Equipes Notre Dame Milano A e Milano B GIORNALINO DEI SETTORI Marzo 2006 Incontri di settore “Apri le tue braccia, corri incontro al padre” Mary e Gigi Besana Dina e Michele Dicorato Abbiamo avuto modo, più volte, di comunicarvi da queste pagine, come il servizio di Coppia responsabile di Settore ci abbia portato a gustare, a capire meglio le proposte del movimento END. Questa volta vorremmo raccontarvi i “nostri” incontri di settore. Premettiamo alcune considerazioni. Come tutti avete verificato gli incontri vedono ancora i due settori Milano A e Milano B insieme; questo per il momento ci sembra una scelta positiva (non dovrà necessariamente essere mantenuto nel tempo) che mantiene legami belli, di lunga data e che allarga la possibilità di nuovi incontri, di nuove amicizie senza penalizzare l’efficienza e la profondità degli incontri. Torniamo a noi. All’inizio l’organizzazione, soprattutto per due disordinati come noi, è stata dura: le date, i volantini (meno male che c’è Michele), l’elenco e- mail, le comunicazioni da inviare….. non si trovavano mai le informazioni giuste al posto giusto. E poi le giuste preoccupazioni: si troveranno bene? Le baby-sitter saranno efficienti? E i relatori? E poi i piccoli problemi organizzativi. Tutte cose che ti distolgono un poco sia dalle “relazioni personali” sia dal clima di preghiera, di riflessione, di “incontro”. Poi ti accorgi dei meravigliosi fratelli che ti sono davanti. Vi ringraziamo tutti. Ti accorgi che se siamo un po’ stretti non succede nulla, se salta un relatore la «La Quaresima» scrive il Papa, «è il tempo privilegiato del pellegrinaggio interiore verso Colui che è la fonte della misericordia ». Per questo, ogni anno vi invitiamo a partecipare al ritiro di Quaresima. Infatti, da pochi giorni c’è stato il nostro ritiro a Pavia al quale hanno partecipato in tanti. La relazione di don Andrea, molto sentita e seguita, ci aiuterà a riflettere e a prepararci ad accogliere la gioia della Pasqua senza la quale non ci sarebbe nessuna speranza di salvezza e a capire sempre di più quale grande dono Gesù ci ha fatto con la Sua morte e Resurrezione e continua a farci tutte le volte che partecipiamo alla Mensa Eucaristica. La nostra Quaresima, per il rito romano, è iniziata mercoledì 1 marzo, in cui ricevendo le Ceneri, abbiamo ascoltato la frase che il Sacerdote ripeteva per ognuno: <<Convertitevi e credete al Vangelo >>. Nello stesso giorno abbiamo partecipato alla cerimonia funebre di Giorgio Ferrazzi, équipier della Milano 8 e dell’équipe di settore. Il dolore di tutti è stato grande, ma il Vangelo letto durante la S. Messa è stato consolante: <<Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché 1 END Milano Provvidenza (concretizzata nell’aiuto reciproco) te ne fa trovare un altro …… E allora trovi gli spazi per gustare fino in fondo i momenti di preghiera, riflessione, dialogo in coppia e con i fratelli che le giornate di settore ti offrono. Capisci perché Gesù ha chiesto per ben tre volte a Pietro, prima di affidargli la Chiesa, “ Pietro mi ami?” e solo dopo la risposta affermativa, Gesù gli ha detto: “Pasci le mie pecore”. La domanda che dobbiamo porci prima di ogni responsabilità è dunque una domanda sull’amore. Se pensiamo che il nocciolo del servizio sia questo, scopriamo che ogni responsabilità è occasione per rinnovarci nello Spirito e per rallegrarci di tutto il bene che gli altri possono apportare. Un abbraccio a tutti Mary e Gigi E’ finalmente arrivato Lorenzo!!!! Mille congratulazioni a mamma Rosa, papà Gippo ed Alessandro della equipe Milano 13 Marzo 2006 siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via >>. Gli disse Tommaso: <<Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via? >>. Gli disse Gesù: <<Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me>>. (Gv.14,1-6) La consapevolezza e la certezza che ci vengono dalla Pasqua, che è la gioia della Resurrezione dopo la sofferenza della Passione di Gesù, ci confortano. Se crediamo alla Buona Notizia che Gesù è venuto a portarci, la sofferenza per la perdita di un nostro caro si deve trasformare in gioia perché ha raggiunto lo scopo finale della sua vita: la contemplazione eterna del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Non molti giorni addietro, un altro nostro équipier, Andrea Luquer della Milano 10, ha raggiunto Gesù nella Casa del Padre. Per entrambi ci piace riportare il ritornello di un canto che spesso, nelle celebrazioni eucaristiche dei nostri incontri di settore, intoniamo: <<Apri le tue braccia, corri incontro al Padre, oggi la Sua casa sarà in festa per te! >>. Immaginiamo la grande festa organizzata in Cielo per loro con tutti i Santi, i Beati, gli Angeli e Maria Santissima. Siamo sicuri che ora Andrea e Giorgio vedono Dio così come Egli è: Misericordia, Grazia, Carità. E che essi pregheranno per le nostre équipes, cui tenevano molto; ma soprattutto per i loro cari: Giovannella, Marica e i rispettivi loro figli. Per essi preghiamo e chiediamo a voi tutti di pregare per loro. Facciamo sentire la nostra vicinanza. Ringraziamo sempre il Signore, quando siamo nella gioia ma anche quando siamo nel dolore. Imitiamo in questo Maria Santissima che intercede per noi presso il Figlio suo. Buona Pasqua di Resurrezione a tutti. Dina e Michele 2 VITA DEI SETTORI Custodire e coltivare il giardino della Natura Un commento a Genesi 2,15 di Heike e Andrea Carobene Milano 13 L'aria di Milano è ammalata, ma questa emergenza è emblematica del rapporto distorto che la nostra civiltà ha con la Natura. Per noi è più importante la possibilità di muoverci velocemente della qualità dell'aria nella quale siamo immersi e grazie alla quale viviamo. E' più importante il confort di una casa riscaldata fino all'eccesso che un cielo pulito. Volevamo proporre a riguardo alcune riflessioni nate meditando sul versetto di Genesi 2,15: parole che riteniamo di estrema attualità. "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse". La missione che Dio dà all'uomo, ancora prima della nostra caduta, è quella di custodire e coltivare il giardino di Eden. Crediamo che in questi verbi, "coltivare" e "custodire", vi sia un programma meraviglioso che esprime tutta la ricchezza del rapporto che ogni cristiano e ogni uomo dovrebbe avere con il Creato, un rapporto che invece oggi viviamo in maniera distorta. Coltivare e custodire sono due verbi ricchi di significato, che rimandano ad azioni fondanti per il nostro essere uomini Chi è infatti il custode? Custode è colui che ha la responsabilità di sorvegliare qualcosa che non gli appartiene. Custode è colui che veglia, che protegge, colui che ha nelle sue mani una responsabilità importante. In ebraico il verbo shamar, custodire e proteggere, ha anche il significato di scrutare, di guardare attentamente, forse con la stessa attenzione e cura con la quale uno sposo osserva i cambiamenti della sua sposa quando attende e custodisce un bimbo nel suo grembo. Ancora, nella Bibbia lo shomer, colui che scruta, è anche la sentinella, colei che scruta l'orizzonte per cogliere quei segni che annunciano la fine della notte e l'arrivo di un nuovo giorno. Colui che scruta, che custodisce, è anche chi osserva lontano e guarda l'orizzonte, segnalando quei germi di speranza che il Signore mette nella Storia, quei virgulti che rivelano la presenza di Dio. Quello che voglio dire è che siamo chiamati nel nostro rapporto con la Natura a custodire qualcosa che non ci appartiene, e a preservarla per le generazioni future. Siamo chiamati ad avere un atteggiamento di cura amorevole e rispettosa, scrutando quei segni che rivelano, nel creato, la presenza di Dio. Spesso gli ambientalisti hanno accusato il Cristianesimo di avere troppo sottolineato l'importanza dell'uomo e, con ciò, di avere posto le premesse per un rapporto utilitaristico con il Creato, un rapporto fondato sullo sfruttamento della Natura che deve essere a esclusiva disposizione dell'uomo stesso. Nulla di più sbagliato: il Signore ci ha affidato la Natura perché la custodissimo, perché ne avessimo cura, perché la preservassimo. Lo stesso Signore, infatti, si presenta come custode del popolo d'Israele (Sl 121: "Il custode d'Israele"), perché custodire vuole dire guidare e condurre amorevolmente verso quella meta che è la Terra promessa. Viene in mente Maria, colei che serbava nel suo cuore le parole che venivano dette su suo figlio (Lc 2,19). Maria custodiva e meditava la Parola, tenendola nel suo cuore, affinché fruttificasse a suo tempo. Siamo chiamati a custodire i segni della presenza di Dio nella Natura con la stessa cura con la quale Maria custodiva la parola di Dio. Anche qui vale la pena ricordare tutti quei brani della Bibbia che invitano a guardare i segni del Cosmo per legge rvi la presenza del Dio creatore, come ad esempio il Salmo 104. Il Signore si è rivelato nella storia, prima con la Pasqua del popolo d'Israele e poi con l'incarnazione e la resurrezione di Cristo, ma il Signore si rivela anche nella creazione, il libro della Natura che è in grado di svelare la bellezza di Dio. Ma nel versetto della Genesi da cui siamo partiti c'è anche l'invito a coltivare e a lavorare il giardino. Lavorare perché questo giardino non deve essere lasciato così come è dato, ma deve essere coltivato, affinché possa esprimere tutta la sua bellezza. La Bibbia non ha una concezione irenica della Natura, e più volte sono raccontate anche quelle forze naturali capaci di sovrastare e distruggere l'uomo. L'invito è quello di governare queste forze, rendendo il giardino un vero giardino. Quello che stupisce, però, è che il verbo habad, normalmente tradotto con coltivare, significa in ebraico lavorare e anche servire. Quel versetto, allora, potrebbe anche essere tradotto con "Dio pose l'uomo nel giardino di Eden perché lo servisse e lo custodisse". E' come se fossimo invitati a servire la Natura, a porci in un atteggiamento di ascolto davanti a 3 END Milano Marzo 2006 questo grande mistero. Il biblista Jean Loius Ska, nel suo libro "La strada e la casa", in realtà avverte che normalmente la traduzione di habad con servire è usata solo quando si parla del rapporto tra due persone, e quindi forse qui sarebbe fuori luogo. Però a noi piace pensare che agli orecchi di un ebreo, e dello scrittore sacro, quando si parlava di coltivare e lavorare il giardino vi fosse anche la sfumatura del servizio, del rispetto verso una realtà che per certi versi trascende l'uomo e che, come dice lo stesso San Paolo nella lettera ai Romani, attende anch'essa di essere trasfigurata nella luce di Cristo alla fine dei tempi (Rm 8, 19-22).In fondo, le azioni di custodire e servire sono quelle compiute dal custode per eccellenza, da quel Pastore - Gesù Cristo-, che si è messo al nostro servizio. Anche noi, allora, siamo chiamati a pascere la Natura, coltiva ndola, indirizzandola per le giuste vie, ma nel rispetto della sua specificità, senza volerla piegare ai nostri capricci. Chiediamo allora al Signore che aiuti la nostra civiltà a scoprire un rapporto corretto con la Natura, e che ognuno di noi possa sentirsi impegnato, in prima persona, a questa missione di custodia e ascolto del Creato, luogo della presenza di Dio che, come ricorda ancora la Genesi (Gn 3,8), vedeva il Signore passeggiare "nel giardino alla brezza del giorno". Notizie dall’equipe di formazione “Maria Consolatrice” di Anna e Alberto Tiziani (Monza 4) Per tutti l’incontro ha dato modo di riflettere in modo positivo. Qui di seguito alcuni appunti di riflessione effettuati dalle varie coppie presenti nel gruppo. ü ü Regola come un “mantra” che accompagna la vita quotidiana e che veste la persona come un “habitus”, cioè che lo rende proprio. Un’altra caratteristica della regola è la sua flessibilità. ü Ciò non toglie che non sia semplice avere una regola di vita, anche laddove ci sia stata una formazione cristiana. ü Piaciuta anche l’immagine del setaccio che permette di raccogliere le conchiglie preziose ü Per qualcuno le relazioni non hanno portato novità in quanto già aderenti alla A.C. , la difficoltà è nata nel momento in cui si ha avuto il desiderio di condividerla a livello di coppia e familiare. A questo punto la coppia è entrata nelle END perché questo dava la possibilità di avere una regola: già il dovere di sedersi una volta al mese, o la stessa riunione d’equipe è diventata una regola. Il cammino di coppia non è facile, ma almeno grazie alle END c’è stata e c’è l’opportunità di crescere insieme. Le difficoltà più grosse si riscontrano nel pregare insieme. ü Qualcun altro ha preferito cambiare metafora e scegliere la montagna e la 4 ü ü ü cordata: nella salita si va in cordata, e questo rende più facile il cammino, però è importante anche accettare di essere bloccati dal maltempo Per qualcuno la regola è vista più come insabbiamento che come strumento Alcuni si accorgono che una regola c’è anche se non è scritta. La regola va vista come miglioramento, quindi non è bene darsi una regola come costrizione, cioè mi impongo ciò che non riesco a fare; la regola deve essere qualcosa di piacevole. Nella loro equipe ci si è dati una regola di gruppo: messa con successiva pizza, incontrarsi in vacanza da uno o dall’altro, a turno, cassa di compensazione, ecc. Importante è partire dal positivo, da ciò che c’è già. Nella relazione della mattinata è mancato l’approccio al mondo del lavoro Infine: essere dentro il settore, partecipare alla vita del settore, perché si riscoprono cose dimenticate o si aggiungono nuove scoperte. Importante è aderire in coppia e intraprendere un cammino di fede di coppia per crescere insieme. Un grazie ancora per la magnifica giornata e un arrivederci a presto Marzo 2006 End Milano Compartecipazione, antidoto per la menzogna da un editoriale dell’abbé Caffarel del 1950, intitolato “Ballo mascherato” La signora Y. detesta la signora Z.; ma le tende la mano con un sorriso impeccabile. Il Dott. A passa il tempo a criticare il collega B.; se però lo incontra, con quale calore si felicita del suo successo nel concorso ospedaliero! Guardate quelle persone che sfilano in chiesa davanti alla famiglia del defunto: sarete edificate dalla loro sincerità... Menzogna di parole, di gesti. Menzogna della vita. Ciascuno recita il suo personaggio: la moglie-perfetta, il padre-di- famiglia-numerosa, il bracciodestro-del-signor-Parroco, il padrone-sociale, il cristiano-dalle- idee- larghe. Applicare bene la maschera, sistemare bene il travestimento, è questa la cosa importante! E i partiti politici! E la stampa!... Sia che si tratti degli ultimi scioperi o del grosso processo in corso, ovunque belle parole, che spesso mascherano sudice meschinità. Oh! Vi si è così bene abituati che non vi si presta neppure attenzione. Così bene abituati..., vale a dire così bene contaminati. Mi trovate pessimista? Utilizzate allora questo test: per una giornata soltanto, sforzatevi di scoprire tutte le menzogne che si insinuano nei vostri atteggiamenti, nelle vostre parole, nelle vostre lettere, nei vostri gesti, nei vostri silenzi, nei vostri pensieri, nelle vostre preghiere; verso il coniuge, verso i figli, verso il portinaio, verso le persone che incontrate, verso voi stessi (perché si mente a se stessi , e non meno che agli altri), verso Dio (per quanti cristiani non sarebbe più leale astenersi, per un certo tempo come Péguy, dal recitare il Padre nostro, a causa di quel “sia fatta la tua volontà”, smentito dalla loro vita quotidiana!). Se alla fine di tale giornata non siete spaventati, è perché siete dei santi, a meno che non siate dei ciechi. E in questa seconda ipotesi, il vostro caso è grave. Diventare sinceri, ecco quale dovrebbe essere il nostro assillo quotidiano... A questo vi siete esercitati efficacemente stando lealmente al gioco delle Equipes. Se, durante lo scambio di opinioni, ognuno esprime con tutta semplicità quello che pensa, confessa quello che ignora, cerca la risposta a una domanda che si pone, riflette con gli altri sul modo di tradurre nella sua vita la verità che ha meglio compresa, non tarderà a diventare sincero. Se la vostra preghiera nella riunione mensile non è una bella dissertazione, se essa traduce in poche parole, spoglie di eloquenza, di letteratura, e come se foste soli davanti a Dio, un pensiero, un desiderio, un sentimento che viene dal profondo dell’anima, diventerete sinceri. Se ognuno pratica lealmente quella che chiamiamo la compartecipazione, i membri dell’équipe non tarderanno a diventare sinceri. Sembrerebbe così normale per coppie che, insieme e in uno spirito di aiuto reciproco, hanno sottoscritto in piena libertà una regola, tenersi al corrente dei loro sforzi e delle loro difficoltà. Perché dunque tante coppie provano repulsione per questa compartecipazione? Non sarà forse proprio in quanto sono ancora abituate a bluffare, a recitare il loro personaggio, a coltivare la loro reputazione? E’ appunto perché vediamo nella compartecipazione, tra l’altro, un mezzo infallibile per far cadere la maschera e per lottare contro il bluff mondano, che le attribuiamo tale importanza. Quando le coppie di un’équipe si sforzano di eliminare ogni menzogna di tendere a una sincerità totale, allora, come mi scriveva uno di voi: tra cristiani diventati trasparenti gli uni agli altri, la comunione dei santi non è più soltanto un dogma a cui si crede, ma un’esperienza che si vive”. 5 END Milano 12 marzo 2006 Dalla giornata di settore di Pavia “Coppia e tempo di quaresima: itinerario di riconciliazione” a cura di Don Andrea Migliavacca Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2 I farisei e gli scribi mormoravano: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro". 3 Allora egli disse loro questa parabola: 4 "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? 5 Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento,6 va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. 7 Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. 8 O quale donna, se ha dieci dracme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dracma che avevo perduta. 10 Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte". II Disse ancora: "Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. " Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. I5 Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.16 Avrebbe voluto 6 Marzo 2006 saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in sè stesso e disse: quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.20 Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano, il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi.23 Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: E’ tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si indignò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. 30 Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.3I Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo;32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. Marzo 2006 "Convertici a te, o Dio, nostra salvezza, e formaci alla scuola della tua sapienza, perché l'impegno quaresimale lasci una traccia profonda nella nostra vita" (preghiera colletta del lunedì della I settimana di quaresima) Luca 15 ci presenta il cuore del messaggio del terzo vangelo: è l'annuncio, la buona novella della misericordia. Ci interroghiamo su quale buona notizia noi attendiamo. Le domande che ci poniamo ci possono riguardare personalmente, ma anche la vita di coppia e della famiglia. Cosa è per noi buona novella? Quali sono le attese e i desideri del nostro cuore? Quali sono le attese deluse? Come abbiamo reagito? "Si avvicinarono a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo..." Si parla qui dell'accesso a Dio. L'incontro con Dio è determinato non dal merito personale o da una propria riuscita, ma è solo dono suo e non è impedito dal nostro limite e peccato. Chi si può accostare a Dio e vivere l’amicizia con lui? Di chi Dio si cura? Ci chiediamo come viviamo il nostro rapporto con Dio. Cosa in noi frena o potrebbe frenare l'incontro con Lui, la preghiera, la condivisione? Ci interroghiamo anche sulla accessibilità dei rapporti interpersonali e di coppia. Quali sono le parole che ci scambiamo nella coppia? E il nostro dialogo? Cosa spendo della mia vita per l'altro? Le prime due parabole w. 4-7: la dimensione della ricerca w. 8-10: la vita famigliare come dono per gli altri. Dimensione comunitaria Il padre misericordioso End Milano rapporto a Dio siamo figli, cioè a noi la vita è regalata. Il figlio maggiore ci ricorda che può capitare di vivere la nostra responsabilità solo come senso del dovere e nasce il dubbio di non essere veramente amati. Si vive senza il padre... Riflettiamo sulla nostra relazione con i genitori e la nuova scoperta che proprio da loro la vita ci è stata data in dono. Ci sono cose non dette o ferite da sanare verso i nostri genitori? C'è qualcosa in questo ambito che ci fa oggi soffrire o di cui abbiamo sofferto? • II rispetto del padre verso le decisioni dei figli. Egli non frena chi se ne vuole andare e non forza chi non vuole entrare. Egli crede nella libertà e nella sacralità dell'altro. Nella vita di coppia cosa significa rispettare la sacralità dell'altro? E verso i figli? Stendo io un progetto per gli altri o accompagno il loro cammino, così come decidono di camminare? • I rapporti riconciliati Dal non riconoscersi figli e fratelli a chiamarsi con il nome della nostra relazione. E' l'invito della fede a vederci con lo sguardo di chi ama, di chi riconosce l'altro/a nel segno dell'amore.Ci possiamo interrogare sul nostro chiamarci per nome... Sono capace di chiamare l'altro padre mio, madre mia, mio sposo/a, figlio/a mio... Cosa vuoi dire mettersi in rapporto con le persone che fanno parte della mia vita chiamandole nell'orizzonte dell'amore? Cosa va in questo riconciliato? • La festa Riflettiamo sulla dimensione liturgica della vita e della nostra preghiera. Quale posto occupa la preghiera nella vita di coppia e nelle dinamiche famigliari? • L'atteggiamento di questo padre verso i figli ci fa scoprire là dimensione di dono della vita: la vita l'abbiamo come dono. In 7 END Milano Marzo 2006 IN CAMMINO …… di Cristiana e Carlo Maestroni (Monza 2) Domenica mattina 12 marzo. Ore 6.15 (e siamo anche riusciti ad arrivare in ritardo) ci guardiamo assonnati; l’incontro d’equipe il sabato sera e la giornata di settore la domenica ci chiedono quel di più di energie che in questo momento sembra di non trovare, ma, abbiamo deciso che ne vale la pena …… Epici o bigotti? Cristiani? Convinti, in qualche modo, che faccia bene anche a loro, prepariamo le bambine e si esce. Com’è pungente il vento di oggi! Dobbiamo ammettere che lo stesso effetto hanno avuto per noi due da subito le parole che don Andrea Migliavacca, relatore, ha rivolto alle coppie d’equipe riunite in quel di Pavia: Luca 15,2 “ I farisei e gli scribi mormoravano: Costui riceve i peccatori e mangia con loro.” E tu da che parte stai? Con i peccatori come Gesù o con i giusti che però MORMORANO? Val la pena custodire ed aver cura del tuo rapporto con Dio o sei ormai uno che dalla vita ha imparato che a Dio ci si può rivolgere fino a un certo punto, ma poi occorre cavarsela da soli? Anche la forza e l’impeto del vento che soffia stamane ci parlano. Domanda ancora Don Andrea, che di provocazioni ne ha di proposito seminate tante perché ciascuno raccogliesse quanto serviva personalmente ed alla propria storia coniugale: “Ci sono muri all’interno della vostra coppia? Fin dove siamo ancora accessibili all’altro/a? Lo spazio per il mio sposo/la mia sposa è rimasto integro o attualmente è occupato da altri (figli piccoli, lavoro, impegni, nipoti, anziani da accudire …..)?” Anche la parabola dello stesso capitolo 15 di Luca. La pecora smarrita, la dracma perduta e il figliol prodigo, hanno suggerito nuovi interrogativi e considerazioni. Quella su cui ci siamo poi soffermati noi più di altre è stata la nostra attenzione a non perdere di vista la gratuità dell’Amore del Padre per ridurci come quel fratello maggiore che vive tutto spinto dal senso del proprio dovere e della propria responsabilità, ma non è felice. Oggi, insiste il relatore, siamo qui per dirci che è possibile abbattere questi muri, vincere questi mormorii, riconciliarsi e ricominciare, ridonarsi l’un l’altro/a una parola d’Amore. E questa volta anche lui commenta che questo vento assomiglia proprio al soffio dello Spirito, che purifica e disperde tutto quel male che si sedimenta nella quotidianità della vita di due sposi cristiani in cammino con tanti altri dietro a Gesù. Già aprire il cuore l’uno all’altro e porsi con verità di fronte a questa Parola non è per noi scontato né spontaneo. Benvenuta alla piccola Chiara! Con gioia ne annunciano la nascita mamma Lucia e papà Arcangelo Prezioso (Monza 1) con Antonello, Daniela e Giulia 8 Marzo 2006 End Milano UN SALUTO AI NOSTRI AMICI Un lungo cammino Lettera aperta a Giovannella Luquer Carissima Giovannella La Santa Messa di commiato da Andrea ci ha profondamente commossi. Il ricordo di lui, uomo schivo e cortese, riservato ma aperto all’ascolto, profondamente ed autenticamente buono, resterà impresso per sempre nel nostro cuore. Il ricordo del padre del P.I.M.E. ci ha fatto esplorare un cammino che non conoscevamo: la sua dimensione missionaria. Sapevamo che insieme avevate attraversato momenti di grande sofferenza, che il Signore vi ha provato come l’oro nel crogiuolo: ma sapevamo che le prove avevano rafforzato il vostro vincolo sacramentale. Soprattutto ci ha colpiti la tua testimonianza di amore, quando ci hai rivelato che vedevi negli occhi del tuo Andrea riflesso lo sguardo amoroso di Dio Padre. Soprattutto dopo gli inevitabili momenti di scontro della vita quotidiana. Abbiamo capito, Giovannella, quanto sia grande il sacramento del matrimonio e quanto grande sia il dono che le équipes Notre Dame ci fanno nella scoperta di tanti tesori. Sulla bara era deposto il bastone del pellegrino e la conchiglia, ricordo del suo recente pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Ora non gli servono più: ha terminato il cammino ed ha trovato l’acqua che spegne la sete per sempre. Lo abbiamo congedato con il canto “Quando busserai…”: mai parole sono state più intonate ad una persona. Ha fatto tanta strada, Andrea, è arrivato con i piedi stanchi e le mani pure, ha portato pesanti ceste di dolore ma le ha trasformate in grappoli d’amore, ha amato tante persone e tante persone amate ha certamente ritrovato in Paradiso. Adesso ci aspetta lassù, nella pienezza della Gloria: sia questa consolazione per chi ha lasciato quaggiù n pianto. Permettici, Giovannella, di chiudere co questi pochi versi: Sei nel cielo per noi come una stella e ci aspetti lassù col tuo sorriso: hai lasciato due figli e Giovannella ma gli altri due son teco in Paradiso Un abbraccio Paolo e Lidia Avesani Monza 1 A ricordo di Andrea E’ stato davvero bello avere, anche se per poc tempo, Giovannella e Andrea nella nostra Equip e riconosciamo che ogni incontro, seppure brev è un dono del Signore. Ora che Andrea è tornato dal Padre ci piac ancora pensarli insieme e difficilmente possiam con il pensiero soffermarci solo su di lui, pe ci sembra che Andrea e Giovannella sian ancora una cosa sola, anche se la morte li h separati. Ci proveremo “in punta dei piedi”… Nelle riunioni di equipe, nelle occasioni incontro durante le iniziative di vita d movimento o nei momenti di amicizia che h condiviso con alcuni di noi in montagna duran i periodi di vacanza, abbiamo sempre apprezza in Andrea la sua capacità di ascolto, il suo solid radicamento nella fede, il suo ragiona equilibrio, i suoi ponderati interventi, il su spirito di donazione e di generosità. Di tutto questo gli siamo profondamente grat così come lo ringraziamo di tutti gli sguar carichi di affetto per Giovannella, con cui c testimoniava che anche dopo 45 anni matrimonio ci si può amare ancora intensamen e che il matrimonio e l’amore non possono e no devono diventare un’abitudine. END Milano Marzo 2006 Ricordiamo anche il suo sereno entusiasmo nel ripartire sempre con convinzione e affidamento, “con bastone e bisaccia”, nel suo abbraccio alla fede alla Chiesa, nei suoi numerosi trasferimenti di città, nel suo pellegrinaggio di oltre un mese verso la Madonna di Santiago e infine nell’ultimo pellegrinaggio verso la Casa del Padre. Speranza, quella virtù che insieme alla Fede all’Amore rende i cristiani capaci di superar anche i momenti più difficili. Segno tangibile questo è stata la presenza del bastone e dell Bibbia sulla bara di Andrea che unitamente a canti e alle preghiere ci hanno testimoniato senso della vita, una chiamata a camminar verso il Padre…… La sua espressione serena, anche al termine della lunga sofferenza, rimarrà sempre nel nostro ricordo. Carla e Giorgio Beghi Lucia e Cesare Reverdito Marina e Biagio Savaré don Sandro Villa (Milano 10) La messa del funerale, con la partecipazione di tanti amici che si sono stretti intorno a Giovannella ai suoi figli, è stata intensa per i sentimenti che trasparivano sui volti e carica di CIAO GIORGIO Giorgio ci ha lasciati in fretta e in silenzio senza quasi darci il tempo di realizzare ciò che stava succedendo; nel momento del passaggio dalla casa terrena alla casa del Padre ha mantenuto lo stile che lo ha contraddistinto sempre, lo stile di una vita vissuta senza clamore, in una tensione positiva che lo rendeva attento agli altri e ai fatti del mondo . Intelligente, gentile e discreto, un uomo che non sprecava le parole, che sapeva ponderarle ed arrivare con grande lucidità al cuore del problema, una presenza preziosa all’interno dell’equipe ed un amico carissimo per tutti noi. Sensibile ai problemi dei giovani per i quali si era tanto speso sia come insegnante che come formatore, anche in questi ultimi anni, pur 10 essendo ormai in pensione, avev mantenuto vivo l’interesse per il mond della scuola . Ci incontravamo, oltre che in equipe domenica in San Gregorio alla fine dell Messa delle dieci: un saluto veloce, poch parole, un sorriso, poi Giorgio prendeva l via di casa, non amava quel “ di più” ch spesso diventa discorso superfluo, ma pe gli amici c’era sempre e te lo facev capire. Così ce lo vogliamo immaginare a cospetto del Signore: un sorriso appen accennato, lo sguardo intelligente e dolc al tempo stesso…….e Lui non potrà far altro che accoglierlo a braccia aperte. Gli amici della Milano 8 Marzo 2006 End Milano LETTERA END - PIANO REDAZIONALE 2006 CERCARE IL SENSO DELLA VITA NELLA MISSIONARIETA’ E NELLA TESTIMONIANZA QUOTIDIANA “Mi feci ricercare da chi non mi interrogava, mi feci trovare da chi non mi cercava” (Isaia 65,1) “Non voi avete scelto me, ma Io ho scelto voi e vi ho costituito perché andiate e portiate frutto” (Gv 15,16 In questi brani dell’Antico e Nuovo Testamento troviamo le parole che ci indicano come Dio ci ha cercati e scelti come ci abbia “costi tuiti” per andare a testimoniare. “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15) Nel brano del Vangelo di Marco nel quale si narra di Gesù resuscitato si parla dell’apparizione di Gesù a Maria Magdala, poi l’apparizione ai due discepoli, “mentre erano in cammino verso la campagna” ed infine “apparve a undici mentre stavano a mensa”: agli undici affida un compito ben preciso. Come lo possiamo tradurre nella nostra vita attuale? “Andate ” è un invito od un ordine; certamente ci stimola ad uscire dalle nicchie, dalle sicurezze che ognuno di n ha quando entra a far parte di un gruppo, nel nostro caso il Movimento; questo però non ci esime dall’assumerci nostre responsabilità, per cui dobbiamo metterci in viaggio verso tante mete che il più delle volte ci son sconosciute. "Camminando si apre il cammino". Questo noto proverbio brasiliano mette in evidenza la dimensione del scoperta del senso della propria vita attraverso il continuo spostamento metaforico da un luogo all'altro. La strad percorsa dal pellegrino -uomo è spesso simbolo di un cammino interiore che, attraverso l'incontro con l' altro e fa crescere. Non è certamente restando chiusi all'interno delle proprie case che può avvenire un percorso crescita e di confronto; la chiusura ha nell'immaginario collettivo un'accezione negativa e si contrappo all'apertura , intesa come l'uscire dal proprio io per confrontarsi con il mondo che ci circonda. Anche la parola di Dio, sia nel Vecchio sia nel Nuovo Testamento, usa la dimensione del viaggio, dell'uscire da propria terra, come metafora del cambiamento: il popolo ebreo acquista un senso particolare proprio nel su spostamento dalla terra d'Egitto a quella di Israele; la parabola del Buon Samaritano è ambientata sulla strada ( 10 30-38); Gesù incontra Zaccheo entrando in Gerico (Lc 19, 1-10); San Paolo è convertito lungo la via Damasco (Atti 9,1-19); Cristo non mette tuttavia l'accento solo sulla conversione miracolosa, ma usa il cammin per indicare il faticoso percorso quotidiano per raggiungere la salvezza: "Se qualcuno vuol venire con me, smet di pensare a se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Mc 8,34). E' proprio la dimensione silenziosa del quotidiano che dà un senso diverso alla nost ra fede: un quotidiano che no sempre scegliamo, che spesso è monotono, a volte molto faticoso, quasi mai gratificante. La vera forza d Cristianesimo consiste nel vivere hic et nunc, qui e ora; consiste nell'operare nel presente anche con poco. L nostra non è una religione proiettata in un altro mondo puro e perfetto, ma una religione che si cala nel presen per modificarlo, per cambiarlo: "siate lievito", dice il Signore. Il nostro lievito è l’amore di coppia che non si ripieg su se stesso ed è chiamato a testimoniare, perché l’amore condiviso come una chiamata di Dio è la grand ricchezza del mondo. “Predicate” è conseguente all’andate perché il nostro viaggio ha un senso solo se diamo testimonianza del nostra coerenza nei confronti del Vangelo. Se ci coglie il timore di non essere in grado di testimoniare; ricordiamo di Geremia che dice “Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare perché sono giovane. Il Signore risponde: “no temere perché Io sono con te…ti metto le mie parole sulla bocca (Ger 1, 8-10). Noi oggi non possiamo avere u rapporto diretto con Dio Padre come Geremia ma sappiamo che Cristo ci ha lasciato lo Spirito Santo che ci aiuta annunciare ciò che piace a Dio e che serve all’uomo. Le coppie cristiane, e in particolare le coppie delle END, hanno il compito specifico di portare la testimonianza ch il matrimonio può essere un cammino per vivere l’amore di Dio in un mondo che sembra abbia perso di vista valori fondamentali del Vangelo. L’anno 2006 è segnato da una scadenza molto importante per il nostro movimento: il Raduno Internazionale Lourdes per la precisione il 10° dalla creazione delle END. 11 END Milano Marzo 2006 Il Pellegrinaggio è sempre stato un momento importante nel cammino del credente fino dall’Antico Testament infatti tre volte all’ann o gli Ebrei avevano il dovere di recarsi a Gerusalemme per ringraziare e offrire sacrifici a Di “tre volte all’anno ogni tuo maschio si presenterà davanti al Signore tuo Dio, nel luogo che Egli av scelto…Nessuno si presenterà al Signore a mani vuote”(Dt 16,16). Lourdes 2006 oltre che un cammino di conversione è anche un momento privilegiato per avere una esperienz della Internazionalità del Movimento; incontrarsi per le vie di Roma, Lourdes, Fatima, Santiago e riconoscersi pe simbolo che ognuno porta su di sé, salutarsi, sorridersi, come se ci conoscessimo da sempre ci fa sentire il mond più prossimo e ci rassicura sulla possibilità di una fratellanza tra i popoli. LETTERA 139 : LA COPPIA TESTIMONIA LA PAZIENZA E LA CARITA’ ATTRAVERSO LA PERSEVERAN DELL’AMORE “Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è carità” (1 Cor 13,13). “ Vi esorto dunque io,…a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuta, con og umiltà, mansue tudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore,...” (Ef 4, 1 -2). La carità è la base di sincerità e umiltà, di dimenticanza e dono di se, di servizio e di mutuo sostegno. E’ il valo centrale dell’uomo nuovo “ricreato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità”. San Tommaso la definisce più nobile di tutte le virtù essendo qualche cosa di ben superiore a tutti i doni straordinari che può concedere Spirito Santo e di più fondamentale per la vita cristiana (Papa Giovanni Paolo II - Udienza generale del 22/5/1991 Senza la carità e la pazienza unita all’amore reciproco degli sposi quanto può durare un matrimoni Inevitabilmente in ogni comunità la convivenza provoca attriti, anche nella micro -comunità rappresentata dal coppia e questi att riti si possono superare solo con l’amore nella carità, senza rinvangare i torti che si pensa di av subito. Con questi presupposti la coppia testimonia che il matrimonio è al servizio dell’amore e ne costituisce la su migliore garanzia anche nello scorrere del tempo. La pazienza è il contrario della fretta, della superficialità. Vuol dire aspettare e rispettare i propri tempi e quelli de altri. E' una virtù che permette di cogliere l'essenza delle cose e di farne tesoro. Purtroppo i ritmi velocissimi nostra vita ci impediscono di perseguire l'idea di pazienza e questa è rimasta nella nostra civiltà appannaggio de età estreme: l'infanzia e la vecchiaia (non è un caso che nonni e bambini siano profondamente in sintonia). Pe altre culture contadine, considerate erroneamente inferiori alla nostra, la pazienza ha ancora un significat profondo ed è legata ai ritmi lenti della natura e non a quelli frenetici della società industriale. Nella relazione speciale che si crea tra gli innamorati, è esperienza normale la percezione di un “per sempre” ch caratterizza il loro amore; altrettanto normale è l’esperienza dell’impegno che richiede il realizzare quel “pe sempre” nel trasformarsi della vita della coppia, con le sue varie stagioni, le interferenze e i condizionamenti inte ed esterni. Mettere di mezzo il Signore nella propria vita a due, come fanno gli sposi cristiani, significa scegliere un percor che nell’impegno offre un sostegno alla durata dell’amore. La pazienza che scaturisce dall’amore, non si limita a subire senza reagire, a sopportare per quieto vivere, m offre attenzione, comprensione, dialogo e confronto. Orientamenti per le coppie che scriveranno: ? Raccontiamo queste realtà nella nostra vita di coppia. ? Le situazioni sempre pi ù frequenti di amore che non ha retto il “per sempre” ci interrogano. ? Testimoniamo in che modo per noi il matrimonio è al servizio dell’amore e ne costituisce la sua migliore garanz ? Esperienza di altri percorsi, anche di cultura o religione diverse, che sostengono ugualmente la durat dell’amore. 12 Marzo 2006 End Milano LETTERA 140 : LA COPPIA TESTIMONIA UN VIVERE ESSENZIALE “…non datevi pensiero per la vostra vita di quello che mangerete; né per il vostro corpo come lo vestiret La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito” (Lc 12, 22-23). “…sta scritto: non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt. 4, 4 Il Vangelo ci dà chiare indicazioni sull’importanza di non affannarci troppo per le cose materiali. Anche Gesù stato sottoposto alle tentazioni nel deserto, ma la sua risposta è stata chiara. Queste indicazioni sono importanti per la coppia cristiana nel continuare il suo pellegrinaggio nella vita affinché s coerente al Vangelo nell’assumere uno stile di vita che non necessariamente deve essere penitenziale ma in line con gli insegnamenti delle Scritture (troppe volte i cristiani sono accusati di vittimismo se non addirittura masochismo); così essa può riuscire a testimoniare gioiosamente l’amore per la natura non spre candone le risor naturali, avendo rispetto del mondo che ci circonda, cercando la giustizia sociale senza sfruttare i più deboli e indifesi. E’ sempre difficile oggi soffermarci ad individuare ciò che ciascuno di noi considera davvero indispensabile buona vita; percepiamo che sia possibile fare a meno di molte delle cose che ci sembrano indispensabili ma poi, fatto, non ci sembra di dover fare a meno delle comodità. Ci sono testimonianze molto forti e radicali su questi aspetti, che possono aiutarci tutti a vivere in un modo p rispettoso della dignità di ogni uomo e delle risorse di un mondo che Dio stesso ci ha affidato. Nel mondo d’oggi è ancora possibile testimoniare l’essenzialità? Questo valore è sicuramente diverso oggi rispet a qualche anno o decennio fa. Occorre vivere e testimoniare quindi l’essenzialità come rinuncia al superfluo che allontana da Dio e come scelta di essere partecipi alle difficoltà di persone vicine o di altri paesi. Orientamenti per le coppie che scriveranno: ? Quando l’impostazione della famiglia è orientata dai genitori verso uno stile di vita essenziale, spesso si vivon problemi di coerenza rispetto alle situazioni poste dai figli. ? Esempi di coppie o di équipes che vivono insieme esperienze di essenzialità cristiana. ? Raccontiamo la difficoltà di essere in molti casi controcorrente, magari invidiati, ma quasi mai aiutati, sostenuti condivisi. Tutti coloro che volessero far pervenire contributi sulle 2 lettere pubblicate su questo numero del giornalino, sono invitati a consegnarli alle coppie responsabili di settore entro il 15 maggio per la lettera n. 139 ed entro il 29 luglio per la lettera n. 140. Tutti i contributi verranno poi pubblicati sulla “lettera END”. 13 END Milano Marzo 2006 APPUNTAMENTI PEREGRINATIO ICONA SACRA FAMIGLIA Che cosa è E’ una modalità per sentirci uniti nella preghiera. In che cosa consiste E’ una icona della Sacra Famiglia che passa nelle varie case, in cui trova una collocazion visibile e attorno a cui ci si riunisce in preghiera. All'icona è associato un libretto di preghiera giornaliera per 7 giorni. La preghiera sarà allargata ai familiari e/o ad amici e/o a quelle persone che possono essere interessate a pregare (fosse anche dopo tempo di non preghiera). Perché ora? Le équipes di settore hanno individuato in questa modalità una forma di preparazione settore" all'incontro internazionale di Lourdes. Le coppie che andranno a Lourdes porteranno alla Madonna le intenzioni, preoccupazioni, le gioie di tutte le coppie del settore, di tutti coloro che hanno speso u pezzetto del loro tempo per pregare e ancora di tutte quelle persone che sono stat ricordate nella preghiera attorno all'icona. Organizzazione L'adesione da parte delle coppie è chiaramente libera. Per semplicità organizzativa abbiamo scelto di assegnare un tempo ad ogni equipe d settore. All'interno dell'équipe, in funzione delle adesioni, si organizzeranno i turni, ovve quanti giorni l'icona potrà restare nelle singole case. I tempi ci impongono un temp massimo di 2 settimane per ogni équipe. Il passaggio dell'icona da una casa all'altra sarà occasione di incontro e di preghiera questo soprattutto nel trasferimento da una équipe all'altra. Responsabili dei passaggi d una équipe all'altra saranno le coppie responsabili di équipe, anche se fisicamente passaggio potrà essere effettuato da altre coppie. Il cammino dell'icona sarà monitorato da Giuseppe e Annamaria Rossi dell’équipe Milan 8 per il suo passaggio nelle équipes di Milano (a cominciare dalla 2^ quindicina d febbraio) e da Dina e Michele Dicorato per l’intero settore Milano A. Ogni trasferimento d una équipe all'altra sarà loro comunicato dalla Coppia Responsabile d’Équipe che prend in consegna l'icona. All'icona, unitamente ai libretti di preghiera verrà associato anche un quaderno sui cui, ch lo vorrà, annote rà riflessioni, emozioni, valutazioni, preghiere . . . L’intenzione finale è poi quella di regalare l’icona ad una equipe, possibilmente di paesi più poveri, incontrata al raduno di Lourdes. 14 Marzo 2006 End Milano Icona della Sacra Famiglia: testimonianze L’icona della Sacra Famiglia è “peregrinata”nelle famiglie di Bellusco 1, Carugate 1, Carugate 2, Monza 1. Il diario che l’accompagna ha registrato toccanti pagine di fede in cui momenti di gioia e di dolore, di fatica e di speranza sono diventati preghiera. Ci pare bello pubblicare sul giornalino alcune di queste testimonianze di vita, scelte una per equipe, senza un criterio preciso, in spirito di comunione, sperando di non violare alcuna intimità. Pensiamo di proseguire sul prossimo numero con lo stesso criterio. Ci direte a “peregrinatio” terminata se raccogliere tutte le pagine in un numero “speciale” del giornalino. Ti abbiamo donato semplici sguardi, rubati alle fatiche di questo Avvento (che sembra più una Quaresima!); non abbiamo ritagliato un momento per riunirci intorno a Te, ma tutti sapevamo che eri lì, pronta ad ascoltarci, a coccolarci. Non siamo ancora pronti per metterti “al centro”….ma il desiderio è già amore. Che Dio protegga e rafforzi la nostra Unione. Grazie Madonnina stai sempre vicino alla mia bambina. Tu già sai tutto quello che ti ho chiesto e che già mi hai dato. Ti supplico non lasciarle mai la mano, guidala sempre nel cammino di una lunga vita. Grazie. Grazie. Grazie O Sacra Famiglia. Grazie per il dono che abbiamo avuto in questi giorni; ci hai dato spunti per pregare e riflettere sul significato vero della FAMIGLIA. Sei entrata in casa nostra in un momento particolare per delle decisioni importanti dei nostri figli. Ti preghiamo di proteggerli; si sono un po’ allontanati da Te, ma speriamo e crediamo che sotto la cenere ci sia ancora una fiammella accesa. Ti preghiamo per tutte le famiglie, in modo particolare per quelle in difficoltà e che soffrono nel corpo e nello spirito. Una preghiera anche per i fidanzati che tra breve, nella nostra parrocchia, inizieranno il corso di preparazione al matrimonio. Benedicici e proteggici. Amen Tutti noi viviamo di corsa, per mille ragioni; la presenza dell’icona in questi giorni ci ha fermato. Così con le nostre figlie abbiamo assaporato il gusto di pregare con tranquillità, senza fretta, certi di una “presenza” della quale spesso non ci accorgiamo. Grazie al Signore di aver messo l’END nel nostro matrimonio. Grazie all’END che ci sopporta con le nostre piccolezze. Grazie a Silvia e Chiara per l’esempio di una preghiera candida e profonda, gioia per il nostro cuore Tanti auguri a mamma Paola e a papà Marcello Brancatelli (Milano 13) per la nascita di EMANUELE che si unisce a Bianca ed Elisa 15 END Milano Marzo 2006 PROSSIMI APPUNTAMENTI 1-2 APRILE EQUIPE MISTE Tema di studio e condivisione: COPPIA E TEMPO DI QUARESIMA ITINERARIO DI RICONCILIAZIONE Ci aiuterà la relazione di Don Andrea Migliavacca La logistica verrà comunicata via e-mail o telefonicamente alle singole coppie che aderiscono. Ci sembra opportuno sollecitare la partecipazione all’incontro. 21 MAGGIO GIORNATA DI SETTORE Tema di studio: L’ACCOGLIENZA IN COPPIA, IN FAMIGLIA, NELLA CHIESA, NELLA SOCIETA’. Relatore: Luigi Accattoli 24-25 GIUGNO SESSIONE INTERREGIONALE (NORD EST A e B) Tema: INFORMAZIONE, DIFFUSIONE, PILOTAGGIO E’ una sessione particolarmente significativa. Attendiamo adesioni !! 16-21 SETTEMBRE INCONTRO INTERNAZIONALE DI LOURDES Sono disponibili ancora iscrizioni di settore per coppie e/o consiglieri spirituali; chi desidera partecipare contatti i responsabili di settore 30 SET. – 1 OTT. RITIRO A ROTA IMAGNA Relatore: Bruno Maggioni Domenica 7 marzo è nata LETIZIA congratulazioni a mamma Tatiana, a papà Fulvio Mameli (Cormano 4) con Gabriele e Beatrice 16 Marzo 2006 Lidia: sessant’anni alla grande! In tutti la gioia invero oggi è tanta perché la Lidia ha raggiunto i sessanta: di certo un’età per lei matronale ma vive con spirito giovìale. Lei s’alza il mattino un po’ trafelata, ché sempre è lunga e intensa la giornata: ci son vasche in piscina da nuotare, ci son le amiche sue da confortare se han dei problemi, lor, matrimoniali. Ci son cure ai malati terminali, ci son da organizzare promozioni per ottener per l’Hospice sovvenzioni. C’è poi l’impegno che anni or sono prese: riuscire a parlare un poco d’inglese, seppur il marito dica, inver sciocco, che un po’ l’accento sia quel di San Rocco. Ovunque con sé lei porta un borsone strapieno di testi in lingua d’albione: tanti anni di studio, stages e lezioni ma inglese parla come il Berlusconi. Se d’una colf oppur d’un’infermiera qualcuno ha bisogno, da mane a sera lei te la trova, in questo è una colonna: ha l’hobby di fare la “mettidonna”! Se quel dì per caso ci fosse in vista di andare a Milano fin dal dentista o per gran impegni suoi culturali ci scampi la sera Iddio dai suoi strali! “Che giornata ho avuta, sapeste, dura, di tutto soltanto ho io d’aver cura: il guardaroba dei miei familiari, tener i ponti a Verona con i cari, per la mia Betty far il minestrone, comprar pel marito un buon pannerone, lavar le maglie del Franci ciclista, tenere la casa in gran bella vista! Quando gli uomini fan lor da mangiare c’è poi la cucina da resettare, soprattutto se il cuoco è l’avvocato, e sporco e disordine hanno lasciato! End Milano a nuove spese proporre in consiglio dai bacia-pile critiche sol piglio!” C’è un altro sogno in un angolino: cullar prima o poi un bel nipotino: ma dato che ciò dai figli dipende, se vede poppanti in braccio li prende: “Io vado pazza pei bimbi neonati che sian di parenti o a caso incontrati: sarà forse effetto della mia età, ma io me ne frego e guardo più in là!” Dopo gli scherzi vogliam ringraziare te per la forza con cui sai amare: e non noi soltanto, tuoi familiari, ma quelli che soffrono, e non son rari. Noi tre che di giorno fuor lavoriamo, che sola il mattino a casa lasciamo, certo sappiamo che la tua giornata al nostro bene tutta è dedicata. Sei , certamente, per noi “retrovia”, sei di gran conforto a tanti per via: sei tu campione di generosità, sei tu con doni con la gratuità. Or con la gioia per i tuoi sessanta vogliamo dirti come ognor sia tanta la grazia avuta, noi, dal Signore: l’aver goduto del tuo grande amore. Papi, Franci e Betty Di Betty sorbire debbo le lagne, dal fuoco tirando fuor le castagne, se lei nel vestirsi in fretta il mattino pronto non trova il suo bel vestitino. Del papi è meglio poi non parlare: in casa in nulla mi sa più aiutare. Col giornale in mano sempre in poltrona persin da mamma se siamo a Verona!...” Sogni? Una volta il marito inumato, è far la perpetua a un alto prelato, dei parrocchiani a carpire i segreti e poi nell’ombra gestire anche i preti... Le disse il parroco di San Gerardo: “Senza di lei, Pi-eRre, se mi azzardo 17 END Milano Marzo 2006 PREGHIERA È’ la VITA un andare e venire sul FIUME DEL TEMPO. Sin che ti reggi in piedi ed hai forze per usare il remo, puoi anche risalire la corrente e prender pesci. Poi, lentamente, quasi non te ne accorgi, le forze verranno meno... non ce la farai più e dovrai sederti. Il remo ti sfuggirà dalle mani, e, allora, il fiume ti porterà. Dove? Ti volgerai indietro... guarderai mesto il passato i cui contorni avran perduto la loro nitidezza. Ti chiederai più volte: «dove mi porta il fiume?». Allora non ti lasciar vincere dallo sgomento. C'è Gesù vicino a te, anche se ha l'aria di voler dormire. Sveglia pure il Signore che dorme nella tua barca. Piero e Mara Antonia Ingraffia (Milano 8) SOMMARIO Editoriali.........................................................1 Incontri di settore Apri le tue braccia, corri incontro al Padre Vita dei settori ……………………………………. 3 Custodire e coltivare il giardino della Natura Una strana inquietudine Notizie dall’equipe di formazione Compartecipazione, antidoto per la menzogna Coppia e tempo di quaresima: itinerario di riconciliazione In cammino …… Un saluto ai nostri amici ………………………… 9 Un lungo cammino A ricordo di Andrea Ciao Giorgio Lettera END – Piano redazionale 2006 ……. 11 Appuntamenti ……… …………………………… 14 Peregrinatio Icona Sacra Famiglia Testimonianze Prossimi appuntamenti …… .. ……………… 16 Lidia: sessant’anni alla grande …… ……… .. 17 Preghiera …………………………………………..18 AVVISO IMPORTANTE L’equipe cultura, unitamente alle coppie responsabili di settore vi propone di dedicare un intero numero del Giornalino END ai bambini, in particolare ai figli delle coppie delle nostre equipes. Ci piacerebbe ricevere dai bambini delle testimonianze (scritti, disegni, poesie……. o quant’altro) su come vedono e partecipano alla vita dell’equipe attraverso i loro genitori o parenti (momenti di formazione, riflessione, preghiera, ma anche vita quotidiana). Vi chiediamo di farci pervenire i vostri contributi entro la fine del mese di maggio in modo da poter uscire con il numero speciale del Giornalino nel mese di settembre-ottobre. 18