Chi era San Rocco
San Rocco fu il pellegrino per eccellenza, il suo
abbigliamento è quello tipico del pellegrino: mantello a mezza gamba detto “sanrocchino”, il rosario e sul petto la conchiglia per attingere l’acqua.
Visse agli inizi del trecento, nativo di Montpellier in
Francia. La sua famiglia si chiamava Rog da cui
venne il nome Rocco. Rimasto orfano non ancora
ventenne decise di recarsi il pellegrinaggio a
Roma sulla tomba degli Apostoli. Partì dopo avere
distribuito tra i poveri le sue sostanze.
La grande pestilenza calata sull’Italia fece capire a
Rocco ciò che doveva fare: dedicarsi con fervore alle cure degli appestati senza temere il contagio. Sulla via di Roma ad Acquapendente iniziò a curare gli ammalati dimenticando, per amore, la meta del pellegrinaggio.
Giunse a Roma dove ormai sulla devozione del pellegrino prevalse la
veste del buon samaritano; non cerco mai il successo, schivò la lode
e quando il suo nome risuonò come una benedizione lasciò la città
eterna per Rimini, Novara e Piacenza. Le tappe della peste furono le
tappe di San Rocco.
Anche lui fu contagiato dalla peste si ritirò in una capanna nei boschi
del piacentino dove secondo la leggenda un cane lo nutrì portandogli
quotidianamente un pane.
Guarito riprese la via della patria, ma quando giunse a Montpellier era
così cambiato che non venne riconosciuto, lo arrestarono e incarcerarono come spia. Il santo si consumò per cinque anni in prigione finché
morì il giorno dell’Assunto, del 1327 (per altri storici il 16 agosto).
Solo allora fu riconosciuto, grazie alla croce scarlatta sul petto, indelebile marchio di carità. Si racconta che nel momento della morte le campane miracolosamente suonarono a festa.
La devozione a San Rocco è universale, non c’è paese d’Italia che non
abbia una cappella o una nicchia a lui dedicata.
La gratitudine dei Maggianichesi al Santo
Dopo la fondazione della Parrocchia di
Maggianico (1567) esisteva una cappella dedicata
al Santo.
Nel 1836 era scoppiata l’epidemia di vaiolo e si era
fatto il voto di celebrare solennemente le SS.
Quarnatore a S. Rocco per ottenere l’allontanamento del flagello.
A quel epoca dunque vi fu un risveglio di devozione verso il Santo anzi in gratitudine dello scampato pericolo per Sua intercessione, si decretò di
ricostruirGli una chiesa più bella, incaricandone l’architetto Bovara di
Lecco.
Il 13 novembre 1900, veniva spontaneamente ceduto al rev. Parroco di
Maggianico Don Giuseppe dell’Oro il diritto di Patronato che si erano
riservati i vicini di barco , “in segno di gratitudine e di riconoscenza, e
con la condizione unica che venga celebrata solennemente la festa di
S. Rocco”. Ne fa fede un documento di Don G. Dell’Oro in carta bollata da L. 1, - sottoscritto da Lui medesimo e da dieci Ghislanzoni, un
Gattinoni e un Pattarini, testimoni Colombo Domenico e Pattarini
Celeste.
Con un atto notarile del 1913 il Rev. Parroco don Giuseppe dell’Oro
donava alla chiesa di Maggianico il terreno a triangolo che recinge il
santuario di S. Rocco e una lista della piazza antistante che parte da
via Olivieri, costeggia la strada comunale e termina all’argine del torrente Ciff o Molgora. Don Dell’Oro con questo atto voleva creare una zona
di rispetto intorno a S. Rocco e per il piazzale una zona d’ombra sulla
facciata.
Anche i ragazzi della nostra parrocchia, sulle orme del santo pellegrino
hanno acceso la tradizionale fiaccola a Montpellier città natale del
Santo e seguendo il percorso di S. Rocco sabato 4 settembre nella
piazza della nostra chiesa hanno fatto il loro ingresso portando la luce
che dal tripode ha acceso i nostri cuori.
Di Rocca Alba e Tiziana
MANUTENZIONE GR U
A
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PONTE
SERATE GASTRONOMICHE
IN COLLABORAZIONE CON:
Lecco
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Untitled - Festa rionale di Maggianico