ANNO XIV N. 78 - GIUGNO 2008
Direttore responsabile Andrea Dal Prato - Tariffa R.O.C.: ”Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB - Brescia - Euro 0,20
GUIDIZZOLO MN - BIMESTRALE DI ATTUALITA’, CRONACA, CULTURA E POLITICA
25 aprile,
tra storia e
anacronismo
Intervista
all’Assessore
Laura Toniato
don Adriano
sacerdote
da 50 anni
1
sommario
3
Editoriale - 25 aprile, tra storia e anacronismo
5
Chiara Lubich
6
Don Adriano Avanzi
10
Intervista all’Assessore: Laura Toniato
13
Fra Enrico è Sacerdote
16
Appunti di viaggio
18
Noi e la legge
19
Noi e il Fisco
20
Psicologia
22
Le ricette tradizionali
23
Expo 2015
25
Cronaca
30
A tutta penna
34
Istituto Statale d’Arte
37
Arte & dintorni
Cinema ad alta quota
Cronache della povertà
Soltanto una parola
44
Amministrazione Comunale
Una tipica imbarcazione del
Madagascar
2
Sagra di ottobre 1995: si
conclude la processione della
“Madonna del Rosario” dal 3
ottobre 1982 proclamata
Patrona di Guidizzolo.
TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI: Informativa ai sensi del d. lgs n. 196 del 30-06-2003
I dati in possesso della redazione de "la Notizia" sono forniti direttamente dagli interessati o estratti da elenchi pubblici: ovvero in nostro
possesso anteriormente all'8-5-1997. Gli interessati possono chiedere la cancellazione, il blocco, l'aggiornamento o l'integrazione dei
dati od opporsi al trattamento stesso.
editoriale
Andrea Dal Prato
Quest’anno il 25 aprile è più attuale che mai, le polemiche che sempre accompagnano questo giorno sono “rinfocolate” da un cambiamento radicale dell’assetto del nostro Parlamento. Con l’esclusione di molti partiti minori e in particolare dei partiti che
si identificavano nel Comunismo e nei suoi principi, si cerca di analizzare in modo più
attento quanto è accaduto. Si mettano da parte i proclami per un ritorno nostalgico al
passato e le differenze “di colore politico”!
Il presidente Giorgio Napolitano, a Genova, dice: “Le ombre sulla Resistenza non
vanno occultate, guai però ad indulgere a false equiparazioni e banali generalizzazioni. Dopo tanti anni da quagli eventi si può e si deve fare un’analisi ponderata, senza
confondere le due parti in lotta… insiste il capo dello Stato, …non può appartenere
solo ad una parte della nazione, ma al contrario occorre arrivare a un comune sentire
storico” .
Avrà sempre senso festeggiare il 25 aprile, come giorno della nascita di un Paese
nuovo, il giorno in cui potremo dire ai nostri padri di aver raccolto il testimone ed aver
rispettato l’impegno; di aver realizzato una piena democrazia, una giustizia giusta,
un’equa distribuzione delle risorse, un’esistenza sicura; di aver garantito a tutti un
pari diritto all’istruzione, alla salute, al lavoro, di aver garantito che ciascuno possa
sentirsi libero a casa propria, con la
certezza di poter sempre contare sul
rispetto dei propri diritti e doveri, da
parte di tutti.
Allora potremo celebrare compiutamente la festa della liberazione, o meglio, la festa della libertà. Allora potremo consegnare il testimone alle nuove
generazioni.
Su un libro di storia leggiamo: ...“I governi dell’Italia liberata furono spesso
scavalcati dal comportamento di partigiani che non volevano smobilitare, non accettando una normalizzazione che dava impunità a numerosi criminali fascisti. Essi
usarono il potere locale, che si erano guadagnati nella lotta di liberazione, autonomamente e spesso in contrasto con le direttive del governo, espressione del Comitato
di Liberazione Nazionale, per effettuare una serie di esecuzioni, che proseguirono
circa fino al 1949.
...Le vendette colpirono principalmente chi si era reso responsabile dei massacri del
periodo squadrista, dell’entrata in guerra del Paese con le tragedie che ne sono conseguite, della deportazione di decine di migliaia di italiani in Germania (circa 650.000
militari e 40.000 civili, tra cui 7.000 ebrei), delle torture e delle persecuzioni anche
indiscriminate condotte dagli occupanti nazisti e dai loro alleati “repubblichini”, tuttavia non mancarono violenze di altro tipo che sfruttarono le tensioni dell’immediato
dopoguerra solo come copertura.”
Le ragioni di questi comportamenti sono molteplici, si può ritenere che i partigiani temessero da parte dello Stato una punizione poco efficace, o peggio una totale
impunità verso i gerarchi fascisti che si erano macchiati di efferate azioni contro il
popolo italiano, da cui nacque la sensazione di resistenza tradita.
Ora il tempo per chiarire, con serenità, l’accaduto è arrivato, si mettano da parte
i personalismi, si riconosca che non solo la sinistra ha combattuto in prima linea,
ma anche molti Cattolici hanno sacrificato la loro vita sull’altare della Libertà e della pace. Per rendere questo giorno condiviso da tutti si dovrà rimuovere il suo lato
oscuro e criminale (messo in luce da Pansa in un suo recente libro) circa le bestialità
commesse a guerra finita. Si dovrà anche chiarire che furono gli alleati a debellare
l’Italia dal Nazismo e dal Fascismo, che la resistenza ha dato un supporto significativo ma secondario. Senza l’intervento decisivo degli alleati, la guerra (anche quella
civile) sarebbe continuata per anni.
25 aprile,
tra storia
e anacronismo
3
DIRETTORE
RESPONSABILE
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ORARIO DI APERTURA
merc. - ven.
9-12 (estivo) 9-12 (inv.)
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Corpo Bandistico - tel. 0376 840090
CSE-Anffas - Rebecco - tel. 0376 818253
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Tennis Club Guidizzolo - tel. 0376 818382
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• Dr.ssa Emi Ghisolfi
Prenotazione visite: 0376 840433 (8,30-12,30)
Ambulatorio 0376 840433 - abitazione 0376 818011
Cell. 333 8356733
Lun. Giov. Ven.: dalle 16 alle 19 (su appuntamento)
Mar. Mer. Gio.: dalle 10 alle 13
• Dr. Orfeo Valerio Galvani
Prenotazione visite: 0376 840433 (8,30-12,30)
Ambulatorio 0376 819794 - abitazione 0376 819096
Lun. Mar. Mer. Gio.: dalle 9,30 alle 12,30
Mer. Ven.: dalle 16,30 alle 19,30 (su appuntamento)
• Dr. Giuliano Ponti
Ambulatorio 0376 819475 - abitazione 0376 819177
Lun. Mar. Mer. Ven.: dalle 10 alle 12,30
Giovedì: dalle 16,30 alle 19
• Dr.ssa Angela Gatti
presso l’AVIS di Guidizzolo - tel. 338 2619350
Lunedì - Mercoledì - Venerdì: dalle 17,30 alle 18,30
Ambulatorio Medole - tel. 0376 898109
Lun. Merc. Ven. : dalle 10,30 alle 12
Mar. Gio.: dalle 17,30 alle 19
• Pediatra di base Dr.ssa Stella Schena
presso l’AVIS di Guidizzolo
Per appuntamenti tel. 3491047387
Lun. Mart. Giov.: dalle 9,30 alle 12,30
Merc.: dalle 16 alle 19 - Ven.: dalle 14 alle 17
• Pediatra di base Dr.ssa Giancarla Cavalli
Per appuntamenti tel. 0376 868173
NUMERO VERDE FARMACIE DI TURNO
tel. 800-228521 (Guidizzolo 0376 819005)
Ambulatorio igiene pubblica - tel. 0376 846713
Amb. vaccinazioni pediatriche - tel. 0376 846705
Servizio di medicina veterinaria - tel. 0376 846724
Servizio igiene degli alimenti - tel. 0376 846737
Servizio medicina del lavoro - tel. 0376 846733
Igiene dell’edilizia ed igiene pubblica - tel. 0376 846733
ORARIO DI APERTURA
Lunedì e Mercoledì dalle 14,30 alle 17,30
Sabato: dalle 9 alle 12 e dalle 14,30 alle 17,30
GUIDIZZOLO
Festivi: 8 - 9,30 - 11 - 18 (invernale 17)
Prefestivi: 19 (invernale 18)
Feriali:
7,30 - 18 (invernale 17,30)
BIRBESI
Festivi: 9,30
prefestivi 18,30 (estivo) 18,00 (invernale)
Feriali:
mart. giov. 8,30
REBECCO Prefestivi 18 (invernale 17)
ORARIO DI APERTURA DOMENICALE
Maggio - Settembre dalle 17,00 alle 19,00
Ottobre - Aprile
dalle 15.30 alle 17,30
Tutti i giorni dalle 8 alle 19
Chiara Lubich
Dall’intuizione di Chiara nasce un grande movimento diffuso in tutto il mondo,
fermento di una nuova innovativa cultura familiare.
Chiara Lubich: fondatrice di un’opera complessa - con vergini, laici, bambini, giovani, sacerdoti, religiosi, vescovi, movimenti di massa, editrici, cittadelle, scuole, centri studi -, ma con la
famiglia come ambiente e modello.
Non per nulla la prima chiamata, ancora indefinita e indefinibile, le venne a Loreto, in quel
santuario mariano che si crede custodisca la
dimora di una famiglia, la casetta di Nazareth.
Lì Chiara, come sappiamo, nel 1939 sentì d’aver
trovato la sua strada; una strada che poi non
sapeva spiegare a chi le chiedeva ragione della
sua felicità. Lo capirà più tardi, quando verrà in
luce la realtà del “focolare” con il suo segreto
di unità soprannaturale incarnata in una convivenza familiare composta da vergini e sposati.
Chiara amava e capiva la famiglia come pochi.
Veniva da un nucleo familiare tradizionale, padre socialista, madre profondamente cattolica,
due sorelle e un fratello maggiore idealista
passato dall’Azione cattolica alla guerra partigiana.
A Valtournanche nel 1964 Chiara confermerà
il suo modello di “famiglia focolare”. Questa
famiglia ha un’attrattiva sul mondo potentissima, perchè il mondo cerca prorprio questi due
elementi: la felicità e l’amore. Queste famiglie
sono meravigliose, perchè lì sono in funzione
piena il sacramento e la natura.
Tre anni dopo, nel 1967, a Loppiano (nei pressi
di Firenze), nasce la prima scuola per focolarini e nel suo intervento dice: “Deve nascere, ed
ora io ve l’annuncio, un vastissimo movimento
dalla nostra Opera, fatto da sposati per il mondo della famiglia. Questo movimento poggia
sulle vostre spalle, e oggi noi diamo l’annuncio
che nascerà!” Ma non si ferma qui. Parla di
famiglie rinnovate che saranno semenzai delle
più varie vocazioni, nasceranno scuole per gli
sposati, dove le famiglie potranno venire per
periodi di formazione. Una schiera di fidanzati
vivrà la scoperta dell’amore come dono di Dio.
Un discorso profetico. Sono passati 40 anni e
questa profezia si sta lentamente realizzando.
Famiglie Nuove, è davvero un grande movimento diffuso ovunque. Ha dato inizio ad una
innovativa e potente azione di solidarietà verso
l’infanzia svantaggiata che in venticinque anni
di attività ha reso autonomi oltre 30 mila bambini e le loro famiglie.
Ad un recente incontro per “separati risposati”, lei stessa ha mandato il suo ultimo toccante
messaggio d’amore. Sapendo che l’incontro si
sarebbe concluso con una lettura biblica e con
il bacio del crocifisso, ha inviato per questo il
suo crocifisso personale, davanti al quale il 7
dicembre 1943 vegliò una notte, prima di dire il
suo sì per sempre a Dio. Gesto d’amore senza
confini verso la famiglia.
Quanti sguardi illuminati da sorrisi, percorsi
Le date della fondatrice
1943
1956
1962
1964
1997
A Trento, la 23enne Silvia Lubich si consacra al
“Dio amore”; cambia il nome in Chiara
Promuove i Volontari di Dio, laici cristiani
impegnati nella società
Giovanni XXIII approva il suo movimento,
poi ratificato anche da papa Wojtyla
Fonda la prima “Mariapoli” a Loppiano (FI)
Si apre al dialogo interreligioso a 360 gradi
La diffusione
4.500.000 Aderenti e simpatizanti in 182 Paesi
75
Paesi con centri del movimento
33
Mariapoli, piccole città dove l’amore è legge
5
Don Adriano Avanzi
50 anni di Sacerdozio
1958: Don Adriano
ordinato sacerdote
dal vescovo Antonio
Poma.
1996: In occasione del
25° di parrocchialità.
2004: Alla Scuola
materna statale.
Quanti sguardi illuminati da sorrisi, soffusi di
lacrime, di entusiasmo o offuscati dalla noia
e dal dolore si sono incrociati col suo? Ci ha
visti nascere, crescere. E con noi ha visto svilupparsi un’intera comunità, con le sue virtù e
i difetti, ma sempre affiancandoci, cercando di
comprenderci, sostenendoci.
Sfoglio l’album di fotografie e a pochi giorni
dalla mia nascita eccolo lì: mi versa acqua sul
capo. Accanto a me la mia famiglia e tante altre con in braccio miei piccoli coetanei.
Per tanti guidizzolesi il primo incontro con don
Adriano Avanzi è avvenuto proprio nel giorno
del loro battesimo, la prima tappa di un percorso di fede e di vita in cui il nostro parroco è
sempre stato presente. Un uomo e un sacerdote importante, rigoroso e a volte duro, ma che
attraverso il suo operato ci dimostra giornalmente il suo affetto, volendo per noi una vita
migliore, da vivere in pienezza nella fede e con
speranza, cristianamente, nonostante gli ostacoli, le croci e una quotidianità che ci svende
fisicamente e spiritualmente.
Tra pochi giorni don Adriano festeggerà il giubileo sacerdotale con 50 anni di sacerdozio di cui
ben 37 trascorsi a Guidizzolo. Sarà un momento
importante per lui, ma anche per noi che, come
lui stesso ha scritto in una recente pubblicazione, siamo
la sua famiglia. Come
tali siamo,
dunque,
chiamati a
un profondo
momento di
riflessione
che
deve
coinvolgerci
tutti.
Un giorno
da ricordare
e celebrare sarà il 15
giugno, ricorrenza dei
cinquant’anni dalla sua
ordinazione,
avvenuta nella
Basilica di
Sant’Andrea
nel
1958. In seguito a questa data e
dopo aver
ricoperto
diversi incarichi nella
provincia di
Mantova,
la storia di
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Da oltre quarant’anni al servizio della clientela
6
via Goito, 2 - Tel 0376 819135 Fax 0376 840264
2003: Benedizione
della nuova Scuola
media
2004: Presepe vivente
2007: Processione di
ringraziamento dopo il
tornado del 2007
don Adriano ha cominciato ad intrecciarsi indissolubilmente con la nostra a partire dal suo
ingresso spirituale nella Parrocchia di Guidizzolo, il 6 gennaio 1972.
Da allora gli avvenimenti, le manifestazioni, le
opere da richiamare alla memoria sono innumerevoli; noi siamo gli osservatori e i protagonisti di un processo che nella chiesa e nella
figura del nostro parroco trova punti di riferimento essenziali.
Al suo arrivo don Adriano trovò la chiesa impegnata con i lavori di ristrutturazione, una serie
di interventi che si sono poi diluiti nell’arco di
quasi quarant’anni e ci hanno reso una serie di
edifici che ospitano oggi tante persone indaffarate e partecipi in attività diverse, a cominciare dai ragazzi che all’oratorio si danno quotidianamente appuntamento. Eppure il nostro
parroco è presente nelle nostre vite in modo
molto più intimo e allo stesso tempo diffuso:
con la preghiera e l’insegnamento catechistico durante il cammino verso i sacramenti, in
ogni ente e associazione inaugurata con una
sua benedizione, nelle visite alle famiglie, nelle tragedie familiari, nelle feste paesane dal
carnevale alla sagra, nei pellegrinaggi e nelle
gite, nelle attività sportive e di animazione, in
ogni presepe e nelle processioni pasquali, nei
cataclismi ambientali, tra le foglie d’ulivo, negli incontri e nei convegni di approfondimento
culturale, nel canto della corale e nel suono
delle nuove campane, nella liturgia domenicale, al fianco di don Matteo e di fra Enrico.
Ciascuno, sfogliando il proprio album di foto-
grafie, troverà sicuramente don Adriano da
qualche parte. Il giorno della comunione o
della cresima, in un’istantanea durante la cerimonia del matrimonio, in qualche ricorrenza
particolare. Poi c’è il quaderno dei ricordi dove
il nostro parroco occupa un posto particolare,
soggettivo, legato alle esperienze personali
che comunque spesso sono state condivise
con la comunità. È in questo album che possiamo sentirlo vicino ed è tra queste pagine che
non dobbiamo mancare di aggiungere le nuove
immagini del 15 giugno. La sua festa…al fianco
della sua famiglia.
Claudia Morselli
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7
salute
Argomenti medici semplificati da Elodio Perani di Guidizzolo
L’insufficienza flebo-linfatica degli arti inferiori
Per la basilare comprensione di questo
argomento, ritengo indispensabile premettere
la spiegazione delle parole chiave, cioè “ liquido interstiziale “, riprendendola dalla personale
esemplificazione già fatta in passato.
Immaginiamo quindi un contenitore
pieno di sassi in cui possiamo ancora versare
dell’acqua che, insinuandosi negli spazi vuoti,
non deborda.
Compariamolo ora alla porzione di un
qualsiasi tessuto corporeo fra le cui cellule (spazi interstiziali) i capillari arteriosi riversano il loro
liquido nutritizio.
L’insufficienza flebo-linfatica degli arti
inferiori è un retaggio della società moderna i cui
motivi di lavoro spesso inducono a prolungata e
ferma stazione eretta e costrizione seduta per
lungo tempo.
La tipica espressione clinica di questa
patologia è la pesantezza ed il dolore degli arti
inferiori, solitamente serotini, che spesso regrediscono con il riposo.
Il corrispondente quadro notturno è
scientificamente definito come “gamba senza
riposo” in cui la componente neurologica trae
spesso origine dal problema vascolare.
Per questi motivi l’angiologo, insieme al
cardiologo, al dietologo ed a tanti altri specialisti medici, consiglia le corrette abitudini di vita
di cui, in più situazioni e per varie volte, abbiamo
trattato.
Il meccanismo emodinamico che provoca il movimento dei fluidi nei nostri tessuti è
rappresentato dal sistema circolatorio.
Il cuore pompa il sangue nell’albero
arterioso verso la periferia che poi ritorna per
effetto di un reflusso (vis a tergo) mantenuto da
una susseguenza valvolare e coadiuvato da una
discreta pulsione di parete delle vene e dei linfatici.
Questo ritorno è favorito dal cammino
tramite le ripetute compressioni della spugna
plantare, provocate ad ogni passo.
In particolare si mobilizza la colonna
ematica delle grosse vene, si riduce la pressione
nella microcircolazione e si previene il danno tissutale.
Dal canto loro i muscoli, con le loro contrazioni, favoriscono questo lavoro.
Detti sistemi però non sono i soli deputati
a mantenere il corretto ritorno venoso e linfatico
che previene l’edema; esiste anche un delicato
lavoro osmotico fra il liquido interstiziale ed i terminali dei capillari arteriosi, venosi e linfatici nel
quale sono sospesi.
La pressione dei capillari arteriosi è di
circa 15 mm/Hg mentre nel liquido interstiziale
è addirittura negativa: per effetto di questo gradiente c’è una fuoriuscita di sostanze nutritive.
A sua volta quelle macromolecole proteiche che per le loro dimensioni non possono
entrare né nelle fenestrature della parete cellulare né in quelle dei capillari venosi, vengono
convogliate nei capillari linfatici per la maggiore
grandezza di questi loro forami.
Successivamente si riuniscono in collettori maggiori per terminare nei dotti linfatici
principali che, con attività peristaltica centripeta, si gettano nella vena cava appena prima che
questa raggiunga il cuore.
Senza questa via, la permanenza nell’interstizio di macromolecole proteiche crea una
situazione di edema che, se cronicizzato, sfocia
in fibrosi tissutale irreversibile.
Per quanto riguarda la patologie venose
è basilare chiarire il duplice legame che hanno
con gli edemi: in un senso possono riflettersi sul
versante capillare creando una pressione idrostatica che stà alla base dell’imbibizione interstiziale (edema), in un altro senso gli stessi edemi
cronici possono essere causa (si valuta il 20%) di
trombosi venose profonde.
La distinzione clinica fra i vari tipi di edema non è semplice anche se possibile sulla base
di alcune caratteristiche.
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spurghi civili ed industriali
lavaggio tubazioni ad alta pressione
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Guidizzolo (MN) tel. 0376 849544 cell. 335 7587441
A.
B.
C.
l’edema venoso puro è molle, spesso bi
laterale, presente nella stazione eretta,
scompare in clinostasi prolungata.
C’è sensazione di pesantezza degli arti
inferiori, parestesie e talvolta crampi
notturni.
E’ a componente prevalentemente ac
quosa essendo bassa la quota di protei
ne nel liquido interstiziale.
il linfedema ha una consistenza maggiore, non è facile evidenziarne un’impronta dopo compressione digitale, è
frequentemente monolaterale e compare interessando prima le parti distali
(piedi) per poi risalire.
In clinostasi anche prolungata regredisce solo parzialmente.
C’è importante componente proteica
e la sintomatologia è silente solo negli
stadi iniziali
il flebolinfoedema è praticamente la
somma dei due precedenti: la venografia e la linfoscintigrafia evidenziano un
frequente ritardo della comparsa del
tracciante nelle stazioni inguinali.
Una varietà di questa forma è l’edema
da immobilità che si verifica ad esempio
negli esiti di una frattura e nelle patologie neurologiche paralizzanti con formazione di quella fibrosi tissutale
già definita a proposito delle ostruzioni
linfatiche.
E’ una situazione che porta ad un duplice grave danno compressivo:
1) sui nervi somatici sensitivi e motori che perdono la loro conduzione,
2) sulle terminazioni nervose che controllano in
maniera automatica la motilità dei vasi.
In questo caso, passando dalla posizione sdraiata a quella eretta, la grande
quantità di sangue che ristagna negli
arti inferiori crea un ipoafflusso al cervello, responsabile di temporanee perdite di coscienza.
In conclusione l’edema, avendo una
eziologia multifattoriale, richiede una varietà di
supporti terapeutici: quelli sintomatici classici,
eparine a basso peso molecolare, sono praticamente sottintesi nelle cause mentre l’uso della
calza antitromboembolica pare non sia sempre
di incidenza favorevole.
Ne aggiungerei uno relativo al bilancio
e al destino delle quote e delle funzioni proteiche
su cui in bibliografia, a mio avviso, non esistono
sufficienti evidenze.
Per me è un punto cardine che ora sono
costretto a lasciare irrisolto senza però seppellirlo.
9
Intervista all’Assessore
Laura Toniato
Laura Toniato, brillante avvocato con studio a Castiglione delle Stiviere, Assessore
alle Politiche Culturali e Scolastiche, risponde alle nostre domande con la chiarezza propria della sua professione e con l’entusiamo caratteristico della sua età.
Dimostra competenza e conoscenza dei problemi che intende affrontare con la
“caparbia” certezza di riuscire, almeno in parte, a risolverli con equità per il bene
della nostra comunità.
Assessore, che cosa l’ha spinta ad accettare
questo assessorato?
Motivi di carattere sociale o politico?
Per chi mi conosce la risposta a questa domanda è sin troppo ovvia: i motivi sono esclusivamente di carattere sociale. Però se parlando di
“politica” intendiamo un luogo di scelte allora
è evidente che anche il carattere politico ha la
sua specifica importanza. Prima di continuare
vorrei approfittare di questa occasione per porgere un sincero ringraziamento, mio personale
ed anche di tutta la comunità guidizzolese, alla
dott.ssa Stefania Monici che mi ha preceduto in
questo compito che, le assicuro, è molto delicato. Ciò infatti che deve essere sempre ritenuto
prioritario in ogni intervento è l’interesse di bambini e ragazzi che devono avere la possibilità di
apprendere e crescere con serenità. L’ambito
della scuola, un po’ come la sanità, a mio avviso
è uno di quelli dove chi vi lavora deve intendere
la propria attività come una “missione”.
Qual è l’aspetto che l’ha maggiormente gratificata?
Senza ombra di dubbio gli incontri, pur se purtroppo saltuari, con i ragazzi ed il continuo confronto con i genitori ed il mondo dei docenti.
Sono stata nelle aule della primaria lo scorso
anno così come ritaglio sempre il tempo quando c’è qualche appuntamento che vede coinvolti gli studenti, ed è sempre un momento
molto coinvolgente. A volte si critica il mondo
della scuola così, a priori, quasi fosse un luogo
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comune ormai. Devo dire invece che ci sono
ancora insegnanti così entusiasti del loro lavoro, del loro compito, che trasmettono così tanta
energia e passione da essere trainanti e coinvolgenti per tutti, non solo per i loro studenti.
L’ambiente della scuola è certamente il più vivo
e stimolante, sempre spunto di confronto e di
sollecitazioni.
di estrema importanza e stia dando i propri frutti. Certo, ci vuole tempo e bisogna insistere; la
conoscenza della nostra lingua è senza dubbio
uno degli elementi in grado di aiutare il cittadino
straniero in ogni attività quotidiana. Già l’anno
scorso avevamo organizzato il corso apposta
per donne straniere. La mamma, in qualsiasi nucleo familiare, ha un ruolo preponderante
nell’educazione dei figli e le donne straniere a
volte, mancando di occasioni per coltivare relazioni al di fuori della propria famiglia, mantengono gravi difficoltà con la nostra lingua. Credo
che sia davvero importante offrire alle donne
La forte presenza di cittadini extracomunitari pro- straniere l’occasione di imparare la nostra linvoca problemi di identificazione e di adattamento gua, per consentire sia una emancipazione perin molti settori. Come viene affrontato il problema sonale sia una continuità nell’educazione che
la scuola sta impartendo ai loro figli.
nel mondo della scuola?
Personalmente credo che la fortissima immigrazione di questi anni ci abbia trovati imprepa- Come sono affrontati i problemi relativi alle mamrati oppure sia stata gestita non in modo appro- me che lavorano e necessitano di un ‘nido’ per i
priato. In ogni settore, basti pensare al mondo bimbi più piccoli?
del lavoro ed alle difficoltà di inserimento, di Con la Cooperativa Orizzonti il Comune ha una
relazione, di formazione e addestramento. E’ Convenzione per la gestione di strutture adatte
ovvio che anche la scuola ha risentito di questa “ondata” di immigrazione. I flussi migratori
dovrebbero essere regolati anche in funzione
della capacità che la scuola ha di accogliere i
nuovi studenti: prima di tutto per la loro dignità.
Oppure si dovrebbero aiutare le Istituzioni, intese come Amministrazione e Scuola, a rispondere a queste nuove esigenze che hanno una
crescita esponenziale. Quando parlo di aiuto
non intendo solo a livello economico ma anche
a livello organizzativo e di supporto al personale docente. Gli insegnanti sono i primi ad avere
la necessità di una adeguata assistenza fatta prima di tutto di cooperazione, incontrando
grandissime difficoltà. Credo comunque che le
diversità debbano essere un arricchimento ed
è in questo senso che bisogna muoversi.
Qual è l’aspetto che più l’ha delusa?
Cosa vuole, ogni attività ci porta inevitabilmente delle delusioni. A volte sono gli atteggiamenti
delle persone che immaginavi diversi, altre le
difficoltà. Ma è certo che quello che delude di
più è l’accorgersi che certe persone mantengono una facciata per opportunità e convenienza
ma la sostanza è tutt’altra. Le difficoltà sono
messe in conto in partenza e, se uno crede in
quello che fa, non sono mai ostacoli insormontabili, la falsità invece ti prende sempre alla
sprovvista e ti può davvero mettere in crisi.
I corsi di “alfabetizzazione” per adulti extracomunitari stanno dando risultati positivi per frequenza e impegno?
Se consideriamo che nel nostro Comune gli immigrati saranno pressoché un migliaio mi verrebbe da risponderle negativamente. Tuttavia
mi pare invece che anche questa attività risulti
a soddisfare questa esigenza. Dico strutture, al
plurale, in quanto dopo una prima aperta alcuni anni fa proprio lo scorso ottobre ne è stata
inaugurata una seconda che ha subito registrato il “tutto esaurito”. Oggi, sempre più spesso,
entrambi i genitori si trovano a dover lavorare
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e inevitabilmente si moltiplicano le necessità
di ricercare un aiuto nella gestione familiare.
L’Amministrazione ha il dovere sociale, morale
e giuridico di aiutare la famiglia.
Il bilancio del Comune riesce a sopportare i costi,
sempre in aumento, per il diritto allo studio?
La risposta potrebbe ridursi in un monosillabo,
ma a mio avviso va un po’ meglio articolata. Vi
sono ambiti del Diritto allo Studio che l’Ammini-
pochi. Consideriamo però che la nostra comunità ha moltissime esigenze, tutte ugualmente legittime ed a tutte l’Amministrazione deve
dare uguali risposte. Sa cosa mi rammarica,
a proposito di una domanda precedente? Che
spesso vengano date alle scelte delle letture di
schieramento politico. Sarebbe davvero scellerato usare criteri da schieramento politico
per gestire un ambito che deve necessariamente rimanere sopra ogni parte. Sono convinta che la Scuola, con la S maiuscola, debba
consentire ai nostri ragazzi di fare scelte libere,
che possono venire solo da una cultura libera
e non selettiva.
L’informatica sta irrompendo nel mondo della
scuola. Come pensa di affrontare dal punto di vista economico questa nuova realtà?
Come sempre rispondendo positivamente alle
richieste della scuola stessa. Vede, il nostro
Comune è sempre stato attento a ciò che la
scuola propone. Nel settore specifico allestendo già da anni le aule di informatica tanto alle
elementari che alle medie. Aule che proprio in
questi mesi sono state completamente rinnovate con il contributo anche di alcune Aziende
locali e la spesa, a carico del bilancio comunale, è stata di oltre 15.000 euro.
L’Assessore Laura Toniato
con Giammarco Ferrari,
Presidente del Consiglio
Comunale dei ragazzi
strazione comunale deve garantire. Mi riferisco
alle mense scolastiche, ai trasporti, all’assistenza sugli scuolabus; mi riferisco poi in particolare alle cosiddette ‘assistenza ad personam’
nei riguardi di studenti certificati con oggettive
difficoltà. Abbiamo poi richieste di pre o post
scuola e richieste di interventi per le attività
integrative: corsi musicali, di alfabetizzazione,
di teatro, di psicomotricità, di lingua inglese già
per i più piccini (ne cito solo alcune). E’ chiaro
che in questi termini gli oltre 584.000 euro (di
cui 434.842 interamente a carico del bilancio
comunale) stanziati annualmente per il diritto
allo studio potrebbero sembrare tanti ma anche
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Nella vita personale e professionale quali conseguenze sta portando questa sua esperienza?
Quando mi prendo un impegno cerco sempre
di dedicare il tempo necessario. E’ evidente
che questo comporta una contrazione di disponibilità soprattutto nei confronti del lavoro,
ma mai nei confronti della famiglia e dei figli. I
miei figli vengono prima di tutto e ogni momento è comunque sempre per loro. Ritengo che
spendere parte del proprio tempo per qualcosa
che non ha un ritorno diretto su se stessi sia
motivo di crescita e occasione per realizzarsi.
Sono cresciuta in una famiglia che si è sempre impegnata nel volontariato e anche questa
mia parentesi politica è da intendersi in questo
senso: tempo speso mettendo a disposizione le
proprie capacità per tutti.
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Fra Enrico è
sacerdote
Lo scorso 3 maggio è stato ordinato sacerdote nel Duomo di Verona
dal vescovo della città scaligera Mons. Zenti.
Fra Enrico da Commessaggio ha così coronato la propria vocazione insieme a quella alla
vita religiosa tra i “Fratelli di San Francesco”,
e domenica 11 maggio fra Enrico ha celebrato
la prima S. Messa solenne nella chiesa parrocchiale di Guidizzolo, il comune dove ha vissuto
gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza.
La parrocchiale per l’occasione era gremita: dai familiari agli amici di famiglia, dai tanti
ragazzi ex compagni di scuola che non hanno
mai dimenticato questo loro coetaneo “…che
non trovava la sua pace interiore in ciò che al
contrario soddisfava un po’ tutti noi” ci diceva
tempo fa uno di questi amici.
Accanto a fra Enrico, sull’altare, il parroco don
Adriano, il vicario don Giampaolo, il guidizzolese don Matteo Palazzani e don Dino, parroco
di Cavriana dove anni addietro risiedeva la famiglia. “In questi cinquant’anni di vita sacerdotale, ha ricordato don Adriano al termine della
celebrazione solennizzata dai canti della corale
e del coro giovani, ho avuto la straordinaria fortuna di vedere diversi dei “miei” ragazzi rispondere alla particolare chiamata del Signore alla
vita sacerdotale o religiosa: fra Enrico è uno di
questi, ed è per me una grande gioia”.
A questo saluto ha risposto lo stesso novello
sacerdote: “La fede è stata per me una scoperta graduale. Lontano dalla vita della Chiesa fino
ai 20 anni, mi sono trovato nel classico “vicolo
cieco”, ma la piccola fiammella di speranza che
ancora mi restava nel cuore è bastata al Signore Gesù per far sì che lo riconoscessi nella sua
presenza che libera e dà pace. Così il Signore
è diventato, lentamente, “l’unica ricchezza a
sufficienza”, come si legge in una preghiera di
san Francesco. Spero di compiere fedelmente
il mio ministero e per questo confido nella grazia di Dio «dal quale tutto proviene» (1Cor 2,6) e
anche nella vostra preghiera”.
Un lungo e caloroso applauso ha accompagnato le parole di fra Enrico Salardi che vive la propria conventuale a Nogarole Rocca.
L’Unzione delle mani e
la prima Messa solenne
celebrata a Guidizzolo
Sergio Desiderati
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Games area
A cura di Davide Truzzi
I lettori possono suggerire consigli che siano di interesse generale
Le migliori 10 console
In questo numero ho deciso di stilare una classifica delle migliori 10 console della
storia dell’intrattenimento videoludico, dandone una breve descrizione.
1. Nintendo 64
Questa console, nata nel 1996, con ben 320 milioni di unità vendute e con capolavori come
“Mario 64 ” e “The Legend of Zelda” rappresenta il vero pilastro dell’industria videoludica.
2. Playstation 2
L’ammiraglia di casa Sony, dotata di un hardware ad alte prestazioni, ha giocato un ruolo
fondamentale sin dalla sua uscita nel 2000, con
120 milioni di unità vendute. Complici di questo
successo titoli come “Metal gear solid 2” e
“Gta San Andreas”.
3. Gameboy
Una vera rivoluzione nel mondo del gaming.
La prima vera console portatile di tutti i tempi.
Dotato di un piccolo schermo lcd integrato e di
una giocabilità immediata, la piccola console
riuscì nel 1988 ha sfondare nei mercati videoludici di tutto il mondo, grazie inoltre a titoli come
“Tetris” e “Super Mario World”
4. Xbox 360
Prima console ad essere denominata “NextGen” nel anno della sua uscita, il 2005. Sistema
di intrattenimento a 360 gradi, la console Microsoft ha saputo in questi ultimi anni dimostrare
il proprio elevato potenziale, distinguendosi in
termini tecnici e di funzionalità.
5. Super Nintendo
Predecessore del Nintendo 64, il Super Nintendo, uscito nel 1990, è stata la console in grado di portare lo storico marchio giapponese
nell’olimpo videoludico. Una console in grado
di distinguersi per semplicità e giocabilità.
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6. Sega MegaDrive
Vero e proprio gioiello dell’epoca, alla sua uscita nel 1988 la console sega spopolò in tutto il
mondo. Forte di una line up originale e di qualità
, contenente titoli come “Sonic”, questa conole
preparò involontariamente il campo al proprio
diretto concorrente, il Super Nintendo.
7. Atari 2600
Prima vera console di tutti i tempi a cartucce,
l’atari 2600 rappresenta il punto di partenza di
tutta l’attuale produzione videoludica. Uscito
nel 1977, divenne famoso grazie a titoli famosissimi come “Space Invaders” e“ Pac-Man”.
8. Nintendo Ds
Naturale evoluzione del Gameboy, il nintendo Ds ha rivoluzionato il mondo delle console
portatili, grazie all’utilizzo di due schermi lcd, di
cui uno touch screen ed implementando così
nuove funzionalità e originali meccaniche di
gioco.
9. Nintendo Wii
Più che una console una filosofia di vita. Così
la casa nipponica ha definito la propria nuova
console di ultima generazione. Hardware che
fa della giocabilità e non della potenza il proprio cavallo di battaglia, grazie ad un controller
wireless.
10. Playstation 1
Prima esperienza in casa Sony all’interno del
mondo videoludico, la playstation 1 fu una perfetta fusione di giocabilità e varietà, grazie ad
una delle più vaste line up di tutti i tempi.
Il valore dello sport
di Martina Grandelli
Il 6 aprile 1896 vi furono le prime olimpiadi moderne. Dopo ben 1503 anni di pausa, decretata
dall’imperatore Teodosio che le aveva soppresse, la fiaccola olimpica tornò ad ardere ed a
passare di mano in mano, solenne simbolo di libertà, correttezza, lealtà, e naturalmente sport.
La città scelta per queste olimpiadi moderne
fu, per ovvi motivi storici, Atene, fulcro delle
gare e della maratona.
Infatti la prima maratona nacque proprio
in Grecia, grazie ad
un corridore di nome
Filippide. Egli, per annunciare la vittoria
di una battaglia, fece
di corsa, senza mai
fermarsi, ben 40 km.
Morì poi per la fatica
appena raggiunto il
suo obbiettivo.
Il valore delle olimpiadi è proprio questo:
correre, vivere uno
sport con degli ideali
e credere in alcuni
valori come la solidarietà e l’uguaglianza.
Temo sia proprio questo che manca oggi.
Sarà che il mondo è
cambiato, che siamo
affetti da nichilismo e
vittime del consumismo; sarà che la civiltà di
oggi purtroppo non si fonda più su valori, ma
sul denaro, sull’apparenza.
Ormai la correttezza è “fuori moda”, è un post
scriptum che molti mettono da parte, ignorano.
Gli stadi sono colmi di tifosi che non vanno tanto per amore del calcio, quanto per sfogare la
rabbia repressa ed avere qualcuno contro cui
accanirsi. Ora non voglio fare di tutta l’erba un
fascio… Credo, mio malgrado, non si giochi
più per amore dello sport. Tutti gli atleti negheranno, eppure rispondo che, se davvero si giocasse per amore dello sport, alle entrate degli
stadi non ci sarebbero controlli così severi, non
si sarebbe costretti a nascondere l’accendino
nelle calze per poter fumare una sigaretta sulle
tribune… Tutte conseguenze di atti vandalici, di scontri avvenuti
durante e a fine partita.
Quindi, in questo Occidente che sembra
sul punto di sgretolarsi, perché non ridare
un’occhiata ai primi
giochi olimpici ateniesi? Perché non ricordare quando si gareggiava con la voglia di
stare insieme, divertirsi e mettere alla prova
il proprio corpo?
Alla fine, in ogni aspetto della vita, sono sempre questi che mancano alla nostra Italia, i
valori. Valori cardinali
a cui aggrapparsi, cui
fare riferimento. Ideali
che fin dall’antica Grecia ci sono stati tramandati e che sono necessari per convivere e per essere una società.
Si potrebbe partire proprio da quella fiaccola
olimpica che, per essere passata, fa si che le
mani dei diversi atleti si sfiorino; anche questo,
piccolo grande gesto, è simbolo di unione e
sportività.
La “Camminata
della salute” del
1° maggio 2002
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Il paradiso non è
così lontano
di Manuel Barallobre Polo
Nosy Tanikely, lemure
allo stato brado,
mammifero tipico del
Madagascar
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Quando si pensa ad una bella vacanza, si pensa subito alle Maldive, alla Polinesia, alle Seychelles oppure ai Caraibi, dove il mare, la natura e il lusso sono all’ordine del giorno. Ma oggi
non voglio raccontarvi l’ennesima vacanza da
viaggio organizzato. Voglio parlarvi di un posto dove ancora il turismo di massa non è così
marcato, dove gli animali sono unici al mondo,
dove la vegetazione è veramente
verde e il mare proprio da “cartolina”. Vi parlerò del Madagascar. Il Madagascar è un’isola
dell’Oceano Indiano, che rimane
a sud-est del continente africano
e vanta una dimensione di quasi
due volte l’Italia, con una popolazione altrettanto numerosa, la
sua capitale è Antananarivo. La
lingua ufficiale è il malgascio, ma
si parla benissimo il francese, un
po’ meno l’italiano e l’inglese non
sanno cosa sia. Il fuso orario è di
2 ore avanti e il clima è sempre
tropicale, escludendo i tre mesi
da gennaio a marzo dove le precipitazioni sono abbondanti e si può
verificare qualche ciclone.
Il Madagascar è un posto fantastico sia per le escursioni nell’entroterra, con i suoi parchi e riserve naturali, dove abitano specie di
flora e fauna uniche al mondo, che
a livello di mare, dove può capitare di assistere al passaggio stagionale delle balene. Il nostro viaggio
sarà impostato nella formula mare full-time e
si concentrerà sulla parte nord-ovest dell’isola,
dove ci sono la maggior parte degli alberghi del
Madagascar, l’isola di Nosy Be. Il mese scelto,
settembre; quando in Italia non si parla più di
vacanze perché il clima ormai inizia a cambia-
re e il lavoro riprende il suo ritmo abituale, noi
partiamo per scoprire questa meta da sogno.
Non aspettatevi il lusso delle Isole vergini oppure delle Bahamas, ma sì un ambiente molto accogliente e alla mano. Il nostro albergo
“Coral Noir”, di gestione italiana, è veramente
quello che ci aspettavamo: immerso nella natura, pieno di alberi da frutta e fiori dappertutto,
con tartarughe che girano per le camere e il
mare attaccato alla struttura. Dopo l’aperitivo
del primo giorno conosciamo Arnaud, un ragazzo molto organizzato che fa il “beach-boy”
e parla bene l’italiano. In poche parole, ci organizziamo in un gruppo di massimo sei persone
e “assoldiamo” Arnaud per farci da guida per
tutta la durata della nostra vacanza che inizia
subito il giorno dopo. Il mattino seguente, come
stabilito, alle otto meno dieci Arnaud, che più
che malgascio sembrava svizzero, è davanti
al nostro albergo con due auto noleggiate e i
rispettivi autisti. Noi, come c’era da aspettarsi,
arriviamo un po’ in ritardo, ma dopo le scuse il
gruppo è pronto per partire per la prima giornata di escursione che ha come meta le isole
Nosy Komba e Nosy Tanikely. Arriviamo nella
prima e troviamo un’isola piena di vita, niente
modernità. Tutto quello che troviamo è quello
che realmente serve per vivere in armonia e
tranquillità: alcune case con i muri di mattoni,
altre in legno e al posto del pavimento, nella
maggior parte dei casi, c’è la terra ma con molta
dignità; le donne che fanno il bucato al lavatoio
del paese; alcuni uomini sono a pesca, altri si
dedicano all’artigianato; i bambini con ancora
le divise della scuola ci vengono incontro per
giocare e darci il benvenuto nel loro regno. Si
ci troviamo proprio nel regno dell’essenziale!
Ci addentriamo per curiosare nei piccoli sentieri che costeggiano le case dove gli artigiani
mostrano le loro creazioni e posso dire che la
loro abilità nell’artigianato è veramente d’alta
qualità. Procediamo lungo un percorso che
comprende il mercatino delle tovaglie ricamate con dei disegni veramente d’artista ed una
passeggiata nella boscaglia dietro le loro case
dove troviamo: un pitone di mezza taglia che
ci arrotoliamo sul collo per le foto da mostrare agli amici, un’enorme tartaruga che posa
tranquillamente per lasciarsi fotografare e dei
particolarissimi camaleonti oriundi del Madagascar che si mostravano curiosi della nostra
presenza. Poi arriviamo al posto dove di solito
danno da mangiare all’animale più fotografato
e più amato del Madagascar, nonché il più atteso da me, il lemure. Un ragazzo del posto ci dà
alcune banane da tenere in mano e, all’improvviso, come fulmini scatenati, arrivano da tutte
le parti, un’invasione di lemuri che ti salgono
da per tutto e ti rubano le banane. Un attimo
dopo ti girano attorno più disinibiti come per
chiederti ancora da mangiare. Per chi non lo
conosce, il lemure è molto simile alla scimmia,
ma con gli occhi molto più grandi che sembra
escano dalle orbite ed una coda lunghissima.
Sono molto socievoli e girano sempre in gruppo. Dopo una lunga serie di scatti da vera passerella milanese, saliamo a bordo dei nostri
motoscafi da 115cv e ci dirigiamo a tutto gas,
come nelle riprese di inseguimento d’un film di
James Bond, verso la seconda e più rilassante
destinazione del giorno, Nosy Tanikely o Isola
dei lemuri. Subito dopo l’arrivo ci tuffiamo nella
stupenda acqua cristallina e un’ora dopo Arnaud ci chiama per pranzare a base di pesce
fresco ai ferri, aragosta e gamberi; tutto questo in presenza dei lemuri che non sembrano
infastiditi, anzi, ogni tanto vengono a prendersi
qualcosa al nostro tavolo. La giornata prosegue tra passeggiate fra le colline piene di alberi di mango e banani, snorkeling e tanto relax. Il
secondo giorno facciamo la gita più bella della
nostra vacanza, un posto da incorniciare nella
memoria di chi lo visita, Nosy Iranja. L’aspetto
più significativo dell’isola è che essa è divisa
in due piccole isole collegate fra loro da una
striscia di sabbia, percorribile solo quando c’è
la bassa marea (fino a mezzogiorno). L’isola ha
due realtà molto diverse l’una dall’altra: Nosy
Iranja Be, la più grande è abitata da persone
sempre sorridenti e disponibili, la seconda e
più piccola Nosy Iranja Kely ospita l’albergo
cinque stelle “Nosy Iranja” che, per farvi capire il lusso, prevede il trasferimento in elicottero dall’aeroporto all’albergo. Noi, non ancora
degni del “paradiso” sbarchiamo nel “mondo
terreno”, Nosy Iranja Be. Arrivo in perfetto
orario, ancora in tempo per fare la passeggiata da un’isola all’altra tramite questa striscia
di sabbia. E’ una sensazione unica al mondo, il
trovarsi a metà delle due isole che distano 1.5
km una dall’altra, da solo, con ancora 750 m
da percorrere e due spiagge profonde che si
avvicinano sempre di più verso di te. Ti guardi attorno e non vedi barche, tavole da surf,
moto d’acqua ed altro che di solito ingombra
il paesaggio naturalistico nelle zone di mare.
Vedi solo te ed una gran distesa di acqua
intorno. Una volta nella mia parte d’isola
“terrena” rimango per un po’ a fotografare le onde che si scontrano ferocemente
da ambedue i lati della striscia di sabbia
ormai inesistente. La giornata, dunque, si
presenta a base di spiagge bianchissime
con acque cristalline, tanti tuffi e tanto
sole. Nel pomeriggio saliamo sulla parte
più alta dell’isola per immortalare queste
due isole diverse, sotto lo stesso nome,
che di mattina si danno la mano e dal pomeriggio fino al mattino dopo si tolgono
la parola. Così finisce la nostra seconda
giornata di escursione nei pressi di Nosy
Be. Fin qui vi ho raccontato quelli che
penso siano stati i posti più belli di Nosy
Be. Da non trascurare altri posti che purtroppo, non avendo tanto spazio per raccontarli, devo solo limitarmi ad elencare.
Nosy Sakatia: piccola isola vicinissima
a Nosy Be bella
per passeggiare
e per fare snorkeling. Andilana:
la spiaggia più
bella di Nosy Be
forma una mezzaluna di sabbia
con le acque
turchesi ed un
paessaggio stupendo. La distilleria di Ylang
Ylang, da visitare le sue coltivazioni. Mont Passot con i suoi laghi vulcanici:
da visitare al pomeriggio per poter gustare al
meglio lo splendido tramonto. Se siete vicino a
Hell Ville, fate un salto per vedere il capoluogo.
Sono sicuro che tra qualche anno sarò pronto a
raccontarvi dell’entroterra di questo particolare
Paese, con persone dalla fisionomia afro-indoeuropea e comportamento timido. Se dovessi
racchiudere, in una frase, la mia esperienza in
questa terra, direi “un paradiso naturale e ancora incontaminato”.
Striscia di sabbia
dall’Isola di Nosy Iranja.
Bambina con i tipici
decori sul viso.
Camaleonte sull’isola
Nosy Komba.
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Noi e la legge
A cura di Laura Leorati, avvocato
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
Azioni individuali e collettive
a tutela del consumatore
Nel precedente numero si è parlato di pratiche
commerciali scorrette, ingannevoli o aggressive. In questo articolo, invece, si vuole guardare alla tutela del consumatore sotto il profilo
dell’esercizio dei diritti di recesso, d’informazione e di azione collettiva (class action). Il
codice del consumo, entrato in vigore nel 2005,
definisce il consumatore come “la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività
imprenditoriale o professionale eventualmente
svolta”. Sono esclusi quindi dalla tutela prevista dal codice tutti i soggetti con partita IVA
quali, tra gli altri, le ditte individuali e le società
di qualsiasi tipo. Prendiamo in considerazione
il diritto di recesso. Ogni consumatore che abbia sottoscritto un contratto avente ad oggetto
la compravendita di un bene o l’utilizzo di un
servizio ha diritto di recedere entro 10 giorni
lavorativi dalla firma del contratto. Si parla, in
tal caso, di recesso incondizionato poiché esso
non deve essere fondato su una specifica motivazione e può dipendere semplicemente da
un ripensamento del consumatore. In tale ipotesi, “le sole spese dovute dal consumatore per
l’esercizio del diritto di recesso sono le spese
dirette di restituzione del bene al mittente, ove
espressamente previsto dal contratto” (es. le
spese postali per la spedizione del pacco).
E’ necessario, tuttavia, prestare attenzione ai
contratti di somministrazione e fornitura di servizi per i quali sia prevista un’attivazione immediata (o comunque entro i dieci giorni dalla conclusione del contratto) del servizio. In queste
circostanze, in forza del principio d’inefficacia
del diritto di recesso per le prestazioni già eseguite o in corso di esecuzione, il consumatore
non può più validamente rifiutarsi di pagare il
servizio di cui sta già fruendo.
Se ad esempio, allettato da una promozione,
l’utente accetta l’immediata attivazione del
servizio di telefonia, il contratto viene eseguito
determinando l’inibizione del recesso incondizionato da parte dell’utente stesso.
Oltre alla modalità incondizionata, ve n’è una
connessa all’inadempimento degli obblighi
d’informazione posti in capo al professionista.
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In tutti i casi di omessa, incompleta o erronea
indicazione delle informazioni ritenute essenziali, infatti, il consumatore può recedere entro
60 giorni per le negoziazioni di beni o servizi
fuori dai locali commerciali ed entro 90 giorni
per i contratti a distanza. Detto termine decorre, per i beni, dal giorno del loro ricevimento
da parte del consumatore mentre per i servizi
dalla data di conclusione del contratto.
Tra le informazioni che devono essere espressamente indicate, vi sono: le condizioni e le
modalità di esercizio del diritto di recesso incondizionato, l’indirizzo della sede del professionista a cui il consumatore può presentare
reclami, le informazioni sui servizi di assistenza
e sulle garanzie commerciali esistenti, nonché
le condizioni di recesso dal contratto in caso di
durata indeterminata o superiore ad un anno.
Infine, la legge finanziaria 2008 ha introdotto
l’art. 140 bis sull’azione collettiva risarcitoria
che legittima le associazioni di consumatori e
degli utenti a richiedere al Tribunale del luogo
i cui ha sede l’impresa di accertare e dichiarare la sussistenza del diritto al risarcimento
del danno e di restituzione delle somme spese
dai singoli consumatori, in conseguenza di atti
illeciti compiuti al di fuori dell’esistenza di un
contratto (responsabilità precontrattuale) oppure a seguito di pratiche commerciali scorrette quando ne derivi un danno per più consumatori. Qualora la domanda venga accolta, il
giudice dispone che l’associazione ricorrente
dia idonea pubblicità dei contenuti dell’azione
al fine di consentire a ciascun consumatore
di intervenire nel giudizio, di aderire all’azione
collettiva, di accedere alla procedura di conciliazione oppure di promuovere azioni individuali autonome. Trattasi di un’azione collettiva
che consente, ai soggetti che si trovano accomunati da un medesimo interesse o diritto, di
essere tutelati e risarciti rimanendo inerti e avvantaggiandosi dell’eventuale sentenza di condanna al risarcimento ottenuta, ad esempio,
nei confronti di grandi società o multinazionali
che normalmente sono difficilmente attaccabili
dai singoli.
Noi e il fisco
A cura di Giulia Avanzi, ragioniere commercialista
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
Antiriciclaggio: nuovi
controlli sui clienti e limiti
A seguito delle recenti modifiche restrittive introdotte in tema di emissione di assegni si è tornato a parlare diffusamente di antiriciclaggio. Vi
sono però anche altre novità che interessano un
numero elevato di contribuenti e che meritano
di essere riepilogate.
Un provvedimento legislativo del 2007 ha previsto controlli più accurati sulle motivazioni che
determinano l’effettuazione di operazioni finanziarie e professionali e sull’identità della clientela.
I principali controlli consistono quindi:
- nell’identificare il cliente ed, eventualmente, il
soggetto per il quale egli opera;
- nell’identificare il “titolare effettivo”, ossia colui che detiene il controllo della persona giuridica-cliente (si pensi ad esempio alle società di
capitali);
- nel far dichiarare lo scopo e la natura del rapporto che si instaura; in pratica il cliente dovrà
dire, ad esempio, che stipula un mutuo per poter
acquistare una casa, o apre un nuovo conto corrente per organizzare meglio la parte gestionale
della propria azienda o che intende costituire
una nuova società per permettere ai propri figli
di inserirsi in un’attività imprenditoriale;
- nel monitorare costantemente il rapporto instaurato. In pratica tutte le informazioni raccolte
verranno archiviate in modo da poterne verificare nel tempo l’attendibilità.
Tutte le informazioni richieste porteranno alla
stesura di un “profilo di rischio” di esposizione
al riciclaggio, anche non consapevole, del cliente.
Vista l’importanza della norma il legislatore prevede pesanti sanzioni penali in caso di indicazioni false o mendace.
Nuove regole per gli assegni
I nuovi assegni (bancari, postali, circolari e
cambiari) devono riportare la clausola «non trasferibile» nonché il nome o la ragione sociale
del beneficiario.
E’ ancora possibile munirsi di assegni senza la
clausola «non trasferibile»: andranno però richiesti alla banca (o alle Poste) in forma scritta,
costeranno 1,5 euro l’uno (a titolo d’imposta di
bollo) e potranno essere emessi esclusivamente
per importi inferiori a 5.000,00 euro.
Solo questi assegni potranno essere «girati», ma
per ogni girata si dovranno indicare, sul retro, il
nome e il codice fiscale del «girante» (della persona fisica o, nel caso di società, della società
stessa): non è possibile incassarlo se mancano
questi dati.
Non è possibile fare “girate” per gli assegni intestati «a me stesso», «a me medesimo»:di questi è ammesso all’incasso, in banca o in posta,
solo chi li ha emessi.
I “vecchi” assegni ancora posseduti, si potranno utilizzare liberamente per importi inferiori a
5.000,00 (senza imposta di bollo); se invece se si
vorranno emettere per valori pari oppure oltre
tale limite, andrà apposta la dicitura «non trasferibile».
Le emissioni di assegni in forma libera verranno
segnalate all’Amministrazione Finanziaria
Contanti e libretti
E’ stata ridotta la possibilità di trasferire contanti, libretti di deposito e titoli al portatore: il
limite massimo è ora di 5.000,00 euro contro il
12.500,00 in vigore in precedenza (limite ulteriormente abbassato a 2.000,00 euro se il trasferimento avviene tra soggetti che svolgono attività
di money transfer).
Stesso limite anche per i libretti al portatore: dal
30 aprile 2008 non è più consentito aprirne uno
per un valore pari o superiore a questo tetto. E
chi il 30 aprile si trovava in possesso di uno più
libretti oltre il valore soglia, avrà 14 mesi di tempo (ossia entro il 30 giugno 2009) per mettersi
in regola, scegliendo tra: l’estinzione, il prelievo
della somma in eccedenza e la trasformazione
del libretto in “nominativo”.
Infine, se si intende cedere un libretto al portatore, è ora necessario comunicare alla banca i
dati della persona cui lo si cede e la data della
cessione.
Sanzioni
La Norma prevede anche delle sanzioni: in caso
di compilazione o utilizzo scorretto degli assegni vanno dall’1 al 40% dell’importo trasferito; in
caso di libretto non regolarizzato entro il termine stabilito si rischia di pagare dal 10 al 20% del
saldo.
19
Psicologia
a cura della Dott.ssa Giulia Stuani
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
Che succede se dentro
c’è il vuoto?
Dai risultati del 7° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza emerge che un bambino su tre, dai 7 agli 11 anni di
età, naviga in internet senza controllo da parte
dei genitori e spesso questo avviene di sera o di
notte. Inoltre, una ricerca realizzata da Telefono
Azzurro-Eurispes ha evidenziato che il 20 % dei
ragazzi in intenet ha incontrato almeno una volta
un adulto che “dava fastidio”; il 75% di loro sostiene di aver intrapreso rapporti di amicizia con
persone conosciute in chat e di averli poi incontrati davvero.
Questi dati possono allarmare, ma dobbiamo farci spaventare dagli eventuali rischi che le nuove tecnologie possono nascondere. Ricordiamo
che internet, e con esso le possibilità di raggiungere facili relazioni ed informazioni in tempo reale, non è una “bestia da dissacrare”: ha notevoli
utilità, ha enormemente facilitato molte attività,
può essere molto comodo per lo studio. Certo,
in quanto tecnologia ancora sconosciuta ai più,
può avere i suoi lati deboli e difficoltosi, ma se
conosci “il nemico” sai come difenderti.
Il rischio insito nell’utilizzo di internet da parte
dei ragazzi molto giovani sta nell’unione di due
fattori: la poca esperienza che i ragazzi hanno
delle relazioni sociali e la loro difficoltà nell’inquadrare gli scopi della gente che si presenta
loro, e la scarsa conoscenza che i genitori di
questi ragazzi hanno nei confronti di internet,
delle chat e dei vari modi che si possono utilizzare per entrare in contatto con altre persone in
modo virtuale. Le chat, che sono letteralmente
“chiacchierate” che si possono fare attraverso
il computer, non sono da demonizzare: possono
20
avere un buon valore anche di relazione, ma, su
ragazzi così giovani, hanno necessità di essere
supervisionate da un adulto.
Il rischio delle tanto discusse “pedofilia” e “pedopornografia” ha motivo di esistere nel momento
in cui un genitore non ha sufficiente dialogo con
il proprio figlio e non sa cosa questo faccia nella
sua camera davanti al computer. Ora, non voglio
istigare i genitori a guardare nel computer del
proprio figlio, come poteva succedere un tempo
con il diario segreto che si andava a leggere di
nascosto, ma li vorrei invitare ad informarsi su
come funzionino le chat ed internet, perché soprattutto conoscendo di cosa si sta parlando, e
prendendo atto del fatto che non tutto è pericoloso o da buttare, si possono smantellare molte paure e soprattutto ci si può difendere dagli
eventuali pericoli.
Proprio con questo intento, è partito dal 2005 un
progetto per favorire l’utilizzo di intenet sicuro,
affidato a Telefono Azzurro; il progetto si chiama HOT114, e si propone di raccogliere in tempo
reale tutte le segnalazioni di pericoli pedopornografici in internet, o di abusi cibernetici e risponde automaticamente alle segnalazioni, attivando
gli organi di controllo di dovere, come la Polizia
Postale, ecc… Per maggiori informazioni si può
consultare il sito internet (non a caso!) www.
hot114.it. Il sito è estremamente interessante, dà
molte informazioni accurate su come difendersi dai pericoli cibernetici e dà anche moltissimi
consigli utili, tra cui anche una specie di decalogo su come si debba comportare un genitore
nei confronti di tali tematiche; a tal proposito,
per coloro che ancora non fossero in grado di
collegarsi ad internet, si riporta di seguito tale
decalogo.
(dal sito www.hot114.it)
CONSIGLI PER I GENITORI
Una necessaria premessa alle indicazioni che
seguono è che devono essere valutate, selezionate e adattate a seconda dell’età, della sensibilità, del grado di maturità e soprattutto dell’età
del minore.
•
Fate voi stessi esperienza diretta di navigazione in Internet: non è possibile adottare
mezzi di difesa e di controllo se non si possiede
almeno una minima cultura informatica.
•
Chiedete ai vostri figli di essere informati rispetto alle loro attività on line: cosa stanno
facendo e con chi stanno comunicando sono le
domande alle quali dovete avere una risposta.
•
Stabilite i tempi di utilizzo del computer e del collegamento in Rete secondo l’età del
bambino. E’ eccessivo un utilizzo che sottrae
tempo alle altre attività importanti per la crescita
di bambini e adolescenti.
•
Condividete le raccomandazioni per un
uso sicuro di Internet con i vostri figli. Scrivete
insieme a loro una “carta delle regole di comportamento” ed appendetela accanto al computer.
•
Collocate il computer in una stanza di
accesso comune piuttosto che nella camera
dei ragazzi o in un ambiente isolato. Internet va
considerato come uno strumento utile per tutta
la famiglia e non un “passatempo” o un sostituto
della baby-sitter.
•
Se non potete essere a casa quando i
bambini ed adolescenti sono on line, usate dei
software di protezione per monitorare l’uso che
viene fatto di Internet. Inoltre, controllate periodicamente il contenuto dell’hard disk, verificando la “cronologia” dei siti web visitati.
•
Assicuratevi che i vostri figli sappiano
che le persone che incontrano on line non sono
sempre quelle che dicono di essere.
•
Parlate apertamente e onestamente del
rischio di imbattersi durante le attività on line in
potenziali malintenzionati: superate il vostro imbarazzo perché così facendo potete dimostrare
loro che non debbono vergognarsi a chiedervi
informazioni su tale argomento e a confidarvi
eventuali “brutti incontri”.
•
Insegnate ai vostri ragazzi a bloccare
chi li infastidisce durante le attività on line.
•
Insegnate ai vostri figli a non fornire dati
personali (nome, cognome, età, indirizzo, numero
di telefono, nome e orari della scuola, nome degli
amici, ma anche l’indirizzo e-mail, il messanger
id, una propria foto e qualsiasi foto di famigliari
e/o amici), a non inviare a nessuno informazioni
bancarie, e in generale a non compilare moduli
on line.
•
Se i vostri figli ricevono sul proprio indirizzo di posta elettronica spam, posta pubblicitaria e messaggi da mittenti sconosciuti dite loro di
eliminare queste e-mail senza aprirne gli allegati: potrebbero, infatti contenere virus in grado di
danneggiare il computer o materiale non adatto
alla visione da parte di un pubblico giovane.
•
Mostrate ai vostri figli di essere sempre
disponibili ad ascoltarli e fate capire loro che
non è mai troppo tardi per riferire se qualcuno o
qualcosa, durante la navigazione, li ha turbati, o
li ha messi a disagio.
•
Informateli che alcuni comportamenti
illeciti nel mondo reale (per esempio insultare
una persona, sottrarre le password ad un amico,
accedere illecitamente ad un sito o a un servizio,
etc.), sono illegali anche in Rete.
•
Se trovate in Rete materiale illegale o
presumibilmente dannoso per bambini ed adolescenti, è bene segnalare il caso immediatamente
alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, oppure al Servizio Hot114, collegandosi al sito www.
hot114.it
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21
Macedonia di verdura
a cura di Donatella Lusenti
Ricetta per 4 persone
Ingredienti
3 melanzane
3 peperoni gialli
500 g di pomodori maturi
500 g di patate
2 grosse cipolle rosse di Tropea
40 g di burro
1 mazzetto di prezzemolo
1 mazzetto di basilico
1 spicchio d’aglio
4 uova
3 dl di olio d’oliva extravergine
sale e pepe
Preparazione
Vini consigliati
Vernaccia di San Geminiano
Falerno del Massiccio Bianco
22
Mondate le melanzane e tagliatele a dadini, poi
sistematele in uno scolapasta cosparse di sale e
lasciatele riposare per circa 30 minuti. Mondate le
patate, i peperoni e i pomodori; lavateli e tagliateli
a pezzetti. Mondate le erbe aromatiche, lavatele e
tritatele.
Friggete i peperoni in una padella con l’olio e l’aglio
sbucciato, poi sgocciolateli. Mondate e affettate
sottilmente le cipolle e soffriggetele nello stesso
olio; unitevi le patate, le melanzane lavate e asciugate, i pomodori e metà del basilico e del prezzemolo. Insaporite con sale e pepe e cuocete, a recipiente coperto e a fuoco basso, per 20 minuti.
Togliete il coperchio e alzate la fiamma. Quando le
verdure saranno tenere e il sugo denso, unitevi i
peperoni con il resto delle erbe aromatiche: regolate di sale e pepe e proseguite la cottura per 10
minuti. Cuocete le uova in un padellino con il burro,
disponetele nei piatti singoli, accompagnatele con
le verdute e servite.
Expo 2015
Alla fine Milano ce l’ha fatta e, dopo 102 anni
dall’ultima edizione, si è aggiudicata l’onere e
l’onore di essere la sede del prossimo attesissimo Expo, l’Esposizione Universale che si terrà
nel 2015 e di cui dovrà curare l’organizzazione.
“Sarà un appuntamento cruciale – ha commentato il consigliere regionale Carlo Maccari
alla notizia dell’assegnazione dell’incarico alla
capitale lombarda – perché da una parte darà
una spinta decisiva allo sviluppo della città in
tema di progettazione urbanistica rendendola
più vivibile e moderna e dall’altra costituirà un
volano decisivo alla crescita e al progresso di
tutto l’indotto aziendale, ma sarà per noi fondamentale anche e soprattutto per il tema intorno
al quale ruoterà l’evento”.
Il titolo della manifestazione che avrà portata mondiale, “ Nutrire il Pianeta, Energia per
la Vita”, infatti, vuole includere tutto ciò che
riguarda l’alimentazione, dal problema della
mancanza di cibo per alcune zone del mondo,
a quello dell’educazione alimentare, fino alle
tematiche legate agli OGM, gli organismi geneticamente modificati.
“Al centro della discussione di questa edizione che si prospetta grandiosa – ha continuato
Maccari – vi saranno tutti i temi concernenti
lo sviluppo sostenibile e sarà l’occasione per
dare visibilità alla tradizione, alla creatività e
all’innovazione nel settore dell’alimentazione,
riproponendole alla luce dei nuovi scenari globali nel cuore dei quali si inserisce la questione
del diritto ad un’alimentazione sana, sicura ed
efficiente”.
Nessun miglior terreno di questo, allora, su cui
piantare il seme della tradizione, della qualità
e dell’innovazione tecnologica che caratterizzano in questo settore la produzione tipica e
locale mantovana.
“La nostra provincia – ha spiegato Maccari a
questo proposito – incarna, infatti, perfettamente l’adesione ad una tradizione consolidata
nelle attività di coltivazione e di allevamento
sviluppate nel tempo dalle nostre comunità locali e che sono frutto di esperienze millenarie
sulle quali oggi si innestano una forte innovazione scientifica e tecnologica che non dimentica, però, le origini fondate sulla genuinità e la
naturalità delle produzioni agro-alimentari”.
“L’Expo 2015 – ha detto ancora il consigliere
regionale – offrirà una grande opportunità alla
nostra provincia in tema di comunicazione e di
promozione alle comunità produttive di base,
agli agricoltori, alle imprese alimentari che costellano il nostro territorio, al comparto della
ristorazione e della produzione vitivinicola, in
un’ottica che fa della conoscenza delle nostre
tradizioni alimentari un elemento culturale ed
etnico innanzitutto”.
Un intento intorno al quale ruota da tempo
anche l’interesse della Regione Lombardia
che della valorizzazione delle produzioni enogastronomiche locali in una chiave di sviluppo
dell’economia turistica e del territorio, ha fatto
uno dei suoi punti forza.
Recente è, ad esempio, l’unanime approvazione che il Consiglio Regionale ha dato all’insieme di norme che definiscono l’esercizio dell’attività agrituristica in Lombardia.
“Il regolamento – ha spiegato Carlo Maccari – promuove e incentiva l’introduzione della multifunzionalità dell’azienda agricola e si
pone come obiettivi prioritari il permanere degli
agricoltori sul territorio e la valorizzazione del
patrimonio rurale in disuso e dei prodotti agricoli tipici e di qualità. Viene, inoltre, favorito in
modo particolare l’esercizio dell’attività agrituristica in forma familiare per un numero limitato
di ospiti”.
Un provvedimento, dunque, che ha come principale effetto positivo quello di riportare l’attività
agrituristica in seno al comparto dell’agricoltura, scongiurando il rischio di una sua possibile
degenerazione verso l’ambito commerciale o
della sola ristorazione.
La legge, inoltre, prevede l’istituzione di un albo
degli agriturismi, al quale possono accedere
solo coloro che
hanno un’impresa agricola,
perché il legame con l’azienda, e quindi
con la produzione in loco,
deve essere la
discriminante
per poter operare in questo
settore e per
poter accedere
ai finanziamenti e agli sconti
fiscali conseguenti.
“L’esclusività – ha detto ancora Maccari – comporta anche criteri rigorosi come la possibilità
di utilizzare solo edifici già in essere nell’azienda, soggetti a regole urbanistiche relative al
settore. Sussiste, inoltre, il vincolo di utilizzare
per almeno il 70% i prodotti della zona, di cui
almeno la metà derivanti da materie prime o da
lavorazioni provenienti dalla stessa azienda, al
fine di promuovere lo sviluppo delle produzioni
del territorio”.
“Il provvedimento – ha concluso Maccari – si
rivela particolarmente significativo per la nostra provincia che, con i suoi 135 agriturismi,
occupa uno spazio significativo nell’ambito regionale in questo settore emergente del mondo
agricolo nel quale si innesta quella che oggi
può diventare una professione solida ed economicamente interessante in grado di promuovere l’economia agricola del territorio elevandone la qualità del lavoro e del prodotto”.
Marzia Sandri
Il consigliere regionale
Maccari con il ministro
La Russa
23
Auguri mamma.
Disegni di Giulia, Luca, Gloria e Andrea,
alunni delle classi IV B/C delle Scuole Elementari
di Volta Mantovana.
1Vorrei restare abbracciata alla mia
meravigliosa mamma tutta la giornata.
2Sogno un mondo fatto di cuori per
dedicarlo alla mia mamma.
3-4 - Anche un semplice e piccolo dono
racchiude un grande amore.
24
“La maternità è la ragion d’essere della
donna, la sua missione, la sua difesa”, scrive Alexandre Dumas.
Data l’eccellenza del personaggio, non è
facile parlare della mamma senza cadere
nel trito e ritrito sdolcinato. Per riuscirci
bisognerebbe saper parlare la lingua di
ciascun figlio con la propria madre e di
questa con il proprio figlio. Se poi aggiungiamo “l’imposizione” massificante della
sua “festa”, ne esce un fritto e rifritto ridotto spesso a prassi.
“His praemissis”, la mamma è la mamma.
Io abolirei “la festa” per una carezza, un
bacio, un sorriso, un abbraccio quotidiano nei 365, anzi 366, giorni dell’anno a Lei,
anche senza parole e senza cuoricini rossi in giro.
Io non dirò mai abbastanza bene di Lei
per avermi fatto esistere. E chi riuscirebbe, per quanto possa dire, scrivere,
cantare, dipingere, ad essere esauriente
sulla mamma?
Già pronunciare la parola è meraviglioso: è sinonimo di amore, di generosità, di
comprensione, di perdono, di consolazione, di conforto, di dolcezza, di pazienza, di
forza, di sicurezza, insomma di grandezza,
di unicità. Anche certi suoi silenzi sono
profonda eloquenza. E se un figliolo costa
lacrime, questi è più caro al suo cuore.
Lei a qualunque età ci sente parte di sé,
così noi a qualunque età ci sentiamo figli.
E quanto pesa il disagio di non poterla più
chiamare.
“Essere mamma – scrive Oriana Fallaci –
non è un mestiere; non è nemmeno un dovere: è solo un diritto fra tanti diritti”.
E che diritto, se si pensa che, per dirla
con un proverbio ebraico, “Dio non potendo essere dappertutto, ha inventato le
mamme”!
cronaca
La Biblioteca aperta il lunedì
Dal prossimo mese di giugno, e per tutto il periodo estivo, considerata la richiesta da parte
degli utenti di poter usufruire più largamente
dei servizi offerti dalla biblioteca, verrà ampliato l’orario di apertura al pubblico, aggiungendo al consueto il lunedì mattina dalle 9,00 alle
12,00. Si ricorda che dal 3 giugno andrà in vigore l’orario estivo: lun. 9 – 12 e 15 – 19 / mar. e gio.
15 – 19 / mer. e ven. 9 – 12.
Nel periodo estivo i locali della biblioteca
saranno climatizzati.
Tanti auguri Rosetta
Ormai per i birbesani, e non solo, è un’istituzione!
Ricorre infatti il venticinquesimo anniversario di
attività della Parruchiera Rosetta, e per le collaboratrici e i clienti più affezionati è festa.
In venticinque anni sicuramente non saranno sta-
te tutte rose e fiori, si sono susseguiti momenti
di difficoltà, ad altri di grande soddisfazione; la
continua necessità di essere aggiornati per poter soddisfare al meglio la clientela e la necessità
di conciliare il lavoro, lo studio e la famiglia sono
solo alcune delle difficoltà che Rosetta ha dovuto
superare, ma il traguardo raggiunto dimostra che
la volontà e l’amore per il proprio lavoro possono
far superare ogni problema.
Tanti auguri Rosetta!
Alpini in gran fermento
Come consuetudine anche quest’anno il Gruppo
alpini ha festeggiato l’anniversario della fondazione. Presenti: la Sezione di Cremona con il Presidente Carlo Fracassi, i gruppi di Asola, Casalmaggiore, Castiglione delle Stiviere, Castel Goffredo,
Verona, Goito, e Marmirolo. Presenti inoltre: Carlo
Maccari, consigliere regionale; Graziano Pelizzaro, sindaco di Guidizzolo; Mario Fierro Comandante stazione Carabinieri; Tarcisio Canal, presidente
della Protezione Civile alpina, e molti altri.
Il Capo Gruppo di Guidizzolo, Virgilio Bignotti, ha
preso la parola ricordando le varie attività svolte
in ambito regionale e comunale con riferimento
particolre alla presenza sugli Scuolabus. Il Tenente Mario Manzia dopo aver parlato della sua appartenenza ad una Associazione Alpina di Solidarietà, ha donato da parte della Signora Luisa Ghisi
Manzia, Madrina del gruppo guidizzolese, un magnifico quadro a ricordo della manifestazione. Tra
le 2000 piazze d’Italia dove i volontari hanno distribuito i ‘Fiori d’Azzurro’, le ortensie di ‘Telefono Azzurro’, anche Guidizzolo non ha mancato di dare
il proprio importante contributo. Impegnati nella
distribuzione i volontari del Gruppo Alpini, sempre
sensibili a queste manifestazioni, si sono trovati
davanti una popolazione attenta, consapevole e
generosa e già la sera del primo giorno i fiori erano finiti. Del resto la finalità dell’iniziativa è senza
dubbio tra le più importanti: aiutare a potenziare
e decentrare l’attività di ascolto e di intervento
in emergenza. Strumenti indispensabili per avvicinarsi ancora di più ai bambini di tutta Italia. Ed
è purtroppo noto come anche la nostra infanzia
sia troppo spesso sottoposta a maltrattamenti
e devianze per cui è indispensabile mantenere
sempre viva l’attenzione. Presenti, gli alpini della
Sezione di Guidizzolo, in forze anche al Raduno
Nazionale di Bassano del Grappa, dove per oltre
10 ore di sfilata i 420.000 alpini hanno dimostrato
compostezza e grande “spirito di corpo”
Guidizzolo via Salvo d’Acquisto, 2 Tel. 0376 819213 www.tomasiauto.com
25
cronaca
Enzo e John
Da alcuni anni Enzo Roverselli e John Tsagli,
giovane del Ghana abitante a Guidizzolo, hanno
costituito l’associazione Shining Star Football
Club che si sta adoperando per dare l’opportunità ai ragazzi e ai bambini del Ghana orientale
di praticare il gioco del calcio. In questo paese,
infatti, la passione per il calcio è molto forte ma
nei piccoli villaggi mancano le strutture ed il
materiale indispensabile per poterlo praticare.
Alcuni mesi fa la Shining Star è riuscita a spedire un container di materiale sportivo, acces-
sori per la casa, abbigliamento e beni di prima
necessità tutti regolarmente giunti a destinazione. Un ringraziamento particolare va rivolto
all’amministrazione comunale e al prezioso sostegno delle numerose associazioni sportive e
di tutte le aziende locali che hanno reso possibile questo primo concreto intervento. L’obiettivo principale di Enzo e John, confidando su
tutti i sostenitori presenti e futuri, è quello di
costituire in Ghana una società di calcio con
molte squadre di giovani e bambini provenienti
dai villaggi meno fortunati e dunque bisognosi
anche di un sostegno ludico-educativo che il
calcio può offrire. Per chi vuol saperne di più è
possibile consultare il sito www. shiningstarfootballclub.com.
Velocipede Sportivo e Scuola
Il progetto “Survive” ha avuto una partenza
davvero sprint nella Palestra dell’Istituto Statale d’Arte “Alessandro Dal Prato” di Guidizzolo.
Alla presenza dell’Assessore alle Attività Spor-
26
tive dott. Cesare Maccari e del Preside dell’Istituto Prof. A.ntonio Piazza, gli studenti hanno
ricevuto in dono una preziosa Cyclette come
complemento delle loro attività didattiche.
Sponsor di questa iniziativa Adriano Roverselli,
direttore Sportivo dell’Associazione Guidizzolese Ciclo Club ‘77 ed il “Velocipede Sportivo”
di Sergio Revenoldi, intervenuti alla cerimonia
di consegna.
Il dott. Maccari ha salutato positivamente
l’evento ed ha mostrato ferma intenzione di
proseguire questa collaborazione anche con
altri interventi, che vedono protagonisti i ragazzi, soprattutto gli studenti e le studentesse
della nostra realtà scolastica. Dello stesso parere anche il Direttore Sportivo del Ciclo Club
‘77 Adriano Roverselli e Sergio Revenoldi che
hanno entusiasticamente appoggiato questa
tesi ed hanno caldeggiato la partecipazione dei
giovani ad attività sportive rivolte ad uno sport
di vecchia tradizione come il ciclismo, che in
Guidizzolo riscuote da sempre ampi consensi.
Cerutti lattoniere cambia sede
Doppia Festa sabato 26 aprile. La Ditta “Lattonerie Eredi Cerutti Remo” e il Geometra Bruno
Mari insieme hanno voluto condividere con
parenti, amici e clienti la soddisfazione per un
importante traguardo professionale raggiunto.
Per la Ditta Cerutti il traguardo si é concretizzato con il trasferimento dalla sede di Rebecco
a quella di Guidizzolo nel nuovissimo capannone, recentemente acquistato in via Galileo
Galilei presso la zona industriale.
cronaca
Ai titolari, Caterina Benozzo, vedova Cerutti, e
soprattutto al giovane figlio Gian Carlo Cerutti
e a sua moglie Patrizia Franzini, l’augurio che
tale risultato, conquistato assieme con fatica
e impegno, non sia solo un punto di arrivo, ma
l’inizio di una nuova sfida imprenditoriale di
successo.
Per il Geom. Mari il traguardo raggiunto è rappresentato dai suoi 47 anni di attività nel settore dell’edilizia. Dopo un inizio come semplice
manovale, Bruno diventa Geometra senza perdere un solo giorno di lavoro sul cantiere, poi
nel 1982 arriva l’anno della svolta, ossia la decisione di diventare libero professionista, attività
che tutt’ora porta avanti con la stessa passione
di sempre.
Tanti quindi i motivi per festeggiare e tanti gli invitati e le dimostrazioni di stima e affetto rivolte
ai festeggiati da parte dei numerosi ospiti presenti, a cominciare dagli “amici di Rebecco”,
gli efficientissimi e generosi ragazzi che tutti
gli anni organizzano la famosa festa d’Estate, i
quali hanno magistralmente cucinato e servito la cena a base di risotto con la salamella e
spiedo ai quasi 400 ospiti presenti nello spazio
allestito all’interno del capannone stesso.
La Pro Loco alla fiera di Varzi
C’erano 60 Pro Loco proveniente un po’ da tutta
Italia due domeniche or sono a Varzi, storica
cittadina. Poco più di 3.800 abitanti, nell’Oltrepo Pavese, in una conca al centro della valle
Staffora alla destra del torrente sulla ex statale
del Passo Pénice, Varzi ha saputo richiamare
circa 20.000 persone, nei due giorni dedicati
alle Pro Loco.
Anche la Pro Loco guidizzolese ha voluto partecipare insieme a molte “consorelle”, ognuna delle quali presentava il proprio territorio
esponendo materiale illustrativo accanto ad
alcuni prodotti tipici. Il nutrito gruppo di mantovani, guidati dal presidente Silvio Tarchini, il
secondo giorno ha ricevuto anche la visita del
sindaco Graziano Pelizzaro il quale si è intrattenuto per tutta la giornata apprezzando, così
come tutti i partecipanti, tanto l’organizzazione
dell’incontro che la bellezza dei luoghi.
Il sindaco ha approffittato dell’occasione per
visitare il Centro Storico, il bellissimo Palazzo
del Municipio, la chiesa Romanica dei Cappuccini e il Tempio della Fraternità strettamente
legato al ricordo della II Guerra Mondiale.
Ditelo con un fiore
Non di rado capita di voler ricordare un momento importante, un compleanno un anniversario
o altro, con un fiore, l’imbarazzo è scegliere
quale fiore, quale colore. Da Casali potete essere consigliati e guidati nel scegliere tra una
vasta gamma di fiori dai vari colori e soprattutto
sapere il significato simbolico loro attribuito fin
dagli egizii. Eccone, qui di seguito, una piccola
sintesi: Bocca di leone, presunzione; Boccioli
di rosa (bianchi), un cuore che non conosce
ancora l’amore; Calendola, gelosia, disperazione;
Clematide, raffinatezza;
Fiordaliso, dolcezza; Fiori
d’arancio, verginità; Ginestra, purezza; Girasole:
ricchezza; Gladiolo, messaggio; Margherita, inno-
27
cronaca
cenza; Mughetto, ritorno della fortuna; Primula,
giovinezza; Ranuncolo, sei incantevole… Inoltre da Casali, concessionario Interflora, potrete
ottenere in pochi minuti che i fiori scelti siano
recapitati in ogni parte del mondo con la certezza che siano utilizzati fiori e piante di qualità
con sensibilità creativa ed esperienza.
Colori e sapori di... altri mondi
Il 19 Aprile scorso l’Oratorio parrocchiale di
Guidizzolo ha ospitato una cena multiculturale
organizzata dall’associazione Altrimondi in collaborazione col Circolo ANSPI “La famiglia”. La
cena fu quasi un pretesto perché la precedettero alcuni momenti significativi.
All’invito degli organizzatori risposero oltre
duecento persone che a Guidizzolo vivono da
tempo e lavorano in regola con le leggi italiane.
Su uno schermo gigante vennero proiettate le
bandiere italiana, del Bangladesh, del Burundi, del Ghana e del Marocco. E dopo “Fratelli
d’Italia”, ogni gruppo in piedi a cantare il proprio inno nazionale. Salirono sul palco anche i
numerosi giovani della squadra di crichet.
Seguì un minuto di silenzio per consentire ad
ognuno una preghiera all’unico Dio Padre di
tutti. La cena fu preparata dagli stessi immigrati, con piatti tipici, il cous cous, il riso secondo
varie ricette e i dolci.
Alla fine i loro ragazzi lavarono stoviglie e bicchieri lasciando in perfetto ordine la cucina
servita per un così gran numero di commensali. L’idea della cena multietnica nacque nell’associazione Altrimondi, che da anni a Guidizzolo
gestisce un negozio per il commercio equo-solidale. E se altrove si sono sperimentate cene
con un singolo gruppo alla volta, l’Associazione
ha invitato tutti i gruppi di varie lingue e provenienza per favorire una conoscenza reciproca
e condividere non solo il lavoro o i problemi relativi alla casa, alla scuola dei figli, ma anche
i tempi dell’amicizia e dello svago. Altrimondi
già progetta la cena dell’anno venturo con una
partecipazione più allargata.E i colori? Oltre
che nel colorito del volto, chiaro, olivastro o
abbronzato, i colori sfavillavano nei costumi di
molte donne e negli abiti tradizionali dei bambini.
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Ma i più vestivano all’italiana e uscendo a fine
serata soddisfatti, uomini e donne, don Giampaolo li salutò con le parole “Qui, nella comunità
cristiana non siete stranieri, ma fratelli che con
noi abitano la terra che Dio Padre ci ha dato in
custodia”. (f.m.)
Una buona pizza nel giardino
Recentemente, con il rinnovo dei locali, la
pizzeria “La Piazzetta” ha inaugurato anche il
giardino estivo, anchesso completamente rinnovato, con arredi e decorazioni floreali che
danno un senso di tranquillità e riservatezza.
Condizioni, queste, ideali per poter gustare in
pace una buona pizza o degli ottimi piatti di carne e pesce.
La vasta gamma dei piatti proposti, l’abilità e
competenza del cuoco, la genuinità dei prodotti
impiegati assicura anche al palato più raffinato un gusto delizioso.
Centro Estetico “Quinta Essenza”
Gli amanti dello “star bene” da qualche settimana hanno a disposizione un nuovo centro in
Guidizzolo. Le sorelle Elisa e Francesca Caiola hanno infatti aperto il nuovo Centro Estetico “Quinta Essenza” al servizio di tutti coloro,
donne e uomini, che avvertono il bisogno di
dedicare attenzione, cura e amore al proprio
corpo.
Star bene non significa più solo assenza di malattia, ma cercare e trovare un proprio equilibrio, fatto di benessere, energia e salute. Non
basta eliminare gli inestetismi, occorre liberarsi
cronaca
50° di matrimonio
dallo stress e dalle tossine accumulate durante
la giornata.
Occorre poi trovare un centro che sia all’altezza delle aspettative.
E Francesca ed Elisa sicuramente lo sono. Possono infatti vantare una professionalità ed una
esperienza pluriennale in questa attività , ma
soprattutto hanno allestito un centro dove non
manca nulla.
A cominciare da quella meraviglia della tecnologia che è il guscio di legno Thalaxoterm, che
offre la possibilità di scegliere numerosi percorsi di bellezza: dai trattamenti detossinanti a
quelli rassodanti, all’idroterapia, fanghi, alghe,
limi marini, fieno, acqua, aromi, colori, per regalare un momento di puro benessere.
Non mancano, naturalmente, i trattamenti
estetici classici: depilazione,manicure, pedicure e ricostruzione unghie, solarium e sun-less,
massaggi e trattamenti corpo.
La massima attenzione è dedicata anche alla
scelta dei prodotti utilizzati, quali quelli brevettati dall’Institut Esthederm, che consentono
trattamenti rispettosi dell’equilibrio della pelle
e vi si adattano.
Per coloro che intendono poi proseguire il
trattamento a casa, sono disponibili i migliori
prodotti solari e per l’autocura del viso e del
corpo. Elisa e Francesca Caiola vi aspettano
per mostrarvi l’intera gamma dei servizi offerti
e vi offrono la possibilità di raggiungere un sogno, che poi è il sogno di tutti: star bene. Essere
soddisfatti di sé stessi e ritrovare la carica per
affrontare la giornata con un sorriso.
Centro Estetico Quinta Essenza - via Vittorio
Veneto 79 - tel. 0376.818663
Cinquant’anni di vita insieme. Condividendo
ogni cosa con la consapevolezza che solo sentimenti profondi sono in grado di aiutare a superare le difficoltà che inevitabilmente di tanto
in tanto ci accompagnano. E nei giorni scorsi
hanno festeggiato le loro nozze d’oro, i loro
“cinquant’anni di vita insieme”, Sergio Bignotti
e Gianfranca Reggiani con intorno le figlie, i 4
nipoti e l’ultima arrivata, la piccola pronipote
Beatrice.
E c’è una curiosità. Delle signore, si sa, l’età
non si dice; ma verso i maschietti questa delicatezza non c’è. E allora ecco: Sergio Bignotti, classe 1933, condivide l’età con un altro
nostro illustre concittadino il quale anche lui
quest’anno festeggia il cinquantesimo. Di vita
sacerdotale. E così la direzione e la redazione de la Notizia si uniscono a tutti coloro che
festeggiano qualche ricorrenza particolare in
questo 2008. Nello specifico ai signori Bignotti
e a don Adriano, ringraziandoli per la preziosa
testimonianza di vita.
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A tutta penna
Lettere al direttore
Pro e contro la pubblicità
L’articolo sulla pubblicità, del nostro giovane
collaboratore, ha suscitato qualche “critica”
segno evidente della vitalità del giornale.
Tutti i collaboratori possono esprimere liberamente il loro pensiero, ma ciò non significa che
tale pensiero, per il semplice fatto che venga
pubblicato sia, per questo, condiviso dalle redazione.
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Caro Francesco,
nulla da eccepire sullo studio, sull’analisi della pubblicità (fenomeno, denotazione, connotazione, ecc.), sicuramente encomiabili. Ho
qualche riserva sul giudizio finale che suona
come una sentenza, e inappellabile. Già sulla
“vostra sentenza” ho qualche rilievo da fare.
Non è detto che dieci su diciassette, che la
pensano allo stesso modo su una certa realtà, la rendano per questo “vera”. Questa è la
regola della democrazia, ma non quella che
automaticamente “invera” la realtà: una cosa
è il significato statistico, un’altra è il principio
democratico e un’altra ancora il valore etico,
ciascuno dei quali con una sua specificità e
una sua autonomia.
Permettimi ora, Francesco, qualche sintetica
riflessione, non altro poiché lo spazio anche su
una rivista - tu lo saprai bene - è tiranno pure
per il direttore. La pubblicità è un capitolo importante, anzi di punta, nell’area della comunicazione in quanto tende “a convincere” circa
l’orientamento e la scelta negli acquisti. Io evidenzierei, inoltre, che la pubblicità è “informativa”: fa sapere dell’esistenza di un certo prodotto, delle sue caratteristiche e delle sue qualità,
se non anche comparativa con altri. Sentenzia
un antico motto: “Non si può voler niente, che
prima non sia stato conosciuto”. Certo bisogna
mettere, poi, in conto il fatto che il produttore
vuole “conquistare” il consumatore, accattivandosene il consenso. Ed è qui che l’intelligenza delle persone, la capacità di discernere,
la libertà di decidere, per la loro qualificante
presenza nell’essere umano, hanno una forza e
un peso determinanti ed insostituibili.
E non apriamo, caro Francesco, il problema
della massificazione, specifico dei mass-media
ed evidentemente non estraneo a quello della
pubblicità, anzi.
Ancora, per chiudere, una sottolineatura. “Pubblicità” non deriva da “réclamer” (francese),
ma è la traduzione di “publicité”, che deriva da
“public”, e questo dal latino “publicus” (fonte Enciclopedia Treccani).
Signor direttore,
in merito all’articolo apparso nel precedente
numero che trattava l’argomento “pubblicità”,
mi sono sentita chiamata in causa in quanto
operatrice del settore e per questo mi piacerebbe poter dire la mia.
Come prima cosa sento di sottolineare il fatto
che è impensabile limitare il tema della pubblicità ad un semplice pro o contro: l’argomento è
troppo vasto e complesso!
Personalmente, inoltre, non mi trovo d’accordo
con il fondamentalismo che ci porta a “credere
a tutto o non credere a nulla, due soluzioni facili che ci esonerano dal riflettere”.
In sintesi vorrei “toccare” alcuni punti:
-”...Inganna la gente promettendo qualità che
in realtà il prodotto non ha...” ?
La pubblicità mette in risalto le qualtà oggettive
del prodotto ma esagerando, a volte, il concetto
in modo così paradossale e assurdo che sta poi
all’intelligenza del fruitore discernere la realtà
dalla fantasia. Esistono inoltre apposite norme
finalizzate proprio ad evitare che la pubblicità
sia usata per trarre in inganno i consumatori,
ed esiste una specifica autorità (detta Antitrust) incaricata, fra gli altri compiti, di vigilare
sul rispetto di queste regole.
- “... favorisce ... le difficoltà economiche della
famiglia..” ?
Anche ammettendo l’influenza che la pubblicità esercita su di noi, non mi pare corretto
considerarla responsabile delle nostre scelte
e decisioni.
-”...la pubblicità inventa forme di comunicazione originali e intelligenti... ma questo non basta
a difenderla...”
Ci mancherebbe altro! Certo che non basta, ricordiamo anzitutto che la pubblicità è il motore
trainante dell’economia e che esistono anche
forme di pubblicità a fini “umanitari”, che non
promuovono un prodotto ma un’idea, un principio (vedi Pubblicità progresso) o di pura e semplice utilità (vedi la pubblicità su questo giornale) che non promette nulla di fantastico, ma si
limita a presentare alcune attività ed i loro servizi. Ricordiamo, inoltre, che “la Notizia” esiste
proprio grazie alla pubblicità e perciò sia io che
l’autore dell’articolo in questione dobbiamo ringraziare anche quest’ultima se possiamo liberamente esprimere le nostre opinioni.
Concludendo, credo non si debba cedere alla
tentazione di incolpare la pubblicità dei nostri
acquisti sbagliati generalizzando un fenomeno
così complesso.
Il direttore
Claudia Dal Prato
Pubblichiamo una toccante testimonianza di
una giovane lettrice a ricordo di Cristian.
Sara Palagiano – 31 marzo 2008
Caro diario,
sono davvero indecisa, molto indecisa.
Sai, questa notizia è di un bel po’ di tempo fa: risale al giugno 2007. Ti starai chiedendo perché
te ne parlo proprio ora, la risposta è semplice:
non lo so. E’ che oggi il ricordo di quella storia
è arrivato nella mia mente, proprio come un fulmine che squarcia quel bel ciel sereno, che mi
ero costruita.
Partiamo dalla spiegazione dei fatti, altrimenti
non ci capisci niente.
Era il 1° giugno 2007 ed eravamo a scuola, felicissimi perché l’anno scolastico stava per finire, ma anche spaventati per l’approssimarsi
degli esami di licenza media. Dopo un’ora di
inglese e due di italiano, siamo usciti a fare
ricreazione: mentre parlavo con Denis, il mio
migliore amico, ci si è piazzato davanti un primino: era molto basso, magrissimo, con due
occhi azzurri veramente belli, i capelli biondi
e un sorriso stampato in faccia. Dopo cinque
secondi che ci fissava ci ha detto: “La mia vita
per la vostra merenda!”. Io e Den siamo scoppiati a ridere e gli ho offerto ciò che restava del
mio pacchetto di crachers. Non sapevo il suo
nome, né l’avevo mai visto prima, ma mi stava
simpatico quel “piccoletto”.
Questo è successo di venerdi.
Sabato eravamo a casa, perché facevamo il
ponte del 2 giugno.
Denis mi aveva invitato sabato sera in teatro,
per andare a vedere il suo saggio di chitarra,
ma il pomeriggio mi ha chiamato dicendomi che
il saggio e tutte le manifestazioni sportive erano state annullate. Gli ho chiesto perché: si è
fatto serio e con voce ferma mi ha detto:”Sara,
Cristian Simioni è morto”. Non sapevo chi fosse e lui me l’ha spiegato: Cristian Simioni era
il piccoletto a cui il giorno prima avevo dato la
merenda.
Ero pietrificata. Non ho chiesto neanche a Den
come fosse successo, sarei scoppiata a piangere.
Solo lunedì mattina, il giorno prima dei funerali, sono riuscita a domandare a qualcuno cosa
fosse accaduto. Mi hanno spiegato, con molta
calma, che venerdì pomeriggio, Cristian era andato in piscina con sua mamma e la sorellina:
dopo due vasche era andato giù e appena la
madre si era accorta che non risaliva, aveva
chiamato il 118 e portato Cristian sul bordo della piscina.
Inutile dire che quelle due vasche sono state le
ultime per lui.
Al funerale tutti parlavano dell’autopsia: Cristian era sano come un pesce e non aveva acqua nei polmoni.
Era sano.
Io non riuscivo a piangere, ero come bloccata.
Tutti, pian piano crollavano, ma io non riuscivo
a piangere, a parlare, a muovermi.
Poi nel seguire la bara, la bara bianca e piccola
che conteneva un ragazzo di soli undici anni,
sono crollata anche io.
Mattia, un mio compagno di classe, lo conosceva e, mentre la bara usciva dalla chiesa, mi
si è gettato tra le braccia e, tra un singhiozzo e
l’altro, mi sussurrava continuamente”perché?”
Come facevo a rispondergli? Non lo sapevo il
perché e, anche se mi sentivo in colpa, non volevo saperlo. Tanto una volta saputo cosa sarebbe cambiato? Il piccoletto col sorriso stampato in faccia e gli occhi azzurri non c’era più.
Alcuni giorni dopo ho avuto un incubo: lui era
lì, al suo funerale, era seduto sulla bara bianca,
la sua. Mi guardava con i suoi grandi occhi, ma
senza sorriso, e mi chiedeva perché.
Continuava a chiedermi il perché, a perseguitarmi; ogni notte lui si sedeva lì, mi puntava gli
occhi addosso e mi chiedeva il perché.
“Cristian, non lo so il perché, non lo so!” Glielo
urlavo, me lo ripetevo, cercavo di convincermi,
ma la verità era che non volevo sapere il perché.
Una notte ho giurato a me stessa che l’avrei tenuto con me quel “piccoletto”.
Da quella notte in poi ho chiesto a parenti, amici, conoscenti di Cristian se era emerso qualcosa in più sulle cause del decesso.
Forse quella specie di “ricerca” mi faceva
sentire meno in colpa con me stessa e con Cristian.
Quando ripenso a lui, mi ricordo come, da quel
venerdì, è cambiata la mia vita.
Eravamo felici di finire la scuola, ci sembrava
il punto d’arrivo: finalmente eravamo noi a guidare le partite di pallavolo e di calcio. Quell’anno, però, abbiamo giocato con la fascia nera al
braccio. Eravamo in lutto, lo eravamo tutti.
Cristian è entrato nella mia vita, di forza, e ha
squarciato, come un fulmine, quel bel ciel sereno che mi ero costruita.
Non so come sarebbe andata a finire se io e
Cristian, quel giorno, non ci fossimo conosciuti,
se io non avessi avuto in mano quel pacchetto
di crachers o se lui non l’avesse notato.
Magari non avrei sprecato un anno a chiedermi se volevo davvero sapere cos’era successo
a quel “piccoletto” di undici anni.
Ecco qua, Cristian.
Ora so il perché...
Ciao, diario. Con Affetto
Sara
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La gabbianella
che salvò il mare
A cura di Francesco Gandellini
La giornata trascorre come sospesa nel nulla.
La Costa selvaggia - o quello che ne rimane, a
parte il nome - ha attraversato il primo cataclisma e adesso attende il secondo. Il vento, che
aveva dato qualche tregua, ha ripreso a soffiare: 80,100,120 chilometri. Le onde si abbattono
sugli scogli e invadono la strada.
Dall’altra parte del molo la famiglia delle gabbianelle è in lutto: assapora l’aspro odore della
morte di una compagna, dice addio alla vittima
della strage provocata dagli uomini.
Dal ventre lacerato della petroliera, giù a 120
metri sotto l’oceano, ne sta uscendo dell’altro.
Il petrolio, non più cavaliere senza macchia, si
accinge a imbrattare un mare senza colpe, con
una spada di cui non ha il controllo e guidata da
un lapsus umano.
Le correnti lo stanno spingendo fuori, inesorabilmente sale in superficie: il gioiello della scogliera, nel giro di uno o due giorni, sarà sommerso dalle macchie, come immense meduse
di catrame con il loro oro nero gelatinoso.
I gabbiani procedono nella cerimonia funeraria,
ai piedi del vecchio ipocastano i gatti miagolano una triste litania, seguiti dagli ululati dei cani,
dallo straziante cinguettio dei canarini, dal garrito delle rondini, dal triste gracidio delle rane e
perfino dalle grida stonate degli scimpanzé. Le
luci di tutte le case si accendono: quella notte
gli abitanti si chiedevano quale fosse il motivo
di quella strana tristezza che si era impadronita
degli animali.
La pattuglia di volontari ha mollato tutto: ”La
tempesta impedisce di lavorare. Non ne vale la
pena se arriverà un’altra ondata”. Ma questa
ondata, a sorpresa di tutti non arrivò. Cominciarono i lavori di ricostruzione e di pulizia nel
villaggio.
Sono passati quattro anni dall’ondata distruttiva e Fortunata, la figlia della gabbiana vittima
del disastro, è alle prese con le esercitazioni di
volo per diventare in un futuro non troppo lontano davvero veloce.
“Ora volerai, Fortunata. Respira. Senti la pioggia. Nella tua vita avrai molti motivi per essere
felice: uno di questi si chiama vento, un altro
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ancora sole e arriva sempre come ricompensa
del Creatore dopo la pioggia. Apri le ali” miagola Zorba, suo istruttore. Fortunata acquista
velocità, si scontra contro il vento e prende
quota. Volteggia, giostra, tornea come una
vera esperta sotto l’acqua serale. Conclude la
planata, mica con quel solito tuffo a zampingiù
nel mare, bensì con una lunga scivolata sfiorando la superficie con le zampe raccolte contro il corpo, in un tutto aerodinamico. Piega le
ali, i riflettori la inondano di luce, la pioggia le
copre di perle le piume.
Il gatto la vede sollevare la testa, con gli occhi chiusi. All’improvviso la guardia costiera
da l’allarme: una petroliera sta per affondare.
Fortunata scomparve dalla vista, il gatto teme
il peggio.
Le raffiche a oltre 170 chilometri orari sollevano
un pulviscolo grigio di salsedine e idrocarburi;
l’odore acre appesta il villaggio. Fortunata riapre gli occhi e vede la nave. Le torna in mente
la madre: paura.
Vuole evitare la tragedia, ma come?
Ricorda le parole di Zorba: ” Il sole arriva sempre come ricompensa del Creatore dopo la
pioggia…”. “Sicuro - si dice – salirò lassù per
chiedere di salvare il nostro mare!”
Detto fatto, vola il più in alto possibile, cantando a squarciagola. Nessuna risposta.
Con tutto il cuore Lo prega, quando un raggio di
luce schiarisce il tragitto della petroliera, sebbene sia notte: la nave prosegue e si adagia
sulla costa.
Zorba, col fiato sospeso, si affaccia alla balaustra: la vede che batte le ali sul molo, molto più
in alta del faro. Vola solitaria nella notte, sorvolando le gru del porto, gli alberi delle barche, e
subito torna indietro planando…
La notte avvolge ormai la costa, lacerata dagli
ululati del vento e del mare: il ciclone ha chiuso
il suo occhio.
Il mare è stato salvato da una gabbianella sognatrice, piccola ma grande, con il suo volo
fiero e la sua voglia di vita.
cronaca
Calcio... che passione
“Er pupone” e la juniores
Anche la Virtus Guidizzolo ha il suo “pupone”
ed un gruppo compatto e fortissimo di giovani calciatori. Stiamo parlando di Francesco
Bertagna, romano de la Roma e tecnico della
Juniores splendida capolista del campionato.
Il Mister nasce nelle giovanili della Voltese ed
entra presto in prima squadra con la quale affronta da vincente i campionati dalla terza alla
prima categoria; approda poi al Sarginesco aggiudicandosi il campionato di seconda e affrontando con esperienza e ottime qualità la prima
categoria. Oggi il Bertagna, oltre ad essere il
tecnico della Juniores, al rientro da un grave
infortunio, è ala sinistra dal tocco vellutato
e col vizio del goal nella prima squadra della
Virtus in seconda categoria. Questo invidiabile bagaglio di esperienze tecnico agonistiche
dell’allenatore ed i preziosi suggerimenti tattici
del Vice Nicola Giacomini (ex mezza punta delle giovanili del Castiglione) e dell’accompagnatore Giacomo Simonato, hanno consentito ai
ragazzi della Juniores di crescere, migliorare
ed essere vincenti come squadra e come uomini. Il Mister con grande soddisfazione tiene
infatti a precisare che “gli ottimi risultati di
questa stagione sono innanzi tutto merito del
gruppo che si è formato e dell’impegno costante dei ragazzi in allenamento, in partita e fuori
dal campo dove si sono dimostrati primi in classifica in molte circostanze legate a momenti di
solidarietà e di supporto morale a persone in
difficoltà”.
Allenatore: Bertagna Francesco;
Vice Allenatore: Giacomini Nicola;
Portieri: Turini Elias, Zarra Marco;
Difensori: Cortellazzi Stefano, Guidetti Federico, Gyanfi Desmond, Khnif
Bahi, Perini Manuel, Pizzolato
Mirko, Rizzardi Paolo, Toso
Andrea, Vinciguerra Andrea,
Visani Nicola;
Centrocampisti: Bignotti Stefano, Cauzzi Nicola, Corazzina Mattia, De Gobbis Matteo,
Marchi Paolo, Mulamekic
Edin, Mutti Giovanni, Ruggiero Paolo, Tazzoli Marco, Ye
Xiao Jie;
Attaccanti: Bombana Marco, Bonoldi Rocco, Cargnoni
Marco, Costigliola Davide,
Mori Marco, Zampolli Luca.
Marco Badini
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Istituto Statale d’Arte
A cura della Prof.ssa Fiorenza Travagliati
Impara l’arte e mettila da parte
Si é rinnovato per il secondo anno consecutivo
l’incontro con la compagnia teatrale IN-SOLITI
attori presso il Teatro Comunale di Guidizzolo
con uno spettacolo andato in scena il 3 Aprile
intitolato: Impara l’Arte e mettila nella Parte.
L’ obiettivo principale era puntato sulle dinamiche del gruppo e sulle capacità di comunicare
con il diverso da sé, target centrato e gli ap-
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plausi a scena aperta, le risate ed i momenti di
riflessione hanno rinnovato il successo di questo progetto che ha trovato nella Provincia di
Mantova ( Assessorato alle Politiche Sociali e
Sanitarie) il suo principale sponsor.
Lo spettacolo é stato il frutto di sette mesi di incontri settimanali pomeridiani, che hanno visto
20 studenti dell’Istituto di Guidizzolo e 5 utenti
del C.D.D. (Centro Diurno Disabili) di Rebecco,
cimentarsi sulla scena, recitando pezzi liberamente tratti da autori quali: Molière, Lang, Shakespeare, Andersen e Collodi.
Una regia attenta ed incisiva è stata curata da
Flavio Cortellazzi del Teatro Magro, mentre la
scenografia in pieno effetto “stile optical” é
stata opera degli studenti dello Istituto d’Arte
sotto l’attenta supervisione del Prof. Fischetti e
dei docenti dei Laboratori di Decorazione Pittorica Proff. Milo, Tirelli e Castagna.
Laura Baccaro, coordinatrice del C.D.D. si é
detta entusiasta del progetto e le educatrici:
Simona Rebizzi, Raffaella Gialdini, Mariarosa
Marani e Adriana Gandellini hanno attivamente
ed entusiasticamente partecipato a tutte le fasi
del laboratorio.
Molte sono state le persone che hanno creduto
nell’ importanza di questo progetto a cominciare dal Dirigente Scolastico dell’Istituto d’
Arte Prof. Antonio Piazza che insieme alle Prof.
sse Tommasa Burgio, Giulia Dall’Aringa e Leda
Morandi hanno illustrato l’alto valore sociale
all’Amministrazione Comunale di Guidizzolo ed
ai comuni di Medole, Goito, Volta Mantovana e
Cavriana che hanno sostenuto l’iniziativa.
Dopo aver salutato e ringraziato tutte le autorità presenti per la disponibilità dimostrata, ma
tutti gli applausi sono andati a questi ragazzi
che sono riusciti nel loro intento ed a loro va
un arrivederci al prossimo anno con l’edizione
2009.
stagna e “Arte delle Lacche e della Doratura”
diretto dalla prof.ssa Maria Rosaria Milo.
I
Elisa Cavagnini 2A
Acquerello.
Madonna col Bambino,
affresco (autore anonimo)
nell’Oratorio di San Lorenzo,
Guidizzolo
La settimana della cultura
La X edizione della Settimana della Cultura 2008
si è tenuto con forte anticipo rispetto ai tempi di
solito stabiliti dal Ministero dei Beni Culturali.
Questo evento culturale, che ha lo scopo di
rendere l’arte accessibile a tutti vede l’apertura gratuita di musei, monumenti e siti d’interesse, contemporaneamente a ciò, molte sono le
rassegne, i concerti, gli spettacoli e le iniziative
didattiche rivolte in particolare ai giovani.
Per celebrare la X Settimana Nazionale della
Cultura l’Istituto Statale d’Arte “Alessandro
Dal Prato” ha voluto dedicare alla popolazione
guidizzolese una preziosa collezione di stampe
a tiratura limitata. Il fine dell’iniziativa, interpretando a pieno lo spirito della Settimana della
Cultura, è quello di portare un pensiero d’arte
nelle case e nell’animo delle persone oltre a
quello di far conoscere le attività dell’Istituto.
Le opere presentate sono studi pittorici di allievi ed ex allievi della Scuola d’Arte realizzati nel
laboratori di “Arte della Decorazione Pittorica
e Scenografica” diretto dalla prof.ssa Sira Ca-
Elisa Cariola 3B
Acquerello.
Interpretazione tecnica di
“La dormiente”
di Pietro Marussig
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- Ciao!
- Ah ciao, allora sei contento?
- Di cosa?
- Ma come, abbiamo un nuovo governo, una maggioranza stabile, adesso ci tolgono l’ICI, detassano gli straordinari…
- Beh, immagino come saranno contenti i pensionati in affitto…E poi, se vogliamo vedere, di governi ne abbiamo due…
- Cioe?
- Il governo-ombra, no?
- Già… ma se quello finto è il governo-ombra,
quello vero cos’è… il governo sole?
- A me questa storia del governo ombra non mi
convince più di tanto…
- Effettivamente di questo passo avremo un governatore-ombra, un sindaco-ombra…
- E un parlamento ombra, fatto da tutti quelli che
sono rimasti esclusi…
- E magari una rappresentanza sindacale ombra
in ogni luogo di lavoro…
- Lasciamo perdere, và… se sono queste le novità…
- Americanate…
- I problemi veri sono altri…
- Come l’aumento dei prezzi…
- Certo che la benzina continua a crescere, ma il
traffico sulla statale non cala mica….
- Chissà se si farà mai la tangenziale…
- Mah, guarda, ho sentito dire che i lavori dovrebbero iniziare fra qualche mese…
- Cioè, sarà la volta buona?
- Così dicono…
- A proposito, hai visto che hanno spostato gli
autovelox che c’erano vicino al monumento delle
Mille Miglia?
- Già, l’hanno messo dove non serve…
- Però, non è sotto Guidizzolo, è sotto Cavriana…
- Sì, ma è tanto vicino a noi che quelli che pensano di aver preso la multa manderanno gli acci-
denti a Guidizzolo…!
- … e i soldi a Cavriana!
- Però, adesso entrerà in funzione anche da noi,
davanti alla zona industriale…
- Ho sentito che sarà anche videosorvegliato…
- Beh, mi sembra giusto… la sicurezza è necessaria!
- Si, ma la sicurezza vuol dire anche altro…
- Vuoi dire che sei favorevole alle ronde?
- Non ci vedrei niente di strano se qualcuno si
prende la briga di girare di notte, armato solo di
telefonino, per chiamare le forze dell’ordine in
caso di necessità…
- Ma, sarebbe meglio ci pensasse lo Stato…
- Comunque non si è mai abbastanza sicuri….
- Già, come non si è mai sicuri fino all’ultimo che
l’Inter riesca a vincere lo scudetto…
- Ma ce l’ha fatta, no?
- Per un pelo…ma che sofferenza!
- E il Milan fuori dalla Champions, che ne dici?
- Vorra dire che vincerà la coppa Uefa, l’unica che
manca nella sua bacheca…
- E la Virtus Guidizzolo, ti sembra poco il risultato
che ha ottenuto?
- Eccezionale..
- Adesso però viene il bello…
- Va beh, intanto godiamoci questo risultato…
- A proposito, hai visto che hanno inaugurato il
nuovo sferisterio?
- Cioè?
- Ma dai… il campo di tamburello!
- Dove?
- Sempre nel Centro Sportivo Comunale… vai a
vedere…
- Ma quanta gente c’è a Guidizzolo che gioca a
tamburello?
- Guarda che ci sono tanti ragazzini che giocano…
e anche le bambine!
- Ma è uno sport per femmine?
- Come no, avessi visto che legnate menavano le
ragazze quando hanno fatto i campionati italiani
qui a Guidizzolo…
- Allora ciao..
- Dove vai?
- A vedere lo sferisterio…
- Te salude!
Agenzia Ghedi
Tel. 030 9031225
Dal Lunedì al Venerdì 8,30 - 12,30 15,30 - 18,30
Sub Agenzia di Guidizzolo
via don Luigi Sturzo, 5
(ex Amico Giò)
36
Apertura: Lunedì e Mercoledì dalle 9,30 alle 12 - Tel. 0376 1818240
Questa volta voglio stupirvi scrivendovi dalla fusoliera di un aereo. E’ notte e sto volando assieme
ad alcuni amici verso la Repubblica Dominicana
dove ci attende una settimana di mare, di rhum e
di ritmo caraibico. Il mio posto è il 21D e si trova vicino alle uscite di emergenza. L’ho chiesto espressamente per poter distendere le gambe. Il viaggio
durerà nove lunghe ore.
Mi guardo attorno. Penso
di essere ancora l’unico
sveglio a quest’ora (sono
le tre locali). Ovunque:
teste ciondolanti, corpi
contorti, bocche aperte e
occhi rovesciati. Sembra
un aereo fantasma, senza più controllo. Nel buio
rimangono accese solo le
spie che indicano l’obbligo
di allacciare le cinture e gli
schermi di servizio. Mi infilo le cuffiette auricolari in
dotazione: sta per iniziare
un film. Che strana sensazione: quelle poltroncine
disposte tutte in un’unica
direzione ricordano vagamente una sala cinematografica. Pensare che ci sia
cinema quassù è straordinario. Come straordinario è
il fatto che questa incredibile invenzione superi tutte
le barriere del tempo e dello spazio, giungendo a
migliaia di chilometri dalla terra.
Il titolo del film è “L’astronauta contadino” e racconta di un aspirante astronauta costretto a lasciare l’addestramento in corso alla Nasa per tornare
al paese natio e salvare la fattoria dei genitori (passando letteralmente dalle stelle alle stalle). L’uomo
si chiama Charles Farmer ed è determinato a non
veder morire il suo sogno, così decide di costruire il
suo missile personale. Ed il luogo dove abita è l’ideale per farlo. Allestisce un hangar all’interno del
suo podere e inizia a fabbricare il sogno di una vita.
Ma i sogni costano e inoltre Farmer deve vedersela
con i problemi economici della fattoria. Arriva poi
l’inevitabile scontro con la moglie che lo accusa di
trascurare la famiglia e di buttar via il denaro. Per
ultimi arrivano i federali a cui non piacciono molto
le sue stranezze e che vedono minacciata la sicurezza nazionale: e se in quell’hangar si celasse una
potente arma di distruzione di massa? Una situazione tragicomica nella quale
Farmer rimane fermo nei
suoi propositi. Finalmente
arriva il fatidico giorno del
lancio. Con l’aiuto dei figli,
Farmer decolla e può così
coronare il suo sogno.
Non solo ma, dopo essere
rimasto in orbita per alcuni
giorni nello spazio, riesce
a far rientro a terra sano e
salvo. Qui viene acclamato dalla folla e diviene un
eroe nazionale.
Non so se il film sia tratto da una storia vera ma
è talmente assurdo che
senz’altro non può esserlo. La figura di Farmer che
monta a cavallo con la tuta
da astronauta è un’intuizione geniale. Ma la storia
si adatta più ad un racconto grottesco piuttosto che
ad un racconto sentimentale. Infatti il film finisce
per diventare involontariamente comico e questo
rappresenta il suo limite. Sarei curioso di vedere
un regista eccentrico come Quentin Tarantino alle
prese con le disavventure di questo cow-boy dello
spazio. Chissà che opera esplosiva ne uscirebbe!
Ma non importa. Lo scorrere di immagini rarefatte su un piccolo monitor, l’essere circondati da un
pubblico (anche se narcotizzato) e soprattutto il
trovarsi immersi nel buio e nello spazio infinito: tutto questo è magia, è cinema per l’appunto.
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Cinema ad alta quota
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37
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“TUTTOGUIDIZZOLO”
è in distribuzione
gratuita, presso:
Comune, Centro Culturale
San Lorenzo e su internet.
Questa edizione,
aggiornata nella
toponomastica
al maggio 2008,
contiene ampie notizie
storiche e indirizzi utili.
38
Con il patrocinio
Amministrazione
Comunale
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Oggi i parametri della povertà sono mutati rispetto al XIX secolo quando la condizione dei poveri rasentava la miseria.
Se per povertà si intende sobrietà di vita essa
non sarebbe tanto biasimevole. Tale è la povertà dei religiosi, di Francesco che per essa
...giovinetto, in guerra
del padre corse, a cui come a la morte,
la porta del picer nessun diserra;
e dinanzi a la sua spirital corte
et coram patre le si fece unito;
poscia di dì in dì l’amò più forte.
(Par. XI, 57 - 63)
Se invece per povertà si intende mancanza
del necessario alla vita, pur intesa semplice e
decorosa, il problema investe la giustizia. L’800
è il secolo della povertà, dovuta al passaggio
da una civiltà agricola alla industrializzazione.
A metà secolo si diffusero le teorie prima del
socialismo utopistico-umanitario e poi di quello scientifico. Anche la Chiesa si occupò della
questione sociale, cominciando dal movimento
cooperativo promosso dal vescovo Ketteler in
Germania all’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII del 1891.
In attesa di leggi e riforme in materia di giustizia sociale l’elemosina, la carità spicciola erano i soli strumenti per aiutare i poveri.
Attiva a Guidizzolo era l’Opera Pia BonaMarchetti nata da un lascito risalente al 1825.
Ammlinistrata dal parroco poteva attingere al
reddito di “una casa con ortaglia e del campo
detto S. Andrea, e altra casa in crontrada Malborghetto” (oggi via C. Battisti).
Tante le cause della povertà, tra le innumerevoli altre una poteva essere l’imprevidenza come
nel caso di un 67settenne morto nel 1806 in via
dell’Osteria (oggi via Solferino) ridotto per la
sua bontà e semplicità all’estrema indigenza,
che tuttavia dignitosamente sopportava. Ma
la rassegna che segue, documentata dai libri
della Bona-Marchetti, è la spia a intravedere
situazioni di grave difficoltà e grande sofferenza.
L’Opera pia distribuiva sussidi in denaro, per le
medicine, o direttamente agli ammalati, i pellagrosi, 3, 5, 2 lire. Cinque lire per un cinto erniario. Gli anni qui presi in esame vanno dal 1887
al 1892. Oppure in natura, mezzo chilo di lardo
e tre chili di farina bianca, lire 1,95. Dodici chili
di polenta a famiglia numerosa, lire 2,04. Otto
chili di polenta, lire 1,36. Farina bianca, lire 3,08.
Distribuiva pane in occasione del 2 novembre e
del Natale, cibarie come carne, pasta e latte, a
famiglie o a singoli individui. Mezzo litro di vino
Marsala, lire 3,15. Lire 16 per il collocamento di
una ragazza presso una famiglia di Carpenedolo per un minimo di corredo. Altri aiuti a donne
partorienti, ai bambini poveri dell’asilo, alle cucine economiche gestite dal Comune. Interventi che non di rado erano sollecitati dalla Coàngregazione di Carità.
“Vestire gli ignudi” è una
delle sette opere di misericordia
con la quale il nostro elenco continua.
Un paio di pianelle o soarine lire 3. Un paio di calzoni
a lire 3,25, uno di polachini
lire 1,50. Una coperta da
letto, lire 2,80. Un vestito
da donna, lire 7,50. Giacchetta, gilé e calzoni Lire
11. Un paio di calzoni a un
bambino figlio di un cieco,
lire 2,75. Un paio di calzoni
e un giacchetto, lire 6. Un fazzoletto da testa,
lire 1. Otto camicie e un lenzuolo lire 1,25. Alcune voci riguardavano l’affitto di casa, l’acquisto
di legna da ardere, centesimi 60 per il bucato di
tre lenzuola.
Altre sono indicate con NN, perchè vogliono
l’anonimato quelli che da benestanti, se non
ricchi, erano diventati poveri e assai triste e
umiliante è la condizione di chi non gode più
dell’ agiatezza e del prestigio di un tempo
Oggi in tempi di consumismo altre sono le povertà, non meno urgenti, e confrontarle con
quelle descritte in questo articolo può essere
un utile ammaestramento.
la nostra storia
Cronache della povertà
arte &
dintorni
Rubens 1613
“Carità romana”
San Pietroburgo,
Museo Hermitage
Franco Mondadori
39
la nostra lingua
arte &
dintorni
Mariavittoria Spina
40
Soltanto una parola
Parole, parole, parole. Quante parole utilizziamo
ogni giorno; ci scivolano dalla bocca attraverso l’immediatezza della quotidianità, si fissano
nello scritto per tentare di trattenere il pensiero tra le pagine di romanzi e saggi, ma anche
tra le righe dei diari, negli appunti annotati su
fogli ordinati o in semplici liste della spesa.
Racconti d’arte e di vita, testimonianze tangibili
del potere mnemonico di uno strumento complesso e affascinante, che nelle sue forme più
articolate è prerogativa unica e distintiva dell’
essere umano: il linguaggio verbale. La parola è espressione del pensiero, in quanto come
segno linguistico consta dell’unione inscindibile tra significato e significante, quante parole
rimangono inespresse perché prive di forma,
idee fluttuanti inafferrabili al di fuori degli spazi
della nostra mente.
L’ipotesi della relatività linguistica di SapirWhorf afferma che il linguaggio oltre a rendere
possibile l’espressione del pensiero è in grado
di influenzarne la sostanza. Secondo le teorie
di questi autori non saremmo in grado di conoscere completamente ciò che non possiamo
comunicare, poiché spesso un’esperienza perfeziona il suo significato nella misura in cui si è
in grado di descriverla e quindi di trasmetterla
verbalmente agli altri. Anche se questa ipotesi,
come molte altre in campo linguistico, è tuttora
dibattuta dagli esperti, rimane indiscusso il fatto che le modalità con le quali utilizziamo il linguaggio siano in grado di influenzare il nostro
rapporto con gli altri e con l’ambiente circostante. In un contesto sociale esprimersi è una
necessità, ma anche un piacere, scaturito dalla
volontà di condividere pensieri ed esperienze
che in questo modo sopravvivranno più a lungo all’inesorabile degrado della dimenticanza.
Spesso i ricordi individuali sfumano e col tempo svaniscono, mentre quelli condivisi entrano
a far parte della storia di una famiglia, di un luogo, a volte di un’intera nazione. Al linguaggio
scritto e ancora in buona parte alla tradizione
orale è affidata la memoria umana, la storia, e
la sua coscienza artistica, la letteratura.
Gruppo
Alpini
Guidizzolo
tel. 0376 819516
Questo rubrica intende riscoprire la bellezza
della nostra lingua in un viaggio attraverso alcune suggestioni create dalle unità di base del
discorso sia scritto che orale: le parole. Ogni
parola denota un’informazione e in genere si
connota per una pluralità di sensi che vanno a
costituire il suo significato, caratteristica che
rende possibile esprimere un’ampia gamma
di concetti tramite un numero relativamente
limitato di parole. Parlare e scrivere significa
essenzialmente compiere delle scelte di natura
lessicale, grammaticale e sintattica, dal grado
di consapevolezza con il quale esse vengono
attuate dipende la pertinenza e spesso l’efficacia del nostro discorso. Tuttavia, le parole non
sono solo uno strumento di espressione adatte
a svolgere determinate funzioni comunicative
sulla base delle competenze e delle esigenze
del parlante, ma ancor più esse permettono di
evocare realtà soggettive, emozioni, impressioni, immagini associative. Pensando a queste
suggestioni verbali, capaci di suscitare liberi
flussi di coscienza, ho definito le tre categorie
di parole che costituiranno il principale criterio
di questa indagine attraverso i lemmi del nostro
vocabolario. Precisamente, la mia intenzione è
di indagare significato e significante di “parole
memorabili”, in quanto ricche di implicazioni
non solo contenutistiche, di “parole curiose”,
peculiari nel loro uso o nell’evoluzione che
hanno subito nel tempo, e di “parole da dimenticare”, il cui utilizzo insistito è sconsigliabile
per motivi di obsolescenza, di imprecisione del
termine, spesso sostituibile con espressioni più
consone, o per ragioni di estetica. Si tratta ovviamente di definizioni arbitrarie, in quanto per
lo più guidate dal gusto personale, oltre che
da considerazioni oggettive di vario genere, e
pertanto aperte a considerare eventuali critiche e integrazioni da parte di chi vorrà dare
un contributo a questa rubrica non strettamente linguistica, ma affezionata alla disciplina e
alla sostanza del linguaggio. Prescindendo
momentaneamente dalle tre categorie di parole brevemente descritte sopra, non è possibile
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TEL. 0376 818461 r.a.
iniziare un discorso sul linguaggio senza considerarne alcuni termini fondamentali, tra essi se
ne ricordano almeno due, capaci di suscitare
evocazioni interessanti.
Lingua: il suo significato primo designa l’organo preposto al senso del gusto e all’articolazione della voce; ma in senso astratto lingua può
essere sinonimo di favella o di idioma, poiché
intende il modo concreto e storicamente determinato con il quale si manifesta la potenzialità
verbale del linguaggio. E’ curioso notare come
alcune lingue straniere, specialmente germaniche, utilizzino due termini differenti per riferirsi
all’organo fonatorio e al linguaggio verbale, ad
esempio nel caso dell’inglese tongue e language, che tuttavia non considera tale distinzione
nelle espressioni polirematiche quali mother
tongue. Il termine italiano lingua è mutuato direttamente dal latino e viene spesso utilizzato
negli studi di glottologia per evidenziare le somiglianze tra le lingue romanze (francese langue,
spagnolo lengua, portoghese lingua, rumeno
limb..), la sua accezione francese è entrata a
far parte del vocabolario internazionale in ambito linguistico grazie alla distinzione tra langue
e parole, effettuata da Ferdinand de Saussurre,
fondatore della linguistica moderna. Langue è il
sistema di segni linguistici che viene condiviso
dagli appartenenti ad una stessa comunità linguistica, mentre pa-role designa l’utilizzo individuale della langue; da ciò si deduce il fatto che
parlare, dal latino parabol re, verbo all’ origine
del termine ancora attuale parabola e di quello
meno cono-sciuto parabolano, implichi un atto
creativo personale.
Scritto: termine dal noto significato, anche nella sua variante meno usata iscritto, derivante
dal participio passato latino scribtus ed equivalente come sostantivo a scrittura, oltre ad evocare l’azione di scrivere, prerogativa essenziale del linguaggio insieme all’espressione orale,
da luogo ad espressioni quali un bel tacer non
fu mai scritto, che in quanto motto popolare può
definirsi anche come proverbio o come detto.
Questo secondo participio passato, stretta-
mente legato al campo semantico del linguaggio, in letteratura designa un poemetto breve di
natura allegorica diffuso in epoca medioevale;
in senso generico tutto ciò che è detto può essere anche scritto, quindi traslato, in virtù della
caratteristica dei segni linguistici di poter essere convertiti da fonemi a grafemi e viceversa.
Può essere un segno dei tempi, locuzione idiomatica assai inveterata, il progressivo appiattimento dell’italiano verso forme sempre più
semplicistiche di espressione sia scritta che
orale, ma io confido in uno sviluppo diverso
della nostra lingua madre. Salvaguardare il nostro patrimonio linguistico e promuoverne
un’evoluzione dettata dal senso
di correttezza e di bellez-za insito nell’espressione verbale, oltre
che dai criteri di convenienza
stabiliti dall’uso quotidiano, significa contribuire attivamente
alla tutela della nostra identità di
italiani, eredi consapevoli della
lingua che da D’Annunzio a Dante, risalendo fino a Cesare e alla
precristianità latina, ha veicolato
lo stile ed il pensiero di una parte
considerevole della civiltà occidentale.
Scrivere e parlare correttamente
non è più solo un fatto di istruzione, ma una questione di ri-trovo
e rinnovo della nostra civiltà.
Scrivetemi le parole alle quali
siete affezionati, “parole memorabili”, le parole
che vi incuriosiscono, “parole curiose”, o quelle
che preferireste incontrare con minor frequenza, “parole da dimenticare”, in ogni numero ne
sceglierò alcune sulle quali riflettere.
la nostra lingua
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41
GRUPPO MICOLOGICO NATURALISTICO
“COLLI MORENICI”
Notiziario del Gruppo Micologico Naturalistico “Colli Morenici” - a cura di Giorgio Arienti
In visita all’Abbazia di Pomposa
Rosone: particolare della
facciata dell’Abbazia di
Pomposa
42
Dopo una rilassante gita in motonave sul Delta
del Po, con pranzo a bordo, il gruppo si è recato
a visitare una delle perle dell’Arte Romanica:
l’antico monastero benedettino di Pomposa. Il
monastero comprende, oggi, la Basilica con
l’atrio, il campanile romanico, la Sala del Capitolo, la Sala a Stilate, il Refettorio, il Dormitorio
ed il Palazzo della Ragione.
Questi edifici ospitarono nel Medio Evo un centro di spiritualità e cultura tra i più importanti al
mondo.
Eventi climatici favorevoli
avevano permesso fra il VI ed
il VII sec. l’insediamento di un
gruppo di monaci benedettini
provenienti da Ravenna, che
avevano scelto un’isola fra il
Po ed il mare che per la usa
tranquillità favoriva meditazione e laboriosità. La prima
notizia scritta su Pomposa è
però dell’anno 874 e riguarda
una controversia giurisdizionale tra il Vescovo di Ravenna
ed il Papato. Durante il secolo
successivo il vitale monastero preparava la sua
totale indipendenza da San Salvatore di Pavia
e da Ravenna, che avveniva nel 1001, grazie
all’accordo sottoscritto dall’Imperatore Ottone
III ed il Papa Silvestro II.
Donazioni e privilegi accrescono la potenza
economica pomposiana anche nelle limitrofe
zone del Veneto e della Romagna.
Agli inizi del XIV sec. Pomposa aveva giurisdizione su 49 chiese sparse nell’Italia centro settentrionale. Con l’avvento di San Guido degli
Strambiati ad abate di Pomposa (1008-1046) inizia il periodo più fecondo dell’abbazia benedet-
tina, che sarà visitata in seguito da personaggi
importanti, come ad esempio San Pier Damiani
e Dante Alighieri.
Nello stesso periodo, fu monaco Guido d’Arezzo al quale si deve “l’invenzione” delle note
musicali. Molto famosa fu anche la ricca Biblioteca del monastero, che vide qui rifiorire studi
classici, letterari, religiosi, per poi andare irrimediabilmente dispersa. Il Palazzo della Ragione, costruito alquanto discosto dal complesso
monastico, è testimonianza
dell’ esercizio della giustizia
da parte dell’Abate sui territori sottoposti al monastero.
Nei secoli dello splendore
dell’Abbazia fiorirono le arti
architettoniche e pittoriche,
che ci hanno lasciato soprattutto i meravigliosi cicli
trecenteschi della Basilica,
del Refettorio e della Sala del
Capitolo. Quindi, in seguito ad
eventi catastrofici, culminati
con la cosiddetta rotta del Po
a Ficarolo, che si fa risalire al
1152, l’interesse economico e culturale abbandona il territorio costiero, oramai invaso dalle
acque, e i monaci lascia Pomposa alla volta
del nuovo convento di S.Benedetto di Ferrara
(1553). Il recupero dell’Abbazia fu poi attuato a
partire dalla fine dell’ ‘800, quando tutti i fabbricati vennero acquisiti dal Demanio e riportati a
nuova vita.
Infine fu istituito nel 1976 il Museo Pomposiano
che raccoglie, nel grande vano dell’ ex Dormitorio dei frati, resti scultorei, dipinti ed altre
opere d’arte legate alla storia del Monastero.
Notiziario del Corpo Bandistico di Guidizzolo - a cura di Francesca Cappa
Estate di fuoco
Un 25 Aprile da record
Se la primavera era ricca di impegni, l’estate
2008 per la nostra Banda sarà di fuoco!
Gli impegni si sono moltiplicati a vista d’occhio
e praticamente dal 25 maggio al 27 luglio la nostra Banda ha tutti i fine settimana impegnati.
Numerosi saranno i servizi, ma soprattutto
abbiamo ben cinque concerti estivi cominciando con il Concerto per il 40° anno di attività
dell’AVIS in Guidizzolo il 22 giugno, proseguendo con il 4 luglio a Viadana, il 17 luglio sulle
rive del lago superiore a Mantova, il 21 luglio
per la fiera di Guidizzolo e per finire il 27 luglio
a Medole.
Le vacanze saranno brevi, anzi quasi nulle,
dato che i primi di settembre bisognerà ricominciare le prove, speriamo quindi in un’estate
mite che ci accompagni in tutti i nostri numerosi impegni, sempre che non ne arrivino altri!
Campus musicale 2008
Da sempre il servizio per la commemorazione
della liberazione dell’Italia è molto sentito dai
bandisti che vi partecipano, ma quest’anno si
sono davvero superati!
A sfilare per le vie di Medole, Birbesi e Rebecco è stata schierata una formazione di 51
elementi, con un’età che va dai 9 agli 80 anni
circa.
A Guidizzolo hanno fatto il loro debutto sulle
note dell’Inno di Mameli 15 allievi della Scuola
Campus musicale
Per la terza edizione del campus estivo
musicale, organizzato dal Circolo Diapason di
Guidizzolo, si fa tappa ad Andalo (Tn) in una
bellissima casa da 55 posti che verranno riempiti da 40 allievi e da 10 tra accompagnatori e
maestri.
Questo 3° stage durerà una settimana, dal
31/07 al 06/08, e non sarà solo musica 24 ore
su 24 ma si faranno tantissime attività, giochi,
passeggiate e tutto ciò che potrà servire per
far divertire sia ragazzi che animatori.
Augurandoci che anche questo campus, dopo
Limes (Tn) nel 2006 e Vezza d’Oglio (Bs) nel
2007, sia divertente e istruttivo come i precedenti vi rimando ad ottobre quando avremo
un resoconto completo di tutta la settimana,
scritto come sempre da uno dei ragazzi.
di Musica che, inseriti nella formazione, hanno
sfilato egregiamente per tutta via Vittorio Veneto fino ad arrivare a p.zza Mutti e ritorno.
I ragazzi sono stati accolti da un numeroso
pubblico che ha molto apprezzato la sfilata e
la presenza di tantissimi giovani a quest’evento così importante e noi auspichiamo di non
dover aspettare il prossimo 25 aprile 2009 per
ripetere questa esperienza.
43
Notizie
dall’Amministrazione
A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI GUIDIZZOLO
Fiera in musica
Da sempre la Fiera rappresenta, per ogni comunità, una buona occasione per mettere in
mostra le proprie eccellenze. Ogni paese cerca
di caratterizzare la propria Fiera, valorizzando i
propri prodotti o le proprie tradizioni.
Anche Guidizzolo ha nel proprio tessuto produttivo e nel proprio patrimonio culturale alcune
realtà che presentano caratteri d’eccellenza.
Basti pensare al settore orticolo, che vede la
presenza di aziende produttrici di assoluto valore ed importanza, come pure il settore artistico, grazie anche alla presenza dell’Istituto
d’Arte e, ora, della Fondazione “Nonsoloarte
Franco Bombana”, che organizza a settembre
il Festival dell’Arte di rilievo nazionale.
Ma il settore che vogliamo portare al centro
dell’attenzione nella Fiera di Luglio è quello
della musica.
Nel 1839 nasceva la a Guidizzolo la Filarmonica, ovvero la prima Banda musicale cittadina
che, attraverso varie vicissitudini, è giunta sino
a noi.
Negli ultimi decenni, oltre ad incentivare l’attività bandistica, è stata particolarmente curata
l’attività didattica rivolta ai ragazzi.
E’ nata così una generazione di musicisti che
ha assimilato la passione per la musica, sviluppandola poi in esperienze e percorsi di vario
genere.
Da quando nel 1999 l’Amministrazione Comunale l’ha dotata di una sede idonea, la Banda
ha ulteriormente incrementato e diversificato
la propria attività, favorendo la nascita, nella propria orbita, di vari raggruppamenti ed
espressioni musicali.
Altri hanno preferito affrontare generi musicali
diversi, raggiungendo ottimi livelli.
La Fiera, quindi, vuole essere una rassegna di
queste diverse espressioni, che hanno in comune il luogo di partenza: la Banda.
Invitiamo quindi tutti i guidizzolesi a partecipare
alle manifestazioni in programma ed a godere
insieme delle magiche atmosfere che i “nostri”
artisti sapranno creare.
Colgo l’occasione per ringraziare la Pro Loco
per l’impegno profuso nell’organizzare la fiera,
ma anche tutte le associazioni guidizzolesi che
ancora una volta portano il loro prezioso contributo alla buona riuscita delle manifestazioni
in programma.
Il sindaco
Graziano Pelizzaro
Biblioteca: Eventi di Giugno e Luglio
Martedì 3 e Giovedì 5 Giugno, sera - Teatro Comunale:
Saggio finale degli allievi della Scuola di Musica di Guidizzolo e Cavriana.
Sabato 14 Giugno, ore 21,00 - Presso Piazzetta ANSPI:
rappresentazione dell’opera “Cavalleria rusticana” di P. Mascagni, in occasione del 50° di
Sacerdozio di Don Adriano Avanzi e del 37° di Parroco presso la Parrocchia di Guidizzolo, con
la presenza dell’Orchestra Filarmonica di Guidizzolo, del Coro Lirico di Brescia e dei Cantanti
dell’Associazione Musicale ARTI.CO.
Giovedì 3 Luglio, ore 21,00 - Presso la Biblioteca:
Presentazione di Festivaletteratura 2008, a cura di Simonetta Bitasi
Da Sabato 19 a Lunedì 21 Luglio - Inaugurazione Sabato 20 luglio, ore 10
Presso ex palestra Scuole Medie: Mostra Collettiva del Gruppo “Incontri fotografici”
di Guidizzolo.
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Programma
Giovedì 17 luglio
Domenica 20 luglio
ore 19,00 Ritrovo presso Trattoria “Alla Torre”
Gara ciclistica in notturna,
organizzata dal Ciclo Club 77
16° trofeo Pro Loco
Ore 7,30 Oratorio di San Lorenzo
La Pescasportiva Guidizzolese FAPS organizza
una manifestazione sportiva di pesca alla trota non competitiva per ragazzi e ragazze delle
scuole elementari e medie.
Iscrizioni gratuite presso la cartoleria
Santi Nadia via V. Veneto, tel. 0376 819455.
Omaggio a tutti i partecipanti
Info: Mauro Guidetti 339 7449536
Venerdì 18 luglio
Ore 20,30 Piazza Mutti
Cena sotto le stelle, in collaborazione con la
“Fondazione Contessa Rizzini” onlus
Menù
Antipasto
Bruschetta al pomodoro fresco
Torta salata - Frittata con ...
Primi piatti
Tortino di tagliatelle ai funghi
Maccheroni con sugo d’anatra
Secondi piatti
Stinco di maiale al forno
Roast-beef all’inglese
Contorni
Patate al forno - Verdure grigliate
Dolce
Crostatine del bosco
Vino - acqua
La serata sarà allietata da:
- Piano bar con Ago e Carol
- Esibizione Danza Orientale e Folklore Arabo
curata da Alice Bombana
Le prenotazioni per la cena si ricevono entro il
12 luglio, massimo 150 persone con prenotazione obbligatoria, presso la cartoleria Santi Nadia
in via V. Veneto, tel. 0376 819455
Costo della cena 25 Euro comprese le bevande
In caso di maltempo la cena si terrà al coperto
Sabato 19 luglio
Ore 10,00 Sala Civica piazza Marconi
Inaugurazione Mostra collettiva del Gruppo
“Incontri Fotografici” di Guidizzolo
Apertura: dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19
Ore 10,00 Porticato ex Comune, v. V. Veneto
- Gruppo Micologico Naturalistico
Esposizione didattica delle specie fungine
-Coldiretti - Esposizione di prodotti locali
Ore 16,00 in poi in via Vittorio Veneto
- “Musica in Strada” con la Compagnia d’arte
Drummatica di Bologna, Duo Jazz, I Ping, e
Nameless, gruppo composto da ragazzi
dai 14 ai 17 anni
- Hobbisti e Collezionisti
- Intrattenimento per bambini
Ore 20,00 Cortile del Comune, via F. Filzi
Stand gastronomico per la promozione
dei prodotti locali: Pancetta steccata,
Grana Padano, Verdure, Vini delle “Colline moreniche” e Capunsei
Ore 21,30 Cortile del Comune, via F. Filzi
Tributo a De Andre “Les Artoys”
(ingresso gratuito)
Lunedi 21 luglio
Ore 20,00 Cortile del Comune, via F. Filzi
Stand gastronomico per la promozione
dei prodotti locali: Pancetta steccata,
Grana Padano, Verdure, Vini delle “Colline moreniche” e Capunsei
Ore 21,30 Cortile del Comune, via F. Filzi
Omaggio a Ennio Morricone
Concerto del Corpo Bandistico Guidizzolo
(ingresso gratuito)
Ore 20,00 Cortile del Comune, via F. Filzi
Stand gastronomico per la promozione
dei prodotti locali: Pancetta steccata,
Grana Padano, Verdure, Vini delle “Colline moreniche” e Capunsei
Ore 21,30 Cortile del Comune, via F. Filzi
Concerto The Ghidisoul Blues Band
(ingresso gratuito)
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