RAVENNA FESTIVAL 2015
Riccardo Muti
Italian Opera Academy
Gala
Teatro Alighieri
27 luglio, ore 21
RAVENNA FESTIVAL
Direzione artistica
Cristina Mazzavillani Muti
Franco Masotti
Angelo Nicastro
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana
con il patrocinio di
Senato della Repubblica
Camera dei Deputati
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Ministero degli Affari Esteri
con il sostegno di
Comune di Ravenna
con il contributo di
Comune di Cervia
Comune di Comacchio
Comune di Forlì
Koichi Suzuki
Hormoz Vasfi
Comune di Russi
partner
sostenitori
Divisione
media partner
in collaborazione con
Riccardo Muti
Italian Opera Academy Gala
Riccardo Muti
introduce i direttori della sua prima masterclass
direttori d’orchestra
Vincenzo Milletarì
Vladimir Ovodok
Su-Han Yang
Erina Yashima
Francesca Ascioti
Antonella Carpenito
Graziano Dallavalle
Matteo Falcier
Mattia Olivieri
Matthias Stier
Bianca Tognocchi
Benedetta Torre
Giorgio Trucco
Sergio Vitale
mezzosoprano
mezzosoprano
basso
tenore
baritono
tenore
soprano
soprano
tenore
baritono
Mrs. Quickly
Mrs. Meg Page
Pistola
Bardolfo
Ford
Fenton
Nannetta
Mrs. Alice Ford
Dott. Cajus
Falstaff
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro Corrado Casati
maestri collaboratori
Yin Bojie
Andrés Jesús Gallucci
Tamar Giguashuili
Giorgio Martano
Giuseppe Verdi
dall’opera
Falstaff
Atto primo, Parte prima
(Dr. Cajus, Falstaff, Bardolfo, Pistola)
direttore Vladimir Ovodok
Atto secondo, Parte prima
(Bardolfo, Pistola, Quickly, Falstaff, Ford)
direttore Erina Yashima
Atto terzo, Parte prima
(Falstaff, Quickly, Alice, Ford, Nannetta, Dr. Cajus, Meg, Fenton)
direttore Vincenzo Milletarì
Atto terzo, Parte seconda
da “Dal labbro il canto estasiato” a “Sul fil d’un soffio etesio”
(Fenton, Falstaff, Alice, Meg, Nannetta, coro donne)
e Finale (tutti)
direttore Su-Han Yang
“Bottega d’opera”
Conversazione con Riccardo Muti
a cura di Gregorio Moppi
Per dirigere bene l’opera bisogna aver respirato a lungo la
polvere del palcoscenico. È uno degli insegnamenti trasmessi
all’allievo Riccardo Muti da Antonino Votto, assistente di
Toscanini alla Scala e suo erede d’arte. Un altro è che la
partitura appartiene a chi l’ha scritta, non all’arbitrio degli
esecutori, e il pubblico ha il diritto di ascoltarla come il
compositore l’ha concepita. Il far musica, insomma, attiene
all’etica. E si realizza attraverso un laborioso esercizio
d’artigianato. A indirizzare entrambi, il mestiere e il senso
morale, devono comunque essere lo studio, la cultura, nutriti
da una solida formazione di base. Perciò non dovrebbe darsi un
direttore d’orchestra incapace di suonare il piano e digiuno di
composizione. Così la pensa Muti che, dunque, dalle giovani
bacchette partecipanti alla sua Accademia d’Opera Italiana
pretende perlomeno questi due requisiti, se non anche una
certa pratica in uno strumento ad arco o a fiato.
Centinaia le domande giunte a Ravenna per le due settimane
di masterclass: dopo una selezione sulla base dei titoli, con
un’audizione il maestro ha scelto i suoi studenti, direttori
e maestri collaboratori, tra i diciotto e i trent’anni, pronti
a lavorare sul Falstaff di Verdi con la Cherubini, l’orchestra
giovanile fondata dallo stesso Muti nel 2004. Gli altri, gli
“esclusi” possono assistere da uditori a ogni fase della
preparazione dell’opera, insieme ai musicofili e fan del
maestro che arrivano da ogni parte del globo per seguire da
vicino, passo passo, questa esperienza unica.
“La mia carriera ormai l’ho fatta, anche se la ricerca
interpretativa, certo, non può terminare che con la vita. E un
successo in più o in meno come direttore non aggiunge nulla
alla mia figura professionale. Perciò mi volgo a questo progetto
con l’intento di continuarlo negli anni a venire”. Muti racconta
con pacatezza e trasporto, scolpendo ogni concetto. Non
parla la star, non parla il signore delle orchestre. Parla il padre
saggio, l’uomo che oramai osserva il mondo da diverse spanne
sopra gli altri e che difatti qualcuno aveva proposto come
Presidente della Repubblica dopo Giorgio Napolitano. “Quel
che mi interessa adesso è portare avanti con la musica una
“Opera Workshop”
A Conversation with Riccardo
Muti, by Gregorio Moppi
In order to be a good conductor, one needs to
have breathed the dust of the stage for quite a
long time. This is one of the lessons that Antonino
Votto, Toscanini’s assistant at La Scala and his
artistic heir, has transmitted to his student,
Riccardo Muti. Another lesson is that the score
belongs to the composer who wrote it, it must
not be left to the whim of its performers, and the
audience has a right to hear it as the composer
conceived it. In short, music making is closely
related to ethics. And it is only achieved through
laborious craft. Both components, craft and
ethics, must be guided by study and culture, which
feed on solid education. There should be no such
thing as a conductor who can’t play the piano or
compose. This is what Muti thinks, and this is why
the young participants in his Academy of Italian
Opera must have at least these two requirements,
all the better if accompanied by some practice in a
stringed or woodwind instrument.
Hundreds of applications were received for the
two weeks of his master classes: after a preselection based on qualifications, the Maestro
chose his would-be students (conductors and
répétiteurs) through an audition. Aged 18-30,
they are now ready to work on Verdi’s Falstaff
with the Cherubini Youth Orchestra, founded
by Muti himself in 2004. Those who were not
chosen, together with music lovers and fans of
the Maestro from all over the globe, can assist as
auditors during every stage of the preparation of
the opera, following it closely step by step, in a
unique experience.
“I’m almost at the end of my career, even though
my interpretative research can only end with
my life. One success more or less will hardly
make a difference in my professional profile as a
conductor. So I devote myself to this project, and
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intend to continue in the years to come”. Muti
speaks calmly but passionately, sculpting every
concept. These are not the words of the worldfamous star, nor of the Lord of the orchestras.
These are the words of a wise father, a man who
now looks at the world with the detachment of
one who is head and shoulders above the rest, a
man who had been proposed to succeed Giorgio
Napolitano as President of the Italian Republic.
“My interest now is to continue with music in
what I would call a political and social mission.
Namely, focussing attention on the Italian
repertoire as a vital expression of the culture
of our Country – no circus entertainment, as
someone wants us to believe.”
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Is this the reason why you have created an
Academy, Maestro?
Yes, to pass on the lesson I learned from my
missione che definirei politico-sociale. Ossia, dare ancor più
attenzione al repertorio italiano in quanto espressione capitale
della cultura del nostro Paese – non intrattenimento circense,
come invece taluni continuano tutt’oggi a far credere.
Per questo, Maestro, ha creato un’accademia?
Sì, per trasmettere a chi verrà dopo di me quanto ho appreso
da chi mi ha preceduto. Da Votto e, per suo tramite, da Arturo
Toscanini, a sua volta depositario diretto del lascito verdiano.
In che consiste questo lascito?
Nel sostenere in tutto e per tutto la fedeltà al testo. Cercando
di intravedere dietro le note, senza alterarle, il messaggio
dell’autore. Grazie a Votto, mio insegnante al Conservatorio di
Milano, e alle sue sessioni di prova che seguivo assiduamente
alla Scala, ho maturato l’esigenza etica di pormi sempre al
servizio del compositore. Toscanini ha indicato la strada:
anche attraverso il suo suono, di sicuro assai vicino a quello
che si ascoltava alla Scala presente Verdi. Il che vale anche come
risposta a chi straparla sull’opportunità di proporre questo
repertorio alla maniera filologica.
Quindi niente è filologico più di Toscanini.
E ciononostante, malgrado l’Italia abbia avuto Toscanini e
Votto, quando ho cominciato a lavorare sul melodramma
ottocentesco trovavo le graffette nelle partiture.
Le graffette?
Le prime opere che ho diretto, tra il 1969 e il 1970, sono state
Puritani con la Rai di Roma, Masnadieri a Firenze e Attila di nuovo
alla Rai. Le partiture che gli archivisti mi consegnavano (allora
non avevo abbastanza soldi per comprarmene di mie) avevano
tutte delle graffette a tenere insieme pagine e pagine. Che tali
graffette fossero arrugginite era segno che per anni nessuno aveva
avuto curiosità di vedere cosa racchiudessero. Mi si spiegava che
era per via della tradizione e che quindi ciò che nascondevano non
si soleva eseguire. È da quel momento che ho cominciato la mia
rivolta personale contro la cosiddetta tradizione. Togliendo le
graffette. Perché, pensavo, se ne sono mai viste in Mozart, Wagner,
Strauss? No. Allora perché devono stare in Rossini, Bellini,
Donizetti, Verdi? Sa che diceva Furtwängler?
Cosa?
Tradizione è il cattivo ricordo dell’ultima cattiva esecuzione.
Tutta da buttare la tradizione?
Niente affatto. Ecco un esempio di tradizione buona. Di
solito, nel Requiem di Verdi, del “Libera me, Domine, de morte
aeterna, in die illa tremenda” i direttori si compiacciono
d’accentuare la parola “tremenda”. Invece Vittorio Gui, che
frequentavo nei miei anni da direttore musicale al Maggio
fiorentino, mi suggerì di marcare piuttosto “illa” come fanno
i preti rifacendosi a una radicata consuetudine ecclesiastica.
A questa antica tradizione mi sono conformato. Ma torniamo
all’altra grande lezione di Toscanini.
predecessors to those who will come after me.
The lesson I learned from Votto and, through
him, from Arturo Toscanini, who, in his turn, was
Verdi’s direct heir.
What does this legacy entail?
An utmost fidelity to the score. We must try to
see the author’s message behind the notes,
without altering them. With Votto, who was
my teacher at the Milan Conservatory, in the
coaching sessions I never missed at La Scala,
I have grown an ethical urge always to be at
the service of the composer. Toscanini paved
the way, also through his sound, which I’m sure
was pretty close to what you would hear at La
Scala when Verdi was there. This also replies to
those who talk nonsense about proposing this
repertoire philologically.
So nothing is more philological than Toscanini.
And yet, even though in Italy we had Toscanini
and Votto, when I started working on nineteenthcentury melodrama, I used to find staples in the
scores.
Staples?
The first operas I conducted, between 1969
and 1970, were I puritani for Rai TV in Rome,
I masnadieri in Florence and Attila, again for Rai.
All the scores the archivists gave me (since I had
no money to buy my own copies) were filled with
staples, holding together a lot of sheets. These
staples were rusty, they had been there for years,
and no one had been curious to see what they
were hiding. This was because of the tradition,
they told me, and what the staples hid was usually
cut from performance. That was when I started
my personal revolt against the so-called tradition.
I removed the staples. Why? I thought, “Has
anyone ever seen any staples in a score by Mozart,
Wagner, Strauss?” No. So why should there be
staples in the scores by Rossini, Bellini, Donizetti,
Verdi? Do you know what Furtwängler used to say?
What?
Tradition is the memory of the last bad
performance.
Should the whole of tradition be discarded, then?
Not at all. I’ll give you an example of good
tradition. In the “Libera me, Domine, de morte
aeterna, in die illa tremenda” section, from
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Verdi’s Requiem, conductors usually take
pleasure in accentuating the word “tremenda”.
Vittorio Gui, instead, whom I used to see a lot
during my years as musical director of the
Maggio Fiorentino, suggested I should rather
accentuate “illa”, as priests usually do, according
to a deep-rooted ecclesiastical tradition.
I complied with this ancient tradition. But let’s go
back to Toscanini’s other great lesson.
Which one?
Performers have no right to decide what the
audience should listen or not listen to. In
short, it is improper towards the composer
and towards the audience that any portion of
a score should be skipped just because the
performer thinks it is superfluous. Think of the
audience, think of the majority of people, who
can’t read music. Their opinion about an opera
can only be based on what they hear; if we cut
something out, we guiltily give them a distorted
image. And think of the author, too. Think of
Verdi, for example, who struggled to write the
baritone’s cabaletta “No, non udrai rimproveri”
in the second act of La traviata. He couldn’t get
it to come out right. And after all his toils and
efforts, should we now claim the right to lop it
off, as we often do?
Your argument is flawless.
I do not claim to possess the truth. But I do claim
that our repertoire should receive the same
treatment music receives on the other side of
the Alps. It must enjoy the same respectability.
I’m fighting a crusade. Not only for integral
scores, but also against the smug vulgarity, the
fatuous carelessness with which melodrama
is often presented on worldwide stages with
no understanding of the relationship between
music and text. Which is much more delicate
in Verdi that in Wagner. Because Wagner’s
theatre is immersed in a ceaseless and opulent
symphonic flow, while in Verdi every note, every
chord, every dynamic indication is regulated
by the pure meaning of the word, so that
forte, piano, crescendo have always different
connotations, according to the libretto. That’s
why I go berserk when I hear someone say that
the orchestra “accompanies” the singers. The
orchestra must not accompany, they must make
music together.
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How important is it for a conductor to have
Quale?
Che gli interpreti non hanno alcun diritto di scegliere cosa
far ascoltare al pubblico e cosa no. Insomma, è riprovevole
sia verso il compositore, sia verso il pubblico eliminare, di
una partitura, quello che ci sembra pleonastico. Pensiamo
al pubblico, a coloro, e sono la maggior parte, che non sanno
leggere la musica. La loro opinione su un’opera può basarsi
soltanto su quanto ascoltano; se noi tagliamo qualcosa, gliene
forniamo colpevolmente un’immagine falsata. E pensiamo
anche all’autore. A Verdi per esempio, a quanto ha faticato
nello scrivere “No, non udrai rimproveri”, la cabaletta del
baritono nel secondo atto della Traviata. Proprio non gli
veniva. E noi, dopo tanto suo penare, ci arroghiamo il diritto di
abolirla come spesso ancora oggi si fa?
Il ragionamento non fa una piega.
Non pretendo di possedere la verità. Però rivendico per il
nostro repertorio lo stesso trattamento riservato alla musica
d’oltralpe. Deve godere della medesima rispettabilità. La mia
è una crociata. Non solo a favore dell’integrità della partitura,
ma pure contro la compiaciuta volgarità, la fatua disattenzione
con cui spesso il melodramma è presentato sui palcoscenici del
mondo a causa della mancata comprensione del rapporto tra
musica e testo. Che è ben più delicato in Verdi che in Wagner.
Perché nel teatro wagneriano il verso è immerso in un flusso
sinfonico incessante e opulento, mentre in quello verdiano
ogni nota, ogni accordo, ogni indicazione dinamica è regolata
dal senso scarnificato della parola, cosicché un forte, un piano,
un crescendo si rivelano volta a volta diversi a seconda di cosa
porta il libretto. Ecco perché mi imbestialisco quando sento
dire che l’orchestra accompagna i cantanti. L’orchestra non
deve accompagnare, deve far musica insieme a loro.
Quanto conta l’abilità tecnica in un direttore?
In genere, sia pur con qualche eccezione, i direttori in
circolazione impugnano la bacchetta senza la preparazione
d’un tempo. Succede che uno strumentista non ha più voglia
di suonare, un cantante non ha più voce, allora si butta sulla
direzione. Ma dallo studio del pianoforte e della composizione
non si può prescindere. Io provengo da una scuola del genere:
sono stato allievo del pianista Vincenzo Vitale a Napoli,
del compositore Bruno Bettinelli a Milano. E faccio mia la
convinzione di Toscanini, secondo cui il braccio non è altro
che l’estensione della mente. Un mezzo, non il fine. Perciò
continuo a credere che l’opera si metta su con meticolose prove
di sala, quelle che in passato duravano settimane e oggi invece
non si fanno quasi più, magari pure lasciando ai cantanti la
dissennata libertà di presentarsi in teatro solo un attimo prima
di entrare in scena. Ragione per cui, se una volta la costruzione
drammaturgico-musicale dell’opera competeva interamente
al direttore, adesso è invece nelle mani dei registi che però
sovente non sono in grado di cogliere il nesso fra parola e
musica e sbilanciano tutto verso la messinscena.
La sua è una “bottega d’opera”.
Sì, intenzionalmente priva di sovvenzioni pubbliche affinché
sia totalmente libera nella didattica. I maestri collaboratori
vi apprenderanno a essere autentici registi della partitura,
non solo a correggere ritmo e intonazione dei cantanti. E ai
direttori d’orchestra verrà richiesto non d’accompagnare i
cantanti, ma di formarli come ho fatto io, per esempio, con
Ambrogio Maestri per Falstaff, Alexandrs Antonenko per
Otello, Luca Salsi per Don Carlo nell’Ernani. Devono capire, i
giovani direttori, che l’intera responsabilità dello spettacolo è
loro, anche dell’allestimento, del lavoro del regista. Il contrario
di quanto avviene comunemente oggi: in pochi, tra i colleghi,
tengono sotto controllo il palcoscenico.
Perché esercitarsi proprio su Falstaff?
Perché è l’opera più impegnativa che esista per il rapporto
indissolubile, sinfonico, tra parola e musica. Un meraviglioso,
intricatissimo manuale di studio.
È davvero così importante saper suonare il pianoforte per
fare il direttore?
Le racconto una storia. Per il mio debutto con l’orchestra del
Maggio, nel 1968, solista del Concerto in re maggiore di Britten e
del K 450 di Mozart era Sviatoslav Richter. Gli domandarono se
acconsentiva ad avere sul podio un giovane. “Niente in contrario
a patto che sia un ‘buon musicista’”, rispose. Sottolineo: non
disse “buon direttore”, ma “buon musicista”. Volle incontrarmi.
Mi convocò a Siena. Quando entrai nella sala in cui si trovava,
technical skill?
Typically, albeit with some exceptions,
contemporary conductors wield the baton
without the preparation past conductors used
to have. Too often, when an instrumentalist no
longer wants to play, or when a singer loses his
voice, they turn to conducting. But the study of
the piano and of composition cannot be ignored.
I was a student of pianist Vincenzo Vitale in
Naples, and of composer Bruno Bettinelli
in Milan. This was my school. And I share
Toscanini’s conviction that the arm is nothing
but an extension of the mind. It is a means,
not an end. And I continue to believe that an
opera can only be prepared through meticulous
rehearsals, which used to last for weeks in the
past and which are almost non-existent today:
singers are often – and foolishly – free to show
up only shortly before going on stage. This is
why, if the dramatic-musical creation of an opera
was once entirely the conductor’s responsibility,
now it is in the hands of directors, who are
often incapable of appreciating the connection
between word and music, and thus veer
everything in the direction of the staging.
Yours is an “opera workshop”.
Yes, and intentionally without public subsidies,
so that academic freedom is ensured. The
répétiteurs will learn how to be the true directors
of the score, not only how to correct the singers’
rhythm and intonation. And the conductors will
be asked not to “accompany” the singers, but to
train them, like I did, for example, with Ambrogio
Maestri for Falstaff, Alexandrs Antonenko for
Otello, Luca Salsi for Ernani’s Don Carlo. Young
conductors must understand that the whole
responsibility of the opera is on them, including
the staging and the director’s work. It’s quite the
opposite of what is common today: very few of
my colleagues have control over the stage.
Why practice on Falstaff?
Because it is the most challenging of operas, for
its indissoluble symphonic relationship between
words and music. Falstaff is a wonderful,
extremely intricate study manual.
Is it really that important to know how to play the
piano in order to be a conductor?
I’ll tell you a story. For my début with the
orchestra of the Maggio, in 1968, Sviatoslav
Richter was the soloist in Britten’s Concert in
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D major and in Mozart’s K 450. They asked him
if he agreed to have a young conductor on the
podium. “No objection, provided he is a good
musician,” he answered. I emphasize: he did
not say “a good conductor”, he said “a good
musician”. He wanted to meet me. He called me
to Siena. When I entered the room, I noticed two
pianos. He said nothing, just motioned me to sit
at the second. He assumed I knew how to play
the score I would later conduct. I was fresh from
Conservatory and with a fierce piano technique.
We silently read through the two Concerts
together, from beginning to end. That’s how
I gained his respect.
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In the “Cherubini Youth Orchestra” you cultivate
instrumentalists, at the Academy you educate
conductors and répétiteurs. But where will they
work? Certainly not in Italy.
notai che c’erano due pianoforti. Non aprì bocca, mi fece solo
segno di accomodarmi al secondo. Dava per scontato che sapessi
suonare al piano la partitura orchestrale che avrei diretto. E
allora, fresco di Conservatorio, avevo una tecnica pianistica
agguerritissima. I due Concerti li leggemmo assieme da capo a
fondo, in silenzio. Fu così che mi accreditai presso di lui.
Nella “Cherubini” coltiva strumentisti, in Accademia
maestri sostituti e direttori. Ma per lavorare dove? Non
certo in Italia.
Questo è il Paese che ha ignorato un’orchestra come la
“Cherubini”, per cinque anni invitata al Festival di Pentecoste
a Salisburgo. Sì, è vero, purtroppo tiriamo su professionisti
che l’Italia dai cento Conservatori ma dai teatri chiusi non può
accogliere. Tuttavia il mondo è grande. L’America, la Germania
hanno centinaia di orchestre. Ne nascono addirittura nel
mondo arabo. Noi, che abbiamo fondato la nostra storia
sulla cultura, oggi la cultura la rinneghiamo. Ciò conduce
all’ignoranza della nostra identità: carenza gravissima per una
nazione relativamente giovane come questa. Proseguendo così,
alle nuove generazioni mancheranno punti di riferimento.
Figli senza padri...
Solo la scuola potrebbe mettere rimedio a questa situazione.
Ma da quanti anni raccomando che la musica venga
insegnata fin dall’asilo? Non lo strimpellare le tastierine o i
pifferi, che non serve a nulla. Piuttosto, aiutare i bambini a
muoversi agevolmente nella foresta dei suoni, a conoscere e
comprendere le strutture musicali. Fino ai licei, dove la storia
della musica è sempre stata assente, criminosamente.
Eppure lei ha parlato con sindaci, ministri, premier,
presidenti della Repubblica. Risultati ottenuti?
Appelli finiti nel vuoto. Il nostro Paese ormai è un sacco
pieno di buchi. Si rattoppa qua e là per tirare avanti. Mentre
andrebbe ripensato da zero, e guidato, in vista del futuro. Ma la
strada non è quella dei grandi eventi a ripetizione.
Alla politica dell’evento si sono piegati tutti, anche i teatri.
Che invece dovrebbero essere principalmente luoghi
d’informazione culturale. Spazi aperti con produzioni a ritmo
continuo, pubblici servizi che si reggono su professionisti seri,
senza necessità di direttori, registi, cantanti di gran nome. E
solo ogni tanto un evento eccezionale che metta in luce tutte le
potenzialità del teatro.
Che si potrebbe fare?
Basterebbe cominciare a riprogettare la quotidianità. Ma ci
vorrà tempo. Molto, molto tempo. Arriverà un governo che
capisca quanto sia necessario impegnarsi in una tale impresa?
giugno 2015, «Amadeus», Paragon Edizioni
(per gentile concessione)
This Country has ignored an orchestra like the
“Cherubini”, an invited guest at the Salzburg
Whitsun Festival for five years. Yes, it is true;
unfortunately we educate professionals that
Italy won’t be able to accommodate, with
its hundreds Conservatories and its closed
down theatres. But the world is big. America
and Germany have hundreds of orchestras.
And more orchestras are being born in the
Arab world. We, who have based our history
on culture, now neglect culture. This leads to
an increasing ignorance about our identity: a
serious shortage for our relatively young nation.
If we go on like this, new generations will have no
reference points.
Like fatherless children...
Only the educational system might remedy this
situation. How long have I recommended that
music be taught since kindergarten? I don’t
mean plonking away on a keyboard or blowing
into a plastic recorder, this is useless. Instead,
schools should make children feel at ease in the
forest of sounds, and understand the structure
of music. Also in high school, where the history
of music has always been criminally absent.
And yet you spoke to mayors, ministers, PMs
and presidents of the Republic. Did you get any
results?
All my pleas fell on deaf ears. This Country is like
a bag full of holes. We patch up here and there,
trying to get by, and instead we should start
again from scratch, with a view to the future. But
the road to success is not that of great events.
Everybody has surrendered to the politics of
great events, including theatres.
Theatres should mainly be devoted to cultural
information. Open spaces offering productions
at a steady pace, public services entrusted to
serious professionals, with no need for famous
conductors, directors or singers. And every now
and then there should be an exceptional event to
highlight the potential of the theatre.
What can be done?
We should start to plan our everyday life. But it
will take time. A lot of time. Will there ever be a
government that understands the necessity of
embarking in such a venture?
(from «Amadeus», June 2015)
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Le ragioni di Verdi
cronache dall’Accademia
di Susanna Venturi
Lo sguardo passa dalla partitura, aperta sulle ginocchia o sul
leggio, al palcoscenico, la matita è pronta ad annotare appunti,
un segno, un respiro: sono in tanti, più di cento, disseminati
tra la platea e i palchi. Musicisti. E giovani. Solo quattro di
loro sono stati scelti per salire sul podio come allievi direttori,
mentre altrettanti sono stati chiamati a misurarsi nel ruolo
di maestri collaboratori. Ma tutti, anche chi siede nel posto
del pubblico, sono qui per imparare, per cogliere i “segreti”
dell’interpretazione dell’opera italiana dalle parole e dai gesti
del Maestro. Lui, Riccardo Muti, non li delude. Per loro ha
scelto la più difficile delle opere verdiane, l’ultima, il Falstaff
– “quella in cui più che mai parola e musica si compenetrano,
incapsulate l’una nell’altra”.
Scandaglia la partitura in ogni dettaglio, indaga le
“ragioni” di Verdi, la “necessità” delle sue scelte, e del rigore
indispensabile per rispettarle e restituirle al pubblico. La
lezione è serratissima, si inizia al mattino, si chiude nel tardo
pomeriggio, lungo il filo teso di un “dialogo” che non conosce
cedimenti di concentrazione, appeso com’è alle stringenti
esigenze della musica.
Dalla cura delle voci accompagnate dai maestri collaboratori
che un giorno dopo l’altro si succedono al pianoforte: una
frase alla volta, soffermandosi sulla singola parola in cui
suono e significato sempre si fondono, sui respiri e le pause
e la dinamica, sulle sfumature di colore, il ritmo e il tempo,
inflessibili – “la musica è fatta di dinamiche e coloriti, è
questa la base”. Al governo dell’orchestra: Muti siede dietro ai
direttori-allievi che si alternano sul podio, canta tutti i ruoli,
sprona, suggerisce, scherza, ripercorre il pensiero verdiano,
svelandone nei dettagli l’origine – “cercate di immaginare
il vecchio emiliano, Verdi, che scrive questa fuga finale,
drammatica, tragica, il suo testamento: tutti gabbati, alla fine
della vita tutti siamo gabbati” e ancora, poche pagine prima,
“ogni sorta di gente dozzinale mi beffa e se ne gloria: è ai
parmensi che si riferisce, a quel che gli hanno fatto passare
quando, arrivato Wagner, lo hanno messo da parte!”.
E poi corregge, instancabile il maestro fa ripetere e ripete
Verdi’s Reasons
Chronicles from the Academy
Their eyes go from the score, open on their
knees or on a music stand, to the stage; pencils
are ready for jotting down notes, nods, winks,
breaths: there are many of them, over a hundred,
seated in the stalls and boxes. Musicians. Young
ones. Only four of them were chosen to be
on the podium as trainee conductors, and as
many were selected for the role of répétiteur.
But everyone, including the audience, is here
to learn, to seize the “secrets” of Italian opera
from the words and gestures of the Maestro,
Riccardo Muti. He does not disappoint them. For
them, he has chosen the most difficult of Verdi’s
operas, the last one, Falstaff – “the opera where,
more than ever, word and music mingle in full
compenetration”.
He analyses the score in every detail,
investigating Verdi’s “reasons”, the “necessity”
of his choices, and the rigour which is absolutely
necessary in order to respect them and offer
them to the audience. Lessons are intense,
packed with ideas, starting in the morning and
ending late in the afternoon, balanced on the
tightrope of a “dialogue” which allows no lapse
of concentration, its fast-paced rhythm given by
the stringent requirements of the music.
Vocal coaching sessions are accompanied by the
répétiteurs, who take daily turns at the piano:
phrase by phrase, they focus on each single word,
where sound and meaning always come together,
or on the breaths, the pauses and the dynamics,
on the nuances of colour, rhythm and tempo,
uncompromisingly – “music is made of rhythm
and colour, these are the basis”. And then on to
orchestra conduction: Muti sits behind his trainee
conductors, who take turns on the podium. He
sings all the roles, urges, suggests, makes jokes,
expounds on Verdi’s thought, revealing its origins
in detail – “try to imagine this old man from
Emilia, Verdi, writing this final, dramatic, tragic
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fugue, his testament: all duped, in the end we are
all figures of fun”. A few pages before he had sung,
“ogni sorta di gente dozzinale mi beffa e se ne
gloria” (these mediocre people make fun of me
and take pride in doing so): he’s referring to the
people of Parma, and the tribulations they have
put him through when they chose Wagner and
dismissed him”.
The Maestro corrects them: a tireless teacher,
he shows each gesture, repeats it and has his
students repeat it until they understand its
effectiveness – “the Italian school’s method lies
in not moving the arm too much: the orchestra
is governed by the movement of the wrist”. The
Maestro curbs their emphasis – “when you are
young, you always make too many gestures, you
wave your arms, but over time you find that a lot
less is enough”. Method and technique are passed
on in a lesson that teaches much more than
method and technique, and becomes tinged with
the knowledge of a lifetime – words of wisdom.
“Verdi was capable of creating a situation out of
nothing”, he explains. And it is by grasping and
understanding that very “nothing” that a whole
opera is built.
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egli stesso il gesto, per mostrarlo, per farne capire l’efficacia
– “il metodo della scuola italiana sta nel non muovere troppo
il braccio, ma nel governare l’orchestra con il movimento
del polso”; per arginarne l’enfasi – “in gioventù si fanno
sempre molti gesti, ci si sbraccia, ma col tempo si scopre che
basta molto meno”. Immergendo la tecnica in una lezione
che la travalica, e si tinge del sapere di una vita, di saggezza
insomma.
“A Verdi basta un niente per creare una situazione”, spiega.
Ed è cogliendo e comprendendo quel “niente” che si costruisce
il tutto.
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Gli artisti
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Riccardo Muti
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Born in Naples, he studied piano at the
Conservatory of San Pietro a Majella under
Vincenzo Vitale, graduating with distinction. He
subsequently obtained a diploma in Composition
and Conducting from the Conservatory
“Giuseppe Verdi”, Milan, where he studied under
Bruno Bettinelli and Antonino Votto.
He first came to the attention of critics and
the public in 1967, when he was unanimously
awarded first place by the prestigious jury of
the “Guido Cantelli” competition for conductors
in Milan. The following year he was appointed
principal conductor of the Maggio Musicale
Fiorentino, a position he maintained until
1980. In 1971 Muti was invited by Herbert von
Karajan to conduct at the Salzburg Festival, the
first of many occasions, which led in 2010 to a
celebration of forty years of artistic collaboration
with the Austrian festival. During the 1970s, he
was chief conductor of the London Philharmonia
(1972 to 1982) succeeding Otto Klemperer. From
1980 to 1992, he inherited the position of Music
Director of the Philadelphia Orchestra from
Eugène Ormandy.
From 1986 to 2005, he was Music Director of
the Teatro alla Scala and under his direction
important projects were undertaken such as
the Mozart-Da Ponte Trilogy and the Wagner
Ring Cycle. Alongside the classics of the
repertoire, he brought many rarely performed
and neglected works to light, including pieces
from the eighteenth century Neapolitan school
as well as operas by Gluck, Cherubini, Spontini
and most recently Poulenc’s Les dialogues des
Carmélites, which earned Muti the prestigious
“Abbiati” prize from the critics. The long period
spent as Musical director of the La Scala
organisation culminated on December 7, 2004,
in the triumphant re-opening of the restored
La Scala theatre with Antonio Salieri’s Europa
riconosciuta.
Muti gave an exceptional contribution to the
interpretation of Verdi’s repertoire, conducting
Ernani, Nabucco, I vespri siciliani, La traviata,
Attila, Don Carlos, Falstaff, Rigoletto, Macbeth,
La forza del destino, Il trovatore, Otello, Aida,
A Napoli, città in cui è nato, studia pianoforte con Vincenzo
Vitale, diplomandosi con lode nel Conservatorio di San Pietro
a Majella. Prosegue gli studi al Conservatorio “Giuseppe
Verdi” di Milano, sotto la guida di Bruno Bettinelli e Antonino
Votto, dove consegue il diploma in Composizione e Direzione
d’orchestra.
Nel 1967 la prestigiosa giuria del Concorso “Cantelli” di
Milano gli assegna all’unanimità il primo posto, portandolo
all’attenzione di critica e pubblico. L’anno seguente viene
nominato Direttore principale del Maggio Musicale
Fiorentino, incarico che manterrà fino al 1980. Già nel 1971
Muti viene invitato da Herbert von Karajan sul podio del
Festival di Salisburgo, inaugurando una felice consuetudine
che lo ha portato, nel 2010, a festeggiare i quarant’anni di
sodalizio con la manifestazione austriaca. Gli anni Settanta
lo vedono alla testa della Philharmonia Orchestra di Londra
(1972-1982), dove succede a Otto Klemperer; quindi, tra il 1980
e il 1992, eredita da Eugène Ormandy l’incarico di Direttore
musicale della Philadelphia Orchestra.
Dal 1986 al 2005 è Direttore musicale del Teatro alla Scala:
prendono così forma progetti di respiro internazionale, come
la proposta della trilogia Mozart-Da Ponte e la tetralogia
wagneriana. Accanto ai titoli del grande repertorio trovano
spazio e visibilità anche altri autori meno frequentati:
pagine preziose del Settecento napoletano e opere di Gluck,
Cherubini, Spontini, fino a Poulenc, con Les dialogues des
Carmélites che gli hanno valso il Premio Abbiati della critica. Il
lungo periodo trascorso come Direttore musicale dei complessi
scaligeri culmina il 7 dicembre 2004 nella trionfale riapertura
della Scala restaurata dove dirige l’Europa riconosciuta di
Antonio Salieri.
Eccezionale il suo contributo al repertorio verdiano; ha diretto
Ernani, Nabucco, I vespri siciliani, La traviata, Attila, Don Carlos,
Falstaff, Rigoletto, Macbeth, La forza del destino, Il trovatore, Otello,
Aida, Un ballo in maschera, I due Foscari, I masnadieri.
La sua direzione musicale è stata la più lunga nella storia del
Teatro alla Scala.
Nel corso della sua straordinaria carriera Riccardo Muti
dirige molte tra le più prestigiose orchestre del mondo: dai
Berliner Philharmoniker alla Bayerischer Rundfunk, dalla
New York Philharmonic all’Orchestre National de France
alla Philharmonia di Londra e, naturalmente, i Wiener
Philharmoniker, ai quali lo lega un rapporto assiduo e
particolarmente significativo, e con i quali si esibisce al
Festival di Salisburgo dal 1971. Invitato sul podio in occasione
del concerto celebrativo dei 150 anni della grande orchestra
viennese, Muti ha ricevuto l’Anello d’Oro, onorificenza
concessa dai Wiener in segno di speciale ammirazione e affetto.
Ha diretto per ben quattro volte il prestigioso Concerto di
Capodanno a Vienna nel 1993, 1997, 2000 e 2004.
Nell’aprile del 2003 viene eccezionalmente promossa in
Francia, una “Journée Riccardo Muti”, attraverso l’emittente
nazionale France Musique che per 14 ore ininterrotte trasmette
musiche da lui dirette con tutte le orchestre che lo hanno avuto
e lo hanno sul podio, mentre il 14 dicembre dello stesso anno
dirige l’atteso concerto di riapertura del Teatro La Fenice di
Venezia.
Nel 2004 fonda l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
formata da giovani musicisti selezionati da una commissione
internazionale, fra oltre 600 strumentisti provenienti da tutte
le regioni italiane.
La vasta produzione discografica, già rilevante negli anni
Settanta e oggi impreziosita dai molti premi ricevuti dalla
critica specializzata, spazia dal repertorio sinfonico e
operistico classico al Novecento.
Il suo impegno civile di artista è testimoniato dai concerti
proposti nell’ambito del progetto “Le vie dell’Amicizia” di
Ravenna Festival in alcuni luoghi “simbolo” della storia, sia
antica che contemporanea: Sarajevo (1997 e 2009), Beirut (1998),
Gerusalemme (1999), Mosca (2000), Erevan e Istanbul (2001),
New York (2002), Il Cairo (2003), Damasco (2004), El Djem
(2005), Meknès (2006), Roma (2007), Mazara del Vallo (2008),
Trieste (2010), Nairobi (2011), Ravenna (2012), Mirandola (2013)
e Redipuglia (2014) con il Coro e l’Orchestra Filarmonica della
Scala, l’Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
e i “Musicians of Europe United”, formazione costituita
dalle prime parti delle più importanti orchestre europee, e
recentemente con l’Orchestra Cherubini.
Tra gli innumerevoli riconoscimenti conseguiti da Riccardo
Muti nel corso della sua carriera si segnalano: Cavaliere di
Gran Croce della Repubblica Italiana e la Grande Medaglia
d’oro della Città di Milano; la Verdienstkreuz della
Repubblica Federale Tedesca; la Legion d’Onore in Francia
(già Cavaliere, nel 2010 il Presidente Nicolas Sarkozy lo
ha insignito del titolo di Ufficiale) e il titolo di Cavaliere
Un ballo in maschera, I due Foscari, I masnadieri.
His tenure as Music Director has been the
longest at Teatro alla Scala.
Over the course of his extraordinary career,
Riccardo Muti has conducted most of the
important orchestras in the world: from
the Berlin Philharmonic to the Bayerischer
Rundfunk, the New York Philharmonic to the
Orchestre National de France, as well as the
Vienna Philharmonic, an orchestra to which he
is linked by particularly close and important ties,
and with which he has appeared at the Salzburg
Festival since 1971. When Muti was invited to
conduct the Vienna Philharmonic in a concert
celebrating its 150 years, he was presented with
the Golden Ring, awarded by the orchestra as a
sign of special appreciation and affection to only
a few select conductors.
Four times he conducted the prestigious and
extremely famous New Year’s Concert in Vienna:
1993, 1997, 2000 and 2004.
In April 2003, the French national radio channel,
France Musique, broadcast a “Journée Riccardo
Muti” consisting of 14 hours of his operatic
and symphonic recordings made with all the
orchestras he has conducted throughout his
career. On December 14 of the same year, he
conducted the long-awaited opening concert of
the newly renovated Opera House “La Fenice” in
Venice.
In 2004, Muti founded the “Luigi Cherubini
Youth Orchestra”, which is composed of
young musicians selected by an international
committee from some 600 instrumentalists
from all over Italy.
Muti’s recording activities span the classical
symphonic and operatic repertories to
contemporary works, and have received
recognition in the form of many prizes.
Riccardo Muti’s social and civic conscience
as an artist is demonstrated by concerts in a
number of places symbolising our troubled
past and contemporary history, which he has
conducted as part of “Le vie dell’Amicizia” (The
Paths of Friendship) project, produced by the
Ravenna Festival. These include Sarajevo (1997,
2009), Beirut (1998), Jerusalem (1999), Moscow
(2000), Yerevan and Istanbul (2001), New York
(2002), Cairo (2003), Damascus (2004), El
Diem, Tunisia (2005), Meknès (2006), Concert
for Lebanon in Rome (2007), Mazara del Vallo
(2008), Trieste (2010), Nairobi (2011), Ravenna
(2012), Mirandola (2013) and Redipuglia (2014)
with the La Scala Philharmonic and Chorus, the
Orchestra and Chorus of the Maggio Musicale
Fiorentino, the “Musicians of Europe United,” a
group made up of the top players of Europe’s
major orchestras and most recently with the
Cherubini Youth Orchestra.
Innumerable honours have been bestowed on
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Riccardo Muti over the course of his career.
He has been made a Cavaliere di Gran Croce
of the Italian Republic and has received the
Verdienstkreuz from Germany; recently he
received the decoration of Officer of the Legion
of Honour from French President Nicolas
Sarkozy in a private ceremony held at Élysée
Palace. He also was made an honorary Knight
Commander of the British Empire by Queen
Elizabeth ii in Britain. The Salzburg Mozarteum
awarded him its silver medal for his contribution
to Mozart’s music, and in Vienna he was
elected an honorary member of the Wiener
Hofmusikkapelle and the Wiener Staatsoper.
Russian President Putin awarded him the
Order of Friendship, and the State of Israel has
honoured him with the Wolf Prize for the arts.
He conducted the Vienna Philharmonic in the
opening concert for the celebrations of the
250th anniversary of Mozart’s birth in Salzburg
Grosses Festspielhaus. In 2015 the continuous
collaboration between Riccardo Muti and the
Vienna Philharmonic will reach 44 years. In
Salzburg for the Whitsun Festival with the
Cherubini Orchestra he began in 2007 a five-year
project dedicated to the rediscovery and the
valorization of the musical heritage, operatic
and sacred, of the Neapolitan School of the 18th
Century.
In September 2010 he became Music Director
of the Chicago Symphony Orchestra, and
he was named 2010 Musician of the Year by
«Musical America». In 2011, Riccardo Muti
was awarded two Grammy Awards at the 53rd
annual ceremony for his live recording of Verdi’s
Messa da Requiem with the Chicago Symphony
Orchestra and Chorus. His recording won Best
Classical Album and Best Choral Performance.
He then won the coveted Birgit Nilsson Prize,
presented in a ceremony on October 13 at the
Royal Opera in Stockholm in the presence of
H.M. King Carl xvi Gustaf and H.M. Queen Silvia.
In the same year, in New York, he was honoured
at the sixth annual Opera News Awards, and
was awarded Spain’s prestigious Prince of
Asturias Prize for the Arts, presented to him
in the autumn in Oviedo by H.R.H. the Prince
of Asturias. He was also named an honorary
member of the Vienna Philharmonic and an
honorary director for life at the Rome Opera.
In May 2012, he was awarded the Knight of
the Grand Cross First Class of the Order of
St. Gregory the Great by Pope Benedict xvi. In
November 2012, he was awarded the Vittorio De
Sica Prize for his contributions to music.
He has received honorary degrees from many
universities in Italy and abroad, the most
recent of which is the honorary degree from
Northwestern University (Chicago), in 2014.
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dell’Impero Britannico conferitogli dalla Regina Elisabetta ii.
Il Mozarteum di Salisburgo gli ha assegnato la Medaglia
d’argento per l’impegno sul versante mozartiano; la Wiener
Hofmusikkapelle e la Wiener Staatsoper lo hanno eletto
Membro Onorario; il presidente russo Vladimir Putin gli ha
attribuito l’Ordine dell’Amicizia, mentre lo Stato d’Israele lo
ha onorato con il premio “Wolf” per le arti.
Ha diretto i Wiener Philharmoniker nel concerto che ha
inaugurato le celebrazioni per i 250 anni dalla nascita di
Mozart al Grosses Festspielhaus di Salisburgo. La costante
e ininterrotta collaborazione tra Riccardo Muti e Wiener
Philharmoniker nel 2015 raggiunge i 44 anni. A Salisburgo
per il Festival di Pentecoste, a partire dal 2007 insieme
all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, ha affrontato
un progetto quinquennale mirato alla riscoperta e alla
valorizzazione del patrimonio musicale, operistico e sacro, del
Settecento napoletano.
Da settembre 2010 è Direttore musicale della prestigiosa
Chicago Symphony Orchestra. Nello stesso anno è stato
nominato in America “Musician of the Year” dalla importante
rivista «Musical America». Nel 2011, in seguito all’esecuzione e
registrazione live della Messa da Requiem di Verdi con la C.S.O.,
vince la 53a edizione dei Grammys Awards con due premi:
Best Classical Album e Best Choral Album. È poi proclamato
vincitore del prestigioso premio “Birgit Nilsson” che gli è
stato consegnato il 13 ottobre a Stoccolma alla Royal Opera alla
presenza dei Reali di Svezia, le loro Maestà il Re Carl xvi Gustaf
e la Regina Silvia. Nello stesso anno, a New York, ha ricevuto
l’Opera News Awards e gli è stato assegnato il Premio “Principe
Asturia per le Arti 2011”, massimo riconoscimento artistico
spagnolo, consegnato da parte di sua Altezza Reale il Principe
Felipe di Asturia a Oviedo nell’autunno successivo. Ancora, è
stato nominato membro onorario dei Wiener Philharmoniker
e Direttore Onorario a vita del Teatro dell’Opera di Roma.
Nel maggio 2012, Riccardo Muti è stato insignito della Gran
Croce di San Gregorio Magno da Sua Santità Benedetto xvi, e
nel novembre successivo ha ricevuto il Premio De Sica per la
Musica.
Moltissime università italiane e straniere gli hanno conferito
la laurea honoris causa, la più recente è quella ricevuta nel 2014
a Chicago dalla Northwestern University.
www.riccardomutimusic.com
Vincenzo Milletarì
Nato a Taranto nel 1990, intraprende gli studi musicali all’età
di quattordici anni frequentando il Conservatorio “Giovanni
Paisiello” della sua città per poi completare i suoi studi di
direzione d’orchestra tra l’Italia e la Germania sotto la guida
di Umberto Benedetti Michelangeli. Contemporaneamente,
continua lo studio del pianoforte, ma anche di clarinetto,
cembalo e composizione presso il Conservatorio di Brescia
dove nel luglio 2013 si diploma con il massimo dei voti in
Direzione d’orchestra.
Attualmente studia presso il corso di Alto perfezionamento
dell´Accademia Reale di Musica in Danimarca sotto la guida di
Giordano Bellincampi e Michael Schønwandt.
Dirige nella principali stagioni sinfoniche danesi compagini
quali Filarmonica di Copenhagen, Orchestra Sinfonica
di Aarhus, quella di Odense e di Aalborg, Orchestra
dell’Accademia Reale di Musica Danese.
In concerto ha diretto molte sinfonie del repertorio romantico
(Schumann, Mendelssohn, Schubert, Brahms, Čaikovskij,
Sibelius), pagine del Novecento (Debussy, Ravel, Stravinskij) e
concerto solistici (da Mozart a Nielsen).
Dal 2014 è direttore assistente del Balletto Reale Danese e
Svedese.
Born in Taranto in 1990, he started studying
music at the age of fourteen at the local
“Giovanni Paisiello” Conservatory. He completed
his studies in Orchestra Conducting in Italy
and Germany under Umberto Benedetti
Michelangeli. In the meantime, he continued
studying the piano, the clarinet, the harpsichord
and composition at the Conservatory of
Brescia, where he graduated with honours in
Conducting in July 2013. Vincenzo is currently
attending a course of Advanced Studies at
the Royal Academy of Music, Denmark, with
Giordano Bellincampi and Michael Schønwandt.
In the major Danish symphonic seasons he
conducts such ensembles as the Copenhagen
Philharmonic, the Aarhus, Odense and Aalborg
Symphony Orchestras, and the Orchestra of the
Danish Royal Academy of Music.
His repertoire as a conductor includes the
Romantic period (Schumann, Mendelssohn,
Schubert, Brahms, Tchaikovsky, Sibelius), the
20th century (Debussy, Ravel, Stravinsky) and
solo concerts (Mozart to Nielsen).
He has been working as the assistant director of
the Royal Danish and Swedish Ballet since 2014.
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Vladimir Ovodok
After graduating at the High School of the
National Academy of Music of Belarus, Ovodook
was admitted to the Academy itself, in the
classes taught by Ludmila Schelomenzeva
(piano) and Gennady Provatorov (conducting),
where he graduated with honours. During his
studies at the Academy, he was also a student of
Vyacheslav Volich.
Between 2009 and 2010 he completed a
doctorate in orchestral conducting at the
National Academy of Belarusian music. In 2010,
in Lithuania, he attended the master classes
of Colin Metters with the National Symphony
Orchestra of Lithuania. The following year, he
took part in the courses of A.V. Alekseev at
the Conservatory of St. Petersburg. In 2013
and 2014 he followed the master class of
Yuri Simonov with the Moscow Philharmonic
Orchestra.
For five years starting in 2009 he taught piano
and conducting at the gymnasium of the
National Academy of Belarusian Music.
From 2008 to 2011 he was chief conductor of
the Belarusian Radio and Television, first as
an assistant to Gennady Provatorov, then to
Cheslav Grabovsky. And from 2010 to 2012 he
was the artistic director and conductor of the
Gomel Philharmonic chamber orchestra.
Since 2012 he has been an assistant to the
National Academic Bolshoi Opera and the Ballet
Theatre of the Republic of Belarus; he also
currently directs the orchestra of the Opera
Studio of the same Academy.
Ovodok also directed several Belarusian
orchestra, among which we remember: the
National Academic Philharmonic Symphony
Orchestra, the Philharmonic Chamber
Orchestra, the Symphony Orchestra of the
Belarusian Academy of Music, the Gomel
Symphony Orchestra.
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Dopo aver terminato la Scuola superiore annessa all’Accademia
Nazionale di Musica della Bielorussia, viene ammesso
all’Accademia stessa, nelle classi di Ludmila Schelomenzeva
(pianoforte) e di Gennady Provatorov (direzione d’orchestra),
dove si laurea con lode. Durante gli studi in Accademia, è
inoltre allievo di Vyacheslav Volich.
Tra il 2009 e il 2010 porta a termine un dottorato in Direzione
d’orchestra all’Accademia Nazionale di Musica bielorussa.
Nel 2010 partecipa alle masterclass tenute da Colin Metters in
Lituania con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Lituania e,
l’anno successivo, ai corsi di A.V. Alekseev al Conservatorio di
San Pietroburgo. Poi, nel 2013 e nel 2014, segue le masterclass
di Yuri Simonov, con l’Orchestra Filarmonica di Mosca.
Dal 2009 e per cinque anni è docente di pianoforte e direzione
d’orchestra al ginnasio annesso all’Accademia Nazionale di
Musica della Bielorussia.
Dal 2008 al 2011 è direttore d’orchestra della Radio e
Televisione bielorussa, prima come assistente di Gennady
Provatorov, poi di Cheslav Grabovsky. E tra il 2010 e il 2012 è
direttore artistico e direttore dell’orchestra da camera della
Gomel Philharmonic.
Dal 2012 è assistente al National Academic Bolshoi Opera e al
Ballet Theatre della Repubblica di Bielorussia; attualmente
dirige l’orchestra all’Opera Studio della medesima Accademia.
Ha diretto inoltre compagini bielorusse quali National
Academic Philharmonic Symphony Orchestra, Philharmonic
Chamber Orchestra, Symphony Orchestra Belarusian Academy
of Music, Gomel Symphony Orchestra.
Su-Han Yang
Nato a Taiwan, ha conseguito il diploma presso la Tunghai
University (THU), studiando pianoforte con Juanelva Rose e
direzione d’orchestra con Annie Chung. Attualmente studia
direzione d’orchestra con Apo Ching-Hsin Hsu presso la
National Taiwan Normal University (NTNU).
È stato assistente direttore di THU Symphony Orchestra,
NTNU Symphony Orchestra e National Taiwan University
Symphony Orchestra. Recentemente ha diretto la NTNU
Symphony Orchestra in diversi spettacoli, lavorando al tempo
stesso anche con altre compagini, e presentando oltre settanta
opere contemporanee, molte delle quali in prima mondiale.
Ha inoltre preso parte a diversi corsi di perfezionamento
della NTNU, lavorando con maestri ospiti quali Shao-Chia Lü,
Ya‑Hui Wang, Mark Gibson, Leon Botstein, Simeone Pironkoff
e Alexander Rudin.
È salito sul podio di numerosi festival di musica
internazionale, tra cui la 29a edizione dell’Asian Composers
League Conference and Festival (2011), il Laboratorio
Internazionale su Computer Music e Tecnologia Audio (2011),
il Festival Internazionale di Nuova Musica di Taipei (2014), e la
serie di concerti che la Lega dei Compositori Asiatici organizza
ogni anno a Taiwan.
Partecipando a molte masterclass tenute da direttori
internazionali, ha avuto modo di lavorare con prestigiosi
maestri: Peter Gülke, Yuri Simonov, Mark Stringer, Horia
Andreescu, Vittorio Parisi, Lior Shambadal, Romolo Gessi,
Harold Farberman, Wes Kenny, Lawrence Golan e Raymond
Harvey.
Born in Taiwan, Su-Han Yang is currently
studying conducting with Apo Ching-Hsin Hsu at
the National Taiwan Normal University (NTNU).
Graduated from Tunghai University (THU) where
Yang studied piano with Juanelva Rose and
conducting with Annie Chung.
Yang was the assistant conductor of the
THU Symphony Orchestra, NTNU Symphony
Orchestra, and the National Taiwan University
Symphony Orchestra. In recent years at NTNU,
Yang conducted the NTNU Symphony Orchestra
in several performances, as well as working with
various ensembles in presenting over seventy
contemporary works, of which many were the
world premieres. He also participated in several
conducting masterclasses at NTNU, working
with distinguished visiting maestri: Shao-Chia
Lü, Ya-Hui Wang, Mark Gibson, Leon Botstein,
Simeon Pironkoff, and Alexander Rudin.
Yang appeared as conductor in several
international music festival including the 29th
Asian Composers League Conference and
Festival in 2011, the 2011 International Workshop
on Computer Music and Audio Technology, the
2014 Taipei International New Music Festival, and
the 2014 Music Taiwan Series Concerts of Asian
Composers League.
In many international conducting masterclasses,
Yang worked with prestigious Maestri: Peter
Gülke, Yuri Simonov, Mark Stringer, Horia
Andreescu, Vittorio Parisi, Lior Shambadal,
Romolo Gessi, Harold Farberman, Wes Kenny,
Lawrence Golan, and Raymond Harvey.
35
Erina Yashima
German-born conductor Erina Yashima started
her musical studies as pre-college piano student
of Bernd Goetzke at the Institute for the Early
Advancement of the Musically Highly Gifted (IFF)
in Hannover where she got her first conducting
lessons at the age of 14. After studying
conducting in Freiburg with Scott Sandmeier and
in Vienna with Mark Stringer, she is completing
her studies in conducting at the Hanns Eisler
School of Music Berlin under the guidance of
Christian Ehwald and Hans-Dieter Baum.
The orchestras that Erina Yashima
conducted include the Konzerthausorchester
Berlin, Württembergische Philharmonie
Reutlingen, Stuttgarter Kammerorchester,
Brandenburgisches Staatsorchester Frankfurt
(Oder), Neubrandenburger Philharmonie,
Brandenburger Symphoniker, Südwestdeutsches
Kammerorchester Pforzheim, Kurpfälzisches
Kammerorchester Mannheim, North Czech
Philharmonic Teplice, Orchestra Sinfonica di
Sanremo and New Music ensembles of the NDR
Radiophilharmonie Hannover.
Erina Yashima was active participant of
masterclasses given by Bernard Haitink
(Lucerne Festival) and Gianluigi Gelmetti
(Accademia Musicale Chigiana). In 2015 she was
selected as one of the top three finalist at the
workshop Interaktion des Kritischen Orchesters
by members of professional orchestras such as
Berlin Philharmonic and Staatskapelle Berlin.
Erina Yashima has been recently appointed
répétiteur and conductor of the Pfalztheater
Kaiserslautern. Previously, she was the music
director of the Freies Studentenorchester Rostock
(2013-2015). In 2013 she was given the Award of
outstanding excellence by the Musikakademie
Rheinsberg for the opera production she
conducted there in 2013. Her guest conducting
experiences include a collaboration with El
Sistema in Venezuela, where she conducted two
youth orchestras (May 2015).
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Tedesca, intrapresi gli studi musicali in giovane età, studia
pianoforte con Bernd Goetzke presso l’Istituto di Formazione
Precoce per Studenti di musica particolarmente dotati (IFF) di
Hannover, dove le vengono impartite anche le prime lezioni
di direzione d’orchestra già all’età di quattordici anni. Dopo i
corsi di direzione d’orchestra con Scott Sandmeier a Friburgo
e con Mark Stringer a Vienna, attualmente sta completando
gli studi presso la Scuola di musica “Hanns Eisler” di Berlino,
sotto la guida di Christian Ehwald e Hans-Dieter Baum.
Tra le orchestre che ha diretto ricordiamo
Konzerthausorchester di Berlino, Württembergische
Philharmonie di Reutlingen, Orchestra da camera di
Stoccarda, Brandenburgisches Staatsorchester di Francoforte
(Oder), Neubrandenburger Philharmonie, Brandenburger
Symphoniker, SudWestdeutsches Kammerorchester
di Pforzheim, Kurpfälzisches Kammerorchester di
Mannheim, North Czech Philharmonic di Teplice, Orchestra
Sinfonica di Sanremo e New Music ensembles della NDR
Radiophilharmonie di Hannover.
Ha frequentato varie masterclass di Bernard Haitink (presso
il Festival di Lucerna) e Gianluigi Gelmetti (all’Accademia
Musicale Chigiana). Nel 2015 è stata selezionata tra i tre
finalisti del workshop Interaktion des Kritischen Orchesters
da membri di orchestre professionali quali la Filarmonica di
Berlino e la Staatskapelle di Berlino.
Nel 2013 vince il Premio di eccellenza attribuito dall’Accademia
Musicale di Rheinsberg per la produzione operistica da lei
diretta. Tra il 2013 e il 2015, è Direttore musicale della Libera
Orchestra Sudentesca di Rostock. Come direttore d’orchestra
ospite ha collaborato con El Sistema in Venezuela, dove ha
diretto due orchestre giovanili nel maggio 2015. È stata
recentemente nominata maestro collaboratore e direttore
dello Pfalztheater Kaiserslautern.
Francesca Ascioti
Si diploma in canto al Conservatorio di Brescia. Studia da
sempre con Bernadette Manca di Nissa, e si perfeziona con
Alberto Rinaldi e Teresa Berganza. Nel 2010 si aggiudica una
borsa di studio che le permette di frequentare l’Accademia
Ateneo Musicale di Sulmona, debuttando, come prima
esperienza di palcoscenico, nelle Nozze di Figaro nel ruolo di
Cherubino.
Ha interpretato Maddalena nel Rigoletto al Teatro Traiano di
Civitavecchia e, nel 2013, è stata Quickly nel Falstaff al Teatro
Verdi di Busseto, con Renato Bruson e la regia di Marina
Bianchi, in collaborazione con l’Accademia della Scala e il
Teatro Regio di Parma.
È finalista al Concorso “Marcello Giordani” e vince un premio
per il debutto del ruolo di Mamma Lucia in Cavalleria rusticana,
avvenuto all’inizio del 2014 presso il Vero Beach Opera Festival
in Florida. Nello stesso anno canta nella Nona Sinfonia di
Beethoven al Teatro Bellini di Catania, poi interpreta Zita nel
Gianni Schicchi di Puccini al Lirico di Piacenza. Ancora, riveste
il ruolo della Baronessa di Champigny nel Cappello di paglia di
Firenze di Nino Rota al Petruzzelli di Bari con la regia di Elena
Barbalich. Recentemente si è esibita al Teatro La Fenice nel
ruolo di Ozias nella Juditha triumphans di Vivaldi, diretta da
Alessandro de Marchi.
Francesca Ascioti graduated at the Conservatory
of Brescia after studying long years with
Bernadette Manca di Nissa, and after attending
the master classes of Alberto Rinaldi and Teresa
Berganza. In 2010 she won a scholarship for the
Sulmona Academy of Music, where she débuted
on stage in the role of Cherubino in The Marriage
of Figaro.
She covered the role of Maddalena in Rigoletto
at the Teatro Traiano, Civitavecchia and, in 2013,
she was Quickly in Verdi’s Falstaff (Teatro Verdi,
Busseto), with Renato Bruson, directed by
Marina Bianchi, a collaboration of Accademia
della Scala and Teatro Regio, Parma.
Ascioti was a finalist in the “Marcello Giordani”
competition, and won a prize for her début in
the role of Mamma Lucia in Cavalleria rusticana
at the Vero Beach Opera Festival, Florida, 2014.
In the same year she sang in Beethoven’s Ninth
Symphony at the Teatro Bellini, Catania, then
was Zita in Puccini’s Gianni Schicchi (Teatro
Lirico, Piacenza). She also got the role of
Baroness of Champigny in Nino Rota’s Il cappello
di paglia di Firenze at the Petruzzelli Theatre,
Bari, directed by Elena Barbalich. Francesca
recently performed in the role of Ozias in
Vivaldi’s Juditha triumphans, conducted by
Alessandro de Marchi at the Teatro La Fenice,
Venice.
37
Antonella
Carpenito
Born in 1985, Carpenito graduated from the
Conservatory of Avellino. In 2011 she took
a second diploma in vocal technique and
interpretation at the Conservatory of the
Balearic Islands, Palma de Mallorca. She
attended several master classes with Carmen
Sensaud, Dimitra Theodossiou, Birgit Nickl,
Anna Vandi, Cesare Scarton, Renata Scotto
(Accademia Santa Cecilia - Opera Studio, Rome),
Teresa Berganza (master classes in Pamplona
and at the Fundacion Eutherpe, Leon, Spain),
Amelia Felle, Alessandro Svab (Accademia Lirica
Santa Croce, Trieste), Marilena Laurenza and
Mariella Devia. She won many awards in various
singing competitions, but also in the repertoires
of baroque music and Neapolitan classics. She
performed at the Teatro Verdi, Salerno, the
Royal Palace of Caserta (Concert for the 150th
anniversary of the unification of Italy), in the
Capitol, Capitoline Museums and the Chamber
of Deputies (Montecitorio) in Rome, the Teatro
Comunale in Florence, the Gran Teatro Giacomo
Puccini in Torre del Lago, the Teatro Alighieri
in Ravenna, the National Theatre of Bahrain in
Manama, the Teatro Comunale in Ferrara, the
Teatro Municipale in Piacenza, the Teatro della
Grancia in Siena, the Auditorium of Missouri,
Columbia, USA, the Espace Pierre Cardin in
Paris, the Auditorium of the University of Chengdu, China, and the Fortezza da Basso in Florence.
Antonella took part in the “popular trilogy”
(Rigoletto, Il trovatore, La traviata) and in the
‘Verdi & Shakespeare’ trilogy, respectively
staged at the Ravenna Festival in 2012 and
2013, directed by Cristina Mazzavillani Muti and
conducted by Nicola Paszkowski. Carpenito
is currently involved as mezzo-soprano in the
Belcanto Project organized by ARSLAB and the
Luciano Pavarotti Foundation, Modena. In 2014
she performed at the Forbidden City, Beijing, to
celebrate the centenary of Maserati. She gave a
concert at the Teatro della Pergola to celebrate
the 90th birthday of Rolando Panerai, and
performed in the gala held to give the Pavarotti
d’oro prize to Daniela Dessì and Fabio Armiliato.
38
Nata nel 1985, si diploma al Conservatorio di Avellino e nel
2011 consegue il diploma in Tecnica e interpretazione vocale
al Conservatorio delle Isole Baleari a Palma de Mallorca. Si perfeziona sotto la guida di Carmen Sensaud, Dimitra
Theodossiou, Birgit Nickl, Anna Vandi, Cesare Scarton, Renata
Scotto (Accademia Santa Cecilia – Opera Studio, Roma), Teresa
Berganza (masterclass a Pamplona e presso la Fundacion
Eutherpe a Leon in Spagna), Amelia Felle, Alessandro Svab
(Accademia Lirica Santa Croce Trieste), Marilena Laurenza,
Mariella Devia. È vincitrice di numerosi riconoscimenti in
concorsi di canto lirico, ma anche nel repertorio barocco e nei
classici napoletani.
Si è esibita al Teatro Verdi di Salerno, Palazzo Reale di Caserta
(Concerto per il 150o anniversario dell’Unità d’Italia), a Roma
al Campidoglio-Musei Capitolini e alla Camera dei DeputatiMontecitorio, Comunale di Firenze, Gran Teatro Giacomo
Puccini di Torre del Lago, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro
Nazionale del Bahrain a Manama, Comunale di Ferrara
e Municipale di Piacenza, Teatro della Grancia (Siena),
Auditorium di Columbia-Missouri (USA), Espace Pierre Cardin
a Parigi, Auditorium dell’Università di Cheng-du in Cina,
Fortezza da Basso (Firenze).
Prende parte alla trilogia popolare (Rigoletto, Il trovatore, La
traviata) di Ravenna Festival 2012 e alla trilogia “Verdi &
Shakespeare” nel 2013, per la regia di Cristina Mazzavillani
Muti, sotto la bacchetta di Nicola Paszkowski. Attualmente è il
mezzosoprano del progetto Belcanto organizzato da ARSLAB e
Fondazione Luciano Pavarotti di Modena. Nel 2014 si è esibita
a Pechino presso la Città Proibita in occasione del centenario
della Maserati, in un concerto al Teatro della Pergola per
festeggiare i 90 anni di Rolando Panerai e in un gala per
premiare, con il Pavarotti d’oro, la coppia Daniela Dessì e Fabio
Armiliato.
Graziano
Dallavalle
Nato a Castel San Giovanni (PC), si diploma al Conservatorio
di Piacenza con il massimo dei voti, sotto la guida del soprano
Maria Laura Groppi. Partecipa inoltre a diverse masterclass
con Alessandro Corbelli, Renata Scotto, Bernadette Manca di
Nissa, Veronica Dunne, Ugo Benelli, Antonio Juvarra, June
Anderson e Lorenzo Regazzo. Attualmente segue il corso
di Alto perfezionamento ed interpretazione dello spartito
operistico tenuto da Fulvio Bottega. È finalista in diversi
concorsi internazionali, tra i quali il “Roma Festival”, il
Concorso “Franco Alfano” al Teatro del Casinò di Sanremo, e il
“Cappuccilli” di Alessandria.
Ha preso parte a numerose opere di Rossini, Verdi, Puccini,
Mozart. Tra le altre, Il viaggio a Reims con la direzione di Aldo
Sisillo e la regia di Rosetta Cucchi e Il matrimonio inaspettato
di Paisiello, per la direzione di Riccardo Muti. Al suo attivo,
numerosi concerti sia in Italia che all’estero.
Recentemente è stato Uberto nella Serva padrona di Pergolesi
al Castello di Villata e a Villa Spinola a Genova, Dulcamara
nell’Elisir d’amore al Teatro Civico di Vercelli e a Rimini, si è
esibito in Don Pasquale al Teatro di Serravalle Sesia, ed è stato
Gregorio in Roméo et Juliette di Gounod nei teatri di Piacenza,
Modena e Bolzano, con la regia di Manfred Schweigkofler e
la direzione di Yves Abel. Nel ruolo di Tracollo ha cantato
in Livietta e Tracollo di Pergolesi e in quello di Ferrando nel
Trovatore al Teatro Civico di Vercelli.
Nel 2013, a Ravenna Festival, è Pistola nel Falstaff, con
la direzione di Nicola Paszkowski e la regia di Cristina
Mazzavillani Muti. L’anno successivo interpreta Don Alfonso
nel Così fan tutte al xvi Pafos Aphrodite Festival di Cipro,
con la regia di Paolo Panizza. Vince a Milano il Concorso
“VoceAllOpera”, aggiudicandosi il massimo dei voti per i ruoli
dell’Elisir d’amore ed interpreta quindi nuovamente Dulcamara
all’inizio del 2015 al Teatro dei Filodrammatici di Milano, con
la regia di Gianmaria Aliverta, e in una seconda produzione a
La Spezia.
Born in Castel San Giovanni (PC), he graduated
with honours from the Conservatory of Piacenza
under soprano Maria Laura Groppi. He took part
in several master classes taught by Alessandro
Corbelli, Renata Scotto, Bernadette Manca di
Nissa, Veronica Dunne, Ugo Benelli, Antonio
Juvarra, June Anderson and Lorenzo Regazzo.
He is currently attending the course of Advanced
Studies and opera score interpretation taught
by Fulvio Bottega. He was a finalist in several
international competitions, including the “Rome
Festival,” the “Franco Alfano” competition at the
Casino Theatre in Sanremo, and the “Cappuccilli”
in Alessandria. He covered roles in a number of
operas by Rossini, Verdi, Puccini, Mozart. Among
others are Il viaggio a Reims, conducted by
Aldo Sisillo and directed by Rosetta Cucchi, and
Paisiello’s Il matrimonio inaspettato, conducted
by Riccardo Muti. To his credit are also a number
of concerts in Italy and abroad. Recently he
was Uberto in Pergolesi’s Serva padrona at the
Castle of Villata and at Villa Spinola, Genoa;
Dulcamara in L’elisir d’amore at the Teatro Civico,
Vercelli, and Rimini. He also performed in Don
Pasquale at the Theatre of Serravalle Sesia,
and donned the robes of Gregorio in Gounod’s
Roméo et Juliette in Piacenza, Modena and
Bolzano, directed by Manfred Schweigkofler and
conducted by Yves Abel. He sang in the role of
Tracollo in Pergolesi’s Livietta and Tracollo and
interpreted the role of Ferrando in Trovatore at
the Teatro Civico, Vercelli.
In 2013, at the Ravenna Festival, he was Pistola
in Falstaff, conducted by Nicola Paszkowski
and directed by Cristina Mazzavillani Muti. The
following year he sang as Don Alfonso in Così
fan tutte at the xvi Pafos Aphrodite Festival in
Cyprus, directed by Paolo Panizza. Graziano won
the “VoceAllOpera” competition in Milan with top
honours for his roles in L’elisir d’amore, then was
once again Dulcamara at Teatro Filodrammatici,
Milan, at the beginning of 2015, directed by
Gianmaria Aliverta, later revived in La Spezia.
39
Matteo Falcier
Born in Magenta in 1983, he graduated with
honours under Gianni Mastino at the Milan
Conservatory. In November 2009 he obtained the
“Giuliano Panigati” scholarship from the Rotary
Club Val Ticino. In 2012 he attended the courses
of the “Rodolfo Celletti” Academy in Martina
Franca, and a year later he followed the courses of
the Accademia del Teatro alla Scala in Milan.
His solo début was in 2005, in a concert
organized by the Teatro alla Scala in the Basilica
of San Marco in Milan, conducted by Bruno
Casoni. In 2007 he was Alfredo in La Traviata
with the Compagnia d’Opera Italiana and
Konzertdirektion Schlote Salzburg, on tour in
Germany, Austria and Norway. In 2008 he made
his début as Rodolfo in Bohème and in 2010
he toured Japan as Alfredo in La Traviata, in a
production of the Milan Conservatory.
He interpreted Paolino (Il matrimonio segreto)
at the Stresa Festival, Teatro Regio, Turin, Teatro
del Giglio, Lucca, and Teatro Alighieri, Ravenna.
Among his other roles we remember: Dorvil
(La scala di seta), Ticino Music Festival; Flavio
(Norma) with Sergio Alapont, directed by Andrea
Cigni; Don Riccardo (Ernani) with Maurizio
Barbacini in Sassari; the Marquis (La Cecchina,
ossia la buona figliola) at the Donizetti Theatre
in Bergamo; Castiglione (in Bellini’s Zaira) at
the Festival della Valle d’Itria; Lord Arturo (Lucia
di Lammermoor) in the opera theatres of the
Lombardy region, Ravenna and Jesi, conducted
by Matteo Beltrami and directed by Henning
Brockhaus. He took part in the Ravenna Festival
2013 Autumn Trilogy, interpreting the role of
Bardolfo in the Falstaff conducted by Nicola
Paszkowski and directed by Cristina Mazzavillani
Muti. In the 2014/15 season he performed in Les
contes d’Hoffmann in the opera theatres of the
Lombardy region and the Teatro Coccia, Novara.
He then performed as Pong in Turandot, conducted
by Matteo Beltrami and directed by Mercedes
Martini. Matteo recently made his début at the
Teatro dell’Opera in Rome in the role of Basilio in
The Marriage of Figaro, in a production by Giorgio
Strehler revived by Marina Bianchi.
40
Nato a Magenta nel 1983, si diploma col massimo dei voti sotto
la guida di Gianni Mastino al Conservatorio di Milano. Nel
novembre 2009 si aggiudica la Borsa di Studio del Rotary Club
Val Ticino intitolata a Giuliano Panigati. Nel 2012 frequenta
i corsi dell’Accademia “Rodolfo Celletti” di Martina Franca e
nella stagione successiva è allievo dei corsi di perfezionamento
dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano.
Il debutto come solista è del 2005, in un concerto organizzato
dal Teatro alla Scala nella Basilica di San Marco a Milano,
diretto da Bruno Casoni. Nel 2007 è Alfredo nella Traviata con
la Compagnia d’Opera Italiana e la Konzertdirektion Schlote
di Salisburgo, in tournée in Germania, Austria e Norvegia.
Nel 2008 debutta come Rodolfo nella Bohème in un nuovo
allestimento del Conservatorio di Milano e, nel 2010, partecipa
ad una tournée in Giappone, ancora con il Conservatorio, di
nuovo come Alfredo nella Traviata.
Ha interpretato Paolino (Matrimonio segreto) al Festival di
Stresa, e nei teatri Regio di Torino, del Giglio di Lucca e
Alighieri di Ravenna; Dorvil (La scala di seta) al Festival Ticino
Musica; Flavio (Norma) con Sergio Alapont e la regia di Andrea
Cigni; Don Riccardo (Ernani) con Maurizio Barbacini a Sassari;
il Marchese (La Cecchina, ossia la buona figliola) al Donizetti di
Bergamo; Castiglione (Zaira di Bellini) al Festival della Valle
d’Itria; Lord Arturo (Lucia di Lammermoor) nei Teatri del Circuito
Lirico Lombardo di Pavia, Brescia, Como e a Ravenna e Jesi,
diretto da Matteo Beltrami, per la regia di Henning Brockhaus.
Nella Trilogia d’autunno di Ravenna Festival 2013, è Bardolfo
nel Falstaff diretto da Nicola Paszkowski per la regia di Cristina
Mazzavillani Muti. Nella stagione 2014/15 interpreta i Racconti
di Hoffmann nel Circuito Lirico Lombardo e al Teatro Coccia di
Novara, ed è Pong nella Turandot diretta da Matteo Beltrami,
per la regia di Mercedes Martini. Recente il debutto al Teatro
dell’Opera di Roma come Basilio nelle Nozze di Figaro, in un
allestimento di Giorgio Strehler ripreso da Marina Bianchi.
Mattia Olivieri
Nato a Sassuolo nel 1984, intraprende giovanissimo lo
studio del canto al Conservatorio di Bologna e a quello di
Fermo, perfezionandosi con il baritono Maurizio Leoni a
Bologna. Vince numerose borse di studio, segue alcuni corsi
di perfezionamento e, nel 2009, entra alla Scuola dell’Opera
Italiana di Bologna.
Debutta nel 2008 al Festival Lirico Toscano come Commissario
Imperiale in Madama Butterfly e Fiorello nel Barbiere di Siviglia,
e al Comunale di Caserta come Ben in Il Telefono. Nella stagione
2008/2009 è Papageno nel Racconto del flauto magico tratto dal
Flauto mozartiano nell’ambito di un Progetto di Formazione
all’opera in tournée in numerosi teatri italiani.
Nella stagione successiva, è il Barone Douphol nella Traviata
(regia di Henning Brockhaus), di nuovo Fiorello nel Barbiere
di Siviglia per la regia di Damiano Michieletto a Jesi, e Giorgio
nella Gazza ladra a Bologna, per la direzione di Michele
Mariotti e ancora la regia di Michieletto.
Nel 2010 è Federico in Napoli milionaria al Festival della Valle
d’Itria e Monsieur Choufleuri in Monsieur Choufleuri restera chez
lui di Offenbach a Bologna, ripreso poi a Jesi, dove è anche
Yamadori in Madama Butterfly, regia di Fabio Ceresa. Baritono
solista nella Cantata BWV 140 di Bach al Comunale di Bologna,
esegue anche il Neujahrslied di Schumann al Concerto di
Capodanno 2010 del Carlo Felice di Genova.
Nel 2011 è Dulcamara nell’Elisir d’amore a Jesi, Zweiter
Revolutionär in Das geheime Königreich, Der Diktator nell’opera
omonima, il Marchese Dorasquez nel Convitato di pietra, Le
Dancaire in Carmen, Barone Douphol nella Traviata a Cagliari,
Giorgio nella Gazza ladra alla Semperoper di Dresda, Papageno
nel Flauto magico, Secondo Sacerdote nel Prigioniero e Prima
Creatura in Frankestein ovvero l’amor non guarda in faccia a Bologna.
Nel 2012 è Dulcamara nell’Elisir d’amore al Sarzana Opera Festival
e Don Prudenzio nel Viaggio a Reims nell’ambito dell’Accademia
Rossiniana di Pesaro. In settembre entra a far parte del Centre
de Perfeccionament di Valencia dove interpreta Cherubini nella
zarzuela El duo de la africana di Caballero, e Schaunard nella
Bohème diretta da Riccardo Chailly.
Born in Sassuolo in 1984, he began his singing
studies at the Conservatories of Bologna and
Fermo, then he went on studying with baritone
Maurizio Leoni in Bologna. In 2009, he joined the
School of Italian Opera in Bologna.
He debuted in the role of the Imperial
Commissioner in Madama Butterfly at the Festival
Lirico Toscano (2008), then donned the robes of
Fiorello in The Barber of Seville and those of Ben
in Il telefono (Teatro Comunale, Caserta). In the
2008-09 season he was Papageno in the Tale of
the Magic Flute, from Mozart’s Magic Flute (Opera
Training Project, touring many Italian theatres).
In the following season he was Baron Douphol
in Traviata (directed by Henning Brockhaus),
Fiorello in The Barber of Seville (directed by
Damiano Michieletto in Jesi), and Giorgio in La
gazza ladra (conducted by Michele Mariotti and
directed by Michieletto in Bologna). In 2010 he
was Federico in Napoli milionaria (Festival della
Valle d’Itria) e Monsieur Choufleuri in Offenbach’s
Monsieur Choufleuri restera chez lui, in Bologna
and later in Jesi, where he also sang in the role
of Yamadori in Madama Butterfly, directed by
Fabio Ceresa. Mattia was the solo baritone in
Bach’s Cantata BWV 140 at the Teatro Comunale,
Bologna. He also performed Schumann’s
Neujahrslied at the 2010 New Year’s Concert in
Teatro Carlo Felice, Genoa.In 2011 he performed
as Dulcamara in L’elisir d’amore (Jesi), as the
Second Revolutionary in Das geheime Königreich,
as the protagonist in Der Diktator, and as Marquis
Dorasquez in Il convitato di pietra. He then sang
in the roles of Le Dancaire (Carmen), Baron
Douphol (Traviata, Cagliari), Giorgio (La gazza
ladra, Semperoper, Dresden), Papageno (The
Magic Flute), the Second Priest (Il prigioniero)
and the First Creature (Frankenstein ovvero l’amor
non guarda in faccia, Bologna). In 2012 Mattia
was Dulcamara in L’elisir d’amore (Sarzana Opera
Festival) and Don Prudenzio in Il viaggio a Reims
(Accademia Rossiniana, Pesaro). In September,
he joined the Centre de Perfeccionament
Valencia, where he was Cherubini in Caballero’s
zarzuela El duo de la Africana, and Schaunard in
La Bohème, conducted by Riccardo Chailly.
41
Matthias Stier
Born in St. Gallen, Switzerland, Stier studied at
the “Giuseppe Verdi” Conservatory in Turin, then
attended the master classes of Elio Battaglia
at the Summer Academy of the Salzburg
Mozarteum. He is presently working with
Roberto Bellotti in Milan.
Stier has won several international voice
competitions.
In the 2010/11 season he performed in Boris
Godunov and I vespri siciliani at the Teatro Regio,
Turin.
At the beginning of the 2011-12 season Stier
joined the Oper Braunschweig ensemble, with
whom he sang in Don Giovanni, Falstaff, Carl
Zeller’s Der Vogelhändler, Die Zauberflöte, The
Barber of Seville, Così fan tutte, La traviata,
L’elisir d’amore, L’heure espagnole/Le Rossignol,
Händel’s Saul, Bernstein’s West Side Story and
Jenö Hubay’s Anna Karenina.
His other roles with Braunschweig in 2014/15
were Jonas in Meyerbeer’s Le Prophète, Freddy
Eynsford-Hill in Loewe’s My Fair Lady, the
Abbot in Giordano’s Andrea Chénier, Edgar in
Hermann’s Wuthering Heights and Mads in Egk’s
Peer Gynt.
In 2013 he guested as Fenton in a new production
of Verdi’s Falstaff in Ravenna. The production was
later revived in Reggio Emilia (2015).
As a concert singer he often performed at the
Settembre Musica MITO Festival in Turin. He also
sang Dvorak’s Requiem in Istanbul, Puccini’s
Missa di Gloria and Haydn’s Schöpfung in Berne,
the world début of Andrea Portera’s Tagete e
la terra dell’arcobaleno at the Stresa Festival,
Schubert’s Mass in E flat major in Florence,
Beethoven’s Ninth Symphony in Cortona,
Schubert’s Mass in F major in Basel and more
recently Schumann’s Dichterliebe in Dresden.
Matthias Stier gave a number of song recitals
with such accompanists as Alexander Lonquich
and Semjon Skigin.
42
Nato a San Gallo, in Svizzera, ha studiato al Conservatorio
“Giuseppe Verdi” di Torino, perfezionandosi poi con Elio
Battaglia presso l’Accademia estiva del Mozarteum di
Salisburgo. Attualmente, sta lavorando a Milano con Roberto
Bellotti.
Ha vinto numerosi concorsi vocali internazionali.
Nella stagione 2010/11 si è esibito al Teatro Regio di Torino nel
Boris Godunov e ne I vespri siciliani. Dalla stagione successiva fa
parte dell’ensemble di Oper Braunschweig, con cui si è esibito
nel Don Giovanni, in Falstaff e in Der Vogelhändler di Carl Zeller.
Ha cantato inoltre in Flauto magico, Barbiere di Siviglia, Così fan
tutte, La traviata, Elisir d’amore, e ancora in L’heure espagnole/Le
Rossignol, nel Saul di Händel, in West Side Story di Bernstein e
nell’Anna Karenina di Jenö Hubay.
Sempre con Oper Braunschweig, nell’ultima stagione ha
interpretato nuovi ruoli: Jonas in Le Prophète di Meyerbeer,
Freddy Eynsford-Hill in My Fair Lady di Loewe, l’Abate
nell’Andrea Chénier di Giordano, Edgar in Cime tempestose di
Hermann e Mads nel Peer Gynt di Egk. Nel 2013 ha interpretato
Fenton nel Falstaff a Ravenna, poi a Reggio Emilia nel 2015.
Stier si esibisce spesso in concerto: più volte ospite al Festival
Settembre Musica MITO di Torino, ha cantato il Requiem di
Dvořák a Istanbul, la Missa di Gloria di Puccini e la Creazione di
Haydn a Berna, Tagete e la terra dell’arcobaleno di Andrea Portera,
in prima mondiale al Festival di Stresa, la Messa in mi bemolle
maggiore di Schubert a Firenze, la Nona Sinfonia di Beethoven
a Cortona, la Messa in fa maggiore di Schubert a Basilea e
recentemente Dichterliebe di Schumann a Dresda.
Ha inoltre tenuto recital accompagnato da musicisti come
Alexander Lonquich e Semjon Skigin.
Bianca Tognocchi
Nata a Como, nel 2010 si diploma al Conservatorio di Milano
sotto la guida di Adelina Scarabelli. Si perfeziona con
Roberto Coviello, Alfonso Antoniozzi, Veriano Luchetti,
Luciana Serra, Mietta Sighele. È finalista e vincitrice di
numerosi concorsi internazionali.
A partire dal 2010 è impegnata in diverse produzioni As.Li.Co.,
presso i teatri del Circuito Lirico Lombardo: Le nozze di Figaro
(Barbarina), La traviata (Annina), Die Zauberflöte (Papagena),
La finta semplice (Ninetta). Dal 2012 collabora con il Tiroler
Festspiele di Erl, diretto da Gustav Kuhn: è Susanna nelle
Nozze di Figaro e Zerlina nel Don Giovanni di Mozart, è solista
nella Messa in si minore e nel Weihnachts Oratorium di Bach. Nel
2014 è Waldvögel in Siegfried di Wagner e solista nei Carmina
Burana di Orff. Interpreta inoltre Serpina nella Serva Padrona
di Pergolesi per A.M.G. Classica a Genova, Livietta nell’opera
Livietta e Tracollo di Pergolesi presso la palazzina Liberty di
Milano, Fanny nella Cambiale di matrimonio di Rossini per
Ticino Musica a Lugano, e Giannetta nell’Elisir d’amore di
Donizetti presso il Teatro Sociale di Trento.
Nel 2014 debutta nel ruolo del titolo in Lucia di Lammermoor
con la direzione di Roberto Tolomelli e la regia di Francesco
Bellotto, inaugurando la stagione del Festival Donizetti presso
l’omonimo teatro di Bergamo. Nell’inverno 2014 è Olympia in
Les Contes d’Hoffmann di Offenbach presso i teatri del Circuito
Lombardo e di Jesi per la direzione di Christian Capocaccia e
la regia di Frédéric Roels, e in seguito Adina nell’Elisir d’amore,
sempre con As.Li.Co., con la direzione di Valter Borin e la regia
di Lucas Simon.
Nel maggio 2015 è Sandmaennchen e Taumaennchen
nell’opera Hänsel und Gretel al Teatro Regio di Torino per la
direzione di Giulio Laguzzi e la regia di Vittorio Borrelli.
Born in Como, in 2010 Bianca graduated
from the Conservatory of Milan, where she
studied under Adelina Scarabelli. She attended
master classes with Roberto Coviello, Alfonso
Antoniozzi, Veriano Luchetti, Luciana Serra and
Mietta Sighele. She was a finalist and a winner in
several international competitions.
Since 2010 she has been engaged in several
As.Li.Co. productions touring the opera theatres
of the Lombardy region: Mozart’s The Marriage
of Figaro (in the role of Barbarina), Traviata
(Annina), Die Zauberflöte (Papagena), La finta
semplice (Ninette). Since 2012 Bianca has
been collaborating with Tiroler Festspiele, Erl,
directed by Gustav Kuhn. She was Susanna
in The Marriage of Figaro and Zerlina in Don
Giovanni, a soloist in Bach’s Mass in B minor
and Weihnachts Oratorium. In 2014 she sang in
the role of Waldvögel in Wagner’s Siegfried, and
was a soloist in Orff’s Carmina Burana. She also
donned the robes of Serpina in Pergolesi’s La
serva padrona (AMG Classic, Genoa); those of
Livietta in Pergolesi’s Livietta e Tracollo (Milan,
Palazzina Liberty); those of Fanny in Rossini’s La
cambiale di matrimonio (Ticino Musica, Lugano),
and those of Giannetta in Donizetti’s L’elisir
d’amore (Teatro Sociale, Trento).
In 2014 she made her début in the title role of
Lucia di Lammermoor, conducted by Roberto
Tolomelli and directed by Francesco Bellotto,
a production which opened the Donizetti
Festival at the namesake theatre in Bergamo.
In the winter of 2014 Tognocchi was Olympia in
Offenbach’s Les Contes d’Hoffmann, conducted
by Christian Capocaccia and directed by
Frédéric Roels. The production toured the
theatres of the Lombardy regional circuit and
Jesi. She later covered the role of Adina in
Donizetti’s L’elisir d’amore, another As.Li.Co.
production conducted by Valter Borin and
directed by Lucas Simon. In May 2015 Tognocchi
had the double role of Sandmaennchen and
Taumaennchen in the opera Hänsel und Gretel,
conducted by G. Laguzzi and directed by
V. Borrelli at the Teatro Regio, Turin.
43
Benedetta Torre
Benedetta Torre was born in Genoa, where
she began her singing studies at the age of
13. In 2011/2012 Torre was a member of the
juvenile Ensemble Opera Studio of the Carlo
Felice Theatre, Genoa, where she still regularly
attends the master classes of soprano Donata
D’Annunzio Lombardi.
In 2013 Benedetta was Countess Ceprano in
Rigoletto, conducted by Carlo Rizzari at the
Carlo Felice Theatre, Genoa. She then won the
Youth Prize at the 5th “Francesco Paolo Tosti”
International Singing Competition, after which
she gave three concerts in Tokyo and Osaka with
the Tosti National Institute. Torre collaborates
with the Mnemosyne Ensemble, her birthplace
city’s university orchestra, holding several
concerts of baroque music.
A finalist in the 2014 “Tagliavini” competition in
Deutschlandsberg (Graz, Austria), Torre took
part in the 52th International Competition for
Verdian Voices (Busseto), where she got to the
final and received a special mention for her
outstanding voice and interpretation in relation
to her young age. In 2015 she was a finalist in the
As.Li.Co. and the “Flaviano Labo” Competitions.
In November 2014 she interpreted the role of
Luisa in Luisa Miller at the Carlo Felice Theatre
in Genoa, with Leo Nucci as a partner and a
director and conductor Andrea Battistoni.
44
Nata a Genova, inizia lo studio del canto all’età di 13 anni. Nel
biennio 2011/2012 fa parte del gruppo di giovani dell’Ensemble
Opera Studio del Teatro Carlo Felice di Genova, dove
periodicamente segue masterclass tenute dal soprano Donata
D’Annunzio Lombardi.
Nel 2013 è la Contessa di Ceprano in Rigoletto al Carlo Felice di
Genova con la direzione di Carlo Rizzari. Vince poi il Premio
giovani al v Concorso internazionale di canto “Francesco Paolo
Tosti”, in seguito al quale tiene tre concerti a Tokyo e Osaka,
accompagnata dall’Istituto Nazionale Tostiano. Collabora
con l’orchestra universitaria genovese Mnemosyne Ensemble,
tenendo diversi concerti di musica barocca.
Finalista al Concorso “Tagliavini” 2014 a Deutschlandsberg
(Graz, Austria), partecipa al 52o Concorso internazionale Voci
Verdiane Città di Busseto, ricevendo in finale una Menzione
speciale per la voce e l’interpretazione in relazione alla giovane
età. È poi finalista As.Li.Co. 2015 e al Concorso “Flaviano Labò”
2015. Nel novembre 2014 è cover di Luisa al Carlo Felice di
Genova nella Luisa Miller, con la regia e la partecipazione di Leo
Nucci e la direzione di Andrea Battistoni.
Giorgio Trucco
Nato a Voghera, studia al Conservatorio di Milano,
specializzandosi con Franca Mattiucci e con Roberto
Coviello. Partecipa a vari concorsi nazionali ed internazionali
classificandosi finalista al Concorso “Caruso”, e aggiudicandosi
il terzo premio al Concorso Internazionale “Mario Basiola”. È
stato diretto da Gerd Albrecht, Ivor Bolton, Giuliano Carella,
Alessandro De Marchi, Mark Elder, Marco Guidarini, Zubin
Mehta, Riccardo Muti, Roberto Rizzi Brignoli.
Nel 1999 debutta alla Scala, nella nuova produzione di Nina, o
la Pazza per amore, sotto la direzione di Riccardo Muti. Partecipa
quindi a Don Giovanni, L’elisir d’amore, Barbiere di Siviglia, Così
fan tutte e Cenerentola. Nel 2000 è ospite del Maggio Musicale
Fiorentino, dove canta nell’Incoronazione di Poppea, mentre al
Rossini Opera Festival di Pesaro interpreta Le siège de Corinthe e
Cenerentola.
Si esibisce in una tournée in Spagna in Don Giovanni e Il
barbiere di Siviglia, e debutta nel Marito disperato al San Carlo
di Napoli e nel Trovatore per l’inaugurazione del Maggio
Musicale Fiorentino del 2001. Torna a Firenze per una nuova
produzione di Penthesilea di Schock e al Rossini Opera Festival
nella rassegna “Il mondo delle farse”. Interpreta Il matrimonio
segreto a Fermo, I vespri siciliani a Busseto, Turandot ad Atene,
Don Pasquale a San Gallo, Semiramide a Pesaro e Il viaggio a
Reims a Reggio Calabria. Si esibisce, inoltre, in La vedova
scaltra a Montpellier, con incisione discografica, Il barbiere
di Siviglia, Ciro in Babilonia, Mosè in Egitto, I due Figaro, Otello
di Rossini al Festival rossiniano di Bad Wildbad, Il ricco d’un
giorno a Verona, Tancredi, Manon Lescaut, Così fan tutte e Die
Zauberflöte a Toulon, Pagliacci a Piacenza, Macbeth e Attila al
Concertgebouw di Amsterdam. Successivamente, porta in
scena Don Ottavio in Don Giovanni a Toulon e Monsieur Bleau
nella Vedova scaltra a Nizza. E canta in Carmina Burana a Lecce,
Don Procopio a Bergamo, La forza del destino a Pisa, Aida a Firenze
e a St. Margarethen (Austria). Tra gli impegni recenti: Falstaff
a Piacenza, Savona, Reggio Emilia e Ferrara; Manon Lescaut e
Maometto ii al Teatro dell’Opera e Tosca al Teatro Nazionale a
Roma.
Born in Voghera (Pavia), Trucco studied at the
Milan Conservatory. He participated in several
competitions, reaching the final in the “Enrico
Caruso” competition and obtaining the third
prize at the “Mario Basiola”. He has performed
under the batons of Gerd Albrecht, Ivor Bolton,
Giuliano Carella, Alessandro De Marchi, Mark
Elder, Marco Guidarini, Zubin Mehta, Riccardo
Muti and Roberto Rizzi Brignoli. 1999 marked
his début at the Teatro alla Scala in Milan, in
Paisiello’s Nina, o la Pazza per amore, conducted
by Riccardo Muti. He also had roles in Don
Giovanni, L’elisir d’amore, Barbiere di Siviglia,
Così fan tutte and Cenerentola. In 2000 he
was a guest of the Maggio Musicale Fiorentino,
where he sang in L’incoronazione di Poppea.
He also performed in Le siège de Corinthe
and Cenerentola at the Rossini Opera Festival,
Pesaro. Trucco was on tour in Spain with Don
Giovanni and Il barbiere di Siviglia, and débuted
in Il marito disperato at the San Carlo in Naples
and in Trovatore at the opening of the Maggio
Musicale Fiorentino 2001. Back in Florence,
he was in the new production of Schock’s
Penthesilea and in the programme “The World
of Farce” at the Rossini Opera Festival. He
sang in Il matrimonio segreto, I vespri siciliani,
Turandot, Don Pasquale, Semiramide and Il
viaggio a Reims. He also covered roles in La
vedova scaltra, Il barbiere di Siviglia, Ciro in
Babilonia, Mosè in Egitto, I due Figaro, Rossini’s
Otello (Bad Wildbad Rossini Festival), Il ricco
d’un giorno, Tancredi, Manon Lescaut, Così fan
tutte and Die Zauberflöte, Pagliacci, Macbeth
and Attila (Concertgebouw Amsterdam). He
then donned the robes of Don Ottavio in Don
Giovanni (Toulon) and Monsieur Bleau in La
vedova scaltra (Nice). He performed in Carmina
Burana (Lecce), Don Procopio (Bergamo), La
forza del destino (Pisa), Aida (Florence and St.
Margarethen, Austria). More recently he sang
in Falstaff (Piacenza, Savona, Reggio Emilia and
Ferrara); Manon Lescaut and Maometto ii (Teatro
dell’Opera, Rome) and Tosca (Teatro Nazionale,
Rome).
45
Sergio Vitale
Born in Caserta, this student of Luigi Giordano
Orsini perfected his education at the Opera
Studio of the Santa Cecilia National Academy
under Renata Scotto, and at the Accademia
Chigiana with Renato Bruson. Vitale is the winner
of several awards, among which the First Prize
at the 64th “European Community” Competition
of the Teatro Lirico Sperimentale, Spoleto, and
the First Prize at the 14th “Mattia Battistini” opera
competition in Rieti. He made his début in the
role of Germont in Traviata at the Deutsche Oper
Berlin; in the title role of Mozart’s Don Giovanni
conducted by Daniel Oren at the Teatro Verdi,
Salerno; then as Conte di Luna in Trovatore
(Zaragoza). He was Gianni Schicchi at the
Auditorium Parco della Musica, Rome; Marcello
in Bohème at the Teatro del Giglio of Lucca, coproduced with the Theatres of Ravenna, Pisa and
Livorno; Malatesta in Don Pasquale at the Teatro
Chiabrera, Savona; Figaro in Rossini’s Barber
at the Teatro Bonci, Cesena; Schaunard in La
Bohème at the Deutsche Oper Berlin, Sharpless
in Madama Butterfly at the Teatro Belli, Spoleto.
In the 2010/2011 season, he worked as a soloist
at Deutsche Oper Berlin. More recently, he
starred as Falstaff in Fano, sang in Il viaggio a
Reims at the Rossini Opera Festival, in Rigoletto
in Amsterdam and on tour in Japan with the
Teatro alla Scala. He was once again Figaro
in The Barber of Seville, conducted by Bruno
Campanella in Trento, at Teatro San Carlo,
Naples, and then in San Sebastian. He also sang
in Carmina Burana (Milan), Aureliano in Palmira
at the Rossini Opera Festival, Gianni Schicchi in
Spoleto, Madama Butterfly in Fidenza and La
traviata in Tianjin.
46
Nato a Caserta, allievo di Luigi Giordano Orsini, si perfeziona
all’Opera Studio dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
sotto la guida di Renata Scotto e all’Accademia Chigiana con
Renato Bruson. Tra i premi vinti, il Primo assoluto al 64o
Concorso “Comunità Europea” del Teatro Lirico Sperimentale
di Spoleto e il Primo Premio al 14o concorso lirico “Premio
Mattia Battistini” di Rieti.
Ha debuttato come Germont nella Traviata alla Deutsche Oper
Berlin, nel ruolo del titolo nel Don Giovanni di Mozart al Teatro
Verdi di Salerno diretto da Daniel Oren, poi in quello del Conte
di Luna nel Trovatore a Saragozza, Gianni Schicchi all’Auditorium
Parco della Musica di Roma, Marcello nella Bohème al Teatro
del Giglio di Lucca, in coproduzione con i Teatri di Ravenna,
Pisa e Livorno, Malatesta nel Don Pasquale al Teatro Chiabrera
di Savona, Figaro nel Barbiere di Siviglia di Rossini al Teatro
Bonci di Cesena, Schaunard nella Bohème alla Deutsche Oper
Berlin, Sharpless nella Madama Butterfly al Teatro Belli di
Spoleto.
Nella stagione 2010/2011, ha lavorato stabilmente come solista
alla Deutsche Oper Berlin.
Più recentemente ha interpretato Falstaff a Fano ed è stato
impegnato nel Viaggio a Reims al Rossini Opera Festival, nel
Rigoletto ad Amsterdam e per il Teatro alla Scala in tournée
in Giappone. È stato di nuovo Figaro nel Barbiere di Siviglia a
Trento e al San Carlo di Napoli diretto da Bruno Campanella,
poi a San Sebastian; ha cantato in Carmina Burana a Milano,
Aureliano in Palmira al Rossini Opera Festival, Gianni Schicchi a
Spoleto, Madama Butterfly a Fidenza, La traviata a Tianjin.
Yin Bojie
Dopo la laura conseguita nel 2013 al Conservatorio di Shangai
in Accompagnamento vocale, Direzione artistica e in Direzione
di coro, frequenta il corso accademico di ii Livello in Discipline
musicali (pianoforte: accompagnamento e collaborazione) al
Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma, dove attualmente è
iscritta al secondo anno.
Ha maturato esperienze come direttore di coro e pianista
accompagnatore sia in Cina che in Italia. Nel 2010, quale
pianista accompagnatore, segue le prove di sala e di scena
dell’opera Le nozze di Figaro e l’anno successivo è direttore del
coro in un concerto alla Shangai Opera House. Dal 2011 al 2013
collabora con il Coro delle voci bianche della Radio di Shangai,
sia come pianista accompagnatore che come assistente
direttore, ruoli che riveste nel 2012 anche nel programma
“I Singing Beijing”. Nello stesso anno collabora con il National
Center for Performing Arts di Pechino per le prove di sala e di
scena e quale assistente direttore per l’opera The Red Guards on
Lake Honghu.
Nel 2013 collabora ad un concerto al Shangai Oriental Art
Center per l’esecuzione di Das Lied von der Erde di Mahler.
L’anno successivo è al Shangai Concert Hall per un recital
per voce solista e pianoforte, su Lieder di Brahms, melodie di
Poulenc e canzoni di Finzi e, successivamente, in formazione
di trio (pianoforte, clarinetto e violino). Nel 2014, è pianista
collaboratore all’International Young Artists Festival di
Suzhou, mentre al Festival Verdi di Parma prende parte al
concerto Suonin di gloria i cantici realizzato dagli allievi del corso
di canto del Conservatorio “Arrigo Boito” al Ridotto del Teatro
Regio.
Nel 2015 collabora con il Corso per pianista maestro
collaboratore del Teatro Lirico Sperimentale “Adriano Belli” di
Spoleto.
After graduating in Vocal Accompaniment,
Art Direction and Choral Conducting at the
Conservatory of Shanghai in 2013, Bojie
attended the higher academic course in
Music Disciplines (as piano accompanist and
répétiteur) at the “Arrigo Boito” Conservatory
in Parma, where she is currently enrolled in the
second year.
She made an experience as a choir director and
accompanist both in China and in Italy. n 2010,
as an accompanist, she followed the chamber
and staging rehearsals for The Marriage of
Figaro, and the following year she was the
director of the choir in a concert at the Shanghai
Opera House. From 2011 to 2013 she worked
with the Radio Shanghai Children Choir, both
as an accompanist and as an assistant director.
Bojie covered the same roles again in 2012 in
the programme “Singing Bejing”. In the same
year she collaborated with the Beijing National
Center for Performing Arts as a répétiteur, stage
manager and assistant director for the opera
The Red Guards on Lake Honghu.
In 2013 she gave a concert with Mahler’s Das
Lied von der Erde at the Shanghai Oriental Art
Center. The following year she appeared at the
Shanghai Concert Hall in a recital for solo voice
and piano, with Lieder by Brahms, melodies
by Poulenc and songs by Finzi. Later that year
she also performed in a trio (piano, clarinet and
violin). In 2014 she worked as a répétiteur for the
International Young Artists Festival in Suzhou,
and appeared in a concert called “Suoni di
gloria” with the students of the singing classes
of the “Arrigo Boito” Conservatory (foyer of
the Teatro Regio, Parma, within the local Verdi
Festival).
In 2015 she collaborated with the course for
répétiteurs of the “Adriano Belli” Teatro Lirico
Sperimentale, Spoleto.
47
Andrés Jesús
Gallucci
Born in Galatina, Gallucci took a diploma in
piano with top marks and honours from the
Conservatory of Lecce, where he studied under
Silvana Libardo. He then attended a 2nd level twoyear specialization course in Musical Disciplines
at the Conservatory of Monopoli under Roberto
Bollea. He took part in several master classes by
such renowned masters as Ilya Itin, Benedetto
Lupo, Oscar Martin, Gulsin Onay, Jorge Luis
Prats and Michele Marvulli, Aquiles Delle
Vigne. He graduated at the Academy of Teatro
alla Scala, where he attended a course for
répétiteurs. Still with La Scala, he accompanied
the auditions for the Academy Orchestra and
some of Luciana Serra’s master classes.
In 2013 he started collaborating with Bernadette
Manca di Nissa, accompanying her master class
at Villa Gobbi. He attended a course for vocal
chamber and opera music entitled “Mozart’s
chamber and opera repertoire and 20th‑century
vocal repertoire” held by Alicia Mounk, a
conductor and a teacher at Karlsruhe High
School. Gallucci worked with Emanuela Di Pietro
as an accompanist. The two also collaborated
on the chorus auditions for Rossini’s Cinderella
worldwide TV broadcast (RAI’s “Arturo
Toscanini” auditorium, Turin, Italy).
He performed Beethoven’s Ninth Symphony
at the Teatro Politeama Greco, Lecce, and
gave several concerts with the Coro Lirico di
Lecce and the Coro Città di Lecce. As a pianist
he collaborated with the “I.C.O. Tito Schipa”
orchestra, Lecce, and performed in Nino Rota’s
opera Il principe porcaro (Teatro Verdi, Brindisi).
He performed with the “Cecilia Bernardini”
Women’s Choir directed by Francesco Muolo in
two concerts at the International Choral Meeting
(Albania). From 2009 to 2012 he worked as
a répétiteur for the Polyphonic Choir of the
University of Salento directed by Luigi De Luca.
He regularly performs as a soloist and as an
accompanist. He is currently working as an
accompanist at the “Claudio Abbado” Civic
School of Music in Milan.
48
Nato a Galatina, si diploma in pianoforte al Conservatorio di
Lecce sotto la guida di Silvana Libardo, con il massimo dei voti,
lode e menzione d’onore. Frequenta il biennio specialistico
di ii livello in Discipline musicali presso il Conservatorio di
Monopoli, sotto la guida di Roberto Bollea. Partecipa ai corsi di
perfezionamento tenuti da maestri quali Ilya Itin, Benedetto
Lupo, Oscar Martin, Gülsin Onay, Jorge Luís Prats, Michele
Marvulli, Aquiles Delle Vigne.
Si diploma all’Accademia del Teatro alla Scala, dove frequenta
il corso per maestri collaboratori e partecipa a diversi progetti.
Sempre come collaborazione scaligera, accompagna le audizioni
per la formazione dell’Orchestra dell’Accademia e alcune lezioni
tenute da Luciana Serra in occasione di una masterclass.
Nel 2013 inizia una collaborazione con Bernadette Manca
di Nissa, accompagnando la sua masterclass a Villa Gobbi.
Frequenta il corso di Musica vocale da camera e opera sul tema
“Repertorio operistico e cameristico mozartiano e repertorio
vocale del Novecento” tenuta dalla direttrice d’orchestra
Alicia Mounk, docente della Hochschule di Karlasruhe.
Collabora, come maestro accompagnatore, con Emanuela Di
Pietro, con la quale lavora anche all’auditorium Rai “Arturo
Toscanini” di Torino per le audizioni corali della produzione
in mondovisione della Cenerentola di Rossini.
È al Teatro Politeama Greco di Lecce per l’allestimento della
Nona Sinfonia di Beethoven e per vari concerti con il Coro Lirico
di Lecce e con il Coro Città di Lecce. Collabora con l’orchestra
“I.C.O. Tito Schipa” di Lecce come pianista in orchestra e
per l’opera Il principe porcaro di Nino Rota al Teatro Verdi di
Brindisi. Si esibisce con il Coro femminile “Cecilia Bernardini”
diretto da Francesco Muolo, tenendo due concerti durante la
manifestazione International Choral Meeting in Albania.
Dal 2009 al 2012 è maestro collaboratore al pianoforte del Coro
polifonico dell’Università del Salento diretto da Luigi De Luca,
con cui collabora a diversi concerti. Si esibisce regolarmente
come solista e in qualità di maestro accompagnatore.
Attualmente lavora come pianista accompagnatore presso la
Scuola Civica di Musica “Claudio Abbado” di Milano.
Tamar Giguashuili
Nata a Tbilisi nel 1987, si diploma in pianoforte nel 2005 alla
Scuola Speciale di Musica “Zakaria Paliashvili”. Nel 2009 si
laurea come pianista, col massimo dei voti, al Conservatorio
di Tbilisi. Dal 2010 al 2012 studia e poi lavora come pianista
accompagnatore presso l’Accademia internazionale di Canto
“Renata Tebaldi-Mario Del Monaco” di Pesaro. Collabora
inoltre, sempre come pianista accompagnatore, al Concorso
Internazionale Città di Pesaro che si tiene alla Sala della
Repubblica del Teatro Rossini, Sala Adele Bei del Palazzo della
Provincia, Salone Metaurense del Palazzo Ducale.
Ha al suo attivo collaborazioni con maestri di fama, come il
direttore d’orchestra Manlio Benzi con cui ha lavorato alla
produzione dell’Opera da tre soldi di Kurt Weill e, nell’anno del
bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, alla messa in
scena di Falstaff nei teatri Bonci di Cesena, Rossini di Pesaro e
Comunale di Ferrara.
Nel 2014 si è diplomata, come Pianista collaboratore, presso
l’Accademia di Belcanto “Mirella Freni” perfezionando, sotto
la guida del celebre soprano, opere quali La bohème, Il trovatore,
Rigoletto, Aida, Il barbiere di Siviglia, Falstaff, Zanetto, Madama
Butterfly, Tosca ed altre, risultando vincitrice di una borsa di
studio.
Negli ultimi anni ha partecipato a numerosi concerti e, come
pianista accompagnatore, ha preso parte a masterclass tenute
da vari docenti quali William Matteuzzi all’International
Opera Studio di Pesaro e Ewa Izykowska-Klosiewicz.
Lavora come pianista collaboratore presso il Conservatorio
“Gioachino Rossini” di Pesaro, inoltre collabora con Jacopo
Rivani e con l’Orchestra Arcangelo Corelli. Da diversi anni è
Pianist Coach nello staff dell’International Opera Studio di
Pesaro.
Born in Tbilisi in 1987, Tamar took a piano
diploma from the “Zakaria Paliashvili” Special
Music School in 2005. In 2009 she graduated
with honours as a pianist from the Conservatory
of Tbilisi. From 2010 to 2012 she studied and
worked as a répétiteur at the “Renata TebaldiMario Del Monaco” International Academy of
Singing, Pesaro. She also collaborated with the
“City of Pesaro” International Competition, with
venues in the ‘Republic Hall’ of the local Rossini
Theatre, the ‘Adele Bei Hall’ in the Palace of the
Province, and the ‘Salone Metaurense’ in the
Palazzo Ducale.
Giguashvili has collaborated with such
internationally renowned artists as conductor
Manlio Benzi, with whom she worked on the
production of Kurt Weill’s Threepenny Opera.
On Verdi’s bicentenary, they collaborated on a
staging of Falstaff at the Bonci Theatre (Cesena),
the Rossini Theatre (Pesaro) and the Comunale
Theatre (Ferrara).
In 2014 she graduated as répétiteur from the
“Mirella Freni” Singing Academy, working with
renowned soprano Mirella Freni herself on such
operas as La Bohème, Il Trovatore, Rigoletto,
Aida, The Barber of Seville, Falstaff, Zanetto,
Madama Butterfly, Tosca and others. In this
period she also obtained a scholarship.
In recent years she took part in a number of
concerts, and, as a répétiteur, she participated in
the master classes of such teachers as William
Matteuzzi (International Opera Studio, Pesaro)
and Ewa Izykowska-Klosiewicz.
Tamar works as a répétiteur at the “Gioachino
Rossini” Conservatory of Pesaro. She also
collaborates with Jacopo Rivani and the
Arcangelo Corelli Orchestra, and has been
serving as Pianist/Coach for the International
Opera Studio of Pesaro for several years.
49
Giorgio Martano
50
After graduating in piano with full honours at the
Conservatory, Lecce, Giorgio Martano continued
his artistic education at the Conservatory of
Parma, where he qualified as a piano teacher,
and at the Academy of the Teatro alla Scala in
Milan, where he got a diploma as répétiteur. In
2008 he attended an advanced course for piano
duo taught by Francesca Mammana and Daniele
Puglielli at the Mediterranean Music Academy,
Taranto, and in 2013 he followed the conduction
master class taught by Lior Shambadal and
Romolo Gessi at the European Conducting
Academy, Vicenza.
In 2012 he was the accompanist at the Ballet
Academy of the Teatro alla Scala, and in the same
year he won the audition for répétiteurs at the
Teatro Sociale, Como, where he still works as an
opera coach and répétiteur for the opera season
in the theatres of the Lombardy region and other
projects. Martano collaborated in the production
of The Marriage of Figaro for Operastudio Montalto
Musica (IM,) in 2010, and for Operastudio Weimar
in 2012. Once again with Operastudio Montalto
Musica, he collaborated in the staging of L’elisir
d’amore (2011). For the 2010/11 opera season at
La Scala, he took part in the staging of L’Italiana in
Algeri; the following year he worked at L’occasione
fa il ladro, which toured the theatres of Reggio
Emilia, Ravenna and Treviso, and in 2011/12 he
was in Don Pasquale. In 2012, he worked at the
production of The Magic Flute for the As.Li.Co
project Operadomani, and he collaborated with
the productions of Capuleti e Montecchi, Lucia di
Lammermoor, L’Italiana in Algeri, Der Fliegende
Holländer and Il trovatore (2012/2013), Otello, La
finta semplice, Il barbiere di Siviglia, Aida (2013),
Don Giovanni, Adriana Lecouvreur, Nabucco and
Les contes d’Hoffmann (2014) at the Teatro Sociale,
Como. For two years, he has been working as a
vocal coach and consultant on the Italian opera
repertoire at the Stanislavsky Theatre in Moscow,
where he followed the staging of Don Giovanni in
2014. He has collaborated with such internationally
renowned artists as Jessica Pratt, Michele
Pertusi, Gregory Kunde, Alfonso Antoniozzi, Hibla
Gerzmava, Graham Vick and Jonathan Miller.
Si diploma in Pianoforte col massimo dei voti e la lode al
Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce. La sua formazione
artistica prosegue al Conservatorio di Parma, dove consegue
l’abilitazione all’insegnamento del pianoforte, e all’Accademia
del Teatro alla Scala a Milano come maestro collaboratore. Nel
2008 segue il Corso di perfezionamento di duo pianistico tenuto
da Francesca Mammana e Daniele Puglielli all’Accademia
Musicale Mediterranea di Taranto e, nel 2013, la masterclass in
direzione d’orchestra tenuta da Lior Shambadal e Romolo Gessi
alla European Conducting Academy di Vicenza.
Quale pianista accompagnatore e vocal coach, collabora
con diversi concorsi e masterclass. Nel 2012 è pianista
accompagnatore presso l’Accademia di Ballo del Teatro
alla Scala e nello stesso anno vince l’audizione per maestri
collaboratori al Teatro Sociale di Como, presso il quale tuttora
è Maestro preparatore e di sala per la stagione lirica del circuito
lombardo e per altri progetti.
Prende parte alla realizzazione delle Nozze di Figaro
per l’Operastudio Montalto Musica (IM) nel 2010 e per
l’Operastudio di Weimar (2012); sempre per l’Operastudio
Montalto Musica, nel 2011 collabora all’Elisir d’amore.
Per il Teatro alla Scala, nel 2010/2011 partecipa all’allestimento
dell’Italiana in Algeri, l’anno successivo a L’occasione fa il ladro, in
tournée nei teatri di Reggio Emilia, Ravenna e Treviso, e a Don
Pasquale. Nel 2012 lavora alla produzione del Flauto magico per
il progetto Operadomani di As.Li.Co. e, per il Teatro Sociale
di Como, collabora ad allestimenti di Capuleti e Montecchi, Lucia
di Lammermoor, L’Italiana in Algeri, Il trovatore e Der Fliegende
Holländer (2012/2013), Otello, La finta semplice, Il barbiere di Siviglia,
Aida (2013), Don Giovanni, Adriana Lecouvreur, Nabucco, Les contes
d’Hoffmann (2014).
Da due anni collabora con il Teatro Stanislavskij di Mosca,
come vocal coach e consulente per il repertorio lirico italiano,
con il quale nel 2014 ha preparato l’allestimento di Don
Giovanni. Ha collaborato con artisti di fama internazionale,
quali Jessica Pratt, Michele Pertusi, Gregory Kunde, Alfonso
Antoniozzi, Hibla Gerzmava, Graham Vick, Johnatan Miller.
Orchestra Giovanile
Luigi Cherubini
51
violini primi
first violins
Stefano Gullo**
Giulia Cerra
Lavinia Soncini
Alessandro Sgarabottolo
Carolina Caprioli
Simone Castiglia
Francesca Palmisano
Agnese Maria Balestracci
Costanza Scanavini
Maria Beatrice Manai
violini secondi
second violins
Marco Nicolussi*
Francesca Tamponi
Maria Giulia Calcara
Aloisa Aisemberg
Elena Nicoletti
Elisa Voltan
Ottavia Guarnaccia
Andrea Pasquetto
viole
violas
Clara Garcia Barrientos*
Friederich Binet
Nicoletta Pignataro
Montserrat Coll Torra
Davide Bravo
Laura Hernandez Garcia
Francesco Tosco
violoncelli
cellos
Irene Zatta*
Giada Vettori
Veronica Fabbri
Caterina Vannini
Francesca Bongiorni
Anna Molaro
contrabbassi
basses
Davide Sorbello*
Cecilia Perfetti
Renzo Schina
Matteo Panni
52
flauti/ottavino
flutes and piccolo
Roberta Zorino*
Stella Ingrosso
Jona Venturi (anche ottavino)
oboi
oboes
Marco Ciampa*
Francesco Ciarmatori
corno inglese
English horn
Alessandro Rauli
clarinetti
clarinets
Simone Nicoletta*
Lorenzo Baldoni
clarinetto basso
bass clarinet
Luisa Rosso
fagotti
bassoons
Andrea Mazza*
Angela Gravina
corni
horns
Fabrizio Giannitelli*
Simone Ciro Cinque
Davide Bettani
Giulio Montanari
trombe
trumpets
Nicola Baratin*
Daniele Colossi
Guido Masin
tromboni
trombones
Giuseppe Nuzzaco*
Biagio Salvatore Micciulla
Francesco Piersanti
cimbasso
cimbasso
Paolo Bartolomeo Bertorello
timpani
timpani
Sebastiano Nidi*
percussioni
percussions
Paolo Nocentini
Saverio Rufo
arpa
harp
Martino Panizza
chitarra
guitar
Aldo Ferrari
corno di palco
horn on stage
Alessandro Piras
** spalla
* prima parte
ispettore d’orchestra
stage manager
Leandro Nannini
Fondata da Riccardo Muti nel 2004, l’Orchestra Giovanile
Luigi Cherubini ha assunto il nome di uno dei massimi
compositori italiani di tutti i tempi attivo in ambito europeo
per sottolineare, insieme ad una forte identità nazionale, la
propria inclinazione ad una visione europea della musica
e della cultura. L’Orchestra, che si pone come strumento
privilegiato di congiunzione tra il mondo accademico e
l’attività professionale, divide la propria sede tra le città
di Piacenza e Ravenna. La Cherubini è formata da giovani
strumentisti, tutti sotto i trent’anni e provenienti da ogni
regione italiana, selezionati attraverso centinaia di audizioni
da una commissione costituita dalle prime parti di prestigiose
orchestre europee e presieduta dallo stesso Muti. Secondo uno
spirito che imprime all’orchestra la dinamicità di un continuo
rinnovamento, i musicisti restano in orchestra per un solo
triennio, terminato il quale molti di loro hanno l’opportunità
di trovare una propria collocazione nelle migliori orchestre.
In questi anni l’Orchestra, sotto la direzione di Riccardo Muti,
si è cimentata con un repertorio che spazia dal barocco al
Novecento alternando ai concerti in moltissime città italiane
importanti tournée in Europa e nel mondo nel corso delle
quali è stata protagonista, tra gli altri, nei teatri di Vienna,
Parigi, Mosca, Salisburgo, Colonia, San Pietroburgo, Madrid,
Barcellona e Buenos Aires.
All’intensa attività con il suo fondatore, la Cherubini ha
affiancato moltissime collaborazioni con artisti quali Claudio
Abbado, John Axelrod, Rudolf Barshai, Dennis Russel Davies,
Gérard Depardieu, Michele Campanella, Kevin Farrell,
Patrick Fournillier, Herbie Hancock, Leonidas Kavakos, Lang
Lang, Ute Lemper, Alexander Lonquich, Wayne Marshall,
Kurt Masur, Anne-Sophie Mutter, Kent Nagano, Krzysztof
Penderecki, Donato Renzetti, Vadim Repin, Giovanni Sollima,
Yuri Temirkanov, Alexander Toradze, Pinchas Zukerman.
Il debutto a Salisburgo, al Festival di Pentecoste, con Il ritorno
di Don Calandrino di Cimarosa, ha segnato nel 2007 la prima
tappa di un progetto quinquennale che la prestigiosa rassegna
austriaca, in coproduzione con Ravenna Festival, ha realizzato
con Riccardo Muti per la riscoperta e la valorizzazione del
patrimonio musicale del Settecento napoletano e di cui
la Cherubini è stata protagonista in qualità di orchestra
residente. Alla trionfale accoglienza del pubblico viennese
nella Sala d’Oro del Musikverein, ha fatto seguito, nel 2008,
l’assegnazione alla Cherubini del prestigioso Premio Abbiati
Founded by Riccardo Muti in 2004, the Luigi
Cherubini Youth Orchestra was named after one
of the greatest Italian composers of all times,
who lived and worked in Europe combining a
strong national identity with a natural inclination
towards a European vision of music and culture.
The Youth Orchestra forms a privileged link
between the academic and the professional
worlds, and has set up its residence in Piacenza,
electing Ravenna Festival as its summer home.
The Cherubini Youth Orchestra is an ensemble
of under-30 musicians coming from all over
Italy. Its members are selected by audition by a
committee of soloists from prestigious European
orchestras, headed by Riccardo Muti. Dynamism
and continuous renewal are a distinctive feature
of the Orchestra, and it is in this perspective that
members are only appointed for a period of three
years, after which they may start collaboration
with a major professional orchestra.
In recent years, under the baton of Riccardo
Muti, the Orchestra has tackled a repertoire
ranging from baroque to xx century music,
alternating concerts in several Italian cities to
important European tours in the theatres of
Vienna, Paris, Moscow, Salzburg, Cologne, St.
Petersburg, Madrid, Barcelona and Buenos Aires.
Besides an intense activity under its founder’s
baton, the Orchestra has extensively
collaborated with such artists as Claudio
Abbado, John Axelrod, Rudolf Barhai, Dennis
Russel Davies, Gérard Depardieu, Michele
Campanella, Kevin Farrell, Patrick Fournillier,
Herbie Hancock, Leonidas Kavakos, Lang
Lang, Ute Lemper, Alexander Lonquich, Wayne
Marshall, Kurt Masur, Anne-Sophie Mutter, Kent
Nagano, Krzysztof Penderecki, Donato Renzetti,
Vadim Repin, Giovanni Sollima, Yuri Temirkanov,
Alexander Toradze and Pinchas Zukerman.
The debut of Cimarosa’s Il ritorno di Don
Calandrino at Salzburg Whitsun Festival (2007)
marked the first step of a five-year project
undertaken by the prestigious Austrian event and
Ravenna Festival with a view to re-discovering
and reviving the legacy of the Neapolitan School
of music of the xviii century. The Cherubini Youth
Orchestra was the protagonist of this project, as
orchestra in residence.
The triumphal welcome by the Viennese
audience in the Golden Hall of the Musikverein
was followed, in 2008, by the prestigious
Abbiati Award as best music project, for
“the outstanding achievements which made
53
54
[the Cherubini Youth Orchestra] an excellent
ensemble appreciated at home and abroad”.
The Orchestra had a challenging and
unquestionably important role in the project
of the “trilogies”, which the saw orchestra as
the protagonist of the celebrations for Verdi’s
bicentenary under the baton of Nicola Paszkowski
and directed by Cristina Mazzavillani Muti: on
these occasions, the Orchestra performed 6 of
Verdi’s operas, all staged at the Alighieri Theatre.
In 2012, Rigoletto, Il Trovatore and La Traviata
were performed on the same stage on three
consecutive days, to be later revived in a long
tour culminating in Manama, the capital city of
Bahrain, for the inauguration of the local Opera
House. In 2013, the “Shakespearean Trilogy”
alternated Macbeth, Otello and Falstaff on the
same stage on consecutive days. Always within
the programme of the Ravenna Festival, the
Orchestra’s summer residence, the Cherubini
has been the protagonist of all the “Paths of
Friendship” concerts, conducted by Riccardo Muti
since 2010: the last one, in 2014, was performed
at the war memorial of Redipuglia on the
centenary of WWI, together with representative
musicians from all the largest world orchestras.
quale miglior iniziativa musicale per “i notevoli risultati che
ne hanno fatto un organico di eccellenza riconosciuto in Italia
e all’estero”.
Impegnativi e di indiscutibile rilievo i progetti delle “trilogie”,
che al Ravenna Festival l’hanno vista protagonista, sotto
la direzione di Nicola Paszkowski, delle celebrazioni per il
bicentenario verdiano in occasione del quale, sempre per
la regia di Cristina Mazzavillani Muti, l’Orchestra è stata
chiamata ad eseguire ben sei opere al Teatro Alighieri. Nel
2012, nel giro di tre sole giornate, Rigoletto, Trovatore e Traviata,
in seguito riprese in una lunga tournée approdata fino a
Manama ad inaugurare il nuovo Teatro dell’Opera della
capitale del Bahrain; nel 2013, sempre l’una dopo l’altra a
stretto confronto, le opere “shakespeariane” di Verdi: Macbeth,
Otello e Falstaff. Sempre nell’ambito del Ravenna Festival, dove
ogni anno si rinnova l’intensa esperienza della residenza
estiva, dal 2010 la Cherubini è protagonista, al fianco di
Riccardo Muti, dei concerti per le Vie dell’amicizia: l’ultimo,
nel 2014, ai piedi del Sacrario di Redipuglia nel centenario della
Grande Guerra, insieme a musicisti provenienti da orchestre di
tutto il mondo.
www.orchestracherubini.it
The management of the Orchestra is entrusted to the Cherubini
Foundation, established by the municipalities of Piacenza and
Ravenna, the Toscanini Foundation and Ravenna Manifestazioni.
The Orchestra’s activity is supported by the Ministry for Arts and
Culture with the contributions of the Chamber of Commerce
of Piacenza, the Piacenza and Vigevano Foundation, the Italian
Manufacturers’ Association (Piacenza), and the “Friends of the
Luigi Cherubini Youth Orchestra” Association.
La gestione dell’Orchestra è affidata alla Fondazione Cherubini costituita dalle municipalità
di Piacenza e Ravenna e dalle Fondazioni Toscanini e Ravenna Manifestazioni.
L’attività dell’orchestra è resa possibile grazie al sostegno del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, Camera di Commercio di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano,
Confindustria Piacenza e dell’Associazione “Amici dell’Orchestra Giovanile Luigi
Cherubini”.
Coro del Teatro Municipale
di Piacenza
soprani sopranos
Barbara Aldegheri
Carina Calafiura
Gloria Contin
Eva Grossi
Azusa Kinashi
Paola Modicano
Luisa Staboli
mezzosoprani
mezzo-sopranos
Rumiana Petrova
Daniela Vigani
contralti altos
Angela Albanesi
Federica Bartoli
Barbara Chiriacò
Anna Solinas
Ernesta Scabini
tenori primi
first tenors
Andrea Bianchi
Gianluigi Gremizzi
Gjergji Kora
Bruno Nogara
Aronne Rivoli
Andrea Sattin
tenori secondi second tenors
Manuel Epis
Sergio Martella
Mario Passaquindici
Donato Scorza
baritoni baritones
Joseph Carotti
Lorenzo Malagola
Alfredo Stefanelli
bassi basses
Massimo Carrino
Ruggiero Lo Popolo
Luca Marcheselli
maestro del coro
chorus master
Corrado Casati
ispettore
stage manager
Pier Andrea Veneziani
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The Chorus was born with the new Municipal
Theatre in 1804. However, its organizational
structure was not clearly defined until the
beginning of the xx century, when the singers
in the chorus founded an Association aiming at
the professional education of its members, with
a view to the diffusion and promotion of choral
music and especially the operatic repertoire.
Since then, the priority of the Association
members has been the participation in the
opera seasons of the Municipal Theatre, with
an intense concert activity in the city and in its
province.
Recent years have seen a considerable increase
in the activity of the Chorus, especially resulting
from its collaboration with the Arturo Toscanini
Foundation and Ravenna Festival, which led it to
acquire a national and international dimension.
After twenty years of Corrado Casati’s
leadership as Chorus master, the Chorus can
boast featuring in numerous opera productions,
recordings and concerts in Italy and abroad
under the baton of important conductors and
directors. The following performances are
most significant and worth mentioning: Verdi’s
Requiem conducted by Mstislav Rostropovich,
Rigoletto, directed by Marco Bellocchio and
Nabucco, conducted by Daniel Oren and
attended by the President of the Republic. And
then Verdi’s La traviata, Il trovatore (performed
in various Italian theatres and in Muscat,
Oman), the “popular” trilogy (2012), followed
one year later by Macbeth, Otello and Falstaff,
all conducted by Nicola Paszkowski, and Echi
notturni di incanti verdiani, staged at Le Roncole,
Busseto, for the composer’s bicentenary, all
directed by Cristina Mazzavillani Muti. And
then: Rossini’s Stabat Mater in the Cathedral
of Orvieto (broadcast by Rai Uno), the Concert
at the Municipal Theatre to celebrate the 10th
anniversary of Al Jazeera (broadcast in all Arab
countries), Maria Stuarda directed by Antonino
Fogliani, Gounod’s Romeo and Juliet and Bellini’s
Zaira in Martina Franca.
Other opera collaborations include Donizetti’s
Don Pasquale, Paisiello’s Il matrimonio
inaspettato, the “Paths of Friendship” concert in
Nairobi and the concert in favour of the victims
of the Emilia earthquake in Mirandola, all under
the baton of Riccardo Muti.
56
La sua nascita è legata all’inaugurazione del nuovo teatro
piacentino, nel 1804. Non si hanno tuttavia notizie certe
circa la sua struttura organizzativa fino agli inizi del
Novecento, quando gli artisti del Coro stesso danno vita ad
una associazione, testimoniata ancora oggi dallo Statuto
originario, con lo scopo di preparare professionalmente i soci
a svolgere un’attività corale volta alla diffusione della musica,
con particolare attenzione al repertorio lirico.
Da allora, l’impegno prioritario dei soci è sempre stato
quello di partecipare alle diverse stagioni operistiche del
Teatro Municipale, svolgendo inoltre una intensa attività
concertistica a favore della città e della provincia.
Gli ultimi anni hanno visto intensificarsi notevolmente
l’attività del Coro, soprattutto in seguito alle collaborazioni
con la Fondazione Arturo Toscanini e con il Ravenna Festival
che lo hanno portato ad acquisire una dimensione non più
soltanto locale, bensì nazionale ed internazionale.
Al suo attivo, grazie alla ventennale direzione affidata a
Corrado Casati, si contano numerose produzioni liriche,
nonché registrazioni e concerti in Italia e all’estero, sotto la
guida di importanti direttori e registi. Tra le più significative
esibizioni si ricordano quelle verdiane, come il Requiem
diretto da Mstislav Rostropovič, Rigoletto con la regia di
Marco Bellocchio, Nabucco diretto da Daniel Oren alla
presenza del Presidente della Repubblica, poi, per la regia di
Cristina Mazzavillani Muti, Traviata e Trovatore (quest’ultimo
rappresentato in diversi teatri italiani e in Oman, a Muscat) e
ancora l’intera trilogia “popolare” nel 2012, seguita nel 2013 da
Macbeth, Otello e Falstaff dirette da Nicola Paszkowski, ed Echi
notturni di incanti verdiani, per il bicentenario del compositore
a Roncole Verdi di Busseto. Inoltre, lo Stabat Mater di Rossini
nel Duomo di Orvieto trasmesso da RaiUno, il Concerto al
Teatro Municipale nel 100 anniversario di Al Jazeera, trasmesso
in tutti paesi arabi, Maria Stuarda diretta da Antonino Fogliani,
Giulietta e Romeo di Gounod, Zaira di Bellini a Martina Franca.
Sempre nel versante operistico, sotto la direzione di Riccardo
Muti, il Coro ha cantato nel Don Pasquale di Donizetti e nel
Matrimonio inaspettato di Paisiello, ha partecipato inoltre ai
concerti delle “Vie dell’amicizia” a Nairobi e, per i terremotati
dell’Emilia, a Mirandola.
Corrado Casati
Diplomato in pianoforte con lode al Conservatorio “Giuseppe
Nicolini” di Piacenza, nel 1986 comincia a lavorare in
teatro come Maestro collaboratore. Dal 1992 è Maestro del
Coro in vari teatri italiani: Comunale di Piacenza, Regio di
Parma, Comunale di Modena, Grande di Brescia, Ponchielli
di Cremona, Fraschini di Pavia, Donizetti di Bergamo,
Comunale di Ferrara, Alighieri di Ravenna. Lavorando a
fianco di importanti direttori d’orchestra quali Riccardo Muti,
Daniel Oren, Maurizio Arena, Piergiorgio Morandi, Mstislav
Rostropovič, José Cura, Günter Neuhold, Alberto Zedda, e di
importanti registi come Ugo Gregoretti e Marco Bellocchio.
Alla testa del Coro del Teatro Municipale di Piacenza, ha
partecipato alla produzione di molte opere di Giuseppe Verdi
(principale autore nel cartellone piacentino), tra cui: Traviata,
Trovatore, Rigoletto, Nabucco, Forza del destino, Ballo in maschera,
Ernani, Simon Boccanegra, Macbeth, Otello, Falstaff; nonché
di opere di Puccini, Mascagni, Cilea, Leoncavallo, Rossini,
Donizetti, Bellini. Al Teatro Regio di Parma ha poi diretto
il coro nell’ultima produzione in italiano del Lohengrin di
Wagner.
Nella veste di accompagnatore, ha lavorato oltre che in Italia,
in Canada, Stati Uniti, Australia, Sudafrica, soprattutto per le
comunità italiane là residenti.
Come direttore del Coro del Teatro Municipale di Piacenza
ha all’attivo alcune registrazioni audio-video tra cui Aroldo
e Nabucco di Verdi e Le convenienze e inconvenienze teatrali di
Donizetti, la Suite per orchestra e coro Sharq di Marcel Khalife,
lo Stabat Mater di Rossini, poi Don Pasquale di Donizetti diretto
da Riccardo Muti, Traviata di Verdi, registrata per Ravenna
Festival, e Roberto Devereux di Donizetti, per il Donizetti Festival
del Teatro di Bergamo.
He graduated with honours in Piano at the
“Giuseppe Nicolini” Conservatory in Piacenza.
His career began in 1986 as répétiteur in the
local theatre. Since 1992 he has been Chorus
Master in various Italian theatres: Comunale
(Piacenza), Regio (Parma), Municipale
(Modena), Grande (Brescia), Ponchielli
(Cremona), Fraschini (Pavia), Donizetti
(Bergamo), Comunale (Ferrara), Alighieri
(Ravenna). He has worked at the side of such
important conductors as Riccardo Muti, Daniel
Oren, Maurizio Arena, Piergiorgio Morandi,
Mstislav Rostropovich, José Cura, Günter
Neuhold, Alberto Zedda, and important directors
including Ugo Gregoretti and Marco Bellocchio.
At the head of the Chorus of the Teatro
Municipale di Piacenza, Casati took part in
the production of several operas by Verdi (the
main composer featured in the Piacenza bill),
including: Traviata, Trovatore, Rigoletto, Nabucco,
La forza del destino, Ballo in maschera, Ernani,
Simon Boccanegra, Macbeth, as well as works by
Puccini, Mascagni, Cilea, Leoncavallo, Rossini,
Donizetti, Bellini. At Teatro Regio, Parma, Casati
also directed the chorus in the latest production
of Wagner’s Lohengrin (Italian version).
Casati has worked as assistant vocal coach in
Italy and for the Italian communities residing in
Canada, the United States, Australia and South
Africa.
As the director of the Chorus of the Teatro
Municipale di Piacenza, Casati is featured in
several audio-video productions including Verdi’s
Aroldo and Nabucco, Donizetti’s Le convenienze
e inconvenienze teatrali, Marcel Khalife’s suite
for orchestra and chorus Sharq, Rossini’s Stabat
Mater, Donizetti’s Don Pasquale conducted
by Riccardo Muti, Verdi’s Traviata (recorded
for Ravenna Festival) and Donizetti’s Roberto
Devereux (recorded for Teatro Donizetti Festival,
Bergamo).
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RAVENNA FESTIVAL
RINGRAZIA
Associazione Amici di Ravenna Festival
Apt Servizi Emilia Romagna
ARCUS Arte Cultura Spettacolo
Autorità Portuale di Ravenna
BPER Banca
Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna
Cassa di Risparmio di Ravenna
Classica HD
Cmc Ravenna
Cna Ravenna
Comune di Cervia
Comune di Comacchio
Comune di Forlì
Comune di Otranto
Comune di Ravenna
Comune di Russi
Confartigianato Ravenna
Confindustria Ravenna
Coop Adriatica
Cooperativa Bagnini Cervia
Credito Cooperativo Ravennate e Imolese
Eni
Federazione Cooperative Provincia di Ravenna
Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì
Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna
Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
Gruppo Hera
Gruppo Mediaset Publitalia ’80
Gruppo Nettuno
Hormoz Vasfi
Itway
Koichi Suzuki
Legacoop Romagna
Micoperi
Ministero dei beni e delle attività culturali e del
turismo
Poderi dal Nespoli
PubbliSOLE
Publimedia Italia
Quotidiano Nazionale
Rai Uno
Rai Radio Tre
Reclam
Regione Emilia Romagna
Sapir
Setteserequi
Sigma 4
SVA Plus Concessionaria Volkswagen
Unicredit
Unipol Banca
UnipolSai Assicurazioni
Venini
Antonio e Gian Luca Bandini, Ravenna
Francesca e Silvana Bedei, Ravenna
Maurizio e Irene Berti, Bagnacavallo
Mario e Giorgia Boccaccini, Ravenna
Paolo e Maria Livia Brusi, Ravenna
Margherita Cassis Faraone, Udine
Glauco e Egle Cavassini, Ravenna
Roberto e Augusta Cimatti, Ravenna
Ludovica D’Albertis Spalletti, Ravenna
Marisa Dalla Valle, Milano
Letizia De Rubertis e Giuseppe Scarano, Ravenna
Ada Elmi e Marta Bulgarelli, Bologna
Rosa Errani e Manuela Mazzavillani, Ravenna
Dario e Roberta Fabbri, Ravenna
Gioia Falck Marchi, Firenze
Gian Giacomo e Liliana Faverio, Milano
Paolo e Franca Fignagnani, Bologna
Domenico Francesconi e figli, Ravenna
Giovanni Frezzotti, Jesi
Idina Gardini, Ravenna
Stefano e Silvana Golinelli, Bologna
Dieter e Ingrid Häussermann,
Bietigheim‑Bissingen
Lina e Adriano Maestri, Ravenna
Silvia Malagola e Paola Montanari, Milano
Franca Manetti, Ravenna
Gabriella Mariani Ottobelli, Milano
Pietro e Gabriella Marini, Ravenna
Manfred Mautner von Markhof, Vienna
Maura e Alessandra Naponiello, Milano
Peppino e Giovanna Naponiello, Milano
Giorgio e Riccarda Palazzi Rossi, Ravenna
Gianna Pasini, Ravenna
Gian Paolo e Graziella Pasini, Ravenna
Desideria Antonietta Pasolini Dall’Onda, Ravenna
Giuseppe e Paola Poggiali, Ravenna
Carlo e Silvana Poverini, Ravenna
Paolo e Aldo Rametta, Ravenna
Stelio e Grazia Ronchi, Ravenna
Stefano e Luisa Rosetti, Milano
Giovanni e Graziella Salami, Lavezzola
Guido e Francesca Sansoni, Ravenna
Francesco e Sonia Saviotti, Milano
Roberto e Filippo Scaioli, Ravenna
Eraldo e Clelia Scarano, Ravenna
Leonardo Spadoni, Ravenna
Gabriele e Luisella Spizuoco, Ravenna
Paolino e Nadia Spizuoco, Ravenna
Thomas e Inge Tretter, Monaco di Baviera
Ferdinando e Delia Turicchia, Ravenna
Maria Luisa Vaccari, Ferrara
Roberto e Piera Valducci, Savignano sul Rubicone
Gerardo Veronesi, Bologna
Luca e Riccardo Vitiello, Ravenna
Presidente
Gian Giacomo Faverio
Vice Presidenti
Leonardo Spadoni
Maria Luisa Vaccari
Paolo Fignagnani
Giuliano Gamberini
Maria Cristina Mazzavillani Muti
Giuseppe Poggiali
Eraldo Scarano
Gerardo Veronesi
Segretario
Pino Ronchi
Aziende sostenitrici
Alma Petroli, Ravenna
CMC, Ravenna
Consorzio Cooperative Costruzioni, Bologna
Credito Cooperativo Ravennate e Imolese
FBS, Milano
FINAGRO, Milano
Kremslehner Alberghi e Ristoranti, Vienna
L.N.T., Ravenna
Rosetti Marino, Ravenna
SVA Concessionaria Fiat, Ravenna
Terme di Punta Marina, Ravenna
TRE - Tozzi Renewable Energy, Ravenna
RAVENNA FESTIVAL
Fondazione
Ravenna Manifestazioni
Soci
Comune di Ravenna
Regione Emilia Romagna
Provincia di Ravenna
Camera di Commercio di Ravenna
Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna
Confindustria Ravenna
Confcommercio Ravenna
Confesercenti Ravenna
CNA Ravenna
Confartigianato Ravenna
Archidiocesi di Ravenna-Cervia
Fondazione Arturo Toscanini
Consiglio di Amministrazione
Presidente Fabrizio Matteucci
Vicepresidente Mario Salvagiani
Consiglieri
Ouidad Bakkali
Galliano Di Marco
Lanfranco Gualtieri
Sovrintendente
Antonio De Rosa
Segretario generale
Marcello Natali
Responsabile amministrativo
Roberto Cimatti
Revisori dei conti
Giovanni Nonni
Mario Bacigalupo
Angelo Lo Rizzo
Marketing e comunicazione
Responsabile Fabio Ricci
Editing e ufficio stampa Giovanni Trabalza
Sistemi informativi e redazione web Stefano Bondi
Impaginazione e grafica Antonella La Rosa
Archivio fotografico e redazione social Giorgia Orioli
Promozione e redazione social Mariarosaria Valente
Segreteria Ivan Merlo*
Biglietteria
Responsabile Daniela Calderoni
Biglietteria e promozione
Bruna Berardi, Laura Galeffi*, Fiorella Morelli,
Paola Notturni, Maria Giulia Saporetti
Ufficio produzione
Responsabile Emilio Vita
Stefania Catalano, Giuseppe Rosa,
Daniela Alderuccio*, Anna Bonazza*,
Francesco Di Giorgio*, Christian Esposito*
Amministrazione e segreteria
Responsabile Lilia Lorenzi*
Amministrazione e contabilità
Cinzia Benedetti
Segreteria artistica Valentina Battelli,
Federica Bozzo, Chiara Ravaioli*
Segreteria amministrativa e progetti europei
Franco Belletti*
Segreteria di direzione Elisa Vanoli*, Michela Vitali
Spazi teatrali
Responsabile Romano Brandolini*
Servizi di sala Alfonso Cacciari*
Segreteria Chiara Schiumarini*
Servizi tecnici
Responsabile Roberto Mazzavillani
Assistenti Francesco Orefice,
Uria Comandini
Tecnici di palcoscenico Enrico Berini*,
Christian Cantagalli, Enrico Finocchiaro*,
Matteo Gambi, Massimo Lai, Marco Rabiti,
Alessandro Ricci*, Enrico Ricchi,
Luca Ruiba, Andrea Scarabelli*,
Marco Stabellini
Servizi generali e sicurezza Marco De Matteis
Portineria Giuseppe Benedetti*,
Giusi Padovano, Samantha Sassi*
* Collaboratori
VALORI E IDEE
PER NUTRIRE
LA TERRA
L’Emilia-Romagna
a Expo Milano 2015
Colophon
programma di sala a cura di
programme notes by
Cristina Ghirardini,
Franco Masotti,
Susanna Venturi
traduzioni di translated by
Roberta Marchelli
coordinamento editoriale e grafica
graphic design
Ufficio Edizioni Ravenna Festival
fotografie di photo by
Silvia Lelli
stampa printed by
Edizioni Moderna, Ravenna
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