IL BULLISMO Tutte le società si basano sul rispetto di regole. L’educazione alla legalità parte dalla famiglia, dalla scuola e dal gruppo di amici. Nell’ ambiente scolastico si acquisisce un ruolo sociale, cioè un identità con cui essere riconosciuti e accettati dagli altri come il “ il tipo in gamba”, “ la più carina della classe”, “ l’amico fidato”. Come in ogni comunità grande o piccola, anche a scuola c’è chi fa il prepotente. Questo fenomeno viene chiamato BULLISMO. Il termine viene dalla parola inglese BULLYING. Il bullismo è un fenomeno che non ha ancora una definizione ben precisa, ma indica tutti quei comportamenti di violenza e di prepotenza usati dai giovani nei confronti dei loro coetanei, come insulti, calci e pugni. C’è chi è escluso dal gruppo e dai giochi e chi viene ridicolizzato davanti a tutti. Il bullismo è un fenomeno che si può riscontrare soprattutto tra i banchi di scuola; numerosi sono infatti gli episodi di bullismo che ci vengono raccontati dai Tg e dai mezzi di comunicazione di massa. Gli episodi di bullismo hanno come protagonisti : IL BULLO, LA VITTIMA e GLI SPETTATORI. A volte il bullo proviene da una realtà famigliare difficile. Spesso si tratta di ragazzi normali che vivono in una famiglia senza problemi. Il prepotente sceglie come vittima un ragazzo di cui sa che non è in grado di difendersi. Il bullo preferisce la persona calma e tranquilla. Continuerà a comportarsi male e a far stare male qualcuno se la vittima continua ad avere qualche reazione a mostrarsi arrabbiato o triste quando dice qualcosa Le vittime sono invece ragazzi timidi e un po’ insicuri che hanno problemi a relazionarsi con gli altri. Gli spettatori sono gli altri compagni che non aiutando o facendo finta di non vedere quanto accade, finiscono per essere complici del bullo. Una ricerca ha messo in evidenza alcuni fattori che possono predisporre alcuni alunni ad assumere il ruolo di bulli Pensano che la prepotenza paghi; in qualche scuola i prepotenti sono ammirati dagli altri, riescono ad ottenere quello che vogliono ed hanno meno probabilità degli altri di essere vittimizzati. Sono aggressivi ed impulsivi, il che li rende costituzionalmente più inclini ad intraprendere comportamenti da bullo. Si compiacciono della sottomissione degli altri, trovano gratificante dominare gli altri e ottenere da loro accondiscendenza e complicità. Fare i prepotenti è coerente con l'immagine potente o di duro; si tratta di uno stereotipo diffuso specialmente tra i maschi, ma sempre più anche nelle femmine. Sembra una cosa divertente, specialmente quando si fa parte di un gruppo che molesta qualcuno. Sono stati influenzati da "modelli" aggressivi, nella vita reale e guardando film e video violenti. •è un soggetto più debole dei coetanei; • è ansioso e insicuro; • è sensibile, prudente, tranquillo, fragile, timoroso; • ha una bassa autostima; • tende ad isolarsi, incapace di difendersi e bisognoso di protezione. • è contrario ad ogni tipo di violenza; • ha rendimento scolastico non brillante; • è poco abile nello sport e nel gioco; Questo fenomeno non riguarda solo i maschi ma anche le femmine. Anche senza ricorrere alla violenza fisica, le femmine possono essere prepotenti, ad esempio escludendo una compagna dal gruppo, mettendo in giro voci spiacevoli o deridendola del suo aspetto fisico … Possiamo distinguerne a seconda dei casi tre tipologie: 1-sostenitore del bullo 2-difensore della vittima 3-maggioranza silenziosa Agisce in modo da rinforzare il comportamento del bullo (per es. incitandolo, ridendo o anche solo rimanendo a guardare) Prende le parti della vittima difendendola, consolandola o cercando di interrompere le prepotenze Davanti alle prepotenze non fa nulla e cerca di rimanere al di fuori della situazione STRATEGIE ATTIVE STRATEGIE PASSIVE - richiedere l’ aiuto di un adulto; - esprimere apertamente a livello verbale la disapprovazione per i comportamenti prevaricatori, dicendo esplicitamente al bullo di smetterla; -cercare di aiutare la vittima a sottrarsi alla situazione; -sollecitare i compagni a non appoggiare i bulli. - Rifiutare di prendere parte alla situazione - Esprimere a livello non verbale il rifiuto di prendere parte alle prepotenze - Aprire il proprio gruppo alla vittima – Esistono diversi tipi di bullismo che si dividono in: ABUSO VERBALE BULLISMO DIRETTO BULLISMO INDIRETTO •Offese verbali •Persuadere un’altra persona a criticare o insultare qualcuno. •Diffondere pettegolezzi malevoli. •Telefonate anonime, e-mail. •Criticismo scorretto •Insulti, soprannomi offensivi ABUSO GESTUALE •Gesti minacciosi od osceni •Allontanare o distogliere deliberatamente lo sguardo per ignorare qualcuno. •Sguardi minacciosi MEZZI FISICI •Percosse •Buttare oggetti •Far si che un’altra persona aggredisca qualcuno. •Spostare e nascondere oggetti personali. •Utilizzo di un’arma BULLISMO RELAZIONALE •Formare apertamente una coalizione contro qualcuno •Persuadere un’altra persona ad escludere qualcuno. COME DIRE NO AL BULLISMO Episodi di bullismo, di violenza fisica o psicologica si verificano a partire dalle elementari, fino alle superiori. Ognuno di noi può battersi nella lotta contro i prepotenti e a favore della legalità. Chi è vittima di bullismo, ha paura di confidarsi con qualcuno come: i famigliari, i professori o gli amici, delle violenze che subisce. Per questo motivo rimane solo se anche i compagni fanno finta di niente. Quindi la vittima ha una sola arma di difesa: parlare con gli altri e uscire dall’ isolamento. 10 CONSIGLI PER CHI E’ VITTIMA DI BULLISMO 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Evita situazioni a rischio, come trovarti da solo in luoghi isolati, dove sai che puoi essere attaccato da un bullo. Dimostrati sicuro di te camminando a testa alta e con passo deciso. Migliora la tua autostima, pensa dentro di te: tutti abbiamo difetti e nessuno è perfetto. Cerca di imparare qualcosa dagli errori fatti o da insuccesso. Pensa alle cose che invece ti sono riuscite bene e alle qualità che ti hanno fatto raggiungere questi obiettivi. Sentiti libero di chiedere aiuto. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno. Affronta il bullo, guardalo negli occhi e rispondi alle sue provocazioni con intelligenza e ironia. Impara qualche tecnica di autodifesa per sentirti più sicuro verso le aggressioni fisiche. Cerca di parlare con un adulto. Crea in classe un comitato anti-bullo e chiedi all’ insegnante di poter organizzare delle riunioni in cui parlare tutti insieme dei problemi di classe 10 CONSIGLI PER AIUTARE UN COMPAGNO VITTIMA DI BULLISMO 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Aiuta la vittima: l’unione fa la forza! Tieni d’occhio la vittima e non lasciarla sola affinché non subisca prepotenze. Ascolta la storia della vittima e sostienila con parole gentili. Fai partecipare chi è vittima di prepotenze ai giochi del gruppo. Ammetti con una vittima le tue paure e riconosci che ogni tanto non si riesce a fare quello che si vuole. Contrasta il bullo e il bullismo: difendi qualcuno che è vittima di prepotenze. Chiedi al prepotente perché si comporta cosi, non aiutarlo , ma criticalo pubblicamente per il suo comportamento. Dichiara ad alta voce che le prepotenze non sono accettabili. Racconta ad un adulto che qualcuno è vittima di prepotenze(ricordati che questo non significa fare la spia!). Stabilisci un patto anti-bulli con la classe o con il tuo gruppo di amici: uno per tutti, tutti per uno! STORIE SUL BULLISMO 1. Durante la ricreazione, Alessandro, un alunno di seconda media, si avvicina a Luca e mentre con una mano gli torce il braccio dietro la schiena, con l’altra gli punta un coltellino sotto la gola costringendolo a ripetere davanti a un gruppo di compagni: ”Sono il tuo schiavo e tu sei il mio padrone”. Non siamo in una scuola del Bronx , ma in una scuola media del Veneto. 2. Ragazzo marchiato a fuoco dai compagni: "È stato un gioco, li perdono" • «Non volevamo fare del male, davvero. Non ci siamo resi conto che quello scherzo poteva essere così pericoloso. Doveva essere solo un gioco». Un´ammissione di colpevolezza e di ingenuità da parte dei due ragazzi accusati di aver marchiato a fuoco il braccio di un loro compagno, che ha convinto anche il funzionario dell´ufficio scolastico regionale, Alessandro Militerno: «Da quanto finora emerso, il fatto pare rientrare in una dinamica di giochi di cui gli stessi allievi non pare comprendano la rilevanza». […] 24/10/09 da “La Repubblica” - Torino …Ricorda… nessuno deve subire prepotenze Questo lavoro è stato realizzato da: Bucci Valeria Bosso Claudio Cifarelli Ilaria D’introno Luigi Attivissimo Benedetta a.s.2009/2010 Classe III F