Provincia di Livorno
Realizzazione muro di sponda in dx idraulica lungo il fosso degli Alzi a monte del ponte di viale Giuseppe Pietri in corrispondenza dell’incrocio con via Fattori Località Olmi, Comune di Campo nell’Elba, Isola d’Elba, Provincia di Livorno
FASCICOLO INFORMATIVO
(Art. 91, comma 1, lett. b, D.Lgs. n.81/2008)
FASCICOLO CONTENENTE LE INFORMAZIONI UTILI AI FINI DELLA PREVENZIONE E PROTEZIONE
DAI RISCHI CUI SONO ESPOSTI I LAVORATORI, TENENDO CONTO DELLE SPECIFICHE DI NORME
DI BUONA TECNICA E DELL’ALLEGATO II AL DOCUMENTO U.E. 260/5/93.
Realizzazione muro di sponda in dx idraulica lungo il fosso degli Alzi a monte del ponte di viale Giuseppe Pietri
in corrispondenza dell’incrocio con via Fattori Località Olmi, Comune di Campo nell’Elba, Isola d’Elba, Provincia di Livorno)
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Premessa
Il presente fascicolo è stato redatto dal progettista in conformità con quanto disposto dall’Art. 91
comma 1, lett. b, D.Lgs.81/2008 e sarà preso in considerazione all’atto di eventuali lavori successivi sulle
opere previste.
Il “Fascicolo” comprende tre capitoli:
• Parte A - Manutenzione ordinaria e straordinaria dell’opera
• Parte B - Equipaggiamenti in dotazione dell’opera
• Parte C – Protezione degli operatori
Nella parte A - manutenzione dell’opera - è stata predisposta una breve relazione tecnica mirata dove si
evidenziano sia i pericoli che eventualmente possono presentarsi nel corso dei lavori successivi, sia i dispositivi e/o i provvedimenti per prevenire tali rischi. Sono inoltre allegate le schede di controllo ripartite
in sezioni come previsto nell’Allegato XVI del D.Lgs.81/2008.
Nella parte B - equipaggiamenti in dotazione dell’opera - compare un riepilogo della documentazione tecnica effettivamente disponibili per l’opera.
Nella parte C – Protezione degli operatori – si fa menzione alla normativa e alle soluzioni operative da
adottarsi per la protezione delle maestranze.
Al fascicolo sono allegate le schede di controllo ripartite in sezioni come previsto nel capitolo III
dell’Allegato XVI del D.Lgs.81/2008.
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PARTE A
RELAZIONE TECNICA
PREMESSA
In materia di infortuni sul lavoro e di malattie professionali, gli addetti alla manutenzione dei corsi d’acqua e delle opere accessorie sono esposti a rischi di notevole rilevanza, il cui
superamento è affidato ai vari elementi che possono aumentare la sicurezza nonché alle apparecchiature più idonee a conseguire tale finalità, con particolare attenzione alle macchine per
movimento terra, ai dispositivi di protezione individuale e alla razionale dotazione di indumenti meglio rispondenti alla difesa della persona.
L’AMBIENTE DI LAVORO
Il presente Fascicolo informativo riguarda la realizzazione di un muro di sponda in Dx
idraulica lungo il fosso degli Alzi a monte del ponte del viale G. Pietri, in corrispondenza
dell’incrocio con via Fattori in Loc. Olmi nel Comune di Campo nell’Elba (LI).
L’area di intervento è posta all’ingresso del centro abitato di Campo provenendo dalla
SP. N.25 Anello Occidentale, pertanto sono presenti insediamenti e fabbricati con caratteristiche
per la maggior parte residenziale e turistico.
MANUTENZIONE ORDINARIA E STRAORDINARIA
Il lavoro degli addetti alla manutenzione del muro oggetto dell’appalto si svolge sia
all’interno dell’alveo del fosso degli Alzi, sia sulle relative sponde e consiste nello sfalcio periodico della vegetazione infestante, nella rimozione di eventuali detriti e depositi in alveo e nel
controllo dello stato del manufatto.
La finalità degli interventi è in sostanza quella di controllare lo stato di efficienza del manufatto e vigilare sul libero deflusso delle acque nonché sulla sicurezza delle aree circostanti.
Le opere principali previste nel presente progetto (con esclusione di quelle esistenti) sono
suddivisibili nelle seguenti tipologie:
- Opere in c.a. rivestite in muratura di pietrame
- Opere stradali
La manutenzione ordinaria riguarderà il taglio della vegetazione infestante lungo le
sponde e dentro l’alveo che deve essere periodicamente sfalciata e, in alcuni casi, rimossa.
Sul fondo dell’alveo possono accumularsi detriti e ostacoli di vario genere (rifiuti, tronchi
di alberi, inerti …) trascinati a valle dalla corrente che dovranno essere periodicamente rimossi.
I tubi di drenaggio del muro in c.a. dotati di valvole antiriflusso devono essere periodicamente controllati per evitate ostruzioni o difetti di funzionamento.
Le operazioni di manutenzione straordinaria che potrebbero rendersi necessarie riguardano:
– Restauro del manufatto in c.a. rivestito in pietra
– Rifacimento del pacchetto stradale di usura dovuto a deterioramento
– Ripristino del guardavia posto in testa del muro in seguito a urti accidentali di autoveicoli.
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RISCHI E PRESCRIZIONI PER LA MANUTENZIONE
Le opere di manutenzione del muro e delle opere accessorie stradali comportano il rischio di caduta dall’alto degli operatori o dei macchinari lungo la sponda Dx del corso d’acqua.
Le raccomandazioni sono le seguenti:
‚ utilizzo del casco e di adeguate calzature
‚ utilizzare attrezzature ( trabattelli, funi e imbraco di sicurezza) che consentano i lavori in quota
‚ evitare manovre azzardate
‚ assumere posizioni di lavoro stabili
‚ evitare di movimentare grossi quantitativi di materiali
‚ evitare di accumulare materiali in prossimità della testa del muro coincidente con la
testa della sponda Dx del fosso.
Le operazioni di pulizia saranno svolte quasi completamente con macchinari, quindi in
condizione di presunta sicurezza per l’operatore, non sembra comunque pleonastico ricordare
le nozioni elementari per prevenire eventuali rischi di seppellimento degli operatori “a terra”:
‚ vietato operare o sostare nel raggio di azione della macchina
‚ l’operatore deve sempre manovrare il veicolo indossando le cinture di sicurezza e
con la portiera chiusa
‚ vietato operare in prossimità del ciglio e del piede dello scavo
‚ ciglio e piede dello scavo dovranno essere accuratamente segnalati e protetti
‚ verificare continuamente la consistenza del terreno del fronte dello scavo, soprattutto
dopo eventuali piogge
‚ sottoporre a continua verifica la consistenza del terreno del piede dello scavo quando
eseguito in alveo
‚ lo scavo deve avere una scarpatura non superiore a 60° al fine di garantire la sicurezza degli addetti.
Nel caso di utilizzo di attrezzature manuali per il taglio di vegetazione occorre prevedere
l’utilizzo dei DPI appropriati, tenendo conto dei rischi che variano a secondo se la lavorazione
viene effettuato in testa al muro (pericolo di caduta dall’alto) o in fondo all’alveo (pericolo di
scivolamento, d’annegamento, di un morso di vipera).
Per le operazioni di manutenzione,potrà accadere di dover operare interagendo con la
sede stradale della viabilità prossima al corso d’acqua. A tal fine dovrà essere apposta un'accurata segnaletica di cantiere. Saranno anche obbligatorie tutte le opportune separazioni fisiche
fra l'area di lavorazione e la zona di transito di veicoli.
Per l’avvertimento e l’organizzazione dei veicoli in transito, dovranno essere apposti i
seguenti cartelli, in ordine nel senso di marcia:
- attenzione al cantiere (a distanza di circa 200 metri dall’area di lavoro)
- presenza di senso unico alternato (a distanza di circa 150 metri dall’area di lavoro)
- moderare la velocità al di sotto dei 30 km/h (a distanza di circa 120 metri dall’area di
lavoro)
- presenza di restringimento carreggiata (a distanza di circa 50 metri dall’area di lavoro)
- possibilità di proiezione sassi (a distanza di circa 30 metri dall’area di lavoro)
- presenza di operatori a terra (a distanza di circa 20 metri dall’area di lavoro)
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- fine area di lavoro (a distanza di circa 30 metri dalla fine dell’area di lavoro).
Alla chiusura del cantiere di manutenzione la sede stradale dovrà essere lasciata perfettamente pulita, e libera da sassi, pietre o oggetti che possano causare danni a persone o veicoli
in transito. La pulizia dovrà essere eseguita a mano e con l’ausilio di idropulitrici per
l’allontanamento dei residui anche terrosi.
Parte B
PREDISPOSIZIONI E ALLESTIMENTI PER LE OPERE DI MANUTENZIONE
Durante l’esecuzione delle opere dovranno essere approntati alcuni accorgimenti per facilitare le successive operazioni di controllo dei manufatti e di manutenzione.
Viste le caratteristiche delle opere e dell’area non si rilevano particolari necessità riguardo gli allestimenti, tuttavia, per permettere una manutenzione più sicura e più agevole, potranno essere montati degli anelli o delle golfare di acciaio per permettere l’ancoraggio di un cavo
di aggancio, cui si potranno assicurare gli operatori dotati di cintura di sicurezza per svolgere
operazioni speditive di manutenzione e di controllo dell’argine lungo il lato canale. Gli anelli
dovranno essere fissati saldamente nel corpo dell’argine, ad esempio affondandoli nel getto di
calcestruzzo o collegandoli ai guardavia in testa del muro.
Al fine di controllo dei manufatti, in particolare delle possibili deformazioni del corpo
arginale, potranno essere predisposti degli apparecchi di verifica per spostamenti e cedimenti.
Questi potranno consistere in “biffe”, mire fissate su blocchetti di calcestruzzo gettato e affogato nel terreno, oppure in cordini o funicelle solidalmente ancorati al corpo dell’argine e tesi in
modo da evidenziare spostamenti nel caso di loro rottura.
GLI INFORTUNI, LE AFFEZIONI E LE LORO CAUSE
Gli incidenti dinamici nei quali possono incorrere con maggior frequenza i lavoratori adibiti alla manutenzione del manufatto oggetto dell’appalto trovano già origine all’esterno, cioè
a livello dei piani di viabilità e si accentuano per lavori in alveo: l’interazione con i veicoli in
transito, la proiezione di sassi o pietre causata dagli automezzi in circolazione, la caduta di gravi trasportati dagli autocarri, il ribaltamento degli autocarri, la caduta di gravi dalle sponde in
alveo, ovvero lo scivolamento sulle pietre del fondo per la presenza di alghe; tutti questi fattori
possono determinare gravi ferite alla testa oppure lesioni agli arti inferiori e perfino il decesso. All’interno dell’alveo vi è possibilità di annegamento durante il manifestarsi di piene improvvise e violente; in più, in caso di contatto con acque inquinate vi è rischio di insorgenza di
patologie a carico dell’apparato digerente per contatto con batteri ed eventuali agenti patogeni, fino all’avvelenamento per ingestione di sostanze venefiche quali cianuri o simili.
Una delle maggiori cause di inabilità professionale è imputabile alle modificazioni osteoartritiche e alle ernie del disco lombare, cui va soggetta gran parte degli addetti che hanno
compiuto a lungo sforzi per sollevamento di gravi accentuati da deambulazione in condizioni
di equilibrio precario a causa delle cattive condizioni del fondo. In queste condizioni l’addetto,
oltre ad essere obbligato a una postura contratta, è costretto a muoversi in presenza di ostacoli
(massi in alveo) che aumentano il disagio e la fatica già notevoli, in conseguenza di una posizione innaturale non intenzionalmente assunta. Se alle condizioni precedenti si unisce una forte
corrente della massa liquida, l’unico modo possibile di avanzare è quello di procedere a ritroso,
e la marcia in tale condizione deve proseguire, senza alcuna possibilità di sosta, fino alla sponda più prossima, dove finalmente il lavoratore può ritrovare la sua naturale posizione.
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Le sollecitazioni cui l’organismo è sottoposto a lungo, soprattutto in soggetti assegnati
per molti anni a queste mansioni, possono inoltre indurre turbe cardiovascolari associate a un
elevato tasso di emoglobina nel sangue, quadro patologico rilevabile a seguito di innalzamento
della tensione arteriosa, di mancata tollerabilità all’esercizio della professione e dell’insorgere
di stordimenti e stati ansiosi.
Infine, gli addetti alla manutenzione degli alvei fluviali, possono accusare forme di dermatiti non infettive, diversificate in funzione della tipologia delle sostanze contattate e configurabili come stati precancerosi; dermatiti infettive, meno frequenti; congiuntiviti causate dalle emanazioni e dagli schizzi di sostanze irritanti che raggiungono gli organi della vista; malattie infettive di origine batterica quali il tetano, e la leptospirosi, e di origine protozoarica quali
la toxoplasmosi, che si manifestano di preferenza presso i lavoratori in prossimità dei corsi
d’acqua o dove lo scarico è debole e intermittente; altre gravi affezioni quali la febbre tifoide,
la poliomelite, l’epatite virale e l’Aids, queste ultime acquisite per lesioni prodotte dalle siringhe infette gettate.
La zona in cui si va ad operare ( l’alveo del fosso nei periodi di secca) è fra i biotopi ideali
dove la vipera viene a trovarsi nelle migliori condizioni ambientali per vivere e riprodursi, pertanto c’è il rischio per gli operai di incorrere in un morso che può portare il soggetto in fin di vita.
PARTE C
LA
PROTEZIONE PERSONALE DEGLI OPERATORI: NORMATIVA E SOLUZIONI OPERA-
TIVE
La protezione personale dei lavoratori inizia con una valida informazione e formazione
professionale in tema di prevenzione degli infortuni e di igiene del lavoro, di igiene della persona e con il rispetto di tutte le norme di sicurezza previste per interventi di manutenzione di
alvei fluviali.
Prima dell’inizio del lavoro all’operatore saranno fornite indicazioni relative ai rischi
specifici cui è esposto in relazione all’attività svolta, le normative di sicurezza, le regole di circolazione delle strade all’intorno dell’area di intervento, le zone di sosta autorizzate, le zone pericolose; la presenza di canalizzazioni, cavi sotterranei o aerei.
Tutte le macchine e gli attrezzi di lavoro comunque alimentati (escluso gli utensili a mano) utilizzati in cantiere saranno muniti di libretto rilasciato dall’Ente competente da cui risulterà l’avvenuta omologazione a seguito di prova ufficiale e tutte le istruzioni per le eventuali manutenzioni di carattere ordinario e straordinario.
I comandi di messa in moto delle macchine saranno collocati in modo da evitare avviamenti accidentali od essere provvisti di dispositivi idonei a conseguire lo stesso scopo. Sarà vietato compiere su organi in movimento qualsiasi operazione di riparazione o registrazione. Qualora sia necessario eseguire tali operazioni durante il moto, si adotteranno adeguate cautele a
difesa del lavoratore. Di tale divieto saranno edotti i lavoratori mediante avvisi chiaramente visibili. Le operazioni di manutenzione specifica con particolare riguardo alle misure di sicurezza
saranno eseguite da personale tecnico specializzato. Tali interventi dovranno essere opportunamente documentate.
Prima di consentire al lavoratore l’uso di una qualsiasi macchina di cantiere, il preposto
dovrà accertare che l’operatore o il conduttore incaricato conosca:
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le principali caratteristiche della macchina (dimensioni, peso a vuoto, prestazioni …),
le pendenze massime longitudinali e trasversali su cui la macchina può stazionare od operare senza pericolo,
- il posizionamento, il funzionamento degli organi di comando ed il significato dei dispositivi
di segnalazione d i sicurezza
- la data dell’ultima manutenzione ordinaria e/o straordinaria operata sulla macchina.
Il preposto dovrà inoltre verificare che:
- la macchina sia dotata di libretto di istruzioni e che la stessa sia corredata di normale libretto
ex ENPI
- l’operatore sia in possesso di patente (obbligatoria per le macchine che si muovono su strada) e che abbia sufficienti nozioni di meccanica per individuare guasti o difetti
- l’operatore abbia a sua disposizione i necessari mezzi personali di protezione.
Fermo restando l’obbligo di equipaggiare i lavoratori con dispositivi di protezione individuale (DPI) appropriati ai rischi inerenti le lavorazioni e operazioni effettuate, qualora manchino o siano insufficienti i mezzi tecnici di protezione (Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro Titolo IV Capo II D.Lgs n.81/2008), e di provvedere a dotazioni personali che
presentino i necessari requisiti di resistenza e di idoneità, permane pur sempre il vincolo di fornire al personale interessato e per particolari condizioni ambientali, indumenti di protezione
idonei a fronteggiare pericoli specifici.
Parimenti, va rammentato che ai lavoratori compete l’impegno di usare con cura i DPI e
gli altri mezzi di protezione predisposti o dati dal datore di lavoro .
I lavori in aree con elevata pendenza devono essere svolti da operatori muniti di imbracatura di sicurezza integrata da sagola di lunghezza adeguata o collegata da fune di trattenuta
capace di limitare la caduta libera a non oltre 1.50 m (art.115 del D.Lgs n.81/2008).
La protezione del capo deve essere garantita da un elmetto di sicurezza.
Le mani devono essere difese da robusti guanti.
Gli arti inferiori e i piedi devono calzare scarpe o stivali protettivi (in PVC o mescole similari), del tipo antiacido, con suola antiscivolo, intersuola antiperforazione e puntale in acciaio, nonché rinforzi in corrispondenza del metatarso, della tibia e del malleolo.
La protezione generale del corpo può realizzarsi mediante tute con maniche a giro a fondo liscio in due pezzi, fori di aerazione sottoascellari, collo a listino, allacciatura con bottoni in
poliestere e battuta copribottoni fermata con chiusura “Velcro”, prive di tasche e con pantalone
a fondo liscio; combinazioni da lavoro in due pezzi, formate cioè da giacca con camicia a raglan
a fondo liscio in un sol pezzo, collo a listino, tasca unica a toppa con fori sul fondo e con pattina, allacciatura a bottoni con battuta copribottone a tenuta, nonché dal pantalone con pettorina
senza tasche, tutto chiuso e a fondo liscio, bretelle elastiche regolabili e fettucce stringivita; impermeabili propriamente detti con maniche a giro a fondo liscio in un sol pezzo, collo a listino,
corredati o meno di cappuccio, tasche a toppa con fori sul fondo e pattina, allacciatura a bottoni
e relativa battuta copribottoni. Di norma, la confezione degli indumenti si avvale di cuciture
semplici o semplici ribattute, saldate elettronicamente o chimicamente ed ottenute con filati di
tipo sintetico.
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