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C4SOCIETÀ E CULTURA
LA
SOCIE
TÀ
Maternità e paternità.
Ruoli sempre più
difficili. A cui dare una
risposta con strutture
e consulenze mirate.
Ecco l’ultimo progetto
S.
O
.
S
.
genitori
EZIO ROCCHI BALBI
F
are i genitori è il mestiere più difficile.
Eppure essere genitori sembra la cosa
più naturale di questo mondo; peccato,
però, che alla nascita dei figli non venga
mai abbinato l’indispensabile “libretto
d’istruzioni”. Il ruolo stesso di genitore,
che formalmente sembra sempre lo stesso, in realtà
è in continuo mutamento. Non deve quindi stupire
che Pro Juventute abbia ideato addirittura un club,
a livello nazionale (vedi articolo nella pagina accanto), mettendo a disposizione tutta una serie di
“consulenze” che accompagnano i genitori nelle
varie fasi del loro impegno: dalla prima età dello
sviluppo all’educazione, dalla salute alla scuola e
alla formazione, alla vita familiare tout court. Dall’infanzia alla pubertà, dall’adolescenza fino alla
maturità (almeno anagrafica) del figlio.
Almeno nelle generazioni passate, gli stili educativi
difficilmente venivano messi in discussione. O almeno così sembrava, perchè i problemi tra genitori
e figli, a quanto ci risulta, ci sono sempre stati e,
semmai, il passare del tempo e dei costumi non ha
fatto altro che aumentarne se non l’entità sicuramente la varietà. “Oggettivamente il ruolo è difficile, anche perchè cambiano generazione dopo generazione i problemi da affrontare, spuntano
nuove sfide – nota Floriano Moro, psicologo e do-
“La funzione è impegnativa,
generazione dopo generazione
i problemi sono differenti”
cente all’Alta scuola pedagogica -. E non vale il confronto con l’autorità esercitata dai nostri nonni o
dai nostri genitori che non venivano contestati in
un periodo in cui ogni attività era fatta di obbedienza, abnegazione”.
Paradossalmente, poi, proprio in un’era come la
nostra dove la comunicazione sembra regnare sovrana, e i mezzi per “apprendere” qualsiasi informazione utile sono illimitati, le difficoltà di dialogo
con i figli sembrano aumentate. Per tacere delle esigenze “pratiche”, che effettivamente suggeriscono il
ricorso ad un esperto, ad un consulente esterno.
“Anche perchè, inutile nasconderselo, viviamo in
un’epoca in cui si è iperprotettivi nei confronti dei
figli ed è scarsamente diffuso il senso di responsabilità – aggiunge il sociologo Luca Bertossa, ricercatore e responsabile scientifico vicario delle inchieste federali fra i giovani -. Fatto sta che appena
nasce un figlio si scopre di essere totalmente impreparati all’impresa che comporta, e puoi prendere a modello tutte le figure che vuoi, studiare tutti
i libri in materia possibili e immaginabili, ma alla
fine è un’esperienza ex novo”. Indipendentemente
dalle immagini e situazioni da cartolina sbandierate dalle pubblicità, si scopre ben presto, infatti,
che c’è una notevole differenza tra l’idea fantasticata dell’essere genitori e la realtà. Una realtà che
invece deve tener conto delle molteplici esperienze
che nascono e si sviluppano all’interno della relazione genitori/figli, che richiedono un’attenta consapevolezza di quanto sia importante comprendere le cause di ogni tipo di disagio. “Come genitori, vere o false che siano, dobbiamo tenere conto
di nuove esigenze – aggiunge Moro -. Perciò, io pre-
Dall’infanzia alla maturità
l’educazione in famiglia
è un mestiere che cambia
Reti e gruppi in aiuto di mamme e papà
80.000
i membri
L’obiettivo del progetto di Pro
Juventute è coinvolgere
almeno 80mila genitori in tutta
la Confederazione
125
associazioni
Tra scuole elementari e medie i
gruppi e le associazioni di
genitori registrati in Ticino
e membri della Conferenza
300
mila
bambini
In tutta la Svizzera i bambini
che ogni anno beneficiano
delle varie offerte del servizio
Pro Juventute Consulenza
L’AN
ALISI
GIULIANO BONOLI
Docente
di politiche sociali
‘
‘
Ho avuto pochi
consigli, mi sono
adattata (bene, direi)
e divisa col partner il
“lavoro” perchè non
c’è solo la mamma
MARILENA FONTAINE
mamma e delegata alle
Pari opportunità
Per quanto
preparati
si è sempre
impreparati, ma i
figli meritano tanta
attenzione e amore
GABRIELE GIULINI
papà e presidente
Ac Bellinzona
ferirei parlare ‘agenzie’, perchè si tratta di qualcosa
che agisce, che richiede altri e ulteriori adattamenti. Anche l’interpretazione degli stati d’animo
più classici dei ragazzini ha subìto variazioni; la
noia, ad esempio, è sempre stata accostata alla solitudine, ora c’è la noia da moltitudine”.
Insomma, da qualsiasi lato lo si guardi il ruolo di
genitore riserva mille sfaccettature, e dalla formazione della prima infanzia alle cure mediche più
appropriate, alle prime complicazioni comportamentali e relazionali, le scelte da affrontare non
sono mai frutto di una competenza acquisita per
sempre. O almeno, geneticamente, certe conoscenze non sono incorporate. “Devi comunque ripartire da zero, perchè anche il modello genitoriale
non è paragonabile da una generazione all’altra –
“Ci sono troppe variabili
da prendere in considerazione,
troppe situazioni inedite”
aggiunge Bertossa -; troppe variabili da prendere in
considerazione, troppe situazioni inedite da affrontare. Giusto un esempio: un magazine inglese
ha appena fatto un sondaggio invitando i lettori a
scrivere le cento attività preferite svolte da ragazzi e
confrontarle con quelle dei loro figli. Quelle rimaste in comune si potevano contare sulle dita di una
mano...”.
[email protected]
PUBBLICO
L’
E PRIVATO,
UNA SINTONIA
EFFICACE
iniziativa privata ha da sempre giocato un
ruolo molto importante nel sostegno alle
famiglie. Già alla fine dell' Ottocento, asili
nido e altre strutture prescolastiche dipendevano essenzialmente da privati. A volte queste
iniziative trovarono la loro ispirazione nelle pedagogie innovative dell’epoca (Montessori, Steiner), altre volte invece queste strutture avevano
una finalità puramente sociale: in un contesto di
povertà diffusa, si trattava di garantire condizioni di vita accettabili ai bambini, in particolare
un pasto decente, almeno durante la giornata.
Poi, con il passare degli anni e con lo sviluppo
economico, interviene lo Stato che generalizza
un servizio inizialmente limitato a pochi.
La storia dell’intervento sociale in ambito prescolastico illustra bene forze e debolezze dell’iniziativa privata nel campo della politica familiare. Da un lato, lo Stato è lento. Al contrario, associazioni e fondazioni possono reagire rapidamente una volta identificato un nuovo bisogno.
Inoltre, in politica, esistono visioni molto diverse
di ciò che dovrebbe essere una famiglia ideale, e
questa diversità di vedute rende difficile trovare
il consenso necessario per sviluppare un nuovo
servizio. Il risultato di tutto ciò è una certa inerzia che contrasta con la rapidità dei cambiamenti sociali.
GIULIANO BONOLI
Docente di politiche
sociali all’Istituto
superiore di studi in
amministrazione
pubblica (Idheap)
di Losanna
Le associazioni private, invece, anche perché
tendono a essere più uniformi in termini di visione della famiglia, possono muoversi in modo
più agile e quindi essere più innovative. Possono
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Dall`infanzia alla maturità l`educazione in famiglia è un