Carissimi/e, dopo un lungo inverno, ecco arrivare, anche quassù tra noi, la primavera. Questo rifiorire di vita (e di nuove aspettative e speranze) è un segno del grande avvenimento, che ha cambiato la nostra vita: la PASQUA del SIGNORE. La Chiesa ci ha preparati a questo con il solenne Rito delle Ceneri e il susseguente Tempo di Quaresima. La CENERE è frutto della combustione e ci fa pensare a tutto ciò che Gesù vuol "bruciare" in noi con la sua Pasqua: ogni nostra debolezza. La CENERE è un detersivo naturale (ci ricorda la "lissia", il grande bucato prima che arrivassero le lavatrici): un detersivo che vuole renderci puliti, bianchi, profumati.... La CENERE è anche un concime naturale. Il concime più usuale è il letame (dal latino "laetus" (leggi: lètus) = lieto), perché rende lieti e abbondanti i raccolti. Ci fa pensare alla ricchezza gioiosa di beni profondi con cui Gesù vuole arricchire le nostre persone, le nostre famiglie, le nostre Comunità. E' iniziata così la Quaresima: tempo sacramentale per una preparazione austera, attesa trepida, per prepararci alla gioia pasquale del Signore risorto; al Tempo di Pasqua, 50 giorni durante i quali immergerci, lasciarci impregnare dall'amore del Signore. Questo è il mio augurio per tutti voi e per ciascuno. Il Signore risorto faccia splendere su di voi la sua luce, e vi dia la sua pace. Di cuore. don Pierangelo Rotzo, 10.04.2011. 5" di Quaresima. ORARI SETTIMANA SANTA SABATO 16/04: Ore 18.00: S. Messa della Passione DOMENICA 17/04 : Ore 09.00: S. Messa della Passione ( A Castelletto); Ore 10.15: Processione delle Palme e S. Messa; Ore 18.00: S. Messa della Passione; LUNEDI’ 18/04: Ore 09.00: S. Messa; Per Altre celebrazioni vedasi foglietto settimanale MARTEDI’ 19/04: Ore 09.00: S. Messa; Per Altre celebrazioni vedasi foglietto settimanale MERCOLEDI’ 20/04: Ore 09.00: S. Messa; Per Altre celebrazioni vedasi foglietto settimanale GIOVEDI’ 21/04: GIOVEDI’ SANTO: Ore 20.30 : S. Messa della CENA DEL SIGNORE; VENERDI’ 22/04 : VENERDI’ SANTO : Ore 16.00: Solenne Via Crucis; Ore 20.30: Celebrazione della PASSIONE DEL SIGNORE SABATO 23/04 : SABATO SANTO: Ore 20.30: VEGLIA PASQUALE. DOMENICA 24/04: DOMENICA DI RISURREZIONE: Ore 9.oo S.Messa (a Castelletto) " 10.15 S.Messa; " 18.oo S.Messa. LUNEDÌ' DELL’ANGELO 25/04 : Ore 9.oo: S.Messa (a Castelletto); " 10.15: S.Messa (in parrocchiale). ( Appendice per il TEMPO PASQUALE) DOMENICA 22/05 : PRIMA COMUNIONE: ( ragazzi 4° e 5° elementare) DOMENICA 05/06 : ASCENSIONE ( Ore 10.00 : “ QUARTA ROGAZIONE) OMAGGIO A MARIA Riportiamo qui di seguito le preghiere che, come omaggio a Maria, la Santissima Madre di Dio, sono state depositate sull'altare a Lei dedicato nella nostra parrocchiale il 1° gennaio 2011. 1) Ciao, Madonnina! Grazie, Maria, Madre di Gesù e Madre nostra. Grazie, perché ci sei, perché ascolti le nostre preghiere e le nostre richieste, sempre, con generosità. Ci fai sentire la tua presenza e ci dai conforto. Non abbandonarci e aiutaci nel nostro cammino. Grazie. 2) Maria, ti affido la mia famiglia, le famiglie dei miei figli. Cammina con noi lungo i sentieri della vita. Amen. 3) Grazie, o Maria, che hai accolto Gesù nel tuo grembo. Re dell'universo e, hai aperto i cicli per fare da ponte tra cielo e terra, per tenerci tutti per mano per la nostra salvezza. O Maria, lo hai fatto nascere in una stalla, il tuo Re, e non ha mai portato armi, per costruire la pace ma solo vero amore, perché anche noi sappiamo amarci e perdonarci, per il bene comune e vivere in vera pace e letizia: in famiglia, in comunità e nel mondo. 4) Benedici, o Madre, i nostri figli, guidali nel cammino della loro vita. Benedici, Madre, i bambini, proteggili come hai protetto il tuo Figlio Gesù. Benedici, o Madre, gli anziani e gli ammalati, veglia su di loro con il tuo amore di mamma. Grazie, Maria. 5) Maria, Madre di tutti, proteggi me e la mia famiglia. 6) O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che noi ricorriamo a te, per quelli che a te non ricorrono. Aiutaci a crescere nella fede e ad avere più forza e coraggio di testimoniare il vangelo del tuo Gesù. 7) Cara Mamma di Gesù, aiutaci a diventare due genitori bravi e giusti; proteggi il nostro...., che tra poco stringeremo tra le nostre braccia. Grazie! 8) PREGHIERA. Insegnaci, Maria, a custodire in un cuore umile e colmo di fiducia l'amore che Dio ci affida. Così anche noi saremo capaci di andare in fretta, come hai fatto tu, verso quelli che ci chiamano, che hanno bisogno di noi, per poter godere la gioia che viene dal tuo Gesù. Rendici santi, o Madre buona, santi come Gesù ci ha comandato, come il tuo cuore richiede e ardentemente desidera. Così sia. Madre mia, speranza mia! 9) O dolce Maria, dammi forza e coraggio per affrontare le difficoltà di ogni giorno e tanto amore per iniziare il prossimo cammino con il mio caro.... Ti prego per come mi sai essere vicina, ringraziandoti; so che continuerai a farlo e questo mi da sicurezza per il mio futuro e quello dei miei cari. 10) Ti ringrazio e ti saluto, o Madre cara, perché ci hai donato Gesù, il divino Salvatore. Tu sei la tutta bella, la tutta santa e a te guardiamo con ammirazione, con devozione, perché da te viene il nostro aiuto. Noi, tuoi figli in Gesù, ricorriamo a te e chiediamo il tuo aiuto; non abbandonarci. 11) O Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, sostienimi e aiutami, affinché riesca a trasmettere con amore, alle mie amate figlie, la nostra fede sia con le parole che con la vita di ogni giorno. O Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, sostieni, proteggi e infondi speranza in tutti coloro che sono soli, nel dolore, nella malattia. 12) Cara Mamma del cielo, tienimi vicino al tuo cuore per tutta la vita. 13) Cara Maria, aiutami a superare le mie paure, proteggi me e tutte le persone del mondo. 14) Cara Madonnina, aiutami ad aprire il mio cuore per ricevere il grande amore che hai per tutti noi. 15) Caro Gesù, aiutaci a proteggere me e la mia famiglia e tutte le persone del mondo. 16) Grazie, Maria, perché per il tuo sì d'amore siamo diventati figli tuoi e suoi. Prendici per mano e guidaci a lui come solo una mamma sa fare. Con tanto affetto! L’ANGOLO DEI RAGAZZI Rocco era nato a Montpellier, in Francia. Dopo la morte dei suoi genitori, egli, che aveva circa 20 anni, decise di farsi "pellegrino". Dopo aver percorso la Francia meridionale, passò in Italia, andando verso Roma. Si fermava qua e là, mettendosi al servizio dei poveri e degli ammalati, specialmente durante le frequenti epidemie, in particolare della peste. Un giorno, anche lui fu colpito da questa infezione. Allora decise di rifugiarsi in un luogo appartato per aspettarvi la morte. Ma Dio aveva altri progetti: un cane tutti i giorni gli portava il cibo sufficiente e Rocco potè sopravvivere e guarire. Quando riprese il suo pellegrinaggio, il cagnolino non volle abbandonarlo più e lo seguì per il resto della vita. Per questo tutti lo chiamarono Rocchino, o Roc. Un giorno Rocco morì e fu accolto, come grande santo, in paradiso. Rocchino, rimasto senza il suo padrone, si lasciò morire dal dolore. Poco dopo, anche Rocchino giunse davanti alla porta del Paradiso e si mise ad abbaiare per farsi aprire. Il vecchio S.Pietro, un po' sordo, non lo udiva. Lo udì invece Rocco, che corse subito alla porta e pretese che Pietro la aprisse al piccolo Roc. "Ma non sono previsti ingressi di animali", disse Pietro. "Vediamo un po' cosa ne dice Gesù!", disse Rocco. E andò subito da Gesù. Gesù disse, che prima di decidere, voleva sentire il parere di sua Madre. Maria rispose che prima voleva consigliarsi con Giuseppe, suo sposo. Giuseppe disse che sì, poteva andare, ma allora perché non far venire in Paradiso anche l'asinello, che lo aveva accompagnato nei viaggi con Maria e Gesù? Così, non solo il cagnolino di Rocco, ma anche l'asinello di Giuseppe entrò in Paradiso. Il loro abbaiare e ragliare crearono un certo movimento tra i santi. Pietro, mortificato per aver dovuto dire di sì, incominciò a dire: "In fondo, gli animali non stanno male in cielo. Perché non potrei far venire anche il gallo che cantò quando rinnegai Gesù? Sarebbe un bel segno della misericordia di Dio". Quando Gesù venne a saperlo, acconsentì volentieri. Come Noè sentì cantare il gallo, fregandosi le mani, disse: "Allora, qui in cielo, potrebbero arrivare anche tutti gli altri animali...come avvenne nella mia arca!". E così. Dio, Padre buono e misericordioso, non potè che acconsentire. A due a due, tutti gli animali poterono entrare in paradiso: gli elefanti e le farfalle; i cavalli e i fringuelli; i leoni e le colombe....C'era anche il corvo che aveva nutrito il profeta Elia; la balena che aveva ospitato nel suo ventre il profeta Giona; il puledro sul quale Gesù era entrato trionfalmente in Gerusalemme.... Avvenne così che il lupo dimorasse insieme all'agnello; la pantera si sdraiasse accanto al capretto; il vitello e il leoncello giocassero tra loro; la mucca e l'orsa passeggiassero assieme; come aveva preannunciato il profeta Isaia. ANGOLO UMORISTICO IL COLMO PER UN: DATE STORICHE che ci riguardano Barattolo: Essere svitato.... 1761 : 250° anniversario della chiesa di S.Gertrude: Campana : Essere suonata.... Vegetariano: Non giocare a scacchi per non mangiare il cavallo; Cuoco: Fare discorsi senza...sugo....... Cane : Incontrare un osso..,duro........ Muratore: Restare di ...stucco... Carabiniere: Non riuscire ad arrestare...la caduta dei capelli.... Chimico : Non avere ...reazioni..... Gallina : Covare un ....ovino..... Persona taciturna: Mangiare senza...aprire bocca.. Pesce : Nuotare contro corrente e restare...fulminato. .... Barbiere: Andare pazzo per i ....pelati..... Cavallo : Perdere le ...staffe..... Essere solo come un...cane..... Saldatore: Non saldare i ....debiti...... Un calvo davanti allo specchio: "Però! neanche un capello bianco!". La chiesa di S.Gertrude, la nostra parrocchiale, risale a prima del 1250. Quell'edificio fu, in seguito, più volte ampliato e modificato, fino al 1761, quando si decise di ricostruirla dalle fondamenta. La nuova chiesa ebbe 5 altari (contro i sette precedenti) e venne consacrata il 23.06.1763 dal vescovo di Torcello (VE) Mons. Marco Corner, su delega del vescovo di Padova Card. Sante Veronese. Boscaiolo: Non riuscire a farsi... accettare... Gatto: DATE STORICHE 80 anni e Di quella chiesa, attualmente, rimane la sola facciata, con le sue quattro colonne toniche di marmo bianco e il frontone (vedi foto a fianco). Tutto il resto (navata e presbiterio), a causa dei danni della prima guerra mondiale, dovette essere rimosso e fu ricostruito, più ampio e alto, come è attualmente. 1781: 230° anniversario della scoperta del sito archeologico del Bostel. Questa scoperta avvenne ad opera dell'abate Agostino Dal Pozzo, nei terreni di proprietà della sua famiglia. CRONISTORIA PARROCCHIALE DAL I°.12.2010 al 31.03.2011 04.12; Sab.: Memoria di S.Barbara: Patrona dei mina-tori: la celebriamo con la messa festiva delle ore 18.oo (utilizzando il bei reliquiario del 1897, dono dei minatori alla chiesa parrocchiale). 19.12; Dom.: PRIMA CONFESSIONE dei ragazzi (18) di 4" e 5^ elementare (alle ore 15.oo); BENEDIZIONE dei "GESÙ" BAMBINI" a tutte le ss.Messe benediciamo i "Bambini Gesù", che verranno posti nei presepi preparati in casa o in chiesa; 24.12; Ven.: Ore 23.30: Solenne S.Messa di MEZZANOTTE (sul tema biblico della ALLEANZA (feudale, regale, paterno-filiale e sponsale) con cui Dio ha descritto il rapporto che egli vuole avere (e che realizza) con noi, in Gesù. Alla fine della S.Messa (grazie anche a una pausa della pioggia) la PRO LOCO offre ai presenti il tradizionale "rinfresco" (vin brulé, cioccolata calda e panettone). 25.12: Sab.: CELEBRIAMO IL S.NATALE (in particolare l'esperienza dei pastori). 26.12; Dom.: Inizia la Festa dei COSCRITTI, classe 1993 (con la S.Messa delle ore 10.15). 27.12: Lun.: "ANDAR PER PRESEPI": una nuova iniziativa che ci vede far visita alla sera (ore 20.oo) ad alcuni Presepi all'aperto (presso Signora Violetta Dal Pozzo, il lunedì; Fam. Costa Valter, il martedì; e Capitello del Bostel, il mercoledì). Forse anche a causa del gran freddo poche persone hanno partecipato ai 3 incontri). 30.12, Gio.: CONCERTO DI NATALE, tenuto in chiesa, alle ore 20.30, dal "Walter Salìn Ensemble" di Rovereto (TN). Uno spettacolo veramente e profondamente bello sul S.Natale, come dovrebbe essere vissuto oggi. 31.12, Ven. : PREGHIERA DI FINE ANNO: sul tema del "Tempo: dono di Dio". 1°.01: Sab.: Nella celebrazione della DIVINA MATERNITÀ* di MARIA, abbiamo rinnovato l'iniziativa dell' OMAGGIO A MARIA (vedi articolo apposito). 02.01: Dom.: Festeggiamo oggi gli ANNIVERSARI DI MATRIMONIO (al pranzo comunitario partecipano una quindicina di coppie). In serata (ore 20.30): CONCERTO DI CAPODANNO, tenuto dal virtuoso della fisarmonica, MICHELE LUNARDI. 03.01: Lun.: Al mattino: VISITA ALLA CASA DI RIPOSO DI ROANA. In serata (ore 16.30): "ANDAR PER PRESEPI" una quindicina di persone partecipano alla Visita guidata al "Circuito dei presepi" allestito, nelle varie contrade, dalla Comunità parrocchiale di Tresche Conca. Il giro finisce con una "pizza"' in un locale del posto. 05.01: Mar.: CONCERTO dell'EPIFANIA, gestito da un Gruppo di Amici della ASSOCIAZIONE AMICIAD Onlus. 06.01: Mer.: Anche quest'anno, terminate le ss.Messe, è passata la "Befana parrocchiana", che ha regalato a tutti una beneaugurale calzetta. 09.01: Dom.: GITA AI PRESEPI: la tradizionale iniziativa ci porta, quest'anno, a rivisitare il PRESEPE DEI PADRI SCALABRINIANI a Bassano del Grappa; poi a far vista al PRESEPE (biblico) di Villa del Conte (PD), e poi al rinnovato PRESEPE VIVENTE di S.Pietro in Gù (nella loro diversità, tutti bellissimi e interessanti). Prima di rientrare, in quel di S.Pietro in Gù, pizza per tutti. 23.01: Dom.: CHIUSURA "MOSTRA DEI 100 PRESEPI": che, anche quest'anno, ha avuto un ottimo successo, sia per il numero di presepi nuovi e originali, sia per partecipazione di pubblico. 06.02: Dom.: 33' GIORNATA PER LA VITA: alla S.Messa delle ore 10.15 sono state invitate tutte le Famiglie con figli da O a 6 anni. Abbiamo pregato assieme. Ad ogni bimbo è stato regalato un vasetto di fiori. Buona la partecipazione. BENEDIZIONE della FRUTTA: in onore di S.Biagio a tutte le Ss.Messe. 13.02: Dom.: GIORNATA UNITALSI: dopo aver partecipato con una rappresentanza alla S.Messa nella Giornata del Malato (venerdì 11/02) a LUSIANA, oggi celebriamo, con tutto il Vicariato, una giornata di preghiera e offerta per le attività dell'UNITALSI dell'Altopiano (abbiamo raccolto Euro 400.oo). 27.02: Dom.: TRIDUO per S.GERTRUDE: iniziamo quest'oggi la "TRE DOMENICHE " di preparazione alla Festa di S.Gertrude, nostra principale patrona, con recita della specifica Preghiera e benedizione con la reliquia. 06.03: Dom.: Ultima domenica di Carnevale. I Giovani dell' ORGANIZZAZIONE MATO GROSSO propongono la vendita di DOLCI DI CARNEVALE (Tra Rotzo e Roana vengono raccolti Euro 610.oo). 07.03: Lun.: Pellegrinaggio interparrocchiale (Roana, Mezzaselva e Rotzo) AI LUOGHI di S.ANTONIO: con visite guidate alla Basilica del Santo in Padova e al Santuario del Noce di Camposampiero (PD). Per il pranzo siamo stato ospitati dal don Francesco Frigo (di Roana) parroco di Arsego. 09.03: Merc. delle Ceneri. Facciamo 3 incontri: Ore 14.30, per i ragazzi (senza la s.Messa); Ore 16.oo e 20.15: con S.Messa, per tutti, (buona la partecipazione). 17.03: Gio: FESTA DI S.GERTRUDE: approfittando che quest'anno, in questo giorno, si celebra una particolare FESTA NAZIONALE per i 150 anni dalla costituzione del Regno d'Italia, la festeggiamo con un orari festivo: Ore 10.15; e ore 18.oo: Buona la partecipazione. LA STORIA DELLA FAMIGLIA LUCA IN VIAGGIO DI NOZZE «Il 22 febbraio 1911, nella chiesa parrocchiale di Mure, il Sig. Luca Luca di fu Augusto e di Sartori Maria, nato a Rotzo il 30 novembre 1878, contraeva matrimonio con Virginia Lunardi, figlia di Giovanni e di fu Villanova Lucia, nata a Pianezze S. Lorenzo e domiciliata in Mure, dinnanzi a me Don Daniele Cecchini, eccetera, eccetera». Al matrimonio religioso fece seguito, il 5 marzo, il matrimonio civile nel Comune di Molvena. Di questa giornata ci resta un ritratto dei due sposi, ingrandito fino a 60 o 70 centimetri e messo in cornice. Fu poi posto nella camera da letto e vi rimase sempre, finché non dovettero traslocare. Bisogna ammettere che la sposa era molto bella e che anche lo sposo non faceva brutta figura: i capelli biondi ben pettinati e un vestito sic. «Era quello che aveva portato dall'America, spiega la mamma, e che non aveva mai indossato per riservarlo a quel giorno». Non sappiamo chi furono gli invitati a nozze. Luca avrà fatto di tutto per avere con sé la mamma e il fratello Ettore. Gli altri erano troppo lontani: Checchi, militare in Libia, Rita e Silvia sposate a Venezia. Dalla parte della sposa, oltre al padre e agli zii Giacinto e Luigi, c'era probabilmente la sorella Luigia, sposata a Lusiana. Non c'erano le sorelle suore né le altre due, emigrate in America con le famiglie. Dopo il 5 marzo i due sposi partirono per il viaggio di nozze. Con i pochi mezzi a disposizione non potevano andar lontano. Luca progettò di condurre la sua sposa a Venezia. Partirono. In carrozza fino a Bassano e poi in treno. Virginia non aveva mai visto un treno; ma non le deve aver fatto molta impressione perché parlando del suo viaggio di nozze non lo nomina nemmeno. Quello che invece le rimase impresso al primo metter piede a Ve- nezia, fu il vedere un negozio con grandi vetrine e tante donne ben vestite, in piedi al di là dei vetri. Ingenuamente domandò: - Che fanno quelle donne dietro ai vetri? Luca, avvertendo che Virginia aveva preso i manichini per donne vere, con la maggiore naturalezza rispose: - Fanno mostra dei bei vestiti, perché la gente li vada a comperare. - E stanno lì tutto il giorno? - domandò Virginia. - Altroché! E anche la notte. Ma intanto erano arrivati a un passo dalle vetrine e Virginia con sorpresa, esclamò: - Ma sono statue! E fu una bella risata. Niente albergo, perché non se lo potevano permettere. Avessero almeno potuto alloggiare insieme nella casa di una delle sorelle... Non c'era posto per due! Così si divisero. Luca lasciò Virginia dalla sorella Rita, sposata Cecchelin, che gestiva un bar presso la stazione e lui s'inoltrò per calli e callette fino alla casa di Silvia che abitava all'interno della città. È probabile che abbiano cenato insieme nel retrobottega del bar di Cecchelin. Rita, occupata a servire i clienti, condusse la sposina nella camera da letto e la lasciò sola: «Su, su, per scale strette che non finivano mai: mi sembrava di salire su un campanile» ricordava mamma Virginia. Lasciata sola sul letto matrimoniale, la povera Virginia si mise a piangere. Le pareva di essere in capo al mondo, abbandonata da tutti. Finalmente, stanca dal viaggio e dalle ambasce, s'addormentò. Non sentì la Rita venire a letto dopo mezzanotte e non si svegliò quand'essa, al mattino presto, si alzò per aprire il bar. Si svegliò che dalle finestre entrava luce. Si alzò e s'accostò alla finestra. Guardò giù. Vedeva gente camminare sulle vie di Venezia, tutti piccoli come fossero formiche. Ebbe di nuovo paura. Finalmente, verso le nove o le dieci, Rita salì in camera e le portò caffé e latte. Virginia era angosciata: - Dov'è Luca? Perché non viene ancora? La Rita la tranquillizzò. Luca non arrivò che alle undici. Virginia al vederlo, si mise a piangere. E quando rimasero soli, raccontò tutte le sue ansie e paure: - Non abbandonarmi più per carità! - supplicò. «E poi che successe?» Alla nostra domanda mamma Virginia rispose che la sera la portarono a teatro. Davano un'Opera. Ma chi poteva capire una povera contadina, senza che nessuno le spiegasse la trama e senza il libretto? Cantavano e non si capiva che cosa dicessero. Si muovevano come ombre sul palco e non capiva perché lo facessero. I cognati avevano voluto fare un dono ai due sposi invitandoli a teatro; ma per la sposa fu una serata interminabile. Possiamo pensare che, durante il giorno, si sia incontrata con Silvia, l'altra cognata: una donna dolce e amabile, ben diversa da Rita. E la compagnia di quella donna le recò certo sollievo. Restarono sempre amiche. Finalmente tornarono a casa. A sentire il racconto di mamma Virginia, il ritorno merita quel «finalmente», tanto era desiderato. E da quel ritorno a casa, cominciò una vita di affetti e di stima vicendevoli che dureranno per tutta la vita. A vederli come si volevano bene in età avanzata veniva da chiedersi se ci poteva essere nel mondo una coppia più affiatata. Mamma Virginia non pensava che a suo marito, e a noi piccoli raccontava tante cose di lui e ci faceva pregare per il papà assente. La convivenza col suocero non portò nessun inconveniente. Giovanni Lunardi era una persona forse poco istruita, ma di grande buon senso e rispettoso delle persone. Tra lui e il maestro, mai nessun diverbio, nessun contrasto. Si stimavano e si rispettavano a vicenda. Nella mentalità popolare l'uomo sposato che viveva nella casa della sposa, era visto come uno che doveva sottostare alla moglie. Lo chiamavano infatti «cappellano», riferendosi all'aiutante del parroco in una chiesa: esecutore di ordini e nient'altro. Ma Luca ci scherzava su, ben sapendo che non era succube alla moglie, così dolce e remissiva, e nemmeno al suocero, se il detto alludeva a quest'ultimo: Giovanni Lunardi era, in fondo, un gentiluomo. Dopo nove mesi, il 25 novembre 1911 nacque una bambina, che chiamarono Maria, per ricordare la nonna paterna. Aggiunsero anche il nome di Lucia, la defunta madre di Virginia. Due anni dopo, alla fine dell'anno 1912 o agli inizi del '13 nacque Augusto, a cui posero anche i nomi di Giovanni e Francesco, per ricordare il nonno materno e quel Francesco Luca, bisavolo, che Luca ricordava con affetto. Il bambino morì quando aveva appena sei mesi, il 25 maggio 1913. Mamma Virginia si rimproverava di averlo portato giù dalla camera, una sera, per mostrarlo a degli ospiti che volevano vederlo: «Forse aveva preso freddo ...» diceva. Probabilmente era morto di polmonite. I bambini morivano allora tanto facilmente. Il dolore fu grande. Il bambino aveva già cominciato a sorridere e a riconoscere i genitori. (da Ricordi di famiglia di padre Augusto Luca - 14a parte) PELLEGRINAGGI IL CAMMINO DI SAN FRANCESCO e A SANTIAGO DE COMPOSTELA Senso di profonda comunione con la natura, con quello che ti circonda, con te stesso e con Dio Sono stata conquistata dal libro di David Grossman “A un cerbiatto somiglia il mio amore” in cui l’elaborazione di un lutto, la perdita di un figlio, passa attraverso un lungo cammino a piedi in terra di Palestina e Israele o meglio in Terra Santa. Ci sono tanti modi per incontrare se stessi, per interrogarci sulle esperienze , sul vissuto personale, sui rapporti con gli altri, sulla vita, sulla fede, ma per alcuni come per me il modo migliore è camminare. Uno potrebbe dire: lo puoi fare anche tra le mura di casa, ed è vero perché di cammino interiore si tratta, ma l’essere in cammino anche fisicamente, portandosi dietro solo il minimo indispensabile, lasciare oltre alle cose, le abitudini, i riti e i ritmi di tutti i giorni, ti aiuta a staccare la spina da tante consuetudini, per dedicare a te stesso un tempo di riflessione. Si lasciano tante zavorre per prender sulle spalle il peso di uno zaino con il minimo indispensabile e si parte. Naturalmente, per molti, nell’immaginario di cammino, il pensiero va al Camino di Santiago, il cammino per definizione, ma lo pensavo troppo lungo, troppo difficile, troppo lontano, troppo tutto. E mi documentavo su altre possibilità. Nel libro-guida del percorso “Di qui passò Francesco” viene riportata questa frase di Vincent Van Gogh da una lettera al fratello Teo “Noi siamo dei pellegrini, la nostra unità è un lungo cammino, un viaggio dalla terra al cielo”. Pensiero che ti cattura e, come cattolico, ti ricorda: credere è un cammino, cammino verso la Terra promessa, esci dalla tua terra, esci dalla tua umanità, esci da te stesso, esci dalla schiavitù delle cose non fondamentali, non essenziali, la fede è un cammino. E desideravo molto compiere questo cammino di Francesco che parte dai monti de La Verna in Toscana, attraversa tutta l’Umbria per arrivare alle porte di Roma, percorrendo i 350 km immersi nei meravigliosi luoghi francescani. Lo scorso anno ho avuto la fortuna di trovare un amico, compagno di viaggio, insieme abbiamo condiviso l’esperienza di cammino e di fede nella nostra meravigliosa Italia Centrale, ricca di storia arte cultura e incantevoli paesaggi, e quest’anno con un’amica il grande Cammino di Santiago. Abbiamo compiuto tutto il percorso del cammino francese, partendo da Saint Jean Pied de Port in Francia, e via via lungo le montagne pirenaiche,attraversando tutta la Spagna settentrionale, passando per le regioni di Navarra, La Rioja, Castiglia – Leon e Galizia, per arrivare a Santiago e poi al mitico Finisterre, sulle rive dell’Oceano Atlantico ( quasi 900 km). Due i cammini, due le esperienze. Diversi gli ambienti e diverse le opportunità. Entrambi con il denominatore comune: camminando trovi il tuo passo, con te stesso con gli altri e con la natura. Affascinante l’ambiente da Burgos a Leon: la Meseta, ampia e sconfinata, infinitamente lunga. Il premio è la bellezza. Tre o quattro giorni di cammino, di cui un tratto, lungo 17 km, di “nulla”, unici punti di riferimento due querce, lontane 3 km e mezzo l’una dall’altra. La tranquillità per il pellegrino è l’assistenza della Guardia Civil che percorre il sentiero e porta soccorso in caso di necessità. L’esperienza del cammino di Santiago ha una storia millenaria, il sentiero e le splendide città sono sorte di conseguenza, da Pamplona Burgos Leon Ponferrada, città una più bella dell‘altra, ai tipici villaggi-cammino dei più piccoli paesini, ovunque gli spagnoli sanno bene chi è il pellegrino, fa parte della loro storia, ed è frequente, immediato il saluto e l’augurio “Buen camino, peregrino”anche dei più piccini, tutto è predisposto a favorire il pellegrino, fonte di reddito insieme all’agricoltura, puoi fermarti dove vuoi se ti senti stanco e ovunque trovi da pernottare, albergues del pellegrino ovunque. Lungo il cammino di Francesco invece si ha più l’impressione di esser considerati un po’ originali e quasi stravaganti nell’andare a piedi, tappe più obbligate e condizionate, ma con sorprese di accoglienze meravigliose nei monasteri e nelle realtà ospitative. Là, consuetudine e grandi numeri di pellegrini portano il rischio del prevalere dell’aspetto storico-culturale, o anche solo sportivo, per molti è dichiaratamente un bellissimo tour in bicicletta, a piedi o a cavallo, palestra ideale per tenersi allenati in un ambiente bellissimo, e di soffocarne l’aspetto religioso e spirituale. Ed è per tutti questi aspetti dichiarato “Patrimonio dell’Umanità”. Il percorso nei luoghi francescani è di ideazione recente, non troppo rodato, ma in questo sta anche il suo fascino. Lungo il percorso di Santiago innumerevoli incontri, persone da ogni parte del mondo (contattate persone di ben 37 diverse nazionalità, dal Sud Africa, all’Islanda, alla Corea, Australia e Filippine, Cina e Giappone e naturalmente da tutta Europa) per cui si può tranquillamente partire e andare da soli, perché lì non sei mai solo, anzi può diventare un po’ impegnativo il conquistarti lo spazio per stare con te stesso, soprattutto dove si incontrano molti gruppi, negli ultimi 100 km, minimo sufficiente per meritarsi la Compostela, il documento che attesta che hai compiuto il cammino fino a Santiago. Nel cammino di Francesco è consigliabile andare almeno in due, perché si cammina in “solitaria” (noi in 16 giorni non abbiamo incontrato nessuno che compiva il cammino, soltanto qualche cacciatore o tartufaro nei boschi). Di comune hanno il camminare con lo spirito da pellegrino in mezzo alla natura, sostando in luoghi ricchi storia e d’arte, la freccia gialla (colore del Vaticano, colore dei percorsi religiosi della Chiesa Cattolica) che indica il cammino, quella magica traccia luminosa che, sulle vie di Francesco e di Santiago, fa sì che ci si senta a “casa”, quella scia che fa di un percorso un cammino. Lo stesso può essere per le soste di riflessione spirituale, le cerimonie religiose e i momenti di preghiera comunitaria, in varie lingue, che si fanno invito a riprendere lungo il cammino con la mente e con il cuore il pensiero, la lettura del Vangelo del giorno prima, o la recita dei salmi al sorgere del sole, e via via, nello scorrere delle ore i momenti di preghiera. Ogni giorno, partenze al mattino presto, quando è ancora notte, con le pile lungo il sentiero, sentire e provare anche fisicamente cosa è “fidarsi nel buio della notte” e poi assistere allo spettacolo della luce del giorno che viene e cantare con il salmista: Svegliatevi arpe e cetre, cantate all’aurora che viene… esperienze che ti catturano verso il Cielo e ti lasciano col desiderio di raggiungere la meta, tutto è nulla, Dio è la Meta. Nella notte il cammino si illumina sotto la Via Lattea, ricordandoti Kant “ il cielo stellato sopra di noi e la legge morale dentro di noi”. E in Spagna il cammino viene chiamato anche Via Lattea, proprio perché percorre da est a ovest, e ogni notte se è sereno la vedi sopra di te nella stessa direzione. Per il cammino di Santiago il saluto dei pellegrini antichi era Ultreya e Suseya (Sempre avanti, sempre in alto) e con San Francesco a Poggio Bustone il caldo ed affettuoso saluto “Buon Cammino buona gente”! L’incontro con il poverello si fa tangibile e vero con l’esperienza mistica delle romite di Cerbaiolo con Chiara e di Cesi con Fra’ Bernardino. La bellezza dei monasteri francescani, i silenzi e i canti gregoriani, le comunità di frati e suore, quasi tutti anziani molto in là con gli anni, che ti offrono ospitalità, esperienza che ti commuove e ti fa pensare ad una realtà che rischia di sparire nel giro di pochi anni; ma poi sei in cattedrale a Santiago ed il Butafumeiro, l’incensiere fumante d’incenso che in cinque uomini fanno oscillare alto fino alle cupole degli altari laterali accompagnato dal canto poderoso di una moltitudine di fedeli, dispensa un profumo intenso e dolce che vuol salire fino al cielo e ti fa ben sperare … Il percorso di Francesco è stato per me, per la mia esperienza, intimo, mistico e spirituale; quello di Santiago effervescente, un po’ folkloristico, ma con una dimensione universale che mi ha fatto spesso ripensare a “… il tuo popolo in cammino cerca in Te la guida...” Come riflessione finale emerge dal profondo il grazie a chi nel percorso ti è compagno, per un breve o lungo tratto compagno di viaggio, e il grazie a quanti ti sono stati e ti sono compagni nel viaggio della vita! Teti BOESSO GRUPPO AMICIAD Il periodo invernale è stato veramente fervido di tante attività per il gruppo-onlus AMICIAD, attività che l’hanno visto impegnato su svariati fronti : dal concerto di Natale ai lavori di maglia, cucito, uncinetto per i mercatini, dal progetto scuola per l’infanzia alle tombole, dalle riunioni alla vendita di violette. Particolarmente importante è stata la collaborazione con il Circolo Dipendenti Banca Popolare di Vicenza e dei Rotzo’s boys che ci hanno aiutato in varie occasioni. Tutto il ricavato è stato devoluto ai progetti che il gruppo AMICIAD segue in Ciad a favore di chi è meno fortunato di noi. Dal 1° ottobre ad oggi sono stati raccolti: 2.256 € dal 5 per 1.000 delle denunce dei redditi relative agli anni 2007- 2008, 2.730 € dal Circolo Dipendenti Banca Popolare di Vicenza, 3.922 € da sostenitori , mercatini, tombolate, autofinanziamenti. Il gruppo AMICIAD ringrazia tutti di cuore. Alla fine di dicembre otto persone si sono recate in Ciad, nel paese di Koko, insieme al dottor Gilbert ed ha seguito un nutrito programma di visite. E’ stato accolto in modo molto caloroso, addirittura commovente. RELAZIONE DEL VICE-PRESIDENTE SUL VIAGGIO IN CIAD Dal progetto iniziale come AMICIAD alla partenza e al ritorno. Per vari impegni famigliari e di lavoro, molti amici, inizialmente intenzionati, non hanno potuto partire. Alla fine siamo partiti in otto: Gilbert Nanhounguè, Paolo Mantese, Rachele Mantese e Antonella Rigoni di Asiago,Giuseppina Vidale di Asiago, Adriana Martini e Giuseppe Galetti di Schio Antonietta Baù di Tezze sul Brenta. La partenza per tutti insieme è stata il 28\12\2010 alle ore 6.00 da Venezia con l’arrivo alle 8.25 del 29\12\2010 a N’Djamena – Via Roma - Tripoli –Volo Afriqyah I ritorni si sono diversificati 12 e 16 gennaio 2011 e 5 febbraio. Ripartenza per KOUMRA il giorno 30\12\2010 verso le 7.00 in pullman “ABOUH SALAM” con sosta a Bongor (primo impatto con i servizi igienici ciadiani) seconda sosta a MOUNDOU con grande accoglienza a sorpresa della famiglia Ngardjedji (pranzo a sorpresa), percorrendo circa 630 km di strada asfaltata con qualche pezzo dissestato. Nei giorni seguenti i viaggi sono stati fatti su piste “montagne russe” e “toles ondulées”. 31\12\2010 Capodanno a Koumra con Padri e suore rappresentanti il Foyer Bakita e St. Marie di Nazareth. 01\01\2011 Koumra – Dopo calorosa accoglienza alla celebrazione eucaristica e presentazione ospiti alla comunità da parte de l’Abbé Prospère segue visita alle strutture della missione e riprese al Foyer Santa Bakita e Centro agricolo Ngaro 02\01\2011 Grande festa a Koko ( villaggio natale di Gilbert) organizzata dal capo villaggio e dalla comunità. Messa e danze varie alle quali hanno partecipato tutti gli ospiti. Con l’occasione sono state offerte 4 macchine da cucire da parte degli ospiti. Alla scuola Menagere di Koko, nata negli anni ’70 con ex volontari italiani, ora in difficoltà. 03\01\2011 Visita a Bekamba a un missionario gesuita della Brianza (Besana) Padre Corti – Centro Fondazione Catechista di Bedana - visita a suore di Bediondo. 04\01\2011 Visita a Sarh –Ricevimento da parte del vescovo di Sarh – Mons. Edmondo e consegna dei doni portati dall’Italia nell’ambito del Giubileo (50 anni della diocesi di Sahe e College St. Charles Lwanga – con lo slogan “Leve- toi et Marche”- materiale sport e foulard) Segue celebrazione eucaristica con Vescovo. – Visita a Danamagji dove avevano operato in passato Antonietta Baù e Giusi Vidale. 05\06\07\ gennaio Visita alla città di Sarh ( un nostro ospite ha ricevuto, dopo un acquisto al mercato, i complimenti da parte di tutti e l’attribuzione del titolo di pellegrinaggio alla Mecca, riservato ai Capi Mussulmani di “Haladgji Paul” 07\01\2011 Ritorno a Koumra e visita all’ospedale e alla suora Agostina Pozzi a Goundi e ritorno in serata a Koumra 08\09 gennaio Sosta a Koumra e ritorno di Giuseppina Vidale e Antonietta Baù a N’Djamena 10\ 11\gennaio Visita città di Koumra e celebrazioni dei 50 anni di indipendenza del Ciad 12\01\2011 Ripresa Foyer St. Marie di Nazareth 13\01\2011 Ritorno a N’Djamena di Haladgji Paul, Rachele e Paolo Mantese, Antonella Rigoni, Giuseppe Galetti, Adriana Martini insieme a Gilbert 18\01\2011 Ritorno di Gilbert a Koumra con una notte a Moundou 22\01\2011 Grande festa a Koko – 50 anni – (dove ha cominciato la scuola Gilbert) 24\30 gennaio Ricovero di Gilbert all’ospedale di Goundi per sospetta ernia al disco, confermato in questi giorni in Italia dalla risonanza magnetica 31\01\2011 Gilbert sosta a Koumra – Gilbert con parenti 04\02\2011 Ritorno di Gilbert in N’Djamena 05\02\2011 Ritorno in Italia di Gilbert Dott. GILBERT NANHOUNGUE’ VIAGGIO IN CIAD Mi è stato chiesto di scrivere una piccola relazione sul nostro viaggio in Africa, in Ciad. Certo, se volessi descrivere tutte le emozioni vissute nei 20 giorni trascorsi laggiù non mi basterebbe ovviamente una pagina. Spesso nella mia vita avevo pensato all’Africa, avevo sognato di poterla visitare, ma come tanti sogni o desideri che nella vita spesso rimangono tali. Per una casualità, l’estate scorsa ho conosciuto Gilbert: subito ho capito che era una persona “speciale”,ho capito anche perché il nostro Signore l’aveva dotato di un grande fisico, perché gli aveva donato anche un cuore grande che,altrimenti,non poteva essere contenuto. Proprio grazie a lui, siamo riusciti ad addentrarci nella realtà della vita Ciadiana, nella quotidianità di questo popolo: in compagnia di molti di loro abbiamo mangiato, cantato, ballato e pregato. Sapevo di andare in un paese povero, ma la realtà presentatasi ai miei occhi è stata impressionante. Abbiamo visitato ospedali,villaggi, scuole e centri agricoli. La sera del nostro arrivo fummo ospitati a N’Djamena, capitale del Ciad, in un ospedale gestito da padre Gherardi. Poco dopo il nostro incontro ci comunicò la gravità di una giovane mamma appena arrivata da qualche villaggio. Aveva partorito, il bimbo stava bene, ma lei stava molto male. Non c’erano medici, né infermieri. Il dott.Gilbert si prodigò subito per darle soccorso, ma la donna era ormai troppo grave, morì durante la notte. Aveva solo 25 anni. Mi resi subito conto che la precarietà della vita è, per queste persone, parte della vita stessa. Abbiamo visitato più ospedali, ma il problema per tutti era la mancanza di personale, medici,infermieri,tecnici e medicinali. In quei momenti, pensavo ai nostri ospedali, a noi nei momenti di malattia, di dolore; basta fare un numero di telefono e subito veniamo soccorsi, curati, sostenuti da medici esperti in ospedali attrezzati. Abbiamo visitato villaggi, in particolare Koko, luogo natale di Gilbert. L’accoglienza degli abitanti è stata toccante, una festa indescrivibile, una folla di persone che ci circondavano sorridenti, dove tutti volevano stringerci la mano per darci il loro benvenuto. Non sempre riuscivo a capire il loro francese ma non serviva,nei loro occhi e nelle loro espressioni c’era il calore di una accoglienza pura, sincera. E’ difficile descrivere la gioia e l’emozione di quei momenti. In questi villaggi manca TUTTO, la gente vive di NIENTE: non c’è elettricità, acqua solo dove è stato costruito un pozzo, sono persone abituate ad affrontare la vita giorno per giorno, procurandosi il cibo come possono. Vivono praticamente con quello che la natura e la terra circostante offre: miglio, radici, tuberi,frutta,pollame. Alcuni, con le capanne vicino al fiume, coltivano l’orto, vendendo o scambiando i propri prodotti al mercato più vicino, che normalmente dista dal villaggio giornate di cammino. Guardando queste persone prive di tutto mi è venuta alla mente una frase di don Milani: “Quando si dà a un povero, non si fa l’elemosina, ma si ripara a un debito”. Abbiamo visitato le scuole, “i foyer” sostenuti da Amiciad, dove vengono accolti bambini provenienti da villaggi lontani, per dare loro la possibilità di frequentare la scuola. I “foyer” sono strutture decorose e pulite, nei loro dormitori ci sono tante brandine in fila, ovviamente non esistono armadi, non ci sono vestiti da appendere. All’esterno del fabbricato vi è un cortile e una copertura a forma di chiostro dove i ragazzi mangiano. Guardando la loro dispensa, fornita di miglio, cipolle, tuberi, limoni, non riuscivo a non pensare ai nostri frigoriferi sempre pieni, spesso di cose superflue. Gli ospiti del foyer sono sicuramente più fortunati di altri, essendo data loro la possibilità di studiare: avranno la cultura, la conoscenza, le basi per migliorare la loro vita e quella dei loro villaggi. Sicuramente è stato un viaggio intenso, ricco di relazioni umane, una provocazione che ci ha fatto capire ancora di più quanto bisogno c’è di solidarietà nel mondo. Una frase mi accompagna da sempre nella vita: “Non importa se la strada è lunga, se non si vede la fine, l’importante è cominciare a camminare”. Mi unisco a voi per camminare insieme. Adriana Martini ROTZO’S BOYS GLI AMICI DI ROTZO E’ ormai da qualche anno che come collaboratori ed organizzatori del Circolo Dipendenti della Banca Popolare di Vicenza stiamo organizzando attività sportive e non nel comprensorio del Comune di Rotzo, riscontrando la più ampia collaborazione dalle varie realtà locali. Le nostre iniziative aventi per oggetto attività “ open air”, rivolte ai Soci del Circolo, hanno infatti trovato e stanno trovando crescente successo di partecipazione quando proposte nei territori dell’Altopiano ed in particolare nel Comune di Rotzo che presenta vari ambienti naturali agevolmente raggiungibili e che, essendo dislocati a diverse altitudini, permettono di organizzare al meglio manifestazioni durante tutto l’anno. Nel mesi invernali il comprensorio di Verena/Campolongo, conosciuto dai molti sportivi sciatori, è l’ideale per organizzare escursioni con le ciaspole da effettuarsi sia durante la giornata che in notturna al chiarore della luna piena, sotto un magnifico tappeto di stelle. Molto suggestiva in particolare è la salita in notturna al forte Campolongo che permette di spaziare panoramicamente dalle cime del monte Pasubio alle vette dolomitiche del gruppo del Brenta illuminate in una suggestiva atmosfera dalla luna. Anche l’ultimo sabato di carnevale i nostri Soci Renato e Mariella, maestri di winter nordic walking, ci hanno condotto sul Verena ad osservare il tramonto, mentre al Rifugio Campolongo fervevano i preparativi per la grande serata di carnevale per grandi e piccini ed abbiamo fatto festa a suon di musica suonata dal vivo. Durante la primavera si organizzano passeggiate nei pascoli e nei boschi accompagnati dall’amico erborista Antonio Cantele, molto noto su tutto l'Altopiano, alla ricerca di erbe e fiori sia medicinali che mangerecci, da gustare magari poi al Bostel, sito archeologico dove abbiamo organizzato anche la festa di Ferragosto con le passeggiate sulla 1° strada e sulle cenge; dopo pranzo un pomeriggio di scoperte archeologiche e di giochi di una volta (bandiera, sacchi, ecc.) hanno completato la bellissima giornata. Nello scorso settembre abbiamo poi organizzato il campionato italiano interbancari di nordic walking, ma aperto anche ai non bancari, sul percorso delle piste di fondo di Campolongo: un successo di partecipanti. Il Circolo Dipendenti della Banca Popolare di Vicenza non si occupa solo di attività ludiche e sportive bensì è anche fortemente impegnato in una serie di iniziative di solidarietà mirate a dare una mano a chi è meno fortunato. In occasione dell’ultima ricorrenza natalizia in collaborazione con l’Associazione AMICIAD di Rotzo si è provveduto ad organizzare una vendita di articoli regalo: berrettini, sciarpe, asciugamani, presine, strofinacci da cucina e divanetti porta salviettine, rigorosamente fatti a mano dalle Signore di Rotzo; il ricavato è stato interamente devoluto ai bambini del CIAD. E veniamo ora al Team dei “Rotzo's boys” costituito da alcuni amici della pianura e di Rotzo che amano le attività all’aria aperta. Infatti oltre che coordinatori del Circolo, siamo anche un gruppo di amici che, con il passa parola negli ultimi anni, ci siamo trovati in un folto gruppo a prendere casa a Rotzo, in questo splendido angolo dell’Altipiano di Asiago dove abbiamo legato qualche pezzo della nostra vita tra divertimento, la voglia di stare insieme (magari anche avanti ad una tavola imbandita con i tipici piatti di montagna) e di scoprire le bellezze che ci circondano accogliendo altri amici che poi ritornano in pianura con tanta nostalgia e voglia di ritornare sui monti sospesi sulla Val d’Assa. Il gruppo dei Rotzo’s Boys, coordinati e spronati da Antonio, ha pubblicato da qualche mese il sito www.rotzosboys.it che cerca di mettere in evidenza la storia, le tradizioni, la cultura ed i grandi valori del popolo indigeno di Rotzo con il desiderio di raccogliere notizie vecchie e nuove che permettano un arricchimento di valori anche a tutti noi del Gruppo. Rotzo’s Boys A questo punto proponiamo un’idea, chiediamo se in occasione delle prossime festività natalizia sia possibile esporre presepi preparati dai soci del Circolo nella splendida chiesetta di Santa Margherita con il contorno di una visita guidata da chiudere in ristorante/rifugio davanti a gnocchi fumanti. Anche questo è Natale, non solo pandori industrializzati. MONS.TONDELLO A ROTZO Sempre nel 2002 ha avuto l’incarico di vice rettore del seminario maggiore di san Luca a Ujamão nello stato di Rio Grande do Sul. La visita a Rotzo di Mons. Neri Josè Tondello Nell’anno 2003 ha retto il seminario maggiore di S. Giuseppe nel comune di Caxias do Sul. Il giorno 22 settembre 2010 è venuto a Rotzo Mons. Neri Josè Dal 2004 al 2008ha svolto il suo ministero quale rettore del Tondello Vescovo della diocesi di Juìna nello stato del Mato seminario maggiore del Sacro Cuore di Gesù nel Comune di Grosso in Brasile. Vàrzea Grande nello stato del Mato Grosso. Il Prelato era in Italia e in Europa per una serie di incontri Il 12 novembre del 2008 è stato nominato vescovo da papa ecumenici che lo hanno impegnato per una decina di giorni tra Benedetto XVI° e incaricato nella diocesi di Juìna nello stato del Roma, Asti, Torino, Conegliano Veneto, Bassano, Monaco di Mato Grosso. E’ una diocesi estesa come metà Italia, dove la Baviera ed altre città europee. parrocchia più lontana dalla sede vescovile dista ben 500 In occasione di questa sua presenza in Italia, Mons. Neri ha chilometri e dove le percorrenze sono lunghe e disagiate a causa voluto dedicare una giornata per conoscere le sue origini dato delle strade dissestate. che sia suo padre che suo nonno gli dicevano: noi siamo Abbiamo già visto chi erano i suoi genitori, inoltre mons. Neri ha Cimbri e veniamo da Rotzo in Italia, provincia di Vicenza. detto che suo nonno si chiamava Giovanni e che suo bisnonno E’ doveroso anzitutto presentare Mons. Neri Tondello: Orazio, era partito dall’Italia nel 1887. Egli è’ nato nel 1964 ad Antonio Prado nello stato di Rio Il bisnonno Orazio, diceva di essere un Cimbro e di venire da Grande do Sul in Brasile da Mario Achilles Tondello a da Rotzo, egli parlava correntemente il cimbro e lo ha insegnato Antonia Maria Martello. anche ai suoi figli. E’ stato ordinato prete il 18 aprile 1993 ad Antonio Prado dove Abbiamo guardato l’albero genealogico della mia famiglia ed è rimasto come vice parroco nella parrocchia del Sacro Cuore abbiamo travato che Orazio Tondello Plözar era fratello di mio di Gesù fino al 1998. bisnonno Matteo, era nato a Rotzo l’otto luglio 1861, si è sposato Dal 1999 al 2002 è stato rettore del seminario propedeutico il 16 novembre 1886 con Slaviero Catterina Cazzador, anche lei nel santuario diocesano della Madonna di Caravaggio nel della frazione di Albaredo. Il 18 maggio del 1887 sono emigrati in comune di Forropilha nello stato di Rio Grande do Sul. America del Sud, e il loro primo figlio è nato in nave durante Brasile: i Tondello, i Costa, i Dal Pozzo, gli Slaviero e gli l’attaversata dell’Atlantico con i rischi che si possono Spagnolo, ed altri ancora. immaginare. Abbiamo poi visitato la chiesa di S. Margherita che presenta Mons. Neri è stato molto contento di ricevere queste notizie in ancora con i danni del fulmine, la chiesa di San Rocco così ben merito alle sue origini, ha preso visione e copia dell’albero tenuta, e cara ai nostri emigranti in Brasile in quanto ne hanno famigliare dei Tondello Plözar constatando che i Tondello una dedicata a San Rocco ad Antonio Prado, e la chiesa erano presenti ad Albaredo di Rotzo già dal 1460 con il Parrocchiale dove Mons. Neri ha celebrato la messa con Don capostipite Giovanni. Pierangelo, e da dove ha benedetto le famiglie Tondello e tutto il La giornata di visita a Rotzo si è così svolta: dopo il benvenuto Paese di Rotzo. di accoglienza, abbiamo pranzato con l’ospite, due sui Ci siamo poi lasciati con l’augurio di rivederci ancora, magari in accompagnatori, il nostro parroco Don Pierangelo e Antonio Brasile. Tondello “Tonin” da Bassano, presso l’Hoisle Plözar in località Obareba, scambiando impressioni e ricordi sulle famiglie Tondello. Mons. Neri ci ha detto che i Tondello in Brasile sono circa un migliaio, mentre qui a Rotzo siamo rimasti veramente in pochi, questo dimostra che il Brasile ha offerto grandi possibilità ai nostri emigrati. Dopo pranzo, ci siamo dedicati alla visita del paese, durante la quale Don Pierangelo ha fatto da cicerone, incominciando dal vecchio cimitero, dal monumento ai caduti, al municipio, al cimitero nuovo, dove gli assistenti di Mons. Neri hanno a lungo filmato le tombe delle famiglie che sono presenti anche in Lauro Tondello Plözar FIGURE DI PERSONE NATE A ROTZO Diamo qui due brevi trafili di persone nate a Rotzo e che hanno però svolto la loro "missione di vita", in gran parte, fuori paese. 1°) RIGONI Giovanni MATTEO (1878-1953). RIGONI MATTEO, nato a Rotzo il 26.09.1878, frequentò le scuole elementari fino alla Sgelasse e crebbe partecipando alle attività agricole della famiglia. A 24 anni si fidanzò con Maria Zecchinati, che sposò nel febbraio 1905, andando ad abitare nella casa, da lui costruita su terreno della moglie, all'imbocco della Romita. Da questa unione nacquero 7 figli: Carlo (1907), Giovanni (1909), Maria (1911), Gisella (1912), Antonio (1914), Matteo (1915) e, dopo la guerra, Pierina (1919). Nonostante la numerosa famiglia, fu richiamato alle armi e impiegato nelle retrovie, addetto ai rifornimenti. Grazie a una licenza di 15 giorni, nel maggio 1916, potè accompagnare la famiglia nel luogo destinatele per il profugato. Congedato al termine della guerra, riportò la famiglia a Rotzo, riparò i danni arrecati alla casa; fece esperienza di emigrazione (in Francia, dove chiamò anche il figlio Carlo, che colà si stabilì e vi è morto nel 1962). Nel gennaio 1934, come avvenne per tante altre famiglie venete, si trasferì con la famiglia a Borgo Montello (Latina; allora Littoria), per lavorare nelle terre appena bonificate. Gli fu assegnato un podere di 13 ettari. Qui la famiglia, nel quotidiano, molteplice, lavoro di coltivazione ed allevamento, crebbe: i figli si sposarono e gli diedero 14 nipoti. Tutto questo subì una brusca interruzione nel gennaio 1944, quando, sbarcati ad Anzio e Nettuno, gli Anglo-americani, per alcuni mesi il fronte passò anche per il loro podere. A causa di questo furono tutti trasferiti in Calabria (a Normanno) presso un ex-militare che, nel 1915-16, aveva combattuto tra i forti Campolongo e Verena. Questo profugato durò otto mesi. Poi, spostatesi il fronte più a nord, potè rientrare a Borgo Montello, riparare la casa, richiamare la famiglia. Morì il 24.11.1953, di broncopolmonite. E' sepolto nel cimitero di Borgo Montello, accanto alla moglie Maria, deceduta il 16.12.1966. Aveva un carattere forte e ottimista; seppe guidare la sua famiglia con risolutezza e anche con severità; amava gli scherzi e raccontare barzellette; aveva il vezzo di portare sempre il cappello, d'estate come d'inverno, in casa e fuori. (Dai "Ricordi" del nipote Silvano Rigoni/ figlio di Giovanni;, Roma 08.11.2010). 2°) Nel 1° anniversario della morte, ricordiamo anc ora Suor CHIARENZA COSTA. "E' passato un anno da quando il tuo Sposo ti ha chiamata a sé. Ricordo il tuo sorriso; come si illuminava il tuo volto quando venivamo a trovarti; le lunghe chiaccherate; la tua voglia di essere informata sul nostro paese che avevi lasciato per seguire la tua vocazione, per donarti a Gesù, ai fratelli, particoiramente ai bimbi delle Scuole Materne a te affidati. Anche il nostro rapporto, l'aiuto che, in particolare, hai dato a me nei momenti duri del dolore, la parola che infondeva fede e coraggio, mi hanno fatto capire la grandezza della tua vocazione. Anche negli ultimi anni, a Isola Vicentina, quando la malattia ti aveva tolto l'uso della parole, i tuoi occhi e i cenni del capo dicevano che capivi (e condividevi) tutto. Sono certa che ora, vicina a Gesù e agli altri nostri cari defunti, tu pensi a noi. Grazie". (Dai "Ricordi" della nipote Renata). Brevi note biografiche di Suor Chiarenza: Nata a Rotzo il 1°.03.1914, entrò in Istituto il 10 .12.1934. Fu ammessa al Noviziato il 16.07.1935; fece la 1^ professione il 15.08.1937 e quella perpetua il 19.03.1943. E' deceduta a Isola Vicentina il 13.04.2010 e venne sepolta a Rotzo il 15 successivo. SALUTI DAL BRASILE Abbiamo tradotto in italiano quanto trasmessio dal nostro amico Dal Pozzo Lidio nella lettera che ci ha mandato dal Brasile: “ Ai cari amici e lettori del periodico Altaburg – La Voce, proverò per il momento a scrivere nel nostro dialetto “ talianbrasilian” in quanto sono rimasto senza traduttore poiché i miei due amici preti che mi aiutavano in questo sono stati trasferiti uno in Cile e l’altro in Africa in Mozambico. Allora credo che forse per voi non sarà facile capire il mio testo ma comunque si va avanti lo stesso. Ho letto nell’ultimo numero che le famiglie Dal Pozzo italiani si sono riuniti a Grisignano; sono stato molto contento di sapere di questo incontro, perché questi momenti sono sempre occasione per rivedersi e raccontarsi l’un l’altro le storie e i ricordi, dai più grandi ai più piccoli. Le famiglie Dal Pozzo del Brasile hanno fatto il loro secondo raduno il giorno 23 delllo scorso mese di gennaio a Parai nello stato del Rio Grande del Sud, ed eravamo in più di 500 persone. Penso che più di qualcuno si sia commosso quando il presentatore ha iniziato a fare un riassunto della famiglia di Nicolò Antonio Dal Pozzo e Domenica Slaviero, della loro vita a Rotzo e della decisione di andare in America. Per loro era stato terribile lasciare i suoi. E per noi ora è un piacere ricordarli e ricordarsi. Abbiamo già fissato il prossimo appuntamento delle famiglie Dal Pozzo che si svolgerà nel mio paese nella terza domenica di gennaio dell’anno 2013. Allora sarebbe molto bello che in quella occasione potessimo essere presenti tutti insieme. Lo spero proprio. Una felice e Santa Pasqua a tutti.” DAL POZZO Lidio Matelandia Parana Brasile 12^ MOSTRA 100 PRESEPI La Mostra dei 100 presepi di Rotzo ha riscosso anche quest’anno un enorme successo sia per la preziosa collaborazione dei vari artisti paesani e volontari che collaborano nell’allestimento della stessa, sia per il crescente numero di visitatori che rimangono incantati e stupiti dalla rassegna. Anche quest’anno la rassegna è stata allestita presso la Chiesetta di S.Margherita ,dove l’atmosfera dell’antica chiesa si è coniugata perfettamente con il dolce annuncio delle varie natività esposte in occasione della 12° Mostra dei 100 Presepi. All’interno della mostra numerosi sono stati i presepi di nuova realizzazione che uniti a quelli meglio conservati degli anni precedenti hanno dato luogo ad un piacevole alternarsi di natività ideate e costruite con i più svariati materiali. Un grosso ringraziamento va a tutti coloro che in qualsiasi modo hanno collaborato alla realizzazione di questa rassegna a testimonianza dei valori e sentimenti cristiani che animano la nostra Comunità come pure attrattiva turistica tra le più apprezzate della stagione turistica invernale dell’altopiano. Riportiamo di seguito una rassegna di frasi lasciate dai visitatori sul libro firma , ringraziando ancora tutti coloro che con impegno e dedizione hanno favorito l’allestimento e la realizzazione di questa importante manifestazione rotzese: • Complimenti a tutti; un sorriso nel cuore viene facilmente e naturalmente. • • • • • • • • • • • • • • • Complimenti per l’inventiva; la peculiarità è il “ genio” creativo degli autori! Speriamo l’anno prossimo ce ne siano 1000! La creatività manifestata in queste opere è espressione dei molteplici modi in cui Dio ci appare! Stupendamente rappresentativi della nostra religiosità popolare! In queste vacanze candide, la visita a questa chiesetta e la vista di questi presepi ci hanno scaldato il cuore! Complimenti! Che la voglia di costruire e rappresentare il Natale sia sempre con Noi e con Voi! Geniale l’idea di stimolare la creatività che sta in ognuno di noi! Siete una fucina di idee! Ne pensate 10 e ne mettete in pratica 10.000. Siamo ritornati e ogni volta ci ritroviamo stupiti per le tante nuove idee! Come ogni anno e anche meglio! Alla prossima! Che bello vedere con quanta passione e amore vengono realizzati questi bellissimi presepi! Bellissimi! Onore alla fantasia, all’immaginazione,alla fede! Il messaggio in fondo è semplice: l’amore chiama amore! Dove la fantasia non ha confini e dove anche un microscopico segno della natività può dare una profonda emozione! Complimenti per il vostro prezioso lavoro che ci ha permesso di rivivere le emozioni che provavamo da bambini! Complimenti ! Alla fantasia non c’è limite! Continuate così, la tradizione non deve morire mai! LE NOTIZIE DI COSTA TIBERIO In occasione di questo numero pasquale del giornalino Altaburg – La Voce voglio riportare alcuni pensieri che ricordano quando nell’anno 2009 abbiamo svolto la novena di preparazione alla Festa di San Leopoldo conclusasi con la messa e la donazione da parte delle comunità civili e religiose dell’altopiano dei Sette Comuni dell’olio per la lampada che splende sulla tomba del Santo. Un importante tema che questa celebrazione ci ha permesso di sviluppare è stato quello del perdono. Se qualcuno ha la possibilità sul numero 16 del periodico chiamato Portavoce di San Leopoldo Mandic si potranno trovare anche alcune e varie caratteristiche del nostro vicariato come è emerso dalla relazione preparata dal Parroco di Cesura. Tutto il movimento di preparazione a questa celebrazione che ha visto coinvolte tutte le realtà pastorali del vicariato mi fa sperare che un domani si possano fare ancora delle attività insieme tra le varie parrocchie e io sarei felice di poter diventare un animatore di gruppi giovanissimi del vicariato. COSTA Tiberio LE NOTIZIE DI VANIA Il 1° aprile ho festeggiato il mio compleanno e quest’anno cari amici miei ne ho compiuti 38. La mattina sono andata alla Cooperativa San Matteo e San Ligio ad Asiago dove ho festeggiato questo importante avvenimento assieme agli operatori e ai miei amici. Nel pomeriggio e alla sera, quando sono tornata a casa diversi parenti e amici sono venuti a trovarmi e a portarmi qualche regalo. Per loro ho preparato una torta speciale e così abbiamo tutti brindato in compagnia. CERATO Vania ATTIVITA ‘ SOCIALI ANNO XIX ° - N°78 CINQUE PER MILLE 2009 PER ATTIVTÀ SOCIALI DEL COMUNE Sono stati pubblicati di recente i risultati relativi alla destinazione del 5 per mille della dichiarazione dei redditi a favore delle attività sociali del Comune nell’anno 2009. Tale scelta è discrezionale e può riguardare il sostegno al volontariato e ad altre Associazioni non lucrative di attività sociale, di finanziamento della ricerca scientifica e della Università, al finanziamento della ricerca sanitaria, al sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche e, appunto, al sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di residenza. Ancora una volta, limitandoci ad un confronto nel territorio del nostro Altopiano, abbiamo potuto notare che Rotzo si è distinto sia in numero di scelte che nell’importo destinato al Comune. Ecco un breve riepilogo riguardante gli otto Comuni altopianesi. Comune Rotzo Asiago Roana Enego Lusiana Conco Gallio Foza numero scelte 67 49 41 38 42 25 23 6 importo a favore del Comune €.1.106,68 €.1.080,55 €.913,62 €.621,11 €.609,74 €.365,37 €.289,49 €.76,70 Un doveroso ringraziamento a quei cittadini che hanno destinato a favore del Comune una parte delle loro imposte per le attività sociali ed uno stimolo ad utilizzare sempre l’opportunità di destinare a favore di Enti o Associazioni una parte delle imposte versate. Rotzo si è sempre distinta per generosità e disponibilità a beneficio di Associazioni senza fine di lucro operanti nel territorio ed anche questo risultato è significativo e denota molta attenzione da parte dei cittadini agli aspetti sociali. Dal Pozzo Matteo A questo numero hanno collaborato: Bosso Teti, Cera Luciana, Cerato Vania, Costa Alberto, Costa Oscar, Costa Paolina,Costa Renata , Costa Tiberio, Dal Pozzo Lidio, Dal Pozzo Matteo, Dott. Gilbert, Ferraresi Massimo, Martini Adriana, Panozzo Don Pierangelo, Rigoni Silvano, Rotzo’s Boys, Slaviero Bruno, Stefani Don Sergio, Tondello Lauro Stampato in proprio e diffuso tra le famiglie Della Comunità Cristiana di Rotzo; Via Roma,72 – 36010 – ROTZO – Vicenza ITALIA Tel. e fax 0424 – 691004 Foto: In copertina: Il “ Meerzo” o Mirso in località Hengar ; Sul retro: Le due raffigurazioni presenti in alto ai lati all’interno della chiesa parrocchiale ALTABURG “LA VOCE “ E TUTTO SU ROTZO SU: www.rotzo.net