ottobre
Biblio news
Palazzo Reale riparte da Chagall
E’ dedicata a Marc Chagall la prima grande
mostra dell’autunno milanese, divisa
eccezionalmente tra Palazzo Reale e il
Museo Diocesano dove trovano una
collocazione ideale 60 opere dedicate al
tema biblico, tanto caro all’artista russo.
In contemporanea, a Palazzo Reale si
possono ammirare 120 opere di Giovanni
Segantini provenienti da varie collezioni, in
particolare dal Museo Segantini di St. Moritz,
che fu l’ultima residenza dell’artista, tra le
montagne che hanno ispirato tanti suoi
capolavori.
La coppia sopra Saint-Paul
Collezione privata
Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985
La mostra attualmente al Palazzo Reale di Milano è, secondo
gli organizzatori, la più grande retrospettiva mai dedicata in
Italia a Marc Chagall. Si tratta di opere, prevalentemente
dipinti, datati dal 1908 (Le petit salon), fino ad alcune opere
degli anni ’70. La curatrice della mostra Claudia Zevi –con la
collaborazione di Meret Meyer, nipote di Chagall- è riuscita
nell’impresa di ottenere in prestito opere non solo dai maggiori
musei del mondo, quali il MoMa e il Metropolitan Museum di
New York, la National Gallery di Washington, il Museo
Nazionale Russo di S. Pietroburgo, il Centre Pompidou, la Tate
Gallery di Londra o il museo reale di Bruxelles, dove la mostra
approderà a febbraio 2015, ma anche da musei in genere fuori
dal circuito internazionale dei prestiti come la canadese Art
Gallery di Ontario, la galleria statale di Vladivostok o il museo
civico di Nagoya in Giappone. Inoltre, pregio non secondario di
questa mostra è che molte delle opere appartengono a privati
o agli eredi e vengono esposte al pubblico per la prima volta.
Come spiega la stessa curatrice, il successo di questa opera di
ricerca è stato tale che è stato deciso di dividere le opere in
due gruppi, realizzando così in effetti due mostre parallele: la
maggior parte delle opere (oltre 220) sono presentate a
Palazzo Reale, mentre le opere su temi biblici (una sessantina)
vengono ospitate nel Museo Diocesano in un allestimento
particolare. La mostra di Palazzo Reale fornisce un’idea molto
precisa di quella che è stata l’evoluzione della pittura di
Chagall nel tempo. Si parte dal primo periodo russo, fino al
1910, anno del trasferimento a Parigi. Qui Chagall scopre il
colore, come lui steso non si stancava di ricordare, e le
avanguardie, in particolare il cubismo che influenza il suo stile
ma solo superficialmente. Quando tornerà in Russia sarà un
artista completamente diverso da quello che era partito solo 4
anni prima, anche se non avrà ancora messo completamente
a fuoco il proprio stile. Questo avverrà in terra russa come si
vede chiaramente dalle opere esposte che mostrano la
maturazione dell’artista ormai diventato lo Chagall che
conosciamo. Quando tornerà a Parigi, nel 1923, sarà un
artista nella sua piena maturità, capace di confrontarsi da pari
a pari con gli altri colleghi pittori senza deviare dal proprio
stile. La tranquillità dura poco: lo scoppio della seconda guerra
mondiale lo costringe a trasferirsi negli Stati Uniti dove, nel
1944, muore Bella, il suo più grande amore e la sua musa
ispiratrice. Anche questo periodo è ben documentato dalle
opere in mostra. Alla fine della guerra torna in Francia, ormai
diventata la sua patria d’adozione, non a Parigi, ma a Vence in
Provenza. Nelle opere di questo periodo appaiono frequenti e
precise allusioni agli orrori della persecuzione degli ebrei,
spesso rappresentati dal crocefisso, dove Cristo non è certo il
figlio di Dio ma l’esempio universale dell’ebreo perseguitato. E’
ancora frequente l’immagine di Bella fino a quando, nel 1952,
sposa Valentine Brodsky (Vava) e la sua pittura diventa più
serena. Negli ultimi anni della sua lunga esistenza Chagall
estende il suo campo d’azione dipingendo il soffitto dell’Opera
di Parigi, i murales del Metropolitan di New York, realizzando
scene e costumi del Flauto magico di Mozart. Sono cose
impossibili da mostrare negli originali ma la mostra presenta
vari studi preparatori che forniscono un’idea piuttosto precisa
delle opere e della tecnica utilizzata. La mostra, organizzata e
prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE,
Arthemisia Group e GAmm Giunti, rimarrà aperta al pubblico
fino al 1° febbraio 2015.
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La passeggiata 1917-18
State Russian Museum, S.Pietroburgo
La madonna del villaggio 1938-42
Madrid, Museo Thyssen-Bornemitsza
Trionfo della musica - New York 1966
(studio preparatorio)
Chagall illustratore
Uno dei campi dove il genio figurativo di Chagall si è più
compiutamente mostrato è l’illustrazione di libri.
Il primo esempio risale agli anni 20 quando l’editore
parigino Ambroise Vollard propone a Chagall di illustrare
Le Favole di La Fontaine. Il successo è immediato.
Subito dopo, sempre su proposta di Vollard, Chagall si
cimenta nell’illustrazione dell’Antico Testamento.
Qui il tema è molto più impegnativo però è molto
congeniale all’artista per la sua profonda religiosità e
conoscenza delle scritture, tanto che questo tema non sarà
abbandonato al termine dell’incarico di Vollard ma lo
accompagnerà tutta la vita. Anche questa volta il successo
è grande, tanto che non passa molto tempo che lo stesso
editore suggerisce un altro tema: le Mille e una notte.
Questo compito si rivela più difficile dei precedenti.
Dopo un primo abbozzo, all’inizio degli anni trenta, Chagall
riesce a portare a compimento l’opera solo nel 1948.
Passano gli anni e il filone illustrativo sembra esaurito
quando rinasce in tutt’altro contesto e con un altro
sponsor. Siamo a New York, anno 1966.
Per l’inaugurazione della nuova Metropolitan Opera House
al Lincoln Center il settantanovenne Center Chagall viene
pesantemente coinvolto per curare scene e costumi per
l’opera scelta per la serata inaugurale, nel febbraio 1967:
il Flauto Magico di Mozart.
Proprio il materiale prodotto per questo incarico verrà poi
utilizzato per illustrare un libro contenente il libretto
dell’opera, la fiaba Lulu o Il flauto magico, di August Jakob
Liebeskind a cui si è ispirato Emanuel Schikaneder per il
libretto, e alcuni saggi introduttivi.
Tavola da Il flauto magico di Mozart
Marc Chagall (1887-1985)
Moishe Segal, diventato Marc Chagall dal suo primo soggiorno parigino, nasce da un mercante di
aringhe in una famiglia di cultura e religione ebraica, a Vitebsk, nella Russia degli zar, oggi
appartenente alla Bielorussia. Il giorno stesso della sua nascita, il villaggio fu attaccato dai cosacchi
durante un pogrom, e la sinagoga venne data alle fiamme. Un tragico evento premonitore dei travagli
che avrebbe dovuto patire nella sua lunga esistenza. Nel 1907 si trasferisce a San Pietroburgo e
frequenta l'Accademia Russa di Belle Arti. All’epoca gli ebrei possono vivere a San Pietroburgo solo con
uno speciale permesso e sono in ogni caso perseguitati, tanto che per un breve tempo, viene persino
imprigionato. Rimane comunque nella città fino al 1910 quando si trasferisce a Parigi. Nel 1914 torna a
Vitebsk per sposare Bella che sarà la sua compagna adorata per quasi 30 anni: scoppia la guerra
mondiale e rimane bloccato in Russia. Nel 1917 prende
parte attiva alla rivoluzione guadagnandosi la nomina a
Commissario dell'arte per la regione di Vitebsk, dove fonda
una scuola d'arte e il Museo di arte moderna. Il suo
operato però non gode del pieno favore de dopo poco
tempo entra anche in contrasto con la sua stessa scuola.
Nel 1923 ritorna a Parigi e nel 1937 diviene cittadino
francese. È il primo periodo tranquillo della sua esistenza
ma dura poco. Scoppia la seconda guerra mondiale. I
nazisti avanzano su Parigi costringendo Chagall a fuggire
prima a Marsiglia, poi in Spagna, in Portogallo e finalmente
negli Stati Uniti (1941). 1944: la morte di Bella lo getta
nella più cupa disperazione. Alla fine della guerra Chagall
ritorna in Europa. Si stabilisce in Provenza e comincia a
viaggiare: Israele, Russia (dove sarà accolto trionfalmente,
ma si rifiuterà di tornare a viverci), New York. Il centro
della sua esistenza resta comunque la Provenza dove, a
Saint-Paul de Vence, muore poco meno che centenario.
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Marc Chagall e la Bibbia
Questa mostra ospitata presso il Museo Diocesano presenta 60 lavori realizzati con le tecniche più
diverse che testimoniano l’attrazione per il messaggio biblico che Chagall ha dimostrato lungo tutto
l’arco della sua esistenza. E’ perciò l’ideale complemento di Marc Chagall - una retrospettiva che si
svolge in contemporanea a Palazzo reale.
Gran parte delle opere esposte sono state concepite per soddisfare la richiesta dell’editore Ambrose
Vollard di realizzare una Bibbia illustrata. Chagall creò le litografie acquerellate destinate a quest’opera
partendo da guache preparatorie, talvolta precedute da schizzi appena abbozzati che si caratterizzano
per freschezza e immediatezza di segno. Di questi, che fino ad ora non erano mai stati esposti, in
mostra ne sono presenti 22. In queste opere il colore gioca un ruolo fondamentale conferendo alla
scena un vivace intento narrativo. Il dinamismo del tratto, talora solo brevemente accennato,
caratterizza le scene in senso drammatico. Le opere sono esposte in una struttura progettata ad hoc
dallo studio Morpurgo de Curtis che richiama l’arca dell’alleanza della religione ebraica.
Chagall si confrontò con i temi biblici per tutta la vita, dagli anni della sua giovinezza fino agli ultimi
anni della sua vita, visto che anche nelle opere più tarde non è raro individuare figure che alludono a
personaggi o episodi della religione ebraica. La mostra Marc Chagall e la Bibbia, visitabile fino al 1°
febbraio 2015, permette quindi di completare il percorso di conoscenza dell’artista iniziato con la mostra
di Palazzo Reale con un approfondimento sulla fondamentale relazione che Chagall ebbe con la Bibbia.
Corso di Porta Ticinese, 95
20123, Milano
Orari fino al 1° febbraio 2015
lunedì: 14.00-18.00
martedì, mercoledì, venerdì, sabato e
domenica:
10.00-18.00
giovedì: 10.00-22.30
(La biglietteria chiude 30 minuti prima)
Biglietti
intero: € 8.00
(scontato per chi visita anche la mostra di
Palazzo Reale)
www.museodiocesano.it
[email protected]
Cosa trovi in biblioteca: Marc Chagall
Chagall, Marc
Chagall (presentazione S. Grasso
Chagall, Marc
Marc Chagall: un maestro del ‘900
Chagall, Marc
Chagall delle meraviglie
Haftmann, Werner
Marc Chagall
Chagall, Marc
Marc Chagall (testo F. Meyer)
Walther, Ingo F.
Marc Chagall: 1887-1985
Chagall, Marc
Marc Chagall (introduzione G. Arpino)
Per i ragazzi
Cappa Legora, Cristina
Marc Chagall: il teatro dei sogni
Chagall, Marc
Marc Chagall (catalogo mostra Lugano 2001)
Dvd
Chagall: il maestro dei sogni
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Marc Chagall e la musica
Chagall fu un grande appassionato di balletti e opere liriche. Fu
certo a causa di questa sua passione che quando nel 1963
l’allora Ministro della cultura francese André Malraux gli chiese
di affrescare il soffitto della sala dell’Opera di Parigi, decise di
accettare nonostante le aspre critiche della parte più
conservatrice degli intellettuali francesi che consideravano
inconcepibile l’idea di mettere mano a uno dei luoghi simbolo di
Parigi e della Francia tutta. Ma quando il 23 settembre 1964 il
lampadario della sala illuminò per la prima volta i 220 metri
quadri della volta, i 2100 invitati scoppiarono in un fragoroso
applauso: la scommessa era stata vinta. Chagall era riuscito
nell’impresa di inserire in un’architettura Napoleone III
un’opera assolutamente visionaria, dai caldi colori tra il giallo e
il rosso che si accordavano perfettamente con gli ori degli
stucchi della sala (alcuni studi preparatori sono esposti in
mostra). Le figure rappresentate, in perfetto stile chagalliano,
rendono omaggio a compositori come Berlioz, Ravel,
Mussorgskij e sopratutto l’adorato Mozart –che Chagall definiva
“creatura scesa dal cielo” -, tra cantanti, ballerine e schizzi di
monumenti parigini come la stessa Opera e la tour Eiffel. L’eco
del successo arrivò anche in America, tanto che Rudolf Bing,
sopraintendente del Metropolitan Opera House commissionò a
Chagall due grandi affreschi per la hall del nuovo teatro allora
in costruzione. Qui non ci furono polemiche e nel 1966,
all’inaugurazione del teatro nel Lincoln Center i due grandi
dipinti (9x11 metri) facevano bella mostra sulla parete proprio
di fronte alla vetrata d’ingresso, che è tanto grande da
permettere di ammirarli anche dall’esterno. I due murales si
intitolano “Il trionfo della musica” (alcuni studi preparatori
sono esposti in mostra) e “Le sorgenti della musica”. Come
il soffitto dell’Opera, anch’essi pullulano di figure tipiche, di
animali fantastici, di citazioni del paesaggio di New York, come
il ponte di Brooklyn e lo skyline di Manhattan e di figure che
alludono ad alcuni famosi compositori, come lo stesso Chagall
ha spiegato negli schizzi preparatori. Così sappiamo di per certo
che i due giovani abbracciati in basso a destra delle Sorgenti
della musica rappresentano Violetta e Alfredo, omaggio a Verdi
e alla sua Traviata.
Il soffitto dell’Opera - Parigi (1964)
Schizzo preparatorio de
“Le sorgenti della musica”New York
Orari e costo dei biglietti delle mostre di Palazzo Reale
Orari
Lunedì 14.30 – 19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30
giovedì e sabato 9.30 – 22.30
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
Costo dei biglietti per visitatori individuali (comprensivi di audioguida)
€ 12,00 ingresso singolo intero
€ 10,00 ingresso singolo ridotto
Tutte le riduzioni e le promozioni sono illustrate sulla pagina web di Palazzo reale
Infoline e prevendita biglietti
+39.0292800375
(dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 18.30)
Per l’acquisto di biglietti online consultare i siti delle varie mostre:
Segantini
Chagall
Per ulteriori informazioni visitare la pagina degli eventi del Comune di Milano.
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Segantini. Ritorno a Milano
Le centoventi opere di questa mostra (a Palazzo Reale fino al
18 gennaio 2015), provenienti da varie istituzioni, dalla Civica
Galleria d'Arte Moderna di Milano, al Museo Segantini di St.
Moritz, illustrano il percorso artistico del pittore, dall’infanzia,
trascorsa nella Milano post-unitaria, fino al trasferimento tra
gli incontaminati paradisi naturalistici delle montagne
dell'Engadina, dove trovò una morte molto prematura.
La mostra è organizzata per sezioni. La prima è dedicata agli
esordi milanesi del pittore al tempo del suo ingresso
all’Accademia di Brera che diede inizio a un promettente e
fecondo percorso artistico. Gli scorci dei Navigli molto
naturalistici ben rievocano la Milano di fine Ottocento.
Esposti anche molti ritratti, come il Ritratto della signora
Torelli, il Ritratto di Carlo Rotta e alcuni autoritratti, che
permettono di ripercorrere i legami affettivi del pittore, oltre
che testimoniare la sua indubbia abilità di ritrattista.
La sezione dedicata alla natura e alla vita nei campi mostra
dipinti che rappresentano la vita agreste: Sul balcone, Dopo
il temporale, L’ultima fatica del giorno e Riposo
all’ombra. A questo punto del percorso artistico di Segantini
entra in scena il paesaggio delle Alpi svizzere con le sue scene
di vita nei campi, i suoi costumi caratteristici e una peculiare
rappresentazione della società contadina. Parallelamente al
cambio dei soggetti rappresentati si nota come Segantini
abbandoni gradualmente il verismo lombardo delle prime
opere per avvicinarsi al simbolismo mentre la sua tecnica
evolve verso il divisionismo della quale diventerà uno dei
capifila italiani. Tra le opere esposte Primavera sulle Alpi,
Ave Maria a trasbordo, Mezzogiorno sulle Alpi e Ritorno
dal bosco. Da notare che naturalismo e simbolismo sono, per
Segantini, i due termini di una stessa equazione, un’anomalia
nel periodo quando il simbolismo era tendenzialmente
percepito antitetico al naturalismo. Segantini, al contrario,
concepisce la natura come “foresta di simboli”, e nei suoi
dipinti si rende concreta una fusione tra i due opposti che
determina la ricchezza del suo linguaggio pittorico.
Infine, ultimo tema caro e ricorrente nel percorso pittorico di
Segantini, la maternità, e rappresentato da Le due madri,
considerata manifesto del divisionismo italiano, esposta alla
prima Triennale di Brera, che vide la nascita ufficiale del
movimento.
Mezzogiorno sulle Alpi
St. Moritz, Museo Segantini,
Ritorno dal bosco
St. Moritz, Museo Segantini
Alla stanga
Galleria d’arte moderna - Roma
Giovanni Segantini (1858-1899)
Giovanni Segantini nasce ad Arco, allora parte del Tirolo austriaco, da famiglia disagiata. Dopo la morte
della madre, nel 1865 viene condotto a Milano e affidato a
parenti, che però poco si curano di lui. A causa della sua vita
irregolare ha diversi problemi con la giustizia tanto da finire in
riformatorio per alcuni anni. Tra il 1874 e il 1879 frequenta
l'Accademia delle Belle Arti di Brera dove conosce Vittore
Grubicy che lo sosterrà economicamente per diversi anni.
Terminati gli studi, nel 1881 si trasferisce in Brianza e poi in
Engadina, in Svizzera, dove, a contatto della natura, trova
l’ambiente ideale per sviluppare la sua arte avvicinandosi ai
divisionisti e ai simbolisti. L’amico Grubicy fa conoscere la sua
opera all’estero tanto che nel 1888 espone all'Italian
Le due madri
Exhibition di Londra. Ma il periodo sereno dura poco: a soli 41
Galleria d’arte moderna Milano
anni muore per un attacco di peritonite mentre dipinge solo sul
monte Schafberg di fronte a Pontresina.
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Da settembre presso la GAM le collezioni Grassi e Vismara
sono riaperte al pubblico in un nuovo allestimento
di Morandi, De Pisis, Tosi. Non mancano
testimonianze di protagonisti della scena
internazionale come Corot (“Le coup de vent”),
Gauguin, Van Gogh, Sisley e Manet, presente con
un olio di grandi dimensioni (218x136 cm) “Il
signor Arnaud a cavallo”. Infine di grande
interesse la sezione grafica con alcuni dei più
famosi manifesti di Toulouse-Lautrec e stampe di
Corot realizzate con la inusuale tecnica dei cliché
-verre. La collezione Vismara, di più ridotte
dimensioni, arricchisce comunque la panoramica
italiana con opere di De Pisis, Morandi, Carrà,
Guidi, Tosi, Sironi, Modigliani e internazionale
con opere di Renoir, Matisse, Picasso, Dufy.
Dopo un accurato restauro degli ambienti, la
Galleria d’arte moderna di via Palestro ha
riaperto al pubblico le raccolte Grassi e Vismara
in un nuovo allestimento che le vede collocate
sullo stesso piano, una dopo l’altra. Così le 290
opere di 102 artisti possono essere ancor meglio
ammirate dal pubblico in una ideale contiguità.
La raccolta Grassi vanta un maggior numero di
opere, di vario genere, non tutte esposte
permanentemente. Si va dai bronzi d’arte
siamese, ai tappeti persiani, dalle stampe di
Toulouse-Lautrec agli oli dei secoli dal XIV al XVII
di varie scuole. Ma l’interesse della raccolta
risiede principalmente nei dipinti di scuola
italiana del periodo tra il primo ‘800 e la metà del
’900. Ben rappresentati Signorini, Fattori, Ciardi,
Ranzoni, Zandomeneghi, Lega, Boldini. Da
segnalare “L’americana”, pastello di grandi
dimensioni di Boldini, “Place des Invalides” di
De Nittis, quattro opere di un Segantini
naturalista, “La quiete” e “Putto tra i fiori” di
Previati, un piccolo ma bellissimo Pelizza da
Volpedo (“Il sole”). Interessante il gruppo di
opere dei pittori della Scapigliatura: Ranzoni,
Cremona, Morelli, Favretto. Le avanguardie
novecentiste sono rappresentate da alcuni
interessanti Boccioni, tra cui il pastello “La
madre che lavora all’uncinetto” e da opere di
Balla, in particolare molto tipico delle stile
dell’autore l’olio “Espansione x velocità”. Del
‘900 più vicino a noi si possono ammirare opere
Giacomo Balla, Espansione x velocità
(Velocità d'automobile)
Galleria d'Arte Moderna di Milano
Cosa trovi in biblioteca:
Segantini e l’’800 italiano
via Palestro 16
Informazioni: 02 884.459.47
Orari di apertura
Martedì - domenica 9.00 - 13.00 e 14.00 17.30 (ultimo accesso 30 minuti prima
dell'orario di chiusura)
Lunedì chiuso
Tariffe
• biglietto intero € 5,00
• biglietto ridotto € 3,00 (per informazioni
consultare la pagina Orari e Tariffe)
Come in tutti i musei comunali di Milano,
l’ingresso è gratuito durante l’ultima ora
d’apertura e il martedì pomeriggio.
I biglietti si possono acquistare online (senza
costi di prevendita) e nelle biglietterie dei musei
comunali, anche tramite bancomat e carta di
credito.
Bella, Gabriella
L’età del
L’età
delDivisionismo
Divisionismo
Divisionismo in Italia
Gli Impressionisti
Gli
Impressionisti
e la
e pittura
la pittura
dell’800
dell’800
Fugazza, Stefano
Simbolismo
Simbolismo
Grubicy De Dragon, Vittore
Vittore Grubicy
Vittore
Grubicy
DeDe
Dragon
Dragon
e l’Europa:
e l’Europa:
alle alle
radici
del Divisionismo
radici
del Divisionismo
Lucie-Smith, Edward
L’arte simbolista
L’arte
simbolista
Quinsac, Annie-Paule
Segantini
Segantini
Come raggiungere la Galleria con i mezzi
pubblici
MM1 stazione Palestro
MM3 stazione Turati
TRAM linea 1 e 2, fermata piazza Cavour
BUS 94 e 61, fermata via Senato
Segantini, Giovanni
L’opera completa
L’opera
completa
Segantini, Giovanni
Il gigante
Il
gigantedella
della
montagna
montagna
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Biblioteca Comunale
Sistema
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Milano
Est
Biblioteca Comunale - Sede centrale
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presente sul territorio dal 1970, garantisce a
tutti i cittadini la possibilità di informarsi
attraverso la consultazione e il prestito di libri,
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navigare in internet da postazioni multimediali
fisse oppure attraverso la rete wireless
gratuita e accedere alla biblioteca digitale per
consultare online quotidiani italiani e stranieri,
banche dati professionali, risorse audio e
video, e-book.
La biblioteca organizza iniziative per
promuovere la lettura coinvolgendo lettori di
tutte le età, dai bambini agli adulti, e favorisce
lo scambio tra culture diverse e l’accesso alle
risorse informative e culturali da parte di tutti i
cittadini, senza distinzione di età, razza, sesso,
religione, nazionalità, lingua o condizione
sociale.
La Biblioteca Comunale, con le sue sedi
decentrate, possiede circa 64.000 volumi e
circa 6500 cd e dvd. Fa parte del Sistema
Bibliotecario Milano Est che dispone di circa
760.000 documenti che si possono richiedere
con il servizio di prestito interbibliotecario.
Venerdì 31 ottobre, ore 18.30
Luigi Barnaba Frigoli
LA VIPERA E IL DIAVOLO
Auditorium “Luigi Favalli” - Centro Civico Cascina Ovi
via Olgia 9, Segrate (MI) - ingresso libero
La Vipera e il Diavolo, romanzo d’esordio di
Luigi Barnaba Frigoli, racconta, tra storia e
leggenda, l’epopea familiare dei Visconti alla
fine del Trecento e la battaglia all’ultimo sangue
tra l’astuto Gian Galeazzo e lo spietato zio, per
la conquista del potere. Una storia che, a
differenza di quella dei Borgia, dei Savoia, dei
Medici, ha avuto sinora poca dignità letteraria,
Ma che merita di essere riscoperta, perché più
avvincente – e “diabolica” – che mai.
Luigi Barnaba Frigoli correda la sua
presentazione di una ricca proiezione di
immagini per accompagnare l’immaginazione
lungo il sentiero delle storie non raccontate.
Intervistano l’autore
Palma Agati, Giornalista
Roberto Spoldi, Bibliotecario e Responsabile
Gruppo di Lettura Segrate
www.bibliomilanoest.it
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Noemi Bigarella, Attrice e Regista
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