A n n o I - n . 3 - i n c o l l a b o r a z i o n e c o n w w w. d a g a c o m m u n i c a t i o n . n e t IL DIRETTORE VI SCRIVE VINCENTI E PERDENTI VALLETTOPOLI O... LETTOPOLI? Quando si può dire di una persona "ha vinto"? Quando vince una corsa agli ostacoli? quando vince un biglietto alla lotteria? o quando vince una partita a carte? No, non si può dire che ha vinto in questi casi, questo modo di vincere è scontato, dovuto solo alla fortuna. Diverso invece, è saper vincere con noi stessi, davanti agli altri. Si può dire di aver vinto veramente, quando si sa affrontare la realtà, quando si è in grado di affrontare e ammettere i propri errori a testa alta, quando non si fugge davanti ai problemi avendo l'abilità di raggirarli, o semplicemente quando le opinioni che si esprimono, sono frutto della propria mente, e non di quella degli altri… forse in questi casi, si può dire di essere vincenti, soprattutto verso le persone, che credendo di poter imporre al prossimo, quello che vogliono o desiderano, si sentono vincenti verso i "deboli", dimenticando che è la forza della lealtà, della correttezza e dell'essere veri dentro, a renderci vincenti.. Un grande poeta disse " nel corpo del debo- Che questo momento storico sia una dei peggiori che il nostro povero paese abbia mai attraversato, credo sia fuori di discussione. Purtroppo, come dice un saggio proverbio, "il peggio non è mai morto": tradotto in pratica, non c'è da stare allegri, chissà che cosa ci riserva il futuro. Cerchiamo, allora, di capire, quanto meno, se da questa esperienza possiamo tirare fuori qualche cosa di positivo. Da che mondo è mondo, ci sono sempre state allegre fanciulle, pronte a tutto e disposte ad imboccare qualunque "scorciatoia", magari frequentando assiduamente divani, sofà, yacht, e pied-à-terre, pur di approdare da qualche parte; spesso accontentandosi di allungare le mani su qualche conto bancario consistente e generoso. E da che mondo è mondo, i "potenti" (politici influenti, ricchi uomini d'affari, proprie continua a pag. 9 L’EDITORIALE l’ordine naturale delle cose L’Ordine naturale delle cose veniva inteso con la locuzione latina “In rerum natura” che, tradotta letteralmente, significa nella natura delle cose. Un fatto si verifica in rerum natura quando avviene secondo il consueto svolgersi degli avvenimenti, senza cioè alterare l’ordine delle cose naturali. Questo ordi- ne naturale gestisce il libero fluire delle cose, regolando i moti della natura e degli esseri viventi e i loro rapporti complessi. Tale ordine, fino a quando non viene violato attraverso nostri comportamenti o opinioni illecite, rimane celato alla vista dell’uomo, e soltanto al momento in cui il nostro operato non corrisponde più alle regole nascoste, la violazione viene riportata alla luce attraverso le reazioni e gli umori del singolo. Un ordine nascosto che non dipende da convenzioni sociali, né da statuti o dottrine, non rispetta la nostra volontà o i nostri desideri o credenze, adeguandosi alla logica del ragionamento, ma segue dei parametri non malleabili dall’uomo determinando il movimento naturale di tutte le cose. In esse si esprime il principio della vita stessa, il suo slancio, la sua rinascita e la sua morte, la consequenzialità di tutto ciò che è legato al meccanismo di causa ed effetto. Si tratta del susseguirsi di moti empirici che da sempre conoscono un solo comune denominatore, l’essere e le sue innumerevoli dinamiche vitali che sono il sistema. Essere allineato a tale ordine costituisce per l’uomo l’unica opportunità per avvicinarsi all’armonia che originariamente lo costituisce. E’ soltanto all’interno del continua a pag. 13 le, non esiste coraggio e se l'anima è serva, anche il corpo è servo", queste poche parole, nel loro contenuto, dicono tanto o ancor meglio forse tutto. Se dentro si è deboli, per paura o carattere, non si può riuscire a superare e vincere, il timore di affrontare e confrontare le proprie opinioni, in particolar modo, verso coloro che per principio o carattere indisponente, non lasciano spazio. Non approfittare della evidente debolezza altrui, è segno di normale correttezza, e non indice di debolezza, vuol dire che una persona vale, e non è un'imitazione di protagonismo. Una persona semplicemente originale, si avvale, differenziandosi "giusto o sbagliato che sia", del proprio pensiero. Le persone vincenti, sanno guardare con il proprio punto di vista, e non con il punto di vista dettato dall'opinione del più forte, e non lo seguono come pecore, facendo proprie le sue "opinioni", su cose o persone, che in seguito risultano spesso sbagliate. E' un po' come la moda, esce uno stile e tutti lo continua a pag. 9 INDICE Vincenti e Perdenti pag 1 Convegno a Civitavecchia pag 2 Intervista a Dino Gasperini pag 3 Un sogno... un progetto.. una realizzazione... pag 4 Che fine fa la nostra posta? pag 5 Io e D. pag 6 I nostri nuovi amici pag 7 Teatro e Handicap pag 8 Dragononda pag 9 Intervista a G. Perna pag 10 Ed io chi sono pag 11 Spazio Eventikarte pag 12 Se piove mi voglio bagnare pag 13 Paseggiate Romane pag 14 Recenzioni e Info pag 15 Il tempo delle donne pag 16 mensile a distribuzione gratuita Periodico di attualità, informazione e rispetto reciproco APRILE 2007 II Anno 1 - n. 3 CONVEGNO A CIVITAVECCHIA Il giorno 19 aprile alle ore 09:30 presso la sala "Pucci" del Comune di Civitavecchia si terrà il convegno "Solidarietà, Assistenza e Volontariato … per una città più vivibile" promosso dalle associazioni A.S.S.C. "L'Isola Felice" Onlus, A.S.D. Futura Onlus e dal Centro Diurno Psichiatrico F1 di Civitavecchia. La relazione sui temi nuove povertà, tossicodipendenza, handicap ed anziani, sarà tenuta dal Presidente dell'A.S.S.C. "L'Isola Felice" Onlus Sig. Umberto Avvisati. Questo convegno è nato dall'idea di voler far riflettere le Istituzioni nuove e future della città di Civitavecchia su tali tematiche e promuovere le associazioni del territorio come supporto ad esse nell'affrontare e risolvere le tematiche oggetto del convegno. Sarà compito di ogni associazione partecipante affrontare i temi di competenze ed introdotte dalla relazione presentata da Avvisati. Nel convegno sarà stravolto il sistema vigente e cioè parleranno prima le associazioni interessate ai temi ed in seguito parleranno le istituzioni. Il Presidente dell'A.S.S.C. "L'Isola Felice" Onlus Umberto Avvisati A.S.S.C. "L'ISOLA FELICE" -Onlus- Via Sebastiano Satta, 79 - 00159 ROMA Recapito tel. e Fax: 06.43599743 Cell: 335.5967165 E-mail: [email protected] “Avenance Italia per la mostra di Alfonso Salardi” Dal 24 marzo al 15 aprile 2007 a Varese si terrà la mostra dell’artista-insegnante Alfonso Salardi, preludio per attività creative nelle scuole durante il prossimo anno scolastico. Si apre sabato 24 marzo la mostra dedicata ad Alfonso Salardi, (1914-1981), artista che associò, in modo continuo e appassionato, alla sua pratica di pittore quella di insegnante presso numerose scuole medie e superiori nella città di Como, a Erba ma anche a Varese e Luino. verso un astrattismo geometrico. Spunto per questa mostra è la volontà di dare visibilità ad un nutrito gruppo di disegni scolastici di cui si potrà vedere una scelta degli anni ’40 di suoi allievi di una scuola varesina e quelli di allievi giapponesi della stessa epoca; questi disegni erano il materiale di uno scambio culturale tra scuole italiane e giapponesi nell’ambito dell’alleanza politico militare tra i due paesi e la Germania hitleriana ma ne costituiscono uno degli aspetti più umani che va al di là della politica e della guerra che interruppe questo scambio. Scambio culturale che resta attuale ancora oggi per la comprensione reciproca e la convivenza civile. Ecco allora la volontà dell’Assessorato ai Servizi Educativi del Comune di Varese di inscrivere la mostra in un progetto di più ampio respiro: si comincia sabato 24 marzo con la mostra e si proseguirà il prossimo anno scolastico con attività artistiche che coinvolgeranno le scuole cittadine. Con i disegni realizzati dagli allievi sarà poi allestita un’esposizione. “Un’iniziativa semplice, ma significativa: un dialogo per immagini che ritengo possa essere utile tanto agli studenti quanto a noi adulti spesso molto più diffidenti dei giovani di fronte alle differenze culturali che caratterizzano la società moderna. Differenze che, se integrate e valorizzate, saranno il vero punto di forza del mondo di domani. - Patrizia Tomassini- Assessore Servizi Educativi Comune di Varese“ Il progetto, come anche la mostra di quest’anno, sarà sostenuto anche da Avenance Italia, la società di ristorazione che gestisce le scuole del Comune di Varese. continua a pag. 9 APRILE 2007 III INTERVISTA A DINO GASPERINI PRESIDENTE DEL GRUPPO CONSILIARE UDC AL COMUNE DI ROMA Voltapagina ha incontrato questa volta Dino Gasperini, Presidente del Gruppo UDC al Consiglio Comunale di Roma. Un giovane appassionato di politica, che la vive con entusiasmo, e anche con qualche speranza per il futuro. A prescindere dalla idee politiche, su cui si può essere d'accordo o meno, ci ha detto delle cose sicuramente interessanti. Sbagliamo o Lei è un figlio d'arte? E' vero, sono un figlio d'arte, figlio di una persona che ha fatto politica prima di me, sempre all'interno Democrazia Cristiana, di cui conserviamo origini e cromosomi. Sono nato respirando politica e ho preferito proseguire, in quanto la sentivo come scelta della vita: sono stato eletto la prima volta a 23 anni, e ormai sono quasi 20 anni che mi occupo dei problemi della gente, provando a volte a dare risposte importanti, a volte un po' meno, ma questo fa parte della politica. Attualmente Lei fa parte di alcune Commissioni. Quali? Sono capogruppo UDC in Campidoglio. E sono membro di diverse commissioni, Lavori Pubblici, Mobilità e Trasporti, Roma Capitale, Sicurezza, Bilancio Patrimonio e Casa, Servizi Sociali e Sanità: quando si rappresenta un partito minore, è difficile stare appresso a tutto, anche perchè non abbiamo il dono dell'ubiquità. Una domanda curiosa, a volte sorge il dubbio che Roma venga chiama "città eterna" perché tutto è eterno, anche il provvisorio, soprattutto certi lavori, che durano anni e anni. Non c'è dubbio: c'è un sistema complesso fatto dai controlli preventivi di chi dà l'appalto, Comune o Municipio che sia, dai tempi di cantierizzazione; poi c'è il controllo successivo, che purtroppo nessuno fa, soprattutto nei Municipi, che non hanno sufficiente personale. Non essendoci geometri che vadano a controllare realmente, molto spesso le ditte se ne approfittano, magari si inventano la scusa per fermare i lavori e per formalizzare poi la "riserva", in altre parole, per chiedere altri soldi. Quindi, il mancato controllo non solo ci penalizza come durata del cantiere, ma anche come costi. Proprio in questi giorni di esame del bilancio, stiamo chiedendo un metodo nuovo, ossia rivedere il momento del finanziamento. L'amministrazione, per realizzare un'opera, deve chiedere un mutuo, su cui si pagano gli interessi. Noi intendiamo passare dal meccanismo di finanziamento col mutuo all'apertura di credito o al prestito agevolato, il che significa finanziare soltanto quella parte di lavori che si può fare in un determinato periodo. In altre parole, anzichè tenere un cantiere fermo per 2 anni, si fa un'apertura di credito per 3 mesi, si realizzano quei lavori e poi si riparte con un'altra fase: il che significa risparmiare qualche centinaio di milioni (di euro) di interessi, per il Comune di Roma. Insomma, modificando i meccanismi di finanziamento e magari con qualche controllo in più da parte dei geometri comunali, c'è la speranza che qualche cosa cambi, in questo settore. Poi bisogna intervenire sul meccanismo di assegnazione degli appalti; e debbo dire - e qui faccio un ragionamento assolutamente bipartizan - che è il arrivo il nuovo cosiddetto codice Di Pietro; e speriamo che arrivi presto, perché in questo paese non durano a lungo solo i cantieri, ma anche gli iter legi- Anno 1 - n. 3 UN SOGNO…UN PROGETTO …LA REALIZZAZIONE! slativi e le leggi sbagliate: qualche giorno fa il parlamento ha votato una legge con circa 1000 proroghe in varie materie! Il nuovo codice dei LLPP impone, invece, maggiori ristrettezze a chi lavora, certezza per l'amministrazione che dà un appalto e anche qualche possibilità di controllo in più da parte dei cittadini. La Sede della Provincia di Latina dell'A.I.S.A. verrà inaugurata il venerdì 30 marzo ad Aprilia, in via Bonn (zona viale Europa) Siamo maligni, ma non sarà che questo Codice Di Pietro dà fastidio a qualcuno e così viene volutamente ritardato? Non lo so, forse c'è qualche lavoro importante da finire, prima di applicarlo? Chissà? Nascerà ad Aprilia il primo centro di eccellenza per la cura delle sindromi atassiche d'Europa Purtroppo, si nota un distacco sempre maggiore dei cittadini dalla politica, ma una democrazia non partecipata è una democrazia incompiuta. Diventa demagogia, caos, tutto ciò che di peggio ci può essere. Secondo lei, ci sono degli errori commessi, o dei comportamenti sbagliati, da parte di questa classe politica, che andrebbero cambiati per recuperare il rapporto di fiducia con la gente? Va cambiato tutto, va cambiata la classe dirigente, vecchia, vecchissima: l'ultimo scontro elettorale è stato singolare, con due candidati premier, entrambi settantenni. Questo già dà la dimensione di quanto sia vecchia la nostra classe politica. Ovunque, in Europa e nel mondo, c'è un ricambio generazionale, con il lancio dei quarantenni, che si giocano il loro futuro e quello del loro paese . La realtà è che dalla fine della cosiddetta prima repubblica, non si è più fatta selezione della classe politica: per qualcuno è un hobby, uno sport, un diletto; oggi uno dei problemi è l'impreparazione della classe dirigente, che quindi non è in grado di dare risposte ai problemi della gente. Troppi hanno pensato che il giorno dopo l'elezione si comincia a imparare: no, non è così, bisogna già conoscere, sapere, prima di candidarsi. Io personalmente sono nato in un periodo storico in cui, per potersi candidare in circoscrizione (non al Parlamento!), era obbligatorio fare un corso di formazione politico-amministrativa, che noi seguivamo tutti i sabati al centro di formazione DC alla Camilluccia, dove ti insegnavano che cos'è una delibera, una mozione, una commissione, un Consiglio, i rapporti col Parlamento e via discorrendo. Dopo lo svecchiamento e la selezione della classe dirigente, c'è un terzo problema, costituito dal sistema elettorale. Noi veniamo da anni, in cui si veniva eletti se "vicini" al "capo di turno": infatti, era il segretario nazionale del partito che decideva chi candidare in questo o quel collegio. Poi c'è stata la riforma elettorale in senso proporzionale, ma, a mio avviso incompleta, perché ci vuole la preferenza. Io sono per il sistema elettorale alla tedesca, ma con la preferenza, e ci tengo a dire che sono sempre stato eletto con la preferenza , con i voti della gente, che poi, quando la incontri per strada, ti chiede conto degli asili nido, delle strade, dei problemi irrisolti, e allora devi dare delle risposte, se vuoi continuare ad essere "preferito" dagli elettori. Credo che anche a livello nazionale bisognerebbe adottare un sistema elettorale, che ricalchi i modelli comunali e regionali, che mi pare funzionino abbastanza bene. Non è un caso che la gente si è effettivamente staccata dalla politica nazionale e si sia avvicinata, in maniera quasi affettiva, agli enti locali: il rapporto col sindaco, di qualunque colore, a Milano o a Roma, oggi è il punto di riferimento, perché lo vedono, lo hanno eletto direttamente, perché sanno che lui si gioca una prospettiva in 5 anni. Vogliamo parlare dell'Orchestra di Roma? Ecco, così capiamo meglio che vuol dire fare poli- Il Progetto è stato presentato la prima volta già durante la celebrazione della Giornata Mondiale dell'atassia tenutasi a Roma in Piazza del Popolo il 25 settembre 2006. Ora si avviano i lavori e l'AISA si avvicina a medici, operatori socio-sanitari, agli ammalati di atassia ed alle loro famiglie attraverso una sede operativa ad Aprilia tica sul territorio. Questa è una città che ha mille rivoli, mille pieghe; bene, in due consiliature, ho scoperto delle potenzialità inespresse. Ho incontrato molti giovani che hanno studiato musica, per passione; perché la musica è passione, quasi una vocazione laica, in cui si comincia a 5, 6 anni, da bambini, Poi, a 16 o 18 anni, quando questi ragazzi escono dal Conservatorio o dalle scuole, Roma non offre nulla, e quindi se ne vanno; e così oltre alla già nota fuga dei cervelli, di cui tanto si parla, abbiamo anche la fuga delle "mani"; di quelle mani che suonano il pianoforte o il violino, ma di questo non se ne parla mai. Centinaia di giovani vanno a cercare fortuna in Germania, Francia Inghilterra, dove trovano qualcuno che dà loro delle opportunità, che consente loro di esprimere la passione della loro vita, cosa che dovrebbe essere garantita a ogni giovane. Purtroppo, il Comune di Roma ha fatto solo cose per i grandi nomi: la festa del Cinema per grandi produttori, l'Auditorium per i grandi concertisti; ebbene, io sarò contento quando vi sentirò suonare un giovane romano e non un grande musicista che viene da fuori. Io credo che anche stare all'opposizione è importante, non fare niente è un'alibi. Io ho fatto finanziare, con il bilancio scorso, il primo concorso musicale per giovani musicisti romani, dai 15, ai 30 anni; e per questi ragazzi abbiamo scelto una sede storica, l'auditorium di Via della Conciliazione, abbinandoci una borsa di studio. Il 30 gennaio all'auditorium abbiamo dato una opportunità concreta ai giovani compositori e esecutori. La cultura ha un senso se lascia qualcosa, e la mia intenzione è quella di utilizzare le "mani", che usciranno da questa rassegna, per metter in piedi l'Orchestra di Roma, quella che manca in questa città, fatta di giovani che studiano nelle scuole romane, e che, anziché andarsene in giro per il mondo, abbiano un approdo qui da noi, entrando a far parte di un'orchestra della città, istituzionale, che magari accompagni il Sindaco quando va a New York o a Berlino, che faccia i gemellaggi come la Scala di Milano o i Wiener Philarmoniker. I professionisti. hanno già altre strade, ma per i giovani continua a pag 6 APRILE 2007 IV E' una malattia rara ma subdola, colpisce il sistema nervoso e rende impossibile persino bere un bicchiere d'acqua e camminare. E non ha preferenze tra bambini ed adulti, colore della pelle e religione. Si tratta dell'atassia che -attraverso le ricerche scientifiche- s'è scoperto avere più di 50 forme diverse. C'è però bisogno di fondi per la ricerca e l'applicazione delle terapie così come c'è bisogno di avere una sede ampia e prestigiosa per entrambi i versanti della lotta alle atassie. Sorgerà così ad Aprilia, in località Campoverde, il primo e finora unico Centro di Eccellenza per la Cura e la Ricerca delle Sindromi Atassiche in tutt'Europa e nel Bacino del Mediterraneo. L'idea nasce dalla rilevazione di molte necessità nel settore specifico, riscontrate nel corso degli anni dalla Aisa a livello regionale, nazionale ed europeo. Sarà l'Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Aprilia, guidato da Giovanni Bafundi a coordinare e verificare lo stato dell'arte circa la realizzazione del Centro apriliano. Con la creazione di questo primo Centro europeo, in posizione strategica rispetto al territorio italiano, potranno essere soddisfatti i bisogni di molti pazienti, sarà creato un punto di riferimento per le famiglie, potrà essere avviata la formazione mirata dei ria- Anno 1 - n. 3 bilitatori e saranno sviluppate nuove tecniche ed ausili per 15.000 atassici primari ed 1.370.000 atassici secondari italiani, ovviamente da condividere e promuovere in tutt'Europa. Il Progetto è stato presentato per la prima volta, già durante le celebrazioni connesse con la Giornata Mondiale dell'Atassia, attraverso un incontro tenutosi nella Sala del Carroccio, al Campidoglio, il 25 settembre scorso a Roma, durante una giornata, in verità, celebrata in tutto il Pianeta, del resto. L'atassia fa parte di una famiglia di malattie di origine genetica, progressive, altamente invalidanti ed attualmente ancora incurabili. Nei casi più gravi, oltre ad impedire anche i gesti più "normali" per la nostra vita quotidiana, porta all'uso della sedia a rotelle e ad una limitata o totalmente cancellata autonomia. La malattia, chiariamoci, non interviene in alcun modo sulle capacità intellettive ma le difficoltà di comunicazione sono certamente intaccate e conseguentemente anche le relazioni sociali. Il Presidente della Associazione Italiana lotta alle Sindromi Atassiche, Carlo Rossetti, a microfoni spenti, riflette a voce alta: "Nessuno si chiede quale tipo di difficoltà possa avere quando cerco di bere un semplice bicchiere d'acqua con la mano che mi trema, sfuggendo alla capacità del mio controllo. Allo stesso tempo, in pochi si chiedono quale sia il peso delle difficoltà di carattere fisico, piuttosto che quelle di carattere psicologico". In effetti, si bada molto agli aspetti "fenomenici", esteriori ma il più delle volte ci si dimentica che una sindrome così particolarmente invalidante ha degli effetti profondamente deleteri anche in ambito psicologico: "Questa malattia -continua il Presidente AISA, Rossetti- ha anche una particolare mira, poiché Madre Natura contiene una sua intrinseca precisione: sceglie di colpire o in classi di età estremamente basse oppure intorno alla fasce adolescenziale, quando le relazioni tra i sessi si fanno più "urgenti". Immaginate, quindi, cosa accade in quest'ambito: le ragazze colpite dall'atassia non escono più di casa ed i ragazzi, spinti dagli ormoni a cercare una "fidanzatina" se ne stanno al chiuso delle proprie stanze sentendosi "diversi" e certo non più oggetto di ricerca affettiva". Da tutto questo nasce non solo la necessità di approfondire lo "status" della ricerca in ambito strettamente scientifico, quanto piuttosto lo studio della fase psicologica, altrettanto importante, dato che gli effetti nefasti della malattia colpiscono anche l'ambito delle relazioni di natura sociale. In Italia sono stati finora riconosciuti oltre 5.000 casi di atassie primarie, per lo più in adolescenti ma secondo il calcolo d'incidenza mondiale potrebbero essere anche 15.000 le persone colpite. Si tratta di un gap dovuto alla difficoltà di diagnosi. Sono inoltre 1.500.000 i casi di atassie cosiddette secondarie, conseguenti cioé ad altre patologie. Molto è stato fatto negli ultimi 10 anni, grazie ai fondi raccolti negli ultimi dieci anni sono stati individuati i geni responsabili di circa 60 tipi diversi di atassie, a volte rarissime, come il tipo X-Link (una sola famiglia affetta in Italia e tre in Europa) e spesso devastanti con complicanze di varia estrazione, comprese quelle in ambito cardiaco, come nell'atassia di Friedreich. L'Aisa, fondata nel 1982, è formata da circa 1.500 soci volontari, svolge attività di informazione e promozione della prevenzione sulle atassie, presta sostegno globale ai pazienti atassici, alle famiglie ed ai disabili in genere, incoraggia e promuove la ricerca scientifica genetico-molecolare ed immunologica, grazie ad una propria Commissione Medica, formata da ricercatori delle diverse Università italiane, che coordina le attività di ricerca interagendo con organismi internazionali. Il Centro Pilota Europeo e del Bacino del Mediterraneo che sorge ad Aprilia avrà però caratteristiche di eccellenza ed unicità in tal senso. "E' un motivo di grande soddisfazione ed orgoglio -ha affermato l'Assessore ai Servizi Sociali, Casa e Sanità del Comune di Aprilia, Giovanni Bafundi- non solo in termini di supporto per le famiglie degli ammalati di atassia i quali hanno bisogno di cure sia in ambito strettamente medico sia in ambito psicologico ma anche per il fatto che il Centro di Eccellenza apriliano è finora il primo ed unico nel suo genere in continua a pag. 13 APRILE 2007 V "LA RISPOSTA" Il sindaco minaccia azioni legali contro Poste.it per i disservizi nella consegna della corrispondenza "In alcune zone di Anguillara l'arrivo della corrispondenza è ormai un "terno al lotto". Come amministrazione riteniamo non più tollerabile la situazione di disservizio di Poste Italiane ad Anguillara". Così il sindaco di Anguillara Emiliano Minnucci denuncia i gravi disagi che negli ultimi tempi subiscono moltissime famiglie di Anguillara a causa della mancata consegna della corrispondenza a domicilio. In una lettera inviata al ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, e al presidente e all'amministratore delegato di Poste Italiane, Vittorio Mincato e Massimo Sarmi il sindaco di Anguillara ha espresso tutto il suo disappunto per i disservizi in atto. "Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni circa i disservizi postali e sono in corso anche raccolte di firme tra i cittadini per protesta" commenta il sindaco. "Tra i quartieri più danneggiati figurano la zona di Monte Sirente e anche quella del centro storico. La corrispondenza oltre che godere di tutela costituzionale - aggiunge il sindaco significa anche, tenere sotto controllo bollette e richieste varie ed evitare eventuali tagli a utenze determinate da ritardati pagamenti. Non vorremmo che l'ampliamento del core business della spa che oggi avvicina Poste Italiane alla categoria istituti di cre- Anno 1 - n. 3 dito ed altro, sia stato compiuto a discapito del tradizionale compito del recapito della corrispondenza a domicilio. Siamo decisi, a tutela dei cittadini - sottolinea ancora Emiliano Minnucci - ad intraprendere ogni azione, non esclusa quella legale, per chiedere che Poste Italiane spa ad Anguillara torni ad assolvere anche alla funzione fondamentale di consegna della corrispondenza". "Come Comune - commenta il sindaco - ci stiamo movendo per migliorare la numerazione civica, che crea alcuni problemi. Tuttavia, questo non può essere un alibi per Poste Italiane, visto che stiamo parlando di zone residenziali tutt'altro che nuove e dove, per moltissimi anni, la posta è stata regolarmente consegnata". Anguillara 20 marzo 2007 comunicato n. 0450 Ufficio Stampa - Dottoressa Graziarosa Villani [email protected] Cell. 360/805841 - 348/6916159 Tel. 06/99600023 - Fax 06/99607086 www.anguillarainforma.it www.comune.anguillara-sabazia.roma.it CHE FINE FA LA NOSTRA POSTA? Da qualche tempo (troppo) i cittadini di Anguillara Sabazia (RM) si vedono recapitare la posta, con ritardi di intere settimane. Questo grave disguido, diventa gravissimo se a non venire recapitato in tempo utile è per esempio un bollettino di pagamento, come purtroppo sta accadendo (al momento della scrittura di questo articolo) in questi giorni. Ai cittadini di Anguillara Sabazia, viene recapitata la posta, nelle ore più strane, compresi bollettini di pagamento già scaduti, che solo grazie alle continue telefonate dei cittadini ai loro creditori, riescono in qualche occasione a non doverci pagare le spese di mora. Ci chiediamo: ma se i servizi non pagati (luce, gas, telefono ecc. ecc.) ci venissero staccati, chi pagherebbe per i disagi creati? Interpellati i lavoratori dell'ufficio interessato, si sono lamentati della carenza di personale, dovuta ad aspettativa per malattia od altro, sembra anche impossibile ricorrere al lavoro straordinario, ed è solo per buona volontà del personale addetto alla consegna della posta, che la stessa viene consegnata, anche fuori dell'orario di servizio del personale stesso, con conseguente rischio per gli stessi portalettere che se dovessero avere un incidente, non sarebbero neppure coperti da assicurazione perché ufficialmente fuori servizio. Ci risulta che già alcune società (per esempio Teledue) hanno inoltrato lamentele alle Poste Italiane nei confronti dell'amministrazione dell'ufficio postale di Anguillara Sabazia, visto che tale disguido riguarda solo questo ufficio. continua a pag. 7 APRILE 2007 VI Anno 1 - n. 3 continua da pag 3 abbiamo voluto creare questa opportunità, che sta andando benissimo. In tre parole, tre emergenze di Roma. Emergenza casa, mobilità e servizi: pulizia delle strade, trasporti. In una battuta, una cosa buona e una cosa cattiva sul Sindaco Veltroni Sono due facce della stessa medaglia. Veltroni ha avuto il demerito, a mio parere, di non fare il sindaco di Roma. Se ne è dimenticato - o meglio, lo sapeva bene - per preparare la sua scalata a livello nazionale; per non avere troppi problemi, contestazioni, ha staccato da sé i problemi: ha fatto capire alla città che il Sindaco è colui che dà i premi, che riceve gli attori, che fa le manifestazioni sul cinema etc. Il sindaco, invece, è quello che risolve i problemi della città, che dà una risposta a chi passa ore e ore bloccato in mezzo alla strada o sul GRA, a chi aspetta mezz'ora un autobus che non arriva mai, a chi cade col motorino nelle buche o sui marciapiedi rotti: ecco, il sindaco fa tutto questo: insomma, la cosa cattiva di Veltroni è che non ha fatto il sindaco: semplicemente, ha tralasciato tutti questi problemi. Se facessimo un'analisi spietata di tutti questi anni, sfido chiunque a dirmi in che cosa è migliorata la città, in termini di mobilità di trasporti, di illuminazioni, di casa, di viabilità, di pulizia. Però - è questa è l'altra faccia della medaglia - è certamente migliorata l'immagine della città all'estero, perché sono stati spesi soldi, tanti soldi, per iniziative, che, poi, non so quali benefici abbiano portato: è venuto il Dalai Lama, è venuto Richard Gere, se questa è la cosa buona, riconosciamogliela, ma io penso che un sindaco debba occuparsi d'altro. Vi faccio un esempio concreto: stiamo esaminando il bilancio; non c'è una lira in più per i servizi, né per l'assistenza, però ci sono 6 milioni e mezzo di euro che il Comune stanzia per i mondiali di nuoto; certo, si tratta di un evento importante, ma che deve servire per far arrivare fondi dallo Stato, dalla Regione, dai privati; i mondiali di nuoto non debbono essere occasioni per far fare bella figura al sindaco. Anche le Olimpiadi sono importanti, ma debbono servire per attirare capitali, sarebbe singolare che si accollasse ogni onere la città che ospita. La Festa del Cinema, è costata otto milioni di euro, a noi romani: pensiamo a quanti marciapiedi, a quanti asili nido, avremmo fatto, con quei soldi, quanti autobus in più avremmo comprato. Ci congediamo dal Presidente Gasperini con un augurio sincero, per la "sua" ORCHESTRA DI ROMA: speriamo di ascoltarla presto, magari impegnata ad eseguire il trittico di Respighi dedicato alla Città! a cura di Salvatore Scirè io e D (a prescindere, "che D mi perdoni!" - P.S.) Chi, tra tutti noi, o perlomeno tra tutti quelli che proprio non riescono a non vedere e/o a non sentire e/o a non…, chi, dicevo, ogni santissimo giorno che accende la tv e si mette a guardare un qualsiasi tg, non finisce con l'esclamare ogni sacrosantissima volta: "Ma quanti ne muoiono!", "E' una vera e propria mattanza!", "Morti di ogni genere ad ogni latitudine!", ec…ecc…eccc…! Io, per mio conto, "ormai" nemmeno lo dico più: "ormai" sono "COSE OVVIE"! E l'aspetto veramente pazzesco della situazione è che forse ci stiamo abituando davvero troppo a questo tipo di "ovvio", tanto da farlo divenire "nostro quotidiano orrore"… (che bestemmia!). Poveri noi… Venendo a D, tenuto presente quanto sopra detto, è chiaro che l'homo sapiens che ha appena finito di vedere il tg, oltre che flagellarsi moralmente per tutto stò schifo che lo circonda (e qualche volta si flagella anche col "cilicio", che và tanto di moda…e chi più può flagellarsi, di più si flagelli, tanto sono buoni tutti i modi. A non essere buoni sono i risultati, ma questo è un altro discorso), si mette da prima nella sua mente alla ricerca immediata del rimedio ai vari casi e cerca le soluzioni che a lui devono sembrare definitive. Di tutti i problemi ne studia i percorsi, di questa anomalia in generale, che è il male stesso che accade, cerca di stabilirne i confini e i limiti; poi guarda in prospettiva… e là comincia a perdersi, ed è da quel punto in poi che inizia a guardare a D come ultima risorsa e unica soluzione definitiva (…san gennà, facitece o' miracolo!). D, la prima domanda. D, la prima risposta. Per molti andrebbe bene anche così: è stato D, è stata la volontà di D, se va bene è grazie a D, se va male è sempre da dire grazie a D perché è così ci insegna a vivere e ad apprezzare , e nella peggiore delle ipotesi, quando tutto dovesse essere davvero troppo da sopportare, anche per un perfetto Giobbe…, c'è sempre D che ci pensa, e se non su questa Terra ed in questa vita terrena, sicuramente saprà premiarti, e così sarai ospitato nel tuo "prossimo/lontano" futuro…nel suo P, e se avrai saputo sopportare nel suo nome anche la privazione della tua vita, D avrà anche riservato per te una suite nel suo P, con tanto di vista mozzafia to sull'universo all'orizzonte, oltre le montagne di nuvole sottostanti, e con la possibilità di cambiare il paesaggio con un telecomando ovviamente miracoloso (nda: viene abilitato un dito a propria scelta per poter svolgere tutte le funzioni di comando che ci possono interessare; funziona puntando il dito "abilitato" verso l'obiettivo che ci interessa e, esprimendo l'ordine che si vuol dare, si ottiene ciò che si vuole! Bello davvero!! 72 eureka!!!). (l'homo sapiens…SIGH!), che tra l'altro dovrebbe perfino somigliargli? Ecco che, dando per buona l'ipotesi (1), cioè che chi ha creato l'universo abbia poi creato anche l'homo sapiens, nascono due possibili risposte al problema evidenziato (cioè che st'homo sapiens a noi non è che ci risulti essere poi tanto super…). 1^ possibilità: D esiste, ed è perfetto, ha creato il tutto, perfetto, e poi ha creato l'homo sapiens, perfetto, come il suo creatore, salvo poi togliergli di mente l'idea stessa di questa perfezione. E allora ecco che noi saremmo perfetti, come prodotto di un creatore perfetto, che non può che creare cose perfette, e la nostra imperfezione starebbe nella "non conoscenza" della nostra stessa perfezione ( e qua D avrà pure avute le sue buone ragioni, ma lo stesso non lo capisco, non ne comprendo lo scopo, non c'è una ragione apparente che ne giustifichi la scelta, se non di altro livello, non umano). 2^ possibilità: D esiste, ed è perfetto, ha creato il tutto, perfetto, e poi ha creato l'homo sapiens, imperfetto (e pure qua avrà avute le sue buone ragioni, ma lo stesso non lo capisco, non ne comprendo lo scopo, non c'è una ragione apparente che ne giustifichi la scelta, se non di altro livello, sicuramente non umano). Conclusione al punto di ipotesi (1): per me, si può scartare. Punto di ipotesi (2): D non esiste. Questa ipotesi non può essere vera, per il semplice fatto che se così fosse non dovremmo esserci neanche noi. Conclusione al punto di ipotesi (2): per me, si può scartare. Punto di ipotesi (3): D esiste, ma non ha la barba, e non ha neppure la pancia, e non sta seduto tra le nuvole a fare ditino-ditino con il primo che gli capita a tiro, e non fa i dispetti alle persone, e nemmeno i piaceri. Ed infine, a tutto può somigliare, tranne che all'homo sapiens. Altro. Conclusione al punto di ipotesi (3): mi piace! Me lo appunto e me lo studio meglio. Anzi, meglio, facciamolo tutti, e poi ne discutiamo, possibilmente in modo civile, da Uomini, tra Uomini, come Uomini che discorrono di D. Non altro. Pino Sicolo D, dunque. Punto di ipotesi (1): D ha creato tutto. Prima ha creato il vuoto, poi l'ha riempito di piccoli sassolini (che girano su sè stessi, e gli uni con gli altri intorno a qualche altra cosa) e di piccole pallette di fuoco (che stanno un po' più ferme dei sassolini), e ha lasciato anche, qua e là, qualche buco nero, e poi ha fatto anche altro, e per ultimo l'homo sapiens, ed il tutto abbastanza in fretta, tanto che dopo appena sei giorni ha finito, e da allora non se ne sa più niente, tanto che "Chi l'ha visto?" dovrebbe iniziare ad occuparsene. Ora, la domanda che questa ipotesi suggerisce è: "dato" e "accettato" che sul Pianeta Terra il problema più grosso è "l'homo sapiens", come può, è la domanda, chi ha creato l'universo così meravigliosamente meraviglioso, essersi sbagliato proprio nel realizzare il suo prodotto ultimo APRILE 2007 VII Anno 1 - n. 3 I NOSTRI NUOVI AMICI continua da pag. 5 La signora Ilaria Morelli, residente in via Umberto Giordano 5, ha già denunciato anche alla stampa (Il Messaggero del 6-32007) l'incredibile disagio che si protrae da oltre un mese, senza avere alcuna risposta concreta da parte della direttrice di questo ufficio postale, solo vaghe promesse riguardanti una non meglio specificata ristrutturazione del servizio. Evidentemente in questo ufficio postale l'organizzazione sia del personale che dello smistamento della posta, è considerato un optional. Tutte le volte che ci si reca all'ufficio postale di Anguillara, sia che ci siano due persone a fare la fila o che ce ne siano 20, per pagare un semplice bollettino postale ci si perdono circa venti minuti se non di più, perché se ci sono poche persone, gli sportelli aperti al pubblico sono uno o due al massimo, se ci sono più persone allora, forse, gli sportelli aperti diventano quattro. Che fine fanno gli altri sportelli quando la fila è corta? Perché dobbiamo in ogni caso fare almeno quindici minuti di fila prima di riuscire ad uscire dalla posta? Spesso ci vediamo costretti a cercare un ufficio postale più efficiente presso altri paesini limitrofi, e molte volte lo troviamo. Non riusciamo a capire perché si debba essere costretti al trasferimento forzato per non perdere mezza giornata per pagare un bollettino postale, che è già arrivato in ritardo e spesso scaduto. Ma forse il motivo è molto più trasparente di quanto non si creda. I servizi che le Poste Italiane elargiscono, o per meglio dire tentano di elargire, sono servizi che fino a pochi anni fa, erano prerogativa delle banche. Le Poste Italiane si sono strutturate premiando l'aspetto economico-finanziario con la conseguenza che il servizio di recapito postale è pian piano scaduto in secondo ordine. Questo contribuisce, non avendo adeguato le strutture ne il personale, ad allungare le file che vediamo ogni giorno negli uffici postali. Ma questo accade in tutta Italia, e allora perché solo ad Anguillara Sabazia c'è un ufficio postale così inefficiente? E' stata lanciata la sottoscrizione di una petizione inviata alle Poste Italiane, Direzione Regionale del Lazio, e per conoscenza al Comune di Anguillara ed ancora all'Ufficio Postale di Anguillara, nella quale si denunciano i disservizi sopra elencati e dei quali noi di "Volta Pagina" come associazione intendiamo farci megafono presso tutte le sedi istituzionali e se necessario farci punto di riferimento per eventuali azioni legali che si dovessero intraprendere nei confronti dei responsabili di tutto quanto esposto. APRILE 2007 VIII TEATRO ED HANDICAP: UN BINOMIO NUOVO E AFFASCINANTE Parlare oggi di mondo del teatro in relazione al mondo dello svantaggio e della disabilità, invocare la loro sinergia, sottolineare i loro reciproci apporti, enfatizzare la loro "perfetta" integrazione, è affermazione molto di moda, un refrain spesso scontato. Tanto di moda che sembrano lontani, molto lontani, i tempi nei quali questi due universi non soltanto non risultavano complementari, ma si trovavano su un piano di radicale conflitto, o di paritetica riprovazione sociale. Eppure, ricordiamolo, l'ipotesi che lo spettacolo - il teatro in particolare - e il disagio psichico e fisico possano convivere non ha che pochi decenni. Nel mondo greco, per lo meno in quello classico, il teatro ha sempre costituito un valore alto, strumento di memoria e di identità collettiva, collante sociale e umano, specchio delle virtù e delle idealità più elevate. Per contro nella culla del teatro, la Grecia, l'humus sociale ellenico non è mai stata tenero con l'handicap. Era una società profondamente avversa come ricordava Cesare Pavese in alcune pagine illuminanti poste ad introduzione dei suoi "Dialoghi con Leucò" - a ogni "deformità" e a ogni "mostruosità", così completamente concentrata e assorta nella bellezza e nell'equilibrata armonia della figura umana da concepire un orrore primigenio per ogni sorta di devianza da questa perfetta norma apollinea. In questo mondo l'handicap ha sempre rappresentato il disvalore, tollerato a malapena quando non dichiaratamente soppresso, come nel caso delle esposizioni spartane sul Taigeto dei bambini non perfetti fisicamente. E non andava meglio nelle altre poleis, talché è lecito pensare che proprio la nascita della tragedia - con il sacrificio rituale del tràgos, del capro - presentasse una contiguità forte con i riti di passaggio e di eliminazione del male, invariabilmente associati con la cacciata del "deforme" dalla città e la palingenesi dei suoi abitanti. E quando il deforme non si uccide, del deforme si ride. La commedia è precisamente la codificazione esorcizzante di un atteggiamento sociale sublimato, ma in definitiva, non meno violento. L'ostracismo della città non si manifesta con l'esclusione fisica, ma con la condanna del ludibrio, con la separazione sociale del riso. Questo impianto concettuale profondamente squilibrato tende, nelle forme spettacolari latine, a portarsi su un piano meno sperequato. E non certo a vantaggio dell'handicap, ma a tutto svantaggio del teatro, che diventa infatti ludus, gioco, spectaculum appunto, deprivato di quella sacralità che il mondo greco gli aveva attribuito. E come gioco per l'occhio inizia ad accreditare la deformità come una forma dapprima tollerata e poi, piano piano, conna- Anno 1 - n. 3 turata addirittura allo spettacolo. Nel mondo cristiano medievale questo processo si perfeziona e si esaspera e i due termini del binomio, teatro ed handicap, vengono accomunate in un'unica grande condanna. Il disabile è colui che incarna in sé l'ira divina (concretamente, nel proprio corpo, in contraccambio dei peccati commessi). Non è più odiato dagli dei, ma odiato da Dio. Il teatro è figlio del demonio. In parte per essere un chiaro lascito del paganesimo, in parte per contraffare attraverso il gestus dei propri operatori, i giullari, la figura umana distorcendola in figura demoniaca. Non è un caso che attori, prostitute, poveri e malati (e in questa categoria rientrano, nel mondo medievale, a buon diritto i disabili) costituiscano le categorie privilegiate su cui si appunta l'esclusione della società dell'età di mezzo. Non è un caso che la rivoluzionaria metanoia di San Francesco riabiliti gli uni, i malati (il famoso episodio del bacio al lebbroso), e gli altri, gli attori (Francesco era noto definirsi ioculator Dei, giullare di Dio). Non è un caso che la legislazione medievale considerasse malati e attori come uomini "dimidiati" (mutilare un uomo secondo i duecenteschi Statuti di Assisi prevedeva una pena di cento scudi, mutilare un giullare, cinquanta). Non è un caso infine che nei testi monastici dell'XI e XII secolo invariabilmente si accorpassero degrado del corpo, riso, attore e diavolo in un unica grande categoria di riprovazione. Con l'ambigua riabilitazione dell'attore nel mondo rinascimentale e cortigiano della Commedia dell'Arte, e ancor più nel Secolo dei Lumi, la bilancia torna a pendere ancora dalla parte del teatro: da un lato i primiattori, le primeattrici, le protagoniste e i protagonisti del belcanto, le ballerine, espressione tutti di un mondo in cui la bellezza e la prestanza fisica iniziano a diventare un imperativo categorico, dall'altra la deformità, relegata nell'orrore dei circhi, e delle troupe girovaghe. Animali e mostri anche etimologicamente monstrum è il segno degli dei, un segno contro natura, un prodigio - iniziano a divenire le attrazioni forti per un pubblico sempre in cerca di nuove emozioni. E arriviamo ai giorni nostri, nei quali il sospetto moralistico e sociale sugli attori è stato definitivamente fugato e sostituito da una generalizzata invidia per un mestiere che coniuga prestigio sociale e ricchezza. E anche se oggi, per essere accettati socialmente, bisogna essere alti, belli con gli occhi azzurri e molto abbronzati, a onor del vero final- Ettore Mancini Via Anguillarese, 75 - Anguillara Sabazia (Roma) Tel. / Fax 06.9994613 - E-mail: [email protected] mente anche in relazione al mondo dell'handicap e dello svantaggio si iniziano a intravedere degli spiragli, e questo universo reclama con forza la sacrosanta dignità che per millenni gli è stata negata. Storicamente spetta ai Gesuiti il non trascurabile merito di avere capito che il teatro poteva essere un utile alleato nell'apprendimento. Nei loro collegi, modelli avanzati di trasmissione della conoscenza in un mondo ancora esemplato su moduli tradizionali tardomedievali, il teatro era una ancilla scientiae, un'ancella del sapere, che però attraverso il metodo di "drammatizzare" i contenuti che si dovevano studiare, finiva per familiarizzare i discenti assai più rapidamente e con maggiore curiosità di quanto facesse quella che oggi potremmo definire una "lezione frontale". Certo, il metodo "teatrale" era rigorosamente ancorato a canoni morali e non certo estetici, e si configurava in certo modo come prosecuzione di un atto devozionale, ma è noto quanto la natura demoniaca del teatro possa rendere "eretiche" anche le proposizioni più sante. In tempi più recenti - e parliamo dell'inizio degli anni Venti del secolo scorso - Jacob Levi Moreno fonda lo psicodramma. Si tratta di una fondazione di valore incalcolabile, e non solo per la psicoterapia. E' in pratica l'affermazione secondo cui il teatro, il suo modo di comunicare, la sua metodologia e il suo bagaglio esperienziale sono adatti, singolarmente adatti, ad interagire con la patologia, con l'esclusione, con la disabilità. Con l'invenzione dello psicodramma da parte di Moreno entrano nella psicoterapia contemporanea i metodi "attivi". In essi, oltre che alla parola, viene fatto ricorso al linguaggio del corpo e a una regia terapeutica basata sul fare oltre che sul dire. L'ultima rivoluzione - che come ogni rivoluzione non ha trascurato affermazioni anche estreme e oggi difficilmente condivisibili - è avvenuta negli anni '70 e ha investito soprattutto la scuola, il luogo cioè dove si assemblava e riproduceva il sapere. Non già quindi il luogo dell'eccezionalità patologica, ma quello della "normalità" dei gruppi classe, con le loro dinamiche e configurazioni. E' in base a questo movimento forte di "liberazione" didattica di un trentennio fa che per noi oggi l'associazione tra teatro e scuola, tra teatro ed handicap (inteso come componente di un gruppo classe, o come gruppo autonomo di lavoro) è un rapporto familiare e naturale. E insieme a questo l'attenzione capovolta rispetto al teatro tradizionale - che punta il fuoco, nella catena comunicativa, non già sul destinatario (il pubblico) quanto sull'emittente (il ragazzo, il disabile). Marco Brogi APRILE 2007 IX continua da pag. 1 tari "inconsapevoli" di yacht miliardari, intestati a s.r.l. con un volume d'affari dichiarato di 6/7 mila euro l'anno) hanno approfittato della loro "potenza" per usufruire delle attenzioni delle allegre fanciulle di cui sopra, le quali, se li incontrassero al supermercato, non li degnerebbero neppure di uno sguardo. Diciamo che tutto questo non ci scandalizza più, ormai. E' il verminaio che si è sviluppato, a gettare luci sinistre sulla cronaca quotidiana. La fotografia era considerata una forma d'arte creativa; e alcuni tristi individui l'hanno trasformata in arma di ricatto verso "i potenti" presi in castagna o, peggio, attirati in qualche trappola. Di solito le paparazzate concordate servivano a far pubblicare qualche foto dell'aspirante velina con il calciatore o l'attore famoso di turno. Oggi, invece, si mettono tutti d'accordo per estorcere soldi, a quanto sembra emergere dalle indagini. Purtroppo, tale malcostume si alimenta dalla richiesta del mercato, nel senso che se nessuno comprasse più certa stampa (rosa, gossip, scandalistica etc.), automaticamente anche questo andazzo smetterebbe. Purtroppo, la curiosità morbosa, il senso del peccato e della trasgressione, sono fattori che alimentano, invece, la domanda di un certo tipo di notizie. La verità è che bisognerebbe tornare a dare la giusta importanza alla centralità dell'individuo (uomo o donna che sia) e, soprattutto, ai valori e alla meritocrazia. Invece, questa società consumista si basa unicamente sull'apparire, sull'esteriorità (magari "siliconata", quindi bugiarda per definizione). Esalta a torto modelli di vita sbagliati che inducono schiere infinite di ragazzine senza criterio a dire: "voglio fare la velina, la letterina, la strisciolina, la cartolina, il Grande Fratello o La Stalla, solo per apparire in TV, così magari mi fidanzo con un giocatore di serie A, ma va bene pure di B". E quando si presentano a un provino e qualcuno chiede loro "che sai fare?", la risposta di solito è "niente!". A quel punto, fatalmente vengono fatalmente portate a dimostrare "quello che sanno fare" in altri "campi". E così nasce la Vallettopoli di turno, o meglio.... Lettopoli! Anni fa, i dirigenti di una grande rete TV escogitarono un sistema intelligente per sdebitarsi nei confronti di fanciulle senza arte né parte, ma molto brave a fare "altro". Crearono, infatti, un apposito programma notturno, che non vedeva quasi nessuno e in cui le procaci ragazze leggevano delle banalità inascoltabili. Insomma, seguendo il tradizionale e italico motto "chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato", avveniva uno scambio di reciproche cortesie, ma con un minimo danno, in termine di qualità. Anno 1 - n. 3 Oggi, invece, l'incapacità e la mancanza di professionalità sono quasi una bandiera da esibire con orgoglio! Come venirne fuori? Non è semplice. Volendo fare un confronto, è un po' come pretendere di eliminare la criminalità dalla faccia della terra. Sono patologie socio-culturali che si possono curare, controllare, ridurre, ma sradicare mai. Nonostante ciò, vogliamo dare qualche consiglio di buon senso ai nostri lettori, specialmente a tutti coloro che faticano ad arrivare a fine mese con lo stipendio in euro. Non guardate più TV spazzatura! Non comprate più giornali spazzatura! Non seguite trasmissioni-evento con vallette pagate a peso d'oro! Non comprate più prodotti che sponsorizzano questo o quel miliardario; se non volete continuare ad alimentare un sistema drogato (in tutti i sensi!) , che partorisce solo fenomeni deteriori e di pessimo gusto. Se tutti ci comportassimo così, forse qualche cosa cambierebbe. Ma ci vuole tanta educazione, tanta cultura, e tanta buona volontà! Il Direttore Responsabile Salvatore Scirè C. continua da pag. 1 seguono, se da quello stile ci si allontana, arriva puntuale, il giudizio gratuitamente stupido, dello stupido di turno che, in quanto tale, è già di per se un perdente… Una persona può ritenersi vincente, quando è il solo "padrone" e nello stesso tempo il critico, della propria vita e delle proprie opinioni, quando non approfitta, per poi sentirsi appagato, di un debole, quando sa confrontarsi esprimendo senza infantili influenze esterne, giudizi possibilmente reali, ma soprattutto personali. di Catia De Carolis continua da pag. 2 ALFONSO SALARDI ARTISTA E INSEGNANTE dal 24 marzo al 15 aprile 2007 - dal martedì alla domenica Sala Veratti, Via Veratti 20 - Varese Orari di apertura: 10.30/12.30 – 14.30/18.00 Per prenotazioni visite guidate per scolaresche, prenotazioni al numero 0332/255024. PER INFORMAZIONI Comune di Varese www. comune.varese.it [email protected] se.it Avenance Italia -Ufficio Marketing & Comunicazione Tel: 02/39039.301- Fax: 02/3574971 [email protected] www.avenance.it APRILE 2007 X Anno 1 - n. 3 DRAGONONDA Sport e cultura:uno stile di vita L' Associazione Sportiva Culturale DRAGONONDA, è nata nel 2003 con l'intento di promuovere nel territorio di Anguillara Sabazia, attività di carattere ludico e di collaborazione con il comune di Anguillara, prevalentemente con l'utilizzo del Dragonboat, imbarcazione di origine cinese, ma conosciuta ormai a livello nazionale ed internazionale, sia in manifestazioni di carattere folkloristico che in vere e proprie manifestazioni agonistiche sportive. Abbiamo partecipato a gare di livello nazionale, ed il nostro equipaggio, insieme all'equipaggio di Trevignano Romano, ha partecipato ai campionati Italiani del 2003. Negli anni successivi, abbiamo conquistato un terzo piazzamento nazionale, ed abbiamo ottenuto ottimi risultati nei Campionati Italiani Masters della Federazione. Abbiamo partecipato alle manifestazioni tenutesi sul lago di Bracciano quali: "La Voga Dei Cigni", il "Trofeo la Rocca". Fiore all'occhiello della nostra Associazione, è stato la partecipazione alla 34 km della Voga Longa di Venezia nelle edizioni 2004, 2005, 2006, e naturalmente saremo in prima linea nell'edizione del 2007 che si terrà il 27 maggio prossimo. Quest'anno, per la prima volta nella storia del Dragonboat di Anguillara, parteciperemo ai Campionati Europei per Club, che si svolgeranno a S. Pietroburgo in Russia. In ambito comunale, abbiamo organizzato il primo trofeo "Lago Colorato" portando nello specchio di lago prospiciente Anguillara, ben cinque Dragoni che hanno dato il via ad una appassionante gara. Dal punto di vista culturale, abbiamo rappresentato nella manifestazione "La Domenica del Villaggio", uno scorcio delle attività lacustri, trasportando in barche a remi, gli ospiti che intendevano visitare i luoghi di ritrovamento del Villaggio Neolitico. Il sito archeologico, situato in località Marmotta è a poca distanza dalla riva del lago e sotto alcuni metri d'acqua, la cui meravigliosa piroga ritrovata quasi intatta viene oggi conservata nel Museo adiacente alla stazione di Anguillara. Nella manifestazione in occasione della festa della donna dell'8 marzo, la Dragononda ha predisposto il primo Biathlon del lago di Bracciano, nell'armonia tra maschile e femminile, mettendo in barca prima, e sul campo di atletica dopo, atleti di ogni sesso ed età. Nelle nostre manifestazioni, simbolo di forza e di coraggiosa rivincita sulle avversità del destino, sono state sempre presenti le donne dell'ANDOS, (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno) continua a pag. 10 CIVITAVECCHIA TRA POCO NUOVAMENTE ALLE URNE INTERVISTA A GIANFRANCO PERNA per di più sporcano i muri della città, le cene ingrassano. In sintesi ritengo che ci sia una sproporzione tra le campagne elettorali che gli aspiranti consiglieri affrontano impegnando circa cinque o seimila euro, alcuni di loro già hanno aperto i rispettivi comitati elettorali, a fronte di una attività che andranno a svolgere senza percepire nessun compenso. Gianfranco Perna, Presidente della 3^ Circoscrizione di Civitavecchia, Giunta Saladini, eletto nelle file dello SDI con 2.500 voti circa. D. Lei dunque mi sembra di aver capito, che non accetta “sponsor”? R. Esatto io non accetto compromessi. D. Caro Perna ci racconta la sua esperienza con la giunta Saladini? R. Un fallimento totale! Non per Saladini, ma per la politica adottata dai suoi Assessori. continua da pag. 9 le quali, nonostante sottoposte ad operazioni psicologicamente e fisicamente devastanti, hanno saputo rimettersi in discussione come donne e come atlete. Viviamo in un territorio molto bello che deve essere ulteriormente valorizzato, e le manifestazioni sul lago sono spettacolari e offrono un piacevole diversivo alle manifestazioni sulla terra, meno visibili e godibili sia per il luogo che per la panoramica. Proprio in quest'ambito, l'Associazione Dragononda, vuole riproporre alcune manifestazioni che concorrano alla rivalutazione del territorio di Anguillara e più apertamente del territorio dei comuni del lago, tra le quali il "Secondo Trofeo Lago Colorato", che dovrebbe avere luogo in occasione della festa della Madonna nella prima settimana di settembre. Tali manifestazioni, oltre a far conoscere la cultura del lago, il suo meraviglioso territorio e l'innumerevoli luoghi di ristoro e di cultura, contribuiranno al coinvolgimento di numerosi atleti delle varie discipline agonistiche ed in particolare del Dragonboat (22 atleti per ogni equipaggio) favorendo la presenza di una moltitudine di persone che assistendo a tali gare, "invaderà amorevolmente" le nostre bellissime spiagge. Stefano Aversa D. Lo aveva ipotizzato da tempo? R. No, ma ho maturato questa convinzione strada facendo. Ben presto è risultato evidente, infatti, che le problematiche dei quartieri San Gordiano e Campo dell’Oro, erano talmente tante che con gli Assessori in carica non si riusciva ad avere collaborazione. Vedi il progetto relativo alle opere finalizzate per il ponte Malpasso di San Gordiano che, nonostante la presenza di un Assessore dedicato alle grandi opere, non ha visto l’inizio dei lavori “incancreniti” da anni nonostante le sue promesse di iniziare i lavori da un lunedì all’altro. Ad oggi con l’aiuto del Commissario straordinario, Dott.ssa Iurato e dell’Architetto Piacentini, siamo riusciti ad iniziare i lavori. Riepilogando, quello che non siamo riusciti a fare in sette mesi di giunta Saladini, abbiamo fatto in due mesi di commissariato. D. Cosa si aspetta da queste nuove elezioni? R. Pur non condividendo la candidatura di Moscherini a primo cittadino di una città che non ha visto i suoi natali, è nato a Livorno, sono certo che in virtù della attuale molteplicità dei candidati del centrosinistra, quattro, sarà proprio lui ad avere la meglio tra i tanti litiganti. D. Allora perché non si presenta nella coalizione di Moscherini? R. Perché non mi sento di condividere i progetti dell’attuale schieramento di destra. D. Ci può anticipare qualcosa del suo programma? R. Ritengo sia necessario impegnarsi per stare più vicini ai quartieri e continuare i progetti di Scalo Matteuzzi e di Via Adige. D. Cosa auspica per la sua città natale? R. Sono pienamente contrario alla Centrale al Carbone, e mi auguro che chi vincerà le elezioni porti a termine le promesse fatte in campagna elettorale, non come accaduto nelle precedenti amministrazioni. D. Perna ricordo la sua prima campagna elettorale e ricordo di non aver visto “santini”, manifesti e cene. R. I “santini” costano, i manifesti come sopra e D. Ci saluti con uno slogan. R. Niente è difficile, basta volerlo. Daniela Gasperini Sempre a proposito di salute Con questa mia nota vorrei sottolineare quanto è importante in questo momento storico la presenza del volontariato, e quanto questo, oltre a rispondere alle esigenze di tipo solidaristico di tanti soggetti, che spontaneamente prestano la propria opera nei più diversi settori, è fondamentale per affiancare le Istituzioni. Questo è un mondo assai variegato in cui convivono realtà completamente diverse: infatti a fianco di un volontariato strutturato e con una storia di decenni alle spalle, esistono nel nostro paese migliaia di associazioni più o meno grandi, con fini statutari assai diversi, ma che contribuiscono alla soluzione di molti problemi, cui le Istituzioni non hanno ancora trovato modo di dare completamente delle risposte: il volontariato in questo momento di incertezze morali e di “nuove povertà” , partecipa a pieno titolo alla entusiasmante sfida di conciliare la salute ( e non la sanità ) con l’economia . La situazione della sanità della nostra Regione è decisamente cambiata negli ultimi anni, ed anche la medicina lo è, sempre più specialistica e sempre meno orientata al ricovero ospedaliero: ed in questa situazione , essendo la salute un diritto di tutti i cittadini sancito dalla costituzione, per preservarla e mantenerla sono necessarie sempre più strutture ambulatoriali e di Day Hospital , che siano in grado di fornire prestazioni efficaci ed efficienti. Purtroppo sempre maggiore diventa il carico sulle famiglie, specie per le problematiche inerenti alle fasi iniziali e finali della vita, che spesso mal si conciliano con le esigenze di natura economica e lavorativa. Le esigenze del territorio sono quindi cresciute, in quanto i servizi offerti molto spesso hanno orari e giornate di apertura non conciliabili e non esiste , almeno in maniera adeguata , assistenza domiciliare. continua a pag 14 XI APRILE 2007 "ED IO CHI SONO?" "IO POSSO ENTRARE?" Anno 1 - n. 3 Ricevo dalla Sig.ra Valeria Milletti Volontaria dell'Ass.Franca Valeri (che non ha internet) e vi invio: …. E mi ritrovo da solo a guardare il mare, sperando di riuscire a capire realmente chi sono, cosa voglio, quali sono i miei sogni. Quei sogni che mi si sono spezzati quando ancora bambino sono stato violentato nei sentimenti, nell’anima, nel corpo. Una violenza che non posso dimenticare e mi accompagna nella mia esistenza, come un’ombra. A volte l’orco è più vicino di quanto si pensa. Ed ora non posso far altro che far male a quella parte di me o degli altri, in cui rivedo l’orco, mi voglio punire per punirlo, e continuo solo a farmi del male. Vorrei solo un mondo senza più ombre ! Ricordo di quando ero bambino ed avevo timore, paura, ansia, il giovedì e venerdi per me erano due giorni terribili, lui era a casa. Ho quarant’anni ed ancora oggi il giovedì ed il venerdi rimangono due giorni in cui riesco a fare poco. Vivo con due parti in me, l’una che cerca di sovrastare l’altra, l’altra che cerca di punirla. Avrei voluto avere una famiglia diversa ed oggi non so più cosa è una famiglia. Vorrei, almeno, che tu, che stai leggendo queste poche righe, ti fermi un’attimo. Non pensare a nient’altro, a quanto male può esserci all’interno di una famiglia ed a quanto male si può fare ad un bambino; a distanza di tanti anni quell’ombra non va più via. Ho dovuto vivere una vita di finzioni, la mattina mi dicevo “si va in scena” e per me, da allora, la vita è diventata un grande teatro. Ho imparato così bene la mia parte che oggi, tolti i panni dell’attore, non so più chi sono io. Potrei essere tutto ciò che gli altri vogliono o desiderano, ho imparato così bene a soddisfare i desideri degli altri che non riesco a fare nient’altro. Non sapere chi sei. Cosa vuoi. Sto imparando oggi a capire che significa volere. Io voglio. Per me è stata un’enorme scoperta. Mi sono reso conto che ho un’enorme potere in mano. Scegliere. Non voglio fare più male a me stesso, per troppi anni ho esaudito i desideri degli altri. A cominciare dall’orco che avevo in casa. Nessuno si chiede mai il perché di certi comportamenti. Quello che sento è solo tanta ipocrisia. Imparavo a soli cinque anni a non sentire nulla. Per me era diventato un gioco. Vincevo se riuscivo a non sentire niente, non pensare a niente, non provare emozioni. Ed ero sempre primo ! Vincevo sempre. Non potevo dire nulla, il silenzio. Da grande, sono rimasto primo. Riesco ad emozionarmi solo con gli animali, con i cavalli, non fanno male. Giocano come me, sentono le emozioni, anche se non possono parlare. Ma per me parlano. Ora voglio rinascere, far uscire fuori la mia persona, come in una nuova nascita. Non voglio dimenticare perché non posso farlo, ma neanche perdonare. Non è possibile farlo. Non voglio farlo. Non è giusto farlo. Fermati e pensa. Avrei voluto un padre diverso, un padre. Non mi è più possibile averlo e non lo avrò mai. Mi rimane solo quella terribile ombra. Lettera Firmata Alla redazione di "Volta Pagina" L'art.13 del regolamento comunale per la tutela degli animali del Comune di Anguillara Sabazia consente l'accesso degli animali domestici su tutti i mezzi di trasporto pubblico operante nel Comune (25.07.2005). Fin qui niente di strano. L'ordinanza va nella direzione della legge regionale e nazionale. Quello che è strano è che nessuno, Sindaco in testa, si sia mai accorto che i mezzi del trasporto pubblico, affidato alla Capparella bus, recano tanto di cartello che vieta l'accesso ai cani. Domanda numero 1: Chi viene da Roma in treno col proprio compagno a quattro zampe come può, dalla stazione, raggiungere il centro di Anguillara o Trevignano, se non c'é qualcuno con un'auto ad aspettarlo? Domanda numero 2: perché il Sindaco, a cui per legge (DPR del 31 Marzo 1979) spetta far rispettare il regolamento comunale non si è ancora attivato, nonostante avessimo già segnalato questa irregolarità il 3 febbraio 2007 sul giornale TRE? Per favore aiutateci a risolvere questa "anomalia". Ve ne saranno grate sopratutto quelle persone anziane che non guidano, ma non per questo intendono rinunciare ad una gita al lago con il loro compagno peloso di vita. Grazie Associazione Onlus Franca Valeri APRILE 2007 XII SPAZIO..EVENTIKARTE Il mese di Marzo è protagonista di iniziative ricche ed interessanti per quanto riguarda l'Arte.Tra le numerose proposte voglio segnalare:Vitarte,giunta alla quarta edizione. Giornata conclusiva (domenica 11 marzo) della mostra mercato di arte moderna e contemporanea in corso al centro fieristico di TusciaExpo a Viterbo. L''indiscussa qualità delle opere esposte, l''affidabilità delle migliori gallerie italiane presenti in fiera, il ricco programma degli eventi collaterali (extemporanee di danza e pittura, videoproiezioni di artisti cinesi, una rassegna dedicata alla In-visibil-art con tanto di pubblico dibattito), insieme al numero in costante crescita di visitatori e operatori, con conseguente aumento delle trattazioni economiche, fanno di quella del 2007 un''edizione che si avvia ad essere archiviata come quella dei record.Ancora Arte contemporanea a Roma con FemminArte rassegna al femminile che per due giorni ha impegnato 15 artiste provenienti da tutta Italia , dalla Scozia , dalla Croazia ,dalla Slovenia e dalla California,all'interno della manifestazione SPAZIO DONNA Arte Moda Salute Bellezza presso il Movenpick Park Hotel dal 8 al 9 marzo 2007.Grande il riscontro del pubblico, specialmente di quello femminile, che si è sentito parte integrante di quell'organizzazione e ha respirato l'aria della collaborazione e l'entusiasmo delle artiste.Originali e molto femminili.splendidamente donna.è una grande emozione..bellissimo incontro tra realtà diverse.interessante..inquientante..vien voglia di toccarli..Sono solo alcuni dei commenti lasciati su un pannello dai visitatori all'ingresso della Mostra. Il Movenpick Park Hotel è protagonista il 21 marzo di un'altra iniziativav d'eccezione:l'inaugurazione di: "Primavera dello spirito" del maestro Gianfranco Zaccagnino. In collaborazione con la RUFA Libera Accademia di Belle Arti di Roma.I colori e l'energia del maestro hanno accompagnato i numerosi ospiti attraverso un'intensa serata di cultura. Si è inaugurata il 9 marzo scorso Chagall delle meraviglie,complesso del Vittoriano ,a Roma fino al 1 luglio 2007. La scelta di dedicare a Chagall la più importante retrospettiva mai realizzata in Italia,va oltre l'importanza di una pur eccezionale rassegna volta ad illustra- Anno 1 - n. 3 re ,con circa 200 opere ,l'attività e le relazioni di uno dei maggiori artisti del novecento.Chagall rappresenta ,infatti,non solo uno dei vertici dell'arte figurativa del secolo scorso,ma costituisce ,anche,il punto di mediazione tra la cultura ebraica e quella delle avanguardie del novecento,tra la tradizione russa e quella occidentale,naufragata tra i demoni dell'antisemitismo e delle lotte di religione.La ricognizione che il Complesso del Vittoriano sta portando avanti sull'arte dell'ottocento e del novecento,ne ha fatto lo spazio più riconoscibile in Italia ,sia per la qualità che per l'originalità delle iniziative.Per informazioni [email protected] Dott.ssa Emanuela Scanu Responsabile Eventikarte [email protected] "IMPARA L'ARTE....." R O B E RTA PU GN O DONNA UOMO INFINITO “Uomo donna infinito” è il titolo della personale che sarà allestita negli storici spazi dell’Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto-Ufficio Culturale di Roma, sito in via delle Terme di Traiano, 13. L’esposizione avrà il patrocinio del Comune e della Provincia di Roma e verrà presentata dal responsabile culturale dott. Rabie Salama. Sono riunite oltre quaranta opere dell’artista Roberta Pugno sul tema dell’immagine femminile, dell’immagine maschile, del rapporto uomo-donna e della dimensione “infinita” in cui si colloca la ricerca sulla realtà interiore e psichica. Un viaggio di immagini originale e appassionato che la pittrice fa partire ancora una volta dall’ipotesi che è nella tensione verso il diverso, verso l’assolutamente nuovo, la base di ogni conoscenza. Roberta Pugno, dopo aver incontrato con le sue tele il mondo sciamanico, il mondo di antichi eroi e di filosofi geniali, si cimenta ora nel rapporto con la profondità della cultura egiziana. Le tele infatti saranno accompagnate da poesie e da brevi e intensi scritti arabi sul tema universale della dialettica tra donna e uomo, e sull’idea di infinito e di assoluto che caratterizza il mondo islamico. Durata dal 9 al al 29 maggio 2007 Inaugurazione venerdì 11 maggio dalle ore 18.00 presentazione della mostra degustazione di piatti della cucina araba Eventi mercoledì 23 maggio alle ore 18,00 Lettura di poesie arabe sabato 26 maggio alle ore 18.00 “ Noi e l’Islam” Serata di suoni e parole a cura di Carlo Zaghi Orario da lunedì avenerdì dalle ore 9.00 alle ore 16.00 sabato dalle ore 17.00 alle ore 21.00 domenica dalle ore 11.00 alle ore 13.00 Catalogo la mostra sarà corredata da un catalogo in italiano e in arabo delle opere esposte, con testi di Rabie Salama, Rosa Cipollone, Hussein Hamouda, Carla Severini, Maurizio Maturi, Cristina Danese, Imma Mancuso, Cinzia Folcarelli Ufficio Stampa organizzato da Cristina Danese e Cinzia Focarelli farà conoscere la manifestazione su quotidiani, settimanali, riviste del settore e televisioni per informazioni sull’artista: www.robertapugno.it APRILE 2007 XIII Anno 1 - n. 3 continua da pag. 1 continua da pag. 4 l’ordine naturale delle cose che l’uomo può sperimentare un profondo senso di appagamento e di felicità, di pienezza e di pace, stati - questi - che costituiscono la semplice testimonianza della sua sintonia con tale ordine. L’ordine naturale delle cose pervade l’intera nostra esistenza, e rappresenta l’essenza principale del nostro vivere quotidiano e del tessuto ambientale e sociale nel quale viviamo. E’ proprio quest’ordine naturale che permette ad una società di progredire in armonia con gli eventi naturali che la contraddistinguono. Da sempre, infatti, abbiamo assistito ad un graduale, ma costante, cambiamento della società nella quale viviamo, dei suoi usi e costumi, delle regole ed abitudini che regolano i rapporti di convivenza. Tale cambiamento, più evidente nelle grandi metropoli, è anche presente nei piccoli centri dove, forse, le tradizioni locali sembrano rallentarlo nelle sue manifestazioni. E’ proprio nelle città più piccole e meno popolose, che la cultura e le consuetudini locali tendono a decelerare i naturali cambiamenti e le innovazioni che pervadono la nostra vita. Spesso, infatti, nei paesi e nelle città più piccole le abitudini e gli usi del luogo sembrano rappresentare il conseguimento della migliore realtà sociale ed urbana. Appare però importante riconoscere che, se da un lato il valore della tradizione e della memoria rappresentata dagli abitanti provenienti dalle famiglie native ha sicuramente avuto un ruolo fondamentale nella creazione di un tessuto sociale sano e vigoroso, dall’altro i cambiamenti della realtà sociale dettati appunto dall’ordine naturale delle cose, impongono un cambiamento di mentalità, indispensabile per non venire inghiottiti in una spirale di impoverimento e decadenza sociale. E’per questo che nel rispetto dell’ordine naturale delle cose qualsiasi società, e soprattutto la nostra bella città di Anguillara Sabazia, deve prendere atto che gli inarrestabili cambiamenti rappresentati dall’aumento degli abitanti non originari del posto, dalle esigenze di un turismo ancora scarso e povero, dal bisogno di valorizzare le bellezze naturali ed artistiche presenti sul nostro territorio e spesso trascurate, dall’urgenza ormai impellente di soluzioni urbanistiche e di sviluppo del centro abitato e della viabilità cittadina, dall’esigenza di dotare la comunità di strutture ricreative e culturali dotate di soluzioni tecniche aggiornate, impongono un cambiamento di rotta che, tenendo conto di quanto sopra indicato, obblighi i futuri amministratori ad impegnarsi al servizio di tutti i cittadini, abbandonando le ormai superate esigenze dei “soliti piccoli gruppi minoritari” a favore della totalità dei cittadini che ormai, sempre più prepotentemente, chiedono a pieno diritto non solo di vedersi considerati alla pari degli altri, ma di vivere in un ambiente sociale che, secondo l’ordine naturale delle cose, è proiettato verso un futuro diverso da quello in cui oggi viviamo. tutt'Europa. La nostra risposta -fatta di tecnologia, capacità progettative ma soprattutto di sensibilità- vogliamo sia un ulteriore biglietto da visita della nostra città in ambito internazionale". Daga Francesco Tortora AISA CULTURA: la poesia oltre l'handicap Sandro Pignotti, socio A.I.S.A., arriva 5° AL Premio nazionale di poesia "Astrolabio 2006" La premiazione avrà luogo sabato 14 Aprile presso la storica Sala Baleari del Comune di Pisa. Sandro Pignotti è un poeta ligure. Affetto da Atassia Spinocerebellare, una forma di atassia ereditaria altamente aggressiva ed invalidante, dovette abbandonare gli studi di medicina "per manifesta inferiorità", diventando poi orafo. Scopertosi poeta a soli 13 anni, malgrado l'aggravarsi della malattia, ha continuato a coltivare in questi anni la sua grande passione per la poesia e la letteratura, pubblicando oltre 2000 testi, tra cui persino una simpatica opera teatrale. Con alcune sue opere ha vinto, tra gli altri, il Premio Città di Taggia , nel concorso per la poesia inedita "Ossi di Seppia" del 2001, e ottenendo il primo posto al concorso di poesia satirica GEF del 2003. Il Premio nazionale di poesia "Astrolabio" è dedicato alla memoria di Renata Giambene, poetessa toscana che della diffusione e promozione dell'arte poetica fece la sua ragione di vita, fondando negli anni '50 il noto circolo letterario "La soffitta" e successivamente "La soffitta del Sud" a Gela, che vide la partecipazione di poeti come Leonardo Sciascia, Salvatore Quasimodo e Giacinto Spagnoletti. L'edizione 2006 ha visto oltre 200 partecipanti solo per le sezioni dedicate alla poesia, tra i quali si è fatto notare e apprezzare il nostro Sandro Pignotti, arrivato quinto. A lui ed al suo genio artistico, A.I.S.A. e VOLTA PAGINA rivolgono il più sentito dei ringraziamenti: perché essere malati nel corpo, non impedisca mai all'anima di cogliere la bellezza ed il fascino della vita e raccontarne i sentimenti con la propria voce. Riccardo Iorio - Ufficio Stampa AISA [email protected] tel. 065203737 - fax 065201490 SE PIOVE MI VOGLIO BAGNARE Al trionfale ce una vecchina che vende le uova. Occhi azzurri e capelli d’argento. “Quante ne voi Giovano’?”. Il giovanotto non ne vuole affatto. Il giovanotto è qui per spiare una roma sfrattata, che ripara in penombra, lungo i lati di via Andrea Doria. Il trionfale, per chi non lo sapesse è il mercato del trionfale, ma per chi ci trova di più di un insieme di banchi, è semplicemente il trionfale. Una volta era un mercato vero, quadrato, racchiuso da mura, aperto da 8 varchi diversi. C’era la zona del pesce, quella del pane, carne e ortofrutta un po’ da per tutto, i fiorai agli ingressi. Poi sono iniziati i lavori per la sua ristrutturazione, tutti fuori con la promessa che a lavori ultimati tutti avremmo goduto di una spazio moderno, con parcheggi, box per la vendita, riparo dal maltempo, insomma un mercato super. O meglio un super mercato. Un parcheggio. Sarebbe bastato il parcheggio. Tenetevi i box, tenetevi le tettoie, quando vado al mercato, se piove, mi voglio bagnare. Roma è stanca, compressa tra il futuro che bussa alla porta e il passato che non ha voglia di aprire. A quanto pare però neanche la storia ha sempre la medesima importanza, perché un’anfora può bloccare la metropolitana, i san pietrini possono ritardare l’avvento del liscio asfalto, ma nessun mercato rionale potrà mai opporsi al dio cemento. Solitamente gli amministratori di una città hanno i natali nella città medesima. Non è una legge, ma una ovvia quanto utile consuetudine che ci garantisce, ci rassicura, ci evita di dover spiegare noi all’amministratore quali aspetti ci stanno più a cuore e quali invece consideriamo secondari. Roma non è solo mercati, lo comprendo. Altri però comprendano che un banco non è solo un pezzo di legno, ed un mercato non è solo un posto per le compravendite. C’era molta Roma tra le mura del trionfale, e molta ancora ne resiste fuori da quelle mura, sui due lati della strada. La vecchina che vende le uova. Padri e figli che lavorano insieme. Compagni di banco che si prendono in giro su tutto. Gente che ti chiede come stai. Di merca ti super ne abbiamo a sufficienza. continua a pag. 16 Via Anguillarese, Km. 2,600 - 00061 Roma Anguillara Sabazia (Roma) Tel. 06.9994162 - Fax 06.99909609 APRILE 2007 XIV PASSEGGIATE ROMANE PORTICO D'OTTAVIA Nel vecchio Ghetto di Roma, in fondo alla via del Portico d'Ottavia troviamo i resti del Portico D'Ottavia, costruito da Quinto Metello il Macedonico nel 149 a.C. Nell'edificarlo vi aveva inglobato il tempio di Giunone Regina, dedicato nel 179 a.C. dal censore Marco Emilio Lepido, e lo aveva affiancato da un nuovo tempio a Giove Statore, ideato dall'architetto Hermodoros di Salamina e primo fra i templi di Roma ad essere costruito interamente in marmo. Venne ristrutturato da Augusto nel 23 a.C. e dedicato alla sorella Ottavia. Successivamente lo restaurò Domiziano, dopo l'incendio dell'80 ed infine fu la volta di Settimio Severo sempre dopo un nuovo incendio, nel 191. Sull'architrave della facciata esterna vi è l'iscrizione relativa a questo intervento datato 203 d.C. Il Portico d'Ottavia era un portico a doppie arcate, di notevoli dimensioni e di forma rettangolare, largo 115 metri e lungo 135 metri ed era destinato al passaggio pubblico. Nel mezzo sorgevano i templi di Giove e di Giunone e sul lato di fondo si erigeva un edificio absidato: la curia Octavia, che comprendeva una sala di riunioni, o schola, e le biblioteche. Doveva essere stato considerato molto importante dal momento che era stato abbellito da moltissime opere d'arte tra le quali ben 34 statue equestri di bronzo, scolpite da Lisippo, raffiguranti Alessandro Magno con gli ufficiali del suo esercito morti nella battaglia del Granico; ed una statua di Cornelia, la madre dei Gracchi, sempre in bronzo e la cui base ora si trova in Campidoglio nel Museo dei Conservatori. Il propileo del Portico, che si apriva su uno dei lati corti, era prominente all'interno e all'esterno dell'ala porticata. Aveva due facciate identiche, ognuna delle quali portava quattro colonne corinzie scanalate, disposte su due fila, sorreggenti la trabeazione e collegate fra di loro, sui due lati, da archi in laterizio rivestiti di marmo che si aprivano sul portico e si sviluppavano in un vano interno dal soffitto in legno. Sono giunte a noi due colonne della fila anteriore e tre della posteriore, parte della trabeazione nonché l'arco terminale del portico di destra. Successivi scavi hanno portato alla luce altre due colonne, in parte interrate, della parete di sinistra in tufo e visibili dalla parte del Teatro di Marcello. Le colonne della facciata esterna di destra furono sostituite nel medioevo da un arco in laterizio. A sinistra si è anche conservato l'attacco dell'ala porticata alla Anno 1 - n. 3 quale appartengono le colonne di cipollino e granito che si vedono allineate sul marciapiede. Dei due templi rimangono resti solo di quello di Giunone. A destra dell'arco, in basso, una lastra di marmo con dicitura in latino, la cui traduzione è: "Le teste dei pesci più lunghi di questo marmo, datele ai conservatori fino alle prime pinne" L'iscrizione si riferisce a un antico mercato del pesce dal quale deriva il nome della Chiesa di S. Angelo in Pescheria, fondata da Stefano III (770), tra le rovine del Portico che le fanno da atrio. Il Portico D'Ottavia fin dal medioevo ospitò la Pescheria. Si racconta che un tempo gli ebrei fossero obbligati a radunarsi nelle Chiese esistenti presso il Portico, di solito accadeva ogni sabato secondo alcuni, secondo altri solo in un determinato periodo dell'anno, dovevano fare questo per ascoltare le prediche dei religiosi cattolici che, con moltissimo zelo, cercavano di convertirli alla religione cattolica. In effetti gli ebrei andavano alle chiese di S. Angelo in Pescheria, in S. Maria del Pianto e nel tempietto del Carmelo, ma solo per evitare di pagare la multa, infatti prima di entrare in chiesa si tappavano le orecchie con la cera e poi se ne stavano tranquilli durante tutta la predica, alla fine della quale se ne tornavano a casa felici di aver assolto il loro "dovere" senza aver tradito il loro credo. Egidio Maria Eleuteri Immagine: Ettore Roesler Franz 1845 - 1907 Il mercato del pesce a Portico d'Ottavia continua da pag 10 Per questo il Volontariato si è attivato da tempo, anche se le potenzialità non sono state sfruttate appieno: da questo mondo, in un momento storico ricco di ambiguità, in cui però è presente una forte esigenza di solidarietà, dovrebbe arrivare non solo un aiuto materiale, ma il supporto di idee e proposte essenziali per rendere i servizi adeguati alle richieste della popolazione. Tutti noi che prestiamo la nostra opera in Ospedale, sappiamo quanti ricorsi inappropriati ai Pronto Soccorso in alcune ore della giornata e nei giorni prefestivi e festivi sono determinati dalla mancanza di strutture territoriali, o quante volte vediamo nelle persone che si avvicinano a noi più la ricerca di un supporto umano che medico, ed è per questo che trovo particolarmente suggestiva l’ immagine della “Casa della Salute” presentata dal Ministro Livia Turco il 22/03/07. La “ Casa “ è proprio l’espressione del fatto che dell’esigenza di avvicinare il servizio pubblico alle necessità di tutta la popolazione ci si è resi conto a livello politico, sia centrale che regionale, e a questo fine la finanziaria 2007 ha previsto uno stanziamento di 60.5 milioni di euro destinati a finanziare progetti specifici e tra questi 10 milioni di euro serviranno per finanziare la sperimentazione di questa struttura di assistenza sanitaria extraospedaliera, denominata “ Casa della salute “, che rappresenta anzi uno dei quattro obiettivi prioritari del Piano Sanitario Nazionale 20062008, insieme con : la salute della donna, le malattie rare e le unità spinali unipolari. La Casa della salute è stata pensata come una realtà polifunzionale , alternativa al ricovero in Ospedale, in cui il cittadino può trovare una risposta alle esigenze di natura sanitaria e socio assistenziale, perchè, come ha detto il Ministro …. “ il rapporto di fiducia tra il cittadino ed il SSN si basa essenzialmente sulla capacità di esserci, e di esserci nel modo giusto, quando serve”. La casa è articolata in 4 aree : Area del Cup, del segretariato sociale e del coordinamento con le farmacie; Area dei servizi sanitari; Area dei servizi sociosanitari Area dei servizi sociali Nell’area dei servizi sanitari è prevista la possibilità di organizzare l’attività di promozione della donazione con l’impegno delle Associazioni impegnate in questa attività, mentre in quella dei servizi sociali è fondamentale la presenza del volontariato per raccogliere le necessità della popolazione ed organizzare gli interventi necessari. Sicuramente in molte Regioni sono già presenti, ed anche in fase avanzata di attività, esperienze di questo tipo, ma anche questo progetto si inserisce sulla strada di dare a tutti i cittadini del nostro Paese gli stessi livelli di assistenza, e non solo dal punto di vista sanitario. Dott.ssa Maria Vittoria Torresi XV APRILE 2007 Titolo: Ricette di Guerra 1940-1944 - per una cucina semplice semplice Aveva un'intelligenza "pratica", la zia Amalia, secondo l'illustre Sante de Sanctis, padre suo e della psichiatria/psicologia d'Italia. Aveva "occhi da fatalona" e "pelle tersissima", diceva di sé stessa. Io che l'ho conosciuta da anziana ("agée", avrebbe detto), ricordo occhi scurissimi e prominenti, naso importante, molti nei, una vitalità costante, grande simpatia e cordialità. Anno 1 - n. 3 Autore: Amalia de Sanctis Editore: Fefè Editore Anno di edizione: 2005 Numero pagine: 56 Questo ricettario - che la zia aveva donato in manoscritto a mia madre - è un esempio della sua attenzione all'impegno sociale, per quanto consentito negli anni '30/'40 ad una giovane signora di buona famiglia; e dello spirito "spartano" che l'univa a mia madre che era più giovane di quasi trent'anni. Collana: 50 Pagine Prezzo: € 7,00 ISBN: 8890206128 Abstract Amalia de Sanctis oggi avrebbe 110 anni. Negli anni '90 (dell'800) si era trasferita con i genitori a Roma dal paesino umbro di Parrano (Orvieto). Questo ricettario è un bel esempio dello spirito "spartano" che la guerra imponeva, dell'ingegno e dell'attenzione di Amalia all'impegno sociale, per quanto consentito negli anni '40 ad una giovane donna di buona famiglia. Oggi sembra che un'altra "guerra", più subdola e miserevole, sia di nuovo tra noi: la difficoltà di unire il pranzo con la cena. Questo libretto sarà utile a contrastarla risparmiando qualche centesimo e mangiando sano. Tra le ricette più "maliziose": la gelatina economica, la maionese di guerra, il coniglio tesserato e infinite polpette tra cui quelle "miracolose". NUMERI UTILI BRACCIANO Carabinieri tel. 112 06 99841130 Pubblica sicurezza tel. 113 - Via Braccianese C. II tronco 32 Servizio Ambulanza tel. 118 Emergenza contro abusi su minori e adolescenti tel. 114 Vigili del Fuoco tel. 115 0699803183 Ospedale Civile tel. 06 998901 Guardia Medica tel. 06 99890208 Vigili Urbani tel. 0699840076 Corpo Forestale tel. 1515 Servizio Ambulanza tel. 118 ANGUILLARA SABAZIA Carabinieri tel. 113 06 99901265 Polizia Municipale tel. 06 99600031 - 348 6905279 - Via di Domenico 12/b Croce Rossa tel. 328 6846248 06 99607187 Servizio Ambulanza tel. 118 ____________________________________________ PRESENTAZIONI DELETE: GUSTANDO UN ...LIBRO mercoledi 18 aprile ore 19:00 presso Hotel Crowne Plaza Via Aurelia Antica l'arte..... di un buon libro venerdi 20 aprile ore 18:00 presso Illy caffè Via Cavour Terni Gli orrori della Seconda Guerra, la zia Amalia li sconfiggeva con le potenti armi allora a sua disposizione: patate, verdure, uova, latte e pochi altri ingredienti genuini. RECENSIONE La zia Amalia, sorella di mio nonno, è stato un personaggio mitologico della famiglia de Sanctis, che dal 1559 dà lumi al paesino umbro di Parrano. Era nata nel 1895, pochi anni dopo che i genitori s'erano trasferiti a Roma. Da adulta, si considerò con ragione la "vestale" delle tradizioni famigliari: la storia della "casata", i luoghi ad essa "sacri", gli uomini e le donne ad essa collegati erano depositati nella sua memoria elefantiaca. giovedi 10 maggio tre donne una vita: presso la Casa Internazionale delle Donne Via della Lungara 19 Roma sabato 12 maggio presso biblioteca in Anguillara Sabazia ore 11:00 LIBRERIE GRUPPO ARION DI ROMA dove si vendono i libri editi da "fefè" 1. Libreria La Strada Via Vittorio Veneto, 42 2. Libreria Montecitorio Piazza Montecitorio, 59 3. Scuderie al Quirinale Via XXIV Maggio, 16 4. Libreria Leoniana Via dei Corridori , 16 5. Libreria Minerva Piazza Fiume, 57 6. Libreria Arion Z Sottopasso Piazza Fiume 7. Libreria Arion Cinema c/o Casa del Cinema L.go M.Mastroianni (Villa Borghese) 8. Libreria Futura Viale Libia, 95 9. Libreria Eritrea 2000 Viale Eritrea, 72/f 10. D.P.E. Viale Somalia, 50/a 11. Ready Bookstore Somalia Viale Somalia, 52 12. Ready Bookstore Cavour Via Cavour, 255 13. Libreria Vita e Pensiero c/o Policlinico A.Gemelli 14. Libreria Lateranense Piazza S. Giovanni in Laterano, 4 15. Libreria Prati Via Paolo Mercuri, 23 16. Libreria Tiburtina Via Tiburtina, 543 17. Libreria Mondo Nuovo Centro Commerciale Cinecittà 2 Via Tuscolana 18. Libreria La Romanina Centro Commerciale La Romanina LIBRERIE FUORI ROMA 1. Il Giornalibro Via Anguillarese, 16 Anguillara Sabazia (RM) SITI INTERNET 1. www.ibs.it 2. www.internetbookshop.it 3. www.liberdomus.it Con questa piccola "summa gastronomica" sana ed economa, tentò di passare a mia madre gli insegnamenti d'una generazione. Oggi sembra che un'altra "guerra", più subdola e miserevole, sia di nuovo tra noi. Questo libretto sarà forse utile a contrastarla. È comunque un piccolo omaggio a due donne della mia vitache amo immaginare indaffarate nelle cucine di "chi più può". Leonardo de Sanctis La prefazione originale dell'autrice Roma, 1940 Gentili amiche, nell'offrirvi questa collana di preziosi gioielli, questa fioritura di rarissime piante che si chiamano "Economia" e "Buon Sapore", speriamo fare cosa gradita non solo alle Maestre dell'Arte di cucinare, ma anche, e più, a quelle di Voi che mai inoltrarono il piedino nei Regni fumosi delle cucine avite, né in quelli azzurri della cucina novecento. Tempo é venuto in cui tutte le donne, forse, si svegliano al mattino col pensiero al pranzo da organizzare, alle provviste da fare, al miglior modo di utilizzarle. E non certo le donne italiane vorranno lamentare questo ben modesto sacrificio; il quale tuttavia consente di sentirsi partecipi di sacrifici maggiori e di cooperare al bene comune, e porta con sé pronta e gradita ricompensa: quella di riuscire, pure in tempi difficili, a preparare ai nostri cari le umili ma sempre apprezzate gioie di mangiar bene o, almeno, il meglio possibile. Ed ora, mentre ringraziamo vivamente tutte le gentili collaboratrici che pazientemente sfogliarono vecchi e nuovi testi dell'Arte, aggiornando ricette antiche, ricercandone alcune e inventandone altre, non resta che augurare a tutti buon appetito. Amalia de Sanctis APRILE 2007 XVI Anno 1 - n. 3 IL TEMPO DELLE DONNE dietro ogni GRANDE uomo c'è una GRANDE donna Mileva Einstein-Maric Mileva Einstein-Maric, moglie di Albert Einstein, rappresenta l’emblema di quella categoria di donne spesso dimenticate e trascurate nonostante la loro genialità e la loro vena artistica, che sono scomparse così velocemente dalla nostra vita culturale, anche se ai loro tempi erano conosciute e famose. Fisica serba, fu collega di studi e successivamente moglie di Albert Einstein. Si suppone che essa abbia dato un importante contributo alle sue opere sulla teoria della relatività. Sposandosi rinunciò alla sua indipendenza di scienziata e assumendo il ruolo tradizionale di moglie, visse all’ombra del marito, di modo che non è più possibile stabilire quale sia stato il suo apporto al lavoro scientifico di Einstein. Mileva Maric nacque a Zagabria, in Serbia, da una famiglia benestante. Era molto dotata e dimostrò ben presto il suo interesse per la matematica e le scienze naturali. Suo padre la incoraggiò e le permise di studiare prima presso il Ginnasio di Zagabria e poi in Svizzera, poiché all’epoca nell’Impero austro-ungarico le donne non potevano accedere alle scuole superiori. A diciotto anni si recò da sola a Zurigo, dove ottenne la maturità. Nel 1896 iniziò lo studio universitario della matematica e della fisica presso l’École Politecnique, dove incontrò Albert Einstein (1879-1955). Inizialmente lui le prestò generosamente i suoi appunti di fisica e rimase sorpreso quando lei glieli restituì corretti. Studiarono insieme, diventarono amici e si innamorarono, ma la loro relazione fu ostacolata dall’intransigenza dei genitori di Einstein che si opposero alla “regolarizzazione” del legame del figlio con una donna non ebrea. Rimasta incinta, Mileva dovette partorire clandestinamente e affidare la figlia Lieserl a una nutrice che probabilmente la diede in adozione, facendone perdere le tracce ai genitori. Quell’evento fu talmente traumatico che Mileva non riuscì a terminare i suoi studi. Solo dopo la morte del padre di Einstein, nel 1903, Mileva e Albert si sposarono. Con il matrimonio la loro collaborazione divenne ancora più intensa e prima del 1905, nel periodo più felice della loro vita coniugale, nacquero le opere fondamentali dello scienziato sulla teoria della relatività, che mise in discussione i fondamenti della meccanica classica. Mileva aveva rinunciato a citare il proprio cognome nelle pubblicazioni del marito, affermando: “siamo entrambi una sola pietra” [una pietra = ein stein]. Dal matrimonio nacquero altri due figli Hans Albert e Eduard. Il minore era un bimbo di salute assai cagionevole e Mileva ebbe sempre meno tempo per il lavoro scientifico. Seguì il marito quando questi fu chiamato all’Università di Praga, ma nel 1914 quando Einstein divenne direttore presso l’Istituto di fisica Kaiser Wilhelm a Berlino, ritornò con i bambini a Zurigo, dove dovette affrontare seri problemi economici. Nel frattempo era stata esclusa completamente dalla vita scientifica del marito e scriveva amareggiata: “Il mio grande Albert è diventato un fisico famoso molto rispettato e ammirato nel mondo scientifico. Lavora instancabilmente ai suoi problemi e si può dire che viva soltanto per essi.” Mileva Maric e Albert Einstein si estraniarono sempre più e si separarono nel 1919, quando lui sposò la cugina Elsa. La discussione circa l’apporto dato da Mileva Maric allo sviluppo della teoria della relatività venne avviata nel 1982 dalla sua biografa Desanka Trbuhovic-Gjuric, le ricerche della quale portarono alla luce una serie di indizi che proverebbero la partecipazione decisiva di Mileva Maric al lavoro di Einstein. Due frasi scritte da Albert Einstein nel 1900 e nel 1901 lasciano intendere che marito e moglie lavorassero insieme: “Anch’io sono molto contento dei nostri nuovi lavori. Adesso devi proseguire PERIO DICO DI ATTUALITA' E INFORMAZIONE ANNO I N. 3 APRILE 2007 Direttore Responsabile: SALVATORE CALABRISOTTO SCIRE' EDITORIALE ASSOCIAZIONE CULTURALE VOLTA PAGINA REGISTRAZIONE TRIBUNALE N. N 1019/06 r.g A.D. N°699/06 cron. del 07/12/06 registro della stampa c/o Tribunale di Civitavecchia Stampa: TJ PROMOTION VIA ANGUILLARESE 78 00061 SABAZIA (RM) TEL 06 9996788 FAX 06 99909385 ANGUILLARA Presidente: Catia De Carolis Direttore Editoriale: Daniela Gasperini Tesoriere: Ettore Mancini Grafica: Alessio Rinelli Hanno collaborato: Catia de Carolis, Daniela Gasperini, Giuseppe Perrone,Andrea De Martino, Maria Vittoria Torresi, Umberto Avvisati, Giuseppe Gasperini,Maurizio Oiri, Egidio Eleuteri, Mara Porretta,Stefano Aversa, Ettore Mancini,Giuseppe Sicolo. Segretario di redazione: Daniele Germoni la mail per le rubriche è: [email protected] la tua ricerca - come sarò orgoglioso quando il mio tesoro sarà magari un piccolo dottorino e io stesso sarò ancora un uomo qualunque.” Inoltre: “Come sarò felice e orgoglioso quando avremo terminato con successo il nostro lavoro sul moto relativo! Quando osservo le altre persone, apprezzo sempre più le tue qualità!”. Mileva veniva considerata tenace e sistematica, mentre Albert era discontinuo e ricco di idee; il loro diverso modo di lavorare si compensava in maniera ideale. Era noto che Albert Einstein avesse delle difficoltà con la matematica. Egli stesso disse nel 1903: “Ho bisogno di mia moglie. Lei risolve tutti i miei problemi matematici.” Dopo la separazione da Mileva, Einstein si fece sempre aiutare da esperti ed esperte di matematica. Secondo la Trbuhovic-Gjuric, i manoscritti originali che vennero poi pubblicati nel 1905 negli “Annali della Fisica” portavano il nome Einstein-Maric. Dopo la pubblicazione lo stesso Einstein avrebbe distrutto questi documenti, che contenevano anche l’opera sulla teoria della relatività specifica e la ricerca per la quale ottenne il Premio Nobel per la fisica nel 1921. Albert Einstein diede tutto il denaro del premio a Mileva Maric e qualcuno ritiene che questo fosse il riconoscimento privato per la sua collaborazione. Quel denaro permise a Mileva di sopravvivere e di provvedere alle spese per le cure del figlio che non fu mai in grado di avere una vita autonoma. Dopo quella donazione Einstein si disinteressò completamente dei figli e Mileva se ne fece carico fino alla propria morte, avvenuta quando aveva 73 anni. L’avventura di questa donna deve risvegliare in noi un sentimento di empatia per le artiste contemporanee, sensibilizzarci per la loro arte e le loro possibilità di successo, laddove ancora oggi manca un’atmosfera di incoraggiamento, interesse e ammirazione verso le donne artiste. Daga continua da pag. 13 Abbiamo bisogno di quelli normali. Voci inquietanti parlano di un cambio di destinazione per il cemento gettato finora, mentre la data indicata per consegna del nuovo mercato è trascorsa senza grandi clamori. C’era tanta Roma tra le mura del trionfale, e per il bene di tutti, sarebbe il caso ci ritornasse tra quelle mura, che preservavano il nostro passato dalla brutalità del presente. Un parcheggio, sarebbe bastato un parcheggio Andrea De Martino