Coordinamento Pedagogico Provinciale di Rimini Report della sperimentazione dello strumento di autovalutazione per i servizi 03 anni A cura di M.Cristina Stradi con la collaborazione del gruppo di lavoro Indice 1.1. Obiettivi 1.2 Processo intrapreso 2 Dimensionamento della sperimentazione 2.1. Contesto 2.2. Sperimentazione 2.2.1.Servizi 2.2.2. Personale coinvolto 3.Processo attivato. 3.1. Fasi preliminari che hanno consentito di delineare il processo 3.2 Piano motivazionale degli operatori 3.3. Piano motivazionale dei coordinatori pedagogici 3.4.Tempistica di lavoro 3.5. Strumenti e procedure adottate 4 Elaborazione dei dati 5 Rielaborazione, restituzione e conclusione 6) Esiti 7) Note conclusive sull'efficacia formativa e sulla sostenibilità del processo 7.1. Azioni di miglioramento e azioni formative da implementare nel CPP Allegato Servizi che hanno partecipato alla sperimentazione 1Premessa Il gruppo di Coordinamento Pedagogico Provinciale di Rimini è al suo tredicesimo anno di attività. E’ stato istituito nel 2000 a seguito di formale designazione dei Comuni con funzioni che, da una prima esplicita intenzione di confronto e raccordo, hanno nel tempo sempre più contribuito all’identità attuale, di “luogo” cioè di riflessione e progettazione per interventi connessi alla qualità dei servizi per la prima infanzia. Di esso fanno parte 35 Coordinatori che rappresentano l’intero sistema pubblico/privato, relativo ai servizi che intervengono verso la fascia di età 0-6 anni. Sono presenti Coordinatori dei comuni, Coordinatori dei servizi privati autorizzati e un referente della scuola dell’infanzia statale. I componenti del Coordinamento Pedagogico Provinciale si impegnano ad attivarsi per promuovere la conoscenza delle funzioni e delle attività del Gruppo, anche in termini di ricaduta all'interno dei Servizi, garantendo la massima continuità nella partecipazione agli incontri. Si impegnano altresì, con gli strumenti e le modalità che ciascuno riterrà più idonee a diffondere tale conoscenza nei confronti delle Istituzioni di riferimento. La sperimentazione dello strumento di valutazione si è tradotta, all’interno del Gruppo di Coordinamento Pedagogico Provinciale di Rimini, in un percorso lungo ed articolato fatto sia di momenti in plenaria sia di occasioni di confronto tra un numero più ridotto di coordinatori ( grazie a focus e a lavori di gruppo). Questo ha prodotto riflessioni ed ha permesso approfondimenti sulle prassi educative oltreché riflettere sulle azioni al fine di raggiungere un linguaggio comune utile a condividere e ad estendere le buone prassi educative. Inoltre ha innescato un continuo confronto tra punti di vista differenti che ha portato spesso alla mediazione, alla negoziazione ed alla condivisione dei significati, superando le posizioni iniziali e i meccanismi di autodifesa connessi: la consapevolezza che il cambiamento richiede un tempo più lungo di elaborazione ed attuazione è in tutti ben evidente, ma si sono registrati interessanti passi avanti. E’ stato inoltre costituito, e recepita la sua istituzione nel Piano di lavoro annuale, un gruppo ( 5 Coordinatori e tutor1) dedicato a monitorare e supportare la sperimentazione. 1.1. Obiettivi Sono numerosi e di diversa complessità gli obiettivi che, più o meno esplicitamente, ci si è posti. Trattandosi infatti di un percorso con forti connotati di ricerca, alcuni di essi si sono poi palesati come necessari impegni di lavoro in corso d’opera. Questo l’elenco: Partecipare alla sperimentazione, e prima ancora a tutto il lavoro di progressiva messa a punto delle Linee Guida. Conoscere ed analizzare a fondo la traccia per la elaborazione di un primo strumento di autovalutazione. Sperimentare lo strumento (secondo tre differenti modalità) ed acquisire elementi per definire le migliori procedure di utilizzo. 1 Del gruppo fanno parte Chiara Barbieri, Francesca Campana Maraldi, Laura Colonna, Valeria Dellabiancia, Michela Lombardini e M.Cristina Stradi ( tutor). Mettere a punto una versione condivisa dopo un percorso con i servizi. Favorire, attraverso il confronto interno, la predisposizione di un piano formativo adeguato alla soluzione di alcune criticità connesse alla realizzazione del Progetto Pedagogico nei servizi 0-3 anni. Condividere alcune fasi della sperimentazione con insegnanti e personale ausiliario della scuola dell’infanzia. Fare emergere, grazie al lavoro sperimentale di messa a punto dello strumento, criticità ed aspetti di qualità: anche in relazione ad essi si definirà un piano formativo provinciale. 1.2. Processo intrapreso L’itinerario di sperimentazione, dopo la fase di prima messa a punto dello strumento nel maggio 2012, si è articolato in diverse sessioni di lavoro, alcune delle quali diversamente gestite per scelta del Coordinatore in ragione di motivazioni legate a problematiche organizzative (tempi a disposizione, opportunità di coinvolgimento di un certo servizio in relazione ad altri impegni in corso, manifesto interesse o bisogno del personale). Ciò ha prodotto tre modalità che vedono la diversificazione dell’impegno dell’equipe, ma non del Coordinatore ( vedi note). Fase Mod. A2 Plenaria condotta da alcune coordinatrici pedagogiche del G.C.C.P e si rivolta alle educatrici di tutti i Servizi educativi del territorio per presentare il percorso/processo di valutazione. Incontri di equipe in ogni singola istituzione educativa per la si presentazione dello strumento. Lettura in equipe o singolarmente per l'analisi dei descrittori. si Sperimentazione dello strumento di autovalutazione da parte di ogni si educatrice e del coordinatore . Sperimentazione dello strumento di autovalutazione da parte del solo coordinatore. Incontri di equipe, con la presenza del Coordinatore, finalizzati alla Si discussione e al confronto fra gli operatori in merito alle coerenze e discordanze in riferimento all’attribuzione dei valori. Incontri di equipe con la presenza del Coordinatore, finalizzati 2 Mod. B3 Si Mod. C4 si Si si Si Si si Si Si Il Coordinatore coinvolge a pieno titolo l’equipe nella sperimentazione presentando lo strumento nel dettaglio e concordando i tempi per l’ osservazione e gli incontri di condivisione delle osservazioni compiute. Il coordinatore e ciascun educatore compilano singolarmente e separatamente la scheda e quanto emerge dalle annotazioni è oggetto di confronto: il coordinatore raccoglie gli elementi di criticità e di miglioramento e redige il report. 3 Il solo Coordinatore utilizza e compila lo strumento e restituisce i risultati della propria osservazione al collettivo. Quanto emerge dalla discussione consente al coordinatore di redigere il report. 4 Due Coordinatori coinvolgono un medesimo collettivo nella sperimentazione presentando lo strumento nel dettaglio e concordando tempi e modalità per l’ osservazione e gli incontri di condivisione delle osservazioni compiute. all’analisi dello strumento e alle coerenze/discordanze tra il dichiarato e l’agito rilevato dal Coordinatore. Incontri di equipe finalizzati ad evidenziare ipotesi formative in base Si alle criticità emerse dalla compilazione dello strumento. Redazione di report sia sullo strumento che sul processo di Si autovalutazione da parte dei C.P. Si Si Si Si Il gruppo di monitoraggio nel corso dei lavori ha prodotto documenti con chiarimenti e suggerimenti procedurali. 2) Dimensionamento della sperimentazione 2.1. Contesto La storia dei servizi s’inscrive in una tradizione che rappresenta, per il territorio, quello che è stato definito dal GCPP “l’orgoglio dell’esperienza”. Per quanto riguarda i nidi, tale espressione si riferisce a servizi che nel momento in cui sono stati aperti dovevano essere “inventati”, che si sono diffusi e sono andati consolidandosi progredendo assieme alla ricerca laddove essa riconsegnava un’immagine di bambino competente sul piano sociale, relazionale e cognitivo. In altre parole, questi servizi mentre andavano crescendo e diffondendosi sul territorio provinciale e regionale producevano cultura, configurando attorno alla nuova e più articolata idea di bambino anche una conseguente immagine di famiglia, più coinvolta nella relazione di cura, ma anche negli atteggiamenti motivazionali legati al ruolo genitoriale. Essi, da luoghi di cura, sono diventati anche sedi di interlocuzione tra i padri e le madri, tra questi ed il personale educativo dei servizi. Agli inizi degli anni ’70, già tre Comuni – Cattolica, Riccione e Rimini – prevedevano un nucleo iniziale di coordinamento pedagogico che si è progressivamente stabilizzato fino a rappresentare un riferimento tecnico consolidato. Il diffondersi dei nidi d’infanzia si è accompagnato ad una diffusione della figura del Coordinatore Pedagogico ed attualmente sono sempre più numerosi i servizi in convenzione o gestiti autonomamente da cooperative e privati: questo ha determinato nei fatti una rivisitazione del ruolo e delle mansioni richieste al C.P. impegnato a mettersi in relazione con colleghi ugualmente preparati e competenti, ma con contratti e/o inquadramenti normativi differenti. Il territorio della Provincia di Rimini, per l'evolversi molto rapido dei bisogni e delle esigenze dei suoi abitanti, ormai provenienti da molteplici appartenenze etniche e sociali, esprime richieste sempre più differenziate quanto a servizi che offrano proposte educative. Ritroviamo anche in questo contesto famiglie che presentano problematiche nuove a cui i servizi rispondono approfondendo conoscenze teoriche così come elaborando nuove prassi metodologiche, nuove soluzioni quanto a tipologia di servizi, allestimenti, possibili differenti orari e contenuti. Nella provincia di Rimini 16 comuni su 27 sono dotati di almeno 1 servizio per la prima infanzia. I servizi educativi offrono un totale di 2082 posti, così suddivisi5 n°47 nidi ( 1903 posti) n° 6 sezioni primavera ( 104 posti) n° 3 spazi bambino (55 posti) n° 4 educatrici domiciliari ( 20 posti) Di questi: 1059 (il 51%)sono posti comunali a gestione diretta 538 ( il 26%) sono posti comunali a gestione indiretta ( appalto) 440 ( il 21%) sono posti privati in convenzione con i comuni 45 ( il 2%) sono posti gestiti da privati Il tasso di copertura (dati 31/12/2011), calcolato solo sui comuni sede di almeno un servizio (n°16), è del 22,25%. Se viene calcolato invece su tutti e 27 i comuni è del 21,03%. 2.2. Sperimentazione La sperimentazione ha visto diverse modalità di coinvolgimento del personale e di altre figure: a tutti gli educatori è stata infatti rivolta la formazione iniziale gestita da Coordinatori delegati dal GCPP mentre un numero più ridotto di personale (insieme però ad altre figure quali gestori, insegnanti scuole dell’infanzia, personale ausiliario, studenti tirocinanti, ...) ha partecipato alla fase più consistente della autovalutazione che prevedeva incontri tra il Coordinatore e il personale ( tutto o solo educativo) per approfondire la conoscenza dello strumento, analizzarlo e sperimentarlo a seguito di una fase di osservazione utile a confrontarsi e definire insieme le caratteristiche peculiari del singolo servizio. 2.2.1.Servizi Nell'anno educativo 2012-2013 i servizi coinvolti nella sperimentazione sono stati: 24 nidi d’infanzia per un insieme di 50 sezioni e 3 scuole dell’infanzia per un insieme di 11 sezioni Complessivamente quindi 27 servizi (tra nidi e scuola dell’infanzia) e 58 sezioni. 6 Di essi 23 servizi sono stati coinvolti nell'attività di auto-valutazione con Coordinatori facenti parte del CPP, mentre 4 nidi a gestione FISM hanno visto condurre la sperimentazione dal Coordinatore che fa parte del CPP insieme al Coordinatore interno al servizio. 5 I dati sono aggiornati al 31/12/2012, fonte Provincia di Rimini, Sistema educativo, formativo e politiche del lavoro 6 Elenco servizi in allegato 2.2.2. Personale coinvolto Il Gruppo di Coordinamento Provinciale di cui 24 membri impegnati in prima persona nella sperimentazione 250 educatori nella formazione iniziale 137 educatori e 24 ausiliari di nido; 24 insegnanti e 3 ausiliari di scuola dell’infanzia nell’autovalutazione Coordinatore interno e gestore nidi FISM, tirocinanti liceo scienze umane e università. 3. Processo attivato. 3.1. Fasi preliminari che hanno consentito di delineare il processo Negli a.s. 2010- 2011 e 2011-2012 il prof. Antonio Gariboldi è stato coinvolto sul tema della qualità sia con il CPP che con gli educatori e gli insegnanti in due diverse giornate formative dedicate a “Qualità e valutazione nei servizi per l’infanzia” e “Il ruolo del gruppo di lavoro nella valutazione condivisa del servizio”. Da gennaio 2012 a gennaio 2013 il GCPP nel corso degli incontri (11) di normale attività ha sempre dedicato attenzione e riflessioni per adempiere al mandato della R.E.R e per partecipare al progressivo lavoro di messa a punto delle Linee Guida e poi dello strumento di autovalutazione. In questo ambito nella primavera 2012 è stato messo a punto un primo strumento e successivamente testato ( per la parte dedicata agli spazi) in due servizi dal Coordinatore del servizio stesso e da due colleghi come valutatori esterni. Le considerazioni raccolte hanno indirizzato le procedure e la modifica dello strumento nella versione che è stata utilizzata nella sperimentazione da ottobre 2012. Nel periodo tra gennaio e settembre 2012 un primo gruppo di lavoro, formato dalle persone che si erano già impegnate nel percorso formativo regionale e dal tutor è stato incaricato, con l’integrazione di alcuni altri colleghi, di predisporre il Report per la discussione nel Gruppo di Coordinamento. Sempre tale gruppo ha predisposto il percorso formativo concretizzatosi nell’autunno 2012 in tre incontri formativi sul tema “Valutazione dei servizi per l’infanzia” ( 9 e 11 ottobre a Riccione, Santarcangelo di Romagna e Rimini) nel corso dei quali i Coordinatori hanno presentato ai servizi il percorso di valutazione e lo strumento. Ciascun Coordinatore ha coinvolto e informato il proprio dirigente su caratteristiche e procedure della sperimentazione secondo le modalità ritenute più efficaci. Nel piano di lavoro 2013, con operatività da gennaio, è stata recepita l’opportunità del mantenimento di un gruppo dedicato esclusivamente alla documentazione della sperimentazione dello strumento per l’ autovalutazione del Progetto Pedagogico. Si è inoltre proceduto ad un consolidamento istituzionale dei membri del gruppo stesso ( 5 più il tutor) e previsto un coinvolgimento dei Centri di Documentazione territoriali. E’ stato anche avviato un lavoro di raccolta ed analisi degli strumenti esistenti relativi alla valutazione della Qualità Percepita dalle famiglie. In essi sono state individuate diverse aree (dell’organizzazione e del servizio, dell’informazione, educativo e didattica, della partecipazione) che rappresentano ambiti sui quali potrebbe incentrarsi un futuro lavoro del GCPP per mettere a punto uno strumento provinciale condiviso. 3.2 Piano motivazionale degli operatori7 “Dopo un primo momento in cui forte era il sentimento di autodifesa, di paura al cambiamento da parte del personale educatore, poi c’è stato coinvolgimento e interesse, nonostante la compilazione dello strumento fosse percepita come un “compito”. La sperimentazione ha permesso di sollevare delle questioni alle quali non si sarebbe dato il giusto rilievo, poiché considerate ovvie e ormai consolidate.” L’autovalutazione ha favorito l’esplicitazione di alcuni processi e azioni che sono poi diventate patrimonio comune per tutto il personale (di ruolo ed a tempo determinato, così come nuove assunte alla prima esperienza lavorativa). Il processo sulla valutazione ha permesso di sciogliere dei nodi, di ragionare intorno pratiche a volte ed erroneamente considerate tanto consuete da non costituire argomento di confronto, di aumentare i livelli di consapevolezza e favorire la capacità riflessiva del gruppo di lavoro tenendo vivo un costante processo di ricerca e di evoluzione teorica. Nei momenti di lavoro si è così dedicato tempo anche a una ricognizione sui valori e sui principi che ispirano i servizi per l’infanzia e la sollecitazione a “guardare” con atteggiamento costruttivo e formativo ha da subito fatto intravedere possibili azioni di miglioramento inerenti ad alcune sottodimensioni (materiali, spazi, documentazione, proposte educative, relazione …). Vi è stata inoltre una importante operazione di socializzazione delle buone prassi educative che ha trovato nel lavoro collegiale la sede più pertinente. Lavoro realizzato sia da gruppi autogestiti sia da gruppi condotti dal Coordinatore pedagogico. Le fasi di approccio al tema “valutazione” hanno contribuito a maturare l’idea “che solo un Nido che già ha in sé elementi di qualità educativa sia in grado di utilizzare uno strumento di autovalutazione con descrittori così raffinati e articolati”, pur anche se in taluni punti da rivedere e modificare, come quelli dello strumento presentato. Alcuni hanno inoltre sottolineato come “partire dalla propria realtà significa comprenderne la storia, valorizzarne le risorse, le capacità e qualcuno ha aggiunto le vocazioni. Come dire che, all’interno della propria storia professionale, l’impegno e le varie formazioni abbiano garantito intenzionalità e conoscenza educativa. “ “Dal principio il gruppo di lavoro ha manifestato un atteggiamento “ambivalente”, nel senso che ha oscillato tra manifestazioni di forte interesse per il significato evolutivo, di crescita del percorso di autovalutazione, ad espressione di resistenze, timori dati dalla paura di sentirsi giudicato, e ancor più non sufficientemente capace, all’altezza delle richieste ipotetiche che lo strumento rappresenta.(…) Con il confronto in gruppo e la libera manifestazione di tali pensieri si è arrivati ogni volta a posizioni collegiali positive, costruttive mettendo da parte senza difficoltà, i propri timori personali. Si è percepita la sensazione di essere tutti dentro ad un processo sebbene per questo anno gli operatori siano stati in un ruolo meno coinvolto direttamente.” “La dimensione provinciale di cui si sentivano partecipi ha rappresentato un elemento importante per la concretizzazione del principio di essere parte di una rete di servizi.” 3.3. 7 Piano motivazionale dei coordinatori pedagogici Nel testo che segue, tratto in buona parte dai report prodotti per il CPP dai Coordinatori sono in corsivo solo le parole del personale. Per quanto concerne il coinvolgimento motivazionale dei Coordinatori occorre sempre ricordare la complessità del lavoro da essi svolto. Ciascuno si incontra quotidianamente con una quantità di richieste, spesso davvero così eterogenee e problematiche, che giustificano a pieno l’idea di una figura multitasking. La gestione di diverse funzioni, non sempre a carattere squisitamente ed esclusivamente pedagogico, appunto, rappresenta per molti una problematica quotidiana di difficile soluzione. Ciò nonostante si è cercato di conciliare il lavoro “normale” con la riflessione sulle Linee Guida e sul processo di autovalutazione. E’ infatti vero che ogni Coordinatore dovrebbe, in quanto funzione specifica del proprio impegno, periodicamente coinvolgere gli operatori in sessioni di verifica del lavoro che si sta realizzando, e quindi con tempi già più che previsti, purtuttavia la sperimentazione per taluni ha rappresentato una esperienza in gran parte nuova ( in un certo numero di servizi nessuna forma di (auto) valutazione era mai stata curata e proposta) e per tutti ha richiesto un consistente impegno in tempi ed energie. I Coordinatori riportano lo sforzo di condurre un ragionamento in tempi non sempre adeguati e soprattutto tenendo conto della ricchezza e delle implicazioni che l’approccio allo strumento muove e sollecita; evidenziano sovente l’opportunità, ma anche la difficoltà, di arrivare a una sintesi ed attribuire un punteggio. Si condivide che il valore più grande non è rappresentato dalla constatazione del valore numerico attribuito al singolo item, ma dalle domande che i descrittori permettono di aprire e prendere in considerazione in relazione ai diversi aspetti del Progetto Pedagogico e conseguentemente del Progetto educativo. Il valore principale dello strumento è quindi rappresentato dalla possibilità di suscitare sempre domande nuove sulle quali interrogarsi per migliorare il proprio operato, o comunque riconfermare certe scelte senza più darle come scontate. L’impegno richiesto al personale per inserirsi in questo lavoro è alto, non sempre facile per complessità, per pesantezza, per gli orari in cui si svolgono normalmente gli incontri di lavoro. Da tale processo si coglie la necessità di ritornare sui singoli contenuti d’interesse che sono emersi in tempi successivi e programmati, per sciogliere maggiormente alcuni nodi e approfondire significati, strategie, obiettivi futuri. Anche laddove i valori numerici attribuiti risultano alti si sottolinea ( da parte di numerosi Coordinatori) come non vengano considerati indice di una scelta o di una procedura del tutto ottimale, ma sia sempre possibile rivedere e ridiscutere modalità organizzative e relazionali e migliorare costantemente la qualità del lavoro, raggiungendo livelli qualitativi sempre più alti. Dietro tale strumento ben si vede un nido “sperimentale” che affronta i propri processi di evoluzione e cambiamento con l’osservazione, il ragionamento metodico, il confronto e la riflessione. Lo stile comunicativo che ha caratterizzato gli incontri dedicati alla sperimentazione è sempre stato positivo e caratterizzato da vicendevole disponibilità: questo anche laddove si rimaneva perplessi per la distanza che emergeva tra il descrittore e la pratica consueta di quel servizio. 3.4 Tempistica di lavoro La sperimentazione ha preso ufficialmente il via nell’ottobre 2012 con gli incontri formativi rivolti a tutto il personale educatore ed ha avuto alcuni steps intermedi utili per concordare in corso d’opera alcuni passaggi essenziali quali quelli della stesura del report e della raccolta della documentazione. Step intermedi 2013: Gennaio - punto della situazione: conoscenza dello strumento ed analisi critica dello stesso, sperimentazioni di auto ed etero valutazione Febbraio - raccolta di primi report sia sullo strumento che relativi al suo utilizzo. Aprile - all’incontro di lavoro del GCPP partecipa il dott. A. Gariboldi: la giornata è occasione per un confronto sulle procedure di redazione del report. Maggio- all’incontro di lavoro del GCPP che prende in esame la prima bozza del report per la regione partecipa la dott.ssa M.Maselli Il gruppo di lavoro che monitora la sperimentazione si è incontrato 5 volte da gennaio a maggio 2013 3.5. Strumenti e procedure adottate Il percorso di ricerca ha previsto due diverse piste: da una parte la revisione dello strumento, obiettivo prioritario che ha indirizzato anche le scelte del servizio in cui effettuare la sperimentazione e il conseguente impegno per elaborare un protocollo ( ben utilizzabile sia in auto che in etero valutazione) nel quale, grazie alla chiarezza dei criteri dati, fosse altrettanto condiviso il repertorio dei descrittori. Dall’altra si è proceduto alla sperimentazione, secondo le tre modalità che il GCPP ha ipotizzato, utilizzando un sistema di giudizio che prevedesse quattro diversi gradienti di congruenza tra il dichiarato dello strumento quindi del progetto pedagogico e l’agito nel servizio. Per brevità tali descrizioni sono state riportate sullo strumento con un numero. Di conseguenza: mai = 1: il descrittore non è assolutamente rappresentato, è assente qualche volta = 2: il descrittore è parzialmente rappresentato, sporadicamente spesso = 3: il descrittore è rappresentato frequentemente sempre = 4: il descrittore è totalmente rappresentato. Altro aspetto su cui si è proceduto a sollecitare una più dettagliata raccolta di informazioni è stato quello relativo alle fonti . E’ stato infatti richiesto di dichiarare preventivamente le stesse ( e da qui la collocazione “in testa” alla singola dimensione) per consentire di disporre immediatamente di un quadro di riferimento prima della osservazione stessa. Tale modalità è stata ben utilizzata nella prima fase di messa a punto dello strumento quando in due nidi due diversi Coordinatori avevano osservato e valutato lo stesso servizio. Un primo elenco di possibili fonti ( nello strumento è stata proposto un primo elenco da crocettare ed integrare) si è arricchito superando la trentina8 di voci. 8 Documenti; Normativa regionale 0/3 Progetto Pedagogico del servizio Si è concordato di intendere l’osservazione diretta come fonte principale e di citare le fonti sia quando sono altro rispetto all’elenco suggerito oppure sono state importante riferimento per la valutazione; in particolare quando questa divergesse in modo sensibile dalla descrizione del descrittore. Ruolo svolto dal Coordinamento Pedagogico Provinciale Il Gruppo Provinciale ha: Coordinato il lavoro di sperimentazione in accordo con il tavolo regionale Istituito un gruppo di lavoro apposito Stabilito il calendario dei lavori Concordato la periodicità di raccolta dei report Progetto educativo per lo sviluppo e l’apprendimento progetto di plesso “New look al salone” libretto partecipazione famiglie carta dei servizi indagine soddisfazione libretto nido d’infanzia consegnato al momento dell’iscrizione regolamento interno/patto con famiglia documentazione sanitaria verbali moduli qualità schede osservazione programmazione educativa diario di bordo documentazione fotografica delle attività con bambini, genitori esposte Archivio di sezione, bacheche ,esperienza personale Testi: Persone da 0 a 3 anni di E.Goldschmied e S. Jackson, Manuale critico dell’asilo nido a cura di A. Bondioli e S. Mantovani, AVSI Autovalutazione nella scuola dell’Infanzia Bondioli, Ferrari. Ed Junior SOVASI Scala per l’osservazione e la valutazione della scuola dell’infanzia Harms, Clifford. Ed Junior Tempi, spazi, raggruppamenti. Un dispositivo di Analisi e Valutazione dell’ Organizzazione Pedagogica della scuola dell’Infanzia (DAVAPSI) Bondioli, Nigito. Ed Junior Uno e più nidi, cinque resoconti di nidi comunali milanesi a cura di F. Caggio La qualità negoziata AA.VV. “Autovalutazione come risorsa” a cura di Zanelli, Sagginati, Fabbri. Ed Junior Autovalutazione e identità Zanelli. Ed Junior “Inserimento e ambientamento” a cura di Mantovani, Restuccia Saitta, Bove. Ed Angeli Bambini attivi e autonomi di E. Pickler a cura di E Cocever Prospettive di Qualità Ed Junior Articoli di A.Gariboldi e altri autori pubblicati su Bambini Formazion : corso sulla valutazione organizzato dalla Regione “La costruzione di un contesto di riferimento” a cura di Sagginati “I colori e i materiali al nido” a cura di Presterà Raccolto esiti, problematiche e dinamiche relative all’uso dello strumento Forme di documentazione e restituzione previste Il percorso di sperimentazione, oltre ad essere già testimoniato dai verbali degli incontri periodici del GCPP e dei suoi gruppi operativi, sarà documentato tramite: i report dei singoli Coordinatori, questo report un fascicolo con documenti usati nei percorsi formativi rivolti al personale, le successive messe a punto dello strumento di autovalutazione e lo stato dell'arte su Progetto pedagogico e Strumenti Valutazione qualità percepita dalle famiglie 4 Elaborazione dei dati Nel percorso di sperimentazione l’esito finale non è stato in questa fase, come affermato in precedenza, identificato dalla attribuzione di punteggi, modalità che avrebbe potuto per qualcuno prefigurare una valutazione più sommativa e certificativa che formativa, quanto con la qualità del processo attivato, data dalla spinta motivazionale del gruppo di lavoro, dalle sue dinamiche interne, dal livello di approfondimento dei contenuti incontrati, dalle piste di ricerca e miglioramento che si sono aperte. Gli esiti numerici della sperimentazione laddove sono stati formulati non sono stati presentati nel report inviato al CPP, ma hanno rappresentato un utile indicatore che ciascun Coordinatore ha scelto o meno di utilizzare nella redazione del proprio report interno e per evidenziare eccellenze e bisogni del singolo servizio. I Coordinatori hanno presentato e discusso lo strumento nelle loro equipe educative presentando un percorso di analisi critica sia relativamente gli aspetti strutturali ( impaginazione del testo, frontespizio, facilità di compilazione,… ) sia ai descrittori proposti nelle diverse dimensioni e sottodimensioni. Questa scelta è stata anche premiata dal notevole coinvolgimento del personale stesso che ha vissuto l’esperienza con un atteggiamento di maggiore ed esplicita adesione al percorso. Quanto emerso dal lavoro è stato poi raccolto dal CPP per produrre un secondo strumento il più possibile in sintonia con le esigenze e le riflessioni a tutt’oggi maturate dal personale nei servizi relativamente alla identità pedagogica del Nido d’infanzia. Entrando nel dettaglio: si è rivista la pagina inziale, inserendo spazio per informazioni utili a identificare al meglio il servizio nel quale è stata effettuata la rilevazione, sono state predisposte, grazie all’esito delle rilevazioni, istruzioni per la compilazione ed è stata modificata la struttura complessiva in modo che risultasse più spazio per le note. In esse infatti dovrebbero poter rientrare tutte quelle considerazioni ed informazioni che consentono di comprendere meglio le motivazioni che hanno portato alla valutazione attribuita al singolo descrittore in quel determinato contesto. 5) Rielaborazione, restituzione e conclusione “L’utilizzo dello strumento comporta una riflessione sulla pratica educativa, obbliga a “staccarsi dalla quotidianità .In linea di principio le azioni di ogni educatrice sono sostenute da principi educativi, ma non si è consapevoli se veramente vengono calati nella pratica. Generalmente l’azione rimane una intenzionalità educativa più o meno consapevole. I descrittori servono da guida per l'osservazione, permettono di prendere le distanze dall’agire quotidiano: il tempo dedicato all’osservazione è un tempo che in maniera ricorsiva diventa tempo dedicato al pensiero ed all’azione.” “Le rielaborazioni delle osservazioni dovrebbero portare ad individuare le informazioni necessarie al gruppo educativo per ragionare sulle proprie strategie e più in generale sul progetto educativo. E’ quindi emerso il valore dello strumento come strumento di osservazione.” “Gli elementi emersi nel percorso di valutazione ed esaminati nella discussione conducono a sostenere ed esplicitare le proprie idee e a definire le ragioni che portano a sostenere i vari punti di vista.” “Lo strumento ha presentato un carattere di flessibilità reso evidente dall’idea di una qualità che nasce dall’esperienza, dove descrittori ed indicatori rappresentano il frutto di una negoziazione di significati e qualità. E’ apparso evidente l’adesione ad un processo di ricerca dove l’esperienza e la riflessione promuovono una circolarità in cui la valutazione diventa autovalutazione e pensiero riflessivo, vale a dire consapevolezza del quotidiano. L’analisi della pratica educativa richiede una descrizione condivisa di ciò che può essere ritenuto un servizio di qualità.” 6 Esiti La autovalutazione ha indubbiamente evidenziato una trama di scelte e di agito rispetto al Progetto Pedagogico fatta più di luci che di ombre: gli aspetti di qualità sono indubbiamente in numero maggior degli aspetti di criticità e conseguentemente anche le azioni di miglioramento che sono state individuate all’interno delle singole dimensioni, e ancor più lo saranno in una fase successiva espressamente dedicata a questo, risentono di questo favorevole stato di cose. Realtà che trova una ben precisa giustificazione negli sforzi sin qui compiuti sia nella direzione di una sempre maggior e più esplicita qualificazione del personale, ma anche nella precisa e curata riflessione rispetto al Progetto pedagogico ed alla sua condivisione tra Coordinatore e personale dell’equipè educativa. Questo si traduce in una concreta applicazione nel quotidiano delle intenzioni e dei principi educativi a cui i servizi si ispirano. In taluni servizi, quando ancora si verifica – e sono attualmente in numero ridottissimo i servizi che non sono dotati di questo documento- l’assenza di un Progetto pedagogico non corrisponde però ad una assenza di chiarezza rispetto ad obiettivi e finalità dell’agire educativo. Spesso parliamo di complessità e diversificazione dei servizi: questo stato di cose trova conferma negli esiti della valutazione laddove si sono andato a ricercare gli aspetti di qualità, quelli di criticità contestualmente sono state individuate alcune possibili azioni di miglioramento. Ciò che per taluni si identifica come un aspetto di qualità rappresenta a volte un dato di criticità per taluni altri. Comprensibile se pensiamo alle differenze esistenti: spesso vengono pagati significativi tributi ad ambienti di non recente costruzione ( e quindi con tipologie di locali e spazi che, pur rispondendo alle indicazioni della normativa vigente, purtuttavia non sempre rispondo appieno alle suggestioni che la ricerca e la riflessione quotidiana della pratica pedagogica suggeriscono. La sperimentazione ha messo a disposizione del singolo gruppo di lavoro, del Coordinatore pedagogico e, per suo tramite del gestore o del responsabile amministrativo, e del Coordinamento Pedagogico provinciale dati di grande interesse. Grazie ad essi sono, e saranno possibili, differenti livelli di lettura che porteranno ad impegni formativi e soprattutto alla messa in opera di processi di osservazione e riflessione critica dello stato attuale dei servizi producendo evoluzione e in taluni casi i necessari cambiamenti. Riportiamo sinteticamente nella tabella che segue quanto emerso dalla consistente mole di informazioni raccolte attraverso i report che i Coordinatori hanno consegnato al termine della prima fase ( quella più sperimentale) del lavoro a oggi realizzato. La colonna relativa alle azioni di miglioramento riporta le prime intenzioni espresse nell’ambito dei momenti di lavoro di equipe nel corso dei quali oggetto di confronto erano prevalentemente le considerazioni raccolte in fase osservativa. Dimensione Contesto educativo Aspetti di qualità SPAZI E MATERIALI : Gli spazi, connotati per angoli ben definiti, favoriscono l’aggregazione in gruppi di interesse Presenti molti angoli intimi. Gradevolezza e flessibilità degli spazi. Organizzazione decisa collegialmente, coerente con il Progetto e rivista in base ai cambiamenti dei bambini TEMPI :Struttura regolare e ricorsiva della giornata educativa: tempi distesi e rilassati; uso di rituali Rispettati sempre i tempi dei bambini. RELAZIONI: Toni dell’adulto sempre pacati e calmi. Valorizzati gli spunti dati dai bambini La relazione educativa, l’aspetto maggiormente Aspetti di criticità SPAZI E MATERIALI Differenze tra le sezioni in merito alla qualità e quantità dei materiali Alcuni vincoli strutturali sono difficilmente superabili solo con arredi (alcuni molto datati) e i materiali Gli spazi, personalizzati in modo diverso, creano un effetto poco armonico. TEMPI: Ambientamento e tempo delle azioni di cura non modificabile Poca flessibilità. RELAZIONI : Spesso si privilegia la stabilità dei gruppi che si formano fra i bambini: l’adulto non interviene. Progetto pedagogico assente o in fase di elaborazione) PROPOSTE EDUCATIVE: Azioni di miglioramento SPAZI E MATERIALI: Immagini più coerenti tra le sezioni; ricerca della piacevolezza. Approfondire aspetti organizzativi, etici, funzionali, estetici,… del contesto educativo. Cura degli oggetti e recupero di materiali. Spazi che raccolgano le “tracce” e permettono ai bambini di riconoscersi TEMPI: evidenziare l’organizzazione ricorsiva e riconoscibile delle azioni di cura e delle esperienze. RELAZIONI: Rituali (ambientamento e ricongiungimento) per la coppia genitore-bambino. curato, è alla base del PP. Clima sereno, disteso, pensato, condiviso. PROPOSTE EDUCATIVE Buon lavoro fra coordinatore e equipe educativa: niente è lasciato al caso. Vengono utilizzati strumenti di osservazione Presenti una pluralità di proposte educative e di percorsi progettuali che prevedono l’articolazione delle attività. Le strategie delle educatrici sono coerenti fra loro. Relazione con territorio e famiglie RELAZIONE E PARTECIPAZIONE DELLE FAMIGLIE: La partecipazione delle famiglie è molto attiva e i genitori si lasciano coinvolgere nelle iniziative proposte dalle educatrici. I genitori vengono informati del contenuto del progetto dell’anno. RAPPORTO CON IL TERRITORIO:Negli anni il nido ha coinvolto i bambini e i genitori in alcune iniziative pubbliche finalizzate a far conoscere Le attività non sono sempre “legate” agli interessi dei bambini; osservazione non sistematica e non accompagnata da momenti di riflessione ( se non per i bambini disabili o su richiesta del Coordinatore) Molte proposte, ma gli obiettivi non sono sempre ben definiti e verificati . In inverno le uscite in giardino sono rare e finalizzate a specifici progetti. PROPOSTE EDUCATIVE : Azioni formative sulle “regole” dell’osservazione per orientare la progettazione educativa e didattica e farne un elemento di controllo e di autocontrollo. TEMPI: Difficile rispondere ai bisogni di ogni famiglia e trovare un momento di scambio quotidiano con ciascuno. RELAZIONE E PARTECIPAZIONE DELLE FAMIGLIE: Le famiglie vengono messe al corrente del Progetto pedagogico solo in linea molto generale e c’è poco confronto sulle tematiche educative. Gli incontri con gli esperti esterni non sono organizzati con continuità, ma sono legati ad esigenze espresse dai genitori o ad un progetto specifico. Creare un album con le fotografie della famiglia RAPPORTO CON IL TERRITORIO Scarsa conoscenza dei servizi sul territorio. Non c’è confronto e progettualità con le il servizio, sia a promuovere la cultura del nido e dell’infanzia sul territorio. Coordinamento Costruttivo il lavoro e gruppo di avviato con questo lavoro percorso di valutazione, le educatrici sono state sollecitate a riflettere sulle motivazioni del loro agire COORDINAMENTO DEL GRUPPO DI LAVORO Tutti gli incontri sono verbalizzati Il Coordinatore pedagogico sostiene il gruppo di lavoro anche in base alle osservazioni in servizio PROGETTAZIONE Esistono strumenti e momenti dedicati alla progettazione ed avvengono confronti costanti. Criteri e strumenti sono condivisi in equipe. DOCUMENTAZIONE: Buona la documentazione del gruppo di lavoro (verbali, diario di bordo, scheda personale del bambino) che viene utilizzata per condividere e comunicare con le famiglie e con i colleghi; è differenziata a seconda dei destinatari istituzioni sul progetto educativo Non sono attivate iniziative aperte al territorio, Il processo di condivisione e riflessione dell’agire educativo non è strutturato e sistematico: non poggia su strumenti metodologici ed osservativi altrettanto sistematici e strutturati. Il pensiero riflessivo non rappresenta una pratica consapevole ed intenzionale COORDINAMENTO DEL GRUPPO DI LAVORO: Le educatrici non sempre sentono ascoltati i loro bisogni formativi e sentono l’esigenza di una maggiore presenza del Coordinatore. Spesso manca il tempo per approfondire l’analisi e la riflessione sui processi educativi e prevalgono le problematiche organizzative L’osservazione non viene utilizzata in maniera sistematica DOCUMENTAZIONE Non è previsto un archivio Poco raccordo con i centri di documentazione territoriale e regionale. La documentazione non è spesso utilizzata per riflettere e rilanciare e per momenti pubblici e di scambio. VALUTAZIONE Non vengono definite a priori le modalità di valutazione: non si usano scale, moduli e strumenti Realizzare un coordinamento di rete tra tutti i servizi 0/3 ( FISM). Ampliare una riflessione sulla pratica educativa. Incentivare l’osservazione MOTIVAZIONE E DINAMICHE DI GRUPPO Portare a metodo uno stile VA LUTAZIONE Sono utilizzati strumenti di qualità. Prevista la valutazione della qualità percepita dagli utenti. Le modalità che coinvolgono le educatrici sono definite in modo approssimativo Non sempre sono previste procedure di valutazione come formazione. 7 Note conclusive sull'efficacia formativa e sulla sostenibilità del processo La riflessione compiuta, ha riproposto la necessità di ritornare periodicamente su temi fondanti la pratica educativa e lo specifico del lavoro del coordinatore: tema centrale rispetto alla peculiarità della professionalità, ma spesso non indagata e confrontata a fondo in nome della esigenza di dare risposte a problematiche più contingenti. L’identità di un gruppo deve molto alle professionalità ed alle singole identità che lo compongono così come deve molto alla possibilità di costruire un comune percorso di formazione all’interno del quale siano previsti numerosi momenti di riflessione e confronto. Non vi è dubbio che l’anno di sperimentazione ha rappresentato una utile opportunità per “rivisitare” l’impegno orario da cui deriva una significativa opportunità di interpretazione della sostenibilità della stessa esperienza di autovalutazione L’autovalutazione nella fase di confronto in equipe ha le caratteristiche di un focus che orienta lo sguardo, di una opportunità che qualifica il lavoro della stessa equipe, troppo spesso destinato prioritariamente alla soluzione di questioni organizzative, sicuramente importanti, ma molto meno significative rispetto alla riflessione teorica che i diversi “passaggi” della valutazione stimolano. Sicuramente utile se rappresenta un percorso che arricchisce e qualifica le funzioni e la professionalità del coordinatore pedagogico Impegno Ore impiegate Ore impiegate dal dal personale Coordinatore Lavoro di equipe per l’avvio della autovalutazione: procedure, presa in carico dello strumento Osservazione e compilazione scopi, 2 ore 2 ore 6 ore 6 ore Consultazione eventuale delle fonti/ documenti Raccolta degli strumenti compilati, prima analisi dei dati, 6 ore organizzazione punti per report Lavoro di equipe per socializzazione valutazioni e report CP 5 ore Stesura report per CPP/ gestore/ documentazione servizio 6 ore Totale Formazione Definizione dei progetti e delle azioni di miglioramento 25 ore 5 ore 13 5 ore 5 ore 30 ore 18 ore Non quantificata Non quantificata Il Coordinatore, la qualità e la capacità progettuale dei servizi sono i tre nuclei attorno ai quali si incentra lo sguardo sia per procedere a una verifica che per individuare possibili piste di lavoro da realizzare. Non si può negare che ci sono stati momenti di tensione e frustrazione dovuti principalmente al fattore “tempo”. Le educatrici più ansiose hanno esternato la propria preoccupazione per quando si dovrà usare lo strumento nella sua interezza, come una prassi consolidata all'interno dei servizi. Il monte ore gestionale che già veniva ridistribuito con precisione millimetrica per riuscire a coprire tutte le esigenze del servizio, sarà sufficiente per il sopraggiungere di questo nuovo lavoro? Nel processo valutativo sperimentato il coinvolgimento degli operatori nell’intero processo rappresenta uno degli aspetti positivi: se la scelta è maturata su più livelli con coerenza e convinzione c’è un ritorno qualitativo e formativo sul sistema dei servizi. Il processo valutativo include in sé un investimento economico, di tempo e un’implicazione personale del coordinatore e degli educatori. In prospettiva intravediamo un possibile criticità nella convivenza di più strumenti valutativi in quanto si va a frammentare e sovrapporre analisi e valutazioni con il rischio di una dispersione di risorse. 7.1. Azioni di miglioramento e azioni formative da implementare nel CPP In relazione all’indice del Progetto Pedagogico sono state individuate tre macro aree (il contesto educativo, Servizio, famiglia e territorio; Coordinamento del gruppo di lavoro ) come ambiti di riferimento per i diversi percorsi formativi da attivare su finanziamento provinciale per l’anno scolastico 2013-2014. In particolare si è ricercato nella individuazione delle ipotesi sia di evidenziare un forte nesso di continuità tra quanto a tutt’oggi realizzato come azioni formative ( e ritenuto ancora importante oggetto di approfondimento) sia di proporre nuove tematiche frutto di quanto emerso ( aspetti di eccellenza e di criticità) dall’analisi prodotta in occasione della sperimentazione sull’autovalutazione. Rimini 24 giugno 2013 Allegato Servizi che hanno partecipato alla sperimentazione Nome del servizio sezioni coinvolte personale educatore personale ausiliario Altri soggetti Coordinatore Nido Beata Vergine del Carmine Rimini Spazio bimbi La Traccia Riccione Sezione primavera Corbucci Verni San Giovanni in Marignano Sezione primavera Sandra Borsalino Verucchio Sez. primaveramicronido Maestre Pie Morciano di Romagna 1 e unica 2 0 0 Laura Colonna 1 e unica 2 0 Laura Colonna 1 2 1 1 direttrice scuola coordinatore 1 2 coordinatore Ramona Giulianelli 1 2 1 coordinatore Donatella Pulixi interno, gestore, 2 ins infanzia Spazio bimbi Maestre Pie Cattolica Nido Pio XII Montescudo 1 2 1 2 2 1 Nido Primi Passi Morciano di Romagna Foresta incantata Nido dei cuccioli Sezione primavera Ceis 2 6 coordinatore Donatella Pulixi scuola, 1 gestore coordinatore Angelo Grilli interno, 1 volontario coordinatore Chiara Barbieri 1 2 1 4 4 3 Brucomela 1 4 Nido Isola Blu Rimini 2 5 Nido Pollicino Rimini 2 Polo d’infanzia Rimini Ramona Giulianelli coordinatore coordinatore Coordinatore e genitori? coordinatore Valeria Galoppa Roberta Bongiorni Giovanni Sapucci 2 coordinatore 6 4 coordinatore 1 3 1 coordinatore Nido Spontricciolo Riccione Nido Celestina Re Cattolica 2 7 2 Coordinatore Paola Patruno e Fiorella Zangari Raffaella Giorgi e Monica Campana Maria Paola Camporesi Emanuela Celli 5 14 Micronido Ponte Messa 1 3 1 2 coord.ci esterne Genitori 2 tirocinanti liceo scienze umane Coordinatore Michela Olivieri Valeria Dellabiancia Michela Lombardini Nido Il Gelso Bellaria Nido Il Cerchio Magico Rimini Nido Pollicino San Giovanni in Marignano Nido Misano Adriatico Nido Pinocchio Nido Il Grillo Parlante 4 3 15 10 Tina Biondi 3 8 5 4 3 10 12 9 TOTALI Scuola Infanzia Capoluogo Misano Scuola Infanzia Villaggio Misano Scuola Infanzia Belvedere Riccione totali 50 4 137 8 4 8 3 8 3 11 24 3 3 4 3 Coordinatore coordinatore Silvia Guidarini coordinatore Coordinatore Coordinatore Biagio Belmonte Orietta Fossi Francesca Campana Maraldi coordinatore Biagio Belmonte coordinatore Biagio Belmonte 1 tirocinante Barbara Bernardi 24