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LA PEDAGOGIA DELLA BELLEZZA – IL PRIMO LABORATORIO GENNAIO 2013 LA MIA CITTA’ E’ FATTA A STRATI Il laboratorio si apre presso le scuole su richiesta e prevede l’impegno mensile di un tutor per avviare le fasi del progetto deciso con le scuole. Il laboratorio EXPO a Palazzo Reale è un evento esemplare, che conduce gli allievi nei luoghi dell’arte. La visita agli appartamenti storici è compresa. CONVITTO NAZIONALE VITTORIO EMANUELE RETTORE Emilia Mallardo DOCENTE Francesca Capezza 1. Laboratorio di Ecfrastica INPUT: lezione di ecfrastica: Il Piccolo Principe (o Dino il Dinosauro) visita la città per prendersene cura (Gily Reda); lezione di ecfrastica urbana: Napoli e gli spagnoli – Via Toledo ieri e oggi (Mario De Cunzo). Corso di formazione online per docenti e tutor ‐ nel sito ISTRUZIONI ai tutor OSCOM sul laboratorio mensile 1. Organizzazione del laboratorio di ecfrastica (Conversazione guidata in circle time su – contenuto e disegni, scrittura al computer e scanner, le cose da fare). Input: commento alla lezione ed elaborazione di un disegno 2. Attribuzione dei compiti differenziati. Ognuno scriverà una poesia sul disegno e si organizza in team la scrittura al computer e la scannerizzazione del disegno. 3. Navigazioni in rete per vedere le diverse possibilità di scrittura dei media. 4. Costruzione dei testi in un libretto di classe stampabile. 5. Circle time sul prodotto; narrazione e giudizio sul lavoro compiuto. Acclusi IN QUESTO FILE con le foto del primo incontro ISTRUZIONI : Ecfrastica, ai docenti VOLANTINO : Il piccolo principe, ai ragazzi, al primo incontro / i loro commenti ut sic VOLANTINO : proposta: Una visita a Palazzo Zevallos SCRITTURE : Le narrazioni sul Piccolo Principe e su Dino: vedi il file proiettato a lezione Via Porta di Massa, 1 ‐ 80133 Napoli ‐ Tel. +39‐081‐2535597 ‐ fax +39‐081‐2535583 ‐ E‐mail: [email protected] P. IVA 00876220633 www.oscom.unina.it www.giornalewolf.it
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Laboratorio di Ecfrastica Educazione alle immagini e lettura critica Ai docenti L’Ecfrastica è un metodo delle scuole del Medio Evo per educare a ben parlare: avere davanti una figura da descrivere facilita l’attenzione a concentrarsi unicamente su quel che si dice, senza preoccuparsi troppo del contenuto; perché consiste semplicemente nel descrivere quel che l’immagine contiene o cui rimanda, un mito, la vita di un santo, un paesaggio. OSCOM ha ripreso questo metodo per educare all’immagine, la vera necessità dei tempi d’oggi: avere davanti una figura ferma, sia anche il fotogramma di un film, consente di analizzarla con diversi strumenti: 1. la semplice descrizione – obbiettivo è l’approfondimento della percezione o del contenuto 2. l’approfondimento con disegni o collage – obiettivo, la consapevolezza tecnica del prodotto 3. la nuova creazione modificata dall’approfondimento – obiettivo, la creazione originale guidata 4. i rimandi indicati dal docente o dal lettore – la creazione di link che legano il contenuto alle materie. Già questo primo momento, di cui si dà un esempio nel laboratorio collettivo, ha quindi obbiettivi didattici chiari ed importanti che tutto il percorso poi sviluppa, completandosi nel corso dell’anno con un percorso innervato alle materie, Ogni docente sceglie come più conforme al processo in ragione dei programmi, del territorio, degli allievi: l’esempio può essere colto nella storia, come nell’esempio più facile, ma poi in ogni materia – agli allievi si è proposto un esempio di relazione con l’educazione fisica e la legalità, il mondo dello sport. L’esempio di storia dell’arte citato nel laboratorio, la Primavera di Botticelli, porta alla storia del Rinascimento, sia per l’arte che per la cultura del tempo, così legata al mito che ogni lettore di allora capiva il senso di un’opera che oggi dobbiamo spiegare perché pochi riconoscono Mercurio, Venere, Flora, Zefiro e Cloe, forse identificano le tre Grazie – allora erano evidenti, come i santi ed i loro attributi presenti in tanti quadri che oggi occorre esplicitare. Ma i ragazzi possono anche interessarsi alle mode degli abiti, alla vita di Botticelli e di Vespucci e dei Medici, e di qui non è difficile l’aggancio a Leonardo e a tanti altri temi. Tanti quadri consentono di estendere l’argomento. Il riferimento all’immagine è un punto fermo di molti link. Questo consente di creare, nel programma ordinario delle materie, moduli che partono da un’opera d’arte, ma poi si estendono ad una parte del programma, come spesso si fa per le relazioni su singoli argomenti, che a volte si elaborano in lavori di gruppo. Queste relazioni sono già considerate una prova valutata nelle materia e in genere nel profitto degli allievi. OSCOM propone di valutare anche 1. la capacità informatica, 2. la qualità del prodotto finale, 3. la capacità di collaborare, 4. l’interesse del prodotto finito e la sua originalità in parole e in figura, assegnando 3 punti ad ognuna di queste capacità. Così c’è una valutazione del linguaggio informatico e delle competenze acquisite (in cui è compresa la socializzazione perché valuta la capacità di lavorare in team, oggi indispensabile). Questa valutazione segna l’ingresso del linguaggio informatico nella valutazione ordinaria; è una sperimentazione richiesta dall’USRCampania, quindi le modalità di questa votazione sono l’oggetto principale della collaborazione ricerca‐ didattica ordinaria, Università, Scuola – quindi è opportuno modificare o integrare già questo breve schema proposto all’attenzione. Il ritardo nell’educazione all’immagine può essere sanato solo da una collaborazione di rete. Via Porta di Massa, 1 ‐ 80133 Napoli ‐ Tel. +39‐081‐2535597 ‐ fax +39‐081‐2535583 ‐ E‐mail: [email protected] P. IVA 00876220633 www.oscom.unina.it www.giornalewolf.it
Il disegno del Piccolo principe
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Convitto Vittorio Emanuele ‐ 21.01.13 Nel pianeta del piccolo principe ci sono, come su tutti i pianeti, le erbe buone e quelle cattive. Di conseguenza: dei buoni semi di erbe buone e dei cattivi semi di erbe cattive. Ma i semi sono invisibili. Dormono nel segreto della terra fino a che all’uno e all’altro pigli la fantasia di risvegliarsi, allora si stira e sospinge da principio timidamente sotto il sole un bellissimo ramoscello inoffensivo. Se si tratta di un ramoscello di ravanello o di rosaio, si può lasciarlo spuntare come vuole. Ma se si tratta di una pianta cattiva, bisogna strapparla subito, appena la si è riconosciuta. C’erano dei terribili semi sul pianeta del piccolo principe: erano i semi del baobab. Il suolo se ne era infestato. Ora, un baobab, se si arriva troppo tardi, non si riesce più a sbarazzarsene. ingombra tutto il pianeta. Lo trapassa con le sue radici. E se il pianeta è troppo piccolo e i baobab troppo numerosi, lo fanno scoppiare. “È una questione di disciplina, mi diceva più tardi il piccolo principe. “Quando si ha finito di lavarsi al mattino, bisogna fare con cura pulizia del pianeta. Bisogna costringersi regolarmente e strappare i baobab appena li si distingue dai rosai ai quali assomigliano molto quando sono piccoli. È un lavoro molto noioso, ma facile”. E un girno mi consigliò di fare un ben disegno, per fare entrare bene questa idea nella testa dei bambini del mio paese. “Se un giorno viaggeranno”, mi diceva, “questo consiglio gli potrà servire. Qualche volta è senza inconvenienti rimettere a più tardi il proprio lavoro. Ma se si tratta dei baobab è sempre una catastrofe. Ho conosciuto un pianeta abitato da un pigro. Aveva trascurato tre arbusti…” E nell’indicazione del piccolo principe ho disegnato quel pianeta. Non mi piace prendere il tono del moralista. Ma il pericolo dei baobab è così poco conosciuto, e i rischi che correrebbe chi si smarrisse su un asteroide, così gravi, che una volta tanto ho fatto eccezione. E dico: “Bambini! Fate attenzione ai baobab!”. E per avvertire i miei amici di un pericolo che hanno sempre sfiorato, come me stesso, senza conoscerlo, ho tanto lavorato a questo disegno. La lezione che davo, giustificava la fatica. Voi mi domanderete forse: perché non ci sono in questo libro altri disegni altrettanto grandiosi come quello dei baobab? La risposta è molto semplice: ho cercato di farne uno, ma non ci sono riuscito. Quando ho disegnato i baobab ero animato dal sentimento dell’urgenza. Via Porta di Massa, 1 ‐ 80133 Napoli ‐ Tel. +39‐081‐2535597 ‐ fax +39‐081‐2535583 ‐ E‐mail: [email protected] P. IVA 00876220633 www.oscom.unina.it www.giornalewolf.it
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Il Piccolo Principe e la spada
Nel Medio Evo, precisamente nel Castel Nuovo; il Piccolo Principe era atterrato con
il suo asteroide sulla Terra. Nel castello avevano trovato l’ asteroide, ma senza il Piccolo
Principe. Gli abitanti del Castel Nuovo non lo conoscevano, perciò Carlo II d’Angiò decise di
sciogliere il meteorite e farne una spada, che mise in una stanza segreta. Non sapeva, però
a chi dare quella spada e disse a tutto il popolo –Darò questa spada al più coraggioso dei
miei servi.- Dopo quelle parole scoppiò una rissa perché tutti volevano quella pregiata
spada –Io la avrò!- un altro disse- No la voglio io.- Mentre tutto questo accadeva il Piccolo
Principe era sotto la città sotterranea del castello. Mentre di sopra i Francesi avevano invaso
Napoli scoppiò una guerra gli arcieri con frecce: infuocate , velenose. I francesi attaccarono
con tanta furia e il Piccolo Principe uscì dai sotterranei e trovò la guerra. Dovette decidere
con chi allearsi. Prima vide i cavalieri del Castel Nuovo ed erano molto bravi, ma i Francesi
erano molto aggressivi e territoriali. Allora prese una spada e combatte fino alla fine evinse
la battaglia. Il re era fiero e come braccio destro gli regalò la spada
NUOVE SCOPERTE
Sul mio asteroide (asteroide del Piccolo Principe)1300 d. c. …
:-Dove vuoi andare? Chiese il mio amico pilota
:-Io e volpe vogliamo andare sulla terra, tra poco passa il prossimo stormo di rondini. Gli risposi.
Una volta partito mi ricordai di una cosa e mandai un areoplanino con scritto “pensa tu ai baobab”.
Le rondini mi lasciarono in un palazzo: “Palazzo Venezia”, o almeno credo che così si chiamasse. Davanti
mi trovai un enorme arco con animali strani, dagli occhi sporgenti e imbizzarriti legati a dei carri. Li
slegai, ma Volpe mi sgridò e disse
:-Quelli erano cavalli, li usano gli uomini come mezzi di trasporto se il loro padrone ci trova siamo fritti.
Io non mi girai e vidi un signore vestito bene, ma con un aria arrabbiata che disse
:-Non ti picchio solo perché sono gentile , allora dimmi il tuo nome.
:- Sono il Piccolo Principe . Dissi.
Poi quell’ uomo mi portò a vedere il suo giardino. Era gigante, poi cominciammo a chiacchierare :-Mica tu
hai dei baobab?! Gli chiesi preoccupato. Lui mi rispose :-No!?
Poi mi chiese da dove venivo. :-Da un asteroide, gli dissi
:-Vedo che hai anche il senso dell’umorismo. Rispose. Poi uno scoiattolo mi andò sulla spalla,Volpe uscì e
parlò. Quell’uomo allora mi credette. Ma mi accorsi che delle piante stavano morendo non per mancanza
d’ acqua, ma per una malattia, e quella stessa malattia poteva colpire gli uomini, ma non si trattava di
“peste”, che già si aggirava da quelle parti.era una malattia di cuore,quindi gli dissi di essere più felici.Poi
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gli dissi anche che dovevano far leggere una lettera che gli avrebbero dato a un pilota che sarebbe
passato di lì.Sulla lettera c’era scritto.Grazie pever badato ai baobab sei il migliore amico che ci possa
essere…
Lo sono io
Firmato il Piccolo Principe
P.S.lo sono io l’ha scritto volpe
Gita al Castel Nuovo
Ciao io sono il Piccolo Principe e sono qui, sul pianeta Terra, per farvi fare una piccola gita al Castel
Nuovo.
Questo è il Castel Nuovo, venne costruito da Pierre De Chale, su volere di Carlo I.
Venne poi ricostruito da Guillen
Sargorera. Il Castel Nuovo divenne un grande centro culturale, dove
venne costruito all’ ingresso un magnifico arco. Questo è l’ Arco di Trionfo che richiama gli antichi archi
Romani. Prima il Castel Nuovo si affacciava sul mare. Da questa parte troviamo una delle cinque torri,
sono costruite con delle basi oblique per far scivolare i nemici, quando provavano a salire. Prima era usato
come castello da difesa, adesso invece è un museo.
La gita finisce qua, ci vediamo alla prossima gita.
Dino al Castel Nuovo
Tanto tempo fa c’era un dinosauro di nome Dino, abitava solo soletto in un paesino dell’Africa.
Dino era stufo di stare solo, tutti gli altri dinosauri non lo volevano nel loro paese, perché era grande e
grosso, ma aveva delle gambe cortissime.
Un giorno Dino decise di guardare tutto il suo paese in ogni angolo.
Dino stava camminando tranquillamente, quando vide delle foglie e si avvicinò. Mentre mangiava cadde in
una fossa. Dino era nel panico, credeva che gli uomini primitivi lo stessero cacciando, ma si accorse che
era caduto sopra un comodissimo tappeto. Pensò:<<Come vorrei andarmene da qui>>.
Il tappeto lo portò via, a Napoli. Atterrò in una sala del castello e lo visitò .Lui pensò che era perfetto quel
castello per abitarci e grazie alle sue gambe corte poteva camminare nel castello. Ci pensò molto
attentamente e disse:<<Io abiterò qui>>.
L’ INVASIONE DEI DINOSAURI
UN DINOSAURO DISPERATO SI TROVAVA SULLA TERRA E NON AVEVA Più CIBO DA MANGIARE. I SUOI
NEMICI LO AVEVANO CATTURATO AL VOLO E TORTURATO E INFINE RINCHIUSO NEL CASTELLO, DETTO
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DEL MASCHIO ANGIOINO. IL DINOSAURO VENNE CHIAMATO MESUT. LA MATTINA DOPO I NEMICI
LASCIARONO IL DINOSASURO LIBERO E
QUI FINIRONO LE TORTURE DEL DINOSAURO.
IL TIRANNOSAURO E LA DISTRUZIONE NEL FUTURO
MILIONI E MILIONI DI ANNI FA ,LA PRIMA FECE VENNE AL MONDO ,VENNE
UNA PUZZA STRAORDINARIA MA COSI’ STRAORDINARIA CHE IL DINOSAURO
CHE HA FATTO LA “PUPU”’ SVENNE.DOPO UN PAIO DI GIORNI IL
TIRANNOSAURO SI SVEGLIO’,MA QUANDO SI SVEGLIO’ERA COSI’
ENORMEMENTE ENORME CHE FACENDO UN PASSO DISTRUSSE 10 ALBERI,A
QUESTO PUNTO ANCHE IL CERVELLO SI SVILUPPO’ E DIVENNE L’ANIMALE PIU
INTELIGENTE DEL’ UNIVERSO. UN GIORNO DOPO COSTRUI’ UNA MACCHINA
DEL TEMPO E SI TELETRASPORTO’ NEL 2013 E SI TROVA’ ALCASTEL
NUOVO,PER OGNI PASSO CHE FACEVA,UCCIDEVA UNA PERSONA, POI GLI
VENNE UN’IDEA DI DISTRUZIONE E DISTRUSSE IL CASTEL NUOVO E COSI
VISSE FELICE E CONTENTO.
Il viaggio del t-REX
Un t-Rex nel giurassico stava giocando con il suo amico –TREE-Rex.
Un giorno i due amici trovano un portale attraverso cui giunsero a Napoli
Nell’anno 2013 loro entrarono nel portale e si ritrovarono nel CASTEL NUOVO. Stavano ad esplorare il
posto silenziosamente finche rompono qualcosa: era un sacco di soldi. Scappano, poi un bambino li vide
e disse loro:” Ehi !Che ci fate nel presente voi dovreste stare nel passato cioè
nel giurassico” e poi T-REX disse:” Noi siamo venuti con uno strano portale.”
Venne di nuovo e i due tornarono a casa e TREE-REX pensò allora che se avessero un altro portale non
l’avrebbero più attraversato.
Il dinosauro più forte
C’una volta un dinosauro che si chiamava Eddi che si trovava in un castello che si chiamava Castel Nuovo,
un castello grandissimo ed era di un colore verde. Eddi, il dinosauro, quando doveva combattere con degli
uomini fortissimi che avevano le pistole non moriva mai, si feriva soltanto . Un giorno però lo colpirono
alla gamba e non si poteva più muovere, allora andò dal medico che gli mise una fascia. Ma, durante un
altro combattimento lo colpirono alla testa , andò un'altra volta dal medico ma questa volta il medico
certificò la sua morte.
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La guida dei dinosauri
C’ era una volta a Palazzo Venezia una banda di dinosauri. Tra loro c’ era il dinosauro Dino che
chiamavano il re di Palazzo Venezia e quindi Dino si sentiva il re , invece era solo un dinosauro .
Aveva una fidanzata di nome Marina e spesso la invitava a cena per essere solo con lei. Un giorno
uscirono Dino dice a Marina :-Io ti amo da morire!- Poi un giorno Marina lascia Dino perché non
andavano più d’ accordo .E Dino se ne andò sconvolto , perché Marina gli aveva detto una cosa
brutta: cioè che erano solo amici per la pelle. E la storia di Dino e Marina finisce qua.
L’ apterodattilo e il Castel
Nuovo
C’era una volta un dinosauro che viveva in una foresta della savana . Lui era buono, non era
cattivo e viveva con i suoi genitori, ma un giorno però era molto triste, perché due cacciatori uccisero i
suoi genitori.
Allora, decise di volare fino al Castel Nuovo, perché lui era abbastanza grande per volare: era uno
apterodattilo.
Arrivato al Castel Nuovo, decise di vivere li, però era già abitata da un tirex fortissimo. Lui era dispiaciuto
ma anche arrabbiato, perché gli erano capitate tutte a lui.
Allora decise di andarsi a comprare l’armatura e di fare la guerra.
Lui aveva nove anni e dieci anni gli cominciava ad uscire il fuoco, quando lui apriva la bocca. Il giorno
dopo sarebbe stato il suo compleanno, dunque avrebbe avuto il potere del fuoco. Il tirex e l’ apterodattilo
non si fermavano più ma nessuno dei due si voleva arrendere, quando l’ apterodattilo arrivò, il tirex
stava riposando. Allora nella guerra era un po’ stanco e debole. Pian piano senza accorgersene il tempo
era volato e dalle cinque c’erano un sacco di feriti, ma dalle cinque erano già la mezzanotte e un minuto,
quindi ad un certo punto lui sputò il fuoco e sconfisse il terribile tirex. Era soddisfatto, quindi salì subito
per vedere la sua camera e mentre saliva quelle lunghe scale trovò un drago femmina. Da lì nasce l’amor
tra i due e anche un piccolo draghetto.
L’invasione dei dinosauri
Mentre il dinosauro stava gustando una buonissima foglia arrivarono i nemici il dinosauro combatté, ma
non ce la fece a difendersi. Stanco gli darono un sedativo.
Lo portarono dentro un castello, però mentre stavano andando, non sapevano come si chiamasse il
castello.
La guardia, cioè il nemico, rispose è il Maschio Angioino. Entrati nel castello il dinosauro viene rinchiuso in
prigione.
Cerano un 10000000(un milione) di guardie; l’uscita ad evadere. Scappò e ritornò e uccise le guardie e
ritornò un’ altra volta nella giungla.
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VISITA A Palazzo Zevallos Gallerie d'Italia - Palazzo Zevallos Stigliano
Napoli, Via Toledo, 185
Link: Gallerie d'Italia - Palazzo Zevallos Stigliano
A Napoli, nel cuore della città la possibilità di ammirare l'estremo capolavoro della stagione
artistica di Caravaggio: il Martirio di sant'Orsola, ultima opera dipinta da Michelangelo Merisi
nel 1610, poche settimane prima della sua drammatica e solitaria morte.
Analogamente ad altri interventi dettati dall’attenzione verso la pubblica fruizione del proprio
patrimonio artistico – tra gli altri, le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza -, Intesa
Sanpaolo destina un apposito spazio dello storico edificio a divenire una specifica sezione di
carattere museale che convive con le normali funzioni istituzionali.
Dopo quasi cinquecento anni di vita avventurosa e tormentata il dipinto approda alla quiete e al calore di una residenza la stessa per il cui decoro era stato acquistato nel 1972 dalla Banca Commerciale Italiana - ritrovando la città nella quale
venne ideato e dipinto.
Al termine di un impegnativo restauro, realizzato tra il 2003 e il 2004, che ha risarcito uno degli episodi più intriganti della
vicenda umana e artistica di Michelangelo Merisi, e la successiva esposizione in importanti mostre in Italia e all’estero, la
tela viene oggi proposta al pubblico accompagnata da un ricco apparato illustrativo e da sussidi multimediali che ne
approfondiscono le incredibili peripezie di trasmissione proprietaria, di restauro, di comprensione critica.
Anche solo la possibilità di vedere ricostruita tale vicenda rende straordinariamente densa la visita dello spazio espositivo
di Palazzo Zevallos Stigliano, che per accogliere degnamente l’illustre ospite è ritornato allo splendore che merita. Gli
accurati lavori di restauro hanno restituito a nuova dignità l’intero edificio secentesco, ma in particolare sono gli apparati
decorativi ottocenteschi del piano nobile ad avere ritrovata intatta la tavolozza originaria.
La sezione espositiva è impreziosita dalla presenza, in una sala affacciata su via Toledo (“la strada più popolosa e allegra
del mondo” diceva Stendahl), di un corpus di vedute sette e ottocentesche della città di Napoli e del territorio campano di
Gaspar van Wittel, olandese di Amersfoort, che in Italia cambiò il suo nome in Gaspare Vanvitelli e che ebbe una
discendenza illustre: suo figlio Luigi, pittore e architetto, fu il progettista della Reggia di Caserta. L’altro pittore presente
nella sezione è ancora un olandese, Anton Smink Pitloo, fra i più sensibili interpreti del trapasso dal vedutismo illuminista
al moderno paesaggismo.
Luci accecanti, dolci, avvolgenti; ombre taglienti, dense, impenetrabili: è Napoli la protagonista implicita del percorso
museale e questo incontro fra Intesa Sanpaolo e Napoli è l’armonico dialogo fra una banca che aspira ad un’autentica
cultura sociale e una città che, attraversata da tante dominazioni, ha sempre mantenuto una identità culturale e una
unicità che le hanno consentito di non abdicare mai al ruolo di capitale.
Orari: da martedì a domenica 10.00 - 18.00 sabato 10.00 - 20.00 Chiuso il lunedì
Biglietti: Intero: € 4.00Ridotto: € 3.00 per i cittadini della Unione Europea tra i 18 e i 25 anni e per i docenti, possessori Artecard
Gratuito: per i cittadini della Unione Europea sotto i 18 e sopra i 65 anni, per il disabile con accompagnatore,
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