Isole dell’Arcipelago 27-29 novembre NUMERO 11, Novembre 2015 - ANNO 57 Agorà ... l’educazione Dalla “Agorà” un Sul cammino impegno di servizio dell’Agorà: rete e comunità Giovanni Morello A Caserta, con la “Agorà …l’Educazione”, il MASCI ha vissuto un altro dei suoi appuntamenti significativi. La partecipazione numerosa, l’interesse con cui sono stati seguiti i lavori, le suggestioni portate dai relatori e dai testimoni, hanno fatto si che l’incontro si svolgesse e si concludesse nel migliore dei modi. Momenti significativi, ed anche di particolare commozione, sono stati la testimonianza don Maurizio Patricello, parroco di Caivano e voce profetica della Chiesa nella “terra dei fuochi”, e la consegna della targa alla vedova di Michele Liguori, come ”Testimone del nostro tempo”: un premio nazionale istituito dal MASCI per segnalare una persona particolarmente significativa nel campo del sociale e della solidarietà. Ai partecipanti è stato inoltre proposto un gesto concreto di solidarietà, attraverso il gesto simpatico del “caffè pagato”, verso la Comunità MASCI Scafati 2, impegnata nella realizzazione di “Una casa per Francesco”, per l’accoglienza dei migranti e di quanti si trovano in difficoltà. Coinvolgenti e curati gli spettacoli di canzoni napoletane, presentato da un gruppo di adulti scout campani, ed il musical “I viandanti di Emmaus”, che hanno allietato le serate. Un risultato importante della “Agorà” di Caserta è stata l’occasione di fare rete con i responsabili di importanti associazioni e aggregazioni laicali, religiose e laiche, dalla Comunità di S. Egidio a Libera, dal Rinnovamento dello Spirito alla CISL, da CL all’ACI, dal Movimento dei Focolari alla FUCI, e a tante altre. In questa rete il MASCI è sempre più presente ed apprezzato, soprattutto per le numerose e significative iniziative di servizio e di impegno solidale che si vivono a livello locale insieme a tante altre realtà impegnate nel sociale e nell’animazione cristiana della società. Un impegno da continuare e sviluppare sempre più per rendere il MASCI sempre più utile e credibile. Qui a lato, trovate un commento di Paolo Linati e, nelle pagine interne, un’ampia cronaca dell’incontro. Attendiamo ora i frutti della “Agorà”. In questo numero troverete molti articoli interessanti. Ne segnaliamo alcuni. Il primo, un vero e proprio scoop, un commento dall’interno del Sinodo dei vescovi sulla famiglia da parte di don Saulo Scarabattoli, parroco e Assistente ecclesiastico della Comunità di Perugia, uno dei due sacerdoti nominati padri sinodali da Papa Francesco per partecipare al Sinodo; l’altro è un intervento di Alberto Subioli che pone a confronto la recente enciclica “Laudato si” con il nostro Patto Comunitario, trovandovi concordanze e attinenze. Un invito ulteriore, per chi non l’avesse ancora fatto, a leggere la lettera di Papa Francesco, che pone indubbie domande ed interrogativi asl nostro modo di porci verso il Creato e verso i fratelli. Anzi penso che tutte le comunità dovrebbero fare oggetto della loro riflessione questo importante documento pontificio. Non accontentiamoci delle sintesi interessate che troviamo sui mezzi di informazione, ma andiamo direttamente alla fonte. Non si tratta solo di un esercizio culturale, di lettura e riflessione, ma è un invito pressante al cambiamento e a vivere secondo il Vangelo. Paolo Linati Tornando dall’ “Agorà - l’Educazione”, i partecipanti hanno portato a casa un buon numero di idee, non solo le due idee dei famosi penny: anche tre, quattro idee, che troveranno maturazione nel tempo. Fra queste, mi soffermo su due: fare rete; fare comunità. Fare rete. Questa espressione viene usata per i rapporti fra persone o fra organizzazioni umane che abbiano fra di loro un collegamento, in vista di un obiettivo comune, o di un progetto. Nodi di queste reti sono le persone o i gruppi di persone che dialogano fra loro e collaborano alla realizzazione dell’obiettivo - progetto. Per fare un esempio: la comunità di adulti scout, oppure il singolo adulto scout, stabilisce momenti di collaborazione con altre realtà associative adulte, al di fuori delle organizzazioni scout, per realizzare servizi o manifestazioni di interesse pubblico: nel settore tutela del creato a livello comunale, o nel settore “pace e collaborazione fra i popoli”. Elenchiamo qui alcune di queste realtà associative: F.O.C.S.I.V. - Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario, ed altre organizzazioni di volontariato internazionale; cooperative; Caritas parrocchiale e diocesana; Pax Cristi; Terre di mezzo; Beati i costruttori di pace; Tavolo della pace. E in genere qualunque OMI (Organizzazione a Movente Ideale). OMI è una denominazione che inizia a diffondersi per indicare quelle organizzazioni (associazioni, ONG, imprese sociali, imprese di Economia di Comunione, ecc.), orientate non al profitto ma a un movente ideale, ad una missione, cioè ad un servizio. In Italia le comunità di adulti scout che hanno realizzato collaborazioni di rete sono numerose, particolarmente nel Meridione. Forse è giunto il momento che questa scelta di operare “in rete” venga fatta propria da ogni comunità; e che la nozione del “fare rete” entri nei momenti formativi del Movimento (isole ed arcipelago, convegni, assemblee ...). Questa scelta certamente rientra nella metodologia dl nostro Movimento Comunità. Quando nel MASCI parliamo di comunità, ci riferiamo alle comunità di adulti scout. In altri ambiti, si parla di comunità di lavoro, di comunità territoriali o religiose, o comunità di tutte le donne e di tutti gli uomini di un Paese. A Caserta si è riaffermato che la comunità è l’unità di base e di riferimento dello scautismo adulto: a queste qui ci riferiamo. Iniziative locali e nazionali, scelte Una comunita’ “afona” Pio Cerocchi Adesso si guarda al Giubileo della Misericordia; il Sinodo con tutte le sue polemiche si sta allontanando nella memoria, anche se non come tanti altri eventi perché le polemiche, le tensioni nella discussione di temi “scottanti” hanno conferito a questa assemblea una dimensione di dramma che sarà difficile dimenticare. E così anche se a livello ufficiale si sono dette mezze verità, la realtà dell’aula e dintorni deve essere stata differente dal clima “sinodale” (e quale altro clima - mi chiedo - ci dovrebbe essere in un Sinodo?) sbandierato nei briefing. A cose fatte l’impressione che resta di questi avvenimenti, pur potendo avere molte sfaccettature, in sostanza si riduce a una sola - ma credo importantissima - considerazione: la mancanza di uno spazio ecclesiale di accoglienza delle di servizio, progetti e realizzazioni, passano tutte attraverso la comunità. La comunità, si è affermato, è anche strumento di formazione-educazione dell’adulto (nel “trapasso delle nozioni”), è lo strumento con cui si attua un servizio meno diffuso, o forse del tutto ignorato, è il servizio che l’adulto scout assume a titolo personale, cioè al di fuori della comunità a cui si appartiene. Ci possiamo chiedere quale debba essere il rapporto fra la comunità MASCI e IL “fare rete” con realtà associative non scout, in particolare in occasione di progetti comuni di servizio. Mi pare di vedere due possibilità: a) La comunità si impegna nella sua totalità ad effettuare iniziative di servizio. Questa scelta rientra nella metodologia del nostro Movimento, ed è certamente adatta per comunità di recente istituzione, composte da adulti da poco entrati nel mondo scout. b) Seconda possibilità: è quella dell’adulto scout che si impegna individualmente, a titolo perso- nale o in collaborazione con altri, stabilendo reti con altri ambiti ed altre realtà associative. Questa seconda possibilità certamente offre maggiori possibilità di valorizzare le persone. E forse è questa la scelta che eviterebbe tensioni e problemi fra la vita delle comunità ed il lavoro di rete. E forse questa potrebbe essere la via migliore per una vera “visibilità” del movimento scout adulto: quella che la prof. Lazzaretto ha definito “educarsi al cambiamento mettendosi come secondi”. Infine vorrei ricordare che nello scautismo pensato da B.-P. l’unità di base è la squadriglia, o “pattuglia”, e non il reparto né il clan. E la vita del clanfuoco prepara il rover e la scolta ad operare e a “fare servizio” non solo come comunità, ma a titolo personale, in collaborazione con tutte le realtà che dopo la Partenza si incontrano sul proprio cammino. riflessioni e dei diversi punti di vista dei fedeli. Le testate “aziendali”, infatti, non sono disponibili ad aprire le loro pagine ad un vero dibattito. Prevale il timore che si creino squilibri e che si scrivano cose sconvenienti. Ma dietro di esse (a livello nazionale), non c’è nient’altro. Un vuoto e, sappiamo, che dove c’è un vuoto, c’è anche chi lo riempie. Così si spiega l’interesse mostrato dalle grandi testate italiane per spartirsi qualche fetta di opinione cattolica. A questo punto il dibattito c’è (e a tratti è anche interessante), ma in generale non è un dibattito che vede protagonisti i credenti o le loro comunità, ma sempre più spesso - ed anche con autorevoli avalli - si tratta di commenti di persone che in premessa dichiarano di non essere credenti e ciò non di meno sono proprio le loro riflessioni quelle che orientano una comunità di credenti “afona”. E’ un punto sul quale penso che si debba richiamare l’attenzione delle associazioni, dei movimenti e dei semplici fedeli. Ma l’esperienza mi dice che questa attenzione a breve non nascerà. E questo, comunque, è un problema. Spedizione in A.P. 45%, Art. 2 comma 20/B, Legge 662/96, Dal C.M.P. Padova. Euro 2.00 la copia. Redazione: via Picardi, 6 - 00197 Roma, e-mail: [email protected] Stampa: Tipografia ADLE Edizioni SAS, Padova, [email protected]. Editore, Amministratore e Pubblicità: Strade Aperte Soc.coop.a.r.l., via Picardi, 6 - 00197 Roma, tel. 06.8077377, Fax 06.80977047. Iscritta al registro degli operatori di comunicazione al n.° 4363. Agorà – l’Educazione Il lavoro educativo è opera d’amore Sonia Mondin Presidente Nazionale Pubblichiamo l’intervento di apertura di Sonia all’Agorà, sicuri di fare cosa gradita aiu nostri lettori C’è un caro amico, un vecchio scout, che nel portafoglio conserva, tra le monetine in Euro, anche due piccoli Penny, due centesimi di sterlina. Li conserva perché è da sempre memore dell’aforisma di B.-P.: Se un penny tu mi dai, se un penny io ti do, con un penny per ciascuno resteremo; ma se un’idea tu mi dai, e se un’idea io ti do, con due idee per ciascuno resteremo. Ci si educa a vicenda, ponendo in primo piano la relazione, il rapporto tra coloro che vicendevolmente si aiutano nel processo continuo di educazione e ci si aiuta a crescere, in quelle dimensioni per un adulto ancora possibili: la curiosità intellettuale e la sapienza del cuore. Ma qual’ è il contesto … Viviamo oggi un declino del nostro modello sociale, economico, politico: una società che persegue il potere, l’egoismo, il denaro, l’illegalità … non sta più in piedi! Interi popoli sono in cammino, a causa di guerre, di persecuzioni, di povertà, di disuguaglianze. Cacciati e fuggitivi, vittime d’integralismi e intolleranze, ma anche di avidità, prevaricazioni ed egoismi. Siamo in un tempo di migrazioni, non solo delle genti, dei popoli, ma anche delle culture, delle religioni. Solo se riusciremo a cambiare strada, riprendendo come riferimento il grande “espulso”, cioè il Vangelo, potremmo scoprire criteri non religiosi ma antropologici, etici e laici in grado di farci ripensare il nostro vivere. Il cambiamento del nostro modello economico è legato anche alla nostra responsabilità che possiamo esprimere attraverso nuovi percorsi d’impegno civile e politico, di cammini educativi e formazione sociale e culturale. Siamo chiamati a ripensare ai fini, ripensare ai metodi, e a farlo in senso comunitario, camminando insieme, uscendo dai nostri integralismi e verità, per assumere una dinamicità che definirei evangelica. Potremo riconoscere il futuro e ospitarlo nel presente, quel futuro che noi oggi assolutamente non vediamo, perché gli sbarriamo la strada, perché 2 STRADE APERTE Novembre 2015 ostinatamente continuiamo in queste logiche e in questa organizzazione iniqua della società. C’è bisogno di Profezia, che non è un annuncio, tanto meno una previsione sul futuro, ma è uno stile di vita, è una vita convertita quando viene assunta la Parola del Vangelo, che ci richiama alla nostra umanità. Quindi i profeti non sono annunciatori, sono persone che vivono nonostante le fatiche, nonostante il decadimento dei costumi, nonostante la corruzione, il degrado della politica che non dà risposte, che diventa autoreferenziale, lo squallore di un’economia che sembra impazzita. Un piccolo indizio? Nei dati del PIL sembrano abbiano messo anche i dati dell’attività criminale: la droga, la prostituzione, quindi noi in Italia faremo un balzo in avanti e quindi il nostro PIL avanza, ma questo che significa? Significa che non siamo più capaci di distinguere tra il sudore della fronte, e le pratiche criminali, non distinguiamo più tra il lavoro che esprime l’umanità delle persone e quello che soffoca una società intera, non siamo più in grado di distinguere perché è venuto meno l’incontro, il confronto la vita vera di comunità aperta. Cerchiamo allora di recuperare e coltivare la cultura dell’incontro tema che le 19 associazioni che, con il MASCI, fanno parte di “Retinopera” hanno ritenuto il tema del triennio. Una cultura dell’incontro che orienti il lavoro comune, il nostro modo di prendere posizione anche nell’attuale momento politico-sociale-economico per renderci responsabili dei luoghi che abitiamo. Incontro tra di noi al servizio d’incontri di ben più ampio respiro, con tutte le persone di buona volontà, per avviare percorsi di conversione che passano tramite percorsi di educazione degli adulti. Ma …quando si e’ iniziato a parlare di educazione degliadulti nel masci ? Il Consiglio Nazionale ha prodotto una riflessione che è stata collocata in premessa al quaderno predisposto con grande passione ed impegno dal Comitato Esecutivo. Un quaderno che recupera i lavori delle regioni per questo evento,tutti i lavori di preparazione e sintesi delle esperienze delle comunità,e a volte i processi di preparazione e maturazione che avvengono,sono più importanti dei risultati stessi. In questo documento viene fatta memoria storica circa l’attenzione che il nostro Movimento ha posto al tema dell’educazione a partire da tempi alquanto remoti. Ufficialmente il percorso dell’ educazione degli adulti, nasce nel 1967 nell’incontro a Roma dei Magister che ha per tema: “La pedagogia scout si fonda sullo stile e sul metodo dell’educazione permanente”,poi si sviluppa nella IX Assemblea Nazionale di Verona del 1970, dove Enrico Capo tiene la relazione da tema “Educazione permanente e coeducazione”. Vi si ribadisce che l’ educazione e la formazione dell’ uomo non hanno limiti di tempo e si conclude con un impegno: “le comunità devono programmare le attività in modo da promuovere la crescita armoniosa delle diverse sfere della persona, e finalizzare le attività di educazione permanente anche in funzione del servizio”. Nascono così nel 1972 i seminari di animazione su tematiche formative per scambi di idee ed esperienze e approfondimenti di tipo metodologico,ma con questa visione e percezione del Movimento si approva il primo Patto Comunitario per“vivere i valori della legge e della promessa da adulti scout”. Negli anni ’80 poi si sviluppa il discorso sul metodo con il tema “la strada metodo comunitario per il M.A.S.C.I., come?”E si istituisce un nuovo settore associativo proprio sull’educazione permanente. E’poi con il Convegno di Milano nel 1989 dal tema “Educazione permanente in età adulta tra profezia e progetto” ed il Convegno di Pompei nel 1991 dal tema “Il metodo dello scautismo in età adulta, dal perché al come”,si chiariscono con più precisione i percorsi di formazione e di educazione. Con la fine degli anni ’90,si considera quale patrimonio acquisito dal Movimento il tema dell’ educazione permanente,e si punta molto di più sulla formazione. Il nuovo Patto Comunitario assume come metodo il concetto di “Fare strada”, metafora della crescita personale e comunitaria, che percorre il Cuore (Famiglia, Ecclesialità), il Creato (Natura ed Ambiente), la Città (Politica e Mondialità). Nel 2005 nell’azzurra Piazza San Pietro assieme ai fratelli dell’AGESCI, Giovanni Paolo II, ormai vecchio e malato ci consegna queste parole “…Duc in altum, MASCI! Non abbiate paura di avanzare con fantasia, sapienza e coraggio sulle strade dell’educazione…Il futuro del mondo e della Chiesa dipende anche dalla vostra passione educativa.” “L’educazione non finisce mai!” è l’affermazione che il nostro fondatore Robert Ba- den-Powell ci ha consegnato e che per tutti noi significa scoprire la ricchezza che ci appartiene nel vivere insieme i valori che sono contenuti nella Legge scout; è il continuo e avvincente percorso educativo (pur se faticoso) per mantenere fede ai valori della nostra Promessa. Oggi l’educazione degli adulti rimane la sfida fondamentale del nostro tempo; occorre liberarsi dall’equivoco che l’educazione serva a preparare ad un domani sempre rinviato. L’educazione dà senso all“oggi” da senso ad ogni stagione della vita! La relazione e’ l’unica via all’educazione Gli scritti recentemente pubblicati del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella fanno emergere nella loro tesi centrale che non c’è vera crescita della persona se non in un rapporto di stretta interdipendenza con il cammino di crescita e di liberazione degli altri: una tesi che coniuga l’ideale della centralità della persona e del suo valore infinito. Da sempre mosso dalla convinzione che “si cresce insieme, ci si realizza se ci i realizza insieme; si è davvero liberi, liberi dall’ignoranza, liberi dal bisogno, liberi dalla violenza, se liberi sono anche gli altri.” Partendo da questa riflessione che Educare è Condividere, possiamo dire che la nostra vita si svolge in maniera semplice mettendo al centro la relazione umana e condividendo le esperienze più ricche. Siamo tutti coinvolti (dal bimbo appena nato all’anziano in età avanzata) in questo processo educativo perché “nessuno educa se stesso, ma ci si educa insieme con la mediazione del mondo” come ha scritto Paulo Freire pedagogista brasiliano e importante teorico dell’educazione. Parlare della relazione educativa quindi non significa analizzare semplicemente un aspetto dell’educazione, ma affrontare il cuore dell’educazione stessa. Inoltre la relazione è costitutiva dell’essere persona e rappresenta lo strumento privilegiato del fare educazione, e per suo tramite ogni soggetto coinvolto in questa dinamica si arricchisce dell’umanità dell’altro e si apre al senso dell’esistenza che è essenzialmente un conessere. Ma coltivare le relazioni non significa scambiare SMS – WZ – MAIL, usare Smartphone e Tablet, ma significa incontrarsi, parlarsi di persona, sentire il calore delle parole, la vibrazione delle emozioni, darsi la mano, sedersi accanto, abbracciarsi, mostrarsi come si è con i segni degli anni che passano, impregnati da sofferenza da gioia. Per Martin Buber l’uomo diviene veramente se stesso soltanto nell’incontro con il Tu: grazie al Tu, all’apertura verso l’altro, l’Io si identifica come tale. l’Io e il Tu, un luogo di incontro e accoglienza. In questo spazio di riconoscimento reciproco ciascuno non teme di aprirsi all’altro per ciò che è, uscendone arricchito, trasformato, migliorato. L’impegno educativo anche da adulti non può che svilupparsi attorno alle relazioni umane. Il vero bagaglio che resiste “all’altro della vita” si costruisce nella scoperta di un senso. Il senso libera dal vuoto, dal nulla che assedia l’esistenza umana. Questo cammino insieme è per poter conoscere in profondità noi stessi per tramite degli altri. E’ quindi all’adulto di oggi che rivolgiamo la nostra proposta educativa; un adulto presentato nell’analisi precedentemente fatta. Un percorso, quello educativo che non è mai lineare, è fatto di smarrimenti, deviazioni, fallimenti, crisi. Ma non c’è crescita che non passi attraverso l’incontro e la relazione, e noi per fare questo abbiamo uno luogo che rimane il luogo privilegiato, ossia quello della comunità. La comunità come luogo educativo. E’ molto bella l’espressione”luogo educativo !”, che ritengo non sia solo un’espressione ma una nostra modalità relazionale: conservare il MASCI. come luogo educativo. Ma cosa significa luogo educativo? Con la parola “luogo” s’intendono le relazioni, interne ed esterne, di una realtà aggregata, sia essa una famiglia, un gruppo, una comunità, un’associazione. Per “educativo” s’intende un processo continuo di crescita mai un traguardo: è la metafora del nostro fare “strada nello scautismo”. Al centro del nostro metodo c’è la comunità. Si tratta quindi di riscrivere la relazione di riaprirla per farla diventare luogo di senso e di verità, luogo d’incontro con l’altro e con l’alterità, luogo ove vivere l’esperienza e la costruzione di una relazione con l’altro in quanto altro; “una relazione dialogica, cooperativa.” Vivere la comunità come luogo educativo è scoprire, rendere evidenti e svelare gli elementi comuni, quelli che ci legano. Camminare fianco a fianco nella ricerca dei per- Agorà – l’Educazione ché, sempre più in profondità, perché emergano il desiderio di dare senso e valore alle vite, attraverso un metodo esperienziale che per noi è quello dello scautismo. Metodo dal greco meta-odòs che vuol dire cammino, via: un cammino per la vita intera, che non è un fai da te, ma un fare con i fratelli in una comunità, che si educa anche attraverso il servizio. L’obiettivo della comunità sarà allora il bene comune. Le decisioni vanno assunte tenendo conto delle discussioni e del confronto, senza la fretta di creare maggioranze, ma crescere nel rispetto delle posizioni minoritarie; perché si tratta di portare avanti un processo di dinamiche tra adulti fatto di Libertà, Eguaglianza, Fraternità. La Libertà che cresce con la responsabilità e la cura dell’altro; l’Eguaglianza che deve rispettare le diversità e le storie personali di ogni componente della comunità; la Fraternità, è un lungo processo, un lungo cammino nella gratuità. Solo gradualmente, nella partecipazione con costanza al cammino di vita della comunità, si scoprirà il significato e l’importanza del percorso educativo e lo “stile” di vita scout, e questo diverrà sempre più testimonianza condivisa da offrire al mondo. Infine ricordiamo che camminiamo a fianco ad altri processi di crescita, e dobbiamo rispettare e riconoscere i tempi e le modalità proprie di altri gruppi aggregati, di comunità ecclesiali, di realtà di volontariato, di cooperazioni, e di altre associazioni e Movimenti. Le nostre comunità hanno il dovere di porre particolare attenzione a tutte queste realtà senza cadere nel gioco di Narciso e nell’autoreferenzialità, che poi alla fine è la tentazione grande di ogni organizzazione. Ecco che ci si apre ad una convivialità delle differenze, perché si faccia progetto sociale e dia significato a progetti in rete. E questo è uno dei motivi principali e sostanziali per i quali abbiamo pensato di svolgere questo convegno insieme a tante altre realtà (una ventina) che sicuramente hanno molto da dirci, e con le quali possiamo confrontarci sullo straordinario tema dell’educazione. Ed è così che in questa tensione tra passione e rispetto, tra proposta ed ascolto, fra presenza e distacco il lavoro educativo diventa a qualsiasi livello un’opera d’amore. Novembre 2015 AGORA’ … la cronaca Giorgio Aresti L’Agorà di Caserta (16-18 ottobre 2015) ha registrato la presenza di 560 A.S. provenienti da tutte le regioni d’Italia. Gli A.S. della regione Campania hanno fatto un ottimo lavoro per ospitare tutti in un unico ambiente rendendo facili e senza perdite di tempo le diverse attività in programma. Lo spirito, poi, dei partecipanti, tutti, è stato elettrizzante perché oltre alla voglia di confrontarsi sulle diverse tesi sulla ”Educazione degli Adulti”, vi è stato il piacere di rincontrarsi, abbracciarsi, creare quella piacevole osmosi che ha reso più facile tutto. L’operazione di accoglienza dei partecipanti è stata perfette così come l’apertura dei lavori che sono iniziati alle ore 19,00 come da programma. Come di consueto le nostre assemblee iniziano sempre con l’intronizzazione della Bibbia che questa volta, con il sottofondo di una meravigliosa musica e le voci di Pavarotti e Zucchero, è stata preceduta dall’insediamento di una grande croce di legno, “la Croce di Lampedusa”, realizzata con i legni di un barcone di migranti affondato, e dalla presenza di un bell’albero di olivo, segni significativi per la nostra “spiritualità”. Sonia Mondin e Luigi Cioffi, animatori dell’Agorà, salutano gli ospiti: il Prefetto della provincia di Caserta, Luigi de Felice, portando il suo saluto, ci ha fatto sapere di aver vissuto l’esperienza scout per 12 anni, di essere stato Akela e di aver fatto il campo scuola di primo tempo. Ha ricordato i problemi legati ai migranti che in questo momento rappresentano una vera emergenza. Il commissario prefettizio del Comune di Caserta, Maria Grazia Nicolò, ci ha fatto sapere che Caserta è da 20 anni che è stata elevata a “Città della Pace”. In seguito don Guido – AEN – ha letto un messaggio del vescovo di Caserta che, essendo impossibilitato a essere presente, ha voluto portare il suo saluto e augurare la buona riuscita del convegno. Uno degli impegni di Caserta è stato quello di scegliere dei testimoni di questa terra, che è anche “terra dei fuochi”. Così è stata assegnata una targa di benemerenza come “Testimone del nostro tempo” alla memoria di Michele Liguori, il maresciallo dei vigili urbani di Acerra, anche lui capo scout, che ha sacrificato la sua vita per combattere il versamento di rifiuti. Subito dopo la Presidente Sonia, prende la parola per dare inizio ai lavori partendo da un aforisma di B.-P. “Se un penny tu mi dai, se un penny io ti do, con un penny per ciascuno resteremo; ma se un’idea tu mi dai, e se un’idea io ti do, con due idee per ciascuno resteremo”. “Siamo in un tempo di migrazioni – dice Sonia – non solo delle genti, dei popoli, ma anche delle culture, delle religioni. Solo se riusciremo a cambiare strada, riprendendo come riferimento il grande “espulso”, cioè il Vangelo, potremmo scoprire criteri non religiosi ma antropologici, etici e laici in grado di farci ripensare il nostro vivere”.”L’educazione non serve a preparare a un domani sempre rinviato, ma dà un senso all’oggi, ad ogni stagione della vita”.La relazione è l’unica via all’educazione: nessuno educa se stesso, ma ci si educa insieme con la mediazione del mondo (Paulo Freire, pedagogista brasiliano e importante teorico dell’educazione). La Comunità come luogo educativo; per “educativo” s’intende un processo continuo di crescita mai un traguardo: è la metafora del nostro fare “strada nello scautismo”. In conclusione Sonia ha ricordato che “camminiamo a fianco di altri processi di crescita, e dobbiamo rispettare e riconoscere i tempi e le modalità proprie di altri gruppi aggregati, di comunità ecclesiali, di realtà di volontariato, di cooperazioni, e di altre associazioni e Movimenti. Le nostre Comunità hanno il dovere di porre particolare attenzione a tutte queste realtà senza cadere nel gioco di Narciso e nell’autoreferenzialità, che poi alla fine è la tentazione grande di ogni organizzazione. Ecco che ci si apre ad una convivialità delle differenze, perché si faccia progetto sociale e dia significato a progetti in rete”. La giornata di venerdì si chiude con la cena, una prima catechesi animata da don Guido e un intrattenimento musicale con canzoni appassionate “ca sulo Napule sape cantà”. Dopo la recita delle lodi, la seconda catechesi e le istruzione della giornata, la mattinata di sabato inizia con il primo “testimone” che è stato don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano voce del “popolo inquinato”. “Educare è cosa del cuore – ha detto in un intervento appassionato -, vuol dire far toccare con mano la verità. Mentre la vera bugia è togliere la speranza. Come si è fatto nella nostra terra, perché si vuole che in certi luoghi restino ghetti, si vuole che la gente resti lì, emarginata e avvelenata. Certe cose non si cambiano se non si ha la volontà di cam- biarle: occorre, cioè, mettere insieme “il dire e il fare”. Dopo don Maurizio è la volta di una “chiacchierata” con le relazioni di quattro esperti su temi inerenti il lavoro dei laboratori previsti per il pomeriggio, e guidata da Enzo Romeo (giornalista del TG2). “Siamo una società che non ha più bambini perché diventano presto adulti, ma il prezzo che si paga è che quando crescono diventano adultibambini, eterni adolescenti incapaci di diventare padri, cioè di trasmettere desideri e passioni”, denuncia il professore Giuseppe Savagnone. “Quali sono i valori di riferimento – si domanda padre Roberto del Riccio s.j. – per impegnarci a lavorare per la costruzione di un mondo migliore? C’è l’inquietudine che le cose siano più grandi di noi e la nostra Chiesa è colpevole di non aver approfondito il tema della nostra debolezza, cioè la realtà che è più grande di noi. Occorre domandarsi se la situazione che ho davanti è un’occasione o un pericolo: impariamo a saper discernere. Il futuro, le possibilità nuove, ci vengono incontro per essere accolte e valorizzate”. La professoressa Monica Lazzaretto avverte che “non si diventa maggiorenni una volta per tutte, ci vorrà tutta la vita per diventare adulti. Un’adultità che è imparare a non essere più primi, a fare per amore e non per dovere. Essere capaci di sguardi lunghi ma anche di memoria, non asserragliati ma sentinelle dell’aurora. Si nasce per continuare a nascere”. I suggerimenti sul come fare ce li indica l’economista Leonardo Becchetti: “Non basta essere vicini ai poveri ma cambiare questa realtà. Ma solo se abbiamo la forza di organizzarci possiamo cambiare, ci vuole una cittadinanza attiva che cambia. E’ l’idea del “voto col portafoglio” per spingere le aziende ad essere sostenibili da un punto di vista ambientale e sociale. Perché hanno una paura terribile del rischio etico”. Dopo l’intervallo del pranzo iniziano i lavori dei venti laboratori animati da un relatore esterno al MASCI e da un coordinatore, cui partecipano gli A.S.. Il contributo di tutti i laboratori sarà pubblicato prossimamente attraverso un apposito libretto. Dopo la cena ci si rincontra per una breve riflessione guidata da don Guido e, subito dopo, per assistere al Musical: “I viandanti di Emmaus”. Domenica mattina, dopo la celebrazione Eucaristica, i cinque incaricati di raccogliere i contributi di tutti i laboratori hanno presentato una sintesi dei lavori che sarà resa pubblica al più presto. Quindi la professoressa Chiara D’Alessio ha sviluppato il tema “Metodo scout ed educazione degli adulti”. Ha iniziato con una citazione della “Gaudium et spes” per dare significato all’educazione degli adulti e dal suo intervento ho colto queste riflessioni: “la natura è quella dimensione della realtà in cui gli esseri vengono generati e crescono secondo un ordinamento, una regola: è il mondo del divenire, essere che si illumina, che appare, epifania significante e significativa dell’essere. Il contatto con la natura ci riporta a noi stessi. Ogni individuo è su un sentiero di continua formazione attraverso gli eventi della vita per diventare quello che Dio ha voluto. Le molteplici comunità umane sono destinate a interagire le une con le altre: come individui o come comunità in ambito pubblico le persone sono destinate ad allearsi o a condividere la loro unicità. Vivere insieme con gli altri è una necessaria condivisione di umanità”. Si chiude la manifestazione con saluti e ringraziamenti da parte di Sonia e Luigi, con la benedizione di don Guido, foto di gruppo e tanti abbracci. STRADE APERTE 3 Agorà – l’Educazione Educare al cambiamento Ernesto Albanello Agorà …l’educazione svoltosi a Caserta dal 16 al 18 ottobre u.s. ha certamente posto al centro della riflessione il tema con il quale il Movimento maggiormente si esprime e manifesta la sua reale identità: il MASCI, com’è noto, è un movimento di educazione degli adulti e per gli adulti. Non credo però sia sfuggito che, attraverso l’appuntamento di Caserta, abbia preso energia e vigore un “ponte” di collegamento verso le altre stagioni della vita: non è, infatti, casuale che nei vari lavori di laboratorio sia stato ricorrente il richiamo al rapporto transgenerazionale. Parlare, come si è fatto, di diversità generazionali in ambito educativo, ha voluto significare che gli adulti scout iniziano a rendersi conto che a loro compete, per ruolo e per maturità raggiunta, “buttare ponti levatoi” per agganciare le altre esigenze educative, che in alcuni casi, com’è stato ribadito, sarebbe più appropriato definirle “emergenze educative”. Proviamo, allora, ad affrontare il tema dell’apertura “verso le diverse età”. Se focalizziamo l’attenzione su un dato che non può essere smentito, secondo cui ogni stagione della vita necessita di una appropriata fase educativa, va da sé però che la suddivisione del processo educativo in diversi segmenti sia solo un artificio, un modo convenzionale per meglio connotare ogni soggetto, anagraficamente inteso, in quanto portatore di uno specifico bisogno educativo. Chiara D’Alessio ha trattato, durante la conferenza domenicale, l’argomento del cervello e della non rigenerazione delle cellule in questa parte del nostro organismo: ragione questa, che alimenterebbe il fenomeno della cosiddetta “plasticità neuronale” e cioè della compensazione, attraverso l’elemento dell’esperienza, che porta la persona ad adattarsi a situazioni nuove, avvalendosi di apprendimenti che si riconducono a circostanze remote. Accade, così, che gli “emigranti digitali”, cioè noi, interagiscono con le comunicazioni di carattere informatico, in virtù di un adattamento che non è presente nei cosiddetti “digital natives” che, al contrario, hanno “respirato” da sempre una atmosfera della digitalizzazione per cui ciò che ad un adolescente appare del tutto naturale, ovvio, spontaneo, non lo è, in egual misura, per chi porta sulle proprie spalle ancora una cultura 4 STRADE APERTE Novembre 2015 gutemberghiana e marconiana. Ciò che rende la nostra generazione più attrezzata, è la competenza relazionale di carattere empatico ( intesa come capacità di sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda delle emozioni degli altri) che certamente non favorisce in chi ha una maggiore dimestichezza con uno schermo di computer o di smartphone. Ecco allora un primo “scambio” di dotazioni (e inadeguatezze) educative che renderebbe la adultità meglio equipaggiata sul piano emotivo affettivo e relazionale e quindi in dovere di compensare l’adolescenza, certamente più disinvolta nella comunicazione informatica ed in tutte le elaborazioni che permettono alla fantasia di tramutarsi in realtà grazie al computer, ma più carente per ciò che concerne la sfera della trasmissione mimico facciale, corporea, gestuale attraverso cui veicolare la affettività, la sentimentalità, l’emotività. Questo è un passaggio che merita ulteriori approfondimenti al punto da generare in ciascuna delle diverse stagioni della vita, quella sana curiosità ad esplorare in territori che non sono propri, ma proprio per questo idonei ad un arricchimento e ad una completezza. In questo senso “la diversità è da intendersi come ricchezza”, ma questo implica che ogni generazione si percepisca stabile ed autentica nella propria identità, per poi reperire elementi aggiuntivi e, quindi, complementari da “pescare” nelle aree generazionali contigue. Tutto ciò non è agevole: ci si limita, sovente, a restare arroccati nel proprio “particolare” perché spaventati dall’impegno che una educazione che si allarga, può comportare. Questo dà luogo alla “resistenza al cambiamento”: di per sé non completamente deplorabile, se coincide con il principio di centralità nel proprio “territorio”, ma da disap- Premio nazionale “Testimoni del nostro tempo” L’Agorà … l’ educazione e’ iniziata a Caserta con la prima consegna del premio nazionale istituito dal MASCI ai “Testimnone del nostro tempo”. Michele Liguori unico vigile ambientale di Acerra “Terra dei fuochi”, soprannominato cavaliere solitario, perche’ era ed e’ stato l’unico che ha dato la caccia a coloro che per arricchirsi intossicavano la sua terra e quella dei suoi avi seminando morti. La moglie Maria commossa ha ritirato il premio e ci ha concesso una breve intervista, ricordando la sua vita di scout per seguire il marito che da buon scout andava dritto per la sua strada applicando l’ insegnamento di B.- P. Ci ha raccontato che ad Acerra si versava di tutto nelle discariche illegali, dalla pittura, all’amianto, alle scorie di industrie fuori controllo, in un territorio dove si coltivano gli ortaggi, dove pascolano le pecore e dove si costruiscono palazzi impastando il cemento con l’amianto. In localita’ Calabricito sono interrati fusti altamente inquinanati, dalle ciminiere dell’ex Montefibre vengono emesse ceneri cariche di diossina che hanno fatto aumentare in zona le morti per cancro del 34% negli ultimi anni. Michele Liguori imperterrito trascorreva tutto la giornata ad inseguire la camorra che si arricchiva con il benestare delle istituzioni, a volte tornava la sera con scarpe in decomposizione e con gli abiti intrisi di esalazioni chimiche. A gennaio 2014 e’ morto Michele con due neoplasie maligne all’intestino e solo quest’anno gli è stata riconosciuta la causa di lavoro, ma non vengono fatti ulteriori accertamenti, per evitare altre morti e bonificare la zona inquinata. I ragazzi del gruppo scout da lui fondato ancora lo piangono perché ha dato loro un ottimo esempio, testimoniando i valori, correndo tutti i rischi possibili e sacrificandosi anche a costo della propria vita. provare senza indugio se questo atteggiamento dimostrasse il senso della paura verso le incognite. E’ sotto gli occhi di tutti l’atteggiamento, intriso di spavento, che sembra oggi essersi impadronito di ogni categoria: i “ricchi” che accumulano risorse economiche perché spaventati dalla eventualità di poter vivere una realtà indigente, i residenti delle periferie delle città che ergono “barricate mentali” e, in alcuni casi, anche murarie, perché spaventati dalla evenienza che gli immigrati prendano possesso di spazi che considerano di loro appartenenza, ecc. Dalla “paura a cambiare”, deve farsi spazio “l’abitudine a cambiare” senza per questo tradire la propria identità ( qui richiamiamo il processo di plasticità neuronale che favorisce un adattamento non inteso come “sforzo in quanto si smarrisce sé stessi”, ma “opportunità perché si esplorano altre situazioni”). Un’abitudine a cambiare che, specularmente, riguarda anche l’età giovanile e, massimamente, quella adolescenziale: oggi si riscontra un fenomeno che va sotto il nome di “analfabetismo emozionale” di cui sarebbe affetta la popolazione giovanile. Una emergenza che riguarda massimamente lo scoutismo che degli scenari della natura, degli entusiasmi che scaturiscono dall’aver edificato costruzioni in legno realizzate con le proprie mani, della sobrietà dei mezzi che mettono a dura prova quanto si è in grado di essere autosufficienti, ha costruito gran parte della sua ragion d’essere. Se le emozioni rischiano di indebolirsi per effetto di una deprivazione nel sistema limbico, ecco che la figura del “nonno” o del “papà” (anche riscontrabile nella figura del capo presente nel mondo associativo) sta lì a rigenerare un requisito che si è essenziale come il sapersi entusiasmare quando è necessario, arrabbiarsi anche quando occorre, amare quando questa energia promana dal di dentro, essere felici per aver compiuto un’azione che ha reso felice qualcun altro. Agorà – l’educazione Novembre 2015 Alcuni momenti dell’Agorà Foto 1: Don Maurizio Patricello, il “parroco della terra dei fuochi”, durante il suo appassionato intervento. Al suo fianco l’Assistente Ecclesiastico Nazionale, don Guido Lucchiari. Foto 2: L’albero della solidarietà. I Segretari regionali versano nel vaso un sacchetto di terra delle proprie regioni. L’albero è stato poi consegnato alla Comunità Scafati 2 per essere piantato davanti alla “Casa di Francesco”. Foto 3: Un momento dei lavori in un laboratorio. Foto 4: Si mettono in comune i risultati dei laboratori. Foto 5: Gruppo-ricordo di alcuni partecipanti prima della partenza. 1 3 2 4 5 STRADE APERTE 5 Sinodo Novembre 2015 Il Sinodo continua Pio Cerocchi Nonostante gli sforzi del direttore della Sala Stampa della Santa Sede e già nostro assistente, padre Federico Lombardi S.J., il “clima sinodale” di quest’ultima assemblea di tutti gli episcopati del mondo sul tema della famiglia, non ha impedito che il Sinodo sia vissuto su grandi tensioni al suo interno e all’esterno. Tutti ne hanno parlato ed è inutile ripeterlo in questa sede. Occorre, invece, dire che le polemiche hanno condizionato i lavori e, di fatto, (se si può usare questo linguaggio poco appropriato, ma chiaro) nessuno è uscito pienamente vincitore. Chi voleva superare gli impedimenti per ammettere i divorziati risposati all’eucaristia, non ha raggiunto l’obbiettivo, ma neppure quelli favorevoli all’allontanamento dei divorziati risposati da ogni attività ecclesiale, hanno raggiunto il loro scopo. Stringendo la documentazione all’essenziale confrontiamo la relazione del circolo minore di lingua tedesca che sembrava aver trovato la quadra per risolvere lo stallo dagli intransigenti dottrinari e gli aperturisti. Il tema è l’integrazione dei divorziati risposati. Ed ecco i passaggi principali del testo tedesco: “I dibattiti hanno mostrato chiaramente che sono necessari alcuni chiarimenti e approfondimenti per esaminare meglio la complessità di tali questioni alla luce del Vangelo, della dottrina della Chiesa e con il dono del discernimento. Possiamo però indicare alcuni criteri. Il primo di questi viene dato da Giovanni Paolo II in Familiaris consortio, quando al n. 84 dice: «Sappiano i pastori che, per amore della verità, sono obbligati a ben discernere le situazioni. C’è infatti differenza tra quanti sinceramente si sono sforzati di salvare il primo matrimonio e sono stati abbandonati del tutto ingiustamente, e quanti per loro grave colpa hanno distrutto un matrimonio canonicamente valido. Ci sono infine coloro che hanno contratto una seconda unione in vista dell’educazione dei figli, e talvolta sono soggettivamente certi in coscienza che il precedente matrimonio, irreparabilmente distrutto, 6 STRADE APERTE non era mai stato valido». È pertanto compito del pastore compiere con la persona interessata questo cammino di discernimento. A tal fine può essere utile compiere insieme, con un sincero esame di coscienza, i passi della riflessione e della penitenza. Così, per esempio, i divorziati risposati dovrebbero domandarsi come si sono comportati con i loro figli quando la comunione matrimoniale è andata in crisi. Si è tentata la riconciliazione? Qual è la situazione del partner abbandonato? Quali sono gli effetti del nuovo rapporto sulla famiglia più estesa e sulla comunità dei fedeli? Qual è l’esempio dato ai più giovani che devono decidere per il matrimonio? Una riflessione sincera può rafforzare la fiducia nella misericordia di Dio, che non viene negata a nessuno che porti dinanzi a lui i propri fallimenti e i propri bisogni. Questo cammino di riflessione e di penitenza, esaminando la situazione oggettiva nel dialogo con il confessore, può contribuire, nel forum internum, a prendere coscienza e a chiarire in che misura è possibile l’accesso ai sacramenti”. E questi, invece, sono i passi paralleli del documento finale: “I battezzati che sono divorziati e risposati civilmente devono essere più integrati nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo. (...) La loro partecipazione può esprimersi in diversi servizi ecclesiali: occorre perciò discernere quali delle diverse forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale possano essere superate. (...) Giovanni Paolo II ha offerto un criterio complessivo, che rimane la base per la valutazione di queste situazioni (...) È quindi compito dei presbiteri accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo. (...) Una sincera riflessione può rafforzare la fiducia nella misericordia di Dio che non viene negata a nessuno. Inoltre, non si può negare che in alcune circostanze «l’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate» (CCC, 1735) a causa di diversi condizionamenti. Di conseguenza, il giudizio su una situazione oggettiva non deve portare “STRADE APERTE”: titolo di un giornale, o progetto di futuro? Don Saulo Scarabattoli Un parroco al Sinodo: non si era mai visto! Un Assistente ecclesiastico del MASCI al sinodo: nemmeno questo si era mai visto... Ecco perché, forse, suscita un po’ di curiosità. Ecco perché, quindi, qualcuno di voi mi ha chiesto di raccontare qualcosa. Ma come raccontare un miracolo? O un’alba? O un innamoramento? O una speranza? Ci proverò con tre immagini. La prima: un treno. Quando ho preso la parola la prima volta (c’era il Papa, laggiù, in fondo: una piccola e stupenda “luce bianca”; e 269 Padri sinodali - il 270º ero io! -, Vescovi e Cardinali), ero appena arrivato dal viaggio in treno. E quel viaggio mi ha fatto immaginare così la chiesa: un treno che attraversa la storia. Ha la sua luce, ha la sua strada da cui non si deve deviare, tutta già tracciata e sicura! Ma ai lati, c’è la vita: i prati, i boschi, fiumi e ruscelli... E soprattutto le case della gente: dietro quelle finestre, dentro quelle stanze, sorrisi e abbracci, e anche silenzio o pianto... Ma il treno non si ferma: deve andare avanti per la sua strada. E tutti restano soli, sia quelli “dentro” sia quelli “fuori”... Il Sinodo è un invito a fermarsi, e “scendere dal treno”, e avvicinarsi alle persone... Gioire con chi è nella gioia, piangere con chi è nel pianto. E ascoltare e lodare per le famiglie serene; invocare per quelle in difficoltà; curare quelle ferite o spezzate. È l’attitudine che possiamo chiamare “pastorale”, che inizia con la misericordia. La seconda immagine: una barca. Una immagine che viene dal Vangelo, nessuna originalità! È la chiesa che sta navigando nella storia. Sul cassero di prua, in alto, in questo momento sono stati chiamati 270 Padri sinodali, da tutto il mondo. Portano fin lassù le voci delle persone che sono “imbarcate”: la serenità di quelli che stanno lavorando sul ponte, ma anche l’amarezza di quelli che magari sono sotto coperta, e non ce la fanno a salire... ad un giudizio sulla «imputabilità soggettiva» (Pontificio Consiglio per i testi legislativi, Dichiarazione del 24 giugno 2000, 2a). In determinate circostanze le persone trovano grandi difficoltà ad agire in modo diverso. Perciò, pur sostenendo una norma generale, è necessario riconoscere che la responsabilità rispetto a determinate azioni o decisioni non è la medesima in tutti i casi. Il discernimento pastorale, pure tenendo conto della coscienza rettamente formata delle persone, deve farsi carico di queste situazioni. Anche le conseguenze Dall’alto si scruta l’orizzonte, si cercano punti di riferimento per navigare verso il Regno di Dio. E tutti aguzzano la vista, e ognuno racconterà quello che ha visto. Ma più in alto di tutti, il Papa, è chiamato a guardare “oltre” e a indicare alla fine la rotta. Qualcuno poi potrà scendere sul “ponte”, e scendere fin sotto coperta e nel buio di tanti, e portare una luce? La terza: un arcobaleno. Questo sinodo si celebra a 50 anni dalla fine del Concilio Vaticano II, e dalla indizione dei sinodi, pensati come una specie di prosecuzione della collegialità episcopale. Nel punto dove inizia l’”arco”, Papa Giovanni XXIII, e nel punto dove termina, il nostro Papa Francesco. E il colore portante, per dir così, è un colore d’oro, la misericordia. Accanto ovviamente arricchiscono questo arcobaleno tutti gli altri colori - se vogliamo, tutti i Papi stupendi che il Signore ha donato alla chiesa nel secolo scorso: ognuno con una tonalità diversa. Applicando ora questa immagine al Sinodo, tutti i colori - tutti i Padri sinodali venuti dagli angoli della terra, ognuno con la sua sensibilità e le sue esperienze -, si raccolgono nel colore bianco: il Papa. Le immagini sono belle, vero? Ma la realtà contiene anche delle ombre e delle ostilità. Quando uscirà questa breve riflessione, speriamo che saranno sopite le amarezze suscitate da alcuni che non desiderano essere guidati da questo Papa: quando lui parla di una chiesa “tutta sinodale” che cioè cammina tutta insieme, alcuni si sentono come insidiati nelle loro sicurezze - hanno paura di “scendere dal treno”, e sono infastiditi da chi vive dolorosamente “sotto coperta”. Ma lo Spirito, che gonfia le vele, non sarà fermato da queste paure. Strade chiuse, allora, o “strade aperte”? Buona strada, degli atti compiuti non sono necessariamente le stesse in tutti i casi. “Il percorso di accompagnamento e discernimento orienta questi fedeli alla presa di coscienza della loro situazione davanti a Dio. Il colloquio col sacerdote, in foro interno, concorre alla formazione di un giudizio corretto su ciò che ostacola la possibilità di una più piena partecipazione alla vita della Chiesa e sui passi che possono favorirla e farla crescere. (...) Perché questo avvenga, vanno garantite le necessarie condizioni di umiltà, riservatezza, amore alla Chiesa e al suo insegnamento, nella ricerca sincera della volontà di Dio e nel desiderio di giungere ad una risposta più perfetta ad essa”. Nelle votazioni questi ultimi passaggi (simili, ma non uguali a quelli del circolo tedesco) hanno ottenuto la maggioranza necessaria dei due terzi per un solo voto di scarto. Per papa Francesco, questo testo “non significa aver concluso tutti i temi inerenti la famiglia» e «sicuramente non significa aver trovato soluzioni esaurienti a tutte le difficoltà e ai dubbi». Ed ora aspettiamo l’esortazione apostolica. In primo piano Incontro del mediterraneo Anna Maria Volpe Prignano Il XV Incontro del Mediterraneo ISGF si e`svolto a Marrakech, in Marocco, dal 22 al 27 ottobre 2015, in un clima di fraternità e di amicizia svolgendo un tema molto attuale: “Energie rinnovabili situazione e prospettive”. Hanno partecipato 160 rappresentanti di 18 nazioni dei paesi del Mediterraneo, del Golfo e dell’Asia di Sud-est, a questo momento di formazione per ricercare obiettivi comuni fra culture differenti. Nella discussione dell’energia rinnovabile è emerso che la regione del Mediterraneo e’ una delle regioni del mondo più ricca di risorse per creare un programma valido per tutte le nazioni in spirito di sviluppo sostenibile, ciò potrebbe costituire una significativa orma sulla strada di B.-P. Un momento importante e’ stata la Conferenza della sub-regione Europa Sud che comprende Portogallo, Spagna, Francia, Svizzera (Cantoni di lingua francese ed italiana), Italia, Grecia e Cipro. E’ stato eletto all’ unanimità un nuovo Comitato composto dai rappresentanti di tutte le Nazioni partecipanti, con la presidenza dell’Italia nella Novembre 2015 Una terra una famiglia umana In cammino verso Parigi Comunità MASCI Lodi Nel mese di luglio abbiamo ricevuto una comunicazione da Renato Fasoli che un gruppo di pellegrini provenienti da tutte le parti del mondo stava partendo per testimoniare l’impegno, le azioni e l’interesse per l’ambiente, accompagnati da Yeb Sano già promotore filippino di questa bellissima iniziativa. Yeb ex ministro filippino dopo aver promosso altri pellegrinaggi, attraversato America cost to cost, Africa ed altri paesi si è ora messo in contatto con Focsiv, Federazione di servizio volontari cristiani nel mondo, per organizzare questo pellegrinaggio da Roma a Parigi. Una tale iniziativa ha subito impegnato la nostra Comunità di Lodi per una possibile collaborazione verso questi amici, se non altro per dare loro accoglienza e sostegno. Ci siamo resi conto che la nostra Base Scout poteva essere una valida opportunità in Lombardia. Il 21 ottobre provenienti da Castiglione d’Adda i pellegrini camminavano diretti a Lodi. Per questa tappa diversi gruppi: Caritas Lodigiana, Movimento Lotta Fame nel Mondo, rappresentanti autorità cittadine e Adulti Scout del Masci hanno collaborato per riceverli. Nel primo pomeriggio siamo andati loro incontro percorrendo con loro gli ultimi chilometri pri- ma di Lodi. Ci hanno accolto con entusiasmo ed insieme siamo entrati in città. Sono pellegrini piuttosto giovani però la stanchezza anche per loro si fa sentire. Il loro percorso di 1200 km. su strade italiane non è cosa semplice e non sempre le accoglienze sono state facili. Questo non limita il loro impegno e desiderio di camminare. In città sono stati accolti da rappresentanti di autorità cittadine in una bella sala della Biblioteca Laudense e dopo un caloroso saluto e scambio di interessanti proposte hanno espresso il desiderio di visitare alcune strutture particolarmente interessanti della città: il centro di Lodi, il Duomo, la Chiesa dell’Incoronata. Ormai si faceva sera ed il percorso per raggiungere la nostra Base Scout distava ancora più di 2 km. Abbiamo proposto un trasporto con pullmino, ma i pellegrini hanno preferito in modo determinato di proseguire a piedi. A questo punto due di noi si sono uniti a loro e at- traversando il Ponte sull’Adda ci siamo avviati alla Base seguendo la ciclabile lungo l’Adda. E’ stata un’altra opportunità per conoscerli meglio lungo il cammino. Ormai il tramonto lasciava posto al buio e la nebbia ci copriva di umidità. Giunti alla Base altri Adulti Scout si erano attivati per preparare una sala calda accogliente con brandine, materassi e docce, mentre Sergio, valido scout del Masci si è cimentato in una cena molto varia per soddisfare i pellegrini tutti vegetariani e tutti noi compresi gli ospiti degli altri gruppi. Per completare la serata il nostro Coro Scout ha rallegrato gli ospiti con diversi brani e canti di montagna. La sorpresa dei pellegrini è stata grande , quasi commovente, dopo incontri impegnativi, discussioni sul tema dell’ambiente, confronti di testimonianze, da noi hanno ritrovato il calore di una famiglia umana che ha cercato di alleviare le loro fatiche. persona del nostro Segretario internazionale Franco Vecchiocattivi ed e’ stato deciso il programma per il prossimo triennio. Queste nuove cariche si spera che possano dare nuova linfa all’attività di questa sub- regione, in un momento in cui nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo vi è un bisogno enorme di solidarietà e fratellanza. L’ Alto commissariato delle Nazioni Unite ha rinnovato il parteneriato all’ISGF per i prossimi sei anni per il sostegno e l’accoglienza dei rifugiati. L’indomani, dopo un altro incontro presso il Centro Mlfm per la consegna anche del pranzo a sacco, si sono diretti a Melegnano per una visita all’Abbazia di Viboldone e raggiungere Milano in serata. Dopo il territorio italiano si recheranno attraverso Ginevra e Germania a Parigi per rappresentare le istanze delle istituzioni locali e società civili incontrate lungo tutto il pellegrinaggio ed essere un veicolo per esprimere un messaggio pacifico di preoccupazione verso gli effetti dei cambiamenti climatici sul futuro del nostro Pianeta. Alla 21esima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima a Parigi nel mese di dicembre, tutti i Capi di Stato e di Governo saranno chiamati a sottoscrivere un accordo vincolante e universale sul tema a 20 anni dagli accordi di Kyoto. Ai cari amici pellegrini Buona Strada. E’ stato edito un kit di 9 libretti per la diffusione in tutti i Paesi del programma dell’ ISGF ed e’ stato approvato un progetto ISGF a favore della popolazione di Haiti, estremamente provata dopo il terremoto. Molti paesi presenti hanno illustrato l’attivita’ svolta, per l’Italia Franco Vecchiocattivi affiancato dal nostro Presidente, Sonia Mondin, e dal nostro Segretario nazionale, Luigi Cioffi, entrambi presenti a Marrakech, ha presentato alcuni momenti della vita del MASCI, riscuotendo grosso successo. STRADE APERTE 7 In primo piano L’Enciclica e il patto comunitario Alberto Subioli E’ probabile che appena si sono conosciuti alcuni passi significativi dell’Enciclica “Laudato sì”, qualche scout sia rimasto piacevolmente sorpreso dal rilevare alcune assonanze tra Enciclica e Patto Associativo degli Adulti Scout. Per questo motivo è sembrato utile stendere un breve promemoria per tentare di mostrare almeno alcune di quelle che sono sembrate le più evidenti similitudini. La comune fiducia nella speranza Pur muovendosi in una visione realistica della condizione umana storica ed attuale, nei due documenti viene affermato che l’umanità non è perduta; anzi si deve conservare e migliorare. La speranza viene affidata anche a noi. Novembre 2015 Il bene comune Per l’esistenza solitaria e per la pratica del solo bene personale non c’è un futuro accettabile. Occorre ricercare e lavorare per il bene comune. Nei progetti della società che non investono tutti gli esseri viventi non c’è spazio per la speranza. Camminare insieme Camminare insieme agli altri, fare strada, costruire ponti che aiutino ad incontrare il prossimo sono valori fondamentali. Essi devono costituire un traguardo costante anche per una crescita personale. Un futuro vivibile In entrambi i documenti compare il doveroso impegno di assicurare alle generazioni future, anche a quelli che non sono nati, un mondo vivibile riguardo a tutto ciò che oggi consideriamo valori. La responsabilità dell’uomo. In entrambi i documenti è forte il recupero della tra- dizione giudaico-cristiana che esalta la responsabilità dell’essere umano nei confronti della creazione. Indirizzi politici L’Enciclica ed il Patto contengono l’invito ad esercitare la politica che è considerata un valore primario. I due documenti contengono anche indicazioni su alcune priorità operative. Ecologia Nella Enciclica assume un significato molto ampio; la natura (cioè l’ambiente abitato dall’uomo) viene definita nostra madre e nostra sorella; inoltre un rapporto corretto con la natura presuppone anche una relazione pacifica e giusta tra tutti gli uomini. Nel Patto Comunitario la natura viene considerata un bene prezioso e la vita all’aperto un aspetto irrinunciabile dell’educazione permanente. E tuttavia l’espressione ecologia conserva il significato tradizionale. Dunque l’espressione ecologia nei due documenti assume un significato diverso pur trasfe- rendo alcuni importanti caratteri molto simili tra loro. Il Vangelo della Creazione Il comune riconoscimento della necessità della religione e l’inclusione nella Chiesa Cattolica. Tali posizioni però non escludono la convivenza pacifica con fedi (o con chi non ha alcuna fede) diverse, e sincere collaborazioni nei campi comuni. Il servizio Nel Patto il servizio agli altri ed all’ambiente è considerato fondamentale ed è un caratteristico segno di appartenenza al Movimento. Nell’Enciclica è sottolineato il messaggio di Gesù e quindi il servizio come attitudine ad occupare l’ultimo posto nella scala sociale. Il servizio nei due documenti ha definizioni diverse ma rimane il comune atteggiamento alla disponibilità verso il prossimo,la natura ed ai loro bisogni. La gratuità L’Enciclica ed il Patto Comu- nitario esortano a donare gratis. Gratis il servizio, gratis il dono. Non ci sarebbe alcuna necessità di precisare che questo scritto non è un tentativo di mettere a confronto l’Enciclica “Laudato sì” ed il Patto Comunitario del MASCI ma, a scanso di ogni equivoco, conviene aggiungere qualche considerazione. I due documenti sono inconfrontabili per le diverse finalità, i contenuti, e la ricchezza di espressione. Lo scopo di questa breve memoria è quello di confrontare alcuni valori che appaiono esprimere significati simili. Dunque il Patto Comunitario degli Adulti Scout scritto molti anni fa, già elencava una serie di valori che sono stati espressi insieme ad altri, nell’Enciclica “Laudato si” con ben diversa struttura e con forte autorevolezza. I destinatari veri dello scritto sono gli Adulti Scout che saranno ben lieti di aver firmato un Patto del quale possono essere orgogliosi. Mario Sica “Lo scautismo è una gran bella invenzione. Chi lo coltiva se ne entusiasma ogni giorno di più. Ma senza spirito scout lo scautismo vale zero, e forse anche meno. Lo spirito scout non è mica una cosa facile. Su per giù, poco più pocoEd. meno, esso è lo spirito Fiordaliso, Roma, 2015 cristiano, lo spirito evangelico. Scusate se è poco!” Mario di Carpegna Mondo cattolico e scautismo, Mario Sica Mario di Carpegna Mondo cattolico e scautismo Questa biografia, la cui uscita è prevista -1924), ttolico, portivo ggio di tificia e efici, in Pio XI. questa mente, a livello ntrasto azione portiva one nel utistica seppe attolico omia e asciste. figura a di alto ra assai n Italia. 8 Mario Sica Mario di Carpegna Mondo cattolico e scautismo Mario di Carpegna all’inizio di ottobre 2015, illustra per la pri- ma volta compiutamente la figura di Mario di Carpegna (1856-1924). Si tratta di una delle più nobili personalità del mondo dell’educazione cattolica del periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento. Di antica famiglia aristocratica di origine marchigiana, ma saldamente impiantata a Roma da generazioni, fu il quarto figlio di un ufficiale di carriera dell’esercito pontificio. Egli stesso fu personaggio di spicco della corte pontificia e familiare di quattro Pontefici (Leone XIII, Pio X, Benedetto XV, Pio daitracce quali ebbe importanti incarichi. LaXI), collana intende offrire ai capi escout e agli di valore, e consiFu pubblicista giurista educatori indicazioni metodologiche e gliere comunale e assessore del Comune di sussidi pratici per lasciare le tracce che Roma. Il suo nome è peraltro soprattutto servono ad orientare il cammino dei lorolegato ragazzi. alla fondazione e guida di due opere giovanili, la FASCI (Federazione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane), nata nel 1907, e l’ASCI (Associazione Scautistica Cattolica Italiana), fondata il 16 gennaio 1916. Per quanto riguarda lo scautismo, il prestigio da cui la figura di Mario di Carpegna STRADE APERTE era circondato fu decisivo nel fare accettare il nuovo movimento e metodo pedagogico nel mondo Lo scautismo sta-lettere e scritt Questo cattolico. libro – intessuto da citazioniera delle di Carpegna – ci restituisce la figura a tutto to infatti accolto, all’inizio, da notevoli pre- tondo di un personaggio di alto spessore che può a buon diritto ess venzioni, critiche ed opposizioni, di natura considerato il fondatore dello scautismo cattolico italian e la cui eredità è tuttora viva tra gli cattolici in Itali sia ideologica che di costume. Moltiscout tra gli Con quest’opera, Mario Sica descrive con maestria una ambienti cattolici gli erano del tutto condelle personalità più nobili dell’educazione cattolica a trari,cavallo altri, data la forte attrazione tra Ottocento e Novecento.che esso esercitava sui giovani, erano disposti ad accettarlo, ma solo con profonde modifiche. Il conte di Carpegna non sposò mai questo atteggiamento difensivo: egli si convinse fin dall’inizio che lo scautismo originario di Baden-Powell (di cui tradusse il manuale Scautismo per Ragazzi) era del tutto compatibile con l’educazione cattolica, e ne comprese pienamente la dimensione internazionale di educazione alla pace. Questo libro – intessuto da citazioni delle lettere e scritti di Carpegna – ci restituisce una figura a tutto tondo, di un personaggio di alto spessore che può a buon diritto essere considerato il fondatore dello scautismo cattolico italiano (di cui ricorre nel gennaio prossimo il centenario) e la cui eredità è tuttora viva tra gli scout cattolici in Italia. Vita Associativa Ero straniero e mi avete accolto… Alberto Albertini Per preparare Rover e Adulti Scout come “Operatori nelle Case di Accoglienza” si è tenuta in Veneto la prima “Isola dell’Accoglienza”. L’idea è stata quella di trascorrere un fine settimana insieme a consulenti, medici e operatori e sopratutto con gli ospiti stranieri, con lo stile e il metodo scout (learning by doing). Il campo si è articolato presso la casa di accoglienza San Raffaele a Mira,Venezia, sulla riviera del Brenta. Il tempo del campo è stato così scandito: Venerdì pomeriggio Abbiamo fatto base al Santuario della Mdaonna di Borbiago. Intervento di apertura di mons. Angelo Centenaro, già vicario episcopale per la carità della diocesi di Venezia e vicario per la terraferma. Introduzione su “Chi è il Prossimo” di Luciano Manicardi monaco di Bose. Intervento di Francesco Vendramin responsabile della Casa di accoglienza dello straniero a Mira. Intervento di geopolitica Novembre 2015 di Carlo Rubini accompagnato da Chiara Farina, (registrazione su Webradio Scout dell’intervento) Sabato. Attività in preparazione dell’esperienza alla Casa di accoglienza San Raffaele, Incontro con gli ospiti delle casa. Chiaccherata sulla condizione africana attuale con il giornalista della RAI Silvestro Montanaro (registrazione su Webradio Scout dell’intervento). Incontro con Anna, giovane volontaria della casa, “testimone credibile”. Attività pratica: inserimento di nuovi arrivi nella casa registrazione e trattamento dei dati personali. Cena etnica condivisa alla casa San Raffaele con gli ospiti. “Chiacchierate attorno al fuoco”: fuoco da campo sui temi e le cose che abbiamo vissuto e visto. Domenica. Chiaccherata comune sulla proposta del MASCI: Cosa è il Patto Comunitario. Verifica istituzionale come prevista dal nostro regolamento. Verifica emozionale attorno al pozzo miracoloso del santuario di Borbiago. Preghiera finale “Amici miei” Alcuni dei partecipanti hanno espresso alcune considerazioni, che riportiamo di seguito. R.- Ritengo che l’esperienza abbia evidenziato come sia necessario farsi interpellare dai problemi del nostro tempo. Mi è sembrato che le chiacchierate con le persone che abbiamo incontrato siano state fondamentali perché non banali o fatte di luoghi comuni, ma di persone attente e coraggiose nello svelare il vero problema: gli immigrati sono tali solo perché a questo nostro mondo opulento fa comodo sia così. Queste sono parole che ha detto il Papa più volte in questi tempi. Credo che sulla falsa riga di quello che abbiamo cercato di vivere sia riproponibile questa esperienza. Che dire dell’incontro con gli ospiti e operatori della casa, non sarebbe stata un’esperienza così fondamentale se fosse stata solo teorica, non si può parlare delle persone si deve parlare con le persone, non si può parlare di problemi si devono vivere i problemi, farli nostri per quanto sia possibile. A.- Quando è che entrando in casa da un’ uscita ci viene da dire : è andato tutto bene, sono contento, ho imparato un sacco di cose ? Quando arrivi e trovi il responsabile che ti accoglie con un sorriso e vedi che tutto è preparato, il libretto, il programma, la logistica; tutto predisposto per un soggiorno piacevole e confortevole, e così è stato . Passiamo a cosa ho imparato, prima di tutto che è bello essere accolti ed in un campo sull’accoglienza mi sembra importante: è quello che fa Francesco, il responsabile della casa San Raffaele con i suoi ospiti, li accoglie con dolcezza ma con fermezza; l’abbiamo visto in diretta, per così dire, con un ragazzo accompagnato dai carabinieri e destinato lì. Accoglie anche noi e ci rende partecipi del clima della casa e della situazione, ci racconta tutto l’iter burocratico ed i rapporti con le autorità; impariamo quando si diventa profughi e quando si è migrati, veniamo a conoscenza delle regole della casa, conosciamo gli operatori e quali sono i rapporti con i ragazzi, parliamo con Anna, una giovane operatrice , e con capi scout che prestano servizio, capiamo quanta psicologia occorra per intessere buoni rapporti con gli ospiti e gli ospiti tra di loro; trascorriamo un po’ ti tempo con questi ragazzi e alla fine i veri accolti siamo noi, con il cibo che parla di terre lontane, le loro terre, con il chiacchierare con loro, con il condividere le loro attese, i loro sogni. Sorrisi e “ lunghi“ sguardi negli occhi, una stretta nel cuore nell’ultimo abbraccio. Questa la parte esperienziale del campo. Poi la parte informativa: la geopolitica, i problemi dell’Africa, la realtà di queste migrazioni. Lo spiri- to si è rallegrato: le Lodi, Compieta , la Messa della domenica al Santuario: liturgia curata e coinvolgente, la preghiera che mette in rilievo il grande dono che riceviamo nell’accogliere e nell’essere accolti, grazie Signore. Bisognerebbe cantare spesso “ amici miei “, ti rende docile ed in armonia con il creato . D./L.- Il titolo del campo “Ero straniero e mi avete accolto” ci ha molto incuriosito sia perché il tema è personalmente sentito, che per gli eventi noti che sollecitano una maggior conoscenza e consapevolezza. Abbiamo quindi aderito all’iniziativa con entusiasmo e convinti di porre nei nostri zaini alla fine del campo molti stimoli e molte provocazioni utili a fare”strada “. L ‘intervento del responsabile della Casa di accoglienza, Francesco Vendramin, del geografo Carlo Rubini e del giornalista Montanaro sono stati determinanti per completare le conoscenze del problema emigrazione ed accoglienza. La condivisione della cena con gli ospiti della Casa San Raffaele e l ‘ascolto delle loro testimonianze hanno prodotto emozioni forti e hanno lasciato tracce indelebili nei nostri cuori. La luce, ponte di pace Per il 14˚ anno gli Adulti Scouts dell’Austria, della Croazia, della Slovenia e dell’Italia si incontrano per lo scambio della Luce Della Pace. Per la prima volta però saremo in Trentino Alto Adige, il 20 dicembre 2015, a Rovereto (TN), luogo significativo dove si trova la Campana della Pace chiamata “Maria dolens”( la 4^ campana al mondo per peso tra quelle che suonano a distesa) forgiata con i bronzi dei cannoni delle 19 nazioni coinvolte nella Grande Guerra 1914/18. Per quanto riguarda l’Italia, la maggioranza degli adulti scouts partecipanti proviene dal Veneto, dal Trentino Alto Adige e dal Friuli Venezia Giulia, regioni che facevano parte dell’antico Patriarcato di Aquileia assieme ai territori di Austria, Slovenia e Croazia, ma, negli ultimi anni, agli incontri della Fraternità Alpe Adria Scout, hanno aderito e aderiscono sempre più adulti scouts provenienti da varie regioni italiane, dal Piemonte alla Sicilia, dalla Lombardia all’Umbria e all’Emilia Romagna. Così infatti è avvenuto negli ultimi Campi mobili e nella Route della Pace dello scorso anno a Tolmino – Caporetto, come nel 3° Jamborette che si è svolto nel giugno di quest’anno nel castello di Limberg bei Wies (StiriaAustria) che ha visto la partecipazione di 96 AS di cui ben 60 italiani. Lo scambio della Luce della Pace è una bella occasione per vivere e soprattutto condividere un momento così significativo di fraternità internazionale scout in un clima gioioso sempre più testimone di volontà di Pace tra i popoli. L’invito dello Scambio della Luce è esteso a tutti gli Scouts, adulti e non, che desiderano creare, con i fratelli delle altre Nazioni partecipanti, un ponte di pace! Per informazioni chiamare il 333 1130059. I 40 anni del MASCI Spezzino Carlo Grasso In città nei giorni 2 – 3 – 4 ottobre si è svolta la celebrazione dei 40 anni della comunità Masci della Spezia. Nel settembre del 1975 su iniziativa di un capo Franco Cimma nacque anche a La Spezia il MASCI. I soci fondatori furono in prevalenza genitori di ragazzi scout affascinati dall’esperienza dei figli, ai quali si affiancarono ex capi sia dell’ASCI che dell’AGI. Oggi assistiamo ad uno sviluppo del movimento con la conseguente presenza sempre più capillare nella vita della chiesa locale, nel mondo del volontariato con la partecipazione al “Buon Mercato”, alla raccolta di medicinali, nei supermercati con la raccolta di materiale per la scuola, di generi alimentari nella campagnaDi particolare interesse la presenza costante a tutte le edizioni degli Olympic Games nel servizio di refezione ai partecipanti. Di pari passo, e con uguale importanza negli anni hanno trovato spazio anche occasioni di riflessione spirituale e di vera e propria “Formazione Permanente “. L’evento è iniziato venerdì 2 nel Convento delle suore Benedettine di Santa Maria del Mare, sulle colline della città, con una Veglia alle stelle itinerante. Immersi nel silenzio della natura circostante nella chiesa del convento si è riflettuto sul Cantico delle creature di San Francesco. Sabato 3, alle ore 16,30, prima di entrare nel cuore delle celebrazioni con il convegno al Centro Salvador Allende sul tema: “Educazione evoluzione senza età”, si è osservato un momento di silenzio per ricordare la prematura scomparsa di Paolo figlio di Catia e Pietro due nostri adulti scout. Italo Lunghi direttore di TLS ha coordinato il dibattito fra autorevoli relatori quali il giudice per le indagini preliminari del Tribunale della Spezia Diana Brusaca, l’insegnante e vice presidente nazionale del Volontariato Vincenziano Gabriella Raschi, Massimiliano Costa già vice presidente della Regione Liguria e presidente del Centro Studi Mario Mazza. Il tema di grande attualità ha posto l’accento sulla situazione del mondo degli adulti, soffermandosi sulla preoccupante diffusione di un relativismo educativo dal quale consegue una scarsa testimonianza nei confronti delle giovani generazioni. La ricchezza professionale ed umana dei relatori ha fatto emergere un interessante dibattito fra i partecipanti, adulti scout delle comunità liguri e toscane capi dell’AGESCI del CNGEI, degli operatori del volontariato e del mondo della scuola. Domenica 4 con inizio alle ore 15,00 nella chiesa di Nostra Signora della Neve il nostro Vescovo Mons. Ernesto Paletti e l’Assistente Don Carlo Brizzi hanno concelebrato la S. Messa. Durante la celebrazione un momento toccante è stato il ricordo di Adulti Scout tornati alla casa del Padre e il rinnovo della Promessa vissuto come impegno educativo permanente nel mondo. Per ringraziarlo della sua preziosa presenza è stato consegnato il foulard del Masci anche al nostro vescovo. STRADE APERTE 9 Notizie Novembre 2015 ALGHERO. RAVENNA Il giglio della Comunità MASCI è rifiorito Paolo Tazzari Nella giornata di domenica 11 ottobre, nella splendida cornice della Ravenna dantesca, uno degli angoli più suggestivi della città, all’interno dell’antica basilica di San Francesco (eretta tra V-VI sec.d.c. e frequentata in vita dal sommo poeta-Dante, e dove furono celebrati i suoi funerali nel 1321), si è svolta una delle tappe più importanti e toccanti per la Comunità MASCI Ravenna 1 “Lucio Figini”. Con grande entusiasmo e soddisfazione si sono ufficializzate con le Promesse, le tante nuove entrate nella nostra comunità:4 nuove promesse e 8 rinnovate, di diversa età ma con la stessa emozione. Il momento della promessa, sottolinea l’importanza di un cammino e un’ avventura non solo personale ma dell’intera comunità, e come ogni cerimonia, non sono solo le parole ma i gesti e i simboli a valorizzarla,ed renderla ancor più solenne e importante è stata la gioia e la partecipazione di tutti. La cerimonia, emozionante per qualsiasi gruppo e per chiunque abbia avuto l’opportunità di viverla, è stata ancor più intensa e attesa perche da tanto tempo non si registrava un numero così importante di persone che hanno scelto di unirsi a noi e far crescere il nostro gruppo rendendo ancor più vivo e rigoglioso il nostro amato fiore: “il giglio”. Sono stati invitati a vivere con noi questo evento e abbiamo avuto l’onore di averli come ospiti che hanno presieduto la cerimonia: Claudio Bissi, Consigliere nazionale MASCI, Vanda Sansovini, Segretaria regionale dell’Emilia Romagna, Valeria e i capi dei 4 gruppi dell’ AGESCI di Ravenna. Mandiamo un abbraccio a Luciano Gavardi, (Responsabile regionale dell’ Emilia Romagna AGESCI) che per motivi di salute non ha potuto partecipare. E’ stata invece una piacevolissima sorpresa, che ci ha riempiti di gioia, la presenza di Roberto Figi- 10 STRADE APERTE ni, figlio di Lucio, a cui e’ intitolata la nostra sede, perché 30 anni fa fu il promotore del gruppo MASCI Ra1. Emozionato, ricordo che Roberto fu mio lupetto negli anni 60-70 e a sua volta è divenuto Akela di mia figlia. Da allora non l’avevo mai più visto, perché per lavoro si era trasferito a Lecce, e da Lecce è venuto a salutarci e a passare insieme a noi questa giornata di festa. All’interno di un’antica cappella affrescata, dopo un breve discorso del nostro assistente padre Germano, (siamo ospitati durante le nostre attività nel convento dei frati minori francescani, che furono per molto tempo unici custodi del sepolcro di Dante Alighieri) si è svolta l’investitura, consegna del fazzolettone che ci lega e ci unisce e del giglio, a tutti gli ex scout che son tornati a far parte di questa grande famiglia. Io, loro magister, non nego l’emozione con la quale ho chiamato uno alla volta i nuovi che hanno scelto di divenire scout ora e che non essendoci mai stati prima hanno recitato la propria promessa, la cerimonia non poteva che concludersi con il Canto della Promessa e le note di Madonna degli scout. La commozione negli occhi e nella voce di chi recitava la Promessa non poteva che farmi tornare alla mente i ricordi delle emozioni provate quanto come capo reparto davo le promesse ai miei scout (un lungo elenco di ragazzi). Ognuno di noi è sceso, attraverso una scalinata posta sotto l’altare, per scorgere e salutare l’antica cripta del X sec. il cui pavimento con frammenti musivi antichi, e’ costantemente sommerso dall’acqua, e che proprio la nostra comunità, pochi giorni prima , insieme ai Vigili del fuoco, ha aiutato a svuotare e ripulire (come avviene ogni 2 anni) e raccogliere le tante monete che i turisti lanciano nell’acqua. Il ricavato verrà donato in parti uguali a Caritas parrocchiale e Associazione papa Giovanni XXIII. Al termine della cerimonia abbiamo concluso la festa insieme ai confratelli francescani e ai familiari con un ottimo e abbondante pranzo comunitario. Approfitto di questo spazio per ringraziare un amico, storico capo scout di Ravenna, che mi assiste, mi sostiene nelle difficoltà, condivide e mi incoraggia nelle proposte: Guido Miserocchi, da tutti conosciuto come “Napoleone”. AUGURANDOMI E AUGURANDOVI DI VIVERE PRESTO EMOZIONI E GIORNATE COSI’ RICCHE E BELLE... A TUTTI BUONA STRADA IL TAZZO magister del gruppo M.AS.C.I Ra 1 Ravenna) In largo San Francesco nelle immediate adiacenze della torre di san Joan, l’AVIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue) in collaborazione con il MASCI, ha organizzato la 25 donazione di sangue. Presente l’autoemoteca provinciale con il supporto della équipe medica. L’iniziativa dell’AVIS e del MASCI, oltre che motivata dai fini istituzionali, si pone l’obiettivo di dare adeguate risposte alla forte richiesta di sangue che giunge dai reparti operatori degli ospedali del territorio. (g NOMINE Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, riunito a Firenze dal 30 settembre al 2 ottobre scorso, ha LA SPEZIA Un’ecografo per il Kenia Come comunità Masci di La Spezia siamo ( da alcuni anni ) impegnati ad aiutare una nostra amica Gianna a raccogliere medicinali che inviamo in molti presidi nel mondo tra cui il Kenia. Gianna, da oltre 30 anni, visita periodicamente più di 100 medici sul territorio e raccoglie medicine. Viene così a conoscenza che un medico ginecologo non solo cambierà il proprio ecografo ancora in ottimo stato ma è anche disponibile a regalarci il vecchio. Beata Provvidenza . Gli occhi di Gianna incominciano a brillare: quale stupenda notizia. Un presidio dove inviamo medicine a Watamu in Kenia è da anni che ci chiede una macchina del genere, far fronte ai bisogni delle pazienti che per la maggior parte sono giovani donne in stato di gravidanza , o meno. Pieni di entusiasmo lo preleviamo e lo depositiamo in parrocchia presso il nostro A.E. Don Carlo in attesa di trovare i soldi per la spedizione. Subito dopo scopriamo che la spedizione e lo sdoganamento quasi costano quanto un ecografo nuovo e di nuovo la Provvidenza interviene ci aiuta e veniamo in contatto con uno spedizioniere che ci offre gratuitamente imballaggio e consegna dell’ecografo al porto di Monbasa ( qui entra proceduto, tra l’altro, alla nomina degli Assistenti ecclesiastici dell’AGESCI e degli Scout d’Europa. In particolare ha nominato padre Davide Brasca, barnabita, assistente ecclesiastico dei gruppi Monza 1 e Monza 4 e componente della redazione di “RS-Servire”, Quale Assistente Ecclesiastico Generale dell’AGESCI, nominando anche come Assistente Ecclesiastico per le branche Esploratori /Guide, fr. Adriano Apollonio, ofm, e Assistente Ecclesiastico Nazionale per le branche Lupetti/Coccinelle, don Andrea Della Bianca, della diocesi di Concordia-Pordenone. Il Consiglio Permanente ha altresì nominato Assistente Ecclesiastico Generale dell’Associazione Italiana Guide e Scout d’Europa Cattolici (FSE), Don Paolo La Terra, della diocesi di Ragusa, già Capo Gruppo del Ragusa 3 FSE. a pieno titolo il movimento ) Ma le peripezie non sono ancora terminate: la dottoressa CHRISTINE NKATHA incaricata al ritiro ci comunica via mail che l’ecografo è fermo alla dogana in porto. Per sbloccarlo è necessaria una firma di un responsabile che attesti che l’ecografo è un dono per il presidio medico altrimenti viene sequestrato e non sdoganato. Beate le email, beato internet; in pochi minuti prendiamo la carta intestata della comunità e dichiariamo che l’ecografo è usato e ci è stato donato e non verrà quindi venduto. In poche ore tutto si chiarisce e finalmente l’ecografo può arrivare al presidio di Watamu. Nel tempo intercorso fra lo scambio di email le abbiamo pensate tutte: in Kenia come in tutta l’Africa gli ecografi debbono arrivare nuovi o magari si preferisce farli comprare sul posto da fornitori internazionali; prima la colonizzazione e ora sotto altra forma se vogliono curarsi devono pagare….i macchinari da noi prodotti. Comunque l’avventura è finita bene la dottoressa ci ha scritto una lettera commovente ringraziandoci ed augurandoci ogni bene e inviandoci foto di momenti dell’ecografo già operante. Carlo Grasso Magister Comunità Masci La Spezia Commento alle Letture L’Avvento del Signore Novembre 2015 Orazio Gentileschi, Annunciazione Don Lucio Gridelli Ci si apre un nuovo anno liturgico e ci fa da portale la prima domenica d’Avvento con un brano del “discorso escatologico” di Gesù. È insieme la proposta ad un esame di coscienza per il passato e l’invito ad un rilancio per il futuro. Il discorso è contenuto nel capitolo 21 di Luca. Leggetelo per intero. La fine di Gerusalemme e la fine della storia umana si appiattiscono una sull’altra creando difficoltà di comprensione. Il testo che si legge nella liturgia è 25-28 e 34-36. Luca, rispetto a Marco che abbiamo letto due settimane fa, ha due varianti: «la storicizzazione e la dimensione ecclesiale. Egli richiama sia i fanatici che attendono la fine sia i delusi che non aspettano più nulla all’impegno presente nel tempo della chiesa. Questo è il tempo della testimonianza in mezzo alle persecuzioni, della fiducia e della speranza perseverante in attesa della liberazione con la venuta gloriosa del Signore risorto: del Figlio dell’uomo.» Ed ho citato Rinaldo Fabris, mio caro amico, andato alla Casa del Padre poche settimane fa. Fa da introduzione Geremia: Ecco, verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. Quando i profeti usano l’espressione verranno giorni si riferiscono all’età messianica. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo, ci ha detto Gesù. Banalizzando, oserei dire che è solo curiosità voler sapere come finirà la storia umana su questa terra ed è vitale invece per noi essere pronti per il nostro incontro personale col Signore! Ad una cosa e all’altra sembra alludere Paolo (1 Tess 3,12-4,2) . Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi. Questa prima domenica ci aveva invitati a guardare lontano fin dall’inizio dell’anno. Ora le altre ci introducono nel clima natalizio. In realtà le domeniche seconda e terza danno voce a Giovanni il Battista (Lc 3, 1-6 e 10-18). Giovanni, voi lo sapete, prepara la strada alla manifestazione pubblica di Gesù, ma la liturgia se ne serve per darci dei suggerimenti validi per un avvento di conversione, per una preparazione prossima alla vicina festa di Natale. Aggiungo solo che Luca inizia con un’introduzione solenne: Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, … Egli vuole collocare la manifestazione di Gesù in un punto ben preciso della storia umana. Più natalizie sono la festa dell’Immacolata, tra la II e la III domenica, con il vangelo dell’annunciazione e la IV domenica con la visita di Maria alla cugina Elisabetta. Nella festa dell’Immacolata sentiremo che l’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. … nulla è impossibile a Dio». La realizzazione della promessa comunicata da Natan a Davide (2 Sam 7), la divinità di Gesù, la verginità di Maria. A fronte di tutto questo, la disponibilità di Maria, modello per ciascuno di noi. «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». L’importante è che l’avvento sia tempo di preparazione, un’occasione per approfondire e vivere più intensamente il rapporto con Gesù. Ai bambini dico: quando aspetti a casa tua un amico che non vedi da tanto tempo, cosa prepari per accoglierlo bene? Giovanni dice a noi: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! Nella domenica III il vangelo (Lc 3,1018) ci racconterà che le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». In altre parole la preparazione a Natale va inserita nella quotidianità! Tra le varie letture voglio farvi notare ancora le seconda della IV domenica dalla Lettera agli Ebrei. L’anonimo autore mette in bocca a Gesù alcuni versetti del Salmo 40: Entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”». Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo per fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre. Quando ci saremo preparati a Natale, facendo anche noi al meglio la volontà di Dio e andremo la notte a partecipare al nuovo sacrificio, sentiremo dagli angeli un annuncio di gioia. «Ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:… è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore». «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». STRADE APERTE 11 Controcorrente Mamma e Papà. Due parole uguali in tutte le lingue Forse non lo sapete ma le parole “mamma” e “papà” sono quasi uguali in tutte le lingue. Alcuni studiosi sostengono che ciò derivi dalle prime sillabe pronunciate dal bambino, che poi vengono associate alle immagini per lui più ricorrenti, appunto quelle della mamma e del papà. Quale sarà la ragione resta il fatto, su cui non si riflette molto, che in tutte le lingue queste parole suonnano eguale. Ci sarà un motivo ? Ne diamo qui di seguito un breve elenco Novembre 2015 Italiano Mamma e Papà Tedesco Mama e Papa Greco Mamà e Mpampàs Inglese Mom e Dad Samoano Mama e Tama Swaili Vietnamita Mama e Baba Me e Cha Turco Francese Anne e Baba Maman e Papa Cinese Isole Figi Mama e Paa Nana e Tata Indi Samoa Maa e Pipà Mama e Tama Singalese Spagnolo Amma e Tatta Russo Caucasico Mama e Nana Nana e Daa Zulu Eskimo Umama e Ubaba Anana e Atata Mamá e Papa Portoghese Mamãe e Papa Eccetera ... STRADE APERTE. N. 11, Novembre 2015 Anno 57. Periodico mensile del M.A.S.C.I. (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani). Spedizione in A.P. 45%, Art. 2 comma 20/B, Legge 662/96, Dal C.M.P. Padova. Euro 2.00 la copia. Direttore responsabile: Pio Cerocchi. Direttore: Giovanni Morello. Redazione romana: Giorgio Aresti, Carlo Bertucci, Paola Busato Bertagnolio, Matteo Caporale, Manlio Cianca, Franco Nerbi, Anna Maria Volpe Prignato. Collaboratori: Lorena Accoltellati, Carla Collicelli, Paola Dal Toso, Romano Forleo, Dora Giampaolo, d. Lucio Gridelli, Paolo Linati, Mario Maffucci, Nando Paracchini, Vittorio Pranzini, Mario Sica. Redazione: via Picardi, 6 - 00197 Roma, e-mail: [email protected] Stampa: Tipografia ADLE Edizioni SAS, Padova, [email protected] Editore, Amministratore e Pubblicità: Strade Aperte Soc. coop. a.r.l., via Picardi, 6 – 00197 Roma, tel. 06.8077377, Fax 06.80977047. Iscritta al registro degli operatori di comunicazione al n.° 4363. Abbonamento ordinario a 11 numeri: Euro 20.00, da versare sul ccp. n. 75364000, intestato: Strade Aperte Soc. coop. a.r.l., via Picardi, 6 – 00197 Roma. ASSOCIATO USPI. Tiratura. 5.000 copie. Chiuso in redazione: il 2 Novembre 2015 QUESTO NUMERO È STATO SPEDITO DALL’UFFICIO POSTALE DI PADOVA CENTRALI IN DATA 12 STRADE APERTE