RILEGGENDO IL PROCESSO DI KAFKA. 1.- Premessa Si, rileggendo1, perché lo lessi tutto di un fiato circa una cinquantina di anni fa’, quando iniziavo la mia attività professionale, dunque, non prima del 1944, in una nota del Foro Italiano (una gloriosa rivista giuridica, tuttora pubblicata),in uno scritto di Ascarelli, un maestro di diritto commerciale e di teoria generale che citava il processo di Kafka, non ricordo a che proposito. Incuriosito mi procurai il volume e ricordo la impressione che mi rimase e che mi riaccompagnò2, fino a quando, sollecitato dalla Presidente per una conferenza su questo tema, ripresi quell’opera dalla mia confusa biblioteca. La vicenda Josef K., può un così riassumersi: procuratore di il banca, protagonista trentenne,uomo normale che ha fatto una discreta carriera, riceve una mattina di buon'ora due personaggi misteriosi, vestiti in modo strano, i quali gli comunicano che è in istato di arresto. Tuttavia non sarà trattenuto; basterà che fantomatico 1 2 egli si sottoponga tribunale,il quale al giudizio dovrà di un stabilire la 1 Quale sintonia con le parole di GIDE,Diario,28 agosto 1940: “io rileggo il processo dio Kafka con una ammirazione più viva ancora ,se è possibile, di quando ho scoperto per la prima volta questo libro prestigioso… Infatti, in epoca recente, nella Rivista in Iure Praesentia,1997, 1 pena da infliggergli. K. respinge dapprima l'accusa di aver violata la legge,in quanto ignora di quale delitto sia accusato, accetta con reticenza di scegliersi un avvocato,Huld,cerca poi di guadagnarsi il favore dei giudici ricorrendo a un pittore Titorelli; ha un colloquio imprevisto col cappellano del carcere. Ma il suo destino è segnato: alla vigilia del suo trentunesimo compleanno,due signori vestititi di nero lo prelevano dalla pensione ove abita, lo conducono nei dintorni della città e lo sgozzano con un coltello da macellaio,secondo un cerimoniale cui K. non tenta nemmeno di sottrarsi. L’impressione che riportai, allora, era di amarezza e di commiserazione per quel povero Josef K, Ma, poco alla volta, - e ciò allora mi meravigliava per la progressiva sempre crescente rassegnazione, si persuase di una colpa non meglio identificata (ma non occorreva mi aveva insegnato i professori di penale, una imputazione puntuale?); come mai non si faceva valere questo avvocato, al argomento? quale,come E come vedremo mai un si valente rivolse, l’avv.Huld, di cui diremo, lo trattò con sufficienza e nulla fece per lui? 2 Kafka per meglio conoscerlo, va inquadrato nelle diverse epoche in cui di volta in volta ha vissuto le sue creazioni letterarie; ai tre periodi breve esistenza, corrisponde il della sua diverso contenuto della sua produzione letteraria: il primo periodo è quello che va dal 1912 al 1915 (quando scrive: la condanna, la metamorfosi, il processo); i temi prevalenti sono quelli della colpa, della condanna, della esclusione, suggeritigli evidentemente dal dissidio con suo padre, alla difficoltà di integrarsi nella società, al fallimento del suo progetto matrimoniale con Felice3. Il secondo periodo della esclusione; va dal 1916 al 1918, è il periodo egli ha superato le conseguenze della rottura del fidanzamento con Felice, e scrive brevi racconti ( un medico di campagna, una visita alla miniera, il cruccio di un padre di famiglia). Si ha qui l’impressione che la esclusione dalla famiglia, dalla società, si sia già consumata; emerge una fatalità inesorabile ( questo è un altro tema del processo). Nel terzo periodo, dal 1919 inizia il lavoro sul castello, caratterizzato dalla ricerca. 3 In questo periodo si sviluppano pensieri sull'arte, sulla inefficienza impersonata nel pittore meschino Titorelli,che dipinge quadri prevelentemente di giudici assai mediocre, di ncui diremo. 3 In questa vasta e variegata attività che egli alla fine della vita voleva forse rinnegare,è estremamente difficile l'interpretazione delle opere,incluso il processo, Avendo ottenuto il risultato di dare forma coerente alla sua angoscia, egli aveva trovato la sua strada originale nella letteratura4. Ed è altrettanto difficile distinguere i vari filoni della sua opera. Possono distinguersi: il tema della colpa, (che impinge nella psicanalisi freudiana); quello che, per così dire, attiene alla visione religiosa della vita; quello psicologico; quello umoristico(della comicità dell'opera. Fra questi il momento5 giuridico- il prescelgo per il processo,per filone, giudiziario, che può occasionato qualificarsi dal fatto che Kafka era laureato(se pur contro la sua volontà) in legge. Peraltro, questa scelta nasce, forse, come è naturale6, dalla mia distorsione professionale. Gli aspetti giuridici attengono ai temi della legge,della organizzazione giudiziaria,degli interrogatori, dell'opinione di K.sugli operatori di giustizia. 4 5 6 CRESPI,Kafka umorista,Milano,1984,pag.90 ss. Per ora accantono l'altro filone che pure mi attrae, quello della comicità di Kafka,se ne potrà parlare in altra occasione. Mi occupo di diritto dalla data della mia iscrizione in giurisprudenza nell'Unoiversità di Messina, 1940, a tuttoggi, sono ben 72 anni ! 4 Ma, per cercare di puntualizzare i contenuti è' opportuna una premessa: a)sul metodo seguito da Kafka: è un particolare metodo induttivo,(quello tipico del discorso legale, che ha base nel pensiero aristotelico e in quello ciceroniano).Per Kafka, il metodo muove da narrazioni molto puntuali ed analitiche,irreali, e trasforma queste narrazioni in conseguenze reali, dando così luogo a stranezze che impressionano il lettore. Egli scende via via al particolare in una sorta di unità concettuale tra l'immaginario e il reale, ed è nell'analisi del reale che si trova spesso per il contrasto, l'aspetto umoristico b) sull'ansia dall'inizio, che quando comincia a dopo primo il insinuarsi momento fin di incredulità circa la visita dei due poliziotti, sia per il luogo: una casa in un sobborgo,ove egli non era mai stato, Qui si manifesta il primo germe dell'idea che poi si svilupperà tutti ossessivamente sapevano della in di varie lui occasioni, (indeterminata che e generica) colpa. c)sulla descrizione dei luoghi,spesso con l'analisi dei personaggi e degli atti da questi compiuti, 5 tendente a screditare diretto nesso gli con legge.mostrandovi la la ambienti che giustizia avevano e con inabitabilità,la un la mancanza d'aria,l'affollamento,etc. Tema ancor oggi di attualità.In particolare:l'aula di udienza piena, la descrizione della udienza, anticipa, profeticamente,quello che oggi si verifica. Josef giunse finalmente alla prima porta del quinto piano, ove una giovane donna con due occhi neri e luminosi (vedremo il ripetersi di tali descrizioni degli occhi femminili)) , gli indicò una porta aperta della stanza accanto, dicendogli: “avanti si accomodi”. Siamo in piena fantasia,nel regno della irrealtà)). E qui è descritta l'aula di udienza, una stanza con 2 finestre di media grandezza,intorno a cui proprio sotto il soffitto, correva una galleria dove la gente doveva stare curva e toccava il soffitto con la testa,tanto che si portava i cuscini per metterli sopra la testa e non urtare col soffitto (satira). L'ingresso nell'aula pone K. A contatto visivo e auditivo col giudice: alla estremità della sala dove c'era un podio basso,ma affollato anch'esso di gente,con un tavolo messo di traverso, dietro il quale, presso l'orlo del podio sedeva un ometto 6 grasso e sbuffante Questi era l'inquirente (il p.m.attuale,il gip,che so io),questi era colui che prese a rimproverarlo per il ritardo, L'ometto grasso e sbuffante, pur dicendo di non avere l'obbligo di sentirlo, disse che eccezionalmente voleva farlo, ma che non si ripetesse più il ritardo. E la gente si pigiava dietro K., come accade,oggi, nelle udienze affollate, dovette tenersi saldo sulle gambe per non rovesciare il tavolino del giudice istruttore. Nell'altro capitolo dedicato alla sala delle adunanze vuota , alle cancellerie vi è qualche alla organizzazione giudiziaria, e riferimento si incrocia la prosecuzione del dialogo con una donna che gli offre l’aiuto che K in un primo tempo rifiuta; nonché la giustificazione di K che prega la donna di non fare nulla per il suo processo, rispetto al quale afferma “a me non me ne importa nulla dell’esito di questo processo e anche una condanna mi farebbe solo ridere”. Qui un accenno alla lungaggine del processo Ancora una volta il dialogo si inframmette sui rapporti che la donna ha col giudice istruttore, con uno studente e con Bertaldo, il marito. In soffitta; si accorse di un cartello appeso alla fine di una scala di legno: “entrata alla cancelleria del 7 Tribunale”. Si chiedeva come mai nella soffitta di quella casa d’affitto c’erano gli uffici di cancelleria. All’ingresso fu lì lì per cadere perché dietro la porta c’era uno scalino, il che gli fece dire: “è proprio vero che per il pubblico non si hanno troppi riguardi. La stanza d’aspetto: era un lungo corridoio con tante porte grezze che immettevano ai singoli uffici della soffitta; nessuna apertura per la luce invece di pareti avevano verso il corridoio delle cancellate di legno che arrivavano fino al soffitto, per cui, attraverso le fessure si potevano vedere gli impiegati che guardavano la l’occasione, stavano gente a nel parlando con scrivere ai corridoio. uno che tavoli Qui o si dà aspettava, di precisare che quello era molto preoccupato per il suo processo. “Ma non tutti la pensano come lei, disse K.; anch’io sono accusato ma non ho offerto prove, né ho fatto niente del genere. Lei lo crede necessario?”. E qui sopravviene un malessere di K. occasionato dall’aria quasi irrespirabile nei giorni di grande affollamento. Alla fine, però, ci si abitua anche a quest’aria; se ritornerà due o tre volte finirà per accorgersi appena di questa apprensione. 8 E qui si svolge l’informatore, un colloquio con dà tutte informazioni che le un signore, che occorrono al pubblico che aspetta, e siccome tra la gente le cose di legge non sono troppo conosciute, continua è la richiesta di informazioni. A qualsiasi domanda egli dava una risposta, seconda presa personaggi di del contatto tribunale; con Così finisce questa i queste locali ed alcuni situazioni sono quelle il cui ricordo costituì le impressioni che per tanti anni, alla prima lettura, mi accompagnarono in quel primo impatto. Si innesta qui, prima della descrizione dei personaggi,di cui fra poco diremo, d) la descrizione degli atti del processo: la satira dell'arringa. Solo il giudice istruttore era rimasto in piedi ad ascoltarlo, perché era stato sorpreso dall'arringa , nel momento in cui si era alzato per imporre silenzio alla galleria. Qui la satira si rivolge a un libro di appunti, gli atti del processo, che K chiese di vedere. La consultazione di questi libri è in un primo tempo vietata dell'usciere,e,successivamente, dalla è moglie consentito vederli:Il primo libro coteneva una figura indecente 9 su un canapé un uomo ed una donna nudi; nel II libro un romanzo dal titolo:le noie che Greta doveva sopportare per colpa di suo marito Maus.E' evidente l'intento di parlar delprocesso:”questi male sono i dei libri presunti di legge atti che si studiano qui,dice K.e da questi uomini io mi dovrei far giudicare? E chiede al giudice, cosa cerca? Il suo libretto non può che confermare ciò che ho detto e osò persino di torglierlelo dalle mani, prendendolo solo con due dita, quasi avesse ribrezzo, E riprese a parlare della (diremmo oggi) del processo efficacia erga omnes un indizio del modo con cui si procede anche verso altra gente, ed è per questo che io sono qui, non per me”. Qualcuno in alto applaudì, gridando bravo bravo. Io non cerco trionfi oratori; quello che io voglio discussione di un pubblico abuso! è la pubblica E qui K. narrò la stranezza dell'accaduto, del suo prelievo di buonora, delle precauzioni adottate quasi fosse stato un pericoloso brigante . Sono giunto alla fine,aggiunse, e poiché non c'era un campanello dette un pugno sul tavolo, spaventando il giudice e il suo consigliere che si allontanarono l'uno dall'altro, incalzando”tutta la questione mi è indifferente e per 10 ciò posso giudicarla con calma: . Si fece un gran silenzio così grande era l'influenza di K. sull'assemblea7 ed egli approfittò dell' occasione per offrirci quella che è la chiave del suo argomentare in tutte le sue opere, sia nel processo, sia nelle metamorfosi, sia nel castello: questa chiave consiste nella organizzazione termini: guardiani una giudiziaria,nei organizzazione corruttibili, che seguenti occupa ispettori non solo straccioni, e giudici istruttori, che, nel migliore dei casi sono modesti;E quale è signori il senso di questa grande organizzazione? Esso consiste nell'arrestare persone innocenti e procedere contro di loro come nel caso mio nel più insensato dei modi. Come sarebbe possibile, in mezzo a tanti controsensi, nascondere la peggiore impossibile, corruzione nemmeno il degli giudice impiegati? più alto E' potrebbe riuscirvisi . Ed oltre alla chiave si ha conferma della tecnica espositiva di K. che, come dicevamo, dapprima descrive diligentemente una situazione irreale, e poi vi innesta sopra una situazione reale, con una sorta di inversione logica, che stranizza. 7 op.cit,pag.45. 11 Questo epilogo della assemblea gli dà occasione per dirci del suo disprezzo per i tribunali, i pubblici ministeri, gli cappello,si generale organi avviò che di verso esprimeva polizia,etc. Preso l'uscita,tra stupore. il il il silenzio giudice fu più lesto e lo fermò sulla porta dicendogli: volevo solo farle presente rinuncia al l'arrestato meno che dei lei, privilegio senza che l'interrogatorio”. vostri averne coscienza, costituisce “Straccioni interrogatori” esclamò e per faccio a aprì la porta e si precipitò giù per le scale. Da questa piuttosto analitica descrizione in cui il personaggio del giudice si intreccia col richiamo ad alcuni atti kafkiane, assoluta processo, giudiziari, traspaiono è da che bene fin impossibilità che col di ora alcune sottolineare: consultare processo idee gli nulla atti hanno la del che vedere.Inoltre K.ritiene che l'attività giudiziaria, posta in essere da magistrati,avvocati e ausiliari, sia inutile, l'organizzazione consiste perchè va giudiziaria, nell'arrestare tenuta la innocenti,e cui agire presente finalità nel più 12 insensato dei modi in cui alligna la peggiore corruzione. E)Dopo ciò deve ora dirsi di altri personaggi descritti nel processo; nessuno di famiglia8, se si esclude lo zio di campagna, unico a rimproverare a K.la trascuratezza nel seguire il processo, del quale nella meraviglia del nipote è perfettamente informato, processo penale che porterà al disonore della famiglia, argomento questo che alla fine convince il riottoso K. a recarsi da un avvocato. Così, raggiunta automobile oscura, l'intesa, K.,l'auto lo zio si suonò lo fermò alla zio trascina davanti prima a porta in una casa e nello spioncino comparvero due grandi occhi neri (anche gli occhi della moglie del custode del tribunale erano neri),e poi sparirono. All'insistenza dello zio, si sentì sussurrare: l'avvocato è malato, e sono le otto del mattino e non può ricevervi. Lo zio non demordeva, e finalmente la porta fu aperta9;era la porta della stanza ove stava l'avvocato: un viso con una gran barba bianca si sollevò dal letto e saputo 8 Il processo prende le mosse dalla lite col padre (29 luglio 1914,pag.475), ma poi non c'è più traccia di lite,vi è solo la figura vicariale dello zio. 9 Nell'anticamera c'era una ragazza con un lungo grembiule bianco ed una candela in mano. K. riconobbe i grandi occhi scuri apparsi poco prima dallo spioncino; aveva un visetto rotondo da bambola e Josef chiese: “mal di cuore?”credo di si, rispose la ragazza. questa 13 chi fosse, finalmente,si cominciò a parlare del processo Varie considerazioni possono farsi cosa sia la giustizia, cosa sull 'avv. Huld: serve motivare la condanna (pagg.27-32),cosa la memoria difensiva, l'inutilitàdell'avvocato,l'esaltazione e della racomandazione, ordine.Prima di tutto lo ma, dell'imbroglio procediamo studio,il luogo con ove si stabilisce il contatto fra avvocato e cliente10,non è un ambiente austero,pesantemente arredato, circondato da ritratti e inondato di libri, bensì una stanza buia a malapena illuminata da una candela,nella quale il professionista malato,giace in un letto11. (( La infermiera non vorrebbe che si affaticasse a discutere coi clienti, ma io ricordo quanto mi diceva mio padre, può avere l'avv.Giuseppe neanche un Panuccio: raffreddore, l'avvocato deve lo non stesso attendere alla sua attività, specie in prossimità di termini)),e l'avv.Huld risponde a questa esigenza, riceve malgrado malato il cliente. Il rispetto della privacy; quando l'avvocato apprende che si tratta del 10 Gustoso il raffronto che fa SALAZAR,L'avvocato di carta,Milano,2005,pag.371,nt.2 L'avv.Hult si può dire vive nelle tenebre che Dio ha gettato sul mondo; la casa è scura, la infermiera illumina con una candela l'anticamera senza luce,e la stanza è buia. 11 14 nipote dello zio invita la infermiera ad allontanarsi E dichiara,prima ancora di conoscere i fatti, che si occuperà della consentiranno. faccenda, se le forze glielo Notare che nella trama del romanzo a incertezza si aggiunge incertezza: K. non sapeva di cosa dovesse neanche i naturalezza: rispondere, fatti,eppure K. Aveva l'avvocato tutto bisogno non si di un sapeva svolgeva con difensore, il difensore teneva troppo alla causa che non conosceva. Giustamente è stato osservato che Huld è il difensore che non conosce il processo, non si cura neanche di esaminare le carte12,e, secondo la interpretazione di un autore13, condanna,solo assicurerebbe che se la percorrerà potrà strada evitare della la fede, della devozione, dell'illimitata obbedienza religiosa e confiderà nella grazia14. L'avv. Huld è inquadrato perfettamente nella vicenda Kafkiana si dovrà occupare di un processo di cui nessuno sa nulla,per una imputazione segreta, per un processo che rimarrà segreto per tutti: imputato avvocato e giudice. E' stato osservato che è allucinante il principio che regge 12 13 14 tutto il processo,nelle parole di Huld:”il SALAZAR,op.cit.,pag.373 CITATI,Kafka,Mondadori, Così CITATI,Kafka,p.137. 15 procedimento in generale non soltanto è segreto per il pubblico, ma anche per l'imputato,aggiungendo:lei deve che”15 riflettere rendono continuamente l'intelletto burocratica non (( in esplicite basta che, questo più”. procedimento cose per Nella rappresenta le si quali organizzazione nel romanzo la trasposizione della autorità paterna, e che in tutto campo esplode rotella nel della castello)) l'avv. organizzazione”una Huld è parte una dell' ingranaggio della giustizia penale” e come tale si comporta. Il compito suo non è la difesa, ma far funzionare questo finalità, la ingranaggio; funzione questa diventa dell'avvocato:la la difesa dell'interesse oggettivo dell'ordinamento giuridico, non già del cliente16. Tutte le componenti: giudici. , avvocati, cancellieri, ufficiali giudiziari e quanti altri si aggiungano alla bisogna, svolgono funzioni che assicurino il dell'organizzazione, illogicità: non accelerazioni,né quietarsi17. 15 16 17 Se di è le continuo cui dato soste,né questo è il movimento contraddizioni, conoscere meno che processo, né mai cosa le il è suo la CALASSO,op.cit.,p.281; SALAZAR,op.cit., p.374. M.LA TORRE,op.cit.,p.68 E' la interpretazione di SALAZAR,op. cit.,p.375, da condividere. 16 giustizia? Coerentemente non ci si può attendere che essa non si regga sulla aleatorietà, l'arbitrarietà, la illogicità. L'avvocato deve informare il cliente di come opera il sistema giudiziario, senza illuderlo di giustizia perché quel sistema ha la sola finalità di far funzionare dell'imputato la che macchina, per sua senza disgrazia preoccuparsi si dovesse rivolgere al Tribunale “entità misteriosa,segreta e manifesta, celata e apparente,invisibile e visibilissima”18 Senza nessuna certezza che gli atti siano esaminati, addirittura rintracciati e non smarriti (come spesso accade oggi in certi tribunali,per cui lo spostamento di un fascicolo cancelleria da ostacola una il casella corso di all'altra un della processo per anni). D’altronde in un processo così immaginato, in cui il valore della difesa non esiste,sostituito dal valore di far funzionare la macchina organizzativa, cosa serve l'esame degli atti? Cosa serve motivare la condanna? Cosa serve assolvere o condannare l'imputato?19 Con queste premesse cosa serviva a J.K. 18 CITATI,op.cit.,p.127. Chi esercita ancora oggi laprofessione,ricorderà certo,nella sua esperienza qualche decisione riformata in sede di gravame, perché priva di motivazione.SALAZAR,op. Cit., pag.376 nt.7 ricorda infatti la sentenza n.27/2000 del tribunale di Siena,annullata dalla Cassazione (sent.sez.I, 2/7 2004,n.12114,perché incomprensibile, senzapossibilità dei coglierne il senso,val quanto dire,appunto,priva di valida motivazione. 19 17 l'opera di atmosfera un difensore,anche di oppressione, incapacità,di verbalismo decisione di abbandonare scrivere avvolge uscire stesso come,non partecipe il da processo; quel memoria sapendo quale considerando che occorreva e donde labirinto decidendo la della avvilimento, contraddizione l'avvocato20, egli scriverla di oscurità,di che lui di di la e di altresì di difensiva. fosse Ma l'accusa, riportare nella memoria l'intera sua vita in tutti gli atti e gli eventi esaminandoli da tutti i lati! La difesa tecnica perde così, qualsiasi valore. Non c' è posto in un ordinamento siffatto né per la soggettività, né per l'umanità dell'avvocato,in questo ordinamento gli avvocati e anche il tribunale avrebbero il compito di aiutare a rendersi palese una condanna che sussiste da sempre21 Ma allora,forse l'unica via è quella dell'imbroglio, della questa raccomandazione, logica forse conseguenza della corruzione,e della di precedente impostazione kafkiana del processo, della giustizia, 20 21 Al licenziamento dell'avvocato è dedicato il capitolo VIII, anche se la preoccupazione fondamentale di K. È quella delle modalità del licenziamento dei difensore (non ha pensato al recesso senza giusta causa del difensore moderno,art. cc.) Questa è la logica conclusione di CALASSO,op.cit.,p.278. 18 dei tribunali, della avvocatura, parla il successvo capitolo dell'opera, intitolato ancora:l'avvocato, l'industrriale, il pittore. Il pittore è tale Titorelli. f) Queste, e analoghe riflessioni, sono inframmezzate e interrotte ricevere dal lavoro clienti, del suo contrariati ufficio; perché dovette li aveva piantati, fra i quali un industriale che gli chiese se avesse un processo, Del processo, affermò, ho sentito parlare da un certo Titorelli, un pittore, dal quale apprese che la fonte principale di guadagno era fare ritratti; lavorava per il Tribunale e da allora, in ogni sua visita, si è fatto un’idea di questo meccanismo. Titorelli può un poco aiutarlo, disse l’industriale, egli conosce parecchi giudici e può anche consigliarle come avvicinare persone influenti. K. cominciò a pensare che il vantaggio che quella raccomandazione piccolo del avrebbe danno potuto portargli costituito dal era fatto più che l’industriale sapeva del suo processo e il pittore poteva diffondere la notizia. Segue una dettagliata narrativa dell’indirizzo del povero quartiere ove era 19 collocata la ulteriore narrazione, aspetti casa del giudiziari, pittore, per Qui bocca attraverso di la si apre Titorelli, discussione una di sul quadro che rappresenta la giustizia e la dea della vittoria. K. ridendo disse: “la giustizia deve stare tranquilla, altrimenti la bilancia si muove e non è più possibile un giudizio giusto”. E’ gente vanitosa, disse il pittore, parlando della figura del giudice ritratto. K. pensò personali, che si se davvero, poteva attraverso giungere facilmente relazioni a tirar dalla sua il giudice, voleva dire che i rapporti del pittore con quei giudici vanitosi avevano una particolare importanza. Titorelli apre così una sorta di teoria generale sui possibili esiti della vicenda giudiziaria in questione. Muovendo dalla dichiarazione di innocenza “quale specie di assoluzione lei desidera? Ci sono tre assoluzioni, quella reale, quella apparente e il rinvio” “ovviamente, quella reale desidererei,(( anche se c’è una contraddizione: lei ha detto che è possibile influire personalmente sui giudici e ora nega che sia mai possibile giungere ad una assoluzione reale”)). 20 “Nessuna contraddizione, disse il pittore, si tratta qui di due cose diverse: nella legge sta scritto che l’innocente sarà assolto ma non c’è scritto che i giudici possono essere influenzati”. La discussione si svolge, e nel corso di essa si appura che non c’è mai stata nemmeno un’assoluzione reale, il che fa dire a K. “questo conferma l’opinione che mi ero già fatto del Tribunale: un’istituzione senza scopo; un unico carnefice potrebbe rimpiazzare l’intero Tribunale”. (( Titorelli per rassicurarlo in qualche maniera, aggiunge: “qualche assoluzione ci sarà pure stata, ma le sentenze conclusive del Tribunale non sono rese mai pubbliche, e perciò sui vecchi processi non sono conservate che leggende”)). “Quali sono le altre due possibilità?” “l’assoluzione apparente ed il rinvio, ed è solo di queste che si può trattare nel suo caso” disse il pittore.. La prima richiede uno sforzo temporaneo, ma maggiore, il rinvio uno sforzo minore, ma duraturo. “Se lei apparente, desiderasse io dichiarazione scrivo della di su sua ottenere un foglio innocenza, presso i giudici che conosco, un’assoluzione di carta faccio un una giro e confermo che lei è innocente e che io garantisco ; non è una garanzia 21 formale, ma una vera e propria garanzia impegnativa. Del resto, non è neppure sicuro che ognuno mi creda, può anche capitare che i giudici si rifiutino di ascoltarmi. Quando ho raccolto un numero bastevole di firme, vado dal giudice che sta istruendo il suo processo; è possibile che ottenga anche la sua firma e allora tutto va anche più rapidamente. E’ giunto, per l’accusato, il momento di tranquillizzarsi; è strano, ma è vero, in questo periodo gli accusati sono più dunque, sicuri che libero?” dopo disse l’assoluzione”. K. “ma libero “Sarei, solo apparentemente o per dir meglio temporaneamente.. E qui si spiega la differenza fra l’assoluzione reale e quella apparente: nella prima, gli atti del processo sono messi via, scompaiono dall’incartamento, e non solo l’accusa, l’assoluzione, ma sono Altrimenti succede apparente. Può anche il distrutti, se si succedere processo, tutto tratta che di un è e persino distrutto. un’assoluzione giorno, quando nessuno se lo aspetta, un giudice qualsiasi prende l’atto in mano, si accorge che l’accusa esiste ancora e ordina, subito, l’arresto. Il processo comincia di nuovo, ma esiste sempre la possibilità di ottenere una seconda assoluzione. Non posso dirle niente di 22 preciso”, “ma allora neanche questa seconda assoluzione è definitiva” disse K., “naturalmente no, ad una seconda assoluzione segue un terzo arresto, alla terza assoluzione un quarto arresto, e così via. Questa è l’assoluzione apparente”. “Forse le converrebbe, meglio, il rinvio, che consiste che il processo è durevolmente trattenuto ai primissimi stadi, per ottenere ciò, l’accusato, e chi lo aiuta, devono mantenere un contatto personale ed ininterrotto col Tribunale. Di fronte all’assoluzione apparente, il rinvio offre il vantaggio di un avvenire meno incerto per l’accusato, ed è al sicuro dalla sorpresa di un improvviso arresto. Il rinvio ha, però, altri svantaggi, principalmente il fatto che l’accusato non è mai libero, il processo non può rimanere sopito senza che ci siano motivi almeno apparenti. Vi è un altro svantaggio: dal di fuori deve succedere qualche cosa, di tanto in tanto devono essere presi dei provvedimenti; l’accusato deve essere interrogato e possono farsi perquisizioni, sicchè egli rimane sempre obbligato a presentarsi, spesso, al giudice. A questo punto K. aveva messo la giacca sul braccio e si era alzato per uscire. Il pittore, riassumendo 23 ancora una volta tutto, quasi volesse mandar via K., confortato, disse: impediscono che soggiunse “ma “tutti e l’accusato due sia impediscono, questi metodi giudicato”. anche, una K. vera assoluzione”. g) Sicchè resta l'ultimo personaggio:il prete,il cappellano del carcere, e l'incontro nella chiesa, che gli racconta l'allegoria dell'uomo che cerca di essere ammesso alla rende conto che luogo a presenza della legge. Lì K.si al processo non si sfugge che dà considerazioni sulla legge e sulle tre teorie interpretazione della che in proposito possono formularsi. (( K. disse: “io non sono colpevole, questo è uno sbaglio, come è possibile del resto che un uomo sia colpevole? Siamo tutti uomini" e qui, in poche parole, è riassunto il senso dell’intera opera, senso, che ha anche un afflato etico-religioso nella frase finale, che ricorda un motto latino “homo sum et nihil a me alienum puto”)). Si parla ancora di qualche profilo giudiziario attraverso la parola del prete: “la sentenza non viene di un tratto, ma l’intero processo si trasforma un poco alla volta in sentenza” Come la 24 vita come processo,la morte come castigo,l'inganno come ordine universale,possono valere a definire la visione dell'esistenain K.. Il prete aggiunge che tutti tendono a conoscere la legge ad entrare in essa, ma che nessuno poteva ottenere di entrare poiché questa entrata è riservata solo a te, adesso vado e la chiudo ((“Tu non hai troppo rispetto per la scrittura ed alteri la contiene storia”, anche)) disse due il prete, importanti “la storia schiarimenti del guardiano a proposito dell’ingresso della legge, uno al principio ed uno alla fine, il principio dice “ora non posso concederti di entrare” ed il secondo “questo ingresso era destinato solo a te” fra questi due schiarimenti sorta di accenno attraverso non c’è E’ una alla interpretazione della legge, l’argomentazione, commentatori, contraddizione”. che comportante, comprendere giustamente secondo una non esclude che si possa anche fraintenderla. i cosa Spesso le varie interpretazioni non sono che una espressione della disperazione che nasce di fronte a questa inalterabilità. 25 Su questo punto, però, esiste anche un’altra teoria, secondo la quale è possibile l’inganno, fondato sulla ingenuità del soggetto che si rivolge alla legge; ((si dice che egli non conosce l’interno della legge ma solo la dinnanzi al niente e si dell’interno teoria”, strada testo che normativo illude della disse deve il battere il sull’aspetto legge)). “Vi prete, vi di continuo malcapitato e sul sa significato sarebbe sono non una terza alcuni che sostengono che il testo della storia non dà a nessuno il diritto di giudicare il guardiano; egli è un servo della legge,(( quindi appartiene alla legge e sfugge al giudizio nell’oscurità umano”)). K. chiese Camminando “siamo in vicini silenzio all’ingresso principale?” “no”, disse il prete, siamo dalla parte opposta”, della e legge qui e sull’irreale delle delle situazioni interpretazioni soggettive dei sottoposti ad essa si innesta la conseguenza reale, ((secondo un metodo che è proprio, come abbiamo avuto altra occasione di sviluppare della comicità di Kafka: “bisogna che io vada via, dovendo tornare in banca, ero venuto solo per accompagnare dei turisti, clienti”)). “Ebbene, allora va”, disse il prete e gli tese la mano.(( K. gridò forte “ti prego, aspettami 26 ancora”. “Ti aspetto, disse il prete, non vuoi altro da me?” chiese K., “no, disse il prete, hai detto che te ne devi andare cerca tu, prima, di comprendere chi sono io”, “sei il cappellano della prigione disse K. e si avvicinò al prete)) Il suo ritorno alla banca non gli appariva più indispensabile. h)E siamo così alla fine (cap.X) : alla vigilia del suo 31° compleanno, umoristico(vecchi alle nove di sera,aspetto attori,l'aspetto carnefici,l'apparizione della fisico sig.na dei Burstner) giunsero alla porta di casa di K. due signori in redingote,lucidi e grassi con due cilindri apparentemente inamovibili sul capo (che differenza rispetto al vestito da viaggio del primo uomo che apparve a K. all’inizio della sua avventura) .Senza che la visita fosse stata preannunziata K, era li , vestito di nero, seduto su una poltrona vicino alla porta, come un o che attende ospiti, e si infilò due guanti nuovi che Dunque,alzatosi in gli stringevano le dita. piedi, disse “dunque loro sono stati assegnati a me”. I due signori fecero cenno di si, e col cilindro in mano uno additò l’altro. K. confessò a se stesso che attendeva un’altra visita; 27 Pensòsi cerca di sbarazzarsi di me con e rivolto Teatro, ai due disse all’altro e disse: in uno,come rimasero che per muti. poca spesa. , teatro recitano? chiedere Non sono consiglio in grado di rispondere a nessuna domanda disse K. e andò in cerca del suo cappello. Questa è l’atmosfera dell’incontro, che appare normale, atteso, e lascia intendere che K. attendesse fermata, la conclusione. agli orli di una Si ha così piazza vuota la prima adorna di aiuole e K. ha quasi una ribellione; gridò: perché hanno mandato proprio loro? Io non vado avanti provò a dire K. ma quelli non risposero. Quando si vide spuntare da una scaletta nella piazza una persona che somigliava grandemente alla signorina Burstner (la protagonista del primo incontro),non che la cosa lo interessasse inutilità molto, della prosegue: si signorina Burstner laterale, mentre ma valse sua rendergli resistenza.La abbandonò accompagnatori. a la che K. traccia ripiegò si un la passeggiata seguita in una abbandonava Attraversarono nota ponte dalla strada ai suoi illuminato dalla luna, e K. si volse verso il parapetto, l’acqua luccicante divideva e tremolante attorno a nella luce un’isola, della sulla luna quale si si 28 confondevano masse di alberi e cespugli.Così giunsero a una cava di pietra, dietro una casa ancora di aspetto cittadino. Qui si fermarono i due signori, Ovunque era diffuso il chiaro di luna con quella naturalezza e quella calma che non possiede nessuna altra luce. Spogliato K. i due fecero stendere K. per terra col capo appoggiato a una pietra, provando una posizione che fosse quella più naturale, aiutati dallo stesso K. Allora uno dei due tirò fuori un lungo coltello da macellaio, affilato da entrambi i lati della lama, e ricominciarono le loro odiose cerimonie sulla testa di K.: l’uno passava all’altro il coltello, e questi lo restituiva al primo. K. muoveva solo la testa guardandosi intorno. Capiva che era ingiustificabile da parte sua di non liberare i rappresentanti della autorità da questa fatica, I suoi sguardi caddero sull’ultimo piano della casa che si alzava sul limite della cava; come una luce si spalancò una finestra e apparve un uomo che a quella altezza appariva esile e debole, si piegò in avanti allargando le braccia. Chi era? Un amico? Un uomo di cuore? Uno che provava compassione? Che voleva portare aiuto? Era uno solo? Erano tutti? Era ancora possibile venire in aiuto di K.? Si poteva ancora 29 fare qualche obiezione che era stata dimenticata? Di certo vi era qualche obiezione da fare La logica della legge è incrollabile, ma non resiste ad un uomo che vuole vivere.Dove era il giudice che egli non aveva mai veduto? Dove era il tribunale supremo davanti al quale egli non era stato ammesso? Alzò le mani con le dita spalancate. Ma sulla gola di K. gli si erano già poggiate le mani di uno dei due signori, mentre l’altro gli immergeva il coltello nel cuore e lo girava due esterrefatti volte egli nella vide ferita. ancora il Con viso gli dei occhi due al disopra del suo, guancia contro guancia che spiavano la fine, “come un cane” mormorò, e gli parve che la sua vergogna gli sarebbe sopravvissuta. Così finisce impregnato di questo capitolo ineluttabilità, della vita e rassegnazione di (anche se qualche scossa di vita egli ebbe) di K., per un colpa che mai seppe quale fosse, per la decisione ignorata di un giudice che mai poté vedere; questa era la logica di una condanna la logica imperscrutabile e imperscrutata della legge. Questa era la legge qualsiasi in assenza difesa, di e nella impossibilità qualsiasi aiuto! di La 30 incompiutezza dell’opera si combina così con la incompiutezza della giustizia, della ragione. Ed ora, per finire, qualche osservazione conclusiva. 1) Non può sfuggire dall’analisi che precede quanto siano suggestivi, tentativi di significato pur ai spiegare limiti in della termini fantasia, di valori i il di alcuni personaggi dell’opera, l’avvocato Huld potrebbe impersonare l’inefficacia dell’aiuto dei nostri simili, la compiacente domestica di Huld potrebbe impersonare il fuggevole oblio dato colpevoli, dall’amore, il dell’arte,e pittore che consola Titorelli: dell'imbroglio; soprattutto la il i insufficienza cappellano del carcere, incontrato nel Duomo, la voce inascoltata della trascendenza, zone tutte che l’a. stesso ha le principali voluto forse lasciare nella penombra. 2) Possono altresì dedursi caratteristiche emergenti dal lavoro22 a) La minuziosa attenzione che K. mette nella descrizione della realtà: persone, oggetti, ambienti 22 31 sono rappresentati con estremo realismo, eppure la vicenda va ben al di là dei confini del realismo tradizionale. b) L’altra romanzo è caratteristica il meccanismo che colpisce complessivo in e questo inesorabile della legge, che all’uomo non è dato conoscere, e che rende assurda e tragica la sua vita. Di fronte a questa inesorabilità tutti i mezzi di cui il protagonista può disporre falliscono. c) Da questa incomprensibilità e inaccessibilità della legge derivano i molteplici temi presenti nel romanzo: la solitudine dell’uomo; l’impossibilità di stabilire un rapporto di adesione col mondo che lo circonda e di trovare nella sua giornaliera trama di gesti e di vicende un senso plausibile; l’impossibilità di realizzarsi in una dimensione di autenticità; la consapevolezza della sua condizione di escluso. 3) Residua il tema più complesso per la interpretazione etico-religiosa dello scritto. Questo può quale sintetizzarsi è la colpa nell’interrogativo di questo uomo che angoscioso: subisce un processo di cui non conosce nulla che giustifichi né l’imputazione, né la condanna. Il discorso sulla 32 colpa dovrebbe fornire al lettore il significato di questa opera che abbiamo in certo senso vivisezionato considerando il prescelto filone giudiziario. Varie interpretazioni sono state avanzate. Una, secondo cui tutta la strana sequela di eventi sia la trasposizione allegorica, in linguaggio giuridico, delle fasi progressive della malattia e della morte (Spaini), ripresa a dimostrazione della polivalenza di significati del racconto. ((Questa tesi ha poco sostegno: appare limitata nella economia del racconto, non così certo se si pensa al divieto del padre nella famosa lettera, in cui addirittura gli è consigliato il suicidio)). Altra interpretazione è quella di Brod, quasi autentica, per il rapporto con Kafka (e al quale va il merito, evidentemente dopo avere approfondito la conoscenza delle opere Kafkiane, di averle salvate dalla distruzione che Kafka morendo gli aveva imposto), che nel processo scorge il dramma dell’uomo che si esclude dall’ordine divino (anche se taluno ha rilevato che sulla scia del das Urteil, il padre assume gli attributi del Dio biblico e condanna il figlio al suicidio perché ha osato, attraverso il fidanzamento, penetrare nel regno della vita e della 33 verità). La figura di Joseph K., nella critica spiritualistica, è vista con maggiore difficoltà nel processo, di quanto non sia in America e nel Castello, riassumerebbe in sé il senso di colpa e il destino di persecuzione legittimerebbe dell’opera la del popolo ebraico. interpretazione Kafkiana, in evidente Che religiosa contraddizione dell’uomo che si esclude dall’ordine divino. Per lui il dilemma fede ateismo perde ogni carattere di assolutezza dell’uomo K, può credere o non credere in Dio, ma il suo vero dramma, grande nella sua miseria consiste nella dell’esistenza impossibilità anche di di fronte capire alla le ragioni ineluttabilità della morte imminente. Per essere compreso il romanzo va letto come se si stesse ascoltando sogno, in cui le un sogno vicende un lungo esterne e complicato accadono nello spazio e nel tempo, pur essendo rappresentazioni di pensieri e di sentimenti che si muovono all’interno del sognatore, in questo il protagonista del romanzo K.,cioè l'autore Kafka, nella logica dell'innocente condannato! Messina, 22.07.2011 Vincenzo Panuccio 34