Carissimi/e,
dopo un lungo inverno, ecco arrivare,
anche quassù tra noi, la primavera.
Questo rifiorire di vita (e di nuove aspettative e speranze) è un
segno del grande avvenimento, che ha cambiato la nostra
vita: la PASQUA del SIGNORE.
La Chiesa ci ha preparati a questo con il solenne Rito delle
Ceneri e il susseguente Tempo di Quaresima.
La CENERE è frutto della combustione e ci fa pensare a tutto
ciò che Gesù vuol "bruciare" in noi con la sua Pasqua: ogni
nostra debolezza.
La CENERE è un detersivo naturale (ci ricorda la "lissia", il
grande bucato prima che arrivassero le lavatrici): un detersivo
che vuole renderci puliti, bianchi, profumati....
La CENERE è anche un concime naturale. Il concime più
usuale è il letame (dal latino "laetus" (leggi: lètus) = lieto),
perché rende lieti e abbondanti i raccolti. Ci fa pensare alla
ricchezza gioiosa di beni profondi con cui Gesù vuole
arricchire le nostre persone, le nostre famiglie, le nostre
Comunità.
E' iniziata così la Quaresima: tempo sacramentale per una
preparazione austera, attesa trepida, per prepararci alla gioia
pasquale del Signore risorto; al Tempo di Pasqua, 50 giorni
durante i quali immergerci, lasciarci impregnare dall'amore del
Signore.
Questo è il mio augurio per tutti voi e per ciascuno.
Il Signore risorto faccia splendere su di voi la sua luce, e vi dia
la sua pace.
Di cuore.
don Pierangelo
Rotzo,
10.04.2011.
5" di Quaresima.
ORARI SETTIMANA SANTA
SABATO 16/04:
Ore 18.00: S. Messa della Passione
DOMENICA 17/04 : Ore 09.00: S. Messa della Passione ( A Castelletto);
Ore 10.15: Processione delle Palme e S. Messa;
Ore 18.00: S. Messa della Passione;
LUNEDI’ 18/04:
Ore 09.00: S. Messa;
Per Altre celebrazioni vedasi foglietto settimanale
MARTEDI’ 19/04:
Ore 09.00: S. Messa;
Per Altre celebrazioni vedasi foglietto settimanale
MERCOLEDI’ 20/04: Ore 09.00: S. Messa;
Per Altre celebrazioni vedasi foglietto settimanale
GIOVEDI’ 21/04: GIOVEDI’ SANTO:
Ore 20.30 : S. Messa della CENA DEL SIGNORE;
VENERDI’ 22/04 : VENERDI’ SANTO :
Ore 16.00: Solenne Via Crucis;
Ore 20.30: Celebrazione della PASSIONE DEL SIGNORE
SABATO 23/04 : SABATO SANTO:
Ore 20.30: VEGLIA PASQUALE.
DOMENICA 24/04: DOMENICA DI RISURREZIONE:
Ore 9.oo S.Messa (a Castelletto)
" 10.15 S.Messa;
" 18.oo S.Messa.
LUNEDÌ' DELL’ANGELO 25/04 :
Ore 9.oo: S.Messa (a Castelletto);
" 10.15: S.Messa (in parrocchiale).
( Appendice per il TEMPO PASQUALE)
DOMENICA 22/05 : PRIMA COMUNIONE: ( ragazzi 4° e 5° elementare)
DOMENICA 05/06 : ASCENSIONE ( Ore 10.00 : “ QUARTA ROGAZIONE)
OMAGGIO A MARIA
Riportiamo qui di seguito le preghiere che, come omaggio a Maria, la
Santissima Madre di Dio, sono state depositate sull'altare a Lei dedicato
nella nostra parrocchiale il 1° gennaio 2011.
1) Ciao, Madonnina! Grazie, Maria,
Madre di Gesù e Madre nostra. Grazie,
perché ci sei, perché ascolti le nostre
preghiere e le nostre richieste, sempre,
con generosità. Ci fai sentire la tua
presenza e ci dai conforto. Non
abbandonarci e aiutaci nel nostro
cammino. Grazie.
2) Maria, ti affido la mia famiglia, le famiglie dei miei figli. Cammina con
noi lungo i sentieri della vita. Amen.
3) Grazie, o Maria, che hai accolto Gesù nel tuo grembo. Re
dell'universo e, hai aperto i cicli per fare da ponte tra cielo e terra, per
tenerci tutti per mano per la nostra salvezza. O Maria, lo hai fatto nascere
in una stalla, il tuo Re, e non ha mai portato armi, per costruire la pace
ma solo vero amore, perché anche noi sappiamo amarci e perdonarci,
per il bene comune e vivere in vera pace e letizia: in famiglia, in comunità
e nel mondo.
4) Benedici, o Madre, i nostri figli, guidali nel cammino della loro vita.
Benedici, Madre, i bambini, proteggili come hai protetto il tuo Figlio Gesù.
Benedici, o Madre, gli anziani e gli ammalati, veglia su di loro con il tuo
amore di mamma.
Grazie, Maria.
5) Maria, Madre di tutti, proteggi me e la mia famiglia.
6) O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che noi
ricorriamo a te, per quelli che a te non ricorrono.
Aiutaci a crescere nella fede e ad avere più forza e coraggio di
testimoniare il vangelo del tuo Gesù.
7) Cara Mamma di Gesù, aiutaci a diventare due genitori bravi e
giusti; proteggi il nostro...., che tra poco stringeremo tra le nostre
braccia. Grazie!
8) PREGHIERA. Insegnaci, Maria, a custodire in un cuore umile e
colmo di fiducia l'amore che Dio ci affida. Così anche noi saremo
capaci di andare in fretta, come hai fatto tu, verso quelli che ci
chiamano, che hanno bisogno di noi, per poter godere la gioia che
viene dal tuo Gesù. Rendici santi, o Madre buona, santi come Gesù ci
ha comandato, come il tuo cuore richiede e ardentemente desidera.
Così sia. Madre mia, speranza mia!
9) O dolce Maria, dammi forza e coraggio per affrontare le difficoltà di
ogni giorno e tanto amore per iniziare il prossimo cammino con il mio
caro.... Ti prego per come mi sai essere vicina, ringraziandoti; so che
continuerai a farlo e questo mi da sicurezza per il mio futuro e quello
dei miei cari.
10) Ti ringrazio e ti saluto, o Madre cara, perché ci hai donato Gesù,
il divino Salvatore. Tu sei la tutta bella, la tutta santa e a te guardiamo
con ammirazione, con devozione, perché da te viene il nostro aiuto.
Noi, tuoi figli in Gesù, ricorriamo a te e chiediamo il tuo aiuto; non
abbandonarci.
11) O Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, sostienimi e aiutami,
affinché riesca a trasmettere con amore, alle mie amate figlie, la
nostra fede sia con le parole che con la vita di ogni giorno. O Maria,
Madre di Gesù e Madre nostra, sostieni, proteggi e infondi speranza
in tutti coloro che sono soli, nel dolore, nella malattia.
12) Cara Mamma del cielo, tienimi vicino al tuo cuore per tutta la vita.
13) Cara Maria, aiutami a superare le mie paure, proteggi me e tutte
le persone del mondo.
14) Cara Madonnina, aiutami ad aprire il mio cuore per ricevere il
grande amore che hai per tutti noi.
15) Caro Gesù, aiutaci a proteggere me e la mia famiglia e tutte le
persone del mondo.
16) Grazie, Maria, perché per il tuo sì d'amore siamo diventati figli tuoi
e suoi. Prendici per mano e guidaci a lui come solo una mamma sa
fare. Con tanto affetto!
L’ANGOLO DEI RAGAZZI
Rocco era nato a Montpellier, in Francia. Dopo la morte
dei suoi genitori, egli, che aveva circa 20 anni, decise di
farsi "pellegrino".
Dopo aver percorso la Francia meridionale, passò in
Italia, andando verso Roma. Si fermava qua e là,
mettendosi al servizio dei poveri e degli ammalati,
specialmente durante le frequenti epidemie, in
particolare della peste.
Un giorno, anche lui fu
colpito da questa infezione.
Allora decise di rifugiarsi in
un luogo appartato per
aspettarvi la morte. Ma Dio
aveva altri progetti: un cane
tutti i giorni gli portava il
cibo sufficiente e Rocco
potè sopravvivere e guarire.
Quando
riprese
il
suo
pellegrinaggio, il cagnolino
non volle abbandonarlo più
e lo seguì per il resto della
vita. Per questo tutti lo
chiamarono Rocchino, o
Roc.
Un giorno Rocco morì e fu accolto, come grande santo,
in paradiso. Rocchino, rimasto senza il suo padrone, si
lasciò morire dal dolore. Poco dopo, anche Rocchino
giunse davanti alla porta del Paradiso e si mise ad
abbaiare per farsi aprire.
Il vecchio S.Pietro, un po' sordo, non lo udiva. Lo udì
invece Rocco, che corse subito alla porta e pretese che
Pietro la aprisse al piccolo Roc. "Ma non sono previsti
ingressi di animali", disse Pietro.
"Vediamo un po' cosa ne dice Gesù!", disse Rocco. E
andò subito da Gesù.
Gesù disse, che prima di decidere, voleva sentire il parere
di sua Madre. Maria rispose che prima voleva consigliarsi
con Giuseppe, suo sposo. Giuseppe disse che sì, poteva
andare, ma allora perché non far venire in Paradiso
anche l'asinello, che lo aveva accompagnato nei viaggi
con Maria e Gesù?
Così, non solo il cagnolino di Rocco, ma anche l'asinello di
Giuseppe entrò in Paradiso. Il loro abbaiare e ragliare
crearono un certo movimento tra i santi.
Pietro, mortificato per aver dovuto dire di sì, incominciò a
dire: "In fondo, gli animali non stanno male in cielo. Perché
non potrei far venire anche il gallo che cantò quando
rinnegai Gesù? Sarebbe un bel segno della misericordia di
Dio".
Quando Gesù venne a saperlo, acconsentì volentieri.
Come Noè sentì cantare il gallo, fregandosi le mani, disse:
"Allora, qui in cielo, potrebbero arrivare anche tutti gli altri
animali...come avvenne nella mia arca!".
E così. Dio, Padre buono e misericordioso, non potè che
acconsentire. A due a due, tutti gli animali poterono
entrare in paradiso: gli elefanti e le farfalle; i cavalli e i
fringuelli; i leoni e le colombe....C'era anche il corvo che
aveva nutrito il profeta Elia; la balena che aveva ospitato
nel suo ventre il profeta Giona; il puledro sul quale Gesù
era entrato trionfalmente in Gerusalemme.... Avvenne
così che il lupo dimorasse insieme all'agnello; la pantera si
sdraiasse accanto al capretto; il vitello e il leoncello
giocassero tra loro; la mucca e l'orsa passeggiassero
assieme; come aveva preannunciato il profeta Isaia.
ANGOLO UMORISTICO
IL COLMO PER UN:
DATE STORICHE che ci riguardano
Barattolo: Essere svitato....
1761 : 250° anniversario della chiesa di S.Gertrude:
Campana : Essere suonata....
Vegetariano: Non giocare a scacchi per non mangiare
il cavallo;
Cuoco:
Fare discorsi senza...sugo.......
Cane :
Incontrare un osso..,duro........
Muratore: Restare di ...stucco...
Carabiniere: Non riuscire ad arrestare...la caduta dei
capelli....
Chimico : Non avere ...reazioni.....
Gallina : Covare un ....ovino.....
Persona taciturna: Mangiare senza...aprire bocca..
Pesce :
Nuotare contro corrente e restare...fulminato.
....
Barbiere: Andare pazzo per i ....pelati.....
Cavallo : Perdere le ...staffe.....
Essere solo come un...cane.....
Saldatore: Non saldare i ....debiti......
Un calvo davanti allo specchio: "Però!
neanche un capello bianco!".
La chiesa di S.Gertrude, la nostra parrocchiale, risale a
prima del 1250. Quell'edificio fu, in seguito, più volte
ampliato e modificato, fino al 1761, quando si decise di
ricostruirla dalle fondamenta.
La nuova chiesa ebbe 5 altari (contro i sette precedenti)
e venne consacrata il 23.06.1763 dal vescovo di Torcello
(VE) Mons. Marco Corner, su delega del vescovo di
Padova Card. Sante Veronese.
Boscaiolo: Non riuscire a farsi... accettare...
Gatto:
DATE STORICHE
80 anni e
Di
quella
chiesa,
attualmente, rimane la sola
facciata, con le sue quattro
colonne toniche di marmo
bianco e il frontone (vedi
foto a fianco).
Tutto il resto (navata e
presbiterio), a causa dei
danni della prima guerra
mondiale, dovette essere
rimosso e fu ricostruito, più
ampio e alto, come è
attualmente.
1781:
230° anniversario della scoperta del sito
archeologico del Bostel. Questa scoperta avvenne ad
opera dell'abate Agostino Dal Pozzo, nei terreni di
proprietà della sua famiglia.
CRONISTORIA PARROCCHIALE
DAL I°.12.2010 al 31.03.2011
04.12; Sab.: Memoria di S.Barbara: Patrona dei mina-tori: la
celebriamo con la messa festiva delle ore 18.oo (utilizzando il
bei reliquiario del 1897, dono dei minatori alla chiesa
parrocchiale).
19.12; Dom.: PRIMA CONFESSIONE dei ragazzi (18) di 4" e 5^
elementare (alle ore 15.oo);
BENEDIZIONE dei "GESÙ" BAMBINI"
a tutte le ss.Messe
benediciamo i "Bambini Gesù", che verranno posti nei presepi
preparati in casa o in chiesa;
24.12; Ven.: Ore 23.30: Solenne S.Messa di MEZZANOTTE (sul
tema biblico della ALLEANZA (feudale, regale, paterno-filiale
e sponsale) con cui Dio ha descritto il rapporto che egli vuole
avere (e che realizza) con noi, in Gesù.
Alla fine della S.Messa (grazie anche a una pausa della
pioggia) la PRO LOCO offre ai presenti il tradizionale "rinfresco"
(vin brulé, cioccolata calda e panettone).
25.12: Sab.:
CELEBRIAMO IL S.NATALE (in particolare
l'esperienza dei pastori).
26.12; Dom.: Inizia la Festa dei COSCRITTI, classe 1993 (con la
S.Messa delle ore 10.15).
27.12: Lun.: "ANDAR PER PRESEPI": una nuova iniziativa che ci
vede far visita alla sera (ore 20.oo) ad alcuni Presepi all'aperto
(presso Signora Violetta Dal Pozzo, il lunedì; Fam. Costa Valter,
il martedì; e Capitello del Bostel, il mercoledì). Forse anche a
causa del gran freddo poche persone hanno partecipato ai 3
incontri).
30.12, Gio.: CONCERTO DI NATALE, tenuto in chiesa, alle ore
20.30, dal "Walter Salìn Ensemble" di Rovereto (TN). Uno
spettacolo veramente e profondamente bello sul S.Natale,
come dovrebbe essere vissuto oggi.
31.12, Ven. : PREGHIERA DI FINE ANNO: sul tema del "Tempo:
dono di Dio".
1°.01: Sab.: Nella celebrazione della DIVINA MATERNITÀ* di
MARIA, abbiamo rinnovato l'iniziativa dell' OMAGGIO A MARIA
(vedi articolo apposito).
02.01: Dom.: Festeggiamo oggi gli ANNIVERSARI DI MATRIMONIO
(al pranzo comunitario partecipano una quindicina di coppie).
In serata (ore 20.30): CONCERTO DI CAPODANNO, tenuto dal
virtuoso della fisarmonica, MICHELE LUNARDI.
03.01: Lun.: Al mattino: VISITA ALLA CASA DI RIPOSO DI ROANA.
In serata (ore 16.30): "ANDAR PER PRESEPI" una quindicina di
persone partecipano alla Visita guidata al "Circuito dei presepi"
allestito, nelle varie contrade, dalla Comunità parrocchiale di
Tresche Conca. Il giro finisce con una "pizza"' in un locale del
posto.
05.01: Mar.: CONCERTO dell'EPIFANIA, gestito da un Gruppo di
Amici della ASSOCIAZIONE AMICIAD Onlus.
06.01: Mer.: Anche quest'anno, terminate le ss.Messe, è passata
la "Befana parrocchiana", che ha regalato a tutti una
beneaugurale calzetta.
09.01: Dom.: GITA AI PRESEPI: la tradizionale iniziativa ci porta,
quest'anno, a rivisitare il PRESEPE DEI PADRI SCALABRINIANI a
Bassano del Grappa; poi a far vista al PRESEPE (biblico) di Villa
del Conte (PD), e poi al rinnovato PRESEPE VIVENTE di S.Pietro in
Gù (nella loro diversità, tutti bellissimi e interessanti). Prima di
rientrare, in quel di S.Pietro in Gù, pizza per tutti.
23.01: Dom.: CHIUSURA "MOSTRA DEI 100 PRESEPI": che, anche
quest'anno, ha avuto un ottimo successo, sia per il numero di
presepi nuovi e originali, sia per partecipazione di pubblico.
06.02: Dom.: 33' GIORNATA PER LA VITA: alla S.Messa delle ore
10.15 sono state invitate tutte le Famiglie con figli da O a 6 anni.
Abbiamo pregato assieme. Ad ogni bimbo è stato regalato
un vasetto di fiori. Buona la partecipazione. BENEDIZIONE della
FRUTTA: in onore di S.Biagio a tutte le Ss.Messe.
13.02: Dom.: GIORNATA UNITALSI: dopo aver partecipato con
una rappresentanza alla S.Messa nella Giornata del Malato
(venerdì 11/02) a LUSIANA, oggi celebriamo, con tutto il
Vicariato, una giornata di preghiera e offerta per le attività
dell'UNITALSI dell'Altopiano (abbiamo raccolto Euro 400.oo).
27.02: Dom.: TRIDUO per S.GERTRUDE: iniziamo quest'oggi la
"TRE DOMENICHE " di preparazione alla Festa di S.Gertrude,
nostra principale patrona, con recita della specifica Preghiera
e benedizione con la reliquia.
06.03: Dom.: Ultima domenica di Carnevale. I Giovani dell'
ORGANIZZAZIONE MATO GROSSO propongono la vendita di
DOLCI DI CARNEVALE (Tra Rotzo e Roana vengono raccolti
Euro 610.oo).
07.03: Lun.:
Pellegrinaggio interparrocchiale (Roana,
Mezzaselva e Rotzo) AI LUOGHI di S.ANTONIO: con visite
guidate alla Basilica del Santo in Padova e al Santuario del
Noce di Camposampiero (PD). Per il pranzo siamo stato
ospitati dal don Francesco Frigo (di Roana) parroco di Arsego.
09.03: Merc. delle Ceneri. Facciamo 3 incontri:
Ore 14.30, per i ragazzi (senza la s.Messa);
Ore 16.oo e 20.15: con S.Messa, per tutti, (buona la
partecipazione).
17.03: Gio:
FESTA DI S.GERTRUDE:
approfittando che
quest'anno, in questo giorno, si celebra una particolare FESTA
NAZIONALE per i 150 anni dalla costituzione del Regno d'Italia,
la festeggiamo con un orari festivo: Ore 10.15; e ore 18.oo:
Buona la partecipazione.
LA STORIA DELLA FAMIGLIA LUCA
IN VIAGGIO DI NOZZE
«Il 22 febbraio 1911, nella chiesa parrocchiale di Mure, il Sig. Luca
Luca di fu Augusto e di Sartori Maria, nato a Rotzo il 30 novembre
1878, contraeva matrimonio con Virginia Lunardi, figlia di Giovanni e di
fu Villanova Lucia, nata a Pianezze S. Lorenzo e domiciliata in Mure,
dinnanzi a me Don Daniele Cecchini, eccetera, eccetera».
Al matrimonio religioso fece seguito, il 5 marzo, il
matrimonio civile nel Comune di Molvena.
Di questa giornata ci resta un ritratto dei due sposi,
ingrandito fino a 60 o 70 centimetri e messo in cornice. Fu poi
posto nella camera da letto e vi rimase sempre, finché non
dovettero traslocare. Bisogna ammettere che la sposa era
molto bella e che anche lo sposo non faceva brutta figura: i
capelli biondi ben pettinati e un vestito sic. «Era quello che
aveva portato dall'America, spiega la mamma, e che non aveva
mai indossato per riservarlo a quel giorno».
Non sappiamo chi furono gli invitati a nozze. Luca avrà
fatto di tutto per avere con sé la mamma e il fratello Ettore.
Gli altri erano troppo lontani: Checchi, militare in Libia, Rita e
Silvia sposate a Venezia. Dalla parte della sposa, oltre al
padre e agli zii Giacinto e Luigi, c'era probabilmente la sorella
Luigia, sposata a Lusiana. Non c'erano le sorelle suore né le
altre due, emigrate in America con le famiglie.
Dopo il 5 marzo i due sposi partirono per il viaggio di nozze. Con i
pochi mezzi a disposizione non potevano andar lontano. Luca
progettò di condurre la sua sposa a Venezia.
Partirono. In carrozza fino a Bassano e poi in treno. Virginia non
aveva mai visto un treno; ma non le deve aver fatto molta impressione
perché parlando del suo viaggio di nozze non lo nomina nemmeno.
Quello che invece le rimase impresso al primo metter piede a Ve-
nezia, fu il vedere un negozio con grandi vetrine e tante donne
ben vestite, in piedi al di là dei vetri. Ingenuamente domandò:
- Che fanno quelle donne dietro ai vetri?
Luca, avvertendo che Virginia aveva preso i manichini per
donne vere, con la maggiore naturalezza rispose:
- Fanno mostra dei bei vestiti, perché la gente li vada a
comperare.
- E stanno lì tutto il giorno? - domandò Virginia.
- Altroché! E anche la notte.
Ma intanto erano arrivati a un passo dalle vetrine e Virginia
con sorpresa, esclamò: - Ma sono statue!
E fu una bella risata.
Niente albergo, perché non se lo potevano permettere.
Avessero almeno potuto alloggiare insieme nella casa di una delle
sorelle... Non c'era posto per due!
Così si divisero. Luca lasciò Virginia dalla sorella Rita,
sposata Cecchelin, che gestiva un bar presso la stazione e lui
s'inoltrò per calli e callette fino alla casa di Silvia che abitava
all'interno della città. È probabile che abbiano cenato insieme nel
retrobottega del bar di Cecchelin.
Rita, occupata a servire i clienti, condusse la sposina nella
camera da letto e la lasciò sola: «Su, su, per scale strette che
non finivano mai: mi sembrava di salire su un campanile» ricordava mamma Virginia.
Lasciata sola sul letto matrimoniale, la povera Virginia si
mise a piangere. Le pareva di essere in capo al mondo,
abbandonata da tutti. Finalmente, stanca dal viaggio e dalle
ambasce, s'addormentò.
Non sentì la Rita venire a letto dopo mezzanotte e non si
svegliò quand'essa, al mattino presto, si alzò per aprire il bar.
Si svegliò che dalle finestre entrava luce. Si alzò e
s'accostò alla finestra. Guardò giù. Vedeva gente camminare sulle
vie di Venezia, tutti piccoli come fossero formiche. Ebbe di nuovo
paura.
Finalmente, verso le nove o le dieci, Rita salì in camera e le
portò caffé e latte. Virginia era angosciata:
- Dov'è Luca? Perché non viene ancora?
La Rita la tranquillizzò. Luca non arrivò che alle undici.
Virginia al vederlo, si mise a piangere. E quando rimasero soli,
raccontò tutte le sue ansie e paure:
- Non abbandonarmi più per carità! - supplicò.
«E poi che successe?»
Alla nostra domanda mamma Virginia rispose che la sera la
portarono a teatro. Davano un'Opera. Ma chi poteva capire
una povera contadina, senza che nessuno le spiegasse la trama
e senza il libretto? Cantavano e non si capiva che cosa
dicessero. Si muovevano come ombre sul palco e non capiva
perché lo facessero. I cognati avevano voluto fare un dono ai due
sposi invitandoli a teatro; ma per la sposa fu una serata
interminabile.
Possiamo pensare che, durante il giorno, si sia incontrata con
Silvia, l'altra cognata: una donna dolce e amabile, ben diversa
da Rita. E la compagnia di quella donna le recò certo sollievo.
Restarono sempre amiche.
Finalmente tornarono a casa. A sentire il racconto di mamma
Virginia, il ritorno merita quel «finalmente», tanto era
desiderato.
E da quel ritorno a casa, cominciò una vita di affetti e di
stima vicendevoli che dureranno per tutta la vita. A vederli
come si volevano bene in età avanzata veniva da chiedersi se ci
poteva essere nel mondo una coppia più affiatata.
Mamma Virginia non pensava che a suo marito, e a noi
piccoli raccontava tante cose di lui e ci faceva pregare per il
papà assente.
La convivenza col suocero non portò nessun inconveniente.
Giovanni Lunardi era una persona forse poco istruita, ma di
grande buon senso e rispettoso delle persone. Tra lui e il
maestro, mai nessun diverbio, nessun contrasto. Si stimavano e
si rispettavano a vicenda.
Nella mentalità popolare l'uomo sposato che viveva nella
casa della sposa, era visto come uno che doveva sottostare
alla moglie. Lo chiamavano infatti «cappellano», riferendosi
all'aiutante del parroco in una chiesa: esecutore di ordini e
nient'altro. Ma Luca ci scherzava su, ben sapendo che non
era succube alla moglie, così dolce e remissiva, e nemmeno
al suocero, se il detto alludeva a quest'ultimo: Giovanni
Lunardi era, in fondo, un gentiluomo.
Dopo nove mesi, il 25 novembre 1911 nacque una bambina,
che chiamarono Maria, per ricordare la nonna paterna.
Aggiunsero anche il nome di Lucia, la defunta madre di
Virginia.
Due anni dopo, alla fine dell'anno 1912 o agli inizi del '13
nacque Augusto, a cui posero anche i nomi di Giovanni e
Francesco, per ricordare il nonno materno e quel Francesco
Luca, bisavolo, che Luca ricordava con affetto.
Il bambino morì quando aveva appena sei mesi, il 25
maggio 1913. Mamma Virginia si rimproverava di averlo
portato giù dalla camera, una sera, per mostrarlo a degli
ospiti che volevano vederlo: «Forse aveva preso freddo ...» diceva. Probabilmente era morto di polmonite. I bambini
morivano allora tanto facilmente.
Il dolore fu grande. Il bambino aveva già cominciato a
sorridere e a riconoscere i genitori.
(da Ricordi di famiglia di padre Augusto Luca - 14a parte)
PELLEGRINAGGI
IL CAMMINO DI SAN FRANCESCO e
A SANTIAGO DE COMPOSTELA
Senso di profonda comunione con la natura, con quello che ti
circonda, con te stesso e con Dio
Sono stata conquistata dal libro di David Grossman “A un cerbiatto
somiglia il mio amore” in cui l’elaborazione di un lutto, la perdita di
un figlio, passa attraverso un lungo cammino a piedi in terra di
Palestina e Israele o meglio in Terra Santa. Ci sono tanti modi per
incontrare se stessi, per interrogarci sulle esperienze , sul vissuto
personale, sui rapporti con gli altri, sulla vita, sulla fede, ma per
alcuni come per me il modo migliore è camminare. Uno potrebbe
dire: lo puoi fare anche tra le mura di casa, ed è vero perché di
cammino interiore si tratta, ma l’essere in cammino anche
fisicamente, portandosi dietro solo il minimo indispensabile,
lasciare oltre alle cose, le abitudini, i riti e i ritmi di tutti i giorni, ti
aiuta a staccare la spina da tante consuetudini, per dedicare a te
stesso un tempo di riflessione. Si lasciano tante zavorre per
prender sulle spalle il peso di uno zaino con il minimo indispensabile
e si parte.
Naturalmente, per molti, nell’immaginario di cammino, il pensiero va
al Camino di Santiago, il cammino per definizione, ma lo pensavo
troppo lungo, troppo difficile, troppo lontano, troppo tutto. E mi
documentavo su altre possibilità.
Nel libro-guida del percorso “Di qui passò Francesco” viene
riportata questa frase di Vincent Van Gogh da una lettera al
fratello Teo “Noi siamo dei pellegrini, la nostra unità è un lungo
cammino, un viaggio dalla terra al cielo”. Pensiero che ti cattura e,
come cattolico, ti ricorda: credere è un cammino, cammino verso la
Terra promessa, esci dalla tua terra, esci dalla tua umanità, esci da
te stesso, esci dalla schiavitù delle cose non fondamentali, non
essenziali, la fede è un cammino. E desideravo molto compiere
questo cammino di Francesco che parte dai monti de La Verna in
Toscana, attraversa tutta l’Umbria per arrivare alle porte di
Roma, percorrendo i 350 km immersi nei meravigliosi luoghi
francescani. Lo scorso anno ho avuto la fortuna di trovare un
amico, compagno di viaggio, insieme abbiamo condiviso
l’esperienza di cammino e di fede nella nostra meravigliosa Italia
Centrale, ricca di storia arte cultura e incantevoli paesaggi, e
quest’anno con un’amica il grande Cammino di Santiago. Abbiamo
compiuto tutto il percorso del cammino francese, partendo da
Saint Jean Pied de Port in Francia, e via via lungo le montagne
pirenaiche,attraversando tutta la Spagna settentrionale,
passando per le regioni di Navarra, La Rioja, Castiglia – Leon e
Galizia, per arrivare a Santiago e poi al mitico Finisterre, sulle
rive dell’Oceano Atlantico ( quasi 900 km). Due i cammini, due le
esperienze. Diversi gli ambienti e diverse le opportunità.
Entrambi con il denominatore comune: camminando trovi il tuo
passo, con te stesso con gli altri e con la natura.
Affascinante l’ambiente da Burgos a Leon: la Meseta, ampia e
sconfinata, infinitamente lunga. Il premio è la bellezza. Tre o
quattro giorni di cammino, di cui un tratto, lungo 17 km, di “nulla”,
unici punti di riferimento due querce, lontane 3 km e mezzo l’una
dall’altra. La tranquillità per il pellegrino è l’assistenza della
Guardia Civil che percorre il sentiero e porta soccorso in caso di
necessità.
L’esperienza del cammino di Santiago ha una storia millenaria, il
sentiero e le splendide città sono sorte di conseguenza, da
Pamplona Burgos Leon Ponferrada, città una più bella dell‘altra, ai
tipici villaggi-cammino dei più piccoli paesini, ovunque gli spagnoli
sanno bene chi è il pellegrino, fa parte della loro storia, ed è
frequente, immediato il saluto e l’augurio “Buen camino,
peregrino”anche dei più piccini, tutto è predisposto a favorire il
pellegrino, fonte di reddito insieme all’agricoltura, puoi fermarti
dove vuoi se ti senti stanco e ovunque trovi da pernottare,
albergues del pellegrino ovunque. Lungo il cammino di Francesco
invece si ha più l’impressione di esser considerati un po’ originali e
quasi stravaganti nell’andare a piedi, tappe più obbligate e
condizionate, ma con sorprese di accoglienze meravigliose nei
monasteri e nelle realtà ospitative. Là, consuetudine e grandi
numeri di pellegrini portano il rischio del prevalere dell’aspetto
storico-culturale, o anche solo sportivo, per molti è
dichiaratamente un bellissimo tour in bicicletta, a piedi o a cavallo,
palestra ideale per tenersi allenati in un ambiente bellissimo, e di
soffocarne l’aspetto religioso e spirituale. Ed è per tutti questi
aspetti dichiarato “Patrimonio dell’Umanità”. Il percorso nei luoghi
francescani è di ideazione recente, non troppo rodato, ma in questo
sta anche il suo fascino. Lungo il percorso di Santiago innumerevoli
incontri, persone da ogni parte del mondo (contattate persone di
ben 37 diverse nazionalità, dal Sud Africa, all’Islanda, alla Corea,
Australia e Filippine, Cina e Giappone e naturalmente da tutta
Europa) per cui si può tranquillamente partire e andare da soli,
perché lì non sei mai solo, anzi può diventare un po’ impegnativo il
conquistarti lo spazio per stare con te stesso, soprattutto dove si
incontrano molti gruppi, negli ultimi 100 km, minimo sufficiente per
meritarsi la Compostela, il documento che attesta che hai compiuto
il cammino fino a Santiago. Nel cammino di Francesco è consigliabile
andare almeno in due, perché si cammina in “solitaria” (noi in 16
giorni non abbiamo incontrato nessuno che compiva il cammino,
soltanto qualche cacciatore o tartufaro nei boschi).
Di comune hanno il camminare con lo spirito da pellegrino in mezzo
alla natura, sostando in luoghi ricchi storia e d’arte, la freccia gialla
(colore del Vaticano, colore dei percorsi religiosi della Chiesa
Cattolica) che indica il cammino, quella magica traccia luminosa che,
sulle vie di Francesco e di Santiago, fa sì che ci si senta a “casa”,
quella scia che fa di un percorso un cammino. Lo stesso può essere
per le soste di riflessione spirituale, le cerimonie religiose e i
momenti di preghiera comunitaria, in varie lingue, che si fanno
invito a riprendere lungo il cammino con la mente e con il cuore il
pensiero, la lettura del Vangelo del giorno prima, o la recita dei
salmi al sorgere del sole, e via via, nello scorrere delle ore i
momenti di preghiera. Ogni giorno, partenze al mattino presto,
quando è ancora notte, con le pile lungo il sentiero, sentire e
provare anche fisicamente cosa è “fidarsi nel buio della notte” e
poi assistere allo spettacolo della luce del giorno che viene e
cantare con il salmista: Svegliatevi arpe e cetre, cantate
all’aurora che viene… esperienze che ti catturano verso il Cielo e
ti lasciano col desiderio di raggiungere la meta, tutto è nulla, Dio
è la Meta. Nella notte il cammino si illumina sotto la Via Lattea,
ricordandoti Kant “ il cielo stellato sopra di noi e la legge morale
dentro di noi”. E in Spagna il cammino viene chiamato anche Via
Lattea, proprio perché percorre da est a ovest, e ogni notte se è
sereno la vedi sopra di te nella stessa direzione.
Per il cammino di Santiago il saluto dei pellegrini antichi era
Ultreya e Suseya (Sempre avanti, sempre in alto) e con San
Francesco a Poggio Bustone il caldo ed affettuoso saluto “Buon
Cammino buona gente”!
L’incontro con il poverello si fa tangibile e vero con l’esperienza
mistica delle romite di Cerbaiolo con Chiara e di Cesi con Fra’
Bernardino. La bellezza dei monasteri francescani, i silenzi e i
canti gregoriani, le comunità di frati e suore, quasi tutti anziani
molto in là con gli anni, che ti offrono ospitalità, esperienza che
ti commuove e ti fa pensare ad una realtà che rischia di sparire
nel giro di pochi anni; ma poi sei in cattedrale a Santiago ed il
Butafumeiro, l’incensiere fumante d’incenso che in cinque uomini
fanno oscillare alto fino alle cupole degli altari laterali
accompagnato dal canto poderoso di una moltitudine di fedeli,
dispensa un profumo intenso e dolce che vuol salire fino al cielo e ti
fa ben sperare …
Il percorso di Francesco è stato per me, per la mia esperienza,
intimo, mistico e spirituale; quello di Santiago effervescente, un po’
folkloristico, ma con una dimensione universale che mi ha fatto
spesso ripensare a “… il tuo popolo in cammino cerca in Te la
guida...”
Come riflessione finale emerge dal profondo il grazie a chi nel
percorso ti è compagno, per un breve o lungo tratto compagno di
viaggio, e il grazie a quanti ti sono stati e ti sono compagni nel
viaggio della vita!
Teti BOESSO
GRUPPO AMICIAD
Il periodo invernale è stato veramente fervido di tante attività
per il gruppo-onlus AMICIAD, attività che l’hanno visto
impegnato su svariati fronti : dal concerto di Natale ai lavori di
maglia, cucito, uncinetto per i mercatini, dal progetto scuola per
l’infanzia alle tombole, dalle riunioni alla vendita di violette.
Particolarmente importante è stata la collaborazione con il
Circolo Dipendenti Banca Popolare di Vicenza e dei Rotzo’s boys
che ci hanno aiutato in varie occasioni.
Tutto il ricavato è stato devoluto ai progetti che il gruppo
AMICIAD segue in Ciad a favore di chi è meno fortunato di noi.
Dal 1° ottobre ad oggi sono stati raccolti: 2.256 € dal 5 per
1.000 delle denunce dei redditi relative agli anni 2007- 2008,
2.730 € dal Circolo Dipendenti Banca Popolare di Vicenza, 3.922
€ da sostenitori , mercatini, tombolate, autofinanziamenti.
Il gruppo AMICIAD ringrazia tutti di cuore.
Alla fine di dicembre otto persone si sono recate in Ciad, nel
paese di Koko, insieme al dottor Gilbert ed ha seguito un nutrito
programma di visite. E’ stato accolto in modo molto caloroso,
addirittura commovente.
RELAZIONE DEL VICE-PRESIDENTE SUL VIAGGIO IN CIAD
Dal progetto iniziale come AMICIAD alla partenza e al ritorno.
Per vari impegni famigliari e di lavoro, molti amici, inizialmente
intenzionati, non hanno potuto partire. Alla fine siamo partiti in
otto:
Gilbert Nanhounguè, Paolo Mantese, Rachele Mantese e Antonella
Rigoni di Asiago,Giuseppina Vidale di Asiago, Adriana Martini e
Giuseppe Galetti di Schio Antonietta Baù di Tezze sul Brenta.
La partenza per tutti insieme è stata il 28\12\2010 alle ore 6.00
da Venezia con l’arrivo alle 8.25 del 29\12\2010 a N’Djamena – Via
Roma - Tripoli –Volo Afriqyah
I ritorni si sono diversificati 12 e 16 gennaio 2011 e 5 febbraio.
Ripartenza per KOUMRA il giorno 30\12\2010 verso le 7.00 in
pullman “ABOUH SALAM” con sosta a Bongor (primo impatto con i
servizi igienici ciadiani) seconda sosta a MOUNDOU con grande
accoglienza a sorpresa della famiglia Ngardjedji (pranzo a
sorpresa), percorrendo circa 630 km di strada asfaltata con
qualche pezzo dissestato.
Nei giorni seguenti i viaggi sono stati fatti su piste “montagne
russe” e “toles ondulées”.
31\12\2010 Capodanno a Koumra con Padri e suore rappresentanti
il Foyer Bakita e St. Marie di Nazareth.
01\01\2011 Koumra – Dopo calorosa accoglienza alla celebrazione
eucaristica e presentazione ospiti alla comunità da parte de l’Abbé
Prospère segue visita alle strutture della missione e riprese al
Foyer Santa Bakita e Centro agricolo Ngaro
02\01\2011 Grande festa a Koko ( villaggio natale di Gilbert)
organizzata dal capo villaggio e dalla comunità. Messa e danze varie
alle quali hanno partecipato tutti gli ospiti. Con l’occasione sono
state offerte 4 macchine da cucire da parte degli ospiti.
Alla scuola Menagere di Koko, nata negli anni ’70 con ex volontari
italiani, ora in difficoltà.
03\01\2011 Visita a Bekamba a un missionario gesuita della
Brianza (Besana) Padre Corti – Centro Fondazione Catechista di
Bedana - visita a suore di Bediondo.
04\01\2011 Visita a Sarh –Ricevimento da parte del vescovo di
Sarh – Mons. Edmondo e consegna dei doni portati dall’Italia
nell’ambito del Giubileo (50 anni della diocesi di Sahe e College St.
Charles Lwanga – con lo slogan “Leve- toi et Marche”- materiale
sport e foulard) Segue celebrazione eucaristica con Vescovo. –
Visita a Danamagji dove avevano operato in passato Antonietta
Baù e Giusi Vidale.
05\06\07\ gennaio Visita alla città di Sarh ( un nostro ospite ha
ricevuto, dopo un acquisto al mercato, i complimenti da parte di
tutti e l’attribuzione del titolo di pellegrinaggio alla Mecca,
riservato ai Capi Mussulmani di “Haladgji Paul”
07\01\2011 Ritorno a Koumra e visita all’ospedale e alla suora
Agostina Pozzi a Goundi e ritorno in serata a Koumra
08\09 gennaio Sosta a Koumra e ritorno di Giuseppina Vidale e
Antonietta Baù a N’Djamena
10\ 11\gennaio Visita città di Koumra e celebrazioni dei 50 anni
di indipendenza del Ciad
12\01\2011 Ripresa Foyer St. Marie di Nazareth
13\01\2011 Ritorno a N’Djamena di Haladgji Paul, Rachele e
Paolo Mantese, Antonella Rigoni, Giuseppe Galetti, Adriana
Martini insieme a Gilbert
18\01\2011 Ritorno di Gilbert a Koumra con una notte a Moundou
22\01\2011 Grande festa a Koko – 50 anni – (dove ha cominciato
la scuola Gilbert)
24\30 gennaio Ricovero di Gilbert all’ospedale di Goundi per
sospetta ernia al disco, confermato in questi giorni in Italia dalla
risonanza magnetica
31\01\2011 Gilbert sosta a Koumra – Gilbert con parenti
04\02\2011 Ritorno di Gilbert in N’Djamena
05\02\2011 Ritorno in Italia di Gilbert
Dott. GILBERT NANHOUNGUE’
VIAGGIO IN CIAD
Mi è stato chiesto di scrivere una piccola relazione sul nostro
viaggio in Africa, in Ciad. Certo, se volessi descrivere tutte le
emozioni vissute nei 20 giorni trascorsi laggiù non mi basterebbe
ovviamente una pagina. Spesso nella mia vita avevo pensato
all’Africa, avevo sognato di poterla visitare, ma come tanti sogni
o desideri che nella vita spesso rimangono tali.
Per una casualità, l’estate scorsa ho conosciuto Gilbert: subito
ho capito che era una persona “speciale”,ho capito anche
perché il nostro Signore l’aveva dotato di un grande fisico,
perché gli aveva donato anche un cuore grande
che,altrimenti,non poteva essere contenuto.
Proprio grazie a lui, siamo riusciti ad addentrarci nella realtà
della vita Ciadiana, nella quotidianità di questo popolo: in
compagnia di molti di loro abbiamo mangiato, cantato, ballato
e pregato. Sapevo di andare in un paese povero, ma la realtà
presentatasi ai miei occhi è stata impressionante.
Abbiamo visitato ospedali,villaggi, scuole e centri agricoli.
La sera del nostro arrivo fummo ospitati a N’Djamena, capitale
del Ciad, in un ospedale gestito da padre Gherardi. Poco dopo
il nostro incontro ci comunicò la gravità di una giovane mamma
appena arrivata da qualche villaggio. Aveva partorito, il bimbo
stava bene, ma lei stava molto male. Non c’erano medici, né
infermieri. Il dott.Gilbert si prodigò subito per darle soccorso, ma
la donna era ormai troppo grave, morì durante la notte. Aveva
solo 25 anni. Mi resi subito conto che la precarietà della vita è,
per queste persone, parte della vita stessa.
Abbiamo visitato più ospedali, ma il problema per tutti era la
mancanza di personale, medici,infermieri,tecnici e medicinali. In
quei momenti, pensavo ai nostri ospedali, a noi nei momenti di
malattia, di dolore; basta fare un numero di telefono e subito
veniamo soccorsi, curati, sostenuti da medici esperti in ospedali
attrezzati. Abbiamo visitato villaggi, in particolare Koko, luogo
natale di Gilbert. L’accoglienza degli abitanti è stata toccante,
una festa indescrivibile, una folla di persone che ci
circondavano sorridenti, dove tutti volevano stringerci la mano
per darci il loro benvenuto. Non sempre riuscivo a capire il loro
francese ma non serviva,nei loro occhi e nelle loro espressioni
c’era il calore di una accoglienza pura, sincera. E’ difficile
descrivere la gioia e l’emozione di quei momenti. In questi
villaggi manca TUTTO, la gente vive di NIENTE: non c’è
elettricità, acqua solo dove è stato costruito un pozzo, sono
persone abituate ad affrontare la vita giorno per giorno,
procurandosi il cibo come possono. Vivono praticamente con
quello che la natura e la terra circostante offre: miglio, radici,
tuberi,frutta,pollame. Alcuni, con le capanne vicino al fiume,
coltivano l’orto, vendendo o scambiando i propri prodotti al
mercato più vicino, che normalmente dista dal villaggio
giornate di cammino. Guardando queste persone prive di
tutto mi è venuta alla mente una frase di don Milani:
“Quando si dà a un povero, non si fa l’elemosina, ma si ripara
a un debito”.
Abbiamo visitato le scuole, “i foyer” sostenuti da Amiciad,
dove vengono accolti bambini provenienti da villaggi lontani,
per dare loro la possibilità di frequentare la scuola. I “foyer”
sono strutture decorose e pulite, nei loro dormitori ci sono
tante brandine in fila, ovviamente non esistono armadi, non ci
sono vestiti da appendere. All’esterno del fabbricato vi è un
cortile e una copertura a forma di chiostro dove i ragazzi
mangiano. Guardando la loro dispensa, fornita di miglio,
cipolle, tuberi, limoni, non riuscivo a non pensare ai nostri
frigoriferi sempre pieni, spesso di cose superflue. Gli ospiti del
foyer sono sicuramente più fortunati di altri, essendo data loro
la possibilità di studiare: avranno la cultura, la conoscenza, le
basi per migliorare la loro vita e quella dei loro villaggi.
Sicuramente è stato un viaggio intenso, ricco di relazioni
umane, una provocazione che ci ha fatto capire ancora di
più quanto bisogno c’è di solidarietà nel mondo. Una frase mi
accompagna da sempre nella vita: “Non importa se la strada
è lunga, se non si vede la fine, l’importante è cominciare a
camminare”. Mi unisco a voi per camminare insieme.
Adriana Martini
ROTZO’S BOYS
GLI AMICI DI ROTZO
E’ ormai da qualche anno che come collaboratori ed
organizzatori del Circolo Dipendenti della Banca Popolare di
Vicenza stiamo organizzando attività sportive e non nel
comprensorio del Comune di Rotzo, riscontrando la più ampia
collaborazione dalle varie realtà locali.
Le nostre iniziative aventi per oggetto attività “ open air”,
rivolte ai Soci del Circolo, hanno infatti trovato e stanno
trovando crescente successo di partecipazione quando
proposte nei territori dell’Altopiano ed in particolare nel
Comune di Rotzo che presenta vari ambienti naturali
agevolmente raggiungibili e che, essendo dislocati a diverse
altitudini, permettono di organizzare al meglio manifestazioni
durante tutto l’anno.
Nel mesi invernali il comprensorio di Verena/Campolongo,
conosciuto dai molti sportivi sciatori, è l’ideale per
organizzare escursioni con le ciaspole da effettuarsi sia
durante la giornata che in notturna al chiarore della luna
piena, sotto un magnifico tappeto di stelle. Molto suggestiva
in particolare è la salita in notturna al forte Campolongo che
permette di spaziare panoramicamente dalle cime del monte
Pasubio alle vette dolomitiche del gruppo del Brenta
illuminate in una suggestiva atmosfera dalla luna.
Anche l’ultimo sabato di carnevale i nostri Soci Renato e
Mariella, maestri di winter nordic walking, ci hanno condotto
sul Verena ad osservare il tramonto, mentre al Rifugio
Campolongo fervevano i preparativi per la grande serata di
carnevale per grandi e piccini ed abbiamo fatto festa a
suon di musica suonata dal vivo.
Durante
la primavera si
organizzano passeggiate nei
pascoli
e
nei
boschi
accompagnati
dall’amico
erborista Antonio Cantele,
molto
noto
su
tutto
l'Altopiano, alla ricerca di erbe e fiori sia medicinali che
mangerecci, da gustare magari poi al Bostel, sito
archeologico dove abbiamo organizzato anche la festa di
Ferragosto con le passeggiate sulla 1° strada e sulle cenge;
dopo pranzo un pomeriggio di scoperte archeologiche e di
giochi di una volta (bandiera, sacchi, ecc.) hanno completato
la bellissima giornata.
Nello
scorso
settembre
abbiamo poi organizzato il
campionato
italiano
interbancari di nordic walking,
ma aperto anche ai non
bancari, sul percorso delle
piste di fondo di Campolongo:
un successo di partecipanti.
Il Circolo Dipendenti della Banca Popolare di Vicenza non
si occupa solo di attività ludiche e sportive bensì è anche
fortemente impegnato in una serie di iniziative di
solidarietà mirate a dare una mano a chi è meno fortunato.
In
occasione
dell’ultima
ricorrenza
natalizia
in
collaborazione con l’Associazione AMICIAD di Rotzo si è
provveduto ad organizzare una vendita di articoli regalo:
berrettini, sciarpe, asciugamani, presine, strofinacci da
cucina e divanetti porta salviettine, rigorosamente fatti a
mano dalle Signore di Rotzo; il ricavato è stato interamente
devoluto ai bambini del CIAD.
E veniamo ora al Team dei “Rotzo's boys” costituito da alcuni
amici della pianura e di Rotzo che amano le attività all’aria
aperta. Infatti oltre che coordinatori del Circolo, siamo anche
un gruppo di amici che, con il passa parola negli ultimi anni, ci
siamo trovati in un folto gruppo a prendere casa a Rotzo, in
questo splendido angolo dell’Altipiano di Asiago dove abbiamo
legato qualche pezzo della nostra vita tra divertimento, la
voglia di stare insieme (magari anche avanti ad una tavola
imbandita con i tipici piatti di montagna) e di scoprire le
bellezze che ci circondano accogliendo altri amici che poi
ritornano in pianura con tanta nostalgia e voglia di ritornare
sui monti sospesi sulla Val d’Assa.
Il gruppo dei Rotzo’s Boys, coordinati e spronati da Antonio,
ha pubblicato da qualche mese il sito www.rotzosboys.it che
cerca di mettere in evidenza
la storia, le tradizioni, la
cultura ed i grandi valori del popolo indigeno di Rotzo con il
desiderio di raccogliere notizie vecchie e nuove che
permettano un arricchimento di valori anche a tutti noi del
Gruppo.
Rotzo’s Boys
A questo punto proponiamo un’idea, chiediamo se in occasione delle
prossime festività natalizia sia possibile esporre presepi preparati dai
soci del Circolo nella splendida chiesetta di Santa Margherita con il
contorno di una visita guidata da chiudere in ristorante/rifugio davanti a
gnocchi fumanti. Anche questo è Natale, non solo pandori industrializzati.
MONS.TONDELLO A ROTZO
Sempre nel 2002 ha avuto l’incarico di vice rettore del seminario
maggiore di san Luca a Ujamão nello stato di Rio Grande do Sul.
La visita a Rotzo di Mons. Neri Josè Tondello
Nell’anno 2003 ha retto il seminario maggiore di S. Giuseppe nel
comune di Caxias do Sul.
Il giorno 22 settembre 2010 è venuto a Rotzo Mons. Neri Josè
Dal 2004 al 2008ha svolto il suo ministero quale rettore del
Tondello Vescovo della diocesi di Juìna nello stato del Mato
seminario maggiore del Sacro Cuore di Gesù nel Comune di
Grosso in Brasile.
Vàrzea Grande nello stato del Mato Grosso.
Il Prelato era in Italia e in Europa per una serie di incontri
Il 12 novembre del 2008 è stato nominato vescovo da papa
ecumenici che lo hanno impegnato per una decina di giorni tra
Benedetto XVI° e incaricato nella diocesi di Juìna nello stato del
Roma, Asti, Torino, Conegliano Veneto, Bassano, Monaco di
Mato Grosso. E’ una diocesi estesa come metà Italia, dove la
Baviera ed altre città europee.
parrocchia più lontana dalla sede vescovile dista ben 500
In occasione di questa sua presenza in Italia, Mons. Neri ha
chilometri e dove le percorrenze sono lunghe e disagiate a causa
voluto dedicare una giornata per conoscere le sue origini dato
delle strade dissestate.
che sia suo padre che suo nonno gli dicevano: noi siamo
Abbiamo già visto chi erano i suoi genitori, inoltre mons. Neri ha
Cimbri e veniamo da Rotzo in Italia, provincia di Vicenza.
detto che suo nonno si chiamava Giovanni e che suo bisnonno
E’ doveroso anzitutto presentare Mons. Neri Tondello:
Orazio, era partito dall’Italia nel 1887.
Egli è’ nato nel 1964 ad Antonio Prado nello stato di Rio
Il bisnonno Orazio, diceva di essere un Cimbro e di venire da
Grande do Sul in Brasile da Mario Achilles Tondello a da
Rotzo, egli parlava correntemente il cimbro e lo ha insegnato
Antonia Maria Martello.
anche ai suoi figli.
E’ stato ordinato prete il 18 aprile 1993 ad Antonio Prado dove
Abbiamo guardato l’albero genealogico della mia famiglia ed
è rimasto come vice parroco nella parrocchia del Sacro Cuore
abbiamo travato che Orazio Tondello Plözar era fratello di mio
di Gesù fino al 1998.
bisnonno Matteo, era nato a Rotzo l’otto luglio 1861, si è sposato
Dal 1999 al 2002 è stato rettore del seminario propedeutico
il 16 novembre 1886 con Slaviero Catterina Cazzador, anche lei
nel santuario diocesano della Madonna di Caravaggio nel
della frazione di Albaredo. Il 18 maggio del 1887 sono emigrati in
comune di Forropilha nello stato di Rio Grande do Sul.
America del Sud, e il loro primo figlio è nato in nave durante
Brasile: i Tondello, i Costa, i Dal Pozzo, gli Slaviero e gli
l’attaversata dell’Atlantico con i rischi che si possono
Spagnolo, ed altri ancora.
immaginare.
Abbiamo poi visitato la chiesa di S. Margherita che presenta
Mons. Neri è stato molto contento di ricevere queste notizie in
ancora con i danni del fulmine, la chiesa di San Rocco così ben
merito alle sue origini, ha preso visione e copia dell’albero
tenuta, e cara ai nostri emigranti in Brasile in quanto ne hanno
famigliare dei Tondello Plözar constatando che i Tondello
una dedicata a San Rocco ad Antonio Prado, e la chiesa
erano presenti ad Albaredo di Rotzo già dal 1460 con il
Parrocchiale dove Mons. Neri ha celebrato la messa con Don
capostipite Giovanni.
Pierangelo, e da dove ha benedetto le famiglie Tondello e tutto il
La giornata di visita a Rotzo si è così svolta: dopo il benvenuto
Paese di Rotzo.
di accoglienza, abbiamo pranzato con l’ospite, due sui
Ci siamo poi lasciati con l’augurio di rivederci ancora, magari in
accompagnatori, il nostro parroco Don Pierangelo e Antonio
Brasile.
Tondello “Tonin” da Bassano, presso l’Hoisle Plözar in località
Obareba, scambiando impressioni e ricordi sulle famiglie
Tondello.
Mons. Neri ci ha detto che i Tondello in Brasile sono circa un
migliaio, mentre qui a Rotzo siamo rimasti veramente in pochi,
questo dimostra che il Brasile ha offerto grandi possibilità ai
nostri emigrati.
Dopo pranzo, ci siamo dedicati alla visita del paese, durante la
quale Don Pierangelo ha fatto da cicerone, incominciando dal
vecchio cimitero, dal monumento ai caduti, al municipio, al
cimitero nuovo, dove gli assistenti di Mons. Neri hanno a lungo
filmato le tombe delle famiglie che sono presenti anche in
Lauro Tondello Plözar
FIGURE DI PERSONE NATE A ROTZO
Diamo qui due brevi trafili di persone nate a Rotzo e che
hanno però svolto la loro "missione di vita", in gran parte, fuori
paese.
1°) RIGONI Giovanni MATTEO (1878-1953).
RIGONI MATTEO, nato a Rotzo il 26.09.1878, frequentò le
scuole elementari fino alla Sgelasse e crebbe partecipando
alle attività agricole della famiglia.
A 24 anni si fidanzò con Maria Zecchinati, che sposò nel
febbraio 1905, andando ad abitare nella casa, da lui costruita
su terreno della moglie, all'imbocco della Romita.
Da questa unione nacquero 7 figli: Carlo (1907), Giovanni
(1909), Maria (1911), Gisella (1912), Antonio (1914), Matteo
(1915) e, dopo la guerra, Pierina (1919). Nonostante la
numerosa famiglia, fu richiamato alle armi e impiegato nelle
retrovie, addetto ai rifornimenti. Grazie a una licenza di 15
giorni, nel maggio 1916, potè accompagnare la famiglia nel
luogo destinatele per il profugato. Congedato al termine della
guerra, riportò la famiglia a Rotzo, riparò i danni arrecati alla
casa; fece esperienza di emigrazione (in Francia, dove chiamò
anche il figlio Carlo, che colà si stabilì e vi è morto nel 1962).
Nel gennaio 1934, come avvenne per tante altre famiglie
venete, si trasferì con la famiglia a Borgo Montello (Latina;
allora Littoria), per lavorare nelle terre appena bonificate. Gli fu
assegnato un podere di 13 ettari. Qui la famiglia, nel
quotidiano, molteplice, lavoro di coltivazione ed allevamento,
crebbe: i figli si sposarono e gli diedero 14 nipoti.
Tutto questo subì una brusca interruzione nel gennaio 1944,
quando, sbarcati ad Anzio e Nettuno, gli Anglo-americani, per
alcuni mesi il fronte passò anche per il loro podere. A causa
di questo furono tutti trasferiti in Calabria (a Normanno) presso
un ex-militare che, nel 1915-16, aveva combattuto tra i forti
Campolongo e Verena. Questo profugato durò otto mesi. Poi,
spostatesi il fronte più a nord, potè rientrare a Borgo Montello,
riparare la casa, richiamare la famiglia. Morì il 24.11.1953, di
broncopolmonite. E' sepolto nel cimitero di Borgo Montello,
accanto alla moglie Maria, deceduta il 16.12.1966.
Aveva un carattere forte e ottimista; seppe guidare la sua
famiglia con risolutezza e anche con severità; amava gli scherzi
e raccontare barzellette; aveva il vezzo di portare sempre il
cappello, d'estate come d'inverno, in casa e fuori.
(Dai "Ricordi" del nipote Silvano Rigoni/ figlio di Giovanni;, Roma
08.11.2010).
2°) Nel 1° anniversario della morte, ricordiamo anc ora Suor
CHIARENZA COSTA.
"E' passato un anno da quando il tuo Sposo ti ha chiamata a sé.
Ricordo il tuo sorriso; come si illuminava il tuo volto quando
venivamo a trovarti; le lunghe chiaccherate; la tua voglia di
essere informata sul nostro paese che avevi lasciato per seguire
la tua vocazione, per donarti a Gesù, ai fratelli, particoiramente
ai bimbi delle Scuole Materne a te affidati.
Anche il nostro rapporto, l'aiuto che, in particolare, hai dato a me
nei momenti duri del dolore, la parola che infondeva fede e
coraggio, mi hanno fatto capire la grandezza della tua
vocazione. Anche negli ultimi anni, a Isola Vicentina, quando la
malattia ti aveva tolto l'uso della parole, i tuoi occhi e i cenni del
capo dicevano che capivi (e condividevi) tutto.
Sono certa che ora, vicina a Gesù e agli altri nostri cari defunti,
tu pensi a noi. Grazie".
(Dai "Ricordi" della nipote Renata). Brevi note biografiche di
Suor Chiarenza:
Nata a Rotzo il 1°.03.1914, entrò in Istituto il 10 .12.1934. Fu
ammessa al Noviziato il 16.07.1935; fece la 1^ professione il
15.08.1937 e quella perpetua il 19.03.1943. E' deceduta a Isola
Vicentina il 13.04.2010 e venne sepolta a Rotzo il 15 successivo.
SALUTI DAL BRASILE
Abbiamo tradotto in italiano quanto trasmessio dal
nostro amico Dal Pozzo Lidio nella lettera che ci ha
mandato dal Brasile:
“ Ai cari amici e lettori del periodico Altaburg – La Voce,
proverò per il momento a scrivere nel nostro dialetto “ talianbrasilian” in quanto sono rimasto senza traduttore poiché i
miei due amici preti che mi aiutavano in questo sono stati
trasferiti uno in Cile e l’altro in Africa in Mozambico.
Allora credo che forse per voi non sarà facile capire il mio
testo ma comunque si va avanti lo stesso.
Ho letto nell’ultimo numero che le famiglie Dal Pozzo italiani si
sono riuniti a Grisignano; sono stato molto contento di sapere
di questo incontro, perché questi momenti sono sempre
occasione per rivedersi e raccontarsi l’un l’altro le storie e i
ricordi, dai più grandi ai più piccoli.
Le famiglie Dal Pozzo del Brasile hanno fatto il loro secondo
raduno il giorno 23 delllo scorso mese di gennaio a Parai nello
stato del Rio Grande del Sud, ed eravamo in più di 500
persone.
Penso che più di qualcuno si sia commosso quando il
presentatore ha iniziato a fare un riassunto della famiglia di
Nicolò Antonio Dal Pozzo e Domenica Slaviero, della loro vita
a Rotzo e della decisione di andare in America.
Per loro era stato terribile lasciare i suoi. E per noi ora è un
piacere ricordarli e ricordarsi.
Abbiamo già fissato il prossimo appuntamento delle famiglie
Dal Pozzo che si svolgerà nel mio paese nella terza domenica
di gennaio dell’anno 2013. Allora sarebbe molto bello che in
quella occasione potessimo essere presenti tutti insieme.
Lo spero proprio.
Una felice e Santa Pasqua a tutti.”
DAL POZZO Lidio Matelandia Parana Brasile
12^ MOSTRA 100 PRESEPI
La Mostra dei 100 presepi di Rotzo ha riscosso anche
quest’anno un enorme successo sia per la preziosa
collaborazione dei vari artisti paesani e volontari che
collaborano nell’allestimento della stessa, sia per il crescente
numero di visitatori che rimangono incantati e stupiti dalla
rassegna.
Anche quest’anno la rassegna è stata allestita presso la
Chiesetta di S.Margherita ,dove l’atmosfera dell’antica
chiesa si è coniugata perfettamente con il dolce annuncio
delle varie natività esposte in occasione della 12° Mostra dei
100 Presepi.
All’interno della mostra numerosi sono stati i presepi di
nuova realizzazione che uniti a quelli meglio conservati degli
anni precedenti hanno dato luogo ad un piacevole alternarsi di
natività ideate e costruite con i più svariati materiali.
Un grosso ringraziamento va a tutti coloro che in qualsiasi
modo hanno collaborato alla realizzazione di questa rassegna
a testimonianza dei valori e sentimenti cristiani che animano
la nostra Comunità come pure attrattiva turistica tra le più
apprezzate della stagione turistica invernale dell’altopiano.
Riportiamo di seguito una rassegna di frasi lasciate dai
visitatori sul libro firma , ringraziando ancora tutti coloro che
con impegno e dedizione hanno favorito l’allestimento e la
realizzazione di questa importante manifestazione rotzese:
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Complimenti a tutti; un sorriso nel cuore viene facilmente e
naturalmente.
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Complimenti per l’inventiva; la peculiarità è il “ genio”
creativo degli autori! Speriamo l’anno prossimo ce ne siano
1000!
La creatività manifestata in queste opere è espressione
dei molteplici modi in cui Dio ci appare!
Stupendamente rappresentativi della nostra religiosità
popolare!
In queste vacanze candide, la visita a questa chiesetta e
la vista di questi presepi ci hanno scaldato il cuore!
Complimenti! Che la voglia di costruire e rappresentare il
Natale sia sempre con Noi e con Voi!
Geniale l’idea di stimolare la creatività che sta in ognuno
di noi!
Siete una fucina di idee! Ne pensate 10 e ne mettete in
pratica 10.000.
Siamo ritornati e ogni volta ci ritroviamo stupiti per le
tante nuove idee!
Come ogni anno e anche meglio! Alla prossima!
Che bello vedere con quanta passione e amore vengono
realizzati questi bellissimi presepi!
Bellissimi! Onore alla fantasia, all’immaginazione,alla fede!
Il messaggio in fondo è semplice: l’amore chiama amore!
Dove la fantasia non ha confini e dove anche un
microscopico segno della natività può dare una profonda
emozione!
Complimenti per il vostro prezioso lavoro che ci ha
permesso di rivivere le emozioni che provavamo da
bambini!
Complimenti ! Alla fantasia non c’è limite! Continuate così,
la tradizione non deve morire mai!
LE NOTIZIE DI COSTA TIBERIO
In occasione di questo numero pasquale del giornalino Altaburg
– La Voce voglio riportare alcuni pensieri che ricordano quando
nell’anno 2009 abbiamo svolto la novena di preparazione alla
Festa di San Leopoldo conclusasi con la messa e la donazione
da parte delle comunità civili e religiose dell’altopiano dei Sette
Comuni dell’olio per la lampada che splende sulla tomba del
Santo.
Un importante tema che questa celebrazione ci ha permesso di
sviluppare è stato quello del perdono.
Se qualcuno ha la possibilità sul numero 16 del periodico
chiamato Portavoce di San Leopoldo Mandic si potranno trovare
anche alcune e varie caratteristiche del nostro vicariato come è
emerso dalla relazione preparata dal Parroco di Cesura.
Tutto il movimento di preparazione a questa celebrazione che
ha visto coinvolte tutte le realtà pastorali del vicariato mi fa
sperare che un domani si possano fare ancora delle attività
insieme tra le varie parrocchie e io sarei felice di poter diventare
un animatore di gruppi giovanissimi del vicariato.
COSTA Tiberio
LE NOTIZIE DI VANIA
Il 1° aprile ho festeggiato il mio compleanno e quest’anno
cari amici miei ne ho compiuti 38.
La mattina sono andata alla Cooperativa San Matteo e San
Ligio ad Asiago dove ho festeggiato questo importante
avvenimento assieme agli operatori e ai miei amici.
Nel pomeriggio e alla sera, quando sono tornata a casa
diversi parenti e amici sono venuti a trovarmi e a portarmi
qualche regalo.
Per loro ho preparato una torta speciale e così abbiamo
tutti brindato in compagnia.
CERATO Vania
ATTIVITA ‘ SOCIALI
ANNO XIX ° - N°78 CINQUE PER MILLE 2009 PER ATTIVTÀ SOCIALI DEL COMUNE
Sono stati pubblicati di recente i risultati relativi alla destinazione
del 5 per mille della dichiarazione dei redditi a favore delle attività sociali
del Comune nell’anno 2009.
Tale scelta è discrezionale e può riguardare il sostegno al
volontariato e ad altre Associazioni non lucrative di attività sociale, di
finanziamento della ricerca scientifica e della Università, al finanziamento
della ricerca sanitaria, al sostegno delle associazioni sportive
dilettantistiche e, appunto, al sostegno delle attività sociali svolte dal
Comune di residenza.
Ancora una volta, limitandoci ad un confronto nel territorio del
nostro Altopiano, abbiamo potuto notare che Rotzo si è distinto sia in
numero di scelte che nell’importo destinato al Comune.
Ecco un breve riepilogo riguardante gli otto Comuni altopianesi.
Comune
Rotzo
Asiago
Roana
Enego
Lusiana
Conco
Gallio
Foza
numero scelte
67
49
41
38
42
25
23
6
importo a favore del Comune
€.1.106,68
€.1.080,55
€.913,62
€.621,11
€.609,74
€.365,37
€.289,49
€.76,70
Un doveroso ringraziamento a quei cittadini che hanno destinato a
favore del Comune una parte delle loro imposte per le attività sociali ed
uno stimolo ad utilizzare sempre l’opportunità di destinare a favore di Enti o
Associazioni una parte delle imposte versate.
Rotzo si è sempre distinta per generosità e disponibilità a beneficio
di Associazioni senza fine di lucro operanti nel territorio ed anche questo
risultato è significativo e denota molta attenzione da parte dei cittadini agli
aspetti sociali.
Dal Pozzo Matteo
A questo numero hanno collaborato:
Bosso Teti, Cera Luciana, Cerato Vania, Costa
Alberto, Costa Oscar, Costa Paolina,Costa Renata ,
Costa Tiberio, Dal Pozzo Lidio, Dal Pozzo Matteo,
Dott. Gilbert, Ferraresi Massimo, Martini Adriana,
Panozzo Don Pierangelo, Rigoni Silvano, Rotzo’s
Boys, Slaviero Bruno, Stefani Don Sergio, Tondello
Lauro
Stampato in proprio e diffuso tra le famiglie
Della Comunità Cristiana di Rotzo;
Via Roma,72 – 36010 – ROTZO – Vicenza ITALIA
Tel. e fax 0424 – 691004
Foto:
In copertina: Il “ Meerzo” o Mirso in località
Hengar ;
Sul retro: Le due raffigurazioni presenti in alto
ai lati all’interno della chiesa parrocchiale
ALTABURG “LA VOCE “ E
TUTTO SU ROTZO SU:
www.rotzo.net
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