Recensioni, segnalazioni, commenti
Numero 1 – 6 febbraio 2013
ITAKER – Vietato agli italiani
Gli immigrati italiani nella Germania
degli anni '60
Film, 2012
Regia di Toni Trupia
Con Francesco Scianna, Monica Birladeanu, Michele
Placido, Pietro Bontempo, Nicola Nocella.
Drammatico, durata 98 min.
Istituto Luce Cinecittà
Uscita: 29 novembre 2012
Itaker è il racconto di un viaggio dall’Italia alla
Germania, nel 1962. Un viaggio particolare: a
compierlo è Pietro, un bambino di 9 anni orfano di
madre, partito per ritrovare il padre emigrato, di cui da
tempo non si hanno notizie. Con lui, un sedicente
amico del padre, Benito, un giovane uomo dai trascorsi
dubbi in cerca in Germania di un riscatto personale.
La Londra degli Italiani
Dai penny ice
emigrazione
alla
City:
due
secoli
di
di Alessandro Forte
Aliberti Editore, 2012
Dalle vie strette e malfamate della Londra vittoriana fino al
dramma della seconda guerra mondiale. Fino ai voli low
cost che portano migliaia di giovani laureati dall’Italia
all’Inghilterra. Chiunque sa che a Londra c’è un italiano
dietro ogni angolo, ma pochi conoscono la storia e le storie
di questa emigrazione…
La storia della nostra emigrazione nella capitale
britannica è avventurosa e affascinante come un
romanzo. Ha inizio tra le vie strette e malfamate del
quartiere italiano della Londra vittoriana, città dai mille
volti in cui la triste tratta dei bambini coesiste con lo
sfarzo degli artisti dell’Italian Opera House.
Prosegue con il dramma del secondo conflitto mondiale, quando italiani e inglesi diventano
improvvisamente nemici, e continua nei ristoranti e nei bar di Soho, dove si torna a
sorridere negli anni Cinquanta. Fino a giungere ai giorni nostri, quando sui voli low cost
migliaia di laureati portano il loro talento dove sanno che sarà apprezzato. Una storia
ancora in pieno svolgimento fatta delle tante storie degli italiani a Londra, ognuna diversa
e ognuna, in fondo, simile alle altre.
L’Egitto e i suoi fratelli
Dal Maghreb al Cairo. Chi sono e cosa
vogliono gli islamisti al potere
Limes 1/2013
Nel ventennale della rivista, Limes – a partire dal
primo numero del 2013 – diventa mensile.
INDICE
Editoriale
Parte I L'EGITTO È IN BILICO
Tewfick Aclimandos - Cronaca di una rivoluzione
Georges Fahmi - L'opposizione laica avanza in ordine sparso
Marco Hamam - I copti si aprono al nuovo Egitto
Margherita Paolini - Fratelli e salafiti un'alleanza strategica
Tewfick Aclimandos - Con i Fratelli al potere,
scordiamoci la democrazia
Bernard E. Selwan Khoury - Morte al tiranno, in nome di Allah
M. Amorosi, M. Cerini, A. Pezzati - L’ombra lunga dei salafiti sul futuro degli ikhwan
Giulia Aubry - Dal passaparola al cyber-ihwan
Parte II TERRENI EGIZIANI (?) DI SCONTRO
Ilaria Costa - Piazza Tahrir e dintorni
Alessandro Accorsi e Costanza Spocci - Non solo Cairo
Dario Cristiani - Il Cairo ha perso le chiavi del Sinai
Parte III FRATELLI NEL MONDO
Roger Bou Chahine - I mille volti della Fratellanza
[in appendice Abir Soleiman - Fratelli (musulmani) d’Italia]
Karim Mezran e Tarek Radwan - Barack e i suoi Fratelli
Umberto De Giovannangeli - Per Israele Morsi è il male minore
Giorgio Musso - Sudan: cosa resta del sogno islamista
Dario Cristiani e Meryem Akabouch - Algeria e Marocco: quando il potere ammalia gli islamisti
LiMes IN PIÙ
Camilla Miglio, Laura Canali, Luigi Marinelli, Paola M. Minucci, Simone Sibilio - Mappe di
un’assenza (Cartografie dell’immaginario/1)
MOST
La nuova rivista online di East Journal
Cento pagine di approfondimenti e analisi sull’Europa centroorientale.
Il progetto “East Journal – Società, politica e cultura
dell’Europa orientale” si basa sui principî del giornalismo
partecipativo, senza fine di lucro, senza editori né pubblicità.
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ZINGARI. IL SACRIFICIO DIMENTICATO
di Giorgio Cavalleri
Prefazione di Luisa Seveso e Giambattista Armelloni
Edizioni Acli Como / Fondazione Enaip Lombardia
Roma, dicembre 2012
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L'Europa davanti alla crisi: frammentazione
o rilancio?
In Europa, n. 3/2012
Il numero esce in occasione dei venti anni del Centro In Europa.
Contiene articoli di Giorgio Napolitano, Martin Schulz, Anna
Colombo, Mario Telò, Renato Mannheimer, Hannes Swoboda,
Ezio Andreta, Francesca Balzani, Giovanni Berneschi, Pino Boero,
Sergio Cofferati, Luca Fossati, Carlotta Gualco, Bruno Marasà,
Paolo Pierantoni, Chiara Saracco, Roberto Speciale, Stefano
Zara, Simohamed Kaabour, Cristian Morabito, Stefano Piri ed
Elisa Sola
La bicicletta verde
Un film di Haifaa Al Mansour
Arabia Saudita – Germania, 2012
Drammatico. Durata: 100 min.
E’ uscito il 6 dicembre scorso nelle sale italiane il film di
Haifaa Al Mansour, la prima regista donna dell'Arabia
Saudita. Il film ha il patrocinio della Sezione Italiana di
Amnesty International.
“Sono così fiera di aver girato il primo lungometraggio mai
filmato interamente nel Regno. Io vengo da una piccola città
dell'Arabia Saudita dove ci sono molte ragazzine come Wadjda,
che hanno grandi sogni, forti personalità e tanto potenziale.
Queste ragazzine possono rimodellare e ridefinire la nostra
nazione, e lo faranno" - ha dichiarato Haifaa Al Mansour.
Il film racconta con molta dolcezza, tra rassegnazione e sfida, la vita di una madre e di sua
figlia di fronte alle leggi e alle prassi discriminatorie contro le donne in Arabia Saudita.
Wadjda è una bambina di 10 anni che vive alla periferia di Riyadh, la capitale saudita.
Nonostante viva in un mondo tradizionalista, Wadjda è una bambina affettuosa, simpatica,
intraprendente e decisa a superare i limiti imposti dalla sua cultura.
(segue)
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In una scuola rigorosamente solo femminile Wadjda lotta per non soffocare i propri desideri di
libertà. In particolare uno di questi riguarda l'acquisto di una bicicletta verde, con la quale
potrà essere alla pari del bambino con cui gioca dopo la scuola. La sua famiglia non può
permettersela e di certo non vuole che si faccia vedere su un oggetto tradizionalmente
riservato agli uomini, così Wadjda comincia a cercare i soldi per conto proprio rendendosi conto
ben presto che quasi tutti i metodi per farlo le sono proibiti. L'unica è partecipare ad una gara
di Corano della scuola (lei che non eccelle nelle materie religiose), il cui primo premio è in
denaro…
Evangelis
La storia di Gesù formato manga
Rete delle scuole salesiane in Brasile, 2012
La Rete Salesiana delle Scuole (RSE) ha iniziato a pubblicare
da quest’anno la serie di fumetti “Evangelis”, un’iniziativa che
si propone di raccontare la storia di Gesù agli studenti dalle
scuole e delle opere sociali salesiane.
Consapevole del successo che hanno i manga – varietà di
fumetto tipica della cultura giapponese – tra i giovani brasiliani,
la RSE, l’organismo che riunisce circa 120 istituti educativi dei
Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice del Brasile, ha
avviato quest’anno il progetto “Evangelis”, una serie di fumetti
in formato manga che racconta la storia di Gesù in un modo
originale e facilmente comprensibile.
Il primo numero della serie, su un totale di quattro volumi, è stato intitolato “Nasce la
Speranza” ed è uscito già nei mesi scorsi. Nel libretto i disegni vivaci e il testo
accattivante sono utilizzati per narrare l’annuncio e la nascita di Giovanni il Battista,
l’incontro tra l’arcangelo Gabriele e Maria, la ricerca dei Magi, la Nascita di Gesù, la
malvagità di Erode e fino alla fuga in Egitto.
“Il senso del progetto Evangelis è presentare la ricchezza del mondo biblico in uno modo
attraente e accattivante, che senza dubbio saprà raggiungere gli studenti delle scuole
salesiane” ha detto Antonio Boeing, animatore pastorale della RSE.
L’autore dei fumetti è Herbert Barbosa, appassionato di manga sin dall’infanzia, che ha
visto in questo progetto la possibilità di far entrare in contatto i bambini e i giovani con
la parola di Dio. Nel 2006, dopo aver disegnato un’icona di Gesù, gli è nata l’idea di
realizzare un’intera pubblicazione che avrebbe raccontato tutta la storia di Gesù Cristo.
“Mi sono sempre piaciuti i manga, come a molti bambini, giovani e adulti. Il manga è
divertente, attraente, facile da leggere e da capire. Utilizza molte espressioni per
trasmettere il messaggio in modo molto fresco e diverso” afferma.
Il secondo volume della raccolta, “La Buona Novella”, sta attualmente completando la
fase di produzione e sarà distribuito nei primi mesi del 2013. In esso si racconteranno i
primi miracoli di Gesù e le tentazioni di Satana nel deserto.
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ON LINE I MANOSCRITTI DELLA
BIBLIOTECA VATICANA
Dopo due anni di lavoro, un primo gruppo di 256
manoscritti digitalizzati della Biblioteca Apostolica
Vaticana, provenienti dal Fondo Palatino, sono dal 30
gennaio 2013 disponibili in Rete sul sito della
biblioteca papale, all’indirizzo www.vaticanlibrary.va.
Si tratta di una prima tappa di un progetto più ampio
di digitalizzazione degli ottantamila manoscritti
conservati nei suoi fondi che l’istituzione vaticana ha
intrapreso, grazie all’aiuto di alcuni sponsor, nella
fedeltà alla sua originaria vocazione umanistica, per
accogliere le nuove possibilità offerte dalla tecnologia.
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Quanto deve essere grande il cimitero della mia isola?
La lettera del Sindaco di Lampedusa sulle politiche migratorie dell’Unione
europea
Novembre 2012
Sono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa. Eletta a maggio 2012, al 3
di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone annegate mentre
tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per me è una cosa insopportabile.
Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto
attraverso la Prefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignitosa
sepoltura alle ultime 11 salme; il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo
altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia
isola?
Non riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata
normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che 11
persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire
tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che avrebbe dovuto essere per
loro l’inizio di una nuova vita. Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115, il numero dei
morti è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce.
Sono indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono
scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il Nobel della Pace e che
tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e propria guerra. Sono
sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione consideri questo tributo
di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente. Ma se per queste
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persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possibilità di sperare, io credo che la
loro morte in mare debba essere per l’Europa motivo di vergogna e disonore.
In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di
orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite
umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi,
come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con le velocissime
motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi, ha invece
ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette vengono però efficacemente
utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle
acque territoriali libiche.
Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze preposte al
soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umani a queste persone, che dà
dignità al nostro Paese e all’Europa intera. Allora, se questi morti sono soltanto nostri,
allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene
consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato
durante una vacanza.
Giusi Nicolini
Sindaco di Lampedusa
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