Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 4 Questo libro è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono il frutto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in maniera fittizia. Qualunque somiglianza con fatti, luoghi o persone reali, viventi o defunte, è del tutto casuale Titolo originale: The Forbidden Game Volume II: The Chase Copyright © 1994 by Lisa J. Smith Traduzione dall’inglese di Milvia Faccia Prima edizione: ottobre 2010 © 2010 Newton Compton editori s.r.l. Roma, Casella postale 6214 ISBN 978-88-541-2220-8 www.newtoncompton.com Realizzazione a cura di Corpotre, Roma Stampato nell’ottobre 2010 da Puntoweb s.r.l., Ariccia (Roma) Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 5 Lisa Jane Smith IL GIOCO PROIBITO L’INSEGUIMENTO romanzo Newton Compton editori Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 6 A Joanne Finucan, vera eroina e mia ispiratrice da sempre «Se la povertà è la madre dei delitti, lo scarso ingegno ne è il padre». JEAN DE LA BRUYÈRE (1688) «Prendilo e basta, Dan, quel bastardo di cieco non sta nemmeno guardando da questa parte». BRIAN McCANN (1987) Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 7 Capitolo 1 N on era tanto la caccia. Era uccidere. Ecco perché Gordie Wilson si trovava sulle colline di Santa Ana in quell’assolato mattino di maggio, dopo aver marinato la scuola, senza sapere se l’avrebbe fatta franca falsificando un’altra volta la firma di sua madre sul libretto delle giustificazioni. Non era lì per i prati coperti di fiori di campo, i lupini azzurro cielo o l’odorosa salvia purpurea. Era per il tonfo sordo del piombo nella carne. La preda. Gordie preferiva la selvaggina grossa, ma i conigli erano sempre disponibili, se sapevi eludere le guardie forestali. Finora non l’avevano mai colto sul fatto. Gli era sempre piaciuto uccidere. A sette anni ammazzava pettirossi e storni con il suo fucile ad aria compressa. A nove, scoiattoli con una doppietta. A dodici, suo padre lo aveva portato con sé in una vera battuta di caccia al cervo con un vecchio Winchester calibro .243. Quella era stata un’occasione speciale. Ma del resto, erano tutte speciali. Come diceva suo padre: «Le buone cacce non finiscono mai». Ogni notte, a letto, Gor- Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 8 8 • LISA JANE SMITH die ripensava alle migliori, rammentando l’appostamento, lo sparo, l’eccitante momento della morte. Cacciava perfino in sogno. Per un attimo, mentre avanzava lungo il greto asciutto del torrente, un ricordo affiorò nella sua mente come una piccola lingua di fuoco. Un incubo. Solo una volta aveva sognato di trovarsi dalla parte sbagliata del mirino, di essere la preda inseguita dai cani. Un inseguimento terminato solo quando si era svegliato madido di sudore. Stupido sogno. Lui era un cacciatore, non un coniglio. Era in cima alla catena alimentare. L’anno prima aveva abbattuto un alce. Per selvaggina del genere valeva la pena osservare, studiare, fare piani. Ma non per i conigli. Gli piaceva inerpicarsi lassù, semplicemente, e stanarli. Era un buon posto, quello. Un pendio coperto di salvia che saliva verso un gruppo di querce e sicomori, con un folto sottobosco dove nascondersi. Doveva essercene uno, là in mezzo. Poi lo vide. Un piccolo coniglio coda di cotone, solitario, che si crogiolava al sole accanto a un ciuffo d’erba. L’animale si accorse della sua presenza, ma rimase immobile. Paralizzato. Perfetto, pensò Gordie. Sapeva come arrivare di soppiatto addosso a un coniglio, fino a poterlo praticamente afferrare con le mani. Il trucco consisteva nel fargli credere di non averlo notato. Bastava guardarlo con la coda dell’occhio, camminando a zigzag mentre ti avvicinavi sempre più... Finché teneva le orecchie abbassate, invece che dritte e all’erta, eri a posto. Gordie girò cautamente intorno a un cespuglio, os- Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 9 IL GIOCO PROIBITO. L’INSEGUIMENTO • 9 servandolo di nascosto. Ormai era così vicino che poteva distinguerne i baffi. Avvertì una calda sensazione di pura felicità. Sarebbe rimasto fermo, si sarebbe lasciato catturare. Dio, quella era la parte migliore, la più eccitante. Trattenendo il respiro, alzò il fucile e prese la mira, pronto a premere il grilletto. Vi fu un movimento improvviso, una visione confusa di grigio e marrone e il guizzo di una coda bianca. Stava scappando! Gordie sparò, ma il proiettile si conficcò a terra sollevando una nuvoletta di polvere dietro il coniglio, che raggiunse saltellando il greto del torrente e scomparve tra le tife. Maledizione! Avrebbe dovuto portare un cane. Come il beagle di suo padre, Aggie. I cani impazzivano per quelle cose. Gli piaceva osservarli mentre inseguivano la preda, rincorrendola in cerchi sempre più stretti. Era un peccato che una buona caccia finisse sempre troppo presto. A volte, se un coniglio si era dimostrato un osso duro, suo padre lo lasciava andare, ma questo era assurdo. Che gusto c’era a cacciare senza uccidere? C’erano momenti in cui Gordie si poneva delle domande su se stesso. Sentiva vagamente che la sua idea di caccia era diversa da quella di suo padre. Quando era solo, faceva cose che non raccontava mai a nessuno. A cinque anni, versava alcool denaturato sui dermatteri, poi rimaneva a guardarli contorcersi finché morivano. E ora, quando vedeva un opossum o un gatto sulla strada, sterzava per investirli. Uccidere era così piacevole. In qualunque modo. Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 10 10 • LISA JANE SMITH Questo era il piccolo segreto di Gordie Wilson. Il coniglio era sparito. Lo aveva spaventato. Oppure... Forse qualcos’altro lo aveva fatto fuggire. Una strana sensazione si stava impadronendo di lui. Si era sviluppata così lentamente che non sapeva nemmeno quando fosse cominciata e non somigliava a nulla che avesse mai provato prima, almeno da sveglio. Una... sensazione da coniglio. Quella che forse un coniglio prova quando s’immobilizza, con gli occhi del cacciatore su di sé. O uno scoiattolo, quando vede qualcosa di grosso che si avvicina strisciando lentamente. La... sensazione di essere osservato. Gli venne la pelle d’oca. Qualcuno lo stava guardando. Lo sentiva con quella parte del cervello che non è cambiata in cento milioni di anni. La parte del rettile. Si voltò guardingo, mentre un brivido gli correva lungo la spina dorsale. Poco più in basso crescevano tre vecchi sicomori abbastanza vicini da gettare un’ombra sul terreno. Ma l’oscurità sotto di essi era troppo fitta per essere soltanto un’ombra. Sembrava piuttosto una sorta di vapore nero. C’era qualcosa, sotto quegli alberi. Il coniglio se n’era accorto. E adesso, la cosa stava osservando lui. Il vapore nero parve agitarsi. Denti bianchi lampeggiarono nelle tenebre, scintillanti come sole sull’acqua. Gordie li fissò con gli occhi fuori delle orbite. Che diavolo... che cosa era? Il vapore si agitò di nuovo, e allora vide. Solo che... non poteva essere. Non poteva essere davvero quello che pensava di vedere, perché... non poteva Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 11 IL GIOCO PROIBITO. L’INSEGUIMENTO • 11 esistere. Perché non c’era nulla di simile al mondo, quindi semplicemente non poteva... Era diverso da qualunque cosa avesse mai immaginato. E quando si mosse, lo fece rapidamente. Mentre gli si avventava contro, Gordie sparò un colpo, poi si girò e cominciò a correre. Fuggì seguendo la stessa direzione presa dal coniglio, scivolando giù per il pendio, strappandosi i jeans e ferendosi le mani sui cactus. La cosa era pochi passi dietro di lui. Ne udiva il respiro. Inciampò in una pietra e cadde scompostamente a terra. Rotolò su un fianco e gli apparve in piena luce. Rimase a bocca aperta. Tentò di allontanarsi strisciando sulla schiena, ma il terrore gli paralizzava i muscoli. La creatura si avvicinò senza fretta. Gordie emise un debole gemito, quasi un singhiozzo. Il suo ultimo, disperato pensiero fu: Non me... non me... io non sono un coniglio... non meee... Il cuore gli si fermò prima ancora che le zanne affondassero nella sua carne. Jenny si stava pettinando energicamente i capelli, con tanta foga che l’elettricità statica causata dalle setole di plastica li sollevava verso l’alto, in quel luminoso pomeriggio di maggio. Osservò distrattamente l’immagine riflessa nello specchio: una ragazza dagli occhi verdi, scuri come aghi di pino, e sopracciglia nette come due pennellate ben decise. I capelli che si sollevavano verso la spazzola erano dello stesso colore del miele. «Non sono stati loro». Jenny smise bruscamente di pettinarsi. Una ragazza era comparsa alle sue spalle. Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 12 12 • LISA JANE SMITH Aveva capelli scuri e occhi neri arrossati dal pianto. Era agitata, come se si tenesse pronta a fuggire dal bagno in qualsiasi momento. «Prego?» «Ho detto che non sono stati loro. Lumacone e P.C. Non hanno ucciso la tua amica Summer». Oh. Jenny si ritrovò a stringere con forza la spazzola, incapace perfino di girare la testa. Poteva vedere solo gli occhi della ragazza nello specchio. Poi capì. «Non ho mai detto che sono stati loro», mormorò in tono cauto. «Ho solo dichiarato alla polizia che quella notte erano in giro. E che hanno rubato qualcosa dal mio soggiorno. Una casa di carta. Un gioco». «Ti odio». Turbata, Jenny si voltò. «Siete stati voi a ucciderla, tu e i tuoi amici perbenino. E prima o poi verranno a saperlo tutti. Pagherete per tutto quello che avete fatto, e non vi piacerà». La ragazza stava tormentando un kleenex tra le dita abbronzate, riducendolo in pezzi. I lunghi capelli erano completamente lisci, solo leggermente ondulati alle estremità, e gli occhi malinconici. Non frequentava la Vista Grande High School; non l’aveva mai vista prima. Jenny posò la spazzola e le si avvicinò, affrontandola direttamente. L’altra sembrò colta di sorpresa. «Perché piangevi?», le chiese gentilmente. «Che t’importa? Tu sei una snob. Indossi i tuoi eleganti vestitini a scuola e te la fai con i tuoi amici ricchi...». «Chi è ricco? Che c’entrano i miei vestiti?». Aggrottò la fronte, fissando i jeans della ragazza, firmati e leggermente consumati come imponeva la moda. Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 13 IL GIOCO PROIBITO. L’INSEGUIMENTO • 13 La ragazza ripeté imbronciata: «Sei una snob...». Jenny l’afferrò. «Non sono una snob», replicò con forza. «Sono un essere umano. Come te. Allora, qual è il tuo problema?». La ragazza non rispose subito. Si dibatté, e Jenny sentì muoversi le ossa minute delle spalle. Alla fine, quasi sputandole le parole in faccia, disse: «P.C. era mio amico. Non le ha mai fatto nulla. Siete stati tu e gli altri, le avete fatto qualcosa di talmente orribile che avete dovuto nascondere il corpo e raccontare tutte quelle bugie. Ma aspetta e vedrai. Posso dimostrare che P.C. non le ha fatto del male. Posso provarlo». Nonostante la giornata calda, Jenny sentì un brivido. Avvertì un formicolio alle dita. «Che vuoi dire?». La ragazza si ritrasse spaventata. L’espressione sul volto di Jenny doveva essere terribile. «Niente». «No, parla. Come puoi dimostrarlo? Hai...». «Lasciami andare!». Mi sto comportando in modo orribile, pensò Jenny. Non lo faccio mai. Ma non riusciva a controllarsi. Brividi freddi le percorrevano il corpo, e avrebbe voluto scuotere la sconosciuta per cavarle le parole di bocca. «Lo hai visto, sai qualcosa?», le chiese. «È tornato a casa da solo, il mattino dopo? Hai visto che cosa ha fatto con la bambola di ca...». Avvertì un dolore acuto allo stinco. La ragazza le aveva sferrato un calcio, liberandosi. Le corse dietro zoppicando, mentre l’altra si precipitava verso l’uscita del bagno. «Aspetta! Non capisci...». La ragazza spalancò la porta e sfrecciò fuori. Quan- Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 14 14 • LISA JANE SMITH do Jenny si affacciò sul corridoio, era sparita. Rimanevano solo alcuni brandelli di kleenex sul pavimento. Jenny si trascinò fino allo spogliatoio più vicino e guardò dentro. C’erano solo studenti e armadietti. Allora arrancò fino alla ringhiera del corridoio che portava al cortile principale. Nulla. Soltanto ragazzi con i loro pranzi al sacco. Giovane. La ragazza era giovane, forse frequentava l’ultimo anno alla Magnolia Junior High, a poca distanza da lì. Dovunque fosse, doveva trovarla. Chiunque fosse, aveva visto qualcosa. Poteva sapere... Ho lasciato la borsetta nel bagno, pensò. Andò a prenderla e tornò lentamente sui suoi passi. Il telefono a gettoni nel corridoio stava squillando. Si guardò intorno: due insegnanti stavano chiudendo a chiave un’aula, mentre gli studenti si riversavano giù per le scale alle due estremità dell’edificio. Nessuno sembrava attendere una chiamata, nessuno faceva caso agli squilli. Sollevò il ricevitore. «Pronto», disse, sentendosi una sciocca. Udì un sibilo elettronico, rumori disturbati, poi uno scatto. Tra le scariche elettrostatiche le parve di sentire una voce maschile appena percettibile. Era distorta, strascicata, e c’era qualcosa di strano nel modo in cui pronunciava le sillabe. Ebbe l’impressione che ripetesse continuamente la stessa parola. Iniziava sicuramente con una a. Poi, una specie di sospiro prolungato: ish. A... ish... Incomprensibile. «Pronto?» Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 15 IL GIOCO PROIBITO. L’INSEGUIMENTO • 15 Shhshhshhshhshhshhshh. Clic. In sottofondo sentì qualcosa che poteva essere una breve frase pronunciata con un curioso accento in una lingua sconosciuta. Ma aveva un tono strano. Doveva essere una lingua molto particolare. Linea disturbata, pensò. Riappese. I mignoli avevano ripreso a formicolare. Ma ora non aveva tempo di scoprirne la causa. Doveva rintracciare quella ragazza. Sarà meglio che parli con gli altri, si disse. Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 16 Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 17 Capitolo 2 P er prima cosa andò a dare un’occhiata nell’aula di diritto commerciale di Tom, ma lui non c’era. Allora scese al pianterreno e cominciò ad aggirarsi per il campus dove gli studenti si disputavano le panchine migliori, tra il fruscio dei sacchetti di carta e l’odore del cibo. Nelle ultime due settimane, i membri del gruppo non avevano mangiato insieme per non suscitare chiacchiere. Ma quel giorno non avevano scelta. La prossima è Audrey, pensò Jenny. Oltrepassò l’anfiteatro con i suoi malridotti sedili di legno e guardò in una delle stanze del dipartimento di economia domestica, dove la trovò intenta a dare l’esame di arredamento di interni. Naturalmente, lo superò senza il minimo problema. Jenny rimase sulla soglia finché l’amica, che stava attardandosi con l’insegnante, alzò gli occhi e la vide. Audrey chiuse la cartella, la mise nello zaino e le si avvicinò. «Che c’è?» «Dobbiamo riunire tutti. Hai pranzato?» «Sì». Audrey non le chiese il motivo della riunione: si limitò a scostare dalla fronte i capelli color rame con un Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 18 18 • LISA JANE SMITH gesto esperto del capo e richiuse le labbra rosse come ciliegie. Attraversarono il campus, dirigendosi verso la palestra femminile. Il sole splendeva sulla testa di Jenny, facendole colare il sudore sulla nuca. Troppo caldo per essere maggio, perfino in California. Ma allora, perché sentiva tanto freddo dentro? Si affacciarono alla porta dello spogliatoio. Dee non si era ancora vestita. Reggeva un asciugamano e ridacchiava con un paio di ragazze della squadra di nuoto. A quanto pareva, non si rendeva neppure conto di essere nuda, splendida, flessuosa e agile come una pantera nera. Quando notò Jenny e Audrey che le lanciavano sguardi significativi, inarcò un sopracciglio e annuì. Un minuto più tardi, le raggiunse infilandosi una T-shirt granata. Trovarono Zach nel dipartimento di arte, solo davanti al laboratorio fotografico. Non era una novità: era quasi sempre solo. Ciò che sorprese Jenny fu che non fosse dentro il laboratorio, immerso nel lavoro. Il suo viso magro ed espressivo era sempre pallido, ma in quei giorni sembrava addirittura di gesso, e nelle ultime settimane aveva preso l’abitudine di indossare completi e magliette di cotone nero. È cambiato, pensò Jenny. Be’, non c’era da meravigliarsi. Con quello che era successo, chiunque sarebbe cambiato. Quando la vide accennare in direzione del parcheggio dei docenti, il loro solito posto, fece un breve gesto d’assenso. Si sarebbero incontrati lì. Trovarono Michael vicino al dipartimento di inglese, intento a raccogliere alcuni fogli e libri sparsi sul pavimento. Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 19 IL GIOCO PROIBITO. L’INSEGUIMENTO • 19 «Deficienti, porci, bestioni, uomini di Neanderthal», borbottava. «Chi è stato?», gli chiese Jenny, mentre Audrey esaminava le contusioni. «Carl Vortman e Steve Matsushima». Aveva il viso tondo arrossato e i capelli neri più spettinati del solito. «Mi potrebbe consolare un bacio qui». Strizzò l’occhio ad Audrey, indicando l’angolo della bocca. Dee sferrò una doppietta pugno-calcio in aria, come se danzasse. «Mi occuperò io di loro», esclamò con il suo sorriso più feroce. «Andiamo, dobbiamo parlare», disse Jenny. «Qualcuno ha visto Tom?» «Credo che non sia venuto, stamattina», rispose Audrey. «Non c’era né a storia né a inglese». Fantastico, pensò Jenny, mentre Michael prendeva il suo pranzo. Zachary sembrava un cadavere vestito di nero, Michael si faceva pestare e Tom, il superstudente, spariva per intere mattinate, proprio quando aveva più bisogno di lui. Si sedettero vicino al parcheggio su quella che alla Vista Grande High era nota come la collina erbosa. Zach posò il sacchetto di carta, poi si lasciò cadere a terra incrociando le lunghe gambe magre in un unico, agile movimento. «Che succede?», domandò Dee. Jenny inspirò a fondo. «C’è una ragazza», spiegò, facendo del proprio meglio per descrivere la Fanciulla Che Piangeva. «Dev’essere una dell’ultimo anno della Magnolia Junior High», aggiunse. «Qualcuno di voi la conosce?». Tutti scossero la testa. Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 20 20 • LISA JANE SMITH «Perché ha detto che noi abbiamo ucciso Summer e nascosto il suo corpo, ed è sicura dell’innocenza di P.C. Sembrava realmente convinta, e non solo perché si fida di lui o cose del genere». Dee socchiuse gli occhi scuri. «Tu pensi...». «Penso che forse l’ha visto quel mattino. E questo significa...». «Magari sa dov’è la casa di carta», intervenne Michael con espressione più impaurita che eccitata. «Se è così, dobbiamo trovarla». Lui gemette. Jenny non poteva biasimarlo. La situazione era orribile sotto ogni aspetto. Il modo in cui la gente li guardava, le domande inespresse... e il pericolo. Il pericolo che nessuno conosceva, tranne loro. In gran parte era colpa sua. Aveva avuto lei la brillante idea. Raccontiamo la verità alla polizia... C’erano due agenti, due donne. Una era hawaiana o polinesiana e sembrava una modella. L’altra era un tipo tarchiato dall’aria materna. Entrambe avevano esaminato i frammenti intorno alla porta scorrevole a vetri. «Ma questo non ha nulla a che fare con Summer», aveva detto Jenny, e poi lei, Tom, Michael e Audrey avevano spiegato tutto daccapo. No, non era stato un UFO. Be’, qualcosa di simile; Julien era alieno, d’accordo, ma non era stato lui a rompere la porta. Era uscito da un gioco, o almeno li aveva risucchiati dentro un gioco. O almeno... Benissimo, di nuovo dal principio. Jenny aveva comprato il gioco in un negozio in Montevideo Avenue. Ok? Poi l’aveva portato a casa, dove Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 21 IL GIOCO PROIBITO. L’INSEGUIMENTO • 21 lo avevano aperto. Sì, c’erano tutti e sei, più Summer. Stavano festeggiando il diciassettesimo compleanno di Tom. Dentro avevano trovato quella casa di cartone. Quel modellino. Avevano messo insieme i pezzi, ottenendo un edificio vittoriano di due piani con una torretta. Azzurro. Poi ci avevano messo dentro le bambole di carta, dopo averle colorate per renderle somiglianti a loro. Sì, certo, erano un po’ grandicelli per certe cose, ma quella non era solo una casa per le bambole. Era un gioco. E consisteva nel disegnare su un cartoncino il proprio incubo peggiore e metterlo in una stanza, dopo di che, cominciando dal basso, bisognava arrivare in cima superando gli incubi degli altri. Sembrava divertente, solo che era divenuto reale. Sì, reale. Reale. È tanto difficile capire cosa significa la parola reale? Reale! Avevano avuto tutti una sorta di svenimento, e al risveglio si erano trovati in quella casa. Non era più di cartone, ma solida, come una casa vera. Poi era comparso Julian. Chi era Julian? Che cosa era, ecco la domanda giusta. Si poteva pensare a lui come a una specie di principe dei demoni, senza allontanarsi troppo dalla verità. Lui si definiva l’Uomo Ombra. L’Uomo Ombra. Come l’Uomo Nero, solo che lui rendeva veri gli incubi. Il punto era che Julian aveva ucciso Summer. Le aveva mostrato il suo incubo peggiore, che era una camera sporca e in disordine. Mucchi di rifiuti e scarafaggi enormi. Sì, sembrava buffo, ma non lo era... Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 22 22 • LISA JANE SMITH No, nessuno di loro aveva letto Kafka. Non era buffo perché aveva ucciso Summer. Era stata sepolta in una discarica infernale, sotto cumuli di immondizia e roba in decomposizione. L’avevano udita urlare e urlare, finché le urla erano cessate. Il corpo? Per amor di Dio, dove altro poteva essere? Era là, tra la spazzatura, nella casa di carta. Nel Mondo delle Ombre. No! La porta scorrevole non c’entrava nulla. Il vetro si era rotto dopo che erano fuggiti dal Mondo delle Ombre. Jenny aveva ingannato Julian, chiudendolo dietro una porta con sopra incisa una runa di contenimento. Quando erano tornati nel mondo reale, avevano rimesso la casa di carta nella scatola e chiamato la polizia. Sì, la telefonata fatta quel mattino alle 6:34. Mentre erano al telefono, avevano sentito il vetro andare in frantumi e avevano visto due tizi che scavalcavano la staccionata sul retro, portandosi via la scatola. Chi mai poteva volerla? Be’, quei due avevano seguito Jenny quando era uscita dal negozio. E solo a vederlo il Gioco ti faceva uno strano effetto. Bastava guardare quella scatola bianca e lucida per desiderarla. Probabilmente l’avevano seguita fino a casa solo per rubarla. NO, SUMMER NON ERA SPARITA CON LORO! NON ERA LÀ! IN QUEL MOMENTO ERA GIÀ MORTA! Solo dopo aver raccontato la storia Jenny si era resa conto di quanto sembrasse pazzesca. All’inizio la polizia non voleva credere che Summer fosse scomparsa davvero, nonostante le ripetute richieste di Tom perché venissero sottoposti alla macchina della verità. Alla fine gli investigatori avevano cominciato a convincersi, dopo aver chiamato i genitori della ragazza e Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 23 IL GIOCO PROIBITO. L’INSEGUIMENTO • 23 aver appreso che nessuno l’aveva più vista dalla sera prima. Ma a quel punto Jenny e gli altri si trovavano già in centrale, seduti davanti a un grande tavolo, con le scrivanie dei detective tutte intorno a loro. Lei aveva individuato tra le foto segnaletiche quelle dei due che avevano rubato il gioco: P.C. Serrani e Scott Martell, meglio noto come Lumacone, un nome che si era scelto lui stesso. Entrambi avevano precedenti penali per taccheggio e furto d’auto. P.C. era quello con la bandana e il giubbotto di pelle nera, Lumacone quello con la camicia di flanella e il colorito malsano. Ed era venuto fuori che anche loro erano scomparsi. La parte peggiore era stata quando i genitori di Summer erano andati al commissariato per chiedere a Jenny dove fosse la figlia. Non capivano perché lei, che conosceva Summer fin dalle elementari, si rifiutasse di dire la verità. E tutti i ragazzi erano stati sottoposti a uno screening farmacologico, perché il padre di Summer insisteva a dire che la loro storia ricordava esattamente delle cose che aveva visto negli anni Sessanta. Come un trip molto, molto brutto. La signora Parker-Pearson continuava a ripetere: «Qualunque cosa Summer abbia fatto, non importa. Dicci solo dov’è». Una situazione orribile. Era stata Aba a risolverla. Si era presentata proprio nel momento di massima confusione. Indossava un abito di un arancione acceso, che sembrava più un accappatoio che una veste, e un copricapo dello stesso colore, simile a un turbante. Era la nonna di Dee, ma era nobile come una regina. Aveva chiesto agli investigatori di lasciarla sola con i ragazzi. Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 24 24 • LISA JANE SMITH Poi Jenny, tremando da capo a piedi, aveva ripetuto di nuovo ogni cosa. Dal principio. Terminato il racconto, Aba li aveva fissati uno per uno. Tom, il campione sportivo, con i capelli castano scuro, di solito perfettamente pettinati, adesso arruffati. Audrey, l’elegantona, con il mascara sciolto dalle lacrime. Zach, il fotografo imperturbabile, con gli occhi grigi vitrei per lo shock. Michael, spettinato, con la testa tra le mani. Dee, l’unica ancora seduta composta, fiera, tesa e furiosa, i capelli scintillanti come mica a causa del sudore. E Jenny, che ricambiava il suo sguardo, con un muto appello perché capisse. Poi Aba aveva abbassato gli occhi sulle sue dita intrecciate: dita da scultrice, lunghe e belle nonostante i nodi dell’età. «Ti ho narrato molte storie», aveva detto a Jenny, «ma ce n’è una famosa che non credo tu conosca. È una storia hausa. I miei antenati erano “quelli che parlano hausa”, sai, e mia madre me la raccontò quando ero bambina». Michael aveva sollevato lentamente la testa. «C’era una volta un cacciatore che camminando nella boscaglia trovò un teschio tra l’erba e gli domandò, anche se in realtà parlava tra sé e sé: “Ehi, come sei arrivato qui?”. Con sua grande sorpresa, il teschio rispose: “Ci sono arrivato parlando, amico mio”». Tom si era proteso in avanti, ascoltando con attenzione. Audrey era sbalordita. Non conosceva Aba bene come gli altri. La donna aveva continuato. «In preda all’eccitazio- Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 25 IL GIOCO PROIBITO. L’INSEGUIMENTO • 25 ne, il cacciatore tornò di corsa al villaggio e disse a tutti di aver incontrato un teschio parlante. Quando il capotribù lo venne a sapere, gli chiese di mostrargli quel portento. Così, il cacciatore condusse il capo sul posto. “Parla”, ordinò al teschio, ma questo rimase in silenzio. Il capo si arrabbiò a tal punto per essere stato ingannato che tagliò la testa al cacciatore e la lasciò a terra. Quando se ne fu andato, il teschio domandò alla testa mozzata: “Ehi, come sei arrivata qui?”. E la testa rispose: “Ci sono arrivata parlando, amico mio”». Nel lungo silenzio che era seguito, Jenny aveva sentito telefoni squillare in lontananza e voci fuori dell’ufficio. «Vuol dire», aveva mormorato finalmente Michael, «che abbiamo parlato troppo?» «Voglio dire che non è necessario raccontare tutto a tutti. Ci sono momenti in cui è meglio tacere. Inoltre, non dovete insistere nell’affermare che la vostra versione dei fatti è l’unica possibile, nemmeno se ne siete sinceramente convinti. Quel cacciatore non sarebbe morto se avesse detto: “Credo che un teschio mi abbia parlato, ma forse è stato un sogno”». «Ma noi non abbiamo sognato», aveva obiettato Jenny in tono sommesso. Le parole di Aba avevano cambiato ogni cosa, rendendo tutto in qualche modo più facile. «Ti credo», l’aveva rassicurata, posandole affettuosamente una mano nodosa sul braccio. Quando gli investigatori erano tornati, si erano tutti calmati. Avevano ammesso che pur essendo sicuri di aver detto la verità, poteva essersi trattato di una specie di sogno o allucinazione. Gli investigatori avevano ipo- Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 26 26 • LISA JANE SMITH tizzato che qualcosa fosse realmente accaduto a Summer, qualcosa di così spaventoso che i ragazzi semplicemente non riuscivano ad accettarlo, e quindi avevano inventato una storia fantastica per cercare di dimenticare ciò che avevano visto. Gli adolescenti sono particolarmente inclini alle allucinazioni collettive, aveva spiegato ad Aba un ispettore. Se avessero superato il test della macchina della verità, dimostrando di non aver fatto nulla a Summer... Lo avevano superato. Poi la polizia li aveva lasciati andare, affidandoli ai genitori, e Jenny era tornata a casa e aveva dormito per sedici ore filate. Quando si era svegliata era domenica, e di Summer ancora nessuna traccia. E nemmeno di Lumacone e P.C. Ecco come era nato il Centro. La nuova teoria era che Lumacone e P.C. avessero ucciso Summer o che qualcun altro avesse fatto fuori tutti e tre. Il centro commerciale aveva messo a disposizione uno spazio per un gruppo di ricerche, e centinaia di volontari avevano cominciato a controllare canali, fossi e cassonetti. Non c’era nulla che Jenny potesse fare per fermarli. Ogni giorno i volontari si impegnavano di più, e le ricerche si estendevano. Si sentiva terribilmente in colpa. Finché non si era resa conto di una cosa. Il corpo di Summer non si trovava in una discarica, ma poteva esserci la casa di carta. Cercare lei non serviva a niente, ma forse sarebbe stato utile mettersi sulle tracce di Lumacone e P.C. «Perché», aveva fatto notare cupamente a Dee e al re- Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 27 IL GIOCO PROIBITO. L’INSEGUIMENTO • 27 sto del gruppo, «quei due sono entrati nella casa di carta, e questo significa che potrebbero salire al secondo piano e aprire una certa porta, lasciando uscire Julian...». Da quel momento, si erano uniti ai volontari, in cerca di un indizio che rivelasse dove Scott Martell e P.C. Serrani avevano portato il Gioco. Jenny sapeva che era una corsa contro il tempo. Bisognava trovare la casa prima che Lumacone e P.C. liberassero Julian. Perché dopo quello che gli aveva fatto... lo aveva ingannato e chiuso dietro quella porta, anche se gli aveva promesso di rimanere con lui per sempre, e poi era fuggita... Se fosse uscito di lì, l’avrebbe sicuramente trovata. E si sarebbe vendicato. Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 28 Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 29 Capitolo 3 S ulla collina erbosa, Michael continuava a criticare l’idea di trovare la Fanciulla Che Piangeva. «Probabilmente non sa nulla», disse Zach, gli occhi grigi come nubi invernali. «Magari si sta chiedendo se siamo stati noi. In fondo, credo che se lo chiedano tutti». Jenny osservò i componenti del gruppo: Dee sdraiata pigramente sull’erba, Audrey seduta su una cartellina per non sporcare il tailleur, Michael con il suo corpo da orsacchiotto e gli ironici occhi da spaniel, e Zach, simile a un monaco tibetano con la coda di cavallo. Non sembravano certo degli assassini. Ma ciò che Zach stava dicendo era vero, ed era proprio da lui affermare una cosa del genere. «Comunque, oggi dobbiamo andare a distribuire volantini», fece notare Audrey. «Possiamo cercarla mentre siamo in giro». «Non farà alcuna differenza», replicò Zach seccamente. Gli altri si girarono verso Jenny. È tuo cugino, veditela tu con lui, dicevano i loro sguardi. Lei sospirò. «Sai perfettamente che farà la differen- Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 30 30 • LISA JANE SMITH za», obiettò in tono brusco. «Se non recuperiamo la casa di carta, sai cosa potrebbe succedere». «E cosa intendi fare, se la troviamo? Bruciarla? Tagliarla in minuscoli pezzi? Con loro dentro? Sarebbe un omicidio. Oppure P.C. e Lumacone non contano?». Tutti cercarono di prendere la parola. «A loro non importerebbe nulla di noi...», cominciò Audrey. «Bada a come parli», sibilò Dee, in piedi davanti a Zach, fiera come una leonessa. «Forse non sono dentro la casa», suggerì Michael. «Magari hanno lasciato la città e se la sono portata dietro». Jenny fece appello a tutto il suo autocontrollo, poi si rivolse direttamente a Zach. «Se non hai niente di utile da dire, è meglio che te ne vada». Vide l’espressione sconcertata con cui la guardavano gli altri. Zach, tuttavia, non sembrava sorpreso. Il ragazzo si alzò fissandola intensamente, il viso scarno più espressivo che mai. Poi, senza dire una parola, diede le spalle al gruppo e se ne andò. Turbata, Jenny tornò a sedersi. «Santo cielo!», mormorò Michael. «Se l’è cercata», commentò Dee. Jenny sapeva che non era importante se Zach se la fosse cercata o no: il fatto era che Michael non si aspettava una simile reazione da parte sua. Sono cambiata, pensò. Cercò di mettere da parte quella consapevolezza dicendosi: “E con ciò?”, ma quel pensiero la tormentava. Aveva la sensazione che il cambiamento fosse più profondo di quanto chiunque sospettasse. «Dobbiamo trovare la casa di carta», dichiarò. Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 31 IL GIOCO PROIBITO. L’INSEGUIMENTO • 31 «Giusto», approvò Dee. «Anche se non credo che P.C. e Lumacone abbiano la minima possibilità di raggiungere il secondo piano dove si trova Julian. Non con quel serpente e quel lupo nei paraggi...». «Il Rettile e la Spia», puntualizzò Audrey. «...ma noi potremmo anche essere al sicuro». Udirono una campanella. «Ci vediamo a fisiologia», aggiunse Dee, rivolta a Jenny, afferrando la lattina vuota di una bibita energetica e dirigendosi di corsa verso il dipartimento di arte. Michael si pulì le ginocchia per togliere le briciole, quindi s’incamminò verso la palestra. Anche Jenny sapeva di non avere molto tempo. Lei e Audrey dovevano cambiarsi per la lezione di tennis. Ma in quel momento non le importava granché di arrivare in ritardo. «Ti va di marinare la scuola?», chiese all’amica. Audrey smise di colpo di passarsi il rossetto sulle labbra. Poi terminò l’operazione, mise via lo stick e chiuse l’astuccio. «Che cosa ti è successo?», domandò. «Niente...», cominciò Jenny, quando si accorse che qualcuno stava salendo verso di loro. Era uno studente dell’ultimo anno che frequentava il suo stesso corso di letteratura. Brian Dettlinger. Il ragazzo guardò Audrey con aria incerta, ma quando divenne chiaro che lei non aveva alcuna intenzione di andarsene le salutò entrambe. Le due ragazze risposero al saluto. «Mi stavo chiedendo», disse lui, osservando un bombo che ronzava intorno a un ciuffo di gigli messicani, «se sei impegnata per il ballo». Il ballo c’è già stato, pensò stupidamente Jenny. Poi Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 32 32 • LISA JANE SMITH capì che ovviamente Brian si riferiva a quello per gli studenti dell’ultimo anno. Audrey spalancò gli occhi castani. «No, non lo è», rispose, arricciando leggermente le labbra per mostrare il suo neo. «Ma io ho già un ragazzo», replicò Jenny sorpresa. Tutti lo sapevano. E sapevano anche che lei e Tommy stavano insieme fin dalle elementari, e che da anni la gente parlava di loro come di una cosa sola, quasi fossero fratelli siamesi. Tutti lo sapevano. «Oh, certo». Brian Dettlinger sembrava leggermente imbarazzato. «Solo che pensavo... non l’ho più visto molto in giro, e...». «Grazie, non posso venire». Jenny si rendeva conto di avere un tono quasi scandalizzato, e Brian non meritava quel trattamento. Stava semplicemente cercando di essere gentile. Ma la proposta l’aveva colta alla sprovvista. Naturalmente, lei non poteva essere la sua prima scelta, perché era lunedì e il ballo ci sarebbe stato quel sabato, ma il fatto che gliel’avesse chiesto era di per sé un complimento. Brian Dettlinger non era uno di quei goffi studenti dell’ultimo anno che si affannavano per trovare qualcuna all’ultimo minuto. Era il capitano della squadra di football e usciva con la capogruppo delle cheerleader. Era una star. «Ma sei pazza?», esclamò Audrey quando se ne fu andato. «Quello era Brian Dettlinger!». «Che cosa ti aspettavi che facessi? Che accettassi?» «No... be’...». Audrey scosse la testa, poi la inclinò all’indietro per guardare l’amica con aria critica dietro le ispide ciglia color rame. «Sei proprio cambiata. È quasi inquietante. È come se fossi sbocciata, e tutti Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 33 IL GIOCO PROIBITO. L’INSEGUIMENTO • 33 l’hanno notato. Come se ti si fosse accesa una luce dentro. Da quando...». «Dobbiamo andare a educazione fisica», tagliò corto Jenny. «Credevo che avessi intenzione di marinare la scuola». «Non più». Jenny non voleva altri cambiamenti. Voleva sentirsi al sicuro come prima. Voleva essere una normale studentessa del terzo anno in impaziente attesa delle imminenti vacanze estive. Voleva Tom. «Andiamo», disse. Per un momento, mentre scendevano dalla collina e gettavano le bottiglie vuote di tè ghiacciato nel bidone dei rifiuti vicino al dipartimento di inglese, ebbe la sensazione che qualcuno la stesse osservando. Si voltò rapidamente, ma non vide nessuno. Tom la guardò allontanarsi. Gli dispiaceva starsene nascosto all’ombra del dipartimento, dietro i pilastri arrugginiti che sostenevano il tetto del portico, ma non sapeva decidersi a rivelare la propria presenza. La stava perdendo, e la colpa era sua. Il fatto era che aveva già rovinato tutto. La cosa più importante della sua vita, e se n’era reso conto soltanto diciassette giorni prima. Il 22 aprile. Il giorno del Gioco. Il giorno in cui era arrivato Julian a portarsi via Jenny. L’amava, naturalmente. Amare era facile. Ma non aveva mai pensato a come potesse essere la vita senza di lei, perché aveva sempre saputo che Jenny era al suo fianco. Non te ne vai in giro dicendo a te stesso: “Mi chiedo cosa succederebbe se domani non sorgesse il sole”. Aveva dato tutto per scontato. Era stato pigro. Ecco Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 34 34 • LISA JANE SMITH cosa succede se ogni cosa ti viene servita su un piatto d’argento. Se non devi mai dimostrare quanto vali, hai intorno persone che ti adulano per il tuo bell’aspetto, l’automobile sportiva e la tua bravura nel lanciare una knuckleball. Insomma, se sei Tom Locke. Finisci per convincerti di non aver bisogno di nulla. Poi scopri fino a che punto ti sei sbagliato. Il problema era che proprio mentre stava cominciando a capire quanto avesse bisogno di Jenny Thornton, lei aveva scoperto di non aver bisogno di lui. L’aveva vista dall’Altra Parte, dentro quella casa di carta che si era rivelata reale. Era così bella e coraggiosa da fargli male al cuore. Se la cavava perfettamente senza di lui. Avrebbe anche potuto accettarlo, se non fosse stato per Julian. L’Uomo Ombra. Il ragazzo con gli occhi di ghiaccio che li aveva rapiti tutti perché voleva Jenny. Un’azione indiscutibilmente malvagia ma, per Tom, del tutto comprensibile. Jenny era cambiata da quando era comparso Julian. Forse gli altri non se n’erano accorti, ma Tom sì. Era diversa ora, perfino più bella. C’erano momenti in cui aveva un’espressione trasognata, come se stesse ascoltando cose che nessun altro poteva udire. La voce di Julian nella sua mente, forse. Perché Julian l’amava. Lo aveva detto lui stesso, insieme a tutto quello che Tom non aveva mai pensato di dire. E Julian aveva il fascino del diavolo. Come poteva resistergli Jenny, innocente com’era? Forse credeva di poterlo cambiare, magari sperava che non fosse cattivo come sembrava. Tom sapeva che le cose non stavano così, ma a che sarebbe servito cercare Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 35 IL GIOCO PROIBITO. L’INSEGUIMENTO • 35 di spiegarglielo? Li aveva visti insieme, aveva visto gli occhi di Julian quando la guardava, l’influsso che sapeva esercitare. Non appena Julian fosse tornato a cercare Jenny, Tom avrebbe perso. E adesso non poteva che osservarla appostato nell’ombra. Notare come certe ciocche di capelli risaltassero rispetto alle altre, leggere come barbe di granturco e dello stesso color del miele. Ricordare i suoi occhi, verde scuro con sfumature d’oro. Tutto in lei era dorato, perfino la pelle. Era buffo che non gli fosse mai venuto in mente di dirglielo. Forse era proprio quello che stava facendo Dettlinger poco prima. Tom non era sorpreso che il campione di football fosse andato a parlare con lei, ma che se ne fosse andato così in fretta. Peccato non aver potuto ascoltare la loro conversazione. Ma non aveva importanza, in fondo. Non gli importava quanti ragazzi si avvicinassero a Jenny. Soltanto uno lo preoccupava, e quello avrebbe fatto bene a stare attento. Anche se non poteva più averla, l’avrebbe protetta. Quando Julian fosse tornato a cercare Jenny – non se: Tom era sicuro che prima o poi lo avrebbe fatto – tentando ancora una volta di far leva sulla sua innocenza, lui sarebbe stato lì per impedirglielo. Non sapeva assolutamente come, ma lo avrebbe fermato. A costo della propria vita. E se l’Uomo Ombra avesse spinto Jenny a odiarlo, pazienza. Un giorno lei l’avrebbe ringraziato. Muovendosi silenziosamente e con decisione, seguì la testa color rame e quella d’oro verso la palestra. Forse era solo la sua immaginazione, ma aveva la stra- Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 36 36 • LISA JANE SMITH na sensazione che anche qualcos’altro stesse seguendo le due ragazze. Raggiunsero il Centro a bordo di due auto: Jenny e Audrey con la piccola Alfa Spider rossa di quest’ultima, Dee e Michael con il Maggiolino Volkswagen di lui. Mentre entrava, Jenny fece appello al proprio coraggio. Ma per quanto si sforzasse, vedere la parete coperta di immagini di Summer era sempre uno shock. Ce n’erano centinaia. Non solo volantini e manifesti. I genitori della scomparsa avevano portato anche decine di fotografie per mostrare la figlia da diverse angolazioni, o forse soltanto per ricordare alla gente il motivo di tanto lavoro e di tutto il materiale inviato per posta. Qualcuno aveva fatto un ingrandimento di una foto, trasformandola in una specie di mostruoso tabellone pubblicitario in cui i morbidi riccioli biondi di Summer misuravano un metro e mezzo e i suoi occhi color glicine li fissavano come quelli di Dio. «Dov’è il tuo Tom?», chiese a Jenny una delle volontarie. Era una studentessa del college e si informava sempre su di lui. «Non lo so», rispose lei, secca. Era la stessa domanda che la tormentava fin dall’ora di pranzo. «Se fossi in te, lo saprei. Un fusto simile lo terrei d’occhio...». Jenny smise di ascoltare. Come al solito, desiderava andarsene dal Centro prima possibile. Era un luogo pieno di persone cordiali, zelanti e premurose, che diffondevano speranza e ottimismo... ed era una pagliacciata. Jenny osservò con un senso di nausea la grande map- Il gioco proibito 2 - L'inseguimento 1-256_Il gioco proibito 1 - La casa degli orrori 1-240 14/10/10 08.22 Pagina 37 IL GIOCO PROIBITO. L’INSEGUIMENTO • 37 pa sulla parete, che indicava in quali aree erano già stati distribuiti i volantini e in quali no. Finse di studiarla, benché sapesse già dove sarebbe andata. Se la Fanciulla Che Piangeva era amica di P.C., doveva abitare vicino a lui. Quasi non si accorse della porta che si apriva, lasciando entrare un volontario che sussurrò: «C’è la medium che ha telefonato. Quella di Beverly Hills». «Da’ un’occhiata a quella Mercedes», disse Michael. Jenny si voltò e vide una donna con capelli biondo ghiaccio e catene d’oro dall’aria costosa. Nello stesso momento, la sensitiva vide lei e rimase senza fiato. Con gli occhi spalancati, le si avvicinò finché il suo profumo Giorgio si sovrappose al Chloé Narcisse di Audrey. «Tu», mormorò fissandola intensamente, «tu li hai visti. Quelli dell’Altra Parte». Jenny rimase come paralizzata. Folgorata. «Ho un messaggio per voi», aggiunse la medium.