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Domenico Gilardoni
Il borgomastro di Saardam
Melodramma giocoso in due atti
18271
1 L’opera, musicata da Gaetano Donizetti, fu rappresentata per la prima volta a Napoli il 19 agosto 1827. Il testo originale aveva delle parti in
dialetto napoletano, perciò ne fu redatta una versione in lingua italiana in cui fu anche cambiata la trama. Nella trascrizione, curata
dall’associazione culturale Larici, se ne rende conto prendendo come base il libretto originale (1827) e confrontandolo con quello edito, in
italiano, a Barcellona nel 1829.
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PERSONAGGI2
Lo Czar, sotto il nome di Pietro Mikailoff.
Pietro Flimann.
Timoteo Spaccafronna, Borgomastro di Saardam, e padre
di
Marietta.
Carlotta, giovane allevata in casa del Borgomastro.
Leforte, sotto il nome di Filiberto, confidente dello Czar.
Alì Mahmed, Incaricato della Porta.
Un Ufiziale.
Lo Czar, sotto il nome di Pietro Mikailoff.
Pietro Flimann.
Wambett, Borgomastro di Saardam, e tutore di
Marietta.
Carlotta, figlia di Wambett.
Leforte, sotto il nome di Filiberto, Generale,confidente dello
Czar.
Alì Mahmed, Incaricato della Porta.
Un Uffiziale.
Coro di falegnami
» di contadine.
Armigeri del Borgomastro.
Soldati Olandesi.
Soldati Turchi.
Coro di Falegnami e di Contadine.
Armigeri del Borgomastro.
Soldati olandesi.
L’azione è nel Cantiere di Saardam.
2 Le voci furono: basso per Timoteo/Wambett e per Leforte; tenore per Flimann e Alì; soprano per Marietta; mezzosoprano per Carlotta. Lo zar fu
un baritono nella rappresentazione di Napoli e un basso in quella di Barcellona.
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ATTO PRIMO
Interno di un locale addetto ai lavori de’ Calefati.
SCENA PRIMA
Coro di falegnami (che perfezionano co’ loro strumenti varii pezzi necessarii alla costruzione de’ bastimenti.
Fra questi si veggono lo Czar e Pietro Flimann.)
Tutto il Coro Forza, o braccio, ai destri colpi;
Su, vigore al martellar.
(Prima Parte.)
Per te, l’uom non ha spavento
Dell’instabile elemento;
Per te, impavido il guerriero,
Va sul flutto a battagliar.
(Tutto il Coro.)
Forza, o braccio ec.
(Seconda Parte.)
Per te, l’onda più fremente,
Sfida intrepido il nocchiero;
Per te, scopre ignota gente,
Nuovi lidi, estranio mar.
(Tutto il Coro.)
Forza, o braccio ec.
Flimann (che avrà cessato di lavorare, contempla un ritratto)
Del sembiante e caro e vago,
Tu a me porgi ognor l’immago.
Czar Flimann?… Pietro?… Ehi?
(accorgendosi del ritratto.) Che!… un ritratto!
Ei sospira!… Oh veh, che matto!
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Flimann (come sopra) Deh! consola il mio pensier.
Czar (sorprendendolo.) Bravo. E viva il romanzier.
Flimann Perché tu non ami,
Deridi il mio stato,
E un folle mi chiami,
Che senno non ha;
Ma un giorno, se cadi
Nel laccio d’amore,
Allora il tuo core
Così non dirà.
Czar Oh! come t’inganni,
Se credi, che un giorno,
Provar tali affanni,
Quest’alma dovrà.
Di cura più bella
È servo già il core,
Nè schiavo d’amore
Giammai diverrà.
Flimann Quel labbro… quel sorriso…
Quel ciglio… quel suo viso…
Czar Ma via, da me t’impara
Le donne a dispregiar.
Flimann Quel piè… quel crine… ah tutto…
Non v’ha chi a lei somiglia…
Czar La pippa, la bottiglia,
E a monte il delirar.
Flimann Più volte mi provai,
Ma vano fu il tentar.
Se cerco, se chiedo
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Novelli pensieri,
Non trovo, non vedo,
Che quelli d’amor;
Riceve per loro,
Soave ristoro,
Quest’alma smarrita,
L’oppresso mio cor.
Czar (fra se.) (La gloria, il valore,
Del soglio, del regno,
È il nobile ardore
Che brama il mio cor!
Il petto m’accendi,
O fiamma divina,
E invitto a me rendi
L’ardire, il vigor.)
L’ardire, il valor.
SCENA II.
Leforte, e detti.
Leforte Amici, il Borgomastro or or trovai,
E in tuon di disimpegno d’alto affare,
M’impose che fintanto ei non venisse,
Alcun di noi di qui non si partisse.
Tutti (con sorpresa e circondando Leforte) Non partir!… Qui venir!…
Che vorrà!…
Leforte Chi lo sa…
Tutti Ordinar!… Di restar?…
Che sarà?
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Leforte Non si sa!…
Tutti (fuor che lo Czar, e Flimann.) (Non trovo in me delitto,
Che paventar mi fa.
In breve, questo arcano
Che asconda, ognun saprà.)
Czar (In breve, questo arcano
Che asconda, ognun saprà.)
Flimann (Dal fiero mio periglio
Sottrarmi or chi potrà!)
Leforte (sottovoce allo Czar) (Sire, se non finiam questa commedia,
Ho timor che inciampiamo in qualche imbroglio!)
Czar (come sopra) Che imbroglio, che timor! Seconda, e taci. Czar (come sopra) Che imbroglio, che timor! Seconda e taci.
Leforte Dunque?…
Caro Flimann, allegri.
Czar Alla pialla… Ehi? Flimann?
Tu più di pria mi sembri or muto e assorto?…
Flimann Amico, a dirti il ver, son quasi morto!…
Del Borgomastro il cenno…
Czar Ebben? Che temi?
Sei forse reo?…
Flimann Pur troppo.
Czar Ih! perché adori
Czar Ih! perché adori
La figlia?
La tua pupilla.
Flimann Ahi! V’ha di peggio! Il tutto sappi.
Flimann Ah no… che v’ha di peggio!
In Russia io nacqui. Adulto mi assoldai.
Io sono un disertore!
Ma dopo breve tempo, quel mestiero
Czar Oh, corpo d’una bomba!
Non andandomi a garbo,
Flimann Ti par ch’io tema a torto?
La divisa, il moschetto abbandonai,
Czar Oh no!…
E dal mio reggimento disertai!
Flimann Sì, è dessa;
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Czar Oh, corpo d’una bomba!
Flimann Or dì, se a torto
Pavento?… Ma… Sì, è dessa… È Marietta,
Che vien fra quelle donne,
Che arrecan del ristoro agli artigiani!…
A me la guida Amore!
Czar È svanito il timor del disertore!
A me la guida amore.
Czar Ogni tema sparì nel disertore.
SCENA III.
Marietta con un panierino, alla testa delle mogli de’ falegnami, che portano pur anco de’ cestelli, e detti. Ella, nel mentre gli artigiani si ristorano,
dice a Flimann:
Marietta Lunge da te, mio ben, – Fuggìa la calma. –
Gemeva il core in sen; – Languìa quest’alma. –
Ma quando il mio pensier, – Vederti ardì, –
Oh! come di piacer – Brillò, gioì! –
Dolce speme, offrirti in dono,
Ad un tratto m’ispirò;
E sull’ali dell’amore,
Puro affetto lo guidò.
(gli porge un panierino ripieno di frutta)
In seno al contento,
Quest’alma rapita,
Non sa in tal momento,
Di più che bramar.
Tornate sovente,
Bell’ore felici,
Che il core, la mente,
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Sapete bear!3
Tutti In seno al contento,
Si sente bear!
Czar Bella Marietta, a voi siam debitori
Di non veder più Flimann, poveretto!
Vaneggiar come un uom senza intelletto!
Marietta Oh! assai più di buon’ora
Qui mi sarei recata, se il mio padre
Non si fermava in casa,
Per un corrier, che diegli de’ dispacci,
Scartabellando tanti gran libracci.
Flimann (Dispacci!… Ah! Gli avrà scritto il Colonnello!)
Czar Or la cagion comprendo
Di non lasciar partir di qui nessuno,
Finch’ei non venga.
Marietta Oh Ciel! De’ qui recarsi!
Meschina me!… S’ei mi ritrova!
Leforte Arriva
Il Borgomastro.
Marietta Ah Pietro,
Lascia ch’io fugga per di là…
Leforte Son chiuse
Da quel lato le porte.
Qui mi sarei recata, se il mio tutor
3 Una terza versione, non datata, fa dire a Marietta: «Queste novelle frutta, / Ch’io stessa raccolsi, / Ora qui venni offrirti, o mio diletto, / Siccome
pegno di un costante affetto. / Il soave e bel contento / Di quest’alma or sì felice / Del mio labbro il vivo accento / Tutto esprimere non sa. / Se i
miei voti, il mio desire / Lieto accoglie il caro bene, / Fiano eterne le catene / E d’amore e d’amistà. / I tuoi frequenti palpiti, / Deh, frena, o core
amante, / Or che tu vedi il tenero / Oggetto del tuo ardor. / La fiamma tua vorace / Esprimerò col guardo, / Dirò mia bella face / Per te divampo
ed ardo. / Vedrò quel vago ciglio / Ch’amore e ardore addita, / Tutta mi ha già rapita, / Pago sarai mio cor.»
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Marietta Oh Dio! Come farò? Fra le compagne,
Fa d’uopo che mi asconda…
(si cela fra le contadine.)
(a Flimann) Coraggio, a
Czar
te.
Flimann Non troppo il cor ne abbonda…
SCENA IV.
Timoteo seguito da due armigeri, e detti.
Tutt’i falegnami ripigliano i loro lavori.
Wambett seguito dagli Armigeri, e detti: tutti i falegnami ripigliano i loro
lavori. Wambett, dopo di aver accennato agli Armigeri di fermarsi
all’ingresso, dice in tuono grave:
Wambett Fate largo al Borgomastro.
Fermi tutti, ed attenzione,
Che un tantino d’ispezione
Fra voi deggio praticar.
Timoteo (a’ due armigeri) Da vuje doje prubbechelle,
Diffamate pe tremmà,
Voglio quatto sentinelle,
Tutt’a bista e a fronte ccà…
E accossì?… Cioncà volite?…
(poi vôlto ai falegnami che fan rumore.)
E così?… Non vi tacete?…
Che significa quel chiasso?
Se creanza non avete,
Posso farvela imparar.
Ogni donna da quel lato,
Tutti gli uomini a sinistra,
Ch’io nel mezzo ed isolato,
Vo’ l’incarico studiar.
(ai Falegnami.)
Guè?… Crianza nce ne stá?…
Che mmalora! Non bedite?
Don Timoteo ccà assommà?
Lor Signure, a mano manca.
(agli uomini riducendoli ad un lato.)
Le figliole tutte llà;
(alle donne situandole dalla parte opposta.)
Ch’io ccà miezo comme a fungio,
Voglio tiseco restà.
(cava un folio di tasca, e si pone a legger fra sè)
«Da molto tempo trovasi
In Saardam un incognito.»
Ed io come una bestia,
(cava un foglio di tasca, e si pone a leggere fra se.)
«Da molto tempo trovasi
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In Saardam un incognito.»
E io comm’a no ntontaro
Di nulla mi accorgiò?…
Tu saje ca sì mamozio,
Ma gruosso, Don Timò.
«Lavora nella Darsena.
Per nome Pietro, chiamasi.»
E tutta chesta storia,
Successe addov’io stò?…
No turzo de carcioffola,
Si proprio, Don Timò.
«Vegliatelo, guardatelo.
Non fate che allontanisi.»
St’affare è troppo scuonceco;
Politeca nce vò!
Non fa mo quacche spuonnolo;
Attiento Don Timò.
La lengua ammolate,
Le recchie ammaina,
Vide sto cannavo
De spiccecà.
Già lo cerviello,
No moleniello,
Dint’ a la capo
Me sento fà;
E comm’a rota
Me stà a botà.
(Eh! La cosa in se stessa ha del sottile!) (riflettendo fra se.)
L’ignoro, e non lo so.
Ma se son proprio un asino,
E questo poi lo so.
«Lavora nella darsena,
Per nome Pietro chiamasi.»
E tutta questa storia
Successe, e nulla io so.
Ma se son vero cavolo,
E questo solo io so.
«Vegliatelo, guardatelo,
Non fate che allontanisi.»
L’affare è più che serio;
Lo veggo, e già lo so…
Farò dunque in principio…
Che cosa?… Io non lo so…
Oh! che già va per aria
La povera mia testa;
Il mio cervello fumica,
La mente si offuscò!…
Ma ho l’arte, ho la politica,
E usando or quella, or questa,
Il forestiero incognito,
Alfine io troverò.
(rimanendo al davanti della scena concentrato.)
(Eh, la cosa in se stessa ha del sottile. Esordiam.)
Si rompa il muso altrove
Il femminile stuolo,
E il maschio sesso qui restar dee solo.
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Czar Ebbene? Che si fa?
Timoteo Mò… no momento…
(come sopra) (E assottiglianno sempe…)
Czar Ma da noi che si brama?
Timoteo (Mo l’assottiglio un paccaro, e fenesce!…
Dunque?... E che stea dicenno?…
Aggio perduto il filo!…)
Czar (minacciando.) Ma che maniera è questa?
Tener qui tanta gente in sospensione...
Timoteo (Mo abbusca Don Timoteo nfunzione!…
Facimmo orzù na cosa,
E n’esca porzì fora n’ircociervo…)
Si rompa il muso altrove
Il femminile stuolo.
E il maschio sesso, che qui cionchi solo.
Marietta (Ah, potessi evitarlo!)
Flimann (Or Marietta è sorpresa!)
Timoteo Chià… chià… chiano…
(Nel sortire le donne, Timoteo s’accorge di Marietta, ed afferrandola.)
Marietta Padre!…
Timoteo Chi smiccio!… Oh stelle!…
La figlia d’un legale,
Tra i mastedasce, e dint’ a n’ arzenale!
Marietta Vedete… anch’io… capite?…
Timoteo Che beco? Che capisco?…
Squaglia da ccà mo proprio, e ha te nforna.
Marietta Me n’andrò… partirò… sì, padre crudo! (parte.)
Timoteo A me crudo!… Levateve da nanze…
(alla gente che lo ferma.)
Marietta (Ah, potessi evitarlo!)
Flimann (Or Marietta è sorpresa.)
(nel sortire
afferrandola.)
le donne, Wambett s’accorge di Marietta, ed
Marietta Signor!…
Wambett Chi miro?… Oh stelle!
E come?… La pupilla di un legale,
Fra i falegnami, e dentro un arsenale?
Marietta Fu…
Timoteo Via di qua fraschetta.
(Marietta e le donne partono.)
Si parleremo a casa! Ehi, galantuomo,
Appressati.
Leforte Son qua.
Timoteo Per certo affare
Mi dèi somministrare
De’ lumi.
Leforte M’onorate!
Timoteo Io sempre un gran sospetto
(prendendolo per mano, e conducendolo sul davanti della scena)
avuto di que’ due! (indicando Flimann e lo Czar)
Ho
Tu, che ne dici?
Leforte Quelli?… (Avvertir potessi il mio sovrano!)
Wambett E così?…
Leforte Quelli?…
Wambett Quelli, sì…
Leforte Son due.
(intanto vorrebbe avvertire Flimann e lo Czar.)
Wambett Il diavol che ti porti!… Che cos’è?…
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Flimann Fermate.
Czar È nulla.
Timoteo (sempre guardando dov’è sortita.)
Crudo!… Dirme crudo!…
(guardando Flimann.)
(E tutto chesto pecchè? Pe sto sfelenza!…
Videtillo, me pare providenza.
Va, toccammo addò preme,
E ripigliammo il tuon borgomastresco.)
(a Leforte.) A te.
Leforte A me?
Timoteo A te, sì fatte sotta.
Leforte Eccomi.
Flimann (Io temo!)
Czar (Io rido.)
Timoteo (a Leforte.) Tu che sei il Decano
De sti seca-lignammo,
Mi devi dar de’ lumi.
Leforte M’onorate.
Timoteo Te giustizio.
Leforte (sorpreso.) Volete giustiziarmi!…
Timoteo Cioè, te voglio dì, ca te lo mmierete:
Sienteme buono: io sempe un gran sospetto
De chilli llà aggio avuto…
(indicando lo Czar e Flimann.) Che nne dice?
Leforte Quelli? (Avvertir potessi il mio Sovrano!)
Timoteo E accossì?
Leforte (confuso.) Quelli?
Tu sembri una tarantola?
(nel volgersi dalla parte opposta si accorge che lo Czar e Flimann
fanno de’ gesti a Leforte)
(Ah!… ho già capito!… fra quei tre v’è il Pietro…
E già scoperto…) Presto… ognun mi dica
Fra voi chi ha nome Pietro?
Czar Io.
Flimann Io.
Coro Io… Io…
Wambett Eh!… Non più; basta. Un Pietro
Io voglio, e me ne piove una dozzina!…
Chi è di Sardaam nativo?
Leforte Tutti, eccetto me solo e quelli due.
(indicando lo Czar e Flimann.)
Wambett Ma tu ti chiami?…
Leforte Filiberto.
Wambett Basta.
(Or senza dubbio il Pietro scoprirò.)
Tranne quei due, parta di qui ciascuno.
(segue i falegnami sino all’ingresso)
Czar (Leforte, gli artigiani arruola, e vedi
Se giunse il mio corriere.)
Leforte Ho inteso.
Wambett (che volgendosi li ha trovati uniti) Ehi, dico,
Che cos’è quel ciù ciù…
Leforte Ecco. Men vado. (parte.)
Wambett (Ah! ah! Questo complotto
Maggiormente conferma,
Che l’un di questi è il Pietro in questione!…
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Timoteo Quelli, se’…
Borgomastro, giudizio ed attenzione.)
(Lo Czar rimane da un lato, Flimann dall’altro; Wambett nel
Leforte Son due…
mezzo
che osserva i movimenti d’entrambi.)
Timoteo Malora cecate! E chi s’ha sonnato
Flimann
(Come ha fisso in me lo sguardo!
De dirte ca sò quatto…
Sembra
aver
di me sol cura!
Flimann (Parla di noi!)
Presso è già la mia sciagura!
Czar (Che sciocco.)
Giusto ciel! che mi avverrà!)
Leforte Eh! vi dovrei pensare!
Czar (Ferma a guisa di lanterna,
Timoteo Lassa stà. Non penzà.
Quella forma da stivale,
Mprovisa, e dì porzì bestialità.
Col suo tuono magistrale
Leforte Dunque dirò… (vorrebbe avvertire lo Czar, e Flimann.)
Quanto ridere mi fa.)
Timoteo Che d’è? Tu vaie a orza?…
Wambett Questo ride e non mi cura;
Leforte Io? V’ingannate.
Timoteo (nel volgersi dalla parte opposta si accorge che lo Czar e Quello guarda ed ha paura;
Ergo il Pietro è quell’amico,
Flimann fanno de’ gesti a Leforte) Gnò?… E che bonno dire
Nè v’è più difficoltà.
Sti signe telegrafece?…
Dimmi un po’, dove sei nato?
Czar Nulla.
Flimann Nella Russia.
Flimann Niente.
Wambett Fermo quà.
Leforte Conchiudo…
Dove fosti generato?…
Timoteo Statte zitto.
Flimann Nella Russia.
Primmo che conchiude,
Wambett Pure là?…
Mo’ vide chisto fusto che te schiude.
Tu ti chiami?
(Ora io lo tenea pe no buon’ommo,
Flimann Pietro…
E peggio chiù dell’aote è sto facciommo!)
Wambett Or taci.
Alò, voglio ccà tutte a me becino:
E tu?
E chi Pietro se chiamma, priesto dica.
Czar Pietro…
(Tutti lo circondano.)
Wambett Pietro pure?…
Czar Un’io ne son…
E quant’è che in Sardaam sei?…
Flimann L’altro son io…
Flimann Son quattr’anni.
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Leforte (attaccando subito a numerare gli altri falegnami.)
Tre… quattro,
Cinque, sei, sette…
Timoteo Guè? Mantiè, mantiene;
Io nne voglio uno, e sì arrevato a sette?
Leforte Ma qui ve ne saranno una dozzina.
Timoteo (E che buò chiù appurà!… Me ne potesse
Jì a la fisionomia?…
(li esamina individualmente.)
Nce ne foss’una, una
De galantommo… E come faccio? Aspè… (riflette.)
Czar (Che sofferenza!…)
Leforte (Tollerate.)
Flimann (Io tremo!)
Timoteo (Chest’è essa… Oh che idea luminosa!)
Diciteme, chi è proprio de Sardamma?
Leforte Tutti, eccetto me solo, e quegli due.
(indicando lo Czar e Flimann.)
Timoteo Ma tu te chiamme?
Leforte Filiberto.
Timoteo Avasta.
(La cosa va a ciammiello.)
Dunque lassateme stu duje ccà sule,
E buje aote tutte iatevenne
A la Taverna Granna,
Addove per la nasceta del Prencepe,
Ogge lo vino a botte se dispenza,
Senza spennere un grano, o fa credenza.
(segue i falegnami sino all’ingresso)
Wambett E tu?…
Czar Quattr’anni…
Wambett Ora crepo fra voi due.
Certo scoppio in mezzo quà.
Flimann (Più fortunato evento
Chi mai potea sperar!)
Czar (Perdut’ha già la bussola,
Non sa più navigar.)
Wambett (Or per scoprir la trama
Occorre minacciar.)
Orsù, signori miei…
Czar Ma via, signore, in pace,
Mi lasci per pietà.
Son di Moscovia,
Mi chiamo Pietro.
Qui venni giovane,
Quattr’anni indietro;
Se mi desidera,
Se mi vorrà,
Nella gran bettola
Mi troverà.
Flimann Ed io ritorno a dire
L’istessa verità.
Son di Moscovia ec.
Wambett Lasciate almen ch’io parli…
Czar Ma via, signore, in pace…
Wambett Ma questa è inciviltà…
Flimann Mi lasci, per pietà…
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Czar Leforte, gli artigiani arruola, e vedi
Se giunge il mio corriero,
Che in breve alla Taverna ci vedremo.
Flimann Se t’imbattessi in Marietta, digli,
Che anch’io colà n’andrò fra poco.
Leforte Intesi.
Timoteo (nel ritornare.) Che cos’è sto ciù ciù?…
Leforte Ecco men vado.
(ed, intanto, si ferma titubante.)
Timoteo E quanno?
Leforte Posso andare?
Timoteo E pur è bero,
Chisto me fà passà l’ultimo guajo.
(Partito Leforte, ponendosi ad esaminare Flimann, dice fra se:)
Quanto te vuò iocare,
Che il Pietro in quistione,
È appunto de mia fglia il moschiglione!)
Flimann Come ha fisso in me lo sguardo!
(dando delle occhiate a Timoteo che lo esamina da capo a piedi.)
Sembra aver di me sol cura!
Presso è già la mia sciagura!
Giusto Ciel! Che m’avverrà!
Czar Ferma a guisa di lanterna,
Quella forma da stivale,
Col suo tuono magistrale,
Quanto ridere mi fa.
Timoteo Chisto ride, e me coffea;
Chillo guarda, e mbrosolea;
Ergo il fatto parla chiaro,
Wambett Io sol desidero…
Czar Son di Moscovia…
Wambett Quanto vi prego…
Flimann Mi chiamo Pietro…
Wambett Quanto vi supplico…
Czar Qui venni giovane…
Wambett Ma non lo nego…
Czar e Flimann Se mi desidera,
Se mi vorrà,
Nella gran bettola
Mi troverà.
Wambett Ah! chi le orecchie
Mi vuol prestar
Questo gran chiasso
Per sopportar?
(Lo Czar e Flimann sortono celermente.)
Il lido già credeva di toccare,
E mi trovo di nuovo in alto mare!
(fa per partire, e si ferma ad un tratto)
Oh! che vedo! mia figlia? E cosa vuole?
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Lo si Pietro è chillo llà.
(a Flimann.) Dìmme, un poco, addò sì nato?
Flimann Nella Russia.
Timoteo Ferma ccà.
(allo Czar.) Addò fuste tu figliato?
Czar Nella Russia.
Timoteo Pure llà?
(a Flimann) Tu te chiamme?
Flimann Pietro.
Timoteo Appila.
(allo Czar.) E tu?
Czar Pietro.
Timoteo Pietro pure?
(a Flimann.) Da quant’ha che staje a Zardamma?
Flimann Son quattr’anni.
Timoteo (allo Czar.) E tu?
Czar Quattr’anni.
Timoteo Ah! Mò crepo co sti duje!
Certo io schiatto miezo ccà!
Flimann (Più fortunato evento,
Chi mai potea sperar!)
Czar (Perduta ha già la bussola;
Non sa più navigar.)
Timoteo (Pe scommigliarl’a ramma,
Besogna ammenaccià…)
Orzù, belli figliù…
Czar Ma via, Signore, in pace
Mi lasci per pietà:
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Son di Moscovia,
Mi chiamo Pietro;
Qui venni giovane,
Quattr’anni addietro;
Se mi desidera,
Se mi vorrà,
Nella gran bettola
Mi troverà.
Flimann Ed io ritorno a dire
L’istessa verità:
Son di Moscovia, ec.
Timoteo Na mezza parolella…
Czar Ma via, Signore, in pace…
Timoteo Tantillo de parlà…
Flimann Mi lasci per pietà…
Timoteo Io voglio dicere…
Czar Son di Moscovia…
Timoteo Quanto ve prego…
Flimann Mi chiamo Pietro…
Timoteo Si non ve supplico…
Czar Qui venni giovane…
Timoteo Ma non lo nego…
Flimann Quattr’anni indietro…
Czar e Flimann Se mi desidera,
Se mi vorrà,
Nella gran bettola
Mi troverà.
Timoteo A chi le recchie
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Me vo mprestà,
Sto sparatorio
Pe sopportà!
(lo Czar, e Flimann sortono celermente.)
Scappate se nne so’ le doje terocciole?
Ma nisciuno me leva da la mente,
Ca lo si Canimeo de Marietta,
Sia la perzona incognita e sospetta!
(Va per sortire, e s’accorge che viene Carlotta con Alì.)
Che beco?… Se ne vene ccà Carlotta
Co no viaggiatore!…
E che nce faje?… Sta nenna, che cresciuta
Me l’aggio da bardascia,
E che m’have neappato ncarne, e ossa;
Da che l’ho destinata
Al rimpiazzo del posto vedovile,
Facenno sempe chello ch’io contrasto,
Me fa rosecà chiuove a tutto pasto!
SCENA V.
Carlotta, e Timoteo
Carlotta (correndo verso Timoteo.) Oh alfin vi ho ritrovato!
(gira per la scena.) (Ed il mio Mikailoff è già partito!)
Timoteo Che d’è? M’haje ritrovato?
E comme a no cetrulo m’haje nchiantato?
Carlotta (indicando verso la quinta.)
Wambett e Carlotta.
Carlotta Oh!… Alfìn v’ho ritrovato!
Un signore vi brama con premura. (indicando verso fuori)
Eccolo. (vedendolo arrivare)
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Quel Signore vi brama con premura.
Dev’essere un distinto personaggio!…
Se vedeste… che treno, ch’equipaggio!…
Timoteo Eh! Me ne vaco all’uosemo del paggio…
Carlotta (indicando Alì che viene in iscena.) Eccolo.
SCENA VI.
Alì travestito, e detti.
Carlotta (ad Alì mostrando Timoteo)
È questi il Borgomastro.
Alì (a Carlotta.) Bravo.
Timoteo (Quant’è brutto! Me pare n’architravo.)
Alì Signore a voi m’inchino.
Timoteo Me sprofonno.
Alì Ritorno ad inchinarmi.
Timoteo E io levo mano per non sdellommarmi.
Carlotta (Voglio farlo crepare!)
(saluta anch’ella Alì.)
Alì (saluta Timoteo e Carlotta.) È mio dovere.
Timoteo Ma uscìa a chi saluta?
Alì A voi, non men, che alla ridente stella.
Timoteo (Ridente stella!… Oh cancaro!…
Cà se parla in figura de Rettorica!…
Robba nc’è sotta!…)
(Vedendo che Alì continua a far complimenti a Carlotta.)
Dò… Dò… Sbrigammonce,
E non ce confonnimmo…
Carlotta E questi il Borgomastro.
(mostrandogli Wambett, partendo)
Alì Grazie.
Signore, a voi m’inchino.
Wambett Mi sprofondo.
In che mai posso servirvi? (appressandosi con circospezione)
Alì Dirò; saper m’è d’uopo
Se in tal paese un giovane soggiorna,
Di falegname sotto abbiette spoglie.
Wambett Moscovita?…
Alì E di nome Pietro…
Wambett Pietro!…
Voi pur cercate un Pietro?… Oh! se sapeste,
Per trovarlo, poc’anzi, che ho passato.
Alì E il ritrovaste?
Wambett Nulla ho ritrovato;
Uno però ne ho in vista, e quegli è desso.
Alì Trovatelo! v’è il Turco
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Alì È ver. Distratto
M’avea la bella luna.
Timoteo E io la prego de farme il gran favore,
La luna de lassare,
E nfaccia a chisto Sole da cecare.
Alì Che favellar? Non siete voi d’Olanda?
Timoteo Gnernò, songo de Napole,
Ma siccome mio padre commerciante,
Per varie grosse zelle
Qui fissarsi pensò,
Olanna me smammò, e m’allevò.
(Ora vì quanta cunte aggio da dare.)
Carlotta (sempre guardando la scena)
(Spuntasse il caro bene!)
Alì (lascia Timoteo, e dice a Carlotta.) Amabile fanciulla
Badate ancora voi se arrivi alcuno.
Carlotta La servo volentier, Signor garbato.
Timoteo (Chisto fosse no piezzo concertato!)
Alì (appressandosi a Timoteo in tuono molto grave.)
Di voi mi fido. In breve, qual mi sia,
Dirovvi. Intanto di saper m’è d’uopo,
Se in tal paese un giovane soggiorna,
Di falegname sotto abbiette spoglie?
Carlotta (Sapessi almen dove poter vederlo!)
Timoteo Moscovìto?… E de nomme Pietro?…
Alì Appunto.
Timoteo Oh amico mio p’annevenà sto Pietro,
Si sapisse mo’ nnanze ch’ho passato,
Che il brama seco!…
Wambett Il Turco?
Alì Incaricato
Io son di tale affare!
Wambett (Ah! ora capisco il fatto…
Sì, sì… lo sciagurato
Per qualche cosa ha da essere impalato!)
Alì Che dite?
Wambett Andiamo insieme alla Taverna,
Che là lo troveremo.
Alì Andiamo pure.
Wambett Oggi il giorno è per me delle avventure.
(partono.)
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E manco niente ancora aggio appurato…
Ma già n’ho abbistato uno, e chillo è isso.
Alì (Questi è lo Czar) Voi già Sapete tutto?
Timoteo Tutto, e ve dico pure…
Alì Zitto… silenzio… (gira per la scena.)
Timoteo Che l’afferra?…
Alì (a Carlotta.) Dite?
Siam soli, o vezzosina colombetta?
Carlotta (Così nol fosse!) Sì, pur troppo soli,
Gentile Cavaliero.
Timoteo Non c’è chiù dubbio. Chist’è canneliero.)
Alì Fortuna è già caduta in vostra mano.
Timoteo (Chi m’ha mannato ccà sto ciarlatano?)
Ma mo’ l’acconcio io…
(gira e non vedendo i due armigeri.)
E addò so ghiute
Chelle marmotte?… Oh Diavolo!…
E si chisto me fa quarch’insolenza!…
Alì Zitto… (lo prende per mano.)
Timoteo Silenzio… (È fatto!
Nce simmo!…)
Alì Se colui,
Voi mi fate vedere,
Se parlar mi ci fate, in guiderdone
Tremila pezzi duri, tosto avrete…
Timoteo Tremila!… Pe parlà!… Va… va… vattenne.
(Vi c’aota nzorbia!…)
Alì Il Turco
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Lo brama seco.
Timoteo (sorpreso.) Il Turco!…
Alì Incaricato
Io son di tale affare.
Timoteo (Ah! Mo’ capesco il fatto…
Gnorsì… Chillo scasato!…
Pe quarche cosa ha da essere mpalato!)
Alì Che dite?
Timoteo Jammo nzieme a la Taverna,
Ca llà lo trovarrimmo.
Carlotta Vengo anch’io?…
Alì Sì, sì, ci guidi ancora quel bel pianeta.
Timoteo Che nn’haje da fa, te guida sta cometa.
Alì Dunque venite. Ei già ve l’ha accordato.
Carlotta Fia vero?
Timoteo È pazzo! Chi se ll’ha sonnato.
Carlotta Ebben precedo…
Timoteo Aspè, non ghì co isso.
Alì Pur io?
Timoteo Addò curre?
Carlotta Mi volete?
Timoteo Oh abbisso!
(partono.)
SCENA VII.
Interno di una Taverna ingombra di scranni e tavole. In fondo un giardino, che ne dà l’ingresso.
I falegnami colle loro compagne in vari gruppi beono, e cantano il
seguente.
Lo Czar e Flimann, saranno seduti vicini ad una tavola segregati dagli
altri. I falegnami colle loro compagne in varii gruppi bevono e cantano il
seguente coro.
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Coro Versiamo il liquor,
Beviamo.
Tocchiamo il bicchier.
Di evviva il cantier
Si faccia echeggiar.
Del Prence il valor
Cantiamo.
La fede, l’amor,
Già impressa nel cor,
Torniamo a giurar.
Flimann I tuoi precetti son pur belli e buoni;
(alzandosi alquanto stizzito)
Ma, tel ripeto, amor non vuol ragioni.
Czar Cospetto!… Or dir ben posso
Che di te non vi fu, nè v’ha pel mondo
Amator più impazzito e furibondo.
SCENA ULTIMA
Lo Czar seguito da Leforte, e quindi tutti gli Attori l’un dopo l’altro.
Leforte e detti; quindi tutti gli Attori l’un dopo l’altro.
Czar (sottovoce a Leforte.) Qui t’avanza, e in tuon sommesso, Leforte Signore?
Presto parla, e mi palesa,
Czar Gli artigiani?…
Dell’incarco già commesso,
(alzandosi e conducendolo in disparte)
Il tuo ingegno che mai fe’?
Leforte Arruolati già sono.
Leforte D’artigiani scelto stuolo,
Czar Ed il corrier?
Già raccolsi al tuo comando.
Leforte Non giunse ancora.
L’alto impero, al patrio suolo,
Wambett A voi.
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Ti richiede addurre il pie’.
Czar Taci. Intesi. E ciò mi basta.
Tu la gente, pronto, aduna.
Quando il ciel, la notte imbruna,
Di qui allor si partirà.
Timoteo (sottovoce ad Alì) Senza smorfie, e affettatura,
Uscìa venga appriesso appriesso.
(non trovando Flimann.)
Mo l’amico è muorto ciesso.
È squagliato, non ce sta.
Alì Tanta pena non si prenda;
D’aspettare non mi curo.
Basta ch’ei qui alfin si renda,
Io contento appien sarò.
(Spunta dal fondo della scena Flimann.)
Flimann Lungi ognor dal ben che adoro,
Calma, ovunque, non ritrovo!
S’io non veggo il mio tesoro,
Pace, oh Dio, trovar non so!
Timoteo (accorgendosi di Flimann, dice ad Alì.)
Teccotillo. Chillo è isso.
Alì Vi son grato.
Leforte (dall’altra banda dice allo Czar.) Duenque andiamo.
Czar Or ne vengo.
Alì (appressandosi a Flimann sottovoce.) (Sire!…)
Flimann (sorpreso.) Sire!…
Pietro Flimann io mi chiamo.
Alì Oh perdoni… Mi scordava;…
Che da incognito qui stà.
Mostratevi con aria disinvolta…
Flimann Ecco Wambett…
Czar Il segue un forestiero…
Wambett È quegli… (indicando Flimann ad Ali)
Alì Vi son grato! Sire…
(ad Alì)
(sotto voce a Flimann essendosegli appressato)
Flimann (sorpreso) Sire!…
Pietro Flimann mi chiamo.
Alì Oh, perdonate… obbliava…
Che qui voi siete incognito.
Flimann (Qual altro impiccio è questo!)
Wambett (rimane sorpreso osservando gli amichevoli movimenti fra
Alì e Flimann: Alì qui caverà un foglio)
Inchini!… Bassa voce!… E carte ancora!
Czar (a Leforte) Che mai vorrà da Flimann!
Leforte Non comprendo.
Alì Tutto ciò che il Divano a voi propone,
(presentando a Flimann un plico)
Questo plico contiene.
Flimann (Divano!… Al certo, imbroglio qui ci stà!)
Porgete, che da me poi sarà letto;
Intanto mi potreste
Qui accennar il ristretto.
(lo fa sedere alla tavola ove era prima collo Czar)
Wambett (Più riverenze!… Eppur… corpo di Bacco…
Bravo… così… far deggio…)
Flimann Mikailoffe,
Filiberto, venite ancora voi…
Wambett No, no, che vada ei solo…
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Flimann (fra se.) (Questa è bella in verità)
Czar (piano a Leforte.) Flimann, meco addur vorrei.
Leforte No, non date alcun sospetto.
Alì (a Flimann, dandogli un plico.) Il Divan, che chiede a lei,
Questa carta spiegherà.
Flimann Dia, che poi si leggerà.
(Certo imbroglio vi sarà.)
Timoteo Comm’a n’aseno ncantato.
So rummaso miezo ccà.
(In tal mentre arrivano a tutta fretta Marietta, e Carlotta)
Marietta Ah mio padre!...
Carlotta Ah mio padrone!…
Timoteo Ch’è succiesso?…
Marietta Se sapeste!…
Timoteo Ma che cosa?
Carlotta Se vedeste!…
Timoteo Priesto, appriesso…
Marietta Armi, foco!…
Timoteo Sbapurate…
Carlotta In ogni loco!…
Marietta e Carlotta Ah che dirvelo, narrarlo,
Forza e lena io più non ho.
Timoteo Mò le tozzo a capo, a capo,
E ne faccio un fricandò.
Marietta Già s’inoltra della truppa!…
Carlotta De’ soldati!…
Tutti De’ soldati!!!
Che scena è questa!
Tu meco resta qui…
Czar (Che seccatore!)
Wambett Di quanti qui ne sono
(trattenendo lo Czar)
(prendendoselo a mano e conducendolo in disparte)
Nessun mi persuade;
Ond’io soltanto a te fidarmi voglio,
Per superare alfine un certo imbroglio.
Dèi saper ch’io vado in traccia
D’un incognito soggetto,
E s’è vero un mio sospetto,
Mi dovresti confermar.
Czar Dite pur, che a cento braccia,
Grato sempre a tanto onore,
Schiuderò sincero il core,
Per potervi secondar.
Wambett Di quel Flimann tuo compagno,
Dimmi il vero e proprio stato,
Patria, e nome, col casato,
E che mai qui venne a far.
Czar Il quesito è imbarazzante,
E di scioglierlo ho divieto;
Ma per voi non v’é segreto,
E vi voglio soddisfar.
Wambett (fra sè) (Ah! ci siamo!)
Czar (Or più l’imbroglio.)
Wambett Parla…
Czar In primo…
Wambett Sotto voce…
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Qual nuovo arcano!
Già la mia testa
Girando va!
Czar Egli è un uomo…
Wambett E chi ‘l contrasta?
Czar Piano… adagio… sa il mestiere.
(Arriva un Ufiziale accompagnato da più soldati, e porge un foglio Wambett Son convinto…
a Timoteo.)
Czar Ma non basta…
Ufficiale È per voi, Signor, tal foglio.
Mangia bene…
(Mentre Timoteo legge.)
Wambett E a me che importa?
Tutti Reca un foglio! Che sarà?
Czar Beve meglio.
Timoteo Sta Taverna sana sana,
Wambett Mel figuro!
Piglia e arresta Capità…
Czar Fa all’amore…
Tutti Ma Signore…
Wambett E questo il so.
Timoteo Che Signore;
Czar Sempre dorme… fuma molto…
Me se cerca carcerata
Wambett Ma che c’entra tutto ciò?
Na perzona ch’ha ingaggiata
Czar Per servire a quel che segue
Tanta gente a sta Città;
Ed a quel che vi dirò.
Onn’io tutte quann’arronzo,
Wambett Passa dunque adesso al sodo.
La perzona se saprà.
Czar Ecco… sembra un po’ fanatico.
Capità?… Te sì nchiordato?
Wambett Ma battiamo proprio al chiodo…
Vuò attaccà?… Vuò carcerà?
Czar Ha il cervello poi lunatico.
(L’Ufiziale si dirige verso Marietta.)
Wambett E da capo!…
Chià… chi affierre? Lassa chesta…
Czar E ancor bisbetico,
(Si rivolge a Carlotta.)
E frenetico…
Guè? addò vaje? Che buò fà?
Wambett Eh!… non più.
(indicando Alì.) Piglia chisto.
T’ho capito!… (Che volpone!)
Alì L’Inviato
Czar Che capiste?… Dite su?
Della Porta, rispettate.
Wambett Che un furfante!… che un birbante!
Timoteo (fa un inchino, e segna Flimann.) Chillo llà…
Che una spia ancor sei tu.
Alì Lo Czar è questi.
Czar Ah, vecchiardo scimunito!
Timoteo (saluta, e addita lo Czar.) Gnernò, ccà…
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Leforte (subito.) Lo Czar lasciate.
Timoteo Quanta zarre! Che inviato!
Non me faccio nfinocchià…
(ai soldati) A buje, lesto, alò…
Czar, Flimann, Alì e Leforte Fermate.
D’appressarvi non osate!
Alla Russia/Porta io vo soggetto,
Ed in breve il mostrerò.4
Le parole ben misura!
Wambett E che credi far paura!…
Sì… un birbante… il torno a dir.
Czar Eh!… va al diavolo!… imbecille! (dandogli un pugno.)
Wambett (gridando) A me un pugno!… quale ardir!
Gente! armigeri!… accorrete!…
Tutti (alzandosi e correndo a Wambett) Che cos’è?
Wambett Questo malnato
Un gran pugno m’ha vibrato,
E l’offesa io vo’ punir.
Tutti (Qual trasporto sconsigliato,
Chi sa come andrà a finir!)
Wambett Mani addosso a un Borgomastro!…
Dar percosse ad un dottore!
Oh vergogna!… oh disonore!
Mi congelo al sol pensier!
Tutti tranne lo Czar Via, non più vi riscaldate;
Fu un errore passeggier!
Wambett No, che ciarle affé non compro!
Fu pensato – l’attentato,
Nè obliato, – invendicato
Può il mio torto rimaner.
Tutti Una testa senza logica,
Io non vidi al par di questa!
Sembra barca che in tempesta
Priva sia del suo nocchier.
4 Lo zar, Flimann e Leforte cantano «Alla Russia io vo soggetto…», mentre Alì «Alla Porta io vo soggetto…»
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Wambett Presto ceppi, corde, fruste,
Gabbie, pali; roghi, forche,
Presto, un letto di locuste
Al colpevole offensor.
Tutti Ma sentite, riflettete,
Ponderate, e men furor.
(In tal mentre arrivano in tutta fretta Marietta e Carlotta.)
Marietta Ah, signore!…
Carlotta Ah, caro padre!…
Wambett Che v’avvenne?
Marietta Se sapeste…
Wambett Ma che cosa?…
Carlotta Se vedeste…
Wambett Presto… appresso…
Marietta Armi… fuoco…
Wambett Via… parlate…
Carlotta In ogni loco…
Marietta e Carlotta Ah! che dirvelo, narrarlo…
Forza e lena io più non ho.
Wambett Or bastono tutte due,
Ed il ver così saprò.
Marietta Già s’inoltra della truppa!
Carlotta De’ soldati.
Tutti De’ soldati!!!
Qual scena è questa?
Qual nuovo arcano?
Già la mia testa
Girando va.
(Arriva un Uffiziale accompagnato da soldati, e porge un foglio a
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Wambett.)
Uffiziale È per voi, signor, tal foglio.
Tutti Reca un foglio!… che sarà?
(mentre Wambett legge.)
Wambett Arrestate, capitano,
Quanti sian raccolti qua.
Tutti Ma signore!…
Wambett Che signore!
Mi si cerca imprigionato,
Un cert’uomo ch’ha ingaggiato
Quasi tutta la città.
Onde allor che arresto ognuno,
Questo tal non sfuggirà…
E così?… non vi movete?…
Capitan?… che fate là?
(L’Uffiziale si dirige verso Marietta.)
Pian… lasciate… Non è questa…
(L’Uffiziale si rivolge a Carlotta.)
Dove andate?… Nemmen quella…
(indicando Alì) Qui costui…
Alì Un inviato
Della Porta rispettate.
(Wambett gli fa un inchino, e segna Flimann.)
Wambett No, colui…
Alì Lo Czar è questi.
Wambett Dunque quei…
Leforte Lo Czar lasciate.
Wambett Quanti Czarri!… Che Inviato!…
Non mi lascio infinocchiar!
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A voi, presto. Olà…
Carlotta, Marietta, Alì e Leforte Fermate.
D’appressarvi non osate!
Alla Russia/Porta io vo soggetto;
Ed in breve il mostrerò.5
(ai soldati)
Tutti Come in grembo d’un vulcano,
Volve ed erra il turbo ardente;
Tale incerto per la mente
Il pensier vagando va.
La ragione si confonde,
Che risolvere non sa!
Fine dell’Atto Primo
ATTO SECONDO6
Veduta del Porto, e del Cantiere.
SCENA PRIMA.
Lo Czar, e Leforte incontrandosi.
Czar Ebben? Fido Leforte?
Carlotta, e Leforte
Carlotta Ebben, Signor Leforte,
Come andrà a finir questa facenda?
5 Cfr. nota precedente.
6 Da questo atto, le scene (tranne la prima) non sono più confrontabili, sia per il loro diverso avvicendarsi della storia, sia per l’inversione dei ruoli
di Marietta e Carlotta.
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Leforte È già disciolto l’intrigato nodo;
Il Russo Ambasciador nel suo palagio,
Flimann qual Czar accolse;
Di me, di voi, garante
Si rese al Borgomastro; e in rada un legno
Pronto è a partire d’un comando al segno.
Czar E qual’altra di Mosca avesti nuova?
Leforte Che ognuno a se vi brama,
E che solo i Boiardi, e gli Strelizzi
Mormorando già vanno,
Che tai viaggi in nulla gioveranno!
Czar (colpito.) Vili! Qual folle ardir!… Delitto tanto
Non fia che resti inulto!
A un solo de’ miei detti, de’ miei sguardi:
Cadranno gli Strelizzi, ed i Boiardi!
(a Leforte.) Va, e la nave, in un baleno,
Fa che approdi a questo lido,
Ond’io possa al popol fido
il Sovrano ridonar;
E la colpa, il tradimento!
Vendicare! Fulminar!
Leforte E chi lo sâ?
Tutti dicono che Flimann sia il vero Czar:
L’inviato dalla Porta,
Le ricerche fatte dalla Russia: e in fine,
Tutto il fracasso successo, a motivo di vostro padre,
Credere dobbiamo. Flimann che Pietro ei sia.
Carlotta Certo, matta divento in fede mia.
Ecco papà che a noi sen viene.
Leforte Carlota, addio. (Or di partir conviene.) (parte.)
Carlotta M’ascoltate, Leforte;… Sentite…
Non mi bada,… nemmen mi cura,
Forse del mio papà avrà paura. (parte.)
(Parte Laforte.)
Ma… Che dissi!… E un mio ritorno,
Ria vendetta apporterà!…
No, giammai così bel giorno,
Sdegno ed ira offuscherà!
Con l’obblìo, cotanta offesa,
Il mio cor punir saprà.
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Voci di dentro Viva ognor…
Czar Quai voci ascolto!
Voci (come sopra.) Della Russia lo splendor…
Czar Qui ne vien fra plausi accolto,
Il supposto Imperador.
Leforte indugia ancor…
Io stesso il troverò;
E gloria, onor, valor,
Al trono apporterò!
Non più di barbara,
Sull’emisfero,
Per me la Russia,
Il nome avrà;
Di allori cingersi,
Vedrà il guerriero;
Ogni arte sorgere,
Per me vedrà!
Di questa immagine,
Il sol pensiero,
Mi guida in estasi
Maggior mi fa! (parte.)
SCENA II.
SCENA II.
Timoteo seguito da quattro Armigeri.
Timoteo A voi guappi campioni de Sardamma,
Attiente, sa,… Corrite,
E arronchiate del porto le catene;
Wambett, indi lo Czar.
Wambett Affè, comprendere non sò questa facenda;
Flimann è il vero Pietro!…
E quell’altro chi è? chi mai sarà?
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Dell’Ammiraglio l’ordeno vi ho detto;
Iste, nfratanto io ccà lo Zarro aspetto.
La cosa non è schietta in verità.
Czar (Oh, appunto, ecco il Borgomastro;
(gli Armigeri partono.)
Vò divertirmi un poco;
Mi guarda, e confuso mi sembra:
SCENA III.
Di lei prendiamci gioco.)
Marietta, e Timoteo.
Signor Maggistrato, io vi saluto.
Wambett Buen giorno, uom plebeo.
Timoteo (a Marietta che viene alquanto mesta.)
(Con chè faccia dura qui sen viene!)
Mariè? Che nc’è? Che manco sì contenta?
E con qual sfacciatagine imprudente,
Marietta Felice in ver sarei, se il falegname,
Ti presenti d’innanzi a un Maggistrato,
Or scoverto Sovran, non obbliassse
Dopo d’averlo offesso, e maltrattato?
La fede un dì giurata…
Czar Chiedo perdono;
Timoteo Comme se scorda? E che ghiocammo a scoppole? Di quanto mai commisi, pentito or sono.
Non dubità, lo core già me dice,
Dovrei confidarsi un segreto; mà…
Ch’attenne la promessa,
Non’ hò coraggio di palesarlo.
E che a momenti tu sarraje Zarressa.
Wambett Nò, nò, dica pure;… (Vò un po’ provarlo.)
Eccolo ccà…
Anzi, mi piace di saper
Tutto quanto accorre nel mio villaggio;
SCENA IV.
Via, non ti avvilire; forza, coraggio.
Filmann, vestito da Czar, e seguito da guardie, e detti.
Czar Ebbene: amo, ed’ adoro… la più bella immagine…
Wambett Adaggio, adaggio un poco.
Timoteo S’inchina a voi, Signore,
Lei ama, ed’ adora la… (Oh diavolo!
Colla figlia il maturo genitore.
Che fosse amante di Marietta!)
Flimann Grazie al Signor Timoteo… (Io più non so
Czar Se saperlo volete, io ve la dico schietta.
In qual mondo mi sia!…
Wambett Dica pure.
Mi veggo trasformato in tali spoglie,
Czar È la vostra pupilla…
E la ragione ignoro!…
Wambett Oh! qual sproposito!… tù sposar Marietta?
Ma il modo di sortir da questo intrigo,
Quella creatura che non ama che il suo tutore?
Ho già pensato; e d’uopo è che il palesi
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Alla cara Marietta…
Potessi mandar via quest’imbecille!…
Borgomastro… Vorrei da qui a poch’ore,
Pronto un cavallo da maneggio.
Timoteo È fatto.
Mo zompo a fa nzellà no baio-sauro,
Che corre, va de passo, trotta, e bola.
(Se mpararrà a fa pure il cacciamola.) (parte.)
Che per mè si strugge d’amore;
E che un giorno sarà la mia delizia,
L’amabile compagna dè giorni miei?
Ché lei sola, vive il mio core in petto…
Czar Basta non più. (Vecchio maledetto!) Mà…
Wambett Zitto.
Czar Almeno…
Wambett Non più parole.
Vedete qual figura
Vorrebbe soverchiar la mia presenza,
Il mio candore…
Czar Basta così, Signore.
Appien conosco la tua trama,
E impedir saprò il tuo disegno.
Wambett Via, non metterti in impegno;
Sei un povero meschin; cosa vuoi fare?
Czar Or mai finisca questo scherzo;
Altrimenti, pentire ti farò di tanto chiasso,
E il capo contro al muro qui ti fracasso.
Tù mi deridi, oh sciocco?
Conosco il tuo disegno,
Dal mio furor indegno
Nessun ti salverà.
Wambett Cos’hai, diventi matto?
Perchè questo furore?
Di Saardam un pretore
Di tè timor non hà.
Czar Un’asino tù sei.
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Wambett Un’asino sarà lei.
Czar Forse co i’ tuoi plebei, ti credi di parlar?
Wambett A mè così si parla, con questi accenti rei?
Sentir te ne farei, se fossi via di quà.
Czar Ah! mentre alla vendetta
Mi spinge il mio furore,
Sento per tè nel core
Un senso di pietà.
Wambett Se scappo da costui,
Grand’uomo affè son’io:
Ah! che il coraggio sia mio
Mancando ognor mi và.
Czar Senti; se mi cimenti.
Più non vivrai,
Se oltraggerai
La mia onestà.
Wambett Così si parla al Maggistrato?
Al mio rispetto hai tù mancato:
Se ancor qui seguiti a fare il matto,
Al tribunale vado nel fatto,
E la giustizia vado a implorar.
Czar Ah no, deh, ascoltami…
Wambett Non c’è pietà.
Czar Perdon ti chiedo…
Wambett Perdon non v’à.
Già vado a fuoco qual nuova Troja,
Il birbo muoja senza pietà.
Czar Ah! dalla risa scoppiar mi sento,
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Non so più reggere dal mio contento;
Da cento furie è preso già.
Wambett Si è fatto pecora il malandrino;
Già lo prevede il suo destino,
O presto, o tardi la pagherà. (partono.)
SCENA III.
Sala con porta in mezzo.
Lo Czar seguito da Alì.
Alì Lo Czar adunque?…
Czar Io son… Ma un tal segreto
Non vo’ che si palesi,
Infin ch’io rieda in seno al patrio Impero…
Quanto il Divan richiese,
Mi è grato secondar. L’arcano intanto,
Flimann blandendo conservar dovete.
Eccolo, ei vien. Non date alcun sospetto.
M’intendeste?…
Alì M’è legge un vostro detto. (Lo Czar parte.)
SCENA IV.
Flimann in abito militare è seguito da Guardie, ed Alì.
Alì Viva ognor fra la gloria e lo splendore
Della Russia il sovrano Imperadore.
Flimann A tanto onor sarò mai sempre grato.
(In qual mondo mi sia
Non so davver. Mi veggo trasformato
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In tali spoglie, e la ragion ne ignoro.)
SCENA V.
Alì, Flimann e Marietta.
Marietta (Eccolo! Oh, come amore
Più bello me lo rende e caro al core!)
Flimann E dessa.
Marietta Al russo Imperador mi prostro.
Flimann Grazie. (Potessi mandar via costui.)
Col suo legno, signore,
Partir io bramerei da qui a poch’ore.
Alì (Ho compreso. Importuna
È a lui la mia presenza.)
Vado tutto a dispor per la partenza. (parte)
Marietta Anch’io n’andrò.
Flimann Ti ferma.
Marietta (Ei m’ama ancora!)
Flimann Veggiam se alcun ne vien…
(gira per la scena)
Marietta (Che sarà mai!…)
Flimann T’appressa.
Marietta (Il cor mi batte.)
Flimann Mio bene, un rìo destin vuol ch’io ti perda!
Marietta (Che intesi! Ahi, sventurata!)
Flimann Non più vederti io deggio!…
Marietta E come?…
Flimann Mentre Amore
Ai nostri voti arride,
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Gli annulla un fato avverso, e ci divide.
(Gira per la scena onde osservare se vi fosse alcuno, quindi appressandosi a Marietta)
Allor che tutto tace
In grembo a un dolce obblìo,
Io sol, bell’idol mio.
Fra l’ombre partirò,
E a te lasciando il core,
Di qui m’involerò!
Marietta (fra se.) (Un gelo per le vene
Mi corse a quell’addio!…
Lontan dall’idol mio,
Più pace non avrò;
E a lui pensando ognora,
Nel duol mi struggerò!)
Flimann Tu piangi…
Marietta Ah! quella mano,
Lasciate almen che in pria…
Flimann La mano!…
Marietta Ad un sovrano?…
Flimann T’inganna un tanto error…
Mi trasse in tal figura,
Un caso da romanzo!…
Ma sappi, t’assicura,
Io sono un disertor.
Marietta (colpita.) Che ascolto! Oh Ciel! Qual fulmine!
Deh non lasciarmi…
Flimann Ah pensa,
Che il fallo mio svelandosi
Qui, morte incontrerò.
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Marietta Ed io la morte istessa,
Qui, teco affronterò!
Flimann Non più. Vincesti, oh cara!…
Marietta Ebben?…
Flimann Non partirò!
Marietta e Flimann Da te lontana
Quest’alma amante,
Un solo istante
Giammai sarà;
E fin di vita
Nell’ore estreme
Un’urna insieme
Ci accoglierà. (partono.)
SCENA V.
Carlotta.
Carlotta Ingrato Mikailoff! Ah dove sei?
Oh me infelice! Il piede in ogni loco,
Io traggo invano e invano ognor t’invoco! (rimane pensosa.)
SCENA VI.
SCENA VI.
Carlotta e Timoteo.
Wambett seguito da quattro Armigeri.
Timoteo Ho eseguito il commanno cavallino…
(accorgendosi di Carlotta.) Uh! Carlò, e ccà che faje?
Carlotta Piango il mio fato!
Timoteo E sempe co sto flato?
Wambett Prodi campioni!… Attenti veh! Correte,
E tirate del Porto le catene;
Dell’Ammiraglio l’ordine v'ho detto.
Andate. (gli Armigeri partono.)
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E fammete vedè na vota allegra!…
Figliema sposarrà…
Carlotta Me ne compiaccio.
Timoteo E ghiarrà pure a nozze na perzona…
Carlotta Chi mai? (L’ho già capito.)
Timoteo N’ommo che onne chiù de n’anniciello,
Ma tunno, panzatiello,
E curto, co na faccia quanto un piatto.
Carlotta E chi brama impalmar? (Or viene al fatto.)
Timoteo Na guaglioncella, acconcia, friccicante,
Ch’è quant’a na pupata,
Ma de pepe e malizia assaje mporpata.
Carlotta Vera coppia da movere le risa!
Timoteo E pecchè?
Carlotta Perchè quella giovanetta
A fianco a un uom d’età,
un singolare ecclissi formerà.
Timoteo E pure si nce faje reflessione,
Non truove tanto sconceca st’unione:
Na cosa minutella
Aonita a na colonna faodiante,
Te da sempe quel bello chiaroscuro,
Com’all’erva che nasce in faccia al muro.
Carlotta (ostentando furore.) Ah no, non son persuasa!…
(girando per la scena.) Dov’è?… Dov’è…
Timoteo (sorpreso.) Chi maie?…
Carlotta Quest’infelice,
Ch’è tratta a un sacrifizio!…
SCENA VII.
Wambett e lo Czar.
Czar (Qui Wambett!)
Wambett (in tuono) Oh, signorino!
Per l’appunto di lei moveva in traccia.
Dovete ritrovarvi
In men d’un quarto d’ora
In casa mia…
Czar Non occorr’altro.
Wambett Addio. (parte)
Czar Aspettami, che vengo…
SCENA VIII.
Lo Czar e Leforte.
Czar Ebben? Fido Leforte?
Gli artigiani?
Leforte Son pronti; e in rada un legno
Approderà d’un vostro cenno al segno.
Czar Fa d’uopo pria di tutto,
Rendere Alì d’un tal disegno instrutto.
Ma dì, giunse il corriero?
Leforte In questo istante.
Czar E quale
Di Mosca avesti nuova?
Leforte Che ognuno a sè vi brama,
E che solo i Bojardi, e gli Strelizzi
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Timoteo E che buò fa?…
Carlotta Vo’ dirle,
Che rifiuti un tal nodo;
Che mi additi l’audace pretensore;
Ch’io qual di lei campione,
(quasi andandogli addosso.)
Saprà strozzar quel brutto bertuccione!…
Timoteo Oie Carlotta… Carlò…
Carlotta (rimessa.) Deh mi scusate.
Timoteo Che buò scusà? Tu mierete varrate!…
(E aggio parlato sempe
N’terza persona, e m’è succiesso chesto?…
E sì l’avesse ditto po’ lo riesto!…)
Carlotta Che! Vi siete crucciato?…
Timoteo E co ragione …
Tu subbeto t’allumme?
(S’è già dolcificata…
Ora mò nce lo ghietto,
A chello che ne vene…)
Orzù Carlò te voglio parlà chiaro,
Ma non te piglià collera.
Carlotta Dite pure…
Timoteo Rimasto essenn’io scapolo,
Sin da quanno schiattò, salute a noi,
La mia cara metà Donna Vittoria,
Di sempre infelicissima memoria,
Teco nguadia’ vorria, che un fricassè
Nn’haje fatto de sto core.
Mormorando già vanno,
Che tai viaggi in nulla gioveranno!
Czar Vili! Qual folle ardir!… Delitto tanto
Non fia che resti inulto!…
A un solo de’ miei detti e de’ miei sguardi:
Cadranno gli Strelizzi, ed i Bojardi!
Va, e la nave, in un baleno,
Fa che approdi a questo lido,
Ond’io possa al popol fido
il Sovrano ridonar;
E la colpa, il tradimento!
Vendicare! Fulminar! (Laforte parte.)
Ma… Che dissi!… E un mio ritorno,
Ria vendetta apporterà?
No, giammai; così bel giorno,
Sdegno ed ira offuscherà.
Con l’obblìo, cotanta offesa,
Il mio cor punir saprà.
Voci di dentro Viva ognor…
Czar Quai voci ascolto!
Voci (come sopra.) Della Russia lo splendor…
Czar Fra gli onori e i plausi è accolto
Il supposto Imperador.
Leforte indugia ancor…
Io stesso il troverò;
E gloria, onor, valor,
Al trono apporterò!
Non più di barbara,
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Carlotta V’ingannate, o Signor, siete in errore.
Senza tanti complimenti,
Senza farvi più mistero,
Ecco in breve il mio pensiero;
State attento ad ascoltar:
Se lo sposo non mi garba,
Se non quadra la mia mente,
Vel confido francamente;
Non mi voglio maritar.
Timoteo A quatt’uocchie, e in confidenza,
Siente buono figlia mia,
Che predice Casa-Mia
Nell’articolo sposar:
Maschi a surze nasciarranno,
Donne a lava sguigliarranno,
E chi mo non se provvede,
Se potrà pò ventiar.
Carlotta Non mi curo – del futuro,
Ne avverrà – quel ch’avverrà.
Timoteo Vì ca rieste po a lo scuro,
Siente a me, non la sgarrà.
Carlotta Chi pretende la mia mano,
Ei l’aspira, al certo, invano,
Se non offre in un compendio
Cento cose – graziose…
Timoteo Sì? E sarriano?
Carlotta Per esempio:
Due gambette dritte, e snelle…
Sull’Emisfero,
Per me la Russia,
Il nome avrà;
Di allori cingersi,
Vedrà il guerriero;
Ogni arte sorgere,
Per me vedrà.
Di questa immagine,
Il sol pensiero,
Mi guida in estasi
Maggior mi fa! (parte.)
SCENA IX.
Veduta del porto, e del Cantiere.
Marietta sola.
Marietta Le promesse di Flimann,
La sua giurata fede
Rasserenan quest’alma
Ma non le rendon la perduta calma. (rimane pensosa.)
SCENA X.
Marietta e Wambett.
Wambett Cara la mia pupilla!… E qui che fai?
Marietta Piango il mio fato!
Wambett Eh!… lascia questo pianto,
Vorrei vederti una sol volta allegra.
Marietta Non è possibil.
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Timoteo Che ne faje de doje stanfelle?
Carlotta Poca pancia, vita stretta.
Timoteo Che nc’affierre a na paletta?
Carlotta Occhio vivo, un bel nasino,
Volto alquanto minutino…
Timoteo Questo è un vero scoppettino!
Addò maje lo può trovà?
Carlotta L’ho trovato, – e gli ho giurato,
Già costanza e fedeltà.
Timoteo Insolentissima!
Vocca de vipera!
Co tant’audacia,
Lo buoie vantà!
Carlotta Io non so fingere,
Son così semplice,
Ciò ch’è nell’anima,
Sul labbro sta!
Timoteo No fracasso si mo faccio, –
Che ne caccio, – mmiezo ccà?…
Ma si trica, e po me sboto, –
No revuoto – nce sarrà!
Carlotta Far dell’ira tanta prova,
A che giova? – Di che sa?
Non mai vince, e sempre perde, –
Colla verde – vecchia età!
(Partono da lati opposti.)
Wambett Come?
Mia figlia sposerà…
Marietta Me ne compiaccio!
Wambett E a nozze andrà pur anco una persona…
Marietta Chi mai?… (L’ho già capito!)
Wambett Un uom che conta, è ver, più d’un annetto,
Ma sano, rubicondo, floridetto…
Marietta E chi brama sposar?… (Sentiam che dice.)
Wambett Una ragazza bella, snella, amabile,
Simpatica, garbata,
A disastro comun, nel mondo nata.
Marietta Non vi capisco troppo.
Wambett Marietta, parlar chiaro alfin ti voglio,
Ma non andar in collera…
Marietta Dite pure…
Wambett Rimasto essendo incolume,
Sin da quando morì, salute a noi,
La mia cara metà, Donna Vittoria,
Di sempre infelicissima memoria;
Or sposarti vorrei, con tutto il core.
Marietta Che mai dite, signor, siete in errore.
(Duetto)
Marietta Voi sposarvi a mè volete?
Brutto, vecchio, impertinente;
Orgoglioso, e bueno a niente,
Vi vorreste a me sposar?
Ah! da ridere mi viene
Con quel muso in verità;
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D’un vechiaccio come voi
Non saprei che me ne far.
Wambett Brutto, vecchio, impertinente,
Orgoglioso e bueno a niente?
Il tutore così tratti?
Cosi dunque mi maltratti?
Se ti dissi di sposarti,
Te lo dissi per burlar.
D’una donna impertinente
Non saprei che me ne far.
Marietta Dunque voi mi deridete?
Wambett Voi sposar non mi volete?
Marietta Brutto, vecchio!…
Wambett Insolente!
Marietta Ah vecchiaccio…
Wambett Impertinente,
Marietta Se di più voi m’oltraggiate,
Io pentir ve ne farò.
Wambett Se più ardisci d’oltraggiarmi,
Io pentir te ne farò.
Marietta Or, fingiamo un po’ di piangere
Per poterlo corbellar.
Wambett Ora il duro voglio fare,
Per potermi vendicar.
Marietta Ah, pupilla poverina,
Maltrattata, ed oltraggiata,
Dal tutore corbellata!
Questa è troppa crudeltà!
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Wambett Deh, non pianger, mia carina,
Via, t’accquieta, sii buomina;
Tutto io dissi per scherzare,
Se tù vuoi, la mano è quà.
Ah, pupilla mia carina,
Via, non pianger, sii buonina;
Tutto dissi per scherzare;
Se tù vuoi, la mano è qua.
Marietta Dunque voi?…
Wambett Son pentito.
Marietta Esser volete?…
Wambett Il tuo marito.
Marietta Ma, davvero?
Wambett Si, sicuro.
Marietta Lei mi burla…
Wambett No, lo giuro.
Marietta E vorreste a mè sposarvi?
Wambett Si, mio bene, eccomi quà.
Marietta Ah, vecchiaccio maledetto,
Vá, buffone; crepa, schiatta;
Presto, vanne di quà, stratta,
Vanne il diavolo a sposar.
Brutto, vecchio, maledetto,
Presto vanne via di quà.
Wambett Come và questa facenda?…
Cosa son codeste scene?…
Ah! la bile su mi viene,
Non mi posso più frenar.
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Dalla rabbia, e dal dispetto
Ora crepo, e crepo quà. (partono.)
SCENA XI.
Flimann solo.
Flimann Mi disse or or Carlotta,
Che il padre già decise
Farla moglie di Brown, e Marietta
Prender egli in consorte,
E che le doppie nozze
Debbon succedere in quest’oggi istesso…
Ahi!… che questo pensiero
Rende il mio stato ognor più atroce e fiero.
SCENA ULTIMA.
Lo Czar, poi Flimann, ed in seguito tutti gli attori un dopo l’altro.
Czar Qual colpo! Giusto Ciel! Son tratte al suolo
Del Porto le catene!
Come adunque fuggire da queste arene?…
Flimann M’inganno? Mikailoff? A che sì mesto?
Czar Partir vorrei, nè ciò mi vien concesso!
Flimann Vedi fortuna! Io che n’andar potrei,
Mel vieta amor.
Czar Che dici?
Flimann Della Porta
Il Legato, mi offerse pel viaggio
Flimann Gente s’appressa.
Czar Inopportuno arrivo…
Marietta e Carlotta alla testa dei falegnami, e Wambett in mezzo a
Leforte ed Alì vestito da ambasciatore.
Leforte Eccolo. (indicando lo Czar a Wambett)
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Le vele del Sultano,
Ma star non so dal caro ben lontano!…
Gente s’appressa…
Czar (Inopportuno arrivo!)
Alì È quegli. (come sopra)
Wambett (Un nuovo scoprimento!
Se durasse anche un po’ questo accidente
Io pazzo diverrei sicuramente.)
(Marietta e Carlotta alla testa delle contadine, e de’ falegnami) (volto allo Czar) Di tutto essendo a giorno,
Marietta (con simulazione a Flimann.) Sire…
Di Saardam l’ammiraglio
Carlotta (allo Czar.) Mio Pietro…
Fra poco ei qui verrà,
Czar (non curandola.) Addio…
Onde far imbarcare,
Marietta (come sopra.) Ognun suoi voti porge…
Con quanta gente occorre
Carlotta (guardando lo Czar.) (Ei non mi cura!)
Vostra maestà!…
(Dal fondo della scena viene Leforte in mezzo ad Alì vestito nel Tutti Maestà!…
suo carattere, e Timoteo.)
Czar Sì, amici, alfìn mirate,
Leforte (indicando lo Czar ad Alì, e Timoteo.) Eccolo è quegli…
(aprendo l’abito e mostrando i suoi distintivi)
Alì (Oh inganno!)
Quell’io mi son, che sulla Russia impera.
Timoteo Aggio perduto
Flimann e Marietta Signor…
La capo e il misinterio.
Czar V’intendo. Amor vi avvinse un giorno,
Marietta (a Flimann volendo indicare la gente che cerca fargli Consorti or io vi annoderò. Dell’armi
omaggio.) Mirate. (nel volgersi trova Timoteo.)
Il fallo a te perdono,
Timoteo Che mirà? Zitto, e silenzio.
E già delle mie navi il duce sei.
(poi vòlto allo Czar.) Me nanna ccà mperzona,
Marietta e Flimann Me felice!
De Sardamma lo Gran Governatore,
Wambett Ma… sire… io… non…
Pe conzignarve chisto disertore.
Czar Tacete.
(indicando Flimann. Sorpresa di tutti.)
Marietta Oh Cielo!
Flimann (Io son perduto!) Ma…
Timoteo Silenzio.
(allo Czar.) Isso mo vene ccà per fà mmarcare,
Co quanta gente accorre,
Vostra Maestà… (sorpresa come sopra.)
Non mai vi amò Marietta, e lo sapete.
Tutti: Brilli pure un sì bel giorno,
Il contento in ogni petto,
E la gioia ed il diletto
Sieda e regni in ogni cor!
Marietta Quanto grata a voi quest’alma
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Tutti (Maestà!)
Flimann (a Timoteo.) Lo Czar! E fia pur vero!
Timoteo Tanto vero, ch’aje fatto zero nero!
Czar (aprendosi l’abito, e mostrando i suoi distintivi.)
Sì, amici, alfin mirate,
Quell’io mi son, che sulla Russia impero,
E che pel suo splendore,
Traendo in lidi estrani vita oscura,
Di scienze e d’arti m’acquistai coltura.
Or di lasciarvi è forza…
(approda il Vascello del Sultano.)
Ecco le vele dell’Odrisia Luna,
Che addurmi brama, ed amistà desia.
Marietta e Flimann Signor…
Czar V’intendo. Amor vi avvinse un giorno,
Consorti or io vi annoderò. De l’armi
Il fallo a te perdono,
E già delle mie navi il Duce sei.
Marietta e Flimann Me felice!
Timoteo Carlò, che chiù nce pienze?
Carlotta (Ed io d’amor per lui parlava invano!)
Timoteo La zampa vuò mollà?
Carlotta Questa è la mano!
Tutti fuor che lo Czar Brilli pure in sì bel giorno,
Il contento in ogni petto,
E la gioia, ed il diletto,
Sieda e regni in ogni cor!
Viva ognor sì gran Sovrano,
Di mostrarvi appien vorrei
Ma non han gli accenti miei
Tanta forza di spiegar.
Coro Viva ognor si gran Sovrano
Fra la gioja e lo splendor
E sul margo della Neva
Viva eterno al suo valor.
Marietta La pura calma che riede all’alma,
Col suo bel raggio sperar mi fà.
Che gnor la pace figlia d’amore,
Intorno al core sorriderà.
Coro Non mai la face d’un fido amore,
Nel suo bel core s’estinguerà.
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Fra la gloria, e lo splendor;
E sul margo della Neva,
Viva eterno il suo valor.
Marietta (allo Czar.) Quanto grata a voi quest’alma,
Dimostrarvi appien vorrei,
Ma non han gli accenti miei
Tanta forza a dispiegar.
La pura calma,
Che rede all’alma,
Col suo bel raggio
Sperar mi fa,
Che ognor la pace
Figlia d’amore,
Intorno a core
Sorriderà.
Tutti Non mai la face
D’un fido amore,
Nel suo bel core
Si estinguerà.
Fine
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Il borgomastro di Saardam