Nidi Servizi per l’Infanzia
ESPERIENZE DI DIDATTICA CARATTERIZZATA
E MEDIAZIONE CULTURALE
NEI NIDI COMUNALI
A cura di Elena Antolini e Valeria Ghidoli
INTERCULTURA AL NIDO …
A partire dagli anni ’90 appaiono nuove
famiglie,
nuove modalità di cura, nuovo modo di
comunicare,
richieste e aspettative diverse …
Il nido è il primo momento di incontro
delle famiglie con le istituzioni educative
…IL NIDO E L’INTERCULTURA
La difficile comprensione, le risorse:
disponibilità e ricerca
disponibilità all’accoglienza e all’ascolto
osservazione dei processi di crescita
Queste situazioni aprono la riflessione
intorno a quale accessibilità culturale è
possibile realizzare nei nostri servizi e
attraverso quali percorsi formativi e
metodologici,
questa
può
essere
costruita.
PROGETTI REALIZZATI NELL’ANNO 2010 2011
Interventi con i bambini:
Incontri di Didattica Caratterizzata
Culturalmente
Interventi con operatori:
Laboratorio “Creazione di Saperi”
Interventi con genitori:
Laboratori di cucina
Incontri a tema e in occasione
delle iscrizioni
Colloqui individuali
GLI INCONTRI DI DIDATTICA CARATTERIZZATA
CULTURALMENTE
Percorsi
realizzati in sei
nidi:
3 incontri con i
bambini, durante
l’attività
curriculare del
nido a cura di
educatrici e di
mediatrici
culturali di
Nigeria,
Sri Lanka e
Romania.
FOCUS PROGETTUALE
I bambini, i loro processi di sviluppo, le
modalità di gioco e di interazione …
… ci si è chiesti in quale modo il
linguaggio verbale e non verbale possa
incidere sulle modalità comunicative e
relazionali e sulle attività di gioco.
… si è offerta la possibilità a bambini
italiani di sperimentare altre lingue e
sonorità, situazioni non consuete …
Gli adulti educatori, i loro sguardi
verso i bambini, i linguaggi, le
modalità di interazione…
… si è ricercata l’opportunità di
vedere i bambini non italiani in una
situazione di interazione culturale
conosciuta
… la mediazione culturale vista come
formazione a sostegno della prassi
educativa
IL METODO
Definizione del progetto a livello
istituzionale .
Coinvolgimento di Coordinatrici dei nidi e
Mediatrici Culturali con la supervisione
della Responsabile del Servizio e del
coordinamento pedagogico, per
l’identificazione dei nidi che avrebbero
partecipato all’esperienza e dei percorsi
progettuali.
Attivazione di incontri tra
coordinatrici e mediatrici, per
prevedere le modalità d’intervento
delle mediatrici, il tipo di attività da
svolgere durante l’esperienza.
Previsione in ogni nido del gruppo
in cui l’esperienza sarebbe stata
attuata, dell’educatrice di
riferimento che l’avrebbe seguita,
degli spazi e oggetti da utilizzare.
I PROGETTI
La progettazione degli incontri è stata preparata con attenzione individuando
nella proposta di narrazioni e musica il setting più favorevole allo scambio tra
pari, alle interazioni comunicative, allo sviluppo flessibile di attività di gioco di
tipo simbolico.
Le educatrici di ogni nido hanno
sviluppato un proprio progetto
specifico che ha previsto:
•Accoglienza della mediatrice a cura
della coordinatrice
•Presentazione della mediatrice e
incontro con lo spazio, i bambini, le
educatrici
•Rituale di apertura
•Racconto e lettura di una storia
conosciuta a cura dell’educatrice di
riferimento
•Contributo della mediatrice apporti
gradualmente in lingua diversa
dall’italiano
•Sviluppo del racconto con musica,
azioni sullo spazio e movimento
•Rituale di chiusura
SPECIFICITÀ DEI PROGETTI
Mediatrice Sri Lanka – Imesha Mahaguruge Fernando
Nido B.go Nuovo “L’albero Verde”
Educatrici:
Coordinatrice:
Chiara Ponza
Mariolina Riolfi
Cristina Zenorini
Gruppo di 10 bambini
Dai 21 ai 24 mesi
Di cui 4 di origine Sri
Lanka
Nido P.ta Vescovo “Pollicino 1”
Educatrice
Coordinatrice
Claudia Fenzi
Laura Gallotta
Gruppo di 10 bambini
Dai 27 ai 33 mesi
Di cui 4 di origine Sri
Lanka
Rito dei cuscini
Storia “Miaau e le piccole sedie”
Racconto accompagnato dalla scatola magica e da oggetti personaggi
Nido B.go Roma “La Coccinella”
Educatrici
Coordinatrice
Maddalena Girardi
Licia Facci
Antonella Righetto
Silvana Soave
Alessandra Bazzi
Gruppo di 8 bambini
Dai 27 ai 36 mesi
Tutti origine Nigeriana
Musica e motricità
Storia “Arcobaleno il pesciolino più bello di tutti i mari”
Introduzione di oggetti personaggi sagome e scagliette colorate
Nido Stadio “Il Girasole”
Educatrici
Coordinatrice
Angela Bindinelli
Valeria Ghidoli
Sofia Rossi
Gruppo di 11 bambini
Dai 27 ai 36 mesi
4 origine Nigeriana
4 italiani, 3 di altri Paesi
Storia “La cosa più importante”, letta in Italiano e poi tradotta in Pidgin
English;
racconto di una leggenda nigeriana poi tradotta in Italiano
Musica etnica e gioco simbolico
Racconto e travestimenti
Nido Mazza “Pollicino 2”
Educatrici
Coordinatrice
Elena Valdo
Anna Maria
Bonomo
Ilaria Gasparato
Gruppo di 12 bambini
Dai 27 ai 36 mesi
3 origine Romania
1 origine Moldavia
Rituale del cerchio
Musica etnica e gioco simbolico
Storia “Il lupo e i sette capretti”
Racconto e introduzione di oggetti
Nido 1° Maggio “Il Maggiociondolo”
Educatrici
Coordinatrice
Patrizia Puddu
Marisa Smania
Laura Ruggeri
Gruppo di 12 bambini
Dai 26 ai 36 mesi
3 origine Romania
3 origine Moldavia
2 origine Albania
4 italiani
Rituale del cerchio
Musica etnica e gioco simbolico
Storia “Cappucetto Rosso”
“Il lupo e i tre capretti”
Racconto ascolto e drammatizzazione
Rito del the - suono di maracas
Storia “Pina fa il bagnetto”
Racconto accompagnato da musica e danza
Mediatrice Nigeria – Sandra Jesourobu
Mediatrice Romania – Ioana Dunca
LE ESPERIENZE
Le esperienze sono state realizzate in tutti
servizi con grande creatività, in modo
flessibile, trasformando le esperienze
previste nel progetto, in relazione alle
proposte ed agli interessi dei bambini,
trovando nelle mediatrici apertura e
sensibilità nel sostenere e
nell’accompagnare il gioco dei bambini che
ha avuto così sviluppi previsti ed imprevisti,
ma sempre significativi.
OSSERVAZIONI
Le esperienze sono state
osservate e documentate, con la
guida di una traccia aperta e
flessibile considerando:
Bambini
Intervento di mediazione
Metodologie educative
I bambini sono stati preparati a
queste nuove esperienze, creando
attesa ed aspettativa presentando e
prevedendo ciò che sarebbero
andati a fare, costruendo familiarità
e ricordo del laboratorio.
Questo ha permesso ai bambini di
esprimere il loro essere.
La presenza della mediatrice, una
persona adulta non conosciuta, nuova
nell’aspetto e nel ruolo, è stata accolta
con sorpresa, silenzio, osservazione;
questi atteggiamenti sono evoluti nel
corso degli incontri successivi, verso
una sempre maggiore confidenza,
differenziandosi per le diverse culture .
Per la Nigeria si sono evidenziate
complicità fisica ed emotiva,
rispecchiamento sollecitato dalla
somiglianza fisica.
“ Le bambine hanno mostrato una certa sorpresa nel
sentire quegli idiomi, non del tutto estranei ma forse
poco praticati. Blessing era intimidita, le gemelle
Osarugue e Osariemen erano più disinvolte, e talvolta
rispondevano con un cenno o una mezza parola.”
Per lo Sri Lanka la sorpresa ha
lasciato il posto all’entusiasmo e
ad una partecipazione sempre più
attiva.
“Sasuki si trova un posto “in prima fila”
vicino a Imesha per ascoltare il racconto
della storia di “Tikirija”, è silenzioso ma
attento…”
Per la Romania l’emozione e la titubanza, la posizione di lontananza rispetto
alla mediatrice, lasciano il posto ad una condivisione di azioni ed alla
disinvoltura e soddisfazione nel vedere compresi e riconosciuti gesti
familiari.
“…Gabriela era imbarazzata nel sentire parlare la
sua lingua in un contesto inaspettato, guardava
Ioana da lontano con gli occhi lucidi.”
Gli oggetti sono stati un tramite molto
significativo, hanno permesso di
accompagnare ed arricchire le azioni ed
i linguaggi, offrendo accesso ad un
arricchimento del gioco favorito dal
riconoscimento di pratiche connotate
culturalmente.
“ Ioana ha estratto dalla sua borsa magica
una serie di animaletti che ha presentato
sia in lingua italiana che in lingua rumena.
Dopo i rituali d’inizio ci siamo seduti sul
tappeto per ascoltare Ioana che ci ha
subito mostrato un dono: riallacciandosi al
cestino della storia di Cappucetto Rosso ci
ha portato un cestino pieno di ovetti di
cioccolato e un uovo di legno decorato
caratteristico della Romania durante la
Pasqua. I bambini hanno potuto toccarlo e
osservarlo.”
“ Mentre il gioco dei bambini proseguiva, ci è venuto in
mente il modo di tenere i bambini delle donne africane,
e le bambine hanno voluto una bambola legata sulla
schiena.
Mentre abitualmente è possibile che le bambine
giochino con bambole nere o bianche, per questo
gioco le bambine nigeriane hanno scelto una bambola
nera.”
Per lo Sri Lanka il racconto tradizionale è stato
accompagnato da musica e danza …
“ Imesha dopo l’accoglienza ha spiegato ai
bambini che avrebbe raccontato una
nuova storia, una storia che narra di una
bambina e di un uccellino. I bambini si
sono dimostrati molto affascinati
all’ascolto del racconto in cingalese. …
Poi hanno danzato con teli colorati su
musica cingalese mimando il volteggiare
degli uccellini.”
L’interesse per i racconti e le
conversazioni in lingua non italiana è
stato particolare da parte di tutti i
bambini.
I bambini italiani hanno mostrato
curiosità per le nuove lingue che si
affacciavano, anche se hanno seguito i
giochi con minore attenzione e la
distrazione ha preso spazio limitando il
seguire racconti.
” Dopo un primo
momento di
accoglienza e
presentazione di
Imesha, la mediatrice
dello Sri Lanka,
Peace, una bambina
nigeriana, ha preso il
libretto in questione
ed ha iniziato,
utilizzando la postura
dell’educatrice, a
raccontare … “
La presenza della Mediatrice ha restituito
nel contesto educativo dignità e valore ai
diversi contesti familiari.
Questo è stato molto importante sia per i
bambini “italiani” che di altre culture.
Vedere che il contesto “pubblico”
riconosce valori e usi familiari come
espressioni della soggettività ognuno,
permette ai bambini di riconoscere valori e
costumi propri delle loro famiglie, e di
aspettarsi che questi vengano considerati
anche all’esterno della loro casa.
“ Nonostante la coloritura di voce di Sandra, i
bambini non anglofoni erano molto distratti.
Sulle prime Alessandro seguiva attentamente,
ma poi correggeva quello che Sandra diceva,
“adattandolo” alla lingua italiana, o
“copiando” i termini che non riusciva a
tradurre: ad es. Sandra dice “This is the
Rabbit” e Alessandro precisa: “ no, this è il
coniglio!” Allora io e Angela abbiamo spiegato
che ci sono tanti modi di dire le cose, ma
velocemente, per non perdere il ritmo della
storia.”
L’esperienza non si è conclusa con i tre
incontri: la comunicazione tra educatrice e
mediatrice, ha permesso il passaggio dall’uso
della lingua italiana a quella della mediatrice e
poi la ripresa dell’esperienza attraverso il
libretti o altri oggetti e l’uso di alcuni termini
nella lingua dell’esperienza.
“ Abbiamo evidenziato il significato di
valorizzare le culture all’interno
dell’esperienza educativa e di
approfondire la comunicazione e la
condivisione delle esperienze con i
genitori.”
“ È stato importante vedere i bambini in una
situazione di agio culturale e di familiarità:
questo ci ha svelato un diverso modo di
esprimersi e di essere dei nostri bambini,
diverse modalità di relazione con i pari e con
l’ambiente.”
… Si è ipotizzato di poter incontrare
“nuovi bambini” per poter guardare con
“occhi nuovi” ai nostri bambini …
Il contatto con la mediazione
permette di accorgersi dei
limiti di conoscenza
circoscritti al nostro modello
culturale.
Questo apre il desiderio di approfondire
la conoscenza attraverso l’ascolto e la
comprensione,
sospendendo il giudizio, in favore di
altre visioni possibili seppur differenti.
“Per andare risolutamente verso l’altro, bisogna
avere le braccia aperte e la testa alta, e si possono
avere le braccia aperte solo se si ha la testa alta.”
Amin Maalouf, 1999
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