SCUOLA DELL’INFANZIA ANTONIO TAMBOSI DI TRENTO
PROGETTO EDUCATIVO 2015-2016
È più bello insieme
Spesso si confonde il “nuovo” con il “meglio” ma non sempre questo è giusto e opportuno. Occorre avere
l'onestà di riconoscere che se un progetto, un tema, un filone d'interesse sono ricchi di stimoli per i bambini e
accendono in loro il gusto della scoperta, la voglia di chiedere, di fare e di capire, può essere utile e proficuo
non voltare completamente pagina.
Con questa convinzione abbiamo deciso di proseguire il percorso iniziato nell'ultimo anno scolastico sul tema
“Ci sono anch'io per te”, dando al progetto educativo 2015-2016 il titolo: “È più bello insieme”. Cosa vuol
dire? Che riuscire in un gioco, o sapersi esprimere attraverso un disegno, oppure utilizzare le parole o i
linguaggi del corpo come la danza, o cimentarsi nel canto o con la manipolazione di oggetti, trovarsi a dover
fronteggiare piccole difficoltà, e perfino l'atto quotidiano del mangiare, si vivono in modo molto diverso se si
è da soli o se se si è insieme ad altri, se si può contare solo sulle proprie forze o sulla condivisione, il
sostegno e la compagnia di altri. Soprattutto la scuola dell'infanzia ha il compito, che la famiglia non può
agevolmente sostituire, di promuovere le relazioni dei bambini tra loro e con altre persone, a partire dagli
adulti che sono gli insegnanti e il personale ausiliario all’interno della scuola, dai propri cari, dagli amici e di
conoscenti. Puntando sulle relazioni, oltre a favorire l’arricchimento umano facendo emergere l'identità
personale dei bambini, ma si facilitano i processi di apprendimento, perché solo nella sicurezza e nel calore
del rapporto con le figure adulte delle insegnanti ci si sente valorizzati e “passano” anche le conoscenze.
Questo è il compito educativo primario della scuola. Questa è la sfida dell’educazione che solo con la
collaborazione della famiglia può essere vinta. Ecco il significato del nostro titolo: “È più bello insieme”.
Perché, come scriveva il grande poeta Pablo Neruda, “ognuno ha una favola dentro, che non riesce a leggere
da solo. Ha bisogno di qualcuno che, con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti”.
LE NOSTRE SCELTE EDUCATIVE: ORDINE, RISPETTO E… ATTESA
Ancora valide e non esaurite per noi, sono le tre parole chiave del progetto dell’anno scorso - ordine,
rispetto, attesa – corrispondenti a tre obiettivi fondamentali verso i quali orientare i bambini. Ordine, rispetto
e attesa sono tre facce della stessa medaglia, tre aspetti distinti e complementari di un unico processo di
crescita della personalità che si concretizza e dimostra nel modo di porsi di fronte a varie situazioni: ad
esempio imparando sia a “fare da soli” sia ad aiutarsi a vicenda tra bambini nella cura della persona, o
acquisendo l’abilità quotidiana dell’indossare il grembiule, di allacciarsi i vestiti, di lavarsi le mani.
ORDINE E RISPETTO COME… AUTONOMIA E RESPONSABILITÀ
Coltivare l’ordine, il rispetto e l’attesa conduce i bambini a sviluppare una certa autonomia, vale a dire la
progressiva capacità di gestire e organizzare gli spazi scolastici, di sezione e comuni. Si alterneranno per
questo settimanalmente piccoli gruppi ai quali verrà chiesto di assumersi il compito di accertarsi che tutti i
giochi e gli angoli siano sistemati. Ma ordine, rispetto e attesa vogliono anche dire maturare un senso di
responsabilità. Responsabilità di cui dar prova nella realizzazione di attività pratiche utili a tutti, come ad
esempio l’apparecchiare, con le procedure che questo implica: conteggio dei bambini, sistemazione della
tovaglia, distribuzione delle stoviglie e dei compiti di ciascuno. Investire sui temi dell’ordine, del rispetto e
dell’attesa richiede infine attenzione e concentrazione, che possono essere sollecitate anche con la proposta di
attività didattiche organizzate in piccoli gruppi, misti per età, all’interno dei quali intervenire ma anche
imparare a lasciare spazio e tempo agli altri e a collaborare per la risoluzione di un problema, per la
ridefinizione di spazi scolastici o di iniziative della sezione o della scuola (ad esempio la messa a punto di
materiali, di inviti, di lettere, ecc.).
ORDINE E RISPETTO COME… CAPACITÀ DI ATTENZIONE
Il presupposto di metodo, vale a dire la strada per perseguire gli obiettivi educativi dell’ordine e del rispetto,
consiste nella capacità di attenzione. I bambini possono interiorizzare e avere consapevolezza
dell’importanza dell’attenzione quando si confrontano con le regole, e sono aiutai a capire l’importanza delle
regole quando vengono proposte loro esperienze di gioco: gioco libero e gioco di regole.
Nel gioco libero possono infatti nascere conflitti o discussioni per la scelta o la conduzione dell’attività
ludica. Con pazienza e varie mediazioni favorite dall’insegnante, i bambini colgono che il “bello” delle
regole consiste nel permettere di stare bene insieme (“è bello insieme”, appunto). L’insegnante può facilitare
le mediazioni e predisporre un ambiente che aiuti i bambini a gestire e a superare eventuali difficoltà e
conflitti (le medaglie per il gioco in casetta).
Per giochi di regole intendiamo i giochi di società a tavolino, dove il bambino gioca con altri amici
rispettando turni e regole (memory, tombola, giro dell’oca, domino, scacchi). Anche durante una seduta di
psicomotricità vi è una libertà di gioco dentro una cornice di poche e chiare regole condivise e ribadite ogni
volta.
ATTESA COME… VIVERE BENE IL TEMPO CON SE STESSI E GLI ALTRI
Quest’anno la volontà di sviluppare l’esperienza dello stare insieme come esperienza del “più bello”, dopo
aver approfondito il significato dell’ordine del rispetto, vogliamo sottolineare in particolare il valore
educativo dell’attesa. L'attesa è qualcosa di molto speciale: a volte è carica di emozione al punto da non
saperla sostenere e può diventare impazienza, ansia (es. i distacchi e i ricongiungimenti genitoriali…); altre
volte è piacevole, piena di speranza fino ad apparire magica (come nel periodo dell'Avvento). Nell'ambiente
sociale e in quello scolastico dove rimaniamo gran parte della giornata, ci si trova spesso in attesa: vi sono
infatti le turnazioni di ruoli, vi è il tempo della sosta negli spazi condivisi, vi sono successioni di parola o
attenzioni individuali, vi è la necessità di utilizzare oggetti comuni in modo ordinato e rispettoso degli altri.
ATTESA COME… SAPERSI ASPETTARE
L'attesa fa emergere quindi i limiti, la propria fragilità e va accettata con serenità come parte della vita. Il
tempo dell'attesa è astratto per i bambini, è sempre troppo dilatato, fluttuante, dai contorni indefiniti,
inafferrabili, è necessario renderlo riconoscibile e proporlo velato di concretezza. Le attese, grandi o piccole
che siano, sparse un po' qua un po' là, tra le tante cose che si succedono nella giornata, vanno riconosciute: è
necessario che far notare ai bambini il tempo che hanno aspettato, spingendosi a cogliere in esso non solo la
fatica ma anche l'importanza. Le attese non sono tutte uguali, quelle molto lunghe è meglio preannunciarle
prima. Le attese si possono anche paragonare tra loro per trarne un pensiero condiviso. Altre si possono
esplicitare, sottolineare o ampliarne il significato utilizzando, le storie sociali: “ Aspettami! .. Aspetto
anch'io, allora... Ti stavamo aspettando, ... Io, l'aspetto io, ... Possiamo aspettare in tre? ...” La scuola con le
proposte educative e le tante persone che la compongono induce a scoprire e conoscere una capacità in
più, quella di imparare ad aspettarsi.
L’IMPORTANZA DELLE ATTIVITÀ DI ROUTINE
Le attività di routine costituiscono una serie di momenti che si ripresentano nella giornata in maniera costante
e ricorrente, caratterizzati da cura, benessere, intimità e relazione affettiva. Possiedono una valenza
importante rispetto ai tempi e al succedersi delle diverse situazioni nella giornata a scuola.
L'Appello ha un ruolo fortemente socializzante in cui il bambino valorizza, riconosce se stesso e gli altri
raccontando agli amici le proprie esperienze e manifestando le proprie emozioni.
Il Bagno è un momento di conquista dell'autonomia. Rappresenta il primo passo verso la pratica di corrette
abitudini igienico-sanitarie per acquisire una maggiore stima di sé.
Il Cartellone Degli Incarichi, che indica a chi sono affidati di giorno in giorno i ruoli del cameriere in aula e
in sala da pranzo, aiuta a sviluppare nei bambini il senso della cura delle cose di tutti, della responsabilità
verso gli altri e il piacere della gentilezza.
L'Apparecchiatura della sala da pranzo avverrà secondo i turni individuati da ogni sezione, prestando
attenzione al compito assegnato a ciascuno.
Il Pasto è un momento che ha grande valenza educativa nella nostra scuola, un momento “atteso” dove
“ordine e “regole” sono indispensabili perché sia vissuto bene. Un momento in cui puntiamo a stimolare l'
autonomia di ogni bambino nel rispetto di norme semplici ma costanti, come ad esempio lo stare seduti
tranquilli, senza disturbare gli altri (rispetto) ed l’utilizzare le posate in modo appropriato. L’obiettivo è
accompagnare i bambini a “sentire” e poi piano piano ad intuire e a capire che il pranzo è davvero “bello
insieme”, in cui si sta tutti a tavola nello stesso momento non solo per mangiare ma anche per condividere il
piacere della convivialità che sta alla base della possibilità di gustare ancor di più il cibo preparato dalla
cuoca e dalle altre collaboratrici nel corso della mattinata, cucinato con amore e servito in tavola.
Il Sonno rappresenta il momento della sospensione necessaria dopo il lavoro della mattinata, è un momento
che deve essere vissuto serenamente, uno “stacco” calmo e disteso dalla realtà e per questo è sempre
preceduto dal racconto di una fiaba o da una musica rilassante, per aiutarli ad addormentarsi il più
tranquillamente possibile.
Il Canto è un momento piacevole, “bello insieme”, di espressione condivisa di sé con gli altri. I bambini
percepiscono il ritmo e la scansione del tempo ed imparano a modulare la voce, memorizzano parole in un
contesto giocoso e divertente.
Le Letture sviluppano nei bambini i tempi di attenzione e di attesa positiva del prosieguo di ogni storia,
creano l'abitudine all' ascolto, sollecitano la capacità di immaginare. Oltre a tutto ciò la lettura arricchisce il
lessico e la capacità espressiva verbale dei bambini.
Il Gioco Libero e il Gioco Guidato sono momenti nei quali si può scegliere quali giochi fare e con chi;
momenti in cui si impara a stare insieme agli altri, anche a litigare senza per questo scontrarsi violentemente,
per imparare ad accettare le conflittualità. Non è infatti educativo né utile evitare o censurare frettolosamente
i conflitti fingendo che non esistano e che non accadano, perché i conflitti nella vita, anche in quella dei
bambini, e specialmente durante il gioco, sono inevitabili. Si tratta piuttosto di imparare a gestire questi
momenti in modo non violento ma corretto e possibilmente utile per capire ancor meglio se stessi e gli altri.
Per capire quanto sia importante e “bello” rispettare tutti e ciascuno delle regole. Per questo il ruolo
dell’insegnante e dell’adulto nella scuola sono importantissimi: solo grazie al loro intervento e alla loro
mediazione i bambini possono superare la tentazione di trasformare un litigio e la conflittualità in scontro
fine a se stesso e dannoso. Solo l’intervento dell’insegnante può trasformare il conflitto in una formidabile
occasione educativa e di crescita per il bambino. Di grandissima importanza è poi per i bambini imparare
attraverso il gioco ad accettare senza traumi l’errore, il fallimento, la sconfitta. Giocare con delle regole e
anche in libertà serve infine ad accettare il punto di vista altrui. Risolvere la questione in modo appropriato è
un momento di crescita. L’importante è rispettare le regole del gruppo e infine imparare a non rovinare e a
rimettere in ordine i giocattoli.
La Psicomotricità fa emergere nel bambino il suo mondo interiore, lo esprime attraverso l' uso dinamico del
corpo, attraverso il movimento. L' uso del corpo, infatti, è anch’esso un linguaggio che porta alla luce
emozioni e sentimenti che l'insegnante deve saper cogliere sia per rassicurare che per valorizzare ciascun
bambino. Rispettando poche regole, attraverso la psicomotricità il bambino esprimere ciò che desidera e
vuole senza timore di sbagliare, e questa mancanza di paura è molto importante, perché crea un clima di
fiducia e di sicurezza.
ESPERIENZE EDUCATIVE “FORTI”: NOI E I NONNI
E più bello insieme con i nonni. Un nonno per un bambino, un bambino per un nonno.
Da un anno in Italia la giornata del 2 ottobre è stata ufficialmente dedicata ai nonni. Anche noi della materna
Tambosi abbiamo voluto approfittarne per recuperare e sottolineare la figura e il valore dei nonni,
l’importanza che queste persone rivestono per i bambini e nella società, in cui rappresentano e devono
continuare a rappresentare un punto di riferimento insostituibile. C’è un prezioso legame che unisce nonni e
nipotini, che consiste nella concezione e nell’uso del tempo. Sia i bambini che i nonni non pensano al futuro,
vivono nel presente, sono radicati nel “qui ed ora”, assaporano gli attimi della quotidianità con pazienza ed
intensità.
La relazione nonni-bambini, per la sua valenza affettiva ed educativa, contribuisce fortemente alla crescita e
allo sviluppo dei bambini, in quanto è un angolo di vita privilegiato in cui entrambi provano il piacere dello
stare insieme: i nonni nel dare tempo ai nipoti, quel tempo che prima, per anni e per tante ragioni non hanno
potuto dare ai loro figli. Dare tempo ai nipoti perché godano delle loro presenza, dei loro racconti e delle loro
coccole. Quella tra nonni e nipoti è una relazione speciale che i bambini sanno distinguere dalle altre e che
rimarrà nella loro memoria affettivo relazionale anche quando saranno adulti. I nonni sono una risorsa di
grande valore, un patrimonio di compagnia umana e familiare, un pozzo di esperienze e saggezza cui
attingere, oltre che un concreto ed indispensabile aiuto nell’educazione dei bambini all’interno delle famiglie
di appartenenza. Sulla base di queste premesse intendiamo quindi promuovere la presenza ed il
coinvolgimento dei nonni a scuola perché i bambini condividano con loro alcune esperienze relazionali forti.
Ecco i titoli delle attività che vorremmo attuare: i nonni raccontano, i nonni giocano con noi, i nonni
condividono. Altre attività potranno emergere da suggerimenti che raccoglieremo in itinere nel corso
dell’anno scolastico da parte di genitori e nonni interessati a contribuire al progetto anche in base alle loro
abilità e attitudini personali.
ESPERIENZE EDUCATIVE “FORTI”: NOI, LA MUSICA E LA DANZA.
La scuola non può permettersi di ignorare e di sottovalutare la crescente esigenza di movimento dei bambini,
esigenza legata sia a motivi di prevenzione della salute sia a ragioni di crescita armonica della struttura
corporea, di controllo e governo della propria corporeità. Non a caso si è sviluppata negli ultimi anni tra le
famiglie una domanda di corsi di danza, musica, movimento e altre attività corporee rivolti ai bambini. La
nostra scuola scuola dell'infanzia ha la fortuna di trovarsi proprio di fronte al Liceo Coreutico Bonporti di
Trento che insegna appunto danza e musica preparando gli studenti a lavorare nelle orchestre o nelle scuole o
come liberi professionisti in grado di offrire ad adulti e bambini corsi dedicati alla conoscenza e alla
valorizzazione di queste attività. Per questo abbiamo chiesto e ottenuto la disponibilità del Liceo a
collaborare con la nostra scuola portando docenti e studenti ad incontrare i bambini e le insengnati all'interno
della nostra struttura per alcuni momenti dimostrativi ed educativi dedicati alla musica e alla danza. Data la
vicinanza tra i due istituti gli incontri, in programma nella primavera prossima e del cui avvio le famiglie
saranno avvertite, potranno avvenire a cadenza settimanale e anche spostando i bambini all'interno del Liceo.
ESPERIENZE EDUCATIVE “FORTI”: NOI E I BAMBINI DELLA NIGERIA
L’anno scorso attraverso l’associazione Edus, Organizzazione non governativa (Ong) di Trento che si occupa
di cooperazione internazionale, i genitori, gli insegnanti e i bambini della nostra scuola hanno iniziato a
conoscere la realtà di una scuola materna ed elementare della Nigeria, l’istituto St. John di Lagos, frequentato
da circa 600 bambini. La proposta, accolta dalla nostra scuola dell’infanzia e da una scuola elementare di
Rovereto, è stata di avviare una sorta di gemellaggio con questa scuola africana, concretizzatosi con lo
scambio di disegni realizzati e commentati da frasi dei bambini di tutte e tre le scuole (Trento, Rovereto e
Lagos) sul tema “Le persone a me care”. Quest’anno i disegni con le frasi dei bambini saranno pubblicati in
un libretto a colori introdotto da una breve presentazione delle tre scuole. L’obiettivo del “gemellaggio” è
l’apertura al mondo portando i bambini ad avere un primo approccio con l’esistenza di bambini di paesi
lontani con situazioni diverse e in certi casi difficili ma che è importante conoscere, anche allo scopo di
manifestare condivisione e solidarietà. Si tratta di permettere ai bambini di conoscere anche se a distanza
alcuni loro coetanei che vivono in una realtà per noi tanto diversa come quella della Nigeria. E si tratta
analogamente di consentire ai bambini nigeriani di conoscere una realtà tanto diversa dalla loro come la
nostra. Realtà diverse che tuttavia presentano anche aspetti simili che diventa interessante e utile conoscere
per un arricchimento reciproco. Quest’anno il progetto proseguirà con lo scambio via mail di fotografie e
video.
UN RAPPORTO FONDAMENTALE: QUELLO TRA SCUOLA E FAMIGLIA
“il compito educativo coinvolge con assoluta priorità la famiglia quale luogo primario di crescita e di
sviluppo […] l’indispensabile collaborazione dei genitori e degli adulti più prossimi, apre una circolarità di
comunicazione della scuola con l’ambiente più immediato di vita dei bambini…” (Orientamenti dell’attività
educativa della scuola dell’infanzia)
La scuola dell'infanzia Tambosi continuerà a coltivare anche questa'nno i rapporti con le famiglie,
riconoscendo ad esse il compito primario di educazione dei figli. Vogliamo porci come scuola a servizio
delle famiglie in un’ottica di collaborazione e sostegno, favorendo il dialogo e la collaborazione con le
insegnanti. L’accoglienza dei bambini corre parallelamente all’attenzione della scuola per i genitori. I
bambini vengono stimolati a giocare e lavorare insieme, a sperimentare la reciprocità, che nasce dalle attività
condivise, dalla partecipazione produttiva alla vita della comunità, in cui l’apprendere è il risultato del
collaborare. Per questo i genitori saranno coinvolti anche quest'anno nelle iniziative della scuola attraverso le
riunioni con le insegnanti, i colloqui individuali, la documentazione relativa alle attività sviluppate con
ciascun bambino, e infine la documentazione di scuola con il relativo “librone” esposto all'ingresso per
mostrare visivamente l'evolvere dei lavori in itinere, l'organizzazione di feste e iniziative particolari
(mercatino di Natale, incontri formativi con esperti, ecc.), l'organizzazione di riunioni e iniziative di sezione
con i genitori anche per favorire la loro conoscenza reciproca.
ALTRE ESPERIENZE DI CRESCITA LEGATE AL TERRITORIO
Nel corso dell’anno potrebbero essere accolte proposte dei musei, di biblioteche o del teatro S. Chiara ... se
ritenute in continuità con il progetto di scuola o di sezione.
Progetto di Educazione Stradale La nostra scuola aderisce anche quest'anno al progetto di educazione
stradale promosso dalla polizia municipale di Trento diretto ai bambini grandi e che prevede un incontro
teorico a scuola e una prova pratica con le biciclette.
La gita in programma l'11 maggio 2016 sarà alla Comunità Murialdo di Sardagna dove i bambini, oltre a
giocare e divertirsi, visiteranno in modo guidato un laboratorio di piante ed erbe aromatiche curato dagli
ospiti della Comunità.
Accostamento dei bambini alla lingua inglese. Secondo le disponibilità finanziarie della Provincia di Trento
si prevederà inoltre, in compresenza con le attività curriculari, la figura di un esperto di lingua inglese che
affiancherà il normale lavoro delle insegnanti. Tale figura permetterà l'accostamento dei bambini alla lingua
straniera secondo i criteri previsti dal piano provinciale trilingue. Dal momento che l’obiettivo fondamentale
di questa attività è quello di accostare i bambini alla lingua straniera con un approccio naturale e non forzato,
in modo tale da preparare il terreno alla successiva acquisizione della lingua stessa, i criteri metodologico didattici fondamentali per favorire questo tipo di approccio sono i seguenti.
ATTIVITÀ EXTRASCOLASTICHE NEGLI SPAZI DELLA SCUOLA A LIBERA SCELTA E A
CARICO DEI GENITORI
Gioco con l'inglese. Anche quest'anno verrà offerta la possibilità di iscrivere il bambino a un percorso di
inglese ludico con incontri settimanali.
L’autenticità dei contesti formativi. Per inserire in maniera graduale e non forzata la lingua straniera nelle
routine e nelle attività normalmente svolte a scuola, si propone un intervento attento al contesto, evitando
quegli automatismi ripetuti meccanicamente che non consentono un naturale apprendimento.
La regolarità con cui ci si approccia alla lingua. Per favorire un approccio corretto alla lingua straniera si
ritiene che debbano essere proposte attività ai bambini all'interno dei momenti di intersezione o di sezione
almeno 3 volte la settimana – ciascuna della durata di 45-60 minuti – possibilmente distanziate l’una
dall’altra e sostenute dall'utilizzo della lingua straniera nei momenti di routine.
Pronuncia e intonazione. Pronuncia e intonazione sono aspetti che devono essere curati con cura e
attenzione, in quanto dopo i dieci anni di età vengono acquisiti con minore elasticità.
IL PROGETTO DEL POSTICIPO:
“SE TI ASCOLTO CRESCERÒ, SE MI ASCOLTI CRESCERÒ DI PIÙ”
Considerando che i bambini arrivano al posticipo stanchi, vogliamo creare un ambiente accogliente, sereno e
rilassato, senza frenesia del fare. Cercare di godere di un tempo rallentato, di poterci sentire con tranquillità.
Per questo e per quanto è emerso nel primo periodo di scuola, abbiamo deciso di intraprendere la pista
didattica dell'ascoltarci, del raccontare storie, inventarle e viverle. Storie destinate a coinvolgere i bambini, a
divertirli, a fare breccia nelle loro menti, aiutandoli a sviluppare l'immaginazione e la creatività, a conoscere
se stessi e la realtà circostante, a comprendere ed esprimere le emozioni. Infatti con storie, fiabe, si promuove
lo sviluppo cognitivo del bambino, si riesce a stimolarlo, a trovare nuove vie, a superare le paure, a
comprendere che nella vita, malgrado gli ostacoli che si possono incontrare, la tenacia e la volontà vengono
alla fine premiate e si può uscire dai problemi vincitori! Durante la lettura di fiabe, il bambino acquisisce
anche i principi morali di base, migliorando la capacità di distinguere tra giusto e sbagliato, sviluppando
valori etici, percezioni e senso estetici.
"E' dunque,assolutamente necessario inventare storie per bambini e aiutare i bambini a inventarsi da soli le
loro storie"(G. Rodari, Introduzione a Grammatica della fantasia)
Il materiale da racconto sarà variegato; tratteremo storie, fiabe, favole, racconti di fatti accaduti veramente,
trame di film per bambini (a loro piacciono particolarmente), storie di contenuto scientifico. Anche lo spazio
dedicato all'ascolto sarà diverso volta per volta, creeremo dei contesti significativi dove raccontarci le storie e
drammatizzarle. Arriverà anche un gufo (il barbagianni Tolomeo), che sceglierà un acero del nostro giardino
come postazione per quando dal bosco viene in città. Tolomeo ci racconterà alcune sue avventure,
selezionate proprio per l'importante insegnamento educativo e ci farà da tramite, mettendo in contatto lo
spazio esterno con quello interno della scuola. In queste occasioni il giardino si animerà e prenderà vita, si
vestirà di colori, di oggetti costruiti con i bambini, un giardino da vivere da protagonisti.
"Le fiabe servono sopratutto alla formazione della mente: di una mente aperta in tutte le direzioni del
possibile" (G. Rodari)
Per mantenere viva la loro attenzione e il loro interesse abbiamo già iniziato a drammatizzare il racconto.
Prima l'insegnante racconta la storia con molta enfasi, utilizzando anche il linguaggio del corpo e
travestimenti, poi sono i bambini i protagonisti che adorano immedesimarsi in un ruolo e recitare,
sviluppando così anche la competenza linguistica. All'attività delle storie è dedicata, generalmente, la prima
parte del posticipo, poi si farà la merenda e successivamente iniziano le uscite dei bambini. A proposito di
merenda, intensificheremo le esperienze già avviate l'anno scorso, nel preparare alcune merende noi
insegnanti con i bambini, poiché si crea uno spirito di condivisione e convivialità. Abbiamo iniziato
quest'anno con i gelati "i colora lingua" e proseguiremo a cucinare deliziose leccornie. Tutto questo sarà
possibile grazie alla preziosa collaborazione della nostra cuoca Antonietta ed è svolto secondo le norme
igieniche vigenti. Al posticipo la coesistenza all'interno del gruppo di bambini provenienti da realtà
linguistiche, etniche e culturali diverse, crea un contesto multiculturale che ci sta avviando a processi di
scoperta e conoscenza, importante risorsa per la crescita sia individuale sia sociale, per un'integrazione della
diversità come valore per tutti e tutte. Tutto il lavoro svolto verrà documentato in itinere nel librone.
Questo progetto educativo è stato elaborato nei mesi di ottobre e novembre 2015
dal personale insegnante con la collaborazione del personale ausiliario,
del presidente dell’Ente Gestore, del coordinatore pedagogico
e dei genitori del Comitato di gestione
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progetto educativo 2016-2016