A n n o I - n . 3 - i n c o l l a b o r a z i o n e c o n w w w. d a g a c o m m u n i c a t i o n . n e t
IL DIRETTORE VI SCRIVE
VINCENTI E PERDENTI
VALLETTOPOLI O... LETTOPOLI?
Quando si può dire di una persona "ha
vinto"? Quando vince una corsa agli ostacoli? quando vince un biglietto alla lotteria? o
quando vince una partita a carte? No, non si
può dire che ha vinto in questi casi, questo
modo di vincere è scontato, dovuto solo alla
fortuna. Diverso invece, è saper vincere con
noi stessi, davanti agli altri.
Si può dire di aver vinto veramente, quando
si sa affrontare la realtà, quando si è in
grado di affrontare e ammettere i propri
errori a testa alta, quando non si fugge
davanti ai problemi avendo l'abilità di raggirarli, o semplicemente quando le opinioni
che si esprimono, sono frutto della propria
mente, e non di quella degli altri… forse in
questi casi, si può dire di essere vincenti,
soprattutto verso le persone, che credendo
di poter imporre al prossimo, quello che
vogliono o desiderano, si sentono vincenti
verso i "deboli", dimenticando che è la forza
della lealtà, della correttezza e dell'essere
veri dentro, a renderci vincenti..
Un grande poeta disse " nel corpo del debo-
Che questo momento storico sia una dei
peggiori che il nostro povero paese abbia
mai attraversato, credo sia fuori di discussione. Purtroppo, come dice un saggio proverbio, "il peggio non è mai morto": tradotto in pratica, non c'è da stare allegri, chissà
che cosa ci riserva il futuro.
Cerchiamo, allora, di capire, quanto meno,
se da questa esperienza possiamo tirare
fuori qualche cosa di positivo.
Da che mondo è mondo, ci sono sempre
state allegre fanciulle, pronte a tutto e disposte ad imboccare qualunque "scorciatoia",
magari frequentando assiduamente divani,
sofà, yacht, e pied-à-terre, pur di approdare
da qualche parte; spesso accontentandosi di
allungare le mani su qualche conto bancario
consistente e generoso.
E da che mondo è mondo, i "potenti" (politici influenti, ricchi uomini d'affari, proprie
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L’EDITORIALE
l’ordine naturale delle cose
L’Ordine naturale delle cose veniva inteso con la locuzione latina “In rerum
natura” che, tradotta letteralmente,
significa nella natura delle cose. Un
fatto si verifica in rerum natura quando
avviene secondo il consueto svolgersi
degli avvenimenti, senza cioè alterare
l’ordine delle cose naturali. Questo ordi-
ne naturale gestisce il libero fluire delle
cose, regolando i moti della natura e
degli esseri viventi e i loro rapporti complessi. Tale ordine, fino a quando non
viene violato attraverso nostri comportamenti o opinioni illecite, rimane celato
alla vista dell’uomo, e soltanto al
momento in cui il nostro operato non
corrisponde più alle regole nascoste, la
violazione viene riportata alla luce attraverso le reazioni e gli umori del singolo.
Un ordine nascosto che non dipende da
convenzioni sociali, né da statuti o dottrine, non rispetta la nostra volontà o i
nostri desideri o credenze, adeguandosi
alla logica del ragionamento, ma segue
dei parametri non malleabili dall’uomo
determinando il movimento naturale di
tutte le cose. In esse si esprime il principio della vita stessa, il suo slancio, la sua
rinascita e la sua morte, la consequenzialità di tutto ciò che è legato al meccanismo di causa ed effetto. Si tratta del
susseguirsi di moti empirici che da sempre conoscono un solo comune denominatore, l’essere e le sue innumerevoli
dinamiche vitali che sono il sistema.
Essere allineato a tale ordine costituisce
per l’uomo l’unica opportunità per avvicinarsi all’armonia che originariamente
lo costituisce. E’ soltanto all’interno del
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le, non esiste coraggio e se l'anima è serva,
anche il corpo è servo", queste poche parole, nel loro contenuto, dicono tanto o ancor
meglio forse tutto.
Se dentro si è deboli, per paura o carattere,
non si può riuscire a superare e vincere, il
timore di affrontare e confrontare le proprie
opinioni, in particolar modo, verso coloro
che per principio o carattere indisponente,
non lasciano spazio.
Non approfittare della evidente debolezza
altrui, è segno di normale correttezza, e non
indice di debolezza, vuol dire che una persona vale, e non è un'imitazione di protagonismo. Una persona semplicemente originale, si avvale, differenziandosi "giusto o sbagliato che sia", del proprio pensiero.
Le persone vincenti, sanno guardare con il
proprio punto di vista, e non con il punto di
vista dettato dall'opinione del più forte, e
non lo seguono come pecore, facendo proprie le sue "opinioni", su cose o persone,
che in seguito risultano spesso sbagliate. E'
un po' come la moda, esce uno stile e tutti lo
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INDICE
Vincenti e Perdenti
pag 1
Convegno a Civitavecchia
pag 2
Intervista a Dino Gasperini
pag 3
Un sogno... un progetto..
una realizzazione...
pag 4
Che fine fa la nostra posta?
pag 5
Io e D.
pag 6
I nostri nuovi amici
pag 7
Teatro e Handicap
pag 8
Dragononda
pag 9
Intervista a G. Perna
pag 10
Ed io chi sono
pag 11
Spazio Eventikarte
pag 12
Se piove mi voglio bagnare
pag 13
Paseggiate Romane
pag 14
Recenzioni e Info
pag 15
Il tempo delle donne
pag 16
mensile a distribuzione gratuita
Periodico di attualità, informazione e rispetto reciproco
APRILE 2007
II
Anno 1 - n. 3
CONVEGNO A
CIVITAVECCHIA
Il giorno 19 aprile alle ore 09:30 presso la sala
"Pucci" del Comune di Civitavecchia si terrà il
convegno "Solidarietà, Assistenza e Volontariato
… per una città più vivibile" promosso dalle associazioni A.S.S.C. "L'Isola Felice" Onlus, A.S.D.
Futura Onlus e dal Centro Diurno Psichiatrico F1
di Civitavecchia. La relazione sui temi nuove
povertà, tossicodipendenza, handicap ed anziani,
sarà tenuta dal Presidente dell'A.S.S.C. "L'Isola
Felice" Onlus Sig. Umberto Avvisati.
Questo convegno è nato dall'idea di voler far riflettere le Istituzioni nuove e future della città di
Civitavecchia su tali tematiche e promuovere le
associazioni del territorio come supporto ad esse
nell'affrontare e risolvere le tematiche oggetto del
convegno.
Sarà compito di ogni associazione partecipante
affrontare i temi di competenze ed introdotte dalla
relazione presentata da Avvisati.
Nel convegno sarà stravolto il sistema vigente e
cioè parleranno prima le associazioni interessate ai
temi ed in seguito parleranno le istituzioni.
Il Presidente
dell'A.S.S.C. "L'Isola Felice" Onlus
Umberto Avvisati
A.S.S.C. "L'ISOLA FELICE" -Onlus- Via
Sebastiano Satta, 79 - 00159 ROMA
Recapito tel. e Fax: 06.43599743
Cell: 335.5967165
E-mail: [email protected]
“Avenance Italia per la mostra di
Alfonso Salardi”
Dal 24 marzo al 15 aprile 2007 a Varese
si terrà la mostra dell’artista-insegnante
Alfonso Salardi,
preludio per attività creative nelle scuole
durante il prossimo anno scolastico.
Si apre sabato 24 marzo la mostra dedicata
ad Alfonso Salardi, (1914-1981), artista
che associò, in modo continuo e appassionato, alla sua pratica di pittore quella di
insegnante presso numerose scuole medie e
superiori nella città di Como, a Erba ma
anche a Varese e Luino.
verso un astrattismo geometrico.
Spunto per questa mostra è la volontà di
dare visibilità ad un nutrito gruppo di
disegni scolastici di cui si potrà vedere una
scelta degli anni ’40 di suoi allievi di una
scuola varesina e quelli di allievi giapponesi della stessa epoca; questi disegni erano il
materiale di uno scambio culturale tra scuole italiane e giapponesi nell’ambito dell’alleanza politico militare tra i due paesi e la
Germania hitleriana ma ne costituiscono
uno degli aspetti più umani che va al di là
della politica e della guerra che interruppe
questo scambio.
Scambio culturale che resta attuale ancora
oggi per la comprensione reciproca e la convivenza civile. Ecco allora la volontà
dell’Assessorato ai Servizi Educativi del
Comune di Varese di inscrivere la mostra
in un progetto di più ampio respiro: si
comincia sabato 24 marzo con la mostra e
si proseguirà il prossimo anno scolastico
con attività artistiche che coinvolgeranno
le scuole cittadine. Con i disegni realizzati dagli allievi sarà poi allestita un’esposizione.
“Un’iniziativa semplice, ma significativa:
un dialogo per immagini che ritengo possa
essere utile tanto agli studenti quanto a noi
adulti spesso molto più diffidenti dei giovani di fronte alle differenze culturali che
caratterizzano la società moderna.
Differenze che, se integrate e valorizzate,
saranno il vero punto di forza del mondo di
domani. - Patrizia Tomassini- Assessore
Servizi Educativi Comune di Varese“
Il progetto, come anche la mostra di quest’anno, sarà sostenuto anche da Avenance
Italia, la società di ristorazione che gestisce
le scuole del Comune di Varese.
continua a pag. 9
APRILE 2007
III
INTERVISTA A
DINO GASPERINI
PRESIDENTE DEL GRUPPO
CONSILIARE UDC
AL COMUNE DI ROMA
Voltapagina ha incontrato questa volta Dino
Gasperini, Presidente del Gruppo UDC al
Consiglio Comunale di Roma. Un giovane appassionato di politica, che la vive con entusiasmo, e
anche con qualche speranza per il futuro. A prescindere dalla idee politiche, su cui si può essere d'accordo o meno, ci ha detto delle cose sicuramente
interessanti.
Sbagliamo o Lei è un figlio d'arte?
E' vero, sono un figlio d'arte, figlio di una persona
che ha fatto politica prima di me, sempre all'interno
Democrazia Cristiana, di cui conserviamo origini e
cromosomi. Sono nato respirando politica e ho preferito proseguire, in quanto la sentivo come scelta
della vita: sono stato eletto la prima volta a 23 anni,
e ormai sono quasi 20 anni che mi occupo dei problemi della gente, provando a volte a dare risposte
importanti, a volte un po' meno, ma questo fa parte
della politica.
Attualmente Lei fa parte di alcune
Commissioni. Quali?
Sono capogruppo UDC in Campidoglio. E sono
membro di diverse commissioni, Lavori Pubblici,
Mobilità e Trasporti, Roma Capitale, Sicurezza,
Bilancio Patrimonio e Casa, Servizi Sociali e
Sanità: quando si rappresenta un partito minore, è
difficile stare appresso a tutto, anche perchè non
abbiamo il dono dell'ubiquità.
Una domanda curiosa, a volte sorge il dubbio che
Roma venga chiama "città eterna" perché tutto è
eterno, anche il provvisorio, soprattutto certi lavori,
che durano anni e anni.
Non c'è dubbio: c'è un sistema complesso fatto dai
controlli preventivi di chi dà l'appalto, Comune o
Municipio che sia, dai tempi di cantierizzazione;
poi c'è il controllo successivo, che purtroppo nessuno fa, soprattutto nei Municipi, che non hanno sufficiente personale. Non essendoci geometri che
vadano a controllare realmente, molto spesso le
ditte se ne approfittano, magari si inventano la scusa
per fermare i lavori e per formalizzare poi la "riserva", in altre parole, per chiedere altri soldi. Quindi,
il mancato controllo non solo ci penalizza come
durata del cantiere, ma anche come costi. Proprio
in questi giorni di esame del bilancio, stiamo chiedendo un metodo nuovo, ossia rivedere il momento
del finanziamento. L'amministrazione, per realizzare un'opera, deve chiedere un mutuo, su cui si pagano gli interessi. Noi intendiamo passare dal meccanismo di finanziamento col mutuo all'apertura di
credito o al prestito agevolato, il che significa finanziare soltanto quella parte di lavori che si può fare
in un determinato periodo. In altre parole, anzichè
tenere un cantiere fermo per 2 anni, si fa un'apertura di credito per 3 mesi, si realizzano quei lavori e
poi si riparte con un'altra fase: il che significa risparmiare qualche centinaio di milioni (di euro) di interessi, per il Comune di Roma. Insomma, modificando i meccanismi di finanziamento e magari con
qualche controllo in più da parte dei geometri
comunali, c'è la speranza che qualche cosa cambi,
in questo settore.
Poi bisogna intervenire sul meccanismo di assegnazione degli appalti; e debbo dire - e qui faccio un
ragionamento assolutamente bipartizan - che è il
arrivo il nuovo cosiddetto codice Di Pietro; e speriamo che arrivi presto, perché in questo paese non
durano a lungo solo i cantieri, ma anche gli iter legi-
Anno 1 - n. 3
UN SOGNO…UN PROGETTO
…LA REALIZZAZIONE!
slativi e le leggi sbagliate: qualche giorno fa il parlamento ha votato una legge con circa 1000 proroghe in varie materie! Il nuovo codice dei LLPP
impone, invece, maggiori ristrettezze a chi lavora,
certezza per l'amministrazione che dà un appalto e
anche qualche possibilità di controllo in più da parte
dei cittadini.
La Sede della Provincia di Latina
dell'A.I.S.A. verrà inaugurata il venerdì 30
marzo ad Aprilia, in via Bonn (zona viale
Europa)
Siamo maligni, ma non sarà che questo Codice
Di Pietro dà fastidio a qualcuno e così viene volutamente ritardato?
Non lo so, forse c'è qualche lavoro importante da
finire, prima di applicarlo? Chissà?
Nascerà ad Aprilia il primo centro di eccellenza per la cura delle sindromi atassiche
d'Europa
Purtroppo, si nota un distacco sempre maggiore dei
cittadini dalla politica, ma una democrazia non partecipata è una democrazia incompiuta.
Diventa demagogia, caos, tutto ciò che di peggio ci
può essere.
Secondo lei, ci sono degli errori commessi, o dei
comportamenti sbagliati, da parte di questa
classe politica, che andrebbero cambiati per
recuperare il rapporto di fiducia con la gente?
Va cambiato tutto, va cambiata la classe dirigente,
vecchia, vecchissima: l'ultimo scontro elettorale è
stato singolare, con due candidati premier, entrambi settantenni. Questo già dà la dimensione di quanto sia vecchia la nostra classe politica. Ovunque, in
Europa e nel mondo, c'è un ricambio generazionale, con il lancio dei quarantenni, che si giocano il
loro futuro e quello del loro paese . La realtà è che
dalla fine della cosiddetta prima repubblica, non si
è più fatta selezione della classe politica: per qualcuno è un hobby, uno sport, un diletto; oggi uno dei
problemi è l'impreparazione della classe dirigente,
che quindi non è in grado di dare risposte ai problemi della gente. Troppi hanno pensato che il giorno
dopo l'elezione si comincia a imparare: no, non è
così, bisogna già conoscere, sapere, prima di candidarsi. Io personalmente sono nato in un periodo
storico in cui, per potersi candidare in circoscrizione (non al Parlamento!), era obbligatorio fare un
corso di formazione politico-amministrativa, che
noi seguivamo tutti i sabati al centro di formazione
DC alla Camilluccia, dove ti insegnavano che cos'è
una delibera, una mozione, una commissione, un
Consiglio, i rapporti col Parlamento e via discorrendo.
Dopo lo svecchiamento e la selezione della classe
dirigente, c'è un terzo problema, costituito dal sistema elettorale. Noi veniamo da anni, in cui si veniva
eletti se "vicini" al "capo di turno": infatti, era il
segretario nazionale del partito che decideva chi
candidare in questo o quel collegio. Poi c'è stata la
riforma elettorale in senso proporzionale, ma, a mio
avviso incompleta, perché ci vuole la preferenza. Io
sono per il sistema elettorale alla tedesca, ma con la
preferenza, e ci tengo a dire che sono sempre stato
eletto con la preferenza , con i voti della gente, che
poi, quando la incontri per strada, ti chiede conto
degli asili nido, delle strade, dei problemi irrisolti, e
allora devi dare delle risposte, se vuoi continuare ad
essere "preferito" dagli elettori. Credo che anche a
livello nazionale bisognerebbe adottare un sistema
elettorale, che ricalchi i modelli comunali e regionali, che mi pare funzionino abbastanza bene. Non è
un caso che la gente si è effettivamente staccata
dalla politica nazionale e si sia avvicinata, in maniera quasi affettiva, agli enti locali: il rapporto col sindaco, di qualunque colore, a Milano o a Roma, oggi
è il punto di riferimento, perché lo vedono, lo hanno
eletto direttamente, perché sanno che lui si gioca
una prospettiva in 5 anni.
Vogliamo parlare dell'Orchestra di Roma?
Ecco, così capiamo meglio che vuol dire fare poli-
Il Progetto è stato presentato la prima volta
già durante la celebrazione della Giornata
Mondiale dell'atassia tenutasi a Roma in
Piazza del Popolo il 25 settembre 2006. Ora
si avviano i lavori e l'AISA si avvicina a
medici, operatori socio-sanitari, agli ammalati di atassia ed alle loro famiglie attraverso una sede operativa ad Aprilia
tica sul territorio. Questa è una città che ha mille
rivoli, mille pieghe; bene, in due consiliature, ho
scoperto delle potenzialità inespresse. Ho incontrato molti giovani che hanno studiato musica, per
passione; perché
la musica è passione, quasi una vocazione laica, in
cui si comincia a 5, 6 anni, da bambini, Poi, a 16 o
18 anni, quando questi ragazzi escono dal
Conservatorio o dalle scuole, Roma non offre nulla,
e quindi se ne vanno; e così oltre alla già nota fuga
dei cervelli, di cui tanto si parla, abbiamo anche la
fuga delle "mani"; di quelle mani che suonano il
pianoforte o il violino, ma di questo non se ne parla
mai. Centinaia di giovani vanno a cercare fortuna in
Germania, Francia Inghilterra, dove trovano qualcuno che dà loro delle opportunità, che consente
loro di esprimere la passione della loro vita, cosa
che dovrebbe essere garantita a ogni giovane.
Purtroppo, il Comune di Roma ha fatto solo cose
per i grandi nomi: la festa del Cinema per grandi
produttori, l'Auditorium per i grandi concertisti;
ebbene, io sarò contento quando vi sentirò suonare
un giovane romano e non un grande musicista che
viene da fuori. Io credo che anche stare all'opposizione è importante, non fare niente è un'alibi. Io ho
fatto finanziare, con il bilancio scorso, il primo concorso musicale per giovani musicisti romani, dai
15, ai 30 anni; e per questi ragazzi abbiamo scelto
una sede storica, l'auditorium di Via della
Conciliazione, abbinandoci una borsa di studio. Il
30 gennaio all'auditorium abbiamo dato una opportunità concreta ai giovani compositori e esecutori.
La cultura ha un senso se lascia qualcosa, e la mia
intenzione è quella di utilizzare le "mani", che usciranno da questa rassegna, per metter in piedi
l'Orchestra di Roma, quella che manca in questa
città, fatta di giovani che studiano nelle scuole
romane, e che, anziché andarsene in giro per il
mondo, abbiano un approdo qui da noi, entrando a
far parte di un'orchestra della città, istituzionale, che
magari accompagni il Sindaco quando va a New
York o a Berlino, che faccia i gemellaggi come la
Scala di Milano o i Wiener Philarmoniker. I professionisti. hanno già altre strade, ma per i giovani
continua a pag 6
APRILE 2007
IV
E' una malattia rara ma subdola, colpisce il
sistema nervoso e rende impossibile persino
bere un bicchiere d'acqua e camminare. E
non ha preferenze tra bambini ed adulti,
colore della pelle e religione. Si tratta dell'atassia che -attraverso le ricerche scientifiche- s'è scoperto avere più di 50 forme
diverse. C'è però bisogno di fondi per la
ricerca e l'applicazione delle terapie così
come c'è bisogno di avere una sede ampia e
prestigiosa per entrambi i versanti della lotta
alle atassie. Sorgerà così ad Aprilia, in località Campoverde, il primo e finora unico
Centro di Eccellenza per la Cura e la
Ricerca delle Sindromi Atassiche in
tutt'Europa e nel Bacino del Mediterraneo.
L'idea nasce dalla rilevazione di molte
necessità nel settore specifico, riscontrate
nel corso degli anni dalla Aisa a livello
regionale, nazionale ed europeo. Sarà
l'Assessorato ai Servizi Sociali del Comune
di Aprilia, guidato da Giovanni Bafundi a
coordinare e verificare lo stato dell'arte
circa la realizzazione del Centro apriliano.
Con la creazione di questo primo Centro
europeo, in posizione strategica rispetto al
territorio italiano, potranno essere soddisfatti i bisogni di molti pazienti, sarà creato un
punto di riferimento per le famiglie, potrà
essere avviata la formazione mirata dei ria-
Anno 1 - n. 3
bilitatori e saranno sviluppate nuove tecniche ed ausili per 15.000 atassici primari ed
1.370.000 atassici secondari italiani, ovviamente da condividere e promuovere in
tutt'Europa.
Il Progetto è stato presentato per la prima
volta, già durante le celebrazioni connesse
con la Giornata Mondiale dell'Atassia, attraverso un incontro tenutosi nella Sala del
Carroccio, al Campidoglio, il 25 settembre
scorso a Roma, durante una giornata, in
verità, celebrata in tutto il Pianeta, del resto.
L'atassia fa parte di una famiglia di malattie
di origine genetica, progressive, altamente
invalidanti ed attualmente ancora incurabili.
Nei casi più gravi, oltre ad impedire anche i
gesti più "normali" per la nostra vita quotidiana, porta all'uso della sedia a rotelle e ad
una limitata o totalmente cancellata autonomia. La malattia, chiariamoci, non interviene in alcun modo sulle capacità intellettive
ma le difficoltà di comunicazione sono certamente intaccate e conseguentemente
anche le relazioni sociali. Il Presidente della
Associazione Italiana lotta alle Sindromi
Atassiche, Carlo Rossetti, a microfoni spenti, riflette a voce alta: "Nessuno si chiede
quale tipo di difficoltà possa avere quando
cerco di bere un semplice bicchiere d'acqua
con la mano che mi trema, sfuggendo alla
capacità del mio controllo. Allo stesso
tempo, in pochi si chiedono quale sia il peso
delle difficoltà di carattere fisico, piuttosto
che quelle di carattere psicologico".
In effetti, si bada molto agli aspetti "fenomenici", esteriori ma il più delle volte ci si
dimentica che una sindrome così particolarmente invalidante ha degli effetti profondamente deleteri anche in ambito psicologico:
"Questa malattia -continua il Presidente
AISA, Rossetti- ha anche una particolare
mira, poiché Madre Natura contiene una sua
intrinseca precisione: sceglie di colpire o in
classi di età estremamente basse oppure
intorno alla fasce adolescenziale, quando le
relazioni tra i sessi si fanno più "urgenti".
Immaginate, quindi, cosa accade in quest'ambito: le ragazze colpite dall'atassia non
escono più di casa ed i ragazzi, spinti dagli
ormoni a cercare una "fidanzatina" se ne
stanno al chiuso delle proprie stanze sentendosi "diversi" e certo non più oggetto di
ricerca affettiva".
Da tutto questo nasce non solo la necessità
di approfondire lo "status" della ricerca in
ambito strettamente scientifico, quanto piuttosto lo studio della fase psicologica, altrettanto importante, dato che gli effetti nefasti
della malattia colpiscono anche l'ambito
delle relazioni di natura sociale. In Italia
sono stati finora riconosciuti oltre 5.000 casi
di atassie primarie, per lo più in adolescenti
ma secondo il calcolo d'incidenza mondiale
potrebbero essere anche 15.000 le persone
colpite. Si tratta di un gap dovuto alla difficoltà di diagnosi. Sono inoltre 1.500.000 i
casi di atassie cosiddette secondarie, conseguenti cioé ad altre patologie. Molto è stato
fatto negli ultimi 10 anni, grazie ai fondi
raccolti negli ultimi dieci anni sono stati
individuati i geni responsabili di circa 60
tipi diversi di atassie, a volte rarissime,
come il tipo X-Link (una sola famiglia affetta in Italia e tre in Europa) e spesso devastanti con complicanze di varia estrazione,
comprese quelle in ambito cardiaco, come
nell'atassia di Friedreich.
L'Aisa, fondata nel 1982, è formata da circa
1.500 soci volontari, svolge attività di informazione e promozione della prevenzione
sulle atassie, presta sostegno globale ai
pazienti atassici, alle famiglie ed ai disabili
in genere, incoraggia e promuove la ricerca
scientifica genetico-molecolare ed immunologica, grazie ad una propria Commissione
Medica, formata da ricercatori delle diverse
Università italiane, che coordina le attività
di ricerca interagendo con organismi internazionali. Il Centro Pilota Europeo e del
Bacino del Mediterraneo che sorge ad
Aprilia avrà però caratteristiche di eccellenza ed unicità in tal senso.
"E' un motivo di grande soddisfazione ed
orgoglio -ha affermato l'Assessore ai Servizi
Sociali, Casa e Sanità del Comune di
Aprilia, Giovanni Bafundi- non solo in termini di supporto per le famiglie degli
ammalati di atassia i quali hanno bisogno di
cure sia in ambito strettamente medico sia in
ambito psicologico ma anche per il fatto
che il Centro di Eccellenza apriliano è
finora il primo ed unico nel suo genere in
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APRILE 2007
V
"LA RISPOSTA"
Il sindaco minaccia azioni legali contro
Poste.it per i disservizi nella consegna
della corrispondenza
"In alcune zone di Anguillara l'arrivo della
corrispondenza è ormai un "terno al lotto".
Come amministrazione riteniamo non più
tollerabile la situazione di disservizio di
Poste Italiane ad Anguillara". Così il sindaco di Anguillara Emiliano Minnucci denuncia i gravi disagi che negli ultimi tempi
subiscono moltissime famiglie di Anguillara
a causa della mancata consegna della corrispondenza a domicilio. In una lettera inviata al ministro delle Comunicazioni Paolo
Gentiloni, e al presidente e all'amministratore delegato di Poste Italiane, Vittorio
Mincato e Massimo Sarmi il sindaco di
Anguillara ha espresso tutto il suo disappunto per i disservizi in atto.
"Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni
circa i disservizi postali e sono in corso
anche raccolte di firme tra i cittadini per
protesta" commenta il sindaco. "Tra i quartieri più danneggiati figurano la zona di
Monte Sirente e anche quella del centro storico. La corrispondenza oltre che godere di
tutela costituzionale - aggiunge il sindaco significa anche, tenere sotto controllo bollette e richieste varie ed evitare eventuali
tagli a utenze determinate da ritardati pagamenti. Non vorremmo che l'ampliamento
del core business della spa che oggi avvicina Poste Italiane alla categoria istituti di cre-
Anno 1 - n. 3
dito ed altro, sia stato compiuto a discapito
del tradizionale compito del recapito della
corrispondenza a domicilio. Siamo decisi, a
tutela dei cittadini - sottolinea ancora
Emiliano Minnucci - ad intraprendere ogni
azione, non esclusa quella legale, per chiedere che Poste Italiane spa ad Anguillara
torni ad assolvere anche alla funzione fondamentale di consegna della corrispondenza".
"Come Comune - commenta il sindaco - ci
stiamo movendo per migliorare la numerazione civica, che crea alcuni problemi.
Tuttavia, questo non può essere un alibi per
Poste Italiane, visto che stiamo parlando di
zone residenziali tutt'altro che nuove e dove,
per moltissimi anni, la posta è stata regolarmente consegnata".
Anguillara 20 marzo 2007
comunicato n. 0450
Ufficio Stampa - Dottoressa Graziarosa Villani
[email protected]
Cell. 360/805841 - 348/6916159 Tel.
06/99600023 - Fax 06/99607086
www.anguillarainforma.it
www.comune.anguillara-sabazia.roma.it
CHE FINE FA LA NOSTRA
POSTA?
Da qualche tempo (troppo) i cittadini di
Anguillara Sabazia (RM) si vedono recapitare la posta, con ritardi di intere settimane.
Questo grave disguido, diventa gravissimo
se a non venire recapitato in tempo utile è
per esempio un bollettino di pagamento,
come purtroppo sta accadendo (al momento
della scrittura di questo articolo) in questi
giorni.
Ai cittadini di Anguillara Sabazia, viene
recapitata la posta, nelle ore più strane,
compresi bollettini di pagamento già scaduti, che solo grazie alle continue telefonate
dei cittadini ai loro creditori, riescono in
qualche occasione a non doverci pagare le
spese di mora.
Ci chiediamo: ma se i servizi non pagati
(luce, gas, telefono ecc. ecc.) ci venissero
staccati, chi pagherebbe per i disagi creati?
Interpellati i lavoratori dell'ufficio interessato, si sono lamentati della carenza di personale, dovuta ad aspettativa per malattia od
altro, sembra anche impossibile ricorrere al
lavoro straordinario, ed è solo per buona
volontà del personale addetto alla consegna
della posta, che la stessa viene consegnata,
anche fuori dell'orario di servizio del personale stesso, con conseguente rischio per gli
stessi portalettere che se dovessero avere un
incidente, non sarebbero neppure coperti da
assicurazione perché ufficialmente fuori
servizio.
Ci risulta che già alcune società (per esempio Teledue) hanno inoltrato lamentele alle
Poste Italiane nei confronti dell'amministrazione dell'ufficio postale di Anguillara
Sabazia, visto che tale disguido riguarda
solo questo ufficio.
continua a pag. 7
APRILE 2007
VI
Anno 1 - n. 3
continua da pag 3
abbiamo voluto creare questa opportunità, che sta
andando benissimo.
In tre parole, tre emergenze di Roma.
Emergenza casa, mobilità e servizi: pulizia delle
strade, trasporti.
In una battuta, una cosa buona e una cosa cattiva sul
Sindaco Veltroni
Sono due facce della stessa medaglia. Veltroni ha
avuto il demerito, a mio parere, di non fare il sindaco di Roma. Se ne è dimenticato - o meglio, lo sapeva bene - per preparare la sua scalata a livello nazionale; per non avere troppi problemi, contestazioni,
ha staccato da sé i problemi: ha fatto capire alla città
che il Sindaco è colui che dà i premi, che riceve gli
attori, che fa le manifestazioni sul cinema etc. Il sindaco, invece, è quello che risolve i problemi della
città, che dà una risposta a chi passa ore e ore bloccato in mezzo alla strada o sul GRA, a chi aspetta
mezz'ora un autobus che non arriva mai, a chi cade
col motorino nelle buche o sui marciapiedi rotti:
ecco, il sindaco fa tutto questo: insomma, la cosa
cattiva di Veltroni è che non ha fatto il sindaco: semplicemente, ha tralasciato tutti questi problemi. Se
facessimo un'analisi spietata di tutti questi anni,
sfido chiunque a dirmi in che cosa è migliorata la
città, in termini di mobilità di trasporti, di illuminazioni, di casa, di viabilità, di pulizia. Però - è questa
è l'altra faccia della medaglia - è certamente migliorata l'immagine della città all'estero, perché sono
stati spesi soldi, tanti soldi, per iniziative, che, poi,
non so quali benefici abbiano portato: è venuto il
Dalai Lama, è venuto Richard Gere, se questa è la
cosa buona, riconosciamogliela, ma io penso che un
sindaco debba occuparsi d'altro.
Vi faccio un esempio concreto: stiamo esaminando
il bilancio; non c'è una lira in più per i servizi, né per
l'assistenza, però ci sono 6 milioni e mezzo di euro
che il Comune stanzia per i mondiali di nuoto;
certo, si tratta di un evento importante, ma che deve
servire per far arrivare fondi dallo Stato, dalla
Regione, dai privati; i mondiali di nuoto non debbono essere occasioni per far fare bella figura al sindaco. Anche le Olimpiadi sono importanti, ma debbono servire per attirare capitali, sarebbe singolare che
si accollasse ogni onere la città che ospita. La Festa
del Cinema, è costata otto milioni di euro, a noi
romani: pensiamo a quanti marciapiedi, a quanti
asili nido, avremmo fatto, con quei soldi, quanti
autobus in più avremmo comprato.
Ci congediamo dal Presidente Gasperini con un
augurio sincero, per la "sua" ORCHESTRA DI
ROMA: speriamo di ascoltarla presto, magari
impegnata ad eseguire il trittico di Respighi dedicato alla Città!
a cura di Salvatore Scirè
io e D
(a prescindere, "che D mi perdoni!" - P.S.)
Chi, tra tutti noi, o perlomeno tra tutti quelli che
proprio non riescono a non vedere e/o a non sentire e/o a non…, chi, dicevo, ogni santissimo
giorno che accende la tv e si mette a guardare un
qualsiasi tg, non finisce con l'esclamare ogni
sacrosantissima volta: "Ma quanti ne muoiono!",
"E' una vera e propria mattanza!", "Morti di ogni
genere ad ogni latitudine!", ec…ecc…eccc…!
Io, per mio conto, "ormai" nemmeno lo dico più:
"ormai" sono "COSE OVVIE"! E l'aspetto veramente pazzesco della situazione è che forse ci
stiamo abituando davvero troppo a questo tipo di
"ovvio", tanto da farlo divenire "nostro quotidiano orrore"… (che bestemmia!). Poveri noi…
Venendo a D, tenuto presente quanto sopra
detto, è chiaro che l'homo sapiens che ha appena
finito di vedere il tg, oltre che flagellarsi moralmente per tutto stò schifo che lo circonda (e
qualche volta si flagella anche col "cilicio", che
và tanto di moda…e chi più può flagellarsi, di
più si flagelli, tanto sono buoni tutti i modi. A
non essere buoni sono i risultati, ma questo è un
altro discorso), si mette da prima nella sua mente
alla ricerca immediata del rimedio ai vari casi e
cerca le soluzioni che a lui devono sembrare
definitive. Di tutti i problemi ne studia i percorsi, di questa anomalia in generale, che è il male
stesso che accade, cerca di stabilirne i confini e i
limiti; poi guarda in prospettiva… e là comincia
a perdersi, ed è da quel punto in poi che inizia a
guardare a D come ultima risorsa e unica soluzione definitiva (…san gennà, facitece o' miracolo!).
D, la prima domanda. D, la prima risposta. Per
molti andrebbe bene anche così: è stato D, è
stata la volontà di D, se va bene è grazie a D, se
va male è sempre da dire grazie a D perché è
così ci insegna a vivere e ad apprezzare , e nella
peggiore delle ipotesi, quando tutto dovesse
essere davvero troppo da sopportare, anche per
un perfetto Giobbe…, c'è sempre D che ci pensa,
e se non su questa Terra ed in questa vita terrena, sicuramente saprà premiarti, e così sarai
ospitato nel tuo "prossimo/lontano" futuro…nel
suo P, e se avrai saputo sopportare nel suo nome
anche la privazione della tua vita, D avrà anche
riservato per te una suite nel suo P, con tanto di
vista mozzafia
to sull'universo all'orizzonte, oltre le montagne
di nuvole sottostanti, e con la possibilità di cambiare il paesaggio con un telecomando ovviamente miracoloso (nda: viene abilitato un dito a
propria scelta per
poter svolgere tutte le funzioni di comando
che ci possono interessare; funziona puntando il
dito "abilitato" verso l'obiettivo che ci interessa
e, esprimendo l'ordine che si vuol dare, si ottiene ciò che si vuole! Bello davvero!! 72 eureka!!!).
(l'homo sapiens…SIGH!), che tra l'altro dovrebbe perfino somigliargli?
Ecco che, dando per buona l'ipotesi (1), cioè che
chi ha creato l'universo abbia poi creato anche
l'homo sapiens, nascono due possibili risposte al
problema evidenziato (cioè che st'homo sapiens
a noi non è che ci risulti essere poi tanto
super…).
1^ possibilità: D esiste, ed è perfetto, ha creato il
tutto, perfetto, e poi ha creato l'homo sapiens,
perfetto, come il suo creatore, salvo poi togliergli di mente l'idea stessa di questa perfezione. E
allora ecco che noi saremmo perfetti, come prodotto di un creatore perfetto, che non può che
creare cose perfette, e la nostra imperfezione starebbe nella "non conoscenza" della nostra stessa
perfezione ( e qua D avrà pure avute le sue
buone ragioni, ma lo stesso non lo capisco, non
ne comprendo lo scopo, non c'è una ragione
apparente che ne giustifichi la scelta, se non di
altro livello, non umano).
2^ possibilità: D esiste, ed è perfetto, ha creato il
tutto, perfetto, e poi ha creato l'homo sapiens,
imperfetto (e pure qua avrà avute le sue buone
ragioni, ma lo stesso non lo capisco, non ne
comprendo lo scopo, non c'è una ragione apparente che ne giustifichi la scelta, se non di altro
livello, sicuramente non umano).
Conclusione al punto di ipotesi (1): per me, si
può scartare.
Punto di ipotesi (2):
D non esiste.
Questa ipotesi non può essere vera, per il semplice fatto che se così fosse non dovremmo
esserci neanche noi.
Conclusione al punto di ipotesi (2): per me, si
può scartare.
Punto di ipotesi (3):
D esiste, ma non ha la barba, e non ha neppure
la pancia, e non sta seduto tra le nuvole a fare
ditino-ditino con il primo che gli capita a tiro, e
non fa i dispetti alle persone, e nemmeno i piaceri.
Ed infine, a tutto può somigliare, tranne che all'homo sapiens.
Altro.
Conclusione al punto di ipotesi (3): mi piace!
Me lo appunto e me lo studio meglio.
Anzi, meglio, facciamolo tutti, e poi ne discutiamo, possibilmente in modo civile, da Uomini,
tra Uomini, come Uomini che discorrono di D.
Non altro.
Pino Sicolo
D, dunque.
Punto di ipotesi (1):
D ha creato tutto. Prima ha creato il vuoto, poi
l'ha riempito di piccoli sassolini (che girano su
sè stessi, e gli uni con gli altri intorno a qualche
altra cosa) e di piccole pallette di fuoco (che
stanno un po' più ferme dei sassolini), e ha
lasciato anche, qua e là, qualche buco nero, e poi
ha fatto anche altro, e per ultimo l'homo sapiens,
ed il tutto abbastanza in fretta, tanto che dopo
appena sei giorni ha finito, e da allora non se ne
sa più niente, tanto che "Chi l'ha visto?" dovrebbe iniziare ad occuparsene.
Ora, la domanda che questa ipotesi suggerisce è:
"dato" e "accettato" che sul Pianeta Terra il problema più grosso è "l'homo sapiens", come può,
è la domanda, chi ha creato l'universo così meravigliosamente meraviglioso, essersi sbagliato
proprio nel realizzare il suo prodotto ultimo
APRILE 2007
VII
Anno 1 - n. 3
I NOSTRI NUOVI AMICI
continua da pag. 5
La signora Ilaria Morelli, residente in via
Umberto Giordano 5, ha già denunciato
anche alla stampa (Il Messaggero del 6-32007) l'incredibile disagio che si protrae da
oltre un mese, senza avere alcuna risposta
concreta da parte della direttrice di questo
ufficio postale, solo vaghe promesse riguardanti una non meglio specificata ristrutturazione del servizio.
Evidentemente in questo ufficio postale l'organizzazione sia del personale che dello
smistamento della posta, è considerato un
optional.
Tutte le volte che ci si reca all'ufficio postale di Anguillara, sia che ci siano due persone a fare la fila o che ce ne siano 20, per
pagare un semplice bollettino postale ci si
perdono circa venti minuti se non di più,
perché se ci sono poche persone, gli sportelli aperti al pubblico sono uno o due al massimo, se ci sono più persone allora, forse, gli
sportelli aperti diventano quattro.
Che fine fanno gli altri sportelli quando la
fila è corta? Perché dobbiamo in ogni caso
fare almeno quindici minuti di fila prima di
riuscire ad uscire dalla posta?
Spesso ci vediamo costretti a cercare un
ufficio postale più efficiente presso altri
paesini limitrofi, e molte volte lo troviamo.
Non riusciamo a capire perché si debba
essere costretti al trasferimento forzato per
non perdere mezza giornata per pagare un
bollettino postale, che è già arrivato in ritardo e spesso scaduto.
Ma forse il motivo è molto più trasparente
di quanto non si creda.
I servizi che le Poste Italiane elargiscono, o
per meglio dire tentano di elargire, sono servizi che fino a pochi anni fa, erano prerogativa delle banche.
Le Poste Italiane si sono strutturate premiando l'aspetto economico-finanziario con
la conseguenza che il servizio di recapito
postale è pian piano scaduto in secondo
ordine.
Questo contribuisce, non avendo adeguato
le strutture ne il personale, ad allungare le
file che vediamo ogni giorno negli uffici
postali. Ma questo accade in tutta Italia, e
allora perché solo ad Anguillara Sabazia c'è
un ufficio postale così inefficiente?
E' stata lanciata la sottoscrizione di una petizione inviata alle Poste Italiane, Direzione
Regionale del Lazio, e per conoscenza al
Comune di Anguillara ed ancora all'Ufficio
Postale di Anguillara, nella quale si denunciano i disservizi sopra elencati e dei quali
noi di "Volta Pagina" come associazione
intendiamo farci megafono presso tutte le
sedi istituzionali e se necessario farci punto
di riferimento
per eventuali azioni legali che si dovessero
intraprendere nei confronti dei responsabili
di tutto quanto esposto.
APRILE 2007
VIII
TEATRO ED HANDICAP:
UN BINOMIO NUOVO E
AFFASCINANTE
Parlare oggi di mondo del teatro in relazione al
mondo dello svantaggio e della disabilità, invocare
la loro sinergia, sottolineare i loro reciproci apporti, enfatizzare la loro "perfetta" integrazione, è
affermazione molto di moda, un refrain spesso
scontato. Tanto di moda che sembrano lontani,
molto lontani, i tempi nei quali questi due universi
non soltanto non risultavano complementari, ma si
trovavano su un piano di radicale conflitto, o di
paritetica riprovazione sociale. Eppure, ricordiamolo, l'ipotesi che lo spettacolo - il teatro in particolare - e il disagio psichico e fisico possano convivere non ha che pochi decenni.
Nel mondo greco, per lo meno in quello classico, il
teatro ha sempre costituito un valore alto, strumento di memoria e di identità collettiva, collante
sociale e umano, specchio delle virtù e delle idealità più elevate.
Per contro nella culla del teatro, la Grecia, l'humus
sociale ellenico non è mai stata tenero con l'handicap. Era una società profondamente avversa come ricordava Cesare Pavese in alcune pagine
illuminanti poste ad introduzione dei suoi
"Dialoghi con Leucò" - a ogni "deformità" e a ogni
"mostruosità", così completamente concentrata e
assorta nella bellezza e nell'equilibrata armonia
della figura umana da concepire un orrore primigenio per ogni sorta di devianza da questa perfetta
norma apollinea. In questo mondo l'handicap ha
sempre rappresentato il disvalore, tollerato a malapena quando non dichiaratamente soppresso, come
nel caso delle esposizioni spartane sul Taigeto dei
bambini non perfetti fisicamente. E non andava
meglio nelle altre poleis, talché è lecito pensare
che proprio la nascita della tragedia - con il sacrificio rituale del tràgos, del capro - presentasse una
contiguità forte con i riti di passaggio e di eliminazione del male, invariabilmente associati con la
cacciata del "deforme" dalla città e la palingenesi
dei suoi abitanti.
E quando il deforme non si uccide, del deforme si
ride. La commedia è precisamente la codificazione
esorcizzante di un atteggiamento sociale sublimato, ma in definitiva, non meno violento.
L'ostracismo della città non si manifesta con
l'esclusione fisica, ma con la condanna del ludibrio,
con la separazione sociale del riso.
Questo impianto concettuale profondamente squilibrato tende, nelle forme spettacolari latine, a portarsi su un piano meno sperequato. E non certo a
vantaggio dell'handicap, ma a tutto svantaggio del
teatro, che diventa infatti ludus, gioco, spectaculum
appunto, deprivato di quella sacralità che il mondo
greco gli aveva attribuito. E come gioco per l'occhio inizia ad accreditare la deformità come una
forma dapprima tollerata e poi, piano piano, conna-
Anno 1 - n. 3
turata addirittura allo
spettacolo.
Nel mondo cristiano
medievale questo processo si perfeziona e si esaspera e i due termini del
binomio, teatro ed handicap, vengono accomunate
in un'unica grande condanna. Il disabile è colui
che incarna in sé l'ira divina (concretamente, nel
proprio corpo, in contraccambio dei peccati commessi). Non è più odiato
dagli dei, ma odiato da
Dio. Il teatro è figlio del
demonio. In parte per
essere un chiaro lascito
del paganesimo, in parte
per contraffare attraverso il gestus dei propri operatori, i giullari, la figura umana distorcendola in
figura demoniaca.
Non è un caso che attori, prostitute, poveri e malati (e in questa categoria rientrano, nel mondo
medievale, a buon diritto i disabili) costituiscano le
categorie privilegiate su cui si appunta l'esclusione
della società dell'età di mezzo. Non è un caso che
la rivoluzionaria metanoia di San Francesco riabiliti gli uni, i malati (il famoso episodio del bacio al
lebbroso), e gli altri, gli attori (Francesco era noto
definirsi ioculator Dei, giullare di Dio). Non è un
caso che la legislazione medievale considerasse
malati e attori come uomini "dimidiati" (mutilare
un uomo secondo i duecenteschi Statuti di Assisi
prevedeva una pena di cento scudi, mutilare un
giullare, cinquanta). Non è un caso infine che nei
testi monastici dell'XI e XII secolo invariabilmente si accorpassero degrado del corpo, riso, attore e
diavolo in un unica grande categoria di riprovazione.
Con l'ambigua riabilitazione dell'attore nel mondo
rinascimentale e cortigiano della Commedia
dell'Arte, e ancor più nel Secolo dei Lumi, la bilancia torna a pendere ancora dalla parte del teatro: da
un lato i primiattori, le primeattrici, le protagoniste
e i protagonisti del belcanto, le ballerine, espressione tutti di un mondo in cui la bellezza e la prestanza fisica iniziano a diventare un imperativo categorico, dall'altra la deformità, relegata nell'orrore dei
circhi, e delle troupe girovaghe. Animali e mostri anche etimologicamente monstrum è il segno degli
dei, un segno contro natura, un prodigio - iniziano
a divenire le attrazioni forti per un pubblico sempre
in cerca di nuove emozioni.
E arriviamo ai giorni nostri, nei quali il sospetto
moralistico e sociale sugli attori è stato definitivamente fugato e sostituito da una generalizzata invidia per un mestiere che coniuga prestigio sociale e
ricchezza. E anche se oggi, per essere accettati
socialmente, bisogna essere alti, belli con gli occhi
azzurri e molto abbronzati, a onor del vero final-
Ettore Mancini
Via Anguillarese, 75 - Anguillara Sabazia (Roma)
Tel. / Fax 06.9994613 - E-mail: [email protected]
mente anche in relazione al mondo dell'handicap e
dello svantaggio si iniziano a intravedere degli spiragli, e questo universo reclama con forza la sacrosanta dignità che per millenni gli è stata negata.
Storicamente spetta ai Gesuiti il non trascurabile
merito di avere capito che il teatro poteva essere un
utile alleato nell'apprendimento. Nei loro collegi,
modelli avanzati di trasmissione della conoscenza
in un mondo ancora esemplato su moduli tradizionali tardomedievali, il teatro era una ancilla scientiae, un'ancella del sapere, che però attraverso il
metodo di "drammatizzare" i contenuti che si
dovevano studiare, finiva per familiarizzare i
discenti assai più rapidamente e con maggiore
curiosità di quanto facesse quella che oggi potremmo definire una "lezione frontale". Certo, il metodo "teatrale" era rigorosamente ancorato a canoni
morali e non certo estetici, e si configurava in certo
modo come prosecuzione di un atto devozionale,
ma è noto quanto la natura demoniaca del teatro
possa rendere "eretiche" anche le proposizioni più
sante.
In tempi più recenti - e parliamo dell'inizio degli
anni Venti del secolo scorso - Jacob Levi Moreno
fonda lo psicodramma. Si tratta di una fondazione
di valore incalcolabile, e non solo per la psicoterapia. E' in pratica l'affermazione secondo cui il teatro, il suo modo di comunicare, la sua metodologia
e il suo bagaglio esperienziale sono adatti, singolarmente adatti, ad interagire con la patologia, con
l'esclusione, con la disabilità. Con l'invenzione
dello psicodramma da parte di Moreno entrano
nella psicoterapia contemporanea i metodi "attivi".
In essi, oltre che alla parola, viene fatto ricorso al
linguaggio del corpo e a una regia terapeutica basata sul fare oltre che sul dire.
L'ultima rivoluzione - che come ogni rivoluzione
non ha trascurato affermazioni anche estreme e
oggi difficilmente condivisibili - è avvenuta negli
anni '70 e ha investito soprattutto la scuola, il luogo
cioè dove si assemblava e riproduceva il sapere.
Non già quindi il luogo dell'eccezionalità patologica, ma quello della "normalità" dei gruppi classe,
con le loro dinamiche e configurazioni. E' in base a
questo movimento forte di "liberazione" didattica
di un trentennio fa che per noi oggi l'associazione
tra teatro e scuola, tra teatro ed handicap (inteso
come componente di un gruppo classe, o come
gruppo autonomo di lavoro) è un rapporto familiare e naturale. E insieme a questo l'attenzione capovolta rispetto al teatro tradizionale - che punta
il fuoco, nella catena comunicativa, non già sul
destinatario (il pubblico) quanto sull'emittente (il
ragazzo, il disabile).
Marco Brogi
APRILE 2007
IX
continua da pag. 1
tari "inconsapevoli" di yacht miliardari,
intestati a s.r.l. con un volume d'affari
dichiarato di 6/7 mila euro l'anno) hanno
approfittato della loro "potenza" per usufruire delle attenzioni delle allegre fanciulle
di cui sopra, le quali, se li incontrassero al
supermercato, non li degnerebbero neppure
di uno sguardo.
Diciamo che tutto questo non ci scandalizza
più, ormai.
E' il verminaio che si è sviluppato, a gettare
luci sinistre sulla cronaca quotidiana.
La fotografia era considerata una forma
d'arte creativa; e alcuni tristi individui l'hanno trasformata in arma di ricatto verso "i
potenti" presi in castagna o, peggio, attirati
in qualche trappola.
Di solito le paparazzate concordate servivano a far pubblicare qualche foto dell'aspirante velina con il calciatore o l'attore famoso di turno. Oggi, invece, si mettono tutti
d'accordo per estorcere soldi, a quanto sembra emergere dalle indagini.
Purtroppo, tale malcostume si alimenta
dalla richiesta del mercato, nel senso che se
nessuno comprasse più certa stampa (rosa,
gossip, scandalistica etc.), automaticamente
anche questo andazzo smetterebbe.
Purtroppo, la curiosità morbosa, il senso del
peccato e della trasgressione, sono fattori
che alimentano, invece, la domanda di un
certo tipo di notizie.
La verità è che bisognerebbe tornare a dare
la giusta importanza alla centralità dell'individuo (uomo o donna che sia) e, soprattutto,
ai valori e alla meritocrazia. Invece, questa
società consumista si basa unicamente sull'apparire, sull'esteriorità (magari "siliconata", quindi bugiarda per definizione). Esalta
a torto modelli di vita sbagliati che inducono schiere infinite di ragazzine senza criterio a dire: "voglio fare la velina, la letterina,
la strisciolina, la cartolina, il Grande
Fratello o La Stalla, solo per apparire in TV,
così magari mi fidanzo con un giocatore di
serie A, ma va bene pure di B".
E quando si presentano a un provino e qualcuno chiede loro "che sai fare?", la risposta
di solito è "niente!". A quel punto, fatalmente vengono fatalmente portate a dimostrare
"quello che sanno fare" in altri "campi". E
così nasce la Vallettopoli di turno, o
meglio.... Lettopoli!
Anni fa, i dirigenti di una grande rete TV
escogitarono un sistema intelligente per
sdebitarsi nei confronti di fanciulle senza
arte né parte, ma molto brave a fare "altro".
Crearono, infatti, un apposito programma
notturno, che non vedeva quasi nessuno e in
cui le procaci ragazze leggevano delle banalità inascoltabili. Insomma, seguendo il tradizionale e italico motto "chi ha avuto, ha
avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha
dato", avveniva uno scambio di reciproche
cortesie, ma con un minimo danno, in termine di qualità.
Anno 1 - n. 3
Oggi, invece, l'incapacità e la mancanza di
professionalità sono quasi una bandiera da
esibire con orgoglio!
Come venirne fuori? Non è semplice.
Volendo fare un confronto, è un po' come
pretendere di eliminare la criminalità dalla
faccia della terra. Sono patologie socio-culturali che si possono curare, controllare,
ridurre, ma sradicare mai.
Nonostante ciò, vogliamo dare qualche consiglio di buon senso ai nostri lettori, specialmente a tutti coloro che faticano ad arrivare
a fine mese con lo stipendio in euro.
Non guardate più TV spazzatura! Non comprate più giornali spazzatura! Non seguite
trasmissioni-evento con vallette pagate a
peso d'oro! Non comprate più prodotti che
sponsorizzano questo o quel miliardario; se
non volete continuare ad alimentare un
sistema drogato (in tutti i sensi!) , che partorisce solo fenomeni deteriori e di pessimo
gusto.
Se tutti ci comportassimo così, forse qualche cosa cambierebbe. Ma ci vuole tanta
educazione, tanta cultura, e tanta buona
volontà!
Il Direttore Responsabile
Salvatore Scirè C.
continua da pag. 1
seguono, se da quello stile ci si allontana,
arriva puntuale, il giudizio gratuitamente
stupido, dello stupido di turno che, in quanto tale, è già di per se un perdente…
Una persona può ritenersi vincente, quando
è il solo "padrone" e nello stesso tempo il
critico, della propria vita e delle proprie opinioni, quando non approfitta, per poi sentirsi appagato, di un debole, quando sa confrontarsi esprimendo senza infantili influenze esterne, giudizi possibilmente reali, ma
soprattutto personali.
di Catia De Carolis
continua da pag. 2
ALFONSO SALARDI ARTISTA E
INSEGNANTE
dal 24 marzo al 15 aprile 2007 - dal martedì
alla domenica
Sala Veratti, Via Veratti 20 - Varese
Orari di apertura: 10.30/12.30 – 14.30/18.00
Per prenotazioni visite guidate per scolaresche, prenotazioni al numero 0332/255024.
PER INFORMAZIONI
Comune di Varese
www. comune.varese.it
[email protected]
se.it
Avenance Italia -Ufficio Marketing &
Comunicazione
Tel: 02/39039.301- Fax: 02/3574971
[email protected]
www.avenance.it
APRILE 2007
X
Anno 1 - n. 3
DRAGONONDA
Sport e cultura:uno stile di vita
L' Associazione Sportiva Culturale DRAGONONDA, è nata nel 2003 con l'intento di
promuovere nel territorio di Anguillara
Sabazia, attività di carattere ludico e di collaborazione con il comune di Anguillara,
prevalentemente con l'utilizzo del
Dragonboat, imbarcazione di origine cinese,
ma conosciuta ormai a livello nazionale ed
internazionale, sia in manifestazioni di
carattere folkloristico che in vere e proprie
manifestazioni agonistiche sportive.
Abbiamo partecipato a gare di livello nazionale, ed il nostro equipaggio, insieme
all'equipaggio di Trevignano Romano, ha
partecipato ai campionati Italiani del 2003.
Negli anni successivi, abbiamo conquistato
un terzo piazzamento nazionale, ed abbiamo
ottenuto ottimi risultati nei Campionati
Italiani Masters della Federazione.
Abbiamo partecipato alle manifestazioni
tenutesi sul lago di Bracciano quali: "La
Voga Dei Cigni", il "Trofeo la Rocca".
Fiore
all'occhiello
della
nostra
Associazione, è stato la partecipazione alla
34 km della Voga Longa di Venezia nelle
edizioni 2004, 2005, 2006, e naturalmente
saremo in prima linea nell'edizione del 2007
che si terrà il 27 maggio prossimo.
Quest'anno, per la prima volta nella storia
del Dragonboat di Anguillara, parteciperemo ai Campionati Europei per Club, che si
svolgeranno a S. Pietroburgo in Russia.
In ambito comunale, abbiamo organizzato il
primo trofeo "Lago Colorato" portando
nello specchio di lago prospiciente
Anguillara, ben cinque Dragoni che hanno
dato il via ad una appassionante gara.
Dal punto di vista culturale, abbiamo rappresentato nella manifestazione "La
Domenica del Villaggio", uno scorcio delle
attività lacustri, trasportando in barche a
remi, gli ospiti che intendevano visitare i
luoghi di ritrovamento del Villaggio
Neolitico.
Il sito archeologico, situato in località
Marmotta è a poca distanza dalla riva del
lago e sotto alcuni metri d'acqua, la cui
meravigliosa piroga ritrovata quasi intatta
viene oggi conservata nel Museo adiacente
alla stazione di Anguillara.
Nella manifestazione in occasione della
festa della donna dell'8 marzo, la
Dragononda ha predisposto il primo
Biathlon del lago di Bracciano, nell'armonia
tra maschile e femminile, mettendo in barca
prima, e sul campo di atletica dopo, atleti di
ogni sesso ed età.
Nelle nostre manifestazioni, simbolo di
forza e di coraggiosa rivincita sulle avversità del destino, sono state sempre presenti le
donne
dell'ANDOS,
(Associazione
Nazionale Donne Operate al Seno)
continua a pag. 10
CIVITAVECCHIA
TRA POCO NUOVAMENTE
ALLE URNE
INTERVISTA A
GIANFRANCO PERNA
per di più sporcano i muri della città, le cene
ingrassano. In sintesi ritengo che ci sia una
sproporzione tra le campagne elettorali che gli
aspiranti consiglieri affrontano impegnando
circa cinque o seimila euro, alcuni di loro già
hanno aperto i rispettivi comitati elettorali, a
fronte di una attività che andranno a svolgere
senza percepire nessun compenso.
Gianfranco Perna, Presidente della 3^
Circoscrizione di Civitavecchia, Giunta
Saladini, eletto nelle file dello SDI con 2.500
voti circa.
D. Lei dunque mi sembra di aver capito, che
non accetta “sponsor”?
R. Esatto io non accetto compromessi.
D. Caro Perna ci racconta la sua esperienza
con la giunta Saladini?
R. Un fallimento totale! Non per Saladini, ma
per la politica adottata dai suoi Assessori.
continua da pag. 9
le quali, nonostante sottoposte ad operazioni psicologicamente e fisicamente devastanti, hanno saputo rimettersi in discussione
come donne e come atlete.
Viviamo in un territorio molto bello che
deve essere ulteriormente valorizzato, e le
manifestazioni sul lago sono spettacolari e
offrono un piacevole diversivo alle manifestazioni sulla terra, meno visibili e godibili
sia per il luogo che per la panoramica.
Proprio in quest'ambito, l'Associazione
Dragononda, vuole riproporre alcune manifestazioni che concorrano alla rivalutazione
del territorio di Anguillara e più apertamente del territorio dei comuni del lago, tra le
quali il "Secondo Trofeo Lago Colorato",
che dovrebbe avere luogo in occasione della
festa della Madonna nella prima settimana
di settembre.
Tali manifestazioni, oltre a far conoscere la
cultura del lago, il suo meraviglioso territorio e l'innumerevoli luoghi di ristoro e di
cultura, contribuiranno al coinvolgimento di
numerosi atleti delle varie discipline agonistiche ed in particolare del Dragonboat (22
atleti per ogni equipaggio) favorendo la
presenza di una moltitudine di persone che
assistendo a tali gare, "invaderà amorevolmente" le nostre bellissime spiagge.
Stefano Aversa
D. Lo aveva ipotizzato da tempo?
R. No, ma ho maturato questa convinzione
strada facendo. Ben presto è risultato evidente,
infatti, che le problematiche dei quartieri San
Gordiano e Campo dell’Oro, erano talmente
tante che con gli Assessori in carica non si riusciva ad avere collaborazione. Vedi il progetto
relativo alle opere finalizzate per il ponte
Malpasso di San Gordiano che, nonostante la
presenza di un Assessore dedicato alle grandi
opere, non ha visto l’inizio dei lavori “incancreniti” da anni nonostante le sue promesse di
iniziare i lavori da un lunedì all’altro. Ad oggi
con l’aiuto del Commissario straordinario,
Dott.ssa Iurato e dell’Architetto Piacentini,
siamo riusciti ad iniziare i lavori.
Riepilogando, quello che non siamo riusciti a
fare in sette mesi di giunta Saladini, abbiamo
fatto in due mesi di commissariato.
D. Cosa si aspetta da queste nuove elezioni?
R. Pur non condividendo la candidatura di
Moscherini a primo cittadino di una città che
non ha visto i suoi natali, è nato a Livorno,
sono certo che in virtù della attuale molteplicità dei candidati del centrosinistra, quattro, sarà
proprio lui ad avere la meglio tra i tanti litiganti.
D. Allora perché non si presenta nella coalizione di Moscherini?
R. Perché non mi sento di condividere i progetti dell’attuale schieramento di destra.
D. Ci può anticipare qualcosa del suo programma?
R. Ritengo sia necessario impegnarsi per stare
più vicini ai quartieri e continuare i progetti di
Scalo Matteuzzi e di Via Adige.
D. Cosa auspica per la sua città natale?
R. Sono pienamente contrario alla Centrale al
Carbone, e mi auguro che chi vincerà le elezioni porti a termine le promesse fatte in campagna elettorale, non come accaduto nelle precedenti amministrazioni.
D. Perna ricordo la sua prima campagna
elettorale e ricordo di non aver visto “santini”, manifesti e cene.
R. I “santini” costano, i manifesti come sopra e
D. Ci saluti con uno slogan.
R. Niente è difficile, basta volerlo.
Daniela Gasperini
Sempre a proposito di salute
Con questa mia nota vorrei sottolineare quanto è
importante in questo momento storico la presenza
del volontariato, e quanto questo, oltre a rispondere alle esigenze di tipo solidaristico di tanti soggetti, che spontaneamente prestano la propria opera
nei più diversi settori, è fondamentale per affiancare le Istituzioni.
Questo è un mondo assai variegato in cui convivono realtà completamente diverse: infatti a fianco di un volontariato strutturato e con una storia
di decenni alle spalle, esistono nel nostro paese
migliaia di associazioni più o meno grandi, con
fini statutari assai diversi, ma che contribuiscono
alla soluzione di molti problemi, cui le Istituzioni
non hanno ancora trovato modo di dare completamente delle risposte: il volontariato in questo
momento di incertezze morali e di “nuove povertà” , partecipa a pieno titolo alla entusiasmante
sfida di conciliare la salute ( e non la sanità ) con
l’economia .
La situazione della sanità della nostra Regione è
decisamente cambiata negli ultimi anni, ed anche
la medicina lo è, sempre più specialistica e sempre
meno orientata al ricovero ospedaliero: ed in questa situazione , essendo la salute un diritto di tutti i
cittadini sancito dalla costituzione, per preservarla
e mantenerla sono necessarie sempre più strutture
ambulatoriali e di Day Hospital , che siano in
grado di fornire prestazioni efficaci ed efficienti.
Purtroppo sempre maggiore diventa il carico sulle
famiglie, specie per le problematiche inerenti alle
fasi iniziali e finali della vita, che spesso mal si
conciliano con le esigenze di natura economica e
lavorativa. Le esigenze del territorio sono quindi
cresciute, in quanto i servizi offerti molto spesso
hanno orari e giornate di apertura non conciliabili
e non esiste , almeno in maniera adeguata , assistenza domiciliare.
continua a pag 14
XI
APRILE 2007
"ED IO CHI SONO?"
"IO POSSO ENTRARE?"
Anno 1 - n. 3
Ricevo dalla Sig.ra Valeria Milletti Volontaria dell'Ass.Franca Valeri (che non
ha internet) e vi invio:
…. E mi ritrovo da solo a guardare il mare,
sperando di riuscire a capire realmente chi
sono, cosa voglio, quali sono i miei sogni.
Quei sogni che mi si sono spezzati quando
ancora bambino sono stato violentato nei
sentimenti, nell’anima, nel corpo. Una violenza che non posso dimenticare e mi
accompagna nella mia esistenza, come
un’ombra. A volte l’orco è più vicino di
quanto si pensa. Ed ora non posso far altro
che far male a quella parte di me o degli
altri, in cui rivedo l’orco, mi voglio punire
per punirlo, e continuo solo a farmi del
male. Vorrei solo un mondo senza più
ombre !
Ricordo di quando ero bambino ed avevo
timore, paura, ansia, il giovedì e venerdi per
me erano due giorni terribili, lui era a casa.
Ho quarant’anni ed ancora oggi il giovedì
ed il venerdi rimangono due giorni in cui
riesco a fare poco. Vivo con due parti in me,
l’una che cerca di sovrastare l’altra, l’altra
che cerca di punirla.
Avrei voluto avere una famiglia diversa ed
oggi non so più cosa è una famiglia. Vorrei,
almeno, che tu, che stai leggendo queste
poche righe, ti fermi un’attimo.
Non pensare a nient’altro, a quanto male
può esserci all’interno di una famiglia ed a
quanto male si può fare ad un bambino; a
distanza di tanti anni quell’ombra non va
più via. Ho dovuto vivere una vita di finzioni, la mattina mi dicevo “si va in scena” e
per me, da allora, la vita è diventata un grande teatro. Ho imparato così bene la mia
parte che oggi, tolti i panni dell’attore, non
so più chi sono io. Potrei essere tutto ciò che
gli altri vogliono o desiderano, ho imparato
così bene a soddisfare i desideri degli altri
che non riesco a fare nient’altro. Non sapere chi sei. Cosa vuoi. Sto imparando oggi a
capire che significa volere. Io voglio. Per
me è stata un’enorme scoperta. Mi sono
reso conto che ho un’enorme potere in
mano. Scegliere. Non voglio fare più male a
me stesso, per troppi anni ho esaudito i desideri degli altri. A cominciare dall’orco che
avevo in casa. Nessuno si chiede mai il perché di certi comportamenti. Quello che
sento è solo tanta ipocrisia.
Imparavo a soli cinque anni a non sentire
nulla. Per me era diventato un gioco.
Vincevo se riuscivo a non sentire niente,
non pensare a niente, non provare emozioni.
Ed ero sempre primo ! Vincevo sempre.
Non potevo dire nulla, il silenzio. Da grande, sono rimasto primo. Riesco ad emozionarmi solo con gli animali, con i cavalli, non
fanno male. Giocano come me, sentono le
emozioni, anche se non possono parlare. Ma
per me parlano.
Ora voglio rinascere, far uscire fuori la mia
persona, come in una nuova nascita. Non
voglio dimenticare perché non posso farlo,
ma neanche perdonare. Non è possibile
farlo. Non voglio farlo. Non è giusto farlo.
Fermati e pensa. Avrei voluto un padre
diverso, un padre. Non mi è più possibile
averlo e non lo avrò mai. Mi rimane solo
quella terribile ombra.
Lettera Firmata
Alla redazione di "Volta Pagina"
L'art.13 del regolamento comunale per la
tutela degli animali del Comune di
Anguillara Sabazia consente l'accesso degli
animali domestici su tutti i mezzi di trasporto pubblico operante nel Comune
(25.07.2005). Fin qui niente di strano.
L'ordinanza va nella direzione della legge
regionale e nazionale. Quello che è strano è
che nessuno, Sindaco in testa, si sia mai
accorto che i mezzi del trasporto pubblico,
affidato alla Capparella bus, recano tanto di
cartello che vieta l'accesso ai cani.
Domanda numero 1: Chi viene da Roma in
treno col proprio compagno a quattro
zampe come può, dalla stazione, raggiungere il centro di Anguillara o Trevignano, se
non c'é qualcuno con un'auto ad aspettarlo?
Domanda numero 2: perché il Sindaco, a
cui per legge (DPR del 31 Marzo 1979)
spetta far rispettare il regolamento comunale non si è ancora attivato, nonostante avessimo già segnalato questa irregolarità il 3
febbraio 2007 sul giornale TRE? Per favore
aiutateci a risolvere questa "anomalia". Ve
ne saranno grate sopratutto quelle persone
anziane che non guidano, ma non per questo intendono rinunciare ad una gita al lago
con il loro compagno peloso di vita. Grazie
Associazione Onlus Franca Valeri
APRILE 2007
XII
SPAZIO..EVENTIKARTE
Il mese di Marzo è protagonista di iniziative
ricche ed interessanti per quanto riguarda
l'Arte.Tra le numerose proposte voglio segnalare:Vitarte,giunta alla quarta edizione.
Giornata conclusiva (domenica 11 marzo)
della mostra mercato di arte moderna e contemporanea in corso al centro fieristico di
TusciaExpo a Viterbo.
L''indiscussa qualità delle opere esposte,
l''affidabilità delle migliori gallerie italiane
presenti in fiera, il ricco programma degli
eventi collaterali (extemporanee di danza e
pittura, videoproiezioni di artisti cinesi, una
rassegna dedicata alla In-visibil-art con tanto
di pubblico dibattito), insieme al numero in
costante crescita di visitatori e operatori, con
conseguente aumento delle trattazioni economiche, fanno di quella del 2007 un''edizione
che si avvia ad essere archiviata come quella
dei record.Ancora Arte contemporanea a
Roma con FemminArte rassegna al femminile che per due giorni ha impegnato 15 artiste
provenienti da tutta Italia , dalla Scozia , dalla
Croazia
,dalla
Slovenia
e
dalla
California,all'interno della manifestazione
SPAZIO DONNA Arte Moda Salute
Bellezza presso il Movenpick Park Hotel dal
8 al 9 marzo 2007.Grande il riscontro del pubblico, specialmente di quello femminile, che
si è sentito parte integrante di quell'organizzazione e ha respirato l'aria della collaborazione
e l'entusiasmo delle artiste.Originali e molto
femminili.splendidamente donna.è una grande emozione..bellissimo incontro tra realtà
diverse.interessante..inquientante..vien voglia
di toccarli..Sono solo alcuni dei commenti
lasciati su un pannello dai visitatori all'ingresso della Mostra.
Il Movenpick Park Hotel è protagonista il 21
marzo
di
un'altra
iniziativav
d'eccezione:l'inaugurazione di: "Primavera
dello spirito" del maestro Gianfranco
Zaccagnino. In collaborazione con la RUFA
Libera Accademia di Belle Arti di Roma.I
colori e l'energia del maestro hanno accompagnato i numerosi ospiti attraverso un'intensa
serata di cultura.
Si è inaugurata il 9 marzo scorso Chagall
delle meraviglie,complesso del Vittoriano ,a
Roma fino al 1 luglio 2007. La scelta di dedicare a Chagall la più importante retrospettiva
mai realizzata in Italia,va oltre l'importanza di
una pur eccezionale rassegna volta ad illustra-
Anno 1 - n. 3
re ,con circa 200 opere ,l'attività e le relazioni
di uno dei maggiori artisti del
novecento.Chagall rappresenta ,infatti,non
solo uno dei vertici dell'arte figurativa del
secolo scorso,ma costituisce ,anche,il punto
di mediazione tra la cultura ebraica e quella
delle avanguardie del novecento,tra la tradizione russa e quella occidentale,naufragata tra
i demoni dell'antisemitismo e delle lotte di
religione.La ricognizione che il Complesso
del Vittoriano sta portando avanti sull'arte dell'ottocento e del novecento,ne ha fatto lo spazio più riconoscibile in Italia ,sia per la qualità che per l'originalità delle iniziative.Per
informazioni [email protected]
Dott.ssa Emanuela Scanu
Responsabile Eventikarte
[email protected]
"IMPARA L'ARTE....."
R O B E RTA PU GN O
DONNA
UOMO
INFINITO
“Uomo donna infinito” è il titolo della
personale che sarà allestita negli storici
spazi dell’Ambasciata della Repubblica
Araba d’Egitto-Ufficio Culturale di
Roma, sito in via delle Terme di Traiano,
13.
L’esposizione avrà il patrocinio del
Comune e della Provincia di Roma e
verrà presentata dal responsabile culturale dott. Rabie Salama.
Sono riunite oltre quaranta opere dell’artista Roberta Pugno sul tema dell’immagine femminile, dell’immagine maschile, del rapporto uomo-donna e della
dimensione “infinita” in cui si colloca la
ricerca sulla realtà interiore e psichica.
Un viaggio di immagini originale e
appassionato che la pittrice fa partire
ancora una volta dall’ipotesi che è nella
tensione verso il diverso, verso l’assolutamente nuovo, la base di ogni conoscenza.
Roberta Pugno, dopo aver incontrato con
le sue tele il mondo sciamanico, il
mondo di antichi eroi e di filosofi geniali, si cimenta ora nel rapporto con la profondità della cultura egiziana.
Le tele infatti saranno accompagnate da
poesie e da brevi e intensi scritti arabi sul
tema universale della dialettica tra donna
e uomo, e sull’idea di infinito e di assoluto che caratterizza il mondo islamico.
Durata
dal 9 al al 29 maggio 2007
Inaugurazione
venerdì 11 maggio dalle ore 18.00 presentazione della mostra degustazione di piatti
della cucina araba
Eventi
mercoledì 23 maggio alle ore 18,00 Lettura di
poesie arabe
sabato 26 maggio alle ore 18.00 “ Noi e
l’Islam” Serata di suoni e parole a cura di
Carlo Zaghi
Orario
da lunedì avenerdì dalle ore 9.00 alle ore
16.00 sabato dalle ore 17.00 alle ore 21.00
domenica dalle ore 11.00 alle ore 13.00
Catalogo
la mostra sarà corredata da un catalogo in italiano e in arabo delle opere esposte, con testi
di Rabie Salama, Rosa Cipollone, Hussein
Hamouda, Carla Severini, Maurizio Maturi,
Cristina Danese, Imma Mancuso, Cinzia
Folcarelli
Ufficio Stampa
organizzato da Cristina Danese e Cinzia
Focarelli
farà
conoscere
la
manifestazione su quotidiani, settimanali,
riviste del settore e televisioni per informazioni sull’artista: www.robertapugno.it
APRILE 2007
XIII
Anno 1 - n. 3
continua da pag. 1
continua da pag. 4
l’ordine naturale delle cose che l’uomo può
sperimentare un profondo senso di appagamento e di felicità, di pienezza e di pace, stati
- questi - che costituiscono la semplice testimonianza della sua sintonia con tale ordine.
L’ordine naturale delle cose pervade l’intera
nostra esistenza, e rappresenta l’essenza principale del nostro vivere quotidiano e del tessuto ambientale e sociale nel quale viviamo. E’
proprio quest’ordine naturale che permette ad
una società di progredire in armonia con gli
eventi naturali che la contraddistinguono. Da
sempre, infatti, abbiamo assistito ad un graduale, ma costante, cambiamento della società nella quale viviamo, dei suoi usi e costumi,
delle regole ed abitudini che regolano i rapporti di convivenza. Tale cambiamento,
più evidente nelle grandi metropoli, è anche
presente nei piccoli centri dove, forse, le tradizioni locali sembrano rallentarlo nelle sue
manifestazioni. E’ proprio nelle città più piccole e meno popolose, che la cultura e le consuetudini locali tendono a decelerare i naturali cambiamenti e le innovazioni che pervadono la nostra vita. Spesso, infatti, nei paesi e
nelle città più piccole le abitudini e gli usi del
luogo sembrano rappresentare il conseguimento della migliore realtà sociale ed urbana.
Appare però importante riconoscere che, se
da un lato il valore della tradizione e della
memoria rappresentata dagli abitanti provenienti dalle famiglie native ha sicuramente
avuto un ruolo fondamentale nella creazione
di un tessuto sociale sano e vigoroso, dall’altro i cambiamenti della realtà sociale dettati
appunto dall’ordine naturale delle cose,
impongono un cambiamento di mentalità,
indispensabile per non venire inghiottiti in una
spirale di impoverimento e decadenza sociale.
E’per questo che nel rispetto dell’ordine naturale delle cose qualsiasi società, e soprattutto
la nostra bella città di Anguillara Sabazia,
deve prendere atto che gli inarrestabili cambiamenti rappresentati dall’aumento degli abitanti non originari del posto, dalle esigenze di
un turismo ancora scarso e povero, dal bisogno di valorizzare le bellezze naturali ed artistiche presenti sul nostro territorio e spesso
trascurate, dall’urgenza ormai impellente di
soluzioni urbanistiche e di sviluppo del centro
abitato e della viabilità cittadina, dall’esigenza
di dotare la comunità di strutture ricreative e
culturali dotate di soluzioni tecniche aggiornate, impongono un cambiamento di rotta che,
tenendo conto di quanto sopra indicato, obblighi i futuri amministratori ad impegnarsi al
servizio di tutti i cittadini, abbandonando le
ormai superate esigenze dei “soliti piccoli
gruppi minoritari” a favore della totalità dei
cittadini che ormai, sempre più prepotentemente, chiedono a pieno diritto non solo di
vedersi considerati alla pari degli altri, ma di
vivere in un ambiente sociale che, secondo
l’ordine naturale delle cose, è proiettato verso
un futuro diverso da quello in cui oggi viviamo.
tutt'Europa. La nostra risposta -fatta di tecnologia, capacità progettative ma soprattutto di sensibilità- vogliamo sia un ulteriore
biglietto da visita della nostra città in ambito internazionale".
Daga
Francesco Tortora
AISA CULTURA: la poesia oltre l'handicap
Sandro Pignotti, socio A.I.S.A., arriva 5° AL
Premio nazionale di poesia "Astrolabio 2006"
La premiazione avrà luogo sabato 14 Aprile
presso la storica Sala Baleari del Comune di
Pisa.
Sandro Pignotti è un poeta ligure. Affetto da
Atassia Spinocerebellare, una forma di atassia
ereditaria altamente aggressiva ed invalidante, dovette abbandonare gli studi di medicina
"per manifesta inferiorità", diventando poi
orafo. Scopertosi poeta a soli 13 anni, malgrado l'aggravarsi della malattia, ha continuato a
coltivare in questi anni la sua grande passione
per la poesia e la letteratura, pubblicando oltre
2000 testi, tra cui persino una simpatica opera
teatrale. Con alcune sue opere ha vinto, tra gli
altri, il Premio Città di Taggia , nel concorso
per la poesia inedita "Ossi di Seppia" del
2001, e ottenendo il primo posto al concorso
di poesia satirica GEF del 2003.
Il Premio nazionale di poesia "Astrolabio" è
dedicato alla memoria di Renata Giambene,
poetessa toscana che della diffusione e promozione dell'arte poetica fece la sua ragione
di vita, fondando negli anni '50 il noto circolo
letterario "La soffitta" e successivamente "La
soffitta del Sud" a Gela, che vide la partecipazione di poeti come Leonardo Sciascia,
Salvatore Quasimodo e Giacinto Spagnoletti.
L'edizione 2006 ha visto oltre 200 partecipanti solo per le sezioni dedicate alla poesia, tra i
quali si è fatto notare e apprezzare il nostro
Sandro Pignotti, arrivato quinto.
A lui ed al suo genio artistico, A.I.S.A. e
VOLTA PAGINA rivolgono il più sentito dei
ringraziamenti:
perché essere malati nel corpo, non impedisca
mai all'anima di cogliere la bellezza ed il
fascino della vita e raccontarne i sentimenti
con la propria voce.
Riccardo Iorio - Ufficio Stampa AISA
[email protected]
tel. 065203737 - fax 065201490
SE PIOVE MI VOGLIO BAGNARE
Al trionfale ce una vecchina che vende le
uova. Occhi azzurri e capelli d’argento.
“Quante ne voi Giovano’?”. Il giovanotto
non ne vuole affatto. Il giovanotto è qui
per spiare una roma sfrattata, che ripara
in penombra, lungo i lati di via Andrea
Doria. Il trionfale, per chi non lo sapesse
è il mercato del trionfale, ma per chi ci
trova di più di un insieme di banchi, è
semplicemente il trionfale. Una volta era
un mercato vero, quadrato, racchiuso da
mura, aperto da 8 varchi diversi. C’era la
zona del pesce, quella del pane, carne e
ortofrutta un po’ da per tutto, i fiorai agli
ingressi. Poi sono iniziati i lavori per la
sua ristrutturazione, tutti fuori con la promessa che a lavori ultimati tutti avremmo
goduto di una spazio moderno, con parcheggi, box per la vendita, riparo dal maltempo, insomma un mercato super. O
meglio un super mercato. Un parcheggio.
Sarebbe bastato il parcheggio. Tenetevi i
box, tenetevi le tettoie, quando vado al
mercato, se piove, mi voglio bagnare.
Roma è stanca, compressa tra il futuro
che bussa alla porta e il passato che non
ha voglia di aprire. A quanto pare però
neanche la storia ha sempre la medesima
importanza, perché un’anfora può bloccare la metropolitana, i san pietrini possono ritardare l’avvento del liscio asfalto,
ma nessun mercato rionale potrà mai
opporsi al dio cemento. Solitamente gli
amministratori di una città hanno i natali
nella città medesima. Non è una legge,
ma una ovvia quanto utile consuetudine
che ci garantisce, ci rassicura, ci evita di
dover spiegare noi all’amministratore
quali aspetti ci stanno più a cuore e quali
invece consideriamo secondari. Roma
non è solo mercati, lo comprendo. Altri
però comprendano che un banco non è
solo un pezzo di legno, ed un mercato
non è solo un posto per le compravendite. C’era molta Roma tra le mura del
trionfale, e molta ancora ne resiste fuori
da quelle mura, sui due lati della strada.
La vecchina che vende le uova. Padri e
figli che lavorano insieme. Compagni di
banco che si prendono in giro su tutto.
Gente che ti chiede come stai. Di merca
ti super ne abbiamo a sufficienza.
continua a pag. 16
Via Anguillarese, Km. 2,600 - 00061 Roma Anguillara Sabazia (Roma)
Tel. 06.9994162 - Fax 06.99909609
APRILE 2007
XIV
PASSEGGIATE ROMANE
PORTICO D'OTTAVIA
Nel vecchio Ghetto di Roma, in fondo alla via
del Portico d'Ottavia troviamo i resti del
Portico D'Ottavia, costruito da Quinto Metello
il Macedonico nel 149 a.C.
Nell'edificarlo vi aveva inglobato il tempio di
Giunone Regina, dedicato nel 179 a.C. dal censore Marco Emilio Lepido, e lo aveva affiancato da un nuovo tempio a Giove Statore, ideato
dall'architetto Hermodoros di Salamina e
primo fra i templi di Roma ad essere costruito
interamente in marmo.
Venne ristrutturato da Augusto nel 23 a.C. e
dedicato alla sorella Ottavia. Successivamente
lo restaurò Domiziano, dopo l'incendio dell'80
ed infine fu la volta di Settimio Severo sempre
dopo un nuovo incendio, nel 191.
Sull'architrave della facciata esterna vi è l'iscrizione relativa a questo intervento datato 203
d.C. Il Portico d'Ottavia era un portico a doppie
arcate, di notevoli dimensioni e di forma rettangolare, largo 115 metri e lungo 135 metri ed
era destinato al passaggio pubblico.
Nel mezzo sorgevano i templi di Giove e di
Giunone e sul lato di fondo si erigeva un edificio absidato: la curia Octavia, che comprendeva una sala di riunioni, o schola, e le biblioteche.
Doveva essere stato considerato molto importante dal momento che era stato abbellito da
moltissime opere d'arte tra le quali ben 34 statue equestri di bronzo, scolpite da Lisippo, raffiguranti Alessandro Magno con gli ufficiali
del suo esercito morti nella battaglia del
Granico; ed una statua di Cornelia, la madre
dei Gracchi, sempre in bronzo e la cui base ora
si trova in Campidoglio nel Museo dei
Conservatori. Il propileo del Portico, che si
apriva su uno dei lati corti, era prominente
all'interno e all'esterno dell'ala porticata. Aveva
due facciate identiche, ognuna delle quali portava quattro colonne corinzie scanalate, disposte su due fila, sorreggenti la trabeazione e collegate fra di loro, sui due lati, da archi in laterizio rivestiti di marmo che si aprivano sul portico e si sviluppavano in un vano interno dal soffitto in legno. Sono giunte a noi due colonne
della fila anteriore e tre della posteriore, parte
della trabeazione nonché l'arco terminale del
portico di destra. Successivi scavi hanno portato alla luce altre due colonne, in parte interrate,
della parete di sinistra in tufo e visibili dalla
parte del Teatro di Marcello. Le colonne della
facciata esterna di destra furono sostituite nel
medioevo da un arco in laterizio. A sinistra si è
anche conservato l'attacco dell'ala porticata alla
Anno 1 - n. 3
quale appartengono le colonne di cipollino e
granito che si vedono allineate sul marciapiede. Dei due templi rimangono resti solo di
quello di Giunone. A destra dell'arco, in basso,
una lastra di marmo con dicitura in latino, la
cui traduzione è: "Le teste dei pesci più lunghi
di questo marmo, datele ai conservatori fino
alle prime pinne" L'iscrizione si riferisce a un
antico mercato del pesce dal quale deriva il
nome della Chiesa di S. Angelo in Pescheria,
fondata da Stefano III (770), tra le rovine del
Portico che le fanno da atrio. Il Portico
D'Ottavia fin dal medioevo ospitò la Pescheria.
Si racconta che un tempo gli ebrei fossero
obbligati a radunarsi nelle Chiese esistenti
presso il Portico, di solito accadeva ogni sabato secondo alcuni, secondo altri solo in un
determinato periodo dell'anno, dovevano fare
questo per ascoltare le prediche dei religiosi
cattolici che, con moltissimo zelo, cercavano di
convertirli alla religione cattolica. In effetti gli
ebrei andavano alle chiese di S. Angelo in
Pescheria, in S. Maria del Pianto e nel tempietto del Carmelo, ma solo per evitare di pagare la
multa, infatti prima di entrare in chiesa si tappavano le orecchie con la cera e poi se ne stavano tranquilli durante tutta la predica, alla fine
della quale se ne tornavano a casa felici di aver
assolto il loro "dovere" senza aver tradito il
loro credo.
Egidio Maria Eleuteri
Immagine: Ettore Roesler Franz 1845 - 1907 Il
mercato del pesce a Portico d'Ottavia
continua da pag 10
Per questo il Volontariato si è attivato da tempo,
anche se le potenzialità non sono state sfruttate
appieno: da questo mondo, in un momento storico ricco di ambiguità, in cui però è presente una
forte esigenza di solidarietà, dovrebbe arrivare
non solo un aiuto materiale, ma il supporto di idee
e proposte essenziali per rendere i servizi adeguati alle richieste della popolazione.
Tutti noi che prestiamo la nostra opera in
Ospedale, sappiamo quanti ricorsi inappropriati ai
Pronto Soccorso in alcune ore della giornata e nei
giorni prefestivi e festivi sono determinati dalla
mancanza di strutture territoriali, o quante volte
vediamo nelle persone che si avvicinano a noi più
la ricerca di un supporto umano che medico, ed è
per questo che trovo particolarmente suggestiva
l’ immagine della “Casa della Salute” presentata
dal Ministro Livia Turco il 22/03/07.
La “ Casa “ è proprio l’espressione del fatto che
dell’esigenza di avvicinare il servizio pubblico
alle necessità di tutta la popolazione ci si è resi
conto a livello politico, sia centrale che regionale,
e a questo fine la finanziaria 2007 ha previsto uno
stanziamento di 60.5 milioni di euro destinati a
finanziare progetti specifici e tra questi 10 milioni di euro serviranno per finanziare la sperimentazione di questa struttura di assistenza sanitaria
extraospedaliera, denominata “ Casa della salute
“, che rappresenta anzi uno dei quattro obiettivi
prioritari del Piano Sanitario Nazionale 20062008, insieme con : la salute della donna, le
malattie rare e le unità spinali unipolari.
La Casa della salute è stata pensata come una
realtà polifunzionale , alternativa al ricovero in
Ospedale, in cui il cittadino può trovare una risposta alle esigenze di natura sanitaria e socio assistenziale, perchè, come ha detto il Ministro …. “
il rapporto di fiducia tra il cittadino ed il SSN si
basa essenzialmente sulla capacità di esserci, e di
esserci nel modo giusto, quando serve”.
La casa è articolata in 4 aree :
Area del Cup, del segretariato sociale e del coordinamento con le farmacie;
Area dei servizi sanitari;
Area dei servizi sociosanitari
Area dei servizi sociali
Nell’area dei servizi sanitari è prevista la possibilità di organizzare l’attività di promozione della
donazione con l’impegno delle Associazioni
impegnate in questa attività, mentre in quella dei
servizi sociali è fondamentale la presenza del
volontariato per raccogliere le necessità della
popolazione ed organizzare gli interventi necessari. Sicuramente in molte Regioni sono già presenti, ed anche in fase avanzata di attività, esperienze
di questo tipo, ma anche questo progetto si inserisce sulla strada di dare a tutti i cittadini del nostro
Paese gli stessi livelli di assistenza, e non solo dal
punto di vista sanitario.
Dott.ssa Maria Vittoria Torresi
XV
APRILE 2007
Titolo: Ricette di Guerra 1940-1944 - per
una cucina semplice semplice
Aveva un'intelligenza "pratica", la zia
Amalia, secondo l'illustre Sante de Sanctis,
padre suo e della psichiatria/psicologia
d'Italia. Aveva "occhi da fatalona" e "pelle
tersissima", diceva di sé stessa. Io che l'ho
conosciuta da anziana ("agée", avrebbe
detto), ricordo occhi scurissimi e prominenti, naso importante, molti nei, una vitalità
costante, grande simpatia e cordialità.
Anno 1 - n. 3
Autore: Amalia de Sanctis
Editore: Fefè Editore
Anno di edizione: 2005
Numero pagine: 56
Questo ricettario - che la zia aveva donato in
manoscritto a mia madre - è un esempio
della sua attenzione all'impegno sociale, per
quanto consentito negli anni '30/'40 ad una
giovane signora di buona famiglia; e dello
spirito "spartano" che l'univa a mia madre
che era più giovane di quasi trent'anni.
Collana: 50 Pagine
Prezzo: € 7,00
ISBN: 8890206128
Abstract
Amalia de Sanctis oggi avrebbe 110 anni.
Negli anni '90 (dell'800) si era trasferita con i
genitori a Roma dal paesino umbro di
Parrano (Orvieto). Questo ricettario è un bel
esempio dello spirito "spartano" che la guerra imponeva, dell'ingegno e dell'attenzione di
Amalia all'impegno sociale, per quanto consentito negli anni '40 ad una giovane donna di
buona famiglia.
Oggi sembra che un'altra "guerra", più subdola e miserevole, sia di nuovo tra noi: la difficoltà di unire il pranzo con la cena. Questo
libretto sarà utile a contrastarla risparmiando
qualche centesimo e mangiando sano.
Tra le ricette più "maliziose": la gelatina economica, la maionese di guerra, il coniglio tesserato e infinite polpette tra cui quelle "miracolose".
NUMERI UTILI
BRACCIANO
Carabinieri tel. 112 06 99841130
Pubblica sicurezza
tel. 113 - Via Braccianese C. II tronco 32
Servizio Ambulanza tel. 118
Emergenza contro abusi
su minori e adolescenti tel. 114
Vigili del Fuoco tel. 115 0699803183
Ospedale Civile tel. 06 998901
Guardia Medica tel. 06 99890208
Vigili Urbani tel. 0699840076
Corpo Forestale tel. 1515
Servizio Ambulanza tel. 118
ANGUILLARA SABAZIA
Carabinieri tel. 113 06 99901265
Polizia Municipale tel. 06 99600031 - 348 6905279
- Via di Domenico 12/b
Croce Rossa tel. 328 6846248 06 99607187
Servizio Ambulanza tel. 118
____________________________________________
PRESENTAZIONI DELETE:
GUSTANDO UN ...LIBRO
mercoledi 18 aprile ore 19:00
presso Hotel Crowne Plaza Via Aurelia Antica
l'arte..... di un buon libro
venerdi 20 aprile ore 18:00
presso Illy caffè Via Cavour Terni
Gli orrori della Seconda Guerra, la zia
Amalia li sconfiggeva con le potenti armi
allora a sua disposizione: patate, verdure,
uova, latte e pochi altri ingredienti genuini.
RECENSIONE
La zia Amalia, sorella di mio nonno, è stato
un personaggio mitologico della famiglia de
Sanctis, che dal 1559 dà lumi al paesino
umbro di Parrano. Era nata nel 1895, pochi
anni dopo che i genitori s'erano trasferiti a
Roma. Da adulta, si considerò con ragione
la "vestale" delle tradizioni famigliari: la
storia della "casata", i luoghi ad essa "sacri",
gli uomini e le donne ad essa collegati erano
depositati nella sua memoria elefantiaca.
giovedi 10 maggio tre donne una vita:
presso la Casa Internazionale delle Donne Via della
Lungara 19 Roma
sabato 12 maggio
presso biblioteca in Anguillara Sabazia ore 11:00
LIBRERIE GRUPPO ARION DI ROMA
dove si vendono i libri editi da "fefè"
1. Libreria La Strada Via Vittorio Veneto, 42
2. Libreria Montecitorio Piazza Montecitorio, 59
3. Scuderie al Quirinale Via XXIV Maggio, 16
4. Libreria Leoniana Via dei Corridori , 16
5. Libreria Minerva Piazza Fiume, 57
6. Libreria Arion Z Sottopasso Piazza Fiume
7. Libreria Arion Cinema c/o Casa del Cinema L.go
M.Mastroianni (Villa Borghese)
8. Libreria Futura Viale Libia, 95
9. Libreria Eritrea 2000 Viale Eritrea, 72/f
10. D.P.E. Viale Somalia, 50/a
11. Ready Bookstore Somalia Viale Somalia, 52
12. Ready Bookstore Cavour Via Cavour, 255
13. Libreria Vita e Pensiero c/o Policlinico A.Gemelli
14. Libreria Lateranense Piazza S. Giovanni in Laterano, 4
15. Libreria Prati Via Paolo Mercuri, 23
16. Libreria Tiburtina Via Tiburtina, 543
17. Libreria Mondo Nuovo Centro Commerciale Cinecittà
2 Via Tuscolana
18. Libreria La Romanina Centro Commerciale La
Romanina
LIBRERIE FUORI ROMA
1. Il Giornalibro Via Anguillarese, 16 Anguillara Sabazia
(RM)
SITI INTERNET
1. www.ibs.it
2. www.internetbookshop.it
3. www.liberdomus.it
Con questa piccola "summa gastronomica"
sana ed economa, tentò di passare a mia
madre gli insegnamenti d'una generazione.
Oggi sembra che un'altra "guerra", più subdola e miserevole, sia di nuovo tra noi.
Questo libretto sarà forse utile a contrastarla. È comunque un piccolo omaggio a due
donne della mia vitache amo immaginare
indaffarate nelle cucine di "chi più può".
Leonardo de Sanctis
La prefazione originale dell'autrice
Roma, 1940
Gentili amiche, nell'offrirvi questa collana
di preziosi gioielli, questa fioritura di
rarissime piante che si chiamano
"Economia" e "Buon Sapore", speriamo
fare cosa gradita non solo alle Maestre
dell'Arte di cucinare, ma anche, e più, a
quelle di Voi che mai inoltrarono il piedino nei Regni fumosi delle cucine avite, né
in quelli azzurri della cucina novecento.
Tempo é venuto in cui tutte le donne,
forse, si svegliano al mattino col pensiero
al pranzo da organizzare, alle provviste da
fare, al miglior modo di utilizzarle.
E non certo le donne italiane vorranno
lamentare questo ben modesto sacrificio;
il quale tuttavia consente di sentirsi partecipi di sacrifici maggiori e di cooperare al
bene comune, e porta con sé pronta e gradita ricompensa: quella di riuscire, pure in
tempi difficili, a preparare ai nostri cari le
umili ma sempre apprezzate gioie di mangiar bene o, almeno, il meglio possibile.
Ed ora, mentre ringraziamo vivamente
tutte le gentili collaboratrici che pazientemente sfogliarono vecchi e nuovi testi
dell'Arte, aggiornando ricette antiche,
ricercandone alcune e inventandone altre,
non resta che augurare a tutti buon appetito.
Amalia de Sanctis
APRILE 2007
XVI
Anno 1 - n. 3
IL TEMPO DELLE DONNE
dietro ogni GRANDE uomo c'è
una GRANDE donna
Mileva Einstein-Maric
Mileva Einstein-Maric, moglie di Albert
Einstein, rappresenta l’emblema di quella categoria di donne spesso dimenticate e trascurate
nonostante la loro genialità e la loro vena artistica, che sono scomparse così velocemente
dalla nostra vita culturale, anche se ai loro
tempi erano conosciute e famose.
Fisica serba, fu collega di studi e successivamente moglie di Albert Einstein. Si suppone
che essa abbia dato un importante contributo
alle sue opere sulla teoria della relatività.
Sposandosi rinunciò alla sua indipendenza di
scienziata e assumendo il ruolo tradizionale di
moglie, visse all’ombra del marito, di modo
che non è più possibile stabilire quale sia stato
il suo apporto al lavoro scientifico di Einstein.
Mileva Maric nacque a Zagabria, in Serbia, da
una famiglia benestante. Era molto dotata e
dimostrò ben presto il suo interesse per la matematica e le scienze naturali. Suo padre la incoraggiò e le permise di studiare prima presso il
Ginnasio di Zagabria e poi in Svizzera, poiché
all’epoca nell’Impero austro-ungarico le donne
non potevano accedere alle scuole superiori.
A diciotto anni si recò da sola a Zurigo, dove
ottenne la maturità. Nel 1896 iniziò lo studio
universitario della matematica e della fisica
presso l’École Politecnique, dove incontrò
Albert Einstein (1879-1955). Inizialmente lui
le prestò generosamente i suoi appunti di fisica
e rimase sorpreso quando lei glieli restituì corretti. Studiarono insieme, diventarono amici e
si innamorarono, ma la loro relazione fu ostacolata dall’intransigenza dei genitori di
Einstein che si opposero alla “regolarizzazione” del legame del figlio con una donna non
ebrea. Rimasta incinta, Mileva dovette partorire clandestinamente e affidare la figlia Lieserl a
una nutrice che probabilmente la diede in adozione, facendone perdere le tracce ai genitori.
Quell’evento fu talmente traumatico che
Mileva non riuscì a terminare i suoi studi.
Solo dopo la morte del padre di Einstein, nel
1903, Mileva e Albert si sposarono. Con il
matrimonio la loro collaborazione divenne
ancora più intensa e prima del 1905, nel periodo più felice della loro vita coniugale, nacquero le opere fondamentali dello scienziato sulla
teoria della relatività, che mise in discussione i
fondamenti della meccanica classica. Mileva
aveva rinunciato a citare il proprio cognome
nelle pubblicazioni del marito, affermando:
“siamo entrambi una sola pietra” [una pietra =
ein stein]. Dal matrimonio nacquero altri due
figli Hans Albert e Eduard. Il minore era un
bimbo di salute assai cagionevole e Mileva
ebbe sempre meno tempo per il lavoro scientifico. Seguì il marito quando questi fu chiamato
all’Università di Praga, ma nel 1914 quando
Einstein divenne direttore presso l’Istituto di
fisica Kaiser Wilhelm a Berlino, ritornò con i
bambini a Zurigo, dove dovette affrontare seri
problemi economici.
Nel frattempo era stata esclusa completamente
dalla vita scientifica del marito e scriveva amareggiata: “Il mio grande Albert è diventato un
fisico famoso molto rispettato e ammirato nel
mondo scientifico. Lavora instancabilmente ai
suoi problemi e si può dire che viva soltanto per
essi.” Mileva Maric e Albert Einstein si estraniarono sempre più e si separarono nel 1919,
quando lui sposò la cugina Elsa.
La discussione circa l’apporto dato da Mileva
Maric allo sviluppo della teoria della relatività
venne avviata nel 1982 dalla sua biografa
Desanka Trbuhovic-Gjuric, le ricerche della
quale portarono alla luce una serie di indizi che
proverebbero la partecipazione decisiva di
Mileva Maric al lavoro di Einstein. Due frasi
scritte da Albert Einstein nel 1900 e nel 1901
lasciano intendere che marito e moglie lavorassero insieme: “Anch’io sono molto contento
dei nostri nuovi lavori. Adesso devi proseguire
PERIO DICO DI ATTUALITA' E INFORMAZIONE
ANNO I N. 3 APRILE 2007
Direttore Responsabile: SALVATORE CALABRISOTTO SCIRE'
EDITORIALE ASSOCIAZIONE CULTURALE VOLTA PAGINA
REGISTRAZIONE TRIBUNALE N. N 1019/06 r.g A.D.
N°699/06 cron. del 07/12/06 registro della stampa c/o Tribunale di Civitavecchia
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ANGUILLARA
Presidente: Catia De Carolis
Direttore Editoriale: Daniela Gasperini
Tesoriere: Ettore Mancini
Grafica: Alessio Rinelli
Hanno collaborato:
Catia de Carolis, Daniela Gasperini, Giuseppe Perrone,Andrea De Martino, Maria Vittoria Torresi, Umberto Avvisati,
Giuseppe Gasperini,Maurizio Oiri, Egidio Eleuteri, Mara Porretta,Stefano Aversa,
Ettore Mancini,Giuseppe Sicolo.
Segretario di redazione:
Daniele Germoni
la mail per le rubriche è: [email protected]
la tua ricerca - come sarò orgoglioso quando il
mio tesoro sarà magari un piccolo dottorino e io
stesso sarò ancora un uomo qualunque.”
Inoltre: “Come sarò felice e orgoglioso quando
avremo terminato con successo il nostro lavoro
sul moto relativo! Quando osservo le altre persone, apprezzo sempre più le tue qualità!”.
Mileva veniva considerata tenace e sistematica,
mentre Albert era discontinuo e ricco di idee; il
loro diverso modo di lavorare si compensava in
maniera ideale. Era noto che Albert Einstein
avesse delle difficoltà con la matematica. Egli
stesso disse nel 1903: “Ho bisogno di mia
moglie. Lei risolve tutti i miei problemi matematici.” Dopo la separazione da Mileva,
Einstein si fece sempre aiutare da esperti ed
esperte di matematica.
Secondo la Trbuhovic-Gjuric, i manoscritti originali che vennero poi pubblicati nel 1905 negli
“Annali della Fisica” portavano il nome
Einstein-Maric. Dopo la pubblicazione lo stesso Einstein avrebbe distrutto questi documenti,
che contenevano anche l’opera sulla teoria
della relatività specifica e la ricerca per la quale
ottenne il Premio Nobel per la fisica nel 1921.
Albert Einstein diede tutto il denaro del premio
a Mileva Maric e qualcuno ritiene che questo
fosse il riconoscimento privato per la sua collaborazione. Quel denaro permise a Mileva di
sopravvivere e di provvedere alle spese per le
cure del figlio che non fu mai in grado di avere
una vita autonoma. Dopo quella donazione
Einstein si disinteressò completamente dei figli
e Mileva se ne fece carico fino alla propria
morte, avvenuta quando aveva 73 anni.
L’avventura di questa donna deve risvegliare in
noi un sentimento di empatia per le artiste contemporanee, sensibilizzarci per la loro arte e le
loro possibilità di successo, laddove ancora
oggi manca un’atmosfera di incoraggiamento,
interesse e ammirazione verso le donne artiste.
Daga
continua da pag. 13
Abbiamo bisogno di quelli normali. Voci
inquietanti parlano di un cambio di destinazione per il cemento gettato finora,
mentre la data indicata per consegna del
nuovo mercato è trascorsa senza grandi
clamori. C’era tanta Roma tra le mura del
trionfale, e per il bene di tutti, sarebbe il
caso ci ritornasse tra quelle mura, che
preservavano il nostro passato dalla brutalità del presente. Un parcheggio, sarebbe bastato un parcheggio
Andrea De Martino
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n 3