HBV
È stato richiesto il patrocinio di
HIV
Ministero della Giustizia
Patologie virali croniche
LA SALUTE Patologi
NON CONOSCE CONFINI
Campagna d’Informazione e Sensibilizzazione
su HIV e altre patologie virali croniche
negli Istituti Penitenziari
Patologie virali croniche
è un’iniziativa
Contenuti e progetto grafico a cura di
HIV
Patologie vira
HBV
PREMESSA
Iniziamo dalla… B
È noto che vivere in un ambiente di
comunità, come gli Istituti Penitenziari,
espone a un maggior rischio di diffusione di malattie infettive.
L’epatite B è una delle più importanti malattie che affliggono l’umanità e
costituisce un grave problema sanitario a livello mondiale.
In questo libretto ci occuperemo in
particolare del rischio riferito a HIV e a
tutte le altre patologie virali croniche.
Forniremo inoltre alcune nozioni pratiche e di facile e pronta consultazione.
“Prevenire è meglio che curare”,
raccomanda un antico detto. Ma per
prevenire bisogna informarsi! Infatti,
la corretta informazione può proteggerci, oltre che dalle malattie, anche
dal contagio di sciocche paure e di
certi atteggiamenti negativi e spesso
immotivati nei confronti di chi ci vive
accanto.
02
HBV è la sigla di “Hepatitis B Virus”, ovvero “virus dell’epatite B”, un virus che
provoca un’infezione che colpisce il fegato.
In Europa, la percentuale di infezione è elevata soprattutto nelle regioni
meridionali e orientali del continente, mentre risulta minore nelle regioni
nord-occidentali;
Secondo le stime più recenti, derivate soprattutto
dall’Osservatorio Epidemiologico sull’Epatite B
dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia i soggetti
infetti da Epatite B sono circa 600.000.
600.000
INFETTI
DA
EPATITE B
In tutto il mondo due miliardi di persone hanno acquisito
un’infezione da virus B.
Secondo alcune stime dell’OMS, 400 milioni di persone
hanno contratto l’infezione e sviluppato un’epatite B cronica.
Ogni anno si registrano da 10 a 30 milioni di nuove infezioni.
03
PREMESSA
Iniziamo dalla… B
È noto che vivere in un ambiente di
comunità, come gli Istituti Penitenziari,
espone a un maggior rischio di diffusione di malattie infettive.
L’epatite B è una delle più importanti malattie che affliggono l’umanità e
costituisce un grave problema sanitario a livello mondiale.
In questo libretto ci occuperemo in
particolare del rischio riferito a HIV e a
tutte le altre patologie virali croniche.
Forniremo inoltre alcune nozioni pratiche e di facile e pronta consultazione.
“Prevenire è meglio che curare”,
raccomanda un antico detto. Ma per
prevenire bisogna informarsi! Infatti,
la corretta informazione può proteggerci, oltre che dalle malattie, anche
dal contagio di sciocche paure e di
certi atteggiamenti negativi e spesso
immotivati nei confronti di chi ci vive
accanto.
02
HBV è la sigla di “Hepatitis B Virus”, ovvero “virus dell’epatite B”, un virus che
provoca un’infezione che colpisce il fegato.
In Europa, la percentuale di infezione è elevata soprattutto nelle regioni
meridionali e orientali del continente, mentre risulta minore nelle regioni
nord-occidentali;
Secondo le stime più recenti, derivate soprattutto
dall’Osservatorio Epidemiologico sull’Epatite B
dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia i soggetti
infetti da Epatite B sono circa 600.000.
600.000
INFETTI
DA
EPATITE B
In tutto il mondo due miliardi di persone hanno acquisito
un’infezione da virus B.
Secondo alcune stime dell’OMS, 400 milioni di persone
hanno contratto l’infezione e sviluppato un’epatite B cronica.
Ogni anno si registrano da 10 a 30 milioni di nuove infezioni.
03
Quando l’Epatite
giallo
è un vero “giallo”
L’infezione acuta da HBV presenta nella
maggioranza dei pazienti sintomi molto lievi
o del tutto assenti.
Nel 40% circa dei soggetti cronicamente
infetti da epatite B l’infezione non determina
malattia o induce malattia solo dopo molti
anni. Tali soggetti venivano in passato
definiti portatori “sani”, a sottolineare che il
virus è presente, ma la sua infezione è senza
conseguenze cliniche.
Nel rimanente 60% di soggetti cronicamente infetti dall’HBV l’infezione genera epatite
cronica attiva. Se l’epatite cronica da HBV
resta per anni del tutto asintomatica, il
soggetto affetto non si accorge di aver
contratto l’infezione e continua a stare bene.
Infatti fintanto che almeno il 10% delle
cellule epatiche sono indenni, l’organo è
capace di mantenere le proprie funzioni
fisiologiche.
Quando però a causa dell’infezione il conseguente danno si aggrava, possono apparire
gravi sintomi quali:
• Facile affaticabilità
• Febbre
• Prurito
• Nausea e vomito
• Feci chiare
• Urine rossastre
04
Il fegato,
cos’è e cosa fa
Il fegato occupa gran parte
dell’addome. È la ghiandola più
voluminosa e più pesante del
corpo.
Il fegato è inoltre un laboratorio
infaticabile con numerose
attività, essenziali per la vita
dell’organismo.
Le principali funzioni del fegato
sono relative alla produzione di
bile (ruolo digestivo) e al
filtraggio del sangue.
Il fegato riceve il sangue
dall’intestino lo filtra e lo invia
nuovamente a tutto il corpo:
consente quindi di assorbire le
sostanze utili ed eliminare
quelle dannose.
Svolge inoltre la funzione di
immagazzinamento del colesterolo, del ferro e di numerose
vitamine (soprattutto A, D, E, K
e complesso B).
Non aprite quella porta!
Il nostro corpo è protetto da una barriera formidabile. Ci riferiamo alle difese
costituite dalla superficie intatta della nostra pelle e dal sistema immunitario.
Certe infezioni devono sperare in una riduzione delle difese immunitarie per poter
penetrare nel nostro organismo. Ma se conduciamo una vita sana l’attacco dei
virus è quasi una missione impossibile. Per molti virus, come quello dell’epatite B,
è ancora più difficile entrare. L’infezione può infatti avvenire solo se… si apre una
porta. Ovvero una ferita, anche molto piccola, che metta in contatto il virus
direttamente con il nostro sangue.
Le situazioni “a rischio” non sono molte, se le conosci le puoi evitare:
• Rapporti sessuali a rischio, non protetti da preservativo.
• Contatto con il sangue delle persone infette (ferite, trasfusioni).
• Punture con aghi contaminati (siringhe, tatuaggi, piercing, agopuntura)
• Da madre infetta al bambino (durante la gravidanza o il parto)
Usa la testa, fai il Test
Per scoprire se il virus dell’epatite B è entrato in contatto con il nostro organismo basta un semplicissimo esame del sangue per verificare i livelli delle
cd transaminasi.
Le transaminasi sono infatti degli enzimi contenuti nelle cellule del fegato,
che sono “liberati” quando queste subiscono un danno, causando
l’aumento dei loro livelli nel sangue.
Nel caso in cui questi enzimi epatici risultino alterati, è quindi fondamentale
trovare la causa. Per fare diagnosi di epatite correlata all’HBV, è necessario
eseguire i marcatori di infezione (HBsAg, HBeAg, HBsAb, HBeAb, HbcAb)
che permettono di capire se il danno epatico è dovuto ad un’infezione
recente oppure cronica.
Nel caso venga confermata la positività per l’infezione da HBV, viene
eseguito l’HBV-DNA per valutare la replicazione del virus.
05
Quando l’Epatite
giallo
è un vero “giallo”
L’infezione acuta da HBV presenta nella
maggioranza dei pazienti sintomi molto lievi
o del tutto assenti.
Nel 40% circa dei soggetti cronicamente
infetti da epatite B l’infezione non determina
malattia o induce malattia solo dopo molti
anni. Tali soggetti venivano in passato
definiti portatori “sani”, a sottolineare che il
virus è presente, ma la sua infezione è senza
conseguenze cliniche.
Nel rimanente 60% di soggetti cronicamente infetti dall’HBV l’infezione genera epatite
cronica attiva. Se l’epatite cronica da HBV
resta per anni del tutto asintomatica, il
soggetto affetto non si accorge di aver
contratto l’infezione e continua a stare bene.
Infatti fintanto che almeno il 10% delle
cellule epatiche sono indenni, l’organo è
capace di mantenere le proprie funzioni
fisiologiche.
Quando però a causa dell’infezione il conseguente danno si aggrava, possono apparire
gravi sintomi quali:
• Facile affaticabilità
• Febbre
• Prurito
• Nausea e vomito
• Feci chiare
• Urine rossastre
04
Il fegato,
cos’è e cosa fa
Il fegato occupa gran parte
dell’addome. È la ghiandola più
voluminosa e più pesante del
corpo.
Il fegato è inoltre un laboratorio
infaticabile con numerose
attività, essenziali per la vita
dell’organismo.
Le principali funzioni del fegato
sono relative alla produzione di
bile (ruolo digestivo) e al
filtraggio del sangue.
Il fegato riceve il sangue
dall’intestino lo filtra e lo invia
nuovamente a tutto il corpo:
consente quindi di assorbire le
sostanze utili ed eliminare
quelle dannose.
Svolge inoltre la funzione di
immagazzinamento del colesterolo, del ferro e di numerose
vitamine (soprattutto A, D, E, K
e complesso B).
Non aprite quella porta!
Il nostro corpo è protetto da una barriera formidabile. Ci riferiamo alle difese
costituite dalla superficie intatta della nostra pelle e dal sistema immunitario.
Certe infezioni devono sperare in una riduzione delle difese immunitarie per poter
penetrare nel nostro organismo. Ma se conduciamo una vita sana l’attacco dei
virus è quasi una missione impossibile. Per molti virus, come quello dell’epatite B,
è ancora più difficile entrare. L’infezione può infatti avvenire solo se… si apre una
porta. Ovvero una ferita, anche molto piccola, che metta in contatto il virus
direttamente con il nostro sangue.
Le situazioni “a rischio” non sono molte, se le conosci le puoi evitare:
• Rapporti sessuali a rischio, non protetti da preservativo.
• Contatto con il sangue delle persone infette (ferite, trasfusioni).
• Punture con aghi contaminati (siringhe, tatuaggi, piercing, agopuntura)
• Da madre infetta al bambino (durante la gravidanza o il parto)
Usa la testa, fai il Test
Per scoprire se il virus dell’epatite B è entrato in contatto con il nostro organismo basta un semplicissimo esame del sangue per verificare i livelli delle
cd transaminasi.
Le transaminasi sono infatti degli enzimi contenuti nelle cellule del fegato,
che sono “liberati” quando queste subiscono un danno, causando
l’aumento dei loro livelli nel sangue.
Nel caso in cui questi enzimi epatici risultino alterati, è quindi fondamentale
trovare la causa. Per fare diagnosi di epatite correlata all’HBV, è necessario
eseguire i marcatori di infezione (HBsAg, HBeAg, HBsAb, HBeAb, HbcAb)
che permettono di capire se il danno epatico è dovuto ad un’infezione
recente oppure cronica.
Nel caso venga confermata la positività per l’infezione da HBV, viene
eseguito l’HBV-DNA per valutare la replicazione del virus.
05
Soggetti per i quali
è consigliato il test
Come abbiamo visto, è importantissimo e molto semplice fare il test per
l’HBV. I medici raccomandano di concentrare l’attenzione sui cosiddetti
“soggetti a rischio” che comprendono soprattutto le persone che vivono in
comunità.
Possiamo riassumere le principali situazioni:
1 chi ha rapporti sessuali a rischio, non protetti da preservativo,
L’igiene è sempre una faccenda
“strettamente personale”
Nell’ambito della vita di comunità, come gli istituti
penitenziari, è particolarmente importante prevenire
la trasmissione del virus attraverso materiale che
può entrare in contatto con il sangue, in particolare:
siringhe, rasoi, forbicine, spazzolini da denti.
Anche le piccole ferite devo essere subito medicate
e protette.
con portatori di virus o con più partner
2 chi si sottopone a tatuaggi, piercing, agopuntura in ambienti
di dubbia igiene
3 chi è entrato in contatto con sangue di altri
(aghi, rasoi, spazzolino da denti)
4 chi vive nella stessa casa con un portatore del virus
5 chi vive o lavora in ambienti di comunità che espongono a contatti
con sangue umano (per esempio: carceri, ospedali)
6 chi ha ricevuto trasfusioni prima del 1975
Comunque,
niente paura!
L’epatite B è comunque una malattia che si può prevenire o trattare efficacemente.
Nel caso dell’infezione da HBV la vaccinazione rappresenta uno
strumento estremamente efficace di prevenzione primaria, che nel
nostro paese viene utilizzato in modo universale in epoca postnatale, ma anche in adulti a rischio non infetti.
(a quei tempi l’HBV non si conosceva ancora così bene)
7 i tossicodipendenti
8 gli emofilici
9 chi proviene da aree dove l’epatite B è molto diffusa
(Africa, Medio Oriente, Sud-Est Asiatico)
10 chi è nato da madre portatrice del virus
06
Nota:
Dal 1982 è disponibile il vaccino anti-epatite B garantisce l'immunizzazione (che va
accertata tramite il valore di anticorpi presenti nel sangue dopo almeno un mese dal
completamento dello schema vaccinale). Lo schema di vaccinazione prevede tre dosi, con un
possibile richiamo dopo 10 anni.
In caso di infezione avvenuta, è fondamentale la diagnosi precoce.
Ciò permette infatti di controllare l’eventuale progressione verso
gradi più avanzati di malattia. Inoltre, evita la trasmissione inconsapevole della malattia alla popolazione sana.
07
Soggetti per i quali
è consigliato il test
Come abbiamo visto, è importantissimo e molto semplice fare il test per
l’HBV. I medici raccomandano di concentrare l’attenzione sui cosiddetti
“soggetti a rischio” che comprendono soprattutto le persone che vivono in
comunità.
Possiamo riassumere le principali situazioni:
1 chi ha rapporti sessuali a rischio, non protetti da preservativo,
L’igiene è sempre una faccenda
“strettamente personale”
Nell’ambito della vita di comunità, come gli istituti
penitenziari, è particolarmente importante prevenire
la trasmissione del virus attraverso materiale che
può entrare in contatto con il sangue, in particolare:
siringhe, rasoi, forbicine, spazzolini da denti.
Anche le piccole ferite devo essere subito medicate
e protette.
con portatori di virus o con più partner
2 chi si sottopone a tatuaggi, piercing, agopuntura in ambienti
di dubbia igiene
3 chi è entrato in contatto con sangue di altri
(aghi, rasoi, spazzolino da denti)
4 chi vive nella stessa casa con un portatore del virus
5 chi vive o lavora in ambienti di comunità che espongono a contatti
con sangue umano (per esempio: carceri, ospedali)
6 chi ha ricevuto trasfusioni prima del 1975
Comunque,
niente paura!
L’epatite B è comunque una malattia che si può prevenire o trattare efficacemente.
Nel caso dell’infezione da HBV la vaccinazione rappresenta uno
strumento estremamente efficace di prevenzione primaria, che nel
nostro paese viene utilizzato in modo universale in epoca postnatale, ma anche in adulti a rischio non infetti.
(a quei tempi l’HBV non si conosceva ancora così bene)
7 i tossicodipendenti
8 gli emofilici
9 chi proviene da aree dove l’epatite B è molto diffusa
(Africa, Medio Oriente, Sud-Est Asiatico)
10 chi è nato da madre portatrice del virus
06
Nota:
Dal 1982 è disponibile il vaccino anti-epatite B garantisce l'immunizzazione (che va
accertata tramite il valore di anticorpi presenti nel sangue dopo almeno un mese dal
completamento dello schema vaccinale). Lo schema di vaccinazione prevede tre dosi, con un
possibile richiamo dopo 10 anni.
In caso di infezione avvenuta, è fondamentale la diagnosi precoce.
Ciò permette infatti di controllare l’eventuale progressione verso
gradi più avanzati di malattia. Inoltre, evita la trasmissione inconsapevole della malattia alla popolazione sana.
07
Facciamo attenzione all’HIV
Il virus epatite B si diffonde in maniera similare a quello dell’AIDS (chiamato
HIV): quindi per prevenire l’infezione occorre evitare che il virus entri in
contatto con le mucose (occhi, bocca, organi genitali) o nel circolo sanguigno.
È interessante notare che vi sono molte affinità tra i due tipi di virus.
Ciò spiega anche il fatto per cui queste infezioni sono a volte presenti
contemporaneamente: sappiamo infatti che l’HBV è presente in circa il 10%
dei pazienti HIV positivi.
HBV quasi come HIV
1) i due virus hanno lo stesso modo di replicarsi
L’AIDS, il pericoloso nemico
delle nostre difese immunitarie
Il virus HIV attacca il sistema immunitario dell’organismo e lo priva della
capacità di difendersi da altre malattie. Questa situazione viene definita
come “immunodeficienza”.
Facciamo un passo indietro per spiegare meglio cosa accade
durante un’infezione “normale”.
Se nel nostro organismo penetra un virus vengono immediatamente attivate
tutte le difese naturali contro questa aggressione. Le difese consistono
principalmente nella produzione di anticorpi adatti a respingere l’invasore.
I risultati di questa battaglia possono essere:
• il sistema immunitario riesce a sconfiggere gli aggressori e l’organismo
non si ammala;
• il microbo o il virus superano le difese immunitarie e, dopo un periodo
più o meno lungo di “pace apparente”, si sviluppa la malattia;
• il microbo o il virus non sono in grado di far ammalare l’organismo, ma
rimangono presenti in esso. L’individuo non ha i sintomi dell’infezione
ma è capace di trasmetterla ad altri (detto “portatore sano”).
2) la struttura dei due virus è per diversi aspetti simile
3) hanno tutti e due un’azione tumorale: l’HBV per il tumore del fegato,
l’HIV per il linfoma (un tumore che colpisce il sistema immunitario)
4) hanno una via di trasmissione simile, ma l’HBV è un milione di volte
più contagioso
08
E ora vediamo cosa accade nell’infezione da HIV.
Una volta che il virus è entrato nell’organismo, il sistema immunitario
produce anticorpi specifici anti-HIV che possono essere individuati nel
sangue attraverso esami di laboratorio.
Il virus può rimanere nell’organismo anche per anni senza produrre alcun
sintomo di malattia. In questo caso l’individuo è un portatore “asintomatico”, ovvero non ha i sintomi della malattia. Poiché nel suo sangue possono
comunque essere dimostrati gli anticorpi contro il virus si è nella condizione
di “siero-positività”.
Per fortuna solo una parte dei soggetti siero-positivi va incontro all’AIDS. In
pratica l’organismo, privato delle sue naturali difese immunitarie, non è più
in grado di difendersi da tumori e infezioni.
09
Facciamo attenzione all’HIV
Il virus epatite B si diffonde in maniera similare a quello dell’AIDS (chiamato
HIV): quindi per prevenire l’infezione occorre evitare che il virus entri in
contatto con le mucose (occhi, bocca, organi genitali) o nel circolo sanguigno.
È interessante notare che vi sono molte affinità tra i due tipi di virus.
Ciò spiega anche il fatto per cui queste infezioni sono a volte presenti
contemporaneamente: sappiamo infatti che l’HBV è presente in circa il 10%
dei pazienti HIV positivi.
HBV quasi come HIV
1) i due virus hanno lo stesso modo di replicarsi
L’AIDS, il pericoloso nemico
delle nostre difese immunitarie
Il virus HIV attacca il sistema immunitario dell’organismo e lo priva della
capacità di difendersi da altre malattie. Questa situazione viene definita
come “immunodeficienza”.
Facciamo un passo indietro per spiegare meglio cosa accade
durante un’infezione “normale”.
Se nel nostro organismo penetra un virus vengono immediatamente attivate
tutte le difese naturali contro questa aggressione. Le difese consistono
principalmente nella produzione di anticorpi adatti a respingere l’invasore.
I risultati di questa battaglia possono essere:
• il sistema immunitario riesce a sconfiggere gli aggressori e l’organismo
non si ammala;
• il microbo o il virus superano le difese immunitarie e, dopo un periodo
più o meno lungo di “pace apparente”, si sviluppa la malattia;
• il microbo o il virus non sono in grado di far ammalare l’organismo, ma
rimangono presenti in esso. L’individuo non ha i sintomi dell’infezione
ma è capace di trasmetterla ad altri (detto “portatore sano”).
2) la struttura dei due virus è per diversi aspetti simile
3) hanno tutti e due un’azione tumorale: l’HBV per il tumore del fegato,
l’HIV per il linfoma (un tumore che colpisce il sistema immunitario)
4) hanno una via di trasmissione simile, ma l’HBV è un milione di volte
più contagioso
08
E ora vediamo cosa accade nell’infezione da HIV.
Una volta che il virus è entrato nell’organismo, il sistema immunitario
produce anticorpi specifici anti-HIV che possono essere individuati nel
sangue attraverso esami di laboratorio.
Il virus può rimanere nell’organismo anche per anni senza produrre alcun
sintomo di malattia. In questo caso l’individuo è un portatore “asintomatico”, ovvero non ha i sintomi della malattia. Poiché nel suo sangue possono
comunque essere dimostrati gli anticorpi contro il virus si è nella condizione
di “siero-positività”.
Per fortuna solo una parte dei soggetti siero-positivi va incontro all’AIDS. In
pratica l’organismo, privato delle sue naturali difese immunitarie, non è più
in grado di difendersi da tumori e infezioni.
09
Come si contrae l’HIV
e come si previene
Il virus dell’AIDS può essere trasmesso da qualsiasi persona che ha contratto
l’infezione, non solo quindi dai malati di AIDS ma anche dai “portatori” asintomatici.
I principali veicoli dell’infezione sono:
• sangue
• sperma
• secrezioni vaginali
Il contagio avviene solo quando il virus penetra nel sangue di una persona non
infetta.
Il virus HIV è però un virus “debole”. Ha scarsa sopravvivenza fuori dall’organismo
umano. Quindi non è così facile infettarsi… ciò avviene solo se ci si espone a una
situazione di alto rischio, ovvero che preveda il contatto con il sangue o le secrezioni genitali di un individuo infetto.
Sono pertanto particolarmente esposti al contagio HIV:
• i tossicodipendenti
• gli omosessuali
• le persone con rapporti sessuali promiscui
Le regole della prevenzione raccomandano quindi:
• Evitare rapporti sessuali con partner occasionali
o almeno usare misure di prevenzione che riducono il rischio
• Evitare lo scambio di aghi e siringhe tra coloro che si iniettano droghe.
Chi è siero-positivo deve:
• informare il partner della propria condizione;
• informare della siero-positività il personale sanitario che lo ha in cura;
• sottoporsi a regolari controlli;
• osservare con particolare rigore le norme igieniche;
• evitare donazioni di sangue, organi e sperma.
È bene comunque ribadire che il virus dell’AIDS non si trasmette con i comuni
contatti sociali, di comunità, di famiglia e di lavoro.
In particolare, il virus non si trasmette:
• nell’aria
• con contatti di pelle (stretta di mano),
• tramite liquidi biologici o animali (punture di zanzare o altri insetti).
10
Riassumiamo - Identikit dell’HIV
Cos’è
L’AIDS è una malattia causata dal virus HIV e consiste nella diminuzione delle difese dell’organismo.
Come si manifesta
Possiamo riassumere in dieci situazioni:
Può rimanere per anni senza alcun segno (ma si può ugualmente
contagiare il partner) o manifestarsi con sintomi di diversa gravità.
Come si trasmette
• Rapporti sessuali a rischio, non protetti (vaginali, anali, oro-genitali)
con persone infette.
• Sangue: scambio di siringhe infette, strumenti per tatuaggi, piercing
contaminati con sague infetto, uso in comune di oggetti che possono
essere entrati a contatto con sangue infetto (rasoi, forbicine,
spazzolini da denti).
• Da madre infetta al bambino, durante la gravidanza, il parto e
l’allattamento al seno.
Non si trasmette con strette di mano baci, abbracci, morsi, graffi,
saliva, tosse, lacrime, sudore, urina, feci, piatti, bicchieri, posate,
piscine, palestre, saune…
Come si scopre
Il test per la ricerca degli anticorpi per HIV può rimanere negativo
per mesi, dopo essersi infettati, perciò è bene ripeterlo,
fino a 6 mesi dopo il rapporto a rischio.
Come si cura
Negli ultimi 15 anni la terapia contro l’HIV con i cosiddetti farmaci
“antiretrovirali” ha ottenuto notevoli successi. Sino alla fine degli anni
’90 la sopravvivenza del paziente, dal momento dell’esposizione al
virus, non superava gli 8-10 anni. Oggi le terapie, oltre a migliorare la
qualità di vita dei pazienti, hanno diminuito i casi di sviluppo di AIDS e
raddoppiato la sopravvivenza che si è attestata intorno a una media di
20-25 anni.
11
Come si contrae l’HIV
e come si previene
Il virus dell’AIDS può essere trasmesso da qualsiasi persona che ha contratto
l’infezione, non solo quindi dai malati di AIDS ma anche dai “portatori” asintomatici.
I principali veicoli dell’infezione sono:
• sangue
• sperma
• secrezioni vaginali
Il contagio avviene solo quando il virus penetra nel sangue di una persona non
infetta.
Il virus HIV è però un virus “debole”. Ha scarsa sopravvivenza fuori dall’organismo
umano. Quindi non è così facile infettarsi… ciò avviene solo se ci si espone a una
situazione di alto rischio, ovvero che preveda il contatto con il sangue o le secrezioni genitali di un individuo infetto.
Sono pertanto particolarmente esposti al contagio HIV:
• i tossicodipendenti
• gli omosessuali
• le persone con rapporti sessuali promiscui
Le regole della prevenzione raccomandano quindi:
• Evitare rapporti sessuali con partner occasionali
o almeno usare misure di prevenzione che riducono il rischio
• Evitare lo scambio di aghi e siringhe tra coloro che si iniettano droghe.
Chi è siero-positivo deve:
• informare il partner della propria condizione;
• informare della siero-positività il personale sanitario che lo ha in cura;
• sottoporsi a regolari controlli;
• osservare con particolare rigore le norme igieniche;
• evitare donazioni di sangue, organi e sperma.
È bene comunque ribadire che il virus dell’AIDS non si trasmette con i comuni
contatti sociali, di comunità, di famiglia e di lavoro.
In particolare, il virus non si trasmette:
• nell’aria
• con contatti di pelle (stretta di mano),
• tramite liquidi biologici o animali (punture di zanzare o altri insetti).
10
Riassumiamo - Identikit dell’HIV
Cos’è
L’AIDS è una malattia causata dal virus HIV e consiste nella diminuzione delle difese dell’organismo.
Come si manifesta
Possiamo riassumere in dieci situazioni:
Può rimanere per anni senza alcun segno (ma si può ugualmente
contagiare il partner) o manifestarsi con sintomi di diversa gravità.
Come si trasmette
• Rapporti sessuali a rischio, non protetti (vaginali, anali, oro-genitali)
con persone infette.
• Sangue: scambio di siringhe infette, strumenti per tatuaggi, piercing
contaminati con sague infetto, uso in comune di oggetti che possono
essere entrati a contatto con sangue infetto (rasoi, forbicine,
spazzolini da denti).
• Da madre infetta al bambino, durante la gravidanza, il parto e
l’allattamento al seno.
Non si trasmette con strette di mano baci, abbracci, morsi, graffi,
saliva, tosse, lacrime, sudore, urina, feci, piatti, bicchieri, posate,
piscine, palestre, saune…
Come si scopre
Il test per la ricerca degli anticorpi per HIV può rimanere negativo
per mesi, dopo essersi infettati, perciò è bene ripeterlo,
fino a 6 mesi dopo il rapporto a rischio.
Come si cura
Negli ultimi 15 anni la terapia contro l’HIV con i cosiddetti farmaci
“antiretrovirali” ha ottenuto notevoli successi. Sino alla fine degli anni
’90 la sopravvivenza del paziente, dal momento dell’esposizione al
virus, non superava gli 8-10 anni. Oggi le terapie, oltre a migliorare la
qualità di vita dei pazienti, hanno diminuito i casi di sviluppo di AIDS e
raddoppiato la sopravvivenza che si è attestata intorno a una media di
20-25 anni.
11
HBV
È stato richiesto il patrocinio di
HIV
Ministero della Giustizia
Patologie virali croniche
LA SALUTE Patologi
NON CONOSCE CONFINI
Campagna d’Informazione e Sensibilizzazione
su HIV e altre patologie virali croniche
negli Istituti Penitenziari
Patologie virali croniche
è un’iniziativa
Contenuti e progetto grafico a cura di
HIV
Patologie vira
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