LEZIONE
“I TRATTI ESSENZIALI DELL’APPRENDIMENTO”
PROF. NICOLA PAPARELLA
I tratti essenziali dell’apprendimento
Indice
1 I tratti essenziali dell’apprendimento ---------------------------------------------------------------- 3 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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I tratti essenziali dell’apprendimento
1 I tratti essenziali dell’apprendimento
Gli obiettivi di quest’argomento sono almeno tre:
1. orientarsi all’interno delle diverse teorie dell’apprendimento esistenti;
2. distinguere l’apprendimento da altri processi con i quali spesso viene
confuso;
3. stabilire le giuste correlazioni tra apprendimento e sviluppo.
Si potrebbe cominciare col dire che la situazione attuale, relativa alle teorie
dell’apprendimento, è definibile come “a macchia di leopardo”: non si è in presenza di un solo
approccio teorico, ma di tante teorie che, pur nella loro varietà, comunque non riescono a coprire ed
a saturare l’intero territorio di indagine 1 . In altre parole, esse non sono ancora in grado di produrre
una idea generale di cosa sia l’apprendimento, ma appaiono più efficaci nel fornire notizie su
particolari aspetti, processi e caratteristiche del fenomeno, più che sulla sua complessità e totalità.
Non solo: ciascun approccio teorico esplora qualcosa che, una volta definito nei suoi esatti
parametri, cessa di corrispondere a quanto, con la stessa parola, viene indicato in un’altra teoria. La
mancata corrispondenza dell’oggetto di studio, l’apprendimento appunto, fra le varie teorie
comporta una condizione di evidente precarietà ermeneutica2 . Accade così di confondere tra loro
concetti per altro molto diversi come apprendimento e memoria, apprendimento ed intuizione,
apprendimento ed immaginazione anticipatrice. Ricercare una teoria generale dell’apprendimento,
in tal senso, significa trovare una formulazione che consenta di individuare tutti gli apprendimenti
possibili e distinguerli da altri comportamenti o fenomeni.
Nel corso della storia della pedagogia e della psicologia, gli studiosi si sono ampiamente
serviti di tutte le teorie esistenti sull’apprendimento, ma l’esigenza attuale, avvertita da almeno
cinquanta anni, è ormai quella di poter disporre di una teoria generale. Lo stato della ricerca, ancora
oggi come trent’anni fa 3 , segnala che si è ben lontani da poter raggiungere questo obiettivo.
1
Per una rassegna sulle diverse teorie sull’apprendimento, cfr. E.R. HILGARD, G.H. BOWER, Le teorie
dell’apprendimento, tr. it., F. Angeli, Milano 1970.
2
Cfr. N. PAPARELLA, Pedagogia dell’apprendimento, La Scuola, Brescia 1988, p. 16 e seg.
3
Cfr. L. MESCHIERI, L. DE JORIO, Psicologia ed educazione, Eit, Teramo 1971.
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I tratti essenziali dell’apprendimento
Quando si parla di una teoria generale, ci si riferisce ad un paradigma comune che consenta
di capire, di riconoscere e di interpretare tutti i processi che concorrono a generare apprendimento
da quelli che non hanno questa capacità. Il termine paradigma viene qui utilizzato nel senso che gli
ha conferito T.S. Kuhn, ossia come l’insieme delle proposizioni che forniscono il supporto stabile,
fondativo, vincolante, orientativo della ricerca 4 .
Poter disporre di una prospettiva teorica unitaria sull’apprendimento, sarebbe estremamente
vantaggioso quando si opera nei contesti didattici, posto che la didattica sia da intendersi non
soltanto in quanto l’“arte di insegnare” 5 , ma soprattutto come l’interfaccia tra insegnamento ed
apprendimento. Disporre di una teoria generale dell’apprendimento, consentirebbe quantomeno di
avere una idea più precisa e circoscritta dei due concetti in gioco.
Per tentare di soddisfare l’esigenza di poter avere una teoria generale, vanno tentate nuove
vie. Un approccio praticabile sembra essere quello non già di ostinarsi a vedere una teoria unitaria
dell’apprendimento che, al momento, non esiste, ma di partire individuando quei tratti essenziali
che devono sempre essere presenti in tutti i concetti e le situazioni che aspirano a riferirsi
all’apprendimento. Se anche uno di questi tratti non è insito nel concetto o fenomeno in esame, non
è possibile parlare di effettivo apprendimento.
I cinque tratti essenziali sono i seguenti:
1. Acquisizione delle informazioni. Ogni apprendimento, infatti, comporta e
produce l’acquisizione di una certa mole di informazioni. Il bambino che
impara ad andare in bici, per esempio, assimila una quantità di dati (che cosa
sia una sella, come destreggiarsi tra gli ostacoli, in che modo regolare la sua
andatura, ecc.), di differente tipologia, ma tutti utili nell’economia
complessiva del riuscire ad interagire in una nuova situazione attraverso
l’accomodazione
delle
strutture
preesistenti
ai
nuovi
schemi.
L’apprendimento, in ogni suo momento, attiva infatti i processi
dell’assimilazione delle nuove conoscenze e dell’accomodamento di queste
ultime nel più vasto contesto esperienziale del soggetto6 . Non c’è
4
Cfr. T.S. KUHN, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, tr. it., Einaudi, Torino 1969.
Cfr. COMENIO, La Grande Didattica, La Nuova Italia, Firenze 1993 (ed.orig 1657).
6
Per un approfondimento sui concetti di assimilazione ed accomodamento, cfr. J. PIAGET, Lo sviluppo mentale del
bambino, tr. it., Einaudi, Torino,1967 e N. PAPARELLA, Sviluppo del bambino e crescita della persona, La Scuola,
Brescia 1985, pp. 73 e seg.
5
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apprendimento che non comporti un guadagno informativo,m ma
l’acquisizione delle informazioni è uno dei passi dell’apprendimento, ma non
l’intera sua caratterizzazione. L’apprendimento, in altra parole, va al di là del
solo acquisto dell’informazione e si sostanzia anche del rapporto che si
stabilisce tra la persona e la cosa che veicola l’informazione medesima.
2. Fruizione personale del dato conoscitivo. Conoscere o memorizzare una certa
quantità di informazioni, ma non riuscirle ad adoperare al momento giusto a
proprio vantaggio, non è apprendere per davvero. L’apprendimento implica la
capacità di utilizzare efficacemente quello che si conosce attraverso percorsi
di fruizione personale, critica, autonoma. Non basta sapere qualcosa, ma
occorre padroneggiare la conoscenza riconoscendola come componente
essenziale, e personalmente scelta, del proprio itinerario di apprendimento.
3. Incentivo allo sviluppo funzionale delle capacità soggettive. Tale genere di
capacità certamente evolve nel tempo, non soltanto perché si cresce o a causa
del passare degli anni. Un peso molto maggiore lo possiedono le esperienze
di apprendimento compiute nel corso dello sviluppo. La facoltà di agire e di
interagire nel mondo circostante nasce a seguito della crescita individuale, ma
anche a motivo dell’incremento delle occasioni di interazione tra soggetto ed
ambiente. Esse devono risultare sempre ricche di stimolazioni e di nuove
acquisizioni per poter apportare un vantaggio personale.
Attraverso
l’apprendimento, la persona sceglie di costruire delle esperienze, che giudica
convenienti, per sé e per chi gli è accanto, in vista di un progressivo
incremento delle proprie potenzialità soggettive.
4. Continua riorganizzazione del rapporto Io-Mondo. I nuovi contesti di azione
consentono di apprendere grazie ad una progressiva acquisizione di
conoscenze (spaziali, culturali, sociali ecc.). Questo processo produce una
riorganizzazione periodica del rapporto tra soggetto e mondo circostante, alle
cui stimolazioni la persona risponde avvantaggiandosi dell’integrazione tra i
nuovi apprendimenti conseguiti rispetto ai precedenti. La capacità di coltivare
un particolare rapporto con il mondo, riorganizzando tutta la propria
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I tratti essenziali dell’apprendimento
esperienza precedente, permette alla persona di rimanere aperta al dialogo
proprio in quanto si fa capace di intimità, di interiorità e di confidenza con se
medesima. La relazione Io-Mondo si caratterizza per avere un carattere
dinamico e processuale, dove il soggetto si costituisce e si realizza in termini
essenzialmente attivi e con una costante apertura al divenire.
5. Accrescimento della esperienza personale. Non c’è apprendimento se
l’esperienza individuale rimane statica, se il bagaglio conoscitivo non si
accresce. Ad ogni nuova situazione di apprendimento, il proprio vissuto
esperienziale muta e si arricchisce di nuove caratteristiche, di altre
suggestioni, di stimoli diversi. L’accrescimento dell’esperienza personale,
prodotta dall’apprendimento, non si realizza in termini giustappositivi, ma
secondo linee di crescente e progressiva integrazione, coinvolgendo la
persona nella sua totalità e nella sua originale irripetibilità. Si tratta di
qualcosa che va molto ad di là di una semplice modificazione
comportamentale. Per questo si utilizza l’espressione “accrescimento della
esperienza personale”, alludendo a tutto quel che consegue ad una presa di
posizione nella quale si disvela l’intenzionalità della persona e la sua capacità
di proporsi come centro di decisioni e di scelte.
Questi cinque elementi strutturali dell’apprendimento ricorrono in misura diversa a
seconda del contesto, della specifica circostanza, della differente storia personale di ognuno.
Qualche volta predomina il momento acquisitivo, ossia l’assunzione di determinate
informazioni, altre volte è più evidente la fruizione personale del dato conoscitivo; in altre
occasioni è maggiormente significativa la sollecitazione allo sviluppo delle capacità
soggettive; altrove, appare più spiccata la riorganizzazione del rapporto Io-mondo
Quello che conta è che tali tratti ricorrano tutti insieme perché si possa parlare di
effettivo apprendimento. Ciò che distingue questo processo da altri, infatti, è proprio la
complessità degli elementi strutturali che lo caratterizzano. A questi tratti è affidato il
compito di rappresentare il percorso di ricerca lungo il quale individuare e definire una
pedagogia dell’apprendimento che riconosca a quest’ultimo processo l’essere importante
fattore di sviluppo e di crescita dell’esperienza personale.
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