Anno 24 N. 9 Dicembre 2013 *********************** pag 2 TUTTI alla Mostra Convegno Milano dal 18 al 21 marzo 2014 Expocomfort pag 3 Quota Associativa pag 4 Installazione problematica Scarico a parete pag 5 Porta E 120 Gestione in C.T. della termoregolazione pag 6 R.A. rete gas pag 7 Distacco impianti autonomi pag 9 Ferie ABI pag 10 Angolo elettrico pag 11 Interruttori magnetotermici pag 13 Cortocircuito pag 15 SICUREZZA pag 16 Programma corsi Informativa ai sensi del D.Lgs. 196/2003 In ogni momento, ai sensi dell'art.7 del D.Lgs.196/2003, potrà esercitare i Suoi diritti (accesso, cancellazione, rettifica, opposizione) nei confronti dell'A.B.I., titolare del trattamento. 3 dicembre 1968 3 dicembre 2013 AUGURI per i tuoi 45 anni portati veramente bene al servizio degli installatori ed ora anche alla Mostra Convegno Expocomfort MILANO - MCE dal 18 al 21 marzo 2014 (*) L’EVENTO NELL’EVENTO PER GLI IDRAULICI EVOLUTI … INFORMATI, SCOPRILO, PARTECIPA, DIFFONDILO (*) posizione stand – date sala e tema nostri convegni verranno precisati quanto prima QUOTA ASSOCIATIVA 2014 Il Consiglio Direttivo ha deliberato che le quote associative per l’anno 2014 resteranno invariate. Ditta Individuale Società s.n.c. - s.a.s. Società s.r.l. – s.p.a. - s.a.p.a. € 190,00 € 225,00 € 265,00 Affiliato € 50,00 Sostenitore € 80,00 Per il versamento della Quota Associativa 2014 riceverete un MAV, un modulo elettronico bancario, con scadenza 31 gennaio 2014, pagabile presso qualsiasi banca senza aggiunta di oneri. Chi non volesse avvalersi di questo pratico sistema, può effettuare un bonifico bancario alle seguenti coordinate: Banca Popolare di Sondrio – Agenzia n° 1 - BRESCIA IBAN IT33 W056 9611 2010 0000 5270 X05 Per far conoscere maggiormente l’ ABI, nel 2013 il Consiglio aveva deciso di regalare a tutti gli associati una felpa ed una maglietta, tipo polo, con il logo dell’associazione. Chi non le avesse già ritirate ricordiamo che sono a loro disposizione presso la Sede. Chi lo desidera, potrà anche acquistarle: - Felpa - Polo qualsiasi misura €/una 15,00 qualsiasi misura €/una 10,00 PREZZIARIO OPERE EDILI della Provincia di BRESCIA Avviso IMPORTANTE per chi desidera anche il PREZZIARIO della Provincia di Brescia Chi desidera ricevere direttamente in azienda il Prezziario delle opere edili della provincia di Brescia, 4 numeri l’anno, deve richiederlo compilando il modulo sottostante e pagando l’importo di € 45,00 (costo effettivo € 50,00) con bonifico bancario alla Banca Popolare di Sondrio – Agenzia n° 1 BRESCIA - IBAN IT33 W056 9611 2010 0000 5270 X05 Io sottoscritto …………………………………………………………………………………………. titolare/legale rappresentante della ditta …………………………..…………………………….. con sede in ……………………….…..… cap …..……… via …………………….…………………. desidero ricevere in azienda i 4 numeri del PREZZIARIO delle Opere Edili della Provincia di Brescia. Allego fotocopia del bonifico bancario di € 45,00 …………………………….. data …………………………………. timbro e firma Installazione “problematica”. D. Sono stato chiamato da un privato per verificare la sicurezza di un impianto realizzato circa tre anni fa in un appartamento posto in un condominio. In cucina è presente, oltre a un fornello, uno scaldabagno a camera stagna da 11 l/min che scarica a parete. La mia cliente mi ha posto diverse domande – che riporto di seguito – alle quali vorrei rispondere in modo esaustivo: 1. è necessario un libretto dell’impianto? 2. L’installatore che ha posato lo scaldabagno, in assenza di D.C. avrebbe dovuto fare tutte le verifiche del caso e rilasciarmene una nuova? 3. In fattura è stato indicato il costo del collaudo, è sinonimo di “prima accensione”(che secondo la documentazione del produttore dovrebbe essere gratuita)? 4. L’installatore ha praticato una seconda apertura di ventilazione dopo aver installato lo scaldabagno, è corretto essendo a camera stagna? 5. La garanzia non è stata timbrata, è sufficiente la fattura che mi ha rilasciato l’installatore? 6. Ci sono degli obblighi relativi alla manutenzione periodica dello scaldabagno? R. Rispondiamo alle domande come poste: 1. La D.G.R. 2601 del 30 novembre 2011 all’art. 4 Definizioni al comma dd. ultimo capoverso recita Non sono considerati impianti termici scaldacqua unifamiliari, concetto ribadito anche all’art. 6; pertanto non è necessario libretto d’impianto, bollino ecc. 2. La legge 46 del 1990 e il D.M. 37 del 2008 hanno entrambi detto Al termine dei lavori l’impresa installatrice rilascia al committente la dichiarazione di conformità degli impianti realizzati; chi ha installato lo scaldabagno doveva pertanto rilasciare la sua D.C. dopo aver verificato l’idoneità di tenuta della rete gas esistente. 3. La questione economica dipende da quanto è stato concordato tra le parti ed esula dalle “competenze tecniche”; se la “prima accensione” il produttore la prevede gratuita, non dovrebbe essere addebitata; se l’installatore ha eseguito un “collaudo” dell’esistente con l’impiego di tempo ecc. potrebbe essere addebitato, come riportato nella D.C. 4. Per lo scaldabagno, se a camera stagna, non servono ulteriori aperture se installato come detto in cucina, locale certamente aerabile o aerato. 5. Se nella fattura è identificabile esattamente l’apparecchio installato, la garanzia non dovrebbe creare problemi; comunque consigliere spedire all’indirizzo del costruttore copia della garanzia e della fattura ….. con due righe di accompagnamento. 6. La manutenzione non è prevista obbligatoria ma comunque è consigliabile. 7. Lo scarico a parete nella Regione Lombardia non è consentito salva preventiva richiesta in deroga con apparecchiature e modalità particolari. Scarico a parete Ho letto quanto dice la legge 3 agosto 2013 n. 90 all’art. 17 bis nonché il comma 9 ed anche il bis, il ter ed il quater. Mi potreste dire in “italiano da idraulico” cosa c’è scritto ? Riassumendo possiamo dire: • TUTTI gli impianti termici devono scaricare i prodotti della combustione a tetto. • E’ consentilo lo scarico a parete solamente nei sottoelencati casi: 1. Sostituzione di generatore di calore individuale esistente prima del 31 agosto 2013 che già scaricava in parete con deroga autorizzata da Comune o ASL o in canna fumaria collettiva ramificata; 2. Presenza di norme di tutela degli edifici ( es: NO canna fumaria esterna in centro storico); 3. Un progettista dichiari impossibile realizzare un camino con sbocco a tetto. In questi tre casi il generatore di calore da installare deve esse a 4 o 5 stelle e lo scarico deve essere ubicato conforme alla UNI 7129-3:2008 Porta E 120 D. Sono intervenuto su una caldaia ubicata in cucina e nell’andarmene mi hanno fatto transitare in una taverna dove vi era installato un piano cottura e, passato nel garage attraverso un porta in legno, sono uscito. Nell’allegato G, ormai già compilato, non avrei potuto aggiungere nessuna prescrizione per la caldaia essendo a norma e che quindi poteva restare in funzione, ma la presenza del piano cottura in un locale comunicante con garage senza porta E 120 non mi sembra corretto. R. Giusta osservazione. Come tecnici professionalmente competenti non ci si può esimere da segnalare almeno la pericolosità di certe situazioni. La UNI 7129-2:2008 al punto 4.2.3 È vietata l’installazione di apparecchi di utilizzazione all’interno di locali con pericolo incendio (per esempio: autorimesse, box). Tale limitazione deve essere applicata anche ai canali da fumo, ai condotti di scarico fumi e ai condotti di aspirazione dell’aria comburente. Tuttavia, i locali di installazione degli impianti alimentati a gas naturale (metano) e degli apparecchi di portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW possono comunicare direttamente con le autorimesse fino a 9 posti auto e non oltre il secondo interrato (compreso i singoli box) purché la comunicazione sia protetta da porte aventi caratteristiche di resistenza al fuoco E 120. Sull’allegato G poteva/doveva essere riportato nelle “Raccomandazioni” che bisognava installare quanto prima una porta E 120 tra la taverna ed il garage. Gestione termoregolazione Centrale Termica D. Sono terzo responsabile di un condominio con riscaldamento centralizzato in cui è stata attuata la termoregolazione e contabilizzazione del calore come previsto dalla DGR 2601del 2011, chiedo se l’impianto di riscaldamento potrà funzionare anche durante la notte ovvero tra le 23 e le 5 e per più di 14 ore giornaliere. R. Il D.P.R. n.74 del 16 Aprile 2013, art.4 comma 6 lettera “f”, 6. Le disposizioni di cui ai commi 2, 3 e 4, limitatamente alla sola durata giornaliera di attivazione, non si applicano nei seguenti casi: omissis …. f) impianti termici al servizio di più unità immobiliari residenziali e assimilate nei quali sia installato e funzionante, in ogni singola unità immobiliare, un sistema di contabilizzazione del calore e un sistema di termoregolazione della temperatura ambiente dell'unita' immobiliare stessa dotato di un programmatore che consenta la regolazione almeno su due livelli di detta temperatura nell'arco delle 24 ore; Pertanto, siccome ogni condomino dovrà autonomamente gestire la propria utenza negli orari e nelle temperature, la centrale termica potrà funzionare 24 ore su 24 e riportare sulla tabella da esporre all’esterno questa gestione, garantendo il rispetto detta temperatura massima. Rete GAS – rubinetto intercettazione generale D. Una C.T. a gasolio per 4 appartamenti devo trasformarla con 4 caldaie autonome a metano. Vorrei fare le 4 reti di distribuzione metano indipendenti dai contatori sulla strada in polietilene nel giardino verso la ex C.T., con un “tes” saldato sempre in polietilene e sempre nel giardino, staccarmi ed andare in corrispondenza delle cucine; con giunti di transizione polietilene-ferro uscire dal terreno ed entrare nella C.T. e collegare la caldaia con un rubinetto arresto come pure uscire dal terreno ed entrare nella cucina e collegare i fornelli con un rubinetto arresto. R. Quattro caldaie in un unico locale, per la somma delle loro potenzialità, configurano una C.T. e il rispetto pertanto di quanto prescrive il D.M. 12-4-96 La diramazione per la cucina invece deve essere conforme alla UNI 7129. Pertanto per ogni appartamento dovrà essere predisposto: • • • • • • • • • • • contatore in nicchia sul muro di cinta strada rubinetto con chiave all’uscita del contatore giunto transizione ferro-polietilene tubazione polietilene interrata nel giardino giunto transizione ferro-polietilene parete C.T. rubinetto intercettazione generale con chiave esterno della C.T. (D.M. 12-4-96) rubinetti intercettazione caldaia interno CT giunto transizione ferro-polietilene tubazione polietilene interrata nel cortile casa giunto transizione ferro-polietilene parete esterna cucina rubinetto intercettazione fornelli interno cucina UNI 7129-1:2008 punto 4.4.1.12 Verificare preventivamente i requisiti per la trasformazione da impianto centralizzato in impianti autonomi come da articolo che segue IL DISTACCO DI IMPIANTI CENTRALIZZATI CONDOMINIALI IN IMPIANTI AUTONOMI Operazione da verificare ed attuare esclusivamente con un termotecnico CASO 1: DISTACCO DI UNA UTENZA IN UN CONDOMINIO CON GENERATORE INFERIORE A 100 KW 1) Un termotecnico dovrà: A) verificare e dichiarare la condizione di non squilibrio del restante impianto centralizzato; B) Effettuare preliminarmente una diagnosi energetica mettendo a confronto le diverse soluzione impiantistiche; C) Effettuare il calcolo e verifica dell’efficienza globale media stagionale dell’impianto; D) Redigere relazione ex art. 28 Legge 10/91 secondo lo schema dell’allegato B alla DGR 5018 e smi 2) A seguito della trasformazione redazione della Certificazione Energetica effettuata da un tecnico, che non abbia però predisposto il calcolo di cui ai punti precedenti. CASO 2: DISTACCO DI UNA UTENZA IN UN CONDOMINIO CON GENERATORE SUPERIORE A 100 KW Stesse prescrizioni sopra riportate, ovvero: 1) Un termotecnico dovrà: A. verificare e dichiarare la condizione di non squilibrio del restante impianto centralizzato; B. Effettuare preliminarmente una diagnosi energetica mettendo a confronto le diverse soluzione impiantistiche; C. Effettuare il calcolo e verifica dell’efficienza globale media stagionale dell’impianto; D. Redigere relazione ex art. 28 Legge 10/91 secondo lo schema dell’allegato B alla DGR 5018 e smi 2) A seguito della trasformazione redazione della Certificazione Energetica effettuata da un tecnico, che non abbia però predisposto il calcolo di cui ai punti precedenti. CASO 3: DISTACCO DI PIU’ UTENZE CON SOMMA DELLE POTENZE DEI SINGOLI GENERATORI INFERIORE A 100 KW Stesse prescrizioni riportate nel “CASO 1”, verificate su ogni nuovo impianto, ovvero: 1) Un termotecnico dovrà: A. verificare e dichiarare la condizione di non squilibrio del restante impianto centralizzato; B. Effettuare preliminarmente una diagnosi energetica mettendo a confronto le diverse soluzione impiantistiche; C. Effettuare il calcolo e verifica dell’efficienza globale media stagionale dell’impianto; D. Redigere relazione ex art. 28 Legge 10/91 secondo lo schema dell’allegato B alla DGR 5018 e smi 2) A seguito della trasformazione redazione della Certificazione Energetica effettuata da un tecnico, che non abbia però predisposto il calcolo di cui ai punti precedenti. CASO 4: DISTACCO DI PIU’ UTENZE CON SOMMA DELLE POTENZE DEI SINGOLI GENERATORI SUPERIORE A 100 KW Stesse prescrizioni riportate nel “CASO 2”, verificate su ogni nuovo impianto, ovvero: 1) Un termotecnico dovrà: A) verificare e dichiarare la condizione di non squilibrio del restante impianto centralizzato; B) Effettuare preliminarmente una diagnosi energetica mettendo a confronto le diverse soluzione impiantistiche; C) Effettuare il calcolo e verifica dell’efficienza globale media stagionale dell’impianto; D) Redigere relazione ex art. 28 Legge 10/91 secondo lo schema dell’allegato B alla DGR 5018 e smi 2) A seguito della trasformazione redazione della Certificazione Energetica effettuata da un tecnico, che non abbia però predisposto il calcolo di cui ai punti precedenti. IN OGNUNA DELLE QUATTRO CASISTICHE BISOGNA INOLTRE EFFETTUARE: A) Come indicato dall’art. 6.4 della D.G.R 8/8745, è prescritta l’installazione di dispostivi per la regolazione automatica della temperatura ambiente nei singoli locali o nelle singole zone. B) Salvo impossibilità tecnica d’installazione opportunamente certificata da un termotecnico, come prescritto dall’art. 6.5 della D.G.R. 8/8745 è obbligatorio progettare e realizzare l’impianto termico in modo tale da coprire almeno il 50% del fabbisogno annuo di energia primaria richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria attraverso il contributo da fonti di energia rinnovabile. La presente imposizione si ritiene soddisfatta anche mediante l’utilizzo di pompe di calore, del teleriscaldamento o in alternativa qualora pari fabbisogno di energia primaria sia soddisfatto tramite il contributo di impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile, utilizzati ai fini del riscaldamento o della climatizzazione invernale. C) Salvo impedimenti tecnici oggettivi, in presenza di caldaie a condensazione, pompe di calore o altri generatori di calore che abbiano un’efficienza superiore con temperatura del fluido termovettore bassa, la temperatura di mandata non deve essere superiore a 50°C e quella di ritorno non superiore a 35°C (art. 6.11 della D.G.R. 8/8745). Il Presidente ed il Consiglio ABI augurano a tutti gli Associati un Felice Natale ed un Buon Nuovo Anno 2014 CHE NE DICI SIGNORE ? Tu che ne dici o Signore, se in questo Natale faccio un albero dentro il mio cuore e ci attacco, invece dei regali, i nomi di tutti miei i amici ? Gli amici lontani e vicini. Gli amici antichi e nuovi. Quelli che vedo tutti i giorni e quelli che vedo di rado. Quelli che ricordo sempre e quelli che. alle volte, restano dimenticati. Quelli intermittenti. Quelli delle costanti e ore difficili e quelli delle ore allegre. Quelli che, senza volerlo, mi hanno fatto soffrire . Quelli che conosco profondamente e quelli dei quali conosco solo le apparenze. Quelli che mi devono poco e quelli ai quali io devo molto. I miei amici semplici ed i miei amici importanti. I nomi di tutti quelli che sono già passati nella mia vita. Un albero con radici molto profonde perché i loro nomi non escano dal mio cuore. Un albero dai grandi rami molto grandi, perché nuovi nomi venuti da tutto il mondo si uniscano ai già esistenti. Un albero con un’ombra molto gradevole, la nostra amicizia sia un momento di riposo durante le lotte della vita. Anonimo L’ABI resterà chiusa dal 23 dicembre 2013 al 6 gennaio 2014 Saremo presenti dal 7 gennaio 2014 Per urgenze è sempre in funzione il cellulare 336-576040 ANGOLO ELETTRICO a cura dello Studio Tecnico N. 61 Filippini Per. Ind. Alessandro [email protected] tel. 3286657839 Quando le norme si fanno troppo spigolose… Secondo la 7a edizione della norma CEI 64-8, Trenta… milli…ampere il differenziale da 30 mA è obbligatorio solo Il differenziale da 30 mA: da tutte le parti che non sbagli! Questo è quello la nostra mente tende a ripeterci. Scelta semplice, non occorre pensarci e la sicurezza è garantita. norma più severa di quello che realmente è. Ecco qua una breve guida al fine di scegliere il differenziale in modo corretto, senza eccedere. il differenziale è chiamato “salvavita” per un buon motivo: se corrente che si disperde non è in grado di causare danni permanenti ad esseri viventi, allora ogni vita è salva. E 30 mA è proprio la soglia di intervento che evita il peggio. soglia è più alta, ad esempio 500 mA? La persona muore? Beh, dipende. Il differenziale non può proteggere la persona da contatto ma può farcela contro contatti indiretti se: Le masse sono correttamente collegate ad un impianto di terra; - La resistenza di terra è inferiore a 100 ohm se la tensione limite è 50V (locali ordinari), 50 ohm se la tensione limite è 25V (locali a maggior rischio). - Prese fino a 32 A che alimentano apparecchi mobili all’esterno; - Unità mobili e trasportabili; - Circuiti posti da conduttori piatti posti garantisce una protezione maggiore, in certi casi tale alta sensibilità può condurre ad intempestivi, in impianti esempio con presenza di filtri verso terra. - Catene luminose a tensione di rete fino a 2,5 m di altezza; - Impianti temporanei, fiere, mostre e stand; - Esposizioni di apparecchi di illuminazione; Bagni, docce, piscine, fontane e saune; - Cantieri edili; - Locali ad uso agricolo e zootecnico; - Aree di campeggio e darsene; - Luoghi conduttori ristretti, - Locali medici; - Alimentazione di veicoli elettrici; - Sistemi di riscaldamento a pavimento; - Luoghi a maggior rischio in caso di incendio. Sì, è vero: l’obbligo è talmente esteso che è forte la tentazione di tornare ad avere Se è vero che un differenziale da 30 mA interventi Prese fino a 20 A in locali a uso abitativo; - Seconda considerazione: cosa succede se la - l’impianto di terra): sotto moquette; considerazione: diretto, assicurarsi del giusto coordinamento con - In questo modo potremmo però rendere la Prima nei casi seguenti ( in tutti gli altri casi si dovrà ad sonni tranquilli mettendo sempre 30 mA sui circuiti terminali. Anche perché, come già state pensando, questo è quello che la norma ci dice quest’anno. Nessuno sa cosa ci aspetta il prossimo anno. Di sicuro, qualche sorpresa. il dettaglio che fa la differenza a cura di Daniele Vetrucci Studio ing. Vetrucci (PC) Elettro 09/2013, ed. Tecniche Nuove Come scegliere gli interruttori magnetotermici Gli interruttori magnetotermici si chiamano così perché hanno al loro interno 2 dispositivi che in caso di sovracorrente li fanno aprire automaticamente: un dispositivo magnetico (elettromagnete) ed uno termico (lamina bimetallica). Che differenza presentano? Lo sganciatore magnetico interviene istantaneamente, mentre quello termico interviene in tempi più lunghi ed inversamente proporzionali al quadrato della sovracorrente, si comporta quindi in maniera analoga alla porzione di impianto che deve proteggere. I cavi e le macchine elettriche infatti sopportano una piccola sovracorrente per un tempo inversamente proporzionale al quadrato all’intensità della stessa. La norma EN 60898-1 (CEI 23-3/1) prevede per gli interruttori automatici per gli impianti domestici o similari tre tipi di caratteristiche: B, C, e D. Le tre caratteristiche differiscono soprattutto per la soglia di intervento dello sganciatore magnetico che deve essere: • Compresa tra 3 e 5 volte la corrente nominale per la curva B • Compresa tra 5 e 10 volte la corrente nominale per la curva C • Compresa tra 10 e 20 volte la corrente nominale per la curva D Le conseguenze Gli interruttori con curva C sono adatti per uso generale e sono di fatto i più utilizzati, la curva D andrà usata per carichi fortemente induttivi che presentano una sovracorrente iniziale come ad esempio i motori asincroni che notoriamente possono avere correnti di spunto molto superiori alla corrente nominale, evitando così scatti intempestivi. Gli interruttori con curva B infine devono essere scelti quando si utilizza come sorgente di alimentazione un gruppo elettrogeno, il quale, a causa della sua elevata reattanza interna, non è in grado di fornire le elevate correnti di cortocircuito necessarie per fare intervenire gli sganciatori magnetici degli interruttori di tipo C né tantomeno quelli di tipo D. Un altro utilizzo tipo è quello a protezione di lunghe linee con conduttori di piccola sezione la cui corrente di c.to c.to può risultare inferiore a 5In. Altre curve contemplate dalla norma Oltre alle curve standard, esaminate in questa pagina, può capitare di imbattersi in interruttori con altre curve contemplate dalla norma CEI EN 60947-2 esse sono le curve Z e K, di origine tedesca, e la curva MA che in realtà è un magnetico puro. A titolo informativo alleghiamo le caratteristiche di massima del dispositivo magnetico e l’utilizzo tipico di questi interruttori particolari: • Curva Z intervento compreso tra 2In e 3,4 In adatta a proteggere circuiti elettronici; • Curva K intervento compreso tra 8In e 14,4 In, è analoga alla curva D • Curva MA intervento a 12 In senza protezione termica adatta a proteggere motori se abbinata ad un’adeguata protezione termica. COSA DICE LA NORMA a cura dell’ing. Daniele Pennati membro CEI 64-8 Elettro 09/2013, ed. Tecniche Nuove Il potere di cortocircuito e di interruzione Potere d’interruzione e potere di cortocircuito sono la stessa cosa? La risposta è “si”. Il potere di interruzione o di cortocircuito esprime la capacità da parte di un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti di interrompere una corrente di cortocircuito. Con gli interruttori conformi alla Norma CEI EN 60898-1 si parla di potere di cortocircuito mentre con gli interruttori rispondenti alla Norma CEI EN 60947-2 e i fusibili si parla di potere di interruzione. Il termine in inglese per quanto riguarda gli interruttori automatici è invece lo stesso in entrambe le Norme sopra citate: “short-circuit breaking capacity”. Nella traduzione in italiano hanno assunto terminologie differenti ma il significato è lo stesso. Nella Norma CEI 64-8 si parla di potere di interruzione. I dispositivi che assicurano la protezione sia contro i sovraccarichi sia contro i cortocircuiti devono essere in grado di interrompere qualsiasi sovracorrente fino al valore della corrente di cortocircuito presunta nel punto in cui i dispositivi sono installati. Il potere di interruzione Il potere di interruzione o di cortocircuito non deve essere inferiore alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione . E’ tuttavia ammesso l’utilizzo di un dispositivo di protezione con potere di interruzione inferiore se a monte è installato un altro dispositivo avente il necessario potere di interruzione. In questo caso le caratteristiche dei due dispositivi devono essere coordinate in modo che l’energia che essi lasciano passare non superi quella che può essere sopportata senza danno dal dispositivo situtato a valle e dalle condutture protette da questi dispositivi: protezione di back-up. I dispositivi di protezione contro i cortocircuiti possono essere: • Interruttori automatici provvisti di sganciatori di sovracorrente; • Interruttori combinati con fusibili (figura 1) • Fusibili Norma CEI EN 60947-2 Norma CEI EN 60898 Potere di interruzione estremo in cortocircuito Icu Potere di cortocircuito estremo Icu Potere di interruzione per il quale le condizioni prescritte secondo una sequenza di prova specificata non includono l’attitudine dell’interruttore a portare con continuità la sua corrente nominale Potere di cortocircuito per il quale le condizioni prescritte, secondo una specifica sequenza di prove, non comprendono l’attitudine dell’interruttore a portare 0,85 volte la sua corrente convenzionale di non intervento per il tempo convenzionale. Potere di cortocircuito di servizio Ics Potere di interruzione di servizio in cortocircuito Ics Potere di interruzione per il quale le condizioni prescritte secondo una sequenza di prova specificata includono l’attitudine dell’interruttore a portare con continuità la sua corrente nominale Potere di cortocircuito per il quale le condizioni prescritte, secondo una specificata sequenza di prove, comprendono l’attitudine dell’interruttore a portare 0,85 volte la sua corrente convenzionale di non intervento per il tempo convenzionale. Il potere di cortocircuito estremo ICU e di servizio ICS La scelta degli interruttori automatici viene realizzata valutando il potere di interruzione o cortocircuito, che può essere o “di servizio” o “estremo”. I poteri di interruzione di servizio ed estremo sono definiti nelle norme CEI EN 60898-1 e CEI EN 60947-2. I cicli di prova per determinarne il valore nominale sono differenti, figura 2. Il ciclo di prova per determinare il potere di interruzione di servizio è più severo rispetto a quello per il potere di interruzione estremo. La norma CEI 64-8 non specifica quando scegliere il potere di interruzione estremo o di servizio, in particolare nel commento all’articolo 533.3 “scelta dei dispositivi di protezione contro i cortocircuiti”. Il testo della norma “Nel caso in cui la norma che riguarda i dispositivi di protezione, come nel caso della Norma CEI 17-5 (CEI EN 60947-2) riguardante gli interruttori automatici destinati ad usi generali, specifichi un potere di interruzione nominale estremo ed un potere di interruzione nominale di servizio, è ammesso di scegliere il dispositivo di protezione sulla base del potere di interruzione nominale estremo per la protezione contro le massime correnti di cortocircuito. Necessità di impianto possono tuttavia giustificare la scelta del dispositivo di protezione sulla base del potere di interruzione nominale di servizio, per es. quando il dispositivo di protezione è posto all’origine dell’impianto”. Un guasto dell’interruttore generale all’origine dell’impianto comprometterebbe il funzionamento dell’intero impianto e quindi è il progettista che in funzione della situazione impiantistica deve stabilire se scegliere gli interruttori di protezione in funzione di Icu o Ics. Gentili Associati, anche l’anno corrente è agli sgoccioli e, come sempre, è momento di bilanci e progetti. Da parte nostra vogliamo ringraziare tutti coloro che, nel corso del tempo, ci hanno manifestato un apprezzamento sempre crescente e hanno fatto sì che ABI SERVIZI Srl diventasse solido supporto per i nostri associati. Ovviamente non vogliamo fermarci qui: nella prospettiva di migliorare insieme, Vi proponiamo la programmazione dei corsi per l’anno il 2014. L’occasione ci è gradita per porgerVi i nostri migliori Auguri di un sereno Natale ed un felice e promettente anno nuovo. Guido Bonometti BUON LAVORO Allegato 15e16 Sicurezza.doc Pagina 1 CORSO DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO IN PROGRAMMAZIONE CORSO DURATA Rischio alto 48 h FORMAZIONE RSPP Rischio medio 32 h Rischio basso 16 h AGGIORN. RSPP FORMAZIONE DIRIGENTI AGGIORNAMENTO DIRIGENTI FORMAZIONE PREPOSTI AGGIORNAMENTO PREPOSTI Basso 6 h Medio 10h Alto 14 h (ogni 5 anni) 16 h 6 h (ogni 5 anni) 8 h 6 h ogni 5 anni Rischio alto 16 h FORMAZIONE LAVORATORI Rischio medio 12 h FORMAZIONE RLS AGG. RLS fino a 15 lavoratori Rischio basso 8 h 32 h 4 h 8 h AGG. RLS oltre i 15 lavoratori FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PRIMO SOCCORSO FORMAZIONE BASE FORMAZIONE SPECIFICA PES – PAV ANTINCENDIO DPI TERZA CATEGORIA ANTICADUTA (IMBRACATURE) SPAZI CONFINATI PIATTAFORME Aggiornamento 6 h Formazione 16 h Generica 4 h Specifica 1 4 h Specifica 2 4 h Specifica 3 4 h 4 h DATE 10‐12‐17‐19‐24‐26‐27 Giugno 01‐03‐08‐10‐11 Luglio 10‐12‐19‐24‐27 Giugno 03‐10‐11 Luglio 12‐19‐27 Giugno 11 Luglio 12 Giugno 08 Luglio 10‐12‐26‐27 Giugno 12 Giugno 08 Luglio 17‐27 Giugno 12 Giugno 08 Luglio 10‐27 Giugno 01‐03 Luglio 10‐27 Giugno 03 Luglio Giugno 10‐27 03‐08‐10‐11 Luglio 8 Luglio 12 Giugno 8 Luglio 21 – 22 – 24 Gennaio 2014 20 – 21 – 23 Maggio 2014 4 Febbraio 2014 6 – 11 – 13 Febbraio 2014 26 – 27 Marzo 2014 1 – 2 Aprile 2014 Form. Rischio basso 4 h Agg. Rischi basso 2 h Form. Rischio medio 8 h Agg. Rischio medio 5 h 4 h 31 Gennaio 8 h 10 h Da definire in base alle adesioni Da definire in base alle adesioni 29 Marzo 2014 ABI Servizi srl ‐ Via Cuzzetti, 15 ‐ 25136 Brescia Contatti Federica: tel. 030 2001836 – fax. 030 2092793 Cell. +393929135520 email: [email protected] PER CHI FOSSE INTERESSATO PUÒ COMUNICARCI IL PROPRIO RECAPITO TELEFONICO O INDIRIZZO E MAIL E VERRÀ RICONTATTATO Tipo di Corso: ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….. Ditta ……………………………………..…………………......................….......... P.I. ……………..………………....Via ………………………….……...…............. Cap ….......…...... Comune……...........................………………Telefono ………….………..........................E‐mail: ....................…………………………. Partecipanti: Sig…………….…………………………..............…...Nato a ..............................................il ..…......……….………...… Sig…………….…………………………..............…...Nato a ..............................................il ..…......……….………...… Allegato 15e16 Sicurezza.doc Pagina 2