ottobre Biblio news Palazzo Reale riparte da Chagall E’ dedicata a Marc Chagall la prima grande mostra dell’autunno milanese, divisa eccezionalmente tra Palazzo Reale e il Museo Diocesano dove trovano una collocazione ideale 60 opere dedicate al tema biblico, tanto caro all’artista russo. In contemporanea, a Palazzo Reale si possono ammirare 120 opere di Giovanni Segantini provenienti da varie collezioni, in particolare dal Museo Segantini di St. Moritz, che fu l’ultima residenza dell’artista, tra le montagne che hanno ispirato tanti suoi capolavori. La coppia sopra Saint-Paul Collezione privata Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985 La mostra attualmente al Palazzo Reale di Milano è, secondo gli organizzatori, la più grande retrospettiva mai dedicata in Italia a Marc Chagall. Si tratta di opere, prevalentemente dipinti, datati dal 1908 (Le petit salon), fino ad alcune opere degli anni ’70. La curatrice della mostra Claudia Zevi –con la collaborazione di Meret Meyer, nipote di Chagall- è riuscita nell’impresa di ottenere in prestito opere non solo dai maggiori musei del mondo, quali il MoMa e il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, il Museo Nazionale Russo di S. Pietroburgo, il Centre Pompidou, la Tate Gallery di Londra o il museo reale di Bruxelles, dove la mostra approderà a febbraio 2015, ma anche da musei in genere fuori dal circuito internazionale dei prestiti come la canadese Art Gallery di Ontario, la galleria statale di Vladivostok o il museo civico di Nagoya in Giappone. Inoltre, pregio non secondario di questa mostra è che molte delle opere appartengono a privati o agli eredi e vengono esposte al pubblico per la prima volta. Come spiega la stessa curatrice, il successo di questa opera di ricerca è stato tale che è stato deciso di dividere le opere in due gruppi, realizzando così in effetti due mostre parallele: la maggior parte delle opere (oltre 220) sono presentate a Palazzo Reale, mentre le opere su temi biblici (una sessantina) vengono ospitate nel Museo Diocesano in un allestimento particolare. La mostra di Palazzo Reale fornisce un’idea molto precisa di quella che è stata l’evoluzione della pittura di Chagall nel tempo. Si parte dal primo periodo russo, fino al 1910, anno del trasferimento a Parigi. Qui Chagall scopre il colore, come lui steso non si stancava di ricordare, e le avanguardie, in particolare il cubismo che influenza il suo stile ma solo superficialmente. Quando tornerà in Russia sarà un artista completamente diverso da quello che era partito solo 4 anni prima, anche se non avrà ancora messo completamente a fuoco il proprio stile. Questo avverrà in terra russa come si vede chiaramente dalle opere esposte che mostrano la maturazione dell’artista ormai diventato lo Chagall che conosciamo. Quando tornerà a Parigi, nel 1923, sarà un artista nella sua piena maturità, capace di confrontarsi da pari a pari con gli altri colleghi pittori senza deviare dal proprio stile. La tranquillità dura poco: lo scoppio della seconda guerra mondiale lo costringe a trasferirsi negli Stati Uniti dove, nel 1944, muore Bella, il suo più grande amore e la sua musa ispiratrice. Anche questo periodo è ben documentato dalle opere in mostra. Alla fine della guerra torna in Francia, ormai diventata la sua patria d’adozione, non a Parigi, ma a Vence in Provenza. Nelle opere di questo periodo appaiono frequenti e precise allusioni agli orrori della persecuzione degli ebrei, spesso rappresentati dal crocefisso, dove Cristo non è certo il figlio di Dio ma l’esempio universale dell’ebreo perseguitato. E’ ancora frequente l’immagine di Bella fino a quando, nel 1952, sposa Valentine Brodsky (Vava) e la sua pittura diventa più serena. Negli ultimi anni della sua lunga esistenza Chagall estende il suo campo d’azione dipingendo il soffitto dell’Opera di Parigi, i murales del Metropolitan di New York, realizzando scene e costumi del Flauto magico di Mozart. Sono cose impossibili da mostrare negli originali ma la mostra presenta vari studi preparatori che forniscono un’idea piuttosto precisa delle opere e della tecnica utilizzata. La mostra, organizzata e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, Arthemisia Group e GAmm Giunti, rimarrà aperta al pubblico fino al 1° febbraio 2015. 2 La passeggiata 1917-18 State Russian Museum, S.Pietroburgo La madonna del villaggio 1938-42 Madrid, Museo Thyssen-Bornemitsza Trionfo della musica - New York 1966 (studio preparatorio) Chagall illustratore Uno dei campi dove il genio figurativo di Chagall si è più compiutamente mostrato è l’illustrazione di libri. Il primo esempio risale agli anni 20 quando l’editore parigino Ambroise Vollard propone a Chagall di illustrare Le Favole di La Fontaine. Il successo è immediato. Subito dopo, sempre su proposta di Vollard, Chagall si cimenta nell’illustrazione dell’Antico Testamento. Qui il tema è molto più impegnativo però è molto congeniale all’artista per la sua profonda religiosità e conoscenza delle scritture, tanto che questo tema non sarà abbandonato al termine dell’incarico di Vollard ma lo accompagnerà tutta la vita. Anche questa volta il successo è grande, tanto che non passa molto tempo che lo stesso editore suggerisce un altro tema: le Mille e una notte. Questo compito si rivela più difficile dei precedenti. Dopo un primo abbozzo, all’inizio degli anni trenta, Chagall riesce a portare a compimento l’opera solo nel 1948. Passano gli anni e il filone illustrativo sembra esaurito quando rinasce in tutt’altro contesto e con un altro sponsor. Siamo a New York, anno 1966. Per l’inaugurazione della nuova Metropolitan Opera House al Lincoln Center il settantanovenne Center Chagall viene pesantemente coinvolto per curare scene e costumi per l’opera scelta per la serata inaugurale, nel febbraio 1967: il Flauto Magico di Mozart. Proprio il materiale prodotto per questo incarico verrà poi utilizzato per illustrare un libro contenente il libretto dell’opera, la fiaba Lulu o Il flauto magico, di August Jakob Liebeskind a cui si è ispirato Emanuel Schikaneder per il libretto, e alcuni saggi introduttivi. Tavola da Il flauto magico di Mozart Marc Chagall (1887-1985) Moishe Segal, diventato Marc Chagall dal suo primo soggiorno parigino, nasce da un mercante di aringhe in una famiglia di cultura e religione ebraica, a Vitebsk, nella Russia degli zar, oggi appartenente alla Bielorussia. Il giorno stesso della sua nascita, il villaggio fu attaccato dai cosacchi durante un pogrom, e la sinagoga venne data alle fiamme. Un tragico evento premonitore dei travagli che avrebbe dovuto patire nella sua lunga esistenza. Nel 1907 si trasferisce a San Pietroburgo e frequenta l'Accademia Russa di Belle Arti. All’epoca gli ebrei possono vivere a San Pietroburgo solo con uno speciale permesso e sono in ogni caso perseguitati, tanto che per un breve tempo, viene persino imprigionato. Rimane comunque nella città fino al 1910 quando si trasferisce a Parigi. Nel 1914 torna a Vitebsk per sposare Bella che sarà la sua compagna adorata per quasi 30 anni: scoppia la guerra mondiale e rimane bloccato in Russia. Nel 1917 prende parte attiva alla rivoluzione guadagnandosi la nomina a Commissario dell'arte per la regione di Vitebsk, dove fonda una scuola d'arte e il Museo di arte moderna. Il suo operato però non gode del pieno favore de dopo poco tempo entra anche in contrasto con la sua stessa scuola. Nel 1923 ritorna a Parigi e nel 1937 diviene cittadino francese. È il primo periodo tranquillo della sua esistenza ma dura poco. Scoppia la seconda guerra mondiale. I nazisti avanzano su Parigi costringendo Chagall a fuggire prima a Marsiglia, poi in Spagna, in Portogallo e finalmente negli Stati Uniti (1941). 1944: la morte di Bella lo getta nella più cupa disperazione. Alla fine della guerra Chagall ritorna in Europa. Si stabilisce in Provenza e comincia a viaggiare: Israele, Russia (dove sarà accolto trionfalmente, ma si rifiuterà di tornare a viverci), New York. Il centro della sua esistenza resta comunque la Provenza dove, a Saint-Paul de Vence, muore poco meno che centenario. 3 Marc Chagall e la Bibbia Questa mostra ospitata presso il Museo Diocesano presenta 60 lavori realizzati con le tecniche più diverse che testimoniano l’attrazione per il messaggio biblico che Chagall ha dimostrato lungo tutto l’arco della sua esistenza. E’ perciò l’ideale complemento di Marc Chagall - una retrospettiva che si svolge in contemporanea a Palazzo reale. Gran parte delle opere esposte sono state concepite per soddisfare la richiesta dell’editore Ambrose Vollard di realizzare una Bibbia illustrata. Chagall creò le litografie acquerellate destinate a quest’opera partendo da guache preparatorie, talvolta precedute da schizzi appena abbozzati che si caratterizzano per freschezza e immediatezza di segno. Di questi, che fino ad ora non erano mai stati esposti, in mostra ne sono presenti 22. In queste opere il colore gioca un ruolo fondamentale conferendo alla scena un vivace intento narrativo. Il dinamismo del tratto, talora solo brevemente accennato, caratterizza le scene in senso drammatico. Le opere sono esposte in una struttura progettata ad hoc dallo studio Morpurgo de Curtis che richiama l’arca dell’alleanza della religione ebraica. Chagall si confrontò con i temi biblici per tutta la vita, dagli anni della sua giovinezza fino agli ultimi anni della sua vita, visto che anche nelle opere più tarde non è raro individuare figure che alludono a personaggi o episodi della religione ebraica. La mostra Marc Chagall e la Bibbia, visitabile fino al 1° febbraio 2015, permette quindi di completare il percorso di conoscenza dell’artista iniziato con la mostra di Palazzo Reale con un approfondimento sulla fondamentale relazione che Chagall ebbe con la Bibbia. Corso di Porta Ticinese, 95 20123, Milano Orari fino al 1° febbraio 2015 lunedì: 14.00-18.00 martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica: 10.00-18.00 giovedì: 10.00-22.30 (La biglietteria chiude 30 minuti prima) Biglietti intero: € 8.00 (scontato per chi visita anche la mostra di Palazzo Reale) www.museodiocesano.it [email protected] Cosa trovi in biblioteca: Marc Chagall Chagall, Marc Chagall (presentazione S. Grasso Chagall, Marc Marc Chagall: un maestro del ‘900 Chagall, Marc Chagall delle meraviglie Haftmann, Werner Marc Chagall Chagall, Marc Marc Chagall (testo F. Meyer) Walther, Ingo F. Marc Chagall: 1887-1985 Chagall, Marc Marc Chagall (introduzione G. Arpino) Per i ragazzi Cappa Legora, Cristina Marc Chagall: il teatro dei sogni Chagall, Marc Marc Chagall (catalogo mostra Lugano 2001) Dvd Chagall: il maestro dei sogni 4 Marc Chagall e la musica Chagall fu un grande appassionato di balletti e opere liriche. Fu certo a causa di questa sua passione che quando nel 1963 l’allora Ministro della cultura francese André Malraux gli chiese di affrescare il soffitto della sala dell’Opera di Parigi, decise di accettare nonostante le aspre critiche della parte più conservatrice degli intellettuali francesi che consideravano inconcepibile l’idea di mettere mano a uno dei luoghi simbolo di Parigi e della Francia tutta. Ma quando il 23 settembre 1964 il lampadario della sala illuminò per la prima volta i 220 metri quadri della volta, i 2100 invitati scoppiarono in un fragoroso applauso: la scommessa era stata vinta. Chagall era riuscito nell’impresa di inserire in un’architettura Napoleone III un’opera assolutamente visionaria, dai caldi colori tra il giallo e il rosso che si accordavano perfettamente con gli ori degli stucchi della sala (alcuni studi preparatori sono esposti in mostra). Le figure rappresentate, in perfetto stile chagalliano, rendono omaggio a compositori come Berlioz, Ravel, Mussorgskij e sopratutto l’adorato Mozart –che Chagall definiva “creatura scesa dal cielo” -, tra cantanti, ballerine e schizzi di monumenti parigini come la stessa Opera e la tour Eiffel. L’eco del successo arrivò anche in America, tanto che Rudolf Bing, sopraintendente del Metropolitan Opera House commissionò a Chagall due grandi affreschi per la hall del nuovo teatro allora in costruzione. Qui non ci furono polemiche e nel 1966, all’inaugurazione del teatro nel Lincoln Center i due grandi dipinti (9x11 metri) facevano bella mostra sulla parete proprio di fronte alla vetrata d’ingresso, che è tanto grande da permettere di ammirarli anche dall’esterno. I due murales si intitolano “Il trionfo della musica” (alcuni studi preparatori sono esposti in mostra) e “Le sorgenti della musica”. Come il soffitto dell’Opera, anch’essi pullulano di figure tipiche, di animali fantastici, di citazioni del paesaggio di New York, come il ponte di Brooklyn e lo skyline di Manhattan e di figure che alludono ad alcuni famosi compositori, come lo stesso Chagall ha spiegato negli schizzi preparatori. Così sappiamo di per certo che i due giovani abbracciati in basso a destra delle Sorgenti della musica rappresentano Violetta e Alfredo, omaggio a Verdi e alla sua Traviata. Il soffitto dell’Opera - Parigi (1964) Schizzo preparatorio de “Le sorgenti della musica”New York Orari e costo dei biglietti delle mostre di Palazzo Reale Orari Lunedì 14.30 – 19.30 martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30 giovedì e sabato 9.30 – 22.30 Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura Costo dei biglietti per visitatori individuali (comprensivi di audioguida) € 12,00 ingresso singolo intero € 10,00 ingresso singolo ridotto Tutte le riduzioni e le promozioni sono illustrate sulla pagina web di Palazzo reale Infoline e prevendita biglietti +39.0292800375 (dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 18.30) Per l’acquisto di biglietti online consultare i siti delle varie mostre: Segantini Chagall Per ulteriori informazioni visitare la pagina degli eventi del Comune di Milano. 5 Segantini. Ritorno a Milano Le centoventi opere di questa mostra (a Palazzo Reale fino al 18 gennaio 2015), provenienti da varie istituzioni, dalla Civica Galleria d'Arte Moderna di Milano, al Museo Segantini di St. Moritz, illustrano il percorso artistico del pittore, dall’infanzia, trascorsa nella Milano post-unitaria, fino al trasferimento tra gli incontaminati paradisi naturalistici delle montagne dell'Engadina, dove trovò una morte molto prematura. La mostra è organizzata per sezioni. La prima è dedicata agli esordi milanesi del pittore al tempo del suo ingresso all’Accademia di Brera che diede inizio a un promettente e fecondo percorso artistico. Gli scorci dei Navigli molto naturalistici ben rievocano la Milano di fine Ottocento. Esposti anche molti ritratti, come il Ritratto della signora Torelli, il Ritratto di Carlo Rotta e alcuni autoritratti, che permettono di ripercorrere i legami affettivi del pittore, oltre che testimoniare la sua indubbia abilità di ritrattista. La sezione dedicata alla natura e alla vita nei campi mostra dipinti che rappresentano la vita agreste: Sul balcone, Dopo il temporale, L’ultima fatica del giorno e Riposo all’ombra. A questo punto del percorso artistico di Segantini entra in scena il paesaggio delle Alpi svizzere con le sue scene di vita nei campi, i suoi costumi caratteristici e una peculiare rappresentazione della società contadina. Parallelamente al cambio dei soggetti rappresentati si nota come Segantini abbandoni gradualmente il verismo lombardo delle prime opere per avvicinarsi al simbolismo mentre la sua tecnica evolve verso il divisionismo della quale diventerà uno dei capifila italiani. Tra le opere esposte Primavera sulle Alpi, Ave Maria a trasbordo, Mezzogiorno sulle Alpi e Ritorno dal bosco. Da notare che naturalismo e simbolismo sono, per Segantini, i due termini di una stessa equazione, un’anomalia nel periodo quando il simbolismo era tendenzialmente percepito antitetico al naturalismo. Segantini, al contrario, concepisce la natura come “foresta di simboli”, e nei suoi dipinti si rende concreta una fusione tra i due opposti che determina la ricchezza del suo linguaggio pittorico. Infine, ultimo tema caro e ricorrente nel percorso pittorico di Segantini, la maternità, e rappresentato da Le due madri, considerata manifesto del divisionismo italiano, esposta alla prima Triennale di Brera, che vide la nascita ufficiale del movimento. Mezzogiorno sulle Alpi St. Moritz, Museo Segantini, Ritorno dal bosco St. Moritz, Museo Segantini Alla stanga Galleria d’arte moderna - Roma Giovanni Segantini (1858-1899) Giovanni Segantini nasce ad Arco, allora parte del Tirolo austriaco, da famiglia disagiata. Dopo la morte della madre, nel 1865 viene condotto a Milano e affidato a parenti, che però poco si curano di lui. A causa della sua vita irregolare ha diversi problemi con la giustizia tanto da finire in riformatorio per alcuni anni. Tra il 1874 e il 1879 frequenta l'Accademia delle Belle Arti di Brera dove conosce Vittore Grubicy che lo sosterrà economicamente per diversi anni. Terminati gli studi, nel 1881 si trasferisce in Brianza e poi in Engadina, in Svizzera, dove, a contatto della natura, trova l’ambiente ideale per sviluppare la sua arte avvicinandosi ai divisionisti e ai simbolisti. L’amico Grubicy fa conoscere la sua opera all’estero tanto che nel 1888 espone all'Italian Le due madri Exhibition di Londra. Ma il periodo sereno dura poco: a soli 41 Galleria d’arte moderna Milano anni muore per un attacco di peritonite mentre dipinge solo sul monte Schafberg di fronte a Pontresina. 6 Da settembre presso la GAM le collezioni Grassi e Vismara sono riaperte al pubblico in un nuovo allestimento di Morandi, De Pisis, Tosi. Non mancano testimonianze di protagonisti della scena internazionale come Corot (“Le coup de vent”), Gauguin, Van Gogh, Sisley e Manet, presente con un olio di grandi dimensioni (218x136 cm) “Il signor Arnaud a cavallo”. Infine di grande interesse la sezione grafica con alcuni dei più famosi manifesti di Toulouse-Lautrec e stampe di Corot realizzate con la inusuale tecnica dei cliché -verre. La collezione Vismara, di più ridotte dimensioni, arricchisce comunque la panoramica italiana con opere di De Pisis, Morandi, Carrà, Guidi, Tosi, Sironi, Modigliani e internazionale con opere di Renoir, Matisse, Picasso, Dufy. Dopo un accurato restauro degli ambienti, la Galleria d’arte moderna di via Palestro ha riaperto al pubblico le raccolte Grassi e Vismara in un nuovo allestimento che le vede collocate sullo stesso piano, una dopo l’altra. Così le 290 opere di 102 artisti possono essere ancor meglio ammirate dal pubblico in una ideale contiguità. La raccolta Grassi vanta un maggior numero di opere, di vario genere, non tutte esposte permanentemente. Si va dai bronzi d’arte siamese, ai tappeti persiani, dalle stampe di Toulouse-Lautrec agli oli dei secoli dal XIV al XVII di varie scuole. Ma l’interesse della raccolta risiede principalmente nei dipinti di scuola italiana del periodo tra il primo ‘800 e la metà del ’900. Ben rappresentati Signorini, Fattori, Ciardi, Ranzoni, Zandomeneghi, Lega, Boldini. Da segnalare “L’americana”, pastello di grandi dimensioni di Boldini, “Place des Invalides” di De Nittis, quattro opere di un Segantini naturalista, “La quiete” e “Putto tra i fiori” di Previati, un piccolo ma bellissimo Pelizza da Volpedo (“Il sole”). Interessante il gruppo di opere dei pittori della Scapigliatura: Ranzoni, Cremona, Morelli, Favretto. Le avanguardie novecentiste sono rappresentate da alcuni interessanti Boccioni, tra cui il pastello “La madre che lavora all’uncinetto” e da opere di Balla, in particolare molto tipico delle stile dell’autore l’olio “Espansione x velocità”. Del ‘900 più vicino a noi si possono ammirare opere Giacomo Balla, Espansione x velocità (Velocità d'automobile) Galleria d'Arte Moderna di Milano Cosa trovi in biblioteca: Segantini e l’’800 italiano via Palestro 16 Informazioni: 02 884.459.47 Orari di apertura Martedì - domenica 9.00 - 13.00 e 14.00 17.30 (ultimo accesso 30 minuti prima dell'orario di chiusura) Lunedì chiuso Tariffe • biglietto intero € 5,00 • biglietto ridotto € 3,00 (per informazioni consultare la pagina Orari e Tariffe) Come in tutti i musei comunali di Milano, l’ingresso è gratuito durante l’ultima ora d’apertura e il martedì pomeriggio. I biglietti si possono acquistare online (senza costi di prevendita) e nelle biglietterie dei musei comunali, anche tramite bancomat e carta di credito. Bella, Gabriella L’età del L’età delDivisionismo Divisionismo Divisionismo in Italia Gli Impressionisti Gli Impressionisti e la e pittura la pittura dell’800 dell’800 Fugazza, Stefano Simbolismo Simbolismo Grubicy De Dragon, Vittore Vittore Grubicy Vittore Grubicy DeDe Dragon Dragon e l’Europa: e l’Europa: alle alle radici del Divisionismo radici del Divisionismo Lucie-Smith, Edward L’arte simbolista L’arte simbolista Quinsac, Annie-Paule Segantini Segantini Come raggiungere la Galleria con i mezzi pubblici MM1 stazione Palestro MM3 stazione Turati TRAM linea 1 e 2, fermata piazza Cavour BUS 94 e 61, fermata via Senato Segantini, Giovanni L’opera completa L’opera completa Segantini, Giovanni Il gigante Il gigantedella della montagna montagna 7 Biblioteca Comunale Sistema Bibliotecario Milano Est Biblioteca Comunale - Sede centrale Centro Civico Verdi - Via XXV Aprile 20090 Segrate Tel. 02 26902374 / 02 26902366 [email protected] [email protected] La Biblioteca Comunale di Segrate, Prossimi incontri presente sul territorio dal 1970, garantisce a tutti i cittadini la possibilità di informarsi attraverso la consultazione e il prestito di libri, quotidiani, periodici, dvd, cd musicali, cd-rom e risorse digitali. In Biblioteca è possibile navigare in internet da postazioni multimediali fisse oppure attraverso la rete wireless gratuita e accedere alla biblioteca digitale per consultare online quotidiani italiani e stranieri, banche dati professionali, risorse audio e video, e-book. La biblioteca organizza iniziative per promuovere la lettura coinvolgendo lettori di tutte le età, dai bambini agli adulti, e favorisce lo scambio tra culture diverse e l’accesso alle risorse informative e culturali da parte di tutti i cittadini, senza distinzione di età, razza, sesso, religione, nazionalità, lingua o condizione sociale. La Biblioteca Comunale, con le sue sedi decentrate, possiede circa 64.000 volumi e circa 6500 cd e dvd. Fa parte del Sistema Bibliotecario Milano Est che dispone di circa 760.000 documenti che si possono richiedere con il servizio di prestito interbibliotecario. Venerdì 31 ottobre, ore 18.30 Luigi Barnaba Frigoli LA VIPERA E IL DIAVOLO Auditorium “Luigi Favalli” - Centro Civico Cascina Ovi via Olgia 9, Segrate (MI) - ingresso libero La Vipera e il Diavolo, romanzo d’esordio di Luigi Barnaba Frigoli, racconta, tra storia e leggenda, l’epopea familiare dei Visconti alla fine del Trecento e la battaglia all’ultimo sangue tra l’astuto Gian Galeazzo e lo spietato zio, per la conquista del potere. Una storia che, a differenza di quella dei Borgia, dei Savoia, dei Medici, ha avuto sinora poca dignità letteraria, Ma che merita di essere riscoperta, perché più avvincente – e “diabolica” – che mai. Luigi Barnaba Frigoli correda la sua presentazione di una ricca proiezione di immagini per accompagnare l’immaginazione lungo il sentiero delle storie non raccontate. Intervistano l’autore Palma Agati, Giornalista Roberto Spoldi, Bibliotecario e Responsabile Gruppo di Lettura Segrate www.bibliomilanoest.it Letture Seguici su facebook Noemi Bigarella, Attrice e Regista 8