Quale possibilità di impiego per gli inibitori della DPP-4 ? Francesco Angelico I Clinica Medica La Sapienza Università, Roma L’intervento terapeutico deve essere precoce nel diabete tipo 2 DMT2 e funzione β-cellulare Al momento della diagnosi di diabete tipo 2 circa il 50% della funzionalità β-cellulare risulta essere persa. L’obesità, una malattia acuta o semplicemente l’avanzare dell’età possono manifestare od aggravare il deficit β-cellulare portando alla comparsa di diabete franco. Funzione della -cellula (%) 100 80 60 40 IFG - IGT 20 Diabete tipo 2 0 -12 -10 -8 -6 -4 -2 0 2 4 6 8 10 12 14 Anni dalla diagnosi UKPDS Study Group, UKPDS 16 – Diabetes 1995; 44: 1249-1258 Approccio tradizionale della terapia nel DMT2 La terapia nel DMT2, a tappe e con lunghi intervalli fra una modifica terapeutica e l’altra con un’attesa di 10-15 anni prima dell’introduzione dell’insulina rischia di prolungare uno stato di compenso non adeguato e l’insorgenza di complicanze. Anni 0 4 7 Dieta esercizio fisico 10 OHA 16 Terapia combinata con OHA 20 Insulina Fattori di rischio CVD IFG IGT Sviluppo Diagnosi del diabete Complicanze microvascolari Microvascolari avanzate CVD Complicanze gravi Adattato da Nathan D.M. – NEJM 2002; 347: 1342-1349 Necessità di iniziare presto Il diabete tipo 2 è una malattia caratterizzata da una progressiva insufficienza della B-cellula Il mantenimento della secrezione insulinica è cruciale per un buon controllo glicemico La funzione della B-cellula è compromessa anche nelle fasi che precedono il diabete (IFG, IGT) La memoria metabolica Una cattiva “memoria metabolica” derivante da un prolungato scarso controllo della glicemia renderebbe i trattamenti inefficaci sugli eventi cardiovascolari nonostante uno stretto controllo glicemico successivo, come evidenziato dagli ultimi trials. Non esiste il diabete “leggero” e non ci sono giustificazioni per ritardare trattamenti appropriati ed efficaci. Il controllo dell’iperglicemia nel diabete tipo 2 Controllo glicemico stretto? I grandi trials clinici non hanno dimostrato una riduzione degli eventi cardiovascolari con un più stretto controllo della glicemia Tuttavia, l’UKPDS ha dimostrato una riduzione di eventi cardiovascolari con HbA1c < 7.0% Il goal di HbA1c < 7.0% deve essere sempre suggerito se può essere raggiunto senza un sensibile aumento del rischio di ipoglicemia o di altri effetti avversi Controllo del diabete o controllo del paziente diabetico? Il controllo del diabete non dipende solo dai valori della glicemia o HbA1c Glicemia a digiuno (Fast-PG e pre-PG – mg/dl) 90 - 130 Glicemia post-prandiale (Postprandial-PG – mg/dl) < 180 HbA1c <7 (%) LDL (mg/dl) < 100 Trigliceridi (mg/dl) < 150 HDL (mg/dl) > 40 (M); > 50 (F) Pressione arteriosa (mm Hg) < 130/80 Abolizione del fumo Terapia anti-aggregante Il rischio di ipoglicemia UKPDS: incidenza cumulativa dell’ipoglicemia nel diabete di tipo 2 nell’arco di 6 anni Ipoglicemia (%) Terapia* N A1c(%) Qualsiasi Importante Dieta 379 8,0 3,0 0,15 Sulfanilurea 922 7,1 45,0 3,3 Insulina 689 7,1 76,0 11,2*** Dieta 297 8,2 2,8 0,4 Metformina 251 7,4 17,6 2,4 Terapia intensiva e ipoglicemia negli studi ACCORD e ADVANCE Trattamento intensivo finalizzato a una HbA1c target <6,0%1 ACCORD1 ADVANCE2 P < 0,001 P < 0,001 Incidenza di ipoglicemia (%) Incidenza di ipoglicemia (%) Terapia intensiva Terapia standard P < 0,001 Terapia intensiva Terapia standard 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 Richiesta assistenza medica Richiesta qualsiasi assistenza Grave ipoglicemia Proporzione di pazienti che riferisce almeno un episodio ipoglicemico grave L’ipoglicemia grave aumenta con la durata nel diabete sia di tipo 1 che di tipo 2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 Trattati con sulfaniluree <2 anni >5 anni di trattamento insulinico Diabete di tipo 2 <5 anni >15 anni di trattamento insulinico Diabete di tipo 1 UK Hypoglycaemia Study Group. Diabetologia 2007; 50: 1140-1147 Rischio relativo (%) Rischio di ipoglicemia con le diverse sulfaniluree Gliclazide Grave ipoglicemia n/1000 persone anno = 0,85 *<50 mg/dl Glipizide 8,70 Glimepiride 0,86 Tolbutamide 3,50 Clorpropamide Glibenclamide 16,00 16,00 Tayek J. Diabetes Obes Metab 2008; 10:1128-1130 Fattori di rischio per lo sviluppo di ipoglicemia nei pazienti anziani con diabete di tipo 2 Età avanzata Politerapia Sovradosaggio di sulfaniluree o insulina Alimentazione scarsa o digiuno Malattie intercorrenti Malattie croniche del fegato, rene, cardiovascolari Alterazione del sistema di controregolazione Riduzione/assenza dei sintomi di allarme all’ipoglicemia Terapia del diabete tipo 2 Metformina Inibitori DPP-4 Analoghi GLP1 (peso normale/sovrappeso) (obesità) Insulina basale Quali sono i vantaggi della terapia di combinazione con le incretine? Migliore controllo glicemico Riduzione ponderale o effetto neutro sul peso Le ipoglicemie sono 3 volte più frequenti con le terapie tradizionali Minori necessità di auto controlli del rischio di ipoglicemia (meno costi) Agenti stimolanti la secrezione β-cellulare Inibitori della DPP-4 SU “Tradizionali” Stimolazione continua della secrezione insulinica eccessiva secrezione insulinica Secrezione insulinica al bisogno (al momento del pasto) minore secrezione insulinica Rischio di ipoglicemia No ipoglicemie Effetti cardiovascolari avversi Effetto neutro sul sistema CV Modesto incremento ponderale Effetto neutro sul peso corporeo Perdita di massa β-cellulare Preservazione/rigenerazione della massa β-cellulare