Comunicato stampa, 12 gennaio 2016 Ampia alleanza contro il transito infernale, il collasso del traffico e l’imbroglio del risanamento La votazione sul Gottardo del 28 febbraio 2016 è un enorme imbroglio. Al popolo si vuol far credere che la galleria stradale esistente debba essere risanata urgentemente. Invece, con piccoli lavori di manutenzione, potrebbe restare in esercizio senza problemi per i prossimi 20 anni, come hanno recentemente reso noto le stesse autorità federali. Il risanamento non è quindi null’altro che un pretesto per costruire una seconda galleria e così raddoppiare la capacità stradale al Gottardo. Ben presto 2 milioni di camion attraverserebbero la Svizzera e avremmo un transito infernale nel nostro paese. Ciò svaluterebbe massicciamente gli investimenti nella galleria di base del Gottardo. Il tunnel ferroviario più lungo del mondo sarà inaugurato ancora quest’anno. L’associazione «No al raddoppio del Gottardo» ha illustrato le sue ragioni durante una conferenza stampa tenuta a Berna. La proposta in votazione si basa su presupposti sbagliati. Proprio l’Ufficio federale delle strade USTRA ha cambiato le basi decisionali nelle ultime settimane, quelle basi che hanno portato alle decisioni del Consiglio federale e del Parlamento. Ora si scopre che la galleria stradale del Gottardo è in condizioni molto migliori di quanto si era affermato inizialmente. Secondo l’USTRA, la galleria può restare in esercizio senza problemi ancora per altri 20 anni, senza doverla chiudere di giorno. «Queste informazioni false al Parlamento, e ora anche alle Cittadine e ai Cittadini, sono ingannevoli, contradditorie e poco serie», ha criticato Evi Allemann, Consigliera nazionale bernese e Presidente dell’Associazione traffico e ambiente ATA. Per Jon Pult, Presidente dell’Iniziativa delle Alpi e Co-Presidente dell’Associazione «No al raddoppio del Gottardo», la proposta in votazione è un attacco frontale alla nostra Costituzione. «Qui si creano fatti di cemento e acciaio e si incoraggia il transito stradale. Nessuno riesce a credere seriamente che, quando sarà disponibile, la capacità stradale non sarà usata appieno.» Il Consiglio federale e il Parlamento smontano la politica dei trasporti praticata finora, che vuole trasferire il traffico pesante dalla strada alla ferrovia. Invece, si vuol raddoppiare la capacità stradale al Gottardo e ben presto ci sarebbero 2 milioni di camion in transito dalla Svizzera. Piuttosto che sprecare altri tre miliardi di franchi per un’inutile tubo al Gottardo, si dovrebbero impiegare i limitati mezzi a disposizione nelle regioni urbane, dove i pendolari restano in colonna ogni giorno – e non al Gottardo, dove in media circolano altrettanti veicoli come nel centro d’una piccola città svizzera. «Se si sperperano i soldi per una variante di lusso al Gottardo, mancheranno per la soluzione degli enormi problemi di traffico negli agglomerati», ha affermato il Sindaco di Losanna e Consigliere nazionale Daniel Brélaz. Ha inoltre ammonito che ciò non riguarda solo la Svizzera occidentale, ma tutte le città del nostro paese. Mario Branda, Sindaco di Bellinzona, ha lanciato un appello per una vera solidarietà col Ticino: il raddoppio del Gottardo autostradale sarebbe «un regalo avvelenato». Il Ticino ha sempre votato NO a un secondo tunnel stradale. Non è un caso se anche i Sindaci di Chiasso e Mendrisio sono chiaramente contrari al raddoppio. Già oggi l’inquinamento dell’aria in Ticino è così alto che ogni nuovo aumento del «Nein zur 2. Gotthardröhre» Postfach 28, 6460 Altdorf UR Tel. 041 870 97 89 [email protected] twitter.com/2roehren_nein www.zweite-roehre-nein.ch « Non au 2e tunnel au Gothard » Case postale 28, 6460 Altdorf UR Tél. 041 870 97 89 [email protected] twitter.com/2tunnelnon www.2tunnel-non.ch «No al raddoppio del Gottardo» Casella postale 28, 6460 Altdorf UR Tel. 041 870 97 89 [email protected] twitter.com/noalraddoppio www.noalraddoppio.ch traffico peggiorerebbe gravemente la qualità di vita e farebbe aumentare i casi di malattia dovuti all’inquinamento atmosferico. Mario Branda spera quindi che il resto della Svizzera voti un “No” solidale col Ticino. «Una seconda canna stradale al Gottardo semplicemente non è al passo con i nostri tempi, ora che tutte le nazioni del mondo si sono impegnate per obiettivi climatici ambiziosi», ha rilevato da parte sua Thomas Vellacott, CEO del WWF. Il raddoppio dei camion in transito al Gottardo sarebbe un grave passo indietro per la Svizzera sulla via del conseguimento dei propri obiettivi climatici. La Svizzera ha investito miliardi nella nuova trasversale ferroviaria al Gottardo (NTFA), per trasferire sulla ferrovia il traffico delle merci in transito – come il popolo chiede da anni. «Le ferrovie possono - e il personale vuole - trasportare le persone e le merci sulle rotaie», ha detto Giorgio Tuti, Presidente del Sindacato del personale dei trasporti SEV e Vicepresidente dell’Unione sindacale Svizzera USS. L’ospite a sorpresa, Pedro Lenz, scrittore bernese e membro del gruppo d’autori «Bern ist überall», vuole evitare un autogol dalle gravi conseguenze. L’autore del libro «Der Goalie bin ig» (titolo in italiano: In porta c’ero io) ha letto un testo e raccomandato caldamente un “No” il 28 febbraio prossimo. Il referendum contro una nuova galleria stradale al Gottardo era stato inoltrato all’inizio del 2015 con più di 125'000 firme, invece delle 50'000 necessarie. Un numero particolarmente grande di firme era giunto dai Cantoni del Gottardo Uri e Ticino. Una cinquantina di organizzazioni si sono unite nell’Associazione «No al raddoppio del Gottardo» in vista della campagna di votazione. Contatti: It. / Ted./ Rumantsch: Jon Pult, Co-Presidente dell’Associazione «No al raddoppio del Gottardo» e Presidente dell’Iniziativa delle Alpi, 076 508 16 33 Mario Branda, Sindaco di Bellinzona, 091 825 27 50 Ted. / Fr: Caroline Beglinger, Co-Presidente dell’Associazione «No al raddoppio del Gottardo» e Condirettrice dell’ATA, 079 310 11 86 Evi Allemann, Consigliera nazionale, Presidente dell’ATA Associazione traffico e ambiente Svizzera, 079 560 72 94 Daniel Brélaz, Sindaco di Losanna e Consigliere nazionale, 021 315 22 00 Giorgio Tuti, Presidente SEV e Vicepresidente USS, 079 221 45 64 Thomas Vellacott, CEO WWF, 079 291 95 72 «Nein zur 2. Gotthardröhre» Postfach 28, 6460 Altdorf UR Tel. 041 870 97 89 [email protected] twitter.com/2roehren_nein www.zweite-roehre-nein.ch « Non au 2e tunnel au Gothard » Case postale 28, 6460 Altdorf UR Tél. 041 870 97 89 [email protected] twitter.com/2tunnelnon www.2tunnel-non.ch «No al raddoppio del Gottardo» Casella postale 28, 6460 Altdorf UR Tel. 041 870 97 89 [email protected] twitter.com/noalraddoppio www.noalraddoppio.ch Questa proposta ingannevole è un doppio attacco alla protezione delle Alpi e alla Costituzione federale Jon Pult, Co-Presidente del Comitato referendario e Presidente dell’Iniziativa delle Alpi La proposta in votazione il 28 febbraio si presenta apparentemente del tutto innocua. Ma sotto il paravento del "risanamento" si vuol rifilare al popolo una seconda galleria stradale al Gottardo. Se questa proposta ingannevole dovesse essere accettata, la Svizzera aprirebbe le cataratte al traffico pesante. Il numero dei camion in transito sull'asse del Gottardo raddoppierebbe in brevissimo tempo. La protezione delle Alpi e il trasferimento del traffico delle merci sulla ferrovia finirebbero letteralmente sotto le ruote. La Svizzera diventerebbe un inferno del transito. Da anni la lobby dell'autotrasporto sogna una seconda canna stradale e il "via libera" attraverso il Gottardo. Solo che la Costituzione federale vieta il potenziamento della capacità delle strade di transito. Ora, con la benvenuta scusa del risanamento, si vuol far passare lo stesso il raddoppio del Gottardo. Apparentemente si rispetta la Costituzione con la (vana) promessa che si userà una sola corsia in ogni canna di galleria. Di fatto, però, il numero delle corsie attraverso il Gottardo sale dalle due attuali a quattro. E quasi nessuno riesce a credere seriamente che, quando sarà disponibile, la capacità stradale non sarà usata appieno. Tanto più che il Consiglio federale ha la competenza di permettere, con un'ordinanza, l'apertura al traffico delle "corsie d'emergenza" quando si formano degli ingorghi. L'articolo sulla protezione delle Alpi nella Costituzione federale diventerebbe lettera morta. Non appena sarà costruita una seconda galleria stradale, l'industria dei trasporti europea spingerà l'UE a chiedere la libera circolazione del traffico pesante attraverso il Gottardo. Come in altri casi, la Svizzera dovrà piegarsi a questa richiesta. La conseguenza è che il numero dei camion in transito, ora di 1 milione di camion, raddoppierebbe a due milioni. Il transito in Svizzera fra Basilea e Sciaffusa a nord e Chiasso a sud diventerebbe infernale. Al Brennero ci sono già ora 4 corsie - e il doppio di camion che su tutti gli assi transalpini della Svizzera. Secondo l'OCSE, il traffico delle merci crescerà a passi da gigante anche in futuro. Per questo traffico abbiamo costruito la Nuova trasversale ferroviaria alpina (NTFA). Questi 24 miliardi la Svizzera non li ha investiti invano. Le merci vanno trasferite sulla ferrovia. Con l'invasione dei camion peggiorerebbero massicciamente anche il carico ambientale e i rischi per le persone, gli animali, le piante e i loro spazi vitali. Salute e qualità di vita subirebbero gravi danni. Non ci sarebbe neppure più lo stimolo di usare la ferrovia per il trasporto delle merci sulle lunghe distanze. Perciò il nostro appello: care Cittadine e cari Cittadini, non fidatevi delle ipocrite assicurazioni dei fautori del raddoppio e, il 28 febbraio prossimo, impedite questo insolente attacco alla nostra Costituzione, alla protezione delle Alpi e alla nostra politica di trasferimento del traffico pesante. Berna, 12 gennaio 2016 La proposta in votazione si basa su presupposti errati Evi Allemann, Presidente ATA Svizzera, Consigliera nazionale PS/BE Si afferma che il risanamento della galleria stradale del Gottardo sia urgente e possibile solo con un secondo tunnel stradale. Però questa diagnosi si basa su presupposti sbagliati. Oggi sappiamo che non c’è l’urgenza di risanare il Gottardo. E anche che il risanamento può essere fatto con la normale gestione della galleria, cioè durante le usuali chiusure notturne. Questa conclusione ci fa piacere, ma non proviene dagli avversari di una seconda galleria stradale al Gottardo. È lo stesso Ufficio federale delle strade che ha pubblicato questa conclusione sulla base di studi specialistici. Tuttavia l’ha comunicato solo nel novembre scorso, molto tempo dopo che le Camere avevano deliberato sulla costruzione di una seconda canna stradale. Sulla base di questi studi la galleria del Gottardo può ancora essere tenuta in funzione normalmente per almeno due decenni, senza che si debba chiuderla completamente anche un solo giorno per i lavori di risanamento. Ciò rende del tutto superfluo il raddoppio della galleria. In occasione del dibattito nel 2014, al Parlamento era stato dato a intendere che la galleria doveva essere risanata d’urgenza, ciò che avrebbe portato a una chiusura totale per 140 giorni. E solo adesso, poco prima della votazione, ci si dice che il Gottardo può essere risanato molto più convenientemente di quanto prospettato. Un lavoro poco serio con informazioni ingannevoli al Parlamento, e ora anche alle Cittadine e ai Cittadini, suscita delle domande: questo tunnel è davvero necessario? Non investiamo i soldi al posto sbagliato? Arriveranno ancora altre modifiche delle basi decisionali a favore di un risanamento senza una seconda canna? Che questi dubbi siano giustificati lo mostra un altro imbroglio affiorato da poco: i cantieri necessari per la costruzione d'una seconda galleria consumerebbero enormemente più terreno di quanto indicato prima nei piani. Secondo l'USTRA, già solo nel Canton Uri ora sarebbe necessaria una superficie cinque volte superiore. In Ticino la differenza con le indicazioni precedenti è ancora più spettacolare: il cantiere richiederebbe sette volte più terreno di quanto previsto (per le cifre concrete si veda l'allegato degli argomenti). In tutta questa confusione diventa sempre più chiaro che, chi vuole un risanamento ragionevole, vota "No" il 28 febbraio. I tre fino a quattro miliardi di costi supplementari per una seconda canna assolutamente inutile li possiamo impiegare molto meglio altrove. Berna, 12 gennaio 2016 Una solidarietà mal riposta con il Ticino: Non vogliamo un "regalo avvelenato" Mario Branda, Sindaco di Bellinzona La popolazione svizzera è stata illusa che il canton Ticino vuole e necessita una seconda galleria. Questo è falso. Se fosse così, come mai i sindaci di Chiasso, Mendrisio, Manno, insieme al sottoscritto sono contrari al raddoppio? Perché miei colleghi di altri partiti (PLR e PPD) in carica condividerebbero altrimenti la mia opinione? Le nostre strade sono già oggi spesso intasate da auto e camion. Abbiamo un notevole volume di traffico giornaliero alle frontiere, ma anche un importante traffico di transito. Una seconda galleria porterebbe al Ticino un "Transito Infernale". A Bellinzona viviamo in prossimità dell'asse autostradale, e osserviamo bene cosa accade. Quello che il Ticino vuole e avere nuovamente un'aria pulita e sana per le future generazioni, priva delle polveri fini che aumentano i rischi per la nostra salute. A titolo di esempio, circa il 70% delle persone nel Sottoceneri sono esposte a concentrazioni di polveri fini superiori al limite di 30 μg/m3, contro una media svizzera del 3% della popolazione. Con un secondo tunnel, la situazione è destinata a peggiorare. In giugno 2016 è prevista l'inaugurazione del tanto atteso tunnel ferroviario, il più lungo al mondo, che ridurrà drasticamente i tempi di percorrenza tra il Ticino e il Nord delle Alpi. Il collegamento tra Bellinzona e Zurigo richiederà, a lavori ultimati, solamente un'ora e mezza di viaggio, ed aprirà nuove opportunità che ci permettano di ripensare la nostra mobilità. Viene data l'illusione che sostenere il risanamento del tunnel è un gesto di solidarietà verso il nostro cantone necessario alla coesione economica. Tuttavia, nonostante fino al 1980 non avessimo un tunnel, la nostra economia andava bene. I rapporti economici tra il Ticino e il resto della Svizzera non dipendono unicamente dalla galleria autostradale. Questo vale anche per il turismo. Infatti, dal 1980 - dall'apertura della prima galleria - il numero di pernottamenti in Ticino è in regressione. Un secondo tunnel non può essere quindi la giusta ricetta per il rilancio del turismo. Un nuovo cantiere distruggerebbe ulteriormente il nostro bel paesaggio. In Leventina si può osservare quali conseguenze avrebbe questo cantiere: l'aumento sostanziale del traffico di transito. Care elettrici, cari elettori, diffidate delle affermazioni senza sostanza dei fautori del raddoppio. Votate in maniera solidale con il Ticino dicendo No al Raddoppio alle urne. Non vogliamo alcun regalo avvelenato. Quest'assurdo progetto di costruzione graverebbe ulteriormente sulla natura, l'ambiente e la nostra salute. Il traffico pendolare nel Sottoceneri tra Chiasso e Lugano vivrebbe ulteriori congestionamenti. No, il Ticino non vuole nulla di tutto questo. Berna, 12 gennaio 2016 I maggiori problemi di traffico non sono quelli al Gottardo, ma quelli negli agglomerati Daniel Brélaz, Sindaco di Losanna e Consigliere nazionale Da più di 20 anni il Consiglio federale considera prioritario il Gottardo. Prima con la costruzione di una nuova linea ferroviaria e ora con una seconda galleria stradale. Questo mito del “Gotthard über alles” era comprensibile nel 13° secolo, ma non più oggi. I grandi problemi di traffico non si trovano più al Gottardo, ma attorno alle città. Dobbiamo investire le limitate risorse finanziarie laddove hanno il maggior effetto. E questo non è al Gottardo, dove in certi giorni rimane incolonnato il traffico del tempo libero. Sono le città e le loro regioni, dove sono imbottigliati ogni giorno i lavoratori pendolari. Qui si forma il 90% degli ingorghi, per esempio tra Losanna e Ginevra nonché attorno a Yverdon, La Chaux-de-Fonds, Basilea o Zurigo. Qui ci sono i veri problemi di traffico, qui bisogna investire. Se al Gottardo si sprecano da 3 a 4 miliardi di franchi per una “corsia d’emergenza”, questi soldi mancheranno altrove. Il Gottardo fa concorrenza ai progetti d’agglomerato. Ogni franco nelle casse federali può infatti essere speso solo una volta. Noi nella Svizzera occidentale da anni veniamo consolati con le promesse. Fatto sta però che innumerevoli progetti nella Svizzera romanda non sono garantiti in nessun modo. Il Gottardo ha già una buona infrastruttura per i suoi 17'000 veicoli al giorno – abbiamo così tanto traffico giornalmente persino su parecchie strade di quartiere a Losanna e, sull’autostrada attorno alla città, sono più di 100'000 veicoli al giorno! Condizioni simili esistono anche nella Svizzera tedesca, perciò anche i Sindaci di Berna e Zurigo si esprimono in prima persona contro il raddoppio del Gottardo, come anche Ginevra. Un secondo tubo stradale al Gottardo che, nel migliore dei casi, porterebbe a una fluidificazione minima del traffico del tempo libero, non è altro che un enorme spreco di denaro. Nelle regioni urbane invece mancano i mezzi per il miglioramento e la manutenzione dell’infrastruttura stradale. Anche i trasporti pubblici e la mobilità ciclistica e pedonale hanno bisogno di maggiori mezzi finanziari. Il popolo svizzero ha già stanziato miliardi per la NTFA al Gottardo e così dimostrato fattivamente la sua solidarietà con la Svizzera italiana. Con la nuova trasversale ferroviaria alpina il Ticino si avvicina al resto della Svizzera come mai prima d’ora. Ci si può aspettare che una congrua parte degli automobilisti ticinesi in futuro viaggerà col treno, come fanno già i Vallesani da quando è stato aperto il tunnel di base del Lötschberg. E ancora una cosa: la promessa di costruire quattro corsie, ma usarne solo due, ha l’aria d’una presa in giro dei nostri problemi di traffico nella Svizzera occidentale. Qui nessuno ci paga una tale corsia d’emergenza. E per quel che riguarda la promessa, una volta ho detto: è come la promessa d’un ubriaco. Non potrà essere mantenuta, poiché le pressioni della lobby dell’auto e dell’autotrasporto dell’Unione europea saranno enormi. Berna, 12 gennaio 2016 Non sabotare il progetto del secolo AlpTransit Giorgio Tuti, Presidente SEV Sindacato del personale dei trasporti e Vicepresidente USS La costruzione di una seconda galleria stradale mette in pericolo la redditività della Nuova trasversale ferroviaria alpina (NTFA/AlpTransit) nonché le intenzioni di trasbordo delle merci su ferrovia insite in questo progetto. I fautori del raddoppio mettono in conto di sabotare la NTFA e così gettare al vento miliardi di franchi. Recentemente anche l’Ufficio federale dei trasporti (UFT) partecipa al concorso della palese propaganda per la votazione sul raddoppio. L’UFT si squalifica con l’affermazione che, senza una seconda canna stradale, sarebbe in pericolo l’obiettivo di trasferimento. L’UFT è dell’opinione che, a causa del temporaneo trasbordo su treni-navetta durante il risanamento del tunnel, un treno l’ora deviato sulla linea di montagna metta in pericolo l’obiettivo di trasferimento. Sull’altro lato, pare che invece una galleria stradale a quattro corsie non metta in pericolo l’obiettivo di trasferimento sulle rotaie. Una tale distorsione dei fatti è una sfacciataggine senza pari. Con la NTFA la maggior parte del traffico delle merci in transito può essere trasferita dalla strada alla ferrovia. Questa è stata la promessa del Consiglio federale nel libretto per la votazione sulla NTFA. E ora, a pochi mesi dall’aperura del tratto centrale della NTFA – la galleria di base del Gottardo che ne è il cuore – l’attuale Consiglio federale vuole potenziare le capacità stradali e così silurare durevolmente la NTFA. Il “sì” del Consiglio d’amministrazione delle FFS al raddoppio del Gottardo suscita solo incomprensione nel personale delle ferrovie. Ecco che il più alto gremio delle ferrovie federali si schiera con la concorrenza e dimentica che, dopo l’apertura della prima galleria stradale nel 1980, il numero dei passeggeri sui treni è crollato circa della metà. Anche un secondo tunnel stradale avrà effetti negativi per la NTFA e metterà in pericolo massicciamente la sua redditività (cfr. cifre nell’allegato). Perciò ricordiamoci che: le ferrovie possono - e il personale vuole - trasportare le persone e le merci sulle rotaie. Siamo convinti della potenzialità della nuova infrastruttura e vogliamo anche fornirne la prova. Ma questo è possibile solo se, in particolare le merci, non sono sedotte dalla strada con una seconda canna. Già oggi l’imbarbarimento delle condizioni di lavoro, il mancato rispetto delle norme salariali e degli orari di lavoro e il massiccio dumping salariale sono fatti quotidiani nel settore dei trasporti stradali. La Svizzera non deve incoraggiare ulteriormente questo fenomeno, potenziando l’asse di transito stradale al Gottardo. Migliaia di camion, che oggi scelgono il tragitto più lungo attraverso il Brennero, col raddoppio attraverserebbero la Svizzera e danneggerebbero in modo duraturo la NTFA. La NTFA, uno dei maggiori investimenti del nostro paese, non deve essere silurata. Berna, 12 gennaio 2016 Il raddoppio del Gottardo mina la protezione del clima Thomas Vellacott, CEO WWF Svizzera Un mese fa quasi 200 stati hanno deciso obiettivi ambiziosi alla Conferenza sul clima di Parigi. Il cambiamento climatico non deve superare gli 1.5 gradi, per evitare conseguenze gravi per le persone e la natura. La Svizzera a Parigi s'è impegnata in prima fila per questi obiettivi. Questo è importante, proprio anche per le Alpi. L'area alpina è particolarmente ricca di specie e, per la protezione delle specie, è una delle eco-regioni più importanti del mondo. Lo spazio alpino è però anche particolarmente vulnerabile. Nelle Alpi le temperature crescono a doppia velocità rispetto alla media globale. Più 6 gradi sono dunque purtroppo una previsione plausibile. Per la "rosa delle Alpi" (rododendro) già con 4 gradi in più fa troppo caldo. Per confronto: la differenza di temperatura con l'ultimo periodo glaciale è circa di 5 gradi. Questo mostra a quali cambiamenti andiamo incontro - sia le persone sia la natura - se non agiamo con decisione. Se gli obiettivi dell'accordo di Parigi saranno rispettati, potremo evitare il peggio. Quello che è necessario è semplice: da subito non si deve più investire soldi in infrastrutture «fossili». Quindi niente soldi per nuovi riscaldamenti a nafta, piattaforme petrolifere e proprio anche per nuove strade, che poi riscaldano il clima per i decenni a venire. In Svizzera il traffico stradale ha un'importanza particolare: dal 1990 le emissioni di CO2 del traffico stradale sono aumentate di più del 10%, invece di diminuire come sarebbe previsto dalla legislazione. La Confederazione si aspetta un aumento delle emissioni di CO2 anche in futuro. Al Gottardo circa la metà delle emissioni di CO2 è oggi dovuta ai mezzi pesanti. Una seconda galleria stradale al Gottardo è quindi il contrario di quanto la Svizzera ha giustamente chiesto a Parigi. A questo proposito solo tre cifre: un camion pieno di merce che attraversa la Svizzera consuma quattro volte più energia del corrispondente trasporto su ferrovia. Il carico per il clima è persino 30 volte più alto. Ciò nonostante, negli ultimi 15 anni il transito delle merci su strada è cresciuto a velocità doppia rispetto a quello sulle rotaie. Nuove capacità stradali non faranno che aggravare il problema. Chiaro, si asserisce che un nuovo tunnel non porta a un aumento delle capacità. Dalla politica climatica purtroppo sappiamo fin troppo bene che le promesse sono sempre rosee. Poi si mette in pratica quello che in un dato momento è politicamente più comodo. Le capacità libere suscitano delle brame. Solo pochi mesi fa il Consiglio federale ha annunciato di aprire al traffico 125 km di corsie d'emergenza. Non ci riesce di vedere una ragione perché al Gottardo il Governo resterebbe più saldo. Per il WWF è chiaro: una seconda canna stradale al Gottardo mina la protezione del clima e semplicemente non è al passo con i nostri tempi, ora che tutte le nazioni del mondo si sono impegnate per obiettivi climatici ambiziosi. Berna, 12 gennaio 2016