FESTA DELLA COMUNITA’ 20 e 21 settembre Sabato 20 ore 18.00, s. messa di ringraziamento per la stagione 2008 e presentazione dei bambini della prima comunione dei ragazzi della cresima. ore 19.00, apertura chiosco. ore 20.00, musica e balli con Gianni. Domenica 21 sante messe ore 9 e 11 (con celebrazione battesimi) e ore 18 Ore 18, apertura chiosco e musica. ORARI SANTE MESSE S. Maria Assunta, centro Feriali ore 18.00; giovedì, ore 8.00 Festive ore 9, 11, 18 (fino al 28 settembre. Poi la S. Messa delle 18 viene sospesa) Giovedì: ore 8.00 S. Messa ore 17.00 adorazione eucaristica ore 18.00, vespri CATECHISMO e CATECHISTI Il catechismo avrà inizio mercoledì 1° ottobre ore 14.30 per elementari, e 15.30 per medie. Le/i catechisti si ritrovano venerdì 19 settembre ore 15.00 in canonica. DEFUNTI Mercoledì scorso è morto FIORE ANZOLIN papà di Bruno - il co-gestore del bar parrocchiale. Nell’affidare alla Misericordia di Dio FIORE, assicuriamo a Bruno e ai suoi familiari la nostra solidarietà e preghiera. NOTIZIE DI CASA NOSTRA domenica 21 ore 11.00, battesimo di Agata Bettin, di Jason e di Tola Nike; battesimo di Elisabetta Cefola, di Michele e di Roberta Bacchet. 26-28 settembre: Cresimandi e non solo. S’invita ad iscriversi per il viaggio a Nomadelfia: per i cresimandi si tratta di un incontro preparativo alla cresima. Per i ragazzi sotto i 15 anni, 50 euro; per gli adulti che desiderano venire, 80 euro. domenica 5 ottobre, ore 11.00, celebrazione battesimi. domenica 5 ottobre: ritiro per i bambini prima comunione e cresimandi, con genitori e padrini. domenica 12 ottobre: presentazione del libro sulla parrocchia (domenica scorsa avevo scritto il 5, ma è sbagliato). Apertura anno catechistico e festa dell’oratorio. IL DON Con domani, lunedì 16, tutti i sacerdoti rientreranno e quindi resterò da solo nel gestire la vita della parrocchia: confidiamo di poter riavere la presenza di d. Simone almeno nei fine settimana, ma lo sapremo solo dopo la metà di ottobre. Dato che la stagione termina più tardi, mi saltano le ferie. Cercherò comunque di prendermi qualche ora al giorno durante queste due settimane almeno per respirare, poiché a partire da mercoledì 24 settembre mi attendono tre consigli docenti e, dal 1° ottobre, inizierò ad insegnare: ogni lunedì dalle 16.00 alle 17.30 a Portogruaro; ogni martedì, dalle 9 alle 12, sarò al Popolo e, da febbraio, insegnerò a alla Facoltà di Padova. ogni mercoledì dalle 9 alle 12 insegnerò in Seminario a Pordenone. A tutto questo, naturalmente gli impegni della parrocchia, il progetto estate 2009 ed Avvenire. Camminiamo insieme… Bollettino settimanale della Parrocchia S. Maria Assunta, Via Antares, 18 - BIBIONE anno V/38, 14 settembre 2008 tel. 043143178 www.parrocchiesanmichele.it cel. 3491554726 La Vergine Maria vi aiuti a portare Cristo alle famiglie, piccole chiese domestiche e cellule della società, oggi più che mai bisognose di fiducia e di sostegno sia sul piano spirituale che su quello sociale.... Vi renda capaci di evangelizzare il mondo del lavoro, dell’economia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile. Benedetto XVI Riceveremo un’abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli Sono ormai trascorsi alcuni giorni dal funerale di Ottorina Buttò in Barel. Eppure...eppure mi tornano alla mente i gesti, le parole, i silenzi...che ho condiviso con Ottorina e i suoi familiari. Un’esperienza di umanità e di fede attraverso la quale il Signore mi ha profondamente segnato. E, ancora una volta, cambiato. L’ho detto in predica, e ora desidero scriverlo: Ottorina, grazie per la sua testimonianza di fede. Grazie per avermi insegnato cosa significhi vivere con fortezza e dignità il tempo della sofferenza, preparandosi consapevolmente all’incontro con Dio. Ma vorrei anche aggiungere un grazie ai figli, Susy e Giovanni: Insieme abbiamo percorso gli ultimi tratti di vita di vostra madre. Insieme abbiamo sofferto e pianto. Insieme abbiamo sperato e gioito. Insieme abbiamo pregato. Lasciatemelo dire ancora una volta: avete dato a vostra madre tutto quello di cui aveva bisogno: cure mediche, assistenza, amore, fede. Tanto amore colmo di fede! Con lei e per lei avete pregato giorno e notte. E quando si è capito che era giunta alle ultime battute, avete accolto la proposta di amministrarle il sacramento dell’Unzione degli infermi e poi di celebrare insieme la messa. Eravate consapevoli della responsabilità di prepararla all’incontro con Dio. E per Dio l’avete preparata. Accanto a voi ho sperimentato la fatica, la lotta, la sofferenza nel sentirsi impotenti di fronte alla malattia. E ancora una volta ho compreso che solo l’amore, abitato dall’Amore, dona la forza per stare accanto alla sofferenza. Ragazzi, nel morire vostra madre vi ha impartito l’ultima lezione di vita, la più impegnativa e importante. E voi, da questa cattedra, vi siete lasciati educare e interrogare. Certo, con fatica, ma ci siete stati. Come in predica vorrei ora rivolgermi a te Giovanni, cominciando col ringraziarti per avermi dato il permesso di dire e ora scrivere queste cose. Accanto alla cattedra di tua madre, nelle lunghe e dure notti di assistenza, da un piccolo e innocuo libretto hai colto il Segno di Dio per te. Tra le tante parole lette, hai colto la sola Parola capace di dare luce e senso a questo momento ma pure ai mesi passati: “Riceveremo un’abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli...È Dio che ci ha fatti per questo e ci ha dato la caparra dello Spirito. Così, sempre pieni di fiducia, camminiamo nella fede e non ancora in visione”. Mi hai così chiesto di valutare di inserire questa Lettura per il funerale di tua mamma. Non potevo rifiutarmi dopo le motivazioni di fede che mi avevi confidato e che porto scolpite nel cuore: “rileggendo S. Paolo, penso che anche il cedimento della Pensione si è tramutata in segno di Grazia. Ho avuto infatti tutto il tempo per stare accanto a mia madre. E accanto a lei, ho compreso che è sì importante lavorare e ora pensare alla ricostruzione della Pensione, ma senza dimenticare che solo Dio costruisce ciò che veramente conta”. Da questa esperienza hai compreso il perché insisto affinché si dedichi tempo alla famiglia e alla S. Messa domenicale, sia d’inverno e d’estate. Nulla è più importante di Dio, della famiglia, della Comunità! Sì, poi c’è anche il lavoro! Ragazzi, di domanderete perché questo scritto. Vedete, il giorno del funerale ci saranno state circa 800 persone: alla luce di questa folla, in coscienza non potevo tacere. Non potevo permettere che questo Evento di Grazia passasse senza lasciare nulla. Così ho scritto, confidando che queste righe facciano riflettere, aprano un solco in certe disordinate convinzioni che ci si è costruite nel tempo. Spero che si comprenda che famiglia, Messa domenicale con la Comunità, anche d’estate, sono troppi importanti per venire trascurati a causa del dio lavoro-denaro E voi, ragazzi, custodite nel cuore questa esperienza: non permettete che la routine, la vita in salute o una prossima stagione cancelli ciò che Dio, attraverso vostra madre, ha seminato in voi e per noi. Ricordiamocelo: è il Cielo la nostra abitazione. Da dove oggi vostra madre prega per voi e per noi. d. Andrea Ma più indietro non può andare, si deve fermare, deve accettare come dati gli assunti iniziali. E qui la sua strada confluisce in quella del teologo, che segue con interesse il cammino della scienza. Ora il più potente acceleratore del mondo vuole riprodurre la cosa più simile al Big Bang iniziale, il che è ottimo, ma non ha il ruolo di confermare o meno la creazione dal punto di vista teologico. La scienza fa parte dello spirito, dopo tutto. In università insegno ai miei studenti che fare scienza è una grandissima attività spirituale, è testimonianza dell’elevatezza dell’uomo che non si accontenta, che vuole approfondire. Scienza e spirito umano sono inscindibili, l’una è manifestazione dell’altro. Sono molto lontani i tempi in cui la Chiesa ne aveva timore, come se la scienza togliesse terreno alle sue risposte. Che ne pensa della definizio-ne 'particella di Dio'? È stata pensata per carpire l’attenzione dei media. È una particella con proprietà straordinarie, se venisse trovata potrebbe completare e correggere la teoria standard, sarebbe la chiave di volta per risolvere molti enigmi, capire come si è formata la massa... Ma il nome è solo di impatto: Dio non si occupa di una particella, sarebbe un po’ riduttivo! Il cosmo esiste solo perché col Big Bang la materia ha avuto un minimo sopravvento sull’antimateria. Una serie di incredibili 'coincidenze' che anche la scienza laica fatica a liquidare come tali, vedendoci una 'organizzazione'. Poteva annullarsi tutto, e invece è bastata un’a-simmetria infinitesimale in cui la materia è stata di un soffio più numerosa dell’antimateria e il bilancio è risultato positivo, con l’ori-gine di tutte le cose. Con questo non sto parlando di Dio, ma è bello poter dire che anche la scienza prova stupore, che l’universo non si misura soltanto ma anche si contempla, specie quando non lo si sa spiegare. Al teologo basta questo pizzico di stupore dello scienziato. Che risultato spera dall’esperimento? Una delle finalità di Lhc è stabilire se davvero tutte le leggi di natura derivano da una grande legge unitaria iniziale. Dimostrerebbe che l’universo tende alla semplicità, che a energie sempre più alte diventa sempre più unitario. Lo manifesterebbe come unico effetto di un’u-nica causa: questo a me pare interessante. E commovente… E commovente. Gli articoli di queste due pagine sono stati ripresi da Avvenire, il quotidiano dei cattolici, 11 settembre 2008 Il teologo Giuseppe Tanzella-Nitti «È un’importante ricerca di verità Nessun conflitto con la creazione» di LUCIA BELLASPIGA Non sappiamo ancora nulla di ciò che uscirà dal tunnel lungo 27 chilometri in cui proveremo a riprodurre i primi vagiti dell’universo lanciando i protoni alla velocità della luce (in un secondo percorreranno 11mila volte l’anello). Non sappiamo, ma già la chiamano 'la particella di Dio'. Presunzione? «Ogni attività scientifica che studi la na-tura intima delle cose, ogni ricerca di verità, non può che essere vista con soddisfazione dalle altre discipline che cercano la verità, com’è la teologia». Parola di scienziato-teologo: don Giuseppe Tanzella-Nitti, astronomo, è docente ordinario di Teologia fondamentale alla Pontificia Università della Santa Croce di Roma e ha al suo at-tivo anni di ricerca scientifica nel campo della cosmogonia. Il teologo, dunque, attende i risultati senza riserve? Credere che l’universo sia stato creato da Dio non toglie valore alla ricerca in corso, anzi, valorizza gli sforzi di chi vuole capire com’è fatto il cosmo, risalire alle componenti fondamentali della materia. La fede in un Creatore rassicura sul fatto che c’è una razionalità da cercare, che esistono delle leggi di natura che possono essere indagate: lo scienziato che sia anche credente sa che alla base dell’universo non c’è una realtà continuamente cangiante ma delle leggi precise di natura, e quindi qualcosa che può essere studiato... Insomma, che non c’è qualcuno che ci cambia le carte in tavola. C’è una bella differenza tra porre come principio ultimo originante l’assoluto 'caos' o invece un progetto, un’idea, una volontà creatrice. Teologia e scienza che dialogano, dunque. Entrambe le discipline usano il termine 'creazione' (ad esempio i testi di cosmogonia usano la dizione 'creazione dell’universo' quando si parla del Big Bang), ma i piani sono diversi, non c’è competizione. Quando il teolo-go parla di creazione intende un atto trascendente, la relazione continua tra Dio creatore e creatura, mentre questo studio che riproduce le altissime energie dei primi istanti dell’universo non è chiamato né a confermare né a negare l’atto trascendente di Dio che fa venire in essere e mantiene in essere tutte le cose. Due binari paralleli, insomma? Paralleli, ma che a un certo punto si incontrano. Mi spiego: lo scienziato sa bene che per fare scienza ha bisogno di partire da qualcosa di già esistente, deve infatti misurare, sperimentare, lavorare con la materia, con le entità fisiche. ALCUNE RIFLESSIONI SUI FATTI DI QUESTI GIORNI LETTI ATTRAVERSO IL QUOTIDIANO AVVENIRE Il silenzio sui cristiani di Angelo Panebianco, Corriere della Sera, 7 settembre Con l’eccezione della stampa cattolica, i mezzi di comunicazione non hanno dato risalto al fatto che ieri la Conferenza episcopale ha indetto una giornata di solidarietà con i cristiani perseguitati dai fondamentalisti indù (e una fiaccolata con l’appoggio di «Liberal» è prevista per mercoledì prossimo). Come se fosse una faccenda interna della Chiesa. Le notizie sulle uccisioni di cristiani che si verificano da alcune settimane nello Stato indiano di Orissa vengono naturalmente pubblicate (ieri sono state aggredite quattro suore dell’ordine di Madre Teresa di Calcutta). Così come vengono (di solito) pubblicate le notizie sui periodici massacri di cristiani in certi Paesi islamici. Ma quando queste cose accadono ci si limita a registrare i fatti, per lo più senza commenti. Eccezionalmente, fece scalpore, nel 2006, l’uccisione di un sacerdote italiano in Turchia ma la causa è da attribuire, oltre che alla nazionalità del sacerdote, al fatto che la Turchia ha chiesto di entrare nell’Unione Europea. Sembra che per noi, e per l’Europa, il fatto che in tante parti del mondo persone di fede cristiana vengano perseguitate e, con frequenza, uccise, non sia un problema sul quale occorra sensibilizzare l’opinione pubblica. Eppure i fatti sono chiari. In un’epoca di risveglio religioso generalizzato sono ricominciate in molti luoghi le guerre di religione ma con una particolarità: in queste guerre i cristiani sono solo vittime, mai carnefici. Da dove deriva tanto disinteresse per la loro sorte? Sono all’opera diverse cause. La prima è data da quell’atteggiamento farisaico secondo il quale non conviene parlare troppo delle persecuzioni dei cristiani se non si vuole alimentare lo «scontro di civiltà ». Come se ignorare il fatto che nel mondo vari gruppi di fanatici usino la loro religione (musulmana, indù o altro) per ammazzarsi a vicenda e per ammazzare cristiani ci convenisse. D’altra parte, basta rammentare le reazioni europee al discorso di Ratisbona di Benedetto XVI. Venne biasimato il Papa, non i fanatici che usarono quel discorso per tentare di incendiare il mondo islamico. C’è anche una seconda causa. Sotto sotto, c’è l’idea che se uno è cristiano in Pakistan, in Iraq, in India o in Nigeria, e gli succede qualcosa, in fondo se l’è cercata. La tesi dei fondamentalisti islamici o indù secondo cui il cristianesimo altro non è se non uno strumento ideologico al servizio della volontà di dominio occidentale sui mondi extra occidentali sembra condivisa, qui da noi, da un bel po’ di persone. IL COMMENTO DI AVVENIRE sull’articolo del Corriere (martedì 9) «Con l’eccezione della stampa cattolica » . Comincia così, con correttezza, il fondo di prima pagina del Corriere della Sera di domenica a firma di Angelo Panebianco. Che parla di atteggiamento « farisaico secondo il quale non conviene parlare troppo di persecuzioni dei cristiani se non si vuole alimentare lo “ scontro di civiltà” » . Che aggiunge che « come se ignorare il fatto che nel mondo vari gruppi di fanatici usino la loro religione ( musulmana, indù o altro) per ammazzarsi a vicenda e per ammazzare i cristiani ci convenisse» .Ricordando il discorso di Ratisbona del Papa, usato dai « fanatici per tentare di incendiare il mondo islamico » , Panebianco introduce anche una possibile seconda causa del silenzio assordante dei media sulla vicenda dei cristiani perseguitati. « Sotto sotto – scrive – c’è l’idea che se uno è cristiano in Pakistan, in Iraq, in India o in Nigeria, e gli succede qualcosa, in fondo se l’è cercata » . E ne derivano – analizza dopo aver elencato i due fattori – « il silenzio sulla libertà religiosa negata ai cristiani, soprattutto nel mondo islamico, e il disinteresse per le persecuzioni che in tanti luoghi, islamici o no, subiscono » . ALLA RICERCA DELLA “PARTICELLA DI DIO” il fisico Ugo Amaldi A caccia di una particella per spiegare il «nostro» cosmo DI PAOLO VIANA Gli ha dato la caccia anche lui, per anni, quando dirigeva la collaborazione Delphi, ma l’energia del Lep, il grande acceleratore di particelle costruito dal Cern nello stesso tunnel dello Lhc, raggiungeva 'solo' i duecento GeV (miliardi di elettronvolt). Adesso Ugo Amaldi, figlio di Edoardo, uno dei ragazzi di via Panisperna, il gruppo di Enrico Fermi, attende che l’Lhc completi l’opera, provando l’esistenza del bosone di Higgs. E quindi del campo di Higgs. E quindi della struttura dell’universo così come i fisici ce lo spiegano da trent’anni. Amaldi ne è certo: «il Lhc è un’impresa paragonabile al lancio dell’uomo sulla luna». E i soldi investiti non saranno improduttivi: « Gli acceleratori di particelle dell’ottocento hanno portato ai raggi X. Gli acceleratori di protoni e ioni del novecento, che sono alla base del funzionamento dell’Lhc, sono già sfruttati dall’adroterapia» spiega lo scienziato, che guida la Fondazione Tera, specializzata nella terapia dei tumori con le stesse particelle usate dal Lhc. Professore, il primo risultato dell’esperimento è che non è successo niente. Chi conosce la fisica non si aspettava che spuntassero buchi neri: le particelle co-smiche che colpiscono la Terra producono ogni giorno miliardi di collisioni con energie molto maggiori di quelle dello Lhc. Inoltre ieri è stata 'solo' accesa la 'macchina' dopo vent’anni di costruzione e si è constatato che il fascio di protoni accelerato in verso orario è stato piegato e focalizzato correttamente da migliaia di magneti super-conduttori... Non sembri poco: è stato verificato il funzionamento sincrono di migliaia di componenti tra le più sofisticate mai realiz-zate e sulla scia del successo si è deciso di far girare il fascio in senso antiorario, operazione che non era in programma. La prova poteva fallire? Il team del Cern ha fatto un lavoro egregio ma non si può escludere che sorgeranno delle difficoltà, ad esempio, quando si arriverà a 7.000 GeV e si faranno collidere le particelle focalizzando i fasci. Uno dei magneti che li curvano potrebbe avere un cortocircuito e per sostituirlo servirebbero due mesi. Oppu-re la 'ciambella' potrebbe essere colpita da un fascio sfuggito al controllo: anche qui servirebbero mesi per riparare un eventuale 'buco'. Qual è il traguardo finale? Al Lep, dall’89 e per dieci anni abbiamo con-fermato con esperimenti di altissima precisione il modello standard, cioè che esiste un insieme di 24 particelle fondamentali e di quattro forze che agiscono tra loro che spiega tutto quel che sappiamo sull’universo. Però il modello standard ha due debolezze che mandano in crisi coloro che pensano che il mondo sia simmetrico. La prima è che questo modello postula che tutte le 24 particelle materia abbiano massa nulla, ma se così fos-se dovrebbero andare alla velocità della luce, perchè è la massa che le rallenta, e non esi-sterebbe l’universo. Alcuni fisici teorici come Higgs hanno ' rimediato' a questo inconveniente supponendo che l’universo sia riempito da un impalpabile 'campo', appunto il campo di Higgs, dal nome di uno dei suoi teorizzatori. Se esistesse veramente, le particelle co-me i quark e gli elettroni, muovendosi in questo cam-po che riempirebbe tutti i luoghi, acquisterebbero, interagendo diversamente, delle masse diverse. Ergo, il campo di Higgs sarebbe l’origine della massa, perchè rallenterebbe le particelle, altrimenti 'senza massa'. Ma il campo di Higgs non si vede e allora si va alla ricerca del bosone, una particella che è un’increspatura di questo campo, come i fotoni sono le increspature di quello elet-tromagnetico. Il bosone di Higgs non ci interessa in quanto tale, ma perchè per-mette di 'vedere' che esiste il campo di Higgs. Per tale ragione, il Lhc ef-fettuerà delle collisioni di energia sufficiente per produrre questa particella che noi abbia-mo cercato invano al Lep, con decine di esperimenti, perchè non disponevamo dell’e-nergia necessaria a produrre la massa di que-sta particella, anche se queste particelle esi-stono dall’inizio dell’Universo, ammesso che esistano. Ci consenta l’ironia: tutto qui? No. Oltre alle alle particelle materia esistono le particelle forza, come i fotoni, che trasmettono la forza elettrica. Secondo la teoria della supersimmetria (cui ha contribuito lo stesso Amaldi; ndr) queste due tipologie -le particelle forza e le particelle materia - appartengono alla stessa famiglia e se queste particelle supersimmetriche saranno trovate potremo rendere ancor più bella la visione dell’universo. La conferma della teoria della supersimmetria è un altro traguardo che si sta inseguendo con quest’impresa.