Voci dal Sud
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Anno VII° nr. 5 Maggio 2011
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... ai quattro venti
Periodico di attualità, storia e cultura
Rassegna stampa dai mass media nazionali
Anno VII° - n. 5 Maggio 2011
OMAGG IO
Euro 1,55
Roma invasa da oltre un milione e
mezzo d i p e l l e g r i n i g i u n t i d a o g n i
parte del mondo per assistere alla
beatificazione di Karol Wojtyla
Papa Giovanni Paolo II°
servizio a pagina 12 e 13
Voci dal Sud
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AnnoVII° nr. 5 Maggio 2011
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Voci dal Sud
... ai quattro venti
Periodico indipendente di Attualità, Storia
e Cultura
Rassegna stampa dai mass media
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nr. 01/05 (fasc. 183/05) del 28/4/2005-2/05/2005
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Editoriale:
Anno VII° nr. 5 Maggio 2011
di Franz Rodi Morabito
pag 5 - Editoriale Nucleare, fotovoltaico, eolico
pag 6 - Energie rinnovabili, il governo trova l’intesa
pag 7 - Megadiscarica a Rosarno, un “dono” avvelenato
pag 8 - Rosarno - I migrantes ospitati nel campo di accoglienza di “Testa dell’acqua” invocano il
Presidente Scopelliti per non essere cacciati
pag 8 - Lampedusa scoppia! quintuplicata la popolazione residente dai continui sbarchi di clandestini - L’Europa si scrolla dalle spalle il problema!
pag 9 - Trematerra torna a Rosarno per presentare e promuovere
il candidato UDC alla
Provincia
pag 10 - Sogno o son desto ?
pag 11 - Il crollo del ponte sul Vacale causato dall’alluvione di 28 mesi addietro, provoca grave
crisi economica
pag 12 - Perchè Palmi non patisce molto l’ emergenza rifiuti
pag 13 - Roma invasa da oltre un milione e 500 mila pellegrini da tutto il Mondo per la cerimonia
della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II°
pag 15 - In Libia è guerra civile, inutile “barare” e cercare altri temini meno cruenti!
pag 15 - Il regime di Gheddafi usa lo stupro come arma di guerra
pag 16 - Economia: Sarkozy vuole Roma fuori dall'euro (MF)
pag 16 - Accordo italiano con la Francia sugli immigrati, ma scoppia la guerra con i tedeschi!
pag 17 - La tragedia di Lampedusa (e dell’Italia che deve assisterli) invasa da oltre 25000 profughi non è emergenza per la Ue!
pag 18 - Incendio nel server Aruba mette in tilt mezza rete internet italiana
pag 19 - Adiconsum si ribella: Rca auto per la Calabria a costi insostenibili
pag 20 - Rinasce davvero una "questione meridionale"?
pag 21 - Padania Uber Alles a loro tutto è permesso!
pag 22 - La trasmissione Rai “Centocinquanta” per celebrare l’Unità d’Italia finisce ad insulti e
sputi!
... continua a pagina successiva
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pag 23 - “Fatto Quotidiano”, una testata insospettabile, diventa razzista contro la Calabria!
pag 24 - Il problema dell’omertà al Nord come al Sud
pag 25 - Una soddisfazione personale per me! La Regione Calabria, su sollecitazione del
Governatore Scopelliti, sta per varare una legge a tutela del dialetto calabrese
pag 27 - Il Bullismo dilaga ed è presente anche nelle scuole
pag 29 - Un bambino che rischia di morire vive un evento in Paradiso
pag 30 - Cedolare secca per gli appartamenti: primi esperimenti per un fisco più equo
pag 31 - Una importante organizzazione commerciale, l’Auchan, coinvolta, suo malgrado, in
una frode commerciale
pag 32 - Professoressa romana sceglie di cambiare lavoro ...
pag 33 - Si cercano i resti mortali della “modella” di Leonardo
2 passi nella Piana
pag 34 - Il Borgo di Borrello
Il Mondo di Nea Vox
pag 36 - Nasce la Rubrica del Circolo Culturale Nea Vox
pag 37 - La Rai ci prende per i fondelli! - I personaggi e le storie a confronto fra “don
Matteo” e “Un passo dal Cielo”
pag 38 - Convegno Teologico Nazionale a Roma nel 5° Anniversario della morte del Mistico
Toscano Don Divo Barsotti
pag 39 - Miss Italia nel Mondo sarà eletta Reggio Calabria
pag 41 - Osama Bin Laden è morto, ma cosa ci viene nascosto?
pag 43 - Con la nuova opera “La terra rossa” Santo Giuffrè doppia il successo di “Artemisia”
... buon compleanno “La Piana”!
pag 44 - 10 anni addietro nasceva a Palmi, per opera di Damiano Tripodi , la
testata “La Piana”
pag 45 - Prima pagina del numero del decennale del priodico “La Piana”
pag 46 - Per i 10 anni del giornale “La Piana”
Notizie brevi e/o curiose
pag 47 - Le strade più lunghe del mondo
pag 47 - Il dott. Franco Sinicropi è “arbitro benemerito”
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Anno VII° nr. 5 Maggio 2011
Nucleare,
fotovoltaico,
eolico
di Franz Rodi-Morabito
Quando si è a capo di una famiglia o di una impresa si ha l’obbligo di dirigere
con oculatezza ed andare con i piedi di piombo per ottenere il fine prefisso con il
maggior risparmio e sopratutto con la maggiore sicurezza per l’incolumità di
chi opera.
Infatti il Codice Civile Italiano recita ”... chi amministra deve operare seguendo le regole del buon Padre di famiglia”.
Tuttavia da questa saggia e prudente norma sembrano essere svincolati coloro
che operano nei settori pubblici per i quali è fatta licenza “ ... di fare di più
insulso possibile, di peggio possibile, seguendo cervellotiche decisioni che non
tengono in nessuna considerazione gli interessi e l’incolumità dei propri amministrati “ che sono, manco a dirlo, quella massa di persone che formano “Il
popolo Sovrano!” (ma de chè?).Questo il caso (l’ultimo!) del boicottagio dei pannelli solari, dell’eolico, delle
biomasse che sono tutte fonti di produzione di energia elettrica di cui (pare) se ne
habbia tanto bisognio.
Quelle elencate sono fonti assolutamente naturali , inesauribili, senza nessun tipo
di rischio per la popolazione che già vive sotto lo schiaffo di prodotti sempre più
cancerogeni.
La scelta invece cade sul “nucleare” che si è sempre saputo essere una forma di
produzione altamente rischiosa per la salute pubblica (e se per caso ce lo dimenticassimo avvengono periodicamente disastri ed incidenti nucleari con enorme spargimento di elementi contaminatori).
Si sono promulgate leggi assurde che ostacolano lo sviluppo delle fonti naturali
suddette e tutto in favore del progetto nucleare!
In più dicasi che ci viene tolto anche la possibilità di decidere noi della nostra
vita! Infatti è stato richiesto un referendum per decidere se vogliamo il nucleare o
meno, ma il referendum non verrà perchè è stato detto dal Premier Berlusconi “...
il referendum avrebbe portato all’abbandono del progetto nucleare per cui è
bene soprassedere in attesa che l’allarme popolare diminuisca” (sic!).
Il popolo italiano (si, proprio quello sovrano di cui sopra!) non lo vuole, ma il
Governo decide che per non cancellarlo definitivamente come sarebbe sicuramente successo è meglio temporeggiare ed attendere che ci si dimentichi dei gravissimi pericoli di cui il nucleare è pregno.
Diciamo che apre una fida contro il tempo e si pone l’interrogativo: Sarà più
veloce la labilità della memoria del Popolo Italiano oppure sarà più veloce
la prossima catastrofe nucleare?
Non ci resta che attendere (ed intanto adottiamo quanto detto dal compianto
Troisi ... non ci resta che piangere!)
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Energie rinnovabili, il governo
trova l’intesa
Elisabetta Guidobaldi
Arriva oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri il «quarto conto energia», il decreto interministeriale per la revisione degli incentivi al fotovoltaico. Il passaggio in Cdm sarà
solo consultivo, in
quanto non necessario, ma è stato comunque ritenuto
opportuno dopo gli
attriti tra i ministeri
interessati (Ambiente e Sviluppo economico), che hanno
trovato un’intesa, e
per la delicatezza anche politica del
tema.
A chiedere la
«collegialità» lo
stesso ministro dello Sviluppo, Paolo
Romani per il quale
si tratta di una «decisione impegnativa per il Paese, per gli
importi che gravano sugli utenti unici finali». Questo dopo
l’accordo raggiunto in extremis tra i due ministeri che prevede una sorta di indennizzo per chi installa i pannelli ricevendo però in ritardo l’autorizzazione per l’allaccio alla rete.
Poiché per gli incentivi sarà prevista una progressiva riduzione mese dopo mese, l’indennizzo potrà compensare la
differenza di tariffa persa a causa del ritardo.
«Abbiamo superato le incomprensioni – ha detto il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo – credo sia un
provvedimento che rafforza il settore dando grande prospettiva».
Le associazioni di settore si dividono e scelgono il giorno di apertura dell’appuntamento nazionale e internazionale Solarexpo-Greenbuilding di Verona (1.400 espositori e
quasi 20mila visitatori nella prima giornata) dedicato al
fotovoltaico (a VeronaFiere fino al 6 maggio) per far sentire
la loro voce. «Sos Rinnovabili» lancia un’azione di risarcimento delle aziende del settore nei confronti del governo
ma dall’altra parte le aziende Gifi-Anie di Confindustria giudicano positivamente il lavoro svolto mentre per Assosolare
la bozza è peggiorativa. Per il segretario del Pd, Pierluigi
Bersani si tratta di «una politica governativa insensata».
Ieri mattina al convegno «La nuova disciplina nazionale
di promozione delle energie rinnovabili - Forum tra le istituzioni e le associazioni di produttori» c’è stata qualche contestazione. Impegnato nella votazione sulla Libia, il responsabile dello
Sviluppo economico sarebbe dovuto
intervenire telefonicamente ma poi, a
riferire le sue parole, è stato il direttore scientifico di
Solarexpo, Luca
Zingale. Alcuni
operatori dalla sala
hanno contestato
l’assenza del ministro e sono arrivati
alcuni fischi e «vergogna, vergogna», quando Zingale ha espresso il dispiacere del ministro di non essere presente. Romani nel suo
messaggio ha rassicurato gli operatori. «Un eccellente risultato soprattutto per quanto riguarda il fatto di fornire –
ha detto Romani – certezze pluriennali, prevedendo un piano fino al 2016. Molte delle mie decisioni, anche alla luce
del disastro di Fukushima, dopo il 3 marzo, sono cambiate e
anche per questo motivo stiamo preparando una nuova
strategia energetica nazionale che vorremmo elaborare prima dell’estate», ha detto Romani nel messaggio.
Sulle rinnovabili, ha detto la Prestigiacomo, «abbiamo
supportato in maniera straordinaria i piccoli impianti fino a
200KW sia sui tetti che a terra ed è veramente un
capovolgimento dei criteri precedenti».
Rispetto al terzo conto energia, questo nuovo prevede
riduzioni degli incentivi tra il 22% e il 31% già nel 2011 e tra
il 23% e il 44% per il 2012. A partire dal 2013 è prevista
invece un’ulteriore riduzione dell’incentivazione compresa
tra il 10% e il 45%. Il costo totale degli incentivi al
fotovoltaico previsto per il periodo 2013-2016 è di 1,36 miliardi per un obiettivo di potenza di 9.700 MW. I limiti di
costo per i grandi impianti sono di 300 milioni di euro.
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Megadiscarica a Rosarno,
un “dono” avvelenato
La collina dello Zimbario, alle porte della Città, per dieci anni dovrebbe assorbire
1,4 milioni di tonnellate di rifiuti !
Giuseppe Lacquaniti - Gazzetta del Sud
Torna alla carica la Veolia, la multinazionale francese che
attraverso la Tec gestisce l’inceneritore di contrada Cicerna,
per avere dall’amministrazione comunale il via libera alla
realizzazione di una megadiscarica di 10 ettari sulla collinetta
dello Zimbario, di proprietà comunale, ove depositare per
10 anni un milione e 400 mila tonnellate di rifiuti.
Una massa enorme di materiali di ogni genere, comprendente ceneri pesanti, scorie e rifiuti stabilizzati provenienti
dall’inceneritore; nonché rifiuti solidi urbani, compost e
altri residui prodotti in Calabria nella fase finale del ciclo di
trattamento meccanico degli scarti.
È questo un progetto che Veolia aveva già avanzato nel
2008 al sindaco Martelli, intenzionato ad indire una pubblica assemblea per mettere i cittadini a conoscenza della proposta e valutare il da farsi: e, dopo lo scioglimento del Consiglio per le note vicende giudiziarie del primo cittadino,
ripresentata alla Commissione straordinaria, che nel merito
non si è mai pronunciata con atti ufficiali.
Veolia è tornata ora a rifarsi viva con i nuovi amministratori, convinta di trovare interlocutori in grado di valutare
nel suo complesso il consistente pacchetto dell’offerta, che
consentirebbe al Comune, a fronte dei danni ambientali
patiti, di ricevere consistenti benefici in termini di royaltes
e servizi accessori.
Vestendo, infatti, i panni di Babbo Natale, la Veolia, seconda multinazionale al mondo per la gestione dei rifiuti, è
pronta – secondo lo schema di convenzione presentato – a
colmare di “doni” la cittadinanza rosarnese.
Essi consisterebbero innanzi tutto nel versamento nelle
casse comunali di 225.000 euro ogni anno, ossia 1,5 euro a
tonnellata dei rifiuti depositati (calcolati in circa 151.000
tonnellate annue); la realizzazione di un impianto solare
fotovoltaico per la produzione di energia elettrica (costo 5
milioni di euro) su una superficie di 2,5 ettari sempre dello
Zimbario; la creazione di 8 serre su una superficie di 4 ettari; nonché un insieme di strade e stradine all’interno del
perimetro, con recinzione finale di tutti i 44 ettari dello
Zimbario.
Per indorare ancor di più la pillola, la Veolia, per la gioia di
bambini e sportivi, in questo luogo intende costruire, su
uno spazio di ben 9 ettari, un complesso polivalente per
attività di tempo libero, compresa una pista ciclabile.
Senza considerare che l’area non sarebbe la più indicata
ad ospitare un simile impianto se si tiene conto del via vai
dei camion impegnati quotidianamente a scaricare tonnellate di scorie e di rifiuti, che a loro volta liberano gas dall’odore non certamente gradevole.
Nella relazione della Veolia è anche contemplato che in
sede di progetto esecutivo potrebbe essere creata un’isola
ecologica, ovvero «realizzare un edificio dove alloggiare
una piattaforma per il trattamento e la valorizzazione dei
materiali provenienti dalla raccolta differenziata».
È prevista anche la possibilità di generare energia elettrica «attraverso un motogeneratore ad olio vegetale combinato a una turbina a fluido organico». Un insieme di regalie
che la Veolia ha quantificato in 11 milioni di euro.
La Veolia non si limita ad elargire “doni”.
Consapevole dei devastanti danni che la discarica potrebbe causare all’ambiente, si premura di mettere in chiaro
gli interventi che andrebbe ad effettuare per tenerla sotto
controllo nei 10 anni di esistenza.
Ed infatti dichiara nella relazione che – oltre alla bonifica
totale dell’area dove per 40 anni si è scaricato di tutto,
comprese le immondizie dei Comuni di Rosarno e San
Ferdinando – per impedire l’inquinamento del terreno e delle
falde acquifere si procederà a rivestire la superficie interessata dall’ammasso dei rifiuti, in modo da contenere la produzione di percolato, il liquido fortemente inquinante prodotto dalla loro decomposizione, «limitando l’estensione
delle superfici di rifiuti esposte» e procedendo all’estrazione di biogas per la produzione di energia elettrica da utilizzare per il riscaldamento delle 8 serre là impiantate.
E tutto questo si svolge nel silenzio delle istituzioni.
Dopo aver realizzato ben tre impianti ad alto rischio ambientale (inceneritore, megadepuratore e centrale elettrica)
in un’area molto ristretta, si continua a perseverare nell’idea che la Piana di Rosarno-Gioia Tauro debba essere
trasformata in un’immensa pattumiera.
Da parte del sindaco Elisabetta Tripodi la popolazione
aspetta una chiara e definitiva pronuncia ufficiale sul destino che incombe su questa città.
E la pillola va giù...
Riassumendo il progetto prevede un ricco pacco di
“omaggi”: 225.000 euro ogni anno, ossia 1,5 euro a tonnellata dei rifiuti depositati (calcolati in circa 151.000 tonnellate annue); un impianto solare fotovoltaico per la produzione di energia elettrica (costo 5 milioni di euro) su una superficie di 2,5 ettari sempre dello Zimbario; la creazione di 8
serre su una superficie di 4 ettari.
Per indorare ancor di più la pillola, la Veolia, in questo
luogo intende costruire, su uno spazio di ben 9 ettari, un
complesso polivalente per attività di tempo libero, compresa una pista ciclabile.
Nel caso di accordo, però, non si potrà certamente brindare... alla salute.
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Rosarno - I migrantes ospitati nel campo
di accoglienza di “Testa dell’acqua”
invocano il Presidente Scopelliti per non
essere cacciati
La gestione dei continers della Prociv scade al 20 aprile per cui dal I° maggio ...
tutti a casa!
Domenico Mammola - Calabria Ora
I migranti di Rosarno scrivono al presidente Giuseppe Scopelliti per chiedere di poter rimanere ancora nel campo
provvisorio allestito nella cittadina della Piana di Gioia Tauro.
Oltre 50 africani hanno preso carta e penna e, con molta dignità e parole cariche di reverenza istituzionale ma incisive,
hanno chiesto al governatore calabrese che ne sarà di loro una volta smantellato il campo provvisorio allestito due mesi
or sono dalla Prociv e dalla regione in contrada Testa dell’acqua di Rosarno.
«Le siamo molto grati per il suo interesse per noi - si legge nella missiva scritta a penna, in corsivo ed in italiano
fluente e corretto - e la ringraziamo per averci fatto uscire dalle campagne, dalle case abbandonate, ci avete preso
dalle strade, per farci abitare nel campo di accoglienza».
Gli africani, pertanto, hanno ritenuto di ringraziare anche chi materialmente ha reso più confortevole possibile il loro
soggiorno, ossia l’amministrazione comunale, guidata da Elisabetta Tripodi, e l’associazione “Il mio amico Jonathan”
presieduta da Michelangelo Rosarno, che ha gestito in maniera assolutamente encomiabile i flussi di entrata e tutto ciò
che ha ruotato intorno al campo.
«I nostri saluti vanno all’insieme della popolazione dell’Italia in generale, ma in particolare alla regione Calabria.
Il nostro soggiorno nel campo sta andando molto bene, facciamo una buona vita qui.
Ma ci dispiace per le ultime notizie».
E qui sta il dramma, la Tripodi, infatti, in occasione dell’ultimo pranzo con l’amministrazione al campo ha comunicato
loro che il 20 aprile - ai sensi del protocollo con regione e Prociv - la struttura sarà chiusa.
«Ma dove possiamo partire - chiedono i migranti a Scopelliti - noi non abbiamo alcun posto dove andare.
Staremo nelle campagne, sulla strada?
Signor presidente ci gettiamo ai vostri piedi e chiediamo la vostra grazia».
Non ci sarebbe altro da aggiungere a parole così eloquenti e cariche di disperazione, ora si attende che il governatore
degni questa gente di una risposta immediata, diversamente mercoledì prossimo sarà un altro giorno da ricordare
tristemente.
Lampedusa scoppia! quintuplicata la popolazione
residente dai continui sbarchi di clandestini L’Europa si scrolla dalle spalle il problema!
Mariasole Dalmonte
Sembra impossibile eppure è la realtà! Facciamo
parte dell’Europa, ma quando questa deve intervenire per affrontare un problema comune a tutti gli
stati membri, la “Grande Ue” volta le spalle all’Italia
invitandola a sbrigarsela da sola.
Migliaia di migrantes clandestini sbarcano giornalmente a Lampedusa ed i nostri campi di accoglienza
scoppiano. Alcuni sono effettivamente profughi politici, ma la maggior parte si intrufola e profitta per
guadagnare il vecchio continente nella speranza di
trovare lavoro e sistemazione.
Intanto la Francia ha chiuso i propri confini ed addirittura è giunta a rifiutare anche coloro che hanno
già una carta di identità italiana (quindi impedisce la
libera circolazione a cittadini regolarmente residenti
in Ue).
Intanto Bruxelles è prontissima a dare torto all’Italia e supportare Francia, Germani, Spagna.
Non se ne capisce la ragione! è come se fossimo
tollerati in Europa.
Ad esempio all’Italia sono state date bacchettate
per la Legge sui rispingimenti, ma nessuno ha protestato con la Francia che, contravvenendo a quanto
stabilito stabilito nella famosa riunione in cui si era
deciso di cncedere 4 ore alla Libia prima di attaccare militarmente, ha mandato i propri aerei a bombardare dopo appena 45 minuti!
La Nato, e l’Europa sono stati così trascinati in
una ormai guerra aperta anche se non dichiarata in
cui noi siamo divenuti il simbolo del male per
Gheddafi che minaccia di portare la guerra in Italia.
Ma perchè non in Francia? perchè non in Inghilterra? perchè non in Germania? eppure sono stati
loro ad iniziare le attività contro la Libia.
Ovvio che non diciamo di voler uscire dall’Europa Unita, ma non diciamo nemmeno che pur si rimanerci siamo disposti a buttare in mare la nostra dignità.
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Anno VII° nr. 5 Maggio 2011
Trematerra torna a Rosarno per
presentare e promuovere
il candidato UDC alla Provincia
Gli agricoltori hanno così potuto udire altre promesse che tutti sappiamo saranno
dimenticate dopo le votazioni di maggio!
Mariasole Dalmonte
Ancora una volta, a distanza do pochi mesi, l’Assessore trone.
Regionale all’Agricoltura è tornato a Rosarno.
L’olio di oliva, che nella Piana è generalmente un ottimo
Ancora una volta si è esibito in iniezioni di fiducia per gli lampante(gli impianti per le colture di extravergine sono
agricoltori come ha fatto la scorsa volta, ma che poi non recenti), è giacente nei depositi dal momento che, stante la
hanno avuto nessun seguito concreto per l’economia agri- tipologia delle piante gigantesche, si deve raccogliere dopo
cola della zona.
che si è verificata una caduta naturale o, se aiutata da
In effetti questa volta la sua visita nella Città della Piana scuotitori, comporta spese enormi per reti di raccolta e perha avuto una ragione molsonale impiegato per la geto più specifica dal momenstione dei teli.
Leggete a fianco il “pezzo” scritto e
to che è venuto a sponsoUn assurdo se si pensa
pubblicato sulla sua rivista pro tempore
rizzare e promuovere il canche viene pagato al massi“La Città del Sole” dal nostro Direttore,
didato UDC alla Provincia
mo 145 euro al quintale
Fromor, in occasione di una occasione
di Reggio Calabria, l’avv.
base 5 gradi di acidità.
Idà che, a nostro avviso,
Ma poichè il “base 5” è
elettorale degli anni ‘90 in cui, more
non ne aveva assolutamenutopico
divengono utopici
solito, i candidati hanno cercato di
te bisogno essendo persoanche i 145 euro al quintaattirare il consenso della larghissima
na stimata nella zona.
le! (per ogni grado in più
fascia di elettori rappresentata dagli
Naturalmente le promesviene abbattuto un 1,5 Kg
agricoltori e, sin da allora, in profonda
se si sono sprecate, sono
per cui ogni quintale diviestati paventati orizzonti
ne 98,5 kg che sono pagati
crisi economica.
quasi raggiunti di programdal commerciante!).
Anche all’epoca grandi promesse dagli
mi
pro
agricoltura
Intanto gli alberi della
aspiranti al soglio del potere politico, e
pianigiana, sono stati fatti
Piana di Rosarno/Gioia
sin da allora tutto vanificatosi nelle
intravedere cieli tersi e limTauro sono alberi protetti
nebbie post elettorali!
pidi come se tutti si dovesdalla legge per cui non si
se sperare in brevissimo terpossono estirpare,ma solo
mine di veder risolti problemi gravissimi che hanno affama- fare una potatura drastica di ringiovanimento che comporto l’inter zona.
ta però una perdita della produzione del 80/85 % per molti
E la cosa più grave che nessuno di questi “Big” della anni.
politica regionale fa uno sforzo per rendersi conto che le
Intanto l’intero comparto dell’agricoltura sta per morire
spese sono abbondantemente superiori agli introiti e che nell’indifferenza generale e fra gli assiomi classici (produrre
“fare impresa” presuppone innanzi tutto un programma qualità e non quantità).
economico!
Mi permetto di consigliare agli agricoltori di questa PiaSoli 6 centesimi per gli agrumi destinati alla trasformazio- na di trasferirsi a casa dell’Assessore per qualche anno fin
ne non ripagano che malapena la raccolta e nemmeno il quando le nuove produzioni non saranno remunerative.
trasporto fino ai centri di raccolta.
Ma lo saranno mai? oppure nel frattempo i gusti saranno
Si insiste, e noi osiamo dire assumendocene la respon- cambiati?
sabilità, con assoluta mancanza di sincerità che è necessaSono state fatte una miriade di trasformazioni varietali
rio migliorare il prodotto per reggere l’impatto con i prdotti “consigliate” dall’Assessorato Agricoltura regionale, ma
esteri, ma si finge di ignorare che migliorare il prodotto ... ahinoi, dopo pochissimi anni sono tutte risultate “non
significa aumentare sensibilmente le spese di coltivazione gradite” dai mercati dei consumatori!
ed il prodotto spunta sempre prezzi infimi come le naveline
Unica eccezione è stato il Kiwi, ma sta perdedo forza
che quest’anno hanno avuto ricavi lordi di 12/18 centesi- anche questo prodotto sia per speculazioni che gravano su
mi e le clementine di Corigliano (ma le pianiggiane non sono esso da parte di indisturbati compratori che fanno il bello
assolutamente inferiori!) sono rimaste invendute sugli al- ed il cattivo tempo in quanto ai prezzi ed ai tempi di pagaberi e tutto nell’indifferenza degli Organi superiori tanto e mento e sia perchè una sconsiderata politica sta facendo
sempre impegnati a lucidare la pelle delle loro preziose pol- andare in sovrapproduzione la zona.
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Tempo di elezioni,massimo interessamento
Sogno o son desto ?
In questi momenti di elezioni tutti sembrano ascoltarti ed
interessarsi al tuo problemaVaneggiamenti di un cittadino-agricoltore
fromor
Faccio l’agricoltore da quando sono nato.
Per questo muoio di fame, tuttavia quando ne parlo tutti si stufano di sentire le mie
lagnanze.
Nei loro sguardi si legge a chiare note “ma che vuole questo? chi se ne frega se
muore di fame? ci ha stufati con questi discorsi ripetuti da anni ”.
Una mattina, invece, esco in piazza e sento gente che parla animatamente e dice
che bisogna aiutare questi poveri agricoltori.
Cambio strada e trovo altre persone che parlano delle stesse cose e dicono anche
loro che qualcosa si deve fare per gli agricoltori.
Mi sono seccato di sentirli , sono confuso, temo che stia per essere vittima di un
ictus … me ne torno a casa.
Accendo il televisore ed il primo canale parla di aiutare gli agricoltori; cambio
canale vado al due e c’è un altro che serioso fà lo stesso discorso.
Ma che diavolo succede? mi metto a fare zapping ... il terzo, canale cinque, rete
quattro, rete uno ... tutti fanno lo stesso discorso: “si deve fare qualcosa per aiutare gli agricoltori”!
Ma cosa succede? trasmettono tutte a reti unificate? come mai ovunque si parla di
aiutare gli agricoltori se per anni li hanno ignorati e preso in giro?
Incomincio a dare ... i numeri ... dico parole senza senso ...
Mia moglie ed i miei figli temono sia uscito pazzo e mi guardano con aria sospettosa.
Tra loro si dicono che sicuramente la disperazione mi ha sconvolto il cervello e
sono andato fuori di senno!
A questo punto spengo tutto ed vado a votare
... ci sono le elezioni.
Questo pezzo è stato da noi pubblicato su “La Città del Sole” verso la metà degli anni ‘90 del secolo scorso,
tuttavia è sempre di viva attualità! (tutto cambi perchè nulla cambi!)
Voci dal Sud
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Anno VII° nr. 5 Maggio 2011
Il crollo del ponte sul Vacale causato
dall’alluvione di 28 mesi addietro, provoca grave
crisi economica
Alla periferia di Melicucco, sulla Strada Provin- chilometri ed a giri viziosi.
ciale che unisce questa importante cittadina della
Dietro le pressione incalzante dei cittadini esasperati fu
Piana con i centri di Rizziconi, Gioia Tauro, Bosco deliberata la realizzazione di un ponte militare, una passedi Rosarno , Porto di Gioia e tutta una vastissima rella, che consentisse ai mezzi di locomozione, ai trattori ed
zona agricola e commerciale esisteva da tempo alle persone di riprendere l’attività lavorativa e sociale, ma
immemorabile un ponte sul fiume Vacale.
… dopo l’inizio dei lavori di demolizione dei miseri resti del
Purtroppo l’alluvione che devastò la zona a di- ponte crollato … tutto si è inspiegabilmente fermato!
cembre 2008 lo ha distrutto ed ha procurato anche
Non se ne conoscono le ragioni, ma certamente lo stallo
la morte di un cittadino melicucchese che tentava di ben 28 mesi sta creando continui disaggi e sta per far
di dare soccorso ad un anziano automobilista in crollare attività sia commerciali che sociali esistenti e condifficoltà che stasolidatesi nel tempo.
va per essere traSi teme il fallimento di
Dopo un articolo pubblicato su “La
scinato via assieuna miriade di attività
Gazzetta del Sud” a firma del collega
me molgie ed alla
strozzate dall’impossibilità
Gioacchino Saccà, alcuni personaggi della
sua automobile in
di avere contatti facili con
Provincia di Reggio Calabria hanno
quella terribile
le popolazioni del vastistelefonato a qualche responsabile del
notte.
Comitato Spontaneo di Agitazione di
simo territorio.
ImmediatamenMelicucco promettendo che il giorno dopo
I malumore cresce e
sarebbero giunte le attrezzature ed i mezzi
te scattarono i
monta fra le varie categoper realizzare, sia pure in maniera
transennamenti, le riunioni
rie produttive e della labomomentanea (niente in Italia è più duraturo
pubbliche da parte di Auriosa popolazione che
del momentaneo!) la passerella per persone,
torità e di cittadini, i meevede nero nel futuro di
trattori ed automezzi.
ting, le tavole rotonde quaquesta pur valida zona.
Il giorno dopo è venuto, è anche passato,
drate o rettangolari, le pasSerpeggiano malumori
ma i mezzi di lavoro non si sono visti!
serelle di politici e
che oscillano fra il restituPare manchi “solo” una firma, ma le firme
politicanti.
ire i certificati elettorali alle
mancanti hanno sempre bloccato per interi
Così come immediataprossime elezioni fino alle
lustri opere di miliardi spesso già in
mente vi fu un secondo
manifestazioni di piazza e,
avanzata fase di realizzazione generando
alluvione, ma dagli effetti
si sa bene che, quando la
spettrali “opere incompiute”
molto più devastanti dal
piazza si muove può sucSono state parole-calmanti? speriamo di no
momento che invece che di
perchè la furia dei cittadini sarebbe ancora
cedere di tutto e di peggio.
maggiore anche per la presa per i fondelli!
acqua e detriti si trattò di
Infatti è stata prevista
parole!
una manifestazione di piazParole grosse come macigni che promettevano immedia- za che sarà realizzata nei prossimi giorni e che vedrà una
to intervento per il ripristino dell’importante attraversamento folla imbufalita per le strade del popoloso centro
il cui crollo aveva fatto crollare i rapporti commerciali e pianiggiano.
sociali esistenti da sempre fra Melicucco e quelle cittadine
Perché non evitarlo? Perché attendere temuti eventi
che abbiamo sopra menzionato.
cruenti ? forse per far si che altri politici, dopo, salgano su
Inoltre è stato tagliato il cordone ombelicale fra gli agri- un palchetto e recitino il loro trito rosario di frasi fatte e di
coltori ed i lavoratori di quei centri che hanno dovuto inter- promesse che già si sa non saranno mantenute?
rompere ogni rapporto esistente.
… ormai tutti sappiamo che le vie dell’Inferno sono laInfatti se prima percorrendo un numero relativamente stricate da buone intenzioni mai realizzate, non aggiungialimitato di chilometri vi era il lavoro, il commercio, le attività mone altre!
professionali, la vita sociale, dopo per continuare questi
rapporti ci si è dovuto assoggettare a decine e decine di
i
c
u
c
c
o
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Perchè Palmi non patisce molto
l’ emergenza rifiuti
Una buona programmazione a monte ed un rispetto delle regole hanno reso la
Città di Palmi una invidiabile “isola”
Giuseppe Mazzù - Gazzetta del Sud
PALMI - C'è un "modello Palmi" che consente all' Amministrazione comunale della città
della Costa Viola di mantenere uno standard
nel settore della raccolta dei rifiuti e quindi nella
pulizia della città.
Un'anomalia positiva se si considera la situazione di emergenza che la Piana ormai attraversa da anni.
Dietro le quinte di questa oasi una complessa strategia che in questi anni ha consentito di
elevare sempre più l'efficienza del sistema avviato.
Il sindaco, Ennio Gaudio, proprio all'inizio
del mese di aprile ci aveva dichiarato che l'Amministrazione stava per dare il via alla fase più
avanzata della raccolta differenziata che già
negli ultimi tre anni aveva raggiunto risultati notevoli, toccando livelli di tutto rispetto: oltre il
30% grazie alla risposta fornita anche dai cittadini.
Qualche giorno dopo, infatti, l'assessore all'ambiente, Giuseppe Isola, nel corso di una
conferenza stampa illustrava le modalità della
nuova fase che prevede l'ampliamento della differenziata anche al settore dell'umido (oltre
carta, vetro e plastica) con la raccolta porta a
porta, in modo da rendere sempre minore la
quantità di conferimento di rifiuti indifferenziati
alle discariche.
Ma gli obiettivi raggiunti dall'amministrazione comunale di Palmi nel settore dei rifiuti non
sono frutto soltanto di un'operazione
progettuale e quindi soltanto economica.
Si tratta anche di una vera e propria strategia voluta fortemente del sindaco Ennio Gaudio fin dal suo insediamento.
Con gradualità ha avviato una vera e propria
tolleranza zero rispetto ai comportamenti dei
cittadini.
Inoltre ha preteso impegno ed efficienza dall'impresa Ra.Di. che aveva in affidamento il
servizio e anche da Piana Ambiente.
C'è da sottolineare che in questo impegno tutti
i soggetti coinvolti hanno fatto la loro parte, intervenendo dove i comportamenti anomali da
parte dei cittadini provocavano disfunzioni.
Una puntuale raccolta dei rifiuti ingombranti
e degli imballaggi, ha lasciato ben poco spazio
a comportamenti anomali, grazie ad un impegno dei Vigili Urbani che, sotto la guida del
comandante Francesco Managò, hanno proceduto con l'individuazione dei responsabili, sia
nei casi di infrazioni in città, che in quelli di
abbandono dei rifiuti ai margini delle strade o
discariche abusive.
La seconda fase è stata quella dell'avvio della
raccolta differenziata per carta, vetro e plastica, utilizzando il finanziamento da parte della
Regione e, una volta verificata la risposta dei
cittadini, mantenendone il servizio.
Ciò ha consentito di raggiungere risultati rilevanti quando la crisi nell'intera Piana è diventata più grave.
Palmi è stata considerata tra le dieci cittadine più attente su questo settore.
L'ufficio ambiente, con il dott. Domenico
Bagalà, in via sperimentale ha redatto un bilancio sociale per settore grazie agli incentivi
regionali.
Conseguentemente è diminuita di quasi un
terzo la quantità di rifiuti da conferire a discariche e termovalorizzatore con evidenti economie.
Sulla base dei risultati ottenuti l'amministrazione ha appaltato il nuovo affidamento che
prevede l'estensione della raccolta differenziata anche all'umido con un nuovo sistema di raccolta.
Insomma non c'è stata la bacchetta magica,
ma ha funzionato in tre anni l'alleanza tra amministrazione, cittadini e l'impresa che svolge il
servizio per una città più pulita.
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Roma invasa da oltre un milione e 500
mila pellegrini da tutto il Mondo per la
cerimonia della beatificazione di Papa
Giovanni Paolo II°
Per la seconda volta Papa Woityla richiama nbella Città Eterna una folla enorme:
per la sua morte e per la sua beatificazione
Michele Guardo
Ci sono eventi he polarizzano l’attenzione del Mondo ed
attirano folle in determinati luoghi, ma a nostro ricordo mai
questo è avvenuto per il richiamo della stessa persona e,
sopratutto, mai per un personaggio che non sia un cantante di grido.
Questa volta invece è avvenuto per per un personaggio
assolutamente fuori dalla
mondanità ed aggiungiamo è
avvenuto più volte.
Chi era il “personaggio” è
presto detto: era il Papa Giovanni Paolo II° al secolo Carol
Woityla.
Un Papa assolutamente sui
generis che ha sovvertito tutti
i canoni dello stereotipo di un
Papa.
Nasce nei sobborghi di
Cracovia (Polonia) e questo già
è fuori dalla normalità dal momento che bisogna rislire nel
tempo per moltissimi secoli prima di trovare un altro Papa straniero.
Figlio di un ufficiale dell’esercito polacco si avvia presto
sulla via del lavoro per cui entra a far parte delle maestranza
dei Cantieri di Cracovia.
Come tutti i giovani ha le sue esperienze umane (ha avuto una simpatia per una ragazza) e si impegna nel campo
artistico della recitazione.
Un giovane aitante e sportivo che si impegna in tante
discipline (canoa, escosione in montagna, sci).
Poi percorre la via del sacerdozio ed hauna carriera sfolgorante e veloce fino a divenire Cardinale nella sua
Cracovia.
Improvvisamente a Roma in un Conclave viene fuori il
suo nome e diviene Papa!
Ma si vede subito che si tratta di una figura atipica.
Continua anche da Papa a frequentare le piste innevate,
continua le sue escusioni in alta montagna, è sempre aitante
e pronto ad affrontare la vita in maniera comune.
E’ amico dei giovani per cui spesso ha richiamato folle
oceaniche di giovani da tutto il mondo nei famosi incontri
della gioventù.
E’ amato, anzi diremmo idolatrato dagiovani, adulti e bambini ed esercita la sua forza carismatica anche sui potenti
della Terra ce lui tratta alla pari senza complessi.
Fu un politico di altissimo valore e durante il suo pontificato avvennero cambiamenti epocali per le sorti della Politica mondile e dell’assetto dei vari Stati.
Fu protagonista di episodi insoliti ed uno addirittura ine-
dito: un attentato alla sua vita in Piazza San Pietro ad opera
di un turco di cui si seppe sempre molto poco e che poi Lui
volle visitare in carcere.
Era il 1981, al solito il Papa stava facendo il giro fra la folla
di Piazza San Pietro stringendo mani, impartendo la benedizione ai presenti e baciando alcuni bambini che gli venivano offerti per una carezza dai genitori.
Fu proprio mentre “restituiva” una bellissima bambina
bionda al padre che gliela aveva porta per essere onorata
della carezza del Papa che, abbassandosi sulla jeep su cui
soleva fare il giro della piazza che si udirono echeggiare dei
colpi di pistola.
Il Papa cadde riverso all’indietro fra lo sgomento generale di presenti e di quanti seguigavno l’evento in TV; il suo
abito bianco si tinse immediatamente del rosso del suo sangue all’altezza dell’addome.
Fu una folle corsa verso l’Ospedale Gemelli ove immediatamente fu sottoposto ad intervento chirugico dall’
equipe del professore Francesco Crucitti, un noto chirugo
di Reggio Calabria.
L’operazione riuscì perfettamente per cui il chirudo ed il
Ponteice divennero presto amici.
Papa Woityla fu operato altre due volte dal professore
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Crucitti su specifica richiesta di Papa Woityla.
Fun un papa-viaggiatore indefesso e girò quasi tutto il
Mondo vistando Paesi molto lontani dal suo Credo Religioso creano spesso situazioni di grande preoccupazione
nei suoi servizi di sicurezza.
Ovunque si recasse era la solita scena di una folla
oceanica che lo festeggiava anche quando i soggetti professavano religioni diverse.
Promosse incontri, come ad Assisi, ove marciarono gomito a gomito Cristinai, musulmani e capi di molte altre religioni che mai si sarebbe immaginato
si sarebbero incontrati.
Non sappiamo dare una chiave di
lettura l suo successo personale, ma
pensiamo che fosse il suo innato
carisma a farlo sentire amico.
Woityla non guarda la folla che lo
circondava, ma guardava negli occhi ciascun essere di quella folla facendolo sentire un privilegiato.
Ebbe un pontificato molto lungo
fra i pù longevi della storia del papato e fu colpito da mali che lui considerava una sofferenza ce Dio gli mandava per purificarlo.
Negli ultimi anni fu afflitto dal morbo di Parkinson che
oltre che limitarlo nei movimenti gli tolse la sua arma migliore: la parola!
Fu il Papa che visitò quasi tutte le Parrocchie di Roma
eed i santuari italiani e stranieri.
Era un “ammiratore” di Padre Pio e San Francesco
di Paola.
Fu proprio Lui a santificare Padre Pio.
Dicevamo che era molto devoto a San Francesco
di Paola e volò alla soglia del Padre proprio la sera del
2 Aprile di sei anni addietro proprio il giorno i San
Francesco di Paola.
In quella occasione il mondo si riversò a Roma; lo
fecero i Potenti e la gente comune e tutti con eguale
revenza e piangenti per la inconmisurabile perdita che
il Mondo aveva patito.
Il giorno dei funerali celebrati in piazza San Pietro
sul Sagrato era un giorno di pioggia e vento quasi si
volesse “piangere” la perdita di un grandissimo Uomo
che aveva spesso dato prova di miracoli per cui tutti lo
consideravano già Santo.
Si sprecavano i cartelli che dicevano “Santo Subito”.
Poi un episodio ha fatto fremere tutti gli astanti ed il
miliardo e passa di telespettatori: sulla bara era deposto un
Vangelo che il vento “sfogliava” fino a chiudere con l’ultimo tocco anche la copertina, quasi volesse intendere chiusa la vita terrena di un Grande della Chiesa e dell’Umanità!
Ed oggi, dopo “appena” sei anni Papa Woityla fu
beatificato!
Ancora oggi una folla enorme ha invaso le strade di
Roma, ed in file interminabili e tempi estenuanti, ha voluto
entrare in San Pietro per vedere, sia pure a distanza, la bara
del grande Papa-Uomo
La bara Esposta in San Pietro
Oggi è una giovane donna; questa è la
bambina bionda e riccioluta che il
Papa stava per riconsegnare nelle
braccia del padre proprio nell’attimo
che gli spari echeggiarono e ferirono il
Pontefice.
Molto probabilmente il gesto di
abbassarsi gli salvò la vita
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In Libia è guerra civile, inutile “barare”
e cercare altri temini meno cruenti!
I termini usati, spesso, contribuscono a rendere più truci o meno cattivi gli eventi.
Ma alla resa dei conti, analizzando fatti ed eventi, non si può che giungere ad una sola conclusione.
Questo sta avvenendo in Libia dove una nutrita frangia di popolazioneè insorta contro il potere costituito del colonnello Gheddafi.
E questi ha reagito non proprio con i guanti gialli, ma ha iniziato a bombardare con missili e carri armati le città che sono
insorte sparando sulla popolazione civile inerme.
Proprio la necessità di difendere la incolumità della popolazione civile ha spinto prima l’Onu ad emettere la risoluzione
1973 e poi la Nato a dover intervenire con mezzi aerei a difesa della gente comune.
In un primo momento l’Italia avrebbe solamente dovuto offrire un supporto logistico per gli aerei ed operare i rifornamenti
in volo, ma poi ha dovuto inviar anhe i propri aerei ed utilizzare i “missili intelligenti”.
Intanto, dicevamo che si può definire con le parole con i termini che maggiormente ci aggradano, ma la reatà è che in
Libia vi è una vera a propria guerra civile e noi siamo stati tirati dentro a questa guerra non dichiarata.
Questa serie di guerre e rivolte che il mondo africano sta vivendo ha determinato un esodo biblico di profughi che
fuggono dalla guerra e fra questi, ovviamente, ci sono anche persone che non sono profughi, ma che vogliono raggiungere l’Europa per altre finalità.
Intanto il colonnello Gheddafi sta barando continuamente (ha dichiarato un paio di volte di aver ordinato il cessate il
fuoco).
Adesso il rahis minaccia l’Italia che, secondo lui, lo ha tradito e mentre la Francia e l’Inghilterra hanno iniziato le
incursioni, l’Italia viene accusa e messa sotto tiro!
Il regime di Gheddafi usa lo stupro come
arma di guerra
Claudio Accogli - Gazzetta del Sud
BENGASI - Stupri e bombe a grappolo, artiglieria sulla
popolazione civile, blitz e sequestri nell’immenso deserto libico: le forze di Muammar Gheddafi, variegate e costituite in
gran parte oramai da mercenari, si stanno macchiando, accusa la comunità internazionale, di estese violazioni dei diritti
umani, calpestando ogni “legal agreement” per limitare tali
violazioni e abusi nelle zone di guerra. Tanto che anche gli
Stati Uniti sarebbero impegnati a cercare un Paese che possa
ospitare il rais, che a questo punto impedisce ogni tipo di
negoziato e mediazione con gli insorti del Comitato transitorio.
Il britannico Sunday Times accusa le forze del rais di un
“uso sistematico” degli stupri, addirittura di essere riforniti di viagra per portare a compimento tale “strategia
bellica”.
Ma a Bengasi, fonti ospedaliere smentiscono: «Non registriamo casi simili da un po’ di tempo, non abbiamo ricevuto
nessuna denuncia», dicono. Nella “capitale” dei ribelli sono
arrivati anche i feriti di Misurata, continuano le fonti, « avremmo saputo di cose del genere».
Alcuni insorti in ogni caso sostengono (e quindi confermano) che nelle scorse settimane a Ajdabiya, e forse anche a
Brega, ci sono stati stupri, già diventati caso internazionale a
Tripoli in occasione del blitz di una donna nell’albergo dove
erano ospitati i giornalisti stranieri: «Mi hanno stuprato in
15, solo perchè ero di Bengasi», denunciò, prima di essere di
fatto aggredita dalla forze di sicurezza.
Sul piano più propriamente militare, continua l’assedio di
Misurata, dove ieri si sono registrati altri sei morti e numerosi
feriti a causa del bombardamento di artiglieria che ha colpito
la città, e continua dal porto di Bengasi l’afflusso di aiuti, armi
e soldati per salvare la città martire.
A sud invece, resta incerta la situazione al fronte, oramai
consolidato a circa 40 km da Ajdabiya in direzione ovest,
verso Marsa el Brega. Ieri i ribelli hanno subito prima un
bombardamento a colpi di missili Grad poi un vero e proprio
raid, con oltre un centinaio di soldati del rais che a bordo dei
pick-up si sono fatti strada verso il centro.
La reazione dei ribelli è stata immediata, in città per diverse
ore si sono registrati veri e propri scontri seppure a distanza.
Nel pomeriggio i ribelli hanno infine riconquistato l’aerea e
messo in sicurezza la città.
Nelle strade però, deserte da settimane, la tensione era
altissima, e i giornalisti arrivati da Bengasi sono stati sottoposti a numerosi controlli, perlopiù da ragazzi terrorizzati dall’idea di trovarsi di fronte degli infiltrati. Alla fine, i ribelli si
sono riposizionati all’ingresso ovest della città.
Da Bengasi, almeno 300-400 soldati inquadrati nelle milizie
dei ribelli sono partiti alla volta della città: si teme nella notte
un nuovo blitz, anche se gli insorti sottolineano che da giorni
l’intensità del fuoco è diminuita. Nel cielo volteggiavano anche ieri i jet della Nato, evidentemente a caccia delle postazioni
di Gheddafi tra le dune. Ma il vento che spazza il deserto
rende certamente le cose più complesse anche per i piloti
dell’Alleanza.
Ma a Washington pensano sia arrivato il momento di chiudere la partita, e fonti dell’amministrazione Obama cercano un
paese che possa ospitare Gheddafi per il suo esilio. Il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, che ha tentato una mediazione tramite l’Unione africana, ha chiamato il rais. Mistero
fitto sul contenuto della telefonata: a Bengasi ci si scherza su,
e molti sperano che Zumka abbia offerto al rais ospitalità a
Johannesburg.
Il primo ministro britannico David Cameron ha escluso di
impegnare truppe di terra in Libia: «Non è per quello che
siamo li», ha detto Cameron a SkyNews osservando che è
importante rispettare il mandato della risoluzione Onu e evitare azioni che potrebbero creare opposizioni nel mondo arabo.
Cameron ha ribadito i confini della missione: far applicare
la no fly zone e distruggere dal cielo carri armati e artiglieria
che il regime di Muammar Gheddafi impiega per uccidere civili.
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Uno sport nazionale il loro?
Economia: Sarkozy vuole Roma
fuori dall'euro (MF)
“I Cugini” d’Oltralpi non si smentiscono mai nelle azioni contro l’Italia, così come
i tedeschi sempre pronti ad allearsi per remare contro alla nostra Nazione
[email protected]
MILANO (MF-DJ) -Parigi, con la complicita' di Berlino, vuole arrivare allo show down finale: l'Italia
fuori dalla serie A dell'euro.
Quello che sulla carta potrebbe sembrare solo un elemento da spy story finanziaria si comincia a
materializzare sulla scrivania di Giulio Tremonti come una concreta possibilita'.
Le ultime uscite aggressive delle aziende francesi, a caccia dei tesori nascosti nella pancia di Edison
(Amburgo: EDX.HM - notizie) , Parmalat (MDD: PLT.MDD - notizie) , FonSai, Pioneer (Berlino: PIO.BE
- notizie) e persino Generali (Madrid: BASI.MC - notizie) , nascondono, si legge in un articolo di Milano
Finanza, un progetto che va anche al di là del già deprecabile evidente intento di far fuori Roma dalle rotte
petrolifere della Libia in fiamme: spolpare il cuore dell'economia italiana, conquistarne magari una bella
fetta del risparmio e costringere il Belpaese affannato a fare i conti con la possibilita' di cadere nella serie
B del futuro euro, tutto a trazione franco-tedesca.
Il tutto condito da un dato ancora oggi molto poco noto: una bella fetta del debito pubblico italiano,
1.700 miliardi, e' in pancia alle banche transalpine, dopo essere stato custodito per decenni nei portafogli
dei Bot people e negli ultimi anni da istituti italiani e soprattutto stranieri.
Accordo italiano con la Francia sugli
immigrati, ma scoppia la guerra con i tedeschi!
Sembra proprio che le due Nazioni abbiamo assunto il ruolo dei “due compari”!
Pasquale Faiella - Gazzetta del Sud
MILANO - Apparentemente non è più «grande freddo» tra
Roma e Parigi sui migranti e Tunisia, ma la crisi si apre tra Italia e
Germania.
Mentre il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, firma a Milano la tregua con il suo omologo Claude Gueant, accordandosi su
una task force comune per i pattugliamenti aereo-navali davanti
alle coste tunisine, la Germania apre un nuovo fronte di conflitto
con Roma sulla questione dei migranti.
Da Budapest, arrivano poi, le critiche di Napolitano all'Ue: «C'è
bisogno di scelte più coese da molto tempo» da parte dell'Unione
Europea, alla luce dell'emergenza che l'Italia sta affrontando per
l'arrivo di migliaia di immigrati dal Nord-Africa.
Berlino, da parte sua, fa sapere che giudica la decisione dell'Italia di accordare permessi temporanei ai migranti tunisini «contraria allo spirito di Schengen» e solleverà la questione lunedì alla
riunione ministeriale Ue di Lussemburgo.
Lo stop della Germania è anche un duro colpo alla politica
italiana di coinvolgimento dell'Ue sulla gestione dei flussi dalla
Tunisia e un "warning" alla iniziativa di Roma di concedere i
permessi temporanei. «Noi vediamo in questa decisione presa
dall'Italia una violazione dello spirito di Schengen», ha spiegato il
portavoce del ministero dell'Interno, aggiungendo che ci sarà un
incontro tra il Ministro tedesco e Maroni lunedì prossimo a Lussemburgo. Inoltre, il portavoce ha voluto precisare che la Germania ha accolto negli ultimi anni molte più domande d'asilo di quelle
dell'Italia, almeno «sei volte tanto». Ha poi riferito che la Germania
rafforzerà i controlli agli aeroporti ed alle frontiere perché si aspetta «un numero significativamente alto di arrivi». «Noi sappiamo
che le autorità francesi hanno a loro volta rafforzato le loro misure
di sorveglianza delle frontiere», ha detto.
Sembra invece rientrata la crisi con Parigi, dopo i botta e risposta di giovedì.
Maroni e Gueant hanno siglato una tregua ieri al piano nobile
della prefettura di Milano in un incontro bilaterale durato circa
un'ora alla fine del quale è stato deciso che i due Paesi, nall'ambito
di un gruppo di lavoro comune, daranno vita ad una task-force
aereo-navale per il pattugliamento delle coste della Tunisia per
fermare i flussi di clandestini. Le posizioni di Italia e Francia, tuttavia, in attesa dei prossimi appuntamenti internazionali, a cominciare proprio dal consiglio europeo dei ministri dell'Interno in calendario lunedì prossimo, restano tuttavia immutate sulla interpretazione dell'accordo di Schengen e sul nodo dei permessi temporanei ai migranti. Il titolare del Viminale infatti pur ribadendo che
«sulla questione che ha determinato polemiche sulla libera circolazione si applicano le regole di Schengen e valgono gli accordi
bilaterali Italia-Francia secondo le regole che ci sono», ha poi
concesso che «le autorità francesi sono libere di verificare tutti i
presupposti e, in rapporto di leale collaborazione, tutte le questioni potranno essere risolte». La puntualizzazione di Gueant sul
nodo dei permessi non si è fatta attendere: «Italia e Francia – ha
spiegato il ministro dell'Interno francese – sono d'accordo nel
rispetto delle regole del trattato di Schengen che prevede la libera
circolazione di extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno. Quelli temporanei danno la possibilità della libera circolazione, ma sempre nel rispetto dell'articolo 5 che prevede il possesso di risorse finanziarie e di documenti validi. Spetta poi ad ogni
paese verificare questi criteri». Rispetto ad appena 24 ore fa, tuttavia, Italia e Francia hanno adesso un terreno comune su cui
lavorare e uno degli obiettivi condivisi da Maroni e Gueant resta
il ruolo che dovrà avere l'Unione Europea, Germania permettendo. Ma oltre allo stop tedesco, proprio dall'Ue giunge un invito
che assomiglia ad un monito: «Italia e Francia devono andare
oltre al litigio in atto tra i due Paesi in modo di poter arrivare ad una
soluzione europea per la gestione dell'emergenza immigrazione».
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La tragedia di Lampedusa (e dell’Italia che
deve assisterli) invasa da oltre 25000
profughi non è emergenza per la Ue!
«Sospendere gli accordi di Schengen ma solo di fronte a casi eccezionali»
Ugo Caltagirone
BRUXELLES - I Paesi della Ue più esposti
all’immigrazione irregolare «non devono essere lasciati soli».
Tutti gli Stati membri dovrebbero dare prova di solidarietà e condividere gli sforzi.
Detto ciò, in Italia non c’è «nessuna emergenza»: l’arrivo di 25.000 persone dalla Tunisia «è un fenomeno importante per la piccola
Lampedusa ma non rappresenta un flusso enorme».
Così la pensa la commissaria Ue agli affari
interni, Cecilia Malmstrom, che ha presentato
le proposte dell’esecutivo europeo per meglio
gestire in futuro flussi migratori «massicci ed
inattesi».
Tra le azioni previste anche la possibilità ma solo di fronte a «casi eccezionali» e come
«ultima risorsa» – di sospendere gli accordi di
Schengen sulla libera circolazione delle persone in Europa, reintroducendo temporaneamente
controlli alle frontiere interne. A patto che la
decisione venga presa a livello europeo e non
dai singoli Stati. Fanno parte dell’area
Schengen gli Stati membri della Ue (tranne
Romania e Bulgaria) più Svizzera, Norvegia e
Islanda.
Accolta, dunque, la richiesta avanzata da
Francia e Italia in una lettera congiunta inviata
a Bruxelles dal presidente francese, Nicolas
Sarkozy, e dal premier italiano, Silvio
Berlusconi, in occasione dell’ultimo vertice
italo-francese.
Lettera in cui si chiedeva di riformare
Schengen, per evitare in futuro tensioni tra gli
Stati della Ue.
Come quelle innescate al confine di
Ventimiglia - e non solo – dalla decisione italiana di rilasciare permessi di soggiorno provvisori agli immigrati irregolari provenienti dalla
Tunisia.
Qualcuno accusa l’esecutivo europeo di aver
ceduto soprattutto alle sirene di Parigi, con
Sarkozy che non ha esitato a definire il trattato
di Schengen «al capolinea».
E con la proposta di Bruxelles vista come il
possibile grimaldello che in futuro potrebbe far
saltare il sistema.
Ma Malmstrom respinge con forza le critiche: Schengen è uno dei risultati più importanti
raggiunti negli ultimi anni – ha sottolineato la
commissaria svedese – e «sono pronta a difendere quegli accordi con le unghie e con i
denti».
Detto ciò – ha spiegato – tutto può essere
migliorato e rafforzato.
Quanto a Sarkozy – ha tagliato corto – «i
problemi non si risolvono con soluzioni semplicistiche e populistiche».
Anche il vicepresidente della Commissione
Ue, Antonio Tajani, difende le proposte della
collega Malmstrom, «tese – ha spiegato – ad
europeizzare sempre di più la governance di
Schengen e quindi ad evitare contrasti tra i singoli Paesi».
Tra le ipotesi avanzate da Bruxelles per migliorare il controllo dei confini esterni del Vecchio Continente anche la possibilità di istituire
un corpo europeo di guardie di frontiera (lo
European system of borders guard) e il rafforzamento di Frontex (l’agenzia europea di vigilanza sulle frontiere esterne).
Tutte proposte che ora verranno sottoposte
al vertice straordinario dei ministri degli interni
della Ue che si svolgerà il 12 maggio a Bruxelles. Dopo di che la Commissione Ue conta di
varare delle misure dettagliate il 24 maggio, in
tempo per metterle sul tavolo dei capi di Stato
e di governo della Ue che si incontreranno il
24 giugno.
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Incendio nel server Aruba mette
in tilt mezza rete internet italiana
Oscurati migliaia di siti - Salvo per fortuna royal wedding
ANSA.it
AREZZO - Una parte della rete è stata oscurata.
Non dalla censura, non da un attacco di hacker.
Il ‘mostro’ che ha mandato in tilt migliaia di siti e
bloccato la posta elettronica, causando un blackout
record per la rete italiana, è il surriscaldamento
di un gruppo di continuità elettrica che ha generato un principio di incendio.
E’ accaduto nella
‘server far’ di Aruba primo provider di servizi
internet in Italia.
Tutto è cominciato la scorsa notte, intorno alle 4,30,
quando i vigili del fuoco sono intervenuti nella sede
aretina di Aruba, in via delle Biole.
E il risveglio per molte aziende e siti d’informazione locale è stato da incubo.
Impossibile aggiornare i siti, impossibile usare la
posta elettronica.
Tutto fermo, tutto bloccato e la notizia del guasto
è corsa sulla parte della rete non gestita da Aruba.
E’ stata la stessa azienda, comunicando attraverso Twitter, a informare i clienti di ciò che stava accadendo.
Un principio d’incendio ha coinvolto la zona delle
‘ups’ (le periferiche), “ma le sale dati non hanno subito danni. E’ stato attivato l’energit power off togliendo energia alla struttura.
I tecnici stanno lavorando per ripristinare la situazione”.
Il blackout ha però risparmiato i siti dei principali
mass media e così i ‘naviganti’ hanno potuto assistere al royal wedding di William e Kate sfruttando
quella parte di rete che non è ‘gestita’ da Aruba, con
contatti da primati.
Poi, lentamente, ma in modo costante e progressivo, i tecnici di Aruba hanno ripristinato la funziona-
lità del server e prima due delle tre sale dati hanno
ripreso a funzionare, poi - intorno alle 16 - tutto ha
ripreso a funzionare.
E l’ annuncio è stato dato dalla stessa Aruba, sempre attraverso Twitter.
Avevano lavorato
per tre ore i vigili del
fuoco di Arezzo per
spegnere le fiamme che
erano divampate nella
‘server farm’.
E per 12 ore hanno
lavorato i tecnici dell’azienda per ridare normalità a buona parte della rete. Quello di oggi per
Aruba non è il primo incidente di questo tipo.
Un fermo di minore rilevanza era avvenuto il 6 ottobre del 2010 a causa di un errore umano.
Per spiegare quanta parte del mondo internet è
rimasto coinvolto nell’ incidente basta elencare alcuni numeri di Aruba, azienda fondata nel 1994 col
nome Technet.it e al primo posto non solo in Italia,
ma anche nella Repubblica Ceca e nella Repubblica
Slovacca per numero di siti in hosting e di domini
registrati.
Complessivamente ha 1.650.000 domini registrati
e mantenuti, 1.250.000 siti attivi in hosting,
5.000.000 caselle e-mail gestite, oltre 10 mila server
gestiti, circa 3000 metri quadri di data center.
Utenti e aziende infuriate per il disagio subito e il
Codacons sta studiando “la possibiilità di intentare
una class action in favore dei clienti di Aruba.
Si tratta di un danno economico enorme, soprattutto per chi lavora con la posta elettronica e per chi
gestisce la propria attività attraverso il web”.
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Adiconsum si ribella:
Rca auto per la Calabria a costi insostenibili
Lo Stato impone l’assicurazione obbligatoria, ma dopo abbandona i cittadini nelle grinfie
fameliche delle società assicuratrici che sembrano essere “cosa sacra ed intoccabile”!
Gazzetta del Sud
"La crisi della RC auto italiana non la puo' pa- nelle condizioni di esibire comportamenti encomiabili
gare solo l'automobilista meridionale in attesa .
Per la Calabria, - continua - serve una diversa
che possano scendere i costi per beneficiare di
gestione del sinistro,
un possibile abbassacombattendo con comento dei prezzi.
La liberalizzazione delle tariffe invece che
raggio e denuncia quelli
Nel frattempo, e' veportare ad un clima concorrenziale portò a
falsi e snellendo la proramente mortificante,
alladisastrosa situazione attuale che vede
cedura di definizione per
quanto ingiusto spentutte le compagnie di assicurazioni facenti
gli altri, evitando i
dere cifre cosi' elevate
parte di un accordo di cartello contro gli
contenziosi inutili anche
senza la chiarezza e gli
interessi degli automobilisti specialmente
attraverso lo strumento
approfondimenti necalabresi.
del risarcimento diretto,
cessari vista la fretta
In effetti stanno facendo pagare agli onesti
che non puo' che essecon cui si tenta di able colpe dei dinsonesti e l’inefficenza dei
re valorizzato mediante
bandonare il territosistemi di controllo delle compagnie.
appositi
accordi
rio.
Se sono stati fatti imbrogli non può che
paritetici bilaterali con le
Sta per finire la
esserci stata distrazione, quando non
compagnie.
disponibilita' di accetconnivenza, da parte degli stessi addetti ale
Necessita una stratetare tariffe sempre piu'
assicurazioni.
gia per una lotta vera e
alte e compagnie che
Lo Stato, poi, pare avere una sorta di timore
serrata all'abbattimento
organizzano la ritirata,
revenziale nei confronti delle assicurazioni
del costo del sinistro con
con disdette di massa
ed evita di intervenire in difesa dei cittadini
l'impiego di apposita
e chiusura di agenzie,
(se anche al sud sono considerati tali da
tabellazione del danno,
al punto di eludere
Roma!)
al nord come al sud.
finanche l'obbligo a
Non possiamo stare
contrarre".
fermi, quando, nonostante le innovazioni e i provveLo afferma il segretario generale dell'Adiconsum dimenti normativi e regolamentari degli ultimi anni, le
Calabria, Romolo Piscioneri, secondo il quale "ba- cose al sud non cambiano, anzi siamo stati costretti
sta seguire l'andamento tariffario degli ultimi tempi a subire aumenti con percentuali a due cifre per l'anper poter dare un giudizio su cio' che accade intor- no 2010, senza accenno di miglioramento per l'anno
no al ramo RC auto in Calabria. Gli aumenti costan- appena iniziato. Ribadiamo ancora una volta che l'auti, - dice - stanno schiacciando la nostra regione, tomatismo degli aumenti dei premi non e' la risposta
saccheggiano le tasche degli automobilisti e non con- giusta, ma l'esercizio ad effetto rapido in una situasiderano i meritevoli, che nel corso degli anni non zione di mercato in cui l'automobilista e' obbligato
hanno mai subito o provocato sinistri. Gli onesti non ad assicurarsi.
Si stanno imponendo - sottolinea - cifre che rappossono coprire le storture e le distorsioni di sistema, provocati dai disonesti. L'automobilista calabrese presentano vero allarme sociale, per un servizio dato
onesto, non puo' essere chiamato a sovvenzionare il come obbligo di legge e pertanto, dovrebbe risponmalaffare, aiutando "l'omino" delle truffe organizzate dere anche ad esigenze di mutualita'.
Occorre innovare e modificare il prodotto con
o speculazioni facili".
"Siamo all'indecenza, - denuncia Piscioneri - cambi migliorativi di condizione di polizza e riguardo
quando il sistema assicurativo scarica le proprie de- alla situazione tariffaria che deve essere inevitabilbolezze sui giovani, pensionati e lavoratori della mente abbassata.
La Calabria e i calabresi - conclude - non possoCalabria costringendoli a pagare, visto l'obbligo di
no essere vessati da aumenti continui ed ingiustificati".
acquisto, tariffe insostenibili.
Invochiamo un sistema di censura efficace per
quelle compagnie che praticano tariffe fuori controllo, senza alcuna giustificazione, che colpiscono tutti
indistintamente, anche quegli automobilisti che sono
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Rinasce davvero una
"questione meridionale"?
Il solco esistente fra il nord ed il sud, che inizialmente vedeva un
sud più agiato e sviluppato, divenuto poi più povero a causa delle
espoliazioni operate dal nord, si aggrava sempre più alimentato
anche dai vaneggiamenti negativi della Lega e dall’orgoglio
borbonico della gente del sud
Maurizio Ballistreri - Gazzetta del Sud
Fioriscono in continuazione i movimenti
meridionalisti.
Per capire se essi non rappresentino solo
aggregazioni elettoralistiche, frutto dell'incontro tra
circoli di clientele politiche, bisognerà verificare programmi e gruppi dirigenti.
La prima discriminante dovrà essere culturale, tra
sudismo e meridionalismo, il primo inteso come vecchia concezione risarcitoria da parte del governo
centrale verso il Mezzogiorno, anche con echi
neoborbonici e sanfedisti; il secondo quale rilancio e
modernizzazione della «questione meridionale»,
alla cui elaborazione contribuirono uomini come
Gaetano Salvemini, Guido Dorso, Giustino Fortunato, Luigi Sturzo, Manlio Rossi Doria, Rodolfo
Morandi, Luigi Compagna, Pasquale Saraceno e
istituzioni come la Svimez, con l'incontro tra le più
moderne concezioni socialiste, liberali e cattoliche
sul tema.
È corretto sostenere che le relazioni sviluppatesi
tra Nord e Sud dopo l'unificazione nazionale abbiano costituito uno degli strumenti fondamentali per lo
sviluppo economico e la modernizzazione civile, che
ha riguardato, essenzialmente, il Settentrione.
Dopo l'Unità d'Italia, il Sud ha sostenuto la gran
parte del peso, in termini economici e umani: dalle
tasse sull'agricoltura del Sud a fine '800 ai ripetuti
flussi migratori nel XX secolo; dal grande tributo di
vite umane nelle due guerre mondiali sino al contri-
buto decisivo allo sviluppo industriale fordista nella
ricostruzione e al risanamento economico nazionale
per l'ingresso nell'eurozone.
Uno dei maggiori studiosi della storia del Mezzogiorno, Giuseppe Galasso, ha analizzato le dinamiche economiche italiane del '900, evidenziando come
la «questione meridionale» si sia trasformata da «agraria», fondata sulle lotte per la terra e per la riforma
del latifondo, in un problema di modernizzazione dei
territori, più arretrati per servizi, credito, efficienza
burocratica, legalità, élites politiche e nuove tecnologie.
Esiste, infatti, un Mezzogiorno in cui lo sviluppo
disordinato, l'emigrazione e l'urbanesimo malato hanno creato problemi che possono essere risolti solo
se si incentivano le energie positive e soprattutto se
nelle mutate condizioni i giovani possono trovare la
loro possibilità di esprimersi. Un programma per il
Sud che eviti la mera logica contestataria assumendosi l'onere di indicare una prospettiva di rinascita
meridionale, che non può essere fondata soltanto sulle
imprescindibili risorse aggiuntive per investimenti e
modernizzazione delle infrastrutture materiali e
immateriali, ma deve riguardare, in primo luogo, il
rinnovamento delle classi dirigenti e di governo e la
capacità di irradiare civismo.
Su questo si misureranno gli effettivi contributi per
una politica per il Mezzogiorno.
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Padania Uber Alles
a loro tutto è permesso!
Un continuo stillicidio di anatemi da parte della “Padania” contro il
meridione alimenta anche quest eccessi - Automobilista fermato
con Patente della Repubblica Padana!
Mariasole Dalmonte
Ormai non vi sono limiti alla fervida immaginazione dei padani che le hanno inventato
tutte per andare contro le Leggi italiane sfidandole pubblicamente.
Si sono inventati cartelli stradali con sopra
scritto “Città della Padania”, hanno fondato
organizzazioni banche e giornali, hanno fatto
un “loro” parlamento con regolare “loro” Governo, Hanno scalato monumenti e campanili,
hanno fatto un proprio Corpo di Polizia, hanno sfilanto inneggiando slogan contro Roma
Ladrona (anche se poi ci si sono accomodati
senza disgusto, ma si sa che ... pecunia non
olet), hanno vilipeso la bandiera, hanno attentato allo smembramento dello Stato (noi non
condividiamo l’unità ‘Italia, ma la rispettiamo
perchè è la realtà legale attuale), hanno minacciato i giudici quando è stata disposta una
perquisizione nella sede milanese pronunciando la tremenda frase che avrebbe portato in
carcere chiunque non fosse leghista “Attenzione Giudice che un colpo di pistola vale 300
lire e la tua vita tanto vale”, hanno istigato
all’odio razziale (non contro gli
extracomunitari, ma cn i meridionali), è stata
avanzata proposta che fosse varata una Legge che preveda che nelle scuole del nord non
possano insegnare i professori ed i maestri
meridionali se non hanno PRIMA FATTO UN
ESAME DI IDONEITA’ sconoscendo così la
validità di quanto accertato dallo Stato italiano sulla validità dei titoli per insegnare su tutto il territorio italiano.
Hanno fatto, insomma di tutto e di peggio e
senza che mai nessuno abbia osato alzare un
dito.
Adesso uno degli ultimi episodi è quello del-
l’automobilista veneto che fermato dalla Polizia Stradale, ha esibito un libretto di circolazione ed una patente di guida rilasciati dalla
Repubblica di Padova Stato padano.
Alle rimostranze degli Agenti della Stradale
ha candidamente detto che loro non avevano
nessuna autorità perchè quello era territorio
Padano e non Italia.
Cosa dobbiamo attenderci oltre per concludere che il meridione non è da considerarsi
Italia se non per i doveri?
Francamente non abbiamo mai visto in nessuna “organizzazione” che una parte dei dirigenti siano addirittura plagiati ed in mano all’altra parte come stiamo assistendo nello Stato Italiano.
Ma la colpa, a mio modestissimo avviso, è
anche delle varie forze politiche che hanno
dato vita al PdL e che dopo si sono ritirati e
schierati cntro il PdL stesso.
Così hanno creato spazio alla Lega per divenire elemento indispensabile per mantenere
in vita il Governo e, come appare chiaro, nessuno vuole perdere la manna dal cielo di stipendi e vantaggi quale onorevoli e ministri, e
rischiare che in nuove elezioni non venga
rieletto.
Ma lo squallido panorama politico italiano
non offre niente di meglio a nessuna latitudine
(destra, sinistra, centri) per cui tutti abbaiano
alla luna , ma girano a vuoto.
Adesso non ci resta che attendere le prossime “sortite” della Lega”!
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La trasmissione Rai “Centocinquanta”
per celebrare l’Unità d’Italia finisce ad
insulti e sputi!
Non si può certamente dire che queste celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia
stiano avendo vita tranquilla - Manifestazioni ignorate da parte di esponenti della
Lega (parte del governo in carica), contromanifestazioni di nostalgici dello stato
quo ante, tavole rotonde da cui emerge un profondo disaccordo fra i partecipanti
e finanche la trasmissione Rai condotta in tandem da Pippo Baudo e Bruno Vespa
finisce in anticipo di due puntate e fra insulti e sputi dietro le quinte
Yahoo news
Alla faccia dell'"Unità":
stando a quanto riportato in
un articolo del Corriere
della Sera, l'avventura di
Centocinquanta, la trasmissione in onore dei 150 anni
dell'Italia (guarda tutti gli
altri appuntamenti in Tv per
dedicati all'Unità nazionale)
condotta su Raiuno da
Pippo Baudo e Bruno Vespa, e chiusa con due puntate d'anticipo a causa dei bassi ascolti), sarebbe finita
tra litigi e scontri.
L'ultimo sarebbe scoppiato mercoledì a causa di Michele Santoro.
Mentre la puntata volgeva al termine venivano proiettate fotografie di personaggi di punta della Rai
(Frizzi, Conti, Giletti ecc...).
A un certo punto è apparsa l'immagine (non vista da casa) del conduttore di Annozero.
La cosa avrebbe scatenato le ire di Vespa che, infuriato, ha lasciato lo studio ("la puntata si conclude
qui" ) prendendosela con gli autori per la "trovata geniale".
E' noto, infatti, che tra i due colleghi non corre buon sangue.
L'anno scorso, per esempio, si sono scontrati sullo stop ai talk show deciso dalla Rai per rispettare la
legge sulla par condicio.
Una scelta che aveva fatto infuriare Vespa, che aveva accusato Santoro di essere l'origine del problema:
"La decisione della Rai è grave e ingiusta, ma ha un nome e un cognome: Michele Santoro", aveva detto il
conduttore di Porta a Porta.
"E' passato sulla par condicio con il garbo di Attila, l'ha massacrata nell'arco dei decenni. Non potendo
sospendere solo Santoro, hanno cancellato anche noi".
Ma che l'atmosfera a Centocinquanta fosse incandescente lo si era intuito già dalla seconda puntata,
quando a causa degli ascolti deludenti (14% di share) era stata convocata d'urgenza una riunione con gli
autori.
Tra Pippo Baudo e Claudio Donat Cattin (autore storico di Porta a porta) sarebbero volate parole (e
non solo quelle) grosse: Claudio Donat Cattin avrebbe accusato Baudo di "comportamento mafioso",
Baudo gli avrebbe risposto con uno sputo in faccia (mancandolo).
E ora sembra che siano in arrivo lettere di richiamo per Baudo e sanzioni per entrambi i conduttori.
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Anno VII° nr. 5 Maggio 2011
Questo è razzismo puro
!
“Fatto Quotidiano”, una testata
insospettabile, diventa razzista contro
la Calabria!
Piero Sansonetti - Direttore Calabria Ora
Chissà perché, ma l’ipotesi che il premio Viareggio
possa trasferirsi in Calabria - come è abbastanza
probabile che succeda, grazie all’impegno della Giunta regionale e della professoressa Rosanna Bettarini,
che è la presidente del premio - ha provocato reazioni rabbiose al Nord.
Rabbiose e anche un pò razziste.
Ve ne segnaliamo una, quella pubblicata dal “Fatto
Quotidiano”, che pure è un giornale che viene
considerato di sinistra, e che, sebbene sia risaputamente abbastanza forcaiolo, non si era mai dimostrato antimeridionalista, e ha tra i suoi collaboratori, ad esempio, Furio Colombo, che ha sempre fatto dell’antirazzismo un aspetto fondamentale del proprio impegno intellettuale.
Però sul “Fatto” scrive anche, ad esempio,
Riccardo Chiaberge, che, anzi, dirige l’inserto culturale del giornale.
E ieri, proprio sulla prima pagina del suo inserto
culturale, che si chiama “Saturno”, ha pubblicato un
corsivo, a sua firma, per insultare la professoressa
Bettarini, insultare i calabresi e - per soprammercato
- insultare anche i romeni e il popolo rom (n.d.r.
aveva terminato per ora l’elenco dei
destinatari?).
Un corsivo che, a tutti gli effetti, risulta decisamente razzista, e sembra ispirato dal sindaco e
vicesindaco di Treviso - ve lo ricordate? - quel
Gentilin che toglieva le panchine dai parchi per impedire che ci si sedessero i meridionali o gli africani,
e poi aveva proposto di mettere ai migranti un cappellino a forma di coniglio e poi di lanciargli contro i
cacciatori coi fucili.
Questo Chiaberge, incazzatissimo per il rischio che
il Viareggio finisca nelle nostre “luride” terre, si scaglia prima contro Repaci (che è un poeta ma lui lo
definisce avvocato per certificare il proprio disprezzo), poi contro Palmi (scrive che invece di ospitare
la sezione giornalistica del premio meriterebbe “gra-
zie alla reputazione dell’area” di ospitare la sezione
penale) e infine contro i romeni e i rom, prospettando la possibilità che in futuro il premio Campiello si
trasferisca in Romania - cioè nel paese che Chiaberge
considera la feccia della della feccia del mondo - e
prenda il nome di Campiello-Rom.
Il titolo del corsivo di Chiaberge è proprio questo:
“Il Campiello trasferito in Romania”.
E a leggerlo ti va il sangue alla testa!
Voglio però portare qualche scusante per il giornalista.
Io so un po’ come funzionano le cose nei giornali.
E Chiaberge avrà pensato di scrivere un corsivo
spiritoso.
Il problema è che di spiritoso, in quel corsivo, non
c’è proprio niente.
Non fa ridere nessuno, semplicemente lascia trasecolati, come alcune barzellette fallite di Berlusconi.
Ammenoché voi non siate tra quelli ai quali piacciono le storielle sugli ebrei o sui “negri”...
Come mai il corsivo è riuscito così male? E’ chiaro che Chiaberge è convinto di essere un fine umorista, come Michele Serra, o come il suo vicedirettore Marco Travaglio - giornalista, secondo me,
ultrareazionario, ma che di corsivi, francamente, è
maestro .
Ed invece no! purtroppo lui è solo Chiaberge, e
oltretutto è torinese.
Che c’entra che è torinese? Beh, francamente voi
conoscete molti torinesi che posseggano un briciolo
di senso dello spirito?
Io ne conosco uno solo, forse: proprio Travaglio.
Ma lui il mestiere lo ha imparato a Milano alla scuola
di Indro Montanelli.
... e Montanelli era toscano, toscanissimo.
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L’Italia unita da nord a sud nell’omertà !
Il problema dell’omertà
al Nord come al Sud
Melo Freni - Gazzetta del Sud
“Jupiter posuit nobis duas peras”, recita
una antica ed esemplare favola di Fedro, ossia
Giove pose sulle nostre spalle due bisacce, una
davanti nella quale raccogliamo criticamente ciò
che fanno e dicono gli altri, un’altra dietro le
spalle che non ci consente di vedere, al contrario, le nostre azioni.
La critica finisce sempre con l’essere nei confronti degli altri.
Si tratta di un apologo che ben si attiene a
tanti atteggiamenti che normalmente si assumono nei riguardi altrui, e in questo caso mi pare
si possa riferire al modo in cui al nord del Paese è stato da sempre giudicato negativamente
un certo atteggiamento del Meridione nei confronti della mafia, della ‘ndrangheta, della camorra.
Oggetto dello scandalo è l’omertà.
Ossia, se i cittadini del Sud avessero avuto,
sin da “ieri”, il coraggio di denunciare le aggressioni, le imposizioni, i ricatti della malavita, si sarebbero da subito liberati da quella
cancrena che ostacola ogni sviluppo sociale, a
causa della paura.
Orbene, accade in questi ultimi tempi di venire sempre più a conoscenza della costante
espansione al Nord della mafia, della
‘ndrangheta e della camorra, e nella valutazione delle forze dell’ordine e dei magistrati questo avviene perché anche in Settentrione mancano le denunce, la gente subisce e tace.
Potremmo sbrigarcela dicendo che la paura,
secondo il vecchio adagio, fa 90 dappertutto,
ma c’è una seconda riflessione da aggiungere.
Al Sud quello con la malavita è un rapporto
che affonda le proprie radici in fattori storici (e
questa, sia bene inteso, non vuole essere una
giustificazione), mentre per il Nord, il più recente e nostro contemporaneo Nord, dobbiamo rilevare che le infiltrazioni sono rese possibili dall’esistenza di un terreno piuttosto fertile
che assorbe invece di respingere.
Dunque, non è tutto irreprensibilità, non è
tutto alto concetto della vita sociale e sua difesa, se poi, fra Veneto e Lombardia, ricorrono
cronache di ordinaria corruzione, a livello pubblico e privato, che sicuramente non ostacolano ma spianano la strada alla corrosione di una
società che normalmente si compiace di guardare al carico della bisaccia anteriore, dimenticando di guardare indietro.
E siccome in questo periodo di celebrazioni
unitarie si fa di tutto per dimenticare la divisione in due parti (o forse anche più...) del nostro
Paese, non vorremmo, assolutamente non vorremmo, che avessero ragione quelle voci che
ravvisano nell’allungarsi verso il Nord della
famosa ombra della palma (di sciasciana memoria) l’unica possibile “vendetta” del Sud, di
esportare cioè l’unico prodotto resogli possibile dalla divisione economica e strutturale del
paese, sin dai primi giorni dell’Unità.
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La Regione Calabria, su sollecitazione del
Governatore Scopelliti, sta per varare una
legge a tutela del dialetto calabrese
Gazzetta del Sud
“Su indicazione del Presidente della Regione
Calabria, Giuseppe Scopelliti, stiamo predisponendo una legge che tuteli il patrimonio dialettale
e valorizzi l’identità calabrese.”
Con queste parole l’Assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, ha commentato i lavori del
Comitato Scientifico per la tutela del patrimonio linguistico dialettale della Calabria.
Il Comitato che si e’ insediato alla fine dello scorso anno ha gia’ predisposto una bozza di Legge regionale per la tutela e la valorizzazione del patrimonio linguistico dialettale calabrese.
All’ultimo incontro, che si e’ svolto nella sede dell’Assessorato alla Cultura di Catanzaro, hanno partecipato il presidente del Comitato il Maestro Achille
Curcio; il Direttore del Dipartimento di Italianistica
dell’Universita’ di Pe’cs in Ungheria Luigi Tassoni; il
membro del Comitato di consulenza giuridica della
Giunta Regionale Alfonso Mezzotero e Maria
Catricala’ dell’Universita’ Romatre. Tutti hanno
espresso la loro soddisfazione per il lavoro svolto
finora, poiche’ in poco tempo si e’ riusciti ad approfondire diversi ambiti da inserire nella proposta di
legge.
In particolare, il poeta Curcio ha ricordato l’importanza di incentivare progetti con le scuole perche’
la conoscenza del dialetto fornisce strumenti linguistici che migliorano la padronanza dell’italiano e facilitano l’apprendimento delle lingue straniere; Tassoni
e Catricala’ hanno sottolineato come sia un’occasione unica per la nostra regione per dimostrare le
sue specificita’ e affermare la sua identita’ culturale.
La conclusione dei lavori del Comitato e’ prevista
per giugno 2011.
Nel mese di ottobre sarebbe, inoltre, in progetto
l’organizzazione di un convegno-studio al Parco
Scolacium di Roccelletta di Borgia.
Una soddisfazione
soddisfazione personale
personale per
per me!
me!
Una
Sin dagli ultimi anni del secolo scorso, sulla mia rivista pro tempore “La Città del
Sole ”, e poi su questa testata ho più volte pubblicato sull’argomento che mi sta
tanto a cuore quanto riporto qui appresso
Franz Rodi Morabito (fromor)
In epoca di globalizzazione, in un momento di
euforia pro Europa unita, in uno spasmodico tentativo di omologazione totale, parlare di “lingua protetta” potrebbe sembrare una anacronistica voce fuori
dal coro.
Ma non è così! si può fare parte di un gruppo pur
senza cancellare e mortificare la propria identità.
Crediamo, anzi, che solo se la si mantiene e la si
confronta correttamente con quella degli altri componenti in un dialogo aperto e schietto, il gruppo
possa crescere meglio.
Sin dalla notte dei tempi mi sono battuto affinchè
anche il cosidetto “dialetto” della Calabria sia da riconoscere come “lingua” e non come dialetto.
Ho cercato, nel mio microcosmo familiare, di tenere viva la lingua calabrese curando che le mie figlie parlassero e capissero il calabrese ed utilizzassero la lingua italiana come lingua di comune denominatore nei contatti con soggetti di altre regioni al
fine di capirsi.
In una lingua locale, che chiameremo per comodità “dialetto” pur rifiutandone la ghettizzazione comune, sono racchiusi millenni di storia della regione,
di eventi, di origini dei popoli, di lotte, di
somatizzazioni ed addirittura, oseremmo dire,
rispecchia l’orografia della zona (le popolazioni montane hanno un modo di esprimersi diverso da quelle
delle zone marine).
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Nel “dialetto” ci sono le radici di un popolo!
Una delle considerazioni che faccio a supporto
del mio pensiero è che altri popoli italianissimi quale
i piemontesi, i lombardi, i veneti, i liguri, gli emiliani
ecc. usano comunemente la lingua locale anche fra
persone di cultura ed in tutti i contesti anche ufficiali.
Ed allora perché i nostri figli non debbono parlarla
e studiarla a scuola per poterla usare correntemente
quando si è fra conterranei? perché si è inculcato da
sempre il principio che “parlare in dialetto è sinonimo di cafonaggine e villania”?
La trovo una equazione obrobriosa!
Eppure le “lingue minori” sono riconosciute e protette e viene loro riconosciuto lo status di lingua regionale previsto dalla Carta Europea delle lingue regionali e minoritarie approvata dal comitato dei ministri del Consiglio d’Europa nel 1992.
Da ricordare che nelle sole Calabria e Sicilia sono
circa otto milioni le persone che parlano la “loro”
lingua mentre entità decisamente minori come la Sardegna con circa 1.500.000 persone, il Friuli con circa
600,000, l’ Emilia-Romagna ove viene insegnata nelle
scuole pubbliche, o le zone grecaniche ed albanesi
con una esigua quantità di persone hanno il loro giusto e doveroso riconoscimento.
Non vogliamo andare all’estero ove troviamo il
basco (580.000), il catalano, il bretone, il gallese e
tantissime altre realtà.
Dobbiamo riconoscere che io stesso, pur indigeno di questa Terra, vivo in definitiva una realtà conflittuale, sono “i ddui cori” (sono di due cuori =
sono combattuto internamente) perchè, proprio a
causa di condizionamenti atavici, mi è stato inculcato che per essere persone civili e non “cafoni” debbo parlare italiano!
Sorge imperioso il sospetto che per realizzare politicamente l’unità d’Italia si sia voluto “spogliare” le
popolazioni dai legami storici e sdradicarli dalla propria cultura che ne avrebbe difficultato la realizzazione (ed i ... disegni reconditi ed inconffessati!).
Non dimentichiamo che quando fu realizzata la
Unità d’Italia il nuovo “comandante”, il Re Savoia,
ha “confiscato” ai Borboni del “Regno delle due
Sicilie”, e, quindi, a noi tutti (!) un tesoro in moneta
liquida che era maggiore di tutto l’intero restante
patrimonio del nuovo Stato che nasceva e preferiamo ... sorvolare, per non addentrarci in campi minati, sullo sfruttamento delle nostre risorse naturali, delle
nostre miniere, delle nostre fonderie, dei nostri intelletti e delle stesse vite dei nostri figli chiamati ad immolarsi in nome di una “unità” che per i meridionali
significa tutt’oggi solamente doveri.
Noi abbiamo alle spalle un invidiabile patrimonio
culturale che poche popolazioni italiane possono
vantare, abbiamo Storia che altrove è solo in mens
dei.
Abbiamo dato al Mondo “cervelli” eccelsi in tutte
le discipline.
Ed allora? perchè altre realtà sono degne di avere
una “lingua” e la Calabria no?
Muoviamoci a livelli istituzionali perchè, si sa, se
non chiedi con forza nessuno ti regala nulla e men
che mai quanto ci spetta di diritto.
Con qusto mio discorso, chiaramente, non si vuole gettare a mare la lingua italiana.
Essa fu adottata proprio perchè il nuovo stato Italiano che aveva assoggettato una infinità di realtà
autoctone che hanno testardamente e giustamento
difeso e mantenuto le proprie origini e la propia lingua, aveva bisogno di un “esperanto” che facesse
capire fra loro queste folle molto eterogenee.
Anche l’Unità d’Italia è oggi una realtà (almeno
sulla carta) necessaria perchè è impensabile che in
un mondo che tende a globalizzarsi si possa rimanere piccole, anche importanti, entità che sarebbero
schiacciate dai big mondiali.
Per questo oggi per me è un grande giorno! e
proprio perchè la “mia lingua” della “mia Calabria”
ottiene un giusto riconoscimento e lo si fa in un momento in cui cervellotiche idee di alcune menti distorte
sono convinte che la Calabria sia un male che aafflige
l’Italia, un bubone che si deve annulare ed estirpare
a tutti i costi.
Voci dal Sud
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Anno VII° nr. 5 Maggio 2011
Il Bullismo dilaga ed è presente
anche nelle scuole
Dora Anna Rocca - Calabria Ora
Il bullo agisce molto spesso davanti agli occhi innoViolenza su violenza che si perpetra dietro un silenzio accomodante celato da un sentimento dilagante centi di tanti ragazzi che per timore di subire la stessa
sorte del malcapitato, preferiscono dimenticare o tache si chiama “paura”.
E’ ora di dire basta alle tante angherie subite da cere.
Spesso non c’è un motivo reale dietro la provocagiovani adolescenti, molti ancora minorenni che alzione.
l’uscita di scuola
Se il ragazzo
(ed anche all’interpreso di mira è
no delle aule), dasolo e non ha amivanti alle fermate
ci forti che possodei pullman e non
no proteggerlo, il
solo, devono subigioco va avanti.
re le angherie e le
Il big chiama i
prepotenze dei
suoi amici e si
bulli.
passa anche alle
Spesso le vittipercosse collettime riescono a nave.
scondere le offese
Vengono presi
ripetutamente sudi mira personalibite e persino
tà deboli.
ematomi provocaI luoghi d’inti in zone nascoste
contro possono
del corpo, agli ocessere all’uscita
chi di genitori andalla scuola, presche attenti, ma non
so le fermate dei
sempre questo è
pullman, in alcuni casi
possibile.
anche il paese di resiQuando un figlio torna
La prepotenza ed il bullismo è sempre
denza della vittima.
massacrato di calci e pupiù presente nelle aule scolastiche e,
Massacrato di botte
gni con ematomi dovunpurtroppo,
tutto
si
svolge
perché
i suoi amici non
que ed è necessario pornell’indifferenza di molti professori
sono stati capaci di ditarlo al pronto soccorso,
fenderlo.
non è più sufficiente la riche preferiscono “fingere” di non
Questo è solo uno dei
sposta: «Non è succesvedere.
tanti episodi che accaso nulla, non ti preocSintomatico il caso della ragazza che
dono nella nostra terra
cupare».
viene violentata e costretta ad un
di Calabria, dove
Ecco che scatta la del’omertà e la rassegnanuncia che documenta
rapporto orale nell’ ultima fila di
zione regnano imperancon delle foto le gesta dei
banchi, mentre il docente sulla
ti.
“big”, almeno tali loro si
cattedra “non si accorge” di cosa stia
Ma non è solo un
considerano.
succedendo in fondo all’aula!
gruppo di ragazzi che
Pestare a sangue un
agisce così, è un modo
ragazzo indifeso senza
Dai moltissimi episodi riscontrati
di fare diffuso.
alcun fine se non quello
siamo portati a cxoncludere che lla
Il fatto può accadere
di divertirsi.
scuola
sia
un
posto
assolutamente
poco
dovunque.
Si provoca
Prendere di mira qualsicuro per l’incolumità fisica e morale
un ragazzo che sembra
che povero malcapitato
indifeso e se non ha i
per dimostrare a sé stesdei nostri figli
suoi protettori arrivano i
si di valere qualcosa, di
compagni in massa e lo
rappresentare qualcuno,
massacrano di botte.
di essere leader.
Un gioco che ha delle conseguenze orribili.
Ma su dieci ragazzi che subiscono angherie solo
Il giovane soggetto a fenomeni di bullismo cambia il
uno a volte è disponibile a ribellarsi e non sempre rieproprio
carattere. I suoi occhi di giorno in giorno disce a farlo fino in fondo.
ventano
sempre più spenti.
Le affermazioni qui riportate sono reali e frutto di
Il ragaz¬zo diventa nervoso, triste, a volte rifiuta di
interviste ma per la tutela dei minori non sarà fatto
andare a scuola e i genitori non sem¬pre ne comalcun riferimento a persone.
Voci dal Sud
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AnnoVII° nr. 5 Maggio 2011
w w w . s o s e d .eu
prendono il motivo.
Secondo ladefinizionediDan Olweus:
«uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è
prevaricato o vitti¬mizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni
offensive messe in atto da parte di uno o di più
compagni». (Olweus,1996).
Ma il bullo non è solo chi aggredisce fisicamente la
sua vittima, ma anche chi la offende ripetutamente o
diffonde calunnie, diffamazioni su di lei o la esclude
dal gruppo di aggregazione.
Tutto ciò ha delle ripercussioni sull’equilibrio psicologico della vittima.
Le “vittime” rischiano quadri patologici con
sintomatologie anche di tipo depressivo.
Questi fenomeni sono considerati reati punibili penalmente.
In alcuni casi
basta la denuncia
ad un organo di
Polizia o all’Autorità Giudiziaria
come Questura,
Carabinieri, per
attivare un procedimento penale
come in caso di lesioni gravi, minaccia grave, molestie.
In altri casi si parla di querela: la denuncia deve
contenere la richiesta che si proceda penalmente contro l’autore di reato.
Bisogna denunciare e far comprendere ai giovani
che chi agisce in tal modo non è un modello da seguire.
Il bullismo alimenta l’aggressività e la criminalità.
Non possiamo consentire che in un paese moderno
si possa tollerare tutto questo.
La polizia di Stato ha fornito dei suggerimenti alle
vittime del bullismo, ai genitori, agli insegnanti.
Ne riportiamo in tal sede una sintesi.
Per le vittime: raccontare ad un amico ciò che sta
accadendo.
Se il bullo provoca far finta di nulla e allontanarsi.
Se vuole costringerti a far qualcosa che non vuoi,
rispondi decisamente no.
Non temere il parere degli altri anche se possono
pensare che hai paura del bullo e vuoi scappare da
lui.
Il bullo non può prendersela con te se non vuoi ascoltarlo ma si diverte se reagisci, ti arrabbi o piangi.
Se provoca mantieni la calma, non farti vedere spaventato o triste.
Senza la tua reazione il bullo si annoierà e ti lascerà
stare.
Quando il bullo ti provoca o ti fa del male, non reagire.
Se fai a pugni, potresti peggiorare la situazione, farti male o prenderti la colpa di aver cominciato per
primo.
Se il bullo vuole le tue cose, non vale la pena bisticciare.
Al momento lasciagli pure prendere ciò che vuole
però poi raccontalo subito ad un adulto.
Fai capire al bullo che non hai pau¬ra di lui e che
sei più intelligente e spiritoso.
Così lo metterai in imba¬razzo e ti lascerà stare.
Molte volte il bullo ti provoca quando sei da solo.
Se stai vicino agli adulti e ai compagni che possono
aiutarti, sarà difficile per lui avvicinarsi.
Per non incontrare il bullo puoi cambiare la strada
che fai per andare a scuola; durante la ricreazione
stai vicino agli altri compagni o agli adulti; utilizza i
bagni quando ci sono altre persone.
Ogni volta che il bullo ti fa del male scrivilo sul tuo
diario.
Il diario ti aiuterà a ricordare meglio come sono
andate le cose.
Subire il bullismo fa stare male.
Parlane con un adulto di cui ti fidi, con i tuoi genitori, con gli insegnanti, con il tuo
medico.
Non puoi sempre affrontare le
cose da solo.
Se sai che qualcuno subisce prepotenze, dillo subito ad un adulto.
Questo non è
fare la spia ma
aiutare gli altri.
Potresti essere tu al suo posto e saresti felice se
qualcuno ti aiutasse.
Se incontri il poliziotto di quartiere, puoi chiedere
aiuto anche a lui.
Anche ai genitori vengono dati vari suggerimenti.
Aumentare l’autostima dei figli. Incoraggiarli a sviluppare le loro caratteristiche positive e le loro abilità.
Stimolarli a stabilire relazioni con i coetanei e a non
isolarsi.
Far attenzione ai segnali inviati dalle vittime del
bullismo come: trovare scuse per non andare a scuola
o voler essere accompagnati.
Fare frequenti richieste di denaro. Essere molto tesi,
piagnucolosi e tristi dopo la scuola.
Presentare lividi, tagli, graffi o strappi negli indumenti.
Dormire male o bagnare il letto. Raccontare di non
avere nessun amico. Rifiutarsi di raccontare ciò che
avviene a scuola. Gli insegnanti d’altro canto e il personale scolastico devono vigilare durante le ore di ricreazione.
Tra i suggerimenti dati agli insegnanti ne indichiamo qualcuno: Se l’insegnante individua un bullo o una
vittima è necessario che parli subito con lui di ciò che
gli accade.
In classe si può affrontare il problema e individuare
semplici regole di comportamento contro il bullismo.
Silenzio e segretezza sono potenti alleati dei bulli.
È importante abituare i ragazzi a raccontare ciò che
accade e a non nascondere la verità.
Voci dal Sud
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Anno VII° nr. 5 Maggio 2011
I grandi misteri oltre la vita
Un bambino che rischia di morire
vive un evento in Paradiso
Lo straordinario racconto di un bambino andato in coma, quasi morto, ma che al
ritorno in vita racconto eventi a lui assolutamente sconosciuti
Yahoo News
Un bambino americano che ha rischiato di
morire di peritonite acuta ha parlato in televisione della sua commovente esperienza, affermando di avere incontrato il bisnonno in Paradiso.
OPERATO D'EMERGENZA - Le straordinarie affermazioni del piccolo
Colton Burpo sono arrivate dopo
che nel 2002 si è dovuto sottoporre per due volte alla chirurgia
d'emergenza.
Colton, che oggi ha 11 anni, ha
raccontato che quando si è trovato disteso nella sala operatoria, la
sua anima è volata in Paradiso.
INCONTRO CON LA SORELLINA - Parlando alla tv
MSNBC, il piccolo Colton ha rivelato come nel suo viaggio in Paradiso ha incontrato Gesù, una sorellina nata
morta a causa di un aborto e il suo bisnonno.
Come scrive il Daily Mail, Burpo ha dichiarato: "Sono venuti alcuni angeli, mi hanno preso con loro e mi hanno portato di fronte a Gesù.
Mi trovavo seduto di fronte allo Spirito Santo ed è arrivata una persona che mi ha chiesto:
"Tu sei il figlio di Tod?" . Io gli ho risposto di
sì e lui ha aggiunto: "Bene, io sono il tuo bisnonno" .
BISNONNO CON LE ALI - E ha precisato
Colton, riferendosi sempre al bisnonno: "Era
molto grande con ali gigantesche, aveva
capelli ricci, un grande sorriso ed era veramente bello" .
Il ragazzino ha aggiunto che "Pop", questo
era il soprannome con cui il bisnonno era conosciuto in famiglia, non assomigliava a una foto
che gli era stata scattata poco prima di morire,
mentre era molto simile a un'immagine che risaliva alla sua giovinezza.
Colton ha descritto inoltre il suo incontro con
Giovanni Battista, spiegando però di non avere capito sul momento di chi si trattasse, in
quanto a catechismo non gli avevano ancora
parlato di lui: sarebbe stato Gesù a dirgli che si
trattava della persona che lo aveva battezzato.
MOMENTI MAGICI - Il suo padre Tod, 41
anni, ha commentato: "Quando ci ha raccontato di sua sorella in Paradiso, è stato un
altro di quei momenti magici, che non può
avere architettato.
E io ho pensato che è bello avere una figlia che mi aspetta in Paradiso, sono tante
le persone che hanno bisogno di questa speranza e consolazione" .
Voci dal Sud
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AnnoVII° nr. 5 Maggio 2011
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Cedolare secca per gli appartamenti:
primi esperimenti per un fisco più equo
Gazzetta del Sud
Il recente decreto legislativo sul federalismo
municipale, che entrerà in vigore per la maggior parte delle norme a decorrere dal 2014,
dispiega i suoi effetti anche a partire da quest’anno su alcuni aspetti del nostro sistema fiscale.
È la novità introdotta attraverso il decreto
riguarda la cosiddetta “cedolare secca” sui redditi da locazione che può essere scelta dal proprietario in alternativa all’attuale meccanismo
di tassazione Irpef.
A spiegare nello specifico la norma è l’avv.
Fabio Franco della sede provinciale Uppi: «A
decorrere dal 2011, il proprietario o il titolare
di un diritto reale di godimento di un immobile
ed eventuali pertinenze, che non sia adibito ad
attività di impresa o di lavoro autonomo e quindi esclusivamente ad uso abitativo, può scegliere di tassare i canoni di locazione percepiti
attraverso un’imposta sostitutiva dell’Irpef,
delle addizionali comunale e regionale, nonché
delle imposte di registro e di bollo sul contratto di locazione pari al 21% dell’intero importo
dei canoni e riducibile al 19% per i contratti a
canone concertato su immobili siti in Comuni
con carenze di disponibilità abitative (art. 1,
lett. a-b, Dl 551/98) e ad alta tensione abitativa.
Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate,
che attua le norme contenute nel decreto governativo, ha già definito nei dettagli, durata e
modalità operative di esercizio dell’opzione, del
versamento degli acconti e del saldo dell’imposta nonché la tassazione on line».
Il decreto legislativo stabilisce, fin d’ora, che
gli acconti saranno pari all’85% dell’imposta
per il 2011 e al 95% per il 2012; il tributo dovrà essere versato entro i medesimi termini previsti per il pagamento dell’Irpef; eventuali imposte di bollo e di registro già corrisposte per
l’anno in corso non saranno rimborsate; il reddito assoggettato a cedolare secca costituirà
un parametro per il riconoscimento eventuale
di agevolazioni, nonché ai fini Isee.
«Una delle peculiarità del nuovo tributo –
prosegue l’avv. Franco – è costituita dall’onere in capo al locatore di inoltrare una doppia
comunicazione, all’inquilino e all’Agenzia delle Entrate, di volersi avvalere dell’istituto producendo di fatto la sospensione, per tutta la
durata dell’opzione, di ogni aggiornamento,
anche Istat, del canone preteso. In sostanza il
locatore, se intende avvalersi del nuovo tributo, dovrà rinunciare a ogni richiesta di aumenti
del canone, anche se previsti nel contratto, che
restano pertanto sospesi per tutta la durata dell’opzione. Indubbiamente il meccanismo della
norma “tranquillizza” l’inquilino circa i rischi di
una variazione del canone pretesa dall’altra
parte, con la sicurezza di un canone determinato e non modificabile. La ratio della normativa si individua nello spostamento di tassazione dalle persone alle cose favorendo i redditi
da capitale piuttosto che la progressione Irpef».
La nuova norma sembrerebbe vantaggiosa
per tutti i locatori-proprietari immobiliari, ma
«così non è – osserva il legale dell’Uppi –. Il
beneficio o meno della cedolare dovrà essere
valutato caso per caso, tenendo conto delle seguenti variabili: misura dell’imposta; base imponibile; sostituzione delle addizionali e imposta di registro con la nuova imposta e la norma
potrebbe avere l’effetto di abbattere il reddito
imponibile del contribuente e di concedere
maggiori sconti riguardo gli oneri che crescono al diminuire del reddito stesso (es. carichi
di famiglia). Adeguate anche le sanzioni per
omessa dichiarazione dei canoni (quadruplicate); in caso di omessa registrazione inoltre –
conclude l’avv. Franco – si applica un canone
pari a tre volte la rendita catastale».
Voci dal Sud
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Anno VII° nr. 5 Maggio 2011
Attentati alla salute pubblica!
Una importante organizzazione
commerciale, l’Auchan, coinvolta, suo
malgrado, in una frode commerciale
Il criminale comportamento del direttore commerciale del punto
vendita di via Romania a Torino, ha buttato fango sul prestigioso
nome internazionale
Servizio giornalistico a cura di Rino Logiacco - www.primapagina.it
Carne fresca del supermercato Auchan di corso
La seconda serie di campioni, con analisi approRomania a Torino? Macinato di cavallo? Macché! fondite, hanno confermato il misto di carni varie ma
In realtà, c’era di tutto tranne il cavallo.
soprattutto la listeria.
Un misto di bovino,
Il reparto macelleria è
pollo, suino, ovino.
stato così chiuso dal serNon solo, c’era anche
vizio veterinario della Asl.
Grave la frode in
la
listeria
Non solo, la conferma
commercio che ha
monocytogenes, o
dai “brogliacci” del supermonocitogena, un batmercato: nel 2010 comsporcasto un nome
terio gram positivo,
prati 1.150 chili di carne
commerciale
prestigioso,
vitale tra i 3 gradi e i
equina ma venduti 3.280
45 con un optimum
chili, nel 2011 (tra gennama gravissimo l’aver
per lui tra i 30 e i 38
io e aprile) acquistati 340
venduto alimenti
gradi centigradi.
chili di cavallo e venduti
Tradotto: è vitale
770.
estremamente
pericolosi
anche dopo cottura,
Insomma il “miracolo”
per la salute pubblica
ancor più in caso di
del pane e dei pesci ripeuna tartara.
tuto all’Auchan di Torino.
In fin dei conti quelIndagati il rappresenlo venduto aveva la denominazione “macinato tante legale dell’Auchan Italia e il direttore del susceltissimo”.
permercato di corso Romania.
Detto questo la listeria è causa, nell’uomo, nel Sentendo il personale della macelleria, in particomigliore dei casi di gastroenteriti per arrivare ad una lare, si è scoperto che normalmente le confezioni di
grave forma di meningite nei bambini e, forse, a es- carne aperte o quelle scadute finiscono in una vasca
sere causa di aborto se infetta durante la gravidan- comune di scarti con cui si “crea” poi il macinato
za.
sceltissimo.
La prima scoperta è stata fatta nell’ambito di conDi quale tipo si decide in base alle richieste.
trolli a campione nei reparti macelleria.
Grave per la salute pubblica: un allergico al boviLe prime analisi dell’Istituto Zooprofilattico di no rischia una crisi anafilattica. Grave per motivi reTorino hanno scoperto il “miracolo” del “cavallo ligiosi: un mussulmano mangiava suino convinto di
non cavallo”.
aver mangiato cavallo.
E’ entrata allora in campo la Procura della ReI reati ipotizzati sono frode in commercio (articolo
pubblica.
515 del codice penale) e vendita di alimenti pericoRaffaele Guariniello ha mandato la polizia giudiziaria losi per la salute pubblica (articolo 444 del codice
e i Nas.
penale), per cui è previsto il carcere sino a tre anni.
Voci dal Sud
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Professoressa romana sceglie di
cambiare lavoro ...
Intervista alla ex professoressa diventata escort nella Roma bene
Yahoo News
Laurea in Lettere Antiche, dottorato in Filologia classi- sciplina fondamentale rispetto a quello che si definisce “culca, e cattedra di latino e greco in un famoso liceo classico tura””
romano. Poi, un giorno, mette un’inserzione “in quei siti di
Dà, a modo suo, ripetizioni?
annunci gratuiti dove si compra e si vende di tutto, dalle
“Sì, di fellatio e sesso anale. E guardi, io riconosco nel
auto usate alle stampe d’epoca”. E diventa una prostituta. mio lavoro - da femminista - una funzione sociale: dopo,
“Non per ripiego, ma per scelta”: lascia un contratto a tem- riconsegno alle altre un uomo migliore. Le visioni erotiche
po indeterminato per amori a tempo determinato. Dimentica stranianti e le fantasie perverse di certi clienti nella mia stanza
la busta paga, e inizia a prendere soldi in nero. Prende an- dovrebbero far riflettere sull’urgenza di un’educazione alla
che un nuovo nome, che è un anagramma, e due telefoni, sessualità, a partire già dall’infanzia”.
uno personale, e uno di servizio. Tenera Valse, 35 anni,
Lei che orientamento ha?
racconta la sua storia nel romanzo “Portami tante rose “
“Sono polisessuale. Gli uomini pagano. Con le donne,
(230 pag., Cooper, 13,50 euro).
invece, ho un rapporto mercenario solo se vengono in copChe incontri ha fatto in questi anni?
pia con il marito, o se sono mascoline e vogliono fare del
“Di ogni tipo. Preti. Professori. Poliziotti. Ferrotranvieri. mio corpo un uso simile a quello che farebbe un uomo. Le
Becchini. Dipendenti Rai. Deputati uomini, parlamentari donne hanno un erotismo divino, sommerso”.
donne, massoni, dignitari vaticani. Attori. Non ha idea di
Non ha paura d’innamorarsi?
quanti ne incroci, con mogli, figli o amici, che vorrebbero
“Quando sei nudo, sei più umano che mai. E il legame
salutarmi ma non possono. E vivono istanti di terrore te- che s’innesta con l’altro è pericoloso. Già dalle prima mail,
mendo che io lo faccia. Ognuno con il suo eros: chi vuole i molti uomini vivono la loro fascinazione, la loro proiezione.
coltelli, chi la frutta al posto dell’intimo, chi la schiava, chi Mi è successo, comunque, d’innamorarmi. In passato, di
la fidanzatina privé, chi la gang-bang, l’orgia insomma. Mi una donna deputato. Veniva da me con il suo amante. Poi
sono ritrovata di colpo madre, moglie, figlia, sorella, aman- ha iniziato a venire da sola. In questo momento sto con uno
te”.
dei migliori compagni della mia vita. Che è stato anche lui
Lei era un’insegnante. Da che scuola si è allontanata e un mio cliente”.
che scuola sogna.
Escort è un termine abusato, di questi tempi. Eppure lei
“La scuola di oggi si avvicina molto, suo malgrado, a non lo usa mai.
quella temuta da Piero Calamandrei, con una pubblica tra“Non ambisco al potere. Né al mondo dello spettacolo. Il
scurata e una privata privilegiata. Ormai sto con i futuristi, piacere, nel mio letto, non è finalizzato ad alcuna scalata.
che dicevano: chiudiamo le scuole. Perché la maggior parte Ma solo al benessere fisico e mentale”.
degli insegnanti ha abdicato alla funzione educativa. I raFrosinone, servizio navetta per le escort
gazzi sono liquidabili con “Questo è un cretino”. I genitori
Che cosa pensa del Bunga Bunga e del Rubygate che
sono Peter Pan impossibili da crescere, pure loro. In quelle coinvolge il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi?
aule, anche la mia intelligenza stava morendo. Con inevita“In un mercato in cui il prezzo lo fanno ancora gli uomini,
bile corollario di depressione, ansia, attacchi di panico. Un ognuno vende quello che ha. E succede che si tratti anche
feticismo su tutti, però, mi portò all’iniziazione. Quello per i in questo modo. Le ragazze del Rubygate, poi, sono figlie
libri, i più conturbanti oggetti erotici che il mio desiderio delle donne italiane. L’Anna Magnani di Bellissima di
riconosca. Adesso posso comprarmene quanti voglio, senza Luchino Visconti, che vuol costringere la figlia a partecipapensieri”.
re a Miss Italia (anche se poi la porta via), non era molto
Lo stipendio degli insegnanti è noto. Quanto si prende diversa dalle madri che venivano a scuola ai colloqui, inteda prostituta?
ressate al successo del voto, più che alla sostanza”.
“Dipende da quanto tempo voglio avere per perdere temGli uomini, dal suo libro, non ne escono bene. Non ha
po, avrebbe detto Virginia Woolf. Io, ormai, prestazioni paura di perdere clienti?
normali non ne faccio. Pratico sadomaso: e per questo mi
“Li ho avvisati uno a uno”.
capita di guadagnare anche diecimila euro al mese”.
Non le prende mai voglia di normalità?
I suoi sanno della sua scelta?
“Sì, ma mi consolo: a volte prendeva pure a Pier Paolo
“No. Con loro, ho un rapporto borghese: sanno che ho Pasolini”.
lasciato la scuola. Non chiedono”.
Fare la prostituta è un po’ come fare il calciatore: è una
Come ricorda la sua ultima campanella?
carriera che finisce presto. Che cosa farà, quando il suo
“Il mio ultimo giorno di scuola è stato come l’ultima siga- corpo non sarà più così attraente?
retta di Italo Svevo nella Coscienza di Zeno. C’erano state
“La mia vecchiaia me la immagino come quella di certe
molte penultime campanelle mentali prima”.
mignotte di Barcellona, grasse e con il rossetto sbavato. Se
Adesso come si sente, più libera?
ne stanno sedute su una sedia, fuori dalla loro casa bordel“Intensa. Fluida. Vedo nel mio nuovo mestiere una lo, d’estate: ventaglio, vestito leggero. E invitano i clienti a
potenzialità forse utopica: l’educazione sessuale, una di- entrare con un “Che lo vuoi un bicchiere d’acqua?””.
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Anno VII° nr. 5 Maggio 2011
Si cercano i resti mortali della
“modella” di Leonardo
Michele Giuntini - Gazzetta del Sud
Partirà ufficialmente oggi (5 aprile) una campagna di ricerca che per
la prima volta mira a trovare la tomba, e possibilmente i resti, della
modella che potrebbe – secondo
alcuni studiosi – aver ispirato
Leonardo da Vinci per la
Gioconda.
Gli studiosi cercheranno a Firenze nell’ex convento di Sant’Orsola
dove monna Lisa Gherardini, moglie del mercante Francesco Del
Giocondo, divenuta vedova, si ritirò nell’ultimo periodo della sua vita
morendovi poi il 15 luglio 1542, a
63 anni.
Un gruppo di studiosi riuniti nel
Comitato nazionale per la
valorizzazione dei beni storici culturali e ambientali annuncerà in Palazzo Medici Riccardi, sede della
Provincia di Firenze, l’ente proprietario dell’ex convento, il progetto per trovare le tracce di Lisa
Gherardini.
Cavità naturali, che forse ospitarono un sepolcreto ai margini del chiostro, sarebbero i primi obiettivi della ricerca all’interno della struttura ex religiosa.
Tuttavia, la campagna sulle tracce di monna
Lisa potrebbe risultare vana se fosse vera l’ipotesi teorizzata da un giornalista inglese pubblicata su quotidiano on line di Liverpool.
Secondo le sue ricostruzioni, quanto sarebbe arrivato fino ai nostri giorni della sepoltura
di Lisa Gherardini potrebbe esser stato scavato e portato via con materiali inerti in una discarica vicino a Firenze durante gli anni ’80.
Sarebbe successo in concomitanza con pesanti lavori di ristrutturazione dell’ex convento, che all’epoca era di proprietà demaniale e
che sembrava destinato a ospitare una caserma tanto che fu scavato un posteggio sotterraneo più o meno in corrispondenza di un chio-
stro.
Un’ipotesi suffragata da alcuni tecnici fiorentini: «Tutto quello che resta di Sant’Orsola
sono le mura esterne e qualche arco del XIV
secolo», dice uno di loro.
Lisa Gherardini, moglie di Francesco Del
Giocondo, sarebbe la “Gioconda” del quadro
secondo la tradizione impostata da Giorgio
Vasari (1511-1574) nella biografia di
Leonardo, ma è anche un assunto che è stato
molto dibattuto dalla storiografia artistica, e
molte sono state le presunte “identificazioni”.
Nel 2005 è stato reso noto un documento,
datato 1503, che conferma l’esistenza di un ritratto di Lisa del Giocondo
Voci dal Sud
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AnnoVII° nr. 5 Maggio 2011
w w w . s o s e d .eu
Rubrica a cura del dott. Gianluca Sapio
seconda puntata
Il Borgo di Borrello
“I luoghi hanno una loro posizione geografica, spaziale, ma sono sempre, ovunque
una costruzione antropologica.
Hanno sempre una loro storia anche quando non facilmente decifrabile; sono il risultato dei rapporti tra le persone.
Hanno una loro vita: nascono, vengono
fondati, si modificano, mutano, possono
morire, vengono abbandonati, possono rinascere.
Poche terre come la Calabria, attraversata fin da epoche preistoriche dai popoli
più diversi, segnata dal succedersi di civiltà, da abbandoni e da ricostruzioni, possono raccontare la mobilità e la storicità dei
luoghi” .
Con queste parole Vito Teti, docente di
Etnologia presso l’Università di Cosenza, definisce i luoghi ed in particolare il loro significato in Calabria.
Il borgo abbandonato di Borrello è certamente uno degli esempi più suggestivi di “luogo”
in Calabria; aggirarsi tra le vestigia del vecchio
maniero, sulla sommità della collina immersa in
uno splendido paesaggio rurale vuol dire calarsi a pieno nella realtà calabrese attraverso
la sua storia, le sue leggende, le sue tradizioni.
Già la fondazione del piccolo borgo, posto
proprio sopra la confluenza dei fiumi Mesima
e Marepotamo, è ammantata di mistero tanto
che già le fonti post medievali e moderne scrivono “…de fundatione Burrelli silent
scriptores…” (Tommaso Aceto), ed ancora di
Borrello “… poco i nostri cronisti trattano…”
(Domenico Martire).
Alcuni sporadici ritrovamenti ceramici di superficie, per altro mai resi noti ufficialmente,
indicano certamente un insediamento sulla collina di Borrello per lo meno a partire da età
greca, quando questo settore di agro si trovava sotto le dipendenze politico-territoriali della vicina polis di Medma (attuale Rosarno, Rc).
D’altronde la posizione, immediatamente so-
pra la confluenza di due importanti corsi d’acqua e delle relative vallate, costituì sempre un
notevole motivo di attrazione per l’insediamento
umano sulla collina di Borrello.
In base agli studi di G. Givigliano, docente di
Topografia antica all’Università di Cosenza,
proprio le vallate del Mesima e del
Marepotamo costituivano importantissime vie
di comunicazione a partire dall’età pre greca,
rispettivamente verso N e verso E dove conducevano ai passi di valico montani.
Nell’alto medioevo ed in particolare in età
bizantina dovette esserci sulla collina di
Borrello un abitato rurale o un piccolo
“kastron” fortificato dove gli abitanti potevano vivere lontano dalle aree malariche della piana di Rosarno ed in un luogo naturalmente difeso e ricco d’acqua.
Una serie di documenti relativi all’età medievale parlano anche di alcuni cenobi basiliani
attivi nella zona di Borrello probabilmente a
partire dall’alto medioevo.
Mancando comunque specifiche campagne di
scavo archeologico i primi dati certi e ben
documentabili sul borgo di Borrello risalgono
all’età normanna, ovvero all’XI sec..
In questa fase il borgo fortificato ed il castello di Borrello rientrarono nel sistema fortificato interno previsto per la difesa del centro
importante di Mileto, che al tempo era la dimora di Ruggero detto il Normanno, ovvero il
“Gran Conte” della famiglia Altavilla che, a quel
tempo, governava su tutto il meridione d’Italia.
Dal castello di Borrello è possibile avere un
collegamento visivo con i castelli di S. Angelo,
Sorianello, Arena, Vibo e Nicotera sulla costa, questo costituiva un vero e proprio punto
di forza per il sistema fortificato di questa parte della Calabria.
Con i Normanni a Borrello venne certamente edificato un “dongione” (palazzo) di tre
piani sul quale si apriva un ampia corte (piazza
Voci dal Sud
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Anno VII° nr. 5 Maggio 2011
d’armi) sulla quale si affacciavano gli edifici gresso alla corte del castello, in essa i condannati erano legati alle pareti ed in base alla pena
della guardia.
Il piccolo borgo venne certamente dotato di da scontare l’ambiente veniva ricoperto di fango a livelli diversi.
mura.
Un’altra tradizione parla di una stanza del “teIl toponimo Borrello deriva forse dal latino
soro”
posta immediatamente dietro al grande
“burrus” o “burrella” (burrone) ed era riferito
alla profonda gola
posta immediatamente a N del borgo; è probabile che
il nome venne coniato proprio in questa
fase, ossia quando,
con l’avvento dei
Normanni, la tradizione “latina” si impone a quella “greca” anche in queste
contrade.
Si ha notizia che
intorno al 1230 il
Conte normanno
Gualtiero Appardo
attribuì come simboIl castello di Borrello in un’immagine dei ruderi vista
lo araldico alla città
dalla piazza d’armi.
di Borrello il simbolo dell’elefante, che
ancora oggi è lo stemma del moderno comune
camino del salone principale; si tratta in realtà
di Laureana di Borrello (Rc).
Questo animale nell’araldica normanna era di un ambiente, forse adibito a prigione, che
simbolo di forza ma allo stesso tempo di quie- presenta ancora malta sulle pareti ed un soffitto ad incannicciato.
ta grandezza.
I resti del castello di Borrello oggi fanno anNel XIV secolo nella collina adiacente a quelcora
intuire la forma ed il pregio dei paramenti
la del borgo si impiantò una ricca comunità di
francescani che fondò un convento i cui resti murari del “dongione” normanno, una torre retsono oggi visibili all’interno di una proprietà tangolare sporge verso il borgo, a S e due grandi ambienti rivestiti in malta idraulica (forse ciprivata.
La decadenza del borgo di Borrello comin- sterne) si trovano ai lati del primo piano (unico
cia in età moderna con le diverse distruzioni ancora parzialmente conservato). Al centro,
dovute ai principali terremoti succedutisi in subito oltre l’ingresso principale si apre un
grande salone con parte della volta ancora conCalabria.
Nel 1638 il castello ormai rimasto quasi iso- servata. Per il resto del vecchio borgo si conlato per l’abbandono del borgo viene fortemen- servano solo pochi suggestivi ruderi.
te danneggiato dal terremoto; è invece totalmente distrutto ed abbandonato in seguito al
sisma del febbraio del 1783.
Alcune tradizioni arricchiscono la storia del
castello di Borrello e lo rendono un luogo, come
scritto da Teti, testimone di vita vissuta.
Tra le altre cose la presenza di una stanza
per le torture posta immediatamente sotto l’in-
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Nasce la Rubrica del Circolo
Culturale Nea Vox
E’ con grande piacere, grazie al mensile on line “Voci dal Sud” ed al suo direttore
Franz Rodi Morabito, poter inaugurare con questo numero la rubrica ufficiale Nea
Vox, un ennesima possibilità che il Circolo fornisce ai suoi soci e consociati di poter
realizzare condivisione e divulgazione culturale.
Il Circolo Culturale Nea Vox nasce (come Associazione) nel 2008, fondato senza
scopi di lucro né finalità partitiche, da un gruppo di ragazzi rosarnesi desiderosi di
occuparsi di promozione e valorizzazione culturale a Rosarno e nel suo territorio.
I principi sui quali si basa lo statuto del Circolo sono: l’art. 9 della Costituzione in
base al quale lo Stato garantisce la tutela del Patrimonio culturale e promuove la
cultura e la ricerca, e la definizione (reale!) di politica intesa come vita attiva della
comunità per la sua città.
E’ in base a questi principi che i progetti di Nea Vox si compongono di tre fasi
principali legate alla Conoscenza degli argomenti proposti, alla Condivisione degli
stessi ed alla loro Divulgazione così che tutta la comunità possa beneficiarne.
Il Circolo, pur mantenendo un nucleo centrale di Soci fondatori, non ha volutamente
un rigido assetto legato a tessere o vincoli economici di altro tipo, lo scopo è quello
di rendere protagonista chiunque abbia la possibilità e la voglia di concretizzare idee positive .
A tale proposito è stato ideato un apposito modulo nel quale chiunque voglia potrà
strutturare le proprie idee così che, assieme ai ragazzi del Circolo si possano concretizzare idee relative alla promozione e valorizzazione culturale in senso lato.
In due anni il Circolo Nea Vox si è reso protagonista della promozione di numerose
iniziative a Rosarno e nel suo territorio. Tra le altre cose sono stati proposti con il
contributo di altre Associazioni attive sul territorio tre calendari di escursioni storico – archeologiche, naturalistiche e letterarie, sono state realizzate visite guidate,
mostre ed esposizioni, serate sotto le stelle, concorsi di fotografia, raccolte di firme,
pubblicate guide e calendari, ecc.
E’ anche grazie al contributo dei ragazzi del Circolo Nea Vox che ci si augura possa nascere una nuova sensibilità verso le problematiche reali della nostra città e del
nostro territorio, che si impari a guardare le cose da un punto di vista positivo, che
possa finalmente nascere una comunità civica compatta, che riesca ad andare oltre
gli individualismi, come una grande famiglia!
Circolo Culturale Nea Vox Gianluca Sapio
Coordinatore responsabile-Presidente
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La Rai ci prende per i fondelli!
Sostituita la fiction (ormai stanca) don Matteo con un’ altra in fotocopia
Nicoletta Tamberlich - Gazzetta del Sud
Smessa la tonaca di Don Matteo scende dalla bicicletta e
sale a cavallo per diventare una guardia forestale dal passato misterioso: Terence Hill torna su RaiUno con sei prime
serate, in “Un passo dal cielo”, di Luxvide e Rai Fiction
prodotta da Matilde e Luca Bernabei per la regia di Enrico
Oldoini.
Mariasole Dalmonte
La fiction andrà in onda di domenica al posto di “Un
In don Matteo Terence Hill fa il prete dall’intelligenza
medico in famiglia”, spostato al giovedì.
sveglia e dal fiuto investigatico degno (o migliore) dei cani
Pietro, il protagonista, si muove agile tra i sentieri e i
... molecolari utilizzati dal Ris.
laghi alpini dell’Alta Pusteria.
Il simpatico ed eclettico prete dalla tonica svolazzante
Terence Hill, occhi azzurri liquidi e intensi, 71 anni e fisisulla
sua fidata bicicletta ha un grande ammiratore nel Maco atletico da ragazzo, ferma i malviventi lanciando pezzi di
resciallo
dei Carabinieri (l’ineffabile Frassica) che lo idolaramo trovati sul sentiero. Si lancia in pazzi inseguimenti a
tra
e
pende
dalle sue labbra.
cavallo e non si risparmia in estremi interventi di soccorso
Ma
ha
anche
un terribile nemico che è il Tenente dei
alpino.
Carabinieri
che
lo
vede come il fumo agli occhi e che scarica
«Sono felice di aver avuto questa possibilità – ha spieil
suo
“odio”
sul
povero
Maresciallo che riporta notizie, e
gato l’attore in conferenza stampa – perché sono un amandeduzioni
ed
intuizioni
di
don Matteo ma usurpandone la
te della natura.
Pietro è un personaggio che sento mio e che, attraver- paternità.
so le sue vicende, ci permette di parlare di temi come
Alla fine il tenente ha sempre torto, don Matteo ha seml’ecologia, il rispetto per l’ambiente e per gli animali». pre ragione, il cattivo viene catturato ed il buono finito in
Ascoltando il vento Pietro riesce a prevedere non solo le gattabuia ingiustamente viene riabilitato.
trappole sparse per i boschi ma anche quelle che tende la
Simpatiche le numerose serie anche se la migliore è stata
vita.
quella in cui il tenente era Flavio Insinna che accoppiato
Il suo regno è il parco che costeggia il piccolo paesino di alla simpatia dirompente di Frassica ed alla figura carismaSan Candido accucciato ai piedi delle Dolomiti. Pietro è un tica di Terence Hill facevano “girare” il serial molto piacevero montanaro: un po’ rude, solitario, di poche parole ma volmente.
acuto d’ingegno.
Ma tutto ciò che ha inizio deve avere una fine e la “stanEra uno dei più forti alpinisti in circolazione, come dimo- chezza” ha avuto ragione anche di Don Matteo!
stra la scena in cui scala una parete di sesto grado senza
Ed allora il sempre pronto cervello sveglio della Rai cosa
protezioni con un enorme crocifisso sulle spalle.
fa? mette in onda questa nuova fiction!
Ma si scoprirà che ha abbandonato le scalate dopo un
I personaggi sono Terence Hill divenuto comandante
tragico incidente in cui è morta la moglie.
delle
Guardie Forestali che ha un profondo fiuto investiga«Hill è uno dei volti di punta di Raiuno – ha sottolinetivo
(come
don Matteo), il suo ammiratore incondizionato
ato il direttore di Rai Fiction Fabrizio Del Noce – confidiache
è
un
agente
di Polizia (come il Maresciallo Frassica), un
mo ripetere con “Un passo dal cielo” il successo di “Don
gelossimo
Commissario
di Polizia napoletano che ha gli
Matteo”.
stessi
comportamenti
invidiosi
ed ostili nei confronti di
È una fiction unica nel suo genere, la prima ad essere
Terence
Hill
che
aveva
il
Tenente
dei Carabinieri nell’altra
girata in montagna.
fiction.
L’ambiente è parte integrante del racconto».
Solita scena, soliti delitti, solite indagini sbagliate del
Ha precisato il capostruttura di Rai Fiction Tinni
Commissario,
solito intuito di Terence Hill ormai divenuto
Andreatta «la serie ha avuto una lunga gestazione, durata quasi due anni, caratterizzata dalla bellezza “Pietro”, solita ammirazione del sottoposto di Polizia che
incontaminata della natura dell’ Alta Pusteria».
deve mascherare la sua ammirazione per Pietro con il pro«Siamo voluti uscire – ha rilevato Luca Bernabei – dai prio Capo per evitarne le ire.
contesti usuali della fiction, è un mix perfettamente amalAlla fine il tempo galantuomo dà sempre ragione a Pietro
gamato tra mistery, giallo e commedia.
e sempre torto ad uno stolto Commissario di Polizia preAbbiamo riprodotto i suoni degli uccelli, dei laghi e suntuoso, incompetente e sciocco!
del vento.
Ahhhh, dimenticavo ... manca la simpatia di Frassica asUn esperimento riuscito anche grazie all’intensa co- solutamente manco sfiorata da chi lo ha sostituito.
lonna sonora firmata da Pino Donaggio».
Unica nota positiva è avere finalmente preso in consideTra gli interpreti anche Gaia Bermani Amaral nel ruolo di razione un benemerito Corpo di Polizia, quello della
una veterinaria, Francesco Salvi nei panni del collaborato- Forestale da sempre dimenticata da tutti.
re fidato di Pietro, “Roccia”, Enrico Ianniello nella parte di
Viva la Rai e Dio salvi i cervelli fertili e sempre pronti
un giovane commissario. Ma la presenza più originale è
degli autori che offrono al pubblico pagante l’abbonamenquella di Katia Ricciarelli, che interpreta Assunta, proprieto fiction ... sempre uguali, anzi peggiori!
taria di una malga e sorella di Salvi.
I personaggi e le storie a
confronto fra “don Matteo” e
“Un passo dal Cielo”
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Convegno Teologico Nazionale a Roma nel
5° Anniversario della morte del Mistico
Toscano Don Divo Barsotti
Vincenzo Crucitti
La Comunità dei figli di Dio Fondata da Don Divo Barsotti
e il Progetto Culturale promosso dalla Chiesa Italiana, Organo della CEI, hanno organizzato il Convegno Teologico
Nazionale nel 5° Anniversario della morte del Mistico Toscano Don Divo Barsotti (Palaia 25 Aprile 1914 – Firenze 15
Febbraio 2006) dal titolo: “Aprite gli occhi l’Amore e si
disfa, nella Presenza pura, l’opacità del mondo”, 19-20
Febbraio 2011, Roma, SGM Conference Center, Via
Portuense 741.
Sabato 19 alle ore 15,30 l’Accoglienza, la Preghiera
iniziale e il Saluto di Padre Benedetto Ravano, Moderatore
Generale della “Comunità dei figli di Dio” e la Presentazione del Convegno. Alle ore 16,30 “Dio e l’uomo. La grazia
dell’incontro nell’esperienza di Divo Barsotti” Relatore
principale il teologo Mons. Piero Coda, professore di Teologia sistematica presso la Pontificia Università Lateranense
di Roma e preside dell’Istituto Universitario “Sophia” di
Loppiano (Firenze), a seguire una proiezione “Immagini e
ascolto di Don Divo Barsotti” con foto e video sul Padre
ed alle ore 19,00 i Vespri e la cena.
Domenica 20 alle ore 8,30 le Lodi e a seguire “Prossimità di Dio e peso del mondo: questa la vocazione che realizza la mia vita cristiana” (Divo Barsotti). Della grazia
dell’incontro a… - l’attenzione alla società” Relatore Prof.
Giuseppe Savagnone, professore di Storia e Filosofia nei
licei statali, direttore del Centro Diocesano per la Pastorale
della Cultura di Palermo. “La missione della Chiesa e del
cristiano” Relatore Don Emilio Grasso, Fondatore della
Comunità “Redemptor hominis”, missionario in Paraguay.
“La dimensione monastico-contemplativa della vocazione dell’uomo” Relatore Padre Jeremy Driscoll osb, monaco
della “Mount Angel Abbey” nell’Oregon e docente di Teologia presso il Pontificio Ateneo “Sant’Anselmo” in Roma.
“Il dialogo con l’Oriente cristiano” Relatore Prof. Natalino
Valentini, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” della Diocesi di Rimini. “La poesia e il linguaggio” Relatore il Diacono Don Carmelo
Mezzoschi e il Moderatore del Convegno Padre Agostino
Ziigno della C. F. D..
I Relatori sono tutti studiosi attenti del pensiero di
Don Divo e nelle loro relazioni hanno in modo sobrio e
semplice parlato del Padre Don Barsotti ed anche la sua
vita, il suo pensiero, il suo carisma, la sua spiritualità, le sue
opere e la sua Comunità Religiosa, hanno pure attinto dai
suoi scritti, dalle sue meditazioni, dalle sue poesie, e la relazione tra Dio e l’uomo. Sprattutto, hanno dato testimonianze inedite, dirette, personali e i loro ricordi, a cui sono stati
legati da una conoscenza diretta e personale e, in taluni
casi, da un vero rapporto di amore, dato che hanno personalmente conosciuto Don Divo, un insigne personalità mistica del Novecento Italiano.
Subito dopo, nella Chiesa “Gesù Divino Maestro” voluta dal Beato Giacomo Alberione, la Solenne
Concelebrazione Eucaristica presieduta da Padre Benedetto, dai Padri della C. F. D., Don Grasso, Padre Driscoll, Don
Antonio Iamundo Parroco delle Comunità Parrocchiali di
“San Pio X” di Amato e di “Maria SS. della Colomba” di
San Martino di Taurianova (RC) e Responsabile della C. F.
D., della Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, Don
Mezzoschi ed altri sacerdoti. I canti sono stati eseguiti dalle Suore Pie Discepole del Divino Maestro del Beato Don
Alberione e le Suore della C. F. D..
Vi hanno partecipato al Convegno i Padri, le Suore, i
Consacrati della C. F. D., di ogni parte d’Italia ed anche
l’Assistente Generale Femminile e la Vice Assistente della
C. F. D., la Prof. Antonietta Petrosino e Maria Persico, e
l’Assistente Generale Maschile e il Vice Assistente della C.
F. D., il Sig. Vito Diciaola e il Sig. Paolo Dell’Olio, la Responsabile della Delegazione “Calabria San Bruno” di Roccella
Ionica e Grace (RC) della C. F. D., Rosetta Franco e Don
Antonio Iamundo Responsabile della C. F. D., dalla Diocesi
di Oppido Mamertina-Palmi (RC) e del Responsabile della
Delegazione “San Francesco di Paola” CosenzaCastrovillari (CS) il Dott. Oreste Costabile, i gli Assistenti
di Famiglia e i Responsabili delle varie Delegazioni e Famiglie della C. F. D., di ogni parte d’Italia e gli aspiranti, consacrati, figli spirituali, simpatizzanti della C. F. D., di ogni parte
d’Italia.
Per tutti i partecipanti, aspiranti, consacrati, figli spirituali, simpatizzanti, devoti e parenti del Padre Don Barsotti
è stata un esperienza emozionante e molto bella che è stata
aperta a tutti, anche al di fuori della nostra Comunità, inoltre c’è stato il vivo interessi dai mass-media che si sono
espressi in modo molto positivo.
Altri due importante appuntamento in onore del Padre
Don Barsotti saranno a Bologna: una Mostra dal titolo:
“Cerco Dio Solo…l’Eternità Presente. Don Divo Barsotti
un Mistico del ‘900, Fondatore della Comunità dei figli
di Dio ” ed una Conferenza.
La Mostra sarà allestita in Strada Maggiore, 4, da Sabato 19 a Domenica 27 Marzo 2011 dalle ore 9,30 alle ore
13,00 e dalle 15,00 alle 19,00 e la Conferenza Sabato 19 Marzo 2011 alle ore 20,30, nel Teatro di San Salvatore in Via
Volto Santo I, presso la Comunità San Giovanni.
Sabato 19 alle ore 9,30 Apertura e Accoglienza della
Mostra e alle ore 20,30 Accoglienza, Saluto, Preghiera iniziale e relazione della Relatrice Suor Veronica Sighinolfi
sorella nella Comunità dei figli di Dio, dal titolo: “La bellezza dell’Oriente cristiano nell’umiltà di Maria” e “La missione del cristiano nel mondo del lavoro ” Relatore Prof.
Stefano Zamagni, professore ordinario di Economia Politica all’Università di Bologna; Moderatore Carmine Ciardulli
della C. F. D..
La Mostra e la Conferenza sul Padre sono stati organizzati dal Responsabile della C.F.D, Sig. Paolo Dell’Olio e
dai consacrati della C. F. D., di Bologna con il Patrocinio
della Parrocchia dei Santi Bartolomeo e Gaetano di Bologna.
Alla Mostra e alla Conferenza vi hanno partecipato i
consacrati della C. F. D., di Bologna, il Parroco della Parrocchia dei Santi Bartolomeo e Gaetano con la loro Comunità
Parrocchiale e autorità civili, militari e scolastiche.
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Miss Italia nel Mondo sarà eletta
Reggio Calabria
Patrizia Mirigliani dice: «Il più bel regalo per mio padre» che non dimentica di essere
“calabrese doc” - A contendersi il titolo 40 reginette provenienti da tutti i continenti
Tonio Licordari - Gazzetta del Sud
Il 25 giugno saranno 40 le bellezze prove- te un eterno giovane e non vuole mai connienti dalle comunità italiane di tutti i continenti vincersi della sua età».
che si contenderanno sul magnifico LungomaTante sono state le telefonate da parte delle
re, all’altezza di piazza Indipendenza, la
21/ma fascia di Miss
Italiana nel Mondo,
che sarà trasmessa
da Raiuno in prima
serata e diffusa in tutti i continenti da Rai
Italia.
Le selezioni sono
in corso nei vari Paesi perché ormai il
concorso, ideato e
realizzato da Enzo
Mirigliani nel 1991, è
un evento internazionale che sta crescendo di edizione in ediLungomare - foto di Giorgio Cannizzaro (da Internet)
zione.
Sullo sfondo, oltre la lingua di mare Jonio dello stretto di Messina, la Sicilia
I numeri, che
esprimono quell’indistruttibile sentimento di italianità di chi vive miss, compresa quella della calabrese Maria
da tantissimo tempo lontano della Patria, par- Perrusi.
lano da soli.
«Nonno Enzo – le ha detto – tu fai parte
Nino Malizia, che cura da 14 anni l’organiz- della nostra vita.
zazione delle selezioni nei vari stati esteri, ne
E per fortuna che c’è Patrizia che ha racha programmato 80 con 30 finali nelle varie colto il timone del concorso... ».
nazioni.
Già, Patrizia. Infatti è lei che da dieci anni
D’altro canto la “cernita” non è di poco con- guida la complessa macchina di Miss Italia e di
to.
Miss Italia nel Mondo, con idee e innovazioni
Sono ben 4.150 le iscritte alle sezioni, solo che hanno conferito al concorso elementi di
40 giungeranno a Reggio.
modernità e di raffinata eleganza.
Il 22 aprile scorso, Enzo Mirigliani, ha com«Non ci poteva essere – dice Patrizia – per
piuto 94 anni, festeggiati, con pochi intimi (la mio padre regalo più bello per il suo commoglie Rosy, le figlie Patrizia e Rosaria e il ni- pleanno che la notizia della finale di Miss
pote Nicola) nella sua magnifica casa romana Italia nel Mondo nella sua, nella nostra
di piazza di Villa Carpegna.
Calabria...».
Cena a base di golosità mediterranee e una
In effetti il patron che dal 1972 al 1977 avetorta alla frutta senza candeline, tanto che Pa- va piantato le tende nella sua regione di origitrizia osserva: «Mio padre è vanitoso, si sen- ne (è nato il 22 aprile del 1917 a Santa Caterna
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dello Jonio, a pochi chilometri da Soverato), ro.
non aveva mai nascosto il desiderio di fare qual«Questa caratteristica – spiega Patrizia –
cosa di grande per la Calabria che dopo aver- rende il concorso unico nel suo genere poilo accolto a braccia aperte, lo ha lasciato an- ché non esistono iniziative analoghe in nesdare via, procurandogli una spina che ha sem- sun altro paese.
pre avuto nel cuore.
Al tempo stesso,
Ripeteva, infatti, in
questa particolaquegli anni a “Gazrità trasforma
zetta del Sud”:
l’evento in una
«Come Sanremo ha
rassegna di alto
le canzoni, Venezia il
livello nella quale
cinema, la Calabria
emerge un punto
deve avere la beldi incontro tra le
lezza».
varie etnie e culIl suo grande soture».
gno era quello di veL’idea di realizdere istituzionalizzazare l’edizione del
to il concorso quale
2011 in Calabria
simbolo annuale delnasce da un inconEnzo Mirigliani, ideatore del concorso di Miss Italia
la promozione turitro tra Patrizia
e
di
Miss
Italia
nel
Mondo
assieme
alla
figlia
stica.
Mirigliani e il goPatrizia che ha ereditato “il timone” delle due
«L a C a l a b r i a è
vernatore Giusepimportantissime manifestazioni
una miniera mai
pe Scopelliti, piesfruttata, Miss Itanamente condivisa
lia farà da attrattore per i cercatori di pepi- dal Direttore di Raiuno Mario Mazza.
te d’oro nella mia terra», diceva.
E la Calabria, regione che ha dato e contiUn sogno infranto per l’insipienza degli am- nua a dare tanto all’emigrazione mondiale, è
ministratori regionali di quel tempo. Adesso indubbiamente la regione ideale per questo tipo
Miss Italia, nella versione Mondo, ritorna a di manifestazione.
Reggio, dove nel 1974 si è svolta un’edizione
Come quando gioca la Nazionale di calcio,
che è tra le più belle del concorso. Una serata come quando vincono la Ferrari o Valentino
indimendicabile, 30 mila persone al Lido co- Rossi, esplode forte, in tutte le comunità italiamunale in una giornata in cui è apparso sulle ne all’estero, il sentimento di una patria lontaacque dello Stretto il rarissimo fenomeno della na da amare sempre più, anche Miss Italia nel
Fata Morgana.
Mondo diventa un’occasione di amore e di orSin da allora, Enzo Mirigliani (chi vi scrive è goglio che quest’anno si colora di significati
il suo biografo nel libro “Miss Italia” pubblica- particolari per le celebrazioni del 150/mo anto dalla Mondadori) pensava ad un concorso niversario dell’Unità.
che potesse unire, sul filo della bellezza, tutte
Il governatore Scopelliti, in attesa della prele comunità italiane.
sentazione ufficiale della manifestazione, si liIl suo non era un desiderio campato in area. mita ad anticipare: «L’evento del 25 giugno
Suo padre Nicola era andato via da Santa esprime diversi significati sia dal punto di vista
Caterina a fare fortuna in America alla fine de- promozionale sia dal punto di vista culturale e
gli anni Venti, lasciando alla madre Rosaria la sociale per una terra come Calabria, regione
guida della famiglia.
storica dell’emigrazione.
E in America aveva perso il fratello Antonio,
Ma c’è anche un effetto pratico da non sotil quale aveva seguito il padre.
tovalutare: per una ventina di giorni circa 400
E proprio nel ricordo di questo fratello Enzo persone che fanno parte a vario titolo
pensava e ripensava a questa sua nuova “cre- dell’entourage del concorso soggiorneranno
atura”.
negli alberghi di Reggio.
Miss Italia nel Mondo, infatti, è riservata alle
L’impatto è, quindi, positivo in tutti i sensi.
ragazze di origine italiane che vivono all’este-
Voci dal Sud
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Anno VII° nr. 5 Maggio 2011
Osama Bin Laden è morto, ma
cosa ci viene nascosto?
Un alone di mistero aleggia intorno alla morte del grande capo del terrorismo
mondiale - Molti i misteri che alimetano seri dubbi finanche sul fatto che sia stato
ucciso il vero Bin Laden - Altro dubbio è che, come nel caso di Salvatore Giuliano,
l’omicidio sia stato opera di qualcuno vicino a lui e poi attribuita agli americani
Marco Ratti - Yahoo News
Osama bin Laden è stato ucciso ad Abbottabad,
in Pakistan.
Ma quali sono i particolari dell’operazione già
noti e quali sono quelli ancora tenuti nascosti? Che
cosa c’è di sicuro tra le dichiarazioni ufficiali delle autorità degli Stati Uniti e che cosa, invece,
avrebbe bisogno di altre spiegazioni?
E chi è stato a premere il grilletto? Ecco una
serie di domande e di risposte
per provare a fare chiarezza a
due giorni di distanza dell’omicidio del numero uno di Al
Qaeda.
Chi lo ha ucciso?
Secondo le notizie diffuse dalle unità americane,
bin Laden è stato ucciso dai Seals americani nel
corso del conflitto a fuoco.
Un quotidiano pachistano di Islamabad, però,
oggi fa un’altra ipotesi: a premere il grilletto potrebbe essere stata una guardia del corpo dello
Come è morto bin Laden?
L’operazione è durata in tutto meno di 40 minuti.
Nella notte di lunedì 2 maggio quattro elicotteri dei Navy
Seals americani sono atterrati ad Abbottabad, vicino a Islamabad, la capitale pachistana.
Uno dei mezzi ha avuto un’avaria ed è stato
distrutto per non rischiare di lasciarlo alle “forze
nemiche”. L’unità d’élite ha fatto esplodere le
entrate del complesso dove si rifugiava bin Laden,
ha fatto irruzione e ne è seguito uno scambio a
fuoco, in cui sono morti quattro “combattenti” e
una donna.
Secondo quanto dichiarato da un ufficiale americano, Bin Laden è stato colpito due volte: una
alla testa, l’altra al torace.
Tra i racconti che si trovano sul web, quello
della Cnn è molto dettagliato.
Come l’hanno trovato?
Stando alla ricostruzione fatta dal New York
Times, il nascondiglio è stato trovato
dall’intelligence americana seguendo le tracce di
un corriere di cui bin Laden si fidava ciecamente.
Attraverso di lui, il numero uno di Al Qaeda
sarebbe riuscito a mantenere i contatti con il mondo esterno negli ultimi anni restando ad appena
una sessantina di chilometri da Islamabad.
Gli agenti sono risaliti al corriere grazie a una
soffiata fatta da un detenuto interrogato a
Guantanamo.
stesso sceicco, a cui era stato dato l’ordine di
uccidere il capo per impedire che fosse catturato
vivo.
Come è stato identificato il corpo?
Le autorità si sono dichiarate sicure di avere ucciso proprio Osama bin Laden in seguito alle analisi del Dna.
Il raffronto sarebbe stato fatto con il patrimonio genetico di un parente del capo di Al Qaeda,
ma non è ancora stato dichiarato ufficialmente da
chi altro sia stato prelevato il campione.
In un primo momento era circolata la voce che
si trattasse del Dna di una sorella, anche se le
autorità hanno fatto sapere di avere effettuato diversi prelievi a parenti di bin Laden negli ultimi
anni.
La sua identità è stata confermata al 99% (leggi
l’approfondimento dedicato a questo argomento
dal New York Times).
Che fine ha fatto il corpo?
Dopo la morte dello sceicco, il corpo è stato caricato in uno degli elicotteri Blackhawk statunitensi e portato sulla portaerei Carl Winson, che si
trovava nell’Oceano Indiano.
Il cadavere è stato poi seppellito in mare.
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Non tutti, però, credono alla versione ufficiale
e al momento non sono ancora state presentate
prove inconfutabili che le cose siano andate davvero così.
A tutto questo, si aggiunge il fatto che in un primo momento le reti televisive del Pachistan avevano diffuso una foto, presentandola come quella
di bin Laden.
Dopo qualche ora, però, hanno dovuto ritirarla
e ammettere che si trattava di un falso.
Perché è stato sepolto in mare?
Nell’operazione che ha visto l’uccisione del numero due di Al Qaeda, Osama era stato
ribattezzato Geronimo, come il famoso capo
Apache.
Per fare arrendere l’indiano nel 1886 furono necessari 5 mila soldati e una lunga campagna militare (Corriere della Sera).
Qual è stato il ruolo del Pakistan?
Ufficialmente il Pakistan è stato avvertito dell’operazione solo dopo l’uccisione di Osama bin
Laden.
Secondo alcune teorie collaborazioniste, il Paese avrebbe coperto la presenza dello scomodo
ospite, mentre si dichiarava pronto a collaborare
con gli Stati Uniti nella lotta al terrorismo.
La domanda che pesa ancora sul paese, dunque, è questa: davvero l’intelligence di Islamabad
non si è mai accorto della presenza di Al Qaeda
ad Abbottabad?
Secondo la versione ufficiale, Osama è stato sepolto in mare dopo una cerimonia religiosa a bordo della portaerei americana Carl Winson.
Il rito sarebbe stato celebrato nel rispetto della
tradizione islamica.
A questo proposito, però, sono stati espressi
molti dubbi.
Secondo il grande imam Sheikh Ahmed Al
Tayeb “questa procedura è contraria ai principi
della legge dell’Islam, ai suoi valori religiosi e a Ora gli Stati Uniti lasceranno l’Afghanistan?
ogni
comportamento
umanitario”.
Secondo quanto riportato dal New York Times,
Perché non l’hanno preso vivo?
l’amministrazione Obama sta subendo forti pressioni per abbandonare l’Afghanistan, dove comJohn Brennan, consulente capo in materia di lotta battono ancora 100 mila soldati americani.
al terrorismo del presidente Obama, ha detto che
Il dubbio che sollevano adesso alcuni commeni militari Usa erano preparati a catturare bin Laden tatori è questo: dopo avere decapitato il vertice
vivo, ma anche “assolutamente” pronti a rispon- di Al Qaeda, è ancora necessario mandare i milidere al fuoco.
tari a morire?
“Se avessimo avuto l’opportunità di prenderlo vivo, lo avremmo fatto”, ha tagliato corto Alcune domande, però, sono ancora senza riBrennan (leggi la notizia dell’Huffington Post).
sposta.
Su internet, però, si stanno già diffondendo opinioni contrastanti a questo riguardo e qualcuno
La prima: perché gli americani non hanno anpare essere convinto che l’obiettivo fosse di uc- cora fornito alcuna immagine del cadavere di
ciderlo in ogni caso.
Osama bin Laden?
Ed ancora, sempre a questo proposito: perché
Da quanto sapevano che si nascondeva lì?
sono state fatte circolare fotoritocchi del volto
emaciato dello sceicco, invece che diffondere fin
Nel 2007 due detenuti di Guantanamo affiliati ad da subito quelle autentiche?
Al Qaeda rivelano durante un interrogatorio lo
Altra questione: precisamente, con il Dna di
pseudonimo utilizzato da un corriere di fiducia di quale parente è stato confrontato quello di bin
Osama.
Laden?
Seguendo questa pista, nell’agosto 2010
Secondo le prime informazioni, inoltre, nel corl’intelligence Usa capisce che la zona è quella di so del blitz è stato trovato il computer utilizzato
Abbottabad e riescono così a individuare la villa- dallo sceicco: che cosa contiene?
fortezza in cui viveva Osama.
Quanto è costata la guerra ad Al Qaeda?
Calcoli precisi, naturalmente, non sono ancora
stati fatti.
Secondo le prime stime, comunque, dall’11 settembre 2001 alla morte di Osama, il congresso
americano ha speso qualcosa come 1280 miliardi
di dollari Usa nella guerra al terrore.
Che cosa c’entra Geronimo?
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Con la nuova opera “La terra rossa”
Santo Giuffrè doppia il successo di
“Artemisia”
Gazzetta del Sud
Del suo seme dava la parte
misconosciuta, non nobile, di scarto, quella che si disprezzava perché era destinata
a disseminarsi con esseri inferiori e, semplicemente tutto ciò che quel seme generava per lui non esisteva.”
Era questa una regola di vita per don
Ciccio d’Alessandro, U Signurinu, che non
si era ammogliato perché avrebbe, così,
potuto avere tutte le donne che voleva, ricche o povere, nobili e contadini, forte della sua posizione di ricco e titolato signore,
U Gnuri, e del suo aspetto attraente ed anche della sua professione medica.
Tale filosofia fa da scaturigine all’inizio
ed alla conclusione del romanzo La terra
rossa di Santo Gioffrè, edito da Rubbettino,
presentato, su iniziativa dell’Editore e del
circolo Rhegium Julii nell’Auditorium dell’Università della Terza Età, da Franco
Cernuto direttore dei corsi, con l’intervento della professoressa Lina Anzalone.
Relatore d’eccezione il giornalista e scrittore pugliese Raffaele Nigro che ha voluto
con la sua presenza dare lustro all’avvenimento e che, con l’occasione ha anche incontrato gli studenti del Liceo Classico
“Campanella” protagonisti di una ricerca su
“Il brigantaggio post-unitario”, un saggio
edito da Adda. Ha condotto l’incontro la
prof. Anna Cama alla presenza della dirigente dott.ssa Maria Quattrone.
Raffaele Nigro, nel suo discorso, ha
evidenziato aspetti micro e macro storici
che fanno da substrato al romanzo e lo stesso Santo Gioffrè nel suo intervento ha illustrato le motivazioni alle radici del suo lavoro che, in quanto documento di una
subcultura ancora non completamente superata, si incunea nelle celebrazioni per i
centocinquanta anni dell’Italia unita. Infatti,
il romanzo
documenta un
periodo storico che abbraccia
la
prima metà
del Novecento.
In “La terra rossa”,
rossa perché
feroce, rossa
perché intrisa
di sangue,
trovano luogo
aspetti disumani e terribili, ma anche teneri e devoti delle costumanze che nei secoli
si sono radicate così che le azioni a volte
appaiono disumane ed incomprensibili, a
volte anche ammirevoli o giustificabili.
Al centro, la realtà dei figli muli, i bastardi neppure considerati illegittimi che
non avevano titolo alcuno nella comunità ed
erano reietti da potenti ed umili, ricchi e
straccioni. Saverio, un figlio mulo di don
Ciccio osa chiedere giustizia e non la ottiene. Esplode allora l’azione snaturata verso un padre che tale non è. Ne “la terra
rossa” chi sfida le leggi di casa ha solo due
alternative: essere ammazzato o diventare
assassino. Saverio è troppo giovane per
morire...
Santo Gioffrè, medito e politico, è autore di altri romanzi di successo: Artemisia
Sanchez, dal quale è stata tratta una fiction
televisiva, Leonzio Pilato e del saggio Gli
Spinelli e le nobili famiglie di Seminara. Anche per la Terra rossa si prevede la versione cinematografica.
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10 anni addietro nasceva
“La Piana”
Una testata voluta con caparbietà dal collega Damiano Tripodi
franz rodi-morabito
Era la fine del 2001 ed assieme al collega Damiano Tripodi ed alcuni nostri
collaboratori uscivamo dalla disastrosa
esperienza di un quotidiano regionale
che ci aveva sfruttati e deluso.
Ci leccavamo mestamente le ferite e ci
guardavamo intorno, per vedere quale
potesse essere il nostro futuro.
Improvvisamente Daminao venne a
casa mia e mi comunicò la sua decisione:
avrebbe fondata una testata impostata
in maniera alquanto insolita.
Infatti le pagine venivano “vendute”
ai vari Comuni della Piana di Rosarno/
Gioia Tauro che le avrebbero utilizzate
da baqueca a loro piacimento; le ultime
pagine invece le riservava ai
commenti dei lettori ed a qualche articolo inviato da vari
corrispondenti.
La fomula mi piaceva, era a
mio avviso percorribile anche
se, avendo esperienza in altri
campi di rapporti con le Istituzioni, ben sapevo che ... era
più facile piovesse ad agosto
nel Sahara che loro pagassero il pattuito.
Feci presente all’amico Tripodi le mie perplessità, ma
vedendolo caparbiamente
deciso non volli scoraggiarlo.
Promisi ogni mio appoggio
all’iniziativa e misi a sua piena disposizione la mia (relativamente modesta) esperienza in fatto di impaginazione e
composizione.
... e Damiano partì a testa
bassa creando la sua Redale foto :
zione a Palmi, suo paese di re- in alto i gruppo iniziale di corrispondenti 10 anniaddietro
sidenza, con alcuni dei nostri
- soto parte del gruppo dei corrispondenti di oggi
collaboratori.
Poi venne il momento della presentazione della testata e lo fece in maniera pomposa nella Sala Consiliare del Comune
di Palmi.
Volle, bontà sua, che fossi io il Padrino di questo battesimo per cui ebbi la prima parola nella presentazione.
Non potei fare a meno, dopo essermi congratulato per la iniziativa, non esprimere le mie remore per la puntualità dei
pagamenti da parte delle Istituzioni per cui definii l’Amico carissimo Damiano “... un impavido e coraggioso o ... un
incosciente!” .
Fu così che l’operazione “La Piana” partì con tutte le incertezze operative di un’operazione sperimentale e lo fece in
maniera quasi artigianale.
Figuratevi che il buon Damiano ha voluto fotografare l’arrivo del primo numero mentre veniva scaricato dal furgone
e veniva trasportato nella redazione su una ... carriola di legno normalmente usata dai contadini in campagna.
Una foto storica, ormai visto che oggi la testata compie i suoi primi 10 anni e vanta uno staff di corrispondenti
veramente invidiabile sia per numero che per qualità.
Non mi resta che congratularmi con l’amico Tripodi e felicitarmi per aver constatato che i miei timori era del tutto
infondati.
Oggi “La Piana”è una realtà molto apprezzata nella provincia di Reggio Calabria.
Auguri a te, Damiano, allo staff ed alla gloriosa testata!
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Il Direttore Responsabile Damiano Tripodi
In genere quando mi siedo davanti al computer per
scrivere il mio editoriale, divento un freddo calcolatore
degli eventi, poiché è solamente analizzandoli con il giusto distacco che riesco a non farmi travolgere da personali emozioni e quindi da personali condizionamenti. Stavolta no.
Stavolta proprio non ci riesco. E’ talmente tanta l’emozione che mi rendo conto di non poter fare a meno di
scrivere se non con il cuore. E la prima cosa che il cuore
mi suggerisce, in occasione del decimo compleanno di
questa testata giornalistica, è quella di ringraziare TUTTI, ma proprio
tutti.
GRAZIE a voi, miei stimati Collaboratori che con
grande professionalità avete fatto sì che il vostro impegno si traducesse in un record di durata per un giornale
che proprio 10 anni fa pubblicava il suo primo numero
tra centomila incognite, ma tra un milione di speranze e
di proponimenti, inseguiti con tenacia, determinazione e
caparbietà in un territorio non certo facile ed opulento
come il nostro.
GRAZIE a voi, Sindaci ed Amministrazioni comunali
che in questi dieci anni vi siete susseguiti alla guida di
tutti i nostri Comuni. Grazie per avere compreso l’assoluta imparzialità di quello che non ho mai voluto fosse considerato il “mio” giornale, ma che ho sempre voluto fosse
il “vostro” giornale: il giornale che rispecchia (e rispetta) la volontà popolare di ogni paese. Qualunque essa
sia. GRAZIE a voi, Sponsor per avere avuto fiducia in
noi e per il fatto che continuiate ad averla, affidandoci il
compito di vei-
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colare le peculiarità delle vostre iniziative imprenditoriali. Noi, da parte nostra, ci impegneremo, così come
abbiamo fatto sino ad oggi, a soddisfare le vostre aspettative e le vostre esigenze, perché se abbiamo raggiunto
questo traguardo, lo dobbiamo anche al vostro apprezzato supporto. GRAZIE a voi lettori che in
tutti questi anni ci avete seguito con grande attenzione
e con occhio benevolo; una benevolenza accompagnata
da quella giusta critica costruttiva che ci ha sempre spronato a migliorarci.
Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo con grande
umiltà,
consapevoli della vostra “presenza” al nostro fianco.
Avete apprezzato il nostro lavoro anche quando (dieci
anni fa) tanti giovani che mai si erano cimentati nello
scrivere, avevano ottenuto da questo giornale una
chance. E’ stato un rischio? Si, lo ammetto! Ma oggi parecchi di loro sono giornalisti pubblicisti. E poi, quanta
gente “non famosa”, ma con caratteristiche di notevole
pregio hanno ottenuto la nostra giusta attenzione?
E’ stato un rischio anche questo?
Si lo ammetto! Ma oggi quelle persone hanno ancora
più fiducia in loro stesse, anche perché, da allora, altri organi di informazione che prima non le “avevano notate”, si sono interessate a loro.
Dieci anni sono davvero tanti, ma possono anche essere considerati pochi, quando si lavora con onestà intellettuale; quando si può anche sbagliare ma mai in malafede; quando si mette da parte l’egocentrismo; quando
non si usa il pronome personale “IO”, bensì il “NOI”
(non inteso come ‘plurale maie-statis’, ma inteso come
“Squadra”); quando si dà spazio alla crescita degli altri e non quando si ha paura (o peggio ancora invidia)
della crescita degli altri, perché (guai a dimenticarlo) la
crescita degli altri è la NOSTRA crescita.
E questo giornale è cresciuto partendo da una scommessa con il destino. Una scommessa che ha coinvolto
tutti e che, quindi, è stata vinta da tutti. Le mail che continuano a giungere in Redazione (anche dall’estero), le
tante telefonate, le gradite visite vostre e dei ragazzi delle
nostre scuole, non possono che inorgoglirci, anche se ci
caricano di ulteriori responsabilità, alle quali mai ci siamo sottratti e mai ci sottrarremo, perché consapevoli di
servire questa terra dove sono nati i nostri padri, noi ed i
nostri figli. Lo abbiamo fatto, lo stiamo facendo e (col
vostro aiuto) lo faremo ancora, a testa alta, con rinnovato impegno e con l’orgoglio di sempre. Ancora GRAZIE
di cuore.
Damiano Tripodi
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Per i 10 anni del giornale
“La Piana”
Riconoscimenti da parte del Consigliere Regionale On. Giovanni Nucera e dal
Consigliere Provinciale Dr. Giovanni Barone
Non è sfuggita all’Amministrazione Regionale ed a quella Provinciale la prestigiosa ricorrenza che vede questa testata giornalistica tagliare il traguardo dei dieci anni di attività.
Ed è proprio per questa
ricorrenza che il Segretario
Questore del Consiglio Regionale della Calabria, On. Giovanni Nucera ed il Consigliere Provinciale Dr. Giovanni
Barone, hanno voluto consegnare al Direttore Responsabile, non-chè fondatore de LA
PIANA, Damiano Tripodi, un
segno della loro vicinanza.
L’On. Nucera, grande appassionato di giornalismo ha
fatto visita alla Redazione
consegnando una targa a ricordo, appunto, del decennale di attività della testata giornalistica ed ha detto: “Apprezzo molto questo giornale che seguo sin
dal suo primo numero e da
appassonato di giornalismo,
devo dire che mi ha colpito la
linea della positività che
Damiano ha voluto dare come
impostazione di base.
Una linea mirata non all’inseguimento della sterile polemica,
ma a mettere in evidenza fatti e
personaggi del territorio
pianigiano visti in chiave costruttiva.
E devo dire che a parte tutti
coloro i quali sento parlare un gran bene di questo giornale, è stato il tempo a dargli ragione, perchè una iniziativa editoriale come quella portata avanti da Damiano,
rappresenta una novità per il fatto che ripudia il piangerci addosso e stimola ad operare, offrendo un quadro
accattivante della nostra realtà che, va ricordato, non è
fatta solo di cronaca nera, ma anche di testimonianze
altamente positive portate avanti da uomini di buona
volontà che guardano al futuro con occhio propositivo
senza farsi condizionare dalle negatività, che pure ci sono.
Auguri, quindi a Damiano ed a tutti i suoi collaboratori”.
Anche il Consigliere Provinciale Dr. Giovanni Barone,
animato dallo stesso entusiasmo ha voluto consegnare a
nome suo personale e per conto del Presidente Giuseppe
Morabito, a Damiano Tripodi, una prestigiosa targa recante la seguente incisione: “Al Mensile “LA PIANA” X°
Anno – Per l’impegno culturale e di informazione e la
trasmissione di valori positivi”. Barone, nel consegnare la
targa ha voluto ricordare le caratteristiche di questo giornale che “… per la professionalità di tutto lo staff – ha
detto - si è conquistato un posto nella storia dell’Editoria
di questo nostro territorio partendo da zero.
Ho seguito con grande attenzione – ha poi evidenziato
Barone - tutto il percorso di questo organo di informazione, sin dalla sua nascita e devo dire che l’idea di Damiano
è stata apprezzata da tutti perché tratta dell’operato delle
diverse Amministrazioni
comunali e dei fatti di questo
territorio, con la giusta serenità e senza andare mai oltre
le righe.
Una imparzialità che deve
servire a stimolare discorsi
costruttivi nell’interesse di
tutti.
Sono lieto ed orgoglioso ha quindi concluso il Consigliere Provinciale palmese – di
consegnare a nome del
Presidente Morabito (che non
perde un solo numero de LA
PIANA) ed a nome mio personale, una targa ricordo con l’augurio che questo sia solo un traguardo intermedio che preluda
ad un percorso stabile e duraturo”.
Visibilmente emozionato il Direttore Damiano Tripodi, che, dopo
aver ringraziato sia il Consigliere
Regionale, On. Giovanni Nucera,
sia il Consigliere Provinciale Giovanni Barone, ha voluto
condividere questa soddisfazione
con tutti i suoi collaboratori perché – ha detto – “ E’ vero che dieci
anni fa l’idea è partita da me, ma
ho sempre avuto al mio fianco
tanti collaboratori: tutte persone alle quali ho dato fiducia e che mi hanno ripagato offrendomi il loro incondizionato impegno e la loro professionalità e se oggi
LA PIANA compie 10 anni è il frutto di un perfetto lavoro
di gruppo; per cui tutta la mia gioia e la mia soddisfazione voglio condividerla con loro e con la mia famiglia che
nelle tante fatiche mi è stata sempre vicina.
In questo percorso abbiamo cercato di sbagliare il meno
possibile, e quando questo è successo, non c’è mai stata
la volontà di farlo: un concetto, questo, lontanissimo dal
modo di pensare mio e dei miei collaboratori perché siamo convinti che il giornalista non debba mai abusare
della prerogativa di poter disporre di una cassa di risonanza da utilizzare a scapito di qualcuno che magari potrà
anche essergli antipatico, ma se si vuole veramente costruire e non distruggere - ha ribadito Tripodi - occorre
mettere quella cassa di risonanza al servizio di tutti coloro i quali sono animati dalle medesime intenzioni”.
Tripodi ha poi concluso ripromettendo l’impegno di sempre e sottolineando come le porte della Redazione siano
state sempre aperte ad ogni forma di collaborazione, purchè
mirata alla crescita di questo nostro territorio.
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C u r i o si t à
Di diritto nel Guiness dei primati!
Le strade più lunghe del mondo
Yahoo News
Qual è la tipica domanda che ogni guidatore avrà sentito ripetersi decine di volte? - “Siamo arrivati...?” - oppure “Quanto manca...?”.
Una questione ben nota ad un esercito di padri e madri alle prese con la noia dei passeggeri più piccoli, stanchi di stare
in auto appena dopo qualche chilometro!
Una risposta difficile da dare e spesso (leggi sempre) bugiarda, concessa con l’unico fine di “tranquillizzare” i bimbi
impazienti di arrivare a destinazione.
Peccato che per le strade che stiamo per presentarvi non ci sia bugia che tenga.
Difficile trovare una via d’uscita, un inverosimile “...siamo quasi arrivati...” quando si è alle prese con delle vere e
proprie leggende dell’asfalto.
Ecco le più significative.
La Panamericana (in America) è lunga 48 mila Km.
E’ ufficialmente riconosciuta nella “Bibbia” del Guiness dei Primati per essere la strada più lunga del mondo, attraversa
14 Nazioni congiungendo l’Argentina con il Canada.
Ricordatevi di fare almeno un paio di tagliandi durante il viaggio!
L’AH 1 (in Asia) è lunga 20.557 Km.
Parte da Tokyo e conduce addirittura in Turchia, ad Istanbul.
La Highway 1 (in Australia) è lunga 14.500 Km.
Questa strada è percorsa da circa un milione di automobilisti ogni giorno e tocca le principali città australiane.
La Transiberian Route (in Russia) è lunga 11 mila Km.
Attraversa tutta la Russia da San Pietroburgo a Vladivostok.
La Trans Canada Highway (in Canada) è lunga 8.030 Km.
Tocca addirittura dieci Regioni canadesi e attraversa almeno cinque fusi orari! Ricordate di regolare l’ora ogni 1.500
Km!
La RN 10 (in Cina) è lunga 5.700 Km. E’ attualmente la strada cinese più lunga.
La Route 20 (in USA) è lunga 5.415 Km. E’ la strada più lunga degli Stati Uniti e attraversa tutto il Paese da Ovest a Est.
Parte da Newport, in Oregon e arriva a Boston, nel Massachusetts.
La Route 66 (in USA) è lunga 3.945 Km. E’, insieme alla Transiberian Route, uno dei Miti delle strade di tutto il mondo.
Ufficialmente è stata “sostituita” dall’Interstate Highway System nel 1985, ma “lei” è ancora lì! “Viaggiava” da Chicago
a Santa Monica, in California e oggi potete chiamarla “Historic Route 66”.
Il dott. Franco Sinicropi è “arbitro benemerito”
Reggio Calabria - 50 anni tra pedana, tappeto di gara e tavolo della giuria.
Distinguendosi sempre per correttezza, signorilità ed impegno agonistico. Meritato il premio
ricevuto a Caltanissetta di “arbitro benemerito” attribuitogli dal Coni al dottor Franco Sinicropi,
reggino, arbitro mondiale di pesistica, cresciuto come atleta nella Fortitudo 1903. Dopo aver
conseguito da giovanissimo risultati di grande livello nella pesistica, nella lotta libera e grecoromana, è diventato presidente di giuria ed arbitro internazionale. Notevole il suo impegno
all’interno della federazione arti marziali, dove ha presieduto il collegio dei revisori per tre
quadrienni olimpici, risultando sempre il primo eletto. La Fitak nel 1996 gli ha attribuito l’onorificenza della medaglia d’oro e della stella d’oro al merito sportivo.
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