Poste Italiane S.p.a. Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Rovigo - Trimestrale Periodico del centro maria bolognesi attore della causa di canonizzazione della serva di dio maria bolognesi anno XX n. 4 ottobre - novembre - dicembre 2011 internet: www.mariabolognesi.itE-mail: [email protected] In caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente che si impegna a pagare la tassa dovuta. Il S. Natale comincia da qui! Editoriale Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede... PREDICHIAMO BENE E RAZZOLIAMO… MEGLIO! ...ma non ha le opere? (Gc 2,14) Mentre ci accingiamo a preparare queste pagine affin- Si tratta di Elisabetta, una vera credente, giusta davanti a ché il nostro trimestrale giunga puntale nelle vostre mani, il Dio, ma sterile e perciò, agli occhi degli uomini, priva della calendario segna la prima settimana di novembre. benedizione divina. Ella vive nella fede la sua condizione Eppure, nei negozi, le decorazioni natalizie hanno già umanamente difficile; è donna che attende la realizzazione fatto la loro sgargiante apparizione; probabilmente i “resti” delle promesse di Dio; per questo è capace di riconoscere la del Natale scorso, dei quali è cambiato solo il prezzo: ine- visita, lasciandosi guidare dallo Spirito alla comprensione vitabilmente quanto inspiegabilmente lievitato. profonda degli eventi. Ho come l’impressione che ogni anno queste “epifanie Elisabetta è donna capace di attenzione: sa leggere nel commerciali” compaiano con crescente sussulto di gioia del suo bambino l’ananticipo. nuncio della presenza del Messia, trovanChe bello sarebbe se tutta questa dosi ad essere, al tempo stesso, la prima “voglia” di Natale si potesse tradurre in destinataria della parola profetica di suo attesa trepidante per la nascita di Gesù! figlio e la sua portavoce. Invece resta solo marketing e la nostra Elisabetta è donna che scruta con società sembra allontanarsi sempre di più amore le Scritture per trovarvi il senso da Dio, rifiutando deliberatamente le sue della storia, sua e di Israele, cosicché al grazie. sopraggiungere di Maria le sue parole di Eppure, anche quest’anno – come benedizione sgorgano naturalmente dal negli ultimi duemilaundici anni – ci suo cuore. viene offerta l’opportunità di convertire Donna umile e grata, Elisabetta, il nostro cuore da fredda mangiatoia davanti all’immensa grandezza dell’opera inospitale a culla calda in cui accogliere di Dio nella propria vita, vede la propria Gesù. “piccolezza” e, pur non sentendosi degna Come diceva Tagore, «ogni bimbo di tanta grazia, l’accoglie con stupore che nasce è un segno che Dio non è stane gioia. Vede trasformarsi radicalmente co degli uomini», perciò l’annuncio della la sua condizione di sterile, incapace di Visitazione” di Mariotto Albertinelli, futuro, in quella di madre di colui che nascita di quel bambino è da duemila “La 1503, Galleria degli Uffizi, Firenze anni la “buona novella” di un nuovo iniGesù definirà “più grande tra i nati di zio possibile, al di là di tutte le nostre stanchezze e di ogni donna”. E si scopre ancor più oggetto di benevolenza divinostra rinuncia a sperare e ad amare. na quando Maria – la madre del suo Signore – entra nella L’attuale crisi economica può venire in nostro soccorso sua casa spandendo il profumo dell’amore di Dio. “spingendoci” a constatare in maniera pratica che l’unico La madre del Battista ci invita ad essere continuamente dono a cui dobbiamo aspirare è l’amore di Dio. in uno stato di “visitazione”, per ringraziare il Signore di Un dono che il Padre “impacchetta” per ogni uomo, quanto ha compiuto nell’altro e in noi stessi. indipendentemente dai suoi meriti. Se la nostra vita sembra condannata alla sterilità, in Dio A noi non resta che l’impegno di “indossare” quell’amo- dobbiamo riporre ogni speranza, lasciamo che il Suo amore re e di testimoniarlo a 360° gradi in tutti gli ambiti della faccia sussultare la nostra anima. Così saremo pronti a cornostra vita; indossarlo non come una “seconda pelle” ma rere per annunciare ad altri la Buona Novella. come una “nuova pelle”. La fede senza le opere: un corpo senza spirito Elisabetta, donna capace di attenzione È proprio Giovanni Battista, il figlio di Elisabetta, che Il Vangelo di Luca (1, 39-45) ci presenta una figura che ci offre lo spunto per il passo successivo: può – anzi, deve! – aiutarci a “convertire” la nostra atte«Fate dunque frutti degni della conversione e non sa sterile in un momento di feconda e totale accoglienza cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per dell’amore di Dio. padre!» (Lc 3,8). 2 Finestre Aperte Sì, è vero, però non basta la tradizione e neppure una fede di facciata, bisogna effettuare un passaggio: “mi pento quindi mi ricredo”, prima la penitenza, con l’esame dei propri errori e, poi, la speranza, una nuova ripartenza. La conversione più vera è quella che non ci porta solo ad ascoltare e ad acconsentire, il cristiano è colui che ha il coraggio di uscire dalle proprie abitudini, di abbandonare una fede stanca, di non essere prigioniero di riti formali, di gesti meccanici e abituali; non basta fare solo buoni propositi, è necessario lasciarsi raggiungere dalla Parola del Signore; accogliere Gesù nel Natale significa essere attenti a chi ci sta accanto tutti i giorni. Il Signore, infatti, si manifesta spesso nelle persone che ci sono vicine quotidianamente e chiedono il nostro affetto e la nostra attenzione. Egli non se ne sta chiuso in Paradiso, Egli è in mezzo a noi, e invocando la sua Grazia possiamo riconoscerlo. La conversione deve essere effettiva: è necessario “fare frutti di conversione”, essa non può limitarsi al livello intellettuale; dobbiamo operare affinché i frutti delle nostre azioni siano visibili. Dobbiamo accogliere l’altro, essere disponibili, gentili, generosi. Questo impegno particolare in preparazione alle feste natalizie, non deve però restare fine a se stesso, cioè, io non posso occuparmi di aiutare un povero solo perchè è Natale, una volta l’anno, per tranquillizzare la coscienza! La chiamata alla conversione deve raggiungerci più profondamente. È proprio la carenza di “fatti” in armonia con il nostro “Credo” che stanno debilitando la nostra fede. Non possiamo essere testimoni attendibili se ci comportiamo agli antipodi di ciò che “predichiamo”: «Come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta». (Gc 2,26) Immaginiamo che disastro se i Magi dopo essersi prostrati davanti a Lui in adorazione e aver fatto un sogno premonitore fossero tornati da Erode per portargli notizie di quel Bambino! Proprio attraverso le nostre azioni quotidiane siamo testimoni e divulgatori dell’epifania del Signore. so m m a r io Editoriale Predichiamo bene e razzoliamo... meglio............................... pag. 2 Il Diario A Gesù Bambino...................................... » 4 L’arcobaleno di Maria Bolognesi............. » 5 “Non esiste che una sola infelicità: quella di non essere santi”........................ » 7 Sulle ali della Poesia Una poesia per un angelo......................... » 10 Missâo Belém Un pomeriggio speciale con Padre Gianpietro ............................... » 12 La meta del pellegrino In ricordo di Padre Emilio ....................... » 14 Briciole di saggezza Briciole di saggezza e di sapienza . ......... » 15 Oltre lo spazio e il tempo Silvia e don Pier Maria Ferrari . .............. » 16 Il volto di Maria Bolognesi Una “laureata” alla scuola di Dio............. » 17 La ricorrenza del 2 novembre . ................ » 18 I nostri auguri........................................... » 19 Il francobollo della Carità ...................... » 19 Novità sotto l’albero per Edizioni MB . .. » 19 Appuntamenti ............................................ » 20 Gesù, il nostro tutto Israele ha atteso e invocato il Messia eppure quando nasce non c’è posto per Lui. È tutto occupato, come dice la poesia di Guido Gozzano: «Tutto l’albergo ho pieno di cavalieri e dame…»! Allora non è stato accolto, e oggi? I nostri cuori sono liberi per credere alla sua chiamata, che ci invita a diventare discepoli, per vivere con lui e come lui? Se il nostro ‘ego’ occupa tutto lo spazio interiore del nostro cuore, neppure oggi c’è posto per Lui, né dentro di noi, né fuori di noi! Illuminante la lettera di Giacomo (1, 22-24): «Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. Perchè se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena s’è osservato, se ne va, e subito dimentica com’era». continua a pag. 4 Finestre Aperte In ossequio al decreto di Urbano VIII, si dichiara di non voler attribuire a quanto di straordinario è narrato in questo giornale altra fede se non umana e di non voler prevenire il giudizio definitivo della Chiesa, al quale la Redazione intende sottomettere in tutto il suo. Il Consiglio Direttivo del Centro ringrazia per le offerte pervenute per la Causa e le opere di Maria. Per offerte: Conto Corrente Postale 26145458 finestre aperte [email protected] Direttore Responsabile: Mons. Daniele Peretto Direttore: Giuseppe Tesi Vicedirettore: Ludovica Mazzuccato Sede e Redazione: Centro Maria Bolognesi Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo Telefax: 0425.27931 Aut. Trib.: Rovigo n. 8/92 del 30/07/1992 Stampa: Papergraf S.p.A. Piazzola sul Brenta (Pd) 3 continua da pag. 3 Il Diario Proviamo a contemplare Gesù nella mangiatoia con gli occhi di sant’Ignazio: «Guardare e considerare per quale motivo il Signore venga a nascere in somma povertà e come, dopo tante sofferenze di fame, sete, caldo e freddo, insulti e oltraggi, vada a morire sulla croce; e tutto questo per me» (Esercizi Spirituali, n. 116). L’Incarnazione e la Redenzione, il Natale e la Pasqua sono collegati. Accogliere Gesù Bambino, è accogliere il Redentore crocifisso e risorto. Entrare nella luce del Natale, significa abbandonare le tenebre del peccato ed entrare nella vita nuova. È Natale! La gioia bussa alla nostra porta. Gesù si autoinvita, come quel giorno che disse ad un uomo appollaiato sul proprio egoismo: «Zaccheo, scendi presto, perché oggi devo venire a casa tua!». Facciamo posto al Signore che viene, riconosciamolo nella Parola, nell’Eucaristia, nel povero, nei piccoli, nei fratelli, nei figli, nella moglie, nel marito,… in ognuno che bussa alla porta del nostro cuore. E riceviamolo con la stessa gioia con cui lo attendeva e lo accoglieva la Serva di Dio Maria Bolognesi. Ci accorgeremo che solo Lui ci è veramente necessario. Aveva ragione Bertolt Brecht – sì, proprio l’ateo drammaturgo tedesco – quando scriveva i versi del suo “Natale dei poveri”: «Oggi siamo seduti, alla vigilia / di Natale noi, gente misera, / in una gelida stanzetta, / il vento corre di fuori, / il vento entra. / Vieni, buon Signore Gesù, da noi, / volgi lo sguardo: / perché Tu ci sei davvero necessario». Ludovica Mazzuccato Curiosità La Visitazione Celebrata dai frati minori fin dal 1263, l’istituzione di tale festa è dovuta all’Ordine Francescano. Fu poi Papa Urbano VI ad estendere la festa a tutta la Chiesa latina nel 1389, mentre il sinodo di Basilea, nella sessione del 10 luglio 1441, confermò la festività della Visitazione, dapprima non accettata dagli Stati che parteggiavano per l’antipapa. In accordo con quanto descritto dal Vangelo secondo Luca, in cui si narra che Maria rimase da Elisabetta fino alla nascita di Giovanni Battista, e presumendo un’attesa di altri otto giorni per il rito dell’imposizione del nome, la festa veniva originariamente celebrata il 2 luglio, cioè al termine della visita di Maria. Tuttavia il calendario liturgico ha successivamente abbandonato la data tradizionale, fissando la festività all’ultimo giorno di maggio, cioè al termine del mese mariano. Rimane ancora traccia dell’antica data del 2 luglio in cui si celebrava la festa della visitazione della Madonna a Siena dove ancora oggi si corre il Palio il giorno 2 luglio in onore della Visitazione di Maria Santissima o Madonna di Provenzano. 4 A Gesù Bambino Maria Bolognesi amava “onorare” Gesù Bambino in questo modo: Gli stava accanto, Gli parlava, Gli cantava qualche bella nenia o canzoncina, e poi Gli presentava l’immancabile “letterina” traboccante d’amore. Pubblichiamo alcuni stralci di quella datata Natale 1966. “A Gesù Bambino Tu sei il mio grande tesoro, tutto d’amore. Eccomi qui un po’ con Te, per gustare le tue bellezze; vorrei dirti tante cose, caro Gesù, ma sai che sono piccola e tanto indegna. Quello che desidero da Te è di volerti amare sempre più e chiedo solo di amare tutti, amici e nemici, con il più profondo del mio cuore. Desidero di prodigarmi per i bisognosi, cioè ammalati e poveri, senza dire di no a nessuno. Se a Te piace che abbia salute, Ti ringrazio, ma se vuoi vedermi anche sofferente, tutto è nulla, quello che conta è di cercare Te in ogni passo del giorno, in ogni gioia e in ogni mio affanno. Oh Gesù, mio unico amore, sai che ho una famiglia che mi sta a cuore, non chiedo ricchezze, non chiedo doppio pane, chiedo solo la pace dei nostri cuori, perché allora Ti saprò dare tanto e questo è il più grande desiderio che vive nel mio cuore. […] Oh Gesù, come vorrei amarti per tutti; ma sono un piccolo cencio indegno, vieni a riscaldarti nel mio cuore, è tutto tuo Gesù, e Ti riscalderò anche per quei cuori duri e indegni. Il mio presepio l’ho lavorato con tanto amore, ed ogni qualvolta che mi trovai qui a piantar chiodi, a segare tavole, a disporre ogni casetta, nel mio cuore sentivo una gioia grande, sto lavorando per il Redentore di tutto il mondo e a Lui e a Sua Mamma chiedo ogni grazia necessaria per ogni anima di tutto l’universo. Vedi Gesù, ho le unghie tutte nere per le “smartellate”, ad ogni colpo sbagliato sentivo una ferita nel cuore; quante volte “smartelliamo” il cuore di Gesù senza mai rimpiangerLo, siamo veramente degli stolti. Eccomi qui, Gesù piccino, unico tesorino, sono tua per sempre. Attraverso ogni sacrificio, vado in cerca del più grande tesoro di tutto l’universo. Benedici tutti, tutti Gesù Bambino, quelli vicini e lontani”. Finestre Aperte Ma Sc Inaugurata la mostra permanente in via Giovanni Tasso, 49 – Rovigo L’ARCOBALENO DI MARIA BOLOGNESI Una leggenda di origine celtica narra che raggiungendo la fine dell’arcobaleno si possa trovare una pignatta piena d’oro. Le tante persone che, nel pomeriggio di sabato 1° ottobre, si sono recate a Rovigo, in Via Giovanni Tasso n. 49, possono affermare che, effettivamente, seguire i colori dell’arcobaleno conduca a scoprire un tesoro speciale: i quadri di Maria Bolognesi! Infatti, presso il Centro Maria Bolognesi, è stata inaugurata la mostra permanente delle opere pittoriche della Serva di Dio. «Tra queste pareti, che così calorosamente ci accolgono, la Serva di Dio ha trascorso gli ultimi nove anni della sua vita terrena. Credo che questo dato sia fondamentale per immergerci nello spirito di questa inaugurazione. Infatti, attraverso questa mostra permanente dei dipinti di Maria Bolognesi, non si ha la velleità di esibire il talento artistico della stessa Serva di Dio, ma più semplicemente – seguendo il suo radioso esempio di umiltà – si desidera mostrare a tutti che dove c’è fede, malgrado tutto, c’è anche gioia», ha esordito Ludovica Mazzuccato, vicedirettore del trimestrale “Finestre Aperte”. La Mazzuccato ha ricordato che era il 1968 quando Maria decise, improvvisamente e tra il grande stupore di Zoe Mantovani, di cominciare a dipingere. Sorridente, uscì si casa e vi rientrò dopo aver comperato una tela, dei colori ad olio e un pennello. Ricorda la nipotina Licia, all’epoca una scolaretta di 8/9 anni: “Il suo primo lavoro fu uno stormo di uccellini variopinti: quel quadro è, fra i tanti, il mio preferito, perché l’ho visto nascere e realizzarsi sotto i miei occhi e il mio stupore. Mi dicevo infatti: come può dipingere così bene se non ha mai preso in mano un pennello in vita sua? L’ammiravo, mi stupivo e imparavo da lei ad usare pennelli, colori e fantasia”. Dalla viva voce di Zoe Mantovani si apprende che per cavalletto Maria seppe servirsi dell’unica scopa presente in casa. Al primo quadro, presto ultimato, seguì poco dopo il secondo e, via via, tanti e tanti altri: quasi quattrocento. I quadri di Maria, molte volte regalati, come forma di riconoscenza verso chi l’aiutava nel suo apostolato, furono quasi sempre ceduti per risanare, con il ricavato, situazioni economiche Il pubblico nella sala del Centro Maria Bolognesi aria porta i doni ai bambini della cuola materna di Crespino (RO) Finestre Aperte Mons. Peretto benedice la soffitta ristrutturata difficili e varie emergenze del vivere quotidiano di persone in difficoltà, in un periodo di vita di Maria in cui i gravi problemi di salute non le permettevano di essere attiva come avrebbe desiderato. La sera del 29 gennaio 1980 la Serva di Dio rimase alzata fino a tardi per terminare un quadro: il giorno dopo, il 30, il suo cuore provato smise di battere. «Per la prima volta la Casa di Maria ospita una manifestazione culturale a carattere pittorico: sicuramente tale manifestazione si contraddistingue da tanti altri eventi simili: infatti, l’artista, ovvero la pittrice che vogliamo farvi conoscere, è Maria Bolognesi, la Serva di Dio che la Chiesa Romana si appresta a dichiarare venerabile» ha sottolineato la prof.ssa Giuseppina Giacomini, Presidente del Centro Maria Bolognesi. Presente anche Mons. Daniele Peretto, che ha salutato il pubblico con l’augurio che i quadri di Maria esposti nella soffitta di Via Giovanni Tasso, 49 siano sempre più valorizzati e apprezzati. L’intervento finale, prima del taglio del nastro, è stato affidato all’artista 5 “Un tesoro in soffitta” La mostra permanente “Un tesoro in soffitta” sta facendo i suoi primi passi, ma può annoverare già un visitatore molto speciale: il Primo Cittadino di Rovigo, il Dott. Bruno Piva – nella foto con la Prof.ssa Giuseppina Giacomini – venerdì 7 ottobre 2011, si è recato in Via Giovanni Tasso, 49 per ammirare i quadri di Maria Bolognesi. Invitiamo la cittadinanza a concordare presso i recapiti del Centro – tel. e fax. 0425.27931 – un appuntamento per visitare questo “tesoro”: la fede è l’unico “pentolone” che ci può rendere realmente “ricchi”! I visitatori ammirano i disegni preparatori di Maria Venerino Tosini, amico del Centro Maria Bolognesi, oltre che autore di un bellissimo ritratto della Serva di Dio donato al Centro stesso. «Che cosa è la pittura di Maria? Nello stendere i colori, peraltro oserei dire in modo quasi fanciullesco, un desiderio di comunicazione, soprattutto di amore. La poesia che ne scaturisce è dolce, le immagini dei bambini, degli uccelli, dei mille fiori, fanno di ogni tela un emblema di vita pacifica e beata. Cosa che certamente non lo è stata la sua. I ricordi indelebili, lasciati da Maria, ci danno una opportunità: credere nel bene per sconfiggere il male. In ogni sua opera qualsiasi colore ha la sua importanza, lei li usa tutti senza eccezione. Il piacere di ogni soggetto prevale su qualsiasi considerazione. Ecco che, l’arte di pochi, può essere di tutti» ha spiegato l’artista Tosini, nativo di Bosaro proprio come Maria. Lo stesso Tosini ha concluso consigliando al pubblico di soffermarsi ad osservare i tanti piccoli particolari presenti in ogni quadro della Serva di Dio. Così a gruppi di 6-7 persone, i presenti sono saliti in soffitta dove Mons. Peretto ha impartito la benedizione in quanto ambiente restaurato. Facile leggere lo stupore nel volto dei visitatori, che si sono intrattenuti 6 fino a tardo pomeriggio, allietati da un piccolo momento conviviale. Tra gli intervenuti: il dott. Luciano Finotti di Adria, che nel corso del 2010 ha offerto la sua esperienza per fare in modo che l’iter della Causa della Serva di Dio - dopo una sosta durata qualche mese - potesse procedere senza intoppi; i poeti Fiorenza Bonfili di Milano e Bruno Tiberio di Concadirame (RO), appartenenti ai vincitori dell’iniziativa “Una poesia per il quadro 2011” che aveva per tema proprio un’opera di Maria Bolognesi. Santa Teresa di Lisieux – di cui la Chiesa fa memoria proprio il 1° ottobre – scrisse: «Basta uno spillo raccolto per terra con amore per salvare un’anima». Non c’è dubbio che Maria ci abbia messo tutto il suo amore nel dipingere queste tele. L’augurio, dunque, non può essere che questo: i colori di questa mostra ci aiutino ad abbandonare ogni malizia e ogni ipocrisia, per ritornare a bramare, come bambini appena nati, il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza. Centro Maria Bolognesi (da la Settimana, N. 39 del 16 ottobre 2011) Chi fosse interessato a visitare la mostra permanente della Serva di Dio e, nel periodo natalizio, il suo presepe può contattare il cell. 340.6162504 Il Sindaco di Rovigo con la Presidente del Centro Finestre Aperte Celebrato l’87° anniversario della nascita di Maria Bolognesi “Non esiste che una sola infelicità: quella di non essere santi” Il Cardinale Carlo Caffarra a Bosaro (RO) Venerdì 21 ottobre – sotto un cielo pettinato dai venti autunnali e riscaldato da un sole particolarmente splendente – si è celebrato, a Bosaro, l’87° Anniversario della nascita di Maria Bolognesi. Un momento indimenticabile per i molti che hanno avuto modo di parteciparvi, infatti la presenza di S. Em. il Cardinale Carlo Caffarra, Arcivescovo Cosmopolita di Bologna, ha fatto sentire tutti membra vive di Cristo. In Comune con le Autorità e la Cittadinanza La giornata ha avuto inizio, nella prima mattinata, con l’arrivo del Cardinale Caffarra presso il Comune di Bosaro dove lo attendevano il Sindaco Remo Randolo, il Parroco don Camillo Magarotto e altre Autorità, tra cui le Forze dell’Ordine. L’incontro, particolarmente toccante, è poi continuato nella Sala Consiliare alla presenza della cittadinanza e di un gruppo di alunni della Scuola Primaria del luogo. Qui il Primo Cittadino ha dato il Nella sala consiliare del Comune di Bosaro: da destra don Camillo Magarotto, il Card. Carlo Caffarra, il Sindaco Remo Randolo e il vice direttore di “Finestre Aperte” Ludovica Mazzuccato suo benvenuto al Cardinale svelando quel “filo rosso” che da sessant’anni unisce la Comunità Bosarese a quella di Bologna. Un’amicizia fraterna nata in occasione dell’alluvione del Polesine del 1951, di cui proprio quest’anno ricorre il 60° anniversario. Allora il paese, quasi completa- L’arrivo del Card. Carlo Caffarra nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martire Finestre Aperte mente distrutto, fu ricostruito tramite il contributo determinante della Città e della Chiesa di Bologna. A testimonianza di questo sodalizio, ricordiamo che la piazza principale di Bosaro è intitolata alla Madonna di S. Luca – la cui immagine è presente anche sulla facciata del Municipio – e che le due vie confluenti nella stessa piazza sono intitolate al Cardinale Giacomo Lercaro e al Sindaco Giuseppe Dozza. Un altro “filo rosso”, non meno importante – come ha sottolineato il Cardinale Caffarra – lega Bosaro all’Arcivescovo stesso che, invitato da don Magarotto a celebrare la S. Messa in ricordo di Maria Bolognesi, ha avuto modo di conoscerne la vita straordinaria: vita che già profuma di santità solo per il nascondimento con cui la Serva di Dio ha coltivato i doni straordinari ricevuti dal Signore. Il Cardinale ha messo anche in evidenza come Maria Bolognesi sia un tesoro per tutta la comunità di Bosaro. 7 Celebrato l’87° anniversario della nascita di Maria Bolognesi Nella chiesa di S. Sebastiano Martire La seconda parte della mattinata ha preso vita nella chiesa di Bosaro, gremita di fedeli, dove il Cardinale ha presieduto l’Eucaristia, affiancato da S.E. Mons. Alfredo Magarotto, da Mons. Claudio Gatti, Vicario della nostra Diocesi e da numerosi altri sacerdoti, tra cui due provenienti dal Brasile. Una liturgia solenne, che ha commosso l’assemblea, composta anche da un folto gruppo di amici del Centro Maria Bolognesi provenienti da Pellestrina (VE), da Dello (BS), da Oderzo (TV) e dalla provincia di Ferrara. Di straordinario impatto sui presenti l’omelia del Cardinale che, da grande teologo e comunicatore, è riuscito a smitizzare il luogo comune per cui la santità è sinonimo di mestizia. «Cari fratelli e sorelle, sono lieto nel Signore potendo celebrare con voi la Santa Eucaristia. Ci legano infatti ricordi di fraterna condivisione di momenti assai drammatici e dolorosi. Condivisione voluta e guidata dal Cardinale Giacomo Lercaro di v. m., ed in lui da tutta la Chiesa di Dio in Bologna. Popolo nobile come siete e provato da secoli di fatiche e di dignitosa povertà, avete voluto che anche la vostra città fosse segnata dal ricordo di quella condivisione. Vi sono grato per l’invito fattomi a venire fra voi, per mantenerlo vivo. Un momento della celebrazione Ma a questi motivi di letizia nel Signore oggi se ne aggiunge uno particolare: il dono che ci fa attraverso l’apostolo Paolo di una parola stupenda ascoltata nella prima lettura. Essa infatti ci rivela l’atto redentivo di Cristo in tutto il suo splendore”» ha esordito il Cardinale. «In primo luogo l’Apostolo si rifà ad una esperienza che ciascuno di noi vive quotidianamente. La narra semplicemente nel modo seguente: “io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio”. Se vogliamo essere sinceri con noi stessi, dobbiamo riconoscerlo. Quante volte ci capita di vedere colla nostra ragione ciò che è bene, ciò che è giusto. E Il saluto tra il card. Carlo Caffarra e Zoe Mantovani 8 poi facciamo il contrario: neghiamo colla scelta della nostra libertà ciò che abbiamo riconosciuto colla nostra retta ragione. Ascoltiamo ancora San Paolo: “io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me”. Questa intima scissione, vera e propria spaccatura della nostra persona, è il nostro male più profondo. Esso infatti sfregia la nostra persona e ne deturpa la dignità. L’Apostolo infatti esclama: “sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo di morte?”. È il grido di chi si sente schiavo della peggiore schiavitù, quella di non riuscire a fare il bene; è il grido di chi invoca chi lo liberi da questa incapacità. Questo grido non è caduto nel vuoto: “siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore”. La risposta di Dio al nostro grido di liberazione è Gesù. Egli colla sua grazia libera la nostra libertà dalla incapacità di fare il bene», ha proseguito S. Eminenza. «Cari amici, fino a quali profondità giunge l’atto redentivo di Cristo? La Sacra Scrittura usa immagini molto forti per farci comprendere la potenza della grazia di Cristo. Essa parla di una nuova creazione: la grazia di Cristo ci ricostruisce dalla radice e diventiamo creature nuove. La Scrittura dice che la grazia di Cristo ci ri-genera; è una vita nuova che rifluiFinestre Aperte Il Cardinale Carlo Caffarra a Bosaro (RO) sce in noi. La Tradizione cristiana ha riassunto tutto questo con una sola parola: santità. Che cosa è la santità? È il trionfo pieno della grazia redentiva di Cristo in una persona umana. Il santo è colui che si è lasciato plasmare così docilmente dalla grazia di Cristo, che Questi vive nel santo. Il santo vive in Cristo e Cristo vive in lui», ha sottolineato il Cardinale. La “piccola” Maria Bolognesi, “grande” agli occhi di Dio «Cari amici, non vogliamo in nessuna maniera precedere il giudizio della Chiesa. Ma ciò non impedisce di fare memoria in questo momento della Serva di Dio Maria Bolognesi. In Maria possiamo verificare la parola detta dall’Apostolo. La grazia di Cristo regnò sovrana in questa creatura, portandola al contempo ad un’unione sempre più profonda col suo Signore e ad un totale nascondimento. La santità cristiana non è esclusiva di luoghi o condizioni sociali. Ed anche in questo essa contesta il mondo che identifica l’essere con l’apparire, la grandezza di una persona con la misura con cui è socialmente stimata. Il Signore per l’intercessione della Serva di Dio ci ottenga la vera sapienza del cuore, facendoci capire che non esiste che una sola infelicità: quella di non essere santi», ha concluso l’Arcivescovo di Bologna. Nel recepire la straordinaria verità presente nelle parole conclusive del Cardinale, pensiamo che nella mente di molti sia ri-apparso il sorriso della Serva di Dio: quel sorriso che le partiva dagli occhi sempre luminosi anche se pieni di lacrime nascoste; quel sorriso contagioso e pieno di fiducia anche nei momenti più drammatici, come quelli dell’alluvione sopra menzionata; quel sorriso trasparente che può aiutarci ad alimentare in noi la certezza che l’unica nostra felicità è nel Signore. Ludovica Mazzuccato (da la Settimana, N. 41 del 30 ottobre 2011) Il Cardinale in preghiera davanti al tumulo di Maria Bolognesi L’ALLUVIONE DEL 1951 vissuta Da MARIA Leggendo la biografia della Serva di Dio ci imbattiamo nell’alluvione del 1951, provocata dal fiume Po. Maria, sempre previdente, prima che il grande fiume rompa gli argini, predispone un piano di salvataggio per la propria famiglia e quella dei Piva. Non solo, si occupa anche degli animali: mette in salvo le galline dei genitori e poi consiglia il sig. Ferdinando Piva di fare altrettanto con i propri animali da cortile e con il maiale. In paese, a S. Cassiano, in quella giornata del 14 novembre, la gente ride nel vedere questo continuo correre di Maria, non capisce il suo affanno e pertanto non può accettare il saggio consiglio di mettere in salvo le loro “cose”. Maria aveva ragione! Il Po rompe gli argini il 14 novembre 1951! Durante i giorni dolorosi e tristi della disastrosa alluvione, la giovane è sempre “in cammino” per tenere sotto controllo la situazione: le figlie dei Piva sono ospiti a Rovigo in casa Guerrato, poi a Tencarola presso la famiglia Trovarelli; la mamma, il fratello Antonio e il piccolo Marino sono partiti per Bologna, lei sarà sempre “su e giù da Ro ferrarese e Crespino”, perché in data 21 novembre il sig. Ferdinando ha deciso di trovare riparo per gli altri componenti la sua famiglia in casa di parenti della provincia di Ferrara. In questo sofferto periodo, l’unico conforto per lei è la bella lettera di Mons. Barbieri, che leggerà più volte e le sarà utile come meditazione. Scrive Maria: “quella lettera mi ha ravvivata un po’”. Durante il mese di dicembre farà due viaggi tra Ro e Crespino servendosi di una barca: l’accompagna il signor Ferdinando. La giovane osserva per poi scrivere nel suo Diario: “La casa è a posto, sotto acqua non abbiamo nulla, in corte ci saranno quattro metri d’acqua, la corte è bassa. Quanto dolore! Nel vedere questa vallata d’acqua, viene da piangere”. Anche in questa circostanza Maria comprende che la sciagura è un fatto naturale e che Dio non si dimentica dei suo figli, tanto che la stessa potrà parlare al signor Ferdinando in questi termini: “Gesù manda sempre la provvidenza, non temere Ferdinando... anche gli uccelli vivono. Gesù pensa Lui a dare la stagione favorevole. Vedrai che l’acqua non ha danneggiato come l’uomo vede. Si farà raccolto come sempre, il pane per quest’anno no, ma verranno altri raccolti e con il guadagno, salterà fuori anche il pane. Non si deve mai disperare”. Finestre Aperte 9 Rubrica a cura di Ludovica Mazzuccato una poesia PER un angelo Le poesie premiate G li “angeli” non potevano certamente mancare di ispirare i nostri poeti! Sempre un centinaio le poesie, giunte in Redazione, munite di ali e aureola. Tutti meriterebbero di essere pubblicate perché raccontano qualcosa di estremamente intimo e personale; un valore aggiunto che fa passare in secondo piano lo stile poetico. Abbiamo semplicemente scelto le dieci che più ci hanno colpito. Va osservato che il 90% degli autori partecipanti sono donne. Ad ognuno la libertà di trarre la sua conclusione di fronte a questo dato. POSSENTE ESERCITO DI ANGELI Il mio Angelo INCONTRARE GLI ANGELI Maria Cristina Biasoli di Molinella (BO) Mariarosa Cera di Vicenza Anna Maria Lavarini di Verona Come moltitudine di sogni, di silenziosi respiri gli angeli si somigliano tra loro. In un grigio color cenere con i cuori di porpora e d’oro soffiano caldi raggi sulla vita. Possente esercito di increate forme lanciano bombe d’amore dal loro palcoscenico danzando silenziosamente per noi. Increspano le acque della nostra esistenza con soavi canti, incendiano arcane girandole per lenire fresche ferite. Angeli dai corpi riflessi nei nostri occhi come groviglio meravigliosamente vitale obbediscono alla legge del mistero. Sei tu il mio Angelo Marco, bimbo diletto! Per vederli e sentirli, ho aperto le porte del cuore ho lavato gli occhi, con la rugiada del mattino, con innocenza di bimbo e con fede di vecchio ho ascoltato il sussurro dell’anima, e l’ho sentito vicino a guidare i miei passi nella strada convulsa, e lungo i sentieri sassosi della vita, il mio angelo custode. Una poesia originale e ben struttura che racconta di un esercito che lancia “bombe d’amore”. Sei volato in cielo di primo mattino mentre l’aurora baciava la terra ancora assonnata. La rugiada imperlava di gocce tintinnanti timidi fili d’erba, petali socchiusi, ultimi fiori dell’estate. Sei passato leggero piuma portata dal vento favilla di tenero amore, Angelo volato fra angeli nella gioia Eterna. Fra le mie braccia, bramose d’amore, mai ti ho cullato né ho baciato i tuoi riccioli d’oro. Silvia Gambarelli di Milano (Gruppo Mille Volti) Le tue piccole ali, forti di luce divina, ti hanno portato via e fra il coro degli angeli canti la gloria di Dio. Bello luminoso quando incontra la luna … Struggenti, ma ebbri di fede, questi versi sono una carezza a tutti quei piccoli angeli volati in cielo troppo presto. L’ANGELO Al tramonto caldo del sole diventa più amorevole apre i celesti suoi occhi, quasi fa capire d’aver bisogno di me! Questi versi, brevi ma intensi, hanno il pregio di mettere in evidenza il rapporto di dipendenza tra l’angelo e il suo “assistito”. 10 In ogni momento del giorno, puoi incontrare gli Angeli …col camice bianco, …con la penna nera, …con la croce sul petto, … con la fiamma sul berretto, presenti sempre, dove c’è dolore distruzione e disperazione con ali d’amore asciugano il pianto, la paura. Angelo custode: le mani sicure di un nonno, …la tenerezza di una madre, …l’amore di una sposa, …il vagito di un bimbo appena nato, …la fiducia di un amico, …il sorriso di uno sconosciuto. Apriamo le porte del cuore, e doniamo accoglienza e amore, come fanno…gli angeli del Signore. Una poesia che si ispira ad angeli terreni. Persone silenziose che sono pronte ad aiutare amorevolmente il loro prossimo. “UNA POESIA PER un sorriso” Inviateci entro il 16 febbraio 2012, le poesie ispirate alla parola SORRISO – pensieri, emozioni, speranze, ricordi, ecc. legati al “sorriso” – che non superino i 30 versi, in un’unica copia, corredata delle proprie generalità e dell’autorizzazione al trattamento dei dati personali. Per spedire le opere (per posta, per fax o per e-mail in file .doc), per richiedere Finestre Aperte e ricevere informazioni, rivolgersi a: Centro Maria Bolognesi - Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo Telefax: 0425.27931 - e-mail [email protected] - www.mariabolognesi.it Finestre Aperte Sulle ali della Poesia Se chiedessi …di te ANGELI L’Angelo custode Anna Palermo di Modena Sergio Zanoccoli di Isola della Scala (VR) Margherita Bellò di San Nazario (VI) Se chiedessi al cielo mi direbbe di te favole di colori Sterminati campi Di grano e girasoli. Il dolore … improvviso sibilo di freccia nella quiete del bosco del mio vivere… Come animale ferito sono caduto, ho urlato il mio male con il cuore stretto da spine. Il dolore mi ha mostrato la mia anima… La mia pena è ciò che sono povero, debole, sperduto… Le mie mani tese al cielo in cerca d’aiuto… Angeli… Angeli sono venuti a me; non hanno ali, piume o vesti candide… hanno volti, occhi, mani, voci nomi, Angeli hanno sofferto con me elevato preghiere a Dio; m’hanno sorretto, hanno alleviato la mia ferita. Angeli mi hanno regalato nuova pace nel dolore e la speranza nel domani. Un Angelo ce l’hai anche tu dato a te dal Buon Gesù, Lui ti sta ancora vicino quando posi la testa sul cuscino. Se chiedessi al mare Mi direbbe di te Cascate fresche e Limpide e soli Di rugiada. Ma io l’ho chiesto a Dio Mi ha parlato di un angelo Che vola intorno a me E non mi lascia mai. (dedicata alla mia cara mamma che mi ha lasciata il 21 dicembre 2009 per volare in cielo). Il dolore trova nella fede l’unica consolazione. Questo è il messaggio che la poesia decanta con tanta maestria. ANGELI Alfredo Pergiaccante di Cassano Ionio (CS) Amo gli Angeli della notte, quelli che asciugano le lacrime con mani di luce, quelli che proteggono le nostre insicurezze con piume taglienti, quelli che per un sorriso aprono il cuore e ci fanno riposare. Schiavi della libertà, leggère ombre controluce, spigoli di vita in angoli bui… sono tutto quello che desidero avere, sono tutto quello che mi rimane!... Una poesia onirica e profumata di belle immagini. Leggendo questi versi sembra quasi di sentire il vibrare di angeliche che sfiorano le nostre ciglia. Una poesia che riesce a descrivere la sofferenza umana svelando nella “presenza” degli angeli la speranza a cui ogni cuore anela. Se ti senti spaventato digli: “Son qua disorientato”. Di Lui ti puoi fidare, sicuramente sa consigliare e donarti la sua celeste ispirazione nella tua intricata confusione. Quanti Angeli disoccupati, perché ce li siamo dimenticati? Loro ci aspettano impazienti per dipanare i nostri turbamenti: diamo allora a tutti l’opportunità di lavorare, non facciamoli a lungo aspettare. Loro saranno tutti contenti, noi più sereni ed intraprendenti!!! Una ballata armoniosa e appassionata che si intaglia come un fumetto nella mente del lettore. ANGELO MIO Daniela Sias di Porto Ceresio (VA) Preghiera Angelo Gallo di Roma Angelo, mio custode, da nostro Signore incaricato fin da quando sono nato, non abbandonarmi mai: verso il prossimo sempre aperta lascia la mia mano, fa’ che io riesca a guardare lontano, modera il tono delle mie parole dammi un sorriso caldo come il sole, frena i miei istinti e fammi ragionare fa’ che io sia sempre onesto e proteggimi dal male. Una invocazione poetica, accorata e intimistica, che ci ricorda l’importanza di pregare il nostro angelo custode. Sul sonno del mio bambino teneramente vegli, le ali tue sottili ripieghi ai suoi risvegli. Il capo tuo dorato poggia sul suo bel viso, candide le tue vesti sfiorano il suo sorriso. Cresce il mio bimbo cresce sempre con te al suo fianco corre verso la vita e quando si sente stanco riposa nel lettino e attento ai suoi bisogni nelle tue bianche mani costudisci i suoi sogni. Leggendo questa poesia tornano alla mente quei “santini” che raffigurano un angioletto che veglia sulla culla di un bambino. Sapori antichi, valori inalienabili. La rubrica continua con una segnalazione speciale a pag. 13 Finestre Aperte 11 Missâo Belém chiama Maria Bolognesi Un pomeriggio speciale con Padre Gianpietro Nel pomeriggio di martedì 13 settembre 2011, Padre Gianpietro Carraro, fondatore della Missione Belém, ha fatto visita al Centro Maria Bolognesi, accompagnato da mamma Rosa, dalla sorella Maria Chiara e da due missionari operanti in Italia, a Lamezia Terme. Gioiosamente accolti dai componenti il Consiglio Direttivo e da Mons. Daniele Peretto Vice Postulatore della Causa della Serva di Dio Maria Bolognesi, hanno preso posto nella grande e luminosa sala delle riunioni, alle cui pareti sono appesi una trentina di quadri dipinti dalla Serva di Dio. Padre Gianpietro ha preso subito la parola: “Per me è una gioia essere qui, nella giornata in cui celebrerò la S. messa nel Tempio cittadino de La Rotonda! Come si fa a non passare per il Centro Maria Bolognesi, quando c’è una profonda sintonia tra ciò che è stata la vita di Maria e la nostra? Questa è l’unica visita che sto facendo dopo un mese e mezzo di soggiorno in Italia! Ho sempre amato la storia di Maria e tempo addietro ho pubblicato alcuni aspetti della sua vicenda terrena nel nostro Diario Spirituale, che è uno strumento interno alla Missione Belém: questo Diario, che arriva nelle mani di settemila persone qui in Italia, sostiene anche la nostra vita. Sono fortemente convinto che Maria è stata molto vicina ai poveri: la sua esperienza è simile alla nostra perché anche noi siamo poveri e viviamo in mezzo ai poveri. Abbiamo scelto, infatti, di vivere sulla strada, di non avere nulla nel senso più ampio del termine, così quando incontriamo un povero, chiediamo che sia lui a fare l’elemosina a noi. Sappiamo bene che Maria ha vissuto un’infanzia poverissima, che la sua storia è semplicemente identica a quella di tanti bambini di strada del Brasile per cui è molto facile identificarsi con il suo vissuto. Fin dall’inizio sono e siamo stati colpiti da questa persona semplice ed umile, ci siamo sentiti profondamente identificati, quasi che Maria ci fosse venuta incontro”. 12 Il sodalizio tra la Missione Belém e il Centro Maria Bolognesi Il colloquio è andato avanti cercando di “tirare un po’ le somme” per quanto riguarda la collaborazione tra il Centro Maria Bolognesi e la Missione Belém. P. Carraro ha, quindi, spiegato: “Noi crediamo che Maria sia molto vicino allo spirito della Missione Belém per la sua semplicità, per la sua piccolezza, per tutto quello che ha vissuto come una piccola del Vangelo. Come non ricordare allora il Vangelo di Matteo, in cui Gesù afferma: «Io ti ringrazio, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli». Maria Bolognesi è stata sempre piccola in tutti i sensi. Sono immerso nel vissuto di Maria, la mia comunione con lei è stata molto semplice e molto spontanea; è stata per me una grande gioia vedere ciò che il Signore ha operato in lei: succede la stessa cosa con la nostra Missione! Anche noi sperimentiamo quello che Maria ha vissuto… Attualmente la nostra missione consta di cento case, dove vivono le persone più disparate, che provengono da un passato di carcere, di droga… che si convertono, che incontrano Dio, che cominciano a pregare, a fare due ore di adorazione al giorno: non sempre è possibile partecipare alla Messa in Brasile. Anche queste persone hanno iniziato a conoscere Maria Bolognesi; gli stessi missionari la conoscono bene, dal momento che per il ritiro spirituale del 2011, a San Giovanni Rotondo, ho preparato una lettera di quattordici fogli parlando non solo del Matrimonio mistico di Gesù con Padre Pio, ma anche di quello di Gesù con Maria Bolognesi. Il matrimonio mistico con Gesù Crocifisso è una grande sofferenza! A San Giovanni Rotondo, durante il ritiro spirituale mi è stata riportata questa frase di San Pio: « Sono triste perché tutti quanti vengono qui a chiedere miracoli, guarigioni, ma nessuno chiede di soffrire!». È bene far conoscere ai consacrati l’esperienza mistica di Maria Bolognesi: il suo matrimonio con Gesù Crocifisso è molto chiaro: c’è, infatti, un’ampia serie di scritti, di eventi e fatti meravigliosi, conosciuti anche dalle persone incontrate a San Giovanni Rotondo. Quale gioia per me sentire che la spiritualità di Maria Bolognesi è passata, sta passando e, attraverso i suoi scritti, è giunta fino a noi. Io la ricordo con piacere”. Missâo Belém: tra obbiettivi e nuove emergenze Alla richiesta dei presenti di sapere quali obiettivi ha la Missione, il missionario: “Obbiettivi non ce ne sono proprio! – poi, dopo una brevissima pausa, aggiunge – La missione va avanti comunque: sono convinto che la fondatrice della Missione Belém è la Madonna. Basti pensare solo alle case che sono sorte in Brasile a partire dal 2005. All’inizio del mese di ottobre di quell’anno le case erano solo tre, ora sono diventate cento ed in esse trovano riparo mille quattrocento persone. Un momento dell’incontro Finestre Aperte di Luigi Ambrosini Non sono io che ho aperto e apro le case: la casa si apre da sola perché le cose avvengono! A volte, neppure io so che è nata una nuova casa! Lo so quando un sacerdote mi chiama e mi informa che nella sua parrocchia è nata una casa della Missione Belém”. A questo punto Padre Gianpietro ha raccontato di una casa sorta per opera di una persona da loro recuperata; rientrato nella sua terra, ha comperato un pullman, ha raccolto diverse persone e poi ha chiamato i missionari. E Padre Gianpietro, aggiungendo: “Questa casa cammina, ci sono quaranta persone. Anche qui in Italia è stata aperta una casa; all’inizio vicino a Padova, ma con tanta difficoltà per mancanza di missionari; adesso è operativa la casa sorta a Lamezia Terme; stiamo camminando, abbiamo il desiderio di crescere, nel senso di poter raggiungere altre persone, quelle che il Signore vorrà mettere sul nostro cammino. Padre Gianpietro ha poi coinvolto i presenti narrando dell’esperienza che i suoi missionari stanno portando avanti ad Haiti e l’antefatto che ha spinto Padre Gianpietro ad affrontare un’esperienza di tale portata e dimensione. Lo ha fatto, su invito del Cardinale di san Paolo, in occasione della santa messa del mese di maggio 2010, quando Sua Eminenza ha ricevuto i voti dei nuovi missionari. Pensiamo sia doveroso riportare questa frase del missionario: “Arrivando, nel progettare la prima casa, abbiamo avuto subito – attraverso le parole di una bambina – la conferma di essere nella volontà di Dio. Dopo questa casetta, ne sono sorte altre perché il progetto ne prevede ben trentaquattro. Attualmente le case agibili sono sette. Si prevede di ospitare, dopo i primi sessantadue bambini altri 60; non solo loro, ma anche le loro mamme perché tanti bambini hanno 1 o 2 anni: la mortalità in questi casi è altissima per cui le mamme possono dare forza ai loro figli allattandoli. Ogni giorno 200 persone hanno la possibilità di mangiare e trovano un nuovo senso alla vita. Se vi chiedete da dove provengono queste offerte, noi non siamo in grado di rispondere, ragion per cui aggiungo: i progetti sono fatti dal Signore; è sempre Lui davanti a noi!”. L’Eucarestia al centro della missione Il dialogo con Padre Gianpietro prosegue, con una particolare attenzione all’Eucarestia e all’Adorazione Eucaristica. Il missionario, ripercorrendo le tappe del suo apostolato in terra di missione (Belo Horizonte – San Paolo – Cracolandia), ci dice che solo attraverso le veglie eucaristiche si riescono a superare le più grosse difficoltà, comprese quelle inerenti la delinquenza, i crimini più aberranti, come l’omicidio, le sparatorie per strada, lo spaccio della droga … “Dopo un anno e mezzo di missione, in una parrocchia del Brasile, attraverso le veglie di preghiera – dalle 10 di sera alle 5 del mattino – e i ritiri spirituali gli omicidi sono finiti. Lo stesso risultato è stato raggiunto anche per una seconda parrocchia, dove si verificavano due ed anche tre omicidi alla settimana. Confortante per noi questo messaggio della polizia locale: «Dopo che voi siete lì, noi non abbiamo più lavoro – ha aggiunto Padre Gianpietro – Ora stiamo lottando per la delinquenza presente a Cracolandia, una zona impenetrabile, con una alta percentuale di persone che si drogano”. Padre Carraro ha così svelato la tangibile efficacia della preghiera, preceduta dalla veglia Eucaristica con il Santissimo, aggiunge: “Durante l’ultima missione sono uscite sessantadue persone! Dopo la celebrazione di Messa, a mezzanotte, nel centro di Cracolandia, accompagnata da una processione che ha attraversato questa zona ove trecento persone fanno uso del Crak, altre 25 persone hanno bussato alla porta della nostra Missione. Questa è la forza dell’Eucaristia! Questo è un segno che Gesù è vicino agli ultimi: Sono convinto che la Cracolandia cambierà!”. continua da pag. 11 Segnalazione Speciale “Una poesia per un Angelo” Natale con gli Angeli Classi IV A e B dell’Istituto comprensivo Rovigo 1 scuola primaria G. Pascoli - Rovigo Insegnante referente: Monica Bielli Per fare una poesia si prende una A come annuncio, ali, amore; poi si prende una N come notte, neve, Natale; poi si prende una G come Gesù, gloria, gioia; poi si prende una E come evento, eco, emozione; poi si prende una L come luce, lode, luna; poi si prende una O come oro, Onnipotente, orizzonte poi si mettono insieme con generosità, con altruismo, con amicizia, con pace, con allegria e si fa la POESIA Un gioco di “squadra” per scoprire parole dolci come gli angeli e magiche come la poesia. mancano ancora 30 MELE Aiutaci a istituire la Fondazione “Maria Bolognesi”. Manda la tua offerta al c.c.p. 26145458 - intestato al Centro Maria Bolognesi con causale “pro fondazione”. Basta poco: le api sono piccolissime ma riescono ad “impollinare” il mondo intero! L’incontro si è concluso con la consegna da parte del Centro alla Missione di una offerta raccolta attraverso l’iniziativa di Finestre Aperte “Il francobollo della carità” e con il ringraziamento di Mons. Daniele Peretto. Lo straordinario pomeriggio trascorso in compagnia di Padre Carraro ci ha ricordato che tutti chiamati ad essere missionari nell’ambito in cui viviamo, proprio come lo fu Serva di Dio: negli occhi del nostro prossimo bisognoso possiamo essere certi di poter percepire lo sguardo amorevole di Gesù. Finestre Aperte 13 La meta del Pellegrino in ricordo di padre emilio Santuario della Madonna del Pilastrello - Lendinara (RO) Adriana, una fedele lettrice del nostro periodico, così ci ha scritto nel corso dell’estate 2011: Carissimi di Finestre Aperte, con molto piacere, vi propongo il Santuario Mariano della Madonna del Piastrello di Lendinara, molto caro e visitato anche da Maria Bolognesi. Quando si entra in questo santuario, forse sfugge l’importantissima scritta sulla facciata “Indulgenza plenaria quotidiana perpetua e moltissime altre per li vivi e per li morti”. Pertanto andiamoci e ricordiamoci di questa bella opportunità, applicabile anche ai defunti. Ciao a tutti. Per una volta sola, permetteteci di non parlare della storia di questo luogo di culto, tanto caro alla gente del Polesine e di tutto il Veneto; piuttosto, lasciate che siano le immagini a parlare per noi. In questa stessa pagina poi desideriamo ricordare Padre Emilio M. Franzetti, che è salito alla Casa del Padre il 28 ottobre di quest’anno, alla bella età di 103 anni. Vogliamo ricordare questo amabile “maestro” di spiritualità, consegnando ai lettori il suo volto insieme al ricordo poetico uscito dalla penna di una delle sue numerosissime figlie spirituali. A PADRE EMILIO FRANZETTI Tante volte ho bussato alla porta del tuo cuore, padre saggio e sapiente. Era sempre aperta quella porta! Così pure quella del tuo confessionale, in cui si entrava fiduciosi per ricevere conforto e “assoluzione”. Ancora ti rivedo – assorto e silenzioso – sgranare la corona del Rosario, davanti a quella Madre Benedetta che sempre con ardore hai invocato per tutti noi, fratelli nel Signore. Rivedo pure – ma non avevi età – un viso stanco e asciutto eppure sempre aperto nel sorriso come quello di un “bambino adulto”. Gli occhi tuoi, resi brillanti da fede integra e robusta – avendo già scrutato la vita nella vita la vita oltre la vita lo Spazio e il Tempo insieme – cercavano ogni giorno il cuore e l’anima di chi a te si avvicinava come al buon Samaritano per essere curato ed anche benedetto. A volte, senza parlare, tu ci guardavi e poi, con una dolcezza senza pari, lasciavi che ti si raccontasse l’intima pena mentre un sorriso calmo accompagnava la mano alzata nell’atto dell’assoluzione. Ora che sei volato incontro al tuo Signore ti chiedo: resta ancora vicino a me, perché un giorno anch’io possa “volare” la mente e la coscienza unite nell’amore, che sempre hai dispensato con generosità. G.G. Cari lettori, aspettiamo il vostro contributo per questa Rubrica: raccontateci i luoghi sacri che più vi stanno a cuore! 14 Finestre Aperte Briciole di saggezza di Giuseppina Giacomini saggezz a BRICIOLE DI SAGGEZZA ... E ... DI SAPIENZA Mi sono chiesta più volte, nel corso dell’estate 2011, se i nostri lettori conoscano il significato della parola “saggezza” che dà il titolo alla nostra rubrica. Personalmente sono convinta che la risposta sia per tutti un “sì”, pur tuttavia ritengo prudente servirmi del Dizionario della Lingua Italiana di G. Devoto e G.C. Oli, che – alla voce saggezza – riporta quanto segue: “L’equilibrio nel comportamento e nel consiglio, che è frutto di una maturata consapevolezza ed esperienza delle cose del mondo”. Dopo aver riflettuto a lungo sull’ultima espressione “cose del mondo”, mi sono detta che non basta consegnare ai nostri lettori queste “briciole” terrene; bisognerà consegnare loro anche altre “briciole”, quelle che aiutano a far maturare le nostre conoscenze relativamente alle “cose del cielo”. In altri termini, non solo briciole di “saggezza”, ma anche briciole di “sapienza”. Trascurare questo aspetto (sapienza), valorizzando solo il primo (saggezza), sarebbe creare una sorta di diaframma all’interno della nostra persona, dove ogni elemento – sia esso fisico, che mentale o spirituale – concorre all’armonia e all’unità del singolo individuo. Vediamo allora cos’è veramente la Sapienza. Dato per certo che tutti o quasi tutti la conoscano come uno dei sette Doni dello Spirito Santo, riportiamo, dal Dizionario sopra citato, quanto segue: “Ricchezza di dottrina e di capacità spirituali, con prevalente riferimento all’universalismo del mondo antico e alla concezione ebraica e cristiana delle virtù morali e dell’essenza stessa di Dio”. Mentre sto riportando queste righe, che potrebbero anche non essere ben comprese da tutti i nostri lettori, mi risuonano improvvisamente nella mente le parole che la Liturgia della Parola ci ha consegnato durante la 32a Domenica del tempo ordinario. Questa volta sarà più facile ricordare cos’è la sapienza, perché davanti ai nostri occhi scorrono non solo dei pensieri, ma anche delle immagini eloquenti: “La sapienza è splendida e non sfiorisce, facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia trovare da quelli che la cercano. Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano. Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà, la troverà seduta alla sua porta. Riflettete su di lei, infatti è intelligenza perfetta, chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni; poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei, appare loro benevola per le strade e in ogni progetto va loro incontro”. Per la parte riguardante la sapienza, amo e amerò rifarmi ai consigli che sovente San Pio da Pietralcina donava ai pellegrini che si recavano in pellegrinaggio a san Giovanni Rotondo o che a lui si rivolgevano per risolvere i più disparati problemi del quotidiano. Tra le mie mani il testo “Buona giornata!...” – Un pensiero per ogni giorno dell’anno, Edizioni “Voce di Ricette di saggezza Padre Pio”, San Giovanni Rotondo, 1980. A pag. 128 si legge: “Il savio loda la donna forte perché senza tregua, egli dice, le sue dita maneggiarono il fuso. Volentieri vi dirò qualche cosa su queste parole. Nella nostra conocchia è racchiuso il cumulo dei desideri che vorreste realizzare: se filerete ogni giorno un poco, se saprete con pazienza e con perseveranza tirare filo a filo i vostri disegni fino alla esecuzione, ne verrete infallibilmente a capo. Ma avvertite di non affrettarvi, perché attorcigliereste il filo coi nodi ed imbrogliereste il vostro fuso. Camminate perciò sempre cauti e prudenti, e sebbene in tal guisa andrete, avanzando lentamente, farete però gran viaggio”. La scrivente, per questa volta si ferma qui, non senza aver ricordato ai lettori, che la parola “CHIAVE” di questa Rubrica, è sempre la stessa: RISPARMIARE! E lancio un sasso nell’acqua, ricordando l’invito di Gesù: “Il vostro parlare sia sì, sì; no, no”. (Mt 5,37) Attenzione dunque a non sprecare tante parole inutili: saremo giudicati anche su questo sperpero di parole. Novità Dal prossimo numero e per un anno intero la signora Lucia Sabbadin ci aiuterà a rivalutare antiche ricette della nostra tradizione senza grandi costi e sprechi, che umiliano e feriscono i milioni di poveri che stanno morendo di fame in ogni parte del mondo. “Saggezza e sapienza in briciole, fanno parte di quel filo – san Pio – che ci accomuna nell’anima. La saggezza, spesso legata al dovere di cui si impegna una donna – per la famiglia, per il marito, per i figli – porta a sbizzarrire la mente, anche per riuscire di questi tempi, ad andare avanti. Ecco perchè la cucina di una saggia cuoca, diventa la sapienza e l’intelletto dell’amore. Amore che anche con solo pane e formaggio, può far nascere un sorriso a chi nulla tiene. Amore che con un piccolo dolce, dona gioia. È sempre quel filo, che porta a non sprecare e ad accontentare tutti”. Lucia Sabbadin Finestre Aperte 15 Oltre lo spazio e il tempo SILVIA E DON PIER MARIA FERRARI Nel mese di ottobre dell’anno in corso – 2011 – abbiamo ricevuto da Cadignano, in provincia di Brescia, un plico speciale contenente il Periodico trimestrale Raphaël, un libretto di preghiere scritto da Don Pier Maria Ferrari e la foto che sottopongo all’attenzione dei nostri lettori. Procedendo per gradi, al fine di dare a quanti ci leggono le giuste informazioni, diciamo che la rivista ci è stata mandata, perché in essa si fa ampia memoria di un sacerdote santo, che, all’alba del 31 luglio 2011, è salito alla casa del Padre: proprio lui, don Pierino – così si faceva amichevolmente chiamare da tutti – fondatore della cooperativa sociale Raphaël, dell’Associazione Comunità del Cenacolo, della Fondazione Maria Rosa Cremonesi e della Fondazione Laudato sì onlus, realtà operanti in Lombardia, specialmente in provincia di Brescia. Fedele alla chiamata di Dio, don Pier Maria si è messo alla sequela del Cristo, impegnando la sua vita a far proprie le parole del Maestro, applicandole con discernimento ad ogni momento delle sue lunghe giornate, sempre illuminate da tanta luce. Nel Vangelo di Giovanni (cap. 7,12) si legge: “Io sono la luce del mondo, chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. E Don Pierino, fin da giovane, si è lasciato illuminare da questa “Luce” che, nel corso dei decenni, lo ha reso “luce per i fratelli”, ovvero, punto di riferimento sicuro per quanti la Provvidenza metteva sul suo cammino di Apostolo nella Vigna del Signore. Sacerdote discreto, silenzioso, attivo e fraterno, egli ha ricalcato le orme di Gesù, attingendone lo stile dalla stessa vita pratica; in questo modo, attraverso una larga accoglienza, estesa a tutti, Don Pierino ha reso feconda la sua opera e la sua missione, che ora ha consegnato nelle mani di non pochi fedeli collaboratori, consapevoli – al pari di lui – che non c’è fedeltà senza sacrificio. Silvia e la mamma 16 Proseguendo, ma sorvolando sul contenuto del libretto di preghiere sopra citato, amo soffermarmi sulla foto: in essa vediamo il volto sofferente della nostra amata Silvia – cui è stata dedicata la nostra Rubrica – e, accanto a lei, il volto di mamma Assunta. La foto risale al 2004: all’epoca Silvia aveva 16 anni e, data la gravità della Don Ferrari malattia che l’aveva colpita in tenera età, era amorevolmente assistita in una struttura adeguata, realizzata proprio da don Ferrari, in località Villa Calcina, in provincia di Brescia. Questo apostolo e missionario si prese cura di Silvia e dei suoi genitori, anche sotto il profilo spirituale: ogni giovedì pomeriggio – in quella struttura sanitaria che ospitava qualche decina di ragazzi portatori di vari deficit – egli celebrava la santa Eucaristia, chiamando questi piccoli cirenei ed i loro genitori ad accostarsi alla Mensa del Signore; in questo modo, genitori e figli, ricevevano direttamente da Lui – Gesù – quella linfa vitale, necessaria per poter superare le gravi e dolorose prove della salita verso il Calvario. Anche Silvia, pur con tutti i limiti della sua gravissima infermità, assaporava la presenza di Gesù nel suo cuore, rendendola palese e vibrante attraverso il linguaggio degli occhi: sempre luminosi e sorridenti nei confronti di chi si avvicinava a lei per confortarla e sostenerla. E chi, meglio di mamma Assunta, poteva confortare e sostenere Silvia? Lasciamoci avvolgere dalla tenerezza che esprimono i volti di queste due creature nell’avvicinarsi una all’altra. Colpisce molto anche il loro sguardo quasi riservato, che non consente intromissione ad alcuno, perché la loro intesa è totale! L’espressione di Silvia è quella dell’attesa delle “coccole” della mamma, mentre Assunta sembra voler inondare quel volto di amorosa rassicurazione. La fotografia esprime fino in fondo l’affetto di questo legame che ci trasmette serenità. Non è un caso che la mamma di Silvia mi abbia inviato tale foto, perché – nello stendere queste ultime righe dedicate a Silvia – ho ricordato un episodio che ha come protagoniste la stessa figlia, la sua mamma e, in qualche modo anche la Serva di Dio Maria Bolognesi e la scrivente. Il fatto, che riporterò in modo molto sintetico, risale agli Momento di preghiera “in strada” inizi dell’anno 2001 o 2002. Finestre Aperte Il volto di Maria A quell’epoca, sotto la spinta di una grande condivisione del dolore di Silvia e dei suoi genitori, mi portai a Cadignano, nella loro casa, portando in dono a Silvia un cappellino bianco, con cui Maria era solita proteggere la propria testa durante i mesi dell’estate, quando si recava a Pellestrina (VE) e a Lastebasse (VI) per curare la propria salute, sempre precaria. Ero convinta che il cappellino, se usato da Silvia, soprattutto nei momenti delle gravi crisi epilettiche, avrebbe potuto portarle un po’ di aiuto: quel “sollievo” tanto desiderato dai genitori e da tutti noi, che la seguivamo con trepidazione, incapaci di fare alcunché, impotenti davanti a tanto soffrire. Prima di ripartire da quella casa, dissi a mamma Assunta che poteva tenere il cappellino per un po’ di tempo, senza quantificarne i giorni e, di questo, Assunta fu molto riconoscente. Non è nella mia natura di carpire e diffondere i segreti intercorsi tra Silva ed Assunta in merito alla presenza di questa “reliquia” della Serva di Dio, tuttavia mi è stata data la facoltà di trasmettere quanto segue. Quel cappellino, che mamma Assunta metteva sul capo della figlia durante il sonno, al risveglio Silvia se lo toglieva e lo consegnava alla mamma e questo per un certo periodo di tempo; poi, un giorno Silvia, aiutata dall’alto, con un filo di voce, disse alla mamma: “Io non ne ho bisogno! Portalo tu”. Singolare dimostrazione di una maturata accettazione da parte di Silvia di portare con dignità la propria croce, e dall’altra, la convinzione che la stessa mamma, con l’aiuto della preghiera e della intercessione della Serva di Dio Maria Bolognesi, sarebbe pervenuta, gradualmente, a capire la grandezza dell’invito di Gesù che invita tutti a portare la propria croce. Vittima per il bene dei fratelli e la conversione dei peccatori, Silvia ci addita un traguardo luminoso: la santità, come fonte certa di felicità. Giuseppina Giacomini di Padre Stanislao Avanzo UNA “LAUREATA” ALLA SCUOLA DI DIO SESTA PUNTATA Continua il nostro viaggio nel volto di Maria Bolognesi. A catturare l’attenzione di P. Stanislao Avanzo, una foto in cui la Serva di Dio è ritratta con Enzo, il bambino del suo asilo privato da lei salvato da sicuro annegamento. Maria con il piccolo Enzo MARIA MESTRA D’ASILO Maria è in casa Piva, ma ogni tanto va a Rovigo (capoluogo della provincia). Rovigo è anche la sede della concattedrale della Diocesi di Adria-Rovigo. Qui c’è la dimora del vescovo, il seminario e quasi tutti gli organi della Diocesi. Maria ritorna regolarmente a Rovigo per vedere il suo direttore spirituale che risiede appunto in questa città. Come al solito, prima di partire, sbriga le sue faccende in casa Piva con premurosa diligenza, per essere pronta all’ora prevista a correre verso la stazione. Oggi però non è come le altre volte. Maria sembra impacciata, quasi bloccata. Non si sbriga. Qualcosa la preoccupa, la turba, la trattiene. E intanto il tempo passa, è quasi l’ora ed essa non si decide a partire. La signora Piva (Angela, che è come una madre per lei) la richiama dolcemente. Maria non si muove, sorda e incapace di uscire di casa. Angela: – Maria, ma che cos’hai oggi? Non ti senti bene? Che cos’hai stamattina? Guarda che stai perdendo il treno, anzi il tempo è scaduto… A un certo momento, arriva di corsa una bimba della scuola-asilo, gridando: “Enzo è caduto nel fosso, Enzo è caduto nel fosso…”. Maria, come se volasse, in un salto, è già sul posto, e vedendo sull’acqua galleggiare il piedino del bimbo che sta affogando, senza saper nuotare, si getta nell’acqua e afferra il piccolo Enzo e riesce a portarlo in salvo. Anche lei è salva. L’uno e l’altra salvi. Si direbbe per un miracolo. C’è una foto che ritrae Maria e il piccolo Enzo sul luogo del salvataggio. Maria ha il volto teso; sembra ancora sconvolta. Guarda lontano, quasi incredula di quanto era accaduto. Dite ciò che volete; dite pure che è stato un caso che Maria si sia salvata assieme al piccolo Enzo. Senz’altro un caso di eroico coraggio da parte di Maria Bolognesi, un gesto umanitario meritevole di essere menzionato. Noi preferiamo ragionare col vangelo: “Non c’è amore più grande di colui che è disposto a sacrificare la propria vita per gli altri”. E Dio è pronto anche a fare miracoli quando trova la fede e l’amore disinteressato per i fratelli. Maria Bolognesi, di questo suo gesto spontaneo fatto per amore, ne soffrirà le conseguenze per tutto il resto della sua vita. Essa amava veramente le persone. Maria possedeva la vera empatia di coloro che sanno godere con chi gode e piangere con chi piange. C’è un altro fatto molto significativo che riguarda una bambina, Maria Pia, gravemente inferma e spacciata dai medici dell’ospedale. La nostra Maria accorre al capezzale della bambina, se la strige al seno, la coccola. E siccome la piccola continua a piangere e a chiedere aiuto, perché ha paura di morire, Maria la consola in tutti i modi, le chiede amorevolmente di acquietarsi, “se no, come faccio a pregare Gesù per la tua guarigione?”. Maria Bolognesi si mette a pregare con grande intensità. Alla sera dello stesso giorno, Maria Pia, dai medici dell’ospedale, è dichiarata fuori pericolo. Finestre Aperte 17 LA RICORRENZA DEL 2 NOVEMBRE Ogni anno, alla data sopra indicata, si fa urgente – nel cuore di tante persone – suffragare l’anima dei propri cari defunti, in vari modi: la celebrazione di sante messe, la recita del santo rosario, la devozione dei cento “Requiem”, la visita al camposanto per deporre un fiore, simbolo di quel legame, che la morte non può distruggere, perché l’amore vero ha in sé la forza di superare le barriere del tempo e dello spazio. Sappiamo bene come la preghiera di suffragio è doverosa: ce lo insegna il Catechismo della Chiesa quando ci presenta le 14 opere di misericordia corporali e spirituali; inoltre essa è quanto mai preziosa per quelle anime, che stanno purificandosi in Purgatorio, prima di entrare nel gaudio del Paradiso. Fin da piccola, in famiglia, mi è stato insegnato che un ciclo di Sante Messe Gregoriane (trenta celebrazioni consecutive senza alcuna interruzione) a favore di una persona defunta, è la strada più sicura per rendere più celere la sua “purificazione”, così da poter ascendere in alto ed immergersi nella visione beatifica di Dio. Tale impegno – quando è preso nei confronti di un defunto – fa bene non solo a quell’anima, che riceverà immediato sollievo, ma anche a quella dell’offerente, che acquisterà, in Paradiso, un protettore in più. Chi tra i lettori volesse saperne di più, è invitato a visitare questo sito internet: www.festadelladivinamisericordia.com/ 30-messe-gregoriane.asp La scrivente, nel corso di vari decenni, si è sempre chiesta se San Gregorio Magno, il Papa cui è attribuita questa pia pratica, non avesse pure pensato a qualche altra “soluzione” a favore delle anime purganti, senza bisogno di mettere mano al “borsellino”. Infatti, quando si è poveri e si fa fatica a far quadrare i bilanci familiari, diventa quasi impossibile donare la giusta oblazione a quel Sacerdote che si impegna a celebrare le messe gregoriane. A dire il vero, questo limite “legato” al denaro, non mi garbava affatto! Perché il povero non poteva accedere ad un beneficio, che avrebbe dovuto essere esteso a tutti, senza distinzione tra chi è ricco o povero? Quest’anno, finalmente, durante una normale conversazione tra persone amiche, la scoperta che Papa Gregorio Magno aveva anche provveduto nella direzione da me tanto auspicata! In quella circostanza, per me gioiosa, mi fu consegnato un foglietto con una preghiera scritta dal Santo Papa, che ora – con animo riconoscente al Signore – trasmetto ai nostri lettori: ORAZIONE DI SAN GREGORIO PAPA In suffragio delle anime purganti O Signore Gesù Cristo, questa orazione sia fatta a lode della tua ultima agonia, di tutte le tue piaghe, dei tuoi dolori, dei sudori e delle pene che Tu soffristi sul Calvario per amore nostro: Ti prego di offrire tutto il Tuo sudore, il Tuo sangue, le Tue piaghe al Celeste Padre per i peccati dell’anima di N.N. (Padre Nostro – Ave Maria) O Signore Gesù Cristo, questa orazione sia fatta a lode della Tua ultima agonia, delle grandi pene, dei martiri e di tutto ciò che per noi hai sofferto, specialmente allorché il tuo cuore si spezzò. Ti prego di offrire i martiri e le pene Tue al celeste Padre per tutti i peccati che ha commesso l’anima di N.N. in pensieri, parole, opere ed omissioni. (Padre Nostro – Ave Maria) O Signore Gesù cristo, questa orazione sia offerta in lode al grande amore che avesti per il genere umano e che Ti forzò a venire dal Cielo in terra, a patire pene, martiri e la morte stessa. Ti prego per quell’amore con cui apristi il Paradiso all’uomo che col peccato l’aveva perduto, degnati offrire al Tuo Celeste Padre i Tuoi meriti infiniti per liberare l’anima di N.N. da tutte le pene del Purgatorio. (Padre Nostro – Ave Maria) OFFERTA Amabilissimo mio Gesù, Ti offro l’anima di N.N. ed imploro sopra di lei, ad uno ad uno, tutti i momenti, i patimenti, le azioni, le virtù, i meriti, le suppliche, i sospiri e i gemiti della Tua Vita Santissima, Passione e Morte penosissima sulla Croce: il sacro Sangue che spargesti per la nostra salute e redenzione, con tutti i meriti del Tuo cuore divino, di Maria, di Giuseppe e di tutti i Santi. (Dopo aver recitato per un intero mese consecutivamente queste preghiere, anche quell’anima che sarebbe condannata fino al giorno del giudizio, verrà liberata lo stesso giorno) E concludo questo scritto dicendo che nel corso del 1981 – pur certa della grandezza morale e spirituale della Serva di Dio Maria Bolognesi – mi impegnai in prima persona per far celebrare, a suffragio della sua anima, un ciclo di sante messe gregoriane; questa mia intenzione fu assegnata da Zoe Mantovani ad un sacerdote povero dell’Oratorio di San Filippo Neri di Bologna, che Maria stessa aveva beneficato in vita. Giuseppina Giacomini Vuoi ricevere “Finestre Aperte” anche nel 2012? Ricordati di inviare una piccola offerta! 18 Finestre Aperte PERCEZIONE “O Signore, cosa vuoi che io faccia?” Angeli del Paradiso, che siete scesi in coro per dare al corpo di Maria 1 una bellezza nuova, sù, fate presto! Lavatelo, asciugatelo, versatevi i profumi che avete tra le mani e poi, coi fiori dell’estate, ornatelo di una veste splendida. Però fate attenzione e non toccate il cuore: quel cuor non è più suo, da tempo lui riposa nell’Eternità di Dio. L’esempio della Serva di Dio ci aiuti a comprendere che solo in Gesù possiamo realizzare pienamente la nostra vita. Auguri! La Redazione e il Centro Maria Bolognesi Giuseppina Giacomini 1 Maria Bolognesi (Lc 3,10) “Adorazione dei Magi” di Filippo Lippi IL FRANCOBOLLO DELLA CARITÀ Resoconto per i nostri lettori: NOVITà III trimestre 2011 Ricevuto in dono francobolli per un totale di E 120,00: sono stati destinati ai poveri che hanno bussato alla porta dell’Associazione A.I.T.Sa.M. di Rovigo. Poesia I Quaderni di sotto l’albero per IV trimestre 2011 Ricevuto in dono francobolli per un totale parziale di E 150,00: sono stati destinati a Don Gastone Coulibaly, sacerdote del Mali. (raccolta ancora in corso) È nostro desiderio “offrire i francobolli” del I trimestre 2012 ai poveri che busseranno alla porta del Centro Maria Bolognesi! Grazie per quanto fate! Sfogliando una rosa di Gi Giuseppina acomini Nel prossimo numero la recensione! Per info: [email protected] cell. 340.6162504 Comunicazione per chi riceve Finestre Aperte TUTELA DATI PERSONALI Nel rispetto di quanto disposto dal D. Lgs 196/2003 Le comunichiamo che i suoi dati fanno parte dell’archivio elettronico del Centro Maria Bolognesi e saranno usati esclusivamente per comunicarLe le nostre iniziative. In qualsiasi momento e gratuitamente Lei potrà richiedere modifiche, aggiornamenti, integrazione o cancellazione degli stessi attraverso richiesta scritta da inviare a: CENTRO MARIA BOLOGNESI - via G. Tasso, 49 - 45100 ROVIGO In caso di cancellazione del nominativo non potremmo più spedirLe alcuna informazione. Non ricevendo nessuna comunicazione in merito, ci consideriamo autorizzati a conservare nel nostro archivio elettronico i Suoi dati personali nel rispetto del D. Lgs 196/2003. La ringraziamo per l’attenzione e cogliamo l’occasione per augurare pace e serenità a Lei e a tutti i suoi cari, con un ricordo nella preghiera. Centro Maria Bolognesi Finestre Aperte 19 lunedì 26 dicembre 2011 ore 16.00 lunedì 30 gennaio 2012 ore 10.30 Chiesa di S. Sebastiano Bosaro (RO) Chiesa di S. Sebastiano Bosaro (RO) S. Messa S. Messa in ricordo del Battesimo della Serva di Dio Maria Bolognesi per il 32° Anniversario della nascita al cielo della Serva di Dio Maria Bolognesi Previsto servizio di pullman con prenotazione telefonica. Info: Centro Maria Bolognesi telefax 0425.27931 a t t e n z i o n e Compila e spedisci questo tagliando per ricevere il materiale desiderato riguardante Maria Bolognesi e per segnalare eventuali variazioni di indirizzo. Anche il tuo contributo ci permette di far conoscere Maria Bolognesi. Verranno prese in considerazioni solo le richieste accompagnate da un contributo base di E 1,50 – anche in francobolli – per le spese di spedizione. Cognome q Finestre Aperte Nome q Biografia Via q Breve profilo Cap. Città q Preghiera q Variazione Indirizzo Spedire a: Centro Maria Bolognesi - Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo Ogni mese, il giorno 30, alle ore 9.00 (se festivo ore 10.30), viene celebrata una S. Messa per la Serva di Dio Maria Bolognesi presso il Tempio “La Rotonda” di Rovigo Fotografa il Qr code e potrai vedere sul cellulare il sito del Centro Maria Bolognesi. (Il servizio funziona solo su cellulari abilitati alla lettura Qr code)