RAVENNA FESTIVAL 2015 Riccardo Muti Italian Opera Academy Gala Teatro Alighieri 27 luglio, ore 21 RAVENNA FESTIVAL Direzione artistica Cristina Mazzavillani Muti Franco Masotti Angelo Nicastro Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana con il patrocinio di Senato della Repubblica Camera dei Deputati Presidenza del Consiglio dei Ministri Ministero per i Beni e le Attività Culturali Ministero degli Affari Esteri con il sostegno di Comune di Ravenna con il contributo di Comune di Cervia Comune di Comacchio Comune di Forlì Koichi Suzuki Hormoz Vasfi Comune di Russi partner sostenitori Divisione media partner in collaborazione con Riccardo Muti Italian Opera Academy Gala Riccardo Muti introduce i direttori della sua prima masterclass direttori d’orchestra Vincenzo Milletarì Vladimir Ovodok Su-Han Yang Erina Yashima Francesca Ascioti Antonella Carpenito Graziano Dallavalle Matteo Falcier Mattia Olivieri Matthias Stier Bianca Tognocchi Benedetta Torre Giorgio Trucco Sergio Vitale mezzosoprano mezzosoprano basso tenore baritono tenore soprano soprano tenore baritono Mrs. Quickly Mrs. Meg Page Pistola Bardolfo Ford Fenton Nannetta Mrs. Alice Ford Dott. Cajus Falstaff Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro del Teatro Municipale di Piacenza maestro del coro Corrado Casati maestri collaboratori Yin Bojie Andrés Jesús Gallucci Tamar Giguashuili Giorgio Martano Giuseppe Verdi dall’opera Falstaff Atto primo, Parte prima (Dr. Cajus, Falstaff, Bardolfo, Pistola) direttore Vladimir Ovodok Atto secondo, Parte prima (Bardolfo, Pistola, Quickly, Falstaff, Ford) direttore Erina Yashima Atto terzo, Parte prima (Falstaff, Quickly, Alice, Ford, Nannetta, Dr. Cajus, Meg, Fenton) direttore Vincenzo Milletarì Atto terzo, Parte seconda da “Dal labbro il canto estasiato” a “Sul fil d’un soffio etesio” (Fenton, Falstaff, Alice, Meg, Nannetta, coro donne) e Finale (tutti) direttore Su-Han Yang “Bottega d’opera” Conversazione con Riccardo Muti a cura di Gregorio Moppi Per dirigere bene l’opera bisogna aver respirato a lungo la polvere del palcoscenico. È uno degli insegnamenti trasmessi all’allievo Riccardo Muti da Antonino Votto, assistente di Toscanini alla Scala e suo erede d’arte. Un altro è che la partitura appartiene a chi l’ha scritta, non all’arbitrio degli esecutori, e il pubblico ha il diritto di ascoltarla come il compositore l’ha concepita. Il far musica, insomma, attiene all’etica. E si realizza attraverso un laborioso esercizio d’artigianato. A indirizzare entrambi, il mestiere e il senso morale, devono comunque essere lo studio, la cultura, nutriti da una solida formazione di base. Perciò non dovrebbe darsi un direttore d’orchestra incapace di suonare il piano e digiuno di composizione. Così la pensa Muti che, dunque, dalle giovani bacchette partecipanti alla sua Accademia d’Opera Italiana pretende perlomeno questi due requisiti, se non anche una certa pratica in uno strumento ad arco o a fiato. Centinaia le domande giunte a Ravenna per le due settimane di masterclass: dopo una selezione sulla base dei titoli, con un’audizione il maestro ha scelto i suoi studenti, direttori e maestri collaboratori, tra i diciotto e i trent’anni, pronti a lavorare sul Falstaff di Verdi con la Cherubini, l’orchestra giovanile fondata dallo stesso Muti nel 2004. Gli altri, gli “esclusi” possono assistere da uditori a ogni fase della preparazione dell’opera, insieme ai musicofili e fan del maestro che arrivano da ogni parte del globo per seguire da vicino, passo passo, questa esperienza unica. “La mia carriera ormai l’ho fatta, anche se la ricerca interpretativa, certo, non può terminare che con la vita. E un successo in più o in meno come direttore non aggiunge nulla alla mia figura professionale. Perciò mi volgo a questo progetto con l’intento di continuarlo negli anni a venire”. Muti racconta con pacatezza e trasporto, scolpendo ogni concetto. Non parla la star, non parla il signore delle orchestre. Parla il padre saggio, l’uomo che oramai osserva il mondo da diverse spanne sopra gli altri e che difatti qualcuno aveva proposto come Presidente della Repubblica dopo Giorgio Napolitano. “Quel che mi interessa adesso è portare avanti con la musica una “Opera Workshop” A Conversation with Riccardo Muti, by Gregorio Moppi In order to be a good conductor, one needs to have breathed the dust of the stage for quite a long time. This is one of the lessons that Antonino Votto, Toscanini’s assistant at La Scala and his artistic heir, has transmitted to his student, Riccardo Muti. Another lesson is that the score belongs to the composer who wrote it, it must not be left to the whim of its performers, and the audience has a right to hear it as the composer conceived it. In short, music making is closely related to ethics. And it is only achieved through laborious craft. Both components, craft and ethics, must be guided by study and culture, which feed on solid education. There should be no such thing as a conductor who can’t play the piano or compose. This is what Muti thinks, and this is why the young participants in his Academy of Italian Opera must have at least these two requirements, all the better if accompanied by some practice in a stringed or woodwind instrument. Hundreds of applications were received for the two weeks of his master classes: after a preselection based on qualifications, the Maestro chose his would-be students (conductors and répétiteurs) through an audition. Aged 18-30, they are now ready to work on Verdi’s Falstaff with the Cherubini Youth Orchestra, founded by Muti himself in 2004. Those who were not chosen, together with music lovers and fans of the Maestro from all over the globe, can assist as auditors during every stage of the preparation of the opera, following it closely step by step, in a unique experience. “I’m almost at the end of my career, even though my interpretative research can only end with my life. One success more or less will hardly make a difference in my professional profile as a conductor. So I devote myself to this project, and 7 intend to continue in the years to come”. Muti speaks calmly but passionately, sculpting every concept. These are not the words of the worldfamous star, nor of the Lord of the orchestras. These are the words of a wise father, a man who now looks at the world with the detachment of one who is head and shoulders above the rest, a man who had been proposed to succeed Giorgio Napolitano as President of the Italian Republic. “My interest now is to continue with music in what I would call a political and social mission. Namely, focussing attention on the Italian repertoire as a vital expression of the culture of our Country – no circus entertainment, as someone wants us to believe.” 8 Is this the reason why you have created an Academy, Maestro? Yes, to pass on the lesson I learned from my missione che definirei politico-sociale. Ossia, dare ancor più attenzione al repertorio italiano in quanto espressione capitale della cultura del nostro Paese – non intrattenimento circense, come invece taluni continuano tutt’oggi a far credere. Per questo, Maestro, ha creato un’accademia? Sì, per trasmettere a chi verrà dopo di me quanto ho appreso da chi mi ha preceduto. Da Votto e, per suo tramite, da Arturo Toscanini, a sua volta depositario diretto del lascito verdiano. In che consiste questo lascito? Nel sostenere in tutto e per tutto la fedeltà al testo. Cercando di intravedere dietro le note, senza alterarle, il messaggio dell’autore. Grazie a Votto, mio insegnante al Conservatorio di Milano, e alle sue sessioni di prova che seguivo assiduamente alla Scala, ho maturato l’esigenza etica di pormi sempre al servizio del compositore. Toscanini ha indicato la strada: anche attraverso il suo suono, di sicuro assai vicino a quello che si ascoltava alla Scala presente Verdi. Il che vale anche come risposta a chi straparla sull’opportunità di proporre questo repertorio alla maniera filologica. Quindi niente è filologico più di Toscanini. E ciononostante, malgrado l’Italia abbia avuto Toscanini e Votto, quando ho cominciato a lavorare sul melodramma ottocentesco trovavo le graffette nelle partiture. Le graffette? Le prime opere che ho diretto, tra il 1969 e il 1970, sono state Puritani con la Rai di Roma, Masnadieri a Firenze e Attila di nuovo alla Rai. Le partiture che gli archivisti mi consegnavano (allora non avevo abbastanza soldi per comprarmene di mie) avevano tutte delle graffette a tenere insieme pagine e pagine. Che tali graffette fossero arrugginite era segno che per anni nessuno aveva avuto curiosità di vedere cosa racchiudessero. Mi si spiegava che era per via della tradizione e che quindi ciò che nascondevano non si soleva eseguire. È da quel momento che ho cominciato la mia rivolta personale contro la cosiddetta tradizione. Togliendo le graffette. Perché, pensavo, se ne sono mai viste in Mozart, Wagner, Strauss? No. Allora perché devono stare in Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi? Sa che diceva Furtwängler? Cosa? Tradizione è il cattivo ricordo dell’ultima cattiva esecuzione. Tutta da buttare la tradizione? Niente affatto. Ecco un esempio di tradizione buona. Di solito, nel Requiem di Verdi, del “Libera me, Domine, de morte aeterna, in die illa tremenda” i direttori si compiacciono d’accentuare la parola “tremenda”. Invece Vittorio Gui, che frequentavo nei miei anni da direttore musicale al Maggio fiorentino, mi suggerì di marcare piuttosto “illa” come fanno i preti rifacendosi a una radicata consuetudine ecclesiastica. A questa antica tradizione mi sono conformato. Ma torniamo all’altra grande lezione di Toscanini. predecessors to those who will come after me. The lesson I learned from Votto and, through him, from Arturo Toscanini, who, in his turn, was Verdi’s direct heir. What does this legacy entail? An utmost fidelity to the score. We must try to see the author’s message behind the notes, without altering them. With Votto, who was my teacher at the Milan Conservatory, in the coaching sessions I never missed at La Scala, I have grown an ethical urge always to be at the service of the composer. Toscanini paved the way, also through his sound, which I’m sure was pretty close to what you would hear at La Scala when Verdi was there. This also replies to those who talk nonsense about proposing this repertoire philologically. So nothing is more philological than Toscanini. And yet, even though in Italy we had Toscanini and Votto, when I started working on nineteenthcentury melodrama, I used to find staples in the scores. Staples? The first operas I conducted, between 1969 and 1970, were I puritani for Rai TV in Rome, I masnadieri in Florence and Attila, again for Rai. All the scores the archivists gave me (since I had no money to buy my own copies) were filled with staples, holding together a lot of sheets. These staples were rusty, they had been there for years, and no one had been curious to see what they were hiding. This was because of the tradition, they told me, and what the staples hid was usually cut from performance. That was when I started my personal revolt against the so-called tradition. I removed the staples. Why? I thought, “Has anyone ever seen any staples in a score by Mozart, Wagner, Strauss?” No. So why should there be staples in the scores by Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi? Do you know what Furtwängler used to say? What? Tradition is the memory of the last bad performance. Should the whole of tradition be discarded, then? Not at all. I’ll give you an example of good tradition. In the “Libera me, Domine, de morte aeterna, in die illa tremenda” section, from 9 Verdi’s Requiem, conductors usually take pleasure in accentuating the word “tremenda”. Vittorio Gui, instead, whom I used to see a lot during my years as musical director of the Maggio Fiorentino, suggested I should rather accentuate “illa”, as priests usually do, according to a deep-rooted ecclesiastical tradition. I complied with this ancient tradition. But let’s go back to Toscanini’s other great lesson. Which one? Performers have no right to decide what the audience should listen or not listen to. In short, it is improper towards the composer and towards the audience that any portion of a score should be skipped just because the performer thinks it is superfluous. Think of the audience, think of the majority of people, who can’t read music. Their opinion about an opera can only be based on what they hear; if we cut something out, we guiltily give them a distorted image. And think of the author, too. Think of Verdi, for example, who struggled to write the baritone’s cabaletta “No, non udrai rimproveri” in the second act of La traviata. He couldn’t get it to come out right. And after all his toils and efforts, should we now claim the right to lop it off, as we often do? Your argument is flawless. I do not claim to possess the truth. But I do claim that our repertoire should receive the same treatment music receives on the other side of the Alps. It must enjoy the same respectability. I’m fighting a crusade. Not only for integral scores, but also against the smug vulgarity, the fatuous carelessness with which melodrama is often presented on worldwide stages with no understanding of the relationship between music and text. Which is much more delicate in Verdi that in Wagner. Because Wagner’s theatre is immersed in a ceaseless and opulent symphonic flow, while in Verdi every note, every chord, every dynamic indication is regulated by the pure meaning of the word, so that forte, piano, crescendo have always different connotations, according to the libretto. That’s why I go berserk when I hear someone say that the orchestra “accompanies” the singers. The orchestra must not accompany, they must make music together. 10 How important is it for a conductor to have Quale? Che gli interpreti non hanno alcun diritto di scegliere cosa far ascoltare al pubblico e cosa no. Insomma, è riprovevole sia verso il compositore, sia verso il pubblico eliminare, di una partitura, quello che ci sembra pleonastico. Pensiamo al pubblico, a coloro, e sono la maggior parte, che non sanno leggere la musica. La loro opinione su un’opera può basarsi soltanto su quanto ascoltano; se noi tagliamo qualcosa, gliene forniamo colpevolmente un’immagine falsata. E pensiamo anche all’autore. A Verdi per esempio, a quanto ha faticato nello scrivere “No, non udrai rimproveri”, la cabaletta del baritono nel secondo atto della Traviata. Proprio non gli veniva. E noi, dopo tanto suo penare, ci arroghiamo il diritto di abolirla come spesso ancora oggi si fa? Il ragionamento non fa una piega. Non pretendo di possedere la verità. Però rivendico per il nostro repertorio lo stesso trattamento riservato alla musica d’oltralpe. Deve godere della medesima rispettabilità. La mia è una crociata. Non solo a favore dell’integrità della partitura, ma pure contro la compiaciuta volgarità, la fatua disattenzione con cui spesso il melodramma è presentato sui palcoscenici del mondo a causa della mancata comprensione del rapporto tra musica e testo. Che è ben più delicato in Verdi che in Wagner. Perché nel teatro wagneriano il verso è immerso in un flusso sinfonico incessante e opulento, mentre in quello verdiano ogni nota, ogni accordo, ogni indicazione dinamica è regolata dal senso scarnificato della parola, cosicché un forte, un piano, un crescendo si rivelano volta a volta diversi a seconda di cosa porta il libretto. Ecco perché mi imbestialisco quando sento dire che l’orchestra accompagna i cantanti. L’orchestra non deve accompagnare, deve far musica insieme a loro. Quanto conta l’abilità tecnica in un direttore? In genere, sia pur con qualche eccezione, i direttori in circolazione impugnano la bacchetta senza la preparazione d’un tempo. Succede che uno strumentista non ha più voglia di suonare, un cantante non ha più voce, allora si butta sulla direzione. Ma dallo studio del pianoforte e della composizione non si può prescindere. Io provengo da una scuola del genere: sono stato allievo del pianista Vincenzo Vitale a Napoli, del compositore Bruno Bettinelli a Milano. E faccio mia la convinzione di Toscanini, secondo cui il braccio non è altro che l’estensione della mente. Un mezzo, non il fine. Perciò continuo a credere che l’opera si metta su con meticolose prove di sala, quelle che in passato duravano settimane e oggi invece non si fanno quasi più, magari pure lasciando ai cantanti la dissennata libertà di presentarsi in teatro solo un attimo prima di entrare in scena. Ragione per cui, se una volta la costruzione drammaturgico-musicale dell’opera competeva interamente al direttore, adesso è invece nelle mani dei registi che però sovente non sono in grado di cogliere il nesso fra parola e musica e sbilanciano tutto verso la messinscena. La sua è una “bottega d’opera”. Sì, intenzionalmente priva di sovvenzioni pubbliche affinché sia totalmente libera nella didattica. I maestri collaboratori vi apprenderanno a essere autentici registi della partitura, non solo a correggere ritmo e intonazione dei cantanti. E ai direttori d’orchestra verrà richiesto non d’accompagnare i cantanti, ma di formarli come ho fatto io, per esempio, con Ambrogio Maestri per Falstaff, Alexandrs Antonenko per Otello, Luca Salsi per Don Carlo nell’Ernani. Devono capire, i giovani direttori, che l’intera responsabilità dello spettacolo è loro, anche dell’allestimento, del lavoro del regista. Il contrario di quanto avviene comunemente oggi: in pochi, tra i colleghi, tengono sotto controllo il palcoscenico. Perché esercitarsi proprio su Falstaff? Perché è l’opera più impegnativa che esista per il rapporto indissolubile, sinfonico, tra parola e musica. Un meraviglioso, intricatissimo manuale di studio. È davvero così importante saper suonare il pianoforte per fare il direttore? Le racconto una storia. Per il mio debutto con l’orchestra del Maggio, nel 1968, solista del Concerto in re maggiore di Britten e del K 450 di Mozart era Sviatoslav Richter. Gli domandarono se acconsentiva ad avere sul podio un giovane. “Niente in contrario a patto che sia un ‘buon musicista’”, rispose. Sottolineo: non disse “buon direttore”, ma “buon musicista”. Volle incontrarmi. Mi convocò a Siena. Quando entrai nella sala in cui si trovava, technical skill? Typically, albeit with some exceptions, contemporary conductors wield the baton without the preparation past conductors used to have. Too often, when an instrumentalist no longer wants to play, or when a singer loses his voice, they turn to conducting. But the study of the piano and of composition cannot be ignored. I was a student of pianist Vincenzo Vitale in Naples, and of composer Bruno Bettinelli in Milan. This was my school. And I share Toscanini’s conviction that the arm is nothing but an extension of the mind. It is a means, not an end. And I continue to believe that an opera can only be prepared through meticulous rehearsals, which used to last for weeks in the past and which are almost non-existent today: singers are often – and foolishly – free to show up only shortly before going on stage. This is why, if the dramatic-musical creation of an opera was once entirely the conductor’s responsibility, now it is in the hands of directors, who are often incapable of appreciating the connection between word and music, and thus veer everything in the direction of the staging. Yours is an “opera workshop”. Yes, and intentionally without public subsidies, so that academic freedom is ensured. The répétiteurs will learn how to be the true directors of the score, not only how to correct the singers’ rhythm and intonation. And the conductors will be asked not to “accompany” the singers, but to train them, like I did, for example, with Ambrogio Maestri for Falstaff, Alexandrs Antonenko for Otello, Luca Salsi for Ernani’s Don Carlo. Young conductors must understand that the whole responsibility of the opera is on them, including the staging and the director’s work. It’s quite the opposite of what is common today: very few of my colleagues have control over the stage. Why practice on Falstaff? Because it is the most challenging of operas, for its indissoluble symphonic relationship between words and music. Falstaff is a wonderful, extremely intricate study manual. Is it really that important to know how to play the piano in order to be a conductor? I’ll tell you a story. For my début with the orchestra of the Maggio, in 1968, Sviatoslav Richter was the soloist in Britten’s Concert in 11 D major and in Mozart’s K 450. They asked him if he agreed to have a young conductor on the podium. “No objection, provided he is a good musician,” he answered. I emphasize: he did not say “a good conductor”, he said “a good musician”. He wanted to meet me. He called me to Siena. When I entered the room, I noticed two pianos. He said nothing, just motioned me to sit at the second. He assumed I knew how to play the score I would later conduct. I was fresh from Conservatory and with a fierce piano technique. We silently read through the two Concerts together, from beginning to end. That’s how I gained his respect. 12 In the “Cherubini Youth Orchestra” you cultivate instrumentalists, at the Academy you educate conductors and répétiteurs. But where will they work? Certainly not in Italy. notai che c’erano due pianoforti. Non aprì bocca, mi fece solo segno di accomodarmi al secondo. Dava per scontato che sapessi suonare al piano la partitura orchestrale che avrei diretto. E allora, fresco di Conservatorio, avevo una tecnica pianistica agguerritissima. I due Concerti li leggemmo assieme da capo a fondo, in silenzio. Fu così che mi accreditai presso di lui. Nella “Cherubini” coltiva strumentisti, in Accademia maestri sostituti e direttori. Ma per lavorare dove? Non certo in Italia. Questo è il Paese che ha ignorato un’orchestra come la “Cherubini”, per cinque anni invitata al Festival di Pentecoste a Salisburgo. Sì, è vero, purtroppo tiriamo su professionisti che l’Italia dai cento Conservatori ma dai teatri chiusi non può accogliere. Tuttavia il mondo è grande. L’America, la Germania hanno centinaia di orchestre. Ne nascono addirittura nel mondo arabo. Noi, che abbiamo fondato la nostra storia sulla cultura, oggi la cultura la rinneghiamo. Ciò conduce all’ignoranza della nostra identità: carenza gravissima per una nazione relativamente giovane come questa. Proseguendo così, alle nuove generazioni mancheranno punti di riferimento. Figli senza padri... Solo la scuola potrebbe mettere rimedio a questa situazione. Ma da quanti anni raccomando che la musica venga insegnata fin dall’asilo? Non lo strimpellare le tastierine o i pifferi, che non serve a nulla. Piuttosto, aiutare i bambini a muoversi agevolmente nella foresta dei suoni, a conoscere e comprendere le strutture musicali. Fino ai licei, dove la storia della musica è sempre stata assente, criminosamente. Eppure lei ha parlato con sindaci, ministri, premier, presidenti della Repubblica. Risultati ottenuti? Appelli finiti nel vuoto. Il nostro Paese ormai è un sacco pieno di buchi. Si rattoppa qua e là per tirare avanti. Mentre andrebbe ripensato da zero, e guidato, in vista del futuro. Ma la strada non è quella dei grandi eventi a ripetizione. Alla politica dell’evento si sono piegati tutti, anche i teatri. Che invece dovrebbero essere principalmente luoghi d’informazione culturale. Spazi aperti con produzioni a ritmo continuo, pubblici servizi che si reggono su professionisti seri, senza necessità di direttori, registi, cantanti di gran nome. E solo ogni tanto un evento eccezionale che metta in luce tutte le potenzialità del teatro. Che si potrebbe fare? Basterebbe cominciare a riprogettare la quotidianità. Ma ci vorrà tempo. Molto, molto tempo. Arriverà un governo che capisca quanto sia necessario impegnarsi in una tale impresa? giugno 2015, «Amadeus», Paragon Edizioni (per gentile concessione) This Country has ignored an orchestra like the “Cherubini”, an invited guest at the Salzburg Whitsun Festival for five years. Yes, it is true; unfortunately we educate professionals that Italy won’t be able to accommodate, with its hundreds Conservatories and its closed down theatres. But the world is big. America and Germany have hundreds of orchestras. And more orchestras are being born in the Arab world. We, who have based our history on culture, now neglect culture. This leads to an increasing ignorance about our identity: a serious shortage for our relatively young nation. If we go on like this, new generations will have no reference points. Like fatherless children... Only the educational system might remedy this situation. How long have I recommended that music be taught since kindergarten? I don’t mean plonking away on a keyboard or blowing into a plastic recorder, this is useless. Instead, schools should make children feel at ease in the forest of sounds, and understand the structure of music. Also in high school, where the history of music has always been criminally absent. And yet you spoke to mayors, ministers, PMs and presidents of the Republic. Did you get any results? All my pleas fell on deaf ears. This Country is like a bag full of holes. We patch up here and there, trying to get by, and instead we should start again from scratch, with a view to the future. But the road to success is not that of great events. Everybody has surrendered to the politics of great events, including theatres. Theatres should mainly be devoted to cultural information. Open spaces offering productions at a steady pace, public services entrusted to serious professionals, with no need for famous conductors, directors or singers. And every now and then there should be an exceptional event to highlight the potential of the theatre. What can be done? We should start to plan our everyday life. But it will take time. A lot of time. Will there ever be a government that understands the necessity of embarking in such a venture? (from «Amadeus», June 2015) 13 Le ragioni di Verdi cronache dall’Accademia di Susanna Venturi Lo sguardo passa dalla partitura, aperta sulle ginocchia o sul leggio, al palcoscenico, la matita è pronta ad annotare appunti, un segno, un respiro: sono in tanti, più di cento, disseminati tra la platea e i palchi. Musicisti. E giovani. Solo quattro di loro sono stati scelti per salire sul podio come allievi direttori, mentre altrettanti sono stati chiamati a misurarsi nel ruolo di maestri collaboratori. Ma tutti, anche chi siede nel posto del pubblico, sono qui per imparare, per cogliere i “segreti” dell’interpretazione dell’opera italiana dalle parole e dai gesti del Maestro. Lui, Riccardo Muti, non li delude. Per loro ha scelto la più difficile delle opere verdiane, l’ultima, il Falstaff – “quella in cui più che mai parola e musica si compenetrano, incapsulate l’una nell’altra”. Scandaglia la partitura in ogni dettaglio, indaga le “ragioni” di Verdi, la “necessità” delle sue scelte, e del rigore indispensabile per rispettarle e restituirle al pubblico. La lezione è serratissima, si inizia al mattino, si chiude nel tardo pomeriggio, lungo il filo teso di un “dialogo” che non conosce cedimenti di concentrazione, appeso com’è alle stringenti esigenze della musica. Dalla cura delle voci accompagnate dai maestri collaboratori che un giorno dopo l’altro si succedono al pianoforte: una frase alla volta, soffermandosi sulla singola parola in cui suono e significato sempre si fondono, sui respiri e le pause e la dinamica, sulle sfumature di colore, il ritmo e il tempo, inflessibili – “la musica è fatta di dinamiche e coloriti, è questa la base”. Al governo dell’orchestra: Muti siede dietro ai direttori-allievi che si alternano sul podio, canta tutti i ruoli, sprona, suggerisce, scherza, ripercorre il pensiero verdiano, svelandone nei dettagli l’origine – “cercate di immaginare il vecchio emiliano, Verdi, che scrive questa fuga finale, drammatica, tragica, il suo testamento: tutti gabbati, alla fine della vita tutti siamo gabbati” e ancora, poche pagine prima, “ogni sorta di gente dozzinale mi beffa e se ne gloria: è ai parmensi che si riferisce, a quel che gli hanno fatto passare quando, arrivato Wagner, lo hanno messo da parte!”. E poi corregge, instancabile il maestro fa ripetere e ripete Verdi’s Reasons Chronicles from the Academy Their eyes go from the score, open on their knees or on a music stand, to the stage; pencils are ready for jotting down notes, nods, winks, breaths: there are many of them, over a hundred, seated in the stalls and boxes. Musicians. Young ones. Only four of them were chosen to be on the podium as trainee conductors, and as many were selected for the role of répétiteur. But everyone, including the audience, is here to learn, to seize the “secrets” of Italian opera from the words and gestures of the Maestro, Riccardo Muti. He does not disappoint them. For them, he has chosen the most difficult of Verdi’s operas, the last one, Falstaff – “the opera where, more than ever, word and music mingle in full compenetration”. He analyses the score in every detail, investigating Verdi’s “reasons”, the “necessity” of his choices, and the rigour which is absolutely necessary in order to respect them and offer them to the audience. Lessons are intense, packed with ideas, starting in the morning and ending late in the afternoon, balanced on the tightrope of a “dialogue” which allows no lapse of concentration, its fast-paced rhythm given by the stringent requirements of the music. Vocal coaching sessions are accompanied by the répétiteurs, who take daily turns at the piano: phrase by phrase, they focus on each single word, where sound and meaning always come together, or on the breaths, the pauses and the dynamics, on the nuances of colour, rhythm and tempo, uncompromisingly – “music is made of rhythm and colour, these are the basis”. And then on to orchestra conduction: Muti sits behind his trainee conductors, who take turns on the podium. He sings all the roles, urges, suggests, makes jokes, expounds on Verdi’s thought, revealing its origins in detail – “try to imagine this old man from Emilia, Verdi, writing this final, dramatic, tragic 15 fugue, his testament: all duped, in the end we are all figures of fun”. A few pages before he had sung, “ogni sorta di gente dozzinale mi beffa e se ne gloria” (these mediocre people make fun of me and take pride in doing so): he’s referring to the people of Parma, and the tribulations they have put him through when they chose Wagner and dismissed him”. The Maestro corrects them: a tireless teacher, he shows each gesture, repeats it and has his students repeat it until they understand its effectiveness – “the Italian school’s method lies in not moving the arm too much: the orchestra is governed by the movement of the wrist”. The Maestro curbs their emphasis – “when you are young, you always make too many gestures, you wave your arms, but over time you find that a lot less is enough”. Method and technique are passed on in a lesson that teaches much more than method and technique, and becomes tinged with the knowledge of a lifetime – words of wisdom. “Verdi was capable of creating a situation out of nothing”, he explains. And it is by grasping and understanding that very “nothing” that a whole opera is built. 16 egli stesso il gesto, per mostrarlo, per farne capire l’efficacia – “il metodo della scuola italiana sta nel non muovere troppo il braccio, ma nel governare l’orchestra con il movimento del polso”; per arginarne l’enfasi – “in gioventù si fanno sempre molti gesti, ci si sbraccia, ma col tempo si scopre che basta molto meno”. Immergendo la tecnica in una lezione che la travalica, e si tinge del sapere di una vita, di saggezza insomma. “A Verdi basta un niente per creare una situazione”, spiega. Ed è cogliendo e comprendendo quel “niente” che si costruisce il tutto. 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 Gli artisti 29 Riccardo Muti 30 Born in Naples, he studied piano at the Conservatory of San Pietro a Majella under Vincenzo Vitale, graduating with distinction. He subsequently obtained a diploma in Composition and Conducting from the Conservatory “Giuseppe Verdi”, Milan, where he studied under Bruno Bettinelli and Antonino Votto. He first came to the attention of critics and the public in 1967, when he was unanimously awarded first place by the prestigious jury of the “Guido Cantelli” competition for conductors in Milan. The following year he was appointed principal conductor of the Maggio Musicale Fiorentino, a position he maintained until 1980. In 1971 Muti was invited by Herbert von Karajan to conduct at the Salzburg Festival, the first of many occasions, which led in 2010 to a celebration of forty years of artistic collaboration with the Austrian festival. During the 1970s, he was chief conductor of the London Philharmonia (1972 to 1982) succeeding Otto Klemperer. From 1980 to 1992, he inherited the position of Music Director of the Philadelphia Orchestra from Eugène Ormandy. From 1986 to 2005, he was Music Director of the Teatro alla Scala and under his direction important projects were undertaken such as the Mozart-Da Ponte Trilogy and the Wagner Ring Cycle. Alongside the classics of the repertoire, he brought many rarely performed and neglected works to light, including pieces from the eighteenth century Neapolitan school as well as operas by Gluck, Cherubini, Spontini and most recently Poulenc’s Les dialogues des Carmélites, which earned Muti the prestigious “Abbiati” prize from the critics. The long period spent as Musical director of the La Scala organisation culminated on December 7, 2004, in the triumphant re-opening of the restored La Scala theatre with Antonio Salieri’s Europa riconosciuta. Muti gave an exceptional contribution to the interpretation of Verdi’s repertoire, conducting Ernani, Nabucco, I vespri siciliani, La traviata, Attila, Don Carlos, Falstaff, Rigoletto, Macbeth, La forza del destino, Il trovatore, Otello, Aida, A Napoli, città in cui è nato, studia pianoforte con Vincenzo Vitale, diplomandosi con lode nel Conservatorio di San Pietro a Majella. Prosegue gli studi al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, sotto la guida di Bruno Bettinelli e Antonino Votto, dove consegue il diploma in Composizione e Direzione d’orchestra. Nel 1967 la prestigiosa giuria del Concorso “Cantelli” di Milano gli assegna all’unanimità il primo posto, portandolo all’attenzione di critica e pubblico. L’anno seguente viene nominato Direttore principale del Maggio Musicale Fiorentino, incarico che manterrà fino al 1980. Già nel 1971 Muti viene invitato da Herbert von Karajan sul podio del Festival di Salisburgo, inaugurando una felice consuetudine che lo ha portato, nel 2010, a festeggiare i quarant’anni di sodalizio con la manifestazione austriaca. Gli anni Settanta lo vedono alla testa della Philharmonia Orchestra di Londra (1972-1982), dove succede a Otto Klemperer; quindi, tra il 1980 e il 1992, eredita da Eugène Ormandy l’incarico di Direttore musicale della Philadelphia Orchestra. Dal 1986 al 2005 è Direttore musicale del Teatro alla Scala: prendono così forma progetti di respiro internazionale, come la proposta della trilogia Mozart-Da Ponte e la tetralogia wagneriana. Accanto ai titoli del grande repertorio trovano spazio e visibilità anche altri autori meno frequentati: pagine preziose del Settecento napoletano e opere di Gluck, Cherubini, Spontini, fino a Poulenc, con Les dialogues des Carmélites che gli hanno valso il Premio Abbiati della critica. Il lungo periodo trascorso come Direttore musicale dei complessi scaligeri culmina il 7 dicembre 2004 nella trionfale riapertura della Scala restaurata dove dirige l’Europa riconosciuta di Antonio Salieri. Eccezionale il suo contributo al repertorio verdiano; ha diretto Ernani, Nabucco, I vespri siciliani, La traviata, Attila, Don Carlos, Falstaff, Rigoletto, Macbeth, La forza del destino, Il trovatore, Otello, Aida, Un ballo in maschera, I due Foscari, I masnadieri. La sua direzione musicale è stata la più lunga nella storia del Teatro alla Scala. Nel corso della sua straordinaria carriera Riccardo Muti dirige molte tra le più prestigiose orchestre del mondo: dai Berliner Philharmoniker alla Bayerischer Rundfunk, dalla New York Philharmonic all’Orchestre National de France alla Philharmonia di Londra e, naturalmente, i Wiener Philharmoniker, ai quali lo lega un rapporto assiduo e particolarmente significativo, e con i quali si esibisce al Festival di Salisburgo dal 1971. Invitato sul podio in occasione del concerto celebrativo dei 150 anni della grande orchestra viennese, Muti ha ricevuto l’Anello d’Oro, onorificenza concessa dai Wiener in segno di speciale ammirazione e affetto. Ha diretto per ben quattro volte il prestigioso Concerto di Capodanno a Vienna nel 1993, 1997, 2000 e 2004. Nell’aprile del 2003 viene eccezionalmente promossa in Francia, una “Journée Riccardo Muti”, attraverso l’emittente nazionale France Musique che per 14 ore ininterrotte trasmette musiche da lui dirette con tutte le orchestre che lo hanno avuto e lo hanno sul podio, mentre il 14 dicembre dello stesso anno dirige l’atteso concerto di riapertura del Teatro La Fenice di Venezia. Nel 2004 fonda l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini formata da giovani musicisti selezionati da una commissione internazionale, fra oltre 600 strumentisti provenienti da tutte le regioni italiane. La vasta produzione discografica, già rilevante negli anni Settanta e oggi impreziosita dai molti premi ricevuti dalla critica specializzata, spazia dal repertorio sinfonico e operistico classico al Novecento. Il suo impegno civile di artista è testimoniato dai concerti proposti nell’ambito del progetto “Le vie dell’Amicizia” di Ravenna Festival in alcuni luoghi “simbolo” della storia, sia antica che contemporanea: Sarajevo (1997 e 2009), Beirut (1998), Gerusalemme (1999), Mosca (2000), Erevan e Istanbul (2001), New York (2002), Il Cairo (2003), Damasco (2004), El Djem (2005), Meknès (2006), Roma (2007), Mazara del Vallo (2008), Trieste (2010), Nairobi (2011), Ravenna (2012), Mirandola (2013) e Redipuglia (2014) con il Coro e l’Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino e i “Musicians of Europe United”, formazione costituita dalle prime parti delle più importanti orchestre europee, e recentemente con l’Orchestra Cherubini. Tra gli innumerevoli riconoscimenti conseguiti da Riccardo Muti nel corso della sua carriera si segnalano: Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana e la Grande Medaglia d’oro della Città di Milano; la Verdienstkreuz della Repubblica Federale Tedesca; la Legion d’Onore in Francia (già Cavaliere, nel 2010 il Presidente Nicolas Sarkozy lo ha insignito del titolo di Ufficiale) e il titolo di Cavaliere Un ballo in maschera, I due Foscari, I masnadieri. His tenure as Music Director has been the longest at Teatro alla Scala. Over the course of his extraordinary career, Riccardo Muti has conducted most of the important orchestras in the world: from the Berlin Philharmonic to the Bayerischer Rundfunk, the New York Philharmonic to the Orchestre National de France, as well as the Vienna Philharmonic, an orchestra to which he is linked by particularly close and important ties, and with which he has appeared at the Salzburg Festival since 1971. When Muti was invited to conduct the Vienna Philharmonic in a concert celebrating its 150 years, he was presented with the Golden Ring, awarded by the orchestra as a sign of special appreciation and affection to only a few select conductors. Four times he conducted the prestigious and extremely famous New Year’s Concert in Vienna: 1993, 1997, 2000 and 2004. In April 2003, the French national radio channel, France Musique, broadcast a “Journée Riccardo Muti” consisting of 14 hours of his operatic and symphonic recordings made with all the orchestras he has conducted throughout his career. On December 14 of the same year, he conducted the long-awaited opening concert of the newly renovated Opera House “La Fenice” in Venice. In 2004, Muti founded the “Luigi Cherubini Youth Orchestra”, which is composed of young musicians selected by an international committee from some 600 instrumentalists from all over Italy. Muti’s recording activities span the classical symphonic and operatic repertories to contemporary works, and have received recognition in the form of many prizes. Riccardo Muti’s social and civic conscience as an artist is demonstrated by concerts in a number of places symbolising our troubled past and contemporary history, which he has conducted as part of “Le vie dell’Amicizia” (The Paths of Friendship) project, produced by the Ravenna Festival. These include Sarajevo (1997, 2009), Beirut (1998), Jerusalem (1999), Moscow (2000), Yerevan and Istanbul (2001), New York (2002), Cairo (2003), Damascus (2004), El Diem, Tunisia (2005), Meknès (2006), Concert for Lebanon in Rome (2007), Mazara del Vallo (2008), Trieste (2010), Nairobi (2011), Ravenna (2012), Mirandola (2013) and Redipuglia (2014) with the La Scala Philharmonic and Chorus, the Orchestra and Chorus of the Maggio Musicale Fiorentino, the “Musicians of Europe United,” a group made up of the top players of Europe’s major orchestras and most recently with the Cherubini Youth Orchestra. Innumerable honours have been bestowed on 31 Riccardo Muti over the course of his career. He has been made a Cavaliere di Gran Croce of the Italian Republic and has received the Verdienstkreuz from Germany; recently he received the decoration of Officer of the Legion of Honour from French President Nicolas Sarkozy in a private ceremony held at Élysée Palace. He also was made an honorary Knight Commander of the British Empire by Queen Elizabeth ii in Britain. The Salzburg Mozarteum awarded him its silver medal for his contribution to Mozart’s music, and in Vienna he was elected an honorary member of the Wiener Hofmusikkapelle and the Wiener Staatsoper. Russian President Putin awarded him the Order of Friendship, and the State of Israel has honoured him with the Wolf Prize for the arts. He conducted the Vienna Philharmonic in the opening concert for the celebrations of the 250th anniversary of Mozart’s birth in Salzburg Grosses Festspielhaus. In 2015 the continuous collaboration between Riccardo Muti and the Vienna Philharmonic will reach 44 years. In Salzburg for the Whitsun Festival with the Cherubini Orchestra he began in 2007 a five-year project dedicated to the rediscovery and the valorization of the musical heritage, operatic and sacred, of the Neapolitan School of the 18th Century. In September 2010 he became Music Director of the Chicago Symphony Orchestra, and he was named 2010 Musician of the Year by «Musical America». In 2011, Riccardo Muti was awarded two Grammy Awards at the 53rd annual ceremony for his live recording of Verdi’s Messa da Requiem with the Chicago Symphony Orchestra and Chorus. His recording won Best Classical Album and Best Choral Performance. He then won the coveted Birgit Nilsson Prize, presented in a ceremony on October 13 at the Royal Opera in Stockholm in the presence of H.M. King Carl xvi Gustaf and H.M. Queen Silvia. In the same year, in New York, he was honoured at the sixth annual Opera News Awards, and was awarded Spain’s prestigious Prince of Asturias Prize for the Arts, presented to him in the autumn in Oviedo by H.R.H. the Prince of Asturias. He was also named an honorary member of the Vienna Philharmonic and an honorary director for life at the Rome Opera. In May 2012, he was awarded the Knight of the Grand Cross First Class of the Order of St. Gregory the Great by Pope Benedict xvi. In November 2012, he was awarded the Vittorio De Sica Prize for his contributions to music. He has received honorary degrees from many universities in Italy and abroad, the most recent of which is the honorary degree from Northwestern University (Chicago), in 2014. 32 dell’Impero Britannico conferitogli dalla Regina Elisabetta ii. Il Mozarteum di Salisburgo gli ha assegnato la Medaglia d’argento per l’impegno sul versante mozartiano; la Wiener Hofmusikkapelle e la Wiener Staatsoper lo hanno eletto Membro Onorario; il presidente russo Vladimir Putin gli ha attribuito l’Ordine dell’Amicizia, mentre lo Stato d’Israele lo ha onorato con il premio “Wolf” per le arti. Ha diretto i Wiener Philharmoniker nel concerto che ha inaugurato le celebrazioni per i 250 anni dalla nascita di Mozart al Grosses Festspielhaus di Salisburgo. La costante e ininterrotta collaborazione tra Riccardo Muti e Wiener Philharmoniker nel 2015 raggiunge i 44 anni. A Salisburgo per il Festival di Pentecoste, a partire dal 2007 insieme all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, ha affrontato un progetto quinquennale mirato alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio musicale, operistico e sacro, del Settecento napoletano. Da settembre 2010 è Direttore musicale della prestigiosa Chicago Symphony Orchestra. Nello stesso anno è stato nominato in America “Musician of the Year” dalla importante rivista «Musical America». Nel 2011, in seguito all’esecuzione e registrazione live della Messa da Requiem di Verdi con la C.S.O., vince la 53a edizione dei Grammys Awards con due premi: Best Classical Album e Best Choral Album. È poi proclamato vincitore del prestigioso premio “Birgit Nilsson” che gli è stato consegnato il 13 ottobre a Stoccolma alla Royal Opera alla presenza dei Reali di Svezia, le loro Maestà il Re Carl xvi Gustaf e la Regina Silvia. Nello stesso anno, a New York, ha ricevuto l’Opera News Awards e gli è stato assegnato il Premio “Principe Asturia per le Arti 2011”, massimo riconoscimento artistico spagnolo, consegnato da parte di sua Altezza Reale il Principe Felipe di Asturia a Oviedo nell’autunno successivo. Ancora, è stato nominato membro onorario dei Wiener Philharmoniker e Direttore Onorario a vita del Teatro dell’Opera di Roma. Nel maggio 2012, Riccardo Muti è stato insignito della Gran Croce di San Gregorio Magno da Sua Santità Benedetto xvi, e nel novembre successivo ha ricevuto il Premio De Sica per la Musica. Moltissime università italiane e straniere gli hanno conferito la laurea honoris causa, la più recente è quella ricevuta nel 2014 a Chicago dalla Northwestern University. www.riccardomutimusic.com Vincenzo Milletarì Nato a Taranto nel 1990, intraprende gli studi musicali all’età di quattordici anni frequentando il Conservatorio “Giovanni Paisiello” della sua città per poi completare i suoi studi di direzione d’orchestra tra l’Italia e la Germania sotto la guida di Umberto Benedetti Michelangeli. Contemporaneamente, continua lo studio del pianoforte, ma anche di clarinetto, cembalo e composizione presso il Conservatorio di Brescia dove nel luglio 2013 si diploma con il massimo dei voti in Direzione d’orchestra. Attualmente studia presso il corso di Alto perfezionamento dell´Accademia Reale di Musica in Danimarca sotto la guida di Giordano Bellincampi e Michael Schønwandt. Dirige nella principali stagioni sinfoniche danesi compagini quali Filarmonica di Copenhagen, Orchestra Sinfonica di Aarhus, quella di Odense e di Aalborg, Orchestra dell’Accademia Reale di Musica Danese. In concerto ha diretto molte sinfonie del repertorio romantico (Schumann, Mendelssohn, Schubert, Brahms, Čaikovskij, Sibelius), pagine del Novecento (Debussy, Ravel, Stravinskij) e concerto solistici (da Mozart a Nielsen). Dal 2014 è direttore assistente del Balletto Reale Danese e Svedese. Born in Taranto in 1990, he started studying music at the age of fourteen at the local “Giovanni Paisiello” Conservatory. He completed his studies in Orchestra Conducting in Italy and Germany under Umberto Benedetti Michelangeli. In the meantime, he continued studying the piano, the clarinet, the harpsichord and composition at the Conservatory of Brescia, where he graduated with honours in Conducting in July 2013. Vincenzo is currently attending a course of Advanced Studies at the Royal Academy of Music, Denmark, with Giordano Bellincampi and Michael Schønwandt. In the major Danish symphonic seasons he conducts such ensembles as the Copenhagen Philharmonic, the Aarhus, Odense and Aalborg Symphony Orchestras, and the Orchestra of the Danish Royal Academy of Music. His repertoire as a conductor includes the Romantic period (Schumann, Mendelssohn, Schubert, Brahms, Tchaikovsky, Sibelius), the 20th century (Debussy, Ravel, Stravinsky) and solo concerts (Mozart to Nielsen). He has been working as the assistant director of the Royal Danish and Swedish Ballet since 2014. 33 Vladimir Ovodok After graduating at the High School of the National Academy of Music of Belarus, Ovodook was admitted to the Academy itself, in the classes taught by Ludmila Schelomenzeva (piano) and Gennady Provatorov (conducting), where he graduated with honours. During his studies at the Academy, he was also a student of Vyacheslav Volich. Between 2009 and 2010 he completed a doctorate in orchestral conducting at the National Academy of Belarusian music. In 2010, in Lithuania, he attended the master classes of Colin Metters with the National Symphony Orchestra of Lithuania. The following year, he took part in the courses of A.V. Alekseev at the Conservatory of St. Petersburg. In 2013 and 2014 he followed the master class of Yuri Simonov with the Moscow Philharmonic Orchestra. For five years starting in 2009 he taught piano and conducting at the gymnasium of the National Academy of Belarusian Music. From 2008 to 2011 he was chief conductor of the Belarusian Radio and Television, first as an assistant to Gennady Provatorov, then to Cheslav Grabovsky. And from 2010 to 2012 he was the artistic director and conductor of the Gomel Philharmonic chamber orchestra. Since 2012 he has been an assistant to the National Academic Bolshoi Opera and the Ballet Theatre of the Republic of Belarus; he also currently directs the orchestra of the Opera Studio of the same Academy. Ovodok also directed several Belarusian orchestra, among which we remember: the National Academic Philharmonic Symphony Orchestra, the Philharmonic Chamber Orchestra, the Symphony Orchestra of the Belarusian Academy of Music, the Gomel Symphony Orchestra. 34 Dopo aver terminato la Scuola superiore annessa all’Accademia Nazionale di Musica della Bielorussia, viene ammesso all’Accademia stessa, nelle classi di Ludmila Schelomenzeva (pianoforte) e di Gennady Provatorov (direzione d’orchestra), dove si laurea con lode. Durante gli studi in Accademia, è inoltre allievo di Vyacheslav Volich. Tra il 2009 e il 2010 porta a termine un dottorato in Direzione d’orchestra all’Accademia Nazionale di Musica bielorussa. Nel 2010 partecipa alle masterclass tenute da Colin Metters in Lituania con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Lituania e, l’anno successivo, ai corsi di A.V. Alekseev al Conservatorio di San Pietroburgo. Poi, nel 2013 e nel 2014, segue le masterclass di Yuri Simonov, con l’Orchestra Filarmonica di Mosca. Dal 2009 e per cinque anni è docente di pianoforte e direzione d’orchestra al ginnasio annesso all’Accademia Nazionale di Musica della Bielorussia. Dal 2008 al 2011 è direttore d’orchestra della Radio e Televisione bielorussa, prima come assistente di Gennady Provatorov, poi di Cheslav Grabovsky. E tra il 2010 e il 2012 è direttore artistico e direttore dell’orchestra da camera della Gomel Philharmonic. Dal 2012 è assistente al National Academic Bolshoi Opera e al Ballet Theatre della Repubblica di Bielorussia; attualmente dirige l’orchestra all’Opera Studio della medesima Accademia. Ha diretto inoltre compagini bielorusse quali National Academic Philharmonic Symphony Orchestra, Philharmonic Chamber Orchestra, Symphony Orchestra Belarusian Academy of Music, Gomel Symphony Orchestra. Su-Han Yang Nato a Taiwan, ha conseguito il diploma presso la Tunghai University (THU), studiando pianoforte con Juanelva Rose e direzione d’orchestra con Annie Chung. Attualmente studia direzione d’orchestra con Apo Ching-Hsin Hsu presso la National Taiwan Normal University (NTNU). È stato assistente direttore di THU Symphony Orchestra, NTNU Symphony Orchestra e National Taiwan University Symphony Orchestra. Recentemente ha diretto la NTNU Symphony Orchestra in diversi spettacoli, lavorando al tempo stesso anche con altre compagini, e presentando oltre settanta opere contemporanee, molte delle quali in prima mondiale. Ha inoltre preso parte a diversi corsi di perfezionamento della NTNU, lavorando con maestri ospiti quali Shao-Chia Lü, Ya‑Hui Wang, Mark Gibson, Leon Botstein, Simeone Pironkoff e Alexander Rudin. È salito sul podio di numerosi festival di musica internazionale, tra cui la 29a edizione dell’Asian Composers League Conference and Festival (2011), il Laboratorio Internazionale su Computer Music e Tecnologia Audio (2011), il Festival Internazionale di Nuova Musica di Taipei (2014), e la serie di concerti che la Lega dei Compositori Asiatici organizza ogni anno a Taiwan. Partecipando a molte masterclass tenute da direttori internazionali, ha avuto modo di lavorare con prestigiosi maestri: Peter Gülke, Yuri Simonov, Mark Stringer, Horia Andreescu, Vittorio Parisi, Lior Shambadal, Romolo Gessi, Harold Farberman, Wes Kenny, Lawrence Golan e Raymond Harvey. Born in Taiwan, Su-Han Yang is currently studying conducting with Apo Ching-Hsin Hsu at the National Taiwan Normal University (NTNU). Graduated from Tunghai University (THU) where Yang studied piano with Juanelva Rose and conducting with Annie Chung. Yang was the assistant conductor of the THU Symphony Orchestra, NTNU Symphony Orchestra, and the National Taiwan University Symphony Orchestra. In recent years at NTNU, Yang conducted the NTNU Symphony Orchestra in several performances, as well as working with various ensembles in presenting over seventy contemporary works, of which many were the world premieres. He also participated in several conducting masterclasses at NTNU, working with distinguished visiting maestri: Shao-Chia Lü, Ya-Hui Wang, Mark Gibson, Leon Botstein, Simeon Pironkoff, and Alexander Rudin. Yang appeared as conductor in several international music festival including the 29th Asian Composers League Conference and Festival in 2011, the 2011 International Workshop on Computer Music and Audio Technology, the 2014 Taipei International New Music Festival, and the 2014 Music Taiwan Series Concerts of Asian Composers League. In many international conducting masterclasses, Yang worked with prestigious Maestri: Peter Gülke, Yuri Simonov, Mark Stringer, Horia Andreescu, Vittorio Parisi, Lior Shambadal, Romolo Gessi, Harold Farberman, Wes Kenny, Lawrence Golan, and Raymond Harvey. 35 Erina Yashima German-born conductor Erina Yashima started her musical studies as pre-college piano student of Bernd Goetzke at the Institute for the Early Advancement of the Musically Highly Gifted (IFF) in Hannover where she got her first conducting lessons at the age of 14. After studying conducting in Freiburg with Scott Sandmeier and in Vienna with Mark Stringer, she is completing her studies in conducting at the Hanns Eisler School of Music Berlin under the guidance of Christian Ehwald and Hans-Dieter Baum. The orchestras that Erina Yashima conducted include the Konzerthausorchester Berlin, Württembergische Philharmonie Reutlingen, Stuttgarter Kammerorchester, Brandenburgisches Staatsorchester Frankfurt (Oder), Neubrandenburger Philharmonie, Brandenburger Symphoniker, Südwestdeutsches Kammerorchester Pforzheim, Kurpfälzisches Kammerorchester Mannheim, North Czech Philharmonic Teplice, Orchestra Sinfonica di Sanremo and New Music ensembles of the NDR Radiophilharmonie Hannover. Erina Yashima was active participant of masterclasses given by Bernard Haitink (Lucerne Festival) and Gianluigi Gelmetti (Accademia Musicale Chigiana). In 2015 she was selected as one of the top three finalist at the workshop Interaktion des Kritischen Orchesters by members of professional orchestras such as Berlin Philharmonic and Staatskapelle Berlin. Erina Yashima has been recently appointed répétiteur and conductor of the Pfalztheater Kaiserslautern. Previously, she was the music director of the Freies Studentenorchester Rostock (2013-2015). In 2013 she was given the Award of outstanding excellence by the Musikakademie Rheinsberg for the opera production she conducted there in 2013. Her guest conducting experiences include a collaboration with El Sistema in Venezuela, where she conducted two youth orchestras (May 2015). 36 Tedesca, intrapresi gli studi musicali in giovane età, studia pianoforte con Bernd Goetzke presso l’Istituto di Formazione Precoce per Studenti di musica particolarmente dotati (IFF) di Hannover, dove le vengono impartite anche le prime lezioni di direzione d’orchestra già all’età di quattordici anni. Dopo i corsi di direzione d’orchestra con Scott Sandmeier a Friburgo e con Mark Stringer a Vienna, attualmente sta completando gli studi presso la Scuola di musica “Hanns Eisler” di Berlino, sotto la guida di Christian Ehwald e Hans-Dieter Baum. Tra le orchestre che ha diretto ricordiamo Konzerthausorchester di Berlino, Württembergische Philharmonie di Reutlingen, Orchestra da camera di Stoccarda, Brandenburgisches Staatsorchester di Francoforte (Oder), Neubrandenburger Philharmonie, Brandenburger Symphoniker, SudWestdeutsches Kammerorchester di Pforzheim, Kurpfälzisches Kammerorchester di Mannheim, North Czech Philharmonic di Teplice, Orchestra Sinfonica di Sanremo e New Music ensembles della NDR Radiophilharmonie di Hannover. Ha frequentato varie masterclass di Bernard Haitink (presso il Festival di Lucerna) e Gianluigi Gelmetti (all’Accademia Musicale Chigiana). Nel 2015 è stata selezionata tra i tre finalisti del workshop Interaktion des Kritischen Orchesters da membri di orchestre professionali quali la Filarmonica di Berlino e la Staatskapelle di Berlino. Nel 2013 vince il Premio di eccellenza attribuito dall’Accademia Musicale di Rheinsberg per la produzione operistica da lei diretta. Tra il 2013 e il 2015, è Direttore musicale della Libera Orchestra Sudentesca di Rostock. Come direttore d’orchestra ospite ha collaborato con El Sistema in Venezuela, dove ha diretto due orchestre giovanili nel maggio 2015. È stata recentemente nominata maestro collaboratore e direttore dello Pfalztheater Kaiserslautern. Francesca Ascioti Si diploma in canto al Conservatorio di Brescia. Studia da sempre con Bernadette Manca di Nissa, e si perfeziona con Alberto Rinaldi e Teresa Berganza. Nel 2010 si aggiudica una borsa di studio che le permette di frequentare l’Accademia Ateneo Musicale di Sulmona, debuttando, come prima esperienza di palcoscenico, nelle Nozze di Figaro nel ruolo di Cherubino. Ha interpretato Maddalena nel Rigoletto al Teatro Traiano di Civitavecchia e, nel 2013, è stata Quickly nel Falstaff al Teatro Verdi di Busseto, con Renato Bruson e la regia di Marina Bianchi, in collaborazione con l’Accademia della Scala e il Teatro Regio di Parma. È finalista al Concorso “Marcello Giordani” e vince un premio per il debutto del ruolo di Mamma Lucia in Cavalleria rusticana, avvenuto all’inizio del 2014 presso il Vero Beach Opera Festival in Florida. Nello stesso anno canta nella Nona Sinfonia di Beethoven al Teatro Bellini di Catania, poi interpreta Zita nel Gianni Schicchi di Puccini al Lirico di Piacenza. Ancora, riveste il ruolo della Baronessa di Champigny nel Cappello di paglia di Firenze di Nino Rota al Petruzzelli di Bari con la regia di Elena Barbalich. Recentemente si è esibita al Teatro La Fenice nel ruolo di Ozias nella Juditha triumphans di Vivaldi, diretta da Alessandro de Marchi. Francesca Ascioti graduated at the Conservatory of Brescia after studying long years with Bernadette Manca di Nissa, and after attending the master classes of Alberto Rinaldi and Teresa Berganza. In 2010 she won a scholarship for the Sulmona Academy of Music, where she débuted on stage in the role of Cherubino in The Marriage of Figaro. She covered the role of Maddalena in Rigoletto at the Teatro Traiano, Civitavecchia and, in 2013, she was Quickly in Verdi’s Falstaff (Teatro Verdi, Busseto), with Renato Bruson, directed by Marina Bianchi, a collaboration of Accademia della Scala and Teatro Regio, Parma. Ascioti was a finalist in the “Marcello Giordani” competition, and won a prize for her début in the role of Mamma Lucia in Cavalleria rusticana at the Vero Beach Opera Festival, Florida, 2014. In the same year she sang in Beethoven’s Ninth Symphony at the Teatro Bellini, Catania, then was Zita in Puccini’s Gianni Schicchi (Teatro Lirico, Piacenza). She also got the role of Baroness of Champigny in Nino Rota’s Il cappello di paglia di Firenze at the Petruzzelli Theatre, Bari, directed by Elena Barbalich. Francesca recently performed in the role of Ozias in Vivaldi’s Juditha triumphans, conducted by Alessandro de Marchi at the Teatro La Fenice, Venice. 37 Antonella Carpenito Born in 1985, Carpenito graduated from the Conservatory of Avellino. In 2011 she took a second diploma in vocal technique and interpretation at the Conservatory of the Balearic Islands, Palma de Mallorca. She attended several master classes with Carmen Sensaud, Dimitra Theodossiou, Birgit Nickl, Anna Vandi, Cesare Scarton, Renata Scotto (Accademia Santa Cecilia - Opera Studio, Rome), Teresa Berganza (master classes in Pamplona and at the Fundacion Eutherpe, Leon, Spain), Amelia Felle, Alessandro Svab (Accademia Lirica Santa Croce, Trieste), Marilena Laurenza and Mariella Devia. She won many awards in various singing competitions, but also in the repertoires of baroque music and Neapolitan classics. She performed at the Teatro Verdi, Salerno, the Royal Palace of Caserta (Concert for the 150th anniversary of the unification of Italy), in the Capitol, Capitoline Museums and the Chamber of Deputies (Montecitorio) in Rome, the Teatro Comunale in Florence, the Gran Teatro Giacomo Puccini in Torre del Lago, the Teatro Alighieri in Ravenna, the National Theatre of Bahrain in Manama, the Teatro Comunale in Ferrara, the Teatro Municipale in Piacenza, the Teatro della Grancia in Siena, the Auditorium of Missouri, Columbia, USA, the Espace Pierre Cardin in Paris, the Auditorium of the University of Chengdu, China, and the Fortezza da Basso in Florence. Antonella took part in the “popular trilogy” (Rigoletto, Il trovatore, La traviata) and in the ‘Verdi & Shakespeare’ trilogy, respectively staged at the Ravenna Festival in 2012 and 2013, directed by Cristina Mazzavillani Muti and conducted by Nicola Paszkowski. Carpenito is currently involved as mezzo-soprano in the Belcanto Project organized by ARSLAB and the Luciano Pavarotti Foundation, Modena. In 2014 she performed at the Forbidden City, Beijing, to celebrate the centenary of Maserati. She gave a concert at the Teatro della Pergola to celebrate the 90th birthday of Rolando Panerai, and performed in the gala held to give the Pavarotti d’oro prize to Daniela Dessì and Fabio Armiliato. 38 Nata nel 1985, si diploma al Conservatorio di Avellino e nel 2011 consegue il diploma in Tecnica e interpretazione vocale al Conservatorio delle Isole Baleari a Palma de Mallorca. Si perfeziona sotto la guida di Carmen Sensaud, Dimitra Theodossiou, Birgit Nickl, Anna Vandi, Cesare Scarton, Renata Scotto (Accademia Santa Cecilia – Opera Studio, Roma), Teresa Berganza (masterclass a Pamplona e presso la Fundacion Eutherpe a Leon in Spagna), Amelia Felle, Alessandro Svab (Accademia Lirica Santa Croce Trieste), Marilena Laurenza, Mariella Devia. È vincitrice di numerosi riconoscimenti in concorsi di canto lirico, ma anche nel repertorio barocco e nei classici napoletani. Si è esibita al Teatro Verdi di Salerno, Palazzo Reale di Caserta (Concerto per il 150o anniversario dell’Unità d’Italia), a Roma al Campidoglio-Musei Capitolini e alla Camera dei DeputatiMontecitorio, Comunale di Firenze, Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Nazionale del Bahrain a Manama, Comunale di Ferrara e Municipale di Piacenza, Teatro della Grancia (Siena), Auditorium di Columbia-Missouri (USA), Espace Pierre Cardin a Parigi, Auditorium dell’Università di Cheng-du in Cina, Fortezza da Basso (Firenze). Prende parte alla trilogia popolare (Rigoletto, Il trovatore, La traviata) di Ravenna Festival 2012 e alla trilogia “Verdi & Shakespeare” nel 2013, per la regia di Cristina Mazzavillani Muti, sotto la bacchetta di Nicola Paszkowski. Attualmente è il mezzosoprano del progetto Belcanto organizzato da ARSLAB e Fondazione Luciano Pavarotti di Modena. Nel 2014 si è esibita a Pechino presso la Città Proibita in occasione del centenario della Maserati, in un concerto al Teatro della Pergola per festeggiare i 90 anni di Rolando Panerai e in un gala per premiare, con il Pavarotti d’oro, la coppia Daniela Dessì e Fabio Armiliato. Graziano Dallavalle Nato a Castel San Giovanni (PC), si diploma al Conservatorio di Piacenza con il massimo dei voti, sotto la guida del soprano Maria Laura Groppi. Partecipa inoltre a diverse masterclass con Alessandro Corbelli, Renata Scotto, Bernadette Manca di Nissa, Veronica Dunne, Ugo Benelli, Antonio Juvarra, June Anderson e Lorenzo Regazzo. Attualmente segue il corso di Alto perfezionamento ed interpretazione dello spartito operistico tenuto da Fulvio Bottega. È finalista in diversi concorsi internazionali, tra i quali il “Roma Festival”, il Concorso “Franco Alfano” al Teatro del Casinò di Sanremo, e il “Cappuccilli” di Alessandria. Ha preso parte a numerose opere di Rossini, Verdi, Puccini, Mozart. Tra le altre, Il viaggio a Reims con la direzione di Aldo Sisillo e la regia di Rosetta Cucchi e Il matrimonio inaspettato di Paisiello, per la direzione di Riccardo Muti. Al suo attivo, numerosi concerti sia in Italia che all’estero. Recentemente è stato Uberto nella Serva padrona di Pergolesi al Castello di Villata e a Villa Spinola a Genova, Dulcamara nell’Elisir d’amore al Teatro Civico di Vercelli e a Rimini, si è esibito in Don Pasquale al Teatro di Serravalle Sesia, ed è stato Gregorio in Roméo et Juliette di Gounod nei teatri di Piacenza, Modena e Bolzano, con la regia di Manfred Schweigkofler e la direzione di Yves Abel. Nel ruolo di Tracollo ha cantato in Livietta e Tracollo di Pergolesi e in quello di Ferrando nel Trovatore al Teatro Civico di Vercelli. Nel 2013, a Ravenna Festival, è Pistola nel Falstaff, con la direzione di Nicola Paszkowski e la regia di Cristina Mazzavillani Muti. L’anno successivo interpreta Don Alfonso nel Così fan tutte al xvi Pafos Aphrodite Festival di Cipro, con la regia di Paolo Panizza. Vince a Milano il Concorso “VoceAllOpera”, aggiudicandosi il massimo dei voti per i ruoli dell’Elisir d’amore ed interpreta quindi nuovamente Dulcamara all’inizio del 2015 al Teatro dei Filodrammatici di Milano, con la regia di Gianmaria Aliverta, e in una seconda produzione a La Spezia. Born in Castel San Giovanni (PC), he graduated with honours from the Conservatory of Piacenza under soprano Maria Laura Groppi. He took part in several master classes taught by Alessandro Corbelli, Renata Scotto, Bernadette Manca di Nissa, Veronica Dunne, Ugo Benelli, Antonio Juvarra, June Anderson and Lorenzo Regazzo. He is currently attending the course of Advanced Studies and opera score interpretation taught by Fulvio Bottega. He was a finalist in several international competitions, including the “Rome Festival,” the “Franco Alfano” competition at the Casino Theatre in Sanremo, and the “Cappuccilli” in Alessandria. He covered roles in a number of operas by Rossini, Verdi, Puccini, Mozart. Among others are Il viaggio a Reims, conducted by Aldo Sisillo and directed by Rosetta Cucchi, and Paisiello’s Il matrimonio inaspettato, conducted by Riccardo Muti. To his credit are also a number of concerts in Italy and abroad. Recently he was Uberto in Pergolesi’s Serva padrona at the Castle of Villata and at Villa Spinola, Genoa; Dulcamara in L’elisir d’amore at the Teatro Civico, Vercelli, and Rimini. He also performed in Don Pasquale at the Theatre of Serravalle Sesia, and donned the robes of Gregorio in Gounod’s Roméo et Juliette in Piacenza, Modena and Bolzano, directed by Manfred Schweigkofler and conducted by Yves Abel. He sang in the role of Tracollo in Pergolesi’s Livietta and Tracollo and interpreted the role of Ferrando in Trovatore at the Teatro Civico, Vercelli. In 2013, at the Ravenna Festival, he was Pistola in Falstaff, conducted by Nicola Paszkowski and directed by Cristina Mazzavillani Muti. The following year he sang as Don Alfonso in Così fan tutte at the xvi Pafos Aphrodite Festival in Cyprus, directed by Paolo Panizza. Graziano won the “VoceAllOpera” competition in Milan with top honours for his roles in L’elisir d’amore, then was once again Dulcamara at Teatro Filodrammatici, Milan, at the beginning of 2015, directed by Gianmaria Aliverta, later revived in La Spezia. 39 Matteo Falcier Born in Magenta in 1983, he graduated with honours under Gianni Mastino at the Milan Conservatory. In November 2009 he obtained the “Giuliano Panigati” scholarship from the Rotary Club Val Ticino. In 2012 he attended the courses of the “Rodolfo Celletti” Academy in Martina Franca, and a year later he followed the courses of the Accademia del Teatro alla Scala in Milan. His solo début was in 2005, in a concert organized by the Teatro alla Scala in the Basilica of San Marco in Milan, conducted by Bruno Casoni. In 2007 he was Alfredo in La Traviata with the Compagnia d’Opera Italiana and Konzertdirektion Schlote Salzburg, on tour in Germany, Austria and Norway. In 2008 he made his début as Rodolfo in Bohème and in 2010 he toured Japan as Alfredo in La Traviata, in a production of the Milan Conservatory. He interpreted Paolino (Il matrimonio segreto) at the Stresa Festival, Teatro Regio, Turin, Teatro del Giglio, Lucca, and Teatro Alighieri, Ravenna. Among his other roles we remember: Dorvil (La scala di seta), Ticino Music Festival; Flavio (Norma) with Sergio Alapont, directed by Andrea Cigni; Don Riccardo (Ernani) with Maurizio Barbacini in Sassari; the Marquis (La Cecchina, ossia la buona figliola) at the Donizetti Theatre in Bergamo; Castiglione (in Bellini’s Zaira) at the Festival della Valle d’Itria; Lord Arturo (Lucia di Lammermoor) in the opera theatres of the Lombardy region, Ravenna and Jesi, conducted by Matteo Beltrami and directed by Henning Brockhaus. He took part in the Ravenna Festival 2013 Autumn Trilogy, interpreting the role of Bardolfo in the Falstaff conducted by Nicola Paszkowski and directed by Cristina Mazzavillani Muti. In the 2014/15 season he performed in Les contes d’Hoffmann in the opera theatres of the Lombardy region and the Teatro Coccia, Novara. He then performed as Pong in Turandot, conducted by Matteo Beltrami and directed by Mercedes Martini. Matteo recently made his début at the Teatro dell’Opera in Rome in the role of Basilio in The Marriage of Figaro, in a production by Giorgio Strehler revived by Marina Bianchi. 40 Nato a Magenta nel 1983, si diploma col massimo dei voti sotto la guida di Gianni Mastino al Conservatorio di Milano. Nel novembre 2009 si aggiudica la Borsa di Studio del Rotary Club Val Ticino intitolata a Giuliano Panigati. Nel 2012 frequenta i corsi dell’Accademia “Rodolfo Celletti” di Martina Franca e nella stagione successiva è allievo dei corsi di perfezionamento dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Il debutto come solista è del 2005, in un concerto organizzato dal Teatro alla Scala nella Basilica di San Marco a Milano, diretto da Bruno Casoni. Nel 2007 è Alfredo nella Traviata con la Compagnia d’Opera Italiana e la Konzertdirektion Schlote di Salisburgo, in tournée in Germania, Austria e Norvegia. Nel 2008 debutta come Rodolfo nella Bohème in un nuovo allestimento del Conservatorio di Milano e, nel 2010, partecipa ad una tournée in Giappone, ancora con il Conservatorio, di nuovo come Alfredo nella Traviata. Ha interpretato Paolino (Matrimonio segreto) al Festival di Stresa, e nei teatri Regio di Torino, del Giglio di Lucca e Alighieri di Ravenna; Dorvil (La scala di seta) al Festival Ticino Musica; Flavio (Norma) con Sergio Alapont e la regia di Andrea Cigni; Don Riccardo (Ernani) con Maurizio Barbacini a Sassari; il Marchese (La Cecchina, ossia la buona figliola) al Donizetti di Bergamo; Castiglione (Zaira di Bellini) al Festival della Valle d’Itria; Lord Arturo (Lucia di Lammermoor) nei Teatri del Circuito Lirico Lombardo di Pavia, Brescia, Como e a Ravenna e Jesi, diretto da Matteo Beltrami, per la regia di Henning Brockhaus. Nella Trilogia d’autunno di Ravenna Festival 2013, è Bardolfo nel Falstaff diretto da Nicola Paszkowski per la regia di Cristina Mazzavillani Muti. Nella stagione 2014/15 interpreta i Racconti di Hoffmann nel Circuito Lirico Lombardo e al Teatro Coccia di Novara, ed è Pong nella Turandot diretta da Matteo Beltrami, per la regia di Mercedes Martini. Recente il debutto al Teatro dell’Opera di Roma come Basilio nelle Nozze di Figaro, in un allestimento di Giorgio Strehler ripreso da Marina Bianchi. Mattia Olivieri Nato a Sassuolo nel 1984, intraprende giovanissimo lo studio del canto al Conservatorio di Bologna e a quello di Fermo, perfezionandosi con il baritono Maurizio Leoni a Bologna. Vince numerose borse di studio, segue alcuni corsi di perfezionamento e, nel 2009, entra alla Scuola dell’Opera Italiana di Bologna. Debutta nel 2008 al Festival Lirico Toscano come Commissario Imperiale in Madama Butterfly e Fiorello nel Barbiere di Siviglia, e al Comunale di Caserta come Ben in Il Telefono. Nella stagione 2008/2009 è Papageno nel Racconto del flauto magico tratto dal Flauto mozartiano nell’ambito di un Progetto di Formazione all’opera in tournée in numerosi teatri italiani. Nella stagione successiva, è il Barone Douphol nella Traviata (regia di Henning Brockhaus), di nuovo Fiorello nel Barbiere di Siviglia per la regia di Damiano Michieletto a Jesi, e Giorgio nella Gazza ladra a Bologna, per la direzione di Michele Mariotti e ancora la regia di Michieletto. Nel 2010 è Federico in Napoli milionaria al Festival della Valle d’Itria e Monsieur Choufleuri in Monsieur Choufleuri restera chez lui di Offenbach a Bologna, ripreso poi a Jesi, dove è anche Yamadori in Madama Butterfly, regia di Fabio Ceresa. Baritono solista nella Cantata BWV 140 di Bach al Comunale di Bologna, esegue anche il Neujahrslied di Schumann al Concerto di Capodanno 2010 del Carlo Felice di Genova. Nel 2011 è Dulcamara nell’Elisir d’amore a Jesi, Zweiter Revolutionär in Das geheime Königreich, Der Diktator nell’opera omonima, il Marchese Dorasquez nel Convitato di pietra, Le Dancaire in Carmen, Barone Douphol nella Traviata a Cagliari, Giorgio nella Gazza ladra alla Semperoper di Dresda, Papageno nel Flauto magico, Secondo Sacerdote nel Prigioniero e Prima Creatura in Frankestein ovvero l’amor non guarda in faccia a Bologna. Nel 2012 è Dulcamara nell’Elisir d’amore al Sarzana Opera Festival e Don Prudenzio nel Viaggio a Reims nell’ambito dell’Accademia Rossiniana di Pesaro. In settembre entra a far parte del Centre de Perfeccionament di Valencia dove interpreta Cherubini nella zarzuela El duo de la africana di Caballero, e Schaunard nella Bohème diretta da Riccardo Chailly. Born in Sassuolo in 1984, he began his singing studies at the Conservatories of Bologna and Fermo, then he went on studying with baritone Maurizio Leoni in Bologna. In 2009, he joined the School of Italian Opera in Bologna. He debuted in the role of the Imperial Commissioner in Madama Butterfly at the Festival Lirico Toscano (2008), then donned the robes of Fiorello in The Barber of Seville and those of Ben in Il telefono (Teatro Comunale, Caserta). In the 2008-09 season he was Papageno in the Tale of the Magic Flute, from Mozart’s Magic Flute (Opera Training Project, touring many Italian theatres). In the following season he was Baron Douphol in Traviata (directed by Henning Brockhaus), Fiorello in The Barber of Seville (directed by Damiano Michieletto in Jesi), and Giorgio in La gazza ladra (conducted by Michele Mariotti and directed by Michieletto in Bologna). In 2010 he was Federico in Napoli milionaria (Festival della Valle d’Itria) e Monsieur Choufleuri in Offenbach’s Monsieur Choufleuri restera chez lui, in Bologna and later in Jesi, where he also sang in the role of Yamadori in Madama Butterfly, directed by Fabio Ceresa. Mattia was the solo baritone in Bach’s Cantata BWV 140 at the Teatro Comunale, Bologna. He also performed Schumann’s Neujahrslied at the 2010 New Year’s Concert in Teatro Carlo Felice, Genoa.In 2011 he performed as Dulcamara in L’elisir d’amore (Jesi), as the Second Revolutionary in Das geheime Königreich, as the protagonist in Der Diktator, and as Marquis Dorasquez in Il convitato di pietra. He then sang in the roles of Le Dancaire (Carmen), Baron Douphol (Traviata, Cagliari), Giorgio (La gazza ladra, Semperoper, Dresden), Papageno (The Magic Flute), the Second Priest (Il prigioniero) and the First Creature (Frankenstein ovvero l’amor non guarda in faccia, Bologna). In 2012 Mattia was Dulcamara in L’elisir d’amore (Sarzana Opera Festival) and Don Prudenzio in Il viaggio a Reims (Accademia Rossiniana, Pesaro). In September, he joined the Centre de Perfeccionament Valencia, where he was Cherubini in Caballero’s zarzuela El duo de la Africana, and Schaunard in La Bohème, conducted by Riccardo Chailly. 41 Matthias Stier Born in St. Gallen, Switzerland, Stier studied at the “Giuseppe Verdi” Conservatory in Turin, then attended the master classes of Elio Battaglia at the Summer Academy of the Salzburg Mozarteum. He is presently working with Roberto Bellotti in Milan. Stier has won several international voice competitions. In the 2010/11 season he performed in Boris Godunov and I vespri siciliani at the Teatro Regio, Turin. At the beginning of the 2011-12 season Stier joined the Oper Braunschweig ensemble, with whom he sang in Don Giovanni, Falstaff, Carl Zeller’s Der Vogelhändler, Die Zauberflöte, The Barber of Seville, Così fan tutte, La traviata, L’elisir d’amore, L’heure espagnole/Le Rossignol, Händel’s Saul, Bernstein’s West Side Story and Jenö Hubay’s Anna Karenina. His other roles with Braunschweig in 2014/15 were Jonas in Meyerbeer’s Le Prophète, Freddy Eynsford-Hill in Loewe’s My Fair Lady, the Abbot in Giordano’s Andrea Chénier, Edgar in Hermann’s Wuthering Heights and Mads in Egk’s Peer Gynt. In 2013 he guested as Fenton in a new production of Verdi’s Falstaff in Ravenna. The production was later revived in Reggio Emilia (2015). As a concert singer he often performed at the Settembre Musica MITO Festival in Turin. He also sang Dvorak’s Requiem in Istanbul, Puccini’s Missa di Gloria and Haydn’s Schöpfung in Berne, the world début of Andrea Portera’s Tagete e la terra dell’arcobaleno at the Stresa Festival, Schubert’s Mass in E flat major in Florence, Beethoven’s Ninth Symphony in Cortona, Schubert’s Mass in F major in Basel and more recently Schumann’s Dichterliebe in Dresden. Matthias Stier gave a number of song recitals with such accompanists as Alexander Lonquich and Semjon Skigin. 42 Nato a San Gallo, in Svizzera, ha studiato al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, perfezionandosi poi con Elio Battaglia presso l’Accademia estiva del Mozarteum di Salisburgo. Attualmente, sta lavorando a Milano con Roberto Bellotti. Ha vinto numerosi concorsi vocali internazionali. Nella stagione 2010/11 si è esibito al Teatro Regio di Torino nel Boris Godunov e ne I vespri siciliani. Dalla stagione successiva fa parte dell’ensemble di Oper Braunschweig, con cui si è esibito nel Don Giovanni, in Falstaff e in Der Vogelhändler di Carl Zeller. Ha cantato inoltre in Flauto magico, Barbiere di Siviglia, Così fan tutte, La traviata, Elisir d’amore, e ancora in L’heure espagnole/Le Rossignol, nel Saul di Händel, in West Side Story di Bernstein e nell’Anna Karenina di Jenö Hubay. Sempre con Oper Braunschweig, nell’ultima stagione ha interpretato nuovi ruoli: Jonas in Le Prophète di Meyerbeer, Freddy Eynsford-Hill in My Fair Lady di Loewe, l’Abate nell’Andrea Chénier di Giordano, Edgar in Cime tempestose di Hermann e Mads nel Peer Gynt di Egk. Nel 2013 ha interpretato Fenton nel Falstaff a Ravenna, poi a Reggio Emilia nel 2015. Stier si esibisce spesso in concerto: più volte ospite al Festival Settembre Musica MITO di Torino, ha cantato il Requiem di Dvořák a Istanbul, la Missa di Gloria di Puccini e la Creazione di Haydn a Berna, Tagete e la terra dell’arcobaleno di Andrea Portera, in prima mondiale al Festival di Stresa, la Messa in mi bemolle maggiore di Schubert a Firenze, la Nona Sinfonia di Beethoven a Cortona, la Messa in fa maggiore di Schubert a Basilea e recentemente Dichterliebe di Schumann a Dresda. Ha inoltre tenuto recital accompagnato da musicisti come Alexander Lonquich e Semjon Skigin. Bianca Tognocchi Nata a Como, nel 2010 si diploma al Conservatorio di Milano sotto la guida di Adelina Scarabelli. Si perfeziona con Roberto Coviello, Alfonso Antoniozzi, Veriano Luchetti, Luciana Serra, Mietta Sighele. È finalista e vincitrice di numerosi concorsi internazionali. A partire dal 2010 è impegnata in diverse produzioni As.Li.Co., presso i teatri del Circuito Lirico Lombardo: Le nozze di Figaro (Barbarina), La traviata (Annina), Die Zauberflöte (Papagena), La finta semplice (Ninetta). Dal 2012 collabora con il Tiroler Festspiele di Erl, diretto da Gustav Kuhn: è Susanna nelle Nozze di Figaro e Zerlina nel Don Giovanni di Mozart, è solista nella Messa in si minore e nel Weihnachts Oratorium di Bach. Nel 2014 è Waldvögel in Siegfried di Wagner e solista nei Carmina Burana di Orff. Interpreta inoltre Serpina nella Serva Padrona di Pergolesi per A.M.G. Classica a Genova, Livietta nell’opera Livietta e Tracollo di Pergolesi presso la palazzina Liberty di Milano, Fanny nella Cambiale di matrimonio di Rossini per Ticino Musica a Lugano, e Giannetta nell’Elisir d’amore di Donizetti presso il Teatro Sociale di Trento. Nel 2014 debutta nel ruolo del titolo in Lucia di Lammermoor con la direzione di Roberto Tolomelli e la regia di Francesco Bellotto, inaugurando la stagione del Festival Donizetti presso l’omonimo teatro di Bergamo. Nell’inverno 2014 è Olympia in Les Contes d’Hoffmann di Offenbach presso i teatri del Circuito Lombardo e di Jesi per la direzione di Christian Capocaccia e la regia di Frédéric Roels, e in seguito Adina nell’Elisir d’amore, sempre con As.Li.Co., con la direzione di Valter Borin e la regia di Lucas Simon. Nel maggio 2015 è Sandmaennchen e Taumaennchen nell’opera Hänsel und Gretel al Teatro Regio di Torino per la direzione di Giulio Laguzzi e la regia di Vittorio Borrelli. Born in Como, in 2010 Bianca graduated from the Conservatory of Milan, where she studied under Adelina Scarabelli. She attended master classes with Roberto Coviello, Alfonso Antoniozzi, Veriano Luchetti, Luciana Serra and Mietta Sighele. She was a finalist and a winner in several international competitions. Since 2010 she has been engaged in several As.Li.Co. productions touring the opera theatres of the Lombardy region: Mozart’s The Marriage of Figaro (in the role of Barbarina), Traviata (Annina), Die Zauberflöte (Papagena), La finta semplice (Ninette). Since 2012 Bianca has been collaborating with Tiroler Festspiele, Erl, directed by Gustav Kuhn. She was Susanna in The Marriage of Figaro and Zerlina in Don Giovanni, a soloist in Bach’s Mass in B minor and Weihnachts Oratorium. In 2014 she sang in the role of Waldvögel in Wagner’s Siegfried, and was a soloist in Orff’s Carmina Burana. She also donned the robes of Serpina in Pergolesi’s La serva padrona (AMG Classic, Genoa); those of Livietta in Pergolesi’s Livietta e Tracollo (Milan, Palazzina Liberty); those of Fanny in Rossini’s La cambiale di matrimonio (Ticino Musica, Lugano), and those of Giannetta in Donizetti’s L’elisir d’amore (Teatro Sociale, Trento). In 2014 she made her début in the title role of Lucia di Lammermoor, conducted by Roberto Tolomelli and directed by Francesco Bellotto, a production which opened the Donizetti Festival at the namesake theatre in Bergamo. In the winter of 2014 Tognocchi was Olympia in Offenbach’s Les Contes d’Hoffmann, conducted by Christian Capocaccia and directed by Frédéric Roels. The production toured the theatres of the Lombardy regional circuit and Jesi. She later covered the role of Adina in Donizetti’s L’elisir d’amore, another As.Li.Co. production conducted by Valter Borin and directed by Lucas Simon. In May 2015 Tognocchi had the double role of Sandmaennchen and Taumaennchen in the opera Hänsel und Gretel, conducted by G. Laguzzi and directed by V. Borrelli at the Teatro Regio, Turin. 43 Benedetta Torre Benedetta Torre was born in Genoa, where she began her singing studies at the age of 13. In 2011/2012 Torre was a member of the juvenile Ensemble Opera Studio of the Carlo Felice Theatre, Genoa, where she still regularly attends the master classes of soprano Donata D’Annunzio Lombardi. In 2013 Benedetta was Countess Ceprano in Rigoletto, conducted by Carlo Rizzari at the Carlo Felice Theatre, Genoa. She then won the Youth Prize at the 5th “Francesco Paolo Tosti” International Singing Competition, after which she gave three concerts in Tokyo and Osaka with the Tosti National Institute. Torre collaborates with the Mnemosyne Ensemble, her birthplace city’s university orchestra, holding several concerts of baroque music. A finalist in the 2014 “Tagliavini” competition in Deutschlandsberg (Graz, Austria), Torre took part in the 52th International Competition for Verdian Voices (Busseto), where she got to the final and received a special mention for her outstanding voice and interpretation in relation to her young age. In 2015 she was a finalist in the As.Li.Co. and the “Flaviano Labo” Competitions. In November 2014 she interpreted the role of Luisa in Luisa Miller at the Carlo Felice Theatre in Genoa, with Leo Nucci as a partner and a director and conductor Andrea Battistoni. 44 Nata a Genova, inizia lo studio del canto all’età di 13 anni. Nel biennio 2011/2012 fa parte del gruppo di giovani dell’Ensemble Opera Studio del Teatro Carlo Felice di Genova, dove periodicamente segue masterclass tenute dal soprano Donata D’Annunzio Lombardi. Nel 2013 è la Contessa di Ceprano in Rigoletto al Carlo Felice di Genova con la direzione di Carlo Rizzari. Vince poi il Premio giovani al v Concorso internazionale di canto “Francesco Paolo Tosti”, in seguito al quale tiene tre concerti a Tokyo e Osaka, accompagnata dall’Istituto Nazionale Tostiano. Collabora con l’orchestra universitaria genovese Mnemosyne Ensemble, tenendo diversi concerti di musica barocca. Finalista al Concorso “Tagliavini” 2014 a Deutschlandsberg (Graz, Austria), partecipa al 52o Concorso internazionale Voci Verdiane Città di Busseto, ricevendo in finale una Menzione speciale per la voce e l’interpretazione in relazione alla giovane età. È poi finalista As.Li.Co. 2015 e al Concorso “Flaviano Labò” 2015. Nel novembre 2014 è cover di Luisa al Carlo Felice di Genova nella Luisa Miller, con la regia e la partecipazione di Leo Nucci e la direzione di Andrea Battistoni. Giorgio Trucco Nato a Voghera, studia al Conservatorio di Milano, specializzandosi con Franca Mattiucci e con Roberto Coviello. Partecipa a vari concorsi nazionali ed internazionali classificandosi finalista al Concorso “Caruso”, e aggiudicandosi il terzo premio al Concorso Internazionale “Mario Basiola”. È stato diretto da Gerd Albrecht, Ivor Bolton, Giuliano Carella, Alessandro De Marchi, Mark Elder, Marco Guidarini, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Roberto Rizzi Brignoli. Nel 1999 debutta alla Scala, nella nuova produzione di Nina, o la Pazza per amore, sotto la direzione di Riccardo Muti. Partecipa quindi a Don Giovanni, L’elisir d’amore, Barbiere di Siviglia, Così fan tutte e Cenerentola. Nel 2000 è ospite del Maggio Musicale Fiorentino, dove canta nell’Incoronazione di Poppea, mentre al Rossini Opera Festival di Pesaro interpreta Le siège de Corinthe e Cenerentola. Si esibisce in una tournée in Spagna in Don Giovanni e Il barbiere di Siviglia, e debutta nel Marito disperato al San Carlo di Napoli e nel Trovatore per l’inaugurazione del Maggio Musicale Fiorentino del 2001. Torna a Firenze per una nuova produzione di Penthesilea di Schock e al Rossini Opera Festival nella rassegna “Il mondo delle farse”. Interpreta Il matrimonio segreto a Fermo, I vespri siciliani a Busseto, Turandot ad Atene, Don Pasquale a San Gallo, Semiramide a Pesaro e Il viaggio a Reims a Reggio Calabria. Si esibisce, inoltre, in La vedova scaltra a Montpellier, con incisione discografica, Il barbiere di Siviglia, Ciro in Babilonia, Mosè in Egitto, I due Figaro, Otello di Rossini al Festival rossiniano di Bad Wildbad, Il ricco d’un giorno a Verona, Tancredi, Manon Lescaut, Così fan tutte e Die Zauberflöte a Toulon, Pagliacci a Piacenza, Macbeth e Attila al Concertgebouw di Amsterdam. Successivamente, porta in scena Don Ottavio in Don Giovanni a Toulon e Monsieur Bleau nella Vedova scaltra a Nizza. E canta in Carmina Burana a Lecce, Don Procopio a Bergamo, La forza del destino a Pisa, Aida a Firenze e a St. Margarethen (Austria). Tra gli impegni recenti: Falstaff a Piacenza, Savona, Reggio Emilia e Ferrara; Manon Lescaut e Maometto ii al Teatro dell’Opera e Tosca al Teatro Nazionale a Roma. Born in Voghera (Pavia), Trucco studied at the Milan Conservatory. He participated in several competitions, reaching the final in the “Enrico Caruso” competition and obtaining the third prize at the “Mario Basiola”. He has performed under the batons of Gerd Albrecht, Ivor Bolton, Giuliano Carella, Alessandro De Marchi, Mark Elder, Marco Guidarini, Zubin Mehta, Riccardo Muti and Roberto Rizzi Brignoli. 1999 marked his début at the Teatro alla Scala in Milan, in Paisiello’s Nina, o la Pazza per amore, conducted by Riccardo Muti. He also had roles in Don Giovanni, L’elisir d’amore, Barbiere di Siviglia, Così fan tutte and Cenerentola. In 2000 he was a guest of the Maggio Musicale Fiorentino, where he sang in L’incoronazione di Poppea. He also performed in Le siège de Corinthe and Cenerentola at the Rossini Opera Festival, Pesaro. Trucco was on tour in Spain with Don Giovanni and Il barbiere di Siviglia, and débuted in Il marito disperato at the San Carlo in Naples and in Trovatore at the opening of the Maggio Musicale Fiorentino 2001. Back in Florence, he was in the new production of Schock’s Penthesilea and in the programme “The World of Farce” at the Rossini Opera Festival. He sang in Il matrimonio segreto, I vespri siciliani, Turandot, Don Pasquale, Semiramide and Il viaggio a Reims. He also covered roles in La vedova scaltra, Il barbiere di Siviglia, Ciro in Babilonia, Mosè in Egitto, I due Figaro, Rossini’s Otello (Bad Wildbad Rossini Festival), Il ricco d’un giorno, Tancredi, Manon Lescaut, Così fan tutte and Die Zauberflöte, Pagliacci, Macbeth and Attila (Concertgebouw Amsterdam). He then donned the robes of Don Ottavio in Don Giovanni (Toulon) and Monsieur Bleau in La vedova scaltra (Nice). He performed in Carmina Burana (Lecce), Don Procopio (Bergamo), La forza del destino (Pisa), Aida (Florence and St. Margarethen, Austria). More recently he sang in Falstaff (Piacenza, Savona, Reggio Emilia and Ferrara); Manon Lescaut and Maometto ii (Teatro dell’Opera, Rome) and Tosca (Teatro Nazionale, Rome). 45 Sergio Vitale Born in Caserta, this student of Luigi Giordano Orsini perfected his education at the Opera Studio of the Santa Cecilia National Academy under Renata Scotto, and at the Accademia Chigiana with Renato Bruson. Vitale is the winner of several awards, among which the First Prize at the 64th “European Community” Competition of the Teatro Lirico Sperimentale, Spoleto, and the First Prize at the 14th “Mattia Battistini” opera competition in Rieti. He made his début in the role of Germont in Traviata at the Deutsche Oper Berlin; in the title role of Mozart’s Don Giovanni conducted by Daniel Oren at the Teatro Verdi, Salerno; then as Conte di Luna in Trovatore (Zaragoza). He was Gianni Schicchi at the Auditorium Parco della Musica, Rome; Marcello in Bohème at the Teatro del Giglio of Lucca, coproduced with the Theatres of Ravenna, Pisa and Livorno; Malatesta in Don Pasquale at the Teatro Chiabrera, Savona; Figaro in Rossini’s Barber at the Teatro Bonci, Cesena; Schaunard in La Bohème at the Deutsche Oper Berlin, Sharpless in Madama Butterfly at the Teatro Belli, Spoleto. In the 2010/2011 season, he worked as a soloist at Deutsche Oper Berlin. More recently, he starred as Falstaff in Fano, sang in Il viaggio a Reims at the Rossini Opera Festival, in Rigoletto in Amsterdam and on tour in Japan with the Teatro alla Scala. He was once again Figaro in The Barber of Seville, conducted by Bruno Campanella in Trento, at Teatro San Carlo, Naples, and then in San Sebastian. He also sang in Carmina Burana (Milan), Aureliano in Palmira at the Rossini Opera Festival, Gianni Schicchi in Spoleto, Madama Butterfly in Fidenza and La traviata in Tianjin. 46 Nato a Caserta, allievo di Luigi Giordano Orsini, si perfeziona all’Opera Studio dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia sotto la guida di Renata Scotto e all’Accademia Chigiana con Renato Bruson. Tra i premi vinti, il Primo assoluto al 64o Concorso “Comunità Europea” del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto e il Primo Premio al 14o concorso lirico “Premio Mattia Battistini” di Rieti. Ha debuttato come Germont nella Traviata alla Deutsche Oper Berlin, nel ruolo del titolo nel Don Giovanni di Mozart al Teatro Verdi di Salerno diretto da Daniel Oren, poi in quello del Conte di Luna nel Trovatore a Saragozza, Gianni Schicchi all’Auditorium Parco della Musica di Roma, Marcello nella Bohème al Teatro del Giglio di Lucca, in coproduzione con i Teatri di Ravenna, Pisa e Livorno, Malatesta nel Don Pasquale al Teatro Chiabrera di Savona, Figaro nel Barbiere di Siviglia di Rossini al Teatro Bonci di Cesena, Schaunard nella Bohème alla Deutsche Oper Berlin, Sharpless nella Madama Butterfly al Teatro Belli di Spoleto. Nella stagione 2010/2011, ha lavorato stabilmente come solista alla Deutsche Oper Berlin. Più recentemente ha interpretato Falstaff a Fano ed è stato impegnato nel Viaggio a Reims al Rossini Opera Festival, nel Rigoletto ad Amsterdam e per il Teatro alla Scala in tournée in Giappone. È stato di nuovo Figaro nel Barbiere di Siviglia a Trento e al San Carlo di Napoli diretto da Bruno Campanella, poi a San Sebastian; ha cantato in Carmina Burana a Milano, Aureliano in Palmira al Rossini Opera Festival, Gianni Schicchi a Spoleto, Madama Butterfly a Fidenza, La traviata a Tianjin. Yin Bojie Dopo la laura conseguita nel 2013 al Conservatorio di Shangai in Accompagnamento vocale, Direzione artistica e in Direzione di coro, frequenta il corso accademico di ii Livello in Discipline musicali (pianoforte: accompagnamento e collaborazione) al Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma, dove attualmente è iscritta al secondo anno. Ha maturato esperienze come direttore di coro e pianista accompagnatore sia in Cina che in Italia. Nel 2010, quale pianista accompagnatore, segue le prove di sala e di scena dell’opera Le nozze di Figaro e l’anno successivo è direttore del coro in un concerto alla Shangai Opera House. Dal 2011 al 2013 collabora con il Coro delle voci bianche della Radio di Shangai, sia come pianista accompagnatore che come assistente direttore, ruoli che riveste nel 2012 anche nel programma “I Singing Beijing”. Nello stesso anno collabora con il National Center for Performing Arts di Pechino per le prove di sala e di scena e quale assistente direttore per l’opera The Red Guards on Lake Honghu. Nel 2013 collabora ad un concerto al Shangai Oriental Art Center per l’esecuzione di Das Lied von der Erde di Mahler. L’anno successivo è al Shangai Concert Hall per un recital per voce solista e pianoforte, su Lieder di Brahms, melodie di Poulenc e canzoni di Finzi e, successivamente, in formazione di trio (pianoforte, clarinetto e violino). Nel 2014, è pianista collaboratore all’International Young Artists Festival di Suzhou, mentre al Festival Verdi di Parma prende parte al concerto Suonin di gloria i cantici realizzato dagli allievi del corso di canto del Conservatorio “Arrigo Boito” al Ridotto del Teatro Regio. Nel 2015 collabora con il Corso per pianista maestro collaboratore del Teatro Lirico Sperimentale “Adriano Belli” di Spoleto. After graduating in Vocal Accompaniment, Art Direction and Choral Conducting at the Conservatory of Shanghai in 2013, Bojie attended the higher academic course in Music Disciplines (as piano accompanist and répétiteur) at the “Arrigo Boito” Conservatory in Parma, where she is currently enrolled in the second year. She made an experience as a choir director and accompanist both in China and in Italy. n 2010, as an accompanist, she followed the chamber and staging rehearsals for The Marriage of Figaro, and the following year she was the director of the choir in a concert at the Shanghai Opera House. From 2011 to 2013 she worked with the Radio Shanghai Children Choir, both as an accompanist and as an assistant director. Bojie covered the same roles again in 2012 in the programme “Singing Bejing”. In the same year she collaborated with the Beijing National Center for Performing Arts as a répétiteur, stage manager and assistant director for the opera The Red Guards on Lake Honghu. In 2013 she gave a concert with Mahler’s Das Lied von der Erde at the Shanghai Oriental Art Center. The following year she appeared at the Shanghai Concert Hall in a recital for solo voice and piano, with Lieder by Brahms, melodies by Poulenc and songs by Finzi. Later that year she also performed in a trio (piano, clarinet and violin). In 2014 she worked as a répétiteur for the International Young Artists Festival in Suzhou, and appeared in a concert called “Suoni di gloria” with the students of the singing classes of the “Arrigo Boito” Conservatory (foyer of the Teatro Regio, Parma, within the local Verdi Festival). In 2015 she collaborated with the course for répétiteurs of the “Adriano Belli” Teatro Lirico Sperimentale, Spoleto. 47 Andrés Jesús Gallucci Born in Galatina, Gallucci took a diploma in piano with top marks and honours from the Conservatory of Lecce, where he studied under Silvana Libardo. He then attended a 2nd level twoyear specialization course in Musical Disciplines at the Conservatory of Monopoli under Roberto Bollea. He took part in several master classes by such renowned masters as Ilya Itin, Benedetto Lupo, Oscar Martin, Gulsin Onay, Jorge Luis Prats and Michele Marvulli, Aquiles Delle Vigne. He graduated at the Academy of Teatro alla Scala, where he attended a course for répétiteurs. Still with La Scala, he accompanied the auditions for the Academy Orchestra and some of Luciana Serra’s master classes. In 2013 he started collaborating with Bernadette Manca di Nissa, accompanying her master class at Villa Gobbi. He attended a course for vocal chamber and opera music entitled “Mozart’s chamber and opera repertoire and 20th‑century vocal repertoire” held by Alicia Mounk, a conductor and a teacher at Karlsruhe High School. Gallucci worked with Emanuela Di Pietro as an accompanist. The two also collaborated on the chorus auditions for Rossini’s Cinderella worldwide TV broadcast (RAI’s “Arturo Toscanini” auditorium, Turin, Italy). He performed Beethoven’s Ninth Symphony at the Teatro Politeama Greco, Lecce, and gave several concerts with the Coro Lirico di Lecce and the Coro Città di Lecce. As a pianist he collaborated with the “I.C.O. Tito Schipa” orchestra, Lecce, and performed in Nino Rota’s opera Il principe porcaro (Teatro Verdi, Brindisi). He performed with the “Cecilia Bernardini” Women’s Choir directed by Francesco Muolo in two concerts at the International Choral Meeting (Albania). From 2009 to 2012 he worked as a répétiteur for the Polyphonic Choir of the University of Salento directed by Luigi De Luca. He regularly performs as a soloist and as an accompanist. He is currently working as an accompanist at the “Claudio Abbado” Civic School of Music in Milan. 48 Nato a Galatina, si diploma in pianoforte al Conservatorio di Lecce sotto la guida di Silvana Libardo, con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore. Frequenta il biennio specialistico di ii livello in Discipline musicali presso il Conservatorio di Monopoli, sotto la guida di Roberto Bollea. Partecipa ai corsi di perfezionamento tenuti da maestri quali Ilya Itin, Benedetto Lupo, Oscar Martin, Gülsin Onay, Jorge Luís Prats, Michele Marvulli, Aquiles Delle Vigne. Si diploma all’Accademia del Teatro alla Scala, dove frequenta il corso per maestri collaboratori e partecipa a diversi progetti. Sempre come collaborazione scaligera, accompagna le audizioni per la formazione dell’Orchestra dell’Accademia e alcune lezioni tenute da Luciana Serra in occasione di una masterclass. Nel 2013 inizia una collaborazione con Bernadette Manca di Nissa, accompagnando la sua masterclass a Villa Gobbi. Frequenta il corso di Musica vocale da camera e opera sul tema “Repertorio operistico e cameristico mozartiano e repertorio vocale del Novecento” tenuta dalla direttrice d’orchestra Alicia Mounk, docente della Hochschule di Karlasruhe. Collabora, come maestro accompagnatore, con Emanuela Di Pietro, con la quale lavora anche all’auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino per le audizioni corali della produzione in mondovisione della Cenerentola di Rossini. È al Teatro Politeama Greco di Lecce per l’allestimento della Nona Sinfonia di Beethoven e per vari concerti con il Coro Lirico di Lecce e con il Coro Città di Lecce. Collabora con l’orchestra “I.C.O. Tito Schipa” di Lecce come pianista in orchestra e per l’opera Il principe porcaro di Nino Rota al Teatro Verdi di Brindisi. Si esibisce con il Coro femminile “Cecilia Bernardini” diretto da Francesco Muolo, tenendo due concerti durante la manifestazione International Choral Meeting in Albania. Dal 2009 al 2012 è maestro collaboratore al pianoforte del Coro polifonico dell’Università del Salento diretto da Luigi De Luca, con cui collabora a diversi concerti. Si esibisce regolarmente come solista e in qualità di maestro accompagnatore. Attualmente lavora come pianista accompagnatore presso la Scuola Civica di Musica “Claudio Abbado” di Milano. Tamar Giguashuili Nata a Tbilisi nel 1987, si diploma in pianoforte nel 2005 alla Scuola Speciale di Musica “Zakaria Paliashvili”. Nel 2009 si laurea come pianista, col massimo dei voti, al Conservatorio di Tbilisi. Dal 2010 al 2012 studia e poi lavora come pianista accompagnatore presso l’Accademia internazionale di Canto “Renata Tebaldi-Mario Del Monaco” di Pesaro. Collabora inoltre, sempre come pianista accompagnatore, al Concorso Internazionale Città di Pesaro che si tiene alla Sala della Repubblica del Teatro Rossini, Sala Adele Bei del Palazzo della Provincia, Salone Metaurense del Palazzo Ducale. Ha al suo attivo collaborazioni con maestri di fama, come il direttore d’orchestra Manlio Benzi con cui ha lavorato alla produzione dell’Opera da tre soldi di Kurt Weill e, nell’anno del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, alla messa in scena di Falstaff nei teatri Bonci di Cesena, Rossini di Pesaro e Comunale di Ferrara. Nel 2014 si è diplomata, come Pianista collaboratore, presso l’Accademia di Belcanto “Mirella Freni” perfezionando, sotto la guida del celebre soprano, opere quali La bohème, Il trovatore, Rigoletto, Aida, Il barbiere di Siviglia, Falstaff, Zanetto, Madama Butterfly, Tosca ed altre, risultando vincitrice di una borsa di studio. Negli ultimi anni ha partecipato a numerosi concerti e, come pianista accompagnatore, ha preso parte a masterclass tenute da vari docenti quali William Matteuzzi all’International Opera Studio di Pesaro e Ewa Izykowska-Klosiewicz. Lavora come pianista collaboratore presso il Conservatorio “Gioachino Rossini” di Pesaro, inoltre collabora con Jacopo Rivani e con l’Orchestra Arcangelo Corelli. Da diversi anni è Pianist Coach nello staff dell’International Opera Studio di Pesaro. Born in Tbilisi in 1987, Tamar took a piano diploma from the “Zakaria Paliashvili” Special Music School in 2005. In 2009 she graduated with honours as a pianist from the Conservatory of Tbilisi. From 2010 to 2012 she studied and worked as a répétiteur at the “Renata TebaldiMario Del Monaco” International Academy of Singing, Pesaro. She also collaborated with the “City of Pesaro” International Competition, with venues in the ‘Republic Hall’ of the local Rossini Theatre, the ‘Adele Bei Hall’ in the Palace of the Province, and the ‘Salone Metaurense’ in the Palazzo Ducale. Giguashvili has collaborated with such internationally renowned artists as conductor Manlio Benzi, with whom she worked on the production of Kurt Weill’s Threepenny Opera. On Verdi’s bicentenary, they collaborated on a staging of Falstaff at the Bonci Theatre (Cesena), the Rossini Theatre (Pesaro) and the Comunale Theatre (Ferrara). In 2014 she graduated as répétiteur from the “Mirella Freni” Singing Academy, working with renowned soprano Mirella Freni herself on such operas as La Bohème, Il Trovatore, Rigoletto, Aida, The Barber of Seville, Falstaff, Zanetto, Madama Butterfly, Tosca and others. In this period she also obtained a scholarship. In recent years she took part in a number of concerts, and, as a répétiteur, she participated in the master classes of such teachers as William Matteuzzi (International Opera Studio, Pesaro) and Ewa Izykowska-Klosiewicz. Tamar works as a répétiteur at the “Gioachino Rossini” Conservatory of Pesaro. She also collaborates with Jacopo Rivani and the Arcangelo Corelli Orchestra, and has been serving as Pianist/Coach for the International Opera Studio of Pesaro for several years. 49 Giorgio Martano 50 After graduating in piano with full honours at the Conservatory, Lecce, Giorgio Martano continued his artistic education at the Conservatory of Parma, where he qualified as a piano teacher, and at the Academy of the Teatro alla Scala in Milan, where he got a diploma as répétiteur. In 2008 he attended an advanced course for piano duo taught by Francesca Mammana and Daniele Puglielli at the Mediterranean Music Academy, Taranto, and in 2013 he followed the conduction master class taught by Lior Shambadal and Romolo Gessi at the European Conducting Academy, Vicenza. In 2012 he was the accompanist at the Ballet Academy of the Teatro alla Scala, and in the same year he won the audition for répétiteurs at the Teatro Sociale, Como, where he still works as an opera coach and répétiteur for the opera season in the theatres of the Lombardy region and other projects. Martano collaborated in the production of The Marriage of Figaro for Operastudio Montalto Musica (IM,) in 2010, and for Operastudio Weimar in 2012. Once again with Operastudio Montalto Musica, he collaborated in the staging of L’elisir d’amore (2011). For the 2010/11 opera season at La Scala, he took part in the staging of L’Italiana in Algeri; the following year he worked at L’occasione fa il ladro, which toured the theatres of Reggio Emilia, Ravenna and Treviso, and in 2011/12 he was in Don Pasquale. In 2012, he worked at the production of The Magic Flute for the As.Li.Co project Operadomani, and he collaborated with the productions of Capuleti e Montecchi, Lucia di Lammermoor, L’Italiana in Algeri, Der Fliegende Holländer and Il trovatore (2012/2013), Otello, La finta semplice, Il barbiere di Siviglia, Aida (2013), Don Giovanni, Adriana Lecouvreur, Nabucco and Les contes d’Hoffmann (2014) at the Teatro Sociale, Como. For two years, he has been working as a vocal coach and consultant on the Italian opera repertoire at the Stanislavsky Theatre in Moscow, where he followed the staging of Don Giovanni in 2014. He has collaborated with such internationally renowned artists as Jessica Pratt, Michele Pertusi, Gregory Kunde, Alfonso Antoniozzi, Hibla Gerzmava, Graham Vick and Jonathan Miller. Si diploma in Pianoforte col massimo dei voti e la lode al Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce. La sua formazione artistica prosegue al Conservatorio di Parma, dove consegue l’abilitazione all’insegnamento del pianoforte, e all’Accademia del Teatro alla Scala a Milano come maestro collaboratore. Nel 2008 segue il Corso di perfezionamento di duo pianistico tenuto da Francesca Mammana e Daniele Puglielli all’Accademia Musicale Mediterranea di Taranto e, nel 2013, la masterclass in direzione d’orchestra tenuta da Lior Shambadal e Romolo Gessi alla European Conducting Academy di Vicenza. Quale pianista accompagnatore e vocal coach, collabora con diversi concorsi e masterclass. Nel 2012 è pianista accompagnatore presso l’Accademia di Ballo del Teatro alla Scala e nello stesso anno vince l’audizione per maestri collaboratori al Teatro Sociale di Como, presso il quale tuttora è Maestro preparatore e di sala per la stagione lirica del circuito lombardo e per altri progetti. Prende parte alla realizzazione delle Nozze di Figaro per l’Operastudio Montalto Musica (IM) nel 2010 e per l’Operastudio di Weimar (2012); sempre per l’Operastudio Montalto Musica, nel 2011 collabora all’Elisir d’amore. Per il Teatro alla Scala, nel 2010/2011 partecipa all’allestimento dell’Italiana in Algeri, l’anno successivo a L’occasione fa il ladro, in tournée nei teatri di Reggio Emilia, Ravenna e Treviso, e a Don Pasquale. Nel 2012 lavora alla produzione del Flauto magico per il progetto Operadomani di As.Li.Co. e, per il Teatro Sociale di Como, collabora ad allestimenti di Capuleti e Montecchi, Lucia di Lammermoor, L’Italiana in Algeri, Il trovatore e Der Fliegende Holländer (2012/2013), Otello, La finta semplice, Il barbiere di Siviglia, Aida (2013), Don Giovanni, Adriana Lecouvreur, Nabucco, Les contes d’Hoffmann (2014). Da due anni collabora con il Teatro Stanislavskij di Mosca, come vocal coach e consulente per il repertorio lirico italiano, con il quale nel 2014 ha preparato l’allestimento di Don Giovanni. Ha collaborato con artisti di fama internazionale, quali Jessica Pratt, Michele Pertusi, Gregory Kunde, Alfonso Antoniozzi, Hibla Gerzmava, Graham Vick, Johnatan Miller. Orchestra Giovanile Luigi Cherubini 51 violini primi first violins Stefano Gullo** Giulia Cerra Lavinia Soncini Alessandro Sgarabottolo Carolina Caprioli Simone Castiglia Francesca Palmisano Agnese Maria Balestracci Costanza Scanavini Maria Beatrice Manai violini secondi second violins Marco Nicolussi* Francesca Tamponi Maria Giulia Calcara Aloisa Aisemberg Elena Nicoletti Elisa Voltan Ottavia Guarnaccia Andrea Pasquetto viole violas Clara Garcia Barrientos* Friederich Binet Nicoletta Pignataro Montserrat Coll Torra Davide Bravo Laura Hernandez Garcia Francesco Tosco violoncelli cellos Irene Zatta* Giada Vettori Veronica Fabbri Caterina Vannini Francesca Bongiorni Anna Molaro contrabbassi basses Davide Sorbello* Cecilia Perfetti Renzo Schina Matteo Panni 52 flauti/ottavino flutes and piccolo Roberta Zorino* Stella Ingrosso Jona Venturi (anche ottavino) oboi oboes Marco Ciampa* Francesco Ciarmatori corno inglese English horn Alessandro Rauli clarinetti clarinets Simone Nicoletta* Lorenzo Baldoni clarinetto basso bass clarinet Luisa Rosso fagotti bassoons Andrea Mazza* Angela Gravina corni horns Fabrizio Giannitelli* Simone Ciro Cinque Davide Bettani Giulio Montanari trombe trumpets Nicola Baratin* Daniele Colossi Guido Masin tromboni trombones Giuseppe Nuzzaco* Biagio Salvatore Micciulla Francesco Piersanti cimbasso cimbasso Paolo Bartolomeo Bertorello timpani timpani Sebastiano Nidi* percussioni percussions Paolo Nocentini Saverio Rufo arpa harp Martino Panizza chitarra guitar Aldo Ferrari corno di palco horn on stage Alessandro Piras ** spalla * prima parte ispettore d’orchestra stage manager Leandro Nannini Fondata da Riccardo Muti nel 2004, l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini ha assunto il nome di uno dei massimi compositori italiani di tutti i tempi attivo in ambito europeo per sottolineare, insieme ad una forte identità nazionale, la propria inclinazione ad una visione europea della musica e della cultura. L’Orchestra, che si pone come strumento privilegiato di congiunzione tra il mondo accademico e l’attività professionale, divide la propria sede tra le città di Piacenza e Ravenna. La Cherubini è formata da giovani strumentisti, tutti sotto i trent’anni e provenienti da ogni regione italiana, selezionati attraverso centinaia di audizioni da una commissione costituita dalle prime parti di prestigiose orchestre europee e presieduta dallo stesso Muti. Secondo uno spirito che imprime all’orchestra la dinamicità di un continuo rinnovamento, i musicisti restano in orchestra per un solo triennio, terminato il quale molti di loro hanno l’opportunità di trovare una propria collocazione nelle migliori orchestre. In questi anni l’Orchestra, sotto la direzione di Riccardo Muti, si è cimentata con un repertorio che spazia dal barocco al Novecento alternando ai concerti in moltissime città italiane importanti tournée in Europa e nel mondo nel corso delle quali è stata protagonista, tra gli altri, nei teatri di Vienna, Parigi, Mosca, Salisburgo, Colonia, San Pietroburgo, Madrid, Barcellona e Buenos Aires. All’intensa attività con il suo fondatore, la Cherubini ha affiancato moltissime collaborazioni con artisti quali Claudio Abbado, John Axelrod, Rudolf Barshai, Dennis Russel Davies, Gérard Depardieu, Michele Campanella, Kevin Farrell, Patrick Fournillier, Herbie Hancock, Leonidas Kavakos, Lang Lang, Ute Lemper, Alexander Lonquich, Wayne Marshall, Kurt Masur, Anne-Sophie Mutter, Kent Nagano, Krzysztof Penderecki, Donato Renzetti, Vadim Repin, Giovanni Sollima, Yuri Temirkanov, Alexander Toradze, Pinchas Zukerman. Il debutto a Salisburgo, al Festival di Pentecoste, con Il ritorno di Don Calandrino di Cimarosa, ha segnato nel 2007 la prima tappa di un progetto quinquennale che la prestigiosa rassegna austriaca, in coproduzione con Ravenna Festival, ha realizzato con Riccardo Muti per la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio musicale del Settecento napoletano e di cui la Cherubini è stata protagonista in qualità di orchestra residente. Alla trionfale accoglienza del pubblico viennese nella Sala d’Oro del Musikverein, ha fatto seguito, nel 2008, l’assegnazione alla Cherubini del prestigioso Premio Abbiati Founded by Riccardo Muti in 2004, the Luigi Cherubini Youth Orchestra was named after one of the greatest Italian composers of all times, who lived and worked in Europe combining a strong national identity with a natural inclination towards a European vision of music and culture. The Youth Orchestra forms a privileged link between the academic and the professional worlds, and has set up its residence in Piacenza, electing Ravenna Festival as its summer home. The Cherubini Youth Orchestra is an ensemble of under-30 musicians coming from all over Italy. Its members are selected by audition by a committee of soloists from prestigious European orchestras, headed by Riccardo Muti. Dynamism and continuous renewal are a distinctive feature of the Orchestra, and it is in this perspective that members are only appointed for a period of three years, after which they may start collaboration with a major professional orchestra. In recent years, under the baton of Riccardo Muti, the Orchestra has tackled a repertoire ranging from baroque to xx century music, alternating concerts in several Italian cities to important European tours in the theatres of Vienna, Paris, Moscow, Salzburg, Cologne, St. Petersburg, Madrid, Barcelona and Buenos Aires. Besides an intense activity under its founder’s baton, the Orchestra has extensively collaborated with such artists as Claudio Abbado, John Axelrod, Rudolf Barhai, Dennis Russel Davies, Gérard Depardieu, Michele Campanella, Kevin Farrell, Patrick Fournillier, Herbie Hancock, Leonidas Kavakos, Lang Lang, Ute Lemper, Alexander Lonquich, Wayne Marshall, Kurt Masur, Anne-Sophie Mutter, Kent Nagano, Krzysztof Penderecki, Donato Renzetti, Vadim Repin, Giovanni Sollima, Yuri Temirkanov, Alexander Toradze and Pinchas Zukerman. The debut of Cimarosa’s Il ritorno di Don Calandrino at Salzburg Whitsun Festival (2007) marked the first step of a five-year project undertaken by the prestigious Austrian event and Ravenna Festival with a view to re-discovering and reviving the legacy of the Neapolitan School of music of the xviii century. The Cherubini Youth Orchestra was the protagonist of this project, as orchestra in residence. The triumphal welcome by the Viennese audience in the Golden Hall of the Musikverein was followed, in 2008, by the prestigious Abbiati Award as best music project, for “the outstanding achievements which made 53 54 [the Cherubini Youth Orchestra] an excellent ensemble appreciated at home and abroad”. The Orchestra had a challenging and unquestionably important role in the project of the “trilogies”, which the saw orchestra as the protagonist of the celebrations for Verdi’s bicentenary under the baton of Nicola Paszkowski and directed by Cristina Mazzavillani Muti: on these occasions, the Orchestra performed 6 of Verdi’s operas, all staged at the Alighieri Theatre. In 2012, Rigoletto, Il Trovatore and La Traviata were performed on the same stage on three consecutive days, to be later revived in a long tour culminating in Manama, the capital city of Bahrain, for the inauguration of the local Opera House. In 2013, the “Shakespearean Trilogy” alternated Macbeth, Otello and Falstaff on the same stage on consecutive days. Always within the programme of the Ravenna Festival, the Orchestra’s summer residence, the Cherubini has been the protagonist of all the “Paths of Friendship” concerts, conducted by Riccardo Muti since 2010: the last one, in 2014, was performed at the war memorial of Redipuglia on the centenary of WWI, together with representative musicians from all the largest world orchestras. quale miglior iniziativa musicale per “i notevoli risultati che ne hanno fatto un organico di eccellenza riconosciuto in Italia e all’estero”. Impegnativi e di indiscutibile rilievo i progetti delle “trilogie”, che al Ravenna Festival l’hanno vista protagonista, sotto la direzione di Nicola Paszkowski, delle celebrazioni per il bicentenario verdiano in occasione del quale, sempre per la regia di Cristina Mazzavillani Muti, l’Orchestra è stata chiamata ad eseguire ben sei opere al Teatro Alighieri. Nel 2012, nel giro di tre sole giornate, Rigoletto, Trovatore e Traviata, in seguito riprese in una lunga tournée approdata fino a Manama ad inaugurare il nuovo Teatro dell’Opera della capitale del Bahrain; nel 2013, sempre l’una dopo l’altra a stretto confronto, le opere “shakespeariane” di Verdi: Macbeth, Otello e Falstaff. Sempre nell’ambito del Ravenna Festival, dove ogni anno si rinnova l’intensa esperienza della residenza estiva, dal 2010 la Cherubini è protagonista, al fianco di Riccardo Muti, dei concerti per le Vie dell’amicizia: l’ultimo, nel 2014, ai piedi del Sacrario di Redipuglia nel centenario della Grande Guerra, insieme a musicisti provenienti da orchestre di tutto il mondo. www.orchestracherubini.it The management of the Orchestra is entrusted to the Cherubini Foundation, established by the municipalities of Piacenza and Ravenna, the Toscanini Foundation and Ravenna Manifestazioni. The Orchestra’s activity is supported by the Ministry for Arts and Culture with the contributions of the Chamber of Commerce of Piacenza, the Piacenza and Vigevano Foundation, the Italian Manufacturers’ Association (Piacenza), and the “Friends of the Luigi Cherubini Youth Orchestra” Association. La gestione dell’Orchestra è affidata alla Fondazione Cherubini costituita dalle municipalità di Piacenza e Ravenna e dalle Fondazioni Toscanini e Ravenna Manifestazioni. L’attività dell’orchestra è resa possibile grazie al sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Camera di Commercio di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Confindustria Piacenza e dell’Associazione “Amici dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini”. Coro del Teatro Municipale di Piacenza soprani sopranos Barbara Aldegheri Carina Calafiura Gloria Contin Eva Grossi Azusa Kinashi Paola Modicano Luisa Staboli mezzosoprani mezzo-sopranos Rumiana Petrova Daniela Vigani contralti altos Angela Albanesi Federica Bartoli Barbara Chiriacò Anna Solinas Ernesta Scabini tenori primi first tenors Andrea Bianchi Gianluigi Gremizzi Gjergji Kora Bruno Nogara Aronne Rivoli Andrea Sattin tenori secondi second tenors Manuel Epis Sergio Martella Mario Passaquindici Donato Scorza baritoni baritones Joseph Carotti Lorenzo Malagola Alfredo Stefanelli bassi basses Massimo Carrino Ruggiero Lo Popolo Luca Marcheselli maestro del coro chorus master Corrado Casati ispettore stage manager Pier Andrea Veneziani 55 The Chorus was born with the new Municipal Theatre in 1804. However, its organizational structure was not clearly defined until the beginning of the xx century, when the singers in the chorus founded an Association aiming at the professional education of its members, with a view to the diffusion and promotion of choral music and especially the operatic repertoire. Since then, the priority of the Association members has been the participation in the opera seasons of the Municipal Theatre, with an intense concert activity in the city and in its province. Recent years have seen a considerable increase in the activity of the Chorus, especially resulting from its collaboration with the Arturo Toscanini Foundation and Ravenna Festival, which led it to acquire a national and international dimension. After twenty years of Corrado Casati’s leadership as Chorus master, the Chorus can boast featuring in numerous opera productions, recordings and concerts in Italy and abroad under the baton of important conductors and directors. The following performances are most significant and worth mentioning: Verdi’s Requiem conducted by Mstislav Rostropovich, Rigoletto, directed by Marco Bellocchio and Nabucco, conducted by Daniel Oren and attended by the President of the Republic. And then Verdi’s La traviata, Il trovatore (performed in various Italian theatres and in Muscat, Oman), the “popular” trilogy (2012), followed one year later by Macbeth, Otello and Falstaff, all conducted by Nicola Paszkowski, and Echi notturni di incanti verdiani, staged at Le Roncole, Busseto, for the composer’s bicentenary, all directed by Cristina Mazzavillani Muti. And then: Rossini’s Stabat Mater in the Cathedral of Orvieto (broadcast by Rai Uno), the Concert at the Municipal Theatre to celebrate the 10th anniversary of Al Jazeera (broadcast in all Arab countries), Maria Stuarda directed by Antonino Fogliani, Gounod’s Romeo and Juliet and Bellini’s Zaira in Martina Franca. Other opera collaborations include Donizetti’s Don Pasquale, Paisiello’s Il matrimonio inaspettato, the “Paths of Friendship” concert in Nairobi and the concert in favour of the victims of the Emilia earthquake in Mirandola, all under the baton of Riccardo Muti. 56 La sua nascita è legata all’inaugurazione del nuovo teatro piacentino, nel 1804. Non si hanno tuttavia notizie certe circa la sua struttura organizzativa fino agli inizi del Novecento, quando gli artisti del Coro stesso danno vita ad una associazione, testimoniata ancora oggi dallo Statuto originario, con lo scopo di preparare professionalmente i soci a svolgere un’attività corale volta alla diffusione della musica, con particolare attenzione al repertorio lirico. Da allora, l’impegno prioritario dei soci è sempre stato quello di partecipare alle diverse stagioni operistiche del Teatro Municipale, svolgendo inoltre una intensa attività concertistica a favore della città e della provincia. Gli ultimi anni hanno visto intensificarsi notevolmente l’attività del Coro, soprattutto in seguito alle collaborazioni con la Fondazione Arturo Toscanini e con il Ravenna Festival che lo hanno portato ad acquisire una dimensione non più soltanto locale, bensì nazionale ed internazionale. Al suo attivo, grazie alla ventennale direzione affidata a Corrado Casati, si contano numerose produzioni liriche, nonché registrazioni e concerti in Italia e all’estero, sotto la guida di importanti direttori e registi. Tra le più significative esibizioni si ricordano quelle verdiane, come il Requiem diretto da Mstislav Rostropovič, Rigoletto con la regia di Marco Bellocchio, Nabucco diretto da Daniel Oren alla presenza del Presidente della Repubblica, poi, per la regia di Cristina Mazzavillani Muti, Traviata e Trovatore (quest’ultimo rappresentato in diversi teatri italiani e in Oman, a Muscat) e ancora l’intera trilogia “popolare” nel 2012, seguita nel 2013 da Macbeth, Otello e Falstaff dirette da Nicola Paszkowski, ed Echi notturni di incanti verdiani, per il bicentenario del compositore a Roncole Verdi di Busseto. Inoltre, lo Stabat Mater di Rossini nel Duomo di Orvieto trasmesso da RaiUno, il Concerto al Teatro Municipale nel 100 anniversario di Al Jazeera, trasmesso in tutti paesi arabi, Maria Stuarda diretta da Antonino Fogliani, Giulietta e Romeo di Gounod, Zaira di Bellini a Martina Franca. Sempre nel versante operistico, sotto la direzione di Riccardo Muti, il Coro ha cantato nel Don Pasquale di Donizetti e nel Matrimonio inaspettato di Paisiello, ha partecipato inoltre ai concerti delle “Vie dell’amicizia” a Nairobi e, per i terremotati dell’Emilia, a Mirandola. Corrado Casati Diplomato in pianoforte con lode al Conservatorio “Giuseppe Nicolini” di Piacenza, nel 1986 comincia a lavorare in teatro come Maestro collaboratore. Dal 1992 è Maestro del Coro in vari teatri italiani: Comunale di Piacenza, Regio di Parma, Comunale di Modena, Grande di Brescia, Ponchielli di Cremona, Fraschini di Pavia, Donizetti di Bergamo, Comunale di Ferrara, Alighieri di Ravenna. Lavorando a fianco di importanti direttori d’orchestra quali Riccardo Muti, Daniel Oren, Maurizio Arena, Piergiorgio Morandi, Mstislav Rostropovič, José Cura, Günter Neuhold, Alberto Zedda, e di importanti registi come Ugo Gregoretti e Marco Bellocchio. Alla testa del Coro del Teatro Municipale di Piacenza, ha partecipato alla produzione di molte opere di Giuseppe Verdi (principale autore nel cartellone piacentino), tra cui: Traviata, Trovatore, Rigoletto, Nabucco, Forza del destino, Ballo in maschera, Ernani, Simon Boccanegra, Macbeth, Otello, Falstaff; nonché di opere di Puccini, Mascagni, Cilea, Leoncavallo, Rossini, Donizetti, Bellini. Al Teatro Regio di Parma ha poi diretto il coro nell’ultima produzione in italiano del Lohengrin di Wagner. Nella veste di accompagnatore, ha lavorato oltre che in Italia, in Canada, Stati Uniti, Australia, Sudafrica, soprattutto per le comunità italiane là residenti. Come direttore del Coro del Teatro Municipale di Piacenza ha all’attivo alcune registrazioni audio-video tra cui Aroldo e Nabucco di Verdi e Le convenienze e inconvenienze teatrali di Donizetti, la Suite per orchestra e coro Sharq di Marcel Khalife, lo Stabat Mater di Rossini, poi Don Pasquale di Donizetti diretto da Riccardo Muti, Traviata di Verdi, registrata per Ravenna Festival, e Roberto Devereux di Donizetti, per il Donizetti Festival del Teatro di Bergamo. He graduated with honours in Piano at the “Giuseppe Nicolini” Conservatory in Piacenza. His career began in 1986 as répétiteur in the local theatre. Since 1992 he has been Chorus Master in various Italian theatres: Comunale (Piacenza), Regio (Parma), Municipale (Modena), Grande (Brescia), Ponchielli (Cremona), Fraschini (Pavia), Donizetti (Bergamo), Comunale (Ferrara), Alighieri (Ravenna). He has worked at the side of such important conductors as Riccardo Muti, Daniel Oren, Maurizio Arena, Piergiorgio Morandi, Mstislav Rostropovich, José Cura, Günter Neuhold, Alberto Zedda, and important directors including Ugo Gregoretti and Marco Bellocchio. At the head of the Chorus of the Teatro Municipale di Piacenza, Casati took part in the production of several operas by Verdi (the main composer featured in the Piacenza bill), including: Traviata, Trovatore, Rigoletto, Nabucco, La forza del destino, Ballo in maschera, Ernani, Simon Boccanegra, Macbeth, as well as works by Puccini, Mascagni, Cilea, Leoncavallo, Rossini, Donizetti, Bellini. At Teatro Regio, Parma, Casati also directed the chorus in the latest production of Wagner’s Lohengrin (Italian version). Casati has worked as assistant vocal coach in Italy and for the Italian communities residing in Canada, the United States, Australia and South Africa. As the director of the Chorus of the Teatro Municipale di Piacenza, Casati is featured in several audio-video productions including Verdi’s Aroldo and Nabucco, Donizetti’s Le convenienze e inconvenienze teatrali, Marcel Khalife’s suite for orchestra and chorus Sharq, Rossini’s Stabat Mater, Donizetti’s Don Pasquale conducted by Riccardo Muti, Verdi’s Traviata (recorded for Ravenna Festival) and Donizetti’s Roberto Devereux (recorded for Teatro Donizetti Festival, Bergamo). 57 RAVENNA FESTIVAL RINGRAZIA Associazione Amici di Ravenna Festival Apt Servizi Emilia Romagna ARCUS Arte Cultura Spettacolo Autorità Portuale di Ravenna BPER Banca Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna Cassa di Risparmio di Ravenna Classica HD Cmc Ravenna Cna Ravenna Comune di Cervia Comune di Comacchio Comune di Forlì Comune di Otranto Comune di Ravenna Comune di Russi Confartigianato Ravenna Confindustria Ravenna Coop Adriatica Cooperativa Bagnini Cervia Credito Cooperativo Ravennate e Imolese Eni Federazione Cooperative Provincia di Ravenna Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna Gruppo Hera Gruppo Mediaset Publitalia ’80 Gruppo Nettuno Hormoz Vasfi Itway Koichi Suzuki Legacoop Romagna Micoperi Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Poderi dal Nespoli PubbliSOLE Publimedia Italia Quotidiano Nazionale Rai Uno Rai Radio Tre Reclam Regione Emilia Romagna Sapir Setteserequi Sigma 4 SVA Plus Concessionaria Volkswagen Unicredit Unipol Banca UnipolSai Assicurazioni Venini Antonio e Gian Luca Bandini, Ravenna Francesca e Silvana Bedei, Ravenna Maurizio e Irene Berti, Bagnacavallo Mario e Giorgia Boccaccini, Ravenna Paolo e Maria Livia Brusi, Ravenna Margherita Cassis Faraone, Udine Glauco e Egle Cavassini, Ravenna Roberto e Augusta Cimatti, Ravenna Ludovica D’Albertis Spalletti, Ravenna Marisa Dalla Valle, Milano Letizia De Rubertis e Giuseppe Scarano, Ravenna Ada Elmi e Marta Bulgarelli, Bologna Rosa Errani e Manuela Mazzavillani, Ravenna Dario e Roberta Fabbri, Ravenna Gioia Falck Marchi, Firenze Gian Giacomo e Liliana Faverio, Milano Paolo e Franca Fignagnani, Bologna Domenico Francesconi e figli, Ravenna Giovanni Frezzotti, Jesi Idina Gardini, Ravenna Stefano e Silvana Golinelli, Bologna Dieter e Ingrid Häussermann, Bietigheim‑Bissingen Lina e Adriano Maestri, Ravenna Silvia Malagola e Paola Montanari, Milano Franca Manetti, Ravenna Gabriella Mariani Ottobelli, Milano Pietro e Gabriella Marini, Ravenna Manfred Mautner von Markhof, Vienna Maura e Alessandra Naponiello, Milano Peppino e Giovanna Naponiello, Milano Giorgio e Riccarda Palazzi Rossi, Ravenna Gianna Pasini, Ravenna Gian Paolo e Graziella Pasini, Ravenna Desideria Antonietta Pasolini Dall’Onda, Ravenna Giuseppe e Paola Poggiali, Ravenna Carlo e Silvana Poverini, Ravenna Paolo e Aldo Rametta, Ravenna Stelio e Grazia Ronchi, Ravenna Stefano e Luisa Rosetti, Milano Giovanni e Graziella Salami, Lavezzola Guido e Francesca Sansoni, Ravenna Francesco e Sonia Saviotti, Milano Roberto e Filippo Scaioli, Ravenna Eraldo e Clelia Scarano, Ravenna Leonardo Spadoni, Ravenna Gabriele e Luisella Spizuoco, Ravenna Paolino e Nadia Spizuoco, Ravenna Thomas e Inge Tretter, Monaco di Baviera Ferdinando e Delia Turicchia, Ravenna Maria Luisa Vaccari, Ferrara Roberto e Piera Valducci, Savignano sul Rubicone Gerardo Veronesi, Bologna Luca e Riccardo Vitiello, Ravenna Presidente Gian Giacomo Faverio Vice Presidenti Leonardo Spadoni Maria Luisa Vaccari Paolo Fignagnani Giuliano Gamberini Maria Cristina Mazzavillani Muti Giuseppe Poggiali Eraldo Scarano Gerardo Veronesi Segretario Pino Ronchi Aziende sostenitrici Alma Petroli, Ravenna CMC, Ravenna Consorzio Cooperative Costruzioni, Bologna Credito Cooperativo Ravennate e Imolese FBS, Milano FINAGRO, Milano Kremslehner Alberghi e Ristoranti, Vienna L.N.T., Ravenna Rosetti Marino, Ravenna SVA Concessionaria Fiat, Ravenna Terme di Punta Marina, Ravenna TRE - Tozzi Renewable Energy, Ravenna RAVENNA FESTIVAL Fondazione Ravenna Manifestazioni Soci Comune di Ravenna Regione Emilia Romagna Provincia di Ravenna Camera di Commercio di Ravenna Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Confindustria Ravenna Confcommercio Ravenna Confesercenti Ravenna CNA Ravenna Confartigianato Ravenna Archidiocesi di Ravenna-Cervia Fondazione Arturo Toscanini Consiglio di Amministrazione Presidente Fabrizio Matteucci Vicepresidente Mario Salvagiani Consiglieri Ouidad Bakkali Galliano Di Marco Lanfranco Gualtieri Sovrintendente Antonio De Rosa Segretario generale Marcello Natali Responsabile amministrativo Roberto Cimatti Revisori dei conti Giovanni Nonni Mario Bacigalupo Angelo Lo Rizzo Marketing e comunicazione Responsabile Fabio Ricci Editing e ufficio stampa Giovanni Trabalza Sistemi informativi e redazione web Stefano Bondi Impaginazione e grafica Antonella La Rosa Archivio fotografico e redazione social Giorgia Orioli Promozione e redazione social Mariarosaria Valente Segreteria Ivan Merlo* Biglietteria Responsabile Daniela Calderoni Biglietteria e promozione Bruna Berardi, Laura Galeffi*, Fiorella Morelli, Paola Notturni, Maria Giulia Saporetti Ufficio produzione Responsabile Emilio Vita Stefania Catalano, Giuseppe Rosa, Daniela Alderuccio*, Anna Bonazza*, Francesco Di Giorgio*, Christian Esposito* Amministrazione e segreteria Responsabile Lilia Lorenzi* Amministrazione e contabilità Cinzia Benedetti Segreteria artistica Valentina Battelli, Federica Bozzo, Chiara Ravaioli* Segreteria amministrativa e progetti europei Franco Belletti* Segreteria di direzione Elisa Vanoli*, Michela Vitali Spazi teatrali Responsabile Romano Brandolini* Servizi di sala Alfonso Cacciari* Segreteria Chiara Schiumarini* Servizi tecnici Responsabile Roberto Mazzavillani Assistenti Francesco Orefice, Uria Comandini Tecnici di palcoscenico Enrico Berini*, Christian Cantagalli, Enrico Finocchiaro*, Matteo Gambi, Massimo Lai, Marco Rabiti, Alessandro Ricci*, Enrico Ricchi, Luca Ruiba, Andrea Scarabelli*, Marco Stabellini Servizi generali e sicurezza Marco De Matteis Portineria Giuseppe Benedetti*, Giusi Padovano, Samantha Sassi* * Collaboratori VALORI E IDEE PER NUTRIRE LA TERRA L’Emilia-Romagna a Expo Milano 2015 Colophon programma di sala a cura di programme notes by Cristina Ghirardini, Franco Masotti, Susanna Venturi traduzioni di translated by Roberta Marchelli coordinamento editoriale e grafica graphic design Ufficio Edizioni Ravenna Festival fotografie di photo by Silvia Lelli stampa printed by Edizioni Moderna, Ravenna