavalli di Troia, di cui abbiamo
parlato nel precedente articolo).
L
o spyware – che rappresenta una minaccia relativamente nuova non ancora filtrata dalla maggior parte dei programmi antivirus – è la versione “andata
a male” di un altra tipologia di programmi – più legittimi quando agiscono allo
scoperto – conosciuti come adware (termine che è la contrazione di “Advertising-supported software” ovvero “programma finanziato dalla pubblicità”) il
cui scopo, a differenza dei virus, non è
quello di danneggiare le informazioni
contenute nel computer infettato, quanto
quello di presentare “consigli per gli acquisti” a chi utilizza determinati programmi (generalmente gratuiti) o visita
particolari pagine elettroniche. Un po’
come le televisioni private: niente canone, ma spot promozionali.
Lo spyware si autoinstalla scaricando
per esempio suonerie per cellulari, aggiornamenti non ufficiali per il programma di navigazione Internet Explorer, o
programmi di libero dominio (shareware) di dubbia provenienza. È purtroppo
però sempre più frequente rimanere infettati da un programma spia semplicemente visitando una pagina elettronica
(soprattutto se il proprio computer non è
adeguatamente protetto da possibili attacchi esterni).
Gli spyware sono ad oggi circa cinquecento ed hanno nomi come 3rdEye
(“Terzo occhio”), Activity Logger (“Registratore di attività’”), o AdBreak (“Interruzione pubblicitaria”). Il loro compito è quello di raccogliere il maggior numero di informazioni possibili su chi usa
il computer infettato, per poi inviarle a
terzi tramite il collegamento ad Internet.
Queste informazioni (nome, cognome,
indirizzo di posta elettronica, programmi
utilizzati sul proprio computer, pagine
elettroniche visitate, ed altri dati statistici) forniscono a chi le riceve un preciso
“profilo commerciale” che viene poi utilizzato per proporre pubblicità mirata.
V
olendo tracciare una concisa storia
dei programmi spia, dovremmo
partire dal cookie, termine che tradotto
letteralmente significa “biscotto” ma che
nel gergo informatico indica quel documento elettronico contenente informazioni personali, “parcheggiato” sul proprio computer, che permette di essere riconosciuti tutte le volte che torniamo a
visitare uno stesso sito Internet.
Nato come innovazione tecnologica
per la versione 1.0 del programma di navigazione Netscape, il cookie è semplicemente un file che registra i propri dati
e le pagine visitate per poter personalizzare la visita la volta successiva. Quante
volte è capitato di tornare su un sito Internet e trovare una scritta di benvenuto
seguita dal proprio nome di battesimo?
Tutto merito di un cookie che ha permesso al computer di “riconoscervi”.
Un’analogia appropriata è quella del-
la tintoria. Portando un capo da stirare, il
negoziante ci dà un biglietto. Tornando
con il biglietto si può riprendere il proprio capo stirato. Senza biglietto il tintore non può sapere quale sia il vostro capo
di biancheria, né tanto meno se siete entrati per ritirare una camicia o per lasciarne una da stirare. Similmente il
cookie si comporta come un biglietto,
fungendo da tramite di informazioni tra
voi ed il sito Internet.
D
Q
uesta in sintesi la storia evolutiva
dei programmi che registrano i
propri dati personali.
Ma come fare a riconoscere se il proprio computer è stato infettato da uno
spyware? Purtroppo non è così facile,
poiché moltissimi di questi programmi
funzionano “dietro le quinte” senza che
il computer mostri segni apparenti di
contagio. Ci sono alcuni “sintomi” però
che non sfuggono neanche all’occhio del
meno esperto ed ai quali bisogna prestare attenzione.
Gli spyware per esempio sono costantemente in funzione per catalogare
dati ed inviare rapporti tramite Internet
sulle vostre preferenze di utilizzo del
computer. Tutta questa attività “sotterranea” rallenta sensibilmente le prestazioni
dell’elaboratore, facendo sì che talvolta
vengano visualizzati messaggi di “errore
generico”. Per chi si connette ad Internet
tramite linea telefonica, e paga un tanto
al minuto, una infezione da spyware può
far gonfiare i prezzi del collegamento.
Dal momento che la maggior parte
dell’attività di “spionaggio” si basa sul
memorizzare le pagine elettroniche visitate, gli spyware possono anche interferire con il programma che utilizzate per
navigare su Internet modificando la pagina iniziale (home page) ovvero quella
che viene mostrata quando il programma
viene fatto girare per la prima volta, aggiungendo indirizzi alla lista dei siti preferiti, installando nuove barre di strumenti (specialmente vero per chi utilizza
il programma Internet Explorer), oppure
ancora causando errori inaspettati nel
corso della navigazione.
Una delle caratteristiche più fastidiose
Il popolare
manifesto
dell’artista
americano
Glenn Grohe,
commissionato
dal Governo
statunitense nel
1942 come
propaganda
antinazista
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
al cookie ai primi programmi spia
il passo è breve. La prima generazione di programmi spia sono stati quelli
“di sorveglianza” ad uso e consumo di
genitori e datori di lavoro. Installati – ad
insaputa di chi usa il computer – permettono di monitorare l’uso che viene fatto
dell’elaboratore: registrano documenti
letti, scritti, pagine elettroniche visitate,
messaggi di posta elettronica inviati, arrivando anche a memorizzare ogni singola
lettera che venga digitata sulla tastiera,
alla stregua di una videocamera del supermercato che registri senza interruzione quello che succede dentro il negozio.
La seconda generazione di programmi
spia copre invece un’altra esigenza di
mercato, proponendosi come applicazione pratica per pubblicità mirata. Internet
ha infatti un enorme (potenziale) vantaggio sulla televisione, ed è quello di permettere la personalizzazione di messaggi
promozionali a seconda di chi è collegato.
Dalla modificazione genetica di cookie e
programmi di sorveglianza, nascono dunque gli adware. Quando però agli adware
viene abbinato un comportamento virale,
ecco che abbiamo gli spyware.
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di una infezione da programmi spia, è
però quella delle pubblicità cosiddette
“pop up”, ovvero quelle pubblicità intrusive che compaiono improvvisamente sullo schermo del proprio computer mentre
visitiamo una pagina elettronica. La maggior parte dei siti Internet ha bandito
come indesiderato questo tipo di pubblicità, che invece resta tuttora uno dei meccanismi preferiti dai programmi spyware.
I
l meccanismo è presto svelato con
questo esempio: un commerciante di
automobili ha ordinato pubblicità ad una
agenzia senza scrupoli che utilizza programmi spia; lo stesso programma spia
che avete inconsapevolmente installato
sul vostro computer scaricando un brano
musicale da un sito Internet. Al momento in cui visitate una pagina elettronica
che tratta di motori, lo spyware riconosce la “parola chiave” (automobile), ed
invia il segnale al computer dell’agenzia
che provvede a fare apparire sul vostro
schermo la pubblicità del proprio cliente
(il commerciante di automobili), sovrapponendosi tra l’altro al legittimo circuito
pubblicitario del sito Internet che state
visitando e che magari ha bandito le pubblicità pop up dalle proprie offerte.
La personalizzazione del messaggio
pubblicitario ad un pubblico mirato (promozione di automobili diretta a chi si interessa di motori) è una opzione alquanto
allettante per il cliente, e i programmi spia
possono ulteriormente filtrare la pubblicità a seconda del “profilo commerciale”
che di voi hanno creato, per cui mostreranno la pubblicità di una macchina sportiva al ragazzo ed quella per una berlina
sette posti al padre di famiglia.
Parallelamente allo sviluppo incontrollato dei programmi spia, sono però
stati creati altrettanti programmi che
bloccano ed eliminano gli spyware. È la
ciclica lotta tra il Bene ed il Male, tra lo
sceriffo e i banditi.
I programmi anti-spyware, effettuano
una scansione completa del proprio computer, trovando ed eliminando gli eventuali spyware installati. Il migliore di
questi programmi si chiama Ad-Aware
(curioso gioco di parole tra l’altro: aggiungendo una “a” ad adware, il significato cambia da “programma finanziato
dalla pubblicità” a “programma che garantisce solo pubblicità legittima”) ed è
distribuito gratuitamente da Lavasoft,
una piccola casa di software tedesca
(www.lavasoft.de).
Oltre all’utilizzo di Ad-Aware, un altro metodo per accorgersi della presenza
di spyware è quello di impiegare un programma firewall, una specie di “fortino”
che, una volta attivato, non solo protegge
da attacchi esterni, ma riconosce e segnala tutti i tentativi di accesso ad Internet da parte di programmi illegittimi installati sul nostro computer.
S
ebbene condividere i propri dati
personali su Internet sia, come abbiamo visto, rischioso e necessiti di un
po’ di buonsenso, esistono tuttavia casi
in cui vi sono dei benefici notevoli. È il
caso dei siti Internet che utilizzano un
meccanismo di riconoscimento chiamato
.NET Passport, messo a punto dalla Microsoft. Inserendo una volta, ed una volta soltanto, i propri dati (nome, cognome, sesso, indirizzo di posta elettronica,
data di nascita, lingua, nazione e codice
postale, zona di fuso orario, occupazione), questi vengono registrati ed utilizzati come un vero e proprio passaporto, per
un più rapido accesso a servizi personalizzati offerti dai siti Internet che fanno
parte del circuito.
Ed ovviamente per pubblicità mirata,
ma stavolta legittima.
INDOVINELLI
1 – Commerciante, ma ebreo
Pur se conosce bene il suo cliente
ed è convinto che potrà pagare,
prima della fattura, cautamente,
le sue buone misure vuol pigliare.
(Buvalello)
4 – Ipocrisia bella e buona!
Quando s’imbatte nel Curato, miralo
come l’ascolta chino. Tocca il cuore!
Ma poi, subito dopo, non si perita
di fare – pensa un po’ – il ricettatore!
(Fra Nino)
5 – Nonno incitrullito
Noto cultore della buona tavola
ma… svaporato a segno che attualmente
(per quanto non gli manchi certo il liquido)
invoca una ciambella avidamente!
(Fra Nino)
6 – Resoconto teatrale
Da tutti accolta con freddezza, agli occhi
miei vi dirò, per essere sincero,
ch’è apparso come un vero
spettacolo coi fiocchi!
(Il duca Borso)
I PREMI
A quanti risolveranno tutti e sei gli indovinelli sarà inviato uno storico libro di
stenografia. Le soluzioni di questa puntata di giochi dovranno pervenire alla
Redazione entro il prossimo 30 novembre.
Crittografie dantesche
(Soluzioni)
a cura di
GIUSEPPE
CAPEZZUOLI
quando Tirone incontra Edipo
3 – Mafia Story
L’ha preso per il petto
e l’hanno messo sotto – è ancor di moda:
perciò è rimasto gonfio, uno straccetto…
Questo mammasantissima l’assoda!
(Adelphos)
giochi
1 – E quale è quei che volentieri acquista
(Inferno I – 55)
2 – Mai non sentito di cotanto acume
(Paradiso I – 84)
3 – Che spesse volte la memoria priva
(Purgatorio XXXIII – 125)
4 - … per lo cui ardito gusto / l’umana
specie tanto amaro gusta
(Paradiso XXXII – 122/123)
5 – Sì che il piè fermo sempre era il più
basso (Inferno I – 30)
6 – Folgore par se la via attraversa
(Inferno XXV – 81)
7 – O gente umana per volar su nata
(Purgatorio XII – 95)
8 – E mangia e bee e dorme e veste panni (Inferno XXIII – 141)
(Tiburto)
L’angolo dei
CRITTOGRAFIE DANTESCHE
(Soluzioni capovolte in fondo alla pagina)
2 – Il nipotino fa l’armigero
Colle sue mani quel politicone
in grande agitazione ci fa stare
e quando si promuove Generale
ci proibisce perfin di lavorare.
1 – Accaparratore
2 – Ago
3 – Amnesia
4 – Aperitivo
5 – Arrotino
6 – Automobilista
7 – Aviatori
8 – Benestante
D
opo la pausa estiva dei nostri giochi, coincisa però con l’invito ai
nostri Lettori di ricavare un anagramma
dal titolo della nostra testata, RIVISTA
DEGLI STENOGRAFI (vi rammentiamo che i vostri anagrammi devono pervenire alla Redazione entro la fine del
prossimo mese di novembre), riprendiamo i nostri consueti indovinelli a premio. Intanto, per ricominciare, vi proponiamo una nuova puntata di originali
crittografie mnemoniche, che Mario Musetti ha pazientemente ricavato dalla
“Divina Commedia” e pubblicate su
“Domenica Quiz”, di cui forniamo anche
le soluzioni. Dopo queste crittografie,
che rivelano curiosamente un Dante…
enigmista, pubblichiamo la solita mezza
dozzina di indovinelli, che metteranno
alla prova il vostro intuito (e che vi faranno vincere uno storico volume, se li
risolverete tutti e sei).
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