Estoire du Saint Graal
CAPITOLO II
Un romanzo in prosa?
Se, come pare potersi ricavare dalle risultanze della tradizione manoscritta, il testo del Lancelot en prose è stato
composto all’inizio del XIII secolo, ne discendono una serie di questioni non secondarie.
La prima la questione dell’autore, autore che potrebbe eventualmente coincidere con un architetto, vale a dire come
chi mette insieme testi originariamente diversi. Come sappiamo il nome di Gautier Map compare nel Lancelot en
prose, nella Queste e nella Mort Artu come autore della trilogia, mentre per l’Estoire ritorna il nome di Robert de
Boron. La possibilità che Gautier Map sia realmente l’autore viene normalmente scartata per ragioni cronologiche, il
chierico risulta infatti morto*, anche se non sono mancate voci discordanti1. Ora andrà se non altro valutato
nuovamente.
La seconda riguarda la scelta della prosa un corpus di testi religiosi, in particolari Salteri prodotti in monasteri
anglonormanni (p. 17), ma anche lapidari, Commentari ai libri biblici, traduzioni dei Sermoni per esempio di San
Bernardo che ci riconducono ad un ambiente cistercense. A queste andranno aggiunte raccolte di leggi, cartulari. E’
tuttavia evidente che è nel ventennio fra la fine e del XII e l’inizio del XIII che qualcosa cambia e con Woledge (p. 25)
possiamo identificare talune importanti figure di mecenati che sembrano aver promosso questa nuova voga letteraria
e che sembrano legati alle Fiandre e favorire testi come lo Pseudo Turpino, poi l’Histoire ancienne 2. Ma ai fini del
nostro discorso appare prezioso il prologo di una cronaca del regno di Filippo Augusto databile intorno al 1226:
Issi vos en feré ke conte
Non pas rimé, qui an droit conte,
Si con li livres Lancelot
Ou il n’a de rime un seul mot.
Por mielz dire la verité
Et por tretier sans fauseté;
Quar anviz puet estre rimee
Estoire ou n’ait ajostee
Mançonge por fere la rime 3
Chiaramente la prima riflessione da fare deve concernere lo straordinario successo dello Pseudo Turpino, Cronaca
databile alla metà del XII secolo, fortemente legata alla crociata ed in particolare al cammino di Santiago, e che conta
circa 130 testimoni. Non c’è dubbio che a questa fortuna concorrano fattori molto diversi: lo sforzo traduttivo e
l’autorità della cronaca latina, ma certo ad un testo monastico si aggiunge un’importante componente di gusto per la
cronaca e il romanzo4.
3. Domandiamoci preliminarmente cosa succeda nel testo che apre il ciclo perché più degli altri consente di seguire
come funzioni la riscrittura.
1. Colui il quale si ritiene e si giudica il più piccolo e il più peccatore tra tutti gli uomini inizia
questa storia salutando tutti coloro i quali col cuore e la fede credono alla Santa Trinità – cioè al
1
Cfr. F. Latella, Gualtiero Map e i primi sviluppi del romanzo arturiano, in “Le forme e la storia”V-VIII, 1984-1987, pp.
Pp. 45-59 e J. N. Carman, A Study of the Pseudo Map Cycle of Arthurian Romance, *; R. Trachsler,
2
Sulla fortuna della prosa, cfr B. Woledge, La legende de Troie et les debuts de la Prose française, in Mélanges Mario
Roques II, pp. 313-324
3
Cfr Romania VI p. 498 e Woledge p. 30.
4
Altri testi importanti per capire davvero le ragioni del formarsi di una nuova voga sono da cercarsi per esempio nella
cosiddetta Cronica d’Ernoul. Rispetto alle riflessioni di Woledge oggi però possiamo dire che non è più vero che non
conosciamo ms di testi profani anteriori alla metà XIII sec.
Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Il Padre, dal quale tutte le creature sono state create e ricevono
la vita. Il Figlio, grazie al quale tutte le creature sono state liberate dalle pene dell'Inferno e portate
verso la gioia infinita e senza tempo. Lo Spirito Santo, grazie al quale tutte le creature sono liberate
dalle mani dello spirito maligno e riempite di gioia dalla Sua luce che è vero splendore e conforto.
Il nome di colui il quale scrive questa storia non verrà scritto o chiarito all'inizio del libro; ma,
grazie alle parole che verranno dette in seguito, voi potrete scoprire facilmente il suo nome, il
paese di origine e gran parte del suo lignaggio, ma all'inizio di questa storia lui non vuole farsi
scoprire, per tre ragioni: la prima, perchè se lui si nominasse e dicesse che Dio ha rivelato
attraverso lui una così alta storia come è quella del Santo Graal, che è la più alta storia, i malvagi e
gli invidiosi lo farebbero passare per un vile. L'altra ragione è che se lui dicesse il suo nome e
qualcuno lo riconoscesse, prenderebbe meno seriamente la sua storia, poiché scritta da un povero
uomo. L'altra ragione è che se egli scrivesse il suo nome e qualcuno trovasse nella storia qualcosa
di mal scritto, per colpa di un cattivo scrivano, che l'ha mal tradotta, tutti biasimerebbero il nome
dell'autore: perché è tipico del nostro tempo avere bocche che dicono più cose cattive che belle e
un uomo viene biasimato più per un solo male rispetto a quanto viene elogiato per cento cose ben
fatte. Per queste tre ragioni, egli non vuole che il suo nome venga scoperto: ma egli sa che,
sebbene voglia rimanere in incognito sarà facile scoprirlo più di quanto egli non voglia. Ma ora egli
dirà come gli è stato ordinato di rivelare la Storia del Santo Graal. (trad. Giulia Lucchesi)
2. Avvenne nel 717 dopo la Passione di Cristo che io, il più peccatore tra tutti i peccatori, mi
trovavo in un luogo selvaggio che non voglio far conoscere, ed ero lontano da tutti i cristiani. Ma
posso ben dire che quel luogo era davvero selvaggio, ma anche davvero gradevole e piacevole:
perché l'uomo che si affida a Dio è avverso a tutte le cose del mondo. Ero disteso nel luogo di cui
avete sentito parlare, [la notte] tra il giovedì e il venerdì santo, avevo celebrato a Nostro Signore
l'officio che chiamiamo delle Tenebre; e mi prese una gran voglia di dormire. Così cominciai a
sonnecchiare e non passò tanto tempo quando una voce chiamò tre volte il mio nome, e mi disse:
<<Svegliati, ed intendi di una cosa tre e di tre una; e tanto può l'una come l'altra.>> Così subito mi
svegliai, e vidi attorno a me una luce di una grandezza mai vista; e poi vidi davanti a me il
più bell'uomo mai esistito. E quando lo vidi fui profondamente scosso, e non sapevo che dire o
che fare. E lui mi disse: <<Hai inteso la parola che ti ho detto?>> Ed io gli risposi tremando:
<<Signore, non ne sono ancora ben certo.>> E lui mi disse: <<È il segno della riconoscenza della
Trinità che ti ho portato: per il fatto che, disse, tu avevi dubitato che nella Trinità vi erano tre
persone o se non vi era che una sola divinità e una sola potenza>>; non ho mai dubitato altro in
vita mia se non di questa cosa. Ed ancora mi disse: <<Puoi comprendere e riconoscere chi sono?>> E
io gli dissi che i miei occhi erano mortali, e non potevano guardare un così gran chiarore, <<né io
sono in grado di dire ciò di cui tutte le lingue mortali sarebbero impedite di dire.>> E lui si chinò
su di me, mi soffiò sul viso, ed io così mi accorsi di avere gli occhi cento volte più chiari di quanto
non li abbia mai avuti. E poi sentii davanti la bocca una gran meraviglia di lingue. E mi disse:
<<Puoi intendere o riconoscere chi sono?>> Quando volli parlare, vidi un gran fuoco uscire dalla
mia bocca; ne ebbi così paura che non potei dire una parola. E allora mi disse: <<Non avere alcuna
paura: perché la fonte di ogni sicurezza è davanti a te; e sappi che sono venuto qui per insegnarti
ciò di cui tu dubiti, perché io sono la certezza di ogni dubbio; sono la fonte della sapienza. Io sono
colui al quale Nicodemo disse: "Maestro, noi sappiamo chi siete." Io sono colui del quale le
Scritture dicono: "Tutta la sapienza viene da Nostro Signore." Io sono il Maestro perfetto: per
questo motivo sono venuto da te, io voglio che tu riceva gli insegnamenti di tutta questa gente, e di
tutto ciò di cui dubiti, e così ne avrai certezza. E attraverso te [la storia] sarà aperta e rivelata a
tutti, e a tutti coloro i quali vorranno raccontarla.>>
(trad di Giulia Lucchesi)
3. 3. Con queste parole mi prese per mano, e mi diede un libro che non era più grande della palma di
una mano. E quando me lo ebbe dato, mi disse che me lo diede che conteneva grandi meraviglie
che nessun cuore mortale poteva concepire o sapere, <<e non dubiterai di ciò senza che tu sia
messo sulla via da questo libro; e vi sono i miei segreti che nessun uomo dovrebbe vedere se non
prima purificato dalla vera confessione. Perché l'ho scritto di mio pugno e in questo modo tu
dovrai dire che si parla con la lingua del cuore e non con quella della bocca. Perché non può essere
nominato da alcuna lingua mortale senza che i tre elementi non siano mutati. Il cielo pioverà, l'aria
si addenserà, la terra sprofonderà e l'acqua cambierà il suo colore. Tutto ciò è in questo libretto; e
vi è di più, e nessun uomo mai lo guarderà nel profondo senza che la sua anima e il suo cuore ne
trovino benefici: perché egli ne sarà tanto colpito, tanto lo guarda dentro, e si riempirà nel
profondo della più grande gioia che un cuore possa concepire: ma neanche per peccati che lui
abbia fatto non morirà di morte istantanea. Questa è la voce della vita.>> E quando ebbe detto
questo, si levò un grido di una voce come fosse una tromba. E quando ebbe gridato, si udì dall'alto
un fragore così grande che sembrò che il firmamento fosse caduto, e la terra sprofondata. E se
prima il chiarore era grande, ora era cento volte tanto: al punto che io credetti di aver perso la
vista; e caddi a terra come fossi svenuto. E quando la vanità del capo se ne andò, io aprii gli occhi;
ma non vidi nulla attorno a me, né vidi mai nulla di quanto avevo visto [prima]. Prima credetti
fosse tutto un sogno, poi trovai nella mia mano il libretto come me l'aveva dato il Gran Maestro:
allora mi alzai molto felice e molto gioioso. Allora mi misi in preghiera, e molto desiderai che
venisse il giorno. E quando venne, iniziai a leggere e [vi] trovai l'inizio del mio lignaggio che
desideravo tanto vedere. E quando ebbi guardato un pezzo tanto lungo, tanto vi era di testo, mi
meravigliai molto di come in un libro tanto piccolo ci potesse essere tanto testo. (trad. Giulia Lucchesi)
MATERIALI SCRITTURALI DA CONFRONTARE
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu
trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe
renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù.Prendendo la parola, Pietro disse a
Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva
infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una
voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno,
se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano
visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa
volesse dire risorgere dai morti. Marco 9,2-10
1
Mi disse: «Figlio dell’uomo, mangia ciò che ti sta davanti, mangia questo rotolo, poi va’ e parla alla casa d’Israele». 2Io
aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo,3dicendomi: «Figlio dell’uomo, nutri il tuo ventre e riempi le tue
viscere con questo rotolo che ti porgo». Io lo mangiai: fu per la mia bocca dolce come il miele. 4Poi egli mi disse:
«Figlio dell’uomo, va’, rècati alla casa d’Israele e riferisci loro le mie parole, 5poiché io non ti mando a un popolo dal
linguaggio astruso e di lingua oscura, ma alla casa d’Israele:6non a grandi popoli dal linguaggio astruso e di lingua
oscura, dei quali tu non comprendi le parole; se ti avessi inviato a popoli simili, ti avrebbero ascoltato, 7ma la casa
d’Israele non vuole ascoltare te, perché non vuole ascoltare me: tutta la casa d’Israele è di fronte dura e di cuore
ostinato. 8Ecco, io ti do una faccia indurita quanto la loro faccia e una fronte dura quanto la loro fronte. 9Ho reso la tua
fronte come diamante, più dura della selce. Non li temere, non impressionarti davanti a loro; sono una genìa di
ribelli».Mi disse ancora: «Figlio dell’uomo, tutte le parole che ti dico ascoltale con gli orecchi e accoglile nel
cuore: 11poi va’, rècati dai deportati, dai figli del tuo popolo, e parla loro. Ascoltino o non ascoltino, dirai: “Così dice il
Signore”». Allora uno spirito mi sollevò e dietro a me udii un grande fragore: «Benedetta la gloria del Signore là dove
ha la sua dimora!». 13Era il rumore delle ali degli esseri viventi, i quali le battevano l’una contro l’altra, e
contemporaneamente era il rumore delle ruote e il rumore di un grande frastuono. 14Uno spirito mi sollevò e mi portò
via; io me ne andai triste e con l’animo sconvolto, mentre la mano del Signore pesava su di me. 15Giunsi dai deportati
di Tel-Abìb, che abitano lungo il fiume Chebar, dove hanno preso dimora, e rimasi in mezzo a loro sette giorni come
stordito. (…)
Anche là venne sopra di me la mano del Signore ed egli mi disse: «Àlzati e va’ nella valle; là ti voglio parlare». 23Mi alzai
e andai nella valle; ed ecco, la gloria del Signore era là, simile alla gloria che avevo visto al fiume Chebar, e caddi con
la faccia a terra. 24Allora uno spirito entrò in me e mi fece alzare in piedi. Egli mi disse: «Va’ e chiuditi in casa. 25E subito
ti saranno messe addosso delle funi, figlio dell’uomo, sarai legato e non potrai più uscire in mezzo a loro. 26Farò
aderire la tua lingua al palato e resterai muto; così non sarai più per loro uno che li rimprovera, perché sono una genìa
di ribelli. 27Ma quando poi ti parlerò, ti aprirò la bocca e tu riferirai loro: “Dice il Signore Dio”. Chi vuole ascoltare
ascolti e chi non vuole non ascolti; perché sono una genìa di ribelli». LIBRO DEL PROFETA EZECHIELE - 3«Figlio dell’uomo, prendi una tavoletta d’argilla, mettila dinanzi a te, disegnaci sopra una città, Gerusalemme, 2e
disponi intorno ad essa l’assedio: rizza torri, costruisci terrapieni, schiera gli accampamenti e colloca intorno gli
arieti. 3Poi prendi una teglia di ferro e mettila come muro di ferro fra te e la città, e tieni fisso lo sguardo su di essa,
che sarà assediata, anzi tu la assedierai! Questo sarà un segno per la casa d’Israele. LIBRO DEL PROFETA EZECHIELE 4
ICONOGRAFIA DEL SACRO CUORE DI GESU’
“Non c’è nell’arte cristiana, una vera rappresentazione del cuore umano con le sue forme naturali, in modo certo e
continuo prima del secolo XIII […] e bisogna arrivare fino alla fine del XIV secolo per trovare un’immagine del Sacro
Cuore che valga la pena di citare” scrive il conte Grimouard di Saint-Laurent nella sua opera “Le immagini del sacro
Cuore” (Parigi, Ufficio dell’opera del voto nazionale, 1880).
Robert de Boron
(…)
Meis Diex n'ou mist pas en oubli,
Cui on trueve au besoing ami;
Car ce que pour lui soufert ha,
Mout très bien li guerredonna:
A lui dedenz la prison vint,
Et son veissel porta, qu'il tint,
Qui grant clarté seur lui gita,
Si que la chantre enlumina;
Et quant Joseph la clarté vist,
En son cuer mout s'en esjoïst.
Diex son veissel li aportoit,
Où son sanc requeillu avoit.
De la grace dou Seint-Esprist
Fu touz pleins, quant le veissel vist,
Et dist: «Sires Diex tou-puissanz,
Dont vient ceste clartez si granz?
Je croi si bien vous et vo non
Qu'ele ne vient se de vous non.»
—«Joseph, or ne t'esmaie mie:
La vertu Dieu has en aïe;
Saches qu'ele te sauvera
En Paradis, où te menra.»
Ma Dio che ci soccorre in caso di bisogno, non lo dimenticò: lo risarcì adeguatamente dei tormrnti che aveva sofferto
per lui. Andò da lui nella prigione e gli portò il suo vaso, tenendolo in mano: esso irradiò su di lui una luce così forte
da inondarne tutta la cella. Vedendo un così grande splendore, Giuseppe traboccò di gioia in cuor suo: Dio gli portava
il vaso in cui egli aveva raccolto il suo sangue! Alla sua vista, fu colmo dello Spirito Santo ed esclamò: “Signore, Dio
onnipotente, da dove viene questo grande splendore? Ho tanta fede in voi e nel vostro nome che non può venire se non
da voi.” “Giuseppe, non aver paura: la potenza di Dio viene in tuo soccorso. Sappi che essa ti salverà e ti condurrà in
paradiso.”. (p. 279)
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