Isole
dell’Arcipelago
27-29 novembre
NUMERO 11, Novembre 2015 - ANNO 57
Agorà ... l’educazione
Dalla “Agorà” un
Sul cammino
impegno di servizio dell’Agorà:
rete e comunità
Giovanni Morello
A Caserta, con la “Agorà …l’Educazione”, il MASCI ha vissuto un altro dei suoi
appuntamenti significativi. La partecipazione
numerosa, l’interesse con cui sono stati seguiti
i lavori, le suggestioni portate dai relatori e dai
testimoni, hanno fatto si che l’incontro si svolgesse e si concludesse nel migliore dei modi.
Momenti significativi, ed anche di particolare
commozione, sono stati la testimonianza
don Maurizio Patricello, parroco di Caivano
e voce profetica della Chiesa nella “terra dei
fuochi”, e la consegna della targa alla vedova
di Michele Liguori, come ”Testimone del
nostro tempo”: un premio nazionale istituito
dal MASCI per segnalare una persona particolarmente significativa nel campo del sociale
e della solidarietà.
Ai partecipanti è stato inoltre proposto un
gesto concreto di solidarietà, attraverso il
gesto simpatico del “caffè pagato”, verso la
Comunità MASCI Scafati 2, impegnata nella
realizzazione di “Una casa per Francesco”,
per l’accoglienza dei migranti e di quanti si
trovano in difficoltà.
Coinvolgenti e curati gli spettacoli di canzoni
napoletane, presentato da un gruppo di adulti
scout campani, ed il musical “I viandanti di
Emmaus”, che hanno allietato le serate.
Un risultato importante della “Agorà” di
Caserta è stata l’occasione di fare rete con
i responsabili di importanti associazioni e
aggregazioni laicali, religiose e laiche, dalla
Comunità di S. Egidio a Libera, dal Rinnovamento dello Spirito alla CISL, da CL all’ACI,
dal Movimento dei Focolari alla FUCI, e a
tante altre. In questa rete il MASCI è sempre
più presente ed apprezzato, soprattutto per le
numerose e significative iniziative di servizio
e di impegno solidale che si vivono a livello
locale insieme a tante altre realtà impegnate
nel sociale e nell’animazione cristiana della società. Un impegno da continuare e sviluppare
sempre più per rendere il MASCI sempre più
utile e credibile.
Qui a lato, trovate un commento di Paolo
Linati e, nelle pagine interne, un’ampia
cronaca dell’incontro. Attendiamo ora i frutti
della “Agorà”.
In questo numero troverete molti articoli
interessanti. Ne segnaliamo alcuni. Il primo,
un vero e proprio scoop, un commento dall’interno del Sinodo dei vescovi sulla famiglia
da parte di don Saulo Scarabattoli, parroco
e Assistente ecclesiastico della Comunità di
Perugia, uno dei due sacerdoti nominati padri
sinodali da Papa Francesco per partecipare al
Sinodo; l’altro è un intervento di Alberto Subioli che pone a confronto la recente enciclica
“Laudato si” con il nostro Patto Comunitario,
trovandovi concordanze e attinenze. Un invito
ulteriore, per chi non l’avesse ancora fatto, a
leggere la lettera di Papa Francesco, che pone
indubbie domande ed interrogativi asl nostro
modo di porci verso il Creato e verso i fratelli.
Anzi penso che tutte le comunità dovrebbero
fare oggetto della loro riflessione questo importante documento pontificio. Non accontentiamoci delle sintesi interessate che troviamo sui
mezzi di informazione, ma andiamo direttamente alla fonte. Non si tratta solo di un
esercizio culturale, di lettura e riflessione,
ma è un invito pressante al cambiamento e
a vivere secondo il Vangelo.
Paolo Linati
Tornando dall’ “Agorà - l’Educazione”,
i partecipanti hanno portato a casa
un buon numero di idee, non solo le
due idee dei famosi penny: anche tre,
quattro idee, che troveranno maturazione nel tempo. Fra queste, mi soffermo su due: fare rete; fare comunità.
Fare rete. Questa espressione viene
usata per i rapporti fra persone o fra
organizzazioni umane che abbiano
fra di loro un collegamento, in vista di
un obiettivo comune, o di un progetto. Nodi di queste reti sono le persone
o i gruppi di persone che dialogano
fra loro e collaborano alla realizzazione dell’obiettivo - progetto.
Per fare un esempio: la comunità di
adulti scout, oppure il singolo adulto
scout, stabilisce momenti di collaborazione con altre realtà associative
adulte, al di fuori delle organizzazioni
scout, per realizzare servizi o manifestazioni di interesse pubblico: nel
settore tutela del creato a livello comunale, o nel settore “pace e collaborazione fra i popoli”.
Elenchiamo qui alcune di queste realtà associative:
F.O.C.S.I.V. - Federazione Organismi
Cristiani di Servizio Internazionale
Volontario, ed altre organizzazioni
di volontariato internazionale; cooperative; Caritas parrocchiale e diocesana; Pax Cristi; Terre di mezzo;
Beati i costruttori di pace; Tavolo della pace. E in genere qualunque OMI
(Organizzazione a Movente Ideale).
OMI è una denominazione che inizia a diffondersi per indicare quelle
organizzazioni (associazioni, ONG,
imprese sociali, imprese di Economia
di Comunione, ecc.), orientate non al
profitto ma a un movente ideale, ad
una missione, cioè ad un servizio.
In Italia le comunità di adulti scout
che hanno realizzato collaborazioni
di rete sono numerose, particolarmente nel Meridione. Forse è giunto
il momento che questa scelta di operare “in rete” venga fatta propria da
ogni comunità; e che la nozione del
“fare rete” entri nei momenti formativi del Movimento (isole ed arcipelago,
convegni, assemblee ...). Questa scelta
certamente rientra nella metodologia
dl nostro Movimento
Comunità. Quando nel MASCI
parliamo di comunità, ci riferiamo
alle comunità di adulti scout. In altri
ambiti, si parla di comunità di lavoro,
di comunità territoriali o religiose, o
comunità di tutte le donne e di tutti
gli uomini di un Paese. A Caserta si è
riaffermato che la comunità è l’unità
di base e di riferimento dello scautismo adulto: a queste qui ci riferiamo.
Iniziative locali e nazionali, scelte
Una comunita’ “afona”
Pio Cerocchi
Adesso si guarda al Giubileo della Misericordia; il Sinodo con tutte le sue
polemiche si sta allontanando nella memoria, anche se non come tanti altri
eventi perché le polemiche, le tensioni nella discussione di temi “scottanti”
hanno conferito a questa assemblea una dimensione di dramma che sarà difficile dimenticare. E così anche se a livello ufficiale si sono dette mezze verità,
la realtà dell’aula e dintorni deve essere stata differente dal clima “sinodale” (e
quale altro clima - mi chiedo - ci dovrebbe essere in un Sinodo?) sbandierato
nei briefing.
A cose fatte l’impressione che resta di questi avvenimenti, pur potendo avere
molte sfaccettature, in sostanza si riduce a una sola - ma credo importantissima - considerazione: la mancanza di uno spazio ecclesiale di accoglienza delle
di servizio, progetti e realizzazioni,
passano tutte attraverso la comunità.
La comunità, si è affermato, è anche
strumento di formazione-educazione
dell’adulto (nel “trapasso delle nozioni”), è lo strumento con cui si attua
un servizio meno diffuso, o forse del
tutto ignorato, è il servizio che l’adulto
scout assume a titolo personale, cioè
al di fuori della comunità a cui si appartiene.
Ci possiamo chiedere quale debba
essere il rapporto fra la comunità
MASCI e IL “fare rete” con realtà associative non scout, in particolare in
occasione di progetti comuni di servizio. Mi pare di vedere due possibilità:
a) La comunità si impegna nella sua
totalità ad effettuare iniziative di
servizio. Questa scelta rientra nella metodologia del nostro Movimento, ed è certamente adatta per
comunità di recente istituzione,
composte da adulti da poco entrati nel mondo scout.
b) Seconda possibilità: è quella
dell’adulto scout che si impegna
individualmente, a titolo perso-
nale o in collaborazione con altri,
stabilendo reti con altri ambiti ed
altre realtà associative. Questa seconda possibilità certamente offre
maggiori possibilità di valorizzare
le persone. E forse è questa la scelta che eviterebbe tensioni e problemi fra la vita delle comunità
ed il lavoro di rete. E forse questa
potrebbe essere la via migliore per
una vera “visibilità” del movimento scout adulto: quella che la prof.
Lazzaretto ha definito “educarsi
al cambiamento mettendosi come
secondi”.
Infine vorrei ricordare che nello scautismo pensato da B.-P. l’unità di base
è la squadriglia, o “pattuglia”, e non il
reparto né il clan. E la vita del clanfuoco prepara il rover e la scolta ad
operare e a “fare servizio” non solo
come comunità, ma a titolo personale, in collaborazione con tutte le realtà
che dopo la Partenza si incontrano
sul proprio cammino.
riflessioni e dei diversi punti di vista dei fedeli. Le testate “aziendali”, infatti,
non sono disponibili ad aprire le loro pagine ad un vero dibattito. Prevale il
timore che si creino squilibri e che si scrivano cose sconvenienti. Ma dietro di
esse (a livello nazionale), non c’è nient’altro. Un vuoto e, sappiamo, che dove
c’è un vuoto, c’è anche chi lo riempie.
Così si spiega l’interesse mostrato dalle grandi testate italiane per spartirsi
qualche fetta di opinione cattolica. A questo punto il dibattito c’è (e a tratti è
anche interessante), ma in generale non è un dibattito che vede protagonisti i
credenti o le loro comunità, ma sempre più spesso - ed anche con autorevoli
avalli - si tratta di commenti di persone che in premessa dichiarano di non
essere credenti e ciò non di meno sono proprio le loro riflessioni quelle che
orientano una comunità di credenti “afona”.
E’ un punto sul quale penso che si debba richiamare l’attenzione delle associazioni, dei movimenti e dei semplici fedeli. Ma l’esperienza mi dice che questa
attenzione a breve non nascerà. E questo, comunque, è un problema.
Spedizione in A.P. 45%, Art. 2 comma 20/B, Legge 662/96, Dal C.M.P. Padova. Euro 2.00 la copia.
Redazione: via Picardi, 6 - 00197 Roma, e-mail: [email protected] Stampa: Tipografia ADLE Edizioni SAS, Padova, [email protected]. Editore, Amministratore e Pubblicità: Strade Aperte Soc.coop.a.r.l., via Picardi, 6 - 00197 Roma,
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Agorà – l’Educazione
Il lavoro educativo
è opera d’amore
Sonia Mondin
Presidente Nazionale
Pubblichiamo l’intervento di apertura di Sonia
all’Agorà, sicuri di fare cosa gradita aiu nostri lettori
C’è un caro amico, un vecchio scout, che nel portafoglio
conserva, tra le monetine in
Euro, anche due piccoli Penny, due centesimi di sterlina.
Li conserva perché è da sempre memore dell’aforisma di
B.-P.: Se un penny tu mi dai, se
un penny io ti do, con un penny
per ciascuno resteremo; ma se
un’idea tu mi dai, e se un’idea
io ti do, con due idee per ciascuno resteremo.
Ci si educa a vicenda, ponendo in primo piano la relazione, il rapporto tra coloro che
vicendevolmente si aiutano
nel processo continuo di educazione e ci si aiuta a crescere,
in quelle dimensioni per un
adulto ancora possibili: la curiosità intellettuale e la sapienza del cuore.
Ma qual’ è il contesto …
Viviamo oggi un declino del
nostro modello sociale, economico, politico: una società che
persegue il potere, l’egoismo, il
denaro, l’illegalità … non sta
più in piedi! Interi popoli sono
in cammino, a causa di guerre, di persecuzioni, di povertà,
di disuguaglianze. Cacciati e
fuggitivi, vittime d’integralismi e intolleranze, ma anche
di avidità, prevaricazioni ed
egoismi. Siamo in un tempo
di migrazioni, non solo delle genti, dei popoli, ma anche
delle culture, delle religioni.
Solo se riusciremo a cambiare strada, riprendendo come
riferimento il grande “espulso”, cioè il Vangelo, potremmo
scoprire criteri non religiosi
ma antropologici, etici e laici
in grado di farci ripensare il
nostro vivere. Il cambiamento
del nostro modello economico è legato anche alla nostra
responsabilità che possiamo
esprimere attraverso nuovi
percorsi d’impegno civile e
politico, di cammini educativi
e formazione sociale e culturale.
Siamo chiamati a ripensare
ai fini, ripensare ai metodi, e
a farlo in senso comunitario,
camminando insieme, uscendo dai nostri integralismi e verità, per assumere una dinamicità che definirei evangelica.
Potremo riconoscere il futuro
e ospitarlo nel presente, quel
futuro che noi oggi assolutamente non vediamo, perché
gli sbarriamo la strada, perché
2
STRADE APERTE
Novembre 2015
ostinatamente continuiamo in
queste logiche e in questa organizzazione iniqua della società.
C’è bisogno di Profezia, che
non è un annuncio, tanto
meno una previsione sul futuro, ma è uno stile di vita, è una
vita convertita quando viene
assunta la Parola del Vangelo, che ci richiama alla nostra
umanità. Quindi i profeti non
sono annunciatori, sono persone che vivono nonostante le
fatiche, nonostante il decadimento dei costumi, nonostante
la corruzione, il degrado della
politica che non dà risposte,
che diventa autoreferenziale,
lo squallore di un’economia
che sembra impazzita.
Un piccolo indizio? Nei dati
del PIL sembrano abbiano
messo anche i dati dell’attività criminale: la droga, la prostituzione, quindi noi in Italia
faremo un balzo in avanti e
quindi il nostro PIL avanza,
ma questo che significa? Significa che non siamo più capaci
di distinguere tra il sudore della fronte, e le pratiche criminali, non distinguiamo più tra il
lavoro che esprime l’umanità
delle persone e quello che soffoca una società intera, non
siamo più in grado di distinguere perché è venuto meno
l’incontro, il confronto la vita
vera di comunità aperta.
Cerchiamo allora di recuperare e coltivare la cultura dell’incontro tema che le 19 associazioni che, con il MASCI, fanno
parte di “Retinopera” hanno
ritenuto il tema del triennio.
Una cultura dell’incontro che
orienti il lavoro comune, il
nostro modo di prendere posizione anche nell’attuale momento politico-sociale-economico per renderci responsabili
dei luoghi che abitiamo.
Incontro tra di noi al servizio
d’incontri di ben più ampio
respiro, con tutte le persone
di buona volontà, per avviare
percorsi di conversione che
passano tramite percorsi di
educazione degli adulti.
Ma …quando si e’ iniziato
a parlare di educazione
degliadulti nel masci ?
Il Consiglio Nazionale ha
prodotto una riflessione che
è stata collocata in premessa
al quaderno predisposto con
grande passione ed impegno
dal Comitato Esecutivo. Un
quaderno che recupera i lavori delle regioni per questo
evento,tutti i lavori di preparazione e sintesi delle esperienze
delle comunità,e a volte i processi di preparazione e maturazione che avvengono,sono
più importanti dei risultati
stessi. In questo documento
viene fatta memoria storica
circa l’attenzione che il nostro
Movimento ha posto al tema
dell’educazione a partire da
tempi alquanto remoti.
Ufficialmente il percorso dell’
educazione degli adulti, nasce
nel 1967 nell’incontro a Roma
dei Magister che ha per tema:
“La pedagogia scout si fonda
sullo stile e sul metodo dell’educazione permanente”,poi si
sviluppa nella IX Assemblea
Nazionale di Verona del 1970,
dove Enrico Capo tiene la relazione da tema “Educazione
permanente e coeducazione”.
Vi si ribadisce che l’ educazione e la formazione dell’ uomo
non hanno limiti di tempo e si
conclude con un impegno: “le
comunità devono programmare le attività in modo da promuovere la crescita armoniosa
delle diverse sfere della persona,
e finalizzare le attività di educazione permanente anche in
funzione del servizio”.
Nascono così nel 1972 i seminari di animazione su
tematiche formative per
scambi di idee ed esperienze e approfondimenti di tipo
metodologico,ma con questa
visione e percezione del Movimento si approva il primo
Patto Comunitario per“vivere
i valori della legge e della promessa da adulti scout”.
Negli anni ’80 poi si sviluppa
il discorso sul metodo con il
tema “la strada metodo comunitario per il M.A.S.C.I.,
come?”E si istituisce un nuovo settore associativo proprio
sull’educazione permanente.
E’poi con il Convegno di Milano nel 1989 dal tema “Educazione permanente in età adulta tra profezia e progetto” ed il
Convegno di Pompei nel 1991
dal tema “Il metodo dello scautismo in età adulta, dal perché
al come”,si chiariscono con più
precisione i percorsi di formazione e di educazione. Con la
fine degli anni ’90,si considera
quale patrimonio acquisito dal
Movimento il tema dell’ educazione permanente,e si punta
molto di più sulla formazione.
Il nuovo Patto Comunitario
assume come metodo il concetto di “Fare strada”, metafora della crescita personale e
comunitaria, che percorre il
Cuore (Famiglia, Ecclesialità),
il Creato (Natura ed Ambiente), la Città (Politica e Mondialità).
Nel 2005 nell’azzurra Piazza
San Pietro assieme ai fratelli
dell’AGESCI, Giovanni Paolo
II, ormai vecchio e malato ci
consegna queste parole “…Duc
in altum, MASCI! Non abbiate
paura di avanzare con fantasia,
sapienza e coraggio sulle strade
dell’educazione…Il futuro del
mondo e della Chiesa dipende anche dalla vostra passione
educativa.”
“L’educazione non finisce
mai!” è l’affermazione che il
nostro fondatore Robert Ba-
den-Powell ci ha consegnato
e che per tutti noi significa
scoprire la ricchezza che ci appartiene nel vivere insieme i
valori che sono contenuti nella
Legge scout; è il continuo e avvincente percorso educativo
(pur se faticoso) per mantenere fede ai valori della nostra
Promessa.
Oggi l’educazione degli adulti
rimane la sfida fondamentale
del nostro tempo; occorre liberarsi dall’equivoco che l’educazione serva a preparare ad
un domani sempre rinviato.
L’educazione dà senso all“oggi”
da senso ad ogni stagione della
vita!
La relazione e’ l’unica via
all’educazione
Gli scritti recentemente pubblicati del nostro Presidente
della Repubblica Sergio Mattarella fanno emergere nella
loro tesi centrale che non c’è
vera crescita della persona se
non in un rapporto di stretta
interdipendenza con il cammino di crescita e di liberazione degli altri: una tesi che
coniuga l’ideale della centralità della persona e del suo valore infinito. Da sempre mosso
dalla convinzione che “si cresce insieme, ci si realizza se ci
i realizza insieme; si è davvero liberi, liberi dall’ignoranza,
liberi dal bisogno, liberi dalla
violenza, se liberi sono anche
gli altri.”
Partendo da questa riflessione
che Educare è Condividere,
possiamo dire che la nostra
vita si svolge in maniera semplice mettendo al centro la relazione umana e condividendo
le esperienze più ricche.
Siamo tutti coinvolti (dal bimbo appena nato all’anziano in
età avanzata) in questo processo educativo perché “nessuno
educa se stesso, ma ci si educa insieme con la mediazione
del mondo” come ha scritto
Paulo Freire pedagogista brasiliano e importante teorico
dell’educazione.
Parlare della relazione educativa quindi non significa analizzare semplicemente un aspetto
dell’educazione, ma affrontare
il cuore dell’educazione stessa.
Inoltre la relazione è costitutiva dell’essere persona e rappresenta lo strumento privilegiato
del fare educazione, e per suo
tramite ogni soggetto coinvolto in questa dinamica si arricchisce dell’umanità dell’altro e
si apre al senso dell’esistenza
che è essenzialmente un conessere.
Ma coltivare le relazioni non
significa scambiare SMS – WZ
– MAIL, usare Smartphone e
Tablet, ma significa incontrarsi, parlarsi di persona, sentire
il calore delle parole, la vibrazione delle emozioni, darsi la
mano, sedersi accanto, abbracciarsi, mostrarsi come si è con
i segni degli anni che passano,
impregnati da sofferenza da
gioia.
Per Martin Buber l’uomo diviene veramente se stesso soltanto nell’incontro con il Tu:
grazie al Tu, all’apertura verso
l’altro, l’Io si identifica come
tale. l’Io e il Tu, un luogo di incontro e accoglienza. In questo spazio di riconoscimento
reciproco ciascuno non teme
di aprirsi all’altro per ciò che è,
uscendone arricchito, trasformato, migliorato.
L’impegno educativo anche da
adulti non può che svilupparsi
attorno alle relazioni umane. Il
vero bagaglio che resiste “all’altro della vita” si costruisce nella scoperta di un senso. Il senso libera dal vuoto, dal nulla
che assedia l’esistenza umana.
Questo cammino insieme è
per poter conoscere in profondità noi stessi per tramite degli altri. E’ quindi all’adulto di
oggi che rivolgiamo la nostra
proposta educativa; un adulto
presentato nell’analisi precedentemente fatta.
Un percorso, quello educativo
che non è mai lineare, è fatto
di smarrimenti, deviazioni,
fallimenti, crisi. Ma non c’è
crescita che non passi attraverso l’incontro e la relazione,
e noi per fare questo abbiamo
uno luogo che rimane il luogo
privilegiato, ossia quello della
comunità.
La comunità come luogo
educativo.
E’
molto
bella
l’espressione”luogo educativo !”, che ritengo non sia solo
un’espressione ma una nostra
modalità relazionale: conservare il MASCI. come luogo
educativo. Ma cosa significa
luogo educativo?
Con la parola “luogo” s’intendono le relazioni, interne ed
esterne, di una realtà aggregata, sia essa una famiglia, un
gruppo, una comunità, un’associazione. Per “educativo”
s’intende un processo continuo di crescita mai un traguardo: è la metafora del nostro
fare “strada nello scautismo”.
Al centro del nostro metodo
c’è la comunità. Si tratta quindi di riscrivere la relazione
di riaprirla per farla diventare luogo di senso e di verità,
luogo d’incontro con l’altro e
con l’alterità, luogo ove vivere
l’esperienza e la costruzione
di una relazione con l’altro in
quanto altro; “una relazione
dialogica, cooperativa.”
Vivere la comunità come
luogo educativo è scoprire,
rendere evidenti e svelare gli
elementi comuni, quelli che
ci legano. Camminare fianco
a fianco nella ricerca dei per-
Agorà – l’Educazione
ché, sempre più in profondità,
perché emergano il desiderio
di dare senso e valore alle vite,
attraverso un metodo esperienziale che per noi è quello
dello scautismo.
Metodo dal greco meta-odòs
che vuol dire cammino, via:
un cammino per la vita intera,
che non è un fai da te, ma un
fare con i fratelli in una comunità, che si educa anche attraverso il servizio.
L’obiettivo della comunità sarà
allora il bene comune. Le decisioni vanno assunte tenendo
conto delle discussioni e del
confronto, senza la fretta di
creare maggioranze, ma crescere nel rispetto delle posizioni minoritarie; perché si tratta
di portare avanti un processo
di dinamiche tra adulti fatto
di Libertà, Eguaglianza, Fraternità. La Libertà che cresce
con la responsabilità e la cura
dell’altro; l’Eguaglianza che
deve rispettare le diversità e le
storie personali di ogni componente della comunità; la
Fraternità, è un lungo processo, un lungo cammino nella
gratuità.
Solo gradualmente, nella partecipazione con costanza al
cammino di vita della comunità, si scoprirà il significato
e l’importanza del percorso
educativo e lo “stile” di vita
scout, e questo diverrà sempre
più testimonianza condivisa
da offrire al mondo.
Infine ricordiamo che camminiamo a fianco ad altri processi di crescita, e dobbiamo
rispettare e riconoscere i tempi e le modalità proprie di altri
gruppi aggregati, di comunità
ecclesiali, di realtà di volontariato, di cooperazioni, e di altre associazioni e Movimenti.
Le nostre comunità hanno il
dovere di porre particolare attenzione a tutte queste realtà
senza cadere nel gioco di Narciso e nell’autoreferenzialità,
che poi alla fine è la tentazione
grande di ogni organizzazione. Ecco che ci si apre ad una
convivialità delle differenze,
perché si faccia progetto sociale e dia significato a progetti in rete.
E questo è uno dei motivi principali e sostanziali per i quali
abbiamo pensato di svolgere
questo convegno insieme a
tante altre realtà (una ventina)
che sicuramente hanno molto
da dirci, e con le quali possiamo confrontarci sullo straordinario tema dell’educazione.
Ed è così che in questa tensione tra passione e rispetto,
tra proposta ed ascolto, fra
presenza e distacco il lavoro
educativo diventa a qualsiasi
livello un’opera d’amore.
Novembre 2015
AGORA’ … la cronaca
Giorgio Aresti
L’Agorà di Caserta (16-18 ottobre 2015) ha registrato la presenza di
560 A.S. provenienti da tutte le regioni d’Italia. Gli A.S. della regione
Campania hanno fatto un ottimo lavoro per ospitare tutti in un unico
ambiente rendendo facili e senza perdite di tempo le diverse attività in
programma. Lo spirito, poi, dei partecipanti, tutti, è stato elettrizzante
perché oltre alla voglia di confrontarsi sulle diverse tesi sulla ”Educazione degli Adulti”, vi è stato il piacere di rincontrarsi, abbracciarsi, creare
quella piacevole osmosi che ha reso più facile tutto.
L’operazione di accoglienza dei partecipanti è stata perfette così come
l’apertura dei lavori che sono iniziati alle ore 19,00 come da programma. Come di consueto le nostre assemblee iniziano sempre con l’intronizzazione della Bibbia che questa volta, con il sottofondo di una
meravigliosa musica e le voci di Pavarotti e Zucchero, è stata preceduta
dall’insediamento di una grande croce di legno, “la Croce di Lampedusa”, realizzata con i legni di un barcone di migranti affondato, e dalla
presenza di un bell’albero di olivo, segni significativi per la nostra “spiritualità”.
Sonia Mondin e Luigi Cioffi, animatori dell’Agorà, salutano gli ospiti:
il Prefetto della provincia di Caserta, Luigi de Felice, portando il suo
saluto, ci ha fatto sapere di aver vissuto l’esperienza scout per 12 anni,
di essere stato Akela e di aver fatto il campo scuola di primo tempo. Ha
ricordato i problemi legati ai migranti che in questo momento rappresentano una vera emergenza.
Il commissario prefettizio del Comune di Caserta, Maria Grazia Nicolò, ci ha fatto sapere che Caserta è da 20 anni che è stata elevata a “Città
della Pace”.
In seguito don Guido – AEN – ha letto un messaggio del vescovo di Caserta che, essendo impossibilitato a essere presente, ha voluto portare il
suo saluto e augurare la buona riuscita del convegno.
Uno degli impegni di Caserta è stato quello di scegliere dei testimoni di
questa terra, che è anche “terra dei fuochi”. Così è stata assegnata una
targa di benemerenza come “Testimone del nostro tempo” alla memoria di Michele Liguori, il maresciallo dei vigili urbani di Acerra, anche
lui capo scout, che ha sacrificato la sua vita per combattere il versamento di rifiuti.
Subito dopo la Presidente Sonia, prende la parola per dare inizio ai lavori partendo da un aforisma di B.-P. “Se un penny tu mi dai, se un
penny io ti do, con un penny per ciascuno resteremo; ma se un’idea tu
mi dai, e se un’idea io ti do, con due idee per ciascuno resteremo”. “Siamo in un tempo di migrazioni – dice Sonia – non solo delle genti, dei
popoli, ma anche delle culture, delle religioni. Solo se riusciremo a cambiare strada, riprendendo come riferimento il grande “espulso”, cioè il
Vangelo, potremmo scoprire criteri non religiosi ma antropologici, etici
e laici in grado di farci ripensare il nostro vivere”.”L’educazione non serve a preparare a un domani sempre rinviato, ma dà un senso all’oggi, ad
ogni stagione della vita”.La relazione è l’unica via all’educazione: nessuno educa se stesso, ma ci si educa insieme con la mediazione del mondo
(Paulo Freire, pedagogista brasiliano e importante teorico dell’educazione). La Comunità come luogo educativo; per “educativo” s’intende
un processo continuo di crescita mai un traguardo: è la metafora del
nostro fare “strada nello scautismo”.
In conclusione Sonia ha ricordato che “camminiamo a fianco di altri
processi di crescita, e dobbiamo rispettare e riconoscere i tempi e le modalità proprie di altri gruppi aggregati, di comunità ecclesiali, di realtà
di volontariato, di cooperazioni, e di altre associazioni e Movimenti. Le
nostre Comunità hanno il dovere di porre particolare attenzione a tutte
queste realtà senza cadere nel gioco di Narciso e nell’autoreferenzialità,
che poi alla fine è la tentazione grande di ogni organizzazione. Ecco che
ci si apre ad una convivialità delle differenze, perché si faccia progetto
sociale e dia significato a progetti in rete”.
La giornata di venerdì si chiude con la cena, una prima catechesi animata da don Guido e un intrattenimento musicale con canzoni appassionate “ca sulo Napule sape cantà”.
Dopo la recita delle lodi, la seconda catechesi e le istruzione della giornata, la mattinata di sabato inizia con il primo “testimone” che è stato
don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano voce del “popolo inquinato”. “Educare è cosa del cuore – ha detto in un intervento appassionato -, vuol dire far toccare con mano la verità. Mentre la vera bugia è
togliere la speranza. Come si è fatto nella nostra terra, perché si vuole
che in certi luoghi restino ghetti, si vuole che la gente resti lì, emarginata
e avvelenata. Certe cose non si cambiano se non si ha la volontà di cam-
biarle: occorre, cioè, mettere insieme “il dire e il fare”.
Dopo don Maurizio è la volta di una “chiacchierata” con le relazioni
di quattro esperti su temi inerenti il lavoro dei laboratori previsti per il
pomeriggio, e guidata da Enzo Romeo (giornalista del TG2).
“Siamo una società che non ha più bambini perché diventano presto
adulti, ma il prezzo che si paga è che quando crescono diventano adultibambini, eterni adolescenti incapaci di diventare padri, cioè di trasmettere desideri e passioni”, denuncia il professore Giuseppe Savagnone.
“Quali sono i valori di riferimento – si domanda padre Roberto del
Riccio s.j. – per impegnarci a lavorare per la costruzione di un mondo migliore? C’è l’inquietudine che le cose siano più grandi di noi e la
nostra Chiesa è colpevole di non aver approfondito il tema della nostra
debolezza, cioè la realtà che è più grande di noi. Occorre domandarsi se
la situazione che ho davanti è un’occasione o un pericolo: impariamo a
saper discernere. Il futuro, le possibilità nuove, ci vengono incontro per
essere accolte e valorizzate”.
La professoressa Monica Lazzaretto avverte che “non si diventa maggiorenni una volta per tutte, ci vorrà tutta la vita per diventare adulti.
Un’adultità che è imparare a non essere più primi, a fare per amore e
non per dovere. Essere capaci di sguardi lunghi ma anche di memoria, non asserragliati ma sentinelle dell’aurora. Si nasce per continuare
a nascere”.
I suggerimenti sul come fare ce li indica l’economista Leonardo Becchetti: “Non basta essere vicini ai poveri ma cambiare questa realtà. Ma
solo se abbiamo la forza di organizzarci possiamo cambiare, ci vuole
una cittadinanza attiva che cambia. E’ l’idea del “voto col portafoglio”
per spingere le aziende ad essere sostenibili da un punto di vista ambientale e sociale. Perché hanno una paura terribile del rischio etico”.
Dopo l’intervallo del pranzo iniziano i lavori dei venti laboratori animati
da un relatore esterno al MASCI e da un coordinatore, cui partecipano
gli A.S.. Il contributo di tutti i laboratori sarà pubblicato prossimamente
attraverso un apposito libretto.
Dopo la cena ci si rincontra per una breve riflessione guidata da don
Guido e, subito dopo, per assistere al Musical: “I viandanti di Emmaus”.
Domenica mattina, dopo la celebrazione Eucaristica, i cinque incaricati
di raccogliere i contributi di tutti i laboratori hanno presentato una sintesi dei lavori che sarà resa pubblica al più presto. Quindi la professoressa Chiara D’Alessio ha sviluppato il tema “Metodo scout ed educazione
degli adulti”. Ha iniziato con una citazione della “Gaudium et spes” per
dare significato all’educazione degli adulti e dal suo intervento ho colto
queste riflessioni: “la natura è quella dimensione della realtà in cui gli
esseri vengono generati e crescono secondo un ordinamento, una regola: è il mondo del divenire, essere che si illumina, che appare, epifania
significante e significativa dell’essere. Il contatto con la natura ci riporta
a noi stessi. Ogni individuo è su un sentiero di continua formazione
attraverso gli eventi della vita per diventare quello che Dio ha voluto.
Le molteplici comunità umane sono destinate a interagire le une con le
altre: come individui o come comunità in ambito pubblico le persone
sono destinate ad allearsi o a condividere la loro unicità. Vivere insieme
con gli altri è una necessaria condivisione di umanità”.
Si chiude la manifestazione con saluti e ringraziamenti da parte di Sonia e Luigi, con la benedizione di don Guido, foto di gruppo e tanti
abbracci.
STRADE APERTE
3
Agorà – l’Educazione
Educare al
cambiamento
Ernesto Albanello
Agorà …l’educazione svoltosi a
Caserta dal 16 al 18 ottobre u.s. ha
certamente posto al centro della riflessione il tema con il quale il Movimento maggiormente si esprime
e manifesta la sua reale identità: il
MASCI, com’è noto, è un movimento di educazione degli adulti e
per gli adulti.
Non credo però sia sfuggito che,
attraverso l’appuntamento di Caserta, abbia preso energia e vigore
un “ponte” di collegamento verso
le altre stagioni della vita: non è,
infatti, casuale che nei vari lavori
di laboratorio sia stato ricorrente il
richiamo al rapporto transgenerazionale.
Parlare, come si è fatto, di diversità
generazionali in ambito educativo,
ha voluto significare che gli adulti scout iniziano a rendersi conto
che a loro compete, per ruolo e per
maturità raggiunta, “buttare ponti
levatoi” per agganciare le altre esigenze educative, che in alcuni casi,
com’è stato ribadito, sarebbe più
appropriato definirle “emergenze
educative”.
Proviamo, allora, ad affrontare il
tema dell’apertura “verso le diverse età”.
Se focalizziamo l’attenzione su un
dato che non può essere smentito,
secondo cui ogni stagione della
vita necessita di una appropriata
fase educativa, va da sé però che la
suddivisione del processo educativo in diversi segmenti sia solo un
artificio, un modo convenzionale
per meglio connotare ogni soggetto, anagraficamente inteso, in
quanto portatore di uno specifico
bisogno educativo.
Chiara D’Alessio ha trattato, durante la conferenza domenicale,
l’argomento del cervello e della
non rigenerazione delle cellule in
questa parte del nostro organismo:
ragione questa, che alimenterebbe
il fenomeno della cosiddetta “plasticità neuronale” e cioè della compensazione, attraverso l’elemento
dell’esperienza, che porta la persona ad adattarsi a situazioni nuove,
avvalendosi di apprendimenti che
si riconducono a circostanze remote.
Accade, così, che gli “emigranti
digitali”, cioè noi, interagiscono
con le comunicazioni di carattere
informatico, in virtù di un adattamento che non è presente nei
cosiddetti “digital natives” che, al
contrario, hanno “respirato” da
sempre una atmosfera della digitalizzazione per cui ciò che ad un
adolescente appare del tutto naturale, ovvio, spontaneo, non lo è, in
egual misura, per chi porta sulle
proprie spalle ancora una cultura
4
STRADE APERTE
Novembre 2015
gutemberghiana e marconiana.
Ciò che rende la nostra generazione più attrezzata, è la competenza
relazionale di carattere empatico
( intesa come capacità di sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda
delle emozioni degli altri) che certamente non favorisce in chi ha
una maggiore dimestichezza con
uno schermo di computer o di
smartphone.
Ecco allora un primo “scambio” di
dotazioni (e inadeguatezze) educative che renderebbe la adultità meglio equipaggiata sul piano emotivo affettivo e relazionale e quindi
in dovere di compensare l’adolescenza, certamente più disinvolta
nella comunicazione informatica
ed in tutte le elaborazioni che permettono alla fantasia di tramutarsi
in realtà grazie al computer, ma
più carente per ciò che concerne
la sfera della trasmissione mimico
facciale, corporea, gestuale attraverso cui veicolare la affettività, la
sentimentalità, l’emotività.
Questo è un passaggio che merita
ulteriori approfondimenti al punto da generare in ciascuna delle
diverse stagioni della vita, quella
sana curiosità ad esplorare in territori che non sono propri, ma proprio per questo idonei ad un arricchimento e ad una completezza.
In questo senso “la diversità è da
intendersi come ricchezza”, ma
questo implica che ogni generazione si percepisca stabile ed autentica nella propria identità, per
poi reperire elementi aggiuntivi e,
quindi, complementari da “pescare” nelle aree generazionali contigue.
Tutto ciò non è agevole: ci si limita,
sovente, a restare arroccati nel proprio “particolare” perché spaventati dall’impegno che una educazione che si allarga, può comportare.
Questo dà luogo alla “resistenza al
cambiamento”: di per sé non completamente deplorabile, se coincide con il principio di centralità nel
proprio “territorio”, ma da disap-
Premio nazionale “Testimoni del nostro tempo”
L’Agorà … l’ educazione e’ iniziata a Caserta con la prima consegna del premio nazionale istituito dal MASCI
ai “Testimnone del nostro tempo”.
Michele Liguori unico vigile ambientale di Acerra “Terra dei fuochi”, soprannominato cavaliere solitario,
perche’ era ed e’ stato l’unico che ha dato la caccia a coloro che per arricchirsi intossicavano la sua terra e
quella dei suoi avi seminando morti.
La moglie Maria commossa ha ritirato il premio e ci ha concesso una breve intervista, ricordando la sua vita
di scout per seguire il marito che da buon scout andava dritto per la sua strada applicando l’ insegnamento
di B.- P.
Ci ha raccontato che ad Acerra si versava di tutto nelle discariche illegali, dalla pittura, all’amianto, alle scorie
di industrie fuori controllo, in un territorio dove si coltivano gli ortaggi, dove pascolano le pecore e dove si
costruiscono palazzi impastando il cemento con l’amianto. In localita’ Calabricito sono interrati fusti altamente inquinanati, dalle ciminiere dell’ex Montefibre vengono emesse ceneri cariche di diossina che hanno
fatto aumentare in zona le morti per cancro del 34% negli ultimi anni. Michele Liguori imperterrito trascorreva tutto la giornata ad inseguire la camorra che si arricchiva con il benestare delle istituzioni, a volte tornava
la sera con scarpe in decomposizione e con gli abiti intrisi di esalazioni chimiche.
A gennaio 2014 e’ morto Michele con due neoplasie maligne all’intestino e solo quest’anno gli è stata riconosciuta la causa di lavoro, ma non vengono fatti ulteriori accertamenti, per evitare altre morti e bonificare la
zona inquinata.
I ragazzi del gruppo scout da lui fondato ancora lo piangono perché ha dato loro un ottimo esempio, testimoniando i valori, correndo tutti i rischi possibili e sacrificandosi anche a costo della propria vita.
provare senza indugio se questo
atteggiamento dimostrasse il senso della paura verso le incognite.
E’ sotto gli occhi di tutti l’atteggiamento, intriso di spavento, che
sembra oggi essersi impadronito
di ogni categoria: i “ricchi” che
accumulano risorse economiche
perché spaventati dalla eventualità
di poter vivere una realtà indigente, i residenti delle periferie delle
città che ergono “barricate mentali” e, in alcuni casi, anche murarie,
perché spaventati dalla evenienza
che gli immigrati prendano possesso di spazi che considerano di
loro appartenenza, ecc.
Dalla “paura a cambiare”, deve farsi spazio “l’abitudine a cambiare”
senza per questo tradire la propria identità ( qui richiamiamo il
processo di plasticità neuronale
che favorisce un adattamento non
inteso come “sforzo in quanto si
smarrisce sé stessi”, ma “opportunità perché si esplorano altre situazioni”).
Un’abitudine a cambiare che, specularmente, riguarda anche l’età
giovanile e, massimamente, quella
adolescenziale: oggi si riscontra
un fenomeno che va sotto il nome
di “analfabetismo emozionale” di
cui sarebbe affetta la popolazione
giovanile. Una emergenza che riguarda massimamente lo scoutismo che degli scenari della natura,
degli entusiasmi che scaturiscono
dall’aver edificato costruzioni in
legno realizzate con le proprie
mani, della sobrietà dei mezzi che
mettono a dura prova quanto si è
in grado di essere autosufficienti,
ha costruito gran parte della sua
ragion d’essere.
Se le emozioni rischiano di indebolirsi per effetto di una deprivazione nel sistema limbico, ecco che
la figura del “nonno” o del “papà”
(anche riscontrabile nella figura
del capo presente nel mondo associativo) sta lì a rigenerare un
requisito che si è essenziale come
il sapersi entusiasmare quando
è necessario, arrabbiarsi anche
quando occorre, amare quando
questa energia promana dal di
dentro, essere felici per aver compiuto un’azione che ha reso felice
qualcun altro.
Agorà – l’educazione
Novembre 2015
Alcuni momenti dell’Agorà
Foto 1: Don Maurizio
Patricello, il “parroco della
terra dei fuochi”, durante il
suo appassionato intervento.
Al suo fianco l’Assistente
Ecclesiastico Nazionale, don
Guido Lucchiari.
Foto 2: L’albero della solidarietà. I Segretari regionali
versano nel vaso un sacchetto di terra delle proprie
regioni. L’albero è stato poi
consegnato alla Comunità
Scafati 2 per essere piantato davanti alla “Casa di
Francesco”.
Foto 3: Un momento dei
lavori in un laboratorio.
Foto 4: Si mettono in comune i risultati dei laboratori.
Foto 5: Gruppo-ricordo di
alcuni partecipanti prima
della partenza.
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STRADE APERTE
5
Sinodo
Novembre 2015
Il Sinodo
continua
Pio Cerocchi
Nonostante gli sforzi del direttore della Sala Stampa della
Santa Sede e già nostro assistente, padre Federico Lombardi S.J., il “clima sinodale”
di quest’ultima assemblea di
tutti gli episcopati del mondo
sul tema della famiglia, non
ha impedito che il Sinodo sia
vissuto su grandi tensioni al
suo interno e all’esterno. Tutti
ne hanno parlato ed è inutile
ripeterlo in questa sede. Occorre, invece, dire che le polemiche hanno condizionato i
lavori e, di fatto, (se si può usare questo linguaggio poco appropriato, ma chiaro) nessuno
è uscito pienamente vincitore.
Chi voleva superare gli impedimenti per ammettere i divorziati risposati all’eucaristia,
non ha raggiunto l’obbiettivo,
ma neppure quelli favorevoli
all’allontanamento dei divorziati risposati da ogni attività
ecclesiale, hanno raggiunto il
loro scopo.
Stringendo la documentazione all’essenziale confrontiamo
la relazione del circolo minore di lingua tedesca che sembrava aver trovato la quadra
per risolvere lo stallo dagli
intransigenti dottrinari e gli
aperturisti. Il tema è l’integrazione dei divorziati risposati.
Ed ecco i passaggi principali
del testo tedesco: “I dibattiti
hanno mostrato chiaramente che sono necessari alcuni
chiarimenti e approfondimenti per esaminare meglio
la complessità di tali questioni alla luce del Vangelo, della
dottrina della Chiesa e con il
dono del discernimento. Possiamo però indicare alcuni
criteri. Il primo di questi viene dato da Giovanni Paolo II
in Familiaris consortio, quando al n. 84 dice: «Sappiano i
pastori che, per amore della
verità, sono obbligati a ben
discernere le situazioni. C’è
infatti differenza tra quanti
sinceramente si sono sforzati
di salvare il primo matrimonio e sono stati abbandonati del tutto ingiustamente, e
quanti per loro grave colpa
hanno distrutto un matrimonio canonicamente valido. Ci
sono infine coloro che hanno
contratto una seconda unione in vista dell’educazione dei
figli, e talvolta sono soggettivamente certi in coscienza
che il precedente matrimonio,
irreparabilmente
distrutto,
6
STRADE APERTE
non era mai stato valido». È
pertanto compito del pastore
compiere con la persona interessata questo cammino di
discernimento. A tal fine può
essere utile compiere insieme,
con un sincero esame di coscienza, i passi della riflessione e della penitenza. Così, per
esempio, i divorziati risposati
dovrebbero domandarsi come
si sono comportati con i loro
figli quando la comunione
matrimoniale è andata in crisi. Si è tentata la riconciliazione? Qual è la situazione del
partner abbandonato? Quali
sono gli effetti del nuovo rapporto sulla famiglia più estesa
e sulla comunità dei fedeli?
Qual è l’esempio dato ai più
giovani che devono decidere
per il matrimonio? Una riflessione sincera può rafforzare
la fiducia nella misericordia
di Dio, che non viene negata
a nessuno che porti dinanzi a
lui i propri fallimenti e i propri bisogni.
Questo cammino di riflessione e di penitenza, esaminando la situazione oggettiva nel
dialogo con il confessore, può
contribuire, nel forum internum, a prendere coscienza
e a chiarire in che misura è
possibile l’accesso ai sacramenti”.
E questi, invece, sono i passi
paralleli del documento finale: “I battezzati che sono divorziati e risposati civilmente
devono essere più integrati
nelle comunità cristiane nei
diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo. (...) La loro partecipazione
può esprimersi in diversi servizi ecclesiali: occorre perciò
discernere quali delle diverse
forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo
e istituzionale possano essere
superate. (...) Giovanni Paolo
II ha offerto un criterio complessivo, che rimane la base
per la valutazione di queste situazioni (...) È quindi compito
dei presbiteri accompagnare
le persone interessate sulla via
del discernimento secondo
l’insegnamento della Chiesa
e gli orientamenti del Vescovo. (...) Una sincera riflessione può rafforzare la fiducia
nella misericordia di Dio che
non viene negata a nessuno.
Inoltre, non si può negare che
in alcune circostanze «l’imputabilità e la responsabilità
di un’azione possono essere
sminuite o annullate» (CCC,
1735) a causa di diversi condizionamenti. Di conseguenza,
il giudizio su una situazione
oggettiva non deve portare
“STRADE APERTE”: titolo di un giornale,
o progetto di futuro?
Don Saulo Scarabattoli
Un parroco al Sinodo: non si era mai visto!
Un Assistente ecclesiastico del MASCI al sinodo: nemmeno questo si era mai visto...
Ecco perché, forse, suscita un po’ di curiosità.
Ecco perché, quindi, qualcuno di voi mi ha
chiesto di raccontare qualcosa.
Ma come raccontare un miracolo? O un’alba?
O un innamoramento? O una speranza?
Ci proverò con tre immagini.
La prima: un treno.
Quando ho preso la parola la prima volta (c’era
il Papa, laggiù, in fondo: una piccola e stupenda “luce bianca”; e 269 Padri sinodali - il 270º
ero io! -, Vescovi e Cardinali), ero appena arrivato dal viaggio in treno.
E quel viaggio mi ha fatto immaginare così la
chiesa: un treno che attraversa la storia.
Ha la sua luce, ha la sua strada da cui non si
deve deviare, tutta già tracciata e sicura!
Ma ai lati, c’è la vita: i prati, i boschi, fiumi e
ruscelli...
E soprattutto le case della gente: dietro quelle
finestre, dentro quelle stanze, sorrisi e abbracci, e anche silenzio o pianto...
Ma il treno non si ferma: deve andare avanti
per la sua strada. E tutti restano soli, sia quelli
“dentro” sia quelli “fuori”...
Il Sinodo è un invito a fermarsi, e “scendere dal
treno”, e avvicinarsi alle persone...
Gioire con chi è nella gioia, piangere con chi è
nel pianto.
E ascoltare e lodare per le famiglie serene; invocare per quelle in difficoltà; curare quelle ferite o spezzate.
È l’attitudine che possiamo chiamare “pastorale”, che inizia con la misericordia.
La seconda immagine: una barca.
Una immagine che viene dal Vangelo, nessuna
originalità!
È la chiesa che sta navigando nella storia.
Sul cassero di prua, in alto, in questo momento sono stati chiamati 270 Padri sinodali, da
tutto il mondo. Portano fin lassù le voci delle
persone che sono “imbarcate”: la serenità di
quelli che stanno lavorando sul ponte, ma anche l’amarezza di quelli che magari sono sotto
coperta, e non ce la fanno a salire...
ad un giudizio sulla «imputabilità soggettiva» (Pontificio
Consiglio per i testi legislativi,
Dichiarazione del 24 giugno
2000, 2a). In determinate circostanze le persone trovano
grandi difficoltà ad agire in
modo diverso. Perciò, pur sostenendo una norma generale, è necessario riconoscere
che la responsabilità rispetto
a determinate azioni o decisioni non è la medesima in
tutti i casi. Il discernimento
pastorale, pure tenendo conto della coscienza rettamente
formata delle persone, deve
farsi carico di queste situazioni. Anche le conseguenze
Dall’alto si scruta l’orizzonte, si cercano punti
di riferimento per navigare verso il Regno di
Dio.
E tutti aguzzano la vista, e ognuno racconterà
quello che ha visto.
Ma più in alto di tutti, il Papa, è chiamato a
guardare “oltre” e a indicare alla fine la rotta.
Qualcuno poi potrà scendere sul “ponte”, e
scendere fin sotto coperta e nel buio di tanti, e
portare una luce?
La terza: un arcobaleno.
Questo sinodo si celebra a 50 anni dalla fine
del Concilio Vaticano II, e dalla indizione dei
sinodi, pensati come una specie di prosecuzione della collegialità episcopale.
Nel punto dove inizia l’”arco”, Papa Giovanni XXIII, e nel punto dove termina, il nostro
Papa Francesco.
E il colore portante, per dir così, è un colore
d’oro, la misericordia.
Accanto ovviamente arricchiscono questo
arcobaleno tutti gli altri colori - se vogliamo,
tutti i Papi stupendi che il Signore ha donato
alla chiesa nel secolo scorso: ognuno con una
tonalità diversa.
Applicando ora questa immagine al Sinodo,
tutti i colori - tutti i Padri sinodali venuti dagli
angoli della terra, ognuno con la sua sensibilità
e le sue esperienze -, si raccolgono nel colore
bianco: il Papa.
Le immagini sono belle, vero?
Ma la realtà contiene anche delle ombre e delle
ostilità.
Quando uscirà questa breve riflessione, speriamo che saranno sopite le amarezze suscitate
da alcuni che non desiderano essere guidati da
questo Papa: quando lui parla di una chiesa
“tutta sinodale” che cioè cammina tutta insieme, alcuni si sentono come insidiati nelle loro
sicurezze - hanno paura di “scendere dal treno”, e sono infastiditi da chi vive dolorosamente “sotto coperta”.
Ma lo Spirito, che gonfia le vele, non sarà fermato da queste paure.
Strade chiuse, allora, o “strade aperte”?
Buona strada,
degli atti compiuti non sono
necessariamente le stesse in
tutti i casi.
“Il percorso di accompagnamento e discernimento orienta questi fedeli alla presa di
coscienza della loro situazione davanti a Dio. Il colloquio
col sacerdote, in foro interno,
concorre alla formazione di
un giudizio corretto su ciò che
ostacola la possibilità di una
più piena partecipazione alla
vita della Chiesa e sui passi
che possono favorirla e farla
crescere. (...) Perché questo
avvenga, vanno garantite le
necessarie condizioni di umiltà, riservatezza, amore alla
Chiesa e al suo insegnamento,
nella ricerca sincera della volontà di Dio e nel desiderio di
giungere ad una risposta più
perfetta ad essa”.
Nelle votazioni questi ultimi
passaggi (simili, ma non uguali a quelli del circolo tedesco)
hanno ottenuto la maggioranza necessaria dei due terzi per
un solo voto di scarto.
Per papa Francesco, questo
testo “non significa aver concluso tutti i temi inerenti la
famiglia» e «sicuramente non
significa aver trovato soluzioni
esaurienti a tutte le difficoltà e
ai dubbi». Ed ora aspettiamo
l’esortazione apostolica.
In primo piano
Incontro del
mediterraneo
Anna Maria Volpe Prignano
Il XV Incontro del Mediterraneo ISGF si e`svolto
a Marrakech, in Marocco,
dal 22 al 27 ottobre 2015,
in un clima di fraternità e
di amicizia svolgendo un
tema molto attuale: “Energie rinnovabili situazione e
prospettive”.
Hanno partecipato 160
rappresentanti di 18 nazioni dei paesi del Mediterraneo, del Golfo e dell’Asia di
Sud-est, a questo momento
di formazione per ricercare
obiettivi comuni fra culture
differenti.
Nella discussione dell’energia rinnovabile è emerso
che la regione del Mediterraneo e’ una delle regioni
del mondo più ricca di risorse per creare un programma valido per tutte le
nazioni in spirito di sviluppo sostenibile, ciò potrebbe
costituire una significativa
orma sulla strada di B.-P.
Un momento importante
e’ stata la Conferenza della sub-regione Europa Sud
che comprende Portogallo,
Spagna, Francia, Svizzera
(Cantoni di lingua francese
ed italiana), Italia, Grecia
e Cipro. E’ stato eletto all’
unanimità un nuovo Comitato composto dai rappresentanti di tutte le Nazioni partecipanti, con la
presidenza dell’Italia nella
Novembre 2015
Una terra una
famiglia umana
In cammino
verso Parigi
Comunità MASCI Lodi
Nel mese di luglio abbiamo
ricevuto una comunicazione
da Renato Fasoli che un gruppo di pellegrini provenienti
da tutte le parti del mondo
stava partendo per testimoniare l’impegno, le azioni e
l’interesse per l’ambiente, accompagnati da Yeb Sano già
promotore filippino di questa
bellissima iniziativa. Yeb ex
ministro filippino dopo aver
promosso altri pellegrinaggi,
attraversato America cost to
cost, Africa ed altri paesi si
è ora messo in contatto con
Focsiv, Federazione di servizio volontari cristiani nel
mondo, per organizzare questo pellegrinaggio da Roma a
Parigi.
Una tale iniziativa ha subito
impegnato la nostra Comunità di Lodi per una possibile
collaborazione verso questi
amici, se non altro per dare
loro accoglienza e sostegno.
Ci siamo resi conto che la nostra Base Scout poteva essere una valida opportunità in
Lombardia.
Il 21 ottobre provenienti da
Castiglione d’Adda i pellegrini camminavano diretti a
Lodi. Per questa tappa diversi gruppi: Caritas Lodigiana,
Movimento Lotta Fame nel
Mondo, rappresentanti autorità cittadine e Adulti Scout
del Masci hanno collaborato
per riceverli. Nel primo pomeriggio siamo andati loro
incontro percorrendo con
loro gli ultimi chilometri pri-
ma di Lodi. Ci hanno accolto
con entusiasmo ed insieme
siamo entrati in città. Sono
pellegrini piuttosto giovani
però la stanchezza anche per
loro si fa sentire. Il loro percorso di 1200 km. su strade
italiane non è cosa semplice
e non sempre le accoglienze
sono state facili. Questo non
limita il loro impegno e desiderio di camminare. In città
sono stati accolti da rappresentanti di autorità cittadine in una bella sala della Biblioteca Laudense e dopo un
caloroso saluto e scambio di
interessanti proposte hanno
espresso il desiderio di visitare alcune strutture particolarmente interessanti della città:
il centro di Lodi, il Duomo, la
Chiesa dell’Incoronata.
Ormai si faceva sera ed il
percorso per raggiungere la
nostra Base Scout distava
ancora più di 2 km. Abbiamo proposto un trasporto
con pullmino, ma i pellegrini hanno preferito in modo
determinato di proseguire a
piedi. A questo punto due di
noi si sono uniti a loro e at-
traversando il Ponte sull’Adda ci siamo avviati alla Base
seguendo la ciclabile lungo
l’Adda. E’ stata un’altra opportunità per conoscerli meglio lungo il cammino. Ormai
il tramonto lasciava posto al
buio e la nebbia ci copriva di
umidità.
Giunti alla Base altri Adulti Scout si erano attivati per
preparare una sala calda accogliente con brandine, materassi e docce, mentre Sergio, valido scout del Masci si
è cimentato in una cena molto varia per soddisfare i pellegrini tutti vegetariani e tutti
noi compresi gli ospiti degli
altri gruppi.
Per completare la serata il nostro Coro Scout ha rallegrato
gli ospiti con diversi brani e
canti di montagna.
La sorpresa dei pellegrini è
stata grande , quasi commovente, dopo incontri impegnativi, discussioni sul tema
dell’ambiente, confronti di
testimonianze, da noi hanno
ritrovato il calore di una famiglia umana che ha cercato
di alleviare le loro fatiche.
persona del nostro Segretario internazionale Franco
Vecchiocattivi ed e’ stato
deciso il programma per il
prossimo triennio.
Queste nuove cariche si
spera che possano dare
nuova linfa all’attività di
questa sub- regione, in un
momento in cui nei paesi
che si affacciano sul Mediterraneo vi è un bisogno
enorme di solidarietà e fratellanza.
L’ Alto commissariato delle
Nazioni Unite ha rinnovato
il parteneriato all’ISGF per
i prossimi sei anni per il
sostegno e l’accoglienza dei
rifugiati.
L’indomani, dopo un altro incontro presso il Centro Mlfm
per la consegna anche del
pranzo a sacco, si sono diretti a Melegnano per una visita all’Abbazia di Viboldone e
raggiungere Milano in serata.
Dopo il territorio italiano si
recheranno attraverso Ginevra e Germania a Parigi per
rappresentare le istanze delle istituzioni locali e società
civili incontrate lungo tutto
il pellegrinaggio ed essere
un veicolo per esprimere un
messaggio pacifico di preoccupazione verso gli effetti dei
cambiamenti climatici sul futuro del nostro Pianeta. Alla
21esima Conferenza delle
Nazioni Unite sul clima a Parigi nel mese di dicembre, tutti i Capi di Stato e di Governo
saranno chiamati a sottoscrivere un accordo vincolante e
universale sul tema a 20 anni
dagli accordi di Kyoto.
Ai cari amici pellegrini
Buona Strada.
E’ stato edito un kit di 9 libretti per la diffusione in
tutti i Paesi del programma
dell’ ISGF ed e’ stato approvato un progetto ISGF a
favore della popolazione di
Haiti, estremamente provata dopo il terremoto.
Molti paesi presenti hanno
illustrato l’attivita’ svolta,
per l’Italia Franco Vecchiocattivi affiancato dal
nostro Presidente, Sonia
Mondin, e dal nostro Segretario nazionale, Luigi
Cioffi, entrambi presenti a
Marrakech, ha presentato
alcuni momenti della vita
del MASCI, riscuotendo
grosso successo.
STRADE APERTE
7
In primo piano
L’Enciclica
e il patto
comunitario
Alberto Subioli
E’ probabile che appena si sono
conosciuti alcuni passi significativi dell’Enciclica “Laudato
sì”, qualche scout sia rimasto
piacevolmente sorpreso dal
rilevare alcune assonanze tra
Enciclica e Patto Associativo
degli Adulti Scout.
Per questo motivo è sembrato utile stendere un breve
promemoria per tentare di
mostrare almeno alcune di
quelle che sono sembrate le
più evidenti similitudini.
La comune fiducia nella
speranza
Pur muovendosi in una visione realistica della condizione umana storica ed attuale, nei due documenti viene
affermato che l’umanità non
è perduta; anzi si deve conservare e migliorare.
La speranza viene affidata
anche a noi.
Novembre 2015
Il bene comune
Per l’esistenza solitaria e per
la pratica del solo bene personale non c’è un futuro accettabile.
Occorre ricercare e lavorare
per il bene comune.
Nei progetti della società che
non investono tutti gli esseri
viventi non c’è spazio per la
speranza.
Camminare insieme
Camminare insieme agli altri, fare strada, costruire ponti che aiutino ad incontrare il
prossimo sono valori fondamentali.
Essi devono costituire un traguardo costante anche per
una crescita personale.
Un futuro vivibile
In entrambi i documenti
compare il doveroso impegno di assicurare alle generazioni future, anche a quelli
che non sono nati, un mondo
vivibile riguardo a tutto ciò
che oggi consideriamo valori.
La responsabilità
dell’uomo.
In entrambi i documenti è
forte il recupero della tra-
dizione giudaico-cristiana
che esalta la responsabilità
dell’essere umano nei confronti della creazione.
Indirizzi politici
L’Enciclica ed il Patto contengono l’invito ad esercitare la
politica che è considerata un
valore primario.
I due documenti contengono
anche indicazioni su alcune
priorità operative.
Ecologia
Nella Enciclica assume un
significato molto ampio; la
natura (cioè l’ambiente abitato dall’uomo) viene definita
nostra madre e nostra sorella;
inoltre un rapporto corretto
con la natura presuppone anche una relazione pacifica e
giusta tra tutti gli uomini.
Nel Patto Comunitario la
natura viene considerata un
bene prezioso e la vita all’aperto un aspetto irrinunciabile dell’educazione permanente. E tuttavia l’espressione
ecologia conserva il significato tradizionale.
Dunque l’espressione ecologia
nei due documenti assume un
significato diverso pur trasfe-
rendo alcuni importanti caratteri molto simili tra loro.
Il Vangelo della Creazione
Il comune riconoscimento
della necessità della religione e l’inclusione nella Chiesa
Cattolica.
Tali posizioni però non
escludono la convivenza pacifica con fedi (o con chi non
ha alcuna fede) diverse, e sincere collaborazioni nei campi
comuni.
Il servizio
Nel Patto il servizio agli altri
ed all’ambiente è considerato
fondamentale ed è un caratteristico segno di appartenenza al Movimento.
Nell’Enciclica è sottolineato
il messaggio di Gesù e quindi
il servizio come attitudine ad
occupare l’ultimo posto nella
scala sociale.
Il servizio nei due documenti ha definizioni diverse ma
rimane il comune atteggiamento alla disponibilità verso il prossimo,la natura ed ai
loro bisogni.
La gratuità
L’Enciclica ed il Patto Comu-
nitario esortano a donare
gratis. Gratis il servizio, gratis il dono.
Non ci sarebbe alcuna necessità di precisare che questo
scritto non è un tentativo di
mettere a confronto l’Enciclica “Laudato sì” ed il Patto
Comunitario del MASCI ma,
a scanso di ogni equivoco,
conviene aggiungere qualche
considerazione.
I due documenti sono inconfrontabili per le diverse finalità, i contenuti, e la ricchezza
di espressione.
Lo scopo di questa breve memoria è quello di confrontare
alcuni valori che appaiono
esprimere significati simili.
Dunque il Patto Comunitario degli Adulti Scout scritto
molti anni fa, già elencava
una serie di valori che sono
stati espressi insieme ad altri,
nell’Enciclica “Laudato si”
con ben diversa struttura e
con forte autorevolezza.
I destinatari veri dello scritto
sono gli Adulti Scout che saranno ben lieti di aver firmato un Patto del quale possono
essere orgogliosi.
Mario Sica
“Lo scautismo è una gran bella
invenzione. Chi lo coltiva se ne
entusiasma ogni giorno di più.
Ma senza spirito scout lo
scautismo vale zero, e forse
anche meno.
Lo spirito scout non è mica una
cosa facile. Su per giù, poco più
pocoEd.
meno,
esso è lo spirito
Fiordaliso,
Roma, 2015
cristiano, lo spirito evangelico.
Scusate se è poco!”
Mario di Carpegna
Mondo cattolico
e scautismo,
Mario Sica
Mario di Carpegna
Mondo cattolico e scautismo
Questa biografia, la cui uscita è prevista
-1924),
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Pio XI.
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n Italia.
8
Mario Sica Mario di Carpegna Mondo cattolico e scautismo
Mario
di Carpegna
all’inizio
di ottobre 2015, illustra per la pri-
ma volta compiutamente la figura di Mario di Carpegna (1856-1924). Si tratta di
una delle più nobili personalità del mondo
dell’educazione cattolica del periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento. Di antica
famiglia aristocratica di origine marchigiana, ma saldamente impiantata a Roma da
generazioni, fu il quarto figlio di un ufficiale di carriera dell’esercito pontificio. Egli
stesso fu personaggio di spicco della corte
pontificia e familiare di quattro Pontefici (Leone XIII, Pio X, Benedetto XV, Pio
daitracce
quali ebbe importanti incarichi.
LaXI),
collana
intende
offrire
ai capi escout
e agli di valore, e consiFu pubblicista
giurista
educatori indicazioni metodologiche e
gliere comunale e assessore del Comune di
sussidi pratici per lasciare le tracce che
Roma.
Il suo nome
è peraltro
soprattutto
servono
ad orientare
il cammino
dei
lorolegato
ragazzi.
alla fondazione e guida di due opere
giovanili, la FASCI (Federazione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane), nata nel
1907, e l’ASCI (Associazione Scautistica
Cattolica Italiana), fondata il 16 gennaio
1916.
Per quanto riguarda lo scautismo, il prestigio da cui la figura di Mario di Carpegna
STRADE APERTE
era circondato fu decisivo nel fare accettare
il nuovo movimento e metodo pedagogico
nel mondo
Lo scautismo
sta-lettere e scritt
Questo cattolico.
libro – intessuto
da citazioniera
delle
di
Carpegna
–
ci
restituisce
la
figura
a
tutto
to infatti accolto, all’inizio, da notevoli pre- tondo di un
personaggio di alto spessore che può a buon diritto ess
venzioni,
critiche
ed opposizioni,
di natura
considerato
il fondatore
dello scautismo
cattolico italian
e
la
cui
eredità
è
tuttora
viva
tra
gli
cattolici in Itali
sia ideologica che di costume. Moltiscout
tra gli
Con
quest’opera,
Mario
Sica
descrive
con
maestria una
ambienti
cattolici gli erano del tutto condelle personalità più nobili dell’educazione cattolica a
trari,cavallo
altri, data
la forte attrazione
tra Ottocento
e Novecento.che esso
esercitava sui giovani, erano disposti ad accettarlo, ma solo con profonde modifiche.
Il conte di Carpegna non sposò mai questo
atteggiamento difensivo: egli si convinse
fin dall’inizio che lo scautismo originario
di Baden-Powell (di cui tradusse il manuale Scautismo per Ragazzi) era del tutto
compatibile con l’educazione cattolica, e ne
comprese pienamente la dimensione internazionale di educazione alla pace.
Questo libro – intessuto da citazioni delle
lettere e scritti di Carpegna – ci restituisce
una figura a tutto tondo, di un personaggio
di alto spessore che può a buon diritto essere considerato il fondatore dello scautismo
cattolico italiano (di cui ricorre nel gennaio prossimo il centenario) e la cui eredità è
tuttora viva tra gli scout cattolici in Italia.
Vita Associativa
Ero straniero e mi
avete accolto…
Alberto Albertini
Per preparare Rover e Adulti Scout
come “Operatori nelle Case di Accoglienza” si è tenuta in Veneto la
prima “Isola dell’Accoglienza”. L’idea
è stata quella di trascorrere un fine
settimana insieme a consulenti, medici e operatori e sopratutto con gli
ospiti stranieri, con lo stile e il metodo scout (learning by doing).
Il campo si è articolato presso la
casa di accoglienza San Raffaele a
Mira,Venezia, sulla riviera del Brenta. Il tempo del campo è stato così
scandito:
Venerdì pomeriggio Abbiamo fatto
base al Santuario della Mdaonna
di Borbiago. Intervento di apertura
di mons. Angelo Centenaro, già vicario episcopale per la carità della
diocesi di Venezia e vicario per la
terraferma. Introduzione su “Chi è
il Prossimo” di Luciano Manicardi
monaco di Bose. Intervento di Francesco Vendramin responsabile della
Casa di accoglienza dello straniero
a Mira. Intervento di geopolitica
Novembre 2015
di Carlo Rubini accompagnato da
Chiara Farina, (registrazione su Webradio Scout dell’intervento)
Sabato. Attività in preparazione
dell’esperienza alla Casa di accoglienza San Raffaele, Incontro con
gli ospiti delle casa. Chiaccherata
sulla condizione africana attuale
con il giornalista della RAI Silvestro
Montanaro (registrazione su Webradio Scout dell’intervento). Incontro
con Anna, giovane volontaria della
casa, “testimone credibile”. Attività
pratica: inserimento di nuovi arrivi
nella casa registrazione e trattamento dei dati personali. Cena etnica
condivisa alla casa San Raffaele con
gli ospiti. “Chiacchierate attorno al
fuoco”: fuoco da campo sui temi e
le cose che abbiamo vissuto e visto.
Domenica. Chiaccherata comune
sulla proposta del MASCI: Cosa è
il Patto Comunitario. Verifica istituzionale come prevista dal nostro
regolamento. Verifica emozionale
attorno al pozzo miracoloso del santuario di Borbiago. Preghiera finale
“Amici miei”
Alcuni dei partecipanti hanno
espresso alcune considerazioni, che
riportiamo di seguito.
R.- Ritengo che l’esperienza abbia
evidenziato come sia necessario
farsi interpellare dai problemi del
nostro tempo. Mi è sembrato che le
chiacchierate con le persone che abbiamo incontrato siano state fondamentali perché non banali o fatte di
luoghi comuni, ma di persone attente e coraggiose nello svelare il vero
problema: gli immigrati sono tali
solo perché a questo nostro mondo
opulento fa comodo sia così. Queste
sono parole che ha detto il Papa più
volte in questi tempi. Credo che sulla falsa riga di quello che abbiamo
cercato di vivere sia riproponibile
questa esperienza. Che dire dell’incontro con gli ospiti e operatori della casa, non sarebbe stata un’esperienza così fondamentale se fosse
stata solo teorica, non si può parlare
delle persone si deve parlare con le
persone, non si può parlare di problemi si devono vivere i problemi,
farli nostri per quanto sia possibile.
A.- Quando è che entrando in casa
da un’ uscita ci viene da dire : è andato tutto bene, sono contento, ho
imparato un sacco di cose ? Quando arrivi e trovi il responsabile che
ti accoglie con un sorriso e vedi che
tutto è preparato, il libretto, il programma, la logistica; tutto predisposto per un soggiorno piacevole
e confortevole, e così è stato . Passiamo a cosa ho imparato, prima di
tutto che è bello essere accolti ed in
un campo sull’accoglienza mi sembra importante: è quello che fa Francesco, il responsabile della casa San
Raffaele con i suoi ospiti, li accoglie
con dolcezza ma con fermezza; l’abbiamo visto in diretta, per così dire,
con un ragazzo accompagnato dai
carabinieri e destinato lì. Accoglie
anche noi e ci rende partecipi del
clima della casa e della situazione,
ci racconta tutto l’iter burocratico
ed i rapporti con le autorità; impariamo quando si diventa profughi e
quando si è migrati, veniamo a conoscenza delle regole della casa, conosciamo gli operatori e quali sono i
rapporti con i ragazzi, parliamo con
Anna, una giovane operatrice , e
con capi scout che prestano servizio,
capiamo quanta psicologia occorra
per intessere buoni rapporti con gli
ospiti e gli ospiti tra di loro; trascorriamo un po’ ti tempo con questi
ragazzi e alla fine i veri accolti siamo noi, con il cibo che parla di terre
lontane, le loro terre, con il chiacchierare con loro, con il condividere
le loro attese, i loro sogni. Sorrisi e
“ lunghi“ sguardi negli occhi, una
stretta nel cuore nell’ultimo abbraccio. Questa la parte esperienziale del
campo. Poi la parte informativa: la
geopolitica, i problemi dell’Africa, la
realtà di queste migrazioni. Lo spiri-
to si è rallegrato: le Lodi, Compieta
, la Messa della domenica al Santuario: liturgia curata e coinvolgente,
la preghiera che mette in rilievo il
grande dono che riceviamo nell’accogliere e nell’essere accolti, grazie
Signore. Bisognerebbe cantare spesso “ amici miei “, ti rende docile ed
in armonia con il creato .
D./L.- Il titolo del campo “Ero straniero e mi avete accolto” ci ha molto
incuriosito sia perché il tema è personalmente sentito, che per gli eventi noti che sollecitano una maggior
conoscenza e consapevolezza.
Abbiamo quindi aderito all’iniziativa con entusiasmo e convinti di
porre nei nostri zaini alla fine del
campo molti stimoli e molte provocazioni utili a fare”strada “.
L ‘intervento del responsabile della
Casa di accoglienza, Francesco Vendramin, del geografo Carlo Rubini e
del giornalista Montanaro sono stati
determinanti per completare le conoscenze del problema emigrazione
ed accoglienza.
La condivisione della cena con gli
ospiti della Casa San Raffaele e l
‘ascolto delle loro testimonianze
hanno prodotto emozioni forti e
hanno lasciato tracce indelebili nei
nostri cuori.
La luce, ponte di pace
Per il 14˚ anno gli Adulti Scouts dell’Austria, della Croazia, della Slovenia
e dell’Italia
si incontrano per lo scambio della Luce Della Pace. Per la prima volta
però saremo in Trentino Alto Adige, il 20 dicembre 2015, a Rovereto
(TN), luogo significativo dove si trova la Campana della Pace chiamata
“Maria dolens”( la 4^ campana al mondo per peso tra quelle che suonano
a distesa) forgiata con i bronzi dei cannoni delle 19 nazioni coinvolte
nella Grande Guerra 1914/18.
Per quanto riguarda l’Italia, la maggioranza degli adulti scouts partecipanti proviene dal Veneto, dal Trentino Alto Adige e dal Friuli Venezia
Giulia, regioni che facevano parte dell’antico Patriarcato di Aquileia assieme ai territori di Austria, Slovenia e Croazia, ma, negli ultimi anni,
agli incontri della Fraternità Alpe Adria Scout, hanno aderito e aderiscono sempre più adulti scouts provenienti da varie regioni italiane, dal
Piemonte alla Sicilia, dalla Lombardia all’Umbria e all’Emilia Romagna.
Così infatti è avvenuto negli ultimi Campi mobili e nella Route della Pace
dello scorso anno a Tolmino – Caporetto, come nel 3° Jamborette che si
è svolto nel giugno di quest’anno nel castello di Limberg bei Wies (StiriaAustria) che ha visto la partecipazione di 96 AS di cui ben 60 italiani.
Lo scambio della Luce della Pace è una bella occasione per vivere e soprattutto condividere un momento così significativo di fraternità internazionale scout in un clima gioioso sempre più testimone di volontà di
Pace tra i popoli.
L’invito dello Scambio della Luce è esteso a tutti gli Scouts, adulti e non,
che desiderano creare, con i fratelli delle altre Nazioni partecipanti, un
ponte di pace!
Per informazioni chiamare il 333 1130059.
I 40 anni del MASCI
Spezzino
Carlo Grasso
In città nei giorni 2 – 3 – 4 ottobre si è svolta la celebrazione dei 40 anni della comunità Masci della Spezia.
Nel settembre del 1975 su iniziativa di un capo Franco Cimma nacque anche a La Spezia il MASCI. I soci
fondatori furono in prevalenza genitori di ragazzi scout
affascinati dall’esperienza dei figli, ai quali si affiancarono ex capi sia dell’ASCI che dell’AGI. Oggi assistiamo ad
uno sviluppo del movimento con la conseguente presenza sempre più capillare nella vita della chiesa locale, nel
mondo del volontariato con la partecipazione al “Buon
Mercato”, alla raccolta di medicinali, nei supermercati
con la raccolta di materiale per la scuola, di generi alimentari nella campagnaDi particolare interesse la presenza costante a tutte le edizioni degli Olympic Games
nel servizio di refezione ai partecipanti. Di pari passo, e
con uguale importanza negli anni hanno trovato spazio
anche occasioni di riflessione spirituale e di vera e propria “Formazione Permanente “.
L’evento è iniziato venerdì 2 nel Convento delle suore
Benedettine di Santa Maria del Mare, sulle colline della
città, con una Veglia alle stelle itinerante. Immersi nel silenzio della natura circostante nella chiesa del convento
si è riflettuto sul Cantico delle creature di San Francesco.
Sabato 3, alle ore 16,30, prima di entrare nel cuore delle
celebrazioni con il convegno al Centro Salvador Allende
sul tema: “Educazione evoluzione senza età”, si è osservato un momento di silenzio per ricordare la prematura scomparsa di Paolo figlio di Catia e Pietro due nostri
adulti scout.
Italo Lunghi direttore di TLS ha coordinato il dibattito
fra autorevoli relatori quali il giudice per le indagini preliminari del Tribunale della Spezia Diana Brusaca, l’insegnante e vice presidente nazionale del Volontariato Vincenziano Gabriella Raschi, Massimiliano Costa già vice
presidente della Regione Liguria e presidente del Centro
Studi Mario Mazza. Il tema di grande attualità ha posto
l’accento sulla situazione del mondo degli adulti, soffermandosi sulla preoccupante diffusione di un relativismo
educativo dal quale consegue una scarsa testimonianza
nei confronti delle giovani generazioni. La ricchezza
professionale ed umana dei relatori ha fatto emergere un
interessante dibattito fra i partecipanti, adulti scout delle
comunità liguri e toscane capi dell’AGESCI del CNGEI,
degli operatori del volontariato e del mondo della scuola.
Domenica 4 con inizio alle ore 15,00 nella chiesa di Nostra Signora della Neve il nostro Vescovo Mons. Ernesto
Paletti e l’Assistente Don Carlo Brizzi hanno concelebrato la S. Messa. Durante la celebrazione un momento
toccante è stato il ricordo di Adulti Scout tornati alla casa
del Padre e il rinnovo della Promessa vissuto come impegno educativo permanente nel mondo.
Per ringraziarlo della sua preziosa presenza è stato consegnato il foulard del Masci anche al nostro vescovo.
STRADE APERTE
9
Notizie
Novembre 2015
ALGHERO.
RAVENNA
Il giglio della
Comunità MASCI
è rifiorito
Paolo Tazzari
Nella giornata di domenica 11 ottobre, nella splendida cornice della
Ravenna dantesca, uno degli angoli
più suggestivi della città, all’interno
dell’antica basilica di San Francesco
(eretta tra V-VI sec.d.c. e frequentata in vita dal sommo poeta-Dante, e
dove furono celebrati i suoi funerali
nel 1321), si è svolta una delle tappe
più importanti e toccanti per la Comunità MASCI Ravenna 1 “Lucio
Figini”.
Con grande entusiasmo e soddisfazione si sono ufficializzate con le
Promesse, le tante nuove entrate nella
nostra comunità:4 nuove promesse e
8 rinnovate, di diversa età ma con la
stessa emozione.
Il momento della promessa, sottolinea l’importanza di un cammino
e un’ avventura non solo personale
ma dell’intera comunità, e come ogni
cerimonia, non sono solo le parole
ma i gesti e i simboli a valorizzarla,ed
renderla ancor più solenne e importante è stata la gioia e la partecipazione di tutti.
La cerimonia, emozionante per qualsiasi gruppo e per chiunque abbia
avuto l’opportunità di viverla, è stata ancor più intensa e attesa perche
da tanto tempo non si registrava un
numero così importante di persone
che hanno scelto di unirsi a noi e far
crescere il nostro gruppo rendendo
ancor più vivo e rigoglioso il nostro
amato fiore: “il giglio”.
Sono stati invitati a vivere con noi
questo evento e abbiamo avuto l’onore di averli come ospiti che hanno presieduto la cerimonia: Claudio
Bissi, Consigliere nazionale MASCI,
Vanda Sansovini, Segretaria regionale dell’Emilia Romagna, Valeria e
i capi dei 4 gruppi dell’ AGESCI di
Ravenna.
Mandiamo un abbraccio a Luciano
Gavardi, (Responsabile regionale
dell’ Emilia Romagna AGESCI) che
per motivi di salute non ha potuto
partecipare. E’ stata invece una piacevolissima sorpresa, che ci ha riempiti
di gioia, la presenza di Roberto Figi-
10
STRADE APERTE
ni, figlio di Lucio, a cui e’ intitolata
la nostra sede, perché 30 anni fa fu il
promotore del gruppo MASCI Ra1.
Emozionato, ricordo che Roberto fu
mio lupetto negli anni 60-70 e a sua
volta è divenuto Akela di mia figlia.
Da allora non l’avevo mai più visto,
perché per lavoro si era trasferito a
Lecce, e da Lecce è venuto a salutarci
e a passare insieme a noi questa giornata di festa.
All’interno di un’antica cappella affrescata, dopo un breve discorso del
nostro assistente padre Germano,
(siamo ospitati durante le nostre attività nel convento dei frati minori
francescani, che furono per molto
tempo unici custodi del sepolcro di
Dante Alighieri) si è svolta l’investitura, consegna del fazzolettone che ci
lega e ci unisce e del giglio, a tutti gli
ex scout che son tornati a far parte di
questa grande famiglia. Io, loro magister, non nego l’emozione con la quale ho chiamato uno alla volta i nuovi
che hanno scelto di divenire scout ora
e che non essendoci mai stati prima
hanno recitato la propria promessa,
la cerimonia non poteva che concludersi con il Canto della Promessa e le
note di Madonna degli scout.
La commozione negli occhi e nella
voce di chi recitava la Promessa non
poteva che farmi tornare alla mente i
ricordi delle emozioni provate quanto come capo reparto davo le promesse ai miei scout (un lungo elenco
di ragazzi).
Ognuno di noi è sceso, attraverso
una scalinata posta sotto l’altare, per
scorgere e salutare l’antica cripta del
X sec. il cui pavimento con frammenti musivi antichi, e’ costantemente sommerso dall’acqua, e che
proprio la nostra comunità, pochi
giorni prima , insieme ai Vigili del
fuoco, ha aiutato a svuotare e ripulire (come avviene ogni 2 anni) e raccogliere le tante monete che i turisti
lanciano nell’acqua. Il ricavato verrà
donato in parti uguali a Caritas parrocchiale e Associazione papa Giovanni XXIII.
Al termine della cerimonia abbiamo
concluso la festa insieme ai confratelli francescani e ai familiari con
un ottimo e abbondante pranzo
comunitario. Approfitto di questo
spazio per ringraziare un amico,
storico capo scout di Ravenna, che
mi assiste, mi sostiene nelle difficoltà, condivide e mi incoraggia nelle
proposte: Guido Miserocchi, da tutti
conosciuto come “Napoleone”.
AUGURANDOMI E
AUGURANDOVI DI VIVERE
PRESTO EMOZIONI E GIORNATE
COSI’ RICCHE E BELLE... A TUTTI
BUONA STRADA
IL TAZZO magister del gruppo
M.AS.C.I Ra 1 Ravenna)
In largo San Francesco nelle immediate adiacenze della
torre di san Joan, l’AVIS (Associazione Volontari Italiani
del Sangue) in collaborazione
con il MASCI, ha organizzato
la 25 donazione di sangue. Presente l’autoemoteca provinciale con il supporto della équipe
medica. L’iniziativa dell’AVIS e
del MASCI, oltre che motivata dai fini istituzionali, si pone
l’obiettivo di dare adeguate
risposte alla forte richiesta di
sangue che giunge dai reparti operatori degli ospedali del
territorio. (g
NOMINE
Il Consiglio Permanente della
Conferenza Episcopale Italiana, riunito a Firenze dal 30 settembre al 2 ottobre scorso, ha
LA SPEZIA
Un’ecografo per il Kenia
Come comunità Masci di La Spezia siamo ( da alcuni
anni ) impegnati ad aiutare una nostra amica Gianna a
raccogliere medicinali che inviamo in molti presidi nel
mondo tra cui il Kenia. Gianna, da oltre 30 anni, visita
periodicamente più di 100 medici sul territorio e raccoglie medicine. Viene così a conoscenza che un medico ginecologo non solo cambierà il proprio ecografo
ancora in ottimo stato ma è anche disponibile a regalarci il vecchio. Beata Provvidenza . Gli occhi di Gianna incominciano a brillare: quale stupenda notizia. Un
presidio dove inviamo medicine a Watamu in Kenia
è da anni che ci chiede una macchina del genere, far
fronte ai bisogni delle pazienti che per la maggior parte
sono giovani donne in stato di gravidanza , o meno.
Pieni di entusiasmo lo preleviamo e lo depositiamo in
parrocchia presso il nostro A.E. Don Carlo in attesa di
trovare i soldi per la spedizione. Subito dopo scopriamo che la spedizione e lo sdoganamento quasi costano
quanto un ecografo nuovo e di nuovo la Provvidenza interviene ci aiuta e veniamo in contatto con uno
spedizioniere che ci offre gratuitamente imballaggio e
consegna dell’ecografo al porto di Monbasa ( qui entra
proceduto, tra l’altro, alla nomina degli Assistenti ecclesiastici dell’AGESCI e degli Scout
d’Europa.
In particolare ha nominato
padre Davide Brasca, barnabita, assistente ecclesiastico dei
gruppi Monza 1 e Monza 4 e
componente della redazione di
“RS-Servire”, Quale Assistente
Ecclesiastico Generale dell’AGESCI, nominando anche
come Assistente Ecclesiastico
per le branche Esploratori
/Guide, fr. Adriano Apollonio,
ofm, e Assistente Ecclesiastico
Nazionale per le branche Lupetti/Coccinelle, don Andrea
Della Bianca, della diocesi di
Concordia-Pordenone.
Il Consiglio Permanente ha altresì nominato Assistente Ecclesiastico Generale dell’Associazione Italiana Guide e Scout
d’Europa Cattolici (FSE), Don
Paolo La Terra, della diocesi di
Ragusa, già Capo Gruppo del
Ragusa 3 FSE.
a pieno titolo il movimento )
Ma le peripezie non sono ancora terminate: la dottoressa CHRISTINE NKATHA incaricata al ritiro ci comunica via mail che l’ecografo è fermo alla dogana in porto.
Per sbloccarlo è necessaria una firma di un responsabile che attesti che l’ecografo è un dono per il presidio
medico altrimenti viene sequestrato e non sdoganato.
Beate le email, beato internet; in pochi minuti prendiamo la carta intestata della comunità e dichiariamo che
l’ecografo è usato e ci è stato donato e non verrà quindi
venduto. In poche ore tutto si chiarisce e finalmente
l’ecografo può arrivare al presidio di Watamu.
Nel tempo intercorso fra lo scambio di email le abbiamo pensate tutte: in Kenia come in tutta l’Africa gli ecografi debbono arrivare nuovi o magari si preferisce farli
comprare sul posto da fornitori internazionali; prima
la colonizzazione e ora sotto altra forma se vogliono
curarsi devono pagare….i macchinari da noi prodotti. Comunque l’avventura è finita bene la dottoressa ci
ha scritto una lettera commovente ringraziandoci ed
augurandoci ogni bene e inviandoci foto di momenti
dell’ecografo già operante.
Carlo Grasso
Magister Comunità Masci
La Spezia
Commento alle Letture
L’Avvento
del Signore
Novembre 2015
Orazio Gentileschi, Annunciazione
Don Lucio Gridelli
Ci si apre un nuovo anno liturgico e ci fa
da portale la prima domenica d’Avvento
con un brano del “discorso escatologico”
di Gesù. È insieme la proposta ad un esame di coscienza per il passato e l’invito
ad un rilancio per il futuro.
Il discorso è contenuto nel capitolo 21
di Luca. Leggetelo per intero. La fine di
Gerusalemme e la fine della storia umana si appiattiscono una sull’altra creando
difficoltà di comprensione. Il testo che si
legge nella liturgia è 25-28 e 34-36.
Luca, rispetto a Marco che abbiamo letto
due settimane fa, ha due varianti: «la storicizzazione e la dimensione ecclesiale.
Egli richiama sia i fanatici che attendono la fine sia i delusi che non aspettano
più nulla all’impegno presente nel tempo
della chiesa.
Questo è il tempo della testimonianza in
mezzo alle persecuzioni, della fiducia e
della speranza perseverante in attesa della liberazione con la venuta gloriosa del
Signore risorto: del Figlio dell’uomo.»
Ed ho citato Rinaldo Fabris, mio caro
amico, andato alla Casa del Padre poche
settimane fa.
Fa da introduzione Geremia:
Ecco, verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla
casa d’Israele e alla casa di Giuda.
In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che
eserciterà il giudizio e la giustizia sulla
terra.
Quando i profeti usano l’espressione verranno giorni si riferiscono all’età messianica.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò
che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo, ci ha detto Gesù.
Banalizzando, oserei dire che è solo curiosità voler sapere come finirà la storia
umana su questa terra ed è vitale invece
per noi essere pronti per il nostro incontro personale col Signore!
Ad una cosa e all’altra sembra alludere
Paolo (1 Tess 3,12-4,2) .
Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso
tutti, come sovrabbonda il nostro per voi,
per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre
nostro, alla venuta del Signore nostro
Gesù con tutti i suoi santi.
Questa prima domenica ci aveva invitati
a guardare lontano fin dall’inizio dell’anno. Ora le altre ci introducono nel clima
natalizio.
In realtà le domeniche seconda e terza
danno voce a Giovanni il Battista (Lc 3,
1-6 e 10-18).
Giovanni, voi lo sapete, prepara la strada
alla manifestazione pubblica di Gesù, ma
la liturgia se ne serve per darci dei suggerimenti validi per un avvento di conversione, per una preparazione prossima
alla vicina festa di Natale.
Aggiungo solo che Luca inizia con un’introduzione solenne: Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, …
Egli vuole collocare la manifestazione di
Gesù in un punto ben preciso della storia
umana.
Più natalizie sono la festa dell’Immacolata, tra la II e la III domenica, con il
vangelo dell’annunciazione e la IV domenica con la visita di Maria alla cugina
Elisabetta.
Nella festa dell’Immacolata sentiremo
che l’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla
luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande
e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo;
il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non
avrà fine». Allora Maria disse all’angelo:
«Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza
dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo
e sarà chiamato Figlio di Dio. … nulla è
impossibile a Dio».
La realizzazione della promessa comunicata da Natan a Davide (2 Sam 7), la
divinità di Gesù, la verginità di Maria.
A fronte di tutto questo, la disponibilità
di Maria, modello per ciascuno di noi.
«Ecco la serva del Signore: avvenga per
me secondo la tua parola».
L’importante è che l’avvento sia tempo
di preparazione, un’occasione per approfondire e vivere più intensamente il
rapporto con Gesù.
Ai bambini dico: quando aspetti a casa
tua un amico che non vedi da tanto
tempo, cosa prepari per accoglierlo
bene?
Giovanni dice a noi:
Preparate la via del Signore, raddrizzate
i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito, ogni monte
e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte e quelle
impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Nella domenica III il vangelo (Lc 3,1018) ci racconterà che le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa
dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi
ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e
chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi
battezzare e gli chiesero: «Maestro, che
cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro:
«Non esigete nulla di più di quanto vi è
stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati:
«E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete
niente a nessuno; accontentatevi delle
vostre paghe».
In altre parole la preparazione a Natale va inserita nella quotidianità!
Tra le varie letture voglio farvi notare
ancora le seconda della IV domenica
dalla Lettera agli Ebrei. L’anonimo
autore mette in bocca a Gesù alcuni
versetti del Salmo 40:
Entrando nel mondo, Cristo dice:
«Tu non hai voluto né sacrificio né
offerta, un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto:
“Ecco, io vengo – poiché di me sta
scritto nel rotolo del libro – per fare, o
Dio, la tua volontà”».
Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e
non hai gradito né sacrifici né offerte,
né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo
la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo
per fare la tua volontà».
Così egli abolisce il primo sacrificio
per costituire quello nuovo. Mediante
quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di
Gesù Cristo, una volta per sempre.
Quando ci saremo preparati a Natale, facendo anche noi al meglio la
volontà di Dio e andremo la notte a
partecipare al nuovo sacrificio, sentiremo dagli angeli un annuncio di
gioia.
«Ecco, vi annuncio una grande gioia,
che sarà di tutto il popolo:… è nato
per voi un Salvatore, che è Cristo Signore».
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e
sulla terra pace agli uomini, che egli
ama».
STRADE APERTE
11
Controcorrente
Mamma e Papà.
Due parole uguali in tutte le lingue
Forse non lo sapete ma le parole “mamma” e “papà”
sono quasi uguali in tutte le lingue. Alcuni studiosi sostengono che ciò derivi dalle prime sillabe pronunciate
dal bambino, che poi vengono associate alle immagini
per lui più ricorrenti, appunto quelle della mamma e del
papà. Quale sarà la ragione resta il fatto, su cui non si
riflette molto, che in tutte le lingue queste parole suonnano eguale. Ci sarà un motivo ?
Ne diamo qui di seguito un breve elenco
Novembre 2015
Italiano
Mamma e Papà
Tedesco
Mama e Papa
Greco
Mamà e Mpampàs
Inglese
Mom e Dad
Samoano
Mama e Tama
Swaili
Vietnamita
Mama e Baba
Me e Cha
Turco
Francese
Anne e Baba
Maman e Papa
Cinese
Isole Figi
Mama e Paa
Nana e Tata
Indi
Samoa
Maa e Pipà
Mama e Tama
Singalese
Spagnolo
Amma e Tatta
Russo
Caucasico
Mama e Nana
Nana e Daa
Zulu
Eskimo
Umama e Ubaba
Anana e Atata
Mamá e Papa
Portoghese
Mamãe e Papa
Eccetera ...
STRADE APERTE. N. 11, Novembre 2015 Anno 57.
Periodico mensile del M.A.S.C.I. (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani).
Spedizione in A.P. 45%, Art. 2 comma 20/B, Legge 662/96, Dal C.M.P. Padova. Euro 2.00 la copia.
Direttore responsabile: Pio Cerocchi. Direttore: Giovanni Morello. Redazione romana: Giorgio Aresti, Carlo Bertucci, Paola Busato Bertagnolio, Matteo Caporale, Manlio Cianca, Franco Nerbi,
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Redazione: via Picardi, 6 - 00197 Roma, e-mail: [email protected] Stampa: Tipografia ADLE Edizioni SAS, Padova, [email protected] Editore, Amministratore e Pubblicità: Strade Aperte Soc. coop. a.r.l.,
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ASSOCIATO USPI. Tiratura. 5.000 copie. Chiuso in redazione: il 2 Novembre 2015
QUESTO NUMERO È STATO SPEDITO DALL’UFFICIO POSTALE DI PADOVA CENTRALI IN DATA
12
STRADE APERTE
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Strade Aperte Novembre 2015