Giuseppe
D’Onorio
Rintocchi
della
memoria
Campane e campanili
di Veroli
Centro di Studi Sorani Vincenzo Patriarca 2001
Recensione
In elegante veste tipografica form. 22x30,
pp. 208, con 510 illustrazioni a colori,
£. 50.000 ; € 25,82 .
Campane e campanili
di Veroli
La storia di un Comune come Veroli può passare
anche attraverso uno studio sulle sue campane
fissate non a robusti sostegni ma su leggere
pagine, ricche e belle. E il Din Don Dan! che esce
dal libro di Giuseppe D’Onorio, dal titolo molto
significativo, Rintocchi della memoria, sta per:
DIstinzioni Notevole, DOcumentazione Nuova,
DAti Numerosi.
Le molte immagini a colori, le informazioni e le
spiegazioni sono la corona del piccolo regno del
patrimonio di fede ed arte, vicende e tradizioni fuse
insieme in forme uniche, vicine non solo ai sensi di
chi sente e vede, ma soprattutto alla sensibilità di
chi ascolta e osserva i particolari del micro-cosmo
di cui fa parte.
Suona così l’appassionato lavoro, condotto sulle
alture dei campanili e nella profondità di un
impegno decisamente extra, silenzioso e tenace.
L'obiettivo è raggiunto: un’altra pagina di storia
della terra natia è stata messa in luce in uno nuovo e
originale studio. È un dono di amore, suono di
memoria collegato a storie lontane che continuano a
cantare, ormai anonime, nella bocca dei 105
manufatti. Sì, c'è una precisa catalogazione di
campane con relative informazioni, naturale. Ciò
che però più colpisce è il far rivivere un comune
con i cittadini di un tempo. Non c'è il freddo e
matematico censimento di bronzi, c'è la strada di
persone, di capitale umano che spicca tra attese,
imprese, spese. Ci sono misure metriche e pesi che
nascondono altre proporzioni, quelle dell'uomo che
non vive solo di fatica e di anni che passano.
Campane e
campanili
di Veroli
Campane e campanili di Veroli
I particolari che caratterizzano un vaso sacro sfuggono eppure rimangono lì,
nella penombra delle celle campanarie a raccontare in silenzio le devozioni e le
opere di gente con dei sentimenti e con delle necessità, proprio come noi,
uomini ... tecnologici del terzo millennio. Riannodando i fili di una rete di date
e di nomi, di luoghi e di opere, dalla materia inerme del bronzo emerge la
fluidità vivace di vicende, la generosità di devoti, civiltà dell’uomo al lavoro.
Il caparbio lavoro di raccolta delle immagini con la certosina pazienza della
giusta collocazione fa pensare al lavoro dell'orafo intento ad incastonare pietre
preziose nel gioiello prodotto. Un libro nel libro, considerandone il
quantitativo (ben 520 tutte a colori). E le 208 pagine non affaticano affatto il
lettore, che è portato a sfogliare più volte il volume, a rileggere il contenuto.
L’impostazione grafica, poi, permette di respirare, quasi da non rendersi conto
della batteria di materiale condensato sulla carta.
Il volume di Giuseppe D’Onorio dà, dunque, corpo ad una nuova occasione di
conoscenza che, colta con la giusta attenzione, potrebbe alimentare la sapientia
cordis di persone sensibili alla bellezza.
A. Sasia
da Confidenze editoriali
... un soggetto storiografico pressoché inesplorato, che
si presta - quasi parte per il tutto - a ricostruire ragioni e
consuetudini di vita sociale, istituzioni civiche,
manifestazioni di fede, eventi celebrativi: una storia che
interroga la perennità del bronzo non immune dalle ferite
di vibrazioni irregolari, non diversamente dall’indagine
che interpella la forza e la fragilità delle azioni umane...
Da questi “rintocchi della memoria”, che si estendono
fino alla cistercense Abbazia di Casamari, potranno
prendere il la altri campanili e altre campane se la
rassegna inviterà ricercatori pazienti ad eplorare archivi
della nostra regione per inseguire l’eco lontana di
multiformi “suoni” di storia.
Luigi Gulia
Presidente del Centro di studi sorani
da Presentazione
Ci sono libri che si scrivono copiando quelli
degli altri, ricucendoli insieme e
riesponendo, sotto altra forma, i medesimi
argomenti; ci sono libri che, invece,
legittimamente, ripropongono alla luce di
nuove metodologie materiale già noto per
ampliarne la riflessione a riguardo; ci sono,
infine, libri che costituiscono una ricerca
del tutto nuova, che dissodano un terreno
pressoché vergine offrendo spunti di
approfondimento che potranno essere
battuti da altri o dal medesimo studioso nel
corso di ulteriori lavori. Rintocchi della
memoria, scritto con amore e passione da
Giuseppe
D’Onorio,
appartiene
a
quest’ultima categoria. È, come si suol
dire, una ricerca condotta sul campo.
L’argomento non è nuovo; anzi è talmente
antico da pensare che su di esso si siano
versati i proverbiali fiumi d’inchiostro (e
invece non è cosi): le campane.
da Presentazione
Ma quali campane? Quelle del
territorio di Veroli. Centocinque, come
puntualmente avverte l’autore; tutte
scrupolosamente esaminate di persona,
misurate, classificate e catalogate in
dieci anni d’infaticabile lavoro. Mai
prima d’ora c’era stata una ricerca
così sistematica su questi manufatti
bronzei presenti nel comprensorio
verolano...Pensare, però, che il testo di
D’Onorio sia il semplice assemblaggio
di notazioni tecniche relative ai bronzi
di Veroli, sarebbe riduttivo...
Marco Bussagli
Rintocchi della memoria
Il mio libro non è un rievocare, non è un tuffo nel
passato, non è un atto nostalgico; esso vuole
essere il presente del passato e il presente del
passato è la memoria. Vuole inoltre essere il
presente del presente cioè percezione immediata
perché il libro si può toccare, i bronzi si possono
vedere, anche se in foto, e il suono si può
ascoltare. Quello che ho scritto e documentato,
poi, racchiude anche un’attesa di nuovi studi, di
nuove ricerche e allora il mio libro è attesa,
il presente del futuro.
G. D’Onorio
By Nik 2001
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