@ www.projuventute.ch www.associazioneprogettogenitori.com www.ggng.ch C4SOCIETÀ E CULTURA LA SOCIE TÀ Maternità e paternità. Ruoli sempre più difficili. A cui dare una risposta con strutture e consulenze mirate. Ecco l’ultimo progetto S. O . S . genitori EZIO ROCCHI BALBI F are i genitori è il mestiere più difficile. Eppure essere genitori sembra la cosa più naturale di questo mondo; peccato, però, che alla nascita dei figli non venga mai abbinato l’indispensabile “libretto d’istruzioni”. Il ruolo stesso di genitore, che formalmente sembra sempre lo stesso, in realtà è in continuo mutamento. Non deve quindi stupire che Pro Juventute abbia ideato addirittura un club, a livello nazionale (vedi articolo nella pagina accanto), mettendo a disposizione tutta una serie di “consulenze” che accompagnano i genitori nelle varie fasi del loro impegno: dalla prima età dello sviluppo all’educazione, dalla salute alla scuola e alla formazione, alla vita familiare tout court. Dall’infanzia alla pubertà, dall’adolescenza fino alla maturità (almeno anagrafica) del figlio. Almeno nelle generazioni passate, gli stili educativi difficilmente venivano messi in discussione. O almeno così sembrava, perchè i problemi tra genitori e figli, a quanto ci risulta, ci sono sempre stati e, semmai, il passare del tempo e dei costumi non ha fatto altro che aumentarne se non l’entità sicuramente la varietà. “Oggettivamente il ruolo è difficile, anche perchè cambiano generazione dopo generazione i problemi da affrontare, spuntano nuove sfide – nota Floriano Moro, psicologo e do- “La funzione è impegnativa, generazione dopo generazione i problemi sono differenti” cente all’Alta scuola pedagogica -. E non vale il confronto con l’autorità esercitata dai nostri nonni o dai nostri genitori che non venivano contestati in un periodo in cui ogni attività era fatta di obbedienza, abnegazione”. Paradossalmente, poi, proprio in un’era come la nostra dove la comunicazione sembra regnare sovrana, e i mezzi per “apprendere” qualsiasi informazione utile sono illimitati, le difficoltà di dialogo con i figli sembrano aumentate. Per tacere delle esigenze “pratiche”, che effettivamente suggeriscono il ricorso ad un esperto, ad un consulente esterno. “Anche perchè, inutile nasconderselo, viviamo in un’epoca in cui si è iperprotettivi nei confronti dei figli ed è scarsamente diffuso il senso di responsabilità – aggiunge il sociologo Luca Bertossa, ricercatore e responsabile scientifico vicario delle inchieste federali fra i giovani -. Fatto sta che appena nasce un figlio si scopre di essere totalmente impreparati all’impresa che comporta, e puoi prendere a modello tutte le figure che vuoi, studiare tutti i libri in materia possibili e immaginabili, ma alla fine è un’esperienza ex novo”. Indipendentemente dalle immagini e situazioni da cartolina sbandierate dalle pubblicità, si scopre ben presto, infatti, che c’è una notevole differenza tra l’idea fantasticata dell’essere genitori e la realtà. Una realtà che invece deve tener conto delle molteplici esperienze che nascono e si sviluppano all’interno della relazione genitori/figli, che richiedono un’attenta consapevolezza di quanto sia importante comprendere le cause di ogni tipo di disagio. “Come genitori, vere o false che siano, dobbiamo tenere conto di nuove esigenze – aggiunge Moro -. Perciò, io pre- Dall’infanzia alla maturità l’educazione in famiglia è un mestiere che cambia Reti e gruppi in aiuto di mamme e papà 80.000 i membri L’obiettivo del progetto di Pro Juventute è coinvolgere almeno 80mila genitori in tutta la Confederazione 125 associazioni Tra scuole elementari e medie i gruppi e le associazioni di genitori registrati in Ticino e membri della Conferenza 300 mila bambini In tutta la Svizzera i bambini che ogni anno beneficiano delle varie offerte del servizio Pro Juventute Consulenza L’AN ALISI GIULIANO BONOLI Docente di politiche sociali ‘ ‘ Ho avuto pochi consigli, mi sono adattata (bene, direi) e divisa col partner il “lavoro” perchè non c’è solo la mamma MARILENA FONTAINE mamma e delegata alle Pari opportunità Per quanto preparati si è sempre impreparati, ma i figli meritano tanta attenzione e amore GABRIELE GIULINI papà e presidente Ac Bellinzona ferirei parlare ‘agenzie’, perchè si tratta di qualcosa che agisce, che richiede altri e ulteriori adattamenti. Anche l’interpretazione degli stati d’animo più classici dei ragazzini ha subìto variazioni; la noia, ad esempio, è sempre stata accostata alla solitudine, ora c’è la noia da moltitudine”. Insomma, da qualsiasi lato lo si guardi il ruolo di genitore riserva mille sfaccettature, e dalla formazione della prima infanzia alle cure mediche più appropriate, alle prime complicazioni comportamentali e relazionali, le scelte da affrontare non sono mai frutto di una competenza acquisita per sempre. O almeno, geneticamente, certe conoscenze non sono incorporate. “Devi comunque ripartire da zero, perchè anche il modello genitoriale non è paragonabile da una generazione all’altra – “Ci sono troppe variabili da prendere in considerazione, troppe situazioni inedite” aggiunge Bertossa -; troppe variabili da prendere in considerazione, troppe situazioni inedite da affrontare. Giusto un esempio: un magazine inglese ha appena fatto un sondaggio invitando i lettori a scrivere le cento attività preferite svolte da ragazzi e confrontarle con quelle dei loro figli. Quelle rimaste in comune si potevano contare sulle dita di una mano...”. [email protected] PUBBLICO L’ E PRIVATO, UNA SINTONIA EFFICACE iniziativa privata ha da sempre giocato un ruolo molto importante nel sostegno alle famiglie. Già alla fine dell' Ottocento, asili nido e altre strutture prescolastiche dipendevano essenzialmente da privati. A volte queste iniziative trovarono la loro ispirazione nelle pedagogie innovative dell’epoca (Montessori, Steiner), altre volte invece queste strutture avevano una finalità puramente sociale: in un contesto di povertà diffusa, si trattava di garantire condizioni di vita accettabili ai bambini, in particolare un pasto decente, almeno durante la giornata. Poi, con il passare degli anni e con lo sviluppo economico, interviene lo Stato che generalizza un servizio inizialmente limitato a pochi. La storia dell’intervento sociale in ambito prescolastico illustra bene forze e debolezze dell’iniziativa privata nel campo della politica familiare. Da un lato, lo Stato è lento. Al contrario, associazioni e fondazioni possono reagire rapidamente una volta identificato un nuovo bisogno. Inoltre, in politica, esistono visioni molto diverse di ciò che dovrebbe essere una famiglia ideale, e questa diversità di vedute rende difficile trovare il consenso necessario per sviluppare un nuovo servizio. Il risultato di tutto ciò è una certa inerzia che contrasta con la rapidità dei cambiamenti sociali. GIULIANO BONOLI Docente di politiche sociali all’Istituto superiore di studi in amministrazione pubblica (Idheap) di Losanna Le associazioni private, invece, anche perché tendono a essere più uniformi in termini di visione della famiglia, possono muoversi in modo più agile e quindi essere più innovative. Possono