Un piccolo libro, i grossi libri non si leggono Salvatore M. Perrella, osm Il mio intervento è didattico e semplice: presenterò chi è l’autore del libretto “Madre Maria Maddalena Starace. La forza della preghiera” (Ed. Velar, Gorle 2012); e che cosa di interessante troviamo in questo volumetto di appena 48 pagine, ricco di illustrazioni, che aiutano il lettore/lettrice nella comprensione dell’esistenza e delle opere di bene di questa eccezionale Beata nativa di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Seguirà poi una riflessione su alcuni aspetti peculiari della persona, della personalità e dell’opera di Madre Maddalena Starace, iniziatrice, nello Spirito Santo, di un'esperienza carismatica e religiosa che riguarda l'Ordine dei Servi di Maria, in modo particolare le suore Compassioniste, sue amate figlie ed eredi spirituali, ramo femminile appartenente alla grande Famiglia dei Servi. L'autore di questo libretto è Tito Sartori; un frate Servo di Santa Maria, dottore in diritto canonico e diplomato come avvocato rotale. Dal 1987 è postulatore generale delle cause dei santi dell'Ordine dei Servi di Maria e in questa veste ha scritto questo volumetto su Madre Starace. Egli ha una grande esperienza sulla vita dei Santi, sulla significanza spirituale, religiosa e carismatica di queste figure che Dio ha suscitato nella storia e nella sua Chiesa. Il volumetto su Madre Maria Maddalena Starace ha un sottotitolo che dice soprattutto cosa l'autore vuole sottolineare di questa non banale persona e personalità umana e religiosa: la forza della preghiera. Questo sottotitolo è di grandissima attualità, perché la preghiera è in crisi; non sappiamo più pregare, difficoltà avvertita anche dagli Apostoli, che chiesero aiuto a Gesù: “Signore insegnaci a pregare”! A causa dei tanti “rumori” e inquietudini che ci assalgono, spesse volte sperimentiamo la distrazione, la superficialità, la difficoltà di concentrarci nell’incontro col Signore! La preghiera è esperienza dell’incontro col Tu che ci accoglie amorevolmente; dobbiamo essere però preparati a tale incontro per soffermarci adeguatamente sull'oggetto della preghiera, che è Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo. Il libricino di padre Tito fa parte di una collana popolare pubblicato dalla casa editrice Velar, che da anni propone alla gente vite esemplari di uomini e donne santi che in tutti i tempi fioriscono nel rigoglioso “giardino degli amici di Dio”; questi volumetti hanno una platea vastissima perché si prestano ad una lettura veloce, informata, seria e semplice. A tale scopo la vita di Maria Maddalena Starace è proposta dando un’essenziale biografia da cui si ricava non solo la storia di una persona, ma anche si tracciano i lati singolari di un’anima e di un servizio alla Chiesa e al mondo, propri della beata Starace. La Madre Starace è stata pensata e voluta da Dio per essere concreto segno della vicinanza della Provvidenza in un territorio splendido e difficile, in un tempo difficile che ha visto il sorgere di uomini e donne che hanno saputo testimoniare concretamente il Vangelo della carità; persone che hanno iniziato un nuovo modo di vivere la vita religiosa inserendosi nelle vicende lieti e tristi del mondo prestandovi un particolare servizio d’amore 1 A metà del secolo XIX, il secolo dell’Immacolata, il Signore ha suscitato a Castellammare di Stabia la vocazione alla vita e alla fede di Costanza Maddalena Starace, chiedendole non solo di “parlare” di Cristo, ma in un certo modo di farlo “vedere” mediante la bella testimonianza di una santità straordinaria espressa nell’ordinario dell’esistenza: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me» (Gal 2,20). Oltre allo sconfinato amore a Gesù Bambino, a Cristo Crocifisso, all’Eucaristia, al Sacro Cuore (devozioni comuni anche ai suoi contemporanei), Madre Starace ha nutrito e insegnato una tenera e soda devozione alla Vergine Addolorata. Per lei la Vergine era tenera madre, sublime maestra di identificazione con la volontà di Dio, consigliera, rifugio, conforto in ogni momento della vita. Maddalena, iniziatrice della Congregazione religiosa delle Suore Compassioniste Serve di Maria dedite alla concreta carità col cuore compassionevole di Cristo e della Vergine, tutto consegnava a Gesù per le mani della Madre; a Lei affidava quotidianamente le sue suore, i benefattori, i beneficati, ammalati, sacerdoti, le sue opere, le case religiose, la Congregazione intera, eleggendo la Vergine Santa come superiora dell’Istituto, riservando per sé l’umile ruolo di bidella! Alle sue amate suore con affetto materno raccomandava: «… voi pure vivete di preghiera, di amore a Gesù e la Madonna si degnerà istruirci: Pregate Maria! Affidatevi a Maria! Raccomando l’umile ricorso alla Madonna. Fidiamo in Dio e nella Madonna e non resteremo deluse». Quando da padre Tito Sartori presenta la spiritualità di Madre Starace, ne sottolinea gli aspetti significativi, sostando sulle virtù teologali da lei esemplarmente vissute: la fede incrollabile, la speranza certa, la carità ardente. E’ interessante vedere come padre Tito nel presentare queste virtù evochi significativamente l’evangelica parabola del bambino. Scrive così a pagina 33: «nel bambino, al quale il Signore volle paragonare la realtà nostra, asserendo che la condizione essenziale per entrare nel regno dei cieli si configura sulla psicologia dei pargoli. Infatti, il bambino non può rimanere solo, ha bisogno dei genitori. Li chiama (ecco la fede); li cerca (ecco la speranza); trovati, si abbandona a loro (ecco la carità)». Il Signore Gesù, inoltre, pur facendole assaporare l’amarezza del calice e l’impegnativa sequela della Croce, nel contempo la adornò in vita di celesti carismi quali lo spirito di profezia, la scrutazione dei cuori, la grazia delle guarigioni, l’intercessione potente; doni divini volti a mostrare la sua particolare predilezione nei riguardi di questa sua Serva fedele. Per comprendere appieno la santità di Costanza Maddalena Starace, ci suggerisce padre Tito bisogna entrare nella mentalità dei piccoli del Vangelo (cf. Mc 10,14-15; Mt 19,14; Lc 18,16-17); cosa assai difficile per gli smaliziati uomini e donne dei nostri giorni. Infatti: «Solo i bambini si capiscono fra loro. E suor M. Maddalena, al pari di una Santa Teresina [del Bambin Gesù], è talmente disarmante e disarmata nel suo abbandono a Dio che ci costringe, con dolce prepotenza, a recuperare il più schietto spirito dell’infanzia evangelica, se ne 2 vogliamo penetrare il messaggio. E se non riusciamo a capirla, non è perché sia inafferrabile lei, ma perché noi ci rifiutiamo di riuscire fanciulli». Maddalena Starace, fervente terziaria Serva di Maria, diede origine, con il placet di mons. Francesco Petagna vescovo di Castellammare (†1878) alla Congregazione delle Suore Compassioniste Serve di Maria. In quegli anni, nel Sud Italia in modo particolare, le condizioni economiche, culturali e religiose delle popolazioni erano assai disagiate, anche per l’infierire di epidemie di colera, che lasciavano una lunga scia di morti, un gran numero di fanciulli orfani e abbandonati. Il suo cuore di “madre” non poteva rimanere indifferente dinanzi ai bisogni dei troppi poveri della sua terra! Accogliere gli orfani in una casa calda d’affetto, istruire le giovani generazioni per non lasciarli in balia dell’ignoranza, grave forma di schiavitù, far avvertire il calore dell’amore e del servizio cristiano la mosse ad essere instancabile apostola dell’operosa e compassionevole carità, coinvolgendo clero e laici in quest’opera che la coinvolse interamente e che la costrinse anche a subire spiacevoli reazioni del male e dei malevoli del tempo. E per questa alta missione volle, su ispirazione dell’Altissimo, costituire un gruppo di sorelle in grado di aiutarla e di condividere il suo carisma dell’amorevole compassione. Suor Maria Maddalena non si ritenne mai Fondatrice di una congregazione religiosa, ma esecutrice di quello che, di volta in volta, riconosceva come disegno provvidente di Dio. Amava definire la sua Congregazione, a forte caratura servitana: «L’opera che Dio mi ha affidato». A questo nuovo virgulto della famiglia dei Servi, Madre Starace, come abbiamo più volte detto, impresse il carisma della compassione. Infatti, nel primo schema della Regola si legge:«L’amore e la compassione a Cristo Crocifisso e alla Vergine Addolorata portano la suora a compatire il prossimo in tutti i suoi bisogni sì dello spirito che del corpo». La compassione non è semplice filantropia, ma è frutto maturo, splendido e conseguente dell’amore totale e totalizzante a Dio, della venerazione alla Madre del Figlio di Dio, dello sguardo personale provvidente e generoso del credente reso attento e vigile dalla graduale e stabile conformazione a Cristo, il buon samaritano dell’umanità. Dalla testimonianza di ardente carità trasmessa dalla Madre Fondatrice, le suore Compassioniste devono sempre più impegnarsi, approfondire e ri-leggere nell’oggi della Chiesa e del mondo, il carisma mariano-servitano della compassione che sta alla base della loro vocazione, servizio ed esperienza religiosa, per essere in grado di accogliere i bisogni, gli interrogativi e le sfide della contemporaneità, non solo in ordine alla fede, alla vita di fede e alla peculiare sequela di Cristo, ma anche in ordine alla testimonianza e al servizio al mondo e all’umanità. Chi ha avuto la ventura di dare uno sguardo al ricco epistolario della Beata, oltre alle testimonianze di coloro che l’hanno conosciuta ed amata, ben ricava come Madre Maddalena Starace durante la sua vita abbia esercitato in modo più che esemplare le virtù della fede, della carità e della speranza; ella stessa scrive: «Le virtù sono come una catena e bellamente si avvincono le une alle altre, per unire l’anima al Dio di ogni virtù». Dopo una vita intensa spesa interamente a Dio sommamente amato nei 3 suoi figli e figlie, Maria Maddalena Starace, colpita da una grave forma di polmonite morì il 13 dicembre 1921. Ai funerali partecipò una folla enorme composta da sacerdoti, religiosi e religiose, autorità e popolo concordi nell’affermare: «è morta una santa!» I suoi resti mortali nel 1929 furono traslati dalla tomba di famiglia nel santuario del Sacro Cuore di Scanzano di Stabia, da lei stessa fortemente voluto e finemente edificato e arricchito. L’epigrafe che ancora adesso figura sul sarcofago che contiene in una preziosa urna d’argento i suoi resti mortali, ritrae in mirabile sintesi la figura spirituale e religiosa di Madre Starace: «Visse di umiltà, di preghiera, di sacrificio. Sua unica gloria fu l’essere Serva di Maria». Il 7 luglio 2003 l’indimenticabile beato Giovanni Paolo II approvava l’eroicità delle virtù e la proclamava Venerabile; la Consulta medica nella riunione del 21 ottobre 2004 approvava il miracolo ottenuto per intercessione di Madre Starace a favore di suor Fara di Gesù Crocifisso; il 26 giugno 2006 papa Benedetto XVI, accogliendo e ratificando i voti dei padri Cardinali e Vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi, ne decretava la Beatificazione, solennemente avvenuta nella concattedrale di Castellammare di Stabia esattamente cinque anni fa: 15 aprile 2007. Particolarmente significative sono, in proposito, le parole del beato cardinale Idelfonso Schuster, arcivescovo di Milano, che ben si additano alla beata Maddalena Starace: «La gente non si lascia più convincere dalla nostra predicazione, ma di fronte alla santità crede ancora, ancora si inginocchia, ancora prega. Se passa un santo, vivo o morto che sia, tutti accorrono. Il diavolo non ha paura dei nostri campi sportivi, dei nostri cinema; ha paura della nostra santità». La santità di vita della beata Costanza Maddalena Starace, fondatrice delle Suore Compassioniste Serve di Maria, è una ulteriore riprova della verità ed attualità di queste parole. Il seme gettato dalla beata Maria Maddalena Starace, divenuto oggi un “grande albero”, ha proteso i suoi rami ben oltre i confini di quella terra campana che accolse le sue radici. Madre Starace abituata a coniugare il verbo “chinarsi”, è accanto alle sue figlie spirituali, le suore Compassioniste, per ricordar loro che non basta commuoversi, ma bisogna muoversi; che dopo ogni visita di Dio in casa nostra, fuori c’è sempre una creatura bisognosa che attende le nostre cure, la nostra amorosa attenzione. Sono questi i presupposti che ancora animano la Congregazione delle Suore Compassioniste Serve di Maria presenti ed operanti in 38 comunità sparse nel mondo: Italia, Canada, Cile, India, Filippine, Indonesia, Messico. A conclusione di questa breve presentazione del volumetto su Madre Starace, secondo il mio giudizio il lavoro di padre Tito è un testo scritto bene, non prolisso ma essenziale. L'essenzialità però non è a scapito della buona informazione ed è la focalizzazione della storia di una persona, di un'anima amante del Signore e della Madre sua, di una fondazione carismatica ancora attuale, di un messaggio cristiano fecondo per l'oggi della Chiesa e del mondo. E’un testo breve impreziosito da foto e da immagini ma c'è una critica da fare: manca la paginetta bibliografica cioè lo spazio per inserire gli scritti sulla madre, perché sulla madre si è scritto parecchio. Ringraziamo padre Tito che ha saputo rendere più popolare ed immediata l'immagine 4 della Madre Starace con questo scritto semplice, veloce e sicuro. Per cui possiamo e dobbiamo dire: grazie padre Tito 5