INDICE
Ringraziamenti
Introduzione
Direzione lavoro?
Gioventù in Azione
Cambiamenti: come affrontarli?
di Maria Antonietta Impedovo
Vivere lo Stage
di Maria Cesaria Giordano
I dilemmi della cassa integrazione
di Marika Cassone
Emigrazione e ritorni
di Francesco
La stabilità del lavoro
di Mara Spinelli
Dati istituzionali
Ricerca sul territorio: cosa ne pensano i
giovani?
Autovalutazione: questa sconosciuta!
Siti utili per trovare lavoro
Bibliografia
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Ringraziamenti
Si ringrazia per la realizzazione del progetto l’Agenzia
Nazionale dei Giovani, le istituzioni locali del Comune di Noci,
l’Associazione G-LAN e tutti coloro che hanno contribuito alla
realizzazione del progetto KubEU, tra cui in particolare l’artista
Mariana De Marco (su fb: Arte Digitale di Mariana De Marco)
e la pedagogista Lucrezia Turi.
3
Introduzione
Questo
testo racconta di un’avventura chiamata
KUBEU, progetto dedicato ai giovani che si è realizzato nel
territorio di Noci e paesi circostanti. Si tratta di un’iniziativa
giovanile resa possibile grazie al finanziamento europeo,
programma
Gioventù
in
Azione
(http://www.agenziagiovani.it), promosso da un gruppo
informale di giovani tra i 18 e 30 anni composto da (Maria
Cesaria Giordano, Maria Antonietta Impedovo, Franceso,
Marika Cassone e Mara Spinelli)
Il progetto ha organizzare attività per riflettere in modo nuovo
sul tema della disoccupazione giovanile. Il gruppo informale
ha coinvolto i giovani e i cittadini a riflettere su questioni di
interesse comune: come cambia il lavoro al tempo dei nuovi
mezzi di comunicazione? Come i giovani possono reagire alla
disoccupazione con le nuove tecnologie a disposizione? Come
possono i giovani avere spazi di espressione di sé in una realtà
sempre più complessa e competitiva?
L’aspetto nuovo del progetto è stato proprio l’uso dei social
network come strumento che può veicolare nuove forme di
apprendimento e di comunicazione, promuovendo anche
nuove competenze utili per il lavoro. Il progetto permette,
inoltre, di sviluppare
conoscenze
sulla
realtà locale e sulle
politiche
giovanili
dell’Unione Europea.
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La missione del progetto è quella di emergere un immagine
diversa del tema della disoccupazione: non più una condizione
immodificabile che condanna i giovani, ma una prospettiva di
sfida che deve essere affrontata conoscendo la propria
appartenenza territoriale locale ed europea, valorizzando le
risorse culturali e sociali di cui si è portatori.
Introduction (english version)
The aim of the project called “KUBEU” is to organize
activities about the topic of unemployment. This topic
discussed through new kind of technology and new kind of
comunication (social network, mobile learning), fostering
creativity among young people. The project is set in Italy in
Noci (Ba) in Apulia for local young unemployed or seeking
employment, with particular attention to the gender gap and
the integration of those who often remain on the margins of
social life (disabled and
immigrants). The directly
total number of young
involved are (informal
groups) 6. The main goal is
to improve the knowledge
about this topic in local and
European framework.
The
theme
of
unemployment with its
European influences and
5
local dynamics, it also looks through the dimension of critical
through in an atmosphere of confrontation and informal
dialogue (talk in open space with the community) for the
mutual integration and crossing boundary of gender, race, etc
..., with the active participation by public and private
institutionals. The output of the project is a this critical report
by partecipants. The project will be in 10 months as a local
action with innovative methods of collaborative and
constructivist perspective and active participation. The theme
of the work is a mutual space for discussion and comparison
to a dynamic and multi-center society. All the project are
widespread with website and public meeting.
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Direzione lavoro?
La situazione della disoccupazione nella Regione Puglia
in generale e del trend della Provincia di Bari è già
ampiamente conosciuta. I tassi di disoccupazione nei 27 paesi
dell’UE sono cresciuti dal 9.5 % nel 2011 al 11.4% nel 2012 (in
accordo con i dati EUROSTAR) e la situazione della
disoccupazione in Italia è ampiamente preoccupante (10.2%
ad Agosto 2012 secondo l’ISTAT). A peggiorare la percentuale
dei disoccupati attuali potrebbero essere altre due categorie: i
soggetti che hanno attuato una forma di dispersione scolastica
(nelle varie forme di dropping out), pari al 23, 4% nel 2010
(ISTAT nelle Regioni del sud) e gli appartenenti alla categoria
dei NEET (Not in education or employment or training). Ciò si
traduce in una grave carenza di competenze di base e delle
qualifiche essenziali per una piena partecipazione nella
società, minando la capacità di costruire una carriera di
successo).
Riteniamo che la disoccupazione, le forme di dispersione
scolastica/universitaria e le forme come i NEET sono frutto
anche di una mancanza di informazione sulle giuste
competenze professionali da sviluppare per un vincente e
concreto inserimento nel proprio territorio. Infatti, l’Italia
sconta l’assenza di un modello esplicito per favorire l’ingresso
nel lavoro: la ricerca Randstand (riportata sul n. 1/2012
dell’IMPRESA), indica che l’38% dei giovani si appoggi ancora
al passaporola e alla famiglia di origine per la scelta della
propria carriera lavorativa.
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La scelta scolastica, professionale e la successiva gestione
delle transazioni e della propria carriera debba basarsi su una
prospettiva più ampia e consapevole: tali situazioni di
attraversamento di confini tra scuola, lavoro, mondo adulto
deve essere un'opportunità per sperimentare nuove posizioni
identitarie, portando ad una migliore comprensione di sé e
proiettando il soggetto verso il futuro.
Ancorare le proprie competenze al territorio, diventa,
inoltre, occasione per rilanciare uno sviluppo che riparti dalle
aspirazioni del singolo e dalle esigenze delle comunità. Al
momento l’orientamento che si propone nelle agenzie di
selezione ed enti formativi pubblici e privati presenti sul
territorio pugliese è frammentario e dispersivo. Manca uno
spazio che offra riflessione, confronto critico sul concetto in
mutazione del lavoro.
Crediamo che il tema della disoccupazione giovanile sia
possibile affrontarlo in un’ottica nuova e che metta al centro
del discorso la creatività attiva dei giovani nell’ottica dei
principi promossi dell’Unione Europea di libertà, democrazie e
rispetto della dignità di tutti. Scardinare logiche passive per
acquisire una prospettiva di promotori del cambiamento
partendo dalla propria dimensione identitarie e territoriale
significa accedere ad un processo di profondo rinnovamento.
Infatti, il progetto fa leva sulla tematica del lavoro come
piattaforma per dialogare con diversi soggetti portatori di
bisogni e necessità diverse, per ritrovare aspetti comuni,
dimensioni collanti e intrecci di storie e di future sfide.
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Gioventù in Azione
L'Agenzia Nazionale per i Giovani (ANG) è un organismo
pubblico, dotato di autonomia organizzative e finanziaria,
vigilato dal Governo Italiano e dalla Commissione Europea. E'
stata istituita dal Parlamento Italiano per dare attuazione alla
Decisione 1719/2006/CE del Parlamento Europeo e del
Consiglio che istituisce il programma Gioventù in Azione.
Così lo Statuto definisce la missione dell'ANG:
 l'ANG promuove la cittadinanza attiva dei giovani, in
particolare, la loro cittadinanza europea;
 sviluppa la solidarietà e promuove la tolleranza fra i
giovani per rafforzare la coesione sociale;
 favorisce la conoscenza, la comprensione
l'integrazione culturale tra i giovani di Paesi diversi;
e
 contribuisce allo sviluppo della qualità dei sistemi di
sostegno alle attività dei giovani ed allo sviluppo della
capacità delle organizzazioni della società civile nel
settore della gioventù;
 favorisce la cooperazione nel settore della gioventù a
livello locale, nazionale ed europeo.
L'ANG lavora per essere:
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 un interlocutore aperto, serio e credibile nei confronti
dei giovani e del mondo associativo impegnato nel
settore della gioventù;
 la principale interfaccia istituzionale, nelle materie di
propria competenza, nelle relazioni con l'Unione
Europea, le analoghe istituzioni degli altri Stati
membri, altre organizzazioni internazionali quali ad
esempio le Agenzie delle Nazioni Unite;
 un attore che promuove, stimola, facilita il dialogo tra
il mondo giovanile, quello istituzionale e quello delle
rappresentanze sociali;
 un motore di integrazione che opera per mettere in
relazione soggetti istituzionali, sociali e d'impresa per
aumentare l'offerta di opportunità ai giovani e
l'efficacia delle azioni adottate singolarmente da
ciascun soggetto.
Sito
http://www.agenziagiovani.it/
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CAMBIAMENTI:
COME AFFRONTARLI?
di Maria Antonietta Impedovo
Psicologa
L’Unione Europea focalizza una sempre maggiore
attenzione sul concetto di competenze acquisite in contesti
non formali e informali. Infatti ciascuno di noi è coinvolto nel
suo percorso in diversi momenti, fasi, contesti e ambienti di
apprendimento sia istituzionali (come la scuola) sia non
organizzati (come gruppi di interesse, gruppi di amici, attività
di volontariato). Ciascuno di noi è continuamente coinvolgo
tra i diversi contesti formali e non formali. Di particolare
interesse è la fase di passaggio tra le diverse realtà in cui
siamo immersi.
Di seguito si focalizza l’attenzione sulla fase di transazione:
ovvero quei momenti della propria vita in cui si passa da
un’istituzione scolastica ad un’altra (come il passaggio dalla
scuole di istruzione primaria a quelle di istruzione secondaria)
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oppure dal mondo formativo al mondo professionale (come
l’uscita dalle università per affrontare un colloquio di lavoro).
Momenti identitari che comportano spesso una
riprogettazione dei propri percorsi di vita, nuove amicizie,
nuove routine e nuovi ambienti dove socializzare e vivere. Tali
forme di “entrate” in nuovi percorsi sono spesso vissuti con
paure, tensioni e angosce che possono limitare e bloccare il
nostro adattamento. Cambiamenti che possono essere
“grandi” o “piccoli”, ma la cui dimensione emotiva può essere
molto varia (da forme di spensieratezza a momenti di
dispersione e ansia). Il cambiamento tra i diversi contesti fa
parte della nostra vita eppure troppo spesso non siamo
preparati ad affrontarlo nel momento giusto e corretto. Una
corretta analisi di quello che ci aspetta, leggere libri
informativi, dialogare con persone o amici più adulti, prendere
contatto referenti istituzionali sono solo alcune delle strategie
che possono essere messe in atto per affrontare tali passaggi.
Centrale è, infatti, focalizzare l’attenzione e anticipare il
cambiamento raccogliendo informazioni e dare spazio alla
dimensione emotiva attraverso la condivisione con gli altri.
Nel testo “Chi ha spostato il mio formaggio?” di Spencer
Johnson l’autore chiede: “Che cosa fareste se non aveste
paura?”. Se ci prendiamo del tempo e rispondiamo insieme a
tale domanda, è possibile accorgersi di quante cose abbiamo
rimandato solo per la paura del cambiamento.
Hai mai controllato le etichette dei tuoi abiti? Da dove provengono?
Essere Global Citizen significa avere consapevolezza del mondo intorno a te.
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VIVERE
LO
STAGE
di Maria Cesaria Giordano
Master in Progettazione Multimediale
<< Sono una “geek” amante delle nuove tecnologie, anagraficamente
con un piede nella generazione X e uno nella generazione X>>
Io sono Maria Cesaria Giordano e vi racconterò la mia
esperienza di Stage a conclusione del percorso formativo del
Master in Progettazione e Management del Multimedia
presso l’Università degli Studi di Torino.
Scuola di Management Spegea presente sul territorio barese
da più di 30 anni mi ha consentito di svolgere lo stage presso
la propria sede da settembre 2012 a gennaio 2013.
Sono tornata in “patria” perché il vero coraggio non consiste
nel cercare lavoro fuori dalla propria regione, ma lottare per
rimanere e introdurre quel cambiamento culturale
nell’organizzazione aziendale tale da consentire la crescita
del lavoro in Puglia.
Ansie, dubbi e perplessità iniziali
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Sapere di dover essere responsabile dell’introduzione di un
nuovo modello comunicativo presso la Business school Spegea
non mi ha lasciato per nulla indifferente.
Non a caso il 2 settembre, ovvero il giorno prima dello stage,
ho scritto e condiviso le mie ansie sul mio profilo Facebook:
“G.L.A – ovvero Gestisci l’ansia” che ripetevo nella mia testa
seguito dal brando nostalgico di Marlene Kuntz – Impressioni
di Settembre.
Pensavo continuamente al famoso primo giorno di scuola o di
lavoro che preoccupa sempre un
po’ tutti per la paura di non
farcela.
In quei giorni vivevo il blocco
dello scrittore. Nessun post sulla
mia bacheca personale sin a
quando il 14 settembre ho
augurato alla mia piccola
nipotina Aurora un gran in bocca
al lupo per il suo ingresso nel
mondo dell’istruzione. In realtà
auguro a me stessa: In bocca al
lupo!!!
Il 3 settembre è iniziato il mio percorso di stage.
Il tempo di ambientarmi che il tutor aziendale mi ha assegnato
il primo compito: aiutare lo staff ad organizzare l’evento di
apertura dell’anno accademico della Scuola.
Domanda: “E ora che faccio?”
Ho immediatamente recuperato gli accessi dei profili Spegea
creati su Facebook, Twitter e Youtube ed è iniziata la mia
avventura stage con la pubblicazione del primo post su
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Facebook.
I nuovi processi comunicativi introdotti nella Scuola.
Durante lo stage presso la Business School Spegea è stato
avviato un processo di comunicazione a 4 direzioni (ispirata
dal modello comunicativo a 4 direzioni di F. Giacomazzi e M.
Camisani Calzolari - tratto dal testo Imprese 4.0) che
rappresentano i principali vettori della Relazione
Comunicativa d’Impresa:
Dentro a Fuori= impresa verso l’esterno (mercato e
stakeholder);
Fuori a Dentro = marketing sense, cioè il colloquio con i
clienti;
Dentro a Dentro = gli strumenti necessari per la gestione
efficiente e partecipativa dell’organizzazione;
Fuori a Fuori = un’area che in virtù del social network è in
grado di influenzare la Brand Reputation in modo incisivo
rispetto al passato.
Ho implementato nuove strategie di comunicazione grazie
all’uso del web 2.0 e dei social network come:
Facebook, Twitter, Linkedin; video sharing come
Youtube;
creazione e gestione webinar su Anymeeting;
presentazione delle brochure di corsi e master su Isuu;
creazione di Survey tramite Google Docs e
presentazione istituzionale su Prezi.
Per la gestione delle varie piattaforme multimediali è stata
adottata come metodologia lo Storytelling e il Real Time
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Aziendale, attivando un processo di Personal Branding con
l'obiettivo di rafforzare il Brand Aziendale.
Infine, mi sono cimentata nell’attività di docenza e coaching
dal titolo "Trovare lavoro con i social network: Personal
Branding e Linkedin" rivolto a giovani coetanee (nell'ambito
progettuale: Programmatore su Architetture SOA”- FSE POR
Puglia 2007- 2013 - Asse II ‐ OCCUPABILITA’ – “Donne e
Mercato del Lavoro”) che hanno riscoperto nei social network
una grande opportunità di promozione di se stessi.
Conclusione
L’esperienza di stage, oltre a mettere alla prova le
competenze acquisite durante la formazione in aula del
Master in Progettazione e Management del Multimedia per la
Comunicazione, ha permesso di avviare un processo di
cambiamento culturale e organizzativo della Business School
Spegea che può vantare di piccoli cambiamenti che
rappresentano i primi passi verso una comunicazione a 4
direzioni.
“Dopo tre mesi di stage le paure iniziali sono scomparse
perché seguendo l’istinto e le competenze acquisite non
posso che ritenermi fiera del lavoro condotto!!!
Oggi la Scuola può definirsi Social.”
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I
DILEMMI DELLA
CASSA INTEGRAZIONE
di Marika Cassone
Diplomata in Servizi d’Azienda
Ciao a tutti sono Marika, ho 26 anni e ho frequentato la
scuola per diventare operatore della gestione aziendale e
adesso come tanti ragazzi sono alla ricerca di un lavoro
"sicuro" che possa permettermi di realizzare i miei progetti!!!
Dopo la maturità, come tutti, mi sono messa alla ricerca di un
lavoro in linea ai miei studi e alle mie aspettative.
Per un po' di anni ci sono riuscita, ma erano lavori che
duravano qualche mese, come stagista, oppure lavori
sottopagati.
Quindi, ho abbandonato l'idea di trovare qualcosa che mi
piacesse fare e ho intrapreso quella di trovare un qualsiasi
lavoro per poter essere indipendente!
Per quasi due anni ho lavorato in un'azienda tessile.
Quando è sub-entrata la crisi, l’Azienda ha fatto domanda per
la cassa integrazione, detta anche CIG.
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Esso è un istituto previsto dalla legge e consistente in una
prestazione economica (erogata dall'Inps) in favore dei
lavoratori sospesi dall'obbligo di eseguire la prestazione
lavorativa o che lavorano a orario ridotto.
In linea teorica l'integrazione salariale è dovuta nella misura
dell'80% della retribuzione globale persa dal lavoratore.
La cassa integrazione è concessa per 13 settimane, più
eventuali proroghe fino a 12 mesi. La durata può essere estesa
fino a 24 mesi in determinate aree territoriali.
Molti diranno: “Ottimo non si lavora e si viene pagati lo
stesso!!!”
Vi assicuro che non è così: i tempi delle pratiche e per la
retribuzione non sono proprio brevi.
Mi sono rivolta immediatamente ad un sindacato.
L’addetto non solo mi ha spiegato in cosa consiste la cassa
integrazione ma anche aiutato nel disbrigo pratiche e nel
chiarirmi qualsiasi dubbio avessi.
Dopo, non ho fatto altro che aspettare l’accettazione della
richiesta di CIG dall'ente (INPS) che provvede all'erogazione
dei soldi.
Bisogna armarsi di pazienza e aspettare anche mesi.
Considerando il periodo di crisi che stiamo passando è ancora
peggio!
Questa è stata la mia esperienza!!!
Vi consiglio di “Non abbattervi mai anche se le cose non
vanno bene. Lottate sempre per i vostri ideali, per i vostri
progetti e per il vostro futuro e credete in voi stessi sempre!”
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GIOVANI
ED
EMIGRAZIONE
di Francesco
Tutti sappiamo in quale periodo di crisi economica ci
troviamo; i giornali e i telegiornali non smettono di ricordarci
che il PIL è in diminuzione, la produzione in frenata, la
disoccupazione in allarmante crescita.
Si tratta di una crisi mondiale, visto che in seguito alla
globalizzazione i mercati nazionali hanno abbattuto le loro
frontiere e, ad esempio, un episodio di fallimento bancario
che si verifica negli Stati Uniti può propagarsi in tutti quei
Paesi che con gli USA hanno rapporti di tipo economicopolitico-commerciale, esponendosi a quello che viene
chiamato “rischio contagio”, un rischio che aumenta per
quegli Stati in cui i fondamentali economico-finanziari (su tutti
l’elevato debito pubblico che causa insostenibili costi per le
finanze dello Stato) sono più deboli: è stato il caso, in Europa,
di Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna, ma anche Italia.
La situazione critica italiana, che evidentemente ci riguarda
più da vicino, deriva da un intreccio di cattiva gestione della
cosa pubblica che si è trascinata per più di un cinquantennio:
un debito in costante crescita, con cui si sono andati a
finanziare i giochi politici perversi della Prima Repubblica, fatti
di posti di lavoro nella pubblica amministrazione per tutti (in
cambio di un voto), prepensionamenti (anche a 40 anni!!!),
svalutazioni monetarie, tutti fattori che hanno garantito
benessere per le vecchie generazioni, ma che hanno trasferito
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un macigno di spese sulle spalle di quelle attuali e future, in
pratica sulle spalle di noi giovani e dei nostri figli.
Oggi, l’Europa controlla dall’esterno l’andamento dei conti
pubblici degli Stati membri e, a ragione, ci dice che dobbiamo
cambiare rotta, assumendo un comportamento virtuoso, con
tagli di tutti gli sprechi del passato, tagli che, in una situazione
di rallentamento globale, provocano una pesante recessione
che toglie ossigeno alle economie, causando una contrazione
dei consumi privati, una diminuzione della capacità di
produzione e vendita delle imprese e un conseguente
aumento della disoccupazione. Noi giovani, oggi,
sperimentiamo uno dei tassi di disoccupazione più elevati
della storia del nostro Paese e siamo costretti a pensare a
soluzioni differenti per poter lavorare: c’è chi si inventa nuove
professioni, attingendo alle risorse innovative delle ICT, e chi
dopo gli studi cerca lavoro altrove, scegliendo di emigrare
all’estero. E’ quello che è capitato a me.
Qualche mese fa, ho deciso di andare a fare un’esperienza di
vita e di lavoro nel nord Europa, dove dicono le cose vadano
meglio a livello economico, grazie ad una gestione statale più
virtuosa. Si parte da dove partono tutti i giovani laureati, dal
“lavoretto” nella ristorazione, per cominciare ad ambientarsi
in un nuovo contesto culturale e soprattutto linguistico.
Nuova vita, nuovo lavoro (con regolare contratto dal primo
giorno e stipendio niente male), nuove conoscenze; tutto in
autonomia, disorientamento iniziale, tanta pazienza e tenacia,
soprattutto per inserire nel CV quella benedetta “esperienza
all’estero” che subito fa brillare gli occhi a certi selezionatori di
risorse umane.
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E così è stato: nel frattempo, consapevole della temporaneità
della mia esperienza oltre confine, ho continuato ad inviare il
mio CV presso aziende italiane e, come per magia, ho avuto
più di una dimostrazione di interesse da parte loro, che, in
tempi di crisi, può sembrare cosa impossibile.
Sono rientrato in Italia, ho sostenuto vari colloqui in cui tutti i
selezionatori hanno puntato l’attenzione su quella mia
esperienza e ora lavoro stabilmente e, soprattutto, in modo
gratificante... ho trovato un lavoro serio in Italia, a due passi
da casa, roba da non crederci!
Quello che con la mia testimonianza voglio trasmettere a tutti
i miei coetanei è che un periodo di lavoro all’estero, in questo
drammatico contesto storico-economico, può aiutare
tantissimo: anzitutto personalmente, permettendo di aprirci a
nuove culture, a nuovi modi di vivere, pensare e comportarsi,
divenendo, allo stesso tempo, molto più flessibili e quotati a
livello professionale, dato che con il perfezionamento di una o
più lingue straniere si acquisiscono maggiori possibilità di
lavoro presso le aziende del nostro territorio, che vanno
sempre più aprendosi verso i mercati internazionali, con una
intensificazione dei rapporti import-export di materie prime e
prodotti finiti. In definitiva, penso si tratti di una esperienza da
consigliare vivamente a tutti, un tassello importante da
inserire nel nostro vissuto e all’interno del nostro CV, anche
perché, diciamocelo francamente, siamo giovani e certe follie
possiamo permettercele solo ora, senza avere in futuro
rimorsi o rimpianti di nessun genere.
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LA
STABILITÀ DEL LAVORO
a cura di Mara Spinelli
laureanda materie giuridiche
Il mercato del lavoro italiano è stato negli ultimi anni
profondamente modificato e semplificato sia dal punto di
vista delle competenze istituzionale tra i vari livelli di governo
(centrale e territoriale) sia dal punto di vista delle regole di
funzionamento. Tale processo di riforma strutturale è stato
anche il risultato delle sollecitazioni europee. Nel rispetto del
principio di sussidiarietà, infatti, la gestione dei servizi, offerti
ai cittadini, e l’individuazione delle misure di politica attiva per
l’occupazione sono state delegati alle Regioni e agli Enti
territoriali in modo da rispondere meglio alle esigenze
effettive
del
territorio.
La Legge n. 92 del 28 giugno 2012 recante le disposizioni in
materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di
crescita, si propone di realizzare un nuovo assetto del mercato
del lavoro. La legge dispone misure e interventi intesi a
realizzare un mercato del lavoro inclusivo e dinamico in grado
di contribuire alla creazione di una crescita economica e
sociale e ridurre in modo permanente il tasso di
disoccupazione. L’obiettivo principale è quello di instaurare
rapporti di lavoro più stabili con contratti di lavoro c.d.
“dominante” e cioè subordinato a tempo indeterminato, tra
gli altri obiettivi quello di valorizzare l’apprendistato come
modalità di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e di
promuovere una maggiore inclusione delle donne nella vita
economica.
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Si promuove il contratto di lavoro a tempo indeterminato in
quanto portatore di “stabilità”, certo il concetto di “stabilità” è
suscettibile di discussioni e approfondimenti ma dalla legge si
enuncia una chiara filosofia, diversa da quella della riforma
Biagi. Quest’ultima, non entrava nel merito della stabilità dei
contratti di lavoro. Puntava, come oggi si dice, sulla flexibility
at the margin, cioè sulla tipologia non standard di contratti di
lavoro al fine di incrementare il numero di occupati. In effetti
la riforma Biagi puntava su forme di lavoro anche precarie pur
di ridurre i tassi di disoccupazione in preoccupante crescita. Si
trattava di un affiancamento del lavoro standard ad opera di
tanti “lavoretti”, quantitativamente destinati ad essere
sempre più significativi, ma giuridicamente appunto marginali.
Sotto il profilo del sistema e della logica giuridica, dunque, la
riforma Biagi si presentava più agevole o indolore. Invece la
“riforma del 2012 dichiara proprio guerra ai “lavoretti”, vuole
la stabilità garantita proprio dal contratto di lavoro a tempo
indeterminato che deve tornare ad essere dominante. Ma
quale stabilità è effettivamente garantita dalla disciplina di
questo contratto dal diritto vigente anche alla luce delle
modifiche che la riforma vuole introdurre?
Una possibile risposta è: qualsiasi contratto di lavoro a tempo
indeterminato può essere considerato stabile. Risposta
formale. Infatti nell’attuale diritto del lavoro il regime
giuridico dei contratti a tempo indeterminato si differenzia a
seconda del settore, della dimensione dell’impresa, della
qualifica del lavoratore. Si dovrebbe almeno concordare su un
significato minimo di stabilità, rinvenibile nel divieto legale di
licenziabilità ad nutum.. Ma, come ben sappiamo, l’esistenza
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di un mero divieto nulla dice sulla sua effettività. Nella
struttura di un precetto il divieto configura il comportamento
che l’ordinamento considera negativamente; molteplici sono
poi le gradazioni di tale negatività e qui un ruolo prevalente va
riconosciuto ai meccanismi sanzionatori che colpiscono più o
meno duramente i comportamenti vietati, facendo in modo
che non vengano proprio posti in essere (efficacia deterrente
della sanzione) o che, una volta posti in essere, possano
essere rimossi o, quanto meno, siano tanto costosi da non
essere suscettibili di facile reiterazione.
Proprio in materia di licenziamento sappiamo che il punto
cruciale è la differenza di possibili regimi sanzionatori previsti
per i recessi genericamente contra legem. La reintegrazione
non è più la sanzione unica neanche per le imprese maggiori e
il contratto potrà in molti casi essere risolto pagando
un’indennità non troppo elevata, ma comunque maggiore di
quella prevista per le imprese più piccole. Se il “prezzo” del
licenziamento illegittimo per il datore di lavoro è sempre più
basso che valore ha la stabilità? Intanto la legge pur
abbassando ulteriormente il “prezzo” del licenziamento
illegittimo, tende in astratto a rilanciare il valore della
stabilità. Si tratta di un’evidente contraddizione di fondo.
Probabilmente occorrerà “ibridare” la nozione giuridica (ad
esempio ritenendo che la stabilità vada intesa come
aspettativa di continuità retributivo/previdenziale; ma, com’è
noto, l’aspettativa è figura soggettiva ben poco tutelata dal
diritto) oppure sostituirla con una nozione socio-economica.
Nel secondo caso, quale nozione? “è stabile quel rapporto che
si svolge ininterrottamente presso un medesimo datore di
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lavoro”; oppure “è stabile un rapporto che garantisce
continuità di reddito”, ecc… Sarà interessante verificare, alla
luce di queste nozioni, se le modifiche alla disciplina dei
licenziamenti introdotte incrementeranno per davvero la
stabilità socio-economica dei rapporti di lavoro. E in
particolare sarà interessante verificarlo nel Mezzogiorno.
Nella foto: immagine del Global Word 2013 tra aspettativa di vita e stipendio per
persona.
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Dati nazionali ISTAT
Nel quarto trimestre 2012 il numero degli occupati
(dati grezzi) diminuisce di 148.000 unità rispetto a un anno
prima.
Il risultato sintetizza il nuovo andamento negativo
dell'occupazione maschile (-196.000 unità), a fronte del
moderato incremento di quella femminile (+48.000 unità).
Peraltro,
al
persistente calo degli
occupati più giovani e
dei
35-49enni
si
contrappone l'aumento
di quelli con almeno 50
anni.
La
riduzione
tendenziale dell'occupazione italiana (-246.000 unità) si
accompagna alla crescita di quella straniera (98.000 unità). In
confronto al quarto trimestre 2011, tuttavia, il tasso di
occupazione degli italiani segnala una riduzione di 0,3 punti
percentuali e quello degli stranieri di 0,9 punti percentuali.
Nell'industria in senso stretto si accentua la flessione avviatasi
nel primo trimestre 2012, con un calo tendenziale del 2,5% (117.000 unità), concentrato nelle imprese di media
dimensione. Continua la riduzione degli occupati nelle
costruzioni (-4,6%, pari a -81.000 unità). Il terziario continua a
mostrare una crescita dell'occupazione (+0,5%, pari a +76.000
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unità), dovuta all'aumento delle posizioni lavorative sia
dipendenti
sia
autonome.
L'occupazione a tempo pieno continua a diminuire (-2,3%, pari
a -441.000 unità), soprattutto tra i dipendenti a carattere
permanente. Gli occupati a tempo parziale aumentano ancora
in misura sostenuta (+7,9%, pari a 293.000 unità), ma si tratta
nella quasi totalità dei casi di part-time involontario.
Si arresta la crescita dei dipendenti a termine, cui si
accompagna la diminuzione dei collaboratori (-4,8%, pari a 20.000
unità
rispetto
a
un
anno
prima).
Il numero dei disoccupati manifesta un ulteriore forte
aumento su base tendenziale (+23,0%, pari a 559.000 unità).
L'incremento, diffuso su tutto il territorio nazionale, interessa
entrambe le componenti di genere e in oltre la metà dei casi
persone con almeno 35 anni. La crescita è dovuta in un caso
su due a quanti hanno perso la precedente occupazione.
Il tasso di disoccupazione trimestrale (dati grezzi) è pari
all'11,6%, in crescita di 2,0 punti percentuali rispetto a un
anno prima; per gli uomini l'indicatore passa dall'8,7% del
quarto trimestre 2011 all'attuale 10,7% e per le donne dal
10,8% al 12,8%. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni sale al
39,0% (6,4 punti percentuali in più nel raffronto tendenziale),
con un picco del 56,1% per le giovani donne del Mezzogiorno.
Si riduce la popolazione inattiva (-3,2%, pari a -465.000 unità),
principalmente a motivo della discesa di quanti non cercano e
non sono disponibili a lavorare. All'aumentata partecipazione
delle donne e dei giovani si accompagna la riduzione degli
inattivi tra 55 e 64 anni, presumibilmente rimasti
nell'occupazione a seguito dei maggiori vincoli introdotti per
l'accesso alla pensione.
27
Donne, Svimez: “Al Sud lavora solo
una giovane su quattro”
Al Sud nel 2012 ha lavorato regolarmente meno di una
giovane su quattro, con un tasso di occupazione fermo al
23,6%. In testa le giovani abruzzesi (36%), in coda le campane
(19,4%). Mentre secondo la SVIMEZ le donne meridionali
laureate, anziché essere oggetto di politiche di sviluppo,
rischiano di restare a casa con bambini e anziani a causa del
sistema di welfare che ostacola la conciliazione
lavoro/famiglia.
È quanto emerge nella
giornata dell'8 marzo
dall'analisi della Vice
Presidente
della
SVIMEZ Maria Teresa
Salvemini. Nel 2012 su
una popolazione di
donne di età 15-34 anni
al Sud solo meno di una su quattro, pari al 23,6%, lavora
regolarmente.
Con forti differenze regionali: le giovani abruzzesi e sarde
registrano un tasso di occupazione di poco inferiore alla media
nazionale (37,1%), rispettivamente del 36% e 33%. Mentre
vanno decisamente peggio tutte le altre: 27,4% in Molise,
26,2% in Puglia, 25,4% in Basilicata. Agli ultimi posti le donne
siciliane (20,7%), calabresi (21,9%), fino alle campane, fanalino
di coda (19,4%). Se quindi in Veneto è occupata regolarmente
28
una donna su due (52,5%), in Molise e Puglia meno di una su
tre, in Calabria e Sicilia meno di una su quattro, fino alla
Campania: qui fra le under 34 lavora regolarmente una su
cinque. Situazione critica anche se si considerano le donne
under 64: qui il tasso di occupazione è del 31,6%, circa una su
tre. Un divario dal resto d'Europa di quasi trenta punti (la
media dell'Ue a 27 nel 2011 è 58,5%). A livello regionale si
conferma la stessa dinamica registrata per le giovani: in testa
abruzzesi (45%) e sarde (43%), seguite da molisane (39%),
lucane (35,8%), calabresi e pugliesi (31%). In coda, siciliane
(28%) e campane (27%).
In altri termini, se in Abruzzo è occupata regolarmente meno
di una donna su due, in Calabria e Puglia una su tre, e in
Campania poco più di una su quattro.
29
Ricerca sul territorio
Cosa ne pensano i giovani?
Campione: 38 soggetti
30
31
32
33
34
Intervista: GIOVANI E LAVORO,
EMIGRAZIONE, CREATIVITA' E
IMPRENDITORIALITA'
Abbiamo somministrato la seguente intervista online tramite
lo strumento di GOOGLE FORM (https://drive.google.com).
“Questo questionario/intervista ha lo scopo di raccogliere il punto di vista di
giovani già inseriti in un contesto lavorativo che vogliono raccontare la
propria esperienza lavorativa e personale, allo scopo di far emergere gli
aspetti vincenti, le difficoltà e le contraddizioni del mondo del lavoro di oggi.
Tali interviste saranno raccolte in un e-book e rese disponibili per
l'orientamento dei ragazzi all'uscita della scuola superiore. Grazie per la
collaborazione! Nb: puoi inserire il tuo nome oppure lasciare anonima
l'intervista”

Quanti anni hai?

Genere

Dove sei nato?

Dove vivi attualmente?

Di cosa ti occupi attualmente?

Quale percorso formativo hai fatto per raggiungere il tuo attuale
lavoro?

Quali esperienze lavorative hai svolto prima di svolgere il tuo
attuale lavoro?

Cosa consigli a chi vuole svolgere il tuo stesso lavoro?

Quali errori consigli di evitare ai giovani che si affacciano al mondo
del lavoro?
35
Intervista: AGOS
ANNI: Oltre 35 anni
GENERE: Maschio
NATO: Puglia, Provincia di Bari
VIVE: Italia
OCCUPAZIONE: insegnamento
PERCORSO DI STUDIO: Laurea + scuola di specializzazione
ESPERIENZE: Ricercatore
COSA CONSIGLI: Di lasciar stare, siamo già in esubero e con
problemi di sistemazione permanente
QUALI ERRORI: Di non accontentarsi. Bisogna accettare tutto e
fare esperienza.
Intervista: ANONIMO
ANNI: 25-30
GENERE: Femmina
NATO: Puglia, Provincia di Bari
VIVE: Italia
OCCUPAZIONE: attualmente inoccupata
PERCORSO DI STUDIO: laurea, facoltà di psicologia
36
ESPERIENZE: Tirocini previsti dal percorso formativo, Servizio
Civile Nazionale e attività private di aiuto-compiti e babysitting
COSA CONSIGLI: Essere consapevole che il percorso è duro e
non c'è alcuna certezza di svolgere il lavoro "desiderato"
QUALI ERRORI: La disorganizzazione. Come ha detto qualcuno...
anche trovare lavoro è un lavoro
Intervista: SALVATORE
ANNI: 25-30
GENERE: Maschio
NATO: Puglia
VIVE: Puglia
OCCUPAZIONE: CEO start-up
PERCORSO DI STUDIO: Laurea magistrale in Ing. Gestionale
ESPERIENZE: Stage presso SAP AG e Dhitech scar
COSA CONSIGLI: Aprire la mente, cogliere le opportunità, avere
costanza e non smettere mai di avere fede.
QUALI ERRORI: Offrirsi a consulenti oppure seguire master
farlocchi su come fare impresa.
Intervista: GIORDANO MARIA CESARIA
ANNI: 25-30
GENERE: Femmina
NATO: Puglia, Provincia di Bari
VIVE: Puglia, Provincia di Bari
OCCUPAZIONE: Gestione social media (Facebook, Twitter, Prezi,
Isuu)
37
PERCORSO DI STUDIO: Laurea in Psicologia del Lavoro, Master
in progettazione e Management del multimedia per la
comunicazione.
ESPERIENZE: Servizio civile presso l'Endas.
COSA CONSIGLI: Avere passione per le nuove tecnologie,
sviluppare una teoria dell'uso dei social media e metterla in
pratica. Coniugare studi di informatica a materie umanistiche.
QUALI ERRORI: Perseverare e non arrendersi alle prime
difficoltà..
Intervista: DIEGO
ANNI: oltre i 35
GENERE: Maschio
NATO: Puglia
VIVE: All’esteto
OCCUPAZIONE: Contabilità e Finanza
PERCORSO DI STUDIO: Laurea in Economia a Bari, Master
Spegea ed altri Master in Spagna
ESPERIENZE: Lavori in diverse multinazionali in contabilità e
finanza
COSA CONSIGLI: Continuare sempre a formarsi ed a studiare e
non dare per scontato che la multinazionale è migliore di una
azienda più piccola ma dinamica.
QUALI ERRORI: Non credere più al posto fisso, oggi anche il
dipendente deve considerare se stesso come un libero
professionista che vende alle aziende le sue conoscenze e la sua
professionalità
Intervista: MARIANA
ANNI: oltre i 35
GENERE: Femmina
38
NATO: Puglia, Provincia di Bari
VIVE: Italia
OCCUPAZIONE: Marketing e comunicazione presso una società
di real estate a Milano. Nel tempo libero dipingo e realizzo
mostre dei miei lavori
PERCORSO DI STUDIO: Laurea in Scienze dell'Educazione e
Master in Marketing e Communication Management
ESPERIENZE: Attività di consulenza in Puglia e Milano. Stage in
una società di Marketing al termine del Master.
COSA CONSIGLI: Laurearsi e fare un'esperienza di lavoro
all'estero per imparare le lingue e ampliare la propria visione del
mondo del lavoro. Non sò se consiglierei di rientrare in Italia.
QUALI ERRORI: Di non accontentarsi del sistema lavorativo
italiano, ma di andare all'estero. Avere un obiettivo e perseguirlo,
sempre.
Intervista: PIERO
ANNI: 25 -30
GENERE: Maschio
NATO: Puglia, Provincia di Bari
VIVE: All'estero
OCCUPAZIONE: Dottorato di ricerca su nuove tecnologie per il
fotovoltaico, presso un istituto di ricerca pubblico in Olanda.
PERCORSO DI STUDIO: Mi sono laureato in Fisica all'Università
di Padova. Ho speso un periodo di studio all'estero, in Belgio,
grazie al Progetto Erasmus, durante il quale ho lavorato sulla tesi
di laurea specialistica. Dopo la laurea ho cominciato il dottorato
di ricerca in Olanda.
ESPERIENZE: Nessuna.
COSA CONSIGLI: Mantenere sempre tanta curiosità per
qualsiasi cosa. Non lasciarsi mai intimorire da risultati negativi,
perché si impara un sacco da essi.
39
QUALI ERRORI: Non cercare il lavoro "perfetto" sin da subito,
ma provare diversi lavori. Qualsiasi esperienza può tornare
sempre utile, inaspettatamente.
Intervista: ANONIMO
ANNI: oltre i 35
GENERE: Maschio
NATO: Puglia, Provincia di Bari
VIVE: Puglia, Provincia di Bari
OCCUPAZIONE: Studio e sviluppo di algoritmi per le applicazioni
del Telerilevamento.
PERCORSO DI STUDIO: Laurea, Master, Specializzazioni,
Formazione Autonoma, Studio, Studio, Studio.
ESPERIENZE: Insegnamento, Collaborazioni ad attività di ricerca
di profilo internazionale
COSA CONSIGLI: Studiare con impegno e mai con superficialità,
credendo fermamente nelle proprie potenzialità.
QUALI ERRORI: Non pensare di prendere scorciatoie: alla fine
non pagano perchè nella vita servono conoscenze e competenze
che non si costruiscono dal nulla
Intervista: ANONIMO
ANNI: 30 -35
GENERE: Maschio
NATO: Puglia, Provincia di Bari
VIVE: Puglia, Provincia di Bari
OCCUPAZIONE: Sviluppo Web
PERCORSO DI STUDIO: Corso di Laurea in Informatica
COSA CONSIGLI: Studiare informatica sin dalle superiori.
40
QUALI ERRORI: Non cercate subito un buono stipendio, ma un
lavoro che vi permetta di fare esperienza.
Intervista: ANONIMO
ANNI: 30 -35
GENERE: Femmina
NATO: Italia
VIVE: Italia
OCCUPAZIONE:
Comunicazione
multimediale,
content
management siti web, didattica online, e-learning, tutorato
universitarioPERCORSO DI STUDIO: Corso di Laurea in
Informatica
PERCORSO DI STUDIO: laurea triennale + corso di alta
formazione post laurea 1 livello + laurea specialistica + master di
1 livello.
ESPERIENZE: volontariato in ambito universitario nella materia
affine al mio campo lavorativo
stage formativo obbligatorio da piano di studi stage post laurea
tirocinio all'interno del corso di specializzazione lavoretti a
progetto.
COSA CONSIGLI: aggiornarsi sempre...e lavorare in team con
altre figure di riferimento,
appassionarsi ad un tema e cercare di raggiungerlo pianificando
ogni passo, orientare per tempo le proprie scelte in vista
dell'obiettivo che si vuole raggiungere.
QUALI ERRORI: desiderare tutto e subito: la gavetta premia
sempre! (questo non significa non farsi rispettare)
Intervista: LOACH
ANNI: 30 -35
GENERE: Maschio
41
NATO: Puglia, Provincia di Bari
VIVE: Puglia, Provincia di Bari
OCCUPAZIONE: segreteria
PERCORSO DI STUDIO: Laurea specialistica
QUALI ERRORI: Di non fare lavori estivi
Intervista: NINA
ANNI: 25 -30
GENERE: Femmina
NATO: Puglia, Provincia di Bari
VIVE: Puglia, Provincia di Bari
OCCUPAZIONE: toelettatura cani
PERCORSO DI STUDIO: corsi formativi professionali
ESPERIENZE: barista,call center.
COSA CONSIGLI: di studiare e fare tanta pratica
QUALI ERRORI: attualmente sconsiglio a chiunque di aprire un
attività in proprio:non ci sono aiuti ne dallo stato,ne dalla
regione...e sopravvivere in tempi di crisi è dura.
Intervista: MARCO
ANNI: 30 -35
GENERE: Maschio
NATO: Puglia, Provincia di Bari
VIVE: Puglia, Provincia di Bari
OCCUPAZIONE: vigile urbano precario
PERCORSO DI STUDIO: studio
ESPERIENZE: commesso
COSA CONSIGLI: studiare
Intervista: ROBERTO DEMICHELE
42
ANNI: 30 -35
GENERE: Maschio
NATO: Puglia, Provincia di Bari
VIVE: Puglia, Provincia di Bari
OCCUPAZIONE: Insegnamento e diffusione delle attività
motorie e
di fitness in centri e associazioni sportive.
Preparazione atletica in società sportive.
PERCORSO DI STUDIO: Percorso di studi universitario nelle
scienze delle attività motorie e sportive.
COSA CONSIGLI: Prima di tutto di avere attitudine e/o passione
per questo tipo di attività non considerarla
solo come
opportunità imprenditoriale e fonte di reddito. Di non esser
superficiali
nell'approccio allo studio (ebbene si' bisogna
STUDIARE) poiché ci si confronta quotidianamente con
problematiche fisiche, psicologiche e sociali di persone di ogni
età, cultura ed educazione.
Quindi consiglio di svolgere un percorso formativo universitario e
di distinguervi da coloro che esercitano le stesse mansioni e
funzioni(in Italia al momento e'ancora una realtà) esibendo
attestati rilasciati da enti sportivi o formativi privati , il cui
ottenimento e' subordinato alla frequentazione di qualche ora o
un paio di incontri, ovviamente pagando centinaia di euro.
Dovete aspirare a diventare i migliori nel vostro campo di
specializzazione ed aggiornavi di continuo.
QUALI ERRORI: Non dovete pretendere, ma nemmeno accettare
qualsiasi condizione pur di lavorare. Siate solo umili sopratutto
quando avrete le prime opportunità lavorative, e non scartate a
priori una occasione solo perché vi si richiede di spostarvi fuori
città o addirittura provincia o regione. Adattatevi all'ambinete e
struttura che troverete. Sfruttate la giovinezza e la freschezza
degli studi per fare quanta più esperienza possibile, migliori non
si nasce, si diventa.
43
Intervista: ENRICO
ANNI: 25 -30
GENERE: Maschio
NATO: Italia
VIVE: Italia
OCCUPAZIONE: Imprenditore
PERCORSO DI STUDIO: Tirocinio sul campo, senza percorsi
formali di istruzione e formazione.
ESPERIENZE: Collaboratore occasionale e a progetto in
università.
COSA CONSIGLI: Passione, umiltà, serietà ed onestà.
QUALI ERRORI: Non credo che si facciano errori, almeno non più
di quanti se ne siano sempre fatti. Bisogna avere pazienza e
perseverare...
Interdipendenza si o no? Sostenibilità si o no? Riciclo si o no?
Be creative!
44
“30 anni! La mia prima volta...
…in un Call Center!
D
iploma, Laurea Triennale, corsi e lavori saltuari.
Neolaureata Specialistica
Fuori dall'università ad aspettarmi: il vuoto!!
Così decido di affacciarmi al mondo dei call center: lavoro
immediato, non di vendita ma di "presa di appuntamenti".
Colloquio, successiva formazione di due giorni e si parte!
Siamo circa in 30 di ogni età, dalla neo diplomata al cinquantenne,
suddivisi in due turni (dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00)
Scelgo il secondo turno perché mi sembra meno impegnativo: posso
dedicare la mattinata a far la "ricercatrice" di un lavoro in linea con i
miei studi.
Ok, Partiamo!!
Ci informano del periodo di prova che va dai 3 ai 5 giorni!!
Survival...ne resterà solo uno!! Questo era il clima che si viveva!
Giorno dopo giorno, durante la pausa di 10 min esatti (15.55-16.05),
si faceva amicizia con il resto del neo gruppo, ma cosa succedeva?!
Giorno per giorno qualcuno "scompariva"!!
Oggi è il tuo ultimo giorno, mi dispiace!! - la frase pronunciata dalla
responsabile della selezione!!
Si era in 7, 6, 5, ...e così via...la lotta con i clienti telefonici diventava
sempre meno dura, ma gli appuntamenti da prendere difficili da
concludere tra i vaff...e i "mi avete rotto"!!
C'era chi perfino usciva, dopo esser mandato via, più sorridente di
quando lavorava.
Probabilmente non reggeva quel clima da "sopravvissuto"!
Restiamo in 3, poi 2...poi all' 11esimo giorno una vocina si avvicina
45
anche al mio orecchio con la frase fatidica: "............, mi dispiace"!!
Ok ti dispiace - penso - ma io ho lavorato, ho chiamato quegli
scalmanati, ho sopportato parolacce e insulti, ho socializzato, alcune
colleghe mi hanno perfino scambiata per una veterana del lavoro.
Quattro appuntamenti non sono male per una principiante.
La mente viaggia. Ritorno comunque alla mia auto e me ne faccio
una ragione (in realtà in serata me la faccio).
Domani è un altro giorno ed è necessario trovar un'altra occupazione.
La "ricercatrice" riprende il suo "lavoro".
Ogni lavoro insegna qualcosa!!
La gestione della frustrazione di una società che non ti ripaga degli
sforzi che hai fatto, che non realizza i tuoi sogni, che non ti spiana il
cammino; che la pazienza effettivamente è la virtù dei forti (non si
può mica mandare tutti a quel paese a nostro piacimento (anche se ci
piacerebbe eccome) e che il problem solving è una risorsa da attuare
in ogni contesto!!
Mi porto a casa questo bagaglio da aggiungere agli altri e chissà un
giorno il mio futuro mi riserverà qualcosa di più di un "mi
dispiace"!!
In bocca al lupo a me e a quelli come me!!
By Anonima Laureata Sempre in cerca di Lavoro
Questo che avete letto è il racconto di una giovane trentenne che
ha scritto e condiviso con lo Staff di KUBEU la sua breve
esperienza di lavoro presso un call center. KUBEU rappresenta la
voce dei giovani, ascolta le loro emozioni, i loro dubbi e le loro
difficoltà. Raccontaci anche tu la tua esperienza! Verrà pubblicata
sul sito di www.kubeu.com. Attendiamo di leggerti!
46
Riflessioni libere: e tu cosa come stai
programmando il tuo futuro lavorativo?
Annota qui la tua idea
In generale, i miei obiettivi sono:
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Fra 3 anni mi immagino:
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Fra 5 anni mi immagino:
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47
Fra 10 anni mi immagino:
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Auto – valutazione, questa sconosciuta!
Quali sono i miei punti di forza?
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Quali i miei punti di debolezza?
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Completa la tabella riempiendo gli spazi vuoti:
Quello che mi piace Quello che non mi
fare
piace fare
Quello
che
sono
capace
di fare
Quello
non
che
sono
capace
di fare
49
YOUTH IN ACTION PROGRAMME: L’ESPERIENZA
CHE TI CAMBIA!
Se
non fosse per quel messaggio ricevuto su
WhatsApp il 20 marzo da una mia collega Mary in cui scriveva:
“Prendere o lasciare. Progetto europeo sulla Global Education
in Romania dal 19 al 28 aprile. Hai due ore di tempo per
decidere”, ora non sarei qui a scrivere questo articolo, o
meglio percorso personale di interazione sociale e culturale.
Sulla base delle note di questa canzone, scoperta durante le
attività svolte nel progetto, vi invito a cliccare play e a
continuare la lettura.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded
&v=oHO6pbjQ9ec
Il nostro viaggio inizia il 19 mattina alle ore 6.30, aereo con
tratta Bari – Milano, un sonno pazzesco e ci chiediamo: “Ma
siamo davvero pronte?” Mary ha un buon livello di inglese il
mio, invece, si può dire che sia “medio – basso”. Mi chiedo:
“Riuscirò ad integrarmi e a interagire con altri ragazzi di
diverse culture?”
Durante il volo, Milano – Bucarest, sfoglio e risfoglio il
dizionario di inglese con l’illusione di raggiungere un buon
livello della lingua nel giro di due ore. Povera sciocca!!! Tra
dubbi, sonno, risate e perplessità alle ore 13.30 siamo giunte a
Bucarest alle prese con l’autobus che ci avrebbe portato alla
stazione e poi treno per Buşteni.
50
Ed ecco che appare all’improvviso una ragazza dall’aspetto
“Youth in Action” e dal volto impaurito che chiede “How I can
take the bus for bucarest?”. Mary, schietta come sempre,
risponde: “But you are part of the project Youth in Action?”.
Lei: “Yes, I’m Ani”. Cerchiamo subito di conoscerla durante
l’attesa del bus. Proviene dall’Armenia. Dove si trova
l’Armenia? Ma è davvero uno Stato? Le solite domande di chi
ha una visione eurocentrica del mondo. Ani ha appena 20 anni
e ha affrontato un viaggio lunghissimo per partecipare al
Programma. La conoscenza continua e raggiungiamo la
stazione di Bucarest dai colori scuri, dall’aspetto vissuto e dai
tabelloni enormi, e non elettronici, che riportano le tratte e gli
orari con caratteri minuscoli.
Al centro una serie di bancarelle ad accoglierci.
Acquistiamo i biglietti del treno per Busteni e cambiamo gli
euro in Ron. Sorpresa!!! I soldi in Romania sono in plastica e 1
Ron equivale a 4,00 euro circa. Ci sentiamo pronte allo
shopping!!!
Giunte a Buşteni (pronuncia rumena: / buʃ ‘dieci ʲ /), cittadina
piccola di montagna nel nord della contea di Prahova, nel
centro della Romania prendiamo il taxi che ci porta al Gura
Dihama, la nostra dimora per ben 10 giorni. Dal finestrino
della macchina restiamo incantante a guardare il paesaggio.
Le maestose montagne, lo scrosciare dell’acqua nel ruscello,
gli alberi enormi e imponenti. E soprattutto il silenzio… che dà
serenità a chi è stanco dei ritmi frenetici che la vita ci impone,
ma che restituisce tanta nostalgia a chi si sente solo, a chi
deve riflettere sulla propria vita, a chi deve leccarsi le ferite di
un passato infelice.
51
Ed è proprio in quel
momento
c’è
chi
dall’Italia manda un sms
inaspettato: “Posso darti
ufficialmente
il
benvenuto in Romania?”
E ti rendi conto che c’è
sempre qualcuno, oltre
alla propria famiglia, a
prendersi cura di te
ovunque tu sia nel
Mondo.
Guardo sempre lei Mary e stupita le chiedo: "Ma dove siamo
finite? Un ritiro spirituale?
Scendiamo dal taxi e ci invitano in gran fretta a prendere
posto a cena. Gli altri ragazzi sono seduti già a tavola e ci
guardano incuriositi. A fine cena l’unico ragazzo di 20
partecipanti, Mihai, si avvicina e si presenta. Anche lui
ventenne universitario e vive in Romania.
Alle 21.30 riunione nella Hall Room: “Presentazione del
gruppo”. Un insieme di voci in coro: I’m Tania and come from
Ucraina. I’m Medea and come from Georgia. I’m Veronica and
come from Moldova. I’m Cristine and come from
Lettonia. Quasi tutte ragazze provenienti dall’Est Europa
poliglotte e universitarie con la conoscenza della lingua inglese
fluente.
Tutte pronte per vivere una nuova avventura insieme!!!
52
La prima sera a Buşteni ci sentiamo spaesate ed
emozionate ma da quel giorno nulla è stato come prima.
Scambi di sorrisi e accenni di saluti pian piano sono diventati
baci, abbracci e lunghi discorsi, passeggiate sui monti, uscite al
castello di Peles e alla città di Brasov, serate in birreria,
autostop per raggiungere il piccolo paese, sharing di
informazioni e di nozioni su temi come la Global Education,
Global Issue, Footprint, Relativism Culure, MDGs, Global
Citizien.
Youth in Action Programme è l’esperienza che come una
storia d’amore accade all’improvviso: ti travolge, ti forma, ti
mette in discussione e tu non puoi esimerti da essa se vuoi
comprendere ciò che è e ciò che tu sei.
Dieci giorni di continuo scambio culturale di lingue, usanze,
moda, abitudini, usi e costumi; dieci giorni che ti fanno
tornare in Italia senza pregiudizi e stereotipi ma con la voglia
53
di comunicare al mondo intero che non c’è esperienza più
bella del viaggio e delle nuove conoscenze.
Il confronto ti cambia la vita!!!
La lingua inglese rappresenta il primo passo verso la conquista
dell’Europa e del Mondo, verso l’apertura dei nostri orizzonti
e delle nostre opportunità di lavoro.
Ah dimenticavo!!! Volete sapere come ho comunicato?
Con le poche parole d’inglese che conosco, con i gesti e con il
sorriso perché in alcuni casi la comunicazione non verbale vale
più di una parola.
Grazie Mary.
Grazie Youth in Action Programme
Grazie nuovi amici.
by
Giordano Maria Cesaria
[email protected]
54
L’arte digitale: riflessioni
By Mariana De Marco
Un’opera che racconta di emozioni vissute in
solitudine, nella propria intimità.
Sepolte nelle propria interiorità.
Emozioni vissute sempre con gli altri, nella
folla, nella città, dove il rumore ti assale e ti
stordisce.
Eppure la consapevolezza delle proprie
emozioni accompagna silenzioso, vero
compagno della propria giornata.
55
Siti utili per trovare lavoro
1. Adecco
2. Biancolavoro
3. Cambialavoro
4. Cliccalavoro
5. Careerbuilder
6. Experteer
7. Gigroup
8. Infojobs
9. Jobmeeting
10. Lavoro.org
11. Stepstone
12. Mediajobs
13. Monster
14. Manpower
15. Miojob
16. Openjob
17. Talentmanager
18. Ticonsiglio
Social Network
Linkedin
56
Tratto da:
http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__c
hi_ha_spostato_il_mio_formaggio.php
Una semplice parabola che rivela una profonda verità sul
cambiamento.
Una storia divertente e istruttiva su quattro personaggi che
vivono in un "labirinto" e sono alla costante ricerca di un
"Formaggio" che li nutra e li faccia vivere felici. Il Formaggio è
la metafora di quello che vorremmo avere dalla vita: un buon
lavoro, un rapporto d' amore, soldi, salute, serenità d' animo.
Il Labirinto è il luogo in cui cerchiamo quello che desideriamo:
l' azienda in cui lavoriamo, la famiglia, la comunità in cui
viviamo.
I personaggi si trovano a fronteggiare dei cambiamenti inattesi
ma il modo in cui li gestiranno porterà loro a subire meno
stress e ad avere più successo nel lavoro e nella vita. Siete in
un momento della vostra esistenza che prevede un
cambiamento? Volete cambiare lavoro? Ogni tanto vi capita di
pensare che sarebbe bello cambiare vita, ma farlo vi
spaventa? Vi chiedete se ciò che avete sia proprio quello che
volete?
"Chi ha spostato il mio Formaggio?" di Spencer Johnson non e'
un manuale di comportamento e neanche un pesante libro di
psicologia che vi costringa a una lettura impegnativa e noiosa.
E' un libretto che si legge in pochissimo tempo, una favola. Sì
proprio una favola tanto che la si può leggere anche ai
57
bambini divertendoli con le avventure di due topolini,
Nasofino e Trottolino, e di due gnomi, Tentenna e Ridolino che
vivono in un Labirinto. Spencer Johnson ci parla di cose
semplici usando una semplice simbologia in cui il Labirinto
rappresenta la nostra vita, con il suo cammino mai lineare, e il
Formaggio rappresenta ciò che per noi è importante e che ci
fa vivere bene. Il libro non contiene concetti rivoluzionari ma
ci dice cose che dovremmo già sapere, ma che, nei momenti in
cui ci troviamo in una situazione in cui qualcuno o qualcosa ha
spostato il nostro Formaggio, non abbiamo la lucidità di
considerare.
Certo, non per tutti è così; ci sono quelle persone "istintive"
che, come Nasofino, sentono arrivare i cambiamenti e che
sono pronte a reagire prima che gli eventi li costringano a
farlo; ma ci sono anche molti che, come Tentenna, non
guardano in faccia la realtà e, schiavi delle abitudini e dei
preconcetti, rimangono infangati in situazioni compromesse,
ostinandosi a sperare che qualcosa, prima o poi, cambierà.
Poi ci sono quelli come Ridolino che sono timorosi, non hanno
la sensibilità di Nasofino, nè l'energia di Trottolino e che
rischiano di farsi condizionare dai tipi come Tentenna. Così
esitano, limitati dalla paura di guardare fuori nel Labirinto, ma
che, se stimolati, riescono a prendere un po' di coraggio e
finalmente si muovono e si riscoprono ancora capaci di partire
alla ricerca del loro Nuovo Formaggio.
58
59
Bibliografia consigliata
Richard Nelson Bolles (2008). Ce l'hai il paracadute? L'arte di
trovare il tuo lavoro. Edizioni Sonda.
Lavoro e opportunità sul web: Come muoversi tra Internet e i
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se stessi in un mondo che cambia
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